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UBICAZIONE AGRO DI SAN GIOVANNI ROTONDO"LOC. SIGNORITTI"
PROGETTO PER LA CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DELLA GRAVA SIGNORITTI
IL TECNICO INCARICATOGeol. NAZARIO DI LELLA
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Scala:
RELAZIONE GEOLOGICA
Provincia di FOGGIACOMUNE di SAN GIOVANNI ROTONDO
STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA E CONSULENZA AMBIENTALE
C.F.: DLL NZR 64L01 I054RP.IVA: 02101530711
Dott. Geol. NAZARIO DI LELLA SEDE LEGALE/OPERATIVA: Via Ripalta, 21/A
71010 - Lesina (FG)Tel. 0882-991704 / 328-3250902Email: [email protected]
Data: 01-10-2007
Sede Legale/Operativa: STUDIO DI GEOLOGIA Geol. NAZARIO DI LELLA P.Iva. 02101530711 Via Ripalta, 21/A Consulenza tecnica Ambientale e Sicurezza C.F. DLL NZR 64L01 I054R 71010 -LESINA (FG) TEL. 0882/991704 – 328/3250902 E-mail: [email protected]
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INDICE
1. Premessa pag. 2
2. Inquadramento generale pag. 4
3. Area di intervento e contesto geologico pag. 7
4. Tettonica pag. 8
5. Idrologia e idrogeologia pag. 10
6. Caratterizzazione geologica del sito pag. 13
7. Prescrizioni tecniche pag. 19
8. Conclusioni pag. 20
ALLEGATI
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1. PREMESSA
Lo studio che segue fa parte del Progetto di caratterizzazione ambientale
della “GRAVA SIGNORITTI” di San Giovanni Rotondo in Località Signorotti,
progetto realizzato mediante finanziamenti Regionali “Ecotassa”.
Lo scopo che esso si è proposto è quello di valutare e caratterizzare, dal
punto di vista geologico, geomorfologico, geotecnico e idrogeologico lo
stato di fatto ambientale del sito, mediante la esecuzione di una serie di
indagini in sito che potessero risultare necessarie alla caratterizzazione dello
stesso per la programmazione e la verifica di idoneità metodologica di un
futuro intervento di bonifica.
Lo studio è stata eseguito in ottemperanza alle normative vigenti, - D.M.
21/01/81 - D.M. 11/3/88 - D.M. 25/10/1999 n. 471, che indicano rispettivamente
le norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni, la verifica di stabilità dei
pendii e la fattibilità geotecnica di opere su grandi aree, nonché i criteri,
procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino
ambientale dei siti inquinati.
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2. INQUADRAMENTO GENERALE
La Grava in oggetto è ubicata in Località "Signoritti" e più precisamente
a ca Km 10,0 SE del centro urbano di San Giovanni Rotondo e a ca. Km 7,0 W
dal centro urbano di Manfredonia.
L'area di studio si estende per ca. 1Kmq e dal punto di vista altimetrico è
compresa tra le quote 90 ad Ovest e a Nord e 70 mt. slm. verso SE e SW
comprende un dislivello di ca 20 mt. in ca 1Km di lunghezza.
Riferimento cartografico:
- topografica IGM 1:25.000: Foglio 164, Quadrante I NO, Coord.
41º38'08"N/3º22'18"E
- topografica 1:50.000: Foglio 397 “Manfredonia”, Coord. 41º38'08"N/15º49'26"E
- geologica 1:100.000: Foglio 164 “Foggia”, Coord. 41º38'08"N/3º22'18"E
- coordinate rilevate con GPS Magellano 300: 41º38'08"N/15º49'26"E
- Quota : 120m s.l.m.
- Numero Catasto Grotte Pugliesi: PU 304
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3. AREA DI INTERVENTO E CONTESTO GEOLOGICO
Il foglio n.164 della carta geologica d’Italia, in cui rientra l’area oggetto di
studio, è costituito prevalentemente da sedimenti plio-quaternari in
successione stratigrafica su formazioni mesozoiche che rappresentano il
substrato carbonatico di base.
Solo nella parte settentrionale affiorano i calcari mesozoici che costituiscono
la porzione più meridionale del sollevamento del Gargano.
