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Page 1: civiLtà - MGH-Bibliothek · 2016. 8. 25. · emiliano Giorgio Cencetti attribuiva, datandoli alla seconda metà o alla fine del sec. VIII, i ff. 68-9 in scrittura altomedievale del

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MARCO PALMA

NONANTOLA E IL SUD.CONTRIBUTO ALLA STORIA DELLA SCRITTURA LIBRARIA

NELL'ITALIA DELL'OTTAVO SECOLO *

Nell'introduzione all'edizione CSEL degli Excerpta ex operibuss. Augustini di Eugippio, quasi un secolo fa, Pius Kniill notava cheil vetusto Vat. lat. 3375 (CLA 116), in semionciale del sec. VI, èl'antigrafo diretto del Phillipps 12263,poi Beatty 6,ora Sessoriano590 (LXXV) (CLA IV 427) della Biblioteca nazionale di Roma, inuna scrittura altomedievale della seconda metà del sec. VIII i. Seb-bene l'edizione KrRill sia stata oggetto di valide critiche proprio perl'ingiustificata preferenza accordata al Vat. lat. 3375 , la discendenzadiretta del Sessoriano dall'Eugippio vaticano non sembra, a ragione,mai essere stata posta in dubbio. Una verifica dell'apparato di Kneillsui due manoscritti conferma infatti la tesi dell'editore, mentre unatestimonianza ancor più valida è resa dal fatto che alcune delle notemarginali in « onciale inclinata » e in rozza capitale del codice vati-cano, verosimilmente contemporanee o di poco posteriori al testo

* Ringrazio Gugliélmo Cavallo, Armando Petrucci, Paola Supino Martini per avercostantemente seguito questa ricerca e Mirella Morelli per la cortesia con cui ha faci-litato il mio lavoro sui manoscritti della Nazionale romana.

1. EUGIPPII Excerpta ex operibus s. Augusiini, a cura di P. KNÓLL, Vindobonae1885 (Corpus scriptorum ecclesiasticorum latinorum, IX), pp. XIX -XXI.

2. Si vedano ad es. S. AURELI AUGUSTINI HIPPONIENSIS EPISCOPI EPiSttliere, acura di A. GOLDBACIIER, V, Vindobonae-Lipsiae 1923 (Corpus scriptorum ecdesiasti-corum latinorum, LVIII) , p. IX; D. DE BRUYNE, De odo quaestionibus ex VeteriTestamento. Un écrit authentique d'Augustin, in Miscellanea Agostiniana, II, Roma1931, pp. 337-9.

3. Tra i numerosi riferimenti alle glosse tardoantiche del Vat. lat. 3375 si distin-guono quel l i di E. A. LOWE, A List o f the Oldest Extan t Manuscrip ts o f Sa in tAugustine with a Note on the Codex Bambergensis, in Miscellanea Agostiniana, H

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sono fedelmente iprodotte nel Sess. 590 5 (tavv. I -V).Questo caso di accertata apografia diretta sembra essere stato

finora trascurato dai paleografi che si sono interessati ai due mano-scritti', che occupano un posto non irrilevante nella storia della scrit-tura latina. Il Vaticano infatti fa parte, con il Cassinese 150 (pp.65-910; CLA III 374 a) e il Bamberg. Patr. 87 (o/im B.IV.21; CLAVIII 1031) della ristrettissima cerchia di codici attribuiti allo scrip-torium napoletano del Castello Lucullano, dove aveva sede il mona-stero di S. Severino del quale fu a capo lo stesso Eugippio"; i l

cit., p. 250 (= Palaeographical Papers 1907-1965, a cura di L. BIELER, I, Oxford1972, p. 313); A. R. NATALE, Marginalia: la scrittura della glossa dal V al IX secolo(Nota paleografica), in Studi in onore di Carlo Castiglioni prefetto dell'Ambrosiana,Milano 1957 (Fontes Ambrosiani, XXXII), p. 620 n. 11; A. CAMPANA, Il codiceravennate di s. Ambrogio, in Italia medioevale e umanistica, I (1958), p. 49 n. 1.

4. Ad Eug. 63, 26: pulchre vere (Vat. lat. 3375, L 21r; Sess. 590, L 19r)(tav. I); 71, 22: de vitanda fiexuosa in ecclesiis cantelenam (cantelina, poi corretto incantilena, nel Sessoriano) (Vat. lat. 3375, f. 23v; Sess. 590, f. 22r) (tav. II); 139,21: quomodo intellegendum sii aut in quo principio fecerit Deus caelum et terram(Vat. lat. 3375, f. 33r; Sess. 590, f. 33v) (tav. III); 263, 20: quid sii non manducarein sanguine animam (Vat. lat. 3375, f. 68v; Sess. 590, f. 78v) (tav. IV); 529, 2:resurre... mulier... (leggibile integralmente nel Sessoriano: resurrectio mulierum) (Vat.lat. 3375, f. 143r; Sess. 590, f. 170r) (tav. V). Il testo delle prime tre note era statopubblicato da KNÓLL, EUGIPPII Excerpta cit., p. XX; la riproduzione dell'ultima nelcodice vaticano si trova anche in E. A. LOWE, Scriptura Beneventana. FacsimilesSouth Italian and Dalmatian Manuscripts from the Sixth to the Fourteenth Century,

Oxford 1929, tav. III.5. Il fatto non era però ignorato: si vedano ad es. CLA 1 16 (dove tuttavia il

Sess. 590 è scambiato per il Vittorio Emanuele 1006 della Biblioteca nazionale diRoma); E. G. MILLAR, The Library of A. Chester Beatty. A Descriptive Catalogueof the Western Manuscripts. I. Manuscripts 1 io 43. Text, Oxford 1927, p. 34;LowE, Scriptura Beneventana, I cit., tav. III.

