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Page 1: Come nasce e come cresce un vocabolario · il Dizionario Garzanti. In contemporanea all'uscita del vocabolario Garzanti, uscì la 9a edizione (marzo 1965) dello

Come nasce e come cresce un vocabolario di Mario Cannella e Roberta Balboni

Le prime edizioni

Fino al 1941 "lo" Zingarelli (il dizionario) e "la" Zanichelli (la casa editrice) non ebbero nulla in

comune se non la straordinaria assonanza dei cognomi (Zingarelli-Zanichelli) e l'identità del nome

(Nicola) del loro autore e, rispettivamente, fondatore.

Infatti Nicola Zingarelli iniziò a pubblicare a dispense il suo dizionario, nel 1917, per conto degli

editori milanesi Bietti e Reggiani, che gliel'avevano proposto invano una prima volta nel 1911, ed

ebbero però successo ad un secondo tentativo nel novembre del 1912, quando Nicola Zingarelli si

impegnò per contratto a consegnare l'opera "entro nove mesi al massimo". Impiegò invece dieci

anni, poiché l'opera uscì per la prima volta raccolta in volume, come 2a edizione, nel marzo del

1922. Sempre per la Casa Editrice Bietti, Zingarelli pubblicò, dopo il 1924, altre edizioni del

dizionario, fino alla 4a edizione (1928).

Ancora con Bietti pubblicò nel 1935 la 5a edizione, l'ultima da lui redatta, di cui fece in tempo a

correggere anche una parte delle bozze: morì infatti il 6 giugno 1935, e il dizionario uscì nell'agosto

dello stesso anno. Nella prefazione, Nicola Zingarelli scriveva: "Mai non è apparsa tanto evidente la

mutabilità delle lingue come nel tempo dallo scoppiar della guerra ai giorni presenti. Non meno

rivoluzionari sono stati i progressi dell'aviazione, della radiotelegrafia e dell'automobilismo. Il

Vocabolario a distanza di pochi anni mi pareva invecchiato; e bisognava dunque rifarlo in parte,

oltre che ricorreggerlo. Ricorretto, rimutato, aggiornato, esso sta in questa nuova edizione".

L'altro personaggio di questo incontro, cioè Nicola Zanichelli, nacque a Modena nel 1819. Nel 1843

aprì, nella sua città, una libreria, luogo di incontro di intellettuali liberali. Venne arrestato ed esiliato

in Toscana. Tornò a Modena e fondò nel 1859 l'omonima casa editrice, trasferita nel 1869 a

Bologna, dove la libreria Zanichelli fu, come dice l'Enciclopedia Treccani, "un cenacolo di vita

letteraria". Zanichelli morì nel 1884; la famiglia Zanichelli uscì dalla scena della casa editrice nel

1905.

La Zanichelli si caratterizzò, com'è noto, per l'attenzione alla letteratura (opere di Carducci, di

Pascoli e di altri), ma anche alle scienze (opere di Darwin, di Federigo Enriques, di Fermi, di A.

Einstein ed altri). Intorno agli anni Trenta conobbe un periodo di difficoltà. Intervenne a salvarla

l'imprenditore torinese Isaia Levi.

Nel 1941 Ezio Della Monica, che era il direttore generale della Zanichelli (e lo fu per molti anni

anche in seguito), acquistò il dizionario Zingarelli dalla casa editrice Bietti. "Forse - scrive Federico

Enriques, attuale direttore generale della Zanichelli - Bietti pensava che lo Zingarelli fosse un

albero che non avrebbe dato più frutti; invece Della Monica, come il Padre Macario dei Promessi

Sposi, ebbe fiducia nel suo futuro. Da allora il vocabolario è stato, nel catalogo della casa editrice,

come un grande albero di noci; ha riparato dal sole e dalla pioggia, ha dato tante noci, che poi la

Zanichelli, come il convento manzoniano, ha trasformato in olio, cioè in tanti libri, senza bisogno

della questua di fra' Galdino. E' stato, ed è ancora, un albero curato con rispetto ed amore".

Nei primi anni del dopoguerra Giovanni Enriques (figlio del famoso matematico Federigo Enriques

e padre degli attuali responsabili della casa editrice, Lorenzo e Federico) ereditò la maggioranza

relativa della Zanichelli dallo zio Isaia Levi e nel 1949 ne divenne il presidente, anche se il suo

impegno prevalente nella casa editrice data dal 1953, quando lasciò l'incarico di direttore generale

della Olivetti, riversando nel settore editoriale l'esperienza acquisita nell'azienda di Ivrea.

Gli anni Cinquanta sono stati per il nostro Paese anni di grandi trasformazioni sul piano economico

e sociale: l'Italia sta diventando, da Paese prevalentemente agricolo, un Paese prevalentemente

industriale; si verificano importanti spostamenti di popolazione dalla campagna alla città, e dal Sud

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al Nord; si pongono le premesse per un rilevante sviluppo economico. Non altrettanto rilevanti

furono le novità sul piano culturale, nel quale erano fortemente presenti impostazioni piuttosto

antiquate.

La 6a e la 7a edizione del dizionario Zingarelli erano uscite tra il 1936 e il 1939/'40, confortate da

un costante successo nelle scuole e presso il vasto pubblico. A questo proposito va segnalato che lo

Zingarelli era composto in piombo e la stessa composizione in piombo rimase sostanzialmente

inalterata dalla prima fino alla 7a edizione.

