che sarà? scuola - cobas scuola palermo · ricchi e poveri, tra capitale e lavoro, ma – ci...

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di Piero Bernocchi Siamo tra i pochissimi che de- nunciarono, prima delle ele- zioni, i pericoli di un governo di centrosinistra che prose- guisse la politica berlusconia- na, ma con l’appoggio dei sin- dacati di Stato Cgil-Cisl-Uil e in un clima di passività socia- le, dovuto alla logica del “me- no peggio” rispetto al timore di un ritorno del centrodestra. Ma negli ultimi mesi il gover- no Prodi è andato oltre le più nere previsioni, e ha prima – con il protocollo del 23 luglio - elevato l’età pensionabile di 5 anni, abbassato i rendimenti delle pensioni e resa perma- nente la precarietà. E poi ha lanciato una campagna rea- zionaria, razzista e vigliacca verso i più deboli della socie- tà, i più indifesi, dai lavavetri ai rom, con il supporto entu- siasta dei sindaci-sceriffi, gui- dati dal ducetto di Bologna Cofferati (che milioni di perso- ne osannarono come il salva- tore del “popolo di sinistra” al Circo Massimo: e siamo orgo- gliosi di essere stati gli unici a non aver partecipato al suo trionfo di allora) che ha nobi- litato i nazi-leghisti di ogni ri- sma e i sempre più frequenti pogrom anti-migranti. Il messaggio inviato dal go- verno Prodi, ed in particolare dalla forza dominante in esso, il Partito Democratico, è terri- ficante: la lotta non sarebbe più tra padroni e salariati, tra ricchi e poveri, tra Capitale e Lavoro, ma – ci dicono in coro Veltroni, Prodi, Rutelli e D’Alema, all’inseguimento dei Sarkozy di oggi e dei Reagan o Thatcher di ieri - tra chi “la- vora duro e fa sacrifici” e i “fannulloni, gli scrocconi che vivono di assistenza pubblica e sulle spalle dei lavoratori” (manco fossimo in Svezia, con il reddito minimo garanti- to, le pensioni vere e i servizi sociali davvero a carico dello Stato, quando in Italia per POSTE ITALIANE SPA Spedizioni in A.P. art. 2 c. 20/C L.662/96 DC-RM In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Roma 37 novembre - dicembre 2007 Nuova serie - euro 1,50 OBAS giornale dei comitati di base della scuola Fioroni d’autunno Provvedimento omnibus: sanzioni disciplinari, rilancio dell’Invalsi, tempo pieno, pag. 3 Indicazioni Nazionali Ecco il “vecchio dis-umanesi- mo” di Fioroni, pag. 4 Test in crisi Finalmente anche qualche ac- cademico si accorge che i test fanno male, pag. 5 Rinnovo Ccnl Aumenti: incosistenti e tardivi. Normativa: operazione co- smetica, pag. 6 Finanziaria 2008 Scuola: tagli agli organici, agli orari, alle classi. Niente soldi per i contratti, pag. 7 Affari loro Si arricchiscono le scuole private e le università telematiche, pag. 8 Ata ex enti locali Storia di ordinaria ingiustizia e strane complicità, pag. 9 Precariato Un esercito di riserva coerente e congeniale alla scuola-azienda. La Corte di Giustizia riconosce gli scatti di anzianità, pag. 10 e 11 Welfare La farsa della consultazione sull’Accordo del 23 luglio, pag. 14 Bolla finanziaria I riflessi della crisi dei mutui sub- prime sull’economia mondiale, pag. 15 di Ferdinando Alliata Già, “c’era una volta il con- tratto …”. C’era, cioè, un tem- po in cui i lavoratori dipen- denti lottavano per un con- tratto che stabiliva quanto della ricchezza nazionale che producevano doveva tornare nelle loro tasche, e insieme c’era un meccanismo auto- matico di rivalutazione – la tanto vituperata scala mobile – che permetteva di salva- guardare, seppur in ritardo e parzialmente, il potere di ac- quisto degli stipendi. Quello era il tempo in cui, ad esempio, un docente laureato della scuola superiore con 20 anni di anzianità (vedi tabella in alto) percepiva una retribu- zione mensile lorda di circa 3.182.000 lire, che oggi var- rebbero circa 2.770 euro (so- lo per la rivalutazione mone- taria - indice Istat Foi nazio- nale), mentre oggi ne guada- gna appena 2.192. Quello era il tempo dell’ultimo contratto scuola degno di questo nome, quello dei bloc- chi degli scrutini dei Cobas del 1988. Quello era il tempo in cui non era ancora stato sottoscritto tra Governo, Confindustria, Cgil-Cisl-Uil e Associazioni va- rie il famigerato Accordo sulla politica dei redditi del 23 lu- glio 1993. Un Accordo che proclamava solennemente che “Una politica dei redditi così definita, unitamente al- l'azione di riduzione dell'infla- zione, consente di mantenere l'obiettivo della difesa del po- tere d'acquisto delle retribu- zioni e dei trattamenti pensio- continua a pagina 6 C’era una volta il contratto Come la concertazione taglia i nostri stipendi continua a pagina 2 Che sarà? di Piero Castello Se non fosse scritto nero su bianco negli Atti Parlamentari non ci si crederebbe. Il Capo XIX (Missione 22 - Istruzione scolastica) comincia con l’art. 50 che ha il seguente titolo: “Norme per il rilancio dell’effi- cienza e l’efficacia della scuo- la”. Dopo il titolo, sempre l’art. 50 declama: “Per una maggiore qualificazione dei servizi scolastici ...” segue un elenco interminabile di tagli. Oltre il danno anche la beffa! 1. Dall’anno scolastico 2008- 2009 verranno tagliate dalle 2 alle 6 ore di scuola a settima- na alle classi prime dei licei sperimentali (comma 1, pun- to a). L’anno scorso fu taglia- to lo stesso numero di ore nelle classi prime degli Istituti tecnici e professionali, contri- buendo alla riduzione di 15.000 posti. Si è trattato so- lo dell’inizio perché la norma è entrata in vigore per le sole classi prime. A regime per tutte le classi si avranno al- meno 47.000 posti in meno. Non si tratta, naturalmente, solo del taglio degli insegnati, ma anche dei tagli al “tempo scuola” per rendere la scuola pubblica sempre meno effi- ciente ed efficace, l’insegna- mento sempre più banale, no- zionistico, trasmissivo e auto- ritario. La Relazione tecnica che accompagna la legge spiega puntualmente che nel prossimo triennio verranno ri- sparmiati, per questa sola mi- sura, 3.852.928 euro ciascun anno. La stessa Relazione spiega che ciò potrà avvenire grazie “ad un risparmio di 2.232 ore di insegnamento per effetto della riduzione a 34 ore settimanali di insegna- mento per i percorsi speri- mentali dei licei”. 2. In tutte le scuole superiori, per poter ridurre ulteriormen- te il numero degli insegnanti, l’organico verrà calcolato “te- nendo conto del numero com- Povera scuola continua a pagina 7 Dpr 399/88 rivalutazione Ccnl 2007 tagli riduzione in lire agosto 2007 - euro euro euro % sul 2007 Coll. scolastico 24.480.000 21.307 17.294 - 4.013 - 23,2 Ass. amm.-tecn. 27.936.000 24.315 19.734 - 4.581 - 23,2 D.s.g.a. 32.268.000 28.086 26.816 - 1.270 - 4,7 Doc. mat.-elem. 32.268.000 28.086 24.749 - 3.337 - 13,5 Doc. dipl. II gr. 34.008.000 29.601 24.749 - 4.852 - 19,6 Doc. media 36.036.000 31.366 26.941 - 4.425 - 16,4 Doc. laur. II gr. 38.184.000 33.235 27.692 - 5.543 - 20,0 Stipendio annuo lordo percepito nel maggio 1990, per tutti i profili professionali con 20 anni di anzianità e la sua rivalutazione ad agosto 2007 (ultimo indice disponibile Istat inflazione Famiglie Operai Impiegati-FOI) a confronto con i valori previsti a regime per le corrispondenti tipologie di personale dal nuovo Ccnl Stipendi 1990/2007 confronto al netto inflazione Istat - indice Foi

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Page 1: Che sarà? scuola - Cobas Scuola Palermo · ricchi e poveri, tra Capitale e Lavoro, ma – ci dicono in coro Veltroni, Prodi, Rutelli e D’Alema, all’inseguimento dei Sarkozy di

di Piero Bernocchi

Siamo tra i pochissimi che de-nunciarono, prima delle ele-zioni, i pericoli di un governodi centrosinistra che prose-guisse la politica berlusconia-na, ma con l’appoggio dei sin-dacati di Stato Cgil-Cisl-Uil ein un clima di passività socia-le, dovuto alla logica del “me-no peggio” rispetto al timoredi un ritorno del centrodestra.Ma negli ultimi mesi il gover-no Prodi è andato oltre le piùnere previsioni, e ha prima –con il protocollo del 23 luglio -elevato l’età pensionabile di 5anni, abbassato i rendimentidelle pensioni e resa perma-nente la precarietà. E poi halanciato una campagna rea-zionaria, razzista e vigliaccaverso i più deboli della socie-tà, i più indifesi, dai lavavetriai rom, con il supporto entu-siasta dei sindaci-sceriffi, gui-dati dal ducetto di BolognaCofferati (che milioni di perso-ne osannarono come il salva-tore del “popolo di sinistra” alCirco Massimo: e siamo orgo-gliosi di essere stati gli unici anon aver partecipato al suotrionfo di allora) che ha nobi-litato i nazi-leghisti di ogni ri-sma e i sempre più frequentipogrom anti-migranti.Il messaggio inviato dal go-verno Prodi, ed in particolaredalla forza dominante in esso,il Partito Democratico, è terri-ficante: la lotta non sarebbepiù tra padroni e salariati, traricchi e poveri, tra Capitale eLavoro, ma – ci dicono in coroVeltroni, Prodi, Rutelli eD’Alema, all’inseguimento deiSarkozy di oggi e dei Reagano Thatcher di ieri - tra chi “la-vora duro e fa sacrifici” e i“fannulloni, gli scrocconi chevivono di assistenza pubblicae sulle spalle dei lavoratori”(manco fossimo in Svezia,con il reddito minimo garanti-to, le pensioni vere e i servizisociali davvero a carico delloStato, quando in Italia per

POSTE ITALIANE SPA Spediz ioni in A.P.

art. 2 c. 20/C L.662/96 DC-RM In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Roma

37novembre - dicembre 2007Nuova ser ie - euro 1 ,50OBAS

giornale dei comitati di base della scuola

Fioroni d’autunnoProvvedimento omnibus:sanzioni disciplinari, rilanciodell’Invalsi, tempo pieno, pag. 3

IndicazioniNazionaliEcco il “vecchio dis-umanesi-mo” di Fioroni, pag. 4

Test in crisiFinalmente anche qualche ac-cademico si accorge che i testfanno male, pag. 5

Rinnovo CcnlAumenti: incosistenti e tardivi.Normativa: operazione co-smetica, pag. 6

Finanziaria 2008Scuola: tagli agli organici, agliorari, alle classi. Niente soldiper i contratti, pag. 7

Affari loroSi arricchiscono le scuoleprivate e le universitàtelematiche, pag. 8

Ata ex enti localiStoria di ordinaria ingiustizia estrane complicità, pag. 9

PrecariatoUn esercito di riserva coerentee congeniale alla scuola-azienda.La Corte di Giustizia riconoscegli scatti di anzianità, pag. 10 e 11

WelfareLa farsa della consultazionesull’Accordo del 23 luglio,pag. 14

Bolla finanziariaI riflessi della crisi dei mutui sub-prime sull’economia mondiale,pag. 15

di Ferdinando Alliata

Già, “c’era una volta il con-tratto …”. C’era, cioè, un tem-po in cui i lavoratori dipen-denti lottavano per un con-tratto che stabiliva quantodella ricchezza nazionale cheproducevano doveva tornarenelle loro tasche, e insiemec’era un meccanismo auto-matico di rivalutazione – latanto vituperata scala mobile– che permetteva di salva-guardare, seppur in ritardo eparzialmente, il potere di ac-quisto degli stipendi.

Quello era il tempo in cui, adesempio, un docente laureatodella scuola superiore con 20anni di anzianità (vedi tabellain alto) percepiva una retribu-zione mensile lorda di circa3.182.000 lire, che oggi var-rebbero circa 2.770 euro (so-lo per la rivalutazione mone-taria - indice Istat Foi nazio-nale), mentre oggi ne guada-gna appena 2.192.Quello era il tempo dell’ultimocontratto scuola degno diquesto nome, quello dei bloc-chi degli scrutini dei Cobas del1988.

Quello era il tempo in cui nonera ancora stato sottoscrittotra Governo, Confindustria,Cgil-Cisl-Uil e Associazioni va-rie il famigerato Accordo sullapolitica dei redditi del 23 lu-glio 1993. Un Accordo cheproclamava solennementeche “Una politica dei redditicosì definita, unitamente al-l'azione di riduzione dell'infla-zione, consente di mantenerel'obiettivo della difesa del po-tere d'acquisto delle retribu-zioni e dei trattamenti pensio-

continua a pagina 6

C’era una voltail contratto Come la concertazione taglia inostri stipendi

continua a pagina 2

Chesarà?

di Piero Castello

Se non fosse scritto nero subianco negli Atti Parlamentarinon ci si crederebbe. Il CapoXIX (Missione 22 - Istruzionescolastica) comincia con l’art.50 che ha il seguente titolo:“Norme per il rilancio dell’effi-cienza e l’efficacia della scuo-la”. Dopo il titolo, semprel’art. 50 declama: “Per unamaggiore qualificazione deiservizi scolastici ...” segue unelenco interminabile di tagli.Oltre il danno anche la beffa!1. Dall’anno scolastico 2008-2009 verranno tagliate dalle 2alle 6 ore di scuola a settima-na alle classi prime dei liceisperimentali (comma 1, pun-to a). L’anno scorso fu taglia-to lo stesso numero di orenelle classi prime degli Istitutitecnici e professionali, contri-buendo alla riduzione di15.000 posti. Si è trattato so-lo dell’inizio perché la norma èentrata in vigore per le soleclassi prime. A regime pertutte le classi si avranno al-meno 47.000 posti in meno.Non si tratta, naturalmente,solo del taglio degli insegnati,ma anche dei tagli al “temposcuola” per rendere la scuolapubblica sempre meno effi-ciente ed efficace, l’insegna-mento sempre più banale, no-zionistico, trasmissivo e auto-ritario. La Relazione tecnicache accompagna la leggespiega puntualmente che nelprossimo triennio verranno ri-sparmiati, per questa sola mi-sura, 3.852.928 euro ciascunanno. La stessa Relazionespiega che ciò potrà avveniregrazie “ad un risparmio di2.232 ore di insegnamentoper effetto della riduzione a34 ore settimanali di insegna-mento per i percorsi speri-mentali dei licei”.2. In tutte le scuole superiori,per poter ridurre ulteriormen-te il numero degli insegnanti,l’organico verrà calcolato “te-nendo conto del numero com-

Poverascuola

continua a pagina 7

Dpr 399/88 rivalutazione Ccnl 2007 tagli riduzionein lire agosto 2007 - euro euro euro % sul 2007

Coll. scolastico 24.480.000 21.307 17.294 - 4.013 - 23,2

Ass. amm.-tecn. 27.936.000 24.315 19.734 - 4.581 - 23,2

D.s.g.a. 32.268.000 28.086 26.816 - 1.270 - 4,7

Doc. mat.-elem. 32.268.000 28.086 24.749 - 3.337 - 13,5

Doc. dipl. II gr. 34.008.000 29.601 24.749 - 4.852 - 19,6

Doc. media 36.036.000 31.366 26.941 - 4.425 - 16,4

Doc. laur. II gr. 38.184.000 33.235 27.692 - 5.543 - 20,0

Stipendio annuo lordo percepito nel maggio 1990, per tutti i profili professionali con 20 anni di anzianità ela sua rivalutazione ad agosto 2007 (ultimo indice disponibile Istat inflazione Famiglie Operai Impiegati-FOI)a confronto con i valori previsti a regime per le corrispondenti tipologie di personale dal nuovo Ccnl

Stipendi 1990/2007confronto al netto inflazione Istat - indice Foi

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2 COBAS 37 - novembre/dicembre 2007d a l l a p r i m a

una pensione sociale di 400euro bisogna aspettare i 65anni). La salvezza verrebbedalla alleanza con il padrona-to “produttivo”, il quale inrealtà parassita lo Stato al-meno quanto la “casta” politi-ca, essendo mantenuto davagonate di denaro pubblico(le due Finanziarie del gover-no Prodi hanno regalato circa24 miliardi di euro ai padroni,più del doppio di Berlusconi incinque anni), e si ricorda del-la “libera” concorrenza soloquando si tratta di sfruttareall’osso i lavoratori. E tutti in-sieme - propongono i Prodi ei Veltroni - a dare addosso agliultimi della terra! Incredibilmente chiamanotutto questo moderatismo eriformismo. Ma quale mode-rati, questi sono più estremi-sti di Sarkozy e di Berlusconinella loro fede liberista e se-curitaria! Nel Parlamento c’èoramai una destra e un cen-trodestra, la sinistra istituzio-nale si è liquefatta come neveal sole. Siamo in un momentoepocale, al punto di apprododi una micidiale involuzione,iniziata decenni fa, delle orga-nizzazioni politiche e sindaca-li dei lavoratori. In particolaresi è conclusa miseramente laparabola del Partito comuni-sta e dei suoi eredi, inserititotalmente nella gestione ca-pitalistica e portatori convintidel pensiero dei “padroni delPianeta”, con un PartitoDemocratico identico al suoomonimo statunitense, impe-gnato a cancellare ogni tracciadi conflitto e la memoria didue secoli di lotta dei salariati. Il centrosinistra sta distrug-gendo ogni speranza di riscat-to collettivo, e la sedicente si-nistra radicale partecipa comeun’oca giuliva. Non c’è rospogigante che il Prc, il Pdci o iVerdi non abbiano ingoiato.Non vollero votare contro nésull’Afghanistan né sul Libanoné su Vicenza – chissà perchéabbiamo mobilitato milioni dipersone contro la guerra –ma avevano promesso barri-cate in difesa delle pensioni econtro la precarietà. Chi le haviste? Sono abbarbicati aMontecitorio come se il gover-no Prodi fosse l’ultimo baluar-do anti-barbarie e non aves-sero altra ragione sociale chela difesa del proprio ruolo go-vernativo. E poi ci si lamentadel “qualunquismo” di milionidi persone che bollano l’intera“casta” politica! E a proposito di casta, guai amettere in secondo pianoquella che dirige Cgil, Cisl, Uil.Per capirne la forza corruttri-ce, basta guardare alla con-sultazione promossa sulProtocollo, esaltata all’uniso-no come grande prova di de-mocrazia, mentre in realtà siè trattato di una partita truc-cata come tutta le democraziasindacale, requisita dai tresindacati che la esercitano inmaniera monopolistica, dasindacato di Stato, negandoogni spazio ai Cobas e a tutte

le strutture non colluse con ilpadronato e i governi. Altroche referendum: Cgil-Cisl-Uilhanno gestito come hannovoluto una grande azione dipropaganda. In un referen-dum vero le tesi in contrappo-sizione hanno lo stesso spazioper essere discusse, le vota-zioni avvengono in “camponeutro” con modalità chiare ecertificate da scrutatori im-parziali. Qui, al di fuori dellefabbriche ove la nostra pre-senza e l’opposizione dellaFiom ha imposto un minimodi procedura (e non a caso havinto il NO), nessuno ha potu-to presentare le ragioni delNO, le votazioni sono avvenu-te o nelle sedi sindacali senzaalcun controllo, o alla fine diassemblee (vedi scuola epubblico impiego) oramai de-serte senza alcuno scrutiniopubblico.Fin qui abbiamo scavato nelleviscere degli avversari. Ma laquestione-chiave è ora: chefacciamo noi, coloro che sioppongono al governo e allaresa delle sinistre istituziona-li, che rifiutano la cancellazio-ne di decenni di conflitto? Seil momento è epocale perchési conclude la mutazione dipelle di quelle che un tempoerano le principali organizza-zioni dei lavoratori, epocalidovrebbero essere anche lenostre scelte. Da noi ci siaspetta che si facciano con-vergere nello scontro le forze,che non ci si accontenti di es-sere sinistra antagonista all’e-sistente ma che poi agisce di-visa e in ambiti ristretti, qua-si da ghetto: ci si chiede di di-ventare sinistra “popolare”,nel senso più vero del termi-ne, rivolgendosi in permanen-za a milioni di persone, difen-dendo i loro bisogni sociali ecivili più profondi, disprezzatie calpestati.Negli ultimi mesi qualche pas-so avanti lo abbiamo fatto. Il9 giugno abbiamo ridicolizza-to la sinistra di governo emesso in campo il movimentoantiguerra con la grande ma-nifestazione dei centomilacontro l’arrivo di Bush e la po-litica bellica del governo Prodi(che si intensifica anche inquesta Finanziaria, con un ul-teriore aumento della spesamilitare del 10%, dopo il 13%in più dello scorso anno).Abbiamo poi lanciato l’impre-sa dello sciopero generale egeneralizzato per il 9 novem-bre convocato dai Cobas e davari sindacati alternativi, damoltissimi centri sociali, strut-ture del precariato, studente-sche e sociali. Vorremmo ave-re la massima generalizzazio-ne dello sciopero, visibile nonsolo nei posti di lavoro ma an-che nella vita delle città, peresprimere l’opposizione alProtocollo, alla Finanziaria, al-la politica sociale ed economi-ca del governo Prodi, alle leg-gi-precarietà (30 e Treu), perla garanzia del lavoro e delreddito, la difesa dei diritti so-ciali acquisiti e la loro esten-sione a tutti/e. Portando inpiazza, nei capoluoghi di re-gione, centinaia di migliaia dipersone, chiederemo anche lafine del monopolio Cgil-Cisl-Uil e la restituzione dei diritti

