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NUOVA PULITA RINNOVABILE

I.R.

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 Accendere la luce è spesso il primogesto ad ogni nostro risveglio e premerel’interruttore per spegnerla è l’ultimo.

In mezzo ci sono mille azioni per scaldarci,muoverci, divertirci, lavorare e riposare:azioni che possiamo compiere solo grazieall’abbondanza di energia di cui godiamo.Ci siamo abituati ad averla sempre

a nostra disposizione, senza mai pensareda dove viene e come è prodotta.Solo nei momenti di crisi ci accorgiamo

di quanto sia importante...

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Oggi viviamo proprio una di queste crisi: il petrolio sta nendoed è destinato a costare sempre di più ; a ciò si aggiunge il problemadei cambiamenti climatici. In pochi decenni, il consumo massicciodi carbone e derivati del petrolio ha proondamente alteratol’atmosera del pianeta, con conseguenze che rischiano di essereuori controllo se non interveniamo immediatamente.

La decisione del governo di costruirenuove centrali nucleari è stata presentata comeuna scelta obbligata: il nucleare – ci dicono – è pulitoe sicuro; garantisce l’indipendenza dai fornitoridi petrolio e gas; costa meno delle altre fontied è l’unica maniera per garantirci anche in futurotutta l’energia di cui avremo bisogno.Ma siamo proprio sicuri che sia così?

Abbiamo prodotto quest’opuscolo per cercare di ornire a tuttiuna serie di inormazioni disponibili da tempo tra gli addettiai lavori, ma che anno atica a trovare spazio su mass-media,più spesso attenti ai giochi di potere che alla verità dei atti. La questione energetica, ed in particolare la questione nucleare,

non possono essere lasciate solo nelle mani degli esperti, dei politicie tanto meno in quelle degli aaristi.È una questione che ci riguarda tutti, perché è strettamente intrecciatacon molti altri temi ondamentali: dall’ambiente alla democrazia,allo stile di vita che vogliamo per noi e per i nostri gli.

Per questo crediamo sia importante che ciascuno si accia unapropria idea in merito, mettendo a conronto le varie posizioni.Quel che ne pensa il governo o l’Enel ve lo dicono quasi

ogni giorno alla radio e alla televisione.Ma c’è un’altra versione dei atti (e dei misatti)...

Ci dicono che il nucleare sarà indispensabile per coprireil nostro fabbisogno energetico nel prossimo futuro.Se non possiamo più utilizzare il petrolio(che sta nendo) e il carbone (che inquina troppo),

come faremo ad ottenere tutta l’energia

di cui abbiamo bisogno?

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“È triste constatare come il procedere della tecnologia,in tutti i campi, tenda a educare l’uomoa tollerare le contaminazioni,invece di educare l’uomo a non contaminare”Luigi Sertorio, Erika RendaTratto da “Cento Watt per il prossimo miliardo di anni”, Bollati

Boringhieri, gennaio 2008

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Forse, prima di chiederci come ottenere l’energia, dovremmochiederci se veramente abbiamo bisogno di tutti i chilowattora(kWh) che siamo abituati a consumare. Prima di pensare acostruire nuove centrali, dovremmo imparare a ridurre i nostriconsumi energetici.

In n dei conti, quello che rende piacevole la nostra vita non ètanto l’energia in sé, ma i servizi che quell’energia ci ornisce.La stessa luce può essere prodotta con lampadine a bassoconsumo; la stessa distanza può essere percorsa con mezzimeno inquinanti; lo stesso prodotto può essere conezionatocon meno sprechi e provenire da più vicino. Un’azione banalecome spegnere tv e lettori dvd, senza lasciarli eternamente con

la lucetta rossa accesa, ridurrebbe da sola del 10% i consumielettrici delle amiglie italiane.

Risparmiare energia non vuol certo dire tornare al lume dicandela, né peggiorare la nostra vita. Anzi, è vero il contrario:la tecnologia ci può aiutare nella lotta agli sprechi e il nostrostile di vita ha tutto da guadagnare se impariamo a preerire laqualità alla quantità.

Se ci dessimo questo obiettivo, se l’Italia si ornisse di un pianonazionale per il risparmio energetico, se cominciassimo aprogettare le nostre case, i nostri uci, il nostro sistema ditrasporti in quest’ottica, se accompagnassimo le modicheinrastrutturali con comportamenti più attenti a livello personale,nel giro di pochi anni potremmo ridurre di ben due terzi il nostroconsumo complessivo di energia, producendo al tempo stessomeno riuti, meno anidride carbonica (CO2) e... più posti dilavoro!

Non sono chiacchere di ecologisti, ma pratiche concrete: suwww.comunivirtuosi.org, per esempio, si possono trovaredecine di progetti già avviati da molte amministrazionipubbliche.

UNA PROSPETTIVA DIVERSA 

Oggi nel nostro Paese sonoallacciate alla rete elettrica682 centrali termiche e ben34.600 impianti da onterinnovabile, tutti insieme

anno una potenzadi 100 gigawatt (GW),esorbitante rispetto allapotenza massima richiestadalla rete, che nel 2008è stata pari a 55 GW. Questosignifca che attualmentemolti impianti sono ermi oproducono a regime ridotto.Ma non è fnita qui,

con i nuovi impiantigià previsti entro il 2020dovremmo avere in totalepiù di 130 GW di potenza!Che cosa ne aremo di tantapotenza quando le previsionidei gestori della rete elettricadicono che nel 2020 ladomanda non sarà cresciuta

di molto rispetto ad oggi?Ironia della sorte tutta questapotenza termoelettrica ci aràsuperare i limiti alle emissionidi CO2.Si calcola che peril quinquennio 2008-2012l’Italia emetterà 56 milionidi t di CO2 oltre la quotache le è consentita e dovrà

rimediare pagando unamulta stimata in oltre mezzomiliardo di euro.

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Uno studio ENEA sugli edifcipubblici, in particolare sullescuole, ha mostrato chemigliorando l’isolamento,l’illuminazione e gliimpianti di riscaldamento,si ridurrebbero del 20%i consumi e negli anniseguenti risparmieremmosulla bolletta energetica 429milioni di euro.Sempre l’ENEA, in unostudio del 2008, ha stimatoche il nostro Paese attuandoalcune misure, come lasostituzione dei motori

elettrici industriali, potrebberidurre il consumo di energiaelettrica di 73 miliardi di Kw,cira superiore agli attualiconsumi domestici totali!Risparmiare energia nonvuol certo dire tornareal lume di candela,né peggiorare la nostra vita. Anzi, è vero il contrario:la tecnologia ci può aiutarenella lotta agli sprechie il nostro stile di vitaha tutto da guadagnarese impariamo a preerirela qualità alla quantità.

