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E LEPHANT Elephant è un film del 2003 diretto da Gus Van Sant, vincitore della Palma d’oro come migliore film e del premio per la miglior regia al 56° Festival di Cannes. Il film prende ispirazione dal massacro ac- caduto presso la Columbine Higt School e ad altri stragi in ambito scolastico. Il titolo allude al proverbiale elefante nella stanza, metafora di un problema che tutti vedono ma di cui nessuno vuole parlare, ed è una citazione dell’omonimo film del 1989 diretto da Alan Clarke, sulla violenza settaria nell’Irlanda del Nord. La narrazione si svolge nell’arco di una sola giornata, che sembre- rebbe assolutamente normale, passata in un ambiente scolastico (comprensiva di dialoghi tra ragazzi, tra studenti e professori, parte- cipazioni a lezioni, e così via). La trama percorre la situazione da soggettive differenti. John è la “guida” che percorrendo la scuola ci mostra la vita scola- stica e gli studenti. Michelle, studentessa timida ed emarginata per il suo aspetto fisico e la sua goffaggine nelle attività motorie, si occupa dell’organizzazione della biblioteca. Brittany, Nicole e Jordan sono tre ragazze ossessionate dal proprio corpo e dall’apparire. Per riu- scire ad avere un corpo perfetto, conforme agli standard della moda, le tre cadono vittime della bulimia. Elias è un ragazzo solitario e so- gnatore amante della fotografia. I personaggi centrali della giornata sono Eric e Alex, due ragazzi con la passione per le armi. Alex è inoltre appassionato di musica ed Eric di videogiochi violenti. Tutto pare normale, fino a quando, a fine giornata, Eric e Alex in tuta mimetica vanno nella scuola, seminando morte e terrore.

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Entertainment & Humor


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ELEPHANTElephant è un film del 2003 diretto da Gus Van Sant, vincitore della Palma d’oro come migliore film e del premio per la miglior regia al 56° Festival di Cannes. Il film prende ispirazione dal massacro ac-caduto presso la Columbine Higt School e ad altri stragi in ambito scolastico. Il titolo allude al proverbiale elefante nella stanza, metafora di un problema che tutti vedono ma di cui nessuno vuole parlare, ed è una citazione dell’omonimo film del 1989 diretto da Alan Clarke, sulla violenza settaria nell’Irlanda del Nord.

La narrazione si svolge nell’arco di una sola giornata, che sembre-rebbe assolutamente normale, passata in un ambiente scolastico (comprensiva di dialoghi tra ragazzi, tra studenti e professori, parte-cipazioni a lezioni, e così via). La trama percorre la situazione da soggettive differenti.John è la “guida” che percorrendo la scuola ci mostra la vita scola-stica e gli studenti. Michelle, studentessa timida ed emarginata per il suo aspetto fisico e la sua goffaggine nelle attività motorie, si occupa dell’organizzazione della biblioteca. Brittany, Nicole e Jordan sono tre ragazze ossessionate dal proprio corpo e dall’apparire. Per riu-scire ad avere un corpo perfetto, conforme agli standard della moda, le tre cadono vittime della bulimia. Elias è un ragazzo solitario e so-gnatore amante della fotografia.I personaggi centrali della giornata sono Eric e Alex, due ragazzi con la passione per le armi. Alex è inoltre appassionato di musica ed Eric di videogiochi violenti. Tutto pare normale, fino a quando, a fine giornata, Eric e Alex in tuta mimetica vanno nella scuola, seminando morte e terrore.

Tra cinema e videoclipInquadratureIl film descrive lo svolgersi degli eventi da più punti di vista: le scene si ripetono, viste da più angolazioni, attraverso gli occhi dei diversi protagonisti, attraverso fini e raffinati piani sequenza e inquadrature della vita dei due giovani assassini.

La natura è un elemento ricorrente all’interno della pellicola. Questo si riscontra sia al livello visivo che uditivo. Le immagini mostrano, infatti, luoghi verdeggianti o comunque immersi nella vegetazione e anche la scelta delle inquadrature è studiata, come all’inizio del film, dove il regista, per seguire l’auto che sbanda, usa il punto di vista che avrebbe un uccello che vola fra gli alberi.

Il tutto è accompagnato da un sottofondo sonoro spesso indefinito, ma in cui si può udire frequentemente il cinguettio degli uccelli. As-sai suggestiva è poi la lunga inquadratura finale di un cielo blu in-tenso attraversato da nuvole leggere e su cui scorrono i titoli di coda.

Il film segue ogni personaggio nel corso della giornata mostrando-ne le azioni con ampi piani sequenza, che danno forte realismo agli eventi, ma, allo stesso tempo, fanno sentire lo spettatore come un osservatore onnisciente, distaccato e indifferente. Questo vale sia per la prima parte del film, composta da eventi lenti e noiosi come possono essere le azioni che tutti compiono ogni giorno, che nella seconda, dove si assiste, in rapida successione, alla fredda esecuzio-ne di molti dei personaggi della storia.

A causa dei numerosi piani sequenza il film appare freddo e distac-cato, ma con questo il regista dimostra anche tutta la sua bravura nel muovere le telcamere.

ScenaQuella che ho scelto è una scena di circa 5 minuti dedicata intera-mente ai due ragazzi Eric e Alex, nonchè i due assassini.La scena si apre riprendendo Alex mentre suona con il pianoforte una sinfonia di Beethoven. Per l’intera durata del videoclip si ha una ripresa in soggettiva dell’intera stanza in cui si trova il ragazzo, come se fossimo noi spettatori a fare il giro della stanza osser-vandone tutti i dettagli, nel mentre viene inquadrato anche Eric sul letto mentre gioca ad un videogioco piuttosto violento (che da già un suggerimento di quello che sarà poi il finale del film), poco dopo l’inquadratura si sposta proprio sullo schermo del suo computer rendendo ora lo spettatore partecipe del gioco cruento a cui sta giocando, come se ora fossimo noi a sparare al suo posto.

La scena si racconta in maniera molto lenta, così come lo è la mu-sica che ne fa da sottofondo. Il videoclip si potrebbe definire di genere Performance, perchè è presente il soggetto che si esibisce suonando il pianoforte, oltre che di genere Narrativo perchè allo stesso tempo viene descritto un momento di vita dei due ragazzi, così come viene descritto il luogo in cui essi vivono, raccontando così una delle loro giornate tipo.

Van Sant con questo spezzone vuole criticare la mancanza di valori in cui credere e di personalità a cui ispirarsi che fa precipitare i giovani in un turbino di incertezze, tanto più maggiori quanto più debole è il loro carattere.

Claudia FerraroniCorso di teoria e analisi del cinema - Paper II