sindacali a tutti i lavoratori eorganizzazioni.Per quel che riguarda le formedelle alleanze, non pensiamoad impossibili unificazioni po-litiche; anzi, non crediamo al-la “reductio ad unum”, al par-tito o sindacato unico, nèpensiamo che un modello or-ganizzativo debba escluderegli altri. Non c’è un settore so-ciale che può rappresentaretutti, c’è un arcobaleno di for-ze antiliberiste e anti-guerrache abbisogna di pluralità enon di qualcuno che pretendadi impacchettarle e usarle inParlamento. E non pensiamoneanche ad un mega-Accordocon un programma dove cimettiamo d’accordo su tuttolo scibile. Pensiamo a Patti te-matici, settoriali, su piattafor-me comuni: ad esempio, unprimo Patto che riguardi lequestioni sociali e lavorative,un programma comune perlottare contro la precarietà divita e di lavoro, per difenderee potenziare le strutture so-ciali pubbliche, la scuola, lasanità, i trasporti, per ridistri-buire la ricchezza, recuperan-do il salario falcidiato selvag-giamente (e il contratto-po-vertà firmato nella scuola neè un esempio eloquente) allavoro dipendente, bloccandola mercificazione dilagantedell’istruzione, della salute edi ogni aspetto di vita.E un analogo Patto unitariopuò essere stipulato tra unvasto arco di forze no-war perl’opposizione alla guerra, alle

basi e alle spese militari; edun terzo per la difesa del ter-ritorio e dei beni comuni dalladevastazione ambientale, te-ma sul quale finalmente si so-no accesi i riflettori, ma senzache venga detto che il cancroche corrode la terra è la mer-cificazione imposta dalCapitale e dal Profitto a qual-siasi cosa viva: ma, appunto,con Patti diversi che coinvol-gano il più ampio arco di for-ze, e si trovino in sintonia conquelle esperienze di unità dalbasso (da Vicenza ai no-Tavai tanti comitati territoriali eambientalisti) che cercanouna democrazia diretta e nonsono interessate a piattafor-me politiche totalizzanti.In quanto alle forme, non ser-ve nulla di particolarmentecentralizzato o burocratico:basterebbero assemblee na-zionali e territoriali periodichee gruppi di lavoro permanentisui tre blocchi di temi, che ag-giornino una piattaforma co-mune e articolino sia le inizia-tive unitarie sia quelle chenon ci vedranno insieme.Complicato? Certamente.Abbiamo paragonato questoprocesso e i suoi protagonistial “Bar di Guerre Stellari” -quel bar della famosa saga ci-nematografica - ove si incon-travano i viaggiatori di tutte leGalassie, chi con la testa dapesce, chi con la proboscide,chi con tre braccia o tre gam-be. Insomma, soggetti assaidiversi, e anche molto rissositra loro, perché, essendo fuo-

ri o ostili ai processi e allestanze del Potere, venivanoghettizzati e messi l’uno con-tro l’altro. Ma è proprio lì, su-perate le divisioni e le rivalità,che si organizza la rivoltacontro un Potere sempre piùsoffocante, indifferenziato eoligarchico nella difesa deipropri privilegi e sordo adogni esigenza popolare.In effetti anche noi, che ci op-poniamo alla corrente liberi-sta, bellicista e securitaria,sembriamo venire da diverse“galassie” politiche, sindacalie sociali. Però la cosa rilevan-te è che vogliamo provare adagire insieme, e che, a causadella catastrofe della sinistradi governo, da noi ci si aspet-ta un salto di qualità. Certo,bisogna rinunciare ad un po’di cura dei propri giardinettiper pensare al possibile parcocomune. Ma se non proviamo a farequesto tentativo, non verremoperdonati, non diciamo dallaStoria per non apparire mega-lomani, ma da chi ci segue daanni di sicuro. Dunque, pro-viamoci: hai visto mai che sta-volta ce la facciamo?

Che sarà?segue dalla prima pagina

Le immagini di questonumero riproduconoopere di Francisco deZurbarán (Fuente deCantos, Badajoz, 1598- Madrid, 1664).

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di Nicola Giua

Risale al 7 settembre, il varoin consiglio dei ministri deldecreto legge 147”Disposizioni urgenti per assi-curare l'ordinato avvio del-l'anno scolastico 2007/2008”. I media di regime, senza averletto il documento e basando-si sulle veline governative,hanno blaterato di ”Stretta suiprofessori assenteisti” e”Pugno duro per i docenti fan-nulloni”. Ovviamente nel de-creto non c’è nulla di tutto ciòma diversi provvedimenti inprevalenza negativi. Ai primidi ottobre la Camera approvail ddl 1829 (la legge di con-versione del decreto) chepassata al Senato è stata de-finitivamente approvata loscorso 17 ottobre. Vediamonei punti salienti.1) Tempo pieno solo quantone decide Padoa Schioppa. Ildecreto è chiaro: ritorna ”l'or-ganizzazione di classi funzio-nanti a tempo pieno, secondol’art. 130, comma 2 delD.L.vo 297/94, con 40 ore

settimanali” ma “nei limitidella dotazione complessivadell'organico di diritto deter-minata con decreto delMinistro della PubblicaIstruzione, di concerto con ilMinistro dell'Economia e delleFinanze, ai sensi dell'articolo22, comma 2, della legge 28dicembre 2001, n. 448”. Èquesta una disposizione con-tenuta nella prima legge fi-nanziaria del governoBerlusconi; il comma 2 del-l’articolo 22 stabilisce che ilMpi, di concerto con il Ministrodell’Economia, emana il de-creto sugli organici definiti se-condo quanto stabilito dalprecedente comma 1: ”le do-tazioni organiche del perso-nale docente delle istituzioniscolastiche autonome sonocostituite sulla base del nu-mero degli alunni iscritti, del-le caratteristiche e delle enti-tà orarie dei curricoli obbliga-tori relativi ad ogni ordine egrado di scuola”. Il che significa ristabilire l'esi-stenza del modello pre-Moratti ma limitarlo alle classi

già esistenti. Come dire, laparte d’Italia che ha il TempoPieno se lo tiene e per gli altriniente da fare. Incredibile!Ribadiamo che il testo non faalcun riferimento alle richiestedelle famiglie che, quindi,possono essere disattese sele risorse finanziarie non con-sentono di attivare tutti i postidi tempo pieno necessari.2) Taglia qui e metti là.Vengono innalzati i limiti per icompensi ai commissari degliesami di Stati: da138.000.000 (stanziati l’annoscorso e risultati ampiamenteinsufficienti) a 183.000.000euro; i 45 milioni in più co-munque vengono ricavati di-minuendo “opportunamente”gli stanziamenti della finan-ziaria 2007 per obbligo scola-stico, libri di testo gratuiti enuove tecnologie. - Spese per le supplenze permaternità. Un vero e propriogioco di prestigio: il decretostabilisce che d’ora in avantitali spese saranno liquidatedirettamente dal Ministero delTesoro; con quali soldi? È ov-

vio: con i fondi disponibili sulcapitolo di spesa del Mpi de-stinati al pagamento dellesupplenze temporanee. Per il2007 il fondo verrà tagliato di66 milioni di euro e per il2008 di 198 milioni. Allescuole verranno quindi ulte-riormente decurtati gli stan-ziamenti per le supplenzebrevi. 3) Ma il capolavoro del decre-to legge urgente è nella parterelativa alle modifiche delleprocedure disciplinari. Cavalcando alcuni casi, (tuttida dimostrare) che sono statisulle prime pagine dei giorna-li nell’ultimo anno il governoha predisposto un vero e pro-prio golpe sulle procedure di-sciplinari a carico dei docenti. Infatti con la legge approvataè stato eliminato il caratterevincolante del parere dei con-sigli di disciplina del Consiglioscolastico provinciale (per idocenti delle scuole materne,elementare e media) e delConsiglio nazionale dellaPubblica Istruzione (per i do-centi della scuola superiore),per quanto riguarda i provve-dimenti sanzionatori di so-spensione dall’insegnamentoe fino ad arrivare alla destitu-zione (art. 503 del TestoUnico) e di trasferimento perincompatibilità ambientale(art. 469).Per di più “qualora vi siano ra-gioni di urgenza”, dovute a“gravi fattori di turbamentodell’ambiente scolastico e dipregiudizio del rapporto fidu-ciario tra l’istituzione e le fa-miglie”, il dirigente scolasticopuò adottare il provvedimen-to di sospensione (durantel’anno scolastico) senza senti-re il collegio dei docenti.In tale modo, per compiacereun’opinione pubblica succubedi una martellante campagnascandalistica nei confrontidella scuola dello Stato, non siesita ad esautorare gli organidi democrazia scolastica con-siderando i docenti alla stre-gua di dipendenti amministra-tivi in tutto sottoposti all’arbi-trio del dirigente e al condi-zionamento del potere politi-co: è un duro colpo inferto al-la libertà di insegnamento cheè la discriminante essenzialetra scuola pubblica e scuolaprivata. Si noti che la discipli-na in oggetto era stata previ-sta dai Decreti Delegati del1974 proprio per garantire lalibertà degli insegnanti in ra-gione dei comportamenti ar-bitrari in tema di disciplinache l’Amministrazione scola-stica aveva sempre adottato.Ci pare che questa parte delDecreto Legge non rivestissealcuna urgenza e la disciplinain oggetto sia stata modifica-ta con un vero e proprio gol-pe contro gli insegnanti dellascuola pubblica italiana affin-chè il potere disciplinare siatotalmente nelle manidell’Amministrazione scolasti-ca la quale deve solo chiedereun parere ai Consigli di disci-plina i quali perdono il poteredi esprimere un parere vinco-lante per l’amministrazioneper diventare dei consigli vuo-ti che devono solo esprimereuna propria opinione sul pro-cedimento disciplinare.

Pensate che sarebbe successose con un decreto legge l’at-tuale governo (non osiamoneanche pensare conBerlusconi) avesse tolto il po-tere disciplinare sui giudici edi magistrati al CSM e l’avesseassegnato integralmente alMinistro di turno. Si sarebbe parlato di golpeantidemocratico. Pensiamoproprio di si. E invece per gliinsegnanti. Niente!Il decreto è stato convertito inlegge con buona pace di tuttied incredibilmente votato an-che dalla cosiddetta sinistrarappresentata in Parlamento.Vergogna!4) Le novità per gli esami el’Invalsi.- Più vincoli per i privatisti. Chivorrà sostenere da esterno gliesami di Stato non potrà sce-gliere la scuola ma dovrà pre-sentare domanda presso gliUffici scolastici regionali chepoi provvederà a distribuirlinelle varie commissioni.- Ritorna l’ammissione all’e-same di terza media. Viene ri-pristinata l’ammissione a so-stenere gli esami di licenzamedia che l’anno scorso erasaltata, in virtù di una normaprevista nella riforma Moratti.- La quinta prova scritta all’e-same di licenza media.“L’esame di Stato comprendeuna ulteriore prova scritta, acarattere nazionale, volta averificare i livelli generali especifici di apprendimentoconseguiti dagli studenti. I te-sti relativi alla suddetta provasono scelti dal Ministro dellapubblica istruzione tra quellipredisposti annualmentedall’Invalsi”. La solita maniacertificatoria di Fioroni e l’in-vadenza dell’Invalsi. Con que-sta aggiunta salgono a 5 leprove scritte a cui sottoporregli alunni.- Ancora Invalsi. “Dall’a.s.2007-08 il MPI fissa, con diret-tiva annuale, gli obiettivi dellavalutazione esterna condottadall’Invalsi in relazione al si-stema scolastico e ai livelli diapprendimento degli studenti,per effettuare verifiche perio-diche e sistematiche sulle co-noscenze e abilità degli stu-denti, di norma, alla classe se-conda e quinta della scuolaprimaria, alla prima e terzaclasse della scuola secondariadi I grado e alla seconda equinta classe del secondo ci-clo, nonché altre rilevazioninecessarie per la valutazionedel valore aggiunto realizzatodalle scuole”. Vengono ripro-poste le deleterie prove Invalsiper alunni e scuole, che tanticollegi hanno rigettato. 5) Un’altra mancia per le pri-vate. Una decina di milioni dieuro per le sezioni primaveradella scuola materna, vale adire riproposizione del morat-tiano anticipo a 2 anni e mez-zo per le materne e ulteriorefinanziamento alle scuole pri-vate che si pappano i due ter-zi del finanziamento essendoquelle che hanno presentatogli appositi progetti.In definitiva siamo di frontead un’accozzaglia di provvedi-menti dannosi per la scuola o,in pochi casi, positivi ma finoad un certo limite: quello de-ciso da Padoa Schioppa.

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Colpi di cacciavite Sanzioni sommarie per i docenti eforza Invalsi

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di Francuccia Noto

Il 3 settembre scorso Fioroniha presentato le nuoveIndicazioni nazionali per ma-terna, elementare e media.Lancio in grande stile: confe-renza stampa e milioni di co-pie spedite alle scuole. Suigiornali il solito coro reveren-ziale: “Si torna a studiare letabelline, i fiumi e i montid’Italia”. La presentazionemediatica era stata precedutaun mese prima da un decretoministeriale e da una direttivacon cui si disegna il percorsodelle nuove Indicazioni.Secondo il ministro con que-sto documento si sancisce ildefinitivo passaggio dallascuola dei programmi a quel-la delle competenze, definen-do cosa dovranno saper faregli alunni al termine dellascuola materna, della scuolaelementare e della media."Sono Indicazioni di una fasesperimentale e il decreto èmodificabile tra due anni", hadetto il ministro. "Le nuoveindicazioni tracciano le linee ei criteri per il conseguimentodelle finalità formative e degliobiettivi di apprendimento perla scuola dell'infanzia e delprimo ciclo in sostituzionedelle precedenti. Le scuole so-no tenute da quest'anno allaelaborazione dei curricula peruna prima fase di sperimenta-zione che si chiuderà nel2009. In seguito, dal2009/2010 le indicazioni en-treranno a regime". Nella pri-mavera del 2008 è previstauna consultazione nazionaleper la raccolta di dati e rifles-sioni.In realtà aldilà del profluvio dibanalità altisonanti (“nuovoumanesimo”, “sfida del terzomillennio”, "centralità dellapersona”, “l’uomo planetario”ecc.) siamo di fronte ad unnuovo tentativo di portare lascuola italiana alla valutazio-ne per competenze e, conse-guentemente, alla valutazio-ne delle competenze.Insomma la riproposizionedell’insegnamento modulare,dell’apprendimento “spezzati-no”, valutato a colpi di test. Iltutto come ulteriore passag-gio verso l’abolizione del valo-re legale del titolo di studio,dopo il gran passo fatto nellascorsa primavera con l’impo-sizione della certificazionedelle competenze per gli alun-ni in uscita dalla media.L’elenco degli autori di cotan-te indicazioni fa accapponarela pelle: dei 16 componenti lacommissione, 10 sono profes-sori universitari, 1 dirigentescolastico in pensione, 3 diri-genti scolastici in servizio (dicui 2 morattiani di ferro e unain servizio in una scuola priva-ta), 1 direttore scolastico re-gionale ed 1 componente del-lo staff della viceministra

Bastico. Insegnanti zero, aperpetuare un’abitudine risa-lente almeno a Berlinguer. Già nel luglio scorso ilConsiglio Nazionale dellaPubblica Istruzione-Cnpi ave-va esaminato il provvedimen-to in questione esprimendosifavorevolmente sull’avvio delprocesso di innovazione, masospendendo il giudizio suicontenuti. Sembra che il di-battito, all’interno del Cnpi,sia stato piuttosto vivace, so-prattutto sulla parte che ri-guarda la scuola dell’infanzia.Per quanto riguarda i conte-nuti troviamo:- astratte proposizioni su pro-cessi di maturazione, su svi-luppo di capacità critiche epotenziamento delle abilita diosservazione e sintesi; - un prolisso elenco di presta-zioni che l’alunno deve saperfornire al termine di ogni gra-dino scolastico per le varie di-scipline per poter essere am-messo alla classe successiva.Si capisce che chi le ha scrittenon ha mai messo piede inaula scolastica dai tempi incui frequentava il liceo. Larealtà scolastica italiana è se-gnata dalle difficoltà di lavorodovute a stipendi di fame,personale sottodimensionato,strutture inadeguate, risorsedisperse su progetti. L’imposizione (perché di que-sto si tratta) di un nuovo mo-dello pedagogico, importatoacriticamente dagli Usa, servesolo ad abbassare ulterior-mente il livello qualitativo del-la scuola. Ma lo sanno Fioroni e i suoiamici della commissione chenella scuola del primo ciclo avolte si promuove un alunnonon perché abbia conseguitole competenze previste dalleloro indicazioni ma perchénon si ritiene opportuno farcambiare classe al fine di evi-tare un nuovo processo di so-cializzazione o per dare un ti-tolo di studio minimo e neces-sario a svolgere anche l’attivi-tà meno complessa? Lo sannoche quando giunge un alunnodi bassa estrazione socio-cul-turale non si possono valutaregli obiettivi didattici allo stes-so livello degli altri e si consi-dera, al fine della promozio-ne, il grado di miglioramentoottenuto nel corso dell’annoscolastico, prescindendo dallecompetenze che lor signorihanno previsto per un alunnomedio, immaginario e inesi-stente. Certo che lo sanno evogliono che tutto ciò finisca:chi non raggiunge le compe-tenze fissate sarà bollato, cer-tificato e bocciato. Contenticolleghi docenti: gli scrutinipossono essere aboliti, baste-rà inserire i dati in un compu-ter e il gioco è fatto. Insomma si ratificano le diffe-renze sociali.È straordinario, poi, come tut-

te le competenze elencate neldocumento riguardino presta-zioni didattiche curricolari:nessun accenno alle “compe-tenze” sociali e comporta-mentali che costituiscono, so-prattutto dalla media in giù,una gran porzione del lavoroin classe. Prova della distanza sideralerispetto alla realtà scolasticain cui vivono i redattori delleIndicazioni è il seguenteobiettivo di apprendimento altermine della terza media:“Sapere che non si può trova-re una frazione o un numerodecimale che elevato al qua-drato dà 2”. Ho fatto una pic-cola indagine tra i docenti checonosco, leggendo il citatoobiettivo: più della metà nonlo sapeva o non capiva di co-sa stessi parlando.Probabilmente a costoro do-vrebbe essere revocata la li-cenza media. Per quanto riguarda Storia eGeografia, Fioroni copia laMoratti: alle elementari si stu-dierà la storia fino alla cadutadell’Impero romano d’occi-dente e la geografia relativaall’Italia. La storia dal MedioEvo ad oggi e la geografia in-ternazionale si studierà soloalle medie. I bambini usciran-no dalla scuola elementaresenza aver mai sentito parla-re del Medioevo o delRinascimento, di CristoforoColombo, dell´Unità d´Italiao della Resistenza; la Grecia,per esempio, si studia solo a 9anni e quella del ‘900 solo a13, come se le capacità per-cettive e cognitive fosserosempre le stesse. Nonostante nella premessa siponga "il problema dello stu-dente che si trova ad interagi-re con culture diverse senzaavere strumenti adatti percomprenderle" e quindi si af-fermi che "alla scuola spetti ilcompito di fornire supportiadeguati", nelle Indicazionimanca negli obiettivi qualsiasiriferimento ad una visione in-terculturale. Negli obiettivi diItaliano della quinta elemen-tare non vi è un solo esplicitoriferimento alla lettura e com-prensione di testi di altre cul-ture, mentre per la terza me-dia è previsto un genericoleggere "testi letterari di variotipo" o "di varia natura e pro-venienza", risolvendo in modoperegrino il superamento del-l'eurocentrismo culturale. Ricordiamo che, come perquelle emanate dalla Moratti,non c’è alcun obbligo per iCollegi di adottare questenuove Indicazioni: ancora de-vono percorrere il loro iter chedeve obbligatoriamente sfo-ciare in un decreto delPresidente della Repubblica,così come non sono statiabrogati i precedenti pro-grammi che rimangono tutto-ra vigenti.

Svolta a destraLe nuove Indicazioni nazionali e il“vecchio dis-umanesimo” di Fioroni

Gentile Ministro Padoa Schioppa,sono un ragazzo di 30 anni, lavoro come operaio, vivo in peri-feria di una grande città e, ahimè, vivo ancora a casa dei miei.L'altro giorno ho sentito le sue parole in tv, e mi sono imme-diatamente identificato in coloro che lei definisce bamboccioni,quei trentenni che lei vorrebbe "mandar fuori da casa". Mi sondetto: "Grande Ministro, Lei ha ragione". Mi sono così rivoltoalla mia Banca per ottenere un mutuo. "Grande Ministro, avròfinalmente una casa tutta mia", ho pensato!Guadagno 1.000 Euro al mese + 13esima e 14esima, le qualispalmate in 12 mesi mi garantiscono un reddito mensile di1.166 euro. Visto che la rata mutuo non può superare 1/3 dello stipendio,mi posso permettere una rata di 388 euro al mese.Con questa rata mi viene concesso un mutuo di 65.770 euroin 30 anni (se aspettavo un altro po', vista l'età, non me loconcedevano un mutuo trentennale ... Grande Ministro, grazieper avermi fatto fretta!) Con il mio bel preventivo in tasca, hodeciso di rivolgermi immediatamente ad uno studio notarile,per farmi preventivare le spese che dovrò sostenere per acqui-stare una casa.Dai 65.000erotti euro, dovrò infatti togliere:- euro 3.000 circa di tasse in fase d'acquisto ("solo" 3.000 eu-ro visto che è la mia Prima Casa! Grande Ministro, grazie)- euro 2.500 circa di Notaio per l'acquisto- euro 2.000 circa di Notaio per il mutuo- euro 2.500 circa di allacciamenti alle utenze acqua, gas, luce Per un totale di euro 10.000 circa.Beh ... ho ancora a disposizione ben 55.770 Euro per la miacasetta!La dovrò arredare, ovvio, mica posso dormire per terra ...Mi sono rivolto così ad un mobilificio, per ora posso acconten-tarmi di una cucina, un tavolo con 2 sedie, un divano a dueposti, un mobile tv, un letto matrimoniale, un armadio e duecomodini ... il minimo, ma mi conosco, mi saprò adattare.Euro 7.000 circa, se i mobili me li monto io! Beh... pensavo peggio!Ho ancora a disposizione ben 48.770 Euro per la mia casetti-na, sono sempre 90erottimilioni di una volta! Grande Ministro, grazie!Entro gasatissimo in un'agenzia immobiliare, è arrivato il mo-mento ... Con 48.770 euro mi dicono che posso acquistare:- un garage di 38 mq. al livello - 2 di un condominio di 16 piani;- due cantine (non comunicanti tra loro) di mq. 18 ciascunanel condominio adiacente.Per l'abitazione più piccola ed economica - un bilocale trenten-nale di 45 mq. al piano seminterrato di uno stabile a 20 kmdalla città - dovrei spendere 121.000 Euro!Me ne torno a casa Ministro, a casa dei miei, ovviamente!Ho fatto quattro conti: per potermi permettere quel bilocale, dovrei:- o indebitarmi per altri 63 anni, quindi l'ultima rata la verseròfinalmente a 93 anni!- oppure dovrei guadagnare 3.000 euro al mese!Grande Ministro, grazie!