L'8a edizione, uscita nel marzo del 1959, è - dice l'editore nella sua presentazione - "frutto di un

lavoro sistematico di rifacimento, esteso alla parte tipografica, non paragonabile al costante

aggiornamento [delle edizioni precedenti]". L'edizione (comprendente 113000 lemmi) fu curata dal

lessicografo Giovanni Balducci, professore presso il Liceo Scientifico di Arezzo, con il prezioso

contributo del giornalista Italo Zingarelli, figlio di Nicola. Si trattò in ogni caso di un capillare

lavoro di limatura, di correzione e di aggiunta su un corpo che, per impostazione e caratteristiche,

rimaneva comunque ancora lo stesso della 1a edizione zingarelliana. "Si è usata maggior larghezza -

dice ancora l'editore - nell'ammettere nuovi vocaboli attinenti alla scienza e alle attività tecniche".

Nella famiglia di lemmi collegati a "vaso", ad esempio, vengono inseriti sia "vasocostrittore" che

"vasodilatatore"; in "ciclo" viene inserito il "ciclomotore". Entra nel dizionario a pieno titolo come

sost. m. il "frigorifero": nell'edizione del 1935 era presente solo come agg. nella locuzione "cella

frigorifera". Sempre nell'edizione del 1935, al lemma "frigidario" ("sala delle terme romane ... per il

bagno freddo") si aggiungeva il significato di "ghiacciaia, per tenere in fresco vivande";

nell'edizione del 1959, a "frigidario" si cita anche il fr. "frigidaire" (che era di uso frequente, ma che

come lemma entrerà soltanto nella 10a ed. del 1970), mentre il sost. m., come s'è detto, è registrato,

ma definito soltanto come "Cella, macchina frigorifera", seguita dalla rassicurante definizione

sinonimica "Ghiacciaia"; l'accorciativo "frigo" sarà inserito soltanto nella 10a edizione. Entra come

nuovo lemma "televisore". "Cinematografo", che nel 1935 era soltanto "l'apparecchio perfezionato

dai fratelli Lumière", nell'edizione del 1959 è anche "la cinematografia" (nuovo lemma) e il "locale

per rappresentazioni cinematografiche"; viene aggiunto anche il significato figurato, con tanto di

esempio: "la vita è un cinematografo", che è sopravvissuto ancora nell'ultima 12a edizione dello

Zingarelli. Entra come lemma "astronautica", ma non "astronave", che verrà inserito nella 9a

edizione del 1965, e tantomeno "astronauta" (entrerà nel 1970). Ancora, il termine "eutanasia", che

nel 1935 era definito soltanto come "Morte tranquilla e naturale" presenta una seconda definizione:

"Anticipazione, con mezzi indolori, della morte di un malato inguaribile e tormentato dal male;

condannata dalla Chiesa, propugnata da alcuni medici e biologi". La specificazione di "eutanasia

attiva e passiva" entrerà soltanto nell'ultima edizione dello Zingarelli (1994). Quanto ai nomi

commerciali, viene registrato il cellophane, benché soltanto nella forma "cellofàne", e come sost. f.;

viene inserito anche il "nylon": dopo la definizione scientifica si aggiunge il commento, un po'

curioso, "assai resistente e di bell'aspetto".

Sempre nell'8a edizione si registrano naturalmente i cambiamenti dovuti al mutato quadro storico:

sono storicizzate le voci "fascismo" e "nazismo"; nel lemma "resistenza" si accenna alla Resistenza

francese e italiana contro i Tedeschi. Al lemma "mafia" viene tolta la parte "il regime fascista l'ha

combattuta aspramente e sradicata"; rimane tuttavia la definizione "Associazione di prepotenti e

delinquenti un tempo infestante la Sicilia", che verrà migliorata nella 10a edizione e che soltanto

nell'11a troverà una formulazione soddisfacente. Sopravvivono definizioni antiquate sul piano del

costume: ad es. "vergine" come sost. f. è definita come "Femmina che non ha conosciuto maschio"

(soltanto nella 10a edizione la definizione diverrà, con un rimando a "verginità", meno letteraria e

più scientifica); rimane anche il lemma "verginona" col significato di "zitellona", che sopravviverà

a tutti gli anni '70 e '80, ed è stato eliminato (rimanendo solo come accrescitivo all'interno di

"vergine") soltanto nella dodicesima edizione del vocabolario (ristampa 1996). Vengono tolte infine

anche fraseologie di chiara connotazione dell'autore; ad es. viene eliminato, all'interno del lemma

"spazzino", l'esempio "gli spazzini milanesi sono pagati come eccellenze", frutto di un'evidente

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irritazione dello Zingarelli per gli squilibri retributivi del primo dopoguerra che danneggiavano i

professori universitari.

Gli anni Sessanta

Nel frattempo, nella prima metà degli anni '60, si erano consolidate nel Paese le tendenze

precedenti, il processo di industrializzazione era ormai avanzato, l'economia conosceva un periodo

di boom, ma si manifestavano anche squilibri sociali e vecchie e nuove ingiustizie, grandi

trasformazioni si preannunciavano sul piano culturale e del costume.