L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e losviluppo economico sostenibile (ENEA) ha atto qualche contospecico per il nostro Paese conermando che la ristrutturazionedel parco edilizio avrebbe eetti dirompenti nel ridurre i nostriconsumi di energia e nel produrre posti di lavoro. Il suggerimentosarebbe: dirottare i 20 miliardi di euro destinati alle nuove centrali

nucleari al recupero e alla ristrutturazione del patrimonio edilizioitaliano che in diverse regioni giace in condizioni pietose.In Italia si contano circa 13 milioni di edici, l’85% a usoresidenziale, che consumano ogni anno il 45% del abbisognonazionale di energia. Le case che possiamo costruire dovrannoessere energeticamente autonome, consumare poco e produrreda sé l’energia necessaria attraverso pannelli solari, micropaleeoliche e pompe di calore. Non è un sogno perché la stessa Enello scorso anno ha inaugurato nelle Marche una casa ad emissioni

zero che non ha bisogno di energia elettrica perché se la produceda sé e sa accumulare l’energia del sole per poterla utilizzareanche quando il sole non c’è.

2005

20

25

30

35

40

45

      G      i    g

    a     t    o    n    n    e    s

Scenari riduzione delle emissioniAgenzia Internazionale per l’Energia (AIE)

9%14%

23%

54%

2010 2015 2020 20302025

Normale

ContenimentoCO2

a 550 partiper milione

ContenimentoCO2

a 450 partiper milione

NucleareStoccaggi e cattura CO

2Rinnovabili e biocarburantiEfficienza Energetica

 

2000 2010 2020

kWhm2

Fabbisogno energetico edificio

Produzione energetica in sitoda fonti rinnovabili

Le case del futuro saranno energeticamente autonome

 

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L’energia nucleare, anche secondo le ottimistiche previsionidel governo, andrebbe a coprire poco più del 5% dei consumienergetici complessivi. Stiamo attenti quando ci dicono cheil nucleare coprirà no al 25% della produzione elettrica:l’elettricità è solo una piccola quota dell’energia totale cheutilizziamo (se vogliamo essere precisi è pari al 15% deiconsumi nali). Quasi metà dell’energia che il nostro Paeseconsuma serve a scaldare e rarescare le case, a ar circolare35 milioni di automobili (a tanto ammontava nel 2008 il nostroparco automobilistico!) e tutti gli altri mezzi di trasporto.L’energia elettrica è la orma più pregiata di energia perché perprodurla si brucia – nel vero senso del termine – un terzo delleonti ossili (petrolio, carbone e metano) importate dall’estero,

sprecandone più della metà che se ne va in calore dispersonell’aria e nell’acqua. Ma è solo una parte del problema.

Nel tempo necessario a costruire le centrali nucleari (almeno10/15 anni), e soprattutto a parità di denaro investito,potremmo ottenere risparmi tali da rendere inutile lacostruzione di nuove centrali.

Diamo per assodato che comunqueavremo bisogno di nuove fonti,perché sarà in ogni caso necessariosostituire carbone e petrolio.Siamo proprio sicuridi non avere alternativeall’energia nucleare?

IL DISCORSO POTREBBEGIÀ CHIUDERSI QUI

Il nucleare oggi disponibileè ancora quello di trent’annia, basato sulla fssione conl’utilizzo dell’uranio comecombustibile. Attualmente

sono in unzione 436reattori che nel 2007 hannogenerato il 13,8% deltotale dell’energia elettricamondiale, una quotache negli ultimi anniè in calo costante (nel2006 era il 15%, l’annoprecedente il 16%).Se invece parliamodi energia primaria,il contributo del nucleareal bilancio mondialeè limitato al 5.9%.

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“La principale caratteristica delle fonti rinnovabiliè, in linea generale, una disponibilità nel luogodove sono utilizzate e una capacità di rigenerazionesuperiori al consumo. ”

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La necessità di una precisadefnizione dei confni tra ontirinnovabili e non, risulta ancorpiù giustifcata e se si pensaall’imbarazzante vicendaitaliana del “Cip6”.La delibera n. 6/1992 delComitato InterministerialePrezzi più nota come Cip6- ha introdotto in bolletta la“componente tariaria A3”,in pratica una piccola tassaspalmata tra tutti gli utentidel servizio elettrico. Il denaroricavato doveva servire apromuovere la diusione di

nuovi impianti a onti di energiarinnovabile, attraverso incentivipluriennali pagati per tuttal’elettricità pulita immessa inrete. Le cose, però, sono andatein un altro modo: in questadelibera, inatti, alle parole“energie rinnovabili” venneaggiunto anche l’aggettivo“e assimilate”.Grazie a questo cavillo, granparte delle risorse economicheoltre il 70%- destinate allosviluppo delle vere ontirinnovabili è fnito nelle taschedi produttori di energiae di gestori di impianti chenulla avevano a che are con lerinnovabili, come inceneritori di

rifuti, centrali alimentate concarbone o addirittura con scartidi rafneria.In sostanza con “assimilate” siintende anche l’energia ricavatadalle CENTRALI ALIMENTATETRASFORMANDO IN GASCOMBUSTIBILE I RESIDUI DILAVORAZIONE DEL GREGGIO(code o scarti di rafnazione

del petrolio) e l’energia elettricaottenuta dagli inceneritori dirifuti. MA QUESTE NON SONORINNOVABILI !

Le energie rinnovabili sono quelle onti che si rigenerano almenoalla stessa velocità con cui si utilizzano, il che signica chesono potenzialmente innite e hanno un impatto ambientaledrasticamente ridotto rispetto alle onti ossili (petrolio, carbone,metano) che tutti conosciamo. Rientrano in questa categoria:• l’energia solare

• l’energia eolica

• l’energia geotermica

• l’energia da biomassa

• l’energia idroelettrica

Sono la speranza per il nostro uturo energetico perchépotenzialmente possono ornirci tutta l’energia necessaria,con bassissime emissioni, liberandoci dai legami con i paesi

produttori di petrolio. Per questo motivo sono una realtà incontinua espansione: oltre il 60% della nuova potenza installatain Europa nel 2009 proviene da solare, eolico e idrico. Negliultimi cinque anni, la produzione dall’eolico è più che triplicata.Il solare ha tassi di crescita analoghi, se non maggiori.

ENERGIA RINNOVABILE:COSA SIGNIFICA?

