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LA GIOIA"La gioia non viene dalle cose, non entra nell ' uomo dal di fuori, sgorga inve-

ce, come limpida sorgente, dal cuore dell ' umile. "

("Pensieri Extra-vaganti", pag. 29)

ANNIVERSARIO DEFUNTI LUGLIO

1969 Roma1991 Palermo1995 BIELLA

1998 FIRENZE

1985 NAPOLI1998 LUCCA

1997 MIRANDOLA (MO)1989 MERANO (BZ)

1981 BOLOGNA1986 SIRACUSA

1987 NAPOLI1971 PALERMO

1988 FIRENZE1992 FIRENZE

1986 VIAREGGIO (LU)

1992 BOLOGNA

Angolo della carità

DA A £

- Famiglia Modenese Tempora fratelli bisognosi 995.000

- Gruppi Biella Tempora profughi Kosovo 400.000

- NN Firenze nostra Casa in Benin 4.000.000

1 Enrico Palandri2 Rosaria Petta3 ROSA SANNINO7 DINO POGGI15 LAURA ZUCCOLINI

IDA MARIA FINZIADELINO DI MICHELE

16 EMMA MERCATELLI17 ELISA GIANNINI

CONCETTINA FARACIALMA ALBONETTI

20 IDA IERVOLINO21 MARTA PANIGADA22 LIDIA LOTTI23 GASTONE OGNIBEN25 MADDALENA TRALDI26 ENZO ANNINO27 RACHELE DONATIELLO29 DONATELLA STRAZZERI

MARGHERITA GIAMPAGLIAANNA MARIA CIPOLLARO

30 ANTONIETTA FERRONI

31 TINA POLUZZI

1960 FIRENZE

1963 BOLOGNA1973 VENEZIA

1995 LUCCA' 1981 FIRENZE

1992 PALERMO1995 BOLOGNA

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ANNIVERSARIO DEFUNTI AGOSTO

1996 Firenze1984 Modena1991 Palaia (PI)

1993 Roma

9 Mariangela Oddo10 Annamaria Martinelli11 Corrado Cultrera

Maria Abbate12 Gilda Trotta14 Adriana Gramaglia19 Carmela Ragusa20 Rina Vermigli23 Rosa Bulgarelli24 Bianca Bonfanti29 Isa Tovoli

1990 Siracusa1994 Palermo

1981 Napoli1995 Cecina (LI)

' 1997 Siracusa

1992 Palermo

1992 Modena

4 DAL PADRE

I N D I C E

27 I NOSTRI OSPITI5 INSERTO BIBLICO 28 CORRISPONDENZA8 LUCI SUL MIO CAMMINO 30 PRESENTAZIONE DELLE FAMIGLIE9 SEMI DI SPIRITUALITÀ RUSSA 31 AVVISIIO RELAZIONI DI UN PELLEGRINO 32 NECROLOGI13 IMPARIAMO A CONOSCERCI 34 IL PADRE NOSTRO14 VITA DELLE FAMIGLIE 36 IN BREVE

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LUGLIO 1999

B. Vergine Maria delle Grazie al Sasso: preghiamo per il Gruppo di Firenze

B. Piergiorgio Frassati: preghiamo per il Gruppo di Torino

Esercizi Spirituali a Montecalvo Irpino (Av)Esercizi Spirituali a Montecalvo Irpino (Av)S. Adriano Papa: preghiamo per il Gruppo di SpilambertoEsercizi Spirituali a Montecalvo Irpino (AV)B. Paolina Visentainer: preghiamo per il Gruppo di BolzanoEsercizi Spirituali a Montecalvo Irpino (AV)Esercizi Spirituali a Montecalvo Irpino (AV)S. Benedetto da Norcia: preghiamo per il Gruppo di Prato

S. Clelia Barbieri: preghiamo per il Gruppo di ModenaB. Teresa De Los Andes: preghiamo per il Gruppo di Melbourne (Australia)B. Kateri Tekakwitha: preghiamo per il Gruppo di Melbourne (Australia)

62° ANNIVERSARIO DEL SACERDOZIO DEL PADREEsercizi Spirituali a Muzzano-BiellaEsercizi Spirituali a Muzzano-BiellaEsercizi Spirituali a Muzzano-BiellaEsercizi Spirituali a Muzzano-BiellaS. Lorenzo da Brindisi: preghiamo per il Gruppo di BrindisiEsercizi Spirituali a Muzzano- BiellaEsercizi Spirituali a Donigala (Sardegna)S. Maria Maddalena: preghiamo per il Gruppo di OristanoEsercizi Spirituali a Muzzano-BiellaEsercizi Spirituali a Donigala (Sardegna)S. Apollinare: preghiamo per il Gruppo di RavennaEsercizi Spirituali a Donigala (Sardegna)Esercisi Spirituali a Donigala (Sardegna)S. Giacomo Apostolo: preghiamo per il Gruppo di PistoiaEsercizi Spirituali a Donigala (Sardegna)S. Anna : preghiamo per il Gruppo di Dronero (CN)Esercizi Spirituali a Donigala (Sardegna)

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AGOSTO 1999Incontro dei giovani CFD ad AssisiS. Alfonso De' Liguori: preghiamo per il Gruppo di NapoliPer chi ha i quattro volumi della Liturgia delle Ore si cambia brevario:vol.IV, XVIII settimanaIncontro dei giovani ad AssisiS. Eusebio da Vercelli: preghiamo per il gruppo di Sandigliano (BI)Incontro dei giovani ad AssisiIncontro dei giovani ad AssisiS. Domenico: preghiamo per il Gruppo di BolognaS. Giovanni M. Vianney: preghiamo per il Gruppo di Crocetta - Medicina (BO)Incontro dei giovani ad AssisiTRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE. Si recita il Mattutino di ResurrezioneS. Alberto da Trapani: preghiamo per il Gruppo di TrapaniS. Gaetano da Thiene: preghiamo per il Gruppo di RovigoS. Domenico: preghiamo per il Gruppo di Oria (BR)B. Mary Mac Killop: preghiamo per il Gruppo di Melbourne (Australia)S. Teresa Benedetta della Croce: preghiamo per il. Gruppo di OristanoCard. Newman (+ 9 agosto 1890): preghiamo per il Gruppo di PalermoS. Chiara: preghiamo per il Gruppo di Venezia

S. Massimiliano Kolbe: preghiamo per il Gruppo di Sommatino (CL)ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA. Si recita l'Acathistos.Madonna dei sette veli: preghiamo per il Gruppo di Foggia

Incontro dei Sacerdoti della CFD a FirenzeIncontro dei Sacerdoti a FirenzeIncontro dei Sacerdoti a FirenzeS. Bernardo di Chiaravalle: preghiamo per il Gruppo di Cavalese (TN)Incontro dei sacerdoti a FirenzeS. Pio X: preghiamo per il Gruppo di Mestre (VE)Pellegrinaggio CFD nei luoghi di S. BenedettoPellegrinaggio nei luoghi di S. BenedettoS. Rosa da Lima: preghiamo per il Gruppo di Arzano (NA)Pellegrinaggio nei luoghi di S. BenedettoPellegrinaggio nei luoghi di S. BenedettoEsercizi Spirituali a Piazza Armerina (EN)S. Ludovico: preghiamo per il Gruppo di ModenaS. Patrizia: preghiamo per il Gruppo di NapoliPellegrinaggio nei luoghi di S. BenedettoEsercizi Spirituali a Piazza Armerina (EN)Pellegrinaggio nei luoghi di S. BenedettoEsercizi Spirituali a Piazza Armerina (EN)Pellegrinaggio a nei luoghi di S. BenedettoEsercizi Spirituali a Piazza Armerina (EN)S. Agostino: preghiamo per il Gruppo di Ripa di Lucca (LU)Esercizi Spirituali a Piazza Armerina (EN)

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Come per tutte le virtù, anche per il silen-zio dobbiamo cercare di chiarire le varie dimen-sioni che il silenzio può avere in un'anima.

La prima è il silenzio che è semplicementela volontà di non riempire la vita di parole vane.E' quel silenzio che nella preghiera disant'Efrem è la condizione di ogni vita spiri-tuale. La parola è fatta per comunicare qualco-sa, altrimenti diviene un impedimento al rac-coglimento interiore, alla serietà di una vitaimpegnata nel lavoro di casa o nelle varie oc-cupazioni in cui l'uomo vive. La vita è una cosatroppo seria per sciuparla in discorsi inutili. Manon sono inutili; peggio: infatti ci vuotano l'ani-ma e fanno vuota la vita. Ci vuole un certo cul-to del silenzio che è semplicemente rifiuto diparlare senza motivo. E' evidente che questo si-lenzio si impone non soltanto nella vita reli-giosa, ma anche semplicemente in una vitaumana che abbia un suo contenuto. La paroladeve comunicare qualche cosa, ma se non co-munica nulla allora diviene un rifiuto alla se-rietà della vita, all'impegno che ha ciascuno.

Vi è un'altra dimensione del silenzio, e ilsilenzio in questo caso è veramente una dellecomponenti essenziali di ogni vita religiosa: èil silenzio dell'ascolto. Dio è entrato in comunio-ne con l'uomo con la parola; di fatto la vita re-ligiosa nell'ebraismo, nel cristianesimo, e per-sino nell'islam e nel buddismo, ha nell'ascoltodella parola il suo contenuto più vero e pro-fondo. E' Dio che ha l'iniziativa nel suo rap-porto con l'uomo. Egli si comunica nella paro-la, Egli parla. Che cosa dovrebbe fare l'uomose non ascoltarlo ? Se è mancanza di rispetto edi educazione non ascoltare uno che si rivolgea noi, quale maggiore mancanza è quella del-l'uomo che sa che Dio parla e tuttavia non loascolta !

Qualcuno potrebbe dire che il silenzio al-cune volte sembra vuoto, perché non abbiamola percezione di ascoltare qualcosa. E' una fal-sa obiezione. Dio non ti parla solo perché tunon lo ascolti. Ci vuole la fede in questo Dio

che vive in comunione con l'uomo, e ha chia-mato l'uomo a vivere in comunione con Lui.Del resto abbiamo la possibilità di entrare inquesta comunione meditando la Parola di Dioche è stata consegnata ai libri ispirati, e noi del-la Comunità abbiamo precisamente questo do-vere, di un contatto personale con i libri dellaBibbia, e anche coi libri più importanti dellaTradizione cristiana. La lettura mensile del li-bro vuole essere anche un aiuto a questa co-munione di amore. Non è soltanto insegnamen-to, ma prima ancora è strumento ad un rap-porto di amore.

Vi è poi un'ultima dimensione del silenzio,ed è l'esperienza della presenza di Dio ; questapresenza non può realizzarsi che in quantoparalizza più o meno la memoria e l'intelletto.Dio trae a sé l'anima, e l'anima vive la perce-zione di un amore che l'avvolge, la colma dellasua pace, le dona una dolcezza nuova. Sottrat-ta a tutto quello che è l'abituale sua vita, l'ani-ma sempre più affonda in un silenzio adoran-te, in un silenzio che è il sentimento di Dio. Diodiviene tutta la vita dell'anima, sospesa in unatto di stupore e di puro abbandono a Coluiche l'ha attratta a sé in una preghiera muta. Nonpossiamo pretendere costantemente questaesperienza di Dio, ma se noi siamo fedeli nel-l'ascolto, piano piano questa parola entra in noie diviene l'alimento della nostra vita. Alloral'anima diviene sensibile a quel rapporto diamore che Dio fin dall'eternità ha voluto strin-gere con l'uomo nell'alleanza mosaica, ma so-prattutto nell'alleanza che Egli ha stretto connoi nell'Incarnazione del Verbo, nella morte dicroce.

Il Vangelo ci insegna che la vita di Gesù èstata questa comunione, certo prima di tuttocon gli apostoli, ma poi con tutti i discepoli, efinalmente con tutti gli uomini con i quali Egliè venuto in contatto.

L'amore alla pratica del silenzio misura lasincerità della nostra ricerca di Dio.

il padre

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I due libri sono un tutt'uno inscindibile egiungono a noi separati dopo la traduzione dellaVulgata. I fatti narrati abbracciano circa 100 annidi storia e si riferiscono alla faticosa e lunga ope-ra di ricostruzione dopo l'esilio. Il "resto" di Isra-ele ritorna a Gerusalemme e il primo impegno èquello della ricostruzione faticosa e contrastatadel tempio. Ma anche la ricostruzione della cittàe il ripristino dei costumi in conformità alla leggesono un'opera lunga e laboriosa nella quale i dueprotagonisti si impegnano in modo esemplare.Entrambi i libri sono preziosi storicamente: moltifatti sono narrati in prima persona (quasi un dia-rio) e sono gli unici documenti che ci danno noti-zia del popolo ebraico nel tempo che va dal ritor-no dall'esilio fino ai Maccabei.

Israele rientra nel territorio della Giudea inseguito all'editto di Ciro nel 537, ma da questomomento non sarà più una nazione indipenden-te con un proprio sovrano, diviene una provin-cia dell'impero persiano e rimane provincia nelsuccedersi degli imperi posteriori (Alessandro,Roma). In questo periodo tuttavia nasce una nuo-va realtà sul piano religioso ma anche sociale, ilGiudaismo. Tutto questo è importante se pensia-mo che in questa cultura, con i suoi estremismi ele sue contraddizioni, vive gli anni della sua gio-vinezza e poi della sua missione Gesù.

La prima parte del libro di Esdra (capp.1-6)parla del ritorno a Gerusalemme delle prime ca-rovane degli esiliati. Il libro inizia con l'editto diCiro il grande così come termina il libro delleCronache. Una prima carovana è guidata daSesbassar, ma un più consistente convoglio è gui-dato dai due primi protagonisti del Libro.Zorobabele della casa di Davide e Giosuè figliodi Josedec, sommo sacerdote. Il tono del raccon-to è solenne e fa capire che si sta per narrare unfatto estremamente importante: si tratta infatti delritorno a Gerusalemme che era stato annunciatodai profeti. In questo clima messianico si com-prendono le dettagliate descrizioni di quanto vie-ne portato alla corte di Babilonia, gli accurati elen-chi degli esuli. Come Mosè e Aronne hanno con-dotto nell'Esodo il popolo verso la terra promes-sa, adesso Giosuè e Zorobabele guidano Israelein un nuovo esodo che è in realtà un ritorno. Vi èla gioia del tornare, ma anche la piena coscienza

di quanto vi èda compiere.Gerusalemme èdistrutta e so-prattutto biso-gna riedificareil tempio, datoche l'unico cul-to legittimoscelto da Dio ènella città santa.Subito viene ri-costruito l'alta-re dei sacrifici davanti al tempio per poter cele-brare i sacrifici del mattino e della sera cioè il sa-crificio perenne , della legge mosaica. E viva nelpopolo l'esigenza di una preghiera rinnovata,costante, perenne, proprio perché tornare al Si-gnore significa in primo luogo tornare ad un rap-porto con lui, a una frequentazione continua.

Il tempio viene ricostruito tra il 520 e il 515,nonostante le interruzioni dei lavori dovute al-l'opposizione dei samaritani i quali arrivano adenunciare il popolo ebreo ai sovrani persiani.Questi rispondono invece a favore della ricostru-zione del tempio, anzi inviano denaro e sostenta-mento per il popolo ed i suoi sacerdoti.

In questa prima parte la figura di Zorobabeleci dice dell'umile coscienza missionaria di que-sto discendente della casa di Davide il quale nonfa grandi imprese, ma si limita a rappresentare ilpopolo ebraico con umiltà sapendo bene che nonpotrà mai essere come i suoi grandi predecesso-ri. Di lui improvvisamente il libro non parla piùed egli sembra scomparire quasi nel nulla. Im-portante ancora è il ruolo dei sovrani persiani.Essi garantiscono la liberazione, la ricostruzionee la ripresa del popolo ebraico; è come se i lorodiscendenti rispettassero la volontà di Dio che siserve di loro per portare avanti il suo progetto disalvezza. Ritornare a ricostruire esige anche peròuna interiorizzazione. L'esigenza della preghiera,l'esigenza di ricominciare daccapo, l'esigenza diessere nuovamente sulla strada comporta unaprofonda vita interiore capace di non guardaresempre alle condizioni esterne, ma di vivere inprofondità e in pieno spirito religioso ogni nuo-va prova in attesa del pieno compimento della

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nostra salvezza. Israele prova tutto ciò perchél'esilio in un certo senso ha fatto pulizia di formeesteriori di glorie e di trionfi e il ritorno avvienenella piena coscienza che ciò che va rinnovato èin primo luogo il culto e la legge e non la conqui-sta e il possesso della terra. Questa prima partetermina di fatti con la grande celebrazione dellaPasqua del 515.