6. B. BISCHOFF, Scriptoria e manoscritti mediatori di civiltà dal sesto secolo allariforma di Carlo Magno, in Centri e vie di irradiazione della civiltà nell'alto medioevo,Spoleto 1964 (Settimane di studio del Centro italiano di studi sull'alto medioevo, XI.18-23 aprile 1963), p. 486 (= Mittelalterliche Studien, II, Stuttgart 1967, pp. 316-7;ora anche in Libri e lettori nel medioevo. Guida storica e critica, a cura di G. Ca-vm.t,o, Roma -Bari 1977 [Universale Laterza, 419), p. 34); A. PETRUCCI, Scrittura elibro nell'Italia altomedievale. Il sesto secolo, in Studi medievali, s. III, X, 2 (1969)(= A Giuseppe Ermini, II), pp. 184, 186-7. La connessione tra il monastero diEugippio e lo scriptorium del Castello Lucullano da cui sono usciti i tre codici insemionciale non sembra tuttavia attestata con sicurezza. La soscrizione del preteDonato nel Cassinese 150 assicura soltanto che il manoscritto fu da lui letto nel 570in aedibus beati Petri in Castello Lucullano, dove per aedes si dovrà intendere nontanto una chiesa (LowE, Scriptura Beneventana, I cit., tav. II) quanto più probabil-mente uno dei monasteri della zona, intitolato appunto a s. Pietro (ricordato da

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Sessoriano appartiene al più antico gruppo di manoscritti in librariaaltomedievale considerati originari della scuola scrittoria di Nonan-tola 7. Individuare il luogo della trascrizione può quindi servire afar luce sulla storia esterna del Vat. lat. 3375, che Elias Avery Loweriteneva svolta interamente in Italia meridionale 8, oppure a mutarealmeno parzialmente il quadro dell'attività dello scriptorium emilianonei primi decenni successivi alla fondazione dell'abbazia

Le vicende del Sess. 590 possono essere seguite abbastanza age-volmente a partire dal catalogo del 1166 della biblioteca di Nonan-tola IO; maggiori difficoltà presenta la ricostruzione dell'itinerariodell'Eugippio vaticano nel millennio intercorso tra la sua produzioneal Castello Lucullano e il suo ingresso nella biblioteca di FulvioOrsini, sua ultima sede prima dell'attuale ". Indizi interni consen-tono tuttavia di accertare la presenza del codice in area italomeridio-nale nel sec. XI, perché allora ampie porzioni del testo, il cui inchio-stro originale era ormai svanito, furono riscritte in beneventana ".

N. CILENTO, Civiltà napoletana del medioevo nei secoli VI -XIII, Napoli 1969, pp.10, 138).

7. G. CENCETTI, Scriptoria e scritture nel monachesimo benedettino, in Il mona-chesimo nell'alto medioevo e la formazione della civiltà occidentale, Spoleto 1957(Settimane di studio del Centro italiano di studi sull'alto medioevo, IV. 8-14 aprile1956), p. 201 (= Libri e lettori nel medioevo cit., p. 85).

8. LOWE, Scriptura Beneventana, I cit., tav. III.9. K. SCHMID, Anselm von Nonantola. Olim dux militum - nunc dux mona-

chorum, in Quellen sud Forschungen aus italienischen Archiver: und Bibliotheken,XLVII (1967), pp. 15-21 fissa agli anni 751/2-6 il periodo di fondazione dell'abbazia.

10. G. GULLOTTA, Gli antichi cataloghi e i codici della abbazia di Nonantola,Città del Vaticano 1955 (Studi e Testi, 182), pp. 41-4; J. RUYSSCHAERT, Les manu-scrits de l'abbaye de Nonantola. Table de concordance annotée et index des ma-nuscrits, Città del Vaticano 1955 (Studi e Testi, 182 bis), p. 22.

11. P. DE Noutac, La bibliothèque de Fulvio Orsini, Paris 1887 (Bibliothèque del'École pratique des hautes études. Sciences philologiques et historiques, 74) (rist.anast. Genève-Paris 1976), p. 371 or. 160. Tra í manoscritti latini dell'Orsini l'Eu-gippio vaticano si trova inserito in un compatto nucleo di codici provenienti dallabiblioteca del Panormita.

12. E. A. LOEW, The Beneventan Script. A History of the South Italian Mi-nuscule, Oxford 1914, pp. 55, 73 attribuisce i rifacimenti del Vat. lat. 3375 a unamano napoletana. L'appartenenza ad area partenopea della beneventana dell'Eugippiovaticano non sembra provabile a Guglielmo Cavallo, che comunque ne esclude un'ori-gine cassinese. Alla zona beneventana e al sec. XI sono stati attribuiti da H. M. BAN-NISTER, Monumenti vaticani di paleografia musicale latina, Lipsia 1913 (Codices eVaticanis selecti phototypice expressi, XII), p. 124 nr. 351 anche i neumi che com-paiono a f. 55r.

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In una scrittura « protobeneventana » attribuibile al sec. IX sono poitracciate numerose note marginali, mentre una « minuscola ordina-ria », vicina nel tempo alla precedente e comunque ben distante dalcanone carolino, caratterizza un'altra e meno numerosa serie di anno-tazioni ". Quest'ultimo, che potrebbe apparire come l'unico elementonon meridionale nella storia del codice, si dimostra tuttavia di benscarso rilievo di fronte al complesso degli indizi che, dall'originenapoletana ai rifacimenti in beneventana, sono sembrati a Lowe« una prova diretta del fatto che per secoli il manoscritto fu lettoin Italia meridionale » ". É infatti ben più facile ipotizzare che unlettore di diversa educazione grafica abbia annotato al Sud il codicenel sec. IX (la « minuscola ordinaria » sembra di una sola mano),piuttosto che immaginare un improbabile e indimostrabile movimentopendolare dell'Eugippio vaticano nell'Italia altomedievale.