 

In rosso le centrali in dismissione

0

20.000

-20,000

Metano Eolico Fotovoltaico Idroelettrico

Nucleare Carbone Petrolio

40.000

60.000

80.000

100.000

81.067

65.102

13.027

3.122

-7,204-12.010 -12.920

 

Nuove installazioni elettrichein Europa dal 2000 al 2009 (Fonte: EWEC 2010) 

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“Le fonti rinnovabili hanno tutto il potenzialeper essere le fonti del futuro:non inquinano e sono praticamente inesauribili”

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Uno dei problemi legati alla produzione da eolico e solare, sucui spesso puntano gli scettici, è quella dell’instabilità: quandopiove, che ci ai con i pannelli solari? Certo, la produzione delsingolo impianto resterà sempre soggetta a variabilità, ma nelsuo complesso un sistema di generazione distribuita su tuttoil territorio nazionale, collegato attraverso una rete intelligentepotrebbe ornire soluzioni soddisacenti.La rete è uno degli aspetti ondamentali per passare daun sistema elettrico centralizzato come quello attualead un sistema distribuito in cui ciascuno di noi diventacontemporaneamente consumatore e produttore di energiaelettrica. Le nuove reti saranno capaci di limitare la domandanei momenti di picco. Una rete come quella attuale non è

ancora adeguata allo sviluppo delle onti rinnovabili. Giàoggi le pale eoliche nel meridione d’Italia non possono essereutilizzate pienamente per l’inecienza della rete.Oltretutto va considerato che in generale, nei luoghi dove c’èmeno sole, c’è più vento o biomassa; dove c’è più potenzialeidrico, c’è meno impatto solare; dove c’è orte irradiazionesolare c’è carenza idrica e meno vegetazione. Le reti intelligentirisolveranno i problemi di momentanea indisponibilità dellediverse onti, riducendo le perdite ancor oggi rilevanti e

che nel 2008 sono state pari a 20 miliardi di chilowattora.Meno megaelettrodotti signica anche meno inquinamentoelettromagnetico. Non dimentichiamo che l’inquinamentoelettromagnetico è ritenuto dall’Organizzazione Mondiale dellaSanità come una delle più gravi problematiche ambientali checontinueranno a riguardare il pianeta nei prossimi anni.

ENERGIA RINNOVABILE:CI BASTERÀ?

Oggi in Europa il 61% dellenuove centrali elettricheutilizza onti rinnovabili ei dati conermano il ventocome la nuova onte di

generazione europeaperché su un totale di quasi26 nuovi gigawatt (GW)installati, il 39% viene daturbine eoliche semprepiù potenti ed efcienti.Seguono il metano (26%) e ilotovoltaico (16%). Per avereun conronto i nuovi impiantia olio combustibile hanno

una potenza di solo mezzoGW, mentre il nucleare ècresciuto solo dell’ 1,7%.Risultati positivi ancheoltreoceano: negli StatiUniti. Grazie a un trimestrefnale record, sono statiinstallati 10 GW di eolico.Ma a battere tutti, anche in

questo campo, è stata laCina, che ha messo in piediben 13 GW, raddoppiandoin un anno la sua potenzainstallata e balzando in cimaalla classifca mondiale.

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Le onti rinnovabili hanno quindi tutto il potenziale per

essere le onti del uturo: non inquinano e sono praticamenteinesauribili (ci basterebbe catturare meno di un millesimodell’energia che il sole manda sulla Terra per coprire tutti iabbisogni energetici del pianeta).Investendo sulle rinovabili e su un piano di ecienzaenergetica, che riduca i consumi e, di conseguenza, l’uso delleonti ossili (petrolio, carbone e metano), si renderà inutile lacostruzione di nuove centrali elettriche. Questa strategia cipermetterà di coprire entro il 2020 un terzo dei consumi con leonti rinnovabili (nel 2009 siamo già arrivati al 20%).Con una politica accorta di risparmio e di ecienza, potremoridurre progressivamente la dipendenza dalle onti ossili era vent’anni arrivare a coprire metà dei consumi con quellerinnovabili.Come mostra il graco sottostante, ecienza e onti rinnovabili,possono risolvere l’equazione energetica.

 A livello mondiale, dal 2004al 2009, la potenza eolicainstallata è aumentatadi oltre il 230%.In Europa, nel 2009 sono

stati installati 10 GWdi potenza, praticamente,a livello di potenza (nondi produzione) è come seossero state costruite inun solo anno dieci grossecentrali termoelettriche.Le prime della classe sonosempre Germania e Spagna,rispettivamente con 1,9 e

2,5 GW, ma anche il nostroPaese a la sua bella fgura,classifcandosi al terzo postocon 1,1 GW.

Consumo attuale mondialedi energia primaria (GPEC)

Energia solare (1.800 x GPEC)

Energia eolica (200 x GPEC)

Biomasse (20 x GPEC)

Energia geotermica (10 x GPEC)

Energia maremotrice (2 x GPEC)

Energia idroelettrica (1 x GPEC)

 

Potenzialità delle fonti rinnovabili a livello mondiale(Fonte EPIA 2009) 

Efficienza e fonti rinnovabili possono risolverel’equazione energetica (Fonte WWF) 

2006

     M    t   e   p 184

Efficenza

Convenzionali

Rinnovabili

110

200

180

160

140

120

100

80

60

40

20

02020 2030

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Il sole è una onte di energia straordinaria, se riuscissimo asruttarne anche una minima parte potremmo risolvere tutti iproblemi energetici del pianeta.Il sole è una preziosa onte di calore, utilissima per ilriscaldamento, anzi è più conveniente produrre calore piuttostoche energia elettrica, per questo sarebbe intelligente costruirele case già predisposte con i pannelli per scaldare l’acqua, inparticolare in tutto il centro-sud.Il mercato europeo del Solare termico ha registrato negli ultimi2 anni una crescita del 100% ed oggi sono installati più di27 milioni di metri quadrati di collettori solari termici, di cuiquasi il 50% nella sola Germania. Anche in Italia il mercato stacrescendo e presumibilmente a ne 2009 siamo arrivati alla

soglia dei 2 milioni di m² di supercie coperta.Se il solare termico cresce, il otovoltaico corre!Grazie agli incentivi erogati, in soli 4 anni in Italia si è passatida 7 a 1.000 megawatt (MW) installati.Ancor più signicativo è il dato relativo alla corrente generata:secondo il Ministero dello Sviluppo Economico la produzionedi energia elettrica da impianti otovoltaici è passata dai 193gigawattora (GWh) del 2008 ai circa 1.000 del 2009, con un

incremento superiore al 400%.Possiamo in altre parole aermate che col sole si produce giàora abbastanza corrente da soddisare le esigenze di un milione200 mila persone, corrispondenti circa alla popolazionedell’intero Friuli-Venezia Giulia.Il otovoltaico ha generato oltre che corrente ancheun’economia e un’occupazione senza precedenti anche nelnostro Paese. Nel 2009 il atturato ha superato i 2 miliardidi euro, mentre i posti di lavoro sono saliti a 20.000, in

controtendenza rispetto alla crisi economica.

E parallelamente alla potenza installata diminuiscono i costi diinstallazione e gestione e migliora l’ecienza!

Ma quanto potremo

produrre col sole?