Le unità formazionali affioranti nell’area oggetto di studio sono le seguenti:
• Calcari Oolitici di Coppa Guardiola (Giurassico sup - Cretacico inf.):
calcari oolitici e pseudoolitici biancastri e micritici, presenti in strati di
spessore variabile da 10 cm a massimo 1m. L’età del tetto è più giovane
procedendo dalla zona di Monte S.Angelo (età titonica) verso la zona
di S.Leonardo ( età aptiana).
• Calcari organogeni di Monte S.Angelo (Cretacico inf.): calcari
abbastanza compatti, biancastri, riccamente organogeni presenti in
banchi dai 2m ai 20m di spessore con stratificazione interna mal distinta.
Si intercalano calcareniti e calciruditi bioclastiche a stratificazione
irregolare non ben definita. La formazione di Monte S.Angelo
rappresenta un deposito biocostruito in acque basse prospicienti il mare
aperto.
• Calcari di Masseria Quadrone (Cretacico inf.): calcari micritici di colore
avana, talora pseudoolitici, in grossi banchi che si alternano con
calcareniti grigie e marroni, mal stratificate e prive di fossili. Lo spessore è
stato valutato di 200 m.
• Calcari di Casa Lauriola (Cretacico sup.): calcari bianchi e avana , a
grana fine, in strati sottili con rare intercalazioni di marne giallastre.
• Calcari a Briozoi (Miocene): calcari sabbiosi, teneri, giallastri, stratificati,
conosciuti col nome di “tufo calcareo” o “pietra leccese”. Lo spessore
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non è inferiore a 150 m. L’età è stimata miocenica, probabilmente
medio.
• Brecce a elementi calcarei (Pleistocene?): brecce cementate con
elementi calcarei a spigoli arrotondati. Molto probabilmente tali depositi
sono stati prodotti dall’abrasione marina che ha spianato i sedimenti
mesozoici e miocenici in due ordini di terrazzi. L’età è probabilmente
pleistocenica.
• Depositi colluviali ed eluviali (Olocene): depositi presenti nell’area di
affioramento dei Calcari Mesozoici costituiti da “terra rossa” e terriccio
bruno incoerente.
Nell’area del foglio “Foggia” sono distinguibili due zone in cui la morfologia è
strettamente legata alle diverse situazioni geologiche presenti.
A sud del torrente del Candelaro la morfologia è caratterizzata da vaste
spianate debolmente inclinate verso il mare e interrotte da ampie valli con
fianchi più ripidi. L’inclinazione verso est della spianata rappresenta,
probabilmente, l’originale inclinazione della superficie di regressione del mare
pleistocenico e dei depositi fluviali che su essa si sono adagiati.
La piana del tavoliere che parte dell’allineamento del candelaro, staccando
il rilievo garganico dalla pianura foggiana, rappresenta la sintesi di una
tettonica distensiva, con faglie dirette incrociate a vergenza garganica E-O
ed a vergenza appenninica NW-SE nonché antiappenninica a vergenza NE-
SO, che ha ribassato il substrato carbonatico, frammentato in gradoni
tettonici, rinvenibili a profondità sempre maggiori man mano che sci si
allontana dal rilievo garganico emergente verso la piana foggiana.
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Carta Geologica d’Italia Foglio n.164
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4. - TETTONICA
Il territorio di San Giovanni Rotondo è inserito nell’elenco dei comuni sismici di
2° grado dal D.M. D.M. 7/03/81, grado riconfermato dalla direttiva 3274 del
18/03/2003.
Massima intensità Macrosismica
Dal punto di vista tettonico il rilievo garganico assume nel complesso l’aspetto
di un Horst, leggermente piegato in direzione NO-SE, delimitato nettamente su
tre lati da faglie dirette, con una serie di lineazioni tettoniche al suo interno
che seguono anch’esse direttrici appenniniche e/o anti-appenniniche (NO-
SE/NE-SO), con ulteriori allineamenti disposti a vergenza propriamente
garganico (E-O).
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Nell’area oggetto di studio sono riconoscibili due situazioni tettoniche distinte.
I sedimenti pleistocenici non presentano evidenti deformazioni e costituiscono
una monoclinale con immersione verso l’Adriatico. L’inclinazione degli stati
riflette l’originale inclinazione del fondo marino su cui i sedimenti stessi si sono
deposti.