La seconda parte del libro di Esdra (capp.7-10) ci parla della missione del grande scriba. Que-sti viene incaricata da Artarserse I di sorvegliaresulla vita religiosa del popolo ebreo. Al sovranosta molto a cuore che il popolo di Gerusalemmeviva in maniera fedele la sua religione e sia unpopolo pacifico e a lui amico. L'interesse è ovvia-mente politico in quanto Israele è un valido cu-scinetto nei confronti dell'Egitto. Esdra tuttavia,profondo conoscitore della legge (scriba) che go-deva di grande fiducia presso la corte di Babilo-nia, vede in questo intervento del sovrano la manodi Dio. E il modo religioso di interpretare i fattidella storia ed Esdra in piena coscienza si fa cari-co della missione, convinto di andare presso ilsuo popolo con il preciso compito di portare nonun ordine del sovrano, ma la stessa legge di Dio.Il libro ci parla di un altro convoglio di profughiche torna a Gerusalemme insieme ad Esdra e ilracconto del viaggio da Babilonia fino alla Pale-stina è un vero e proprio diario. Giunto aGerusalemme Esdra si rende conto come la rico-struzione del tempio non sia stata sufficiente peruna autentica vita religiosa e morale, prova ad-dirittura vergogna davanti a Dio per la profana-zione della stirpe avvenuta a causa dei matrimo-ni misti con le popolazioni vicine. Vi è un grandezelo che risponde all'esigenza di purezza non tan-to di una stirpe, quanto di un vero e proprio vin-colo sacro che lega il popolo eletto ad una allean-za con Dio e quindi egli sente l'esigenza che Isra-ele rimanga "separato", il popolo santo di Dio,con una sua missione sacerdotale, unica nei con-fronti di Dio che è padre di tutti. Il desiderio dipurezza e di separazione si esprime nella sua pre-ghiera solenne, prolungata, dalla quale scaturi-sce una decisione durissima che egli riesce a fareaccettare grazie soltanto al suo carisma e al suoprestigio: le mogli e i figli stranieri vengono man-dati via da Gerusalemme. Ci sembra incredibile

una decisione di questo genere ma prevale in tuttoil libro questa grande esigenza di purezza e si se-parazione per garantire la fedeltà all'alleanza, manon dobbiamo pensare che i libri sacri abbianoquesto solo insegnamento degli stranieri. Abbia-mo potuto vedere quanta apertura alle " Nazio-ni" si ritrovi nei libri profetici, ma anche nei libridella Torah, e non possiamo dimenticare il librodi Ruth che tra l'altro fu composto proprio in que-st'epoca.

Il libro di Neemia ci parla della storia di que-sto laico, coppiere stimato presso la corte di Ba-bilonia, anche lui fedele israelita durante il perio-do dell'esilio. Il libro lo presenta in costante ap-prensione per le sorti del suo popolo e con il vivodesiderio di rientrare a Gerusalemme. Anche luiè portatore di una missione, quella della ricostru-zione delle mura della città santa. Viene nomina-to governatore e organizza il lavoro di ricostru-zione delle mura in modo molto abile, in tempistrettissimi difendendosi nello stesso tempo in cuiavveniva la costruzione dai nemici sempre pre-senti intorno a Gerusalemme. L'opera viene com-pletata con una consacrazione delle mura comeun edificio sacro . A lui si devono pure le riformesociali a favore dei più poveri e di quanti si eranoindebitati con pochi ricchi signori. Nel libro è com-presa anche una solenne proclamazione della leg-ge, nella quale ritroviamo Esdra accanto aNeemia. La luminosa figura di Neemia sarà poiricordata nel libro del Siracide (49,13) dove si af-ferma come un semplice laico aveva rialzato lerovine religiose e sociali del popolo.

La figura di Neemia non può non essere af-fascinante e allo stesso tempo molto vicina a noi.La sua vita di preghiera, di semplice ed umilecontatto con Dio, di un rapporto non legalisticoma spirituale con la legge, ed è lui il padre di quelgiudaismo povero, umile ma fedele che poi saràl'asse portante della religione ebraica fino ai tem-pi di Gesù e possiamo in lui prefigurare queiGiudei che si incontrano con Gesù nei Vangeliaprendo con sincerità il loro cuore alla buonaNovella, all'annuncio spirituale che è Gesù, ilCristo.

Bibliografia:D. Barsotti Meditazione sui Libri di Esdra e

Neemia. Ed. Querinana

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Il terzo Vangelo non nominail suo autore: la tradizione dellaChiesa nascente però l'ha attribu-ito a Luca, medico e compagno diviaggio di Paolo. E stato scrittodopo l'anno 70 per lettori che giàconoscono i fatti della vita diGesù.

Nel preambolo (1,1-4) Lucastesso indica il metodo e lo scopodella sua opera. All'interno dellastoria della salvezza, la vita diGesù sulla terra costituisceun'epoca particolare, centro e cul-mine del tempo, che si schiudecon la sua morte e ascensione. Fintanto cheGesù opera e insegna nel mondo, Satana perdela sua potenza. Dopo la resurrezione di Cristoci si aspetta a breve scadenza il suo ritorno econ questo la definitiva vittoria sul nemico diDio. Ma Luca ha compreso che il ritorno non èimminente. Il cristianesimo deve instaurarsi nelmondo; perciò Luca cerca di iniziare un dialo-go con l'impero romano. I Romani vengono inparte scagionati; secondo Luca è il popolo ebreoche porta la colpa principale della persecuzio-ne e della morte di Gesù.

Durante la sua vita Gesù è stato l'unicoportatore dello Spirito Santo; dopo la sua re-surrezione e ascensione Egli dona il suo Spiri-to ai suoi col compito di guidare la comunitàdei credenti attraverso "il periodo della Chie-sa", di cui Luca descrive gli inizi nella sua se-conda opera: gli Atti degli Apostoli. Luca nonè il primo a scrivere un Vangelo. Egli conoscelo scritto di Marco, da cui riprende circa la metàdei fatti raccontati; conosce pure una raccoltadelle parole di Gesù già inserita nel Vangelo diMatteo, ma egli dispone anche di altre fonti checostituiscono la peculiarità del suo Vangelo. Letroviamo, oltre che nei sette episodi attorno allanascita ed infanzia di Gesù, nelle parabole da

lui solo proposte: del BuonSamaritano (10,30-37) del Figliolprodigo (15,11-32), del giudiceiniquo e della vedova importuna(18,1-8), del povero Lazzaro(16,19-31) e nei racconti della pec-catrice perdonata (7,36-50), delledonne al seguito di Gesù (8,1-3),di Marta e Maria (10,38-42), dei10 lebbrosi (17,11-19), di Zaccheo(19,1-1,0), dei discepoli diEmmaus (24,13-35): tutti braniinseriti non a caso, ma secondoun piano originale dell'autore.

Luca vuol presentare un mes-saggio di salvezza rivolto a tutti gli uomini,anche a quelli al di fuori dell'ambito palestinese.Perciò nel suo Vangelo, il ruolo dell'AnticoTestamento come prova per i fatti avvenuti èmolto minore che non in Matteo. Per Luca, Gesùè il Salvatore di tutti, per primo dei poveri edei miseri, tra i quali nell'Oriente si contanoanche le donne. Gesù si presenta in una digni-tà divina e opera nella potenza e pienezza del-lo Spirito Santo. Luca costruisce il suo Vangelosecondo criteri teologici e non cronologici: difattiegli riduce in un unico viaggio a Gerusalemmele varie visite di Gesù fatte da adulto al tem-pio. Come il periodo dell'infanzia di Gesù ter-mina nel tempio (2,41-50), e nel tempio crescenel giovane Gesù la consapevolezza della suamissione affidatagli dal Padre, un fatto che lorende "adulto", cioè la naturale dipendenza daigenitori "muore" e si cambia in una coscientesottomissione ad essi, così tutta la vita di Gesùè orientata verso Gerusalemme, il centro reli-gioso del popolo ebraico, dove muore e poi ri-sorge. Gli apostoli poi, mandati da Gesù, por-tano la buona novella oltre i confini della Pale-stina fino a Roma, centro del mondo di allora,vivendo nello Spirito Santo la gioia della pre-senza di Dio.

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"Quando preghi, scopri non soltanto te stessoe Dio, ma anche il tuo prossimo : perché nella pre-ghiera tu professi non soltanto che le persone sonopersone e che Dio è Dio, ma anche che il tuo vicinoè tua sorella o tuo fratello che vive accanto a te. Lastessa conversione che ti porta al doloroso ricono-scimento della tua natura umana ferita, ti porta an-che al gioioso riconoscimento che non sei solo, mache essere umani significa essere insieme.

Ed è a questo punto che nasce la compassio-ne. Questa compassione non è espressa dalla paro-la 'pietà', e neppure dalla parola 'simpatia'. Pietàindica una troppo grande distanza. Simpatia indicauna esclusiva vicinanza. La compassione va al di làdella distanza e dell'esclusivismo.

La compassione cresce attraverso il riconosci-mento interiore che il tuo prossimo condivide conte la tua umanità. Questa solidarietà attraversa tut-ti i muri che possano avervi tenuti separati. Attra-verso tutte le barriere della terra e della lingua, del-la ricchezza e della povertà, della conoscenza e del-l'ignoranza, siamo uno, creati dalla medesima pol-vere, soggetti alle medesime leggi e destinati allamedesima fine. Con questa compassione tu puoidire : "Nel volto degli oppressi io riconosco il miovolto e nelle mani degli oppressori riconosco le miemani".

La loro carne è la mia carne; il loro sangue è ilmio sangue; il loro dolore è il mio dolore; il lorosorriso è il mio sorriso. La loro capacità di torturareè anche in me; la loro capacità di perdonare la trovoanche in me stesso. Nel mio cuore io conosco la lorobrama di amore, e in fondo alle mie viscere possosentire la loro crudeltà. Negli occhi di un altro vedoil mio appello al perdono, e in una fronte accigliatavedo il mio rifiuto. Quando qualcuno uccide, so cheanch'io potrei averlo fatto, e quando qualcuno dàalla luce una vita so che ne sono capace anch'io.Nelle profondità del mio essere incontro gli altriesseri umani, con i quali condivido odio e amore,vita e morte.

La compassione è aver l'audacia di riconosce-re il nostro reciproco destino, affinché possiamoandare avanti, tutti insieme, verso la terra che Dioci indica. Compassione significa anche condividerela gioia, il che può essere altrettanto importante checondividere il dolore. Dare agli altri la possibilitàdi essere completamente felici, lasciare fiorire inpienezza la loro gioia. Noi offriamo veramente con-solazione e appoggio quando possiamo dire dal pro-fondo del cuore : "Questo è veramente bene per te",o "Sono contento di vedere che l'hai fatto".

Ma la compassioneè qualcosa di più di unaschiavitù condivisa con lamedesima paura e il me-desimo respiro di sollie-vo, ed è più di una gioia condivisa. Perché la tuacompassione nasce dalla preghiera, nasce dal tuoincontro con Dio, che è anche il Dio di tutti. Nelmomento in cui tu realizzi pienamente che il Dioche ti ama senza condizioni ama tutti gli altri esseriumani del medesimo amore, ti si apre un nuovomodo di vivere, perché arrivi a vedere con occhinuovi coloro che vivono accanto a te in questo mon-do. Ti rendi conto che anch'essi non hanno ragionedi aver paura, che anch'essi non devono nascondersidietro una siepe, che anch'essi non hanno bisognodi armi per essere umani. Capisci che il giardinointeriore di amore che è rimasto deserto per tantotempo è inteso anche per loro.

La conversione a Dio significa quindi unacontemporanea conversione alle altre persone chevivono con te su questa terra. Il contadino, l'opera-io, lo studente, il prigioniero, il malato, il nero, ilbianco, il debole, il forte, l'oppresso, l'oppressore, ilpaziente e chi lo guarisce, il torturato e il torturatore,non soltanto sono persone come te, ma anch'essesono chiamate a riconoscere con te che Dio è Dioper tutti.

La compassione rimuove quindi ogni prete-sa, così come rimuove la falsa modestia. T'invita acomprendere ogni cosa e ognuno, a vedere te e glialtri nella luce di Dio e a dire gioiosamente a tuttiquelli che incontri che non vi è ragione di temere, laterra è libera perché sia coltivata e porti un abbon-dante raccolto.

E tuttavia non è così semplice. Vi sono dei ri-schi. Perché compassione significa costruire un pon-te verso gli altri senza sapere se vogliono essere rag-giunti. Il tuo fratello o la tua sorella potrebbero es-sere così amareggiati da non aspettarsi nulla da te.Allora la tua compassione suscita inimicizia, ed èdifficile non provare amarezza anche tu e dire :"Vedi, te l'avevo detto, comunque non funziona".

Eppure la compassione è possibile, quandoha le sue radici nella preghiera, perché nella pre-ghiera non dipendi dalla tua stessa forza né dallabuona volontà dell'altro, ma soltanto dalla tua fi-ducia in Dio. E per questo che la preghiera ti rendelibero di vivere una vita compassionevole, anchequando non evoca una risposta riconoscente e nonporta ricompense immediate".

(da: A mani aperte,di H.J. Nouwen, Ed. Queriniana, 1997)

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Un cristiano autentico si comporta in que-sta vita in modo tale che essa sia una preparazio-ne alla vita futura, e non soltanto una vita terre-na. In tutto quello che fa, non pensa a quello chesi dirà di lui quaggiù, ma a ciò che si dirà in cielo;si immagina di essere sempre in presenza di Dio,degli angeli e dei santi, e non si dimentica che ungiorno essi testimonieranno delle sue parole, deisuoi pensieri e delle sue azioni.

Quando preghi il Signore e gli chiedi qual-che grazia - di ordine spirituale, sovrannaturale,materiale, terreno - per essere sicuro di ottenerequello che chiedi o, più in generale, la grazia dicui hai più bisogno (secondo la sapienza e mise-ricordia di Dio), abbi nella mente e nel cuore que-ste parole del Signore: "Chiedete e vi sarà dato,cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto; per-ché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova".

Ai nostri occhi le malattie sembrano solo do-lorose, sgradite e terribili. E raro che qualcuno,nell'ora della malattia, tenga presente il vantag-gio che la sua anima può ricavarne; ma nella sa-piente e misericordiosa provvidenza di Dio nonc'è neanche una sola malattia che non dia fruttoper la nostra anima. Le malattie sono, nelle manodella Provvidenza, medicine amare che curanol'anima dalle passioni, dalle cattive abitudini edai vizi. Neppure una sola malattia che ci colpi-sce rimarrà senza effetto. Non perdiamo quindidi vista l'utilità della malattia e così potremo sop-portarla più facilmente e più tranquillamente."Colui che soffre nella carne ha rotto con il pec-cato", dice la Scrittura (1 Pt 4,1).

Irritarti contro qualcuno per una questionemateriale significa stimare un oggetto più di unfratello. Ma che cosa c'è sulla terra di più grandee nobile dell'uomo ?

Quando preghi, cerca di pregare più per glialtri che per te stesso; durante la preghiera tienipresenti davanti a te tutti gli uomini, uniti in unsolo corpo, e ciascuno di loro come membra delCorpo di Cristo. Prega per tutti come pregherestiper te stesso, considera come tue le sofferenze ele miserie degli altri, come tue l'ignoranza spiri-tuale, le colpe e le passioni degli altri, come tue letentazioni e le pene, la moltitudine delle soffe-renze degli altri. Una simile preghiera giungerà gra-dita al Padre Celeste, il Padre comune a tutti noi, alPadre che non conosce parzialità (cfr. Rm 2,11).