Il rapporto dellaCommissione Nazionaleper l’Energia Solare (Cnes),

redatto nel 2006, fssavaun obiettivo di 15 GWper una corrispondenteproduzione di correnteelettrica sufciente a coprirei consumi di 15 milionidi persone. Uno studiodel 2009 del Politecnicodi Milano, analizzandola possibilità di sruttare

le superfci coperte deisupermercati e dei centricommerciali, le superfciagricole non produttivee i tetti delle nuove case,arriva a stimare al 2020un potenziale in gradodi coprire tutti i consumidomestici italiani.

ENERGIA RINNOVABILE:BASTEREBBE IL SOLE

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“Le politiche energetiche del pacchetto europeoClima – Energia, entro il 2020 potranno garantireinvestimenti per 100 miliardi di euro nei prossimi

dodici anni e creare 250 mila posti di lavoro nel 2020.”

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Petrolio 260

Petrolio o-shore 265

Gas naturale 250

Carbone 370

Nucleare 75

Legna per usi

energetici1.000

Idroelettrico 250

Mini-idro 120

Eolico 918

otovoltaico 76.000

Etanolo(da barbabietolada zucchero)

4.000

Il numero delle persone in cerca di occupazione in Italia, nelmese di gennaio 2009, risulta pari a 2 milioni e 138 mila unità,in crescita del 22,4 per cento rispetto a dicembre 2008. Crearenuovi posti di lavoro è più che mai urgente.La strategia energetica può dare un contributo anche a questo

problema. Valutare le onti di energia anche in base ai postidi lavoro che possono creare diviene pertanto un aspetto nonsecondario.Relativamente al nucleare Enel ha dichiarato che ognuno deiquattro cantieri previsti per costruire i reattori impiegherà2.500 persone per cinque anni e in seguito in ogni centralelavoreranno 500 persone, ovvero 2 mila nuovi posti di lavorodal 2020 in avanti, se tutto andrà bene.Le rinnovabili sono da meno? No. Ad esempio l’universitàBocconi di Milano stima che le politiche energetiche delpacchetto europeo Clima – Energia, entro il 2020 potrannogarantire investimenti per 100 miliardi di euro e creare 250mila posti di lavoro nel 2020.Relativamente al solo settore del otovoltaico Arturo Guerzoni(Università di Padova) ha prodotto un’analisi che stima 90 milaposti di lavoro nel 2020. L’Istituto per la competitività (I-com) il17 novembre 2009 ha presentato uno studio dettagliato da cui

emerge che, a seconda della capacità delle imprese italiane,non solo di installare ma di entrare nel mercato delle celluleotovoltaiche, il settore potrebbe creare, da un minimo di 25mila no a 210 mila posti di lavoro.

ENERGIA RINNOVABILE:PIÙ POSTI DI LAVORO

Posti di lavoro creatiper ogni MW installato(Fonte ISES Italia)

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Fingiamo, per un attimo, che l’energiarinnovabile non sia sufciente:

perché non afdarci comunque

anche all’energia nucleare?In n dei conti, ci dicono i suoi fautori,

si tratta di una fonte anch’essa pressochéinesauribile e poco inquinante.Ma è proprio così?

Risorse di uranio in

percentuale sul totale

  Australia 22,5Kazakistan 13,7Canada 8,4Russia 8,4Sud Arica 8,2

Niger 5,8Namibia 5,1Ucraina 3,8Uzbekistan 2,1

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L’uranio è un minerale relativamente diuso in natura ma inconcentrazioni così basse che l’energia necessaria per estrarlo puòrisultare maggiore di quella che poi si recupererebbe dall’uraniostesso. Perciò i giacimenti di uranio attualmente sruttabili verrannoesauriti (agli attuali livelli di consumo) in soli cinquant’anni. Ancheipotizzando di sruttare tutte le riserve potenziali, non si va oltregli ottanta. Se il numero di centrali nucleari dovesse aumentare,ovviamente nirebbe ancora prima...Inoltre, l’uranio sarebbe – per noi – comunque un prodotto diimportazione per cui rivolgersi all’atomo non risolverebbe lanostra dipendenza dall’estero.Il nucleare viene poi presentato come una onte ‘pulita’: nienteanidride carbonica (CO2), niente gas serra. Se vogliamo ermare

il riscaldamento globale, sembra di non poter prescinderedall’atomo. Sì, una centrale nucleare non emette CO2, maquesta è solo una parte della verità: bisogna tener contodell’intero ciclo dell’uranio, considerando le asi dell’estrazione,dell’arricchimento, del trasporto ed ovviamente della costruzionedel reattore. Per non parlare poi delle scorie e del rischio diincidenti.I migliori giacimenti, al giorno d’oggi, orniscono un grammo diuranio per ogni chilo di minerale. Signica che un chilo d’uranio

produce già in partenza una tonnellata di riuti.E siccome le miniere sono lontane, non si parla mai delledevastazioni ambientali che provocano e di quanti danni accianoalla salute delle popolazioni locali.Mettiamo in conto anche tutto l’inquinamento e le emissionidi CO2 della ase di costruzione e poi di smantellamento dellacentrale e vedremo che i conti cambiano notevolmente...Inoltre, le centrali nucleari per unzionare hanno bisogno dienormi quantità d’acqua (in Francia si stima che il 40% di

tutta l’acqua consumata sia usata nelle centrali atomiche),per rareddare il reattore e attivare le turbine che produconol’elettricità. L’acqua calda reimmessa nei umi o nel marecontribuisce ad alterarne il microclima.

IL NUCLEARE:URANIO FONTEINESAURIBILE E PULITA?

L’attività mineraria perestrarre l’uranio è unadelle attività industriali checonsuma più energia edemette più CO2 Le minieredi uranio di solito sono acielo aperto e sproondanocome gironi danteschi sinoa 250 metri nel sottosuolo;i giacimenti più proondivengono trattati con unatecnica che recuperal’uranio utilizzandoun processo chimicoche prevede perorazioninel deposito di minerale

in cui poi vengono iniettatecentinaia di tonnellate diacido solorico, ammoniacaed acido nitrico per entrarein contatto col mineralee scioglierlo per essere inseguito aspirato in superfciee trasormato. Si ottiene cosìcirca un quarto dell’uraniopresente nelle rocce trattatema si inquinano le aldeidriche e, nelle miniereconvenzionali, si creanoquantità enormi di metallitossici e radioattivi, dispersinell’ambiente locale.È molto noto il caso del Niger,dove i rancesi di Arevà(l’azienda che possiede i

brevetti dei uturi quattroreattori italiani), gestisconodiversi impianti. Il Niger è unpaese povero in cui il 40%dei bambini è malnutrito e il54% della popolazione nonha accesso ad acqua pulita.In cambio dell’uranioestratto, Arevà ha lasciatoa queste popolazioni

montagne di scorieradioattive incustodite,riutilizzate poi persino percostruire strade.