Gli elementi a disposizione consentono quindi di affermare consufficiente sicurezza che la trascrizione del Sess. 590 dal suo modellotardoantico è avvenuta nell'area grafica italomeridionale.

* * *

La nuova localizzazione dell'origine del Sess. 590 rende oppor-tuna una più attenta verifica dei rapporti tra questo codice e i piùantichi manoscritti nonantolani. Alla prima attività dello scriptoriumemiliano Giorgio Cencetti attribuiva, datandoli alla seconda metà oalla fine del sec. VIII, i ff. 68-9 in scrittura altomedievale del Sess.

13. Un elenco di note e aggiunte al Vat. lat. 3375 è dato da LOWE, ScripturaBeneventana, I cit., tav. III, da cui sono riprese anche le definizioni di « early Bene-ventan » e « ordinary minuscule ».

14. LowE, Scriptura Beneventana, I cit., tav. III. Si noti che tra Scriptura Bene-ventana (pubblicata nel 1929 ma pronta da tempo) e il primo volume dei CLA (1934)Lowe sembra cambiar parere sulla scrittura delle note del Vat. lat. 3375: alla « pro-tobeneventana » subentra una « minuscola precarolina italiana del sec. VIII » e alla« minuscola ordinaria » una grafia « simile a quella dei manoscritti nonantolani delsec. IX ». Appare legittimo collegare questi mutamenti di opinione con la definizionedi « scrittura di Nonantola » riservata in CLA I 16 alla grafia del Sess. 590 (erronea-mente indicato come V. E. 1006, cfr. n. 5). Del resto, poco tempo prima, lo stessoLOWE, An Uncial (Palimpsest) Manuscript of Mutianus in the Collection of A. ChesterBeatty, in The Journal of Tbeological Studies, XXIX (1927-8), pp. 31-2 (= Paleogra-phical Papers, I cit., pp. 235-6) si era dichiarato convinto dell'origine nonantolanao almeno italosettentrionale dei codici sia in onciale sia in minuscola provenienti dallabiblioteca di Nonantola.

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V. E. 1357, f. 125r

NONANTOLA E IL SUD 8155 (2099) (CLA IV 420 b), i Sess. 94 (1524) (CLA IV 425) e 590,il Vittorio Emanuele 1006 (ff. 9-153; CLA IV 428) della Nazionaledi Roma, il Beatty 5 (ora V. E. 1357; CLA 11 161), l'Additional43460 della British Library (CLA II 180) e 1'0111 dell'Archiviocapitolare di Modena (CLA III 368)". Tra questi manoscritti, pro-venienti tutti, tranne l'ultimo, dalla biblioteca dell'abbazia di Nonan-tola, lo studioso individuava « notevolissime analogie reciproche »,che riteneva particolarmente evidenti nei Sess. 94 e 590 e nelV. E. 1006 ".

Un esame paleografico-codicologico di questo gruppo di mano-scritti consente di approfondire l'analisi di Cencetti e di isolare unnucleo di tre testimoni, uno dei quali è appunto il Sess. 590, chehanno non soltanto origine comune, ma sono stati scritti quasi inte-gralmente dalla stessa mano. Oltre l'Eugippio sessoriano apparten-gono al gruppo i V. E. 1006 (contenente opere di Fulgenzio) e 1357(s. Agostino, Sermones)". L'origine dei tre codici dallo stesso scrip-torium è assicurata da numerosi elementi comuni, tra i quali spiccanola formula finale Benedictus Dominus Iesus Christus qui adiuvat inomnibus" (tav. VI) e l'impaginazione su due colonne ciascuna condoppia rigatura verticale. La conferma dell'identità di origine è for-nita dalla presenza di un'unica mano che ha trascritto i codici quasiper intero", dando prova di una padronanza della tecnica scrittoria

15. CENCETTI, Scriptoria e scrittura cit., pp. 200-2 (= Libri e lettori nel me-dioevo cit., pp. 85-6).

16, CENCETTI, Scriptoria e scrittura cit., p. 202 (= Libri e lettori nel medioevocit., p. 85).

17. Una descrizione codicologico-paleografica molto accurata dei tre manoscritti,appartenuti alla collezione Beatty (4 = V. E. 1006; 5 = V. E. 1357; 6 = Sess. 590),è data da MILLAR, The Library of A. Cbester Beatty,I cit., pp. 25-37.

18. Le parole Dominus Iesus Christus sono praticamente illeggibili nel Sess. 590(f. 366v). La grafia adiubat del V. E. 1006 (f. 153r), che trova riscontro in un sup-plemento all'explicit del V. E. 1357 (f. 155r: Qui legis ora pro .scribtore UI merearisbabere Dominum protec(orem), costituisce un ulteriore indizio in favore dell'originemeridionale (cfr. LoF.w, The 13eneventan Script cit., p. 284).

19. Oltre che da Cencetti l'affinità grafica tra i codici, anche se non l'identità dimano, era stata notata da MILLAR, The Library of A. Cbester Beatiy,I cit., pp. 26,31, 35 e B. PAGNIN, La formazione della scrittura carolina in Italia, in Atti dell'Isti-tuto veneto di scienze, lettere ed arti. Classe di scienze morali e lettere, CVIII(1949-50), pp. 60-2.