Giacomo Bertone

Un bamboccione scrivea Padoa Schioppa

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di Carmelo Lucchesi

Tempo ce n’è voluto ma allafine sembra che la truffa deitest sia diventata evidenteanche per i media italiani.Certo c’è voluto lo scandalodelle prove di ammissione al-le facoltà universitarie concandidati dalle risposte in ta-sca o aiutati via cellulare, leprove con item sbagliati neitest di cui sopra e la discesa incampo di qualche intellettualedi peso, ma ormai è chiaro atutti che i test valgono pocoper misurare intelligenze epreparazioni. Servono solo aselezionare, non chi possiedemaggiori capacità, ma paren-ti e candidati paganti.Illuminante è il saggio di HansMagnus Enzensberger sull’ar-gomento che ha fatto da bat-tistrada alle dichiarazioni dinumerosi accademici italiani.Salvatore Settis, direttoredella Scuola NormaleSuperiore di Pisa: “Test delgenere non servono a nulla. Iltalento si intuisce solo attra-verso lo specifico e non permezzo di quesiti attitudinaligenerali. Credo che questitest siano molto manipolabilie forniscano risultati deboli.La loro unica funzione è quel-la di deresponsabilizzare ilmomento della scelta”.Per Piergiorgio Odifreddi, or-dinario di Logica Matematicaall´Università di Torino, i testnon misurano l’intelligenzama il nozionismo. “Spessoquesti test sono fatti a tempoe l´intelligenza è poco colle-gata con la velocità. AlbertEinstein era lento ma, quandopoi raggiungeva un obiettivo,superava di gran lunga i colle-

ghi più veloci di lui. Essere ve-loci e brillanti non significaavere profondità di pensiero”. Sostenitori dei test nell’ordi-naria valutazione scolasticaritengono che almeno tre so-no le ragioni fondamentali peradoperare i test nella valuta-zione scolastica: “liquidare intempi ragionevoli la dispersio-ne e incrementare le compe-tenze dei nostri giovani; so-stenere l'autonomia delle isti-tuzioni scolastiche indicandoparametri certi per lo svolgi-mento delle loro attività; alli-neare il nostro Sistema diistruzione alle esigenze a cuiè solita richiamarci da annil'Unione europea”. Non è facile dimostrare comel’uso dei test possa contribui-re alla soluzione della disper-sione e a incrementare lecompetenze degli alunni.Tanti altri metodi di valutazio-ne degli apprendimenti da se-coli sono usati nell’azione di-dattica rivelandosi più congruidei test: le interrogazioni ora-li, le discussioni in classe, icomponimenti scritti, l’osser-vazione di quanto fa l’alunno,la produzione di elaborati varie così via. Attribuire una pro-prietà taumaturgica ai testnella questione dispersioneindica ignoranza o la consa-pevolezza di dire frottole al fi-ne di avvalorare una tesi. Chilavora a scuola sa che la dis-persione trova le sue radicinelle condizioni socio-econo-miche delle famiglie e nellecondizioni in cui si è costrettia lavorare in classi sovraffol-late e con infrastrutture menche mediocri. Lo strumentotest è ideale per valutare inmodo rapido e approssimati-

vo gli apprendimenti di 35alunni che compongono unaclasse. La seconda ragione (“soste-nere l'autonomia delle scuolecon parametri certi per losvolgimento delle loro attivi-tà”) appare ancora più diffici-le da dimostrare. Ma i test of-frono parametri certi? Solo itest offrono eventuali para-metri certi? Le tradizionali va-lutazioni sopra citate non nepossono offrire? Siamo anco-ra dalle parti delle affermazio-ni gratuite per portare acquaal proprio mulino.La terza ragione (“allineare ilnostro Sistema di istruzioneagli standard internazionali”)è l’unica con qualche fonda-mento: l’Italia fa parte dell’Uee dell’Ocse e dunque dobbia-mo adeguarci a quello chefanno gli altri per rendereconfrontabile il nostro sistemascolastico e consentire la vali-dità dei titoli rilasciati tra i va-ri Stati. Conseguenza naturaledi tale impostazione è, comeci spiega il recente Libro bian-co del ministro Fioroni, checon i risultati dei test si posso-no valutare, oltre gli alunni,anche le singole scuole.Questo ragionamento, però,cozza contro alcune evidenze:- esisteva un sistema di rico-noscimento dei titoli di studioanche prima della nascita del-la Ue, sarà stato più compli-cato ma esisteva; forse sa-rebbe bastato adeguarlo;- non si capisce perché in am-bito internazionale si debbaadottare il sistema dei testper comparare i diversi siste-mi scolastici: se ne trovino dialternativi invece di ostinarsia proporre la solita minestra.

- “È il criterio test che devesempre ispirare le interroga-zioni e le stese lezioni di uninsegnante”, ci spiegano i so-stenitori dei test, ergo l’ado-zione della valutazione con iquestionari comporta una ri-duzione delle metodologie di-dattiche ad un unico e solomodello predisposto alla veri-fica “testicolare”. Ecco come ilpensiero unico spegne qual-siasi speranza di libertà d’in-segnamento. - Varie esperienze di applica-zione dei test a raffica sono ri-sultate fallimentari: a) in Giappone (dove ai pun-teggi ottenuti dagli alunni neitest erano collegati anche glistipendi dei docenti) scoppiòun gigantesco scandalo quan-do un insegnante, appena an-dato in pensione, raccontò inun libro come fosse prassiconsueta tra i docenti giappo-nesi non solo promuovere an-che gli alunni meno preparatima soprattutto passare aglistudenti le risposte ai test dasvolgere. b) Il Canada abbandonò ten-tativi del genere quando neapparve chiaro non solo l’ef-fetto corrompente e grottescoma anche gli elevati costi del-l’elefantiaco sistema di valu-tazione appaltato ai privati:qualcuno fece notare che eraassai più produttivo investire isoldi del sistema di valutazio-ne nelle strutture scolastichee negli stipendi dei docenti.Forse siamo ad una frenatadel processo che da alcuni an-ni stravolge la scuola. Il re è nudo e qualcuno co-mincia a dirlo. Attenti però che la consape-volezza diffusa dell’imbrogliorappresentato dall’uso deitest nei processi di valutazio-ne non significa il loro definiti-vo abbandono da parte deivari Berlinguer, Moratti,Fioroni e soci confindustriali.Il sistema dei test costituisceun pilastro del loro modelloscolastico: se crolla va a roto-li tutto il loro sistema.

Test o croce?Tempi duri per la valutazione coni questionari

Bollitomisto

diGianni e Lucotto

Corpo movimento sportPovera buona vecchiaEducazione Fisica della scuolamedia! Prima le indicazioninazionali della Moratti ne han-no mutata la denominazionein Scienze Motorie e Sportive(che non era poi male), ades-so quelle di Fioroni la fannodiventare “Corpo movimentosport”. Quanto lavoro per glipsicologici che volessero spie-gare tanta ostinazione “rino-minalistica” della disciplinapreferita da quasi tutti glialunni. E che imbarazzo per idocenti della materia quandopresentandosi dovranno di-chiarare: “Piacere, MarioRossi, insegno Corpo movi-mento sport”.

Idea-risparmioDopo avere tagliato o accor-pato classi, aumentato il nu-mero di alunni per classe, ri-dotto le ore di lezione negliIstituti Professionali e lasciatiscoperti i posti del personaleAta, per rientrare nei numeriimposti da Padoa Schioppa,non resta altro da fare chechiudere le scuole.

Meno applausi, per favore“Nel giornalismo economicoitaliano i giudizi positivi, i tonientusiastici e gli apprezza-menti immotivati si sprecano.Ciò riguarda soprattutto il ri-sparmio gestito e la previden-za integrativa, ma non solo ...Abbiamo il Mondo dove EnricoCisnetto si chiedeva: ‘ma per-ché ci si ostina sempre a faredella dietrologia, davanti aquello che è un palese caso diottima gestione?’. Oppure ilsupplemento Plus24 de Il Sole24 Ore, secondo cui Italeaseaveva ‘tutte le carte in regolaper ben figurare sul listino’.Una bella figura che s'è con-cretizzata in un -71%”, dawww.beppescienza.it

L’indotto del summitAi primi di settembre scorso siè tenuto a Sidney, inAustralia, un vertice dell’Asia-Pacific Economic Cooperation,Cooperazione economica nel-l'area asiatico-pacifica - Apeccui hanno preso parte i leaderdi 21 stati. I risultati politicidell’incontro non sono stati ungran che; delusi anche i com-mercianti che hanno subitogravi perdite per le ecceziona-li misure di sicurezza che han-no reso difficili i giretti per inegozi. Portafogli gonfi soloper i gestori dei numerosi bor-delli di Sidney e dintorni, dovei lupanari sono legali: incassipiù alti del 300% e rispetto al-l’atteso 200% in più. Per ri-spondere all’elevata domandada parte dei delegati al sum-mit e delle loro guardie delcorpo, i casini hanno dovutorichiedere prostitute da altristati australiani.

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nistici”. Ebbene l’inflazione èdiminuita – almeno nei datiufficiali, nella realtà sappiamoche è tutto un altro discorso –ma le retribuzioni, come an-che le pensioni, sono calatemolto di più in termini di po-tere di acquisto. Perfino il Consiglio nazionaledell’economia e del lavoro-Cnel se ne è accorto, tantoche nel suo ultimo Rapportotriennale pubblicato (VIIRapporto sulla distribuzione eredistribuzione del reddito,2005) conferma che “la dina-mica dei redditi da lavoro ri-sulta essersi attenuata negliultimi anni … In particolare,per l’Italia si assiste, a partiredal 1996, prima ad una dimi-nuzione dei redditi e, succes-sivamente, a partire dal 1998,ad una ripresa sino a raggiun-gere la media dei Paesi UE nel1999. Successivamente, pro-segue la dinamica decrescen-te, che raggiunge nel 2003 illivello più basso tra i principa-li Paesi europei”. Un livelloche non è ulteriormente peg-giorato solo grazie alla firmadei contratti del 2003 e 2005,che comunque - nel comples-so degli anni dal 2000 al 2006- sono appena riusciti a limi-tare i danni dell’inflazione(Aran - Rapporto trimestralesulle retribuzioni dei pubblicidipendenti, settembre 2007),cioè quello che egregiamentegià faceva la scala mobile.Certo un bel risultato: dopo15 anni di concertazione ciaccorgiamo, conti alla mano,che i lavoratori neanche ri-escono a ottenere dopo este-nuanti attese, mobilitazioni escioperi quanto prima era lorogarantito automaticamentedalla scala mobile. Ma ci si obietterà: “la situazio-ne è critica, bisogna che tuttidiano il proprio contributo perrimettere in piedi l’economiadel paese” e altre amenità delgenere. Bene, a prescindereche fin dal 1993 – come evi-denzia chiaramente la tabellain prima pagina - stiamo con-tribuendo significativamentea risollevare l’economia delPaese - mentre evasori e truf-fatori si costruiscono immen-se ricchezze a spese della col-lettività – c’è un altro aspettointeressante evidenziato nelRapporto del Cnel: le retribu-zioni sono diminuite percen-tualmente anche rispetto altotale del prodotto internolordo ossia, detto in altro mo-do, la ricchezza prodotta nelPaese, che comunque esiste,si è trasferita dalle tasche deilavoratori in quelle delle im-prese e nelle rendite. Infatti“contrariamente a quanto av-venuto negli altri principaliPaesi europei, in Italia la quo-ta dei redditi da lavoro dipen-dente sul Pil è passata da cir-ca il 46 per cento nel 1989 al40 per cento circa nel 2003,mentre negli altri Paesi, purcon alcune oscillazioni, il loropeso si è mantenuto presso-

ché costante”. Se a questoaggiungiamo che nel 1975 laquota di reddito da lavoro di-pendente sul Pil era del52,8% (Cnel – VI Rapportosulla distribuzione e redistri-buzione del reddito, 2002)abbiamo allora la dimensionecompleta dello spostamentodi quote imponenti della ric-chezza nazionale che in questiultimi 30 anni ha colpito i red-diti dei lavoratori dipendenti afavore dei profitti e delle ren-dite. Per di più negli ultimi an-ni, continua il Cnel, “i dati mo-strano chiaramente come ipicchi più elevati di inflazionesiano stati sopportati princi-palmente dalle famiglie conreddito compreso tra i 500 edi 1.250 euro al mese, ovveroquelle più a rischio di entrarenella fascia della povertà ... Èpossibile quindi vedere come,per le classi di reddito basso,in media si è avuta una perdi-ta di potere d’acquisto chepuò variare tra i 25 ed i 50euro al mese” in un solo anno.Ecco a cosa ci ha portato laconcertazione. Ecco perché isindacati concertativi non vo-gliono che i lavoratori possa-no ascoltare le voci fuori dalcoro e antidemocraticamenteci impediscono di svolgere at-tività sindacale nei luoghi dilavoro, abusando della loroposizione di privilegio. Eccoperché è sempre più impor-tante per tutti che queste vo-ci siano ascoltate.

6 COBAS 37 - novembre/dicembre 2007C o n t r a t t o

di Anna Grazia Stammati

Tra i due ultimi contratti(quello 2002-2005 e l'attualedel 2006-2009) scorre l'interaalternanza tra i due governi dicentrodestra e centrosinistra.Nell'introduzione al contrattoprecedente avevamo messoin evidenza la sostanzialecontinuità tra i due modelli discuola, quello del precedenteministro Berlinguer e quellodella Moratti, così come deidue governi da loro rappre-sentati; continuità che non siritrovava soltanto nell'utilizza-zione del corpus legislativoche il centrosinistra aveva la-sciato in eredità alla destra(Autonomia - Parità scolastica- Riordino dei cicli - Riformadegli Organi collegiali), maanche nella firma di Cgil-Cisl-Uil dello stesso contratto del2002-2005.Registrammo, allora, l'impo-verimento delle retribuzioni,così come il meccanismo pre-miale attraverso il quale dareai più “meritevoli”, in realtà acoloro che accettavano di col-laborare a vari livelli con la di-rigenza, per differenziarsi nel-lo stipendio, e poi nella carrie-ra, e definimmo tale modalitàuna riedizione travestita delconcorsaccio di Berlinguer.Possiamo dire oggi di avereancora una volta la confermadella sostanziale continuitàfra Berlinguer e Moratti e ilgattopardo Fioroni.Nell'attuale contratto ritrovia-mo addirittura:a) un peggioramento dellecondizioni economiche delpersonale della scuola(129,64 euro lordi sono statigli aumenti ottenuti conBerlusconi nel primo bienniocontrattuale e circa 120 nelsecondo biennio - 111,00 eu-ro lordi invece con Prodi, cui siaggiunge la perdita di un inte-ro anno di arretrati, il 2006).b) lo stesso principio di “can-nibalismo” attraverso il qualela scuola e il contratto si auto-finanziano “grazie” ai risparmidi spesa ottenuti ai danni diparti della categoria (vedi art.90 - Norme transitorie).c) il medesimo meccanismo didivisione dei lavoratori attra-verso la riedizione dello stes-so incentivo premiale.Nell'art. 22 del vecchio con-tratto, infatti (Intenti comuni)si stabiliva che sarebbero sta-ti trovati risorse e meccanismidi carriera professionale dainserire nel successivo con-tratto, anche attraverso l'isti-tuzione di un sistema nazio-nale di valutazione. Nell'art.24 del nuovo (Intenti comuni)si dice che si è operato in ba-se a quanto stabilito nel con-tratto precedente. Come si vede ci si trova difronte alla stessa filosofia ca-muffata dall'idea di una diffe-renza non suffragata dai fatti,anzi. Proseguendo nell'istrut-

tiva lettura (art. 31 - Ricercae innovazione) si affermaesplicitamente che in sede ditrattativa integrativa naziona-le saranno definiti criteri emodalità per l'utilizzazione difinanziamenti aggiuntivi per illavoro d'aula, destinati al so-stegno della ricerca educati-vo-didattica funzionale allosviluppo dei processi di inno-vazione. Si precisa anche cherisorse aggiuntive sarannodate alle scuole che si saran-no sottoposte a valutazionioggettive operate dal sistemanazionale di valutazione e chesiano disponibili alla finalizza-zione degli interventi per l'e-levazione degli esiti formativi. In poche parole, chi si allinea,scuola o docente che sia, rice-ve il premio, viceversa, senon si condividono i presup-posti di “Indicazioni nazionali“o di “Processi di innovazione”,non si riceve nulla. Nel con-tratto poi si millantano nume-rose e importanti modifiche. I Cobas, la spina nel fiancoIn realtà c’era bisogno da unlato di fingere discontinuità ecambiamenti, dall'altro discardinare la critica puntualee serrata da parte di chi, co-me i Cobas, non demorde edenuncia contiguità e involu-zioni. I piccoli “aggiustamen-ti” che si trovano sparsi qua elà nel testo, vengono fattiproprio in relazione a punticontroversi del contratto per iquali i Cobas sono andati so-stenendo da sempre il sempli-ce rispetto della normativa vi-gente, come spesso confer-mato dai Tribunali, al contra-rio di quanto i concertativi af-fermavano spesso ai tavolidelle trattative. È il caso proprio della trattati-va d'istituto dove si aggiungo-no nell'informativa preventiva4 voci, disponendo in realtàl'inserimento di tutte le mate-rie oggetto di contrattazione.O delle materie della trattati-va integrativa, dove si torna aspecificare che il Dsga deveconsultare il personale Ataprima di presentare il pianodelle attività; così come si af-ferma che fanno parte a pienotitolo della contrattazione ledecisioni in merito all'utilizza-zione del personale, anche inrelazione a progetti finanziatida enti esterni. Ancora, nelcontratto si precisa che il pa-gamento dei compensi per leattività svolte deve avvenireentro il 31 agosto. Si ammet-te persino che i revisori deiconti possono effettuare con-trolli solo sulla compatibilitàdei costi della contrattazionee non anche su ciò che vienedeciso in merito. La stessa co-sa vale poi per la richiesta dei3 giorni per motivi personali efamiliari, in cui si riconosce ildiritto alla fruizione dei giornio del diritto della supplente alpagamento dei periodi prede-terminati di sospensione delle

lezioni anche in presenza dimotivazioni diverse per l’as-senza del titolare.In un certo senso potremmoanche dire, su questi circo-scritti e specifici punti, di avervinto, costringedo la contro-parte, governativa e sindaca-le, a scimmiottarci andandoapparentemente nel senso danoi indicato. E se questo è inparte vero (ogni tanto pren-diamoci i nostri meriti e riven-dichiamo il valore delle nostrelotte e del lavoro costante dianalisi e di militanza sul cam-po) è anche vero che scorresottile il tentativo di fingerediscontinuità, ma di operarein senso inverso. Ciò è chiarose si guarda alle modalità conle quali si rivede in parte ilFondo dell’istituzione scolasti-ca-Fis, fingendo di sottomet-terlo a logiche “altre” rispettoa quelle adottate sino ad ora.Così si parla di valorizzazionedel lavoro d'aula, di utilizza-zione degli incrementi desti-nati al fondo per pagare il Tfrper la Retribuzione professio-nale docente-Rpd, il Compensoindividuale accessorio-Cia peril personale Ata, l'Indennità diamministrazione per il Dsga,dell'aumento del pagamentoorario per le attività aggiunti-ve frontali per i docenti (35euro) e il consistente aumen-to per il pagamento delle oredi recupero per i debiti forma-tivi (50 euro).In realtà la retribuzione per “ilparticolare impegno profes-sionale in aula” è connessa al-la subordinazione alle innova-zioni in atto; l'inserimento nelTfr di Rpd, Cia e Indennitàd’amministrazione giustifica-no l'utilizzazione degli incre-menti destinati al fondo e l'ul-teriore prosciugamento delFis; l'aumento della quota peril pagamento orario per i cor-si di recupero e delle attivitàaggiuntive non comportanofinanziamenti in più, ma com-porteranno ulteriori lotte inte-stine fra docenti e docenti eAta e Ata. Non parliamo poi del caos“dell'intra moenia” e del signi-ficato del ritorno all'esame di“riparazione” con la commi-stione ingenerata dal mecca-nismo debiti/crediti.Ah, dimenticavo: “Qualorasiano certificati maggiori one-ri contrattuali rispetto a quelliprevisti, le parti si incontranoallo scopo di concordare laproroga dell'efficacia tempo-rale del contratto, ovvero lasospensione dell'esecuzione,totale o parziale, dello stesso”(comma 2, art. 147). Ma questo c'era già nel prece-dente contratto, infatti è stataattuata la proroga dell'effica-cia temporale, che ci ha “ru-bato” l'intero 2006. Insomma: “Se vogliamo chetutto rimanga com'è, bisognache tutto cambi”, ilGattopardo colpisce ancora.

