commenti alla preghera di s. angela merici

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L’eterna benedizione Sia sopra tutte voi concessa da Dio onnipotente nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo Amen. Legati Prologo 3 LECTIO DIVINA: Libretto e Commenti alla preghiera di S. Angela Merici a cura di Sr. Annarosa Porro SUORE ORSOLINE U.R. Provincia d’ Italia 2010

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Lectio Divina, a cura di sr. Annarosa Porro, Suore Orsoline U.R. Provincia d'Italia, 2010

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Page 1: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

L’eterna benedizione Sia sopra tutte voi concessa da Dio onnipotente

nel nome del Padre,

del Figlio

e dello Spirito Santo

Amen. Legati Prologo 3

LECTIO DIVINA:

Libretto e Commenti alla preghiera di S. Angela Merici

a cura di

Sr. Annarosa Porro

SUORE ORSOLINE U.R.

Provincia d’ Italia

2010

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Illumina le tenebre del mio cuore, e dammi la grazia di morire piuttosto che offendere oggi stesso la tua Divina Maestà Offriamo alcuni suggerimenti, indicazioni e consigli per approfondire meglio il nostro cammino di preghiera: * con la Parola di Dio dell’Antico e Nuovo testamento. Diceva S. Gregorio Magno che la Parola di Dio cresce con chi la legge e si arricchisce di ancora più grandi significati quando la si condivide. * con le nostre Costituzioni :”Piaccia a Dio che osserviamo tutte queste cose con amore, non come schiavi della legge ma come

uomini liberi sotto il regno della Grazia”. Cost pag.139 * con il modo particolare offertoci dalla nostra Madre S. Angela o altri simili. (Cfr. Regola 5,15) Ad ogni Lectio metteremo l’attenzione su alcuni temi e simboli per guidare la riflessione e la meditazione. Altri potranno essere sottolineati da ciascuna e diventare un tesoro nuovo da offrire nelle risonanze comunitarie. Partiremo sempre dalle parole che Angela ha dettato per noi, che sono state divise in 19 parti in parallelo con la Scrittura e le Costituzioni. Il contesto sarà arricchito da alcuni brani o frasi presi da vari autori sul tema della preghiera. L’impegno della preghiera è il lavoro che Dio ci chiede, è la nostra collaborazione ai piani divini di una redenzione universale. Noi siamo i collaboratori di Cristo. Egli aspetta la nostra preghiera. La preghiera richiede innanzi tutto l’umiltà di mettersi in ascolto dello Spirito che abita in noi, per seguire docilmente le ispirazioni e accoglierlo quale Maestro di orazione. Essa è il respiro, il grido dell’anima, è il luogo che unifica e dà senso ad ogni momento ed aspetto della nostra esistenza facendola confluire nel grande mistero della storia di salvezza. Angela inizia così la preghiera: “SIGNORE MIO” per lei è un appuntamento d’amore che richiede un cuore sempre pronto come per una festa di nozze, vigilante nella notte con la lampada accesa, in attesa dello Sposo. “Il dolce e benigno Sposo Gesù Cristo” ( Reg 11,3), è invocato. Lui è il Signore, riconosciuto da Maria di Magdala: “Rabbuni”,” Maestro”… Gesù le disse:” Va’ dai miei fratelli e dì loro:”Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. (Gv 20,16ss). Anche Tommaso risponderà a Gesù: “Mio Signore e mio Dio!” Una ricerca, un incontro, un volto contemplato! La preghiera cristiana è un colloquio, è un dialogo perché è essenzialmente un rapporto personale. E’ il colloquio dell’amico coll’Amico (S.Teresa di Gesù); il colloquio del figlio adottivo col suo Padre Celeste ( Marmion). La preghiera cristiana, secondo S. Tommaso d’Aquino, è essenzialmente una preghiera di domanda perché il rapporto con Dio implica la consapevolezza della infinita sua perfezione, ma anche della tua miseria, dell’immensità del tuo bisogno. Scrive Divo Barsotti:”Un’anima non può realizzare veramente un suo rapporto con Dio senza sentire la sua infinita piccolezza e l'infinita esigenza di questo Amore immenso…”

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Angela ben consapevole di questo, supplica il suo Signore di illuminare le tenebre del suo cuore. Sì ”ILLUMINA LE TENEBRE DEL MIO CUORE”. E’ proprio la consapevolezza della nostra povertà a farci anelare alla sorgente della grazia, a metterci in colloquio con Dio e a farci entrare sempre più profondamente in comunione con Lui, Luce del mondo. Noi preghiamo perché abbiamo ricevuto lo Spirito, è lo Spirito che prega in noi. Dice il salmista:“Questo povero grida e il Signore lo ascolta”. (Sal 33,7). Il povero attende che sia lo Spirito ad invocare il Padre perché lo aiuti, perché lo riconosca suo figlio e lo sollevi al suo cuore. Ci dice S. Angela: “Quanto dovete pregare Dio che vi illumini e vi diriga e vi insegni quello che dovete fare per amore suo”(Pr Ric7) “Pregatelo, umiliatevi sotto la sua grande potenza”. (Pr Ric 16). “Gridate a Lui col vostro cuore”. (Pr Ric 17) “Il cuore di un vero e prudente servo di Dio si umilia ed annienta interiormente la considerazione di sé e il gusto della propria reputazione”. (Ric 1,12) “ La carità…muove il cuore”. (Ric 2,6-7) Il tema della LUCE e il simbolo del CUORE hanno la capacità di risvegliare echi personali e accompagnarci nel cammino di una ascesi continua e di una continua conversione e purificazione da tutto quello che in noi è ingombrante e contrista lo Spirito. Solo nella luce divina noi impariamo quello che siamo; il vero specchio in cui l’uomo può conoscere sé, è la luce infinita di Dio. Per l’adorazione: Quando la preghiera è vera, un fiume d’amore ci entra nel cuore e noi diventiamo pieni di Spirito Santo, pieni dell’Amore di Dio. Chiediamo a Gesù che la nostra preghiera diventi più vera. Impariamo a pregare guardando a Gesù. Diciamo anche noi come i discepoli :”Signore insegnaci a pregare”. Illumina il nostro cuore, liberalo da tutte le tenebre che impediscono la contemplazione del tuo Volto. Stiamo davanti al Signore come Mosè sul monte, con le braccia elevate a pregare per la salvezza degli uomini, a chiedere con insistenza, senza stancarci, vocazioni sacerdotali e religiose. Ripetiamo :”Signore, tu dai luce alla mia lampada; il mio Dio rischiara le mie tenebre. Viva il Signore e benedetta la mia roccia, sia esaltato il Dio della mia salvezza (Sal 18,29.47) Ogni sorella può scegliere un versetto di un altro salmo per ripeterlo nella preghiera. Alternare qualche ritornello cantato sul tema della luce e del cuore.

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E rendi sicuri i miei affetti e i miei sensi, così che non deviino né a destra né a sinistra, né mi distolgano dal luminosissimo tuo volto, che fa contento ogni cuore afflitto. Siamo invitate a prepararci convenientemente alla preghiera perché il nostro spirito sia sottratto alle preoccupazioni e ai pensieri ordinari che insorgono

durante la preghiera e possono distogliere l’anima da Dio. Non solo attraverso impressioni e immagini il nostro spirito può essere più o meno turbato, ma l’anima realmente viene in qualche modo distaccata dall’oggetto della preghiera perché non si è messa in rapporto personale, vivo, vero con la Divinità. C’è il pericolo, come dice la nostra madre sant’Angela, che i nostri affetti e i nostri sensi ci allontanino e ci distolgano dalla contemplazione del Volto del Signore. Dopo il primo peccato le potenze dell’anima non sono più coordinate in modo perfetto, ma la nostra sensibilità va per conto suo, il nostro spirito e la volontà per un altro. Insorgono in noi sentimenti, fantasie che sono indipendenti dalla nostra volontà e dalla nostra intelligenza e ci sono distrazioni che vorrebbero imporsi alla volontà: per esempio la passione dell’ira, dell’invidia, della superbia. Diceva S. Paolo: “Non quello che io voglio faccio, ma quello che non voglio”(Rom 7,15). Se la nostra volontà rimane orientata verso Dio, naturalmente la nostra volontà allontanerà da sé immagini, pensieri, impressioni senza dar loro peso. Ascoltiamo sant’Angela dal cap IX della Regola:”Ognuna deve dunque in ogni cosa comportarsi così da non commettere né in se stessa, né nei confronti del prossimo cosa alcuna che sia indegna di spose dell’Altissimo…tenga il cuore puro e la coscienza monda da ogni pensiero cattivo, da ogni ombra d’invidia e di malevolenza, da ogni discordia e cattivo sospetto, e da ogni desiderio cattivo e cattiva volontà”. Ecco lo stile umile, fraterno e materno, tipico della femminilità, per le nostre relazioni con tutti e nell’ambiente in cui ci troviamo a vivere. In questo tempo liturgico, l’Avvento, siamo aiutate anche dalla parola dell’Ufficio di lettura così ricco di spunti. Da S. Ippolito sacerdote:”Noi sappiamo che il Verbo ha preso un corpo mortale dalla Vergine, e ha trasformato l’uomo vecchio nella novità di una creatura nuova…Tu vivrai in intimità con Dio, sarai erede insieme con Cristo, non più schiavo dei desideri, delle passioni, nemmeno della sofferenza e dei mali fisici…Se tu ti farai docile ai suoi santi comandi, e diventerai buono come lui, che è buono, sarai simile a lui e da lui riceverai gloria”. Il nostro desiderio è quello di camminare verso di lui per contemplarlo, uscendo dai nostri modi per vestirci dei modi di Dio, e vogliamo che la nostra preghiera sia implorazione e attesa, domanda e sforzo di trasformazione.

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Sappiamo quanto il cammino della preghiera impegna le nostre potenze, esige fatica, richiede sforzo, ma sappiamo pure come tutto questo diviene la manifestazione di una trasformazione che Dio stesso opera in noi. Per entrare e vivere nella divina Presenza, per contemplare “il luminosissimo suo Volto”, bisogna strapparci un poco dalle cose, ravvivare il nostro spirito di fede nella divina Presenza, allora le cose perdono il loro peso e potremo fare la preghiera con una certa facilità e dolcezza. Sant’Angela per insegnarci a pregare ci dà una formula di preghiera e con questa ci rivela il segreto della sua vita interiore. Lei è chiamata ad essere Madre e nella sua preghiera e con la sua preghiera genera le sue figlie. Dal principio alla fine il processo della preghiera dice anche il cammino stesso della vita cristiana. Continuiamo ad accogliere la parola di Angela per conoscere la ricchezza della preghiera mericiana e la sua profondità. Scrive Divo Barsotti che la preghiera strettamente personale è anche l’espressione vera della vita di ciascuno. Ognuno ha la sua preghiera: espressione che gli è propria e rivela il segreto più fondo della sua personalità. Quante volte abbiamo sentito esclamare, con ammirazione:” Quella sorella era davvero un’anima bella, come pregava,… sempre con il rosario in mano, le giaculatorie ripetute, le invocazioni continue dilatavano la sua anima ricolmandola di pace e dolcezza!” Sentiamo che Angela ci vuole in ginocchio, vuole che la luce di Dio ci abbagli, vuole che il suo fuoco ci bruci. Desidera che sentiamo la nostra miseria, il nostro peccato, la tentazione di sbandare a destra o a sinistra, perché solo nella misura che sentiamo il nostro peccato e la nostra povertà può iniziare la preghiera. La “lucidissima faccia” del Signore ha scoperto le tenebre del cuore, Angela implora la sua misericordia e affida la sua anima a Dio perché la salvi. Per l’adorazionePer l’adorazionePer l’adorazionePer l’adorazione In questo tempo liturgico veniamo invitate a contemplare il Verbo, la Luce che nasce dalla Luce, ascoltiamo S. Gregorio Nazianzeno:” Che cosa significa per noi questo grande mistero? Ecco; io ho ricevuto l’immagine di Dio ma non l’ho saputa conservare intatta. Allora egli assume la mia condizione umana per salvare me, fatto a sua immagine e per dare a me, mortale, la sua immortalità…Dopo la prima incerta luce del Precursore, viene la Luce stessa, che è tutto fulgore. Dopo la voce, viene la Parola, dopo l’amico dello Sposo, viene lo Sposo stesso.”

• Cantiamo insieme: “ Figlio di Dio, nato dalla VergiFiglio di Dio, nato dalla VergiFiglio di Dio, nato dalla VergiFiglio di Dio, nato dalla Vergine, salva noi che a te cantiamo, alleluia.ne, salva noi che a te cantiamo, alleluia.ne, salva noi che a te cantiamo, alleluia.ne, salva noi che a te cantiamo, alleluia. • Dalla Lettera di S. Paolo agli Efesini 5,8-10 “Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore”.

• Dal Prologo della Regola 12 “ Beati sono coloro ai quali Dio avrà ispirato nel cuore la luce di veritàcuore la luce di veritàcuore la luce di veritàcuore la luce di verità e avrà dato la voglia di desideraredesideraredesideraredesiderare la loro patria celeste; e che poi cercheranno di conservare dentro di sé tale voce di verità e tale buon desiderio”.

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Ah! Misera me che, entrando nel segreto del mio cuore, dalla vergogna non oso alzare gli occhi al cielo; merito, infatti, di essere divorata da viva nell’inferno, poiché vedo in me tanti errori, tante bruttezze e tendenze riprovevoli, come spaventose fiere e figure mostruose. La preghiera di Angela è un grido alla Misericordia infinita; essa è il ponte che unisce i due estremi , le due rive infinitamente lontane: l’indegnità dell’uomo

e la santità di Dio. Angela si vede nella luce di Dio, ma la conoscenza di sé provoca non solo l’umile confessione della sua radicale indegnità, ma anche l’abbandono a un Dio clemente e misericordioso. Dio è luce che manifesta quello che siamo , ci dà una conoscenza vera di noi stessi perché possiamo implorare il suo aiuto. Leggendo queste sue parole : “ Ah misera me…vedo in me tanti errori…” vengono alla mente quelle altre parole del Salmo 129: ”Dall’abisso a te grido , o Signore…Signore ascolta la mia voce…Se tu guardi le colpe Signore, chi potrà sussistere?...Ma presso di te è il perdono…” La preghiera di sant’Angela è senz’altro vera e, nell’umiltà che è verità, non ha paura di manifestarla anche alle sue figlie. Non è il caso di nascondersi, di presentarsi ad ogni costo migliori…”un cuore contrito ed umiliato tu, o Dio, non disprezzi”.(Salmo 50) Soltanto il fariseo si ritiene migliore del giusto, a posto, ad un livello superiore, ma sappiamo che la sua preghiera non è stata gradita. “Il pubblicano… fermatosi a distanza non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto…”( Luca 18, 13) S. Angela prega, è dalla parte del pubblicano, e noi? Il cuore è segreto, nessuno riesce a leggervi fino in fondo, spesso è segreto addirittura a noi stessi, ma se cerchiamo di entrare un po’ in questo segreto…scorgeremo anche noi “errori, bruttezze, tendenze riprovevoli…”. Per questo, riconosciamo umilmente la nostra miseria e anche il nostro male.

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Se riflettiamo veramente e fino in fondo, sappiamo bene che , come sant’Angela e forse anche più di sant’Angela, possiamo meritare l’inferno e non osare “alzar gli occhi al cielo per la vergogna…” Eppure sappiamo anche che possiamo continuare a volgere lo sguardo alle cose di lassù perché…”vi assicuro che in cielo si fa più festa per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione”. (Luca 15,7) “Quando Dio si fa presente, nel cammino della nostra vita spirituale, l’anima più che conoscere Dio , conosce se stessa; nella luce di Dio vede la propria miseria, conosce ed esperimenta fino in fondo la propria debolezza e il proprio peccato. E la preghiera è un grido di aiuto. Se è una preghiera vera, quella del peccatore importa sempre un senso di smarrimento, di paura come di fronte a una morte imminente.. Ma poi si progredisce, si cammina e ci si avvicina a Dio e Dio si avvicina a noi….ecco si vive nella prossimità di Dio e la nostra preghiera diviene una conversazione continua e familiare…”. (Divo Barsotti) S. Angela ci viene in aiuto e ci offre degli spunti di riflessione… quasi come un inizio, un avvio per la preghiera contemplativa, che resterà personale, che verrà dal cuore, perché il cuore racchiude i segreti dell’amore. Altri passi che possono aiutare la lectio: Mt 6,6.32; Mt 15,10-20; Dt 8,2-14; Sal 15, 2; Sal 40,1ss; Ct 8,6; Is 29,13ss; Is 1,18-19; Mi 7,19-20; Sal 25,6-9. PER L’ADORAZIONE Quando ci addentriamo nella meditazione del capitolo della preghiera proposto dalla Regola viene spontaneo ripensare a colei che ha voluto lasciarci questa eredità spirituale…a “questa donna che aveva piuttosto del divino che dell’umano…era di pochissimo sonno ed è da credere che la maggior parte della notte facesse orazioni, contemplando, speculando quelle cose divine che a pochissime persone sono concesse”.Così aveva percepito di Angela Agostino Gallo, che l’aveva ospitata in Brescia…donna di una tensione ininterrotta dello spirito verso l’incontro con Dio.

