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POR PUGLIA 2000-2006 – MISURA 1.6
”AMPLIAMENTO DEL CATASTO DELLE GROTTE E DELLE AREE CARSICHE”
CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI
CHIROTTERI NELLE GROTTE PUGLIESI E VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI E GRADO
DI VULNERABILITA’
RELAZIONE FINALE A cura del Dipartimento di ZOOLOGIA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI
CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI
CHIROTTERI NELLE GROTTE PUGLIESI
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PREMESSA
La presente relazione rappresenta il prodotto finale previsto dalla convenzione tra la
federazione Speleologica Pugliese e il Dipartimento di Zoologia dell’Università degli
studi di Bari, avente la finalità di censire le popolazioni di Chirotteri esistenti nelle
grotte pugliesi e valutarne le condizioni e la vulnerabilità, nell’ambito del progetto
“Ampliamento del catasto delle grotte e delle aree carsiche” (POR Puglia 2000-2006
– Misura 1.6).
In particolare, la convezione richiedeva al Dipartimento di Zoologia di censire le
popolazioni di Chirotteri di 80 cavità del territorio regionale selezionate dalla
Federazione Speleologica Pugliese tra quelle inserite nel Catasto Regionale, sulla
base di qualche evidenza di presenza di pipistrelli, utilizzando moderne tecniche
poco invasive.
Nel presente documento si riportano i risultati dell’indagine, insieme ad alcune
elaborazioni e considerazioni generali sulla consistenza delle popolazioni e sulle
misure per la loro conservazione.
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CHIROTTERI NELLE GROTTE PUGLIESI
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METODOLOGIA D’INDAGINE
Fase 1: raccolta di evidenze pregresse
Nella fase iniziale del progetto si sono raccolte le evidenze di presenza di Chirotteri
all’interno di cavità pugliesi utilizzando diverse fonti di dati, come segue:
1. Informazioni bibliografiche
2. Informazioni da collezioni museali
3. Informazioni pregresse del gruppo di lavoro del Museo del Dipartimento di
Zoologia dell’Università di Bari
4. Informazioni provenienti dalle associazioni speleologiche operanti sul territorio
pugliese, coinvolte nel progetto di ampliamento del Catasto regionale.
1. Informazioni bibliografiche
La bibliografia sui Chirotteri pugliesi è alquanto lacunosa. Si tratta per lo più di
contributi derivanti da esplorazioni episodiche, quindi non sistematiche, in cui gli
studiosi si limitavano a esplorare un’area e raccogliere alcuni esemplari da
classificare, senza valutare la consistenza, la struttura di popolazione e il ciclo
biologico degli animali. Tale base di dati è comunque risultata di una certa utilità
per redigere una check-list preliminare delle specie e delle cavità popolate. Le
principali pubblicazioni consultate sono riportate nella sezione “Bibliografia” del
presente documento.
2. Informazioni da collezioni museali
Esemplari di Chirotteri pugliesi sono presenti in diverse collezioni italiane. Le
principali prospettate sono state le seguenti:
Museo Civico di Storia Naturale Venezia
Museo di Storia Naturale dell’Università Firenze
Museo Zoologico dell’Università degli studi “Federico II” di Napoli
Museo del Dipartimento di Zoologia dell’Università degli studi di Bari
Museo Provinciale di Storia naturale di Foggia
3. Informazioni pregresse del gruppo di lavoro del Museo del Dipartimento di
Zoologia
Presso il Dipartimento di Zoologia opera da circa 10 anni un gruppo di lavoro che
si occupa di chirotterofauna, regolarmente autorizzato dal Ministero dell’Ambiente
per effettuare catture a scopo scientifico in deroga alle disposizioni vigenti. Nel
corso delle attività il gruppo ha raccolto numerosi dati sulla presenza di Chirotteri
in Puglia, che indicano l’esistenza di almeno 130 cavità naturali e artificiali
frequentate da pipistrelli. Tali dati sono stati utilizzati per la realizzazione della
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check-list preliminare e l’individuazione delle cavità censite dal Catasto sui cui
approfondire le ricerche nell’ambito del presente progetto.
4. Informazioni provenienti dalle associazioni speleologiche operanti sul territorio
pugliese, coinvolte nel progetto di ampliamento del Catasto regionale.
Le conoscenze faunistiche sulle cavità da parte dei gruppi operanti in ambito
locale sono estremamente importanti, perché consentono di svolgere ricerche
mirate sulle cavità senza ulteriore dispersione di forze. Allo scopo di favorire la
collaborazione dei gruppi è stata ideata una scheda illustrata che permettesse
con una certa facilità di individuare il genere e/o la specie dei Chirotteri di cui si è
rilevata la presenza in grotta (Fig.1).
I dati raccolti hanno consentito di definire una check-list delle specie pugliesi e delle
cavità in cui si è riscontrata la loro presenza, in modo da procedere con le
prospezioni relative all’abbondanza e alla valutazione di alcuni parametri ecologici e
conservazionistici.