20. Se si escludono le aggiunte e i rifacimenti posteriori (tra i quali il più rile-vante è il primo fascicolo del V. E. 1006, attribuibile alla prima parte del sec. IX),

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e di una intensità d'impegno davvero notevoli per l'epoca in cuioperava.

Nonostante qualche trasandatezza, in parte attribuibile alla lungaIena del compito, la grafia notevolmente contrastata dello scriba inquestione presenta alcune caratteristiche costanti sia nella morfologiadelle lettere sia nell'uso dei legamenti. Meritano particolare atten-zione la a a forma di due c accostate fino a toccarsi; la forte percen-tuale di c crestate; la d « tonda »" mediamente obliqua rispetto alrigo; la cediglia grande e chiusa sotto la e; la g dal piccolo occhiellosuperiore ben chiuso che si contrappone all'inferiore più grande eaperto; la frequente i alta iniziale; l'ultimo elemento piegato a destradi m e n; la doppia forma, breve e lunga, della r; la t spesso maiu-scola e la u talora in interlinea quando si trovano in posizione pros-sima alla fine di rigo; la regolarità dei legamenti con i, tra i qualiquello ti segue con apprezzabile anche se non assoluta costanza laregola della doppia forma che diverrà canonica nella beneventana(tavv. VII-IX). Per i titoli viene usata un'onciale pesante (caratte-ristica la A « a goccia »), in cui il contrasto tra pieni e filetti è sot-tolineato dalla presenza di trattini di coronamento sulle aste.

Ora, se la mano principale dei tre codici è la stessa e se ladimostrazione dell'origine del Sess. 590 è esatta, la scrittura appenaesaminata costituisce non tanto un esempio della prima attività delloscriptorium nonantolano, quanto un significativo specimen della li-braria usata in Italia meridionale nella seconda metà del sec. VIII.I nuovi testimoni vengono infatti ad aggiungersi ai soli quattro codiciin minuscola anteriori all'anno 800 attribuiti alla stessa area, cioè ilCassinese 753 (CLA III 381), il Bamberg. Patr. 61 (olion HJ.IV.15;CLA VIII 1029), il Par. lat. 7530 (CLA V 569) e il Cavense 2(XXIII) (CLA III 284). Rispetto a questi i tre manoscritti dellaNazionale romana sembrano assumere una posizione intermedia. Il

sono soltanto due le mani originali che interrompono il lavoro dello scriba principale:la prima al E. 307vb 11. 8 per] severare — 33 del Sess. 590 e la seconda ai ff. 141va1. 20 querendo — 149r del V. E. 1357. Entrambe le mani, la cui somiglianza è statasottolineata da MILLAR, The Library of A. Chester Beatty, I cit., p. 35, mostranoun aspetto più corsivo e meno « moderno » nei confronti della mano principale (ri-produzioni in MILLAR, The Library of A.Chester Beatty, I cit.Plates, tavv. XII -XIII).

21. Questa definizione sembra preferibile a quella tradizionale di « onciale » sullascorta delle considerazioni di J.-0. TJÀDER, rec. di Ricerche medievali, VI-IX (1971-4)in onore di Beniamino Pagnin, in Scriptorium, XXXI (1977), p. 124.

NONANTOLA E IL SUD 83

Cassinese 753 infatti presenta un sistema di legamenti molto piùricco e spesso deformante la morfologia delle lettere (è il caso inparticolare dei legamenti con r), mentre fra gli altri tre soprattuttoil Parigino e il Cavense mostrano maggiore regolarità di tratto eaccuratezza di esecuzione rispetto allo scriba principale dei codiciromani. Nella modesta ornamentazione infine si riscontrano numeroseanalogie, evidenti soprattutto nelle iniziali zoomorfe 22.

Attribuire a uno scriptorium meridionale il Sess. 590, il V. E.1006 e il V. E. 1357 significa anche riconoscere che nella secondametà del sec. VIII il Sud non era zona graficamente trascurabile eche le esperienze che vi si andavano svolgendo non erano qualitati-vamente inferiori a quelle dei più famosi centri settentrionali. Que-sto riconoscimento riveste particolare significato per il settore dellaminuscola libraria, che la ben nota e discussa tesi di Cencetti consi-derava importata nel Meridione da « personaggi illustri » e dai lorocodici al tramonto della dominazione longobarda". Adesso l'itinera-rio, almeno nel caso dei tre manoscritti della Nazionale, appareinverso, ma sarebbe comunque ingiustificato concluderne un capovol-gimento della teoria espressa da Cencetti. L'Eugippio sessoriano e idue altri prodotti dello stesso scriptorium forniscono infatti la provadi una sostanziale omogeneità di sviluppo della minuscola librariatra le parti del Regnum longobardo, omogeneità che soltanto le appli-cazioni in campo grafico della politica culturale carolingia

24, insiemecon la divisione territoriale seguita all'invasione franca, finiranno perspezzare ".

22. Del basso livello in questo periodo della decorazione cassinese o comunqueprotobeneventana, sullo spunto fornito dal Bamberg. Patr. 61, verosimilmente esem-plato su un modello tardoantico, tratta H. BELTING, Probleme der KunstgeschichteItaliens im Friihmittelalter, in Friihmittelalterliche Studien, I (1967), pp. 103-4.

23. CEhICETTI, Scriptoria e scritture cit., pp. 208-9 (= Libri e lettori nel me-dioevo cit., pp. 88-90).

24. Si vedano in proposito le conclusioni di A. PETRUCCI, Libro, scrittura escuola, in La scuola nell'Occidente latino dell'alto medioevo, I, Spoleto 1972 (Setti-mane di studio del Centro italiano di studi sull'alto medioevo, XIX. 15-21 aprile 1971),pp. 332-4.