� “Chi può giudicare il cuore e i pensieri nascosti…”Ric 8,4 � “Beati sono coloro ai quali Dio avrà ispirato nel cuore la

luce di verità…” Pr Rg 12. Servirsi anche dei passi biblici citati sopra

Preghiera: Signore Gesù, unica via al cielo, fa che io creda alla tua risurrezione, ma aiutami a comprendere che la risurrezione segue una vita accolta e donata, segue la crocifissione e la morte. Qui, ora, voglio essere sollecita alla preghiera accompagnata dal digiuno e avrò così in te la mia speranza e il mio amore. Amen

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Sono, dunque, costretta, giorno e notte, andando, stando, operando, pensando, a confessarmene ad alta voce e a gridare verso il cielo, chiedendo misericordia e il tempo per fare penitenza. “ E si legge nel vangelo di quella Anna, figlia di Phanuel, la quale nel tempio giorno e notte di continuo serviva a Dio in digiuni e orazioni” (cfr. Lc 2,36-38; Rg 5,3) Se la preghiera è compagna del digiuno, è ancora uno stile di vita e, come tale, presuppone e richiede

costanza, continuità, perseveranza, fedeltà. Di continuo…non solo quanto è prescritto, non solo per dovere, non solo quando dico di averne bisogno, quando sento che senza l’aiuto dall’Alto non mi è possibile continuare nella fedeltà a vivere la personale vocazione, ma sempre…giorno e notte…andando, stando, operando, pensando…” perché poca o nessuna differenza c’è fra il dire chiaramente: non voglio servire Dio, e il non voler seguire le vie e le regole necessarie per potersi mantenere in tale stato”.(Rg pr 14) “ La scelta del tempo e della durata dell’orazione dipende da una volontà determinata, rivelatrice dei segreti del cuore. Non si fa orazione quando si ha tempo: si prende il tempo di essere per il Signore, con la ferma decisione di non riprenderglielo lungo il cammino, qualunque siano le prove e le aridità dell’incontro.”(Catechismo Chiesa Cattolica n°2710) “ Perseverare nell’amore…Non ci è stato comandato di lavorare, di vegliare e di digiunare continuamente, mentre la preghiera incessante è legge per noi. Questo ardore instancabile non può venire che dall’amore…umile,confidente, perseverante”.(CCC n°2742) Ci dice S. Angela:”Bisogna pregare sempre, con lo spirito e con la mente, dato il continuo bisogno che si ha dell’aiuto di Dio, per cui dice la Verità: bisogna pregare sempre…”(Rg 5,5) Angela lascia allo Spirito di intercedere con insistenza e con gemiti inesprimibili per lei. Lei sa quanto è stato difficile e anche noi lo sperimentiamo ogni giorno. Scrive Madre AM Canòpi che” il cammino della preghiera non è una passeggiata in placida valle! L’orizzonte su cui si apre è bellissimo e affascinante, ma il sentiero si snoda su un terreno pieno di imboscate: ci si deve affaticare per resistere alle insidie che vi si incontrano. Tuttavia non bisogna sgomentarsi ma perseverare, perché siamo in compagnia di Gesù, Colui che ha vinto il maligno”.

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S.Angela, come S.Paolo desidera che dovunque ci troviamo, preghiamo “alzando mani pure al cielo”.(cfr. 1Tm 2,8) Come Angela anche noi ci poniamo nell’atteggiamento del povero, che purificato dalla stessa preghiera riconosce la sua piccolezza e miseria e tende le palme aperte verso il cielo perché siano ricolmate di misericordia. Questo tempo presente è il tempo della misericordia, il tempo propizio per fare penitenza:”Grande è il nostro peccato, ma più grande è il tuo amore: cancella i nostri debiti a gloria del tuo nome”.(Inno dei Vespri di Quaresima) La confessione del mio peccato deve essere continua e deve essere sincera:”giorno e notte, andando, stando, operando, pensando”… e, ancora una volta, mille volte, sempre sarà esaudita.

Altri passi biblici: Dn 9,3-11; Sal 4,2; Sal 17,1; Sal 39,12-14; Mt 9, 13; Lc 11,5-8;Lc 11,9-13; Ef 2,4-5; 1Ts 5,17; 1Gv 5,14-15.

PER L’ADORAZIONE “Bisogna pregare sempre”. Dal Catechismo della Chiesa Cattolica nn 2744-2745: ”Pregare è una necessità vitale…niente vale quanto la preghiera, essa rende possibile ciò che è impossibile, facile ciò che è difficile. Preghiera e vita cristiana sono inseparabili, perché si tratta del medesimo amore e della medesima abnegazione che scaturisce dall’amore”. Bisogna sempre pregare perché sempre abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio. Bisogna sempre pregare perché la vita spirituale che ci viene sempre donata, non è mai totalmente garantita. Bisogna sempre pregare per vivere di Dio e in Dio. Bisogna sempre pregare per vivere in fedeltà la grazia della vocazione. Bisogna sempre pregare con lo spirito e la mente…bisogna accogliere in noi il Dio vivente, bisogna lasciar pregare in noi lo Spirito, perché noi non sappiamo cosa è meglio chiedere, ma Lui ce lo insegnerà. “Se la nostra preghiera è risolutamente unita a quella di Gesù, nella confidenza e nell’audacia filiale, noi otteniamo tutto ciò che chiediamo nel suo Nome; ben più di questa o quella cosa: lo stesso Spirito Santo, che comprende tutti i doni”.(CCC n°2741) Chiediamo con insistenza, anche con il canto il dono dello Spirito Santo, perché Lui possa gridare verso il cielo e chiedere per noi e per tutti gli uomini misericordia e tempo per fare penitenza. Chiediamo allo Spirito Santo di gridare in noi verso il Padre per chiedere, nel nome del suo Figlio Gesù altre vocazioni orsoline. PREGHIERA: Signore mio, unica vita e speranza mia, chiedo perdono giorno e notte, andando, stando, operando, pensando…concedimi la tua misericordia e il tempo per fare penitenza. Al tuo volto luminosissimo presento questo mio cuore vilissimo e impuro, brucia ogni mio affetto e passione nell’ardente fornace del tuo divino amore. Amen

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Degnati, o benignissimo Signore, di perdonarmi tante offese, e ogni mio fallo che mai abbia commesso fino ad ora dal giorno del santo battesimo. “L’orazione mentale, non è che un intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si intrattiene spesso da solo a solo con quel Dio da cui ci si sa amati”.(S. Teresa di Gesù) S. Angela sembra dirci che alla preghiera mentale e alla preghiera del cuore non si arriva per caso, che niente

può considerarsi scontato, che occorre esercitarsi ogni giorno nella preghiera, con fedeltà e perseveranza. Lei pensa che per questa preghiera possiamo anche farci aiutare, possiamo usufruire di sussidi ed indicazioni, e propone, al riguardo, una preghiera composta da lei, per offrirci, come abbiamo già detto, degli spunti di riflessione. Quello che cogliamo nella preghiera della Madre è il suo cuore, quello che lei cercava di vivere e di proporre, quelli che erano i suoi desideri e le sue aspirazioni, quelli che erano i suoi sentimenti e…la sua preghiera. Vogliamo imparare anche noi a pregare, nel segreto del nostro cuore, con altrettanta fede, speranza e amore, perché anche noi, come lei, vogliamo vivere per il Signore, unica vita e speranza nostra. Nella sua grande umiltà S. Angela, riconosce le tenebre: i suoi errori e le tante offese, ma intravede sempre la luce: di fronte al male riconosce la bontà e la misericordia infinita del Signore. Lo Sposo tanto amato…eppure offeso, allontanato... è pur sempre il Signore benignissimo che può e vuole perdonare tutto, purificare il cuore e renderle la veste battesimale. “Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova…” (Rom 6,4) Noi crediamo che in virtù della vita di Dio ricevuta nel Battesimo, questa vita risuscita a vita nuova… Con il battesimo la nostra struttura profonda appartiene già al mondo della risurrezione, ha già attraversato il muro della morte ed è stata messa in comunione con la vita di Dio. E’ una vita che ci è data dallo Spirito Santo, che ci costituisce in corpo di Cristo. “ L’umile confessione della peccaminosità della nostra natura, l’invocazione del perdono deve accompagnarsi al sentimento vivo di una nostra solidarietà nel peccato di tutti gli uomini. Di fatto è proprio scendendo nel proprio fondo di peccato che l’uomo si sente uno con tutti. Il suo peccato è il peccato del mondo”. (D Barsotti)

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Con il battesimo, siamo entrati nella Vita Nuova, in Dio…” Avete imparato…a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità”.(Cfr Ef 4,24ss). E S. Angela ci dice nel VII Ricordo: ” E fate vita nuova”. Ci invita a rinnovarci, ci “esorta a frequentare la confessione, necessaria medicina delle piaghe delle nostre anime” (Rg VII); ci invita “a desiderare le allegrezze e i beni celesti, a bramare quelle feste allegre e nuove del cielo, quei trionfi beati ed eterni. E lasciare ormai totalmente l’amore di questo mondo miserabile e traditore, nel quale non vi è mai né riposo né alcuna vera soddisfazione...”.(Rc V, 3-4) Fare vita nuova è:”mettere la nostra speranza e il nostro amore nel solo Iddio”. Rc V Fare vita nuova è:”essere umili ed affabili”. Rc V Fare vita nuova è:”avere Gesù Cristo come unico nostro tesoro”. Rc V Fare vita nuova è:”essere concordi, unite insieme tutte d’un cuore e d’un volere” Rc IX

Fare vita nuova è:”agire solamente mosse dalla carità e dal solo zelo per le anime” Lg III

Fare vita nuova è: credere che “Gesù Cristo è in mezzo a noi e ci illumina e ci istruisce come vero e buon maestro su ciò che dobbiamo fare”. Cfr Lg XI Fare vita nuova è:”credere… non dubitare…fedelmente e con allegrezza perseverare nell’opera incominciata…non perdere il fervore”. Cfr Lg XI

*Altri passi biblici: Rm 6,3-11; Sal 130; Dan 9,9-10; Lc 3,3-6; Mc 1,4. PER L’ADORAZIONE “Per vivere veramente, bisogna pregare. Perchè vivere è amare: una vita senza amore non è vita. Vive veramente solo chi ama; e ama solo chi si sente amato, raggiunto e trasformato dall’amore. Pregando, ci si lascia amare da Dio e si nasce all’amore, sempre di nuovo. Perciò, chi prega vive veramente, nel tempo e nell’eternità”. (Doc CEI Let.ai cerc.di Dio n°11 La preghiera)

*Leggiamo e riflettiamo sull’ultima parte di questo capitolo N° 11:”La preghiera sorgente di amore”. Ci farà entrare nello spirito della nostra Madre S. Angela. *Leggiamo dal CCC (Catechismo della Chiesa Cattolica) i nn^2563-2564-2565

Si possono leggere altri numeri, il capitolo sulla preghiera è tutto molto bello. *Possiamo pregare e cantare assieme col Salmo 130; chiederci reciproco perdono perché il Signore “ rimetta a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.

PREGHIERA Degnati, o benignissimo Signore, di perdonarmi tante offese e ogni mia colpa del tempo presente e del tempo passato. Al tuo volto luminosissimo presento questo mio cuore vilissimo e impuro, brucia ogni mio affetto e passione nell’ardente fornace del tuo divino amore .Offro tutto ai piedi della tua divina Maestà. E ti prego, degnati di riceverlo, benché io ne sia indegna. Amen!

Page 13: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

Degnati di perdonare i peccati, ahimè, anche di mio padre e di mia madre, e dei miei parenti ed amici, e del mondo intero. S.Angela continua a pregare con umiltà, chiede perdono per gli altri, ad iniziare dai più vicini: famiglie, parenti, amici, per arrivare ad avvolgere e comprendere il mondo intero.

La salvezza non è mai un fatto puramente personale: questa è una preghiera che ci compete, dobbiamo chiedere perdono per noi e per gli altri, nel desiderio profondo di ritrovarci tutti uniti nell’amore misericordioso e salvifico. Nella misura in cui noi entriamo in comunione con Dio, noi ci sentiamo solidali col mondo del peccato, tanto da doverne assumere il peso, per implorare su tutto il peccato umano la misericordia infinita. La santità che ci unisce a Cristo, ci unisce a Cristo anche nella sua missione di universale salvezza. Scrive Divo Barsotti che “Sant’Angela è veramente regale. Le sue non sono come le nostre parole pronunciate appena con le labbra, la sua è una preghiera nella quale si condensa e si incarna tutta la sua vita interiore. Sant’Angela vive come se il mondo tutto fosse riassunto nel suo cuore, vivesse nel suo cuore, per implorare pietà. E’ proprio nel sentimento vivo del peccato che ella si fa una con tutti nell’amore che implora”. ”Il contenuto della preghiera non è soltanto il rapporto dell’anima con Dio, è un rapporto di unità con tutti gli uomini. Ella si sente come il cuore dell’universo. Tutto il mondo che giace nel peccato, vive nel suo cuore la speranza di una sua redenzione. La preghiera di Angela, una volta resa tale da potersi offrire a Dio, diviene l’offerta con lei di tutti gli uomini, anzi del mondo”. Quanta penitenza offriva la nostra Madre! Le nostre Costituzioni al n° 71 ci dicono: “La penitenza ci unisce mediante l’amore alle sofferenze di Cristo Redentore in spirito di riparazione per le nostre colpe e per i peccati del mondo”. La nostra preghiera può essere preghiera di silenzio, una preghiera di lode, di adorazione, un abbandono a Dio che è pura misericordia, deve essere però continua preghiera, continuo rapporto dell’anima con Lui, per noi e per tutti, continua implorazione della misericordia divina per noi e per tutti, continua adorazione per noi

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e per tutti, in tal modo che nel nostro cuore tutto il mondo si riassuma per implorare misericordia, per cantar lode a Dio. Ogni anima, ogni cristiano deve essere centro del mondo; ogni anima orante deve realizzare, questa sua vocazione di essere il cuore dell’universo. Tutte le miserie del mondo si danno convegno nel mio cuore per implorare la misericordia di Dio, e tutte le bellezze dell’universo, tutte le grazie che Dio spande nell’universo, tutte si riassumono in me perché da me si innalzi un ringraziamento per tutte quante le cose, una lode per tutta la divina bontà che Dio ha effuso nell’universo; ecco la vocazione cristiana. Ecco la nostra consacrazione religiosa “orsolina” radicata in quella del Battesimo…coinvolte con Lui nella sua missione di salvezza.(Cfr Cost.n°9 e n°11) Ringraziamo la nostra Madre, entriamo nel mondo di Dio come lei e con lei, chiediamo perdono per i peccati dei nostri familiari, parenti, amici e del mondo intero. Non è forse questo il suo anelito all’UNITA’, quello del suo benignissimo Signore? “ Padre santo custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi…prego perché tu li custodisca dal maligno… consacrali nella verità… non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la tua parola, perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 9-20). Angela che possiede gli stessi sentimenti del suo Sposo Gesù raccomanda: ”Siate concordi, unite insieme tutte d’un cuore e d’un volere…perchè…coloro che sono concordi nel bene per suo onore, abbiano prosperità, e ciò che fanno vada a buon fine avendo essi in loro favore Dio stesso e ogni sua creatura…”.(Rc IX)

• Altri passi biblici: Os 11,7-9; Is 60,19-22; Is 64, 6-11; Es 34, 5-9; Num 14,18-19; Ger 14,20-22

PER L’ADORAZIONE Bisogna dunque pregare “ per tutti gli uomini”, perché tutti sono poveri e bisognosi, sia per gli amici che per i nemici, sia per coloro la cui indigenza è manifesta, sia per coloro che, apparentemente benestanti, portano forse nel cuore ferite di nascoste sofferenze, sia per gli innocenti, sia per i peccatori. “ Conosco un uomo - scriveva Simeone il Nuovo teologo - che desiderava con tale ardore la salvezza dei suoi fratelli, da domandare spesso a Dio, con lacrime ardenti e con tutto il cuore, nell’eccesso di uno zelo degno di Mosè, o che i suoi fratelli fossero salvi con lui, o che anch’egli fosse condannato con loro. Si era infatti legato ad essi nello Spirito Santo con un tale vincolo d’amore che non avrebbe voluto nemmeno entrare nel regno dei cieli, se per questo avesse dovuto essere separato da loro”( Disc.22 - PG 12, 425) La preghiera universale del Venerdì Santo è tutta appoggiata sulla certezza di fede che Gesù, avendo versato il suo sangue per tutti gli uomini, sta davanti al Padre come nostro eterno intercessore. La Chiesa con Maria , sotto la croce, raccoglie tutti i suoi figli e insegna loro ad aprire le braccia per essere, con Cristo, una supplica al Padre celeste in favore dell’intera umanità. “ E ancora vi do la certezza che ogni grazia che domanderete a Dio vi sarà concessa infallibilmente” (Rc IX) Tutto è legato alla nostra unione e concordia, torre inespugnabile! Preghiamo, Angela ci assicura che aiuterà le nostre preghiere.

