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Cina Temi geografici generali Temi di geografia della popolazione

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Page 1: Cina Temi geografici generali Temi di geografia della popolazione

Cina

Temi geografici generali

Temi di geografia della popolazione

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Nessun paese al mondo possiede “i numeri” della Cina:

• Paese più popolato al mondo (1,3 miliardi di persone ufficialmente)

• Lingua più parlata al mondo (cinese mandarino)

• Gruppo etnico più numeroso al mondo (Han)

• Primo produttore al mondo di grano, riso, cotone, ecc.

• Seconda economia mondiale; in proiezione sorpasso degli USA nei prox. 10 anni.

e l’elenco dei record potrebbe proseguire a lungo, in ogni campo o quasi…

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Per via delle dimensioni e della diversità naturale e culturale, la Cina è più assimilabile ad un continente piuttosto che ad uno stato

Abbondanza di fiumi (Chang Jiang, Huang-He), clima umido, terreni fertili, favorirono ovviamente la sedenterizzazione e la nascita dell’agricoltura.

Se in Occidente riconosciamo nella Mesopotamia o nell’Egitto faraonico la “culla” dell’agricoltura durante il Neolitico, in realtà gli stessi processi, circa negli stessi secoli, stavano avvenendo anche dall’altra parte del mondo

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Gli Han costituiscono il più grande gruppo etnico del mondo per numero di individui.

Gli Han rappresentano circa il 92% della popolazione cinese e il 19% dell'intera popolazione mondiale. Questo portò alla formazione precoce di

società organizzate e differenziate in classi, e a un rapido incremento demografico.

In verde la distribuzione dell’etnia Han

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La Cina è sempre stata un colosso demografico ed economico.

Ma le radici del suo successo attuale sono essenzialmente figlie della storia del ‘900.

Mao Ze Dong fonda la Repubblica Popolare Cinese nel 1949. La Cina diventa un paese marxista e comunista.

Con Mao in campo economico: industrializzazione pesante, chiusura interna ed esterna, agricoltura collettivistica (comuni), centralismo statalista.

Crescita a tappe forzate sulla base di piani quinquennali.

Progressivo distacco dall’URSS e ricerca di una via “cinese” al comunismo

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In campo economico, svolta netta dopo la morte di Mao e l’avvento di Deng Xiao Ping (primi anni ’80):

Apertura verso l’esterno, investimenti, liberalizzazioni economiche, nuovo ruolo dei privati. Riorganizza l'economia cinese, favorendo il riconoscimento costituzionale della proprietà privata e l'apertura del mercato ad investimenti esteri. Le proteste di Tienanmen (1989) non fermano la politica del Partito Comunista, che dopo il ritorno di Hong Kong e Macao, porta l'economia cinese ai primi posti del globo.

Sempre più oggi è Deng ad essere considerato dai cinesi il “padre” della Cina, e non Mao. “Guadagnare è bene”.

Jang-Ze Min, Hu JinTao e Xi Jinping proseguono sulla strada di Deng, accelerando enormemente tempi e scala del processo.

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La “miscela” di enormi territori (10 milioni di Km2=30 volte l’Italia), enorme forza-lavoro, enormi investimenti pubblici, assenza di welfare state all’occidentale ha reso possibile un miracolo economico senza uguali nella storia recente.

Sino alla metà degli anni ’90 la Cina era ai margini dell’economia mondiale

Il PIL del paese è cresciuto con una media del 7-10% negli ultimi 20 anni, trasformando la Cina in una potenza economica mondiale. La Cina è l'esportatore più grande al mondo, con gli Stati Uniti, mentre è il secondo importatore più grande dopo quest'ultimo paese.

Si tratta di un’economia almeno formalmente socialista, ma che nella prassi è ormai capitalista a tutti gli effetti (i Cinesi oggi usano la formula ossimorica del “socialismo di mercato”).

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Capitalismo mascherato: strada dello shopping ad Hangzhou

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Ulteriori momenti-chiave di questa ascesa:

-Ritorno di Hong Kong alla Cina (1997)

-Ritorno di Macao alla Cina (1999)

-Ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) (2001)

Nel caso di Hong Kong e Macao, si parla di “un paese, due sistemi” in riferimento al loro regime economico ma anche in fatto di libertà personali.

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Ma quello cinese di oggi non è sviluppo, tanto meno sostenibile.

Si tratta invece di crescita. Crescita e Sviluppo in Geografia non sono sinonimi: la prima è quantitativa; il secondo qualitativo.

La prima prende solo in considerazione la crescita del PIL; il secondo il PIL ma anche indici di tipo sociale e culturale (sanità, accesso all’istruzione) - ISU.

Ne consegue che non necessariamente i paesi più ricchi sono quelli più sviluppati.

Gli USA, prima potenza economica mondiale, sulla base dell’ISU sono al 5° posto, con 0,914; la Cina, terza economia del pianeta, con 0,699, al 90°.

“Contraddizioni” dell’economia cinese:- La Cina non fa parte ad oggi del G8.

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Problemi geopolitici internazionali.