La Serie Mesozoica si presenta stratificata con inclinazione SO ed è interessata
da una tettonica di tipo distensivo. Si tratta di faglie “appenniniche” con
inclinazione NO-SE ed “antiappenniniche” NE-SO, più marcatamente legate
alla tettonica diretta del gargano le faglie con vergenza E-O; per lo più sono
faglie verticali, sub-verticali o normali con rigetti ed estensioni limitate.
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Più in particolare, nei dintorni di San Giovanni Rotondo, nella parte
prospiciente la parte meridionale del territorio sono presenti anche faglie
“garganiche” con orientamento E-O, dovute, probabilmente, ad una
traslazione orizzontale del lembo meridionale del promontorio verso Ovest
(faglia della valle Carbonara), che hanno dato origine ad una serie di terrazzi
degradanti verso la piana del tavoliere, e che alla base dei muri di faglia
superiori (COSTARELLE), hanno dato origine alla formazione di giacimenti
bauxitici sfruttati fino a pochi decenni orsono.
5. - IDROLOGIA ED IDROGEOLOGIA
L’area è solcata da tre torrenti importanti: il Candelaro, il Cervaro e il
Carapelle, accompagnati da una rete di corsi d’acqua più piccoli il cui
deflusso è esclusivamente stagionale.
A nord del corso del Candelaro, dove affiora la Serie Mesozoica, l’elemento
morfologico più evidente è costituito da una terrazza di abrasione marina.
Essa è limitata a sud da un gradino che presenta un dislivello di un centinaio di
metri dal tavoliere foggiano, e a nord da una falesia che si eleva sopra di essa
per circa 200 m.
La Serie Mesozoica è anche interessata da un intenso fenomeno carsico;
l’evento più vistoso è rappresentato da una vasta e profonda dolina che si
trova 1 km a sud-est di San Leonardo, segue per importanza la grava signoritti.
Le caratteristiche idrologiche dell’area rispecchiano i vari tipi di terreni
affioranti. Possiamo distinguere due tipi di permeabilità:
• Permeabilità per porosità: interessa tutte le formazioni mio-quaternarie
che occupano tutta la pianura a sud del torrente Candelaro. Tra le
formazioni appartenenti alla Serie Mesozoica una discreta porosità
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interessa i Calcari organogeni di Monte S.Angelo e i Calcari di Monte
Acuto;
• Permeabilità per fratturazione: ritroviamo i Calcari oolitici di Coppa
Guardiola, i Calcari di Masseria Quadrone e di Casa Lauriola.
Dal punto di vista idrogeologico, nel settore sud-orientale del gargano, la
falda principale risulta essere posizionata in prossimità del livello del mare, in
corrispondenza del substrato mesozoico, direttamente collegata con la
circolazione carsica principale garganica, da cui attinge nelle zone di ricarica
posizionate in corrispondenza dei ripiani centrali superiori a doline.
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6. CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA DEL SITO
L’area in oggetto è rappresentata da una grava impostatasi in
corrispondenza di una zona di faglia ad orientamento NW-SE (N36°W),
approfonditasi nel corso degli anni per accentuazione dei fenomeni di
carsificazione amplificati proprio in corrispondenza di zone calcaree
maggiormente alterate e fratturate disposte lungo tale direttrice, coincidente
con lo sviluppo ipogeo della grava stessa.
È rappresentata da una voragine a forma di uncino, con una bocca di
ingresso alla superficie di forma ovoidale di dimensioni 30x20, di profondità
pari a circa 60 m, con prosecuzione del budello in profondità e risalita nella
parte terminale.
Segue lo schema presumibile dell’evoluzione genetica della grava.
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Il progetto in essere ha previsto la esecuzione di una serie di perforazioni di
sondaggio in prossimità della bocca della grava, con l’intento di intercettare
la cavità stessa, attraversarla ed eseguire il prelievo di campioni di fondo ed al
di sotto del fondo, da sottoporre ad analisi chimiche di caratterizzazione
ambientale, al fine di valutarne il grado presunto di inquinamento del sito,
causato dalla presenza di materiale classificabile in prima istanza come rifiuto
speciale non pericolo, di provenienza antropica per abbandono, costituito da
materiale terrigeno di scavo, R.S.U. s.s., Rifiuti ingombranti, carcasse di
elettrodomestici, autovetture ed altra tipologia di rifiuto indifferenziato.