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PREGHIERA : Signore mio, unica vita e speranza mia, fa che io sia pronta a far del bene a tutti, la mia presenza nel mondo e fra gli uomini, rallegri, consoli, nobiliti. S. Angela, conservami nella rettitudine di vita, sempre desiderosa di ogni bene, orante per tutti gli uomini.

Page 16: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

Te ne pregoTe ne pregoTe ne pregoTe ne prego per la tua sacratissima passioneper la tua sacratissima passioneper la tua sacratissima passioneper la tua sacratissima passione e e e e

per il per il per il per il tuotuotuotuo sangue prezioso sparso per amore sangue prezioso sparso per amore sangue prezioso sparso per amore sangue prezioso sparso per amore

nostro;nostro;nostro;nostro; S.Angela con queste parole ci introduce nel Mistero Pasquale.

Tra poco inizieremo il cammino quaresimale, che ci viene

nuovamente offerto come tempo di conversione. Con il

semplice segno della croce, fatto di cenere sulla nostra fronte,

siamo chiamate ad affrontare il combattimento quotidiano per

ritornare al Signore con tutto il cuore (cfr Gl 2,12), perché è “il giorno della salvezza” dice S.

Paolo (2 Cor 6,2). Tutte sappiamo che il cammino che iniziamo ha una meta ed è

l’esperienza della rinascita pasquale. Siamo invitate allora a pregare con rinnovato impegno

fervore e costanza.

L’unica speranza è Cristo e il mistero della sua redenzione ! Scrive il grande maestro di

preghiera Divo Barsotti: “ Mistero della redenzione. Quante volte celebrando la Messa mi

chiedo: dove sono i peccati? Dove sono gli assassini? Dove sono i 60 milioni di morti sotto

Stalin?..Non esiste più nulla; esiste solo la pace di Dio, esiste solo il perdono di Dio, il

sangue di Cristo. Basta il suo sangue a purificare il mondo da tutti i peccati, quel sangue che

io innalzo al Padre dopo la consacrazione del vino. Nell’atto che io offro a Dio il suo

medesimo Figlio, tutto è cancellato, tutto è rinnovato, a tutto si ridona la vita…” La

redenzione è presente, ma è presente nella misura in cui mi apro ad accoglierla, e in cui

nella fede la invoco; è presente nel pentimento quando mi rendo conto che lui solo può

salvarmi. Solo la Croce, questa croce che è issata nel mondo, è la salvezza. Ave, Crux! Ave, spes unica” ! Così sentiva S. Angela, in questo credeva e per questo gridava al cielo!

Perdono e liberazione si possono e si devono chiedere, non in grazia di chissà quale

merito o di chissà quale santo, ma in forza della Passione e Morte di Cristo Gesù. Viene

spontaneo pensare a quel compagno di Gesù che sulla croce si riconosce bisognoso di

misericordia ed implora: “ Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo Regno. Gesù rispose:

Ti assicuro che oggi sarai con me in Paradiso”.

Per quella passione e per quel sangue, possiamo implorare anche noi misericordia!

“E’ Dio in Cristo che ci ha fatto misericordia, nel dono che Egli ci ha fatto del Figlio suo, nel

Sangue sparso, nel dono della Passione. Angela parla come di un dono di cui può disporre

perché Gesù è il suo Sposo. Non invoca una misericordia lontana, ma quella Misericordia

reale che è la Passione di Cristo”.

La ‘ passione di Cristo’, così come il suo ‘sangue’, ritornano almeno sette volte

separatamente, più due volte insieme, negli scritti mericiani . “Pregate, umiliatevi sotto il

suo grande potere…” “Vi prego tutte, anzi vi supplico, per amore della passione di Gesù

Cristo…” “Mie carissime figlie e sorelle nel sangue di Gesù Cristo…” Pregate e fate pregare,

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perché Dio non abbandoni la sua Chiesa…” “L’ultima parola mia che vi lascio, e con la

quale vi prego fino col sangue, è che siate concordi, unite insieme…” (dai Ricordi)

“Angela dà forza alla sua domanda appellandosi alla sofferenza di Cristo. Come se

tanta passione venisse frustrata quando noi ci tiriamo indietro, quando ci chiudiamo alla

parola della Madre…”(Sr Luciana Mariani). Con S. Angela vogliamo, nella nostra preghiera,

abbracciare tutta l’umanità riscattata dal sangue di Cristo.

Ad ogni Eucarestia noi ascoltiamo queste parole: “ Questo è il mio corpo che è dato

per voi… (Lc 22,19), questo è il mio sangue dell’Alleanza, versato per molti, in remissione

dei peccati” (Mt 26-28)

Il Catechismo della Chiesa Cattolica scrive al n° 808:” La Chiesa è la Sposa di Cristo: egli l’ha

amata e ha dato se stesso per lei. L’ha purificata con il suo sangue. Ha fatto di lei la Madre

feconda di tutti i figli di Dio”.

Alcuni spunti, ma quanti altri si potrebbero suggerire, e quanti ognuna di noi, come

orsolina, nell’esperienza del suo cammino di santità, potrà aggiungere per arricchire l’

“IMSIEME”!

• Altri passi bibliciAltri passi bibliciAltri passi bibliciAltri passi biblici: Rm 5,17-21; 6,4-11; Gal 2,20; Gal 6,14-16; 2 Tm 2,8-13; 1 Gv 5,5-13.

PER L’PER L’PER L’PER L’ADORAZIONADORAZIONADORAZIONADORAZIONEEEE

La preghiera è comunicazione affettuosa con Dio, operata dallo Spirito e sorretta da Lui. Padre Gasparino ha scritto: “ Dio è pensiero puro, è puro spirito; non posso comunicare

con lui che nel pensiero, attraverso lo Spirito. Non c’è altro mezzo per comunicare con Dio:

Dio non posso immaginarlo…la preghiera non è uno sforzo di fantasia, ma un lavoro di

concetto. La mente e il cuore sono gli strumenti diretti per comunicare con Dio. Se

fantastico, se mi ripiego sui miei problemi, se dico parole vuote, se leggo, non comunico

con lui. Comunico quando penso. E amo. Penso e amo nello Spirito. S. Paolo insegna che è

lo Spirito che aiuta questo difficile lavoro interiore. Dice :

� “Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi”.Rm 8,26

� “Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che Grida: Abbà, Padre”Gal 4,6

� “Lo Spirito intercede per i credenti secondo i disegni di Dio” Rm 8,27

Angela si lascia condurre sempre dallo Spirito e mette tutta la sua fiducia nell’Amore

del Redentore. E’ Gesù che ha sofferto per amore nostro. E’ Gesù che ha donato tutto il

suo sangue per ottenerci la vita eterna.

E lei è pronta” a dare il suo sangue per aprire la cecità delle misere creature…” cfr Rg V,31-34

E noi? Voglio ripetere questa invocazione durante l’adorazione, contemplando il SS.mo

Sacramento:” IL SIGNORE E’ MIA LUCE E MIA SALVEZZA”

Chiediamo in questo tempo forte, con l’aiuto particolare di S. Angela la salvezza per

tutti, la grazia della fedeltà e della perseveranza per i sacerdoti e religiosi/e. Supplichiamo il

Padrone della messe di esaudirci e di mandare nuove vocazioni al nostro Istituto e alla

Chiesa. Gridiamo a Lui col nostro cuore, con umiltà, con forza, con grande e ferma fede.

PreghiamoPreghiamoPreghiamoPreghiamo insieme tre strofe dell’Adoro te devote: insieme tre strofe dell’Adoro te devote: insieme tre strofe dell’Adoro te devote: insieme tre strofe dell’Adoro te devote:

“Non mi è dato di scrutare le piaghe come Tommaso,nonostante ciò, ti confesso mio Dio: fa’ che sempre di più io creda in Te, abbia speranza in Te, ami Te. O memoriale della morte del Signore, o pane vivo, che doni la vita agli uomini, concedi alla mia mente di vivere di Te e di gustare sempre la tua dolcezza. Gesù Signore, pio pellicano, con il tuo sangue purifica la mia impurità: una sola goccia di quel sangue può salvare il mondo intero da ogni peccato. Gesù, che ora vedo velato, prego che avvenga ciò di cui ho sete, che fissando il tuo volto direttamente, sia beato alla vista della tua gloria. Amen

Page 18: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

Ecco alcuni fatti sulla preghiera,sulla preghiera,sulla preghiera,sulla preghiera, pescati tra un’infinità. Li scrive un monaco, missionario in

RWanda, che organizza tournée di evangelizzazione in una quarantina di paesi; possono davvero stimolarci, incoraggiarci e…! Alcuni fidanzati vanno presso un monastero per un ritiro in preparazione al matrimonio.

Foresterie di monasteri e ritiri di centri di carità sono strapieni. All’uscita della facoltà alcuni

studenti cantano i vespri nella loro Parrocchia. Alcune coppie affidano il loro atto coniugale

al Creatore. Alcuni bambini si alzano dando a Gesù il primo bacio del giorno. Con questo

Gesù sulle labbra, si addormentano alcuni agonizzanti.

Una giovane donna che crea composizioni al telaio con pregiati tessuti egiziani offre tutte le

mattine le sue mani al creatore” perché la mia tela sia intessuta di preghiera”.

Campi e camminate per il pellegrinaggio… Sessioni e Seminari si trasformano in ritiri. Serate

e riunioni serali si trasformano in veglie notturne. In alcuni uffuci e classi si prega prima di

mettersi al lavoro, alcune famiglie cantano prima di mettersi a tavola, in alcuni ospedali vi

sono infermiere che si inginocchiano pregando al capezzale di un ammalato. Tutto questo

esiste. E più di quanto tu possa pensare.

Diventano luoghi di preghiera anche i bagni di stazione o docce di caserma. Non ci credi?

Heinz, Otmar, Eric e Willy si alzano alle cinque per pregare insieme nelle docce della

caserma di Ravensburg dove fanno il loro servizio militare. Sì, persino nelle docce scorre la

preghiera. Un giovane racconta: Non vedo che un posto : le docce. Allora sono corso nelle

docce. Ho preso una coperta e fra la vasca e la porta c’è un metro e 50 , ho steso la mia

coperta, ho messo la mia Bibbia, la Santa Sindone, Maria a destra e la piccola icona della

Trinità a sinistra. Una volta qualcuno ha bussato per fare la doccia. Sono stato costretto a

far scorrere l’acqua dal rubinetto per far credere che facevo la doccia. Credetemi, nel

prostrarmi davanti all’Icona del Signore e alla Bibbia, sentivo che passava la grazia. Uscivo

dalle doccia sempre col sorriso. Per tutto un anno sono stato a pregare nella doccia. Ma

l’anno prossimo sarò più fortunato avrò una stanza in città. Sono riuscito a trovarne una

vicino a una cappella con la Presenza reale.

La preghiera s’infiltra sotto le porte, riempie le Chiese, si versa sui sagrati, scorre lungo le

strade e lungo i viali. Finirà per sommergere tutto? Scorre come l’ acqua…

Maelle, nella sua Università, lancia un gruppo di recita settimanale del Rosario, poi, presa

nel gioco, diventa quotidiana. Ogni giorno, alla mezza, si trovano insieme, nei corridoi si

sente chiedere : Hai già detto il Rosario oggi? E Nadia, nel suo Istituto si trova ogni mattina

alle sei, per un’ora di preghiera con una buona dozzina di compagne…E Violaine, dà vita

ad un piccolo gruppo di preghiera, all’inizio dell’anno accademico. A novembre sono già

in duecento…A Versailles , ogni domenica sera, ci sono 600 giovani nella cripta Santa

Giovanna d’Arco che lodano per ore il Signore: E’ Risuscitato. Ogni mercoledì sera nel

quartiere latino a Sainte- Etienne du Mont un centinaio cantano ed ascoltano la Parola ,

adorano il Corpo di Gesù: Abbà… Una nuova generazione, fresca, fresca che spunta

ovunque. Ogni generazione è un passo avanti “ per nuovi bisogni, nuovi carismi” ha

affermato Giov. Paolo II.. No, mai, mai , da nessuna parte, la preghiera scomparirà dalla

faccia della terra; più che mai è l’ora della preghiera . Quando non si può far nulla davanti

al male che ci sommerge, come una marea nera, ecco che la bianca onda della preghiera

viene a purificarci, a ricrearci…Alcuni giovani detenuti si alzano ogni notte per pregare. Ne

ho conosciuti. La preghiera tiene compagnia all’handicappato. Fares , 20 anni dice” Sono

felicissimo di essere handicappato perché da quando, cinque anni fa sono diventato

paraplegico, sento di essere molto vicino a Dio. Ogni notte parlo con Lui”. E Marlene (19

anni) è un raggio di sole nel suo ospedale di Quebec. Le sue labbra sono mute in seguito a

un’emorragia cerebrale, ma lei pronuncia silenziosamente Alleluia, perché il suo cuore veglia

con il Dileto della sua vita,. Sorride quando sente pronunciare il Suo Nome.!!!!( continua)

Page 19: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

per il tuo santo nome : sia esso benedetto

sopra la rena del mare, sopra le gocce delle acque, sopra la moltitudine delle stelle.

“Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sottoterra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio padre”. (Fil 2). Sant’ Angela sembra proporre a questo punto un passaggio dalle creature

umane al creato e quasi sembra imprestare la sua lode a tutto il creato. Il Dio buono e

misericordioso deve essere benedetto sempre e all’infinito. Chi può contare la sabbia

del mare, le gocce delle acque, la moltitudine delle stelle? E’ una benedizione che non

potrà mai aver fine! La preghiera di supplica termina nella dossologia. “ Fin qui Angela ha pregato per il

peccato, ora essa inizia la preghiera che è proposito e impegno di amore”.

E nel suo ultimo ricordo la Madre ci raccomanda : ”Siate legate l’una all’altra col legame della carità, apprezzandovi, aiutandovi, sopportandovi in Gesù Cristo. Perché, se vi sforzerete di essere così, senza dubbio il Signore Dio sarà in mezzo a voi, avrete in vostro favore la Madonna, gli Apostoli, tutti i Santi e le Sante, gli Angeli, insomma tutto il cielo e tutto l’universo”.(Ultimo Ricordo) Rivelando il suo Nome, Dio rivela al tempo stesso la sua fedeltà che è da sempre

e per sempre, valida per il passato “Io sono il Dio dei tuoi padri”, Es 3,6, come per

l’avvenire “Io sarò con te”, Es 3,12. Dio che rivela il suo nome come “Io sono” si rivela

come il Dio che è sempre là, presente accanto al suo popolo per salvarlo.

Di fronte alla presenza affascinante e misteriosa di Dio, l’uomo scopre la propria

piccolezza. Davanti ai segni divini che Gesù compie, Pietro esclama: “Signore,

allontanati da me che sono un peccatore”. Anche Angela, come Pietro ha questa

consapevolezza e anche noi, ma con l’apostolo Giovanni diremo: “Davanti a lui

rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del

nostro cuore e conosce ogni cosa” (1Gv 3,19-20).

A Mosè che chiede di vedere la sua gloria, Dio risponde: “Farò passare davanti a

te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore [YHWH], davanti a te (Es

33,18-19). E il Signore passa e proclama:” YHWH, Dio misericordioso e pietoso, lento

all’ira e ricco di grazia e di fedeltà”. (Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica dal

numero 203 al 213, molto interessante e nn^2563-2616…)

“Per la preghiera cristiana non c’è altra via che Cristo. La nostra preghiera, sia essa

comunitaria o personale, vocale o interiore, giunge al Padre soltanto se preghiamo “nel

nome” di Gesù. Quindi, la santa Umanità di Gesù è la via mediante la quale lo Spirito

Page 20: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

Santo ci insegna a pregare Dio nostro Padre”. (CCC n° 2664). Quante invocazioni a

Cristo: Figlio di Dio, Verbo di Dio, Signore, Salvatore, Agnello di Dio, Re, Figlio diletto,

buon Pastore, nostra Luce, nostra Speranza…, ma il Nome che comprende tutto è

quello che il Figlio di Dio riceve nell’Incarnazione: GESU’. Il Verbo di Dio assumendo la

nostra umanità, ce lo consegna e noi possiamo invocarlo: “GESU”, “YHWH salva”. Il

nome di Gesù contiene tutto: Dio e l’uomo e l’intera Economia della creazione e della

salvezza. Pregare “Gesù” è invocarlo, chiamarlo in noi. Il suo nome è il solo che

contiene la Presenza che esso significa. Gesù è risorto, e chiunque invoca il suo Nome

accoglie il Figlio di Dio che lo ha amato e ha dato se stesso per lui. (CCC nn^2665-

2666-2668-2669). “Questa invocazione di fede estremamente semplice è stata

sviluppata, nella tradizione della preghiera, sotto varie forme in Oriente e in

Occidente. La formulazione più abituale è l’invocazione: ” Gesù, Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di noi, peccatori! ” Essa coniuga l’inno cristologico di Fil 2,6-11 con

l’invocazione del pubblicano e dei mendicanti della luce. (Cf Mc 10,46-52; Lc 18,13).