... non di solo paneIpotesi di Ccnl: come cambia laparte normativa

C’era unavolta ilcontrattosegue dalla prima pagina

Stato reddito supaniere

Lussemburgo 22Irlanda 16,7Cipro 15,4Germania 15,1Spagna 13Paesi Bassi 12,5Finlandia 11,9Danimarca 11,6Portogallo 11,6Regno Unito 11,3Austria 10,8Grecia 10,5Francia 9,8Svezia 9,5Belgio 8,9Slovenia 8,3Italia 7,9Repubblica ceca 6,3Ungheria 4,2Estonia 3,8Slovacchia 3,7Lituania 3,1Polonia 2,9Lettonia 2,6Romania 2,3Bulgaria 1,2Malta n.d.Ubs, Prix et salaires - 2006rielaborazione Cobas

Abbiamo messo a confronto la mediadei dati relativi alle città appartenentiai 27 paesi dell’UE estrapolati dall’ulti-mo rapporto triennale Prix et salaires -2006 dell’Unione delle BancheSvizzere - Ubs. Per valutare il potered’acquisto abbiamo quindi diviso il red-dito annuo netto di un insegnante ele-mentare (10 anni di anzianità, sposa-to, trentacinquenne, due figli) per ilcosto di un identico paniere di 122 be-ni e servizi, ponderato da Ubs secondole abitudini di consumo occidentali

Potered’acquisto

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COBAS 37 - novembre/dicembre 2007 F i n a n z i a r i a 7

plessivo degli alunni indipen-dentemente dai diversi indi-rizzi, corsi di studio, e speri-mentazioni” (comma 1, puntob). Le scuole saranno costret-te a formare classi con alunnidi indirizzi e sperimentazionidiverse o, per conservare unminimo di serietà, ad abroga-re sperimentazioni e indirizzipure ritenuti necessari e scel-ti dai ragazzi. Anche in questocaso la Relazione tecnica cheaccompagna la legge precisache con questa misura si rea-lizzerà un risparmio di56.240.320 euro per ciascunodei prossimi 3 anni. In questocaso la Relazione spiega benequale sarà il meccanismo daattuare: “La misura di cui allalettera b) consentirà un decre-mento di 1.810 posti a segui-to delle iscrizioni per le istitu-zioni scolastiche, indipenden-temente dai diversi indirizzipresenti nella stessa scuolacon conseguente riduzione delnumero delle classi e quindi difabbisogno dei docenti.”3. L'assorbimento del perso-nale docente soprannumera-rio è completato entro il ter-mine dell'a.s. 2009/2010, e lariconversione sarà attuata an-che prescindendo dal posses-so del titolo di studio richiestoper il reclutamento del perso-nale, tramite corsi di specia-lizzazione intensivi, compresiquelli di sostegno, cui è obbli-gatorio partecipare. Non c'èdubbio che ciò promuoverà laserietà e l'efficacia della scuo-la pubblica italiana ...4. Se qualcuno avesse dubbisu quale dovrà essere lo sco-po e l’esito di questi tagli (inaggiunta ai tagli dell’annoscorso) potrà chiarirseli leg-gendo il finale del comma 2che recita: “Le economie dispesa … del presente commasono complessivamente de-terminate come segue:535 milioni per l’anno 2008897 milioni per l’anno 20091.218 milioni per l’anno 20101.432 milioni per l’anno 2011”.Tutto questo mentre alle im-prese solo con questa stessafinanziaria, attraverso la ridu-zione dell’Ires ed Irap, vengo-no regalati 8 miliardi.5. Il comma 2 termina peren-toriamente con la clausola digaranzia: se pure i risultatinon saranno raggiunti, dal bi-lancio del Mpi saranno comun-que sottratte le cifre previste.6. L’effetto di questi tagli èdevastante per le scuole, essivanno ad impedire la vita nor-male e quotidiana della scuo-la, non ci sono più soldi per: a) Assumere i supplenti.Senza supplenti la scuola sitrasforma in un caravanserra-glio. Le classi prive di inse-gnanti e supplenti sono illegit-timamente divise in gruppi egli alunni portati in altre clas-si interrompendone la didatti-ca, oppure si affidano – anco-ra una volta illegittimamente- le classi al personale in ser-vizio eliminando le compre-senze e l’attività di recuperoper chi ha difficoltà di appren-

dimento. Nelle superiori sisaltano ore e intere giornatedi lezione.b) Pagare le spese del funzio-namento amministrativo eper sostenere le attività didat-tiche. Non ci sono più soldiper l’acquisto e la manuten-zione dei PC, dei laboratori,l’acquisto della carta o del to-ner, materiali di facile consu-mo, non parliamo di un bi-glietto per il teatro o l’affittodi un pullman o l’ingresso aduna mostra.c) Svolgere una minima atti-vità di aggiornamento degliinsegnanti. I già miseri contri-buti (1.500/2500 euro l’anno)stanno ulteriormente con-traendosi, è diventato impos-sibile pagare un esperto, pro-gettare un corso, ma anchesoltanto acquistare una bi-bliografia minima a sostegnodi un impegno didattico.7. Ma non finisce qui, un altrobel taglio sarà fatto al soste-gno agli alunni portatori dihandicap (commi 3 e 4).L’organico degli insegnanti disostegno dovrà diminuire, neltriennio 2008-2010, del 30%(almeno 30.000 posti in me-no) rispetto all’organico del-l’anno scolastico 2006/07. Seci fosse bisogno di esemplifi-care l’insipienza o la malafededei redattori del testo questaparte sarebbe insuperabile.Nel comma 3 si dice che“Limite massimo al numerocomplessivo dei posti dei do-centi di sostegno attivabili …non può superare il 25% delnumero delle classi in organi-co nel 2006-07”. Poi si ag-giunge che non si potrà “su-perare un rapporto medio na-zionale di un insegnante ognidue alunni diversamente abi-li”. Nel comma successivo, il4, si dice perentoriamente:“Nell’anno scolastico 2010/11… la dotazione organica relati-va ai docenti di sostegno è ri-determinata al 70% del nu-mero dei posti si sostegnocomplessivamente attivatinell’anno scolastico 2006/07”.Il meccanismo fondamentaleper ottenere questo risultatoè “l’abrogazione della disposi-zione di cui all’articolo 40,comma 1, della leggen.449/1997, concernente lapossibilità di effettuare nomi-ne di docenti di sostegno inderoga alla dotazione organi-ca stabilita”, ciò “garantisce laconcreta interruzione dell’an-damento crescente del nume-ro dei docenti in questione”.Sempre il comma 4 terminaaltrettanto perentoriamentecon il seguente periodo:“Sono abrogate tutte le dispo-sizioni vigenti non compatibilicon le disposizioni previste dalcomma 3 del presente artico-lo e dal presente comma”.Beffa finale il testo della fi-nanziaria si conclude: ”fermorestando il rispetto dei princi-pi sull’integrazione degli alun-ni diversamente abili fissatidalla legge 104/1992”.8. Se si prosegue nella letturadel comma successivo (il 6°)si scopre che altri risparmi siintendono realizzare attraver-so un nuovo “piano di razio-nalizzazione “ delle scuole peril quale si delega il Mpi, ilMinistero dell’Economia, le

Regioni lasciando fuori rigoro-samente le scuole e gli organicollegiali territoriali peraltrosostanzialmente già cancella-ti. Il precedente Piano (pro-mosso da Berlinguer) avevarealizzato la diminuzione da15 mila a 10 mila le scuole delnostro paese.9. Immissioni in ruolo del per-sonale Ata. La finanziaria del2007 prevedeva 20.000 as-sunzioni in ruolo per il perso-nale Ata nel triennio2006/2007, 2007/2008,2008/2009. In questo annoscolastico sono state effettua-te 10.000 immissioni. La fi-nanziaria del 2008 ne aggiun-ge altre 10.000. Si prospetta,quindi, una immissione inruolo di 10.000 unità per an-no scolastico. Si è invertita larotta? È un primo piccolo pas-so verso il superamento dellavergognosa situazione degliorganici Ata (il 50% del per-sonale è precario)? No, nientedi tutto questo! Come è benevidenziato nella relazionetecnica, “l’iniziativa si ritienefinanziariamente neutra con-siderando il trend di colloca-menti a riposo di tale perso-nale previsto per gli anni2008/2009 e 2009/2010 cherisulterebbe superiore all’au-mento di immissioni in ruolopreviste”. Ancora una volta,oltre il danno la beffa. Il nu-mero delle immissioni in ruo-lo previste non copre neancheil turn over, altro che risolvereil problema del personale Ata.10. Infine l’art. 51 ci informache i 30 milioni di euro da de-stinare, prevalentemente alleimprese, per “l’alternanzascuola lavoro” dovranno esse-re attinti dalla legge 440 cheforniva le sue scarsissime ri-sorse alle scuole per l’attivitàdidattica che così verranno ul-teriormente ridotte.Una riflessione si impone, ilgoverno di Centro Sinistra (?)per poter tagliare risorse allascuola pubblica manomettepesantemente gli ordinamen-ti scolastici, l’impianto orga-nizzativo e didattico dellescuole e, ancora una volta,testimonia che la “falsa auto-nomia” (di Berlinguer, Morattie Fioroni) costituisce il conte-sto in cui la scuola diventasempre meno pubblica esempre più governativa, al dilà del significato della parola,l’autonomia è il solco attra-verso il quale lo stato dismet-te il suo impegno costituzio-nale rispetto alla scuola pub-blica. L’andamento dei tagli allascuola pubblica negli ultimianni e l’incremento gradualee continuo dei finanziamentialle scuole private non da adi-to a dubbi: governi di centro-sinistra e governi di centro-destra si sono impegnati afondo per degradare la scuolapubblica. I sindacati concerta-tivi continuano imperterriti adifendere il “governo amico”,soltanto una ripresa del pro-tagonismo di insegnanti, stu-denti e genitori con il conflit-to, le iniziative politiche e lelotte possono far cambiarerotta e restituire alla scuola,agli studenti, agli insegnanti,ai cittadini il ruolo centraleche essi meritano.

Poverascuolasegue dalla prima pagina

di Piero Castello

Come ormai tutti sanno è conla Legge Finanziaria, di ognianno, che vengono stanziatele risorse per i contratti delpubblico impiego. La legge fi-nanziaria per il 2008, quindistabilisce le risorse finanziarieper il biennio contrattuale2008/2009. Infatti l’articolo95 comma 11 del testo di leg-ge presentato al Senato pre-vede: “Per il biennio 2008-2009 ... gli oneri posti a cari-co dello Stato per la contrat-tazione collettiva nazionalesono quantificati complessi-vamente in 240 milioni di eu-ro per l’anno 2008 e in 355milioni di euro a decorreredall’anno 2009”.Si tratta quindi di un totale595 milioni di euro, in due an-ni, destinati al rinnovo con-trattuale di tutto il pubblicoimpiego cioè di 3,5 milioni dilavoratori della pubblica am-ministrazione inclusi docenti eAta che lavorano nella scuolastatale. In sostanza per tuttiquesti lavoratori l’aumentomedio dovrebbe essere per ilcontratto 2008-2009 di 8 eu-ro mensili lordi!Come si vede si tratta di unavera e propria provocazione.Molti giornali, velinari, chepubblicano solo i comunicatistampa del governo e dei sin-dacati concertativi, hannoscritto che per il prossimobiennio gli stanziamenti per icontratti del Pubblico impiegosarebbero stati “sufficienti so-lo al pagamento dell’indennitàdi vacanza contrattuale”, maneppure questo sarà possibile. Il contratto siglato (non è sta-to ancora firmato definitiva-mente e scadrà tra due mesi,a dicembre del 2007) per l’in-dennità di vacanza contrat-tuale per il solo 2006 ha im-pegnato 550 milioni di euro,quanto aveva stanziato la fi-nanziaria per il 2006 (governoBerlusconi). Quindi 595 mi-lioni nel biennio non sarebbe-ro nemmeno lontanamentesufficienti alla sola Ivc. Va ri-cordato che l’Ivc. copre il50% dell’inflazione program-mata, che è sempre almenoun punto più bassa dell’indiceIstat, il quale a sua volata èsempre molto più basso del-l’inflazione reale.Tanto per avere idee sull’ordi-ne di grandezza delle risorsenecessarie ad un rinnovo con-trattuale di tutto il pubblicoimpiego (miserabile come da15 anni a questa parte) bastapensare che se andasse inporto l’ipotesi di contratto per2006-2007 così come è stataformulata sono state neces-sarie risorse per complessivi7.424 milioni di euro. Non iCobas ma Istituti di ricercaistituzionali e gli stessi sinda-cati concertativi concordanosul fatto che le risorse minime

per un rinnovo contrattualedebbono essere almeno9.500 milioni di euro (consen-tirebbero un aumento mediomensile di 104 euro lordi perle 26 mensilità della duratacontrattuale ma senza i ta-glieggiamenti sugli arretrati). L’ipotesi contrattuale per il2006/2007 ha confermato inpieno l’impianto che PadoaSchioppa e il governo Prodivolevano dare al contratto:aumenti ampiamente al disot-to dell’inflazione, salto del2006 nella contrattazione co-perta dalla sola vacanza con-trattuale, triennalizzazione, difatto, del contratto. Vista la ri-uscita dell’impresa e la com-plicità sostanziale sindacaticonfederali il “governo amico”di Prodi alza il tiro e riduce an-cora la posta.Come per il contratto prece-dente si è già dato il via alledanze, ricordate lo scioperominacciato da Epifani durantela discussione alle Cameredella Finanziaria? O lo sciope-ro minacciato e poi ritiratoprima della firma dell’accordodel 6 aprile 2007? O le “barri-cate” cigielline prima dell’ac-cordo del 29 maggio? Questavolta il minuetto è cominciatoper tempo.Si capisce subito e bene qualisiano le intenzione dei balleri-ni, governo e sindacati con-certativi. Il governo al mo-mento in cui la legge finanzia-ria non ha ncora cominciato ilsuo iter parlamentare dichia-ra: “Il governo è disponibile astanziare 700 milioni (dal2008) e 1,2 miliardi (per glianni seguenti), se verrà avvia-to in tempi rapidi il negoziatoper trasformare la durata delcontratto da biennale in trien-nale.” (da Il Sole24Ore,23/10/07). La trattativa con isindacati non è ancora comin-ciata ma Podda (FunzionePubblica - Cgil) ha già fattosapere che 9.500 milioni ba-sterebbero anche per tre anni.Sempre per avere un’idea sul-l’ordine delle grandezze: la fi-nanziaria 2008, quella chestanzia 595 milioni di euro per3 milioni e mezzo di lavorato-ri, dirotta alle imprese, in va-rie e multiformi modi, decinedi miliardi. Soltanto l’opera-zione Irap e l’operazione Ires(riduzioni fiscali) comporte-ranno un regalo di circa 8.000milioni di euro alle impreseche una volta si chiamavano“i padroni” e che tali sono ri-masti.Se così stanno le cose apparedavvero sbagliato che i lavo-ratori pensino di delegare aqualcuno, sindacati o partiti,la difesa dei loro interessi,delle proprie condizioni di vitae salariali. Solo una fase dinuovo protagonismo, di ini-ziative e di lotte potranno farcambiare rotta a questo ed aifuturi governi.

Ma dove èl’argent?Finanziaria & contratti

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8 COBAS 37 - novembre/dicembre 2007A f f a r i

di Alessandro Suizzodalla rivista L’isola possibile,n. 40 maggio 2007

I pirati della formazione a di-stanza e dell'e-learning que-st'anno solo in Sicilia hannoaggiunto al loro bottino altri 5milioni di euro circa. In vistadell'aggiornamento delle gra-duatorie 7.000 professori pre-cari isolani, quasi metà del to-tale nazionale, hanno acqui-stato il loro bel master (850euro) o corso di perfeziona-mento (600 euro), valido 3 o2 punti da aggiungere ai lorotitoli culturali. È un meccani-smo perverso che ha raggiun-to il massimo splendore gra-zie ad un decreto, poi conver-tito in legge (la L. 143/2004),dell'ex ministro dell'istruzioneMoratti, che ha costretto qua-si tutti i docenti precari italia-ni ad entrare in una sorta digirone usuraio. O compri ilmaster da 3 punti o rischi diessere scavalcato in gradua-toria e di non ricevere l'incari-co annuale di insegnamento.Vuoi lavorare ogni anno daprecario? Allora caccia i soldi.Ma chi gestisce questo grossoaffare? Quelli che offrono cul-tura attraverso la rete: le uni-versità telematiche. Coincidenza vuole che nel2003, grazie al decretoStanca-Moratti, inizia l'avven-tura degli atenei on-line. Sonotutti soggetti privati che chie-dono il riconoscimento daparte del ministero per potersvolgere corsi di laurea, ma-ster e altri corsi attraverso in-ternet o dispense spedite di-rettamente a casa. La primaad accreditarsi è l'Universitàtelematica “G. Marconi”. Ilnome è ambizioso, così comeil rettore, visto l'abbondantenumero di cariche ricoperte.Alessandra Spremolla oltreche rettore della Marconi è or-dinario di Letteratura italianamoderna e contemporanea a"La Sapienza" di Roma e, dal1992, anche presso la Facoltàdi Lettere della TerzaUniversità. Coincidenza vuoleche ella sia pure presidente

del Consorzio interuniversita-rio For.Com., uno dei più im-portanti gestori dei corsi di cuisopra. Uno di quelli che gua-dagna parecchio e che tutti iprofessori precari conoscono,o per averne acquistato uncorso o per sentito dire. Casosingolare è che tale consorzio,nel quale confluiscono parec-chie università italiane e stra-niere, è un ente pubblico sen-za fini di lucro. Altro fattostrano è la parentela con lasocietà edilizia "Orsini 17"s.r.l. che prende il nome dallavia e dal civico in cui ha sedeproprio il Consorzio For.Com.che risulta esserne il sociounico. Amministratore unicodi tale società è il sig.Cioccoloni Giovanni, candida-to dell'Udc alle ultime ammi-nistrative della capitale e am-ministratore unico di un'altras.rl., la "Mediaform".Quest'ultima si occupa di nuo-vi media, formazione, aggior-namento e ogni altra attivitàlegata al settore telematico e,sorpresa, è in via di fusionecon la "Orsini 17". Un vero in-trigo societario! Lo strano caso delle universi-tà telematiche, tutte private,è stato denunciato anche dalnuovo ministro dell'universitàMussi: "la Spagna e la Franciane hanno una a testa, perchènoi ben 11?" Alcune di questesono state riconosciute subitodopo la sconfitta elettorale.Prima di andarsene, il mini-stro Moratti ha firmato e sononate: l'Unitel, l'UniversitasMercatorum, la Pegaso. Un po'prima del voto, invece, via li-bera alla Giustino Fortunato eall'Ecampus. Due di queste,Ecampus e Unisu, tra l'altro,sono legate, in palese conflittodi interesse, ai patron di Cepu(F. Polidori) e Universitalia(Stefano Bandecchi).Il perché di tale proliferazioneculturale diventa chiaro difronte ai milioni di euro chequesti enti riescono a guada-gnare ogni anno a fronte diuna minima spesa gestionale:bastano una sede, un paio distanze, qualche pc, telefono,luce, un sito per l'e-learning eun esiguo numero di dipen-denti.Sulla serietà e qualità dei cor-si inutile dire: 1.500 ore distudio in quattro mesi sono ir-realizzabili, le dispense sonosempre uguali da anni, non cisono docenti di ruolo e duran-te l'esame finale si può tran-quillamente copiare, mentrela commissione fa finta di nonvedere.Insomma soldi facili sullespalle di lavoratori precari,disgregati, ricattabili e quasitutti meridionali. E in Italia, difronte a speculazioni comequesta, non si guarda in fac-cia a nessuno.