Fase 2: Valutazione di parametri popolazionistici e conservazionistici in cavità
selezionate. I dati raccolti nella Fase 1 hanno consentito di individuare, di concerto con la
Federazione Speleologica Pugliese, 80 cavità in cui concentrare le ricerche. Tali
ricerche si sono articolate in tre attività:
1. Identificazione delle specie
2. Stima della composizione e abbondanza delle colonie
3. Stima di parametri ecologici e conservazionistici
1. Identificazione delle specie
L’identificazione a vista delle specie il più delle volte è problematica, per cui si è
proceduto alla cattura temporanea attraverso l'utilizzo di retini telescopici e di mist-
net posizionate all'ingresso delle cavità. Gli animali sono stati liberati subito dopo la
raccolta dei dati. In alcuni casi, laddove si era sicuri della presenza di determinate
specie da altre evidenze, si è evitata la cattura utilizzando un bat-detector per il
riconoscimento delle emissioni sonore.
Su ogni esemplare catturato si sono raccolti i seguenti parametri: lunghezza totale
(testa-coda) (LT), lunghezza avambraccio (LA), lunghezza terzo e quinto dito (LD3 e
LD5), lunghezza primo dito (pollice) (LD1), lunghezza unghia primo dito (LU),
lunghezza ala (LA), lunghezza coda (LC), lunghezza piede (LP), lunghezza orecchio
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(LO), lunghezza trago (LR) e peso (g). Si è determinato, inoltre, il sesso e si è
stimata l’età tramite l’osservazione in controluce del grado di chiusura delle cartilagini
epifisarie alla giuntura metacarpale-falange del IV dito (Stebbings, 1988; Kunz,
1988). La tecnica permette di valutare se un individuo è allo stato giovanile,
subadulto o adulto. Altre fonti di evidenza sono state i resti degli animali in grotta, in
particolare la presenza di guano (che si è valutata quantitativamente utilizzando i
termini: nulla, tracce, poco, molto) e i crani. Sui crani si sono prese le seguenti
misure: lunghezza totale (SL), lunghezza condilobasale (CBL), lunghezza
occipitonasale (ONL), larghezza anteriore del rostro (C'-C1), larghezza zigomatica
(ZW), larghezza interorbitale (IOW), altezza det cranio (SH), lunghezza file dentaria
superiore (C'-M3), lunghezza mandibola (ML), altezza processo coronoideo (PCH),
lunghezza fila dentaria inferiore (Ci-Ma).
Per l'identificazione delle specie si sono utilizzate le chiavi analitiche di Lanza (1959)
e Schober & Grimmberger (1997). Per i materiali attribuibili alle specie criptiche
Myotis myotis e M. blythii si è proceduto a una diagnosi specifica su base biometrica,
secondo quanto indicato da Ariettaz (1995) e Arlettaz et al. (1997).
Quale indicazione indiretta della presenza di Chirotteri si è utilizzata anche la
presenza dei loro escrementi, il guano, che si è riportata quantitativamente
utilizzando le categorie M = molto, N = assente, P = poco, T = tracce.
2. Stima della composizione e abbondanza delle colonie.
La definizione della consistenza delle specie presenti pone diversi problemi
metodologici a causa della difficoltà di accesso ai siti di riposo/nursery, della difficile
separazione delle specie senza cattura dei singoli animali e del grado di
aggregazione mostrato dagli stessi. Nei siti di riposo di facile accesso e in presenza
di colonie di modesta entità si è proceduto al conteggio diretto, mentre nei siti di
difficile accesso e/o in presenza di colonie cospicue si sono utilizzati vari metodi:
1. Raggruppamenti monospecifici: ripresa filmata con telecamera a infrarossi dei
singoli cluster di individui e successiva stima del numero di animali.
2. Raggruppamenti plurispecifici; stima diretta del numero totale di animali
presenti e successiva estrapolazione dell'abbondanza delle singole specie
rilevate attraverso le frequenza di cattura.
Per comodità di classificazione le stime di abbondanza sono state ripartite nelle
seguenti classi: A: meno di 10 individui; B: tra 10 e 20 individui; C: tra 21 e 50
individui; D: tra 51 e 100 individui; E: più di 100 individui.
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3. Stima di parametri ecologici e conservazionistici
Per ogni cavità si è stimato, laddove possibile, il periodo di occupazione e il suo
utilizzo in rapporto al ciclo biologico. Una cavità può essere usata dai Chirotteri per
tre motivi fondamentali, ossia l’ibernazione, la riproduzione e il riposo diurno, per cui i
posatoi o roosts possono essere suddivisi in 1) roost invernale, utilizzato nei mesi più
freddi (novembre-febbraio); 2) roost riproduttivo, utilizzato in epoca riproduttiva dalle
femmine (marzo-maggio) e 3) roost estivo, per il riposo diurno da giugno a ottobre.