Quando preghiamo veramente con tutto ilcuore, sentiamo di pregare nello Spirito Santo : leparole sono impregnate di un tale calore ! A vol-te invece sentiamo di non pregare nello Spirito

Santo, bensì in uno spirito di menzogna: le lab-bra dicono una cosa, il cuore ne avverte un'altra,magari completamente opposta; per esempio pro-nunciamo le parole con uno spirito di impazien-za, di astio contro qualcuno, o con spirito di in-credulità.

Cerca di fare di tutta la tua vita un servizioa Dio. Se fai una lettura a casa, inizia con una bre-ve ma intensa preghiera perché Dio ti ammestrinella fede. Non leggere mai per ingannare il tem-po: sviliresti la Parola che è preordinata alla no-stra salvezza e non a passatempo. Se parli con ilprossimo, fallo per istruire ed edificare; evitacome veleno le chiacchiere futili, ricordati che diogni parola "infondata gli uomini renderannoconto nel giorno del giudizio" (Mt 12,36). Trion-fa con il nome del Signore e il segno della crocesui tranelli dell'avversario che si sforza di get-tarti nel dubbio, nelle tenebre, nell'angoscia enelladisperazione.

Il Dio di amore è immutabile, e anche noidobbiamo essere immutabili nel nostro amore."La carità non avrà mai fine" (1 Cor 13,8). Invecel'inimicizia, l'indifferenza o il disprezzo vengo-no dal demonio.

(Tratto da: La mia vita in Cristo,di San Giovanni di Cronstad, ediz. Gribaudi)

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Nel mese di maggio sono stato in Calabria,in visita semi-clandestina. Dovevo infatti "re-cuperare" una antica visita saltata in quel diCastrovillari, e l'ho fatto in maggio, un poco insordina, alla fine dell'armo, come quei gol chesi fanno in zona cesarini quando ormai si pen-sa che la partita sia finita. A Castrovillari poisono finito anche con lo stare in un casolare dicampagna, tra i grilli e le cicale, per avere ilmassimo del ritiro della quiete - così aveva di-sposto la capa Chiara Gatto, artefice del tutto.

Vediamo la radiografia del gruppo diCastrovillari: nove consacrati e quattro-cinqueaspiranti. Di questi nove, cinque hanno fatto laconsacrazione durante la mia visita, e dunqueil gruppo è praticamente raddoppiato. O, me-glio, si è consolidato. E un bel gruppettoaffiatato, che lavora con impegno e serietà. Que-st'anno poi si sono lanciati anche agli esercizispirituali, e a Lecceto se ne sono iscritti un belpo'. Passo dopo passo, si cresce.

Arrivo e mi portano a vedere un santuarioche ricorda quello della Madonna del Sasso,non lontano da Castrovillari. Il vescovo lo da-rebbe volentieri alla Comunità, se qualcuno dinoi della vita comune viene giù a vivere. I co-munitari all'idea sono festanti! E già un po' ditempo che vescovi ci 'offrono case, conventi,santuari, canoniche... e noi sempre a dire: "SeDio vuole, se Dio vuole..." Ma davvero la geo-grafia della Comunità non la facciamo noi. Per-ciò ci affidiamo alla volontà di Dio, quando saràmanifesta. Certo, il posto è bello, come è bellala nostra bella Italia.

Il giorno dopo, uscito dalla casa nascondi-glio-rifugio in campagna, vado con Chiara Gat-to in paese perché ha preparato un incontro pergiovani, dal quale spera molto: ha fatto parec-chia pubblicità, e chissà che non salti fuori an-che qualche aspirante. Arrivato nella grandesala parrocchiale, una massa impressionante digiovani ci attende: il numero è infatti di circazero presenti. Chiara non si scoraggia, io nem-meno, e intanto ci sediamo. Dopo un quartod'ora, ne arriva uno, dopo quaranta minuti un

altro; e questo è tutto. Risolviamo di andare aprenderci un bel gelato. Offre il vice-sindacodi Castrovillari, incontrato per strada (lo cono-sco perché è il marito di una nostra consacra-ta). Nessuno scoraggiamento, Chiara! Se nonsiamo noi a fare la geografia della Comunità,non ne facciamo nemmeno il registro delle pre-senze e delle assenze. Significa che ci dediche-remo a curare meglio gli aspiranti o i consacra-ti che già ci sono.

La domenica delle consacrazioni è il gior-no più solenne, e arriva anche il gruppo diCosenza, gruppo che come costituzione è piùo meno analogo a quello castrovillarese: otto-nove consacrati e qualche aspirante. Capitanada questa parte Teresa Greco. La Messa vienecelebrata in parrocchia, e mi viene affidata laMessa principale. La gente questa volta è dav-vero tanta, ed all'inizio io spiego che durantela celebrazione cinque persone si presenteran-no davanti all'altare per donarsi al Signore.Chiedo a tutti la partecipazione della preghie-ra, e mi accorgo che l'interesse dei parrocchia-ni è davvero vivo. I cinque consacrati sono gen-te del paese, sono conosciuti, e l'aver scelto difare la consacrazione in parrocchia, durante laMessa principale, è stata davvero una forma ditestimonianza importante. Angela, Natale,Gina, Pino e Gilda: questi i nomi dei neo-con-sacrati. Chi si è commosso è stato Pino Caligiuri,di professione fotografo. Nella sua consacra-zione egli ha portato all'altare anche il doloreper la perdita del figlio Paolo, morto poco tem-po fa, ventenne di leucemia. Ma vogliamo pen-sare nella fede che quel giorno Paolo ha gioitonel vedere papà che si donava al Signore da-vanti all'altare.

Non ho potuto fare neanche qui, nonostan-te ci fosse tanta gente, qualche ingresso inaspirantato, perché non c'è stato il tempo diapprofondire un poco la cosa con coloro checomunque si erano fermati dopo la celebrazione.

Tempo di scappare, ma c'è un'appendice,e la colpa è di Silvano Dompieri di Merano(Bolzano). Che c ' entra Silvano Dompieri ? C ' en-

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ridere pensando a Chiara di Castrovillari, cheaveva desiderato qualche ingresso aCastrovillari per ravvivare il gruppo, ed inveceerano saltati fuori qui a Scalea, e in quella ma-niera dopo la cena improvvisata....

Speriamo che queste "rose" scaleane (si dicecosì ?) fioriscano; sarebbe bello e importante ave-re qui un gruppetto della Comunità. Sempredella serie: la geografia non la facciamo noi (aproposito, sembra che il padre ai suoi tempi fos-se imbattibile in geografia, e anche adesso ognitanto si diverte a tavola a metterci in difficoltàchiedendoci quale sia la capitale dello Zimbaweo quale sia il monte più alto della Papua NuovaGuinea... Mai che noi si riesca a rendergli panper focaccia, perché conosce anche tutti i fiumie le pozzanghere del Kazatkistan !).

Ciao Domenico, ciao Pia ed Emma (la mo-glie e la figlia)....Ricorderò a lungo questa cenacon voi. E via, di nuovo in treno, da Scalea aFirenze-Campo di Marte. Arrivo all'alba comeai vecchi tempi, carico di salsicce, formaggi, sot-taceti e quant'altro, e scaricando tutto sulla por-ta di Casa San Sergio, mi vesto coi paramentisacri perché il padre è già pronto per la S.Messa.Cambia la geografia, ma questi tipi di ritorno aCasa San Sergio rimangono invariati. Per gra-zia di Dio.

p. Serafino

tra, perché Silvano e Margherita ogni annohanno il vizio di venire al mare in Calabria, eprecisamente a Scalea (mica male come scel-ta...) e siccome galeotto fu il canotto, da queldi Merano la nostra coppia Dompieri mi hapilotato per telefono verso Scalea, in una par-rocchia nella quale in passato essi avevano giàparlato della Comunità. Dopo una visita di tregiorni, il viaggio, gli incontri e tutto, sono ar-rivato a Scalea un poco stanco; ma quando hovisto quel mare mi è venuto tutto il sentimen-to della canzone "Chisto è paese do' mare..."e ogni energia mi è ritornata.

Il mio incontro con la piccola parrocchianella quale sono stato ospite per quelle pocheore (non conoscevo assolutamente nessuno) èstato interessante: dopo la Messa mi si è fattoavanti un signore, di nome Domenico, col qua-le abbiamo iniziato a parlare. Dato che eranole otto di sera (il treno partiva due ore dopo, eil parroco aveva già iniziato una riunione diConsiglio pastorale), mi sono auto-invitato acena da questo Domenico. Devo dire che egliè stato molto elastico a cogliere al volo la si-tuazione, e con viva simpatia mi ha portato acasa sua. Avete presente la scena del bambinoche torna a casa con un cucciolo o un gattinotrovato per strada e chiede: "mamma, possotenerlo ?" Più o meno così con me: aperta laporta, Domenico ha esclamato alla moglie: "In-dovina chi ti ho portato... Posso tenerlo ?"Apparsa la gentile signora, vedendo un frateo qualcosa di simile, è andata completamentenel pallone, e per i primi dieci minuti non hafatto altro che scusarsi che non aveva prepa-rato niente per cena, e che voleva mettersi acucinare chissà che cosa di speciale. Continua-va a scusarsi per il disordine el'improvvisazione (mentre a me pareva tuttoordinatissimo e a postissimo), e ho dovutocontinuamente rassicurarla che per me era unagioia essere lì. Poi è sbucata fuori anche la fi-glia diciottenne, e insieme abbiamo cenatoparlando delle nostre esperienze. Al terminedella cena, marito, moglie e figlia hanno fattol'ingresso in aspirantato. A me veniva da sor -

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L'immagine di lui che ha mag-giori garanzie di autenticità mostra unprofilo magro, ossuto, naso e mentopronunciati, un viso del quale il pen-nello (devoto) non ha smussato gliangoli né attenuato la forte persona-lità. Le lunghe grandi mani nodosehanno ardentemente lavorato come lemani di un operaio. Il biografoGrandet dice di lui: "era straordina-riamente forte: si metteva molto facil-mente una botticella sopra le ginoc-chia; gli ho visto portare una pietratombale, che due uomini forti non po-tevano alzare da terra " . Questa esu-beranza fisica trova il suocorrispettivo nella forza del caratte-re, ed è bene per noi sapere ciò cheLuigi Maria diceva di sé confessandola fatica di dominare la passione suafondamentale: quella della collera: "SeDio mi avesse destinato al mondo -egli diceva - sarei stato l'uomo più ter-ribile del mio secolo " .

Nasce a Montfort-La - Cane, neldipartimento di Rennes, in Bretagna,secondogenito di 18 figli, famigliaborghese. L'adolescenza di Luigi è uncapitolo ricco che varrebbe la pena diraccontare. Sono gli anni della forma-zione (umana e spirituale): egli vive i due estremi del-la società francese, in questo scorcio del "grand siècle " :la santità e il libertinaggio; sono gli anni in ci scoprecon passione il mondo dell'arte: la pittura, la scultura,la poesia; e frattanto scopre i poveri e gli infermi, gliospedali e tuguri, e matura nell ' intimo la chiamata sa-cerdotale. Ventenne, compiuti gli studi, parte per Pa-rigi dove entrerà nella piccola comunità per seminaristipoveri fondata dal Sulpiziano De la Barmondière.Muore il fondatore, Luigi entra qualche mese dopo inun altro seminario, ancora più povero; al secondo annodi teologia si ammala gravemente e i medici lo dannoper spacciato, ma si ristabilisce e termina i suoi studiin un altro seminario (S. Sulpizio). Seguono una seriedi peripezie che caratterizzano i primi anni della vitasacerdotale, alla ricerca del proprio campo diapostolato. In breve: 1700-1705: dopo l'ordinazione isuperiori del seminario avrebbero desiderato che eglisi fermasse a S. Sulpizio, ma egli non aveva alcuna in-clinazione a quel genere di vita. Attratto invece dallavita apostolica si unì all'anziano sacerdote Levèque chedirigeva Nantes una comunità di sacerdoti destinatialle missioni parrocchiali. Ma ebbe una delusione; tro-va una comunità tiepida, imborghesita, dove il giova-ne non riesce ad acclimatarsi. Le sue lettere al padre

spirituale rivelano il logorio interio-re di chi è costretto a "mordere il fre-no", di chi non riesce a realizzare lasua vocazione pur vivendola chiara-mente, di chi vede il contrasto enor-me tra i desideri dell'anima e l'ambien-te esterno che impedisce di realizzar-li.

Un seguito avventuroso di circo-stanze lo porta a Poitiérs, cappellanodell'ospedale. Torna a Parigi dovenon ha un amico: quelli di una volta,perplessi dalla sua instabilità, non locapiscano più: non si accorgono comeegli persegua in realtà, con dolce te-stardaggine, la propria attrattiva uni-ca (leggi: vocazione): evangelizzare ipoveri, cioè gli umili della città e del-le campagne. Completamente solo,nel sottoscala di rue du Pot-de-Fer,compone una delle sue grandi opere:"L'amore dell ' eterna Sapienza" . Ipoveri di Poitiérs lo richiamano e Lui-gi torna, ma per subire una seconda edefinitiva delusione.

Dopo l'uscita definitiva dal-l'ospedale di Poitiérs, Luigi si orien-ta stabilmente verso il primo suo ide-ale, cui non ha mai rinunciato, quello

missionario: ma è così ostacolato che, per rassodarsi inesso, andrà a Roma, a piedi, davanti al Papa. Seguonoi dieci anni della sua fatica apostolica con le grandimissioni cittadine e rurali. Luigi rivela l'appassionatasimpatia che lo lega all'anima popolare; senza un tet-to, non vive se non di elemosine non viaggia se non apiedi, porta solo con pochi compagni il peso della mis-sione. La sua strada è disseminata di incomprensioni:lungamente torturato dalle interdizioni di predicareche giungono dall'alto e che lo fanno fuggiasco di dio-cesi in diocesi, trova infine due grandi amici e protetto-ri: il vescovo di La Rochelle (mons. Champflour) e il ve-scovo di Luçon (mons. Lescure), e con essi la libertà disvolgere il suo ministero.

Non lo si vede invecchiare, la sua è una di quellecarriere che bruciano in poco tempo la salute e le for-ze. Nel fiore dell'età nonostante la tempra straordina-riamente resistente, è scavato dallo sfinimento: il suodono è maturo, l'offerta ha raggiunto la pienezza.Muore a quarantatrè anni, stroncato dal ritmo dellapropria corsa apostolica, mentre predica a Saint-Laurant, l'ultima missione. Porta con sé nella tomba lecatenelle che gli hanno stretto i polsi tutta la vita, e chesimboleggiano - secondo la rude espressione preferi-ta da lui ad ogni altra - il suo essere "schiavo" di Gesùe di Maria.

Il gruppo S.Luigi M Grignon de Montfort

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Durante l'ultima visita di p. Benedetto in Australia ci sono state tre consacrazioni: Valerie Dale, TeresaLidell ed Eileen Rafferty. Detti così, sono soltanto dei nomi, e ce ne dispiace perché tutti vogliamo conoscere lesorelle e i fratelli che via via si consacrano nella Comunità.

Senza aver richiesto nulla, ci vediamo arrivare questa lettera di una delle tre, Teresa Lidell, che pubbli-chiamo con gioia, assieme alla fotografia. Così impariamo a conoscerci. Grazie Teresa!