Il prezzodella culturaUniversità private eprecari

di Carmelo Lucchesi

Il 25 agosto scorso, Fioroni almeeting di Comunione eLiberazione annuncia l’esten-sione del finanziamento, oltreche alle scuole private mater-ne ed elementari, anche allesuperiori non solo sulla basedi progetti ma semplicementeperché esistono. Brindisi, bal-li, inni di gloria da parte deipresenti: ulteriori milioni dieuro che entrano nelle cassedella Compagnia delle Opere,il braccio affaristico di CL.Fioroni è un tipo modesto, mastavolta non riesce a tratte-nersi e a vantarsi: ”Quandosono arrivato al ministero nonsperavo di riuscire a farequanto era stato avviato dalgoverno precedente. Poi hoscoperto che i 500 milioniprevisti dalla legge 62 eranostati tagliati. Mancavano 166milioni. Sono riuscito a ripri-stinarli nell´ultima finanzia-ria.” Fioroni, però è uomo dimondo, sa che molte privatesono dei diplomifici e giù du-rissimo: “Non vanno dati allescuole che cercano il profitto(basta con denari ai diplomifi-ci) ma solo a quelle no profit.E senza il passaggio nellecommissioni parlamentari,previsto per le grandi aziendeprivate”. Il problema di distin-guere le scuole private dai di-plomifici è presto risolto dalministro: basta un’autocertifi-cazione da parte delle private,non servono le verifiche suibilanci degli istituti in questio-ne. A ulteriore conferma dellaseverità ministeriale, perchiedere il finanziamento lescuole devono essere costitui-te “da corsi completi e daclassi funzionanti con un mi-nimo di otto alunni effettiva-mente iscritti e frequentanti”.Strabiliante: mentre si aumen-ta il numero degli alunni perclasse nella scuola pubblica, sifinanziano le scuole privateanche con soli 8 alunni in aula.Ma il ministro non parla avanvera e già da qualche me-se ha tutto pronto: un decre-to che fissa “criteri e parame-tri per l'assegnazione dei con-tributi alle scuole paritarie perl'anno scolastico 2007/08”.Un semplice atto ministeriale,dunque, di ripartizione dei

fondi che esautora il parla-mento; un atto in realtà mol-to più grave di quanto avesseosato fare l'ex ministroMoratti. L'esclusione dal finanziamen-to coi soldi pubblici per le su-periori era motivata dal fattoche solo per l'infanzia e le ele-mentari sussistevano conven-zioni per prestazioni di servi-zio necessarie a sopperire allecarenze del sistema pubblico:ora il ministro ha cancellatol’odiosa discriminazione e sta-bilisce che lo Stato deve assu-mersi l'onere di finanziamentidiretti a tutte le scuole priva-te in barba al dettato costitu-zionale.E per ringraziare chi lo hamandato ad occupare la pol-trona in viale Trastevere,Fioroni, il 12 settembre scor-so, ha mandato una lettera agestori, coordinatori e asso-ciazioni delle scuole privateinventariando gli interventirealizzati dal suo dicastero aloro favore e quelli di prossi-ma attuazione, resi possibili“anche grazie al dialogo conti-nuativo e costruttivo che hointrattenuto con molti di voi econ i responsabili delle princi-pali associazioni che vi rap-presentano”. Eccone una sintesi:- Finanziaria 2007: grazie al-l’intervento del ministro dell’i-struzione vengono reintrodot-ti 100 milioni di euro da desti-nare alle scuole paritarie perrimediare al taglio di 154 mi-lioni di euro effettuato dal go-verno precedente.- Dm 21/5/2007: rende ope-rativi gli stanziamenti in fi-nanziaria e, in spregio delleleggi vigenti, estende la desti-nazione delle risorse anche aordini di scuola prima esclusi;i finanziamenti prima ascrivi-bili solo sulla base di progettidiventano ordinari. - Comma 3, art 13 L.40/2007: anche le scuole pri-vate sono ammesse alla de-traibilità ai fini fiscali e alla de-ducibilità dal reddito di impre-sa delle erogazioni liberali fi-nalizzate all’innovazione tec-nologica, all’edilizia scolasticae all’ampliamento dell’offertaformativa.- Viene esteso anche allescuole materne private la

possibilità di istituire le sezio-ni primavera e di poter quindiincassare i 30 mila euro a se-zione, previsti dalla finanzia-ria. Di fatto nelle materne pri-vate viene sancito l’anticipomorattiano.- Anche le scuole private pos-sono accedere ai fondi della L.440/97.- Si riconfermano i fondi riser-vati alle scuole private per l’-handicap.- DL “Disposizioni urgenti pergarantire l’ordinario avvio del-l’a.s. 2007/2008” approvatodal Consiglio dei ministri il5/9/2007: si introducono ul-teriori innovazioni per le scuo-le private: l’accesso agli elen-chi degli iscritti nell’Anagrafe,la conferma della validità deldiploma di scuola e di istitutomagistrale per insegnare nel-le paritarie, l’incremento di 40milioni di euro per pagare icommissari interni degli esamidi stato nelle scuole private. - Regolamenti sulla valorizza-zione dell’eccellenza: si incen-tivano gli studenti meritevolianche delle scuole private.- Comma 627 art. 1 della leg-ge finanziaria: anche le scuo-le private possono riceverefondi aggiuntivi al fine di favo-rire l’ampliamento dell’offertaformativa e la piena utilizza-zione degli ambienti e delleattrezzature scolastiche.Questo fiotto di benefici per lescuole private targate Fioroniva ad aggiungersi a tutti glianaloghi provvedimenti deigoverni precedenti (di centro-destra e di centrosinistra)rendendo l’Italia il paese diBengodi per le scuole private.

Trovato l’argent!Scuole private: finanziamenti anchea classi con soli otto alunni

Fondi alle private2001 2006

Centro Sinistra Centro Destra1996/2001 2001/2006

Materne 349.265.340 355.115.016

Elementari 118.223.182 160.201.665

Medie-Superiori 5.556.560 6.994.163

Integrazione H 3.615.198 10.000.000

L. 440/1997 --- 4.500.000

Bonus genitori --- 30.000.000

totale 476.660.280 566.810.844

Fonte: Agesc - Il Sole 24 Ore 10/10/2007N.B. Nel 2007 il ministro Fioroni ha incrementato il contributo dellostato alle scuole private di 100 milioni di Euro. Le stesse scuole pri-vate fruiscono di altri cospicui finanziamenti pubblici da parte diRegioni, Province e Comuni

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COBAS 37 - novembre/dicembre 2007 A t a 9

di Angelo De Finis

Tutto ha avuto inizio da unalegge dello Stato (art. 8Legge n. 124, 3 maggio1999) che prevedeva il trasfe-rimento dagli Enti Locali (co-muni e province) allo Stato(Ministero della pubblicaistruzione) del personale cheprestava servizio presso lescuole. A detto personale vengono ri-conosciuti ai fini giuridici edeconomici l'anzianità matura-ta presso l'ente locale di pro-venienza. Il testo è chiarissi-mo e non ha bisogno di alcu-na interpretazione. Se le cose fossero rimaste co-sì non ci sarebbe stato alcunproblema. Invece i sindacati Cgil, Cisl,Uil, Snals attraverso un accor-do con il primo Governo Prodi(accordo 20 luglio 2000) suc-cessivo alla legge che avevaprevisto il trasferimento, sta-bilivano di non riconosceretutti gli anni di servizio (an-zianità fittizia). Cgil, Cisl, Uil, Snals dissero ailavoratori indignati che si trat-tava solo di un primo inqua-dramento provvisorio e chepresto avrebbero sistemato laquestione ... infatti ... hannocompletamente ignorato que-sto problema in tutti i succes-sivi rinnovi contrattuali (15marzo 2001, 24 luglio 2003,22 settembre 2005 e natural-mente anche in questo ultimocontratto 2006-2009, sotto-scritto dalle parti domenica 7ottobre 2007)!I circa 80 mila lavoratori intutta Italia, tanti sono gli Ataex Enti Locali, per far valere iloro diritti hanno dovuto quin-di esporre ricorso davanti algiudice. Seguirono migliaia disentenze favorevoli ai lavora-tori. Il Ministero della PubblicaIstruzione si è sempre appel-lato a tutte le sentenze. Si arriva alle sentenze dellaCorte di Cassazione, pratica-

mente l’ultimo grado di giudi-zio, la quale chiarisce in ma-niera netta ed indiscutibileche: "l'accordo sindacale 20luglio 2000 è privo di naturanormativa" e che ai dipenden-ti vanno riconosciuti tutti glianni di servizio prestati pres-so l’ente di appartenenza se-condo quanto stabilito dallalegge 124 del 1999. In uno Stato di diritto la ver-tenza si sarebbe chiusa qui,adottando provvedimenti perl’estensione delle decisionigiurisdizionali della supremaCorte di Cassazione a tutti ilavoratori interessati. Ma in Italia, dove ormai non sigarantiscono più neanche i di-ritti minimi, questo principiogiurisprudenziale viene stra-volto. A questo punto entra in giocoil Governo Berlusconi. Il qualeper completare l’opera non fi-nita del precedente GovernoProdi, emana prima una dis-posizione con la quale vieta atutte le amministrazioni pub-bliche di adottare provvedi-menti per l’estensione di deci-sioni giurisdizionali aventi for-za di giudicato, o comunquedivenute esecutive, in mate-ria di personale delle ammini-strazioni pubbliche (art. 132della Legge Finanziaria 2005),in modo da non fare esten-dere le decisioni dei giudicidella Corte di Cassazione aglialtri lavoratori interessati. Poiinserisce nella finanziaria2006 l’accordo sindacati –Governo Prodi, in sostanzal’accordo diventa legge (art.1, comma 218, legge 23 di-cembre 2005, n. 266). Nonostante questa legge truf-faldina (finanziaria del gover-no di centro-destra), i giudicihanno continuato ad emanaresentenze a favore dei lavora-tori, sia in primo grado sia inappello. I giudici del lavoronelle sentenze hanno affer-mato che le leggi non posso-no avere valore retroattivo e

quindi quella del governoBerlusconi non può in questocaso essere applicata, perchéè la legge 124 del 1999 cheha permesso il trasferimentodegli Ata ex Enti Locali. Si aspettavano quindi le pri-me nuove sentenze dellaCorte di Cassazione che, con-siderato il proprio precedenteorientamento giurispruden-ziale a favore degli Ata ex EntiLocali, avrebbe potuto questavolta porre finalmente la pa-rola fine a questa assurda si-tuazione. Ma per una specie di persecu-zione senza fine nei confrontidi questi lavoratori, in una no-ta della Flc Cgil, pubblicata sulproprio sito internet in data18/09/2006, naturalmentedello stesso orientamento è laCisl e Uil., si comunica quantosegue: Lo stato delle vertenzeè il seguente:- molti giudici (di primo o se-condo grado) hanno accolto iricorsi riconoscendo le ragionidei lavoratori nel presuppostoche la norma della finanziarianon potesse interpretare re-troattivamente la legge124/99; - altri giudici (di primo o se-condo grado), hanno, invece,accolto la nostra tesi sulla ille-gittimità costituzionale delcomma 218 dell’art. 1 dellaFinanziaria ed hanno rimessoil ricorso alla Corte Costitu-zionale perché questa decidasulla legittimità costituzionaledi detto comma; - la Cassazione, invece, stan-te l’avvenuta rimessione (rin-vio) alla Corte della questionedi legittimità costituzionale hadeciso di attendere il giudiziodella Corte e, quindi, non haancora deciso i ricorsi già pre-sentati presso la Cancelleria. La Flc Cgil rivendica in praticadi essere riuscita, dopo averaffidato ad un pool di legalicon la presenza di esperti co-stituzionalisti la difesa dei la-voratori nei vari gradi di giudi-

zio, a convincere i giudici nelrimettere i ricorsi alla CorteCostituzionale perché questadecida sulla legittimità costi-tuzionale del comma 218 del-la finanziaria 2006 (governoBerlusconi).Le conseguenze sono la so-spensione dei processi di pri-mo e secondo grado e la deci-sione della Cassazione di at-tendere il giudizio della CorteCostituzionale prima di espri-mersi. Ma se i processi si vincevanoperché porre la questione allaCorte Costituzionale? Infine, la pronuncia dellaCorte Costituzionale, la quale,con la sentenza n. 234 depo-sitata in data 18 giugno epubblicata il 26 giugno 2007afferma qualcosa di veramen-te sconcertante: le leggi pos-sono avere valore retroattivo,quindi, la legge emanata dalgoverno Berlusconi nel di-cembre 2005 è legittima per-ché ha recepito un accordoprecedente sottoscritto con isindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals.Con questa pronuncia laCorte Costituzionale ha sanci-to un principio per cui a di-stanza di anni, con una normainterpretativa, nei fatti si stra-volge il significato dell’art. 8della legge 124/99 già sancitoin maniera univoca dallaCorte di Cassazione. Tale de-cisione, ora ricade su 80.000lavoratori Ata/Itp, che nonhanno avuto la possibilità discegliere se essere trasferiti ono dagli EE.LL. allo Stato. Lasituazione dopo la sentenza èparadossale. Ci saranno: - persone pagate diversa-mente pur avendo lavorato lostesso numero di anni; - lavoratori trasferiti obbliga-toriamente verso un’altra am-ministrazione che subisconouna perdita economica effetti-va perché pagati meno chenel settore di provenienza; - lavoratori che, in presenzadi una sentenza non passatain giudicato, dovranno resti-tuire migliaia di euro e ritor-nare di colpo ad un stipendiomensile più basso; - lavoratori la cui sentenza èpassata in giudicato (senten-za della Corte di Cassazione)che continueranno a ricevereuno stipendio correttamenterapportato all’effettivo servi-zio prestato.Nessun politico destinatariodella lettera aperta datata 20settembre 2007, pubblicatasu ReteScuole, inviata dagliAta Ex Enti Locali di Terlizzi(Ba) alle autorità politiche na-zionali e al Presidente dellaRegione Puglia, ha dato, sinoad oggi, un cenno di riscontro.Nel nuovo contratto dellascuola 2006-2009, sottoscrit-to dalle parti domenica 7 ot-tobre 2007, non è riportatonulla per gli Ata Ex Enti Locali. Nella prossima legge finanzia-ria 2008, almeno fino ad oggi,non è previsto nulla. Cgil, Cisl, Uil, Snals non han-no neanche ritirato quellosciagurato accordo del 20 lu-glio 2000. Un gesto che oggipotrebbe sembrare simbolicoe formale, ma in realtà è unatto dovuto nei confronti di 80mila lavoratori. Il provvedi-mento legislativo inserito nel-

la finanziaria 2006 dal gover-no Berlusconi, comma 218legge 23 dicembre 2005, e lastessa ultima sconcertantesentenza della CorteCostituzionale, sono imposta-te proprio sull’interpretazioneautentica di tale accordo. Unainterpretazione autentica de-gli accordi sindacali non puòconfigurarsi come azione uni-laterale del Governo ma si de-finisce sempre nel confrontocon le parti sociali.Quindi, i segretari nazionali diCgil, Cisl, Uil, Snals, se voglio-no riacquistare dignità, devo-no togliere la firma dall’accor-do del 20 luglio 2000.Saranno mai capaci di farlo?Per quanto riguarda l’attualesecondo governo Prodi, que-sto ha l’aggravante, rispettoal precedente, di avere a pie-no titolo nella propria coalizio-ne la cosiddetta “sinistra radi-cale”, la quale non solo nonha più nulla di radicale, ma ri-conferma giorno dopo giornola propria impotenza. Il Prc èdiventato in realtà “partito nédi lotta né di governo”, men-tre perde ogni contatto con ilavoratori e con il movimento,non viene neanche tenuto inalcuna considerazione nel go-verno.Dopo aver esaminato la storiadi questo furto ai danni dei la-voratori, iniziato dall'alloraGoverno di centro-sinistra(primo governo Prodi) con lacomplicità di Cgil, Cisl, Uil,Snals, proseguito con la spre-gevole manovra della finan-ziaria 2006 dal governoBerlusconi, e condotto a ter-mine dall’attuale secondo go-verno Prodi, viene in mentesolo la storia dei due compa-ri, che di giorno facevano fin-ta di litigare e la notte anda-vano a rubare insieme.Se questo Governo di centro-sinistra vuole, può ancora fa-re qualcosa, inserendo nellafinanziaria 2008 l’abrogazionedell’art. 1 comma 218 dellalegge 266/2005 (finanziariaBerlusconi). In questo modosi può porre fine a una mise-ra pagina della cronaca politi-ca italiana, riaffermando nelnostro Paese almeno un mini-mo di certezza del diritto. Riuscirà questo secondoGoverno Prodi, per certi versipeggiore del primo, a realiz-zare una piccola, sia pure mo-derata, sterzata a sinistra, os-sia a favore dei lavoratori?L’abrogazione dell’art. 1,comma 218, legge 23 dicem-bre 2005, n. 266 rappresen-terebbe un piccolo ma signifi-cativo segnale di discontinuitàcon la politica berlusconiana.Una cosa è certa, se la politi-ca del Governo Prodi conti-nuerà ad essere quella delGoverno Berlusconi, alle pros-sime consultazioni politicheneanche un miracolo potràsalvare la coalizione di cen-trosinistra; non bisogna esse-re profeti per capire che vin-cerà il centrodestra con unastensionismo che non avràprecedenti. Anche perchèBerlusconi perlomeno non sispaccia di sinistra e non hal’aggravante di avere all’inter-no della propria coalizioneuna pseudo fantomatica sini-stra radicale.

Una brutta storiaAncora soprusi pergli Ata ex enti locali

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10 COBAS 37 - novembre/dicembre 2007P r e c a r i a t o

di Stefano Micheletti

“È dunque coerente e conge-niale con questo quadro l’esi-stenza di un “esercito di riser-va” di insegnanti non di ruolo,abilitati a vario titolo, compo-sto da supplenti annuali e in-caricati fino altermine delleattività didattiche ...” (pag.59 del Quaderno bianco sullascuola del M.P.I.)

Quando l’anno scorso, con lalegge finanziaria 2007, vennedefinito un piano triennale difattibilità per l’assunzione atempo indeterminato di150.000 docenti e 20.000Ata, i Cobas denunciaronoche si trattava di un piano diassunzioni con il contagocce.I posti vacanti e disponibilinon sarebbero certo stati co-perti tutti e, a fronte anche diun numero straordinario dipensionamenti nei prossimianni, le assunzioni previstenon avrebbe coperto neppureil turn-over.Tutto ciò, al 1 settembre2007, si è avverato: il livellodi precarizzazione della scuo-la non è stato scalfito, anzi, inmolte province, i precari sonoancora più di prima; e questononostante i tagli agli organi-ci previsti dalla stessa finan-ziaria 2007 (per es. l’aumen-to dello 0.4 % del numeromedio di alunni per classe),attutiti solo in parte dall’au-mento delle iscrizioni, soprat-tutto dei cittadini immigrati.La quota parte annuale di as-sunzioni di 50.000 docenti e10.000 Ata non ha mitigato leproporzioni del personale concontratto a tempo determina-to: un docente su cinque e unAta su due.Certo 60.000 lavoratori orasono in ruolo, dopo una vitada supplenti, facendo tra l’al-tro risparmiare all’erario circa464 milioni di euro, conside-

rato che i neoassunti sono re-tribuiti con lo stipendio inizia-le invece di quello spettante afine carriera di cui godevano ipensionati del 2007.Ma altri precari hanno sosti-tuito i fortunati neoassunti inruolo, nonostante quest’annoFioroni abbia dato indicazione(illegittimamente perchè incontrasto con Legge 124/99)di riproporre lo scippo deglispezzoni. Non conferendo perle nomine provinciali gli spez-zoni orario inferiori alle setteore (come la Moratti e, pare,per esplicita richiesta dellaUil), ma lasciandoli ai presidiper offrirli a straordinario aidocenti già in servizio nell’isti-tuto, è stato alimentato unvero e proprio cannibalismotra colleghi, con docenti dis-posti a fare fino a 6 ore setti-manali in più di insegnamen-to per arrotondare lo stipen-dio, togliendo letteralmente illavoro ai precari.Sempre con la Legge finan-ziaria del 2007 le GraduatoriePermanenti erano state tra-sformate in Graduatorie adEsaurimento: nessun nuovoabilitato all’insegnamento po-trà inserirsi appunto nelleGaE, che sono utilizzate – finoal loro esaurimento - sia perle supplenze con nomina pro-vinciale, sia per le immissioniin ruolo sul 50% dei posti dis-ponibili (l’altro 50% va allegraduatorie di merito dei con-corsi ordinari). Mettendo inquesto modo mano al futuroreclutamento del personaleinsegnante.Non si capisce quindi perchésia stato autorizzato il IX cicloSsis per la specializzazione al-l’insegnamento, se i docentiche usciranno tra due anni datali corsi non potranno iscri-versi nelle graduatorie; o me-glio si capisce che è stato fat-to ad uso e consumo degliAtenei che sulle tasse d’iscri-

zione spropositate lucrano.Il decreto legislativo di rifor-ma della formazione e reclu-tamento degli insegnanti (inattuazione dell’art. 5 dellalegge 53/03, la RiformaMoratti) è stato congelato,assieme ad altri provvedi-menti, da Fioroni.Ora però il ministro cacciavitesta, di finanziaria in finanzia-ria, scassando non tanto l’im-pianto morattiano, ma il prin-cipio del doppio canale di re-clutamento: metà posti vannoai vincitori di concorso e metàalle graduatorie degli abilitati.Nella bozza di legge finanzia-ria per il 2008 infatti, attual-mente in discussione nelleCommissioni Parlamentari, sifa un ulteriore passo in avan-ti per realizzare quella riforma

del reclutamento le cui lineeguida sono leggibili nelQuaderno Bianco sulla scuola,pubblicato dal Ministero nelsettembre scorso.All’art. 66 (Norme per il rilan-cio dell'efficienza e dell'effica-cia della scuola) comma 4 deldisegno di legge di bilanciodello Stato per il 2008, infatti,viene stabilito che: “Con re-golamento da emanare a sen-si dell'articolo 17, comma 4,della legge 23 agosto 1988,n. 400, su proposta delMinistro della pubblica istru-zione di concerto con ilMinistro dell'economia e dellefinanze, è definita la disciplinaprocedurale per il recluta-mento del personale docente,attraverso concorsi ordinariperiodici, con conseguente

eliminazione delle cause chedeterminano la formazione disituazioni di precariato, nei li-miti delle risorse disponibili alegislazione vigente per il re-clutamento del personale sco-lastico e senza maggiori oneriper il sistema universitario.Fermo restando il vigente re-gime autorizzatorio delle as-sunzioni, vengono disciplinati:a) i corsi di specializzazioneuniversitari con una fortecomponente di tirocinio, di-mensionati sulla base delleprevisioni territoriali del fabbi-sogno di insegnanti nell'ambi-to della programmazione uni-versitaria e delle relativecompatibilità finanziarie;b) le procedure selettive dinatura concorsuale e forma-zione in servizio;c) i profili della valutazionedegli esiti dell'attività didatti-ca al termine della formazionein servizio.”Insomma una trasformazionedelle procedure di formazionee reclutamento degli inse-gnanti a suon di finanziarieblindate e regolamenti, inve-ce di avviare una profondadiscussione parlamentare enel mondo della scuola so-prattutto: neppure la Morattiera arrivata a tanto!Incrociando poi tale freddolinguaggio della legge finan-ziaria in preparazione conquanto dice il QuadernoBianco sullo stesso argomen-to (basta leggersi a pag. 160il paragrafo 4.1 su formazioneiniziale e reclutamento), pos-siamo comprendere appieno idisegni di Fioroni.Si tratta di un vero e propriopercorso di guerra ad ostaco-li, teso a formare i futuri do-centi assolutamente discipli-nati e funzionali alla scuolache vuole Fioroni e il nuovoPartito Democratico: scuolaazienda e preside-padrone.I futuri insegnanti, che sosti-tuiranno in pochi anni un’inte-ra generazione prossima allapensione, dovranno, dopo lalaurea specialistica, frequen-tare i corsi di specializzazioneuniversitaria (le attuali Ssis),

Esercito di riservaPrecariato perenne per teneresotto scacco i lavoratori della scuola

Scatti di anzianità per i precari?

