come ti sei ‘espresso’ oggi? un’esperienza dalle mille ... · il caffè è nel dna della mia...

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Tweet Tweet 3 10 Come ti sei ‘espresso’ oggi? Un’esperienza dalle mille sfumature…. parola di Monica Forcella By Anna D'Amico | Published: 02/03/2012 Due premesse, prima di iniziare. La prima: la mia kinesiologa non sarà molto felice di questo articolo, ahimè… (alla fine ne saprete di più). La seconda: ho conosciuto Monica Forcella tre anni fa a Milano frequentando un corso di Strategie di marketing e comunicazione dei beni culturali. Tra archeologhe, aspiranti fundraiser e project manager pervase dal fuoco sacro della cultura, lei era l’unica con una laurea in Agraria (!), un look da riviste di moda e una macchina fotografica sempre in borsa. Devo dire che il sorriso dolce di Monica alla fine ci ha conquistato e così abbiamo iniziato a conoscere il suo mondo al gusto di caffè. Ci racconti come è nata l’idea di Mogi caffè? Il caffè è nel DNA della mia famiglia, sono cresciuta respirandolo sin da bambina. Ho studiato Agraria e non Economia anche per questo motivo, perché lo sentivo e vivevo come chicco, come drupa, come frutto, prima che come business. Quando ho terminato gli studi, è nata l’idea di creare qualcosa di mio, in cui fondere quello che credo a quello che faccio tutti i giorni. Mogi è profondamente fatta di me, oltre che di caffè. Nell’home page del sito di Mogi è riportata una frase di Bruno Munari: “La fantasia l’invenzione e la creatività pensano, l’immaginazione vede”. E’ l’immaginazione l’arma segreta di un imprenditore di successo? Quanto posto occupa nella tua vita? L’imprenditore a mio parere è innanzitutto un innovatore, un visionario, uno che vuole trasformare in meglio la realtà in cui vive. O almeno io cerco di essere così nel mio quotidiano, di tracciare la “mission” aziendale sui tovaglioli di carta col logo Mogi, raccogliendo gli spunti che nascono conversando con i miei agenti o con i baristi che vendono caffè Mogi o quando incontro le realtà del territorio con le loro proposte di collaborazione a ogni livello, dalle forniture alle sponsorizzazioni. Prima di calcolare al centesimo il ritorno degli investimenti mi chiedo, semplicemente: questa iniziativa, mi porta dove voglio andare? In senso anche geografico, questa è la vision, no? Da imprenditrice, come hai scelto la tua strategia aziendale e su cosa hai puntato? Come imprenditrice credo molto nella formazione. Specifica sul prodotto, infatti non ho cessato gli abbonamenti a riviste di settore anche dopo la laurea, ma anche sulle novità del mercato, della filiera e della comunicazione. Frequento convegni e fiere, leggo molto, e credo nella comunicazione a due vie con clienti, fornitori e colleghi. 7 Like Send Send Social Cerca To search, type and hit enter Top post Premio cultura Che Fare: i sei finalisti CineBaratto in stile Salento: tu chiamalo se vuoi crowdfunding Tutti a Scuola di Comics per difendere il diritto al fumetto Post recenti #BooksNotGuns: lo dice Malala. E anche noi! “La cultura? Il prodotto con il più grande target di riferimento che esista. E’ lei la vera opportunità”: parola di Stefano Monti Amtrak Residency Program: treni trasformati in residenze d’autore grazie a un tweet Care About Culture You like this. You and 284 others like Care About Culture. Facebook social plugin Like Care About Culture 14 ore fa Sol Cinema: una roulotte trasformata in sala cinematografica e alimentata da un pannello fotovoltaico. Da un’idea di un gruppo di ragazzi di Birmingham, ecco il cinema più piccolo al mondo: http://www.pronews.it/ …/sol-cinema-film-ad-energia-solare- …/ #SolCinema idee di comunicazione e marketing culturale creative europe eventi I care made in culture news nuove idee home about anna progetto contatti

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Come ti sei ‘espresso’ oggi? Un’esperienzadalle mille sfumature…. parola di MonicaForcellaBy Anna D'Amico | Published: 02/03/2012

Due premesse, prima di iniziare. Laprima: la mia kinesiologa non saràmolto felice di questo articolo, ahimè…(alla fine ne saprete di più). Laseconda: ho conosciuto MonicaForcella tre anni fa a Milanofrequentando un corso di Strategie dimarketing e comunicazione dei beniculturali. Tra archeologhe, aspirantifundraiser e project managerpervase dal fuoco sacro dellacultura, lei era l’unica con una laureain Agraria (!), un look da riviste di moda

e una macchina fotografica sempre in borsa. Devo dire che il sorriso dolce diMonica alla fine ci ha conquistato e così abbiamo iniziato a conoscere il suomondo al gusto di caffè.