Mediante essa il cuore entra in sintonia con la miseria degli uomini e con la

misericordia del loro Salvatore”. (CCC n° 2667). “Nel nome di Gesù, nome umano del

Figlio di Dio, è concentrata tutta la rivelazione cristiana. Di fronte ad essa l’uomo

dice: “Abbi pietà di me peccatore”. Vede la propria umanità e i suoi attuali bisogni.

Ripetendo questa preghiera, quasi con ogni respiro, l’uomo scopre la propria identità di

pellegrino verso la vita eterna” (Cardinale Mons.Thomas Spidlih).

PER L’ADORAZIONE Ci aiuterà, nella nostra preghiera davanti al SS.mo, l’invocazione del Santo nome di Gesù, che è la via

più semplice della preghiera continua. Sant’Angela ci invita a “pregare sempre con lo spirito e con la

mente, dato il continuo bisogno che si ha dell’aiuto di Dio…”( Rg V, 5). “E’ la preghiera l’atto che pone

l’uomo in rapporto con Dio, che stabilisce questo rapporto e lo rende sempre più intimo e stretto”. Nel

nostro cammino di santità, dobbiamo tendere all’unità di vita, come dicono le nostre Costituzioni; “e far

sì che ogni avvenimento sia veramente un messaggio di Dio, che ogni uomo porti per noi il Volto di

Cristo, far sì che ogni nostro atto sia un atto di fede onde in quel che viviamo, noi viviamo veramente un

incontro col Signore” (D.Barsotti). La santità impone la preghiera continua… Bisogna essere sempre

desti nella fede, nella speranza, nella carità. L’Orsolina si impegna a camminare così!

E vi è un mezzo, semplice e universale, efficace, per rendere più facile la continua preghiera, la

trasformazione di tutta la vita in un atto continuo di fede e di amore ed è l’invocazione di Gesù , del

suo Nome. Pensiamo ad Angela che pregava giorno e notte, andando e stando, operando, pensando…!

Quante volte avrà ripetuto il nome di Gesù, suo Sposo, suo Maestro, unica Vita e Speranza, unico

Tesoro, unica Via al cielo!

Invochiamo anche noi il Signore con la formula: “Signore Gesù Cristo Figlio di Dio, abbi pietà di me

peccatore”… La formula unisce la professione di fede più alta, più universale, con l’espressione più pura

del sentimento religioso – l’anima è di fronte a Dio nel sentimento della propria miseria e della necessità

della grazia. Ripetiamola tante volte, riassume tutta la nostra fede, cantiamo il nome di Gesù, e

benediciamolo per tutta la creazione.(possiamo farlo con il Cantico delle Creature – cantato)

L’invocazione del Nome di Gesù:- “Signore abbi pietà di noi” ; Kyrie, eleison. Christe, eleison” ; “Gesù

mio, misericordia” - è efficace; quello che importa è che la formula contenga il nome di Gesù.

L’efficacia dipende da una promessa divina: Gesù ha promesso che la nostra preghiera fatta in Suo

Nome sarebbe stata efficace. L’invocazione del nome di Gesù realizza la sua stessa presenza, non

l’idea di Lui, non la sua immagine, ma Lui stesso.

Page 21: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

Mi dolgo d’essere stata tanto lenta a incominciare a servire la tua divina Maestà. “Cordialissime madri e sorelle mie in Gesù Cristo … siate mosse dal solo amore di Dio e dal solo zelo per la salvezza delle anime”. Lg 1°,1-3 La nostra Madre ci invita a continuare a servire sua divina Maestà. Chi può fare il conto dell’amore? Di fronte all’amore Infinito, il nostro è pur sempre un

piccolo amore. La scelta e il servizio per il Signore è spesso lenta, limitata, soppesata. Quando possiamo dire che è del tutto libera, incondizionata, pura? Nella sua preghiera, Angela dice chiaramente il motivo del suo dolore: di avere tardato a mettersi a servizio di sua divina Maestà. Esaminiamo anche noi le cause del nostro dolore e domandiamo con insistenza di sentire il rammarico per il nostro ritardo nel servizio di Dio.

Ma Angela, sente anche la consolazione di aver iniziato a servire il Signore, come dice S. Paolo: “… dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù”. (Fil 3,13-14). Il suo dolore sarebbe stato un dolore sterile se non avesse fondato la Compagnia. Lei è cosciente della conversione che Gesù esige da chiunque voglia entrare nel suo regno.”Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”. (Mt 7,14) “ Tenete per certo: che questa Compagnia è stata piantata direttamente dalla sua mano, e lui non abbandonerà mai questa Compagnia fin che il mondo durerà… Io so quello che dico. Beati quelli che veramente se ne prenderanno cura”. ( Lg ultimo, 6-13) “Sorelle dilettissime, Dio vi ha concesso la grazia… di unirvi insieme a servire sua divina Maestà”. (Rg pr, 4). “…facciamo nostra la duplice ed unica carità che animava S. Angela, in un’offerta tutta volta al servizio di Dio e alla salvezza del mondo intero…” (cfr Cost 2) “ Noi ci diamo totalmente a Lui per rendergli onore e per servirlo”. (Cost 9) “E’ nella comunità che noi viviamo il dono di noi stesse, la testimonianza ed il servizio”. (Cost 11) “…Vogliamo fare di questo lavoro un servizio d’amore”. (Cost 30) “Accetteremo in spirito d’obbedienza e di servizio la missione che ci viene affidata …”. (Cost 40) “… Noi mettiamo le nostre persone e le nostre comunità al servizio del Regno”. (Cost 43) “… Il nostro cuore fisso in Dio si volge, in unico moto di carità verso la contemplazione di Dio e il servizio dei fratelli…”. (Cost 49) “…Eserciterà l’autorità in spirito di servizio”. (Cost 78) “… un amore autentico ed un simile servizio daranno alle nostre relazioni quel carattere di affabilità e d’umanità che la nostra Prima Madre ci raccomanda”.(Cost 9) “Spirito di servizio ad imitazione di Nostro Signore, Servo obbediente…”. (Cost 155)

Page 22: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

Nella sua preghiera, S. Angela ci offre le parole “ chiave”, il criterio interpretativo dei suoi scritti e ci aiuta così a decifrare i messaggi di vita, quelli propri dell’Orsolina, serva e sposa del Signore Gesù. Questa volta è la parola ”servizio“! Quante cose belle riscopriamo in una lettura e meditazione approfondite! Lei ci invita a comportarci come coloro che portano “il nome di serve di Gesù Cristo”. (Rg IX, 20) Lei si sente “serva indegna di Gesù Cristo”. (Rc pr ,1; Lg pr, 1,7,11) ; “… adoperare me come suo strumento per una tale e tanta sua opera, benché io, fossi insufficientissima ed inutilissima serva”. “Ritenetevi come ministre e serve, considerando che avete più bisogno voi di servire di quanto non abbiano bisogno loro di esser servite da voi… Imparate dal Signore nostro il quale, mentre era in questo mondo, vi fu come servo, obbedendo al Padre eterno fino alla morte … Io sono stato tra voi non come colui che viene servito, ma come colui che serve”. (Rc 1°, 3-7) Giovanni nel suo Vangelo scrive: ” Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone …”. (Gv 13,15-16) Come la Vergine Maria si mise in viaggio, per visitare Elisabetta, in fretta, anche noi vogliamo partire “in fretta”superando lentezze e incertezze, sapendo che “la vita secondo lo Spirito si alimenta di un viaggio instancabile verso ciò che dà profondità, conoscenza, ricchezza alla nostra vita, verso incontri, alla ricerca dei volti di Dio che appaiono e si rivelano nelle nostre relazioni”.

S. Angela ci invita ad essere sollecite e vigilanti… a “rendersi conto dei bisogni spirituali e temporali delle figliole…”e se le vedrete lente a provvedere, siate insistenti… anche importune”. (Rc IV, 1-5). “Siano aiutate e servite come vere spose di Gesù Cristo”… la sorella inferma “ sia visitata e aiutata e servita…”. (Rg XI, 29- 30)

• Altri passi biblici utili: Giosuè 24,16-24; Is 42,1-4; 49,1-7; At 3,13-26. PER L’ADORAZIONE Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo . “Gesù è venuto, egli è qui. Non dobbiamo aspettare la redenzione come qualche cosa che verrà domani; la redenzione è essere una sola cosa con Lui, perché la redenzione è il Redentore”. (Divo Barsotti) “Gesù il Maestro che ci parla, il Salvatore che ci accoglie, l’amico che vive una intimità dolcissima di amore con noi, lo Sposo, “il Servo”, tutto. La nostra fede deve rendere così trasparente tutte le cose, tutti gli avvenimenti in modo che non siano altro che il segno della sua presenza e tutta la nostra vita non abbia altro riposo che nella presenza del Cristo”. “Egli è presente ed è l’Amore. Egli altro non vuole che donarci l’amore con il quale ci ama.

Quando la Madre è partita per la grande impresa, non si è più fermata, e nessuno l’ha fermata! Ha creduto, ha sperato, ha amato, si è mossa con fervore, si è “alzata”… è andata da donna risorta, con occhi e cuore nuovi, pieni di luce, “come un sole illuminava”! Ha contemplato al calvario la Croce e il suo Sposo Crocifisso … è stata trasformata e non si è più fermata …! Nella sua preghiera ha abbracciato tutta l’umanità riscattata dal Sangue di Cristo, innalzando un’ardente supplica per la salvezza del mondo intero. (Cfr Cost 48) Ringraziamo il Padre per averci chiamate a conoscere “questo dono di grazia” e a vivere alla sequela del suo Figlio. Questo è un dono singolare, una tale elezione, una nuova e stupenda dignità che non potrebbe essercene una di importanza maggiore. E per rispondere a questa chiamata dobbiamo cercare e volere tutti i mezzi e le vie necessarie per perseverare e progredire fino alla fine. (Cfr Rg pr) Ecco il dinamismo spirituale di Angela! Nessuna lentezza ormai può impedire il servizio di sua divina Maestà. Chiediamo al Signore, per intercessione di S. Angela questo amore, questo fervore, questa fede ! Dona, Padre Santo alla tua Chiesa e al nostro Istituto altre vere Spose del Figlio tuo. (Canti di ringraziamento e di supplica)

Page 23: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

Ahimè! Finora non ho mai sparso neppure una piccola goccia di sangue

per amore tuo

“Ahimè!... Questa espressione di Angela ci commuove,

rappresenta il suo stato d’animo di dolore, di rammarico, di

rimpianto e pentimento. Il suo è un dolore spirituale, profondo per non aver sparso

ancora una piccola goccia “ghiozzetta” di sangue per amore del Signore. Se vogliamo

comprendere questa espressione dobbiamo cercare di avvicinarci a S. Angela il più

possibile. Forse facciamo fatica a credere come lei si sentiva - una creatura

miserabile - . Forse dubitiamo, di quello di cui lei era persuasa, a causa della nostro

sentirci abbastanza a posto?

“Chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato” (Lc18,14). Questo

era il sentire della nostra Madre. E come terziaria francescana ripeteva con S.

Francesco:” O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. Dammi una fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda. Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà “. “Non inutilmente né senza motivo il cuore di un vero e prudente servo di Dio si umilia ed annienta interiormente la considerazione di sé e il gusto della propria reputazione, perché spera e si aspetta da Dio ben altro gusto e più vera gloria ed onore, dal momento che crede fermamente

quanto dice il Vangelo: ‘Chi si abbassa sarà innalzato ‘ ” (Rc I, 12-14). La luce della sua

fede , alimentata alla mensa della Parola di Dio e all’Eucaristia, dalla comunione con i

fratelli e le sorelle e dalla preghiera, illuminava la sua mente e riscaldava il suo cuore.

Ci sentiamo ripetere: “Abbiano Gesù Cristo come unico tesoro perché così avranno in Lui anche il loro amore” (Rc V, 43). “ Siano umili e affabili ” (Rc V, 17).

Quando Angela sente questo dolore, per non aver ancora sparso il suo sangue

per amore del Signore, certamente ha davanti ai suoi occhi Gesù Crocifisso, morto per

i suoi peccati e per quelli del mondo intero, che ha versato per suo e nostro amore il

suo sangue prezioso. “Tutta la vita di Cristo è Mistero di Redenzione. La Redenzione è

frutto innanzi tutto del sangue della Croce” (CCC 517). “Durante tutta la sua vita,

Gesù si mostra come nostro modello: è “l’uomo perfetto “che ci invita a diventare suoi

discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento, ci ha dato un esempio da imitare, con la

sua preghiera, attira alla preghiera, con la sua povertà, chiama ad accettare

liberamente la spogliazione e le persecuzioni” (CCC 520).

Page 24: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

“ Tutto ciò che Cristo ha vissuto, egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui e che egli lo viva in noi…” (CCC 521).

Ecco il nostro Dio, chiamandoci sua sposa e definendo se stesso il nostro sposo, Dio ci

chiama all’intimità con Lui, a una relazione personale d’amore . Egli sposa tutto di noi,

anche i peccati, perché se li è presi lui sulle spalle e ha pagato lui il conto. Lui è la

carità, cioè l’amore che tutto crede, tutto scusa, tutto sopporta, tutto spera. Spera

nella nostra conversione anche quando noi non ci scommettiamo più un centesimo! S.

Angela vive nell’amore di Dio, nella sua familiarità, lo lascia operare nella sua vita, si

lascia incontrare, lo ascolta, lo ama, Gesù è l’ unico suo tesoro!

“Pregatelo, umiliatevi sotto la sua grande potenza…” . (Rc pr,16)

“Di quale comunione con Dio doveva essere riflesso la sua comunione coi fratelli…Il suo

parlare e il suo agire con gli altri dovevano portare l’impronta dell’intimità con Dio,

della contemplazione, dello sguardo interiore fisso in Dio.“ E sforzatevi di agire solamente mosse dal solo amore di Dio…” (Rc II, 2)…Tendere a Dio senza ripiegamenti,

senza secondi fini… I due poli, amor di Dio e zelo delle anime, si riconducono poi

all’asse portante, a Dio solo, dal momento che lo zelo per il prossimo non è che il

risvolto dell’amore sponsale per Cristo”. (Sr. Luciana Mariani)

Il desiderio profondo di Angela è fare tutto per amore di Dio… ”La realtà vera è Dio e

Dio è presente; Dio è l’Amore”.

Passi utili: 1 Pt 1, 18 - 20; 2 Tm 4,1 - 8; Fil 3 ,8 - 11; Eb 12,1 – 4.

PER L’ADORAZIONE

Adoriamo il Signore: Cristo Risorto è in mezzo a noi, Alleluia!

E ripetiamo insieme: Sangue di Cristo, inebriami. Acqua del costato di Cristo, lavami. Passione di Cristo, confortami. Dentro le tue piaghe nascondimi. Risurrezione di Cristo, salvami. Lodiamo la SS. Trinità:

Tu sei santo, Signore Iddio unico, che fai cose stupende. Tu sei forte. Tu sei grande.

Tu sei l’altissimo. Tu sei il re onnipotente. Tu sei il Padre Santo, re del cielo e della

terra. Tu sei trino e uno, Signore Iddio degli dei. Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo

bene, Signore Iddio vivo e vero. Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza. “Tu sei Maestà”.

Tu sei umiltà. “ Tu sei unica via al cielo”. “Tu sei benignissimo Signore”. Tu sei

pazienza. Tu sei bellezza. Tu sei sicurezza. Tu sei la pace. Tu sei gaudio e letizia. Tu

sei la nostra speranza. “Tu sei Verità”. “Tu sei il nostro dolce e benigno sposo”. Tu sei

ogni nostra ricchezza. Tu sei giustizia. Tu sei temperanza. “Tu sei fortezza”. Tu sei

bellezza. Tu sei mitezza. “ Tu sei affabilità ”. Tu sei protettore. Tu sei il custode e

difensore nostro. Tu sei rifugio. “Tu sei provvidenza”. Tu sei la nostra speranza. Tu sei

la nostra fede. Tu sei la nostra carità. “Tu sei dolcezza e piacevolezza”. “Tu sei il

nostro unico tesoro”. “Tu sei il nostro comune Amatore”. “Tu sei il pastore”. “Tu sei il

Salvatore”. Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente,

misericordioso Salvatore. (S. Francesco e S. Angela ) Possiamo liberamente proclamare queste lodi, alternando dopo due o tre, l’ALLELUIA pasquale cantato.