25. Trovano quindi conferma le affermazioni di LOEW, The Beneventan Scriptcit., pp. 39-40 e L. SCHIAPARELLI, Influenze straniere nella scrittura italiana dei secoliVITI e IX. Note paleografiche, Roma 1927 (Studi e Testi, 47), pp. 53-63.

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84 MARCO PALMA

* *

Ai risultati di questa ricerca è possibile aggiungere una seriedi elementi relativi alla storia dei testi e della cultura che se dauna parte sembrano corroborare e precisare le conclusioni raggiun-te, dall'altra offrono prospettive di qualche interesse all'indaginepaleografica.

La tesi di Cencetti, com'è noto, comportava un collegamentostretto tra gli scriptoria di Nonantola e Montecassino e stabiliva unrapporto di dipendenza dei primi prodotti cassinesi dalla « precaro-lina indistinta e generica ma già in via di tipizzazione... della qualeabbiamo potuto seguire uno degli svolgimenti nell'abbazia di Nonan-tola » 28. Ora, un rapporto diretto almeno tra le biblioteche dei duecentri è attestato, ma in senso opposto, nella redazione più ampiadel Catalogus abbatum Nonantulanorum, risalente al sec. XI, nellaquale a proposito del fondatore di Nonantola si dice: In primis isipse venerabilis Anselmus rexit ipsam abbatiam annis quinquagintatemporibus regum Aystulfi et Desiderii et Karoli Magni imperatoris,et ex bis septern passus est exilium a Desiderio apud Cassinum, sicutmultorum seniorum relatione didicimus, pro eo quod nescio quiddeliquit in Desiderio. In quibus apud prefatum locum Cassinum beatev i x i t e t m u l t o s c o d i c e s a d q u i s i v i t . . . " . I fondamentistorici di questa notizia non sembrano dubbi, se non altro per lapossibilità che l'adquisitio anselmiana si potesse allora desumere dagliex -libris dei codici stessi uno dei quali ci è giunto nel Sess. 77

26. CENCETTI, Scriptori a e scri tture c i t . , p . 2 0 9 ( = Li bri e l e t tor i ne l medi oevo

c it . , pp . 89-90) .27. M GH, Sc r i p to re s re rum Langobard i c a rum e t I ta l i c a rum sae c . VI - I X , a c u r a

d i G . WAITZ, Ha nnove r a e 1878 , p . 571 ( il pa sso s i può le gge r e a nc he i n Ant i c a v i tad i s . Anse l mo abbate d i Nonanto l a c on appe ndi c i e d i l l us traz i oni e tav ol e I I I , a cura

d i P . BORTOLOTTI, in Monumenti di stori a patri a de l l e provinc i e modenesi . Seri e de l l ecronache, XIV , 2 , Mode na 1891 , pp . 273- 4) . Non è e sc luso c he i r a ppor t i t r a Nona n-

t o la e M o n t e c a s s in o s ia n o p r o s e gu it i a n c h e in s e n s o n o r d - s u d n e l c o r s o d e l l ' a l t o

medioevo, come dimostre rebbe la segna laz ione di F. NEWTON, The Desiderian Scripto-r i um a t Monte Cass i no . The Chroni c l e and Some Surv i v i ng Manusc r i p ts , in Dumbar-ton Oak s Pape rs , XXX (1976) , pp. 49-50 a proposito de l Pa r igino nouv. acq. la t . 1672,

nona n to la no de lla p r ima me tà de l se c . IX se c ondo Bisc hoff e a n t igr a fo de l Ca ss ine se

16 d i e t à de s ide r ia na .2 8 . A. PRATESI, Anse l mo di Nonantol a, santo, i n Di zi onari o bi ografi co degl i i ta-

l i an i , I I I , Roma 1961 , p . 414 .

NONANTOLA E IL SUD 85

(2107) (CLA IV 423). Anzi, per almeno un altro dei codici prove-nienti dalla biblioteca di Nonantola, il Sess. 55 (i cui due fogli inscrittura altomedievale, come si è visto, sono stati attribuiti da Cen-cetti a quello scriptorium), la presenza un tempo di un simile ex -librisè attestata nel catalogo dei manoscritti raccolti nella Sessoriana dal-l'abate Ilarione Rancati, redatto nel 1664 dal cisterciense FrancoFerrari. La descrizione del Sess. 55 vi è infatti conclusa dall'espres-sione Atiquando fuit acquisitus a quodam abbate Anselmo, nonconstat cuius monasterii, alla quale una mano che sembra la stessadel testo ha aggiunto in margine Suspicor Nonantulf de quo sup(ra)cod(ice) 33".

Se per la tarda onciale del Sess. 77 non sembra possibile ipo-tizzare un'origine diversa da quella ad essa attribuita in CLA (Italiasettentrionale) i due fogli in minuscola altomedievale del Sess. 55sono apparsi a Bernhard Bischoff così vicini alla scrittura del Cassi-nese 753 da fargli proporre l'opportunità di riesaminare tutto il pro-blema dei rapporti tra il « tipo di Nonantola » e la beneventana ".Lo specimen offerto dal Sess. 55 è forse troppo breve per consentiredi raggiungere risultati sicuri, ma gli elementi che si aggiungono all'ac-certata origine meridionale del Sess. 590 e dei V. E. 1006 e 1357fanno ritenere estremamente probabile che parte almeno del nucleo