Uno su tutti: Taiwan (Repubblica di Cina, RDC)

Repubblica nata nel 1949, supportata dagli USA in chiave anti-Cina popolare.

Taiwan si considera indipendente; per la Cina è “solo” una provincia ribelle.

Sino al 1971 era Taiwan ad avere il seggio all’ONU (anche come membro permanente del Consiglio di Sicurezza); in seguito fu la Repubblica Popolare Cinese.

Ma: ad oggi (2014) gli scambi commerciali tra Cina e Taiwan ammontano a 110 miliardi di dollari all’anno.

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Temi di geografia della popolazione (e relativi riflessi politici, economici e sociali)

Nel corso della storia la Cina ha sempre rappresentato un colosso demografico.

Nel corso del Novecento essa ha però conosciuto notevoli cambiamenti circa la popolazione.

In particolare, la nascita con Mao Ze Dong della Repubblica Popolare Cinese portò ad un vero e proprio boom demografico.

Fedele all’idea marxiana dell’importanza delle grandi masse proletarie e contadine, Mao diceva che “ogni bocca in più, sono anche due braccia in più per l’agricoltura”.

Il presidente promosse dunque una serie di politiche e di propaganda nataliste. Tra gli anni ’50 e ’60 l’indice di natalità cinese ebbe così un’impennata.

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In breve tempo, la demografia cinese andò però fuori controllo, crescendo troppo in fretta rispetto alla produzione agricola.

La stessa produzione agricola attraversava tra l’altro tra la fine degli anni ’50 e i primi ’60 un profondo periodo di crisi, legato al fallimento del “Grande Balzo in avanti” (30 milioni di cinese morirono per fame: la cosiddetta “carestia segreta”).

Mao allora corse ai ripari, abbracciando a partire dal 1968-1969 un’opposta politica anti-natalista:

1.300.000 paramedici (i cosiddetti “medici a piedi scalzi”) iniziarono a girare le campagne, allo scopo di sensibilizzare la popolazione circa il controllo delle nascite e divulgando la contraccezione (negli anni di Mao il sesso come i sentimenti sono sempre stati un tabù!)

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Il risultato fu quello di calmierare la crescita demografica, non risolvendo però alla radice il problema.

Dove non riuscì Mao, si impose Deng Xiao Ping: per risolvere radicalmente il problema della sovrappopolazione, nel 1984 la Cina adottò, unico stato al mondo, la cosiddetta “politica del figlio unico”: per legge, si poteva avere 1 solo figlio in città; 2 in campagna.

Ai trasgressori erano comminati pesanti pene pecuniarie (pari al salario annuo!); in casi estremi era addirittura prevista la sterilizzazione forzata.

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Tale legge, per quanto discutibile dal punto di vista etico, ha ottenuto i risultati previsti, portando gli indici di natalità cinesi ai livelli di quelli dei paesi occidentali (15 ‰)

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Nelle campagne però (dove c’era necessità di braccia per l’agricoltura) la legge è stata ed è tuttora spesso aggirata corrompendo i capi-villaggio e non registrando all’anagrafe i nuovi nati.

Chi non è registrato all’anagrafe è ovviamente un cittadino fantasma, privo dei diritti elementari

Stime ufficiose dicono che circa 300 milioni di persone nelle campagne cinesi abbiano questa situazione e non emergano dai censimenti.

La popolazione cinese reale sarebbe dunque 1 miliardo e 600 milioni di persone, e non 1 miliardo e 350 milioni!!!

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Potendo avere in città 1 solo figlio, le famiglie spesso preferiscono averlo maschio sulla scia di tradizioni, ecc. E’ molto diffusa quindi la pratica dell’aborto selettivo una volta saputo che il bambino che si aspetta è femmina, oppure nelle campagne infanticidi femminili.

Il risultato finale di tutto ciò è che la Cina oggi presenta un deciso squilibrio tra generi: se in natura le femmine sono leggermente superiori ai maschi, la Cina ha una netta preponderanza maschile.

E’ una bomba sociale innescata: eserciti di uomini non riusciranno da adulti ad avere una moglie, se non emigrando

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La legge sul figlio unico ha inoltre provocato un notevole invecchiamento della popolazione (ci sono meno giovani e di conseguenza l’età media cresce). Tale fatto ha gravi ripercussioni nella sfera sociale ed economica, poiché ci sarà un squilibrio tra popolazione attiva e a riposo e le spese legate alla sanità saranno sempre maggiori (in Cina il tutto è acuito dall’assenza di un welfare di tipo occidentale)

F. Rampini (La Repubblica, 6/10/2004): La Cina dei «cento milioni di figli unici» è diventata una società più individualista, più egoista, dove il rispetto degli anziani è stato gradualmente sostituito dall´idolatrìa dei bambini. La scarsità li ha resi preziosi, quindi viziati e coccolati come nelle peggiori società consumistiche. Per questo fenomeno sociale - del tutto sconosciuto nella storia della società cinese dominata dall´autorità degli anziani - è stato coniato il nome di Xiao Huangdi, cioè «piccoli imperatori».