Intanto, tra il 1955 e il 1961 era uscito il Dizionario Enciclopedico Treccani, vero archetipo della

lessicografia italiana del dopoguerra; altri dizionari si apprestavano ad uscire, come ad es., nel 1965,

il Dizionario Garzanti.

In contemporanea all'uscita del vocabolario Garzanti, uscì la 9a edizione (marzo 1965) dello

Zingarelli: era uguale all'edizione precedente, ma con una ricca appendice in carta di colore verde.

Tale appendice, curata da una redazione di specialisti e di linguisti con il coordinamento di Miro

Dogliotti e la collaborazione di Italo Zingarelli, comprendeva voci del tutto nuove e aggiunte

semantiche e fraseologiche relative - come diceva nella premessa l'editore - a "neologismi dell'uso

comune, [a] tecnicismi delle recenti specializzazioni scientifiche e tecnologiche, [ai] forestierismi

dell'ultima circolazione linguistica internazionale". Come s'è detto, l'appendice conservava

l'impianto dello Zingarelli, con alcuni piccoli cambiamenti: venivano introdotte alcune, poche,

nuove abbreviazioni, ad es. "fig." per "figurato", "invar." (che diverrà "inv.") per "invariabile";

"loc." per "locuzione"; "p. est." (che diverrà "est.") per "per estensione"; "region." per "regionale".

Si noterà l'esigenza di meglio precisare ed ampliare i limiti d'uso stilistici della lingua comune.

Rimane invece l'abbreviazione "plb." "plebeo" (ad esempio davanti a voci come "cacare" o

"incazzarsi"), che sparirà nella 10a, sostituita da "volg.".

I simboli grafici che contrassegnavano lemmi o accezioni specialistiche rimangono anche in questa

appendice; alcuni tuttavia estendono in modo significativo il loro riferimento ad altri linguaggi. Ad

es. il simbolo dell'architettura comprende ora anche i significati dell'edilizia; quello della chimica, i

significati di farmacologia; quello (molto generico, con l'icona di un libro aperto) comprendente

didattica, grammatica, matematica eccetera, si estende anche alla statistica; quello della geografia si

estende anche alla meteorologia; quello di meccanica e fisica si estende ad automobilismo,

elettronica, fotografia, televisione e ad altri settori similari; quello di medicina si estende anche a

psicologia, psicanalisi e psichiatria. Si noterà da un lato il passaggio da un approccio più teorico ad

un altro più pratico, dall'altro, l'inserimento di settori emergenti. Rimangono immutati alcuni segni

grafici che di certo riflettevano un gusto che oggi potremmo dire elitario, ma che erano tuttavia di

grande finezza e suggestione: ad esempio, una piccola locomotiva a vapore per le voci ferroviarie;

un aereo per quelle di aviazione; una bilancia per le voci della giustizia; un compasso per quelle di

geometria; il bastone di Esculapio per quelle di medicina; un ferro di cavallo per quelle di

equitazione e veterinaria, e così via.

Alcune considerazioni di contenuto sui nuovi lemmi e i nuovi significati presenti nell'appendice. Il

lemma "atomico" era naturalmente già presente nelle precedenti edizioni; viene però inserita la

locuzione di uso recente "era atomica"; viene anche aggiunto il significato scherzoso di

"eccezionale, travolgente", con l'esempio (oggi già un po' in disuso): "bellezza atomica". I

cambiamenti economico-sociali portano all'inserimento di quel "boom" di cui abbiamo parlato

prima, ma anche di termini in qualche modo connessi, come "arrampicatore" che, oltre al significato

proprio, conteneva il significato figurato di "a. sociale", con la sua brava definizione. Viene inserito,

all'estremo opposto, il termine dialettale e spregiativo "terrone" (il dizionario esce proprio dopo, e

durante, una grossa ondata migratoria da Sud a Nord). Viene inserito "business", ma anche

"burocratismo" e "bustarella", mentre, sul piano più politico, si registra, nel lemma "apertura", il

significato di disposizione a forme di accordo e collaborazione con avversari (va ricordato che

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"l'apertura a sinistra", il primo accordo di centro-sinistra, è di pochi anni prima, del '62). Si registra

anche "sottogoverno", termine purtroppo destinato negli anni seguenti a nuovi sviluppi, dalla

"lottizzazione" alla "tangente". Ancora sul piano economico, alla voce "ciclo" si aggiunge il

significato di "ciclo economico" - che è solo uno tra i nuovi lemmi e i nuovi significati, numerosi,

nel campo della scienza economica. Si inserisce anche la locuzione "una tantum", tuttavia con il

solo significato positivo di "premio o concessione aventi carattere straordinario"; il significato

negativo di "forma straordinaria di imposizione fiscale" si è aggiunto più tardi ed è ormai - ahimè! -

più noto alle nostre orecchie. Alla voce "sciopero" - e ciò avrebbe destato l'interesse di un altro

celebre figlio di Cerignola, Giuseppe Di Vittorio, scomparso nel 1957 - vengono aggiunti i

significati di "s. a catena" e "s. a singhiozzo", quasi ad annunciare le grandi lotte sindacali del 1968-