Mi chiamo Teresa Lidell. Sono nata in Olanda e sono venuta in Australia con i miei genitori e imiei cinque fratelli nel 1953. Ho amato questo posto fin dal primo giorno (come appariva grandequel cielo ai miei occhi di bambina !), anche se non sempre tutto è stato facile. Poi facemmo le primeamicizie nell'ambiente della parrocchia, dove c 'era la "Legio Mariae". Imparammo l'inglese e ci inse-

rimmo nel modo di vivere australiano.Mi sono sposata (mio marito si chiama

Bruce) e ho avuto 7 figli. Per alcuni anni hoavuto l'idea di far parte di un terz'ordine,ma per diverse ragioni la cosa non si è maiavverata. Di questo ne parlavo ogni tanto conla mia amica Vai (quella che ha scritto nel Noti-ziario scorso, ora consacrata pure lei, Nrd). Ne-gli ultimi tempi la mia vita spirituale avevaavuto una decisa ripresa in coincidenza conun pellegrinaggio che ho fatto in Terrasantae a Medjugorie; la Madonna è divenuta il miopunto di riferimento e mi ha guidato ad es-sere decisamente più vicina al Signore, aportare insieme a Lei le mie croci di madre emoglie.

Poi p. Serafino e suo fratello Pietro sonovenuti in Australia e ci hanno parlato dellaComunità. Durante una Messa da lui cele-brata, ho capito che questo era quello cheinconsciamente cercavo, e così ho chiesto diessere una aspirante, insieme alle mie dueamiche Val ed Eileen. Ora abbiamo la consa-pevolezza di appartenere ad una più gran-de famiglia, e abbiamo imparato tante cosesulla Comunità grazie al continuo aiuto eincoraggiamento della nostra guida austra-liana Adrian.

Nello scorso febbraio abbiamo avuto lavisita di p.Benedetto e di Julia. Sentivo il de-

siderio di essere consacrata, cosa che poi è avvenuta al termine della sua visita. Ogni mattina nellemie preghiere io "consacravo " me stessa al Signore, ma farlo in Chiesa davanti a tutti e all'Eucarestiasignificava per me consegnarsi a Dio per mezzo delle preghiere della Comunità. Mi sono sentitacome il giorno del mio matrimonio. P. Benedetto è stato un magnifico traduttore della Grazia divina,e ci ha aiutato a vivere ogni momento in maniera più profonda. Avremmo voluto trattenerlo qui, enaturalmente speriamo che un giorno ci possano essere membri della vita comune qui in Australia.

Affido tutto ai sacri Cuori di Gesù e di Maria. Che il Signore possa tenere i nostri cuori uniti, euniti tutti insieme a Lui.

Con amore, Teresa Lidell

Teresa Lidell

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ADUNANZA DI APPIANO

In una sala di Appiano, un ridente paesealla periferia di Bolzano, si è tenuta nel pome-riggio del giorno 17 aprile l'adunanza dei grup-pi di Merano, Bolzano e Appiano dell'AltoAdige assieme ad un buon numero di parteci-panti della Famiglia trentina.

"La sofferenza, vocazione delle vocazioni?"Questo il tema che Adolfo Morandi di Modenaha trattato sottoponendo alla nostra riflessionele lettere di Gregorio Sannino, tratte dal libro"Nel dolore conobbi Dio". Dalla lettura di al-cune di queste lettere emerge chiaramente comeil giovane Gregorio, donato alla Comunitàquando questa era ancora agli inizi, abbia ap-preso nella sofferenza e attraverso la sofferen-za, giorno dopo giorno, quell'abbandonofiducioso alla volontà di Dio, che è dono deipiù grandi mistici, e tutto questo nell'incontrocon il Consolatore che solo ci consente di pas-sare attraverso le prove della vita senza perde-re la fede, anzi rendendola sempre più limpidae trasparente. "Oh dolore, dolore, se tu riuscis-si a piegare i cuori così come riesci a piegare icorpi, nessuno resterebbe fuori dal Regno diDio!"

Da qui la scoperta di come la sofferenze siaper molti versi necessaria perché il cuore indu-rito si lasci finalmente plasmare da Dio che nelsuo amore infinito riesce a trasformare in beneanche ciò che ha origine dal male. Perché dun-que il dolore ci fa incontrare Dio? Perché Cri-sto ha preso su di sé tutte le sofferenze umane,di chi crede e di chi non crede, e le trasforma inmotivo di salvezza per tutti, credenti e non cre-denti. Ecco quindi il miracolo del cristianesi-mo: la sofferenza è il luogo privilegiato in cuiincontrare Dio e contemplarLo e Gesù Cristocon la Sua morte in croce e la Sua resurrezioneha realizzato tutto questo affinché anche noi,in Lui e con Lui, potessimo a nostra volta rea-lizzarlo ed essere fonte di salvezza per altri.

Un grazie di cuore va all'amico Adolfo perla chiarezza e la semplicità dell'esposizione edun grazie anche a Gregorio che ci ha lasciato

con la sua vita un esempio luminoso di cosasignifichi lasciarsi santificare da Dio, accettan-do di passare attraverso le Sue vie, che spesso,molto spesso, non sono le nostre.

Edda Crescini

LA CROCE: FONDAMENTO DELLA FEDE

Nel ritiro di fine marzo Enrico Gretter ciha presentato Edith Stein, una santa del nostrotempo, la cui vicenda umana è dolorosamenteemblematica alla luce degli eventi che ancorasconvolgono la coscienza dell'Europa in que-sto scorcio di secolo.

Edith Stein, lontana all'inizio dal problemareligioso, è tuttavia alla ricerca della verità e,come afferma in una lettera del 23 marzo 1938,scoprirà che "Dio è la verità. Chi cerca la veritàcerca Dio, che lo sappia o no". Si fa cristiana ericeve il battesimo; tanto profonda e radicale èla sua conversione che vuole darsi totalmentea Dio ed entra nel Carmelo di Colonia. Vittimadella persecuzione nazista, nel 1942 è rinchiu-sa nel campo di sterminio di Auschwitz, dovemorirà di lì a pochi mesi, nella camera a gas.Giovanni Paolo II la dichiara beata nel 1987 esanta 1'11 ottobre 1998, con il nome da lei scel-to all'ingresso del Carmelo: Teresa Benedettadella Croce. La Croce - ci ha detto Enrico ci-tando qualche scritto della santa, fu per TeresaBenedetta il saldo fondamento della fede; inessa trovò il senso del suo sacrificio e affrontòserenamente la morte. Le pagine a cui Teresaaffidò la sua straordinaria esperienza spiritua-le splendono per il pensiero limpido e profon-do e per l'affiato d'amore che le anima. Ellascrive: "Il mondo è in fiamme: desideri spegner-le? Contempla la croce.. Dal cuore aperto sgor-ga il sangue del Redentore, sangue capace dispegnere anche le fiamme dell'inferno.... Ren-di il tuo cuore libero e aperto; allora si potran-no riversare in esso i flutti dell'amore divino,sì da farlo traboccare e renderlo fecondo sinoai confini della terra". E ancora: "Gli occhi del

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Si direbbe che la gara degli "indici" continua in una curiosagalleria che ogni tanto appare sul Notiziario. Qui è la volta (noncrediate che li mettiamo in posa !) di Marcello Pavin, di Cittadella,che è venuto a Casa San Sergio con la moglie Giovanna a festeg-giare le nozze d'argento. Al momento della foto ha spa rato, nonsi sa come, un indice in gola al padre. che aspettava solo il foto-grafo per essere immortalato e finire sul Notiziario.'

Crocifisso ti fissano interrogandoti, interpellan-doti; vuoi stringere con ogni serietà l'alleanzacon Lui? Quale sarà la tua risposta? Signore,dove andare? Tu solo hai parole di vita. - AveCrux, Spes Unica!" Così parla nella "Scientia

Crucis", l'opera che meglio esprime la suafede indomita e ardente. (...)

C.F.D. Menino

PELLEGRINAGGIO A CALASCIBETTA

È il 2 maggio e seppure nell'instabilitàdel tempo, lo spettacolo che, a pochi chilo-metri da Calascibetta si offre agli occhi dinoi pellegrini, è veramente suggestivo. Chemeraviglia il creato! Di fronte a noi le caseubicate su una montagna alta circa 1000metri, si confondono con la roccia e cosìiniziando a salire e passando per stradestrette e tortuose, arriviamo sino aCalascibetta, un paesino della Sicilia cen-trale a nord di Enna. Dopo un po' ci rag-giungono i fratelli della Sicilia orientale eoccidentale; in tutto siamo circa 70. E belloriabbracciare quelli che già conosciamo, maancor più è incontrarne altri.

Argomento della meditazione è il "Mi-stero della Chiesa che apre e continua il Mi-stero di Cristo". Con la sua chiarezza e conla sua semplicità, don Speciale riesce sem-pre a suggerire degli spunti per la riflessio-ne personale, successiva, alla meditazione.Finito il breve silenzio ci dirigiamo per laS.Messa, verso la chiesa S. Maria Maggio-re, una delle 46 chiese di Calascibetta. (...)

Nel primo pomeriggio ci trasferiamonel santuario della Madonna del Buon Ri-poso, così chiamato perché vi è una piccolaMadonna seduta, con Gesù Bambino tra lebraccia che riposa. Guardandola è come sedopo un lungo e faticoso viaggio i pellegri-ni trovassero riposo tra le braccia di Maria.Lì, abbiamo recitato il santo rosario e dopo

il canto "Santa Maria del cammino", gli abbrac-ci e saluti finali, noi tutti pellegrini ritornava-mo nelle nostre case, pronti ad affrontare la vitacon la gioia nel cuore, gioia che può scaturiresolo se siamo uno con il Padre e uno con tuttinoi.

Giusy La Bella

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2 maggio, '99. Carmine e Dora Caldarone , di Marzano Appio (provincia di Caserta), genitoridel nostro Antonio (che sta a Casa San Gregorio a Biella) il giorno del loro ingresso in aspirantato,in occasione dell'incontro dei genitori dei fratelli e sorelle della vita comune.

P. AGOSTINO A SAN SEVERO

L'istituto Ancelle del S. Cuore ci accogliecome tante altre volte. Siamo legati a questoluogo dove la Comunità ha vissuto momentiimportanti. La giornata è un po' uggiosa, il cie-lo è coperto, inizia a cadere una pioggerellinafitta, fitta. In fondo non mi dispiace, amo lapioggia, i suoi odori perché espressione del-l'amore divino.

Nella meditazione che ha preceduto la S.Messa, p. Agostino ha trattato il tema "La Pas-sione di Cristo". Le parole di p. Agostino sul"mistero della Croce" sono penetrate profon-damente in noi sulla necessità del nostro com-pleto abbandono alla volontà divina rimanen-do uniti al Signore con la preghiera, accettan-do le prove della vita con fede, inseriti in unmistero commovente che non comprendiamoma al quale aderiamo se viviamo da figli. Lacelebrazione Eucaristica è stata molto sentita e

partecipata. In-tanto il tempo eratornato bello, ilcielo azzurro pie-no di luce. Dopoil pranzo una bre-ve meditazioneaperta da p.Agostino sui votiemessi nella Co-munità. Ab-biamo avuto poiun momento diadorazione per-sonale in cappel-la cui ha fatto se-guito la recita deivespri.

Desiderocondividere contutti la gioia diuna nostra consa-crata: NucciaMontedoro è di-venuta mamma

per la quarta volta, è nata Maria una bellissimabimba . Auguri di tutto cuore a tutta la fami-glia Montedoro.

Chiara Memoli

IL PROF. COPPINI A NAPOLI

Giovedì 25 marzo, annunciazione del Si-gnore.

Il prof. Lamberto Coppini, nostro fratellodi Bologna, che ha dedicato quasi quarant'an-ni allo studio della sindone, è venuto da noiper una conferenza sulla più importante e piùdiscussa reliquia della cristianità. La Famigliaera presente in gran numero e numerosi eranogli amici che ci accompagnavano. Il nostrorelatore si è dimostrato perfetto perché nellasua esposizione ha saputo mantenere l'obietti-vità dello studioso senza nascondere l'emozio-ne del credente.

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Siamo andati avanti per due ore, scopren-do tutto quello che, fino ad oggi, il "sacro len-zuolo" ha detto di quell'uomo che ha accom-pagnato nel sepolcro. Senza enfasi, chiara è sta-ta la relazione della nostra "guida". Man manoche il tempo è passato l'attenzione è cresciutaed il silenzio di è fatto totale, nessuno volevaperdere una parola o distrarsi dalle diapositi-ve che scorrevano sullo schermo. Non sonomancati i momenti di forte partecipazione emo-tiva nell'avvicinarsi ai particolari medici dellesofferenze subite da Gesù nella sua passione.Interessante anche se doloroso scoprire ogni fe-rita e tutto il carico del patimento che superaogni nostra immaginazione. Il nostro grazie aLamberto che, con semplicità non comune, hasaputo introdurci nel mistero della Sindone; mail nostro grazie più grande vogliamo mandar-glielo perché sul finire della quaresima , ci hadato la possibilità di meditare con più pienez-za la passione di Cristo.

Gerardo Trocino

DUE MODENESI VOLONTARI IN ALBANIA

Nell'adunanza modenese di aprile si con-tinua a meditare la figura del Padre. Questavolta il nostro don Giacomo deve mettercelatutta per tenerci svegli dall"'abbiocco" post-pranzo che si fa sempre più insidioso con l'ar-rivo della bella stagione..., ma l'argomento trat-tato è un motivo più che valido per staresveglissimi. Eh sì, perché questo mese tocca alprofeta Osea di mostrarci un volto di Dio a dirpoco sconvolgente: Osea, infatti, da buon pro-feta, predica l'avvento del giudizio di Dio perIsraele infedele e idolatra, ma poi arriva a direche Dio, per punire il suo popolo, lo ama anco-ra di più: lo punisce, cioè, cancellando il suopeccato e facendolo "sua sposa" di nuovo e persempre. E senza neanche aspettare la sua con-versione... Chi se lo sarebbe mai immaginato

un Padre del genere??? In effetti, peccare con-tro un Dio giudice severo che alla fine di ripa-gherà di tutto quanto è terribile, ma perfetta-mente logico e accettabile per la mentalità uma-na: quello che sconvolge davvero la coscienzaè rendersi conto di tradire un Dio che continua aperdonarli, che non smette mai (mai!) di amarci...

Vi racconto ancora come l'aprile modene-se si tinga di solidarietà: Francesca e Luca , in-fatti, nell'attesa di giurarsi eterno amore davan-ti all'altare (lo faranno a settembre) hanno pen-sato bene di offrire il loro lavoro nell'allestimen-to di un campo profughi a Shijak (Durazzo) inAlbania. Per dieci giorni, insieme a tanti altrivolontari della Croce Blu da tutt' Italia, si sonoprodigati a montare tendoni (più di settanta !)e ad accogliere ed assistere profughi, e ci han-no garantito che l'impegno è stato tanto e daparte di tutti, anche perché i rifugiati hannocominciato ad arrivare e a chiedere aiuto anco-ra prima che il campo fosse pronto.

Contemporaneamente qui in città continuaad estendersi la dinastia dei Morandi: sabato17 infatti è nata Caterina, quartogenita di Ema-nuele e Luciana, i quali, giustamente orgoglio-si, dimostrano un morale che è alle stelle (vocidi corridoio dicono che se lo possono permet-tere, poiché la bimba è davvero buonissima).

Infine vorrei ricordare la morte di InesArtanidi; una anziana sorella di Nonantola, edi Adele una dolce signora che frequentava ilgruppo CFD a casa di Luisa Franchini, di cuiera molto amica, per pregare un po' insieme,visto che era sempre sola. Alla morte di Luisa,Adele, pur non essendo una consacrata nellaCFD, si offrì subito di ospitare il gruppo nellasua casa con molta gentilezza e premurosaaccoglienza.

L'inchiostro comincia a scarseggiare e lamano a fumare, perciò chiudo qui la mia cro-naca, non prima di avervi salutati tutti quantinel Signore!