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e nemmeno sono stata obbediente

ai tuoi divini precetti Il nostro cammino è una risposta a Dio che ci chiama e ci invita. Dobbiamo meditare a lungo e profondamente che cosa comporta la nostra vocazione, come dice S. Angela. ”Il Padre ci ha scelte nel Figlio suo per partecipare … alla sua vita divina che è carità … L’inserimento progressivo nel mistero del Cristo che vive in noi è nello stesso tempo una chiamata e un’esigenza”. (Cost.46). Questa verità ci insegna quale responsabilità pesa su di noi, dobbiamo renderci conto che la vocazione divina che noi abbiamo ricevuto, ci fa precisamente responsabili di fronte al Signore di tutta la nostra vita. Dobbiamo rispondere a Dio di ogni nostro atto .”E’ Dio che ci chiede in ogni istante una risposta al Suo amore, e tutto quanto facciamo deve essere un dono gratuito, una risposta d’amore all’Amore infinito … dobbiamo rispondere di noi stessi, del nostro cuore, della nostra volontà, della nostra intelligenza, delle nostre forze, del nostro tempo … Non si può, se abbiamo ricevuto una vocazione che ci impegna alla santità, vivere con superficialità; non si può rimandare a domani l’impegno di una santificazione che oggi ci spinge … Lo crediamo ma non lo realizziamo giorno per giorno … dobbiamo rispondere a un Amore infinito: tutto quello che noi possiamo fare sarà sempre poco. I santi nulla li arrestava, né la stanchezza, né la malattia, non la debolezza del corpo o la fragilità dello spirito … non si sono mai sentiti soddisfatti di sé, ma anzi hanno sentito via via che più amavano Dio tanto più rimaneva loro da amare …” (Divo Barsotti) Restiamo sorprese davanti a S. Angela quando dice di non aver obbedito ai “divini precetti” e ci domandiamo quale è il motivo che la fa parlare così. Tutti i Santi sono nati peccatori e più la santità li ha trasformati, più hanno confessato il loro amore insufficiente per Dio. Anche la nostra Madre ha sentito forte il contrasto della natura umana a causa del peccato originale e ha sofferto nel constatare in lei stessa che la natura umana è incapace di operare secondo la volontà del Creatore. “Chi mi libererà da questo corpo di morte? Scrive S. Paolo ai Romani .( Rom 7,24) E scrive S. Angela nel prologo della regola (Pr Rg 19 – 25): “Non c’è sorta di male che qui non tenti di opporsi, considerando che qui siamo poste in mezzo a inganni e pericoli … se vi sforzerete … di vivere come si richiede alle vere spose dell’Altissimo … io ho questa indubitata e ferma fede, e questa speranza nella infinita bontà divina, che non solo supereremo facilmente tutti i pericoli e le avversità, ma li vinceremo anche con grande gloria e gaudio nostro …” Angela ci suggerisce il mezzo per rinnegare la propria volontà: praticare la santa obbedienza, come Gesù che non è venuto per fare la sua volontà, ma quella del Padre che lo ha mandato.” Infatti l’obbedienza è nell’uomo come una grande luce che rende buona ed accetta ogni sua azione”. Sei sono i punti indicati dalla Madre, con la conclusione.”Obbedire a Dio, e a ogni creatura per amore di Dio…” ( cfr Rg VIII). Quanti limiti nell’obbedienza…alla Parola e alla volontà di Dio! Ecco allora l’invito alla preghiera continua. Se la nostra vocazione ci mette in rapporto con Dio ed esige che questo rapporto sia vissuto da noi in modo sempre più consapevole, più vivo e più intimo, non lo potremo vivere se non attraverso la preghiera. Pregare con l’atteggiamento e la convinzione del pubblicano della parabola:”O Dio, abbi pietà di me, il peccatore”. (Lc 18, 13) Questa è la prima parola per rivolgersi a Dio, scrive Enzo Bianchi. “Nessuna auto-esaltazione è possibile di fronte al Dio tre

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volte santo, (“Sua Divina Maestà” direbbe Angela) , ma solo la conoscenza del proprio peccato. Quando ciò avviene, ecco che si compie il grande miracolo:”Colui che conosce il proprio peccato è più grande di chi risuscita i morti”(Isacco di Ninive). Il modello di tale disposizione interiore è il pubblicano giustificato perché presentatosi a Dio in quell’umiliazione che, sola, può preludere all’umiltà … non il fariseo, così cieco nella propria arroganza umana e spirituale … Del resto, Pietro appare il primo discepolo perdonato, già fin dal momento della sua vocazione, quando, discernendo Gesù come Signore, grida:”Allontanati da me che sono un peccatore”(Lc 5,8). La relazione tra Dio e l’uomo nella preghiera va posta nell’intima verità dei protagonisti di tale incontro: il Creatore e la creatura, il Padre prodigo d’amore e il figlio perduto e ritrovato, il Medico e il malato, il Santo e il peccatore”. La nostra Madre viveva così la relazione con il suo ” benignissimo Signore”. “E dirà nel prologo del Testamento:” Dovete perciò prendere una vera e stabile determinazione di sottomettervi totalmente alla volontà di Dio, e, con una viva e salda fede, ricevere da lui ciò che dovete operare per amor suo”.”Ricevere da lui…” Quale spogliamento interiore!…”(Sr L.Mariani) “Certo non è facile obbedire … non per niente la Madre riconosceva all’obbedienza la funzione di liberarci dalla nostra propria volontà; quella volontà che sa opporsi alla volontà divina fino a diventare in noi peccato, tenebra, inferno. E’ allora che ci sostiene l’esempio di Colui cui abbiamo legato la nostra vita . Lui, il nostro partner, che dopo aver obbedito tutta la vita, accetta di uscirne, ancora per un atto di fede. Abbiamo rivissuto dramma del Getsemani …”Un’agonia che ha messo l’uomo-Gesù di fronte a Dio-Padre, nella contrapposizione delle due volontà. Un’agonia che gli ha fatto supplicare tre volte:”Padre, se è possibile … passi da me questo calice …” Per concludersi con la più tremenda delle sottomissioni:”Però, non la mia ma la tua volontà…”.E’ allora che l’adesione alla volontà del Padre, si fa luce che dissipa le tenebre della lotta interiore, e Cristo si alza e si avvia al compimento della redenzione.”(Sr L M – Note di spiritualità – I “Ricordi”). Riconsideriamo il passo sull’obbedienza, “perchè è tanto importante per conservare la luce dentro di noi. La luce in cui si svolge la nostra avventura d’amore”.(Sr L M) Altri passi utili : Ne 9,17-29; Sl 119,80-88; Dn 9,8-10; A t 4,19-21; Rm 6,17-18 PER L’ADORAZIONE Desideriamo continuare a pregare senza stancarci. Questo “ci invita a vivere un’esistenza contrassegnata da quella che i Padri chiamavano memoria Dei, il ricordo costante di Dio: ” Preghiera incessante vuol dire avere la mente rivolta a Dio con grande fervore e amore, rimanere sempre sospesi alla speranza che abbiamo in lui qualunque cosa facciamo e qualunque cosa ci accada” (Massimo il Confessore)”. Riconosciamo che il Dio vivente è costantemente all’opera nella nostra esistenza e nella storia; lottiamo per essere sempre consapevoli della presenza di Dio in noi, ossia della comunione che egli ci dona, perché la accogliamo e la condividiamo con tutti i nostri fratelli e le nostre consorelle. Se c è la consapevolezza della presenza di Dio in noi,” allora lo Spirito Santo, che prega continuamente in noi, può invaderci talmente con la sua preghiera, da scavare a poco a poco in noi una sorgente d’acqua viva, un torrente che non si arresta (cfr. Gv 7,38). Così perveniamo a una preghiera continua, che non nasce da noi: è un flusso sotterraneo, un costante ricordo di Dio che ogni tanto emerge e diventa preghiera esplicita, ma che non ci abbandona mai”.(E Bianchi) In questa memoria viveva S. Angela e nella grande luce dell’obbedienza per compiere sempre la volontà di Dio. Ha scritto Dietrich Bonhoeffer:”Dio non realizza tutti i nostri desideri, ma tutte le sue promesse, cioè egli rimane il Signore della terra, conserva la sua Chiesa, ci dona sempre nuova fede, non ci impone pesi maggiori di quanto possiamo sopportare …Dobbiamo immergerci sempre di nuovo, a lungo e con molta calma, nel vivere, parlare, agire e morire di Gesù, per riconoscere ciò che Dio promette e ciò che egli adempie”. Chiediamo con S. Angela:” Non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu “( Mc 14,36). “ Non ciò che voglio io, ma come vuoi tu”(Mt 26,39).

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e ogni avversità mi è stata aspra per il mio poco amore per te. Angela continua la sua preghiera che è proposito e impegno di amore. Deve vivere nel presente il proposito e l’impegno di una risposta d’amore . “Ci vuole coraggio a impegnare tutta la vita, può far paura impegnare il futuro, ma quando l’anima si impegna con Dio, è Dio stesso che deve e vuole aiutare a mantenere l’impegno”. (D. Barsotti)

Angela dirà nel prologo della regola - che un’impresa di tale valore e importanza, quale è la nostra, “ stupenda dignità, elezione a spose del Figlio di Dio e regine in cielo” – richiede più fatica, sforzo, obbedienza alla regola, vigilanza, cercando i mezzi e le vie necessarie, senza spaventarsi, ma sperando nella infinita bontà di Dio. Così vinceremo e passeremo la nostra brevissima vita consolatamente e ogni dolore e tristezza si volgeranno in gaudio e in allegrezza; e troveremo le strade, per sé spinose e sassose, per noi fiorite e lastricate di finissimo oro. (cfr. Pr Rg.)

Angela ha sperimentato difficoltà e avversità; prove e sofferenze e può dire con fermezza che “gli angeli di vita eterna”- erano con lei - e “saranno con noi, nella misura in cui noi parteciperemo alla vita angelica …”Comportarsi virilmente come Giuditta per ritornare gloriosamente in patria … (cfr Pr Rg 28-30). Sull’esempio della ”vita di Gesù, unica via al cielo. (Rg 4,4). Angela ha messo a nudo i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue miserie, il suo cuore perché lo sguardo di Cristo penetri ogni piega della sua vita, la giudichi, e le usi misericordia, Lui il dolce e benigno sposo. Lei desidera avere un cuore illuminato, puro, un cuore spinto dalla carità, pronto a spezzarsi per gli altri. Attraverso la vita nuova, Cristo vive e agisce in lei e in noi : ”Non sono più io , ma è Cristo che vive in me”(Gal 2,20). “Non viviamo più per noi stessi, ma per colui che per noi è morto e risorto”(cfr 2 Cor 5,15). “Se viviamo, viviamo per il Signore, se moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore”(Rm 14, 8).

Angela ha sperimentato nelle avversità” l’asprezza”, la durezza e la difficoltà e ne spiega il perché: “per il mio poco amore per te”! Per te Signore, che sei l’amore infinito e mi chiedi una risposta d’amore.”Siate perfetti (nell’amore), come è perfetto (nell’amore) il vostro Padre celeste” (Mt 5, 18), “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”(Lc 6,36)…”Perché siate figli del Padre vostro che è nei cieli, il quale fa sorgere il suo sole su malvagi e buoni e fa piovere su giusti e ingiusti …”(Lc 6,35). “Tutto ciò che volete che gli altri facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Questo è l’insegnamento della legge e dei profeti (di tutta la Scrittura) “ (Mt 7, 12; Lc 6, 31).

In ogni tappa della preghiera cristiana la prima cosa necessaria è ammettere la nostra debolezza. Dobbiamo comportarci come il pubblicano della parabola evangelica -

Page 28: Commenti alla preghera di S. Angela Merici

come abbiamo già ricordato – che prega così come egli è in verità, che si presenta a Dio senza indossare maschere, ma riconoscendo la propria qualità di peccatore.

Così si presenta S. Angela, in un atteggiamento umile, povero, ma realissimo, che la fa stare davanti a Dio, accettando di essere conosciuta da Dio per quello che lei è veramente. Lei sa che “lo Spirito intercede per noi” (Rm 8,26).” Solo lo Spirito, infatti può far sgorgare in noi parole che diventino dialogo con Dio nella lode, nel ringraziamento, nella domanda, nell’intercessione: è lui che le suggerisce, le guida, le sostiene come parole capaci di raggiungere Dio. Lo Spirito opera sempre …e “viene in aiuto alla nostra debolezza”(Rm 8,26), versando nei cuori la capacità di riconoscerci figli, di riconoscere tutto e tutti come voluti, creati e amati da Dio”. (E Bianchi)

Angela, come Pietro avrà sentito la domanda di Gesù: ”Mi ami tu? La fiducia e il perdono del maestro ha fatto di Pietro una persona nuova, forte, fedele fino alla morte. “ Il dialogo tra Gesù e Pietro, (scrive P. R. Cantalamessa) va trasferito nella vita di ognuno di noi. “S. Agostino, commentando questo brano evangelico dice: ”Interrogando Pietro, Gesù interrogava anche ciascuno di noi”. La domanda : ”Mi ami tu?” è rivolta a ogni discepolo. Il cristianesimo … è un rapporto di amicizia con la persona di Gesù Cristo. Tante volte, durante la sua vita terrena, aveva chiesto alle persone : ”Credi tu?”, ma mai : “Mi ami tu?”. Lo fa solo ora, dopo che, nella sua passione e morte, ha dato la prova di quanto lui ha amato noi”. PER L’ADORAZIONE

• Letture: Baruc 4, 27-30; Gc 1 ,2-4 ; Ap 3, 18 -21.

• Meditazione – Adorazione con S. Ambrogio dal Trattato sulla Verginità:

“AVETE VISTO L’AMATO DEL MIO CUORE ? ”. (Ct 3 ,3) “Perché piangi?” Sei tu la causa delle tue lacrime; fai tu piangere te stessa… Piangi perché non credi in Cristo: credi e lo vedrai. Cristo è qui, non viene mai meno a coloro che lo cercano. “Perché piangi?” Invece di lacrime, ci vuole una fede viva e degna di Dio. Non pensare alle cose mortali e non piangerai … Perché piangere ciò che rallegra gli altri? “Chi cerchi?” Non vedi che Cristo è la forza di Dio, che Cristo è la sapienza di Dio, che Cristo è santità, che Cristo è castità, che Cristo è purezza, che Cristo è nato da una vergine, che Cristo è sempre del Padre e presso il Padre e nel Padre; nato eppure non creato, non decaduto, sempre amato, vero Dio da vero Dio? “Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto”. Sbagli, donna; pensi che Cristo sia stato portato via dal sepolcro da altri, e non risorto con potenza propria. Eppure nessuno può portare via la potenza di Dio, nessuno può portare via la sapienza di Dio, nessuno può portare via la vera castità. Cristo non è stato portato via dal sepolcro del giusto, né dall’intimo della vergine, né dal segreto del suo animo fedele; e anche se alcuni volessero rapirlo, non possono portarlo via. Allora il Signore le dice: “Maria, guardami”. Fino al momento in cui non crede, lei è “una donna”; appena ha cominciato a voltarsi verso di lui, viene chiamata Maria. Riceve il nome di colei che ha partorito Cristo; è l’anima infatti che partorisce spiritualmente Cristo. “Guardami”, dice. Chi guarda Cristo corregge se stesso; chi non vede Cristo si smarrisce. Per cui, voltatasi verso di lui, lo vede e gli dice: “Rabbunì”, che significa: Maestro! Chi guarda si volge; chi si volge, afferra più interamente; chi vede progredisce. Perciò chiama Maestro colui che pensava morto; ha trovato colui che pensava perduto”.

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Signore, in luogo di quelle misere creature che non ti conoscono, né si curano di partecipare

ai meriti della tua sacratissima passione, mi si spezza il cuore, e volentieri (se lo potessi) darei io stessa il mio sangue per aprire la cecità

delle loro menti. A questo punto della preghiera S. Angela fa un altro passaggio: la

sua preghiera non solo è universale, ma diventa missionaria, si inserisce nell’economia

di salvezza. “Tutta l’umanità è una con lei, per tutti essa prega, con tutti essa vuole

salvarsi. Per questo la preghiera termina, a imitazione del Cristo, nel dono della

propria vita. L’impegno cristiano è il dono di Sé, un dono senza riserve, senza

condizioni”.(D.Barsotti) S.Angela pensa a quanti non conoscono la salvezza, né si

preoccupano di conoscerla. E’ la preoccupazione, la sofferenza e l’offerta per il Regno

del Signore. Guardando ai fratelli lontani non li chiama miserabili come lei si considera,

ma creature misere cioè povere, meschine che a causa delle loro cecità non possono

conoscere Dio sommo Bene. “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome

dite: ”Noi vediamo”, il vostro peccato rimane”. (Gv 9,41) Quelli che pensano di vedere

sono gli autosufficienti che si fidano dei loro lumi in opposizioni agli umili! ”La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso….” (Mt6,22-23). E’ la luce spirituale che s’irradia dall’anima a mancare! La luce è diventata tenebra!