2 9 . V a t , C h igi R . I I . 6 4 , f . 2 9 r . I l r in vio d e l l ' a ggiu n t a m a r gin a le è a l S e s s . 3 0( 1570) , ne lla c u i de sc r iz ione è r ic o r da to il fonda to r e da ll 'a bba z ia . Fe r r a t i dovr e bbe

a ve r t r a t to la no t iz ia da llo s te sso Se ss . 55 , so t topos to suc c e ss iva me nte a t r a t ta me nt i

c h imic i e d i r e s ta ur o r ovinos i ( su i qua li c fr . F. BOLGIANI, Intorno al più anti co codi cede l l e «Confe ss i on i » d i s . Agost i no , Tor ino 1954 [Unive r s ità d i Tor ino . P ubblic a z ioni

d e lla Fa c o lt à d i Le t t e r e e F ilo s o f ia , V I , 2 ] , p . 1 2 n . 2 0 , c h e a f fe r ma a n c h e , s e n z ape rò prova r la , l 'adquisi tio de l c od ic e da pa r t e d i Anse lmo) . P e r no t iz ie su l c a ta logoFe r r a t i c o n vie n e r ifa r s i a n c o r a a I . GIORGI, Stor i a e s te rna de l c odi c e v a t i c ano de lDiurnus Romanorum Ponti fi cum, i n Archiv io de l l a R. Soc i e tà romana di stori a patri a,XI (1888) , pp . 663-4 .

30 . C. BERTELLI, S ta to d e g l i s tu d i su l l a m i n i a tu r a f r a i l VI I e i l I X se c o l o i nI tal i a, i n Studi medieval i , s . III , IX , 1 ( 1968) , pp . 381- 2 ind ic a se nz 'a lt r o in N ova r a

il lu o go d i o r igin e d e l c o d ic e , p r o b a b ilm e n t e s e gu e n d o l ' ip o t e s i d i E . H . ZIMMER-MANN, Vorkarol i ngi sche Mi ni aturen. Tex t, Be r lin 1916 ( De nkmiile r de u tsc he r Kuns t .

III . Se k t ion , Ma le r e i. I . Abte ilung) , p . 155 .

31. B. BISCHOFF, Panorama de r Handsc hr i f te n i l be r l i e fe rung aus de r Ze i t Kar l sde s Grosse n , i n Kar l de r Grosse . Le be nswe rk und Nac hl e be n . I l . Das ge i s t i ge Le be n,a c u r a d i B . BISCFIOFF - W. BRAUNFELS, Diisse ldor f 1965 , p . 251 n . 141 ( -= Li bri el e ttori ne l medi oevo c it . , p . 261 n . 302) .

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più antico, a noi pervenuto, della biblioteca di Nonantola consistanelle adquisitiones cassinesi di Anselmo, avvenute tra il sesto e l'ot-tavo decennio del sec. VIII 32. Se poi il fondatore di Nonantola abbiaattinto a materiale prodotto o semplicemente conservato in loco",oppure anche reperibile in zona vicina a Montecassino 34, n on èdato di accertare con gli elementi attualmente a disposizione. Puòessere tuttavia utile ricordare che sia i manoscritti tardoantichi " siaquelli del sec. VIII provenienti da Nonantola contengono testi patri-stici nella trasmissione dei quali rappresentano spesso una fase impor-tante o un ramo separato, analogamente a quanto si verifica in areabeneventana per i testi classici Il Sess. 55, ad esempio, è il più

3 2 . Su l p e r io d o e la d u r a t a d e ll ' e s i l io d i An s e lm o le fo n t i n o n c o n c o r d a n o : a ise t te a nni d i c u i pa r la , c ome s i è vis to , la r e da z ione p iù ta rda de l Catalogo degl i abatis i oppone il Catalogus regum Langobardorum e t I tal i corum Brix i ensi s e t Nonantul anus,che fa coinc ide re il bando de l fonda tore di Nonantola col r egno di Deside r io (757-74) :

Hi c i pse exce l l enti ssi mus rex comprehensum v i rum Anse l mum abbatem Nonantul ensemi n e x i l i u m d i r e x i t , f u i t q u e i n e x i l i u m to to t e m p o r e q u o i p s e r e g n u m t e n u i t ( M G H ,Scriptores re rum Langobardi carum e t I tal i carum c it . , p . 503) . Su ll' in te r a que s t ione s ive d a n o C . G. MOR, L 'e s i l i o d i s . A n se l m o , i n D e p u ta z i o n e d i s to r i a p a t r i a p e r l ean t i c he prov i nc i e mode ne s i . At t i e me mori e , s . V III , V ( 1 9 5 3 ) , p p . 1 9 1 - 4 ; PRATESI,

Anse l mo di Nonantol a c it . , p . 414; SCHMID, Anse l m von Nonantol a c it. , pp. 21-5.33 . L'e s is te nz a d i una « subs ta n t ia l lib r a ry » a Monte c a ss ino ne l te r z o qua r to de l

se c . VIII, e c omunque p r ima de ll'a r r ivo d i P a o lo D ia c ono , è s ta ta r e c e n te me nte r iba -

d i t a d a I I . B c o c x , M onte Cass i no 's Te ac he rs and Li bra ry i n the H i gh M i dd l e Age s ,

in La scuola ne l l 'Occ idente l ati no c i t . , I I , Sp o le to 1 9 7 2 , p . 5 6 9 .34 . È c ompr e ns ib ile c ome pe r il Catalogo degl i abati tu t te le adquisi tiones meri-

d iona li d i Anse lmo dove sse r o e sse r e s ta te e ffe t tua te a Monte c a ss ino . Ne lla r e da z ione

p iù t a r d a d i q u e s t o t e s t o è c o n s e r va t a m e m o r ia a n c h e d e i l ib r i adquisi ti d a l p r e t e

V igila nz io , r e gge n te l 'a bba z ia du r a n te l 'e s ilio d i Anse lmo: e t Vi gi l anti us pre sbi te ri n p re d i c to te m pore fe l i c i te r Nonan tu l anum gube rnav i t c e nobi um e t m ul ta c om m odai bi d e m a d q u i s i v i t i n l i b r i s e t i n m u l t i s a l i i s r e bu s ( M G H , S c r i p t o r e s r e r u mLangobardicarum et I tal i carum c it . , p . 5 7 1 = Anti ca v i ta d i s . Anse l mo c it . , p . 274) .