Michele Goldoni

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Elia diacono. Fiesole, 28.2.99. Ecco il momento solenne in cuiElia riceve il santo Vangelo dal parte del vescovo di Fiesole mons.Luciano Giovannetti, il giorno in cui il nostro fratello ha ricevutoil sacro Ordine del Diaconato

P. SILVANO A MILANO

Sto guardando dalla finestra la Grignettaancora ammantata di neve. E ormai sera, la seradel 25 aprile, e ripenso a quanto accaduto nel-le ore precedenti, alla bella giornata trascorsatra tanti fratelli e sorelle presso il monasterobenedettino di via Bellotti, a Milano. E un luo-go molto caro al nostro padre fondatore, il qua-

le nelle due visite a Milano amava fermarsiproprio dalle Benedettine: il suo ricordo èvivissimo presso le suore, che si augurava-no di poterlo incontrare ancora una volta.Era anche la nostra speranza e avevamodeciso, per evitare ulteriori disagi al padredopo il viaggio, di fissare la sede dell'incon-tro proprio presso le Benedettine. Il padre,però, nei giorni precedenti la visita non eraal massimo e giustamente si è deciso di nonfarlo partire. Saremmo stati enormementefelici di averlo tra noi, ma siamo pienamen-te consapevoli che è necessario evitargli ognistrapazzo. Sappiamo che nel suo cuore ardeil desiderio di venire a incontrare tutti i suoifigli, ma è ormai tempo del contrario, checioè i suoi figli vadano a trovarlo. Eranomolti quelli che si sono rammaricati per ilsuo mancato arrivo, perché speravano dipoterlo incontrare di persona per la primavolta. Che dire? Organizzeremo una caro-vana per Casa San Sergio? Può essere!

Tra noi è arrivato padre Silvano. E stataper noi tutti una grande gioia. Padre Silvano,da quando è rettore del santuario della Ma-donna del Sasso, ha poche possibilità dimuoversi e perciò o si va al Sasso, e consi-glio a tutti di andarci almeno una volta (alSasso la Madonna apparve molte volte nel1484 e questo santuario è l'unico in toscanain cui la Vergine, dispensatrice di tutte le gra-zie, è apparsa), a trovarlo o si attendono oc-casioni straordinarie come questa. Il culmi-ne della giornata si è avuto nella santa Mes-sa con la consacrazione di tre giovani, le so-relle Stefania e Maria Grazia "Maia" Longari

e Gianluca Carrettiero, e il rinnovo dei voti daparte dei coniugi Annalisa e Stefano Ballestra.

(...) Almeno per la realtà della Comunitàambrosiana, è stata la prima volta che abbia-mo cantato lodi con l'accompagnamento delpianoforte magistralmente suonato dal consa-crando ing. Gianluca (solo per sottolinearel'ecletticità). Durante la S. Messa l'accompagna-mento musicale è stato merito di Luca Di Do-nato aspirante ancora per poco e abile organi-sta, con il concorso della splendida voce di Ales -

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Madonna del Sasso, 2 maggio, incontro dei genitori dei fratelli e sorelle della vita comune. Civoleva una ricorrenza così importante per riunire in via straordinaria la famosa jazz band"A.BRA.MO" (Albertazzi-Bravi-Monari), qui ripresa in uno dei suoi momenti culminanti. Il suc-cesso è stato strepitoso.

Sandra CapelliGriffini. Ma nelcorso della gior-nata si sono esibi-ti anche altri abilicoristi in fasce opoco più: è bellosentire la vocina eanche, ogni tanto,i penetranti strillidi bimbi!

Abbiamo avu-to alla gioia diavere tra noi i co-niugi Satta; il tra-pianto da Napolia Bergamo è statopesante e si avver-te nettamente ilforte bisogno chehanno di respira-re l'aria dellaCFD. Durante lapreghiera litanicaCiro ha formula-to con appassionato slancio il desiderio di riu-scire, con l'aiuto del Signore, a scalfire l'appa-rente indifferenza dei bergamaschi per offrireanche a loro i tesori spirituali della Comunità.

Sarebbe bello poter citare anche tutti gli al-tri che sono intervenuti, comprendenti profon-di conoscitori del padre, come ElviraBermareggi, Nicola Sebastio, Silvio Panzini,Giuseppe Feroldi (che è in Comunità relativa-mente da poco, ma è un attento e appassiona-to lettore degli scritti barsottiani), o cieffedinidi età più verde ma non per questo meno en-tusiasti, come Renzo Lenna, Filippo Binaghi,Fabrizio Capelli ed Eleonora Bellia. Le suoresono state di un ospitalità squisita; la reveren-da madre superiora durante la preghiera deifedeli è intervenuta ricordando il legame pro-fondo tra il padre e le Benedettine e ha formu-lato per lui l'augurio di una lunga presenza at-tiva. Augurio al quale ci associamo tutti.

Raul Radice

P. PAOLO A CASTELDELPIANO

(GROSSETO)

Padre Paolo era atteso con ansia da tuttenoi, anche perché Anna e Uliana, due nostre aspi-ranti, avevano dovuto rimandare la consacra-zione più volte, per motivi non dipendenti daloro. Avevamo allora deciso che si sarebberoconsacrate nel nostro paese, appena fosse ve-nuto fra noi un sacerdote della Comunità. Sa-bato 20 febbraio padre Paolo è arrivato aCasteldelpiano, accolto con gioia nella casa delparroco, insieme a due sorelle e un fratello diGrosseto.

Al pomeriggio, dopo le confessioni ci sonostati i colloqui personali con il nostro padre epoi la celebrazione eucaristica, che è stata anti-cipata di due ore per dare al possibilità ai no-stri ospiti di arrivare a Grosseto non troppo tar-di. E stata una celebrazione molto toccante, qua-si paradisiaca, animata dalle suore del nostro

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paese, che cantavano e suonavano come ange-li. Le parole di p. Paolo risuonavano dolcissi-me nella bella chiesa di S. Leonardo, piena diluce e di silenzi. Il male, il peccato, la tentazio-ne, oggetto dell'omelia, sembravano veramen-te non esistere affatto attorno a quella mensadove nostro Signore chiamava tutti noi, insie-me alle nostre sorelle neo-consacrate. Insiemea loro anche noi abbiamo in cuor nostro rin-novato il nostri si a Gesù, a Maria, alla Comu-nità, a tutta la Chiesa. Signore, aiutaci ad es-sere fedeli.

Clara Lesi

UN RINGRAZIAMENTO

PER LA MIA CONSACRAZIONE

La mia vocazione non è mai stata presa allaleggera. Fin da bambina sono stata educata allavita religiosa. Negli anni della mia giovinezzae nelle prove della vita, che sono state numero-se, fra queste quella particolarmente dolorosadella perdita di mio figlio, anche questa accet-tata con fede, ho trascorso una vita sempliceed operosa. In seguito ho conosciuto la Comu-nità dei figli di Dio. Fui subito colpita dai gruppiche si ritrovavano per pregare: era molto bello,era il mio sogno donarmi a Gesù, cercando diformarmi sempre più per crescere interiormen-te. Sono passati quasi tre anni dal mio ingressoin aspirantato, un lungo tempo dovuto a moti-vi di famiglia.

Finalmente è arrivato il grande giorno del-la consacrazione. Nella mia semplicità non sodescrivere quello che ho provato, sentivo il miocuore pieno di amore, assieme ad un po' di pa-ura, pensando di non essere degna del grandedono che Dio stava per farmi: Lui, l'Amore in-finito mi chiamava ad amarlo sempre più e adaccettare tutto quello che Lui vorrà che si com-pia in me. Devo ringraziare di vero cuore tuttele mie sorelle, che hanno fatto il possibile perrendere la giornata indimenticabile, le miemadrine Clara e Maria che mi hanno prepara-ta e sostenuta in tutto non potevo chiedere nulladi più.

Ecco come ho trascorso il giorno della miaconsacrazione, nel ricordo vivo di Dio, nell'im-pegno di una vita piena di opere buone e unadedizione completa a Dio.

Anna

INCONTRO DELLE COPPIE

E DELLE FAMIGLIE A GAIATO (MODENA)

Nonostante l'inizio dell'incontro fosse ve-nerdì sera alle 19.00, con la prima meditazioneper i fidanzati, io e Luca, guidati da GiovannaZacchi, marito ed il piccolo Daniele, siamo ar -

rivati a Gaiato, paesino sito nell'appenninomodenese, solamente il sabato mattina, causaimpegni di lavorativi. Ma appena scesi dall'au-tomobile, ci siamo subito resi conto del climadell'incontro: una decina di bambini, di etàcompresa tra i 3 e 8 anni sono usciti dalla por-ta principale correndo e gridando a più nonposso!

Accolti dall'infaticabile Francesca Zacchi,organizzatrice insieme al marito Francesco del-l'incontro, prendiamo possesso delle accoglien-ti camere, e ci dirigiamo in un salone dove,adulti e bambini, stavano facendo colazione.Latte, caffè, pane, marmellata ma soprattuttotanti passeggini, seggioline e bicchierini di sva-riati colori: non era sicuramente uguale alle miecolazioni quotidiane!!

Poi entriamo nel vivo dell'incontro; donGiacomo Morandi è stata la nostra guida, af-fiancato nella prima giornata, da p. Paolo e pertutto il periodo dall'insostituibile GiovanniVirone. Il tema scelto era lo studio e la medita-zione del libro di Tobia; nonostante avessi giàletto il libro di meditazione di p.Barsotti(Serafino "costringe" le coppie che prepara almatrimonio a questa lettura) sono rimasta pia-cevolmente colpita dai particolari che don Gia-como faceva notare tra le righe di questo mera-viglioso libro; l'unione tra le famiglie degli spo-si, il rispetto per i suoceri, l'attenzione e l'edu-cazione che Tobi ha dato a suo figlio Tobia, ladisperazione di Sara per la morte dei 7 mariti.

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Diciamo che difficilmente sarei riuscita a fareal mio gruppo settimanale un'introduzionebiblica migliore per il libro del mese!

Tutti eravamo attenti ed affascinati dalleparole di don Giacomo, o almeno così sembra-va; ma in un crescendo di intensità qualcuno,forse un po' stanco per la notte fuori casa, sta-va russando in sala. Un po' d'imbarazzo subi-to sdrammatizzato da don Giacomo, accortosiche il rumore proveniva da un bimbo in car-rozzina che dormiva.

In definitiva l'incontro non è stato nulla diparticolare: due meditazioni, una Messa, lodie vespri, colazione pranzo e cena, e momentoricreativo serale. Chiunque volesse raccontarei "fatti" di questi tre giorni avrebbe bisogno dipoche righe. Ma non sono quelli che hanno ca-ratterizzato l'incontro; è stato lo scambio di af-fetto e di esperienze tra le famiglie a dare lucea queste tre giornate di pioggia. Un momentomolto importante per questo scambio di espe-rienze è stata la discussione di gruppo; c'erano

coppie di sposicollaudati con cop-pie di fidanzati, fa-miglie appena for-mate con bebè edaltre con tre bam-bini (un veroesempio di amo-re), coppie di spo-si di Merano, chea fatica parlavanol'italiano, e coppietoscane, che met-tevano in grossacrisi i primi al mo-mento della tra-scrizione dei com-menti fatti... in-somma una veracondivisione. Hovissuto in questi 3giorni uno degliinsegnamenti piùi mportanti diGesù: siamo tutti

uno nel Padre.Mi sono commossa durante la Messa della

domenica mattina quando coppie di fidanzatie di sposi hanno letto le preghiere; i coniugiGretter, ormai leggendari, hanno mostrato unagrande emozione nel rinnovo delle promessematrimoniali, come se fosse stato il giorno delloro matrimonio. Sono sicura che in quel mo-mento, chi come me si sta preparando al matri-monio (ed eravamo 4 coppie di fidanzati, Li-vorno, Milano, Bologna, e Modena), si è senti-to rassicurato: l'amore coniugale, quando è vis-suto in Dio, non muore mai.

Per concludere in bellezza la relazione diquesti tre giorni, ecco una novità: Stefano edAnnalisa di Milano sono in attesa del secondofiglio.... uniamo alle congratulazioni un augu-rio: speriamo che vi faccia correre un po' menodello scatenatissimo Angelo.

Francesca Ansaloni, Modena

Tre monache ortodosse della Romania a Casa San Sergio. Un momento importante a Casa SanSergio all'inizio di maggio, quando sono venute per alcuni giorni come nostre ospiti tre mona-che ortodosse rumene. Ci hanno portato la loro esperienza, e loro sono rimaste contentissimedel padre e dell'incontro con la nostra Comunità .

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Ci ha colpito che il mondo sia così piccoloe abbiamo conosciuto tante persone diverse danoi per lingua, luogo di provenienza, situazio-ne familiare ma con gli stessi nostri problemi,quindi uguali a noi. Non conoscendo quasi nes-suno, la cordialità e la fraternità di tutti ci hafatti sentire come in una famiglia.

Ci ha colpito don Giacomo Morandi, mitee simpatico sacerdote, che racchiude una co-noscenza straordinaria della Scrittura unita allarara capacità di saperla sciorinare con imme-diatezza non comune; questo ci fa sembraretutto più bello (in relazione alla Bibbia), e tuttopiù facile da applicare al vissuto quotidiano.Ha parlato a noi coppie e ci ha fatto gustare ilgrande dono che è il sacramento del matrimo-nio: esso è il sigillo che Dio pone per volontàdell'uomo - quindi conformandosi ad una scel-ta libera che deve scaturire da un rapporto diamore - per farne poi un dono di grazia chepuò arrivare ad essere di sostegno all'amoresponsale che a volte può affievolirsi. Non ab-

biamo quindi scuse: ci siamo sposati per amo-re e Dio ci ha benedetti, Dio è con noi, chi potràessere contro di noi?

Ci ha colpito l'impegno di Giovarmi Vironeche ha scelto di trascorrere un fine settimanafuori dalla sua terra e dalla sua famiglia perdedicarsi a noi, lo abbiamo visto sempre in mo-vimento muoversi da sapiente regista dell'in-contro, coadiuvato dai coniugi Zacchi che han-no curato l'organizzazione fin dall'inizio.

Ci ha colpito la prova cui sono chiamatequelle coppie alle quali il Signore non ha con-cesso la grazia dei figli: siano i momenti di pre-ghiera, che ancora di più ci hanno uniti, unarichiesta a Dio creatore di una grazia immi-nente.

Ci ha colpito la presenza di tanti bambini,specialmente piccoli e piccolissimi che hannostravolto ogni programma, tanto che Giovanniha dovuto farsi in quattro per andare incontroalle loro necessità. La loro presenza rumorosapuò sembrare un disturbo, in realtà è propriograzie a loro che a volte ci svegliamo dalla di-

strazione.Con questo

vorremmo quindidire un grazie achi ha voluto que-sto tipo di incon-tri e invitare ognicoppia a parteci-parvi in futuro,con affetto.

Un grazieparticolare a tuttala Comunità perl'aiuto economicoalle famiglie coibambini.

Paolo, Milena

e bimbi

(gruppodi Medicina-Bo)

La TV Sat 2000 a Casa San Sergio, in un bel giorno di maggio. Ecco qui il padre che, nelgiardinetto, risponde alle domande dell'intervistatrice , ripreso dalla telecamera. Servizio dav-vero bello. Le video-cassette sono a disposizione, per chi le vuole, a Casa San Sergio.

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Un grazie di cuore agli organizzatori e airelatori dell'incontro interregionale famiglieCFD di Gaiato e ancora un grazie alle coppie par-tecipanti, specie a quelle con bambini piccoli.

Che gioia vedere al momento della S. Co-munione una "processione" di papà e mammecon in braccio i loro piccoli e ancora al momen-to dell'offertorio i "nostri" più grandicelli por-tare i doni all'altare!!! Il ricordo di questi giorninon si cancellerà dalle loro menti, perché han-no visto i loro genitori pregare insieme ad altrigenitori. Com'è bello quando i bimbi si strin-gono a papà e mamma per leggere nello stessolibro un salmo, è pure commovente osservaregli occhioni di Andrea che con il ciuccio in boc-ca si aggira per la cappella mentre si fa adora-zione. Certo durante le relazioni i bimbi stava-no con le dade a giocare e come si divertiva-no!! Giacomo e Irene, domenica pomeriggio,non volevano andare a casa; ma nei momentiimportanti i nostri bimbi erano con noi. Hoancora davanti agli occhi il sorriso di don Gia-como che in ogni momento ha saputo trasmet-terci fiducia e speranza per il nostro camminodi coppia. Commentando in modo semplice ecomprensibile il libro di Tobia ci ha detto chenel rapporto di coppia si realizza la salvezzadei coniugi ed è importante testimoniare lanostra fede. "Tocca a noi" far presente nel mon-do che nella coppia c'è Cristo (non 2 ma 3), cer-to che per arrivare a questo bisogna preparar-si; quindi la necessità ci diceva GiovanniVirone, della formazione nel fidanzamento enel matrimonio.