'69; mancavano però, e verranno aggiunte più tardi, le locuzioni "s. articolato, a oltranza, a sorpresa,

s. bianco e s. selvaggio"; verrà aggiunto nelle edizioni successive anche lo "s. della fame". Anche

alla voce "picchetto" si registra il nuovo significato di "gruppo di scioperanti...". Sul piano dei

comportamenti collettivi è importante registrare l'inserimento di "autostop" e "superstrada" (oltre

che di "tangenziale") ad indicare l'inizio dell'era del turismo di massa verso le località turistiche;

non è una forzatura avvicinarlo al termine "carnaio", già presente, ma del quale in questa appendice

si registra il significato figurato di "moltitudine di corpi addensati in un luogo"; ed anche, in

qualche modo, al nuovo lemma "bikini", osservando come l'estensore della voce aggiunga alla

corretta definizione di "costume da bagno femminile a due pezzi" la chiosa, oggi scomparsa ma che

nel 1965 esprimeva una connotazione del tutto comprensibile, "assai succinto". Ancora, vengono

inseriti i termini "urlatore" (che riguardava soprattutto gli anni precedenti), "fotoreporter" (che

riguarderà moltissimo gli anni successivi fino ai nostri tempi) assieme al termine "paparazzo", di

chiara derivazione felliniana (e, alla voce "vita", viene regolarmente inserita anche la locuzione

"dolce vita").

Altri inserimenti importanti sul piano della mentalità e del costume sono i due lemmi "divorzismo"

e "divorzista" (l'introduzione del divorzio in Italia avverrà nel 1970; il referendum è del 1974).

Importante è anche, al lemma "scuola", l'inserimento di "scuola guida" (che, assieme ad es. al

nuovo lemma "elettrauto", riflette il fenomeno ormai di massa della motorizzazione privata), e

soprattutto di "scuola dell'obbligo" (l'introduzione della scuola media unica obbligatoria, del 1962, è

una data fondamentale, che ebbe importanti conseguenze sul piano sociale e culturale). Collegata

all'argomento scuola è anche la nuova voce "nozionismo", che sarà un argomento importante della

contestazione studentesca che stava maturando. In questo ribollire di nuovi fermenti, è del tutto

conseguente l'introduzione, alla voce "impegnato", del nuovo significato - che diventerà dominante

- di "che prende netta posizione sui problemi politici e sociali".

Quanto ai tecnicismi, molti di essi sono strettamente collegati con la lingua comune e con il

costume. Ad es. l'introduzione di "prefisso" (nel senso telefonico) e del nuovo lemma

"teleselezione" ci ricordano la progressiva sostanziale scomparsa del ricorso al centralino per le

telefonate interurbane, fenomeno che tanta importanza ha avuto nella nostra vita di tutti i giorni. Per

ciò che riguarda la casa, entrano ad es. i nuovi lemmi "accendigas", "lavastoviglie",

"stendibiancheria" e, al lemma "pentola", la nuova locuzione "pentola a pressione". Nuovo lemma è

anche "enoteca" (anche se solo come "raccolta di vini tipici in bottiglia"). Tecnicismi che

entreranno nella lingua comune sono anche "additivo" ed "erbicida", mentre il nuovo lemma

"napalm" è lì a rammentarci il dramma di guerre più o meno lontane. Il linguaggio burocratico che

pervaderà tanti aspetti della nostra vita quotidiana è presente con il nuovo lemma "obliteratore" e

con l'esemplificazione "macchinetta obliteratrice". Quasi come una conseguenza di tanti e

importanti cambiamenti, ecco i nuovi lemmi "stress", "psicofisico", "psicosomatico" e

"psicofarmaco".

Più direttamente tecnici, ma significativi, sono i nuovi lemmi "elettroencefalografia" e

"elettroencefalogramma"; "tabulato"; "termocoibente" e "termonucleare"; "zoom". Relativamente

ricco è il gruppo di neologismi introdotti da "tele-": ad es. "telecronaca", "telefilm", il fondamentale

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"telegiornale", "telequiz", "telespettatore", "teletrasmettere" e il già citato "teleselezione", oltre che

il "telex".

L'appendice del 1965 si caratterizza anche per l'immissione di numerosi forestierismi (fenomeno

questo che diventerà ancor più marcato nelle edizioni successive), alcuni dei quali, generalmente

provenienti dalla lingua inglese, appartengono alla categoria dei tecnicismi (come "tubeless",

"guard-rail" o "walkie-talkie"), ma la maggioranza dei quali, pur provenendo spesso da linguaggi

specialistici, diventa ben presto parte della lingua comune: ad es. "baby-doll" e "baby-sitter";

oppure "play-boy", "show" o "strip-tease"; e ancora "snack-bar" e (in via di rapido declino) il

"whisky-a-gogò"; poi "flash" e "flashback"; "top secret", "suspense" e "thrilling"; "beauty-case" e

"best-seller"; ancora, "design"; "footing". Infine, sempre come esempio, l'introduzione di "smog"

viene a segnalare un problema ancor oggi irrisolto; quella di "week-end" ("fine-settimana",

ambedue con il trattino) a segnalare importanti mutamenti nei comportamenti collettivi (ma la

locuzione "settimana corta" verrà introdotta soltanto nella 10a edizione del 1970).