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“Le scorie sono “il” problema, uno dei puntisu cui siamo caduti: sappiamo gestire le centralima in Italia non sappiamo dove mettere le scorie”Giuseppe Zampini, Amministratore delegato di Ansaldo Energia

Tratto da una intervista concessa a Il Giornale, 24 ottobre 2008

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“L’Italia è densamente urbanizzata e priva di territoriisolati che possano ospitare impianti nuclearisufcientemente distanti da centri abitati. ”

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IL NUCLEARE:E LA SICUREZZA?

Il rischio di un incidente nucleare rimane un pericolo costante,sia che si tratti di timori sulle operazioni dei reattori chedella gestione dei riuti o altre operazioni del relativo ciclo.Dovunque si tende a sminuire e nascondere gli incidenti.Nonostante i suoi sostenitori continuino a ripetere che ilnucleare è una tecnologia matura e sicura, non esiste ogginazione, Francia compresa, che non abbia avuto incidentiche non possa continuare ad averne.Proprio in Francia, modello tanto decantato di ecienza,nel solo anno 2008 ne sono accaduti tre: due nella centraledi Tricastin, nel sud est del paese, l’altro in un impiantoa Romans-sur-Isère. Nel primo caso si è trattato di una perditadi 30 metri cubi di liquido contenente uranio non arricchito,

niti in terra e in un ume nei pressi del sito di Tricastin.Nel secondo caso è stata segnalata una uga di uranio a seguitodella rottura di una canalizzazione interrata da cui sono usciti“dei residui liquidi contenenti uranio”.Sempre a Tricastin, il 22 luglio 2008, si è vericato il terzoincidente: cento operai sono stati contaminati “leggermente”da elementi uorusciti da una tubatura nella reattore numero 4,ermo per manutenzione.Questi casi mostrano che nonostante l’enasi sui controlli,

i rischi persistono e va ricordato che in caso di radiazioninucleari i danni economici al territorio sono enormi, nessunacompagnia assicurativa contempla risarcimenti per danni daesplosioni o radiazioni nucleari.

Se le centrali fossero così sicure come dicono,com’è che nessuna compagnia di assicurazioniè disposta a coprirle?

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“Qualsiasi paese che possiede reattori nucleariè potenzialmente in grado di produrre arminucleari perché la tecnologia è la stessa.”

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L’industria del nucleare civile è proondamente legata anchealla prolierazione del nucleare militare.È all’attenzione di tutti il braccio di erro con l’Iran,che rivendica il suo diritto a produrre energia nuclearementre gran parte del mondo ritiene che il suo vero scopo

sia quello di produrre armamenti atomici.L’arricchimento dell’uranio produce combustibile siaper centrali nucleari che per reattori nucleari nei sottomarinie nelle portaerei militari, o come massa di reazione all’internodelle bombe atomiche. Dipende solo dal livellodi arricchimento. Inoltre il trattamento del combustibileutilizzato da una centrale, produce grandi quantità di uranioimpoverito, che viene utilizzato per rendere più resistentile corazzate dei carri armati e per costruire proiettili anticarroal posto del più costoso tungsteno.Morale della avola: qualsiasi paese che possiede reattorinucleari è potenzialmente in grado di produrre armi nucleariperché la tecnologia è la stessa.La storia conerma che il nucleare civile costituisce la portad’ingresso a quello militare. Solo Stati Uniti e Francia,che per primi partirono con l’uso del nucleare, hanno iniziatoda progetti militari per poi sruttare i reattori per generare

energia elettrica.È importante sottolineare che, col tempo, la connessione racivile e militare in ambito nucleare si è consolidata. Ancheai nostri giorni il numero di persone impiegato nell’Agenziarancese che sovraintende al nucleare, è equamente suddivisotra civile e militare (circa 4.500 persone per parte).Il programma rancese ha sempre cercato di scaricare i costisu entrambi i versanti in modo da ar apparire meno costosal’energia.

IL NUCLEARE:CIVILE E MILITARE,FRATELLI SIAMESI

Il programma “Atoms orpeace” annunciato nel 1953dal presidente americanoEisenhower per promuovereun uso pacifco dell’energia

atomica nasceva dal timoreche altri paesi portasseroavanti programmi diarmamento nucleare.Il trattato di nonprolierazione nucleare(TNP), del 1970, così comel’Agenzia Internazionale perl’Energia Atomica ondatanel 1957, avrebbero dovuto

promuovere nel mondo latecnologia nucleare civileper evitarne l’uso militare.In realtà ogni paese chedisponga del nucleare perusi civili sarà prima o poi ingrado di costruire la bomba.

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“Una centrale nucleare produce uniformemente tuttol’anno, ventiquattr’ore su ventiquattro, la stessa quantitàdi energia. E quella che produci di notte,

non la puoi immagazzinare per il giorno dopo.”

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Ed arriviamo al punto che tutti i autori del nucleare, primao poi, tirano uori: in Italia – ci dicono – di atto l’energianucleare l’utilizziamo già, perché compriamo quella rancese.

Non sarebbe più conveniente, a questo punto,produrcela da soli, invece di pagarla all’estero?

Anche qui, ci viene raccontato solo un pezzo di verità, quelloche a più comodo. Se l’Italia compra energia dalla Francianon è perché le manchi la possibilità di produrne in proprio,ma perché la Francia è costretta a venderla sotto costo e a noiconviene, in determinate asce orarie, ermare le nostre turbinee ar arrivare l’energia da oltralpe.

E perché i rancesi dovrebbero vendere la loro energia sottocosto? È presto detto: perché altrimenti la butterebbero via.Se hai una centrale ‘normale’, puoi decidere di spegnerlao accenderla sul momento o regolarne la potenza,a seconda della richiesta. Ma una centrale nucleare produceuniormemente tutto l’anno, ventiquattr’ore su ventiquattro,la stessa quantità di energia. E quella che produci di notte,non la puoi immagazzinare per il giorno dopo.Il sistema rancese, tutto sbilanciato sul nucleare,

è dimensionato per reggere i momenti di punta.Questa rigidità comporta, da un lato, che nelle asce orariea basso consumo c’è letteralmente energia da buttare.Ma c’è anche il rischio opposto, la vulnerabilità in caso dipicchi estremi: l’inverno particolarmente rigido del 2008 haprovocato un aumento imprevisto nei consumi e la Francia,con tutte le sue centrali nucleari, è stata costretta a comprareenergia da noi e dalla Germania!

Il tanto osannato modello francese appare quindi benpoco efciente e non è certo quello da seguire.