Angela con il suo occhio sano, illuminato dallo Spirito, vede il bene che riceve

dalla santa passione del Signore e desidera, per quanti sono lontani da questa vera

luce di grazia, la salvezza.” La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più

le tenebre che la luce…”chi fa la verità viene verso la luce…” (Gv 3,19-21). Scrive

Angela nel prologo della Regola: “Beati sono coloro ai quali Dio avrà ispirato nel cuore la luce di verità e avrà dato la voglia di desiderare la loro patria celeste; e che poi cercheranno di conservare dentro di sé tale voce di verità e tale buon desiderio”. “ Con l’orazione si impetra da Dio la grazia della vita spirituale…” (Rg 5,4.15-16); “dire nel segreto del proprio cuore: “Signor mio, illumina le tenebre del mio cuore…”

Sull’esempio di Gesù, che è venuto per fare la volontà del Padre, anche noi

dobbiamo godere di quella luce che rende buona ed accetta ogni azione: la grande luce

dell’obbedienza. “Sopra tutto: obbedire ai consigli e alle ispirazioni che di continuo ci

suscita nel cuore lo Spirito Santo, la cui voce sentiremo tanto più chiaramente quanto

più purificata e monda avremo la coscienza. Lo Spirito Santo, è colui che insegna a noi

ogni verità” (Rg 8, 3-4. 14-16).

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“Io sono la luce del mondo, chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà

la luce della vita” (Gv 8, 12). Come S Paolo, anche la Madre ! “Un tempo eravate

tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce, ora il

frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è

gradito al Signore” (Ef 5, 8-10). E ancora l’apostolo Paolo:” Dico la verità in Cristo,

non mento e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore

un gran dolore e una sofferenza continua … vorrei essere separato da Cristo a

vantaggio dei miei fratelli”. Si tratta di un dolore molto profondo, che per i santi è

vero martirio.

“Lo stupore per il dono che Dio ci ha fatto in Cristo imprime alla nostra

esistenza un dinamismo nuovo impegnandoci ad essere testimoni del suo amore”.

Angela è diventata testimone attraverso la sua vita, (pronta a dare il suo sangue), le

sue azioni, parola e modo di essere comunicando un ALTRO! “Si può dire che la

testimonianza è il mezzo con cui la verità dell’amore di Dio raggiunge l’uomo nella

storia, invitandolo ad accogliere liberamente questa novità radicale. La testimonianza

fino al dono di noi stessi, fino al martirio…”. (cfr Sacramentum caritatis n.85 di Bendetto XVI).

Anche noi, con S. Angela e come lei, vogliamo dare la vita per la salvezza degli uomini,

spargere volentieri il proprio sangue, cioè mettere la nostra vita nelle mani del Padre,

come offerta a lui gradita per la redenzione del mondo! Quante occasioni abbiamo per

farlo nel nostro quotidiano!

“ Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). “ Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv

15, 13). I numeri delle Costituzioni e della parola di Dio di questa lectio vogliono

essere davvero una luce per i nostri passi!

PER L’ADORAZIONE

“Come deve essere vissuto l’amore, perché si realizzi pienamente la sua promessa

umana e divina?... L’Amore diventa cura dell’altro e per l’altro. Non cerca se stesso…

cerca invece il bene dell’altro … diventa rinuncia, è pronto al sacrificio…”

(cfr Deus Caritas est nn. 6-7 – Ben XVI) « Chi cercherà di salvare la propria vita la

perderà, chi invece la perde, la salverà” (Lc 17,33), dice Gesù. Con ciò descrive il suo

personale cammino, che attraverso la croce, lo conduce alla resurrezione: il cammino

del chicco che cade nella terra e muore e così porta molto frutto. Partendo dal centro

del suo sacrificio personale e dell’amore che in esso giunge al suo compimento, egli con

queste parole descrive anche l’essenza dell’amore e dell’esistenza umana in genere”.

Vogliamo con Angela e con M. dell’Incarnazione metterci nel Cuore del nostro

Gesù, Via, Verità e Vita e in questo cuore adorarlo per tutti quelli che non lo adorano,

non lo amano e pregare per tutti quei ciechi volontari, che non vogliono conoscerlo, e

per tutti quelli che sono in ricerca del suo volto. Mettiamo nel Cuore di Gesù tutte le

intenzioni, una in particolare: di essere tutte noi custodite nel suo Divino e Sacro

Cuore, per essere una cosa sola in Lui. E per tutte le altre che chiamerà ancora, siano

una sola cosa con Lui. Diciamo assieme la Preghiera Apostolica della beata M.

dell’Incarnazione, ripetendo alla fine le frasi che più ci hanno colpito. (Canto di M . Incarn.)

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“Perciò”… per questa ragione, sembra dirci Angela, di conseguenza a quanto detto in precedenza: - “ Signore mio, illumina le tenebre del mio cuore… rendi sicuri i miei affetti … vedo in me tanti errori ... sono costretta, giorno e notte … stando … a confessarmene chiedendo misericordia … degnati di perdonarmi tante offese … di perdonare i peccati di mio padre … dei miei amici … del mondo intero… per la tua passione, il tuo sangue prezioso … per il tuo nome santo … sia esso benedetto …! Mi dolgo d’essere stata tanto lenta … e nemmeno sono stata obbediente … Signore … non ho mai sparso una piccola goccia di sangue per amore tuo … mi si spezza il cuore… e darei io stessa il mio sangue per amore tuo … per aprire la cecità delle loro menti”(Cfr Rg 5) … - Ora grido a Lui: “Signore mio”, tu sei l’unica vita e speranza mia! Questo ho sperimentato: mi hai perdonato, mi hai cambiato il cuore, mi hai mostrato il tuo volto, mi hai riempita del tuo Spirito per amare te e tutti i fratelli e le sorelle! In questa espressione, sgorgata dal cuore di Angela, ritroviamo tutta la sua fede, la sua speranza e il suo amore; essa fa eco ad un’altra affermazione: ”Abbiano Gesù Cristo come unico loro tesoro perché così avranno in Lui anche il loro amore”(Rc 5,43). Per Angela il “Signore mio” è il Cristo dal luminosissimo volto, il più bello tra i figli dell’uomo, il benignissimo Signore, Sposo, che ha sofferto, ha versato il suo sangue per amore nostro; lui è la Vita, l’unica vera vita .”…Chiamate a tal gloria di vita …“ (Pr Rg 16-17). “Vivere come si richiede alle vere spose dell’Altissimo” (Pr Rg 23). “La vita di Cristo unica Via al cielo” (Rg 4). Lui, “sola benevola ed ineffabile provvidenza” (Rg 10,13.17.18). “Nostro dolce benigno sposo” (Rg 11,35). Lui la Verità (Rg 7,3). Lui che fa la volontà del Padre che lo ha mandato (Rg 8, 3)… Il ”Signore mio” è la sua via , la sua verità , la sua vita! Angela sente e ascolta nel profondo, la stessa domanda che Gesù ha posto ai suoi discepoli: “Voi chi dite che Io sia?” E la ripropone anche a noi ! Chi è per noi il Signore ? Cosa rischiamo per Lui? Che cosa sei disposta a dare tu? Quanto vale per te? Cristo ci interpella e ci invita all’amore vero, quello pronto a dare tutto! Angela ha fatto così! Signore mio tu sei la mia speranza ! Lo Spirito Santo prega in lei …! La speranza è l’anima della fede; ne è il nocciolo, perché ci aiuta a credere al di là di tutto, a sperare contro l’umana speranza, come Abramo, come la Vergine Maria. Noi possiamo sperare nel cielo, perché la fede ce ne offre la garanzia e l’Eucarestia ce lo fa pregustare. Un inno liturgico molto antico chiama speranza, anzi “unica speranza”, la Croce di Cristo. Perché lì stanno inchiodati tutti i peccati e tutti gli errori, e su quell’uomo che è Dio e fratello al tempo stesso, s’è chinato l’infinito amore del Padre. S’è così aperto il cammino della vita, perciò c’è speranza! Angela con questa preghiera “ Signore mio, unica vita e speranza mia” ci indica anche il dialogo amoroso e intimo con Dio, un “faccia a faccia” con l’invisibile. La preghiera personale è proprio l’occasione di rivolgersi a Dio con libertà, di accogliere nello svolgersi del tempo la sua Presenza, di percepire il suo stare alla porta e bussare, il suo visitarci con premura. Angela ha fatto questa esperienza ed è felice di comunicarci la sua presenza continua fra noi, con “l’Amatore suo e

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nostro …”purché credano e non si perdano d’animo e di speranza”…” mettano lassù le loro speranze…” (Rc 5,39.42). “Abbiate speranza e ferma in Dio: lui vi aiuterà in ogni cosa …”Fate, muovetevi, credete sforzatevi, sperate …“(Rc Pr 15.17). Angela ci raccomanda la preghiera continua “ bisogna pregare sempre” (Rg 5, 5) e la sua è davvero incessante: “Signore mio…” Allora ci chiediamo com’è possibile vivere, lavorare, riposare, dormire, incontrare gli amici, e nello stesso tempo pregare continuamente, come ci chiede il Signore Gesù? (cfr Lc 18,1-8 e 21, 34-36). Pregare sempre non significa impegnarsi nel ripetere continuamente formule o invocazioni, ma vivere un’esistenza contrassegnata dal ricordo costante di Dio, che i Padri chiamavano memoria Dei. “Preghiera incessante vuol dire avere la mente rivolta a Dio con grande fervore e amore, rimanere sempre sospesi alla speranza che abbiamo in lui, confidando in lui qualunque cosa facciamo e qualunque cosa ci accada”(Massimo il Confessore).Ecco la nostra Madre, che ci raccomanda di non perdere il fervore…” guardatevi, guardatevi dico, dal perdere il fervore …”siate contente e abbiate viva fede e speranza” (Rc 9,26).”State tutte attente, con cuore grande e pieno di desiderio” (Rg Pr 32). Pregare senza stancarsi, “è riconoscere che il Dio vivente è costantemente all’opera nella nostra esistenza e nella storia; è lottare per essere sempre consapevoli della presenza di Dio in noi, ossia della comunione che egli ci dona, perché la accogliamo e la condividiamo con tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle … Se c’è questa consapevolezza della presenza di Dio, allora lo Spirito Santo, che prega continuamente in noi, può invaderci talmente con la sua preghiera, da scavare a poco a poco in noi una sorgente d’acqua viva, un torrente che non si arresta” (E Bianchi). In questo costante ricordo di Dio, possiamo arrivare, come S. Angela, a farci voce di ogni creatura e di tutto il creato, “perché l’universo è un oceano di preghiere che sale a Dio: preghiere inarticolate, gemiti rivolti al Creatore in attesa della manifestazione dei figli di Dio”. Quante cose belle si potrebbero ancora aggiungere … Ognuna di noi ha la sua preghiera, la sua espressione preferita, perché essa riflette la sua vita interiore, la libertà del suo spirito, la sua vita spirituale… con un accento sicuramente mericiano! Più preghiamo, più ameremo pregare. La preghiera rappresenta sempre una domanda d’amore, muta o espressa con le parole, sui percorsi inediti della vita. Continuiamo il nostro viaggio!

• PER L’ ADORAZIONE Al numero 506 del nuovo catechismo dei giovani chiamato “YOUCAT” con la premessa del Papa Benedetto XVI, (2011 - Città Nuova) si legge: ”Tutte le difficoltà che si incontrano nella preghiera hanno un’unica causa: quella di pregare come se Dio non fosse presente” (Teresa d’Avila). Dio, il Vivente è colui che vuole e stabilisce un dialogo con noi, è lui che dalla Genesi fino all’Apocalisse viene, cerca, chiama, interroga l’uomo, chiedendogli semplicemente di essere ascoltato e accolto. La preghiera è innanzitutto ascolto e accoglienza di una presenza, la presenza di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. “Dio si è rivolto agli uomini per entrare in relazione con loro, per instaurare un dialogo finalizzato alla comunione. Ma “l’ascolto della Parola di Dio contenuta nella Scrittura, Parola accolta, custodita e meditata nel cuore, non può che svelare in noi una PRESENZA, la presenza del Dio vivente, più intima di quanto noi possiamo esserlo a noi stessi” (Cfr S. Agostino – Confessioni). La presenza ci porta così a scoprire la nostra verità più profonda: Dio è presente in noi, non come frutto della nostra ricerca, ma come dono e consegna di Dio stesso attraverso la sua Parola”. Angela ha sentito viva e forte questa presenza! - Pensiamo alla sua estasi durante la lettura del Vangelo…! - “ Non riconoscete che Gesù Cristo abita in voi?”(2Cor 13,5). “Quando accogliamo la presenza di Dio scopriamo che il soggetto della preghiera, il suo vero protagonista, è lo Spirito Santo , è Lui che ci fa gridare: “Abba, Padre”, unendo al nostro gemito il suo gemito inesprimibile, ci spinge a rivolgerci a Dio come a un “tu”, a una Presenza personale: “O Dio, tu sei il mio Dio”; è lo Spirito che immette in noi il suo desiderio e ci fa conoscere la vera natura dei nostri bisogni”(E Bianchi).

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Al n° 46 delle nostre Costituzioni leggiamo:”… Noi siamo chiamate a crescere incessantemente nell’amore fino a che Cristo non raggiunga in noi la pienezza della sua maturità. L’inserimento progressivo nel mistero del Cristo che vive in noi è nello stesso tempo una chiamata e un’esigenza”. Propongo per l’adorazione un testo di Bruno Forte, che può essere letto o in forma meditativa, soffermandosi su vari passaggi, consultando i testi biblici … o in forma di preghiera, nel clima dell’adorazione e del rendimento di grazie a Dio per le sue meraviglie. Chi confessa la fede, parla con Dio raccontando l’Amore, così come si è rivelato nell’evento trinitario di Pasqua:

Credo in Te, Padre, Dio di Gesù Cristo, Dio dei nostri Padri e nostro Dio: Tu, che tanto hai amato il mondo (Gv 3,16) da non risparmiare il Tuo Figlio Unigenito (Rm 8,32)

e da consegnarlo per i peccatori, sei il Dio, che è Amore. (1Gv 4,8-16) Tu sei il Principio senza principio dell’Amore, Tu che ami nella pura gratuità, per la gioia irradiante di amare. Tu sei l’Amore che eternamente inizia, la sorgente eterna da cui scaturisce ogni dono perfetto. (Gc 1,17) Tu ci hai fatti per Te, imprimendo in noi la nostalgia del tuo Amore, e contagiandoci la Tua carità (Rm 5,5) per dare pace al nostro cuore inquieto.

Credo in te, Signore Gesù Cristo, Figlio eternamente amato, (Mc 1,11)

mandato nel mondo per riconciliare (Rm 5,10) i peccatori col Padre. (2Cor 5,19)

Tu sei la pura accoglienza dell’Amore, (Gv 17,23) Tu che ami nella gratitudine infinita, e ci insegni che anche il ricevere è divino, e il lasciarsi amare non meno divino che l’amare. Tu sei la Parola eterna uscita dal Silenzio (Gv 1,11ss) nel dialogo senza fine dell’Amore, l’Amato che tutto riceve e tutto dona. (Gv 20,21) I giorni della Tua carne, (Ebr 5,7)

totalmente vissuti in obbedienza al Padre, il silenzio di Nazaret, la primavera di Galilea, il viaggio a Gerusalemme, la storia della passione, la vita nuova della Pasqua di Risurrezione, ci contagiano il grazie dell’amore, e fanno di noi, nella sequela di Te, coloro che hanno creduto all’Amore, (1Gv 4,16) e vivono nell’attesa della Tua venuta.(1Cor 11,26)

Credo in te Spirito Santo, Signore e datore di vita, che Ti libravi sulle acque ( Gen 2,1) della prima creazione, e scendesti sulla Vergine accogliente (Lc 1,35) e sulle acque della nuova creazione. (Mc 1,10) Tu sei il vincolo della carità eterna, l’unità e la pace dell’Amato e dell’Amante, nel dialogo eterno dell’Amore. Tu sei l’estasi e il dono di Dio, Colui in cui l’amore infinito si apre nella libertà per suscitare e contagiare amore. La Tua presenza si fa Chiesa, (At 1,8)

popolo della carità, (At 2,1ss) unità che è segno e profezia per l’unità del mondo. Tu ci fai Chiesa della libertà, (2Cor 3,17) aperti al nuovo e attenti alla meravigliosa varietà da Te suscitata nell’amore. (1 Cor 12)

Tu sei in noi ardente speranza, (Rm 8) Tu che unisci il tempo e l’eterno, la Chiesa pellegrina e la Chiesa celeste, Tu che apri il cuore di Dio all’accoglienza dei senza Dio, e il cuore di noi, poveri e peccatori, al dono dell’Amore,che non conosce tramonto. In Te ci è data l’acqua della vita, (Gv 7,37-39) in Te il pane del cielo,(Gv 6,63)

in Te il perdono dei peccati (Gv 20,22)

in Te ci è anticipata e promessa la gioia del secolo a venire. (2Cor 1,22)

Credo in te, unico Dio d’Amore, eterno Amante, eterno Amato, eterna unità e libertà dell’Amore. In te vivo e riposo, donandoti il mio cuore, e chiedendoti di nascondermi in Te (Col 3,3) e di abitare in me. (Gv 14,23) Amen

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Ti prego : degnati di ricevere questo mio cuore vilissimo ed impuro, e di bruciare ogni suo affetto e ogni sua passione nell’ardente fornace del tuo divino amore.