Pochissimi i nuovi lemmi di provenienza tedesca (ad es. "Würstel" e "Weltanschauung"); più

consistente l'infornata di neologismi di origine francese, da "ballon d'essai" a "boutade", a

"carillon", a "chance", a "charme", a "chic" (che però è definito con un semplice rimando a

"scicche"). Subito dopo il nuovo lemma italiano "culatello", troviamo il francese "culottes"; e poi

ancora "tour-de-force", "tout-court", "trompe-l'oeil" e "trumeau". Ancora, ci fu l'introduzione di

"chef" e di "sommelier" (anche se, quest'ultimo, è definito un po' bruscamente come "cameriere ...

addetto alla custodia e al servizio dei vini"). Da notare poi l'introduzione del nuovo lemma

"roulotte" che, assieme all'inglese "camping", sta a segnalare lo sviluppo del turismo itinerante (il

"camper" tuttavia verrà registrato soltanto nell'11a edizione del 1983). Va infine segnalato

l'inserimento della voce "corbeille", sia nel significato proprio di "cesto di fiori", sia in quello di

"recinto nella Borsa ...", che nell'ultima 12a edizione dello Zingarelli (ristampa 1996) viene ormai

relegato al passato ("recinto dal quale gli agenti di Borsa gridavano..."), in quanto superato dal

mercato telematico.

La grande sfida

Questa 9a edizione, con la sua appendice verde, ebbe successo. Tuttavia la casa editrice si trovava di

fronte a scelte difficili. Era possibile rispondere alla sfida dei tempi, alle trasformazioni incessanti

della società e della cultura con una serie di progressive aggiunte che miglioravano la "quantità"

dell'opera ma ne lasciavano complessivamente immodificata la pur alta "qualità" originaria?

La scelta dell'editore è ben sintetizzata dalla prefazione alla 10a edizione (maggio 1970): "Alla

nostra Casa Editrice si pone un dilemma ineluttabile: o lasciare che il vocabolario Zingarelli compia

lentamente la sua parabola discendente, in competizione con le altre opere esistenti, ovvero

approntarne una rielaborazione e ristrutturazione ab imis sulla base della moderna lessicologia e

lessicografia. Abbiamo scelto la seconda via, con l'obiettivo primo e assoluto di un rispetto delle

radici culturali dell'opera, condizione necessaria per consolidare e riaffermare un primato

indiscusso". L'opera di rielaborazione richiese oltre cinque anni di lavoro. Il progetto iniziale fu di

Luigi Rosiello, dell'Università di Bologna, e di Delfino Insolera, direttore editoriale della

Zanichelli. La direzione e il coordinamento generale furono di Miro Dogliotti, con la collaborazione

di Paolo Valesio e Luigi Rosiello. Il progetto si valse del contributo di 109 specialisti nei vari campi

(soltanto alcuni nomi: Edmondo Bernacca per la meteorologia, Luigi Veronelli per la gastronomia,

Giulio Bolaffi per la filatelia, Nicola Matteucci per la politica), e di un'ampia redazione interna.

Utilizzò, e forse fu il primo dizionario al mondo, un centro di calcolo elettronico, che servì a

registrare e catalogare tutti i lemmi con le relative categorie grammaticali, a controllare i rinvii,

eccetera.

Il risultato fu un dizionario completamente ristrutturato, del tutto nuovo, la base delle due edizioni

successive, la base dello Zingarelli che possiamo oggi acquistare nelle librerie (la 12a edizione nella

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versione 1996 e così via. Ne rappresentano un segnale le 8 pagine introduttive di avvertenze, le

altrettante relative alla trascrizione fonematica, le due pagine di guida grafica alla consultazione.

In primo luogo, mentre lo Zingarelli era finora organizzato per famiglie di parole, all'interno delle

quali le parole derivate erano inserite con la sola desinenza e generalmente senza rispettare l'ordine

alfabetico nei confronti del lemma principale (ad es. "papir o", con una spaziatura fra la radice e la

desinenza, -aceo, -eto, -ina, -ologia, -ologo; oppure: "pap a", -abile, -ismo, -ista eccetera; poi, tra

"papiro" e "pappa", si trovava: "pap ismo, -ista, -izzare, V. sotto papa"), invece il nuovo vocabolario

era organizzato mettendo i lemmi tutti per esteso e in rigoroso ordine alfabetico (solo gli alterati e

gli avverbi in "-mente" furono riportati al fondo del lemma con il solo suffisso). Decisione che

permetteva una ricerca meno "colta" ma più agevole e immediata dei vocaboli. Rimase (e rimarrà

fino alla 12a ed.) l'accorpamento per famiglie, ma sempre subordinato all'ordine alfabetico.

In secondo luogo, fu introdotta la trascrizione fonematica con i simboli dell'Associazione Fonetica

internazionale, sia per le parole di origine straniera che per tutte le parole italiane.

In terzo luogo, l'informazione etimologica (settore curato da Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli) si

estese a quasi tutti i lemmi. Come si precisa nella presentazione del dizionario, "nella ricostruzione

storica si varca spesso, con impegnata ricerca originale, la convenzionale frontiera delle lingue

classiche": si giunse cioè, spesso, fino alla radice indoeuropea. L'etimologia era naturalmente già

presente nelle precedenti edizioni dello Zingarelli, anche se, secondo le parole dello stesso autore,

era stata trattata seguendo "un criterio pratico e bonario".