La sentenza del 13 settembre 2007 della Corte di Giustizia delle ComunitàEuropee (causa C-307/05) sembrerebbe proprio consentire questa possibi-lità. La Corte ha infatti ritenuto - nel caso di un ricorso di un’assistente am-ministrativa spagnola - che sulla base della Direttiva 1999/70/CE sia am-missibile la pretesa “che mira all’attribuzione, ad un lavoratore a tempo de-terminato, di scatti di anzianità che l’ordinamento nazionale riserva ai solilavoratori a tempo indeterminato” proprio perché la ratio della tutela “miraa dare applicazione al divieto di discriminazione nei confronti dei lavoratoria tempo determinato, al fine di impedire che un rapporto di impiego di ta-le natura venga utilizzato da un datore di lavoro per privare questi lavora-tori di diritti riconosciuti ai lavoratori a tempo indeterminato”.La Corte ha inoltre precisato che non è possibile giustificare una disparità ditrattamento tra personale a tempo determinato e a tempo indeterminatosulla base “dalla mera circostanza che essa sia prevista da una disposizio-ne legislativa o regolamentare di uno Stato membro ovvero da un contrat-to collettivo concluso tra i rappresentanti sindacali del personale e il datoredi lavoro interessato”, a meno che non sussistano “circostanze precise econcrete che contraddistinguono una determinata attività e, pertanto, talida giustificare, in un simile contesto particolare, l’utilizzo di contratti di la-voro a tempo determinato stipulati in successione. Dette circostanze pos-sono risultare segnatamente dalla particolare natura delle funzioni per l’e-spletamento delle quali siffatti contratti sono stati conclusi e dalle caratte-ristiche inerenti a queste ultime o, eventualmente, dal perseguimento diuna legittima finalità di politica sociale di uno Stato membro”.

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naturalmente a numero pro-grammato e con tasse esorbi-tanti, con una forte compo-nente di tirocinio che puzzamolto di supplenze al postodei precari.I docenti specializzati cheusciranno dai corsi potrannoaffrontare il concorso ordina-rio per esami e titoli, assiemecon i docenti specializzatiusciti dal IX corso Ssis si pre-sume. Il concorso ordinarionon sarà più quindi anche aifini abilitanti, ma sarà apertosolo ai già specializzati all’in-segnamento. A coloro che supereranno ilconcorso – udite! udite! –verrà offerto un contratto dilavoro a tempo determinatoremunerato affinché la forma-zione iniziale venga completa-ta attraverso la prestazionedel servizio di insegnamento,anche nella veste di supplen-ti, sotto la supervisione di in-segnanti esperti. Al termine diun periodo prestabilito e sullabase di una valutazione (di cuiandrebbero attentamente de-finite le modalità) relativa an-che alla capacità didattica,verrebbe offerto ai docentiselezionati un contratto atempo indeterminato. Nonbasta quindi la laurea, la spe-cializzazione biennale post-laurea, il superamento delconcorso pubblico, dopo sicontinuerà ancora a fare i sup-plenti e la stipula del contrattoa tempo indeterminato toccafarla con il dirigente scolasti-co: insomma l’assunzione di-retta da parte del preside.A pag. 161 della citata pubbli-cazione si legge che ”È inoltreevidente che la qualità del si-stema di formazione iniziale edi reclutamento può forte-mente beneficiare di un raf-forzamento della capacità divalutazione da parte delle sin-gole scuole, ossia da una piùchiara e fondata espressionedella loro domanda. In un si-stema dove sia cresciuto l’in-centivo degli insegnanti e deidirigenti scolastici delle singo-le scuole ad approvvigionarsidei migliori insegnanti possi-bili, saranno le scuole stesse,nell’esercizio della funzione diaccompagnamento del primostadio formativo e di tutorag-gio dello stadio successivo, apromuovere la qualità dellaformazione, un’appropriataselezione e inoltre a segnala-re deficienze (magari anchedisciplinari) che esistono nelprocesso formativo”.Insomma il preside e il suostaff avranno l’ultima parolasull’assunzione in ruolo deidocenti. Si tratta di una verae propria assunzione direttada parte delle scuole, checompleterà, a nostro avviso, ilprocesso di aziendalizzazione,avviato con la cosiddetta au-tonomia scolastica. E avremoquindi non più i docenti asse-gnati alle scuole mediantegraduatoria pubblica, ma do-centi scelti direttamente dalleistituzioni scolastiche, avremoinevitabilmente scuole di serieA, B, C … più di quanto lo sia-no ora. Esattamente quantoda anni auspicano i paladinidell’Autonomia che vedononell’assunzione diretta delpersonale da parte del diri-

gente solastico la logica con-clusione del processo di “re-sponsabilizzazione” dellescuole.Come se non bastasse nonsarà automatica l’assunzionea tempo indeterminato deldocente che avrà superatol’intero percorso ad ostacoli. A pag. 162 dello stessoQuaderno Bianco viene speci-ficato: “Si dovrà poi valutarea quale ipotesi fare riferimen-to e quali misure precauzio-nali prendere nel caso in cui leprevisioni assunte a riferi-mento non si realizzino. Comesi è osservato, nel caso in cuisi opti per ipotesi alte [di ri-cambio del turn-over] chepresentano rischi di sovrasti-ma, si potrà pensare a tre for-me di flessibilità con cui af-frontare una domanda di in-segnamento che si rilevi piùbassa delle previsioni. In pri-mo luogo, si dovrà prevedereex-ante e rendere trasparen-te che l’offerta di un contrattoa tempo indeterminato è sog-getta a una verifica del fattoche si stiano effettivamenterealizzando le previsioni sullabase delle quali era stato de-ciso il dimensionamento del-l’accesso al processo formati-vo/selettivo: qualora così nonsia e, in particolare, il fabbiso-gno sia inferiore al previsto,potrebbe infatti essere neces-sario rallentare il turn-over;ovvero potrebbe essere ne-cessario riorientare l’offerta diinsegnamento a ordini o disci-pline non coincidenti conquelle programmate. In se-condo luogo, è necessarioprevedere nel contratto unaflessibilità verticale in salita oin discesa (fra scuola dell’in-fanzia e primaria; fra scuolesecondaria di primo e secon-do livello), flessibilità fra tipo-logie di scuola, ovvero impie-ghi alternativi delle ore di in-segnamento, potenziando adesempio (oltre i livelli minimiessenziali) il servizio di istru-zione nei confronti degli adul-ti. In terzo luogo, è opportunopervenire a un qualificato si-stema di riconversione pro-fessionale che consenta in di-versi casi di far transitare gliinsegnanti da una cattedra adun’altra”.In altre parole, se rientri an-cora nei numeri e nelle previ-sioni (l’intero QuadernoBianco e centrato sulla neces-sità di ridurre organici, alzarela media alunni per classe e dialunni per docente), viene au-torizzata l’assunzione a tem-po indeterminato, altrimenticontinui a fare il supplente.Quello che più infastidisce èche il tutto viene confezionatocon la menzogna che l’obietti-vo sia di eliminare le causeche determinano la formazio-ne di situazioni di precariato.Secondo le bugie del ministrole cause della precarietà sta-rebbero nelle ex Graduatoriepermanenti, che si è deciso dimantenere fino al loro esauri-mento, intasate da centinaiadi migliaia di precari e dal si-stema di reclutamento stesso,mentre è chiaro a tutti che lecause della precarietà stannonella estrema convenienza,soprattutto economica, adutilizzare personale precario.

Mediamente un lavoratorecon contratto a tempo deter-minato nella scuola costa cir-ca 8.000 euro lordi l’anno inmeno di un lavoratore a tem-po indeterminato. Un preca-rio, se è supplente fino al 30giugno, non ha stipendio esti-vo, mentre ce l’ha solo se èsupplente fino al 31 agosto,non ha alcuna progressione dicarriera, anche dopo decennidi contratti a tempo (altro chei 36 mesi del Protocollo sulWelfare).È evidente quindi la conve-nienza a mantenere decine dimigliaia di docenti e Ata pre-cari, a mantenere sottostima-to l’organico di diritto rispettoa quello di fatto, non stabiliz-zando gli organici.Altri tagli sono previsti nellaFinanziaria 2008, altri 33.000posti di insegnamento in me-no, soprattutto per il soste-gno, e a poco vale l’autorizza-zione ad aumentare di 10.000unità il contingente per le as-sunzioni in ruolo del persona-le Ata nel triennio (30.000 alposto di 20.000, di cui 10.000già effettuate) di fronte a cir-ca 80.000 posti Ata vacanti.I cosiddetti miglioramentinormativi per i precari, inseri-ti nel contratto bidone appenafirmato dai sindacati concer-tativi, sono ininfluenti rispettoall’obiettivo di fermare la pre-carietà. Il mantenimento delposto per i supplenti tempo-ranei se il rientro del titolareavviene dopo il 30 aprile, ilpagamento del giorno libero edella domenica e il migliora-mento contrattuale in caso dimaternità, sono poca cosa ri-spetto a quanto rivendicatoda anni e cioè il principio del-la parità di trattamento eco-nomico e normativo tra per-sonale di ruolo e precario, so-prattutto per quanto riguardala progressione di carriera.Visto, tra l’altro, che gli inse-gnanti di religione ancora pre-cari possono godere di scattidi anzianità, mentre i precaridi materie obbligatorie perce-piscono sempre lo stipendio alivello iniziale, anche dopovent’anni di precariato.Occorre innanzitutto elimina-re alla radice la convenienza aricorrere al lavoro precario, èanche per questo che si èscioperato il 9 novembre.A parità di lavoro parità ditrattamento: basta con losfruttamento dei precari!- Parità di trattamento econo-mico e normativo per quantoriguarda ferie, malattia, per-messi tra il personale a tempodeterminato e indeterminato.- Stipendio estivo per tutti co-loro che svolgono almeno 180giorni di servizio in un anno.- Progressione di carriera(scatti di anzianità) anche peril personale a tempo determi-nato, almeno dopo quattroanni di servizio (vedi la sche-da nella pagina precedente).- Ricostruzione della carriera,per gli immessi in ruolo, consi-derando tutto intero il serviziopre-ruolo (oggi sono ricono-sciuti solo i primi quattro annie i due terzi del rimanente).- Immissione in ruolo su tuttii posti vacanti e disponibili sianell’organico di fatto che inquello di diritto.

Il nuovo Regolamento perle Supplenze ... precario!Altra situazione di disagio – a confermare il fatto che la scuola sia sem-pre più precaria – è stata creata dal nuovo Regolamento per le sup-plenze.Secondo il Ministero il regolamento vigente precedentemente era trop-po garantista per i precari, i quali potevano rifiutare una supplenza perattenderne una più conveniente senza gravi sanzioni; e poi si potevascegliere addirittura 30 scuole o 20 circoli didattici e le segreterie eranocostrette a stare intere mattinate a telefonare ai supplenti prima di tro-varne uno disponibile.Dopo le nomine provinciali dalle Graduatorie ad esaurimento, esauritetali graduatorie degli abilitati, per coprire i posti e gli spezzoni ancora va-canti delle varie classi di concorso, nonché per la scuola dell’infanzia eprimaria e per i posti di sostegno (i cui elenchi del personale specializ-zato sono esauriti nella maggior parte delle province), i dirigenti scola-stici devono utilizzare le Graduatorie di circolo e di istituto. Anche per lasostituzione di personale assente, i dirigenti devono utilizzare le gra-duatorie d’istituto. Ma tali graduatorie non sono state ancora compilate(le definitive usciranno a Natale come gli anni passati?), quindi i dirigentifinora hanno reclutato con le vecchie graduatorie fino a nomina di aven-te diritto … per poi rinominare con le nuove graduatorie, provocando ilsolito balletto d’insegnanti ad anno abbondantemente iniziato.E questa volta sarà ancora peggio degli anni scorsi, perché con il nuovoRegolamento per le supplenze è stato consentito ai precari di sceglieresolo 20 scuole, rispetto alle 30 precedenti (10 invece delle 20 per lescuole dell’infanzia e primarie), e quindi molti precari, assunti ora con levecchie graduatorie in una scuola, si troveranno a non poter esser ri-confermati con le nuove in quello stesso istituto, se non rientra nelle 20prescelte.

Debiti precarida www.alpebra.it

Indipendentemente da quanto possiamo pensare sul ritorno degli esa-mi di “riparazione” le nuove modalità di verifica del recupero dei debitidecise da Fioroni contrastano palesemente con l’attuale definizione di“termine delle attività didattiche”.Il Dm 80/2007, che organizza e regolamenta il recupero dei debiti sco-lastici, prevede che le scuole, nel periodo tra gli scrutini di giugno e l'i-nizio dell'anno scolastico successivo, organizzino ed attuino interventididattici finalizzati al recupero dei debiti formativi, anche laboratoriali,coinvolgendo, peraltro, tutto il personale della scuola, Ata compreso. È nostra opinione che da ciò discenda direttamente che non sia più pos-sibile dichiarare concluse le attività didattiche al 30 giugno di ogni annoscolastico e che pertanto tutti i contratti a tempo determinato già stipu-lati (e ovviamente quelli ancora da sottoscrivere) su posti disponibili difatto, debbano essere equiparati a quelli sui posti di diritto e pertantoconvertiti in supplenze annuali (a scadenza 31/8). È quindi urgente unamodifica legislativa (inseribile nella Finanziaria 2008) che corregga, incoerenza con i contenuti del Dm 80/2007, la Legge 124/99: non è piùpossibile infatti, per la scuola secondaria di secondo grado, porre ora di-stinzioni tra le supplenze "annuali" e quelle "fino al termine della attivi-tà didattiche", concludendosi entrambe il 31 agosto.In aggiunta, considerato anche il fatto che la maggior parte delle provedi recupero e delle conseguenti riunioni dei Consigli di classe dovrà ne-cessariamente avvenire nel mese di settembre, sarebbe auspicabile pre-vedere, dal punto di vista normativo, le modalità di effettuazione degliscrutini, per evitare l'assurdità di situazioni che vedano un alunno se-guito fino al 31 agosto da un docente e poi valutato a settembre da unaltro.

Organico precarioDeve finire questa fraudolenta mistificazione tra organico di diritto e or-ganico di fatto. L’organico è quello necessario a far funzionare la scuo-la, non i menzogneri numeri autorizzati di anno in anno dal Ministerodell’Economia.Deve finire la convenienza a tenere in organico di fatto decine di migliaiadi posti, di cui non si tiene conto per la mobilità, per le immissioni in ruo-lo e per lo stipendio estivo dei supplenti. Su questi numeri falsi si gio-cano poi le mistificazioni anche mediatiche. Come quelle secondo cui iposti di sostegno nella prossima finanziaria aumenterebbero, visto cheverrebbe stabilizzato il 70% dell’organico, senza però dire che si parladel 70% dell’organico di diritto, mentre più della metà dei posti di so-stegno sono in organico di fatto e occupati da precari.In realtà, nella Finanziaria 2008, è prevista una diminuzione complessi-va dei posti di sostegno del 30% circa, passando dal parametro un do-cente di sostegno ogni 138 studenti iscritti, ad un insegnante di sostegnoogni due alunni disabili ed eliminando i posti in deroga per i casi gravi.

Tagli al personale2007 2008 2009 20102008 2009 2010 2011

Personale - 14.000 - 11.000 - 11.000 - 11.000

Docenti sostegno - 570 - 3.570

Personale Ata - 2.320 - 2.760

Fonte: Atti parlamentari - Senato della Repubblica - n. 1817

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12 COBAS 37 - novembre/dicembre 2007L e t t u r e

Da quest’anno c’è Marta, seduta in prima fila. Ioe Isabella, l’insegnante di sostegno, abbiamo fat-to un paio di riunioni per studiare il fascicolo chele scuole medie ci hanno consegnato, per cercaredi capirci qualcosa, con un grave sospetto: non-ostante tutte le assicurazione della USL, del prov-veditorato, della stessa presidenza, temiamo,sappiamo che ci lasceranno soli a gestire il «pro-blema». Soli e un po’ spaventati, abbiamo pauradi non essere all’altezza della situazione ... È laprima volta in regione che un Liceo «apre le por-te» ... ad alunni portatori di handicap. Marta, ac-compagnata dalla madre, ha fatto un paio di in-cursioni l’anno scorso, una specie di inserimento.Delle volte, al sabato, me la trovavo in classe, inun banco appartato. Doveva vederci, ascoltarci,in qualche modo giudicarci. Il giudizio è stato po-sitivo ... Da quest’anno c’è Marta, seduta in pri-ma fila e si vede subito che ha voglia e bisogno,forse più voglia che bisogno, di qualcosa, ma ca-pire di che cosa è un’altra questione. Marta haavuto un’emorragia cerebrale postnatale, e que-sto le impedisce una completa padronanza di sé,il suo cervello non controlla tutto, e non si con-trolla del tutto. Marta deambula, anche se un po’traballante; Marta scrive, anche se solo letteregrandi, in stampatello, con grafia incerta; Martaparla, sottovoce o quasi a voce alta, e non puòfare a meno di mormorare quello che legge.Marta, quando rientra, sbatte violentemente la por-ta, ci guarda e sorride. Non sappiamo cosa farecon lei, questo vuol dire che siamo pronti a partire.Bastano un paio di mesi perché arrivino i primiproblemi. Non sono, naturalmente, quelli cheavevamo previsto. Noi insegnanti ci troviamo be-ne con lei. È sempre allegra, caricata, È quasi unsollievo vederla nelle mattine grigie, alle otto,con la sua inossidabile voglia di esserci. È quasiun sollievo per noi che spesso ci abbandoniamoalla voglia contraria. Marta sa già a memoria tut-to il rosa, rosae. Non sappiamo se serve né a co-sa eventualmente serve, ma sappiamo che lei ècontenta di infilare quelle sei brevi parole così si-mili in un ordine incomprensibile ma rituale, sa-cro, eternamente stabilito: quell’ordine è un limi-te a cui cerca di aderire e aderire, in fondo, signi-fica stare attaccati a qualcosa, a una madre pu-tativa che dà affetto e dignità, stima, autostima,mette in moto un circolo virtuoso. No, i primiproblemi sono dei ragazzi, dei suoi compagni diclasse, dei nostri studenti. Non la trattano male,magari! Non si può dire che la trattino bene.Dopo un po’ siamo costretti ad arrivare a unaconclusione amara: non la trattano affatto, la tol-lerano con cortesia, sono troppo fragili per discu-tersi. Proviamo, con poca convinzione, a parlarne... Forse ci fermiamo in tempo, prima di fare deidanni ... Per disperazione ci ributtiamo sul latinoe sulla matematica, almeno questo la diverte. Epoi un giorno di fronte a «lupi» Marta dice, conquella voce un po’ gutturale, ma via via semprepiù chiara: «Del lupo – comemento di specifica-zione». Lo sbaglierà altre mille volte, altre dieci-mila, sappiamo cos’è un limite. Forse siamo pocoabituati a considerare i nostri.Gli altri, cosa fare degli altri? Per un po’ non ri-esco a non disprezzarli ... Fino al pomeriggio delricevimento generale dei genitori. Allora vedo dadove vengono i miei studenti, riconosco i lorotratti in quelli, invecchiati male, di chi li ha messial mondo. Confronto la rozzezza del loro giovaneparlare con quell’esibizione di tenace banalità,con la ricerca disperata del vuoto, del nulla, delsuccesso e del denaro, che informa i loro genitorie penso: hanno già fatto molto, hanno già fattotroppo. Non posso fingere: da queste famiglie, daqueste chiusure vengono, da questo deserto; ilfatto che siano ancora vivi, curiosi ... li rendesublimi. Mi lascerò andare al sentimento giustoche contrastavo dentro di me: benedetti, li ame-rò, come ho sempre fatto, come farò sempre fin-ché starò in una scuola, come è giusto fare. Nonè separandoli da Marta, nelle mie graduatorie dimerito, che riuscirò ad unirli a lei. Sarà un amorecritico, ma sempre amore. Le vacanze di Nataleci trovano così, stanchi, depressi e felici, con unpunto di partenza. Sempre al punto di partenza.Ma il punto di arrivo fa parte di un modello pre-costituito che stiamo cercando di abbandonare.La prima riunione del secondo quadrimestre è daurlo. Isabella presenta e spiega il p.e.p. di Martaagli esperti che cortesemente sorridono ... Lo psi-cologo della USL alla fine, come nelle vecchie ri-unioni di partito, prende la parola per darci la li-nea, presumibilmente. La linea è che Marta non

Manca ilcorpoClasse II B, ilnostro amore ècominciato lì ...di Claudio Lolli,da Per chi suonala campanella, acura del Cesp diBologna, 2006

se ne fa un cazzo (traduco) di queste cose: do-vrebbe imparare qualcosa di preciso (traduco: ungesto ripetitivo) per essere inserita nel mondodel lavoro (non c’è bisogno di traduzione).Ma allora non capisco perché è partito il proget-to: parcheggiarla qui un anno o due? Fare bellafigura col capo? Una pubblicazione parauniversi-taria? E il suo sviluppo emotivo? Non era questoil progetto? Pensano veramente che vogliamo in-segnarle il latino? Gli illuministi opportunisti sorri-dono. Che possiamo sapere noi, che stiamo conMarta tutti i giorni mentre loro si massacrano diriunioni di questo tipo? Però mi alzo e me ne va-do. Lo psicologo si lamenterà e mi hanno riferitoche anche l’assistente sociale mi ha trovato unpo’, ma solo un po’, per fortuna, maleducato ...Isabella non c’è oggi, faccio un’ora con Martafuori classe, in biblioteca ... Dobbiamo leggere uncapitolo dei Promessi, la prof. di sostegno ha pre-parato tutto. C’è un bel testo ridotto, ingrandito,con delle illustrazioni. Si rapisce Lucia, oggi. E al-lora mi viene in mente mio figlio, quando gli leg-go le storie la sera, e imito le voci.Quella cavernosa e volgare del Nibbio, quellachioccia e sottile di Lucia. Lucia che piange, urlae, come sempre, prega. Urla Marta, urla comeLucia! La prendo per il braccio, lei ride e urla, ur-la proprio come Lucia, anzi, meglio, molto me-glio: perché Lucia piange e sviene; Marta inveceride e io non mi sono mai divertito tanto, conquel noioso romanzo, come oggi. Forse ho anchecapito qualcosa. Quello che ci manca, qui, è ilcorpo. Vi sembrerà una sciocchezza, come esseresenz’ombra sembrò all’inizio una sciocchezza aPeter Schlemihl, ma provate voi a vivere più diduecento mattine all’anno senza il vostro corpo.Se duecento mattine vi sembran poche.«Gli oppressi/ sono oppressi e tranquilli, gli op-pressori tranquilli/ parlano nei telefoni, l’odio ècortese, io stesso/ credo di non sapere più di chiè la colpa». È sabato, siamo a fine aprile, tre oredi compito in classe di Italiano ... Tra i titoli homesso anche questa poesia di Fortini ... So beneche Traducendo Brecht può essere consideratoun testo difficile, ma non pretendo nulla, un com-mento, un commento qualsiasi. Possibile chequegli oppressi tranquilli e quegli oppressori cor-tesi non suggeriscano niente? Sì, certo che èpossibile. Sono stanco, mi sono portato un librodi Francesco Remotti, Contro l’identità, ho letto leprime pagine in autobus e ho voglia di divorarlo.Ho voglia di considerare le tre ore del tema cometre mie ore libere; tre ore libere, che scrivano.«Nulla è sicuro, ma scrivi». Anche Marta devescrivere: Isabella le ha preparato il suo tema sul-le vacanze ... Marta mi disturba: ogni cinque mi-nuti mi chiama per controllare la grafia di unaparola: «È giusta o no?», e io alla fine abbando-no la lettura del mio saggio contro l’identità: miconforta il fatto che facendolo, do ragione a queltitolo affascinante. Così sto con Marta e giro tra ibanchi, leggo qualche riga: nessuno ha scelto lapoesia di Fortini come traccia del tema. Stannoscrivendo delle cosine carine su altri argomenti.Dio mio, stanno facendo dei temi! Me ne accorgocon la consueta disperazione ... Marta va a due-cento all’ora, È partita e non ha meta. Noi cer-chiamo di andare dal punto A al punto B nel mi-nor tempo possibile, con il minor spreco di ener-gia, seguendo una linea retta, sperando che suo-ni in fretta la terza campana ... Scrivono lenti epigri. So che leggerò le loro frasi disperatamentebanali, quello che credono che si debba dire, scri-vere in un tema. Lo fanno per me, in fondo, lofanno per farmi contento. Marta lo fa per sé. Peressere felice ...Marta non imparerà davvero il latino, né la mate-matica, né l’inglese, lo sappiamo tutti e soprat-tutto lo sa lei. Ma forse si innamorerà e questo lofarà esattamente come tutti gli altri suoi compa-gni di classe, e soffrirà e gioirà di questo comeloro. Su questo non si può mentire. E preferisco,anche se non conto nulla, che lo faccia qui, dovelo fanno altri adolescenti che hanno una mentepiù rapida e più chiusa della sua, che hanno un’i-dentità più definita e feroce e molto più fragile eaggressiva, che per sentirsi bene giocano ancorail gioco del sano e del malato, il gioco della guari-gione infinita che Marta ha smesso di giocare daun pezzo. Marta non imparerà mai davvero il latino, mauno degli ultimi giorni di scuola ha letto «lupo-rum» e ha detto: «Dei lupi – compemento dispecicasione». Ci siamo messi tutti a ridere, poilei ha aggiunto: «Genitivo, plurale».