Tali valutazioni non sono sempre state possibili perché avrebbero richiesto visite
ripetute a ciascuna cavità; inoltre, è preferibile non penetrare nelle cavità in periodo
d’ibernazione o riproduzione: nel primo caso si sarebbe rischiato di risvegliare
bruscamente gli animali e farli fuggire, con consumo d’energia non rimpiazzabile a
causa della carenza invernale d’insetti, nel secondo si sarebbe provocata la fuga
delle madri con abbandono o caduta dei piccoli. Alcune cavità a cielo aperto, come
doline e puli, possono ospitare una ricca entomofauna e costituire importanti aree
trofiche per i Chirotteri. In conclusione, l’utilizzo è stato schematizzato secondo le
quattro categorie: E = rifugio estivo, I = rifugio invernale, R = sito riproduttivo e T =
area trofica.
Un’altra valutazione è stata fatta riguardo alla presenza dell’uomo e ai disturbi da
esso provocati, che spesso espongono le colonie a rischio di abbandono definitivo
della cavità o anche a morte degli animali a causa di inquinamenti o chiusure
inappropriate delle cavità (talora fatte volutamente per eliminare questi animali,
ritenuti nocivi). Per tale motivo si è prestata attenzione alle condizioni di accessibilità
del sito da parte dell'uomo e al rilevamento diretto di segni di presenza umana quali
rifiuti, resti di falò, materiali depositati, ecc. Le fonti di disturbo sono state
categorizzate come segue: 1=assenza di disturbo; 2=inquinamenti solidi (rifiuti ecc.);
3=inquinamenti liquidi; 4 = altri disturbi, quali inquinamento sonoro, da
evapotraspirazione umana, chiusure inappropriate ecc.
Nelle operazioni di studio si è evitato il più possibile il disturbo agli animali, secondo
le indicazioni fornite da Agnelli et al. (2004). Le azioni di studio sono state
preventivamente autorizzate dal Ministero dell’Ambiente sentito il parere dell’Istituto
Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS)
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Figura 1. Tavola illustrata per il riconoscimento dei Chirotteri pugliesi fornito ai collaboratori del
Progetto dell’ampliamento del Catasto.
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RISULTATI
L’elenco delle cavità prospettate e della chirotterofauna rinvenuta è in Appendice.
1. Evidenze pregresse
Sono state raccolte 241 segnalazioni, di cui 187 inequivocabili. Sulla base di queste
in Puglia sono segnalate 18 specie (Tab. 1).
Specie (nome comune, nome scientifico) Berna Bonn Habitat IUCN Ferro di cavallo maggiore, Rhinolophus ferrumequinum
2 2 2,4 LR:nt
Ferro di cavallo minore, Rhinolophus hipposideros 2 2 2,4 VU:A2c Ferro di cavallo Euriale, Rhinolophus euryale 2 2 2,4 VU:A2c Ferro di cavallo di Mehély, Rhinolophus mehely 2 2 2,4 VU:A2c Serotino comune, Epseticus serotinus 2 2 4 LR:lc Pipistrello di Savi, Hypsugo savii 2 2 4 LR:lc Miniottero, Miniopterus schreibersi 2 2 2,4 LR:nt Vespertilio di Capaccini, Myotis capaccini 2 2 2,4 VU:A2c Vespertilio di Daubenton, Myotis daubentoni 2 2 4 LR:lc Vespertilio smarginato, Myotis emarginatus 2 2 2,4 VU:A2c Vespertilio maggiore/minore, Myotis myotis/blythii1 2 2 2,4 LR:nt/lc Nottola di Leisler, Nyctalus leisleri 2 2 4 LR:nt Nottola comune, Nyctalus noctula 2 2 4 VU:A2c Pipistrello albolimbato, Pipistrellus kuhlii 2 2 4 LR:lc Pipistrello nano/pigmeo, Pipistrellus pipistrellus/pygmaeus1
2 2 4 LR:lc/DD
Orecchione bruno/grigio, Plecotus auritus/austriacus1 2 2 4 LR:lc Molosso di Cestoni, Tadarida teniotis 2 2 4 LR:lc
Tabella 1. Check-list, status legale (Convenzione di Berna, Convenzione di Bonn, Direttiva Habitat)
e minaccia (IUCN) delle singole specie di Chirotteri. Legenda: Berna 2: Allegato 2 della
Convenzione di Berna; Bonn 2: Allegato 2 della Convenzione di Bonn; Habitat 2: Allegato 2 della
Direttiva Habitat; Habitat 4: Allegato 4 della Direttiva Habitat; IUCN: LR=Low Risk (Basso Rischio);
Vu= Vulnerable (Vulnerabile); DD= Data Deficient (Dati mancanti); nt=near threatened (quasi a
rischio); lc=least concern (a scarso rischio); A2c= Riduzione della popolazione del 30% in 10 anni o
in tre generazioni, dovuta a declino dell’area di occupazione, estensione di occorrenza o qualità
dell’habitat.
1La validità delle due specie è stata riconosciuta di recente e dati raccolti in passato non le
distinguevano, per cui qui si trattano come una sola entità
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Rimane ancora incerta la presenza di una o entrambe le specie Pipistrellus
pipistrellus e P. pygmaeus così come di Plecotus austriacus e P. auritus.