In quarto luogo, ogni voce venne sistematicamente divisa in omografi, poi, all'interno, nelle diverse

categorie grammaticali (introdotte da A, B eccetera), poi nelle diverse accezioni numerate e nelle

sottoaccezioni (introdotte da una barra).

Inoltre, furono introdotti estesamente i limiti d'uso specialistici (quelli stilistici erano già presenti, ci

fu solo qualche aggiunta - ad es. "antifr." per "antifrasi", "anton." per "antonomasia", o "raff." per

"rafforzativo" - e qualche lieve modifica) con delle abbreviazioni chiare al posto delle icone

precedenti: ad es. "chim." per "chimica" o "med." per "medicina". Tra i tanti può essere utile

segnalare, per l'importanza dei relativi settori, "elab." per "elaborazione elettronica dei dati",

"elettron." per "elettronica"; "ling." per "linguistica"; "psicol." per "psicologia" (invece

l'abbreviazione "psican." per "psicoanalisi" verrà inserita nell'11a edizione, e diventerà "psicoan."

nella 12a); poi "tv" per "televisione"; infine "urban." per "urbanistica".

Ancora, furono introdotti in modo capillare i sinonimi e i contrari; l'esemplificazione fu aggiornata

e arricchita; furono aggiornate e molto arricchite anche le illustrazioni; venne ampliato dal

Duecento a Montale l'arco cronologico delle quasi 6000 citazioni letterarie, articolate su una rosa di

50 autori - anche "minori", ad es. Giovanni Villani o Daniello Bartoli; furono infine aggiunti, al

fondo del dizionario, un repertorio di sigle e simboli e numerose tavole di nomenclatura.

In conclusione, un dizionario qualitativamente trasformato. L'editore si preoccupa tuttavia di

informarci che "si mantiene ... tutta la ricchezza del materiale lessicale contenuto in ogni voce";

inoltre, mette in rilievo l'importanza di "non aver abolito lemmi antichi o arcaici", scelta questa

confermata dalle successive edizioni del dizionario e ancor oggi riconfermata, proprio per il peso

fondamentale che tali lemmi hanno nella storia linguistica e letteraria, e in generale nella cultura del

nostro Paese.

Alcune brevi considerazioni sui contenuti. Il totale dei lemmi passa a 118000. Si confermano

l'impostazione e le tendenze presenti nell'appendice del 1965. Hanno sempre maggiore spazio le

tecnologie e le nuove scienze; si riduce significativamente la parte riservata ai vari artigianati; si

estende e si articola il settore sportivo e molte locuzioni proprie di tale linguaggio entrano nella

lingua comune (un solo esempio: "salvarsi in corner"). I cinque anni che intercorrono tra la 9a e la

10a edizione (1965-'70) sono ricchi di mutamenti nella società, e non a caso viene inserito come

nuovo lemma l'emblematico e controverso "consumismo". Alla voce "caldo" si registra il nuovo

significato figurato di "che è caratterizzato da conflitti e tensioni (...)" che ben si adattava

all'"autunno caldo" del 1969, caratterizzato da grandi manifestazioni sindacali (l'espressione vera e

propria verrà inserita, alla voce "autunno", nell'edizione successiva, del 1983). La locuzione

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"commissione interna" era già stata inserita nella 9a edizione; il "consiglio di fabbrica", che fu

proprio una delle novità emerse nell'"autunno caldo", verrà invece inserito, alla voce "consiglio",

nell'11a edizione.

Facendo sempre riferimento al Sessantotto (anche tale lemma, assieme ad alcuni derivati, come

"sessantottino", verrà inserito nell'11a edizione), entrano nella 10a edizione il nuovo lemma "sit-in"

e la nuova locuzione "contestazione globale"; vengono naturalmente inseriti, come nuovi lemmi,

alcuni verbi in auge per diversi anni: "smitizzare", "demitizzare" e "demistificare".

Anche se, come si è detto, il materiale lessicale del vecchio Zingarelli fu mantenuto, ci fu anche

un'attenta revisione di definizioni e fraseologie antiquate. Ad esempio, "donna", che nelle edizioni

precedenti era definita come "Femmina dell'uomo", diventa "Femmina fisicamente adulta della

specie umana"; scompare, in un momento di sviluppo del movimento femminista, il motto

proverbiale "la donna è come la castagna, bella di fuori, dentro è magagna", che pure era rimasta

anche nell'8a e 9

a edizione. Scompare anche, alla voce "privatista", l'esempio garbatamente ironico

di Nicola Zingarelli "i privatisti accorrono a far gli esami dove sperano indulgenza".

Si può ben dire che la 10a edizione rappresenta l'autentico spartiacque fra lo Zingarelli diretta

espressione del suo autore e il nuovo Zingarelli, in cui prevalente è l'impostazione della casa

editrice Zanichelli, e che costituisce il punto di riferimento fondamentale anche per le due edizioni

successive, l'11a (1983) e la 12a (1994).