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Il dirigente scolastico insiste aconsiderare obbligatoria lapresenza dei docenti a scuoladurante le assemblee deglistudenti. Abbiamo sostenutoche, ai sensi del comma 8 del-l’art. 13 del DLgs 297/94, as-sistere all’assemblea non puòessere un obbligo, ma il Ds haribattuto che una nota mini-steriale imporrebbe invece lanostra presenza. Come stan-no effettivamente le cose?

Avete perfettamente ragione,non avete nessun obbligo a ri-manere a scuola.Recentemente siamo riuscitifinalmente ad ottenere unaprima sentenza che dichiaraillegittimo il comportamentodei dirigenti che obbligano idocenti ad essere presenti ascuola durante le assembleed’istituto degli studenti.Questo sopruso ha assuntouna dimensione preoccupanteda quando il Miur ha dirmatola Nota prot. 4733/A3 del26/11/2003, che molti diri-genti scolastici avevano inter-pretato “creativamente” fa-cendone discendere l’obbligodi permanenza a scuola deidocenti. Ancora più improvvi-damente si è poi recentemen-te aggiunta la Nota UsrVeneto 4/4/2007 che recita:“in caso di assemblee svolteall’interno dei locali dellascuola, si ritiene operante atutti gli effetti l’obbligo di vigi-lanza a carico dei docenti chesono in servizio in quelle ore,in quanto tali assemblee sisvolgono in orario scolastico”.Quest’ultima Nota si è anchespinta a prevedere che “per leassemblee svolte al di fuoridei locali, deve del pari rite-nersi operante l’obbligo di vi-gilanza (con accompagna-mento degli alunni nei locali incui l’assemblea si svolgerà econseguente vigilanza duran-te il suo svolgimento)”.Insomma, secondo costoro -sulla base della Nota Miur del2003 - per i docenti persiste-rebbe un obbligo di vigilanzaanche al di fuori dell’attivitàdidattica programmata.Invero la Nota Miur, seppurinopportuna e foriera di tuttaquesta confusione, non arri-vava a prevedere un obbligodel genere, ma si limitava al-la seguente previsione: “l’isti-tuzione scolastica ha l’oneredi adottare tutte le iniziativenecessarie per la verifica del-le presenze dei docenti e de-gli studenti, conformemente aquanto accade per la rivela-zione delle presenze nellegiornate destinate allo svolgi-mento delle lezioni”.Senza voler qui riaprire laquestione legata alla modalitàdi rilevazione delle presenze

del personale docente (bastala firma sul registro di classe,Sent. Cassazione SezioneLavoro n. 11025 del 12 mag-gio 2006) di cui abbiamo am-piamente trattato nel n. 32 diquesto giornale, ribadiamosoltanto che non può certoessere un dirigente ministe-riale a autorizzare un dirigen-te scolastico ad adottare chis-sà quale iniziativa che non siagià prevista da una vigentefonte normativa.Comunque, nonostante findall’inizio di questa situazioneavessimo in tutti i modi cerca-to di far ragionare i dirigentisulla normativa vigente (artt.12, 13 e 14 DLgs 297/94),che semmai prevede come di-ritto (certo non come dovere)la possibilità dei docenti di as-sistere alle assemblee stu-dentesche, c’è stato bisognodi un ricorso giudiziale per ar-rivare a capo - speriamo defi-nitivamente - della questione.Con un gruppo di colleghi diun Istituto Superiore diMuravera abbiamo presentatoun ricorso al Tribunale diCagliari.La recente sentenza, deposi-tata il 25/9/2007, accoglie ilnostro ricorso ribadendo che“la piana lettura dell’art. 13DLgs n. 297/1994 - in cui èconfluito l’art. 43 del Dpr416/1974 - ed in particolare ilcomma VIII evidenzia comenon sussista alcun obbligo incapo ai docenti di presenziarealle assemblee studentesched’istituto (“All’assemblea diclasse o di istituto possonoassistere, oltre al preside o adun suo delegato, i docenti chelo desiderino”). Il correttosvolgersi dell’assemblea deveessere assicurato ... dal presi-de, che ha un preciso poteredi intervento nel caso di viola-zione del regolamento o in ca-so di constatata impossibilitàdi ordinato svolgimento del-l’assemblea” (art. 14 comma5 DLgs 297/94).Le motivazioni quindi aggiun-gono che “la facoltatività del-la presenza degli insegnantinon fa venir meno, tuttavia,ad avviso di questa decidente,l’obbligo degli stessi di rileva-re le presenze e le assenzedegli studenti quando l’iniziodell’assemblea coincida conl’orario iniziale della giornatascolastica”.Il Giudice ha altresì riconosciu-to “fondata la pretesa dei ri-correnti di non presentarsi ascuola in occasione delle as-semblee nelle ore successivealla prima, e comunque di la-sciare il servizio dopo aver rile-vato le presenze e le assenze”.In conclusione la sentenza“dichiara insussistente in capoai docenti l’obbligo di presen-ziare alle assemblee studen-tesche d’istituto, fermo re-stando l’obbligo di rilevazionedelle presenze e delle assenzeall’inizio della prima ora dellamattinata a cura dei docentiin servizio in tale orario in cia-scuna classe.”Almeno d’ora in poi non do-vrebbe più essere oggetto didiscussione che la presenzadei docenti alle assembleestudentesche non è obbligato-ria e speriamo che i dirigentinon insistano sull'argomento.

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Ministro o docenti di risulta?Ci risiamo, il buon giorno si vededal mattino del primo giorno discuola. È sempre in questa datache arriva ai “cari operatori dellascuola” - come scrive il ministroFioroni – la letterina per l’iniziodell’anno scolastico. Una sorta diletterina di Babbo Natale fuoristagione, dove si scrive che tuttisaranno più buoni, ciascuno faràdi più e la scuola tutta sarà piùbella che pria. Di norma ilMinistro di turno sostiene di averfatto l’impossibile perché ciò siapossibile. Di conseguenza, s’a-spetta alunni meno bulli e piùpreparati, docenti meno fannullo-ni e più motivati, istituti con mag-giori ricchezze e dirigenti scolasti-ci sempre più manager di succes-so. In quella 2007, tra le righe, silegge:“Questo è il primo anno in cui lascuola italiana non produrrà piùnuovi precari. Ora il nostro impe-gno, dopo la trasformazione dellegraduatorie permanenti in gra-duatorie ad esaurimento e la pro-gressiva immissione in ruolo deiprecari, consentirà l'individuazio-ne di una modalità di formazionee reclutamento degli insegnantiche permetta alla scuola di averesempre docenti per scelta, nonper risulta, ...”Da operatore della scuola mi met-to subito all’opera e correggo, lafunzione docente me lo impone. Uno, la scuola non produce pre-cari da lustri, visto che a farlo èl’università, per autofinanziarsi,con l’omertoso e complice silenziodel Ministero dell’Istruzione. Due, delle 150.000 immissioni inruolo, stabilite nella finanziaria2007, ne sono state varate solo40.000 (10.000 erano state deli-berate dal precedente governo).Comunque sia non è il cambio didenominazione delle graduatoriea risolvere la vita professionaledei 400.000 precari in attesa dadecenni. È oltraggioso e calunnio-so ritenere gli insegnanti in servi-zio a tempo indeterminato o sal-tuario e tutti quelli temporanea-mente disoccupati docenti di ri-sulta e non per scelta. Sarebbeutile sapere se sia la ciclopicaignoranza del mondo della scuolao la protervia di chi si sente pro-tetto dall’immunità parlamentaread ispirare il delirio del Ministro.Una o più lauree, svariati concor-si a cattedra, altrettanti corsi abi-litanti, specializzazioni universita-rie, master, perfezionamenti emolto altro ancora imposto dauno stato biscazziere non sonoancora sufficienti a giustificareuna “scelta”? Se non bastasse, ilcalvario professionale che com-porta da uno a tre decenni di pre-carizzazione in regime di capora-lato di stato, giustifica le ragionidi una “scelta” netta e nobile?Verrebbe da chiederle, signorMinistro, il suo incarico attuale èper scelta o per risulta? Sbaglio oper scelta aveva deciso – dagrande - di fare il medico? Speroche – strada facendo - non si siaaccorto che era una professionetroppo alta e nobile.

Comunque sia, per certo, gli ope-ratori della scuola – lo siano perscelta o per risulta - meritano dipiù, molto di più.

Gianfranco Pignatelliper i Comitati Insegnanti precari - Cip

Esami di riparazionePenso che molti/e abbiano sentitola notizia del ripristino degli esa-mi di riparazione nella scuola su-periore.Facciamo il punto:- il Governo ci chiede di bocciaredi meno, perchè così si risparmia;- il Governo ci impone un aumen-to di alunni per classe, perchè co-sì si risparmia;- il Governo ci impone tagli per33mila insegnanti a fronte di unaumento del numero complessivodi alunni, perchè così si risparmia;- il Governo dice che l'Italia deveaumentare il numero di diplomatie laureati, non perchè questo fac-cia bene alla società e al mondoproduttivo, ma perchè dobbiamouniformarci ai dati Ocse (se poisforniamo diplomati ignoranti elaureati zucconi, chissene ...);- il Governo ci ripristina gli esamidi riparazione e ci obbliga a orga-nizzare corsi di recupero entro il31 agosto;- i sindacati e il governo si appre-stano a firmare il contratto dei la-voratori della scuola, nel qualetroppi sono i punti di generica de-finizione e di conseguenza i rischiper un notevole peggioramentodelle nostre condizioni di lavoro.Sulla questione esami di ripara-zione sarà necessario aprire undibattito ed un confronto serio,perchè a prescindere dal fatto chesi possa essere o meno d'accordosulla scelta di risolvere in questomodo a mio parere davvero de-magogico la questione (specie sele scuole sono messe sempre piùnelle condizioni di abbandonarechi fa fatica, in classi di 29-30-31-32 alunni!, senza mediatori cultu-rali per i giovani migranti nè ade-guato sostegno per i disabili), ècerto che il sistema dei debiti for-mativi non funzioni e sia a dir po-co ridicolo.Ma anche da un punto di vistaeminentemente pratico e forma-le, il Ministro Fioroni dimostra an-cora una volta la sua totale igno-ranza dei tempi e dei ritmi dellascuola e persino della società.Innanzitutto, come si potrannofare corsi di recupero prima dellametà di luglio, quando quasi il50% dei docenti, e specialmentequelli del triennio, è impegnato afine scuola prima negli scrutini epoi subito a ruota negli esami dimaturità? Non ci restano quindiche la seconda metà di luglio eagosto, quando per altro chi hafatto gli esami di stato gode final-mente le ferie estive.Ma il ministro ignora anche cheappena finiscono le scuole tutti imezzi di trasporto extraurbanispariscono o quasi dalla circola-zione il che rende pressocchè im-possibile per gli studenti che pro-vengono da fuori città, che in al-cune scuole sono oltre il 50% del-

le presenze, frequentare i corsi.Inoltre, vorremmo anche che siriflettesse un istante sulle condi-zioni ambientali dei nostri istitutiscolastici, decisamente inadegua-ti all'apertura estiva, specie daquando il caldo si è fatto oppri-mente e prolungato come negliultimi anni.Ma le scuole, nella loro autono-mia, sapranno trovare fantasiosesoluzioni a tutti questi problemi... lui i titoli dei giornali e le inter-viste ai tg se le è guadagnate,condendo il tutto con sani principie belle parole. Al resto, ci pensinogli altri...

Roberta

Insegnanti e burn-outEvviva, il medico-ministroGiuseppe Fioroni, nell’incipit delleindicazioni ministeriali, finalmen-te docet: “Non c'è nessuna sin-drome di burn out nell'insegnanteche non sia figlia del difficile in-crocio fra ciò che dovremmo sa-per essere e la straordinaria com-plessità che richiede l'educareistruendo proprio quella personalì che, nella propria unicità, dà lamisura della complessità dell'in-trapresa e dell'ineludibilità del li-mite del nostro operare"Grazie Ministro per averci ricorda-to la complessità che richiede l'e-ducare , senza il suo input di sin-cero incoraggiamento non ci sa-remmo proprio arrivati … Quantoalla straordinaria complessità edell'ineludibilità del limite del no-stro operare sottolineo l'inesi-stente azione di prevenzione/for-mazione sulla scottante tematicasoprattutto in itinere. Le ricordoche - a seguito della riformaAmato del 1992 e la conseguentechiusura delle baby pensioni –l'ASL Città di Milano, come purequella di Torino, verificarono laclamorosa impennata delle richie-ste d'inidoneità da parte della ca-tegoria docente ... Probabilmentesfugge allo staff dei suoi numero-si ed efficienti collaboratori mini-steriali, che occorre agire imman-tinente e con maggior sinergia diveri esperti, prima che la situazio-ne precipiti, costruendo l'indi-spensabile “ponte” tra SCUOLA &SANITA' per il quale -del resto-abbiamo già posto da anni la pri-ma pietra ASCOLTANDO la base:vox populi vox Dei!Mi permetto di suggerirle di rileg-gere il giuramento di Ippocrate,adoperandosi in prima persona,quale medico/ricercatore: lau-reandosi si è infatti impegnato a“regolare il tenore di vita per ilbene dei malati secondo le mieforze e il mio giudizio, mi asterròdal recar danno e offesa” . Ele“mele marce”?Un suo eventuale pericoloso mi-sconoscimento della realtà ogget-tiva, che dimostra scientificamen-te il maggior rischio di logora-mento/usura connesso alla pro-fessione docente, equivarrebbe aldefinitivo abbandono della prezio-sa categoria alla solitudine e allavergogna del proprio disagio, diri-genti compresi.Gioverebbe “ripassare” le intro-duzioni del libro-dossier Scuola difollia, presentato dal suo illustrepredecessore Tullio De Maurononché dal neuropsichiatria - lu-minare di fama internazionale -Giovanni Bollea. Un sussidio indi-spensabile a tutti i dirigenti scola-stici cui ora rivolge le sue nuoveindicazioni ma anche agli attivi ecollaborativi genitori, soprattuttocoloro che – seriamente impe-gnati nei consigli d'istituto – siadoperano per condividere l'azio-ne educativa della scuola, ora piùconsapevoli della fatica d'inse-gnare.

Anna Di Gennaro

Per contattarci

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Segnaliamo inoltre che sono disponibili numeroserisposte ai quesiti pervenuti alla pagina del sitohttp://www.cobas-scuola.it/faqFrame.html

Lettere

Ignoranza ministeriale?

Assembleedeglistudenti eobblighidei docenti

Sentenze

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14 COBAS 37 - novembre/dicembre 2007W e l f a r e

Ho letto qualcosa di Pietro Ichino, ho sentito discutere dellesue opere in tv, in questi giorni soprattutto del suo libro I nul-lafacenti. E allora ho pensato, questo qui ne capisce di lavoro,lavora, avrà lavorato.Insomma mi sono andato a vedere il suo curriculum.L’Ichino mi nasce a Milano nel 1949, fin da giovanissimo si ap-passiona al mondo del lavoro (non al lavoro ma al mondo dellavoro) ed alla tenera età di vent’anni (nel 1969) diviene diri-gente sindacale della Cgil-Fiom, incarico che ricoprirà fino al1972.Assolve gli obblighi di leva come marconista trasmettitore (co-me me, sigh, anch’io cantavo la canzoncina “onda su onda noisiam trasmission, gente che non fa niente che non c’ha vogliadi lavorar, gente specializzata a stare in branda a riposar”) edè quindi pronto a rientrare nel mondo del lavoro, ritorna infattitra i ranghi della Cgil dove resterà sino al 1979.Nel 1979 Ichino ha ormai trent’anni, posso immaginare la mo-glie che gli dice “Pie’ ormai c’hai trent’anni, se non vuoi trova-re un lavoro almeno trova uno stipendio ed una pensione”.Detto fatto l’Ichino viene eletto alla Camera dei deputati, e vapure in Commissione Lavoro.Però non è ancora contento, ha lo stipendio, si è assicuratouna ricchissima “pensione”, che comincerà a percepire nell’a-prile del 2009 dopo aver ‘lavorato’ ben 4 anni alla Camera (dal1979 al 1983), ma sente che gli manca qualcosa.E qualcosa arriva, nel 1981 (non vi sfugga che nello stessomomento era parlamentare) viene assunto come ricercatoreall’Università di Milano.Nel 1986 diviene docente di Diritto del lavoro dopo concorso.Quasi dimenticavo la cosiddetta Legge Mosca, leggina alluci-nante (poco) nota per aver contribuito a creare una piccolavoragine nei conti pubblici italiani, tale legge era nata comelegge numero 252 del 1974 e consentiva a chi avesse collabo-rato con partiti e sindacati di vedersi regolarizzata la propriaposizione contributiva scaricando i costi sulla fiscalità comples-siva e dietro una piccola certificazione presentata dal partito odal sindacato.In buona sostanza con questa legge vennero “regolarizzate” leposizioni di migliaia di persone che risultarono essere state im-pegnate come dirigenti sindacali sin dalle scuole medie, questaorda assetata di soldi è costata alle casse dello stato una co-succia come 25 mila miliardi di lire distribuiti tra oltre 40.000persone, si badi bene non tra 40.000 lavoratori ma tra 40.000oscuri funzionari di partito e nobilissimi rappresentanti dei la-voratori. Comprendo bene la vostra obiezione, la legge è del 1974l’Ichino è stato sindacalista fino al 1979, se ne ha goduto è so-lo per una parte della sua carriera ed in fondo la legge c’era,lui che poteva fare. Errore, la legge era del 1974 ma è stata prorogata più volte;particolarmente interessante per meglio illuminare il personag-gio ichinesco è l’ultima proroga, avvenuta nel 1979; abbiamodetto come il nostro sia stato deputato nella VIII legislatura,durata dal 20 giugno 1979 all’11 luglio 1983, ma l’Ichino nonè arrivato alla Camera il 20 giugno 1979, ma il 12 luglio in so-stituzione di un collega ed il suo primo atto, da vero alfiere deiveri lavoratori, è stato quello di correre ad aggiungere la suapreziosa firma alla proposta di legge numero 291 presentata il10 luglio 1979 ed avente a titolo “Riapertura di termini in ma-teria di posizione previdenziale di talune categorie di lavoratoridipendenti pubblici e privati”, così facendo il deputato Ichino siaffrettava ad aggiungere la sua firma sotto un progetto di leg-ge che favoriva spudoratamente i sindacalisti come Ichino,contribuendo a causare una voragine nei conti pubblici che ilprofessor Ichino propone oggi di sanare per il mezzo di rigore,sacrifici e duro lavoro (degli altri).In buona sostanza io, che ho 39 anni, sono impiegato pubblicoe, tra mille difficoltà, lavoro da quando avevo 21 anni non socome e quando andrò in pensione mentre il castigatore deinullafacenti si trova ad avere già diritto a due pensioni ottime(quella di docente universitario e quella di deputato che sonocumulabili) più un altro paio potenziali, quella di giornalista equella di sindacalista.Insomma Ichino, ho capito che dovrò lavorare fino a 250 annidi età per pagarLe LE pensioni, ma almeno non potrebbe evi-tare di prendermi pure in giro?