Per il progetto di caratterizzazione è stata prevista la realizzazione di n° 9
perforazioni (n. 8 in prossimità della grava ed n. 1 da utilizzare come
campionamento bianco) e n° 1 Stendimento Elettrico Verticale (SEV).
In base ai dati stratigrafici ottenuti dalla campagna di indagine,
congiuntamente con i rilievi eseguiti all’interno della grava dalla squadra di
speleologi che hanno coadiuvato la direzione lavori, si è potuto definire in
maniera specifica le dimensioni e l’orientamento della cavità sotterranea.
Già in occasione della esecuzione dello stendi mento elettrico, si è
fattivamente individuato il prolungamento della cavità in direzione N36W, con
presenza di livelli estremamente resistivi, rappresentanti la cavità a partire da
45 m. dal p.c. fino a 75 m. dal p.c., riscontrando e confermando il primo dato
ottenuto in occasione delle perforazioni successive, posizionate sulla scorta
dei dati ottenuti da questa prima prova.
Nella esecuzione dello stendimento elettrico, come si evince dal profilo
tomografico risultante, si è individuata una seconda area a resistività elevata,
probabile cavità e/o disturbo conduttivo, in corrispondenza della progressiva
320, ad una profondità compresa tra i 10 e 20 m. dal p.c.
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Secondo quanto rilevato, l’orientamento della cavità risulta essere in direzione
N36°W, per uno sviluppo in linea compreso tra i 60-70 m., per larghezza della
parte ipogea pari a circa 30-35 m, in prossimità dell’apertura a cielo aperto,
restringentesi a pochi metri nella parte terminale del budello.
La profondità di rinvenimento della volta di cavità, come specificato nelle
stratigrafie dei lavori, tra i 40 e 60 m. dal p.c., con ampiezza di volta massima
pari a 10,0 m. (cfr. Tabella seguente)
Sondaggio Quota volta
dal p.c. (m)
Quota Fondo
dal p.c. (m)
Altezza cavità
(m)
Spessore detrito
di fondo (m)
S1 43 52 9.0 10.0
S2 60 67 7.0 4.0
S3 45 53 8.0 4.0
S4 40.5 45.5 5.5 5.5
S5 - - 0.0 0.0
S6 54 58.5 4.5 9.5
S7 54.5 60 5.5 9.5
S8 42.5 50.5 8.0 5.0
S9 - - 0.0 0.0
Valori minimi 40.5 45.5 4.5 4.0
Valori max 60 67 9.0 10.0
Valori medi 48.5 55.2 6.8 6.8
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Facendo una analisi delle stratigrafie dei punti S5 ed S9, in cui non sono state
rilevate cavità nel corso delle perforazioni, e che quindi rappresentano la
stratigrafia su cui non sono intervenuti fenomeni di carsismo, si nota che in
corrispondenza delle profondità di 25-29 m (S5) e 26-29 m (S9), si è potuto
registrare la presenza di livelli di brecce e calcari fratturati con sacche di terra
rossa, che potrebbero rappresentare il livello di imposta della volta della
cavità rappresentata dalla grava in oggetto. Il fondo della grava, posto a
profondità max di 67 m. nelle stratigrafie può essere riscontrato dalla presenza
in entrambe le colonne di perforazione di un ulteriore livello di brecce e
sacche terrose rosse in calcare molto fratturato, riscontrato in corrispondenza
di 60,5-61,5 m. (S5) e 58-59 m. (S9).
La presenza di livelli di stratificazione calcare microcristallina compatta al di
sopra della quota 30,0 m dal p.c., nonostante si incontrano alcune lenti e
sacche di brecce con terra rossa, in virtù del loro grado maggiore di
compattezza, hanno evitato l’instaurarsi di fenomenologie di carsismo spinto,
che invece al di sotto di tali quote, in presenza di calcare che già si
presentava maggiormente fratturato, ha permesso l’insorgere di quei
fenomeni di carsismo spinto che hanno generato la grava stessa e che si sono
presumibilmente arrestati in corrispondenza della quota -60 m. dal p.c, al
passaggio con la formazione calcarea più compatta e meno fratturata.