35. Sess. 13 (2094) ( C L A IV 418) , in onc ia le de lla pr ima metà de l sec . VI ( s. Ago-

stino, De Ge ne si ad l i t te ram) , e il già c it a to Se s s . 55 ( CLA IV 420a , 421 ) , in s e mi-onc ia le de lla s e c onda me tà de l s e c . V I ( s . Agos t ino , Conlessiones e a lt r i t e s t i pa t r i-

s t ic i) , pa rz ia lmente pa linse sto ( ff. 169-76) con scriptio inferior in o n c ia le d e l s e c . V

(P lin io , Natural i s hi storia) . S i n o t i c h e GIORGI, Storia esterna c it . , p . 6 8 3 n . 1 ip o -

t iz z a va l 'a ppa r te ne nz a de l Se ss . 55 a lla « b ib lio te c a da via ggio » d i Adr ia no III , c he

s a r e b b e f in i t a a N o n a n t o la d o p o la m o r t e im p r o vvis a d e l p o n t e f ic e ( 8 8 5 ) e la s u a

sepoltura r id ia s te ssa abbaz ia .3 6 . G. CAVALLO, La trasmissione dei testi ne l l 'area beneventano-cassinese , in La

cul tura ant i ca ne l l 'Occ i dente l a t i no dal VI I a l l 'XI secol o , I , Spo le to 1975 ( Se t t ima ne

d i s t u d io d e l Ce n t r o i t a lia n o d i s t u d i s u ll ' a lt o m e d io e vo , X X II . 1 8 - 2 4 a p r ile 1 9 7 4 ) ,

NONANTOLA E IL SUD 87

antico testimone delle Confessioni di s. Agostino 37; il V. E. 1357

costituisce il capostipite di una famiglia Sessoriana dei Sermoni ago-stiniani di chiara ascendenza tardoantica 38; PAdditional 43460 dellaBritish Library è il codex unicus del Carmen apologeticum di Com-modiano ". E se si pensa che gli stessi Excerpta di Eugippio presup-pongono la presenza a Napoli di una imponente raccolta di mano-scritti agostiniani, non apparirà azzardato ritenere che almeno in areacampana, se non nella stessa Montecassino, Anselmo abbia potutotrovare parte del materiale costitutivo dell'appena fondata bibliotecadi Nonantola ".

Quanto poi la minuscola libraria dei codici da lui portati alNord abbia influito sullo sviluppo, nella prima parte del sec. IX, diquel « tipo di Nonantola » tanto efficacemente descritto da Cencetti "è argomento di ricerca che merita di essere approfondito nel quadro

pp. 357-414. Pe r l'impor tanza de ll'a rea benevantana ne lla tr adiz ione de i te st i pa tr is t ic is i ve d a n o M . BEVENOT, The Trad i t i on o f M anusc r i p t s . A S tudy i n the Transm i ss i onof St . Cypri an 's Treati se s , O x fo r d 1 9 6 1 , p p . 3 0 - 1 e J . G. GRIFFITH, The Surv i val ofthe Longe r of the So-Cal l ed Oxford ' Fragments o l Juvenal 's Si x th Sat i re , in Hermes,XCI (1963) , pp . 105-7.

37 . Unic a e c c e z ione è il foglio sc io lto , o r a ir r e pe r ib ile , già c onse rva to a Ma dr id ,Conve nto de la Enc a r na c ión , s . n . ( CLA XI 1640) , in onc ia le de l se c . VI. Su l va lo r e

de l Se ss . 55 ne lla t r a d iz ione de lle Confessioni s i ve d a il la vo r o d i BOLGIANI, Intornoal p i ù ant i c o c odi c e c i t . a lla n . 2 9 .

38 . A WIIMART, Remarques sur plusi eurs col l ec tions des sermons de s. Augustin,in Casinensia, I , Montecassino 1929, pp. 218-21; SANCTI AURELII AUGUSTINI Sermonesde Ve te re Te s tam e nto , a c u r a d i C . La ma «, T u r n h o lt i 1 9 6 1 ( Co r p u s Ch r is t ia n o r u m.

Ser ica la tina , XLI) , p. XI; P . -P . VERBRAKEN, rtudes c r i t i ques sur l e s se rmons authen-t i que s de sa i n t A ugus t i n , Ste e nbr ugis 1976 ( Ins t r ume nta pa t r is t ic a , XII) , pp . 201- 2 .

3 9 . S i ve d a la r e c e n t e e d iz io n e d i COMMODIANO, Carme apologeti co, a c u r a d iANTONIO SALVATORE, T or ino 1977 ( Cor ona P a t r um, 5 ) . ( Sono gr a to a Ric c a r do Ma i-

sa no pe r la se gna la z ione d i que sto la voro) .

40 . Si no t i c he P . BICHE, Éducation e t cul ture dans l 'Occident barbare .siècles, P a r is 19672 (Pa tr istica Sorbonensia , 4), p . 2 0 3 e s c lu d e o gn i r a p p o r t o t r a i lmona s te r o d i Eugipp io e Monte c a ss ino .

