città «la vita umana l’indiscreto è sempre unica e ... · in italia negli ultimi 36 anni sono...
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L’ECO DI BERGAMOCittà 23DOMENICA 16 NOVEMBRE 2014
ANDREA LAVELLI
In Italia negli ultimi 36anni sono più di 5 milioni i bambini abortiti, mentre ogni vita umana è unica e irripetibile ed è degnadi essere tutelata e protetta.
È questo il messaggio lanciatoa più voci nella conferenza «Tra lemie braccia», rivolta agli studentidelle scuole superiori e promossoda Scienza & Vita, Movimento perla Vita, dai Centri di aiuto alla vitadella provincia e dal Forum delleassociazioni familiari.
«Ciascuno di noi è qui grazieall’incontro della cellula uovo della madre e dello spermatozoo delpadre: dal punto di vista scientifico è al momento del concepimento che abbiamo l’inizio di una nuova vita umana. Sin da quel momento infatti l’embrione ha un Dna umano unico e irripetibile edè quindi già da quel momento unapersona, un protagonista biologico che agisce in maniera attiva e sisviluppa». Così ha parlato DiegoRossetti, ginecologo, ai circa 400
Auditorium stracolmo per il convegno sulla vita
«La vita umanaè sempre unicae irripetibileVa tutelata»L’incontro con 400 studenti delle superiori sul tema nascite«L’aborto è sconfitta per tutti»
studenti nell’auditorium della Casa del Giovane. «L’anno scorso sui1.500 aborti procurati a Bergamo,il 67 % avevano come motivazioneun disagio sociale o economico, una percentuale bassissima invece sono avvenuti per stupro o motivi di salute», ha spiegato Rossetti. «Capiterà a qualcuno di avereun’amica che confida di voler abortire per diversi motivi: dobbiamo cercare di aiutare questa persona a portare avanti la gravidanza perché l’aborto è una sconfitta per tutti». Per aiutare le donne in difficoltà per una gravidanzaesistono nella nostra provincia i Centri di Aiuto alla Vita che ognianno permettono a centinaia di bambini di nascere.
Significative le testimonianzedi donne alle prese con gravidanzedifficili, come quella di Elisabetta,che ha portato avanti la sua gravidanza anche grazie al sostegno dell’associazione Papa GiovanniXXIII. «Quando scoprii di essereincinta ne rimasi scioccata: avrei
perso la libertà e la mia vita sarebbe cambiata, ma ho deciso di assumermi le mie responsabilità e diportare avanti la gravidanza», racconta Elisabetta. «Fu una gioia immensa vedere la mia piccola appena nata tra le mie braccia. Ora miafiglia è la gioia di tutti quanti. Unbambino porta solo felicità: graziea lei il rapporto con i miei genitoriè cambiato e la mia famiglia è piùunita di prima».
Ha raccontato la sua storia anche Marta, ragazza che viene da una storia di tossicodipendenza eha fatto per due volte la scelta del
l’aborto. Ora sta concludendo l’esperienza della comunità di recupero: «In questi anni ho ripresoin mano la mia vita e mi sono rimessa in pace con me stessa grazieanche alla Confessione. Ora pensoche i miei due bambini dall’alto miproteggano ogni passo che faccio.L’aborto è qualcosa che lascia unsegno indelebile per tutta la vita,ma è possibile ripartire».
Al convegno è intervenuto anche Luigi Frigerio, presidente della Società italiana di Chirurgia ginecologica e primario al Papa Giovanni XXIII.n
Nepios e i bimbi prematuriscoperti i rischi nello sviluppo
Negli ultimi 40 anni la medi
cina ha fatto enormi passi in avanti,
tanto che a oggi oltre il 90% dei bambini
prematuri non solo riesce a sopravvive
re, ma conduce anche una vita normale.
Una parte di loro, tuttavia, in particolare i neonati con una graveprematurità e con peso estremamente basso, può andare incontro a deficit. La sfida della comunità scientifica è saper cogliere fin dai primi giorni i sintomi piùprecoci e avviare di conseguenzai migliori percorsi riabilitativi. Suquesti temi, gli specialisti del settore si sono confrontati ieri al Teatro Sociale nel corso del convegno «Bambini nati preterminee a rischio neurologico: approccio multidisciplinare. Diagnosi precoce e follow up» durante il quale sono stati presentati i risultati del progetto sostenuto dall’Associazione Nepios e sviluppato nell’Unità di Neuropsichiatriadell’infanzia e dell’adolescenzadell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, dedicato alla diagnosi precoce dei disturbi dello svilupponeuropsicomotorio e cognitivonei bambini prematuri. Questostudio ha focalizzato l’attenzioneanche sull’età scolare e prescolare, altro momento determinantenella prevenzione. A illustrare irisultati Marco Pezzani, già direttore di Neuropsichiatria infantile agli Ospedali Riuniti. «Si
dello sviluppo e valorizzare i fattori di protezione con lo scopo finale di perseguire un miglioramento della qualità di vita dei bimbi prematuri e delle loro famiglie». Determinante il sostegno di Nepios: «L’assunzione dipersonale dedicato – commentala presidente Tullia Vecchi – haconsentito l’attivazione del progetto che si è inserito perfettamente nell’ambito della specificacaratteristica di trasversalità dell’intervento della Neuropsichiatria infantile. Si consolida il lavoro interdisciplinare con le altrespecialità pediatriche nello sforzo comune di garantire ai bambini e alle loro famiglie un futuromigliore».