IL NUCLEARE:LA NOSTRA ‘DIPENDENZA’DALLA FRANCIA 

La Francia è il paese cheha sposato con maggiorconvinzione la tecnologianucleare, creando unastruttura industrialein grado di gestire l’interafliera, dall’estrazionemineraria dell’uranio,al trattamento delcombustibile utilizzato,includendo ovviamenteanche la ase di progettazionee costruzione del reattore.Il tutto sotto controllo statale.Il nucleare rancese è dacinquant’anni stabile perchè

viene gestito da una elite ditecnici-unzionari statali chesi colloca in posti chiave edi atto prende le decisioniin materia di nucleare (cheufcialmente dovrebberoessere prese dal primoministro e dal presidentedella repubblica). Ad esempio, anno parteo hanno atto parte di questaelite, il direttore generaledell’Agenzia Nazionale chegestisce i rifuti nucleari,l’Autorità che vigila sullasicurezza nucleare, l’ufcioper le ricerche geologichee minerarie e l’Istituto per laprotezione dalle radiazioni

e la sicurezza nucleare.Spesso i politici sonomalinormati sulla questione.In un dibattito televisivo del2007 tra i due candidati allapresidenza della repubblica,Nicholas Sarkozy e SegoleneRoyal, alla domanda suquale osse la quota dienergia elettrica prodotta

dalla Francia, Sarkozy parlòdel 50% e la Royal parlò diun limitato 17%.La cira corretta era il 78%.

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“C’è un secondo problema: un errore che spesso la gente compie. Si pensa che il nucleare possaridurre il costo dell’energia. Questo non è vero: un recente studio ha dimostrato, per esempio,che i costi per il nucleare in Svizzera continueranno ad aumentare.I costi per il nucleare variano notevolmente da paese a paese: in Germania ha un prezzo di circadue volte e mezzo in più rispetto a quello francese. Ciò è dovuto al fatto che il nucleare in Franciaè stato nanziato per anni dallo Stato, quindi dai cittadini. Ancora oggi, le 30.000 personeche lavorano per il nucleare francese sono pagate grazie agli investimenti massivi dello Stato.L’aumento del numero di centrali atomiche nel mondo in questi ultimi anni ha causato, inoltre,un considerevole aumento del costo dell’Uranio, che difcilmente tornerà a scendere.Il nucleare è dunque molto costoso, anche nel lungo periodo”.Carlo Rubbia, premio Nobel per la sica (14 febbraio 2008)

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I suoi sostenitori dicono che il nucleare è competitivo rispettoa tutte le altre onti energetiche. Anche qui, tanto per cambiare,scelgono di raccontare solo una parte della verità. È indubbioche – almeno per il momento – la quota di costo legata alcombustibile è molto più bassa nel nucleare che in tutte le altrematerie prime. Ma la convenienza economica rispetto alle altreonti ossili è limitata a questo!Il costo degli impianti invece è enorme e la spesa per costruireun reattore è quadrupla rispetto ad un analogo impianto ametano.Tutte le statistiche relative alle centrali costruite nel mondodimostrano che i costi nali sono risultati dalle due alle trevolte superiori a quelli previsti in ase di progetto.

La centrale di Olkiluoto, in Finlandia, prototipo di quelleche vorrebbero costruire da noi, preventivata a tre miliardidi euro, è già lievitata a sei, con tre anni di ritardo sui tempidi consegna, e la sua costruzione non sarebbe potuta iniziaresenza corposi incentivi statali.

Se poi, oltre alla ase di costruzione, dovessimo mettere inconto anche i costi dello smantellamento (che peraltro nessuno

è in grado di stimare perché sono specici per ogni impianto),arriveremmo a cire che rendono il nucleare ben pococonveniente in termini economici.

Se fosse vero che il nucleare è così conveniente,come mai da quasi trent’anninessuna impresa privatainveste i suoi soldi in questo settore?

IL NUCLEARE:I COSTI

Il ritorno di questa tecnologianel nostro Paese in veritàrisponde soprattuttoalle pressioni dei nostrimaggiori Enti energetici

e di Confndustria, chevedono in questa flieraenergetica l’opportunità perattrarre un giro consistentedi capitali, lasciando invariatala struttura centralizzata digestione del sistema elettrico.Il nucleare è peretto perconcentrare commessemiliardarie nelle mani

di pochi, avorendo quellepratiche di corruzionepurtroppo così diuse nelnostro Paese. Con in piùil rischio delle infltrazionidella criminalità organizzata.Per i territori destinatiad ospitare i nuovi reattori,di certo non si profla alcuna

attenzione; saranno destinatial degrado ambientale.Misere saranno anche lericadute occupazionali poichéle imprese ingaggiate nonsaranno certo locali. Tant’èche l’unica compensazioneper “corrompere” leamministrazioni locali saràquella di concedere sconti ai

residenti su IRPEF, ICI, TARSUe sul prezzo della corrente.

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In origine la centrale nucleare di Olkiluoto 3 (in sigla OL3),doveva essere pronta nel 2009. E doveva essere il simbolo delrinascimento nucleare. OL3 è un reattore ad acqua in pressionedi nuovo tipo, con una potenza prevista di 1.600 MW. Saràil reattore nucleare più potente al mondo (insieme al gemello

in costruzione a Flamanville in Francia). Ed è il modello cheEnel ed EDF (la corrispondente rancese dell’Enel) intendonocostruire in quattro esemplari in Italia. Al di là del primatotecnologico, il progetto Olkiluoto 3 ha attirato molte attenzioniper il metodo di nanziamento. Il modello societario in eettibypassa il mercato attraverso una partnership tra produttori egrandi consumatori, che si sono impegnati a ritirare la uturaproduzione di corrente a prezzi ancorati ai costi dichiarati.Questo perché il costo di costruzione di una centrale nucleareè enorme e poiché molte sono le incertezze, risulta moltodicile trovare i nanziamenti necessari. L’opera ha sinoramaturato tre anni di ritardo e ora si spera di concluderla entrola ne del 2012. Ma non sarà acile perchè nel rattempo lasocietà costruttrice Areva (consorziata con Siemens) è ai erricorti col committente nlandese (TVO). Il contratto inizialeprevedeva inatti un costo sso per l’opera, gli soramentisarebbero stati a carico del costruttore. Areva ovviamente oggi

non gradisce la cosa e sostiene che i ritardi e i conseguentiaumenti di spesa sono stati causati da ritardi nei processiautorizzativi da parte di TVO.Il 1 settembre 2009, Anne Lauvergeon, Amministratore delegatodi Areva, nel presentare i conti della società ha annunciatoche i protti sono scesi del 79% anche a causa dell’impiantonlandese che si è trasormato ormai in un incubo nanziario.La Lauvergeon ha conermato che il costo dell’impianto haraggiunto la cira di 5,3 miliardi di euro (in origine se ne

stimavano 3 di miliardi) ammettendo di non essere in gradodi valutare quale sarà il costo nale dell’impianto nlandese(Financial Times 1 settembre 2009).