Settantaquattro segnalazioni (39,8%) sono antecedenti al 1980 (dal 1836 al 1979) e
113 (60,2%) sono successive. Cinque specie (R. ferrumequinum, R. hipposideros, P.
kuhli, H. savii, e M. schreibersi) rappresentano il 60% delle segnalazioni. Due specie,
Rhinolophus mehelyi e Myotis daubentoni, non presentano segnalazioni dopo il
1980, mentre una sola specie, Myotis emarginatus, è stata segnalata dopo il 1980.
Da un punto di vista biogeografico, il 40% delle specie ha corologia euroasiatica, il
28% europea, il 17% mediterranea, il 6% etiopico-mediterranea e il 6% sub-
cosmopolita. La distribuzione altitudinale delle osservazioni, con oltre l’80% di esse
comprese tra 0-400 m, evidenzia la natura prettamente collinare della regione Puglia.
2. Distribuzione geografica delle cavità In Fig. 2 è riportata la ripartizione delle cavità censite per provincia amministrativa. La
maggior percentuale di esse è localizzata nelle provincia di Foggia (40%) e Bari
(29%), considerando che dalla seconda si sono enucleate 9 cavità che attualmente
ricadono amministrativamente nella neonata Provincia di Barletta-Andria-Trani. Tale
quadro sottolinea l’importanza per la chirotterofauna troglofila dei sistemi carsici del
Gargano e delle Murge, anche se la quantità delle cavità frequentate nelle restanti
province è sicuramente una sottostima delle condizioni reali. Come si vedrà in
seguito, in tali province si trovano alcune delle cavità più importanti per i Chirotteri
dell’intera Regione.
Figura 2. Ripartizione delle cavità censite per provincia amministrativa. BA=Provincia di Bari; BAT =
Provincia di Barletta-Andria-Trani; BR = Provincia di Brindisi; FG = Provincia di Foggia; LE =
Provincia di Lecce; TA = Provincia di Taranto.
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3. Identificazione delle specie In 79 cavità si è rilevata la presenza di Chirotteri. In 28 cavità non è stato possibile
procedere all’identificazione delle specie in quanto non è stato possibile effettuare
catture. Nelle restanti 51 cavità si sono potuti identificare gli esemplari, per un totale
di 95 casi e 11 specie certe, pari al 60% circa delle specie note per la Puglia. La Fig.
3 riporta la distribuzione delle segnalazioni per specie. Si osserva una predominanza
netta dei Rinolofidi (59% circa del totale), tra cui il più frequente è Rhinolophus
ferrumequinum. Tra i Vespertilionidi sono più comuni Miniopterus schreibersi e le due
specie di Myotis, M. myotis e M. blythii, mentre episodica si può considerare la
presenza di altre specie di Myotis, del genere Pipistrellus e del genere Plecotus, così
come dell’unico Molosside, Tadarida teniotis, segnalato solo in un’area trofica. Del
tutto assenti sono risultate le specie che selezionano prevalentemente habitat
forestali, come le specie del genere Nyctalus o quelli per lo più antropofili, come
Hypsugo e Eptesicus. Nel complesso, il quadro delle segnalazioni può essere
considerato come una rappresentazione abbastanza fedele delle comunità di
pipistrelli troglofili che popolano la Puglia.
Figura 3. Numero di segnalazioni per ciascuna specie.
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4. Composizione e abbondanza delle colonie In Fig. 4 è riassunta la composizione delle colonie osservate nelle cavità censite. In
28 cavità l’impossibilità di effettuare catture non ha reso possibile l’identificazione
sicura. Per quanto riguarda le restanti 51 cavità, in 31 casi (60% circa) le colonie
sono risultate monospecifiche, in 11 casi (22% circa) si sono riscontrate due specie e
nelle restanti tre o più specie, fino a un massimo di 8 nel Pulo di San Leonardo (PU
295), dove per altro il termine “colonia” è improprio perché si tratta di un’area trofica
utilizzata da molte specie che trovano rifugio nella vicina Tufara di Santa Lucia,
sistema di cavità artificiali e in quanto tale non censito.
Figura 4. Numero di specie per colonia. nd: non determinato.