Terminato il progetto nel2013, la collaborazione con la Neuropsichiatria infantile continua: il 12 dicembre nel corso diun open day nel padiglione dellaNeuropsichiatria infantile in Borgo Palazzo, verrà inauguratoun ambiente dove sono stati messi a disposizione ausili e nuove tecnologie ai bambini disabili permigliorare l’autonomia e la qualità della vita. «Gli spazi – concludeVecchi – saranno finalizzati ad attività creativoespressive e laNeuropsichiatria infantile diventerà concretamente un luogoanche preventivoeducativo».n Elisa Riva
Marco Pezzani, direttore di
Neuropsichiatria infantile FRAU
è trattato di un lavoro clinicoassistenziale e soprattutto preventivo. Un’équipe di esperti, attraverso test cognitivi, è arrivata all’individuazione dei fattori dirischio dello sviluppo – non solola nascita prematura, ma anchegravi patologie cardiache ed epilessia – e ad una valutazione clinica per età». È emerso che nellafascia prescolare e scolare in uncaso su cinque il bambino ha necessitato di un intervento immediato, uno su quattro ha richiestomonitoraggio. «Questo progetto– conclude Pezzani – ha centratol’obiettivo di tipo preventivo di individuare i fattori di rischio
Borgo, la movida che divideEsercenti verso la scissione
Zitti zitti, anche i gestori di alcuni localidi Borgo Santa Caterina starebbero lavorando per difen
dere la loro causa. Quale? Èabbastanza ovvio, ma ricordiamolo: la movida.
Da parte loro ancora nessuna dichiarazione ufficiale.Si lavora, ma in modalità«sommersa». Talmente riservata che il gestore di uno deilocali più storici del borgo,escluso dal perimetro del problema – perché esterno altriangolo delimitato dalle vieCelestini, Alberico da Rosciate e, appunto, Borgo SantaCaterina – dice di non saperne niente.
Ma la resa dei conti tra residenti e gestori dei locali,fautori (volontari e non) dellamovida, sembra farsi semprepiù vicina. Una parte degliesercenti sarebbe alle presecon la costituzione di un nuovo organismo (probabilmentesotto forma di associazione,dettaglio ancora da definire)che includerebbe soltanto ilocali.
Un’evoluzione naturale,conseguente agli eventi dellascorsa estate, quando già, all’interno dell’AssociazioneBorgo Santa Caterina – costituita da residenti e commercianti, nata per animare ilborgo durante le sere d’estate, con eventi dedicati soprattutto alle famiglie (i famosi«Venerdì») – si erano manifestati i primi scricchiolii. Unascissione sarebbe quindi una
conseguenza naturale, nonsolo perché la vecchia associazione non riesce più a rappresentare le due anime delborgo.
Ma anche perché il gioco sifa duro. In ballo c’è un’ordinanza di restrizione degliorari di apertura dei localinotturni a cui sta lavorandoun tavolo istituzionale a Palazzo Frizzoni (sulla falsarigadi via Moroni). A questa siaggiunge l’azione legale chehanno annunciato i residentinei giorni scorsi, con un perito che avvierà un rilievo dell’inquinamento acustico nelle notti della movida.
È da queste premesse chealcuni gestori dei locali starebbero studiando delle azioni per difendere i loro interessi. Tra le ipotesi ci sarebbeanche la pubblicazione di undocumento, una raccolta firme o petizione, a «favore dellamovida».
Di fatto i locali si armerebbero con gli stessi strumentiusati in passato dai residenti.Che avevano raccolto 550 firme contro la movida.
Siamo tornati dunque ai«pro» e i «contro» nei confronti della movida, dopo unabreve stagione di mediazione,fallita. Vedremo, probabilmente a breve, su cosa, zittizitti, stanno spendendo le loro energie i locali della movida.
E a quel punto tutti gli attori del Borgo giocheranno lapartita a carte scoperte. Diana Noris
L’INDISCRETO
Assessorato all’AmbientePolitiche Energetichee Verde Pubblico