Nel corso degli anni il fenomeno carsico si è evoluto verso la superficie a
seguito di crolli di volta che hanno portato alla esposizione in superficie della
vora di ingresso alla grava.
Allo stato attuale, come si evince anche dalle stratigrafie, il fondo della grava
risulta essere ricoperto da detriti provenienti dai distacchi di volta, oltre che da
materiale (rifiuti) riversati all’interno della stessa grava specialmente dal
periodo del dopoguerra ad oggi.
Gli spessori di materiale presente al fondo, in corrispondenza del tratto ipogeo,
risulta essere di potenza variabile tra i 4,0 e 10,0 m, mentre nella parte esposta
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della bocca di ingresso, esso supera spessori dell’ordine dei 20 m.,
rappresentando la zona di accumulo del materiale proveniente dalla volta
dell’intera voragine presente attualmente, come materiale detritico di crollo.
Come presumibile sin dall’inizio, in corrispondenza dei sondaggi effettuati, non
si è osservata presenza di falda, in quanto la stessa risulta essere posizionata
ad una profondità non inferiore ai 100 m. dal p.c., rinvenibile, secondo dati
personalmente riscontrati sulla zona nello studio idrogeologico di “Caratteri
della Circolazione Idrica Profonda del Tavoliere” - “Tesi di Laurea (Univ. Bari
1993)”, alcune decine di metri al di sotto del livello base del mare, in pressione,
con risalita e stabilizzazione della tavola d’acqua in prossimità di alcuni metri
al di sopra del l.m. (Cfr. Tav 2 precedente – 6/10 m s.l.m.).
Allo stesso tempo, così come previsto dal piano di caratterizzazione, sono stati
prelevati campioni di acque da n° due pozzi presenti in zona, posti uno a nord
del sito e l’altro a sud-ovest del sito. In corrispondenza dei punti non sono state
eseguite misurazioni dei livelli diretti, data la presenza in loco delle pompe di
sollevamento che non permettevano l’inserimento di sondini e/o linee d’aria,
ma dai dati fornitici dai proprietari si è potuto confermare che il livello delle
acque risulta essere posizionato in corrispondenza del livello del mare,
qualche metro al di sopra di esso, con depressione dell’ordine di 15-20 m. del
livello dinamico con portate di 10 l/s.
I dati ottenuti, anche se non riscontrati direttamente con misure in sito,
risultano del tutto congruenti, se non coincidenti, con quelli derivati dallo
studio idrogeologico personalmente redatto di cui accennato sopra.
Pozzo Quota p.c. (m.)
Quota l.s.
da p.c. (m)
Quota l.s.
s.l.m. (m)
Quota l.d. (q=10 l/s)
s.l.m. P1 185 -180 +5.0 -5.0
P2 111 -106 +5.0 -4.0
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7. PRESCRIZIONI TECNICHE RELATIVE ALLA SICUREZZA
In previsione di un futuribile intervento di bonifica della grava, ai fini del
rispetto delle norme sulla sicurezza dei lavoratori, trattandosi di lavori che
interesserebbero l’asportazione e/o trattamento dei rifiuti presenti in grava, e
quindi al fondo della stessa, si ritiene di dover consigliare di prevedere sistemi
di protezione che preservino l’incolumità dei lavoratori operanti al fondo,
mediante contenimento parziale e/o completo di piccoli elementi di volta
che, proprio in presenza di vibrazioni legate al traffico di mezzi nelle aree
limitrofe, potrebbero innescare distacchi di elementi in volta e sulle pareti,
previa dettagliata analisi e messa in sicurezza delle parti che dovessero
risultare maggiormente instabili.
Allo stato attuale, non sono stati osservati particolari situazioni di instabilità, ma
proprio in presenza di vibrazioni potrebbero rendersi imprevedibilmente
instabili anche situazioni normalmente stabili.