IL NUCLEARE:IL MODELLO FINLANDESE

Le centrali nucleari non sonoprodotte in serie, pertantonon ha senso parlare di unprezzo. Quello che possiamodire con certezza è che ilnucleare è un settore ad altorischio economico: a ronte diinvestimenti enormi non oremai dati certi sui costi reali,presenti e uturi.Non possiamo avere un datopreciso sul valore dei costirelativi al nucleare per tuttala vita di un reattore per duemotivi.1) Le aziende stimano dei

costi che sono puramenteteorici, perché l’arcotemporale tra l’autorizzazionee la costruzione di unacentrale nucleare è talmentelungo che le condizionidel mondo possonocambiare proondamente.Questo poco importa alleaziende in quanto, in casodi necessità, saranno icontribuenti a pagare permezzo dell’ovvio interventodi soccorso economicostatale. La dimensione el’importanza dell’operaanno si che il rischiodei progetti venga quindispostato progressivamente

dagli azionisti delle societàai cittadini, mentre i profttirimarranno saldamente nellemani delle prime.2) Perché occorrono centinaiao migliaia di anni afnchédecada l’attività radioattivadelle scorie e i relativi costidi stoccaggio e trattamentoper un così lungo periodo li

conosceremo solo ra diversegenerazioni.Quindi, siamo sicuri chequando ci dicono “il nucleareconviene” sia la verità?

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IL NUCLEARE:LA ‘QUARTA GENERAZIONE’

Anche chi è scettico sul nucleare attuale, anche chi ammette che ci sono problemi di nonacile soluzione, nisce però a volte col dire che è importante esserci, che non possiamoabbandonare questa liera tecnologica, che dobbiamo continuare a are investimentinella ricerca, in attesa dei reattori di “quarta generazione”, quelli intrinsecamente sicuri,autoertilizzanti e chissà cos’altro. Il primo guaio è che questa quarta generazione, invecedi avvicinarsi, si allontana nel tempo. Se una volta ce la promettevano nel giro di diecianni, oggi i più ottimisti parlano di venti o trenta. Questo mentre i cambiamenti climaticiincombono e noi abbiamo bisogno di soluzioni da applicare subito.Il secondo guaio: nel presentare la scelta delle nuove centrali nucleari come sicure e

adabili, nessuno dice che Il nucleare oggi disponibile è ancora quello di trent’anni a,basato sulla ssione con l’utilizzo dell’uranio come combustibile.

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I sostenitori del nucleare dipingono come una incapacità di stare al passo con lo sviluppotecnologico il risultato del reerendum del 1987, a causa del quale l’Italia sarebbe uscitadal nucleare.La realtà è che l’Italia dal nucleare era già uscita: al momento del reerendum, tutti i nostrireattori erano già ermi e il Governo italiano non ece altro che prendere atto di quel chestava succedendo in quasi tutto il mondo. Dopo Chernobyl, tutti i paesi dell’Ocse, con lasola eccezione del Giappone, congelarono i propri progetti per nuove centrali. La stessaFrancia bloccò ogni nuovo ordine.

IL NUCLEARE: VE LO RICORDATE IL REFERENDUM?

“Vogliamo davvero investire 18 miliardi di euro per costruire ulteriori impianti[nucleari]? Fra l’altro dopo averne già sprecati 50 per uscire dal nucleare solo vent’annifa: vent’anni è un periodo breve quando si parla del settore energetico”

Davide Tabarelli (Nomisma 1/2/2010)

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Bolletta primo trimestre 2008Prezzo lordo = 16,51 c€/kWh

IMPOSTE14,1 %

ONERIGENERALI

DI SISTEMA 9,9%

COSTI DI RETE

E DI MISURA 14,5%

COSTI DI APPROVVIGIONAMENTO61,6%

COMMERCIALIZZAZIONE2,8%

UC11,8%

PED57,0%

Chi di noi sa come viene calcolato il totale della bollettaelettrica? Il sistema tariario è quanto mai complicato.Quello della bolletta di una amiglia con normale contrattoda 3kW di potenza ed un consumo annuo di 2.700 kWh sipresenta come segue e il prezzo dell’energia più quello deldispacciamento (gestione dei fussi sulla rete operata da Terna)costituisce il 57% di ciò che paghiamo.

IL NUCLEARE:È ANCORA IN BOLLETTA 

“Nel mercato al dettaglio [...], si può stimare che il 60% dellefamiglie italiane, con consumi annui inferiori ai 2.500 kWh,paghi per l’elettricità prezzi più bassi della media europea”.

Relazione annuale del garante per l’energia e il gas, 14 luglio 2009

Quali sono i principali

oneri di sistema e quanto

ci sono costati nel 2008

A2 Per coprire i costi dismantellamento delle centrali

nucleari: circa 500 milionidi euroA3 Per coprire incentivi alleonti assimilate (CIP6)e rinnovabili: circa 3.160milioni di euroA4 Regimi tariari specialiper aziende energivore: circa500 milioni di euroA5 Per costi dell’attività diricerca e sviluppo del sistemaelettrico: circa 60 milioni dieuroA6 Consente alle impreseelettriche, che nellaprecedente ase di monopoliohanno sostenuto costi diinvestimento o contrattualiper assicurare la copertura

del abbisogno elettriconazionale, di coprire tali costinella ase di avvio del liberomercato: circa 200 milionidi euroUC4 Compensazioni per leimprese elettriche minori:circa 80 milioni di euro

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Chi ce lo fa faredi imbarcarci in una simile avventura?

 Abbiamo veramente bisognodi ipotecare così stupidamenteil nostro futuro?

 Vogliamo sul serioche una cricca di poche personefaccia affari e si arricchiscacoi soldi di tuttie mettendo a rischiola nostra salute ed il nostro ambiente?

Chi ce lo fa fare di imbarcarci in una simile avventura?

 Abbiamo veramente bisogno di ipotecarecosì stupidamente il nostro futuro?

 Vogliamo sul serio che una cricca di poche personefaccia affari e si arricchisca coi soldi di tuttie mettendo a rischio la nostra salute ed il nostro ambiente?

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 Vorresti una centrale nucleare vicino a casa tua?

Perchè lasciare un’ereditàcosì pesante ai gli che verranno?

• InItaliaabbiamounapotenzainstallata(capacitàdiprodurre energia elettrica) ben maggiore del necessario.

• Ilconsumodienergianegliultimiquattroanninonsoloè calato (a causa anche alla crisi economica), ma ci

sono ancora grossi margini di risparmio per arlo calareulteriormente in uturo.

• Lefontialternativesonoinespansioneesponenzialeepotenzialmente in grado di coprire tutti i nostri abbisogni.

• Ilnucleareèunatecnologiavecchia(salvoqualchemiglioria nei sistemi di sicurezza, i modelli sono gli stessidi trent’anni a) e costosa, che avrà una vita breve, ma chelascerà il segno per i secoli dei secoli.

• Inne,seanchepartissimosubito,cominceremmoadaverequalche eetto positivo sui gas serra tra almeno vent’anni,quando sarà ormai troppo tardi.