Ci racconti come è nata l’idea di Mogi caffè?Il caffè è nel DNA della mia famiglia, sono cresciuta respirandolo sin da bambina.Ho studiato Agraria e non Economia anche per questo motivo, perché losentivo e vivevo come chicco, come drupa, come frutto, prima che comebusiness. Quando ho terminato gli studi, è nata l’idea di creare qualcosa di mio,in cui fondere quello che credo a quello che faccio tutti i giorni. Mogi èprofondamente fatta di me, oltre che di caffè.

Nell’home page del sito di Mogi è riportata una frase di Bruno Munari: “Lafantasia l’invenzione e la creatività pensano, l’immaginazione vede”. E’l’immaginazione l’arma segreta di un imprenditore di successo? Quantoposto occupa nella tua vita?L’imprenditore a mio parere è innanzitutto un innovatore, un visionario, uno chevuole trasformare in meglio la realtà in cui vive. O almeno io cerco di essere cosìnel mio quotidiano, di tracciare la “mission” aziendale sui tovaglioli di carta collogo Mogi, raccogliendo gli spunti che nascono conversando con i miei agentio con i baristi che vendono caffè Mogi o quando incontro le realtà del territoriocon le loro proposte di collaborazione a ogni livello, dalle forniture allesponsorizzazioni. Prima di calcolare al centesimo il ritorno degli investimenti michiedo, semplicemente: questa iniziativa, mi porta dove voglio andare?In senso anche geografico, questa è la vision, no?

Da imprenditrice, come hai scelto la tua strategia aziendale e su cosa haipuntato?Come imprenditrice credo molto nella formazione. Specifica sul prodotto, infattinon ho cessato gli abbonamenti a riviste di settore anche dopo la laurea, maanche sulle novità del mercato, della filiera e della comunicazione. Frequentoconvegni e fiere, leggo molto, e credo nella comunicazione a due vie conclienti, fornitori e colleghi.

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Care About Culture14 ore fa

Sol Cinema: una roulotte trasformata insala cinematografica e alimentata da unpannello fotovoltaico. Da un’idea di un gruppo di ragazzi diBirmingham, ecco il cinema più piccoloal mondo: http://www.pronews.it/…/sol-cinema-film-ad-energia-solare-…/#SolCinema

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Mogi e lo ‘sbarco’ nel Regno Unito: è un’iniziativa impegnativa, come vistate preparando?Abbiamo un ottimo agente, creato una rete di contatti e sappiamo esattamentedove vorremmo andare: per lo sbarco ci sembra sufficiente! Per la conquistadel mercato inglese, abbiamo ancora delle carte da giocare…. intanto stiamofacendo dei test a Francoforte e Fulda.

Mogi e il sostegno alla cultura: quale è stata la molla che ha messo in mototutto?Come detto, da imprenditrice il mio compito è anche saper ascoltare. “Sentire” ilmercato, la rete di clienti e fornitori, il territorio. E creare, con loro, un’esperienzache non si limita alla sola fruizione della tazzina di caffè, ma di condivisione diesigenze, dalle più superficiali – una pausa con un amico al bancone – alle piùprofonde – la realizzazione attraverso il lavoro, ad esempio. In ogni transazionecommerciale si parla di persone che incontrano altre persone, su quale terrenomeglio che su quello della cultura si incontra l’umano? Parola di agronoma

“Come ti sei espresso oggi?” è la frase che accompagna la comunicazionedel brand. Oltre il gioco di parole (vincente), cosa c’è dietro questaformula?Come anticipavo prima, io credo fermamente che i mercati siano conversazioni,cioè incontri. E che in una tazzina di caffè ci sia molto di più che 7 grammi dimiscela, con un certo prezzo, che dipende dall’andamento della materia primasu borse internazionali. C’è il raccoglitore della bacca, chi insacchetta ilsemilavorato, il barista: tutti gli attori della filiera, fino all’impronta di due labbrarosse su una tazzina bianca e blu Mogi, sono persone, e quel caffè ha fattoparte della loro esperienza della giornata. Vogliamo riconoscere il valore di tuttoquesto, dentro un caffè Mogi.

I progetti culturali di Mogi in quanto tempo sono nati e con chi li haisviluppati? Avevi referenti fuori dall’azienda?Tutti i progetti sono nati ex novo. Normalmente mi viene lanciata un’idea, tra laprovocazione e il “mi piacerebbe”; se vedo spazio per lavorare insieme da lì siparte. Altre volte partiamo da un mio spunto e cerchiamo le persone ol’associazione adatta per lavorarci.