In Fig. 5 è riassunta la distribuzione delle stime numeriche per colonia. Nella maggior
parte dei casi (83% circa) si è riscontrato un numero basso o medio di esemplari;
d’altra parte, come già rilevato, stime più accurate avrebbero richiesto ripetute visite
alla cavità in periodi delicati del ciclo biologico quali l’ibernazione e la riproduzione
con possibile disturbo alla colonia. Spicca, per altro, il numero di cavità in cui si sono
rilevati più di 50 esemplari (14%). La maggior parte di esse rientra nel comprensorio
garganico, come la Grava di Campolato (PU 276) e il complesso Scaloria-
Occhiopinto (PU 265-266), importanti siti per le specie di Myotis o le grotte degli
Spiripingoli (PU 2155) e del Trabucco (PU 2156), dove si trovano colonie miste di
Rhinolophus ferrumequinum e Miniopterus schreibersi. Il già menzionato Pulo di San
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Leonardo (PU 295) è stato inserito perché è un’importante area trofica per le colonie
della vicina Tufara di Santa Lucia, nella quale sono stati censiti oltre 6000 individui di
otto specie diverse, il che la rende la più importante dell’intera Europa per diversità e
abbondanza. In Provincia di Bari è da segnalare la Grave della Masseria Previticelli
(PU 434), con una colonia mista di Myotis myotis e Myotis blythii, mentre in agro di
Martina Franca è rilevante la Grotta delle Nove Casedde (PU 394), con quattro
specie segnalate, tra cui una ricca colonia di Miniopterus schreibersi. Per la stessa
specie, infine, è di grande rilievo la Grotta della Monaca (PU 152) in agro di Otranto,
dove la stima di individui si aggira intorno a 1000. Anche in questo caso, il dato
colloca la cavità tra le prime d’Europa per abbondanza di individui.
Figura 5. Numero di individui per colonia. A: meno di 10 individui; B: tra 10 e 20 individui; C: tra 21 e
50 individui; D: tra 51 e 100 individui; E: più di 100 individui.
5. Presenza di guano In Fig. 6 è riasunta la presenza di guano nelle cavità prospettate. In più della metà
dei casi non si sono trovate tracce, mentre piccole quantità sono state rilevate nel
45% dei casi e una presenza cospicua si è registrata solo in tre casi, ovvero nel
complesso Scaloria-Occhiopinto (PU 265-266), nella Grotta degli Spiripingoli (PU
2155) e nella Grave della Masseria Previticelli (PU 434), dove sono segnalate
colonie consistenti. In nessun caso si è rilevata presenza di guano ma assenza di
individui, mentre il più delle volte si è verificato il contrario. I motivi possono essere
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diversi, tra cui la recente colonizzazione della cavità o l’azione di acque percolanti
che rimuovono gli escrementi. In definitiva, tale parametro non si è dimostrato un
buon indicatore della presenza di individui.
Figura 6. Presenza di guano nelle cavità. M = molto, N = assente, P = poco, T = tracce.
6. Utilizzo stagionale Per 36 cavità è stato possibile effettuare più di una visita nell’arco del ciclo annuale in
modo da stabilire l’utilizzo da parte dei Chirotteri. La classificazione secondo quattro
categorie (roost estivo, roost invernale, nursery, area trofica) ha presentato delle
difficoltà poiché in sedici casi il sito era utilizzato per più scopi e in modo differenziale
da specie diverse. Ad esempio, la Grotta di Cristo (PU 18) a Cassano delle Murge è
utilizzata come roost estivo da Myotis myotis e Myotis blythii e come roost invernale
da Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros. Nei restanti casi
comunque le cavità erano utilizzate per un solo scopo. Gli utilizzi sono schematizzati
in Fig. 7. Nel 46% dei casi si è rilevato un utilizzo come roost estivo, mentre nel 31%
dei casi si sono trovati animali ibernanti, segno di utilizzo come roost invernale.
Femmine con piccoli e/o giovani si sono riscontrati nel 16% dei casi, nei quali le
cavità erano utilizzate anche come roosts invernali ed estivi. Tra questi, sono da
segnalare per il Gargano le già citate Complesso Scaloria-Occhiopinto (PU 265-266)
e la Grava di Campolato (PU 276), per il barese le Grotte di Castellana (PU 8) e la
Grotta di Cristo (PU 18), per il tarantino le grotte di Nove Casedde (PU 394) e di
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Riggio (861) e per il Salento la Grotta della Monaca (PU 152), importante sito
riproduttivo per Miniopterus schreibersi. Quattro siti si sono rivelati importanti aree
trofiche: si tratta della Dolina Pozzatina (PU 306) e dei tre Puli di Altamura (PU 25),
Molfetta (PU 27) e San Leonardo (PU 395). Nel caso del Pulo di Altamura, vi sono
anche delle cavità utilizzate come roosts estivi (PU 415 e 416) e, presumibilmente,
anche invernali.
Figura 7. Utilizzo stagionale delle cavità. E = rifugio estivo, I = rifugio invernale, R = sito riproduttivo, T
= area trofica.