Un'analisi particolareggiata dei nuovi lemmi e dei nuovi significati inseriti in queste due ultime

edizioni comporterebbe molto spazio e una relazione apposita, tali e tanti sono infatti i mutamenti

intervenuti nella realtà e nella cultura italiana di questi ultimi 25 anni e che si sono riflessi nel

linguaggio. Nuove scienze, o scienze in grande sviluppo come la biologia, nuove tecnologie,

sconvolgimenti politici e novità istituzionali ancora in corso, economia e fisco, gerghi giovanili, la

moda, la telefonia, e sarebbe lungo continuare la semplice elencazione: tutti i settori della nostra

vita, insomma, contribuiscono a una continua evoluzione del nostro linguaggio, e il dizionario ha il

dovere di raccogliere, registrare e spiegare ogni novità, oltreché di modificare o eliminare tutto ciò

che invecchia o acquista significati differenti.

L'11a edizione (1983) fu elaborata da Miro Dogliotti, responsabile della sezione lessicografica, e

Luigi Rosiello (dell'Università di Bologna), con la collaborazione di Augusta Forconi e il

coordinamento redazionale di Roberta Balboni. Tenuto conto che dall'edizione precedente era

trascorso oltre un decennio, l'opera fu interamente rivista e arricchita. Nella presentazione

dell'Editore si citano, tra i nuovi lemmi, "agriturismo" e "telematica", "fiscalizzazione" e

"decretone" (viene aggiunto anche, alla voce "stangata", il significato che oggi purtroppo ben

conosciamo). Numerosi sono i prestiti alla lingua comune da linguaggi specialistici: ad esempio

"inibizione", "frustrazione" e "repressione" dalla psicologia; "osmosi" dalla fisica; "deficit"

dall'economia. Ci sono poi le parole entrate nella lingua comune da altre lingue, come "network",

"casual", "videogame" e tante altre. Altre voci furono sensibilmente riviste, come "femminismo",

che nell'edizione precedente era definito come "Movimento tendente a portare la donna sul piano

della parità con l'uomo(...)", accoglie ancora tale definizione, facendola però precedere da un

significativo "In senso storico, (...)", e aggiungendo, dopo una barra, un'altra definizione: "In senso

più recente, movimento che pone l'accento sulla posizione antagonista della donna rispetto all'uomo

(...)", definizione che, negli anni successivi, ha registrato ulteriori aggiustamenti.

In questa 11a edizione il numero di voci del dizionario sale a 127000; vengono aggiunte nuove

illustrazioni e nuovi inserti di terminologia sistematica; in appendice venne aggiunto un repertorio

di proverbi, locuzioni, nomi propri, luoghi e abitanti d'Italia.

Pur in una linea di continuità con la 10a e l'11

a, la 12

a edizione (luglio 1993) costituisce un ulteriore

salto di qualità nella storia del dizionario. Queste le principali novità: si va a capo ad ogni vocabolo

(con la sola eccezione degli alterati e degli avverbi in "-mente"); per facilitare la ricerca delle

parole, ogni lemma sporge lievemente rispetto al resto della voce. Si passa da un'impaginazione su

due colonne ad una su tre colonne, che consente di avere in media soltanto 48 caratteri a riga: "un

valore ideale - scrive l'Editore - per una rapida ricerca e lettura". Si conserva la fonetica per tutte le

Page 8: Come nasce e come cresce un vocabolario · il Dizionario Garzanti. In contemporanea all'uscita del vocabolario Garzanti, uscì la 9a edizione (marzo 1965) dello

parole straniere e per tutte le parole italiane che presentano problemi particolari. Sono state inserite

nel testo numerose "Note d'uso", per esempio Accento, Maiuscola, Elisione; vengono segnalate le

note Femminile e Stereotipo per le loro implicazioni sociolinguistiche. Nella ristampa 1996 è stato

aggiunto l'inserto Errori comuni, con un elenco dei 101 errori più frequenti nel parlare e nello

scrivere. Sono state aggiunte 64 pagine a colori con 420 illustrazioni, relative ad esempio a

agricoltura, architettura, anatomia, sport, trasporti, eccetera. Oltre 4500 sono le illustrazioni in

bianco e nero. Tra gli autori le cui opere sono fonti di citazioni letterarie sono stati inclusi Calvino,

Primo Levi, Morante, Moravia e Sciascia.

Le voci totali del dizionario sono 135000. Nella presentazione si segnalano alcune nuove parole

significative: "zainetto", "ipertesto", "consociativismo", "telepromozione", "redditometro" (va

notato anche l'inserimento a pieno titolo, con una definizione adeguata, di "multimediale", che

nell'11a edizione era presente soltanto con un rinvio a "multimedia"); alcuni nuovi significati di

termini già presenti, come il "virus" dell'elaboratore o il "frontalino" estraibile; infine alcune nuove

parole provenienti da altre lingue, come "mountain bike" o "car pool".

L'annualizzazione

La 12a edizione costituisce un'importante novità anche per un altro motivo: è quella che inaugura la

pubblicazione annuale dello Zingarelli: esce infatti nell'estate '93 con l'intestazione "lo Zingarelli

1994", e ad essa seguiranno "lo Zingarelli 1995", lo "Zingarelli 1996" e così via.