Sempre in previsione di tali interventi, si dovrà rendere necessario operare solo
in condizioni di mancanza di precipitazioni, che oltre a rendere difficoltoso il
lavoro per scivolamento legato alla presenza di acque meteoriche, potrebbe
produrre pericolo per la conformazione della grava, in quanto le acque di
impluvio ricadenti al suo interno tenderebbero a confluire verso la parte più
interna della parte ipogea, mettendo a rischio gli operatori che dovessero
trovarsi ad operare in tali zone.
Infatti, nonostante non ci sia presenza di falda affiorante a livello della grava,
le acque meteoriche potrebbero ristagnare ed accumularsi nella parte più
bassa, prima di essere assorbite dal sistema di drenaggio naturale carsico
presente.
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8. CONCLUSIONI
Da quanto si è accertato nel presente studio è possibile trarre le seguenti
considerazioni conclusive:
• La grava risulta essere rappresentata da una cavità affiorante in
superficie di forma ovoidale, di dimensioni pari a 30x20 circa, profonda
nella sua bocca principale circa 40-50 m, sviluppantesi con un condotto
per circa 60-70 m. dalla bocca principale, impostata in corrispondenza
della formazione mesozoica dei “Calcari Oolitici di Coppa Gruardiola”,
F. 164 C.G.I.
• La volta del condotto è stata rinvenuta dal piano campagna a
profondità compresa tra i 40 e 60 m.
• La grava risulta essersi sviluppata in corrispondenza di una lineazione di
faglia (mesofaglia) ad assetto sub-verticale con direzione individuata
N43°W, ed il condotto si sviluppa leggermente verso nord in direzione
N36°W.
• Al fondo della grava, come evidenziato dai sopralluoghi eseguiti dagli
speleologi e dalle osservazioni eseguite dalla superficie, oltre a
materiale di risulta (Rifuti) presenti, sono presenti materiali di detrito
provenienti da distacchi avvenuti dalle pareti e dalle volte.
• Dal punto di vista idrologico, l’area risulta essere impostata in
corrispondenza di un versante leggermente inclinato in direzione sud,
con deflusso regolarizzato delle acque scolanti verso tale direttrice, con
assenza di aree di impluvio e di accumulo preferenziali.
• Non è presente falda affiorante, soggiacente dal fondo della grava di
non meno di 30-40 m, né in occasione dei sopralluoghi effettuati al
fondo della grava sono stati osservati ristagni ed accumuli di acque che
probabilmente vengono regolarmente smaltite dal sistema di
drenaggio carsico presente.
• In merito alla campagna di indagine ambientale programmata ed
eseguita, si è proceduto alla esecuzione di n° 7 perforazioni di diametro
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101 mm che hanno intercettato la cavità nel suo sviluppo, n° 1
perforazione che non ha intercettato la cavità e n° 1 perforazione,
ubicata a monte del sito che non ha intercettato la cavità e che è
stata utilizzata come punto di campionamento bianco.
• In corrispondenza di ogni punto di perforazione sono stati prelevati n° 3
campioni per la esecuzione di analisi chimiche di laboratorio al fine di
eseguire la caratterizzazione ambientale del sito, mentre il
riconoscimento della sequenza stratigrafica è stata eseguita
direttamente dal materiale estratto e depositato in cassetta
campionatrice durante la perforazione; le descrizioni sono state
riportate nelle statigrafie, allegate ai risultati finali del progetto.
• Oltre alle perforazioni è stata eseguita un’indagine indiretta mediante
uno stendi mento elettrico SEV con interpretazione Tomografica dei
risultati che ha potuto in maniera preventiva individuare l’estensione
della cavità per il posizionamento dei punti di indagine diretta.
In base all’incarico ricevuto, con la presente Relazione Geologica che
accompagna il “Progetto di caratterizzazione ambientale della grava
Signorotti” in agro di San Giovanni Rotondo, si ritiene di aver
ottemperato al mandato, avendo coadiuvato nella DD.LL. alla corretta
gestione ed esecuzione delle indagini previste dal progetto, al fine di
giungere ad un’altrettanta giusta e corretta caratterizzazione
ambientale del sito.
San Giovanni R., 01-10-2007
Il Geologo Incaricato
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Dott. Geol. Nazario Di Lella
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STRALCIO i.g.m. 1:50.000
Ubicazione Area
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Conoidi di deiezione / Detriti di Falda
Brecce cementate
Calcari oolitici di Coppa Guardiola
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