7. Fattori di disturbo La Fig. 8 riassume la ripartizione dei fattori di disturbo alla chirotterofauna riscontrati
nelle cavità esaminate. Com’era d’aspettarsi, molte cavità sono relativamente
indisturbate (44%). Ciò giustifica il loro utilizzo da parte dei Chirotteri, che sono
animali molto sensibili alle interferenze antropiche, le quali conducono
inevitabilmente al declino della colonia e all’abbandono della cavità. Il disturbo
antropico è probabilmente alla base della mancanza di Chirotteri nella Grotta della
Difesa (PU 2036), in agro di San Marco in Lamis, la quale nonostante presenti
condizioni idonee all’utilizzo da parte dei Chirotteri ne è priva poiché di facile accesso
da parte di visitatori occasionali, che ne hanno anche asportato la maggior parte dei
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pregevoli speleotemi. L’accesso incontrollato di visitatori umani, categorizzato nella
voce 4 di questo studio, è causa di molteplici disturbi ai Chirotteri, tra cui ricordiamo:
1. Abbandono di rifiuti; 2. Inquinamento luminoso da lampade fisse e flash fotografici;
3. Inquinamento acustico; 4. Inquinamento da evapotraspirazione; 5. Inquinamento
da idrocarburi gassosi, prodotti dagli scarichi dei motori dei natanti nel caso delle
grotte marine. Questo è particolarmente intenso nella cavità interessate da flussi
turistici, come le Grotte di Castellana (PU 8), la Grotta Campana (PU 209) e,
prossimamente, la Grotta di Montenero (PU 201). Un altra forma di disturbo d’origine
umana è la chiusura totale della cavità, che impedisce il passaggio dei Chirotteri e
che purtroppo spesso è fatta proprio con tale scopo, per evitare la presenza di questi
animali ancor oggi oggetto di assurdi pregiudizi. Nel 23% dei casi si è rilevato
inquinamento da liquidi, particolarmente dannoso nel caso in cui si tratti di reflui di
origine agricola, che di solito contengono disciolti fertilizzanti e biocidi che possono
alterare drammaticamente le condizioni ecologiche della cavità. Ridotto è risultato
l’inquinamento da solidi, il che non rappresenta certo un quadro realistico della
situazione delle cavità pugliesi che troppo spesso sono usate come discariche
abusive di ogni tipo di rifiuto, da quelli ospedalieri a quelli da macello fino alle
carcasse d’auto, con conseguenze immaginabili per la fauna. Anche per molte cavità
relativamente indisturbate la situazione potrebbe cambiare drammaticamente, in
quanto spesso esse sorgono su terreni privati, per cui la loro sopravvivenza dipende
solo dalla sensibilità del proprietario, il quale potrebbe cambiare atteggiamento in
futuro ed eliminare siti di elevato pregio geologico e faunistico
Figura 8. Fattori di disturbo rilevati nelle cavità studiate. 1=nessun disturbo; 2=inquinamento da
liquidi; 3=inquinamento da solidi; 4=altri disturbi.
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CONCLUSIONI
Il presente studio ha confermato l’elevato pregio del sistema delle cavità pugliesi e la
sua importanza nella tutela della chirotterofauna. Le 80 cavità prospettate non sono
che una parte di tutte quelle frequentate da Chirotteri, di cui attualmente ne sono
note circa 130, numero destinato sicuramente a salire con l’incremento delle
esplorazioni; si ritiene, comunque, che le cavità studiate siano abbastanza
rappresentative della situazione della chirotterofauna troglofila regionale, per cui la
loro tutela darebbe un notevole contributo alla salvaguardia di questi Mammiferi.
Bisogna purtroppo rilevare che la conservazione di questo patrimonio è ancora
lontano dal realizzarsi completamente. Alcune misure immediate potrebbero
attenuare i disturbi, come ad esempio la regolamentazione degli accessi umani alle
cavità attraverso la chiusura con dispositivi, quali le grate, che permettano comunque
i movimenti dei Chirotteri. L’ingresso andrebbe limitato al periodo tardo primaverile-
autunnale, lontano cioè dai periodi di ibernazione e riproduzione. In caso di utilizzo
turistico, sarebbe opportuno limitare l’accesso dei turisti a piccoli gruppi, lasciando
adeguati periodi d’intervallo tra l’ingresso di un gruppo e l’altro. L’accesso alle grotte
marine andrebbe fatto con piccoli natanti contenenti poche persone e azionati a remi,
piuttosto che con barconi a motore stipati di gente, come purtroppo accade
attualmente sulle coste del Gargano. L’illuminazione andrebbe fatta con luce fredda,
lasciando al buio le aree utilizzate come posatoi. Intorno all’ingresso della cavità
sarebbe opportuno realizzare una zona a disturbo limitato, evitando ad esempio
l’avvicinamento di grandi gruppi di persone, veicoli, macchine agricole nel caso di
aree coltivate, motobarche nel caso delle grotte marine. Maggiori controlli
attenuerebbero la piaga dello scarico abusivo di rifiuti. Sarebbe opportuno, infine,
avere la certezza della futura sopravvivenza dei siti attraverso la gestione della
proprietà da parte della pubblica amministrazione, piuttosto che da privati. A queste
misure è necessario affiancare monitoraggi periodici della fauna da parte di
personale autorizzato, in modo da controllare l’efficacia dell’azione di conservazione.