La scelta della pubblicazione annuale rimanda a due ordini di motivi. Il primo nasce dalla

considerazione dell'eccezionale velocità dei cambiamenti e delle novità che si presentano

nell'ambito della lingua. L'Italia è diventata un Paese in cui la maggioranza dei lavoratori è occupata

ormai nel settore terziario, e una fetta consistente di essi in quello che si chiama "terziario

avanzato"; la scolarizzazione è ormai da tempo un fenomeno di massa; i mezzi di comunicazione di

massa, i giornali, la televisione, la pubblicità giocano un ruolo fondamentale anche sul piano del

linguaggio (si pensi, per fare un solo esempio, alla diffusione delle frasi ellittiche nei titoli dei

giornali e dei telegiornali, come: "Domani la fiducia al Governo"; oppure: "I sindacati: sì

all'accordo"); la comunicazione di tipo telematico è in pieno sviluppo; e così via. Dalle scienze e

dalle tecniche provengono in continuazione parole che entrano nel linguaggio comune: si pensi ad

esempio a termini come "immunodeficienza" o "sieropositivo" o "metastasi". I mutamenti sono

rapidissimi anche sul piano del costume: ci si può chiedere ad esempio se sia ancora valida la

definizione di "coppia" nel senso di "due persone di sesso diverso unite tra loro da un rapporto

amoroso" o non sia meglio togliere quella specificazione "di sesso diverso" che sembrerebbe tagliar

fuori ormai una parte della realtà, astraendo naturalmente (cosa che il lessicografo è tenuto a fare

per una sorta di "codice deontologico") dalle opinioni che ciascuno può avere al riguardo.

Il discorso fatto in precedenza vale anche per la politica: sigle e concetti tradizionali sono stati

travolti in pochi anni; sono quasi scomparsi "garofani" ed "edere" e sono spuntati "querce", "ulivi" e

"poli"; "alleanze" (democratiche) sono scomparse, altre "alleanze" (nazionali) sono spuntate;

termini o locuzioni come "desistenza", "semipresidenzialismo" o "sfiducia costruttiva" sono

rapidamente entrati nell'uso comune; gli stessi concetti di "destra" e "sinistra" richiedono forse

definizioni più aggiornate e da qualche parte se ne discute anche il loro consolidato rapporto di

quasi sinonimia-antonimia con il concetto di "conservazione".

Tale fenomeno obbliga il lessicografo a una rapida registrazione e spiegazione a beneficio di un

utente che in caso contrario rimarrebbe privo di strumenti per una adeguata comprensione della

realtà. La pubblicazione annuale è in questo senso di grande utilità.

Il secondo motivo è costituito dal fatto che la scadenza annuale funziona da efficace stimolo ad un

lavoro di costante revisione generale (che è infatti in atto) e ad una revisione mirata ad alcuni settori

specialistici: ad esempio, nell'edizione 1995 sono stati rivisti l'enologia, la filosofia, la geologia e la

mineralogia; nell'edizione 1996 la pesca e lo sport; nell'edizione 1997 la musica e così via. Quanto

ai nuovi lemmi e le nuove accezioni, la media annuale è di circa 500 entrate.

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In una sua testimonianza, Italo Zingarelli, il figlio di Nicola, riferisce: "[Mio padre] si convinse (...)

a impiantare per prima uno schedario: ogni parola avrebbe avuto la sua scheda e ordinate

alfabeticamente le schede avrebbero agevolato consultazioni, revisioni e aggiunte. Le schede fecero

presto ad accumularsi e non essendovi altro modo per tenerle in ordine e in piedi, fu ordinata a un

falegname una cassettina lunga e stretta. La cassettina si riempì con rapidità incredibile e il

falegname fu invitato a farne un'altra e poi altre ancora, sicché non so più quante se ne allineassero

per ultimo in bell'ordine sopra un enorme tavolo". Naturalmente nel lavoro del lessicografo e di una

redazione lessicografica le schede continuano a svolgere una loro importante funzione. Non si può

tuttavia tacere, per concludere, l'enorme importanza, anche nel nostro lavoro, dei nuovi strumenti

elettronici, sia a scopo di catalogazione che di ricerca. Per fare un solo esempio, se si decide di

togliere dal dizionario un lemma arcaico o raro, privo di ogni valenza culturale, si può verificare in

un paio di secondi se quella parola è presente in qualche parte del dizionario. Possiamo chiederci

quanto tempo avrebbe richiesto tale ricerca a Nicola Zingarelli.

Rispetto agli anni di Nicola Zingarelli, agli anni Venti e Trenta, sono enormemente mutati sia la

realtà e il costume, che gli strumenti di lavoro. Non è cambiato tuttavia lo spirito profondo che

animava lo studioso di Cerignola e che anima ancora chi oggi lavora al dizionario, cosicché si può

ben dire che l'attuale Zingarelli, avendo le radici ben piantate nella tradizione culturale e

lessicografica da cui proviene, procede guardando avanti, attento a cogliere ogni cambiamento e

ogni novità, con le carte in regola per presentarsi alle soglie del Duemila.

Come scriveva Nicola Zingarelli nella sua presentazione alla 5a edizione del 1935: "Mancherà di

sicuro ancora molto per la perfezione: chè non si può far sempre tutto quel che si vuole, e le

circostanze frastornano; e la materia è per sè stessa la più irrequieta e sfuggevole. Ma mentre vivo,

io sentirò l'obbligo di assisterla e fermarla e curarla, perchè altrimenti mi parrebbe di non meritare il

favore del pubblico, che ormai vi ricorre con tutta fiducia".