Già nella sua prima invocazione Angela aveva chiesto luce sulle tenebre del suo cuore; entrando sempre più nel segreto del suo cuore aveva percepito la sua miseria, i suoi errori, le tendenze riprovevoli e tante

bruttezze; aveva chiesto sicurezza per gli affetti e i sensi, affinché non avessero a deviare e a distoglierla dalla contemplazione del volto del suo Signore.

Lei sapeva che “Dio non guarda ciò che guarda l’uomo - l’apparenza - ma il cuore. ” (cfr 1Sam 16,7) “Scrutami, o Dio, e vedi il mio cuore”!

Angela ci ha invitato, così, a pregare, a gridare a Lui, ma ora che il suo cuore è stato illuminato, purificato, ora che la conoscenza di sé ha scavato il terreno dell’umiltà nell’esame di coscienza, nella richiesta di perdono, nell’offerta incondizionata … si sente pronta a ripetere più volte il verbo: ”ricevere”. “ Degnati di ricevere questo mio cuore vilissimo ed impuro…”:

Signore Gesù, tutto quello che abbiamo viene da te, tutto è dono tuo, anche il cuore che batte dentro di noi, la vita, il nostro essere più profondo ti appartiene e allora nulla voglio trattenere per me, tutto ti ridono : ricevilo! E Angela inizia così : “Ricevi questo mio cuore”

Quanto è bello questo momento di offerta di Angela! Che piacere poter offrire a qualcuno quello che abbiamo di più caro, come quando lo invitiamo alla nostra tavola e ci incarichiamo della sua felicità durante le ore che egli passerà con noi … curando i dettagli con semplicità ed eleganza femminile.

Diamo, perché possa essere ricevuto, accolto, nella pienezza dell’amicizia! A lei preme il cuore: “… soprattutto si tenga il cuore puro e la coscienza monda da ogni pensiero cattivo, da ogni ombra di invidia e di malevolenza, da ogni discordia e cattivo sospetto e da ogni desiderio cattivo e cattiva volontà …”(Reg IX,7-10) ‘Chi vuole credere ha bisogno di un “cuore docile”1 Re 3,9 - (N.20 Youcat). Papa Benedetto XVI cha commentato così bene la preghiera di Salomone, domenica 24 luglio a Castel Gandolfo :“Che cosa significa questa espressione “cuore docile”? Sappiamo che il cuore nella Bibbia non indica solo una parte del corpo, ma il centro della persona, la sede delle sue intenzioni e dei suoi giudizi. Potremmo dire: la coscienza:”Cuore docile” allora significa una coscienza che sa ascoltare, che è sensibile alla voce della verità, e per questo è capace di discernere il bene dal male …; l’esempio di Salomone vale per ogni uomo (per ognuna di noi); … la vera qualità della nostra vita e della vita sociale dipende dalla retta coscienza di ognuno, dalla capacità di ciascuno e di tutti di riconoscere il bene separandolo dal male, e di cercare pazientemente di attuarlo…”. ” E il comportamento sia giudizioso e modesto …ogni vostro atto e ogni parlare siano onesti e misurati”… sì, sì oppure no, no come Gesù Cristo insegna … non rispondendo superbamente, non restando adirata, non mormorando, non facendo le cose malvolentieri…tutte le parole, gli atti e i comportamenti siano di ammaestramento e di edificazione…avendo sempre nel cuore un’ardente carità…” (Reg IX,12-22)

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E’ il pensiero della salvezza dei suoi fratelli che spinge Angela a offrirsi al “Suo Signore” e

questa salvezza esige la santificazione di ogni membro del Corpo mistico di Cristo. Gesù ha detto: “Per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.”(Gv 17,19) Per Angela il Signore è tutta la sua vita e la sua speranza, cosa desidera per gli altri se non la stessa esperienza di felicità piena? Nell’umiltà del suo cuore, comprende la differenza tra quello che deve offrire e colui al quale viene offerto. Vivendo in pace con tutti e con tutto, intuisce che il suo cuore, a contatto dell’amore divino e immerso in questa fornace ardente sarà trasformato nello stesso amore. ”Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49). S. Angela nella sua generosità non ha reso vano il desiderio di Gesù! Il suo esempio ci spinge a puntare alla stessa altezza e alla stessa profondità.

“Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio”( Ef 3,17-19).

Noi siamo tutte invitate. “…Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze” (Mt 22,9). “…Esci per le strade e lungo

le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia…”(Lc 14,23).

PER L’ADORAZIONE Ripetiamo al Signore, presente davanti a noi, di voler ricevere il nostro cuore e immergerlo nell’ardente fornace del suo divino amore.

“Il cuore di un vero e prudente servo di Dio si umilia ed annienta interiormente la considerazione di sé e il gusto della propria reputazione, perché spera e si aspetta da Dio…”

(1 Rc ,12-13) “Soprattutto siano umili ed affabili. E tutto il loro comportamento, le loro azioni e le loro

parole siano secondo carità, e sopportino ogni cosa con pazienza…”(V Rc,17-18). S. Angela ha sperimentato l’amore di Dio, tanto da illuminare e riscaldare quanti l’avvicinavano: era un SOLE! E per le strade chiamava alle nozze…! Quando sperimentiamo in noi la realtà di Dio, - come lei - lo facciamo per opera dello Spirito Santo. Dio” mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio”(Gal4,6) per colmarci di esso. Invochiamo ripetutamente cantando lo Spirito Santo: Vieni ,vieni spirito d’amore … Ripetiamo interiormente: ” Il nostro cuore non ha pace, finché non riposa in te” (S. Agostino) E con S Angela preghiamo: “ Signore Gesù, desidero prendere una stabile determinazione di sottomettermi totalmente alla tua volontà e con viva e salda fede, ricevere da te ciò che devo operare per amor tuo…e qualunque cosa accada, perseverare costantemente fino alla fine. (cfr Pr. LEG, 22-24). E Tu, ricevi il mio cuore e brucia ogni sua passione e ogni suo affetto nell’ardente fornace del tuo divino amore. Amen

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Ti prego: ricevi il mio libero arbitrio, ogni atto della mia volontà, la quale da sé, infetta com’è dal peccato, non sa discernere il bene dal male. Sant’Angela, a questo punto offre quanto di più prezioso possiede: la propria libertà. Accetta come

Maria, di essere schiava e serva del suo Signore. E, insieme alla libertà, la volontà, una volontà non sempre libera, non sempre capace di vero discernimento. Ritornerà su questo argomento nel capitolo dell’obbedienza “vera abnegazione della propria volontà, la quale è in noi come un tenebroso inferno” e proporrà l’obbedienza stessa come una grande luce. Angela, offrendo quello che ha di più prezioso, vuol rispondere alla chiamata, dono di Dio, sicura di essere esaudita : dice lo Spirito Santo per bocca del profeta Davide: ”Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi”.

L’impegno cristiano è il dono di sé, un dono senza riserve, senza condizioni e lei si dona per essere “bruciata” dall’amore di Dio. Il sacrificio non può essere compiuto dalla creatura se non è consumato dal fuoco dell’Amore. E’ il libero arbitrio, la volontà e poi l’intelligenza e ogni sua facoltà ricevute da Dio, che essa restituisce perché Dio la possegga interamente. Scrive Divo Barsotti: ”Il dono di noi stessi a Dio è solo la condizione perché il peccato si trasformi in grazia, perché la povera natura dell’uomo divenga una sola cosa col Cristo”. “Non si ama, finché si donano le proprie cose, ma quando si dona se stessi… Non puoi amare e donarti a Dio che nell’obbedienza. Nel Vangelo il dono totale di sé nell’amore perfetto esigerà esplicitamente anche l’abnegazione di sé nell’imitazione stessa di Dio. “La sola e vera abnegazione della propria volontà” è l’obbedienza. Dopo che il peccato ha opposto l’uomo a Dio, la volontà propria è divenuta lo stesso “ tenebroso inferno” in cui l’uomo si è chiuso a Dio ed è rimasto nella sua solitudine, nella sua proprietà che è la morte. Invece il dono di sé nell’obbedienza toglie all’uomo ogni altra proprietà tranne l’amore – un amore che è dono concreto e totale di sé a Dio, nell’obbedienza ai comandamenti di Dio, ai precetti della

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Chiesa, al proprio vescovo, al padre spirituale, ai genitori, alle leggi e agli statuti dei governatori dello stato.

La concezione dell’obbedienza di Sant’Angela dice la sua grandezza. Se veramente vogliamo amare Dio di un amore totale bisogna che per sempre rinunziamo alla nostra volontà…L’obbedienza è dovuta a Dio e Dio si fa presente …Dio è dentro di noi…Angela ci chiama a fare un’attenzione delicata alla sua azione segreta nel fondo della nostra anima: ”E soprattutto obbedire ai consigli e all’ispirazione, che di continuo ci detta nel cuore lo Spirito Santo, la cui voce…udiremo…perché lo Spirito Santo è quello il quale insegna a noi ogni verità”. Nella misura in cui ci liberiamo dall’amor proprio e ci rendiamo disponibili alla Volontà divina, la nostra docilità si dilata. Quanto più l’anima procede nell’amore, tanto più la docilità allo Spirito ci fa vivere, perché aderiamo alla volontà di un Dio che ci ha creato e vuole il nostro bene.

Angela obbedirà! E raccomanderà alle sue figlie di praticare la santa obbedienza. Gesù Cristo non è venuto per fare la sua volontà, ma quella del Padre che lo ha mandato (cfr Reg cap VIII). Angela ha sperimentato come l’obbedienza ha illuminato la sua vita, la sua “storia sacra” e ha reso buone e accette a Dio le sue azioni. Era come un sole!

Avendo offerto a Dio la propria volontà, non farà altro che la Sua volontà! Vivrà la parola di Gesù: “…non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”(Gv 5,30).

PER L’ADORAZIONE Leggere dalle nostre Costituzioni i nn 35, 37, 43…e contemplare Gesù eucaristia, il Figlio obbediente al Padre e ripetere :

“Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me ,

purifica il mio cuore, converti le mie infedeltà, accogli la mia libertà e la mia volontà.

Preghiamo: Spirito santo, che insegni a noi ogni verità, aiutami a praticare la santa obbedienza, sola vera abnegazione della mia volontà. Gesù Cristo, che sei venuto in questo mondo non per fare la tua volontà, ma quella del Padre che ti ha mandato, fa che anch’io possa comprendere che l’obbedienza è per me grande luce, che rende buona ed accetta ogni mia azione. La tua Parola, Signore, mi ricorda che è meglio l’obbedienza del sacrificio e, ancora, che ogni cosa mia perché sia buona deve essere fatta sotto l’obbedienza. Sant’Angela, tu che sei stata libera e obbediente, insegnami ancora la graduatoria dell’obbedienza. Voglio obbedire alla Parola di Dio, alla Santa Madre Chiesa. Amen.

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S. Angela continua la sua offerta, sembra un patto d’ amore, una donazione incondizionata … poiché l’ Amatore si merita tutto, proprio tutto : il pensare, il parlare, il fare, quanto si ha e quanto si è.

Lei ha risposto all’interrogativo che Gesù ha posto a Pietro e pone a ciascuno di noi :” Tu mi ami più di queste cose?” Mi preferisci a tutte queste cose? Tu mi ami? E per amore a me, sei disposto a lasciarti condurre anche dove non ti piace, dove non avresti mai voluto andare? “SIGNORE MIO, UNICA VITA E SPERANZA MIA”. Lei vuole essere libera dadadada e libera perperperper.... Libera daldaldaldal peccato, perdonato dalla misericordia divina, libera dalle paure, dalle illusioni, dagli inganni del nemico, da ogni ricerca egoistica, dalle cose vane e mondane, cammina nella luce dello Spirito, con la Parola e in Umiltà. Ed è libera perperperper amare, per fare il bene, per donare tutto, anche il suo sangue, per illuminare le menti … perché tutti siamo stati riscattati a caro prezzo, con prezzo grande, quello del sangue di Cristo.

Angela è la donna in continua conversione che vive con Lui, come Lui insegna, che mette i piedi sulle Sue orme, che lascia stabilire al Signore e alla Sua volontà quello che deve essere e fare.

Per comprendere meglio le parole di Angela, in questa lectio, possiamo riandare ai capitoli della Povertà e Verginità nella sua Regola. Essi ci aiutano a capire come la povertà in Sant’Angela sia tutta in ordine alla libertà di spirito nel distacco interiore del cuore. La verginità è segno di un amore totale, la povertà è la condizione di questo amore. Ci scioglie da tutti i legami, ci assicura la libertà per seguire il Signore. “Meravigliosa Sant’Angela - scrive Divo Barsotti - : lei non parla tanto della povertà effettiva … ma vuole che il distacco interiore sia perfetto. Vuole la libertà del cuore che non conosce, non vede, non ama che Dio”. In Angela c’è dottrina teologica, sapienza psicologica e saggezza di maestra di spirito…! La vera povertà è la povertà di spirito, per la quale l’uomo spoglia il cuore da ogni affetto e speranza di cose create. Deve bastare Dio …Dio rimane la tua sola ricchezza. “Finché l’uomo non svuota il suo cuore, Dio non può riempirlo di Sé. La povertà è il vuoto non solo per quanto riguarda il futuro,

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ma anche per quanto riguarda il passato. Nessun rimpianto o ricordo, nessuna ansia o desiderio. Dio non è nel passato, Dio non è nel futuro: Egli è la Presenza!Egli è la Presenza!Egli è la Presenza!Egli è la Presenza! Lascia a Dio il tuo passato, lascia a Dio il tuo futuro. La tua povertà è vivere nell’atto che vivi, la Presenza pura di Dio che è l’Eternità”. “Quello che fa grande l’uomo è la presenza di Dio nella sua vita. La santità esige la libertà del cuore e uno spogliamento non solo dei beni visibili, ma anche di quelli invisibili. Il vuoto che l’uomo ha fatto in sé di ogni bene terreno, sia esteriore, sia interiore, questo vuoto è immediatamente riempito da Dio … Tutto è dono e deve rimanere dono, senza divenire proprietà …” “Da una parte la povertà di spirito è condizione all’amore, dall’altra è l’amore che cresce, che ci fa consapevoli di quei limiti che poniamo all’amore di Dio nell’attaccamento a noi stessi, alle cose nostre, alla stima degli altri, agli affetti, al nostro passato, al nostro futuro. Dio ci farà capire via via che cresceremo nell’amore. La luce della lampada si estingue, se non si rifornisce continuamente di olio. E’ l’olio che nutre la lampada, perché sia sempre viva nella sua luce, è il distacco interiore … un distacco sempre più puro da noi stessi, dalle cose e dagli uomini.”

“Nel capitolo della verginità sant’Angela parla di non far mormorazioni e soprattutto esorta alla gioia: la verginità è liberazione dalla gelosia, dall’invidia, è pienezza di amore. Gli altri non suscitano in te pensieri e sentimenti contrari. La mormorazione, la tristezza sono reazioni dell’orgoglio ferito. La verginità come segno di amore perfetto spoglia da ogni risentimento, spoglia da ogni invidia e gelosia, assicura la pace, dona la gioia. Angela sa, per esperienza sua propria, che la verginità è liberazione da ogni mancanza di amore e sa che nell’amore, l’anima è beata …”.

Ecco perché Angela ci invita ad offrire tutto al Signore: ogni pensare, parlare ed operare … ogni cosa interiore ed esteriore … La verginità è il carisma dell’amore indiviso: tutte le potenze dell’uomo si ordinano nella verginità all’unico amore. L’unione di amore con Dio ci deve colmare, deve realizzare l’unità del nostro essere, e l’unità del nostro essere si può consumare soltanto quando anima e corpo sono consumati da una medesima fiamma:” Il mio cuore e la mia anima esultano nel Dio vivente”.