Bari, addì 28 febbraio 2006
Dr Giovanni Scillitani
Il Direttore del Dipartimento di Zoologia
Prof Angelo Tursi
CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI
CHIROTTERI NELLE GROTTE PUGLIESI
17
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CHIROTTERI NELLE GROTTE PUGLIESI
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CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI
CHIROTTERI NELLE GROTTE PUGLIESI
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APPENDICE: ELENCO DELLE CAVITÀ PROSPETTATE
Legenda: CAT, numero del Catasto; PR, provincia; E, inquinamenti; G, presenza di
guano; N, abbondanza.
CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso
5 BA Grotta della
Madonna delle
Grazie
Putignano 2 N A n.d.
8 BA Grotte di
Castellana
Castellana
Grotte
4 N B Miniopterus schreibersii , Myotis
capaccinii, Myotis blithyii,
Rhinolophus euryale,
Rhinolophus ferrumequinum
IER
16 BA Grave Santa
Lucia
Monopoli 4 T A Rhinolophus ferrumequinum
18 BA Grotta di Cristo Cassano
delle Murge
1 T C Myotis myotis/blithyi, Rhinolophus
ferrumequinum, Rhinolophus
hipposideros
IER
23 BAT Pozzo naturale
presso la
Voragine il
Cavone
Spinazzola 4 N A n.d. E
25 BA Pulo di Altamura Altamura 2 N B Rhinolophus ferrumequinum ET
27 BA Pulo di Molfetta Molfetta 4 N A n.d. T
30 BAT Grotta di S.
Michele
Minervino
Murge
N A Rhinolophus euryale
31 BA Grave di
Faraualla
Gravina in
Puglia
2 N B Myotis blythii, Myotis myotis
38 BA Grotta di
Cortomartino
Acquaviva
delle Fonti
1 N A n.d.
77 BA Grotta della
Masseria
Monsignore
Conversano 1 N B Miniopterus schreibersii,
Rhinolophus euryale,
Rhinolophus ferrumequinum
IE
113 LE Grotta Grande di
Ciolo
Gagliano del
Capo
1 P C Rhinolophus ferrumequinum,
Miniopterus schreibersi
IE
152 LE Grotta della
Monaca
Otranto 1 N E Miniopterus schreibersii,
Rhinolophus ferrumequinum
IER
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CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso
201 FG Grotta di
Montenero
San Marco
in Lamis
4 N C Rhinolophus euryale,
Rhinolophus ferrumequinum
IE
209 FG Grotta Campana Mattinata 4 N A n.d. E
265 FG Grotta
Occhiopinto
(265) –
Complesso
Scaloria (266)
Manfredonia 2 N E Rhinolophus ferrumequinum,
Rhinolophus hipposideros,
Myotis myotis, Miniopterus
schreibersi
IER
266 FG Complesso
Scaloria (266) -
Grotta
Occhiopinto
(265)
Manfredonia 2 M A n.d. IER
276 FG Grava di
Campolato
San
Giovanni
Rotondo
2 P D Myotis blythii, Myotis myotis IER
295 FG Pulo di San
Leonardo
Manfredonia 1 N E Miniopterus schreibersii,
Tadarida teniotis, Myotis blythii,
Myotis myotis, Myotis
capaccinii, Rhinolophus
ferrumequinum, Rhinolophus
euryale, Rhinolophus
hipposideros
T
297 FG Grava di Coppa
di Giglio
Monte
Sant'Angelo
1 T B Rhinolophus euryale
304 FG Grava di
Signoritti
San
Giovanni
Rotondo
2,
4
P B Rhinolophus ferrumequinum E
306 FG Dolina Pozzatina Sannicandro
Garganico
1 N A Rhinolophus hipposideros,
Rhinolophus ferrumequinum,
Pipistrellus pipistrellus, Myotis
myotis
T
320 BAT Grave di
Masseria
Campanelli
Minervino
Murge
N A Rhinolophus ferrumequinum
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CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso
392 TA Grotta S. Angelo
di Statte
Statte 1 N B Myotis myotis, Rhinolophus
euryale, Rhinolophus
ferrumequinum, Rhinolophus
hipposideros
IER
394 TA Grotta di Nove
Casedde
Martina
Franca
4 P E Miniopterus schreibersi, Myotis
myotis, Rhinolophus euryale,
Rhinolophus ferrumequinum
IER
395 TA Grotta di Pilano Martina
Franca
4 T A n.d.
397 TA Grotta delle
Cento Camere
Martina
Franca
1 T A Myotis blythii
415 BA Grotta dell’
Imbroglio
Altamura 1 N A Rhinolophus ferrumequinum
416 BA Grotta dell’Orco Altamura 1 N A Rhinolophus ferrumequinum
419 BA Grotta dei
Briganti
Altamura 4 T B Rhinolophus hipposideros
420 BA Grotta Castelli Altamura 1 T A n.d. E
425 BA Grotta del
Colombo
Altamura 1 N A Rhinolophus ferrumequinum E
434 BA Grave della
Masseria
Previticelli
Gravina in
Puglia
2 M E Myotis blythii, Myotis myotis E
438 BA Il Pulicchio Gravina in
Puglia
1 N A Myotis myotis, Pipistrellus
pipistrellus, Plecotus austriacus
454 FG Grava di Palla
Palla
San Marco
in Lamis
2,
4
N A n.d.