Pino Guarnieri venerdì sera, sottolineaval'importanza della conoscenza umana dei due,avviare, già nel fidanzamento, un dialogo fat-to di comprensione, di pazienza, di donazionecon la certezza che lo Spirito Santo è presente,ci illumina, ci è maestro.

Speriamo che si possa continuare questaesperienza per dare la possibilità a tante cop-pie, come quest'anno, di partecipare.

Dario e Alfonsina Albertazzi

FAMIGLIA VENETA

La Famiglia veneta si è riunita il 25 aprile,giorno di S. Marco evangelista, del complean-no del padre e di 2 consacrati che festeggiava-no a casa S. Sergio il 25° del loro matrimonio.

Prima della S. Messa Francesco Ostuni ciha introdotti nel tema di Dio padre, che nel Vec-chio Testamento è Padre del suo popolo. E unDio fedele, che ama di un amore eterno e chespinge il suo popolo al pentimento alla conver-sione. Durante il pranzo, vissuto in caldafraternità, alcuni aspiranti hanno avuto mododi conoscere molti consacrati e di ricevernel'amicizia. Al pomeriggio Francesco introdu-cendoci sulla figura del Padre nel Nuovo Te-stamento, ci ha mostrato un Dio che è Padre diogni persona ed un Gesù che identificandosinel Padre ci parla continuamente di Lui. Ma èdopo la resurrezione che Gesù sale al "Padremio e Padre vostro" e ci chiama "fratelli". Di-ventiamo così per adozione, mediante il batte-simo, figli di Dio. Il padre Barsotti afferma cheognuno di noi per l'intimità che stabilisce nelCristo, il Padre vede sé stesso in noi.

Con i vespri si è chiusa la bella giornatadopo un grazie a Francesco che ha saputo farciintensamente partecipare al tema dell'incontro.

Guido Bertoletti (Verona)

INCONTRO COPPIE

E FAMIGLIE A NAPOLI

Il corso di orientamento familiare per cop-pie e famiglie è stato organizzato nel mese diaprile dal nostro Assistente di Famiglia Placi-do Pucino in una magnifica villa della costierasorrentina, Villa Crawford. Tale villa era di pro-prietà dello scrittore Marion Crawford e fudonata alle suore di Maria Ausiliatrice. Dopola sistemazione nelle camere vi è stata la pre-sentazione dei partecipanti; non ci conosceva-mo tutti quindi è stato piacevole fare amiciziacon gli altri componenti della Comunità. Il no-

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Il prof. don Luca Mazzinghi a Casa San Sergio. Don Luca Mazzinghi è stato ospite a metàmaggio a Casa San Sergio. E professore di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell'Italiacentrale a Firenze e al Pontificio Istituto Biblico a Roma, ed è l'insegnante di diversi dei nostriallo Studio teologico. Meglio prenderlo per la gola....'

stro Assistente diFamiglia ci haconsegnato unacartellina con ilprogramma delcorso che com-prendeva oltre aimomenti di pre-ghiera comunita-ria, alcuni temi ri-guardanti la cop-pia, sviluppati dap. Agostino; ilrinnovo dellepromesse nuzialied infine il con-fronto dei lavoridi gruppo che ab-biamo sviluppatocon grande inte-resse e partecipa-zione. Il tutto si èsvolto con buonaanimosità nellasplendida cornicedi una villa affacciata sul mare, con l'ausilio didue belle giornate e dalla disponibilità dellesuore. Padre Agostino ci fa capire come la "Tri-nità" sia modello dell'amore di coppia, e comelo si veda nel Cristo e nella Vergine Maria . NelCristo come sposo e in Maria come modello per-fetto di Vergine Madre-Sposa. La celebrazionedel matrimonio rappresenta il legame di tutti isacramenti con il Mistero pasquale di Cristo.Nell'Eucarestia si realizza l'alleanza di Cristocon la Chiesa sua sposa, per la quale ha dato sestesso. Dunque gli sposi con il consenso a do-narsi l'uno all'altra e ricevendo 1' Eucarestia for-mano un corpo solo in Cristo. Essere sposi cri-stiani vuoi dire tenere fisso lo sguardo su Dio escoprire la sua presenza in ogni forma di amo-re; pregare come atteggiamento dell'anima nel-la ricerca di Lui in tutte le cose che facciamoper realizzarlo nella nostra vita quotidiana.Ognuno ha la sua storia, le sue esperienze, unarealtà in cammino da leggere alla luce della

fede, entro la quale esercitare molte virtù cri-stiane: quelle teologali in primo luogo, poi tut-te le altre, come la prudenza, la lealtà, alla sin-cerità, l'umiltà, la gioia, creando con l'affettoreciproco un autentico ambiente familiare (...).

Enzo e Maria

CASA SAN SERGIO

2 maggio, festa dei genitori. Per noi fratel-li e sorelle della vita comune questo è un mo-mento importante: ogni tanto chiamiamo i no-stri genitori e festeggiamo insieme il nostro rin-graziamento per la vocazione ricevuta. Que-st'anno ci siamo ritrovati tutti alla Madonna delSasso: al mattino le sorelle avevano preparatoalcune lettere, che hanno letto ad alta voce; era-no lettere che una figlia religiosa può scrivereal proprio papà e mamma. I fazzoletti hannolavorato abbondantemente. Al pomeriggio la

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Adrian Pervan. dall'Australia al Consiglio. Il nostro Adrian, in Italia nei mesi di maggio egiugno, è stato invitato al Consiglio per presentarci i gruppi australiani. Eccolo qui ripresoda vanti a Casa San Giuseppe (Bologna), con alcuni membri del Consiglio. Da sinistra inpiedi: Roberto Palandri, Francesco Ostuni, Giovanna Masala, Luciana Palandri, LelloSannino, Caterina Brandoli, Adrian Pervan, p.Serafino, Bona Betti. In basso da sinistra: suorVeronica, Antonietta Petrosino, Francesca Zaghi, Annama r ia Sighinolfi.

"Abramo jazz band" (vedi foto) ha fatto valerela propria classe con un concerto all'altezzadella migliore tradizione: Stefano alla chitarraacustica, Doroteo al basso, Silverio ai flauti,Efrem e Paolo voci. Il massimo. Un successo-ne. Ma la festa dei genitori ha avuto il suo veroapice proprio nei genitori stessi: il papà di suorElena, Lino Scalzo (indovinate da dove viene ?Da Sommatino), ha fatto la consacrazione, men-tre i genitori di Antonio, Carmine e DoraCaldarone, hanno fatto l'ingresso inaspirantato. Davvero il dono ce lo hanno fattoloro!

Capitolo salute del padre. Dopo aver an-nunciato e poi smentito le visite del padre diaprile, maggio e giugno, possiamo evitare d'orain poi di mettere il padre in calendario, e se poiin via straordinaria lui stesso si sentirà di farequalche uscita, la segnaleremo all'ultimo mo-

mento, ma nonpotrà essere piùconcordata nelnormale calenda-rio delle visite. Ilpadre ha proble-mi di deambu-lazione: camminamolto lentamen-te, col bastone, eper pochi metri,poi si deve ripo-sare. Si affaticacon niente e nonè pensabile chestia fuori per piùgiorni o che af-fronti lunghiviaggi. Questomomento dovevapur arrivare, epur nel dispiace-re che tutta la Co-munità ha di nonpoterlo più vede-re come prima,c 'è anche il rispet-

to per la sua età, e comunque rimane la consa-pevolezza di poterlo raggiungere per altre vie:o venendo a San Sergio o scrivendo, o comun-que sempre attraverso gli scritti.

In maggio è venuta la televisione a CasaSan Sergio. E stato molto simpatico: si sonomessi a filmare tutto: dalla preghiera in cap-pella al pranzo, dal giardino alla biblioteca. Ilpadre era in forma; intervistato dalla regista,ad un certo punto si è messo lui ad intervistar-la, e la cosa è andata avanti per un pezzo. Estato un servizio davvero singolare; quando sene sono andati, quelli di Sat 2000 hanno dichia-rato di non aver mai intervistato un personag-gio come il padre.

Il 13 maggio, giorno della Madonna diFatima, la cappella di San Sergio viene invasodalle sorelle dello Sri-Lanka che stanno adArgenta, più Silvia Natali, che proprio quel

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giorno fa la suaconsacrazione.Benvenuta in Co-munità Silvia! Ilritorno ad Ar-genta è con unpulmino guidatoda una suorDammika. Allasua destra p.Serafino, che saràscaricato a Bolo-gna per il Consi-glio. A propositodel Consiglio: dalmomento chedura cinque gior-ni, si era decisoche il padre sa-rebbe andato soloper gli ultimi dueo tre giorni, pervia della sua salu-te, della sua pocaresistenza, eccetera. Quanto credete che abbia resistito a Casa San Sergio, sapendo che a Bolognastava per iniziare il Consiglio? Non più di poche ore. Con la scusa che i muratori martellavanotroppo forte (stanno riparando il tetto) si è fatto portare a Bologna da Silverio poche ore dopo lapartenza di Serafino! Ebbene, questo è il padre.

Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. Nel giorno di Pentecosteabbiamo il primo pellegrinaggio ufficiale della CFD di Napoli nelle case di vita comune. Pro-gramma: primo giorno a San Sergio e dalle sorelle di Settignano, secondo giorno alla Madonnadel Sasso, terzo a San Donato in Poggio. E stato una "tre giorni" veramente piena, e il padre,nonostante qualche acciacco, ce l'ha fatta ad essere fedele a tutti gli appuntamenti con loro.Anche per noi della vita comune è stato bello averli qui. Questi scambi sono sempre fecondi didoni di grazia. C'era lo stato maggiore (Ass. Fam. Placido Pucino, la vice, la Resp. Formaz.),alcune vecchie colonne, diversi giovani virgulti. La vice Assistente è Maria Persico, quella cheuna volta a Firenze, per non fare perdere il treno che stava partendo alle sorelle anziane chearrancavano dietro, si mise sul binario davanti alla locomotrice, per fermare il convoglio. Questotanto per dire il tipo.

Giugno è tempo di esami. Gli studenti sono molto impegnati sui libri. P. Paolo, il nostrocapo-ciurma, per favorire lo studio degli esaminandi, si sobbarca tutto il lavoro della Casa. Ecosì tra chi si prepara ad essere sacerdote e chi con l'umile servizio permette agli altri di farlo, lanostra vita prosegue, portando nel cuore come sempre la sollecitudine per tutti i nostri fratellidel resto della Comunità.

I fratelli di Casa San Sergio

Palermo, prima visita di p. Bernardo. Durante la S.Messa della visita a Palermo di padreBernardo, il 14 febbraio 99, si è consacrata Nina Lo Monaco. Auguri. Nina , di una santa vitadi consacrazione .

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Nel 1925 il fisico tedesco W. Heisenberg scoprì che osservare il comportamento delle parti-celle che costituiscono l'atomo turba il comportamento stesso delle particelle, per cui non si puòconoscere l'effettiva realtà delle cose. Il cosiddetto "principio di indeterminazione" vale ancheper altri ambiti, e vorrei applicarlo alla nostra vita comune del IV ramo. E' bello ed importanteche tutti i consacrati entrino in contatto con la nostra realtà, perché lo scambio e la testimonianzareciproca ci facciano crescere tutti, però i frutti vengono maturi solo se l'approccio è ben fatto.Tanti vengono qui a farci visita, per salutare ora il padre, ora questo o quel fratello, a volte senzapreavviso, ed è bello questo, ma si può creare del disordine. Quanto più la visita è breve, tantopiù ci vengono chieste queste parole (come viviamo, cosa facciamo, come è fatta la casa...) spessoinutili per il semplice fatto che la nostra vita deve essere fatta di silenzio... e poi non siamo deisanti !

Chiediamo: serve a qualcosa la visita "di passaggio" ("visto che siamo a Firenze...") o ilsalutino ? Chi si avvicina a noi in questo modo riceve una immagine distorta della nostra vita,come notò Heisenberg studiando l'atomo: l'osservatore infatti, pur non volendolo, condizionala vita abituale e non se ne trae giovamento alcuno, né da parte sua (perché non ci vede in quelloche siamo) né da parte nostra (perché la distrazione che viviamo ci obbliga ad uno sforzo perriprendere il silenzio e la preghiera).

Che fare allora ? Non venire più a trovarci ? Niente affatto! Bisogna il più possibile che l'os-servatore non resti esterno, ma che divenga come uno di noi vivendo la nostra vita. Le nostre casesono aperte perché possiate pregare con noi e condividere le nostre giornate. Ricordo l'appari-zione fugace di una giovane consacrata che passava da Firenze per lavoro. All'ora della preghie-ra di Nona bussò ed entrò salutando con un sorriso solo chi la incrociava con lo sguardo. Dopola preghiera si fermò in cappella per poi dileguarsi in silenzio. Il resto è contorno spesso super-fluo e inutile. Se venite presso di noi siamo contenti, ma lo siamo ancora di più se vi fermate perdue o tre giorni, così che possiate vivere la nostra vita senza condizionarla e trovare il tempo pertutto: per pregare, per lavorare, per tacere, per parlare e per riposare, perché nelle nostre giorna-te c'è tutto questo e anche di più.

Il servizio più grande che il IV ramo può rendere alla Comunità è che possa vivere e viva lasua vita anche appartatamente, anche nascostamente. La nostra testimonianza del primato diDio consiste più nell'esserci che nell'apparire: sono piuttosto i consacrati nel mondo che devonoessere visibili.

Grazie dell'aiuto che ci vorrete dare affinché tutti noi possiamo vivere meglio la nostra voca-zione, a gloria di Dio e per il bene reciproco.

p.Paolo Radice

È meglio dare che ricevere (At 20,35), ma a volte c'è più umiltà nell'accettare piuttostoche nel dare. Cifu forse qualcuno che per amore fu più disposto a dare via tutto, ma nonvolle accettare niente.

S.Kierkegaard

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Un ringraziamento

Voglio esprimere il mio più vivo ringraziamento e la mia viva gratitudine per la Santa Messacelebrata a Casa San Sergio in occasione del mio 25° anniversario di matrimonio. Per me e miomarito è stato un regalo grande condividere questa esperienza con voi e con una coppia di amicicarissimi, M.Grazia, aspirante, e suo marito. Abbiamo gioito per l'omelia del padre, che ha esal-tato l'amore degli sposi. La famiglia è una autentica scuola dove si impara ad amare liberandocidagli egoismi che ci chiudono ai bisogni degli altri.... Con il suo sorriso dolce, il padre, ci haparlato della grandezza del matrimonio come sacramento, dell'importanza del dono dei figli.Grazie a tutti i fratelli e sorelle delle nostre Case per l'ospitalità e l'accoglienza. Grazie a tutti voidella vita comune per le vostre giornate scandite al ritmo della preghiera; è il vostro colloquiocol Signore che aiuta noi che siamo nel mondo a non perdere mai la speranza e la fiducia nellavita, ma a camminare sempre con gioia in questo mondo caotico e denso di preoccupazioni. Chefatica a volta non lasciarsi trascinare dall'impeto della corrente, ma continuare a sperare, adamare, a perdonare e gioire! Grazie ancora a tutti. Il Dio della pace vi conceda serenità, gioia esalute.... sempre, perché abbiamo bisogno di voi!

Giovanna Pavin (CFD di Cittadella, Padova)

Ricordiamo i nostri "isolati"!

Riceviamo questa lettera da Angela Tupputi, la nostra sorella della Comunità (è pugliese) che da tantianni vive in Germania. Pochissimi la conoscono, appunto perché vive in Germania, ma lei si sente legatissimaalla Comunità, anche se non la può frequentare negli atti comunitari. Dobbiamo ricordare di più questenostre sorelle isolate ! Una cartolina, due righe, possono essere un segno di affetto che possono dare tantaconsolazione e fare sentire loro che esse sono nel cuore della Comunità anche se geograficamente sonolontane. Per questo motivo, comunichiamo l'indirizzo di Angela in calce alla sua lettera.