41. Scri ptori a e sc ri t ture c i t . , p p . 2 0 2 - 6 ( = Li br i e l e t to r i ne l m e d i oe v o cit. ,pp . 86- 7 ) . Un r a ppor to d ir e t to t r a c od ic i c a ss ine s i por ta t i da Anse lmo e « minusc o la

d i t ip o lo n go b a r d o » in u s o a N o n a n t o la e r a s t a t o ip o t iz z a t o d a I . GIORGI, L'anticabibl ioteca di Nonantol a, in Rivi sta del l e bibl ioteche e degl i archivi , V I ( 1895) , p . 55 .

Pe r un accenno a lla possibilità anche ne lla decoraz ione di un 'influenza di mode lli c a s-

s ine s i in a r e a nona n to la na , a ppun to in se gu ito a lle adquisi tiones d i Anse lmo , s i ve da

C. BERTELLI, L'i l l ustrazi one de i te sti c l assi c i ne l l 'area beneventana dal IX al l 'XI se -colo, in La cul tura anti ca ne l l 'Occ idente l ati no c i t . , I I , Sp o le to 1 9 7 5 , p . 9 0 1 .

Page 14: civiLtà - MGH-Bibliothek · 2016. 8. 25. · emiliano Giorgio Cencetti attribuiva, datandoli alla seconda metà o alla fine del sec. VIII, i ff. 68-9 in scrittura altomedievale del

88 MARCO PALMA

generale della resistenza che, oltre l'Italia meridionale, anche quellacentrosettentrionale oppose almeno per qualche tempo all'espansionedella carolina".

4 2 . S ign if ic a t ive a q u e s t o r igu a r d o a p p a io n o la n u o va d a t a z io n e a lla m e t à d e lse c . IX e le r e la t ive c ons ide r a z ion i c he a p r opos ito de l V a t . Re g. la t . 1997 ( C L A I113) ha r e c e n te me n te fa t to P . SUPINO MARTINI, Per l o studi o de l l e sc ri t ture al tome-di eval i i ta l i ane : l a Col l ezi one canoni ca chi e t i na (Vat . Reg. l a t . 1977) , i n Sc r i t tura ecivil tà, I ( 1977) , pp . 133- 54 . Ce r to o r a l' ind isc u t ib ile ine sa t te z z a de lla de fin iz ione d i

be ne ve nta na ( pe r la qua le non è le c ito pa r la r e d i c a noniz z a z ione pr ima de lla se c ondame tà de l se c . X , se c ondo G. CAVALLO, Struttura e arti colazione de l l a minuscola bene-ventana tra i secol i X -XI I , i n Studi medi eval i , s . I I I , X I , 1 [ 1 9 7 0 ] , pp. 344-9), defi-n iz ione r ipe tu ta me n te da ta a lla sc r it tu r a de i p iù a n t ic h i r a ppr e se n ta n t i de lla t ip iz z a -z io n e n o n a n t o la n a , a p p a r e , s u lla s c o r t a d e ll 'o r igin e d e i t r e c o d ic i d e lla N a z io n a le

r oma na , un po ' me no gr a ve d i qua n to giud ic a sse CENc Er r t , Scriptoria e scri tture cit. ,

p . 2 0 7 ( = Li br i e l e t to r i ne l m e d i oe v o c it . , p . 8 8 ) . D e l r e s to lo s t e s so LOW, An

(Pal i mpsest) Manusc r i pt of Muti anus c i t . , p . 3 1 ( = Palaeographical Papers, Ic it . , p . 235) , pu r ne ga ndo l'o r igine me r id iona le de i p r imi c od ic i nona n to la n i, c ons ta -

t a va c he « A numbe r o f the m a r e w r it t e n in a type o f minusc u le so like e a r ly Be ne -

ve n ta n a s to be p r a c t ic a lly ind is t ingu isha b le f r om it ».

CATERINA TRISTANO

SCRITTURA BENEVENTANA E SCRITTURA CAROLINAIN MANOSCRITTI DELL'ITALIA MERIDIONALE

« There can be no doubt that ordinary minuscule was writtenin Southern Italy. This appears clearly enough from the existence inBeneventan centers of entire Mss. written in ordinary minusculewhose contents connect them with Southern Italy; of Mss. writtenpartly in Beneventan and partly in ordinary minuscule; and ofaddit ions in ordinary minuscule entered in Beneventan Mss. »afferma Elias Avery Lowe nel suo saggio sulla scri t tura bene-ventana '. Esis te , infat t i , un congruo numero di codici scr i t t is ia in beneventana che in carol ina. Le due scri t ture in alcunicasi si alternano, senza che si notino fratture nel testo tràdito né nellacomposizione materiale del codice; in altri casi, al testo in una delledue scritture si affiancano note marginali e interlineari nell'altra. Sipossono annoverare casi particolarmente eclatanti di compresenza dibeneventana e carolina: in alcuni codici, come vedremo, una delledue scritture si sostituisce all'altra nello stesso foglio — è il casodel Laur. pl. 50.10 —, o nel verso dello stesso foglio — come nelCasin. 5 —, fino a giungere al caso limite presentato dal Casin. 230,in cui nella medesima facciata, il testo, senza presentare soluzione dicontinuità, è disposto su due colonne affiancate, una scritta in caro-l ina e una in beneventana. A volte i l testo in carolina è intro-dotto da rubriche o titoli in beneventana — e questi sono gli esempipiù numerosi — o viceversa il testo in beneventana presenta titoliin carolina; nella maggior parte dei casi, infine, l'una scrittura mani-festa l'influenza dell'altra nella forma delle lettere, nell'interpunzione,nell'ornamentazione delle iniziali.

1 . Th e B e n e v e n t a n S c r i p t . A H i s t o r y o f t h e S o u t h I t a l i a n M i n u s c o l e , Oxford1 9 1 4 , p . 8 4 .