Arnolfo Spezzachini Dal blog di Arnolfo Spezzachini:http://arnolfospezzachini.blog.kataweb.it/

"Abbiamo fatto cappotto!"Montezemolo, Epifani, Prodiesultano per la "magnificaprova di democrazia" offertadal "referendum sul welfare".Non c’era bisogno diNostradamus per indovinarel’esito della grande messin-scena concertativa per le con-sultazioni sul “Protocollo suprevidenza, lavoro e competi-tività” siglato il 23 luglio con ilgoverno Prodi e Confindustria.Bastava seguirne le premes-se: la Cisl che voleva far vota-re solo gli iscritti ai sindacatidi Stato; Epifani che pochigiorni prima del voto esprimeil timore che se vince il nosuccede un disastro: cade ilgoverno Prodi; la democraziasindacale che in Italia è soloun’amena favola; tutti i mediaschierati per il sì per cui po-chissimo hanno potuto cono-scere le posizioni di chi eracontro l’accordo. E così abbiamo assistito alcappotto che i magliari di Cgil,Cisl e Uil hanno allestito con lemodalità che costoro sono so-liti applicare, per legittimarel’ennesimo accordo al ribassoche segna un ulteriore passonella distruzione della pensio-ne pubblica, dà via libera al-l’aumento dell’orario di lavoroai danni della salute e dell’oc-cupazione, conferma e peggio-ra le forme del lavoro precario.Qualcuno ha parlato che lavotazione è stata viziata dabrogli, ma non ci sembra il ca-so di parlare di brogli: questipossono verificarsi quando, difronte a regole certe e verifi-cabili, un soggetto le viola. Maqui non c’erano regole. Cgil-Cisl-Uil hanno gestito comehanno voluto una grandeazione di propaganda, spal-leggiate dalle forze della mag-gioranza governativa e daConfindustria. In un referen-dum vero le tesi in contrappo-sizione hanno lo stesso spazioper essere discusse, le vota-zioni avvengono in camponeutro, con le liste dei votan-ti, ad orari e con modalitàchiari, e vengono poi certifica-te da scrutatori di entrambele tesi in conflitto. Qui, al difuori delle fabbriche ove i so-stenitori del no hanno impo-

sto un minimo di procedura (enon a caso il no ha vinto), nesono successe di tutti i colori:- assemblee dove hanno po-tuto parlare solo i sostenitoridel sì;- votazioni che si sono svolteprima delle date ufficiali (8-10ottobre);- persone che hanno votatopiù volte facendo il giro dellevarie sedi sindacali;- schede abbandonate sui ta-voli delle assemblee a dispo-sizione di chi ha votato indi-sturbato più volte; - votazioni svoltesi alla fine diassemblee (vedi Scuola ePubblico Impiego) oramai de-serte senza alcuno scrutiniopubblico;- funzionari dei sindacati con-certativi che arraffano le urnee se le portavano via senzafare lo spoglio;- schede avanzate perché nonvotate, contrassegnate inmassa con il sì e poi introdot-te nell’urna;- lavoratori che recatisi a vo-tare in una sede sindacalehanno ricevuto la schedaaperta e sono stati invitati amettere una croce su “favore-vole” davanti a tutti.Insomma il solito triste cam-pionario truffaldino dei sinda-cati maggiormente rappre-sentativi. Se poi esaminiamole cifre dichiarate, è possibilequalche altra considerazione.Secondo i conteggi dei con-certativi, l'82% dei votantiavrebbe votato sì all'accordo.Teoricamente gli aventi dirittoal voto sarebbero 35 milioni(di cui 12 milioni iscritti ai sin-dacati di comodo), mentre ivotanti sono stati 5 milioni, il14% degli aventi diritto: unapercentuale infima, ancheperché molti lavoratori conscidel carattere fraudolento dellaconsultazione non sono anda-ti a votare. L’analisi per comparto è anco-ra più illuminante: per il pub-blico impiego si parla di circa250 mila votanti, il 7% dell’in-tera categoria, percentualeche nella scuola non supera il3%. Tra i metalmeccanici,unica situazione dove si è po-tuto imporre un minimo di tra-sparenza procedurale, il no è

salito al 52,5%, giungendo nelgruppo Fiat a superare l’80%. I comparti più numerosi (pub-blico impiego, scuola e metal-meccanici) insieme avrebberovisto il voto di circa 800 milalavoratori (tra i metalmecca-nici hanno votato il 50% degliaventi dirirtto). E come si ar-riva a 5 milioni di votanti? Confiumane di pensionati (metàdegli iscritti dei sindacati con-certativi), attirati nelle sediCgil-Cisl-Uil. La valanga di sìall’accordo (93,5%) è arrivatoproprio dai pensionati, i menointeressati all'allungamentodell'età pensionabile e dellaprecarietà previsti nell’accor-do; impressionati però da ra-gionamenti del tipo: "se votino cade il governo e alloraniente (miseri) aumenti",“senza l’elevamento dell’etàpensionabile, tra un po’ nonriceverai più la pensione, per-ché Inps e Inpdap falliranno”.Le ragioni di un risultato cosìdivaricato tra il 52,5% di nodei metalmeccanici e il 6,5%dei pensionati, è presto intui-bile: informazione e parteci-pazione. Appare, dunque,chiaro che la "magnifica provadi democrazia" è stata in real-tà una partita truccata cometutta la democrazia sindacale,requisita dai tre sindacati con-certativi, che la esercitano inmaniera monopolistica, dasindacato di Stato, negandoogni spazio (trattative, vota-zioni nazionali per verificare larappresentatività, diritto di as-semblea ecc.) a noi Cobas e atutte le strutture non collusecon il padronato e i governi.È nelle piazze che si svolge ilnostro referendum contro ilProtocollo del 23 luglio, laFinanziaria, la politica del go-verno Prodi, le leggi-precarie-tà (30 e Treu), con gli sciope-ri, le vertenze, le manifesta-zioni che vedono uniti iCobas, gli altri sindacati alter-nativi, i centri sociali, le strut-ture del precariato e degli stu-denti, per la garanzia del la-voro e del reddito e l’estensio-ne dei diritti sociali a tutti, perla fine del monopolio Cgil-Cisl-Uil e la restituzione deidiritti sindacali a tutti i lavora-tori e organizzazioni.

Cappotti damagliariUna magnifica provadi democrazia conculcata

Da chepulpito ...Il curriculum delprof. Ichino, espertoin lavoro (degli altri)

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COBAS 37 - novembre/dicembre 2007 E c o n o m i a 15

di Ninetto De Biovedagne

Sul quotidiano Il Manifesto del17 ottobre 2007 FrancescoPiccioni ci annuncia che perl’economia statunitense siprofila all’orizzonte l’ennesi-ma batosta: quella dell’ina-spettata fuga di capitali stra-nieri dagli Stati Uniti. Nonsuccedeva da venti anni.Dopo la crisi dei mutui subpri-me, un’altra tegola si abbattesull’economia statunitenseche ad agosto ha visto ben163 miliardi di dollari abban-donare il paese. Si tratta diquei flussi di capitale finanzia-rio con cui la più grande po-tenza del pianeta ha finanzia-to il proprio deficit stratosferi-co e l’immenso spreco dellespese militari. Se fino a pochimesi fa la Cina e i più impor-tanti paesi produttori di pe-trolio hanno investito, in par-ticolare, in buoni del tesoroamericani, finanziando così ildisavanzo dei conti con l’este-ro, adesso l’aria che tira sem-bra essere proprio cambiata.Si annunciano venti di crisiper l’impero americano echissà che gli annunci di terzaguerra mondiale, fatti daBush in questi giorni, non sia-no l’ennesima sciagurata ri-sposta di una nazione che è

precipitata sempre di più nelvortice di una crisi che sem-bra oramai senza vie di fuga. Non c’è dubbio, dunque, chela crisi dei mutui subprime haconcorso al peggioramento diuna situazione già di per sédelicata e fortemente squili-brata. Si calcola che, nel girodi un anno, almeno un milio-ne di statunitensi avrannoperso la casa, mentre trecen-tocinquantamila l'hanno giàperduta, nei mesi di luglio edagosto, al momento delloscoppio della bolla immobilia-re. Eppure, che il mercato im-mobiliare, ancor prima cheesplodesse la crisi, non go-desse di ottima salute erasotto gli occhi di tutti. La tec-nica della concessione deimutui assomiglia ad una verae propria catena diSant’Antonio, un espedientefinanziario che rimanda altrucco delle scatole cinesi: imutui subprime sono prestitiparticolarmente rischiosi, pro-dotti finanziari che banche eistituti finanziari concedono acittadini senza un reddito si-curo e garantito che, al fine diacquistare una casa, sonodisposti a pagare tassi di inte-resse elevatissimi e, natural-mente, a vedersi ipotecata lacasa nel caso di un mancato

pagamento. Le banche cheerogano questi mutui, per ga-rantirsi a loro volta da even-tuali perdite, trasformano isubprime in obbligazioni, os-sia cartolarizzazioni che sonogarantite dagli stessi mutuidegli acquirenti delle case eche, a seguito di giri tortuo-sissimi e complicatissimi, fini-scono in fondi d’investimento,in fondi pensione, assicura-zioni e così via. Le obbligazio-ni, infine, con il colpevole con-corso della positiva valutazionedi affidabilità delle agenzie dirating come Standard & Poors,Moodys e Fitch, vengono piaz-zate ad un prezzo ancora piùalto e moltiplicano il propriovalore in un misterioso quantoinfido gioco di prestigio. D’altra parte, la riduzione de-cretata negli ultimi anni dallaFed dei tassi di interesseall’1%, addirittura sotto altasso di inflazione, rendevaparticolarmente allettante econveniente il ricorso ai mutuisubprime. A garantire dal ri-schio ci pensava l’incrementodei prezzi immobiliari, soste-nuto dalla politica del denarofacile grazie al basso tasso disconto delle banche centrali.Non solo, oltre a rendere par-ticolarmente convenientel’accensione di un mutuo, i

bassi tassi di interesse hannoincoraggiato gli americani adindebitarsi sempre di più, ali-mentando una corsa ai con-sumi che negli ultimi anni èstata il vero motore dell’eco-nomia americana. Un motorecostruito su una politica mone-taria che ha incoraggiato pro-prio gli investimenti nel setto-re immobiliare, sostenendo leimprese di costruzioni e glistratosferici affari dei fondi im-mobiliari, e facendo così lievi-tare i prezzi delle case.Ma i tassi di interesse non po-tevano restare bassi a lungoe, quando hanno cominciato asubire una veloce impennata,hanno determinato un au-mento delle rate dei mutui edun generale rallentamentodegli acquisti e delle venditedelle case, facendo inoltre di-minuire il loro valore. Si è co-sì determinata una spavento-sa crisi di liquidità innescatadal mancato pagamento dirate divenute oramai troppoesose, dalla diminuzione divalore della casa ipotecata edal fatto che gli stessi titoli dicredito emessi sui mutui nondisponevano di denaro per ri-pagare chi li aveva comprati.Come era prevedibile, si è ar-restato, bruscamente, quelcircolo vizioso in base al qua-le la crescita dei prezzi delmercato immobiliare determi-nava nuovi investimenti i qua-li, a loro volta, alimentando larichiesta di nuovi mutui, re-troagivano sulla promozionedi nuove politiche edilizie e suun ulteriore aumento deiprezzi delle case. Ed è proprio il mancato flussodi capitali provenienti dall’e-stero, che hanno preferito ibuoni del tesoro e le obbliga-zioni in euro a quelli espressiin dollari, ad avere costrettola Fed ad un rialzo dei tassi.Se così non fosse stato non cisarebbero più state risorseper finanziare i deficit della bi-lancia commerciale e del bi-lancio pubblico. La verità èche l’economia statunitense èschiacciata tra l’incudine diun’economia fortemente in-debitata e il martello di undisavanzo estero finanziato fi-nora da flussi di capitali pro-venienti dall’estero e semprepiù soffocante: a pagarne lespese saranno soprattutto ipiccoli risparmiatori, i lavora-tori a reddito fisso e i pensio-nati. Proprio come nel 1929.Ciò che colpisce in questaroulette della finanza mondia-le è il ruolo pernicioso e nefa-sto dei mercati, delle banche,delle finanziarie e delle agen-zie di rating: gruppi di potereche fanno della speculazionefinanziaria la propria ragiond’essere e che hanno innesca-to consapevolmente un circo-lo vizioso che si nutre dell’in-debitamento dei cittadini at-traverso ritardi di pagamentoe sofferenze di vario tipo. Ilproblema è che la finanziariz-zazione dell’economia si con-figura oggi come un’attivitàseparata dall’economia reale.È la finanza creativa, fondatasulla speculazione e moltospesso sull’inganno: a qualicriteri risponde, per esempio,la produzione di quei partico-lari pacchetti nei quali si ven-

gono a trovare titoli di creditodi ogni tipo, dalle obbligazioniemesse a fronte dei subpri-me, ai finanziamenti per lecarte di credito e al leasingper le auto?Non è un caso, allora, se labolla immobiliare dei mutuisubprime presenti delle fortianalogie con tutte le crisi fi-nanziarie che si sono succe-dute negli ultimi venti anni. Èla produzione di capitale fi-nanziario a mezzo di altro ca-pitale finanziario che si è ora-mai autonomizzata dalla sferadella produzione. La liberaliz-zazione dei mercati finanziariha determinato, a partire da-gli anni ’80, una crescita so-vradimensionata della renditafinanziaria e riuscire a mette-re a fuoco i rapporti che lega-no e che differenziano l’eco-nomia reale produttrice dimerci dall’economia astrattadei circuiti finanziari è divenu-to impossibile. Ecco la ragionedell’impressionante estensio-ne della speculazione finan-ziaria su scala planetaria. In un contesto del genere, incui il livello delle attività fi-nanziarie è più del triplo diquello relativo al ProdottoInterno Lordo di tutto il piane-ta, occorre registrare il colpe-vole silenzio delle istituzionistatuali che hanno oramai ab-dicato alla loro funzione rego-latrice e di controllo. Ma allora, a cosa servono i fi-nanziamenti con i quali lebanche centrali hanno riforni-to di liquidità le banche permetterle in grado di fronteg-giare l’insolvenza dei mutui ela conseguente mancanza diliquidità? È proprio vero chel’immissione di quantitàstraordinarie di liquidità servea tutelare da possibili crolli delmercato borsistico milioni emilioni di piccoli risparmiatorio non è che, piuttosto, legrandi banche centrali, a par-tire dalla Banca CentraleEuropea, procedono, attra-verso il finanziamento pubbli-co, al salvataggio dei pesce-cani della speculazione finan-ziaria e dei grandi truffatori?Il paradosso è, infatti, che icantori del libero mercatosvincolato dai lacci e dai lac-ciuoli dell’intervento pubblicosono adesso salvati propriodalle immissioni di denaropubblico che in tanti altri casiviene negato.Quell’intervento pubblico tan-to vituperato, per tutelarel’autonomia delle banche cen-trali, quando si tratta dei dirit-ti alla salute, all’istruzione, asalari e pensioni dignitosi,viene invece impiegato persostenere e finanziare il siste-ma creditizio privato. Il pro-blema è che abbandonare l’e-conomia alle forze spontaneedi un mercato senza regoledistrugge ricchezze e avvan-taggia gli speculatori finanzia-ri che si sentiranno autorizza-ti a continuare questo giocoperverso convinti che prima opoi un qualsivoglia poterepubblico interverrà a salvarli.Non sarebbe allora il caso direcuperare quel ruolo dell’in-termediazione bancaria voltoa sostenere, piuttosto che laspeculazione, lo sviluppo pro-duttivo?

Disastro annunciatoLa crisi dei mutui subprime e laspeculazione finanziaria

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ABRUZZOL’AQUILAvia S. Franco d’Assergi, 7/A0862 [email protected]://www.cobas-scuola.aq.itPESCARA - CHIETIvia Caduti del forte, [email protected]://web.tiscali.it/cobasabruzzoTERAMO0881 411348 - 0861 246018

BASILICATALAGONEGRO (PZ)0973 40175POTENZApiazza Crispi, 10971 23715 - [email protected] IN VULTURE (PZ)c/o Arci, via Umberto I0972 722611 - [email protected]

CALABRIACASTROVILLARI (CS)via M. Bellizzi, 180981 26340 – 0981 26367CATANZARO0968 662224COSENZAvia del Tembien, 190984 791662 - [email protected]@tiscali.itCROTONE0962 964056 REGGIO CALABRIAvia Reggio Campi, 2° t.co, 1210965 81128 - [email protected]

CAMPANIAAVELLINO333 2236811 - [email protected] 322303 - [email protected] Quercia, 22081 [email protected]://www.cobasnapoli.orgSALERNOcorso Garibaldi, 195089 223300 - [email protected]

EMILIA ROMAGNABOLOGNAvia San Carlo, 42051 [email protected] Muzzina, [email protected]Ì - CESENA340 3335800 - [email protected]://digilander.libero.it/cobasfcIMOLA (BO)via Selice, 13/a0542 28285 - [email protected] [email protected] [email protected] 5185694RAVENNAvia Sant'Agata, 170544 36189 - [email protected] EMILIAc/o Lab. AQ 16 - via Fratelli Manfredi, 14328 6536553RIMINI0541 [email protected]

FRIULI VENEZIA GIULIAPORDENONE340 5958339 - [email protected] de Rittmeyer, 6 040 [email protected]/cobasts.htm

LAZIOANAGNI (FR)0775 726882ARICCIA (RM)via Indipendenza, 23/2506 [email protected] (RM)via Oberdan, 906 [email protected] (FR)347 5725539CECCANO (FR)0775 603811CIVITAVECCHIA (RM)via Buonarroti, 1880766 35935 - [email protected] (LT)via Marziale0771/269571 - [email protected] (FR)0775 441695FROSINONEvia Cesare Battisti, 230775 859287 - 368 [email protected] P. L. Nervi - Torre n. 4 int. 50773 474311 - [email protected] (RM)06 9056048NETTUNO - ANZIO (RM)347 [email protected] (RM)via M.V. Agrippa, 7/h06 5690475 - 339 1824184PONTECORVO (FR)0776 760106RIETI0746 274778 - [email protected] Manzoni 5506 70452452 - fax 06 [email protected] (FR)0776 824393TIVOLI (RM)0774 380030 - 338 4663209VITERBOvia delle Piagge 140761 309327 – 328 [email protected]

LIGURIAGENOVAvico dell’Agnello, 2010 [email protected]://www.cobasliguria.orgLA SPEZIApiazzale Stazione0187 [email protected] 3221044 - [email protected]

LOMBARDIABERGAMO349 3546646 - [email protected] Corsica, 133030 2452080 - [email protected] Fanfulla, 22 - 0371 422507MANTOVA0386 61922

MILANOviale Monza, 1600227080806 - 0225707142 - 3356350783mail@cobas-scuola-milano.orgwww.cobas-scuola-milano.orgVARESEvia De Cristoforis, 50332 239695 - [email protected]

MARCHEANCONA335 [email protected] Montello, 330736 [email protected] (AP)0734 228904 - [email protected] (AN)339 3243646MACERATAvia Bartolini, 780733 32689 - [email protected]://cobasmc.altervista.org/index.html

PIEMONTE ALBA (CN) [email protected] 778592 - 338 5974841ASTIvia Monti, 60 0141 470 [email protected] Lamarmora, 25 0158492518 - [email protected] (CN)329 7215468CHIERI (TO)via Avezzana, [email protected] Cavour, 50171 699513 - 329 [email protected] (TO)320 0608966 - [email protected] S. Bernardino, 4011 334345 - 347 [email protected]://www.cobascuolatorino.it

PUGLIABARIvia F. S. Abbrescia, 97080 5541262 - [email protected] (BA)339 6154199BRINDISIvia Lucio Strabone, 380831 [email protected] (TA)vico 2° Commercio, 8FOGGIA0881 [email protected]@libero.itLECCEvia XXIV Maggio, [email protected] (FG)via Curiel, 6 - 0881 [email protected] (BA)via San Silvestro,83 339 [email protected]://web.tiscali.it/cobasmolfetta/TARANTOvia Lazio, 87099 [email protected]@libero.it

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TOSCANAAREZZO0575 904440 – 329 [email protected] dei Pilastri, 41/R055 241659 – fax 055 [email protected] Europa, 630584 [email protected] Pieroni, 270586 886868 - 0586 [email protected]://www.cobaslivorno.itLUCCAvia della Formica, 1940583 56625 - [email protected] CARRARAvia L. Giorgi, 43 - Carrara0585 70536 - [email protected] S. Lorenzo, 38050 [email protected] Petrocchi, 152 0573 994608 - fax [email protected]/Athens/Parthenon/8227

PONTEDERA (PI)Via C. Pisacane, 24/A0587 59308PRATOvia dell'Aiale, 200574 635380 [email protected] Mentana, 1000577 270389 [email protected] (LU)via Regia, 68 (c/o Arci)0584 46385 - 0584 [email protected] - 0584 913434

TRENTINO ALTO ADIGETRENTO0461 824493 - fax 0461 [email protected]

UMBRIACITTÁ DI CASTELLO (PG)075 856487 - 333 [email protected] del Lavoro, 29075 5057404 - [email protected] de Filis, 7328 6536553 - [email protected]

VENETOLEGNAGO (VR)0442 25541 - [email protected]/o Ass. Difesa Lavoratori, via Cavallotti, 2049 692171 - fax 049 [email protected]://www.cesp-pd.it/cobascuolapd.htmlROVIGO0425 2763 - [email protected]@libero.itVENEZIAvia Cà Rossa, 4 - Mestretel. 041 719460 - fax 041 719476VERONA045 8905105VICENZA347 64680721 - [email protected]

12 COBAS 37 - novembre/dicembre 2007S e d i

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