IN BREVE Per arontare ladisoccupazione crescente eridurre l’inquinamento in ognisua orma, è inutile tentaredi ar ripartire il sistemaincentivando la domandadi auto e aumentandola cementifcazioni concondoni e grandi opere.Meglio sviluppare i settoriche presentano ampispazi di mercato e a paritàdi produzione riduconol’inquinamento e il consumodi risorse. L’obiettivo èdunque quello di ridurre i

consumi di energia. Questoè ondamentale altrimentiè chiaro che pensando dicrescere all’infnito, l’energianon basterà mai. Non èun’utopia. La Danimarca dapiù di dieci anni ha bloccatoi suoi consumi energeticieppure i danesi non hannonulla da invidiare a noi (tranneil sole!).

Ridurre la dipendenzadalle onti ossili (petrolio,carbone, metano),aumentare la sicurezza degliapprovvigionamenti, ridurreinquinamento ed emissioni,creare posti di lavoro: questa

è la strategia su cui si innestail discorso delle energierinnovabili. Assume spessorel’obiettivo di coprire entro il2020 un terzo dei consumiproprio con le rinnovabili.Con una politica accorta dirisparmio e di efcenza, ravent’anni potremo arrivare acoprire metà dei consumi con

l’energia prodotta col sole, ilvento, l’acqua, il calore dellaterra e le onti vegetali.

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LA CONOSCETE

QUESTA STORIA?Parla di un paese nel Borneo, colpito dallamalaria negli anni Cinquanta.L’Organizzazione Mondiale della Sanità trovòla soluzione al problema: il DDT, un potente

pesticida. I primi risultati furono positivi:le zanzare morirono, la malaria passò.Ma presto apparvero i primi effetticollaterali: i tetti in paglia delle caseiniziarono a rovinarsi e a crollare poichéil DDT aveva sterminato anche un tipodi vespa che si nutriva delle larve di unbruco che distruggeva i tetti di paglia.

La soluzione allora fu quella di utilizzarela lamiera per coprire i tetti, ma si rivelòpessima sotto il caldo e rumorosa sottole piogge tropicali. La morte degli insetticausata dal DDT portò alla scomparsa dellelucertole che se ne cibavano e dei gatti chesi cibavano delle lucertole. Senza gatti i

topi aumentarono vertiginosamente e... allane l’Organizzazione Mondiale della Sanità

dovette far arrivare nell’isola dei gatti perporre un rimedio alla situazione.

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Questa storia, narrata da Amory Lovins(ondatore di un amoso istituto di ricercaamericano), ci dice che se non si capisconole connessioni ra le cose, le soluzionipossono rivelarsi peggiori del problema.

Purtroppo spesso acciamo propriocosì, semplichiamo la realtà e agiamoimpulsivamente, trascurando la asedell’osservare e del pensare.Anche riguardo all’energia corriamo questorischio: attenzione a rispolverare soluzionidel passato che hanno mostrato di nonunzionare.

Immaginiamo qualcosa di più ambizioso,proviamo a sognare uno scenario piùallettante del presente. Un mondo senzascarichi di petrolio che uccidono la vita deiumi; una società in cui si costruiscono casecon passione e non per speculazione, caseenergeticamente autonome, sane da viveree belle a vedersi.Immaginiamo treni regionali requenti, puliti

e decenti, treni da prendere con piaceree non da sopportare con rabbiao rassegnazione per la loro inecienza.Immaginiamo un mondo dal quale carbonee petrolio siano stati cancellati e il nuclearesia scomparso per sempre.Un mondo in cui sia bello salutarsie sorridersi, in cui sentirsi ben-accolti.Un mondo libero dagli attacchi alla

privatizzazione dei beni comuni, dovela prevenzione dei confitti sia normale comela prevenzione antincendio.Sono solo sogni? No! Sono tutte coseconcrete, anzi, spesso già realizzate o pronteda realizzare. Se solo puntassimo a questoinvece che a ‘grandi opere’ araoniche (lecentrali nucleari, il TAV, il Ponte sullo Stretto,il Mose a Venezia...), utili solo a ar arricchirequalche aarista, qualche cosca e qualchecorrotto, potremmo concentrare risorse edenergie per costruire alternative positivee alla portata di tutti.

IndiceUNA PROSPETTIVA DIVERSA 5

IL DISCORSO POTREBBEGIÀ CHIUDERSI QUI 7

ENERGIA RINNOVABILE:COSA SIGNIFICA? 9

ENERGIA RINNOVABILE:CI BASTERÀ? 11

ENERGIA RINNOVABILE:BASTEREBBE IL SOLE 13

ENERGIA RINNOVABILE:PIÙ POSTI DI LAVORO 15

IL NUCLEARE: URANIO FONTEINESAURIBILE E PULITA? 17

IL NUCLEARE: E LE SCORIEDOVE FINISCONO? 19

IL NUCLEARE: E LA SICUREZZA? 21

IL NUCLEARE: CIVILE E MILITARE,FRATELLI SIAMESI 23

IL NUCLEARE: LA NOSTRA ‘DIPENDENZA’DALLA FRANCIA 25

IL NUCLEARE: I COSTI 27

IL NUCLEARE:IL MODELLO FINLANDESE 28

IL NUCLEARE:LA ‘QUARTA GENERAZIONE’ 29

IL NUCLEARE: VE LO RICORDATEIL REFERENDUM? 30

IL NUCLEARE: È GIÀ IN BOLLETTA 31

IN BREVE 33

LA CONOSCETE QUESTA STORIA? 34

Progetto grafco e impaginazione: Giorgia ZagoRedazione: Roberto Meregalli, Tiziano Tissino,Giusy Baioni, Albino BizzottoHanno collaborato: Gianni Tamino, Gianni Mattioli,Mario Agostinelli, Michele BoatoPromuovono: Beati i costruttori di pace, Pax Christi,

Bilanci di giustiziaStampa: Imprimenda (PD)Per conoscere riferimenti e fonti scrivere a [email protected] 

In questo opuscolo abbiamo volutamente limitato citazioni e rierimentitecnici, perché l’obiettivo era quello di produrre un documento di agilelettura, comprensibile al più gran numero di persone. Per chi volesseapproondire l’argomento anche sotto l’aspetto tecnico, abbiamoinvece predisposto un documento più corposo, reperibile all’indirizzowww.beati.org

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8/9/2019 Chiesa No-nuke Energia Pulita

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“Occorre incoraggiarele ricerche volte adindividuare le modalità

più efcaci per sfruttarela grande potenzialitàdell’energia solare.”

“È necessario uscire dalla

logica del mero consumo...”

“il tema del degradoambientale chiamain causa i comportamentidi ognuno di noi, gli stilidi vita e i modellidi consumo e di produzioneattualmente dominanti,spesso insostenibilidal punto di vista sociale,ambientale e nanche

economico.”

Dal Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI

per la celebrazione della XLIII Giornata mondiale della pace. 1 gennaio 2010