Francoforte, 4.5.1999Come da accordo telefonico, invio la caparra per il pellegrinaggio a Roma in occasione del

Giubileo 2000. Sono felice di poter partecipare al Giubileo insieme ai fratelli della CFD. La Co-munità è una stella lontana che di tanto in tanto vedo brillare anche per me. Fino al nostroincontro a Roma auguro giorno belli a tutti e saluto cordialmente.

Angela TupputiIndirizzo : Angela Tupputi, Salmusterer Str. 44, 60386 Frankfurt, Germania

Un'idea... pazza

Riceviamo questa sorprendente e davvero simpatica lettera. La pubblichiamo così come è arrivata aCasa San Sergio (in inglese, noi l'abbiamo tradotta).

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Ho letto qualcosa a proposito della "Comunità dei figli di Dio", e ciò che ho letto l'ho trovatoaffascinante. Così mi è venuta una pazza idea l'altra sera: avere qui una casa come le vostre inScandinavia, in Norvegia, a Bergen!

Qui in città c'è un istituto di suore anziane, che stanno chiudendo. Hanno in proprietà alcu-ne strutture, e ho sentito dire che le affittano, o anche che le danno a comunità religiose. Perchénon la vostra ? Bergen è una bella cittadina (c'è anche l'università !), non ci sono molti cattolici,ma molte persone sono assetate di vita interiore. Io per esempio conosco tre o quattro cattoliciche stanno vivendo un periodo nel quale si interrogano se il Signore li chiami o meno alla vitamonastica, e due di loro pure hanno sentito qualcosa a riguardo della vostra comunità.

Io personalmente non ho la vocazione alla vita religiosa in senso classico (convento), masento molto la spiritualità della vita monastica; e di gente come me ce n'è tanta anche in questaparte del Nord Europa.

Bergen è ben collegata con il resto del paese, e via Copenaghen anche attraverso il resto delmondo. Ci sono traghetti per la Scozia e la Danimarca. Il clima qui è speciale: dalle nostri parti lochiamiamo, scherzando, il "verde inverno" che dura tutto l'anno. Piove spesso, ma ci si abitua. Ilvantaggio è che non nevica esageratamente in inverno. Qui da noi Bergen è un paese ricercato,perché è una delle cittadina più belle della zona quando splende il sole!

Non so se abbiate l'idea di venire anche al Nord, e non so neanche la reale disponibilità delleanziane suore... è soltanto una pazza idea che mi è venuta in testa. Che ne pensate ? Beh, non mioffenderò se anche penserete che questa idea della Comunità a Bergen sia veramente pazza!

Erna Beck, Bergen, Norvegia

Ehi, ragazzi, c'è qualcuno armato di slitta e racchette pronto ad andare verso Capo Nord ?Certo, bisogna essere un po' pazzi.... come l'idea di Erna (come sia arrivata a noi questa Erna,Dio solo lo sa). Comunque sia, chi ha voglia di un po' di fresco, può cominciare a farci unpensierino...

Essere piccoli vuole dire non attribuire affatto a noi stessi le virtù che pratichiamo, noncrederci capaci di nulla, ma riconoscere che Dio misericordioso pone il tesoro dellevirtù in mano al suo bimbo, perché questi se ne serva quando ne ha bisogno; ma iltesoro è sempre di Dio.

S. Teresa di Gesù Bambino

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Nel settembre del 1969 Virginia Giordano ebbe lafortuna di conoscere a Roma in un convegno per laicidon Divo Barsotti. L'incontro fu il seme che fece ger-mogliare la futura famiglia napoletana. I primi anni igruppi furono aggregati alla Famiglia dell 'Italia cen-trale (allora le Famiglie della Comunità erano soloquattro: Famiglia Lombardia, Piemonte e Trentino, Fa-miglia del Veneto e dell 'Emilia, Famiglia dell ' Italia cen-trale e Famiglia siciliana) e da allora si approfondì sem-pre di più la spiritualità del padre fondatore. Solo nel-l'agosto del 1974 si costituì la Famiglia napoletana evenne eletta prima Assistente di Famiglia CaterinaCalvosa.

Per i primi cinque anni la Comunità locale fu solofemminile anche se molti uomini ai ritiri venivano adascoltare la parola del padre fondatore. Si dovetteaspettare l ' anno 1976 per aver la prima consacrazionemaschile e l ' inizio del nuovo decennio perché moltiuomini entrassero in Comunità, in particolare nellazona di Marigliano ove nel 1982 si formò un gruppodi aspiranti di uomini. Tutto lasciava ben sperare peril consolidamento e la crescita della famiglia: i ritiriche il padre fondatore faceva alla Famiglia almeno duevolte all'anno, l 'approfondimento delle costituzioni, icontatti frequenti con i responsabili della formazione(Iolanda Pifferi e Bona Betti) nonché con la visitatrice(Adele Ogna), allora con funzioni di Assistente Gene-rale, erano condizioni tutte per un maggiore sviluppo.

Nel governo, del decennio 1980/90, a CaterinaCalvosa succedettero Ida lervolino, Lina Cuomo eValentina Frigerio: tre luminose figure della Famiglianapoletana. Furono anni di proficuo lavoro per farconoscere sempre di più la Comunità a Napoli e neidintorni. Molte furono le consacrazioni al punto cheal termine del decennio si contavano ben sette gruppie più di ottanta consacrazioni. Si consolidava la Co-munità anche a Marigliano e attecchiva ad Avellino ea Caserta ove fiorivano le prime vocazioni laiche. Ven-nero poi gli anni sotto la guida di Teresa Caruso cui vail merito di essersi prodigata con assiduità, amore edintelligenza per la crescita della Famiglia con la pre-ziosa e silenziosa collaborazione di Lello Sannino. Al-l ' inizio dell'anno comunitario 1997-98, quando chi scri-ve prendeva la guida del governo insieme a MariaPersico, la Famiglia napoletana contava oltre 130 con-sacrati e più di 20 aspiranti.

Oggi siamo una Famiglia di 145 consacrati deiquali 109 frequentano gli incontri con assiduità. Glialtri, vuoi per l'età, vuoi per la lontananza dai gruppi(sono 12), partecipano agli incontri saltuariamente. Dei145 consacrati che compongono la Famiglia 116 ap-partengono al primo ramo, 7 al secondo e 22 al terzo,ciò che significa che solo un quinto della famiglia vive

la propriaconsacra-zione neivoti. La Co-munità èanziana malentamenteringiovani-sce. Scar-seggianogli uomini(il rapportocon le don-ne è di unoa cinque). Igiovanisono pochi

ma il numero tende ad aumentare. Quello che dispia-ce di più è il fatto che la maggior parte delle donneconsacrate ha il coniuge al di fuori della Comunità enon si riesce a coinvolgerlo. Invero in tutta la Campaniale coppie sono solo quattordici e di esse una appartie-ne al secondo ramo. Questa in breve l'analisi della Fa-miglia ai giorni d'oggi.

Placido Pucino

Gruppi e i loro AssistentiNAPOLIS. Giuseppe Rossi Dolores SecciaS. Francesco di Paola Clemente Maria in

PaternosterS. Gennaro Costabile Maria in PersicoB. Nunzio Sulprizio Pocobelli Ragosta S.S. Francesco S. M. B. Ricca Wanda ved.

GambardellaS. P. Pio Melone M. Teresa ved. LevaS. Alfonso M. De Liguori Sasso Lina ved. CuomoS. Giuseppe Moscati De Giorgi Virginia in

MargaritaS. Patrizia Lenti Elena in MennaB. Vergine del S. Rosario di Pompei Consonni Carla

ved. VittoneMARIGLIANOS. Paolino da NolaARZANOS. Rosa da LimaIncarichiAssistente di Famiglia : Placido PucinoVice-Assistente di Famiglia: Costabile Maria PersicoPiccolo Consiglio: Pucino Placido, CostabileM.Persico, Schiavo Marisa in Ingala, Sannino Raffae-le, Annigello Teresa in Caruso, Luiso Antonio,Palladino Agostino.

Pentella Antonio

De Rosa Leonarda

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LETTURA BIBLICA DEL MESENel mese di luglio si leggono i Libri di Esdra e Neemia.

Nel mese di agosto si legge il Vangelo di Luca.

ESERCIZI SPIRITUALI- Montecalvo Irpino, 7-11luglio. Organizza Salvatore Esposito, via Cariteo 59, 80125 Napoli, tel081.629025- Muzzano Biella, 18 - 23luglio. Organizza: Iolanda Sannino, via Monte Bo 19, 13878 Biella Vaglio,tel 015.561594. Esercizi più un giorno di fraternità. Per chi arriva in treno : alla stazione di Biellaautobus per Graglia Donato o Graglia santuario. Scendere a Muzzano e raggiungere a piedi (50 m.)l'Istituto don Bosco. In macchina : dall'autostrada Milano-Torino uscire ai caselli Carisio (lato Mila-no) Santhià (lato Torino). Raggiunta Biella, seguire l'indicazione : Santuario di Graglia. Al cartelloindicatore di Muzzano 50 metri a sinistra ingresso dell'Istituto.

- Donigala Oristano, 22 -27luglio. Organizza: Cristina Pitzalis, via Brunelleschi 27, tel 0783.301474.Esercizi più un giorno di fraternità.- Piazza Armerina (EN), 25 -29agosto. Organizza :Antonio Cigna, via Santo Spirito 26, 93100Caltanissetta ; tel 0934.25530. La Casa degli esercizi é: Seminario estivo, contrada Gebbia, PiazzaArmerina, tel 0935.682894. In macchina da Palermo o Catania: sull' autostrada PA-CT uscire a Muli-

nello (da Catania: prima di Enna; da Palermo: dopo Enna) e raggiungere Piazza Armerina. Seguirequindi le indicazioni per "Mosaici" fino al bivio "Hotel Battiato". Proseguire per circa 3 km seguendole indicazioni "Seminario estivo, Montagna Gebbia". Il Seminario si trova dopo l'Istituto Salesiano.

- Lecceto (FI) 1 -5settembreOrganizza : Casa San Sergio, tel 055.697778

PELLEGRINAGGIONei luoghi di San Benedetto (vedi Notiziario scorso). Dal 22 al 28 agosto. Organizzano Paolo e Gio-vanna Andalò, via Santa Croce 14, 40122 Bologna, tel 051.473038.

INCONTRO II - III RAMO.A Lecceto nei giorni 29 ottobre - 1 novembre. Prenotarsi a Casa San Sergio, tel 055.697778.

INCONTRO DEI SACERDOTIDal 18 al 21 agosto si terrà l'incontro dei sacerdoti diocesani della Comunità a Firenze. Chiediamo atutta la Comunità in quei giorni di pregare per i nostri sacerdoti riuniti in preghiera con il padre.

INCONTRO DI PREGHIERA PER GIOVANIAd Assisi dall' 1 al 5 agosto. Informazioni e prenotazioni presso Casa San Sergio. Portarsi un paio discarpe comode per camminare. Il vestiario non sia da spiaggia o da mare. Chi sa suonare porti stru-menti e musiche.CAMBIO BREVIARIODomenica 1 agosto, chi ha i quattro volumi della Liturgia delle Ore, dovrà cambiare breviario. Siprende il volume IV, diciottesima settimana del Tempo Ordinario.

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Assistente generalenegli anni 1980 - 1986

nato: 20 giugno 1921consacrato: 27 maggio 1979morto: 3 maggio 1999

MARIO BRESCHIdi Siracusa

Nella foto: il padre e i due Assi-stenti generali del tempo (anno 1980):Rachele Bocchiola e Mario Breschi

Mario Breschi conobbe la Comunità e fece la consacrazione nel 1979. Dopo appena un anno dalla consacra-zione fu nominato primo Assistente Generale degli uomini; rimase in questa sua responsabilità per sei anni.Con lui la Comunità acquistò un suo volto definitivo; non era più, come ai primissimi tempi, una famigliacomposta solo di donne, ma era divenuta una famiglia che accoglieva uomini e donne, umili persone del popo-lo e persone che avevano un peso nella vita culturale e sociale. Mario Breschi si era trasferito a Siracusa perchéfatto direttore di banca; conquistò quasi immediatamente la stima e l'ammirazione di coloro che ebbero lapossibilità di conoscerlo fin dall'inizio.

Era un cristiano vero, un uomo di assoluta rettitudine e di una fede ferma e profonda. Quando, dopo pochimesi dalla sua consacrazione, lo elessi come primo Assistente Generale, egli accolse la mia decisione, e fino dalprimo momento si mise a disposizione per la Comunità, lavorando soprattutto per la formulazione dello Statu-to della CFD. Sono stati necessari da allora vari emendamenti, a motivo della crescita allora impensabile dellaComunità, ma in realtà la stesura di tutta la seconda parte dello Statuto, che riguarda il governo, è opera sua. Miricordo con quale impegno aveva studiato e lavorato per il compimento dello Statuto.... ore e ore al tavolo perscegliere i termini esatti e per darci già una prima stesura che codificava l 'esperienza degli anni in cui laComunità si era formata.

Nel lavorare per lo Statuto, non ha mai voluto prendere il posto del sacerdote. Sentiva troppo la grandezzadel sacerdozio e si guardava bene dall' intervenire in problemi di vita spirituale; era perciò a servizio umile,discreto ma pieno di amore per il compito che gli era stato affidato. Soprattutto l ' ho ammirato e amato per lasua obbedienza, per il grandissimo rispetto che aveva della mia funzione, per quel legame che in poco tempo siera stretto tra noi, così da farmi sentire di essere quasi un membro della sua famiglia. Mi sono sentito veramentein famiglia quando a Siracusa ero ospite nella sua casa; ma più che ospite: come un membro particolarmente

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amato, non solo da lui, ma per l 'amore che il aveva Egli padre, anche dai figli - soprattutto coloro che vivevanoin casa: Maurizio, Barbara e Marco. Fedelissima, impegnata nella carità verso i sofferenti, Bianca è stata davve-ro la sua sposa ideale, partecipando in tutto alla sua vita, vivendo e lavorando come lui nella Comunità.

Quante volte ho fatto con lui in macchina il viaggio da Siracusa a Firenze! Era una gioia per me, e lo eraanche per lui. Rispettosissimo di ogni mia decisione, anche se qualche volta sofferta, nulla mai ha incrinato lafedeltà che gli aveva promesso al Signore nel consacrarsi nella Comunità.

E' vero che non scriveva che assai raramente, eppure non posso non sentire la sua mancanza; sapevo chepotevo fidarmi di lui, sapevo che egli sarebbe stato sempre di grande aiuto per me. Non mi ha chiesto mai nulla,ma mi ha dato tutto quello che egli poteva. Ora che è nella luce di Dio, credo e sento di avere in lui uno che miaiuta e mi attende.

il padre

Per noi Mario rappresentava e rappresenterà un grande esempio di verità, semplicità e di timore di Dio. Loscorgevi negli incontri della Comunità sempre in prima fila, raccolto in silenzio e attento alla voce, nel cuore delpadre. Era un riferimento, un' istituzione. I suoi interventi erano sempre risolutori, univoci, chiari e semplici.Amava sottolineare ad esempio, l ' importanza dell"'amen' alla fine del Padre Nostro.

Prima dell'operazione al cuore ha riunito i componenti del suo gruppo per abbracciarli e salutarli, potevaessere l'ultima volta - diceva... Noi l'abbiamo, in questo momento particolare, assistito con la preghiera e imembri del gruppo lo hanno raccomandato a Dio con intenzioni particolari nella Messa; sembrava tutto supe-rato, era tornato a casa, ma non è stato così: il Padre lo aspettava, e Mario ci ha preceduto. Dal Signore è statoesaudito riguardo le modalità della sua dipartita, è avvenuta ad un tratto, senza lungaggine, così come luidesiderava.