Tags#trendcultura Armando Massarenti artebande musicali beni culturali Calabria care aboutculture cinema creatività

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Manifesto per lacultura marketing culturale mecenatismo

Michelangelo mostre musei museomusica patrimonio Patrizia Asproni Pier LuigiSacco premio cultura Che Fare sostegnoalla cultura sponsorizzazioni Stati Generalidella Cultura Stephan Frucht Steve Jobs

teatro Turku Università IULM

FundraisingFund raising school

CrowdfundingEppela

Fund for culture

Kickstarter

MarketingCultural Change

Fondazione Fitzcarraldo

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Licenza

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Ci racconti le prime esperienze culturali di Mogi: il calendario 2009, lapartecipazione al progetto “The Blank: Bergamo Modern andContemporary Art”?

Il 2009 era l’anno dell’anniversario della caduta del muro di Berlino e del miticoconcerto dei Pink Floyd. Una cooperativa sociale in cui lavorano ragazzidiversamente abili sognava di fare una grande cover del concerto. Ecco “Thewall”: concerto, calendario, latta di caffè Mogi, bustine di zucchero e tutta lacomunicazione.

Nel 2010 Mogi ha aderito per prima al progetto “The Blank: Bergamo Modernand Contemporary Art” per l’arte contemporanea nella convinzione che l’artedebba entrare nella vita, nelle gallerie e nelle strade, con performance einstallazioni. Nel 2011 Mogi ha regalato un aroma di caffè al più grande mercatodell’arte contemporanea di Bergamo BAF, in Fiera.

Come è nata la collaborazione con il festival letterario “PresenteProssimo”?Per le edizioni 2009 e 2010 Mogi è stata main sponsor di “Presente Prossimo”,il festival letterario della provincia di Bergamo che attraverso l’incontro tra autorie pubblico trasforma le parole scritte in parole parlate, la lettura da individualea collettiva, le piazze in Caffè. La collaborazione è stata molto fattiva anchegrazie a un’amicizia personale con il direttore artistico del festival, lo scrittoreRaul Montanari.

L’ultima iniziativa vi vede protagonisti di tre corti: “Il caffè e l’amore”, “Ilcaffè e le donne”, “Il caffè e gli uomini”, realizzate da Olga Vanoncini e nateda un concorso lanciato tra i vostri utenti su Facebook. Sei soddisfatta delrisultato?

Sono piuttosto soddisfatta, soprattutto della buona partecipazione alla serata dipresentazione dell’iniziativa, ospitata da una galleria d’arte di Bergamo, cuihanno preso parte anche persone non habitué del circuito della galleria. Trovo

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« E’ il momento del ‘nostro’ Manifesto Tre domande ad Armando Massarenti.Il futuro della cultura italiana? Noi

abbiamo scelto di partire dalle maceriedella Holland House Library di Londra »

che sia importante continuare nella direzione dell’apertura dei circuiti dellegallerie e dell’arte contemporanea verso i luoghi di incontro e diaggregazione: la Rete, ma anche i bar e le strade, attraverso installazioni, comeha fatto The Blank, o esperimenti di video-arte.

Un’azienda che comunica anche tramite social network è…..?Presente

Avete avuto modo di valutare i risultati del vostro impegno inattività culturali? In che percentuale hai investito in questo settore?Abbiamo a disposizione il numero delle affluenze agli eventi, il numero divisualizzazioni dei video per il canale YouTube e la rassegna stampa cheraccogliamo. Misure dirette sui risultati utili per l’azienda è impossibile averli abreve termine. Bisogna crederci.

Un imprenditore che investe in cultura diventerà una regola in futuro?Lo spero vivamente!

Hai nuovi progetti nel cassetto? Ancora una collaborazione con il territorio,ma anche un nuovo prodotto in un mercato nuovo. Una scommessa!

Le prime tre immagini che ti vengono in mente se dico caffè.La moka sul tavolo della mia colazione. Il bianco e blu di Mogi. La macchina dacaffè che ho in ufficio, una Faema E61 del 1961.Se me lo chiedi in ufficio a metà giornata vedo solo la E61, da lì arriva il mioespresso e io non vedo oltre…

Ultima domanda: ti ricordi il tuo primoincontro con la cultura?(Monica sorride, ndr) I grandi classici cheleggevo da bambina, naturalmente eranoedizioni per ragazzi, ma l’idea d’aver lettoRobison Crusoe, la capanna dello zioTom… mi faceva sentire una donna.

E direi che lo spirito avventuriero non hamai abbandonato Monica, anzi…. Il mio

augurio è che in giro per l’Italia diventino sempre più numerose le imprenditriciCrusoe con una grande voglia di esprimere cultura e non solo bilanci e, perchéno, un bel paio di tacco 12!

p.s. Maurizia (la mia amata kinesiologa) perdonami! Ma una tazzina di caffè aquesto punto me la concedo ))

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