457 BA Grotta del
Vagno n. 1
Ruvo di
Puglia
4 N B Rhinolophus euryale,
Rhinolophus ferrumequinum
I
500 FG Grotta
Pozzantina
Apricena 1 T A n.d.
582 BAT Grotta del
Garagnone 3
Spinazzola 1 N C Rhinolophus ferrumequinum
588 TA Grotta
Trentacani
Martina
Franca
4 P A Rhinolophus ferrumequinum
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CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso
600 BAT Grotta di Castel
del Monte
Andria 2,
4
N B Rhinolophus euryale I
602 FG La Grava Ischitella 1 T A n.d.
728 FG Grotta di Coppa
di Mezzo
San Marco
in Lamis
2,
4
P C Rhinolophus euryale,
Rhinolophus ferrumequinum
I
812 BR Grotta della
Masseria Torre
Moscia
Fasano 4 T A Rhinolophus euryale
846 TA Grotta di
Masseria
Pastore n.2
Martina
Franca
1 N A Rhinolophus ferrumequinum
851 BA Grava dell'Edera Cassano
delle Murge
2 N A Rhinolophus ferrumequinum I
861 TA Grotta di Riggio Grottaglie 1 N A Rhinolophus ferrumequinum,
Miniopterus schreibersii,
Pipistrellus kuhlii
IER
877 BR Grotta di Torre
Moscia
Fasano 3,4 T A n.d.
903 LE Grotta dei
Briganti
Otranto 1 N A Miniopterus schreibersi
1001 BA Grotta del Nisco Cassano
delle Murge
1 N A Rhinolophus ferrumequinum IE
1012 TA Grotta del Lume Castellaneta 2 P A Rhinolophus ferrumequinum
1032 TA Grotta Russoli Crispiano 4 T A Rhinolophus ferrumequinum
1090 TA Caverna Piccoli
2
Crispiano T A n.d.
1202 TA Grotta di
Leucaspide
Statte 4 N A n.d.
1236 BA Grotta di
Mazzaferregna
Altamura 1 T A Rhinolophus ferrumequinum
1237 BA Grava di Mazza
Ferregna
Altamura 1 T A n.d. E
1260 BA Grotta delle
Volpi
Ruvo di
Puglia
1 T A Myotis blythii
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CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso
1284 BA Grave della
Rinascita
Gravina in
Puglia
1 T B Rhinolophus ferrumequinum
1339 BAT Grotta di Monte
Scorzone
Minervino
Murge
4 P B Rhinolophus ferrumequinum,
Rhinolophus hipposideros
E
1512 BAT Abisso della
Gorgone
Minervino
Murge
1 T A n.d. E
1543 BAT Grotta della
Volpe
Minervino
Murge
1 T A n.d. E
1599 BAT Grotta di Poldo Minervino
Murge
4 T A Miniopterus schreibersi
2036 FG Grotta della
Difesa
San Marco
in Lamis
4 N 0 0
2056 FG Grava del Turco San Marco
in Lamis
2 P A Rhinolophus ferrumequinum
2059 FG Grava Palla
Palla 2
San Marco
in Lamis
2,
4
N A n.d.
2062 FG Grava del
Sambuco
San Marco
in Lamis
2 P A n.d.
2126 FG Grava di
Pecoriello
Vieste 2,
4
T A n.d.
2128 FG Grava di
Leggieri
Vieste 1 N A n.d.
2141 FG Grava di
Muratico di
Prigna
Mattinata 1 T A n.d. E
2142 FG Grava di
Sgarazza
Vieste 2,
4
N A n.d.
2153 FG Buca del Vento Rignano
Garganico
1 T A Rhinolophus ferrumequinum E
2154 FG Grotta di
Masseria
Bramante
San
Giovanni
Rotondo
1 T C n.d.
2155 FG Grotta degli
Spiripingoli
Peschici 1 M E Rhinolophus ferrumequinum,
Miniopterus schreibersi
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CHIROTTERI NELLE GROTTE PUGLIESI
25
CAT PR NOME COMUNE E G N SPECIE Uso
2155 FG Grotta della
Torre di Monte
Pucci
Peschici 1 N B n.d. IER
2156 FG Grotta del
Trabucco
Peschici 1 N E Rhinolophus ferrumequinum,
Miniopterus schreibersi
2173 FG Grotta presso
Pippola
Ischitella 1 T A Rhinolophus ferrumequinum,
Rhinolophus hipposideros
E
2184 FG Grava di Tardia San Marco
in Lamis
2,
4
N A n.d.
2186 FG Grava di Angelo San Marco
in Lamis
4 N A n.d.
2253 FG Grotta Seriege Mattinata 1 P C Myotis myotis I
2256 FG Grava in Località
Giovannicchio
Vico del
Gargano
2 N A Myotis myotis
2312 FG Grotta del
Brigante
d'Umbra
Monte
Sant'Angelo
1 N A n.d.