Mi ricordo quando mi diede la sua macchina col bagagliaio pieno zeppo di alimenti, in particolare pescesalato ed essiccato, molto costoso, per portarli a delle suore di Noto, opera che lui e Bianca sempre facevanomensilmente. Amavano quelle suore e le curavano devotamente: vero esempio di povertà nello spirito. Ora nonlo vedremo più ma vi assicuro che è con noi più di prima perché ora può donarsi e comunicarsi nella pienezzadell'Amore che è Dio.

Massimo Bramante

La Comunità ha perso, con la morte di Mario Breschi, una limpida figura di uomo e di autentico cristiano.Così l'ha definito il padre quando lo scelse come primo Assistente Generale uomini della Comunità, tanto fucolpito, quando lo conobbe a Siracusa con la sua famiglia. Non ci sono parole per definirlo meglio, ed io che conlui fui vicina per servizio alla Comunità come Assistente Generale donne per sei anni, lo posso confermare. Sì,un autentico cristiano fu Mario, per la sua grande fede, semplicità, saggezza e generosità. Non è facile per merievocare la sua figura, senza commozione per la dipartita improvvisa; ancora mi riecheggiano le sue ultimeparole prima dell ' intervento al cuore: mi disse "Sono sereno e tranquillo" la sua voce calma, pacata esprimevai suoi sentimenti che definii abbandono fiducioso nelle mani del Signore.

Alla triste notizia della sua morte, feci una breve carrellata dei momenti trascorsi con lui in Comunità eposso affermare che alla Comunità ha dato tanto, tanto, con il suo silenzio, con la sola sua presenza, con i suoiconsigli. Fu un uomo di una saggezza straordinaria, di una totale disponibilità, sempre presente ai Consigli,agli Esercizi, là dove si richiedeva la sua presenza. Quanti viaggi in macchina, sgranando il rosario, da Siracusaa Settignano ! E lo rivedo ancora arrivare a casa San Sergio con il carico di agrumi e di ortaggi dalla sua Sicilia.Piccoli gesti, ma carichi di profondo significato.

Aveva per il padre una devozione profonda, lo amava veramente e mi ricordo che quando il padre passòle consegne di "Superiore Generale" a p. Serafino, subito mi telefonò per sapere se ciò si svolse in perfettoaccordo: temeva qualche contrasto! Questo per dire quanto era devoto al padre e alla Comunità.

Lascia grande rimpianto nei gruppi di Siracusa che sempre frequentava con impegno e serietà. Era perCiro un fratello, un amico, un consigliere, mi disse Lucia di Falco al telefono. E lo dico pure io, accettandosempre la volontà di Dio che tutto predispone a nostro maggior bene.

Rachele Bocchiola

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"... ma liberaci dal male."

Il Padre nostro è riferito da Luca (XI, 2-4) eda Matteo (VI, 9-13), ma fra le due redazionic'è qualche differenza: quella di Luca è più bre-ve; infatti in essa mancano due invocazioni: laprima sopra riportata e la terza: "sia fatta la tuavolontà come in cielo così in terra". Quelle diMatteo sono glosse, aggiunte semitiche, propriedel giudaismo.

Prima di tutto bisogna precisare il signifi-cato del termine "male" e quello che significaper ognuno di noi. E da notare che il "Padrenostro" inizia con l'invocazione: "Padre (= Dio)e termina con la parola "male", cioè Maligno,come suona nel testo greco. Noi siamo tuttischiavi del male, perciò la prima cosa che s'im-pone come condizione dalla vera preghiera èla liberazione da questa schiavitù. Scrive sanGiovanni che tutto il mondo è sotto il dominiodel diavolo. Prima di tutto, dunque, noi chie-diamo di essere liberati dal peccato per tornarea vivere un rapporto d'intimità con il Signoremediante la sua grazia. Ma il male ha un'acce-zione più vasta; indicando l'effetto della schia-vitù, possiamo distinguere: il male morale, cioèla separazione, l'opposizione a Dio con la no-stra volontà; il male fisico, cioè il dolore; il malemetafisico, ossia la nostra condizione di creatu-re con tutti i limiti che tale stato comporta. In-fatti è male anche la malattia, la morte, il sen-tirsi impenetrabili gli uni agli altri, la brevitàdella vita ecc. A noi non è possibile eliminare ilimiti della nostra condizione metafisica, madobbiamo riconoscerli, accettarli, offrirli, valo-rizzarli e con la grazia di Dio, uniti a Lui, supe-rare i confini stessi della natura umanaegoistica, chiusa in se stessa, impenetrabile aglialtri. Questo vuoi dire dominare la natura, nonessere schiavi delle sue leggi. Dio solo è liberodal male, non solo da quello prodotto dal pec-cato, dal male fisico, ma anche da quellometafisico. Una volta liberati dal male morale,allora possiamo ottenere anche la liberazionedal male fisico. Certi santi, sostenuti dalla gra-zia divina, sono vissuti per lungo tempo senza

mangiare, nutrendosi dolo della SS.maEucarestia. Altri hanno potuto fare a meno didormire ed altri, come san Pietro d'Alcantara,stare tutta la notte sotto la neve, dormendo tran-quillamente.

Questi sono esempi al limite; noi dobbia-mo rimanere nella condizione in cui Dio ci haposti, badando però a non abusare di quelloche il Signore ci dona. E chiaro che dobbiamonutrirci per vivere, ma il cibo non deve suscita-re la golosità, né il riposo la pigrizia, né il vesti-re la provocazione o l'ambizione ma solo il di-fendere il pudore e la riservatezza. Nel santo ilmangiare, il dormire sono pesi, dei limiti, delleumiliazioni alla sua umanità in quanto da re lorendono un essere di natura. La liberazione daquesta schiavitù avviene quando la volontàdell'uomo coincide con quella di Dio; allora daun mondo divenuto vecchio entra in una nuo-va creazione. Già ora nello spirito possiamovivere questa meravigliosa realtà che ci atten-de quando con la morte raggiungeremo la li-berazione totale e definitiva da ogni limite, daogni male, una nuova giovinezza del mondo,una nuova creazione dell'uomo come si leggenell'Apocalisse: "La città non ha bisogno dellaluce del sole, né della luce della luna perché lagloria di Dio la illumina e la sua lampada èl'Agnello." (21,23 e 4)

"....e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male." (Mt 6,13)

Il tema della tentazione è molto presente sianell'Antico sia nel Nuovo Testamento. Adamofu tentato nell'Eden, sia pure indirettamente; ecosì pure Abramo che, accettando di sacrifica-re il figlio, divenne il padre della fede. Moltosignificativa è la tentazione subita da Giobbe.In questo episodio risulta chiaramente che nonè Dio che tenta al male - Dio, bontà infinita,non può indurci a commettere il male - ma Diolo permette per provarci, purificarci, per accre-scere la nostra fede. E Satana il gran seduttore!Scrive san Giacomo: "Resistete al diavolo, edegli fuggirà da voi." (4,7) "Beato l'uomo chesopporta la tentazione, perché una volta supe-rata la prova riceverà la corona della vita che il

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Signore ha promesso a quelli che lo amano."(1,12).

Le due invocazioni di questa parte del "Pa-dre nostro" costituiscono una sola preghiera,legata tra loro dal "ma" centrale. Spiegasant'Agostino: "Liberandoci dal male, Dio nonci fa cadere in tentazione e non facendoci cade-re in tentazione ci libera dal male".

Si legge nel libro di Giobbe: "Di disse a Sa-tana: Ecco, quanto Giobbe possiede è in tuopotere, ma non stendere la mano su di lui. Epoi una seconda volta Dio dice a Satana: Eccolo(Giobbe) nelle tue mani! Soltanto risparmia asua vita". (1,12 2,6) La tentazione è, dunque,permessa da Dio ed ha un limite. Anche Gesùè stato tentato durante la sua penitenza nel de-serto. Molto significative mi sembrano infinele parole che Gesù rivolge a Pietro durante l'ul-tima cena, prima del rinnegamento: "Simone,Simone, ecco Satana vi ha cercato per vagliarvicome il grano; ma io ho pregato per te, che nonvenga meno la tua fede; e tu, una voltaravveduto, conferma i tuoi fratelli". (Lc 22, 31-32) Esse possono essere una guida per noi checi sentiamo sicuri, mentre dobbiamo sempreimplorare l'aiuto divino perché la tentazionepuò sempre coglierci di sorpresa. Infatti, chie-dere al Signore di non indurci in tentazionevuoi dire: dacci la grazia per riconoscere e su-perare la tentazione, cioè, fa che non siamo vin-ti. Noi non sappiamo quali tentazioni ci minac-ciano maggiormente né quale grazia ricevere-mo dal Signore per vincerle; certamente sare-mo provati con esse e, se saremo vittoriosi, lanostra fede diventerà più profonda e più forte.Le tentazioni possono essere di vario genere:impazienza, stanchezza, noia, ribellione, unamalattia, un insuccesso, difficoltà, ostilità ecc.Il Signore conosce la nostra debolezza e noi gliraccomandiamo di non sottoporci a prove su-

periori alle nostre forze, ma di aiutarci a tra-sformare la tentazione in un mezzo disantificazione. Però, la liberazione da noi otte-nuta è sempre in pericolo, perché non è maidefinitiva e può sempre essere compromessa.Dio permette questo per renderci più santi enon scandalizziamoci se, anzi, le tentazioniaumentano con il nostro procedere verso lasantità.

La morte non si vince evitandola, ma oltre-passandola. Così commentano i Padri dellaChiesa: "La preghiera del "Padre nostro" è oc-casione per ricordarci della nostra fragilità edeve generare in noi la virtù dell'umiltà che solasi apre alla fiducia: nulla, infatti, avviene senzail consenso dell'Altissimo". Origene spiega cheè impossibile non essere tentati. Ciò che chie-diamo è di non soccombere alla tentazione.

Agostino fa distinzione fra tentazione eprova: "Il Signore vostro Dio vi mette alla pro-va per sapere se lo amate". (Dt 13,4) Non chelui non sappia se lo amiamo: serve a noi saperese lo amiamo e le prove ne danno l'occasione.Le difficoltà temprano la vita e favoriscono lapiena conoscenza di se stessi, aiutandoci a guar-dare con comprensione le qualità e i limiti checontraddistinguono la nostra personale uma-nità. "Umiliatevi sotto la potente mano di Dio,perché vi esalti al tempo opportuno, gettandoin lui ogni vostra preoccupazione perché egliha cura di voi. Siate temperanti, vigilate. Il vo-stro nemico, il diavolo, come leone ruggenteva in giro, cercando chi divorare. Resisteteglisaldi nella fede, sapendo che i vostri fratellisparsi per il mondo subiscono le stesse soffe-renze di voi" (1 Pt 5,6-9)

(a cura di Iolanda Pifferi)

Ilpoter fare a meno delle cose dà all'uomo più potenza che possederleEnrico Suso

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CICOGNA IN VOLO. Da Rovereto (Trento) ci giunge la bella notizia che Helga Ferrari è inattesa del secondogenito. Idem a Milano i nostri sposi Stefano e Annalisa Ballestra. Alleluia!

FIORI D'ARANCIO. Il 6 giugno a Milano si è sposata la nostra Eleonora Bellia, consacrata dapoco e figlia di Maddalena. Lo sposo si chiama Andrea. Il 5 giugno a Caltanissetta sono andatiall'altare Rosa Sfalanga e Michele Mosca, entrambi consacrati. Dall'altra parte della Sicilia, a Floridia(Siracusa), il 17 giugno si è sposata Rosi Gallo con un giovane di nome Salvatore. Rosi fu parteci-pe anni addietro dei primi incontri giovani; attualmente è la Responsabile degli aspiranti dellaFam. Sicilia Orientale. Il 30 luglio, infine, si sposano a Caltanissetta Maria Catena Mosca e Giusep-pe Meli. A tutti, i migliori auguri di santità nel matrimonio.

BIMBI ARRIVATI. A Milano è nato Niccolò Lassini, il figlio primogenito di Ilde Kantzas, laquale era prima della Comunità di Firenze, poi si è trasferita a Milano. A Firenze é giunto FilippoBraccini, terzogenito della nostra Antonella Lotti Braccini. Ad Arzano (Napoli) è nata FrancescaFormisano, figlia primogenita di Pina Gesso Formisano, che risiede (è infermiera) in Val Gardanacol marito, pure napoletano. Welcome!

IN NOME DI ELIA. Keziba è una dolce e laboriosa donna della tribolata zona balcanica,rifugiata con la famiglia nella zona di Firenze. Conosciuta da alcuni dei nostri fratelli e sorelledelle Case di vita comune, ultimanente ha prestato dei piccoli servizi presso le nostre case, rice-vendo qualche ricompensa come aiuto di carità. Di religione musulmana, da poche settimane hamesso al mondo un figliolo, al quale ha voluto dare il nome di Elia, in riconoscenza al benericevuto dai nostri fratelli, e in particolare dal nostro Elia. Un bel segno di fratellanza e di reci-proca stima e affetto!

SAT 2000 A CASA SAN SERGIO. Martedì 11 maggio una troup televisiva di Sat 2000 èvenuta a Casa San Sergio per un servizio sulla Comunità e sul padre. Hanno ripreso un po' tutti:dal padre a Serafino,da Stefano a Silverio, dalle sorelle alle Beatitudini alla coppia Paccagnella -Russo. Il massimo lo hanno raggiunto quando sono andati in cucina a intervistare Doroteo chestava preparando la frittata con cipolle per la cena! La trasmissione è andata poi in onda il 14maggio. Abbiamo la videocassetta, veramente bella. E' un documento sulla nostra vita. Chi lovuole lo richieda a Casa San Sergio.

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DEDUCIBILITÀ DELLE OFFERTEQualcuno ha chiesto se le offerte che si fanno alla Comunità sono deducibili dalle tasse. Abbiamo passato ladomanda al nostro Placido Pucino, commercialista e membro dell'Economato della Comunità, il quale cosìrisponde : "Riguardo alla deducibilità delle erogazioni liberali, dato il carattere della nostra Comunità, comuni-co che : 1) Soltanto i soggetti benefattori che svolgono una attività di impresa (società di persone o di capitali,imprese individuali, rappresentanti...) possono dedurre dai propri redditi le erogazioni in parola e comunque inmisura non superiore al 2% sul reddito d'impresa dichiarato. 2) Le persone fisiche titolari di altri redditi (dilavoro dipendente, di pensione, di capitali o diversi) non possono dedurre dal loro reddito in "modello unico"le liberalità che elargiscono alla Comunità".

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Ascolta o figlio 20.000 Benché sia notte 8.000Itinerario dell'anima a Dio 13.000 Nel cuore di Dio 22.000Nello Spirito Santo 19.000 Relazione del pellegrino 8.000La fede nell'amore 20.000 Introduzione al cantico dei cantici 8.000Pensieri per ogni giorno 11.000 II lavoro del cristiano 8.000Trinità vissuta (Russo-Rocca) 14.000 Mistero cristiano e parola di Dio 22.000Poesie. Oltre la parola 13.000 La donna nel Vangelo 8.000Verso la visione 16.500 Cento pensieri sull'amore 8.000La legge e l'amore 17.500 Nella comunione dei santi 11.000Iniziazione biblica 8.000 Cerco Dio solo (Tognetti-Russo-Guarnieri) 18.500Cento pensieri sulla conoscenza di Dio 8.000Cento pensieri sull'unità del Cristo 8.000 Monaci (Righetto) 18.500

Diario giapponese 8.000 Incantesimo della visione (Furlanetto) 11.000

L'acqua e la pietra 8.000 Alla vigilia dell'evento cristiano 8.500Chiedere Dio a Dio 8.000 La parola e Io Spirito 8.500La presenza donata 14.500 Le lodi di Dio altissimo 8.500Miracolo della vita 8.000 Fede speranza carità nella vita cristiana 8.500La parola è silenzio 8.000 Dio è misericordia . 10.500

N.B. In grassetto í libri editi dalla Fondazione Divo Barsotti. Sui prezzi indicati è stato già praticato il 30% di sconto.

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