PER L’ADORAZIONEPER L’ADORAZIONEPER L’ADORAZIONEPER L’ADORAZIONE

Rileggere i capitoli della Povertà e della Verginità nella Regola di S. Angela, e pregare perché il nostro Amatore ci ottenga un’ardente carità:

Gesù Cristo, unico mio tesoro, aiutami a conservare la sacra Verginità. Volontariamente e con gioia, ti faccio dono del mio cuore. Con Te, unico mio Tesoro, sono sposa e regina, signora di tutti i beni. Mi hai eletta sposa dell’Altissimo … fa che il mio comportamento sia degno di questa chiamata. Aiutami a mantenere puro il mio cuore e la coscienza monda da ogni pensiero cattivo - ti offro il mio pensare - , da ogni ombra di invidia e di malevolenza, da ogni discordia e cattivo sospetto e da ogni altro desiderio cattivo e cattiva volontà. Fa che il mio comportamento e le mie relazioni siano giudiziose e modeste – ti offro il mio operare -, guidate da semplicità, sincerità, umiltà, entusiasmo, carità. Fa, che tutte le mie parole, i miei atti e i miei comportamenti siano sempre di ammaestramento e di edificazione per chi avrà a che fare con me. Concedimi un’ardente carità! Concedimi un’ardente carità! Concedimi un’ardente carità! Concedimi un’ardente carità! AmenAmenAmenAmen

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Angela ha donato tutto a sua Divina Maestà, questa possibilità di donazione è ancora un dono Suo. “Il dono di noi stessi a Dio è solo la condizione perché il peccato si trasformi in grazia, perché la povera natura dell’uomo divenga una sola cosa col Cristo. Egli ti riceve nella misura in cui ti trasforma. La preghiera che ha avuto inizio nel sentimento terribile del peccato, della lontananza da Dio, finisce in una consacrazione all’amore. Questa è la preghiera di Angela”, scrive D. Barsotti.

Tra il sentimento vivo della trascendenza e santità di Dio e il nulla dell’uomo c’è il ponte della misericordia che unisce i due estremi, c’è il sangue di Cristo, il dono che il Padre ha fatto del Figlio suo, lo Sposo dell’anima orante. Il Signore Gesù, Maestro di vita nuova, guarisce il cuore, nel quale si nascondono facilmente invidie, gelosie, mormorazioni, divisioni …; Gesù curando il cuore di Angela – come vuol fare di ognuno di noi - ha trasformato i suoi desideri: “Una cosa sola io cerco, questa soltanto desidero: abitare tutti i giorni della mia vita nella sua casa”. Ecco la sposa dell’Apocalisse, immagine allo stesso tempo sia della comunità cristiana sia dell’anima singola: essa si adorna per il suo Sposo e vive di un desiderio forte che si fa grido, non solo del cuore e dello spirito, ma della voce: ”Vieni Signore Gesù, mia unica Vita e Speranza”!

Angela ha fatto l’offerta totale di sé. Il sacrificio è vero, è genuino, se esprime quello che significa e cioè che la tua vita torna ad appartenere al Signore. Angela lo ha compreso, sa che tra lei e Dio c’è

un abisso, perché siamo creature e abbiamo peccato … Deve essere Dio a prendere l’iniziativa, e Lui l’ha presa in Gesù e con Gesù, unica Via, Verità e Vita; l’Agnello che ha offerto Se stesso per la salvezza del mondo. Ora Lui e Lei, Lui e noi, facciamo il Corpo totale di Cristo. Ora è questo Corpo totale che si offre al Signore. Ora “in” Cristo, entrati con la nostra vita nella storia della salvezza, diventiamo anche noi, nel corpo e nell’anima, sacrificio gradito a Dio.

Angela invita anche noi a farlo! “Ascolta, tu amerai Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutti i tuoi beni, e amerai il prossimo tuo come te stesso”. Questa è la sintesi di tutti i sacrifici, dell’offerta totale di noi stessi. Il sacrificio della nostra volontà per far spazio alla volontà di Dio in noi, costituisce tutta l’opera di Gesù, è sottolineata nei Vangeli e verrà codificata nelle Regole dei Santi. S. Angela ci invita all’obbedienza che è nell’uomo come una grande luce, che rende buona ed accetta ogni sua azione … ogni cosa nostra, perché sia buona, deve essere fatta sotto l’obbedienza … (cfr. Rg VIII, 4.6)

Amare Dio con tutto noi stessi e fare in tutto la volontà di Dio significa non appartenersi più, non essere più proprietà di nessuno che non sia il Signore.

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“Ogni culto termina nell’offerta. La preghiera di Angela, una volta resa tale da potersi offrire a Dio, diviene l’offerta con lei di tutti gli uomini, anzi del mondo…e l’offerta ora non è che l’offerta di Cristo. Come dice sant’Agostino: “La vita del mondo termina in un sacrificio per il quale l’umanità, divenuta un solo Cristo, si offre ed è offerta al Padre…” ”( Divo Barsotti – cfr La Spiritualità di S. Angela Merici).

Anche noi, come S. Angela dobbiamo essere persone vinte dall’amore di Dio: l’amore gratuito inviato su di noi dal Padre, attraverso il Figlio, nella potenza dello Spirito Santo. Da questa esperienza sgorgherà dal nostro cuore la convinzione su cui fondare tutta la nostra vita e la nostra preghiera, la convinzione di essere “figli” che possono rivolgersi a Dio dicendo :“Abba, Padre”, sapendosi da lui amati.

Come per Angela , anche per noi “la preghiera non sarà nient’altro che una risposta a questo amore, capace di tradursi nella responsabilità di una vita spesa totalmente per Dio e per gli uomini…la nostra preghiera resterà sempre una lotta per giungere ad amare di più e meglio chi vive accanto a noi, giorno dopo giorno… saremo da Lui giudicati sull’amore: l’amore che avremo saputo accogliere e donare…” ( cfr. Enzo Bianchi – Perché pregare, come pregare).

La nostra Madre è la donna dal grande cuore e dal grande desiderio e vuole per tutte la grazia di “un cuore grande e pieno di desiderio” (cfr. Rg pr, 32). Siamo pieni di desideri, perché siamo amore ad immagine e somiglianza di Dio, ma il peccato ha pervertito e perverte il desiderio. Il maligno ha convinto e ci convince che Dio non è amore, che non dobbiamo fidarci di Lui, che non dobbiamo obbedirgli per essere felici e allora noi non desideriamo essere quello che siamo: persone limitate , figli…; così invece di avere Dio nel centro della nostra vita abbiamo il nulla e a volte il vuoto… perchè senza Dio l’uomo tenta di riempirsi con tutto ciò che non è Dio: piaceri, soldi, beni, successo, lavoro, affetti…! E i suoi desideri diventano violenti! Così scompare l’ordine della creazione nella quale Dio ha creato “separando”, ordinando e disponendo ruoli diversi…!

Abbiamo sperimentato in questo tempo, con l’aiuto delle parole di Angela, che il Signore vuole il nostro vero bene e che Gesù è venuto e viene a curare e a guarire il nostro cuore questo “vilissimo ed impuro cuore”(cfr Rg V,36), dal quale nascono invidie, malevolenze, pensieri e desideri cattivi, mormorazioni, ira…(cfr Rg IX). Una volta curato il nostro cuore, almeno in parte, esso ritorna ai buoni desideri e desideriamo stare con il Signore e nella sua casa tutti i giorni della nostra vita. Il Signore allora promette subito che “esaudirà i desideri del nostro cuore”.

Nella liturgia della Grande Veglia Pasquale si prega perché si accenda in noi il

desiderio del cielo; e S. Angela: “Beati sono coloro ai quali Dio avrà ispirato nel cuore la luce di verità e avrà dato la voglia di desiderare la loro patria celeste; e che poi cercheranno di conservare dentro di sé tale voce di verità e tale buon desiderio.”(cfr Rg pr, 12)Che il Signore curando il nostro cuore, trasformi anche i nostri desideri! Dice S. Agostino: “Il desiderio prega sempre, anche se la lingua tace. Se tu desideri sempre, tu preghi sempre. Quand’è che la preghiera sonnecchia? Quando si raffredda il desiderio”(Discorsi 80,7). PER L’ADORAZIONE La preghiera è il nostro desiderio di amore. Chiediamo al Signore Gesù, nostro Amatore (nell’adorazione silenziosa), di “vivere come si richiede alle vere spose dell’Altissimo”, di “comportarci virilmente, come santa Giuditta” e di stare “attente con cuore grande e pieno di desiderio” (cfr. Rg pr, 23.30.32). PREGHIAMO: “Infiamma il mio cuore nel tuo amore, fa che io desideri i beni celesti. Rendimi forte e lieta nell’essere e nel fare”.

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Siamo arrivati all’ultima lectio! Angela ci ha condotti per mano offrendoci il suo modo di parlare con Dio “ nel segreto del proprio cuore”. Ci ha invitati ad esercitarci ogni giorno, dando così avvio all’orazione mentale per contemplare il volto di Gesù suo e nostro Amatore.

Nel libro” Angela Merici” M.T.S pag 134-135, a proposito della vita di preghiera della nostra madre Angela si legge: “Antonio Romano… riesce a cogliere nella vita spirituale di Lei il segreto delle sue certezze e della sua ascesi coraggiosa: “non è meraviglia s’ella faceva tant’aspra vita et lodava così caldamente la verginità, la castità, i digiuni … poiché si comunicava tutti quei dì che poteva, stando al Sacramento più hore della mattina ad udire le messe”. Questa donna, “haveva più tosto del divino che dell’ humano “…”perché era di pochissimo sonno è da credere che la maggior parte della notte facesse orationi, contemplando, speculando quelle cose divine che a pochissime persone sono concesse”, disse al “Processo” Agostino Gallo. Egli aveva percepito in Angela una tensione ininterrotta del suo spirito verso l’incontro con Dio.

Quanto Lei prescrive ai membri della Compagnia e le motivazioni che le accompagnano “tradiscono una consumata esperienza, frutto di una consuetudine prolungata … Madre e maestra delle sue discepole, Angela non poteva non averle precedute, e doveva accompagnarsi a loro, nella pratica di quell’intensa vita di preghiera che aveva loro proposta …”. Angela ha offerto tutto, è consapevole della sua indegnità - lo ha ripetuto diverse volte - sa che “il peccato è odiato dal Padre e contrista il cuore di Cristo, perché è stato la causa della croce e delle sofferenze terribili che il Signore ha sopportato senza nessuna pietà da parte degli uomini; come pure ha sperimentato che non appena il peccatore si presenta dinanzi a Dio Padre, tenendosi saldo alla croce e innalzando suppliche nel nome del sangue di Cristo, il suo peccato gli è rimesso, la sua condanna cessa di pesare su di lui ed egli non è più maledetto…”Presentati a Cristo nell’atteggiamento del peccatore cosciente della propria miseria, a capo chino, battendoti il petto…, ma con la certezza di essere accolto e perdonato da Cristo, a motivo della sua grande compassione…”(cfr Matta el Meskin -Consigli per la preghiera – Qiqayon). Angela ha offerto tutto, e chiede al suo Signore di riceverlo. Non desidera che vivere l’unione con Dio e vuol realizzare quello che Dio ci ha detto fin dall’inizio: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze”.

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E’ questo il nostro impegno, è questo l’impegno di tutti. Per questo non solo a coloro che emettono i voti, i consacrati, ma anche a tutti i battezzati viene proclamato il precetto dell’amore totale: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore …”. “Si fa presto a dire che si deve amare Dio con tutto il cuore, ma questo Dio è invisibile, inconoscibile, inaccessibile all’uomo, come è possibile amarlo? Ma Dio s’è fatto uomo e vive con noi. Il mistero cristiano è il mistero di una presenza reale alla quale non possiamo sottrarci mai perché tutte le cose, tutte le creature, tutti gli avvenimenti non sono altro che un segno di questa presenza di amore.” La nostra unione, ci dice la parola di Dio, è con il Cristo.

“Apriamo gli occhi per vedere Gesù, apriamo gli occhi per vivere questo contatto con Dio fatto uomo, e vivente, e reale, e presente per ciascuno di noi”. La nostra vita esige, nella fedeltà, proprio questo aprirsi degli occhi alla presenza del Cristo Signore ; Angela chiede sempre luce al Signore, per essere illuminata e non essere distolta dal luminosissimo Suo Volto! Saremo sempre incapaci di vivere l’adesione a Dio che non ha un volto …! Noi siamo poveri uomini, e soltanto se Dio si fa vicino a noi in una umanità simile alla nostra, noi possiamo legarci a lui, donarci a lui pienamente, non soltanto in un atto interiore di adesione, ma in un atto di tutta l’anima, di tutto l’essere nostro, come la Maddalena che si abbandona ai piedi del divino Maestro e offre tutta la sua vita, tutto l’essere suo a Gesù. (cfr D. Barsotti – Dio è misericordia ).

La preghiera è un dono, e deve essere la nostra risposta prioritaria all’ iniziativa gratuita di Dio di farci entrare in relazione con Lui; essa è accoglienza e riconoscimento, tramite l’ascolto della Parola e il discernimento nello Spirito Santo, di una Presenza che è in noi anteriormente a ogni nostro sforzo; è un decentramento del proprio “io” per lasciare che l’ “Io” di Cristo dispieghi la sua vita in noi. (cfr. Gal 2, 20 – E. Bianchi - Perché pregare, ed. S. Paolo). Angela ha colto questa Presenza, ha vissuto l’Alleanza col suo Sposo Gesù, ha sperimentato l’Unione col Cristo nella fede e nell’amore.

Nell’unione con Cristo diventiamo un solo corpo e un solo spirito con Lui e in lui possiamo dire:”Abbà, Padre”! Dicono le nostre Costituzione al n.59 che la “nostra preghiera personale è un incontro privilegiato con Colui che dimora nel più profondo del nostro cuore, ed è prima di tutto, la preghiera dello Spirito di Gesù che in noi grida: ”Abbà, Padre!” Come pure costituisce “la nostra maniera particolare di renderci attente allo Spirito per conformare ai suoi richiami la nostra vita quotidiana”. Tutta la vita di Angela è diventata questa aspirazione: ”Abbà”! Perché è stata uno con il Figlio di Dio. L’unione nuziale, per Lei, è stata questo ascendere del suo spirito nella luce di Dio, il vivere l’adozione filiale nella glorificazione del Padre.

“L’eterna benedizione sia sopra tutte voi, concessa da Dio Onnipotente, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen ( Pr Lg 3)

Ogni volta che ci mettiamo dinanzi a Cristo - e Angela ci invita a questo - per pregare con fervore nella supplica, la nostra volontà incontra quella di Cristo e ottiene misericordia. Solo nella preghiera Cristo può raggiungerci e manifestarci la sua volontà e darci grazia. Cristo attende e desidera la nostra preghiera: “Ecco sto alla porta e busso” (Ap 3,20). Scrive la nostra Madre nella Regola al cap VI, 7: “Se vorranno pregare a lungo, si chiudano nella loro camera, e là preghino come e quanto lo Spirito e la coscienza detteranno”.

“Quando Dio ti chiede di chiudere la porta, vuol ricordarti di separare l’attività esterna alla tua camera dall’attività interna che riguarda il tuo cuore, i sensi e le persone” ( cfr. M. el Meskin).

Chiediamo alla nostra Madre che ci aiuti a chiudere la porta … a purificare il nostro cuore, i nostri sensi, le nostre relazioni, in modo che tutto concorra all’armonia della nostra crescita spirituale. “Con l’orazione si impetra da Dio la grazia della vita spirituale”(Rg V).

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Per contemplare il volto luminosissimo del Signore ci vuole: • Purezza di Cuore : affetti e sensi sicuri

• Luce dello Spirito - Discernimento

• Consapevolezza e conoscenza della propria miseria: i peccati, gli errori, le lentezze nel servizio, le disobbedienze, le offese, le tendenze riprovevoli …

• Umiltà, dolore del peccato, confessione, perdono nella misericordia di Dio

• Per mezzo della Passione, il Sangue e il Nome di Gesù Cristo

• Tempo per la penitenza: giorno e notte, andando, stando, operando, pensando … ( nel segreto del proprio cuore esercitarsi ogni giorno in questo modo …)

• Chiedere perdono per i peccati del padre, della madre, dei parenti, degli amici, del mondo intero …

• Prontezza a spezzare il cuore, a versare il proprio sangue per la salvezza delle anime

• Con la FEDE nel Signore, unica Vita e Speranza: OFFERTA del cuore, della libertà, della volontà, di ogni cosa interiore ed esteriore, il pensare, il parlare, l’operare, perché tutto sia accolto e bruciato dall’Amore divino, ed essere vera ed intatta “Sposa eletta del Figliol di Dio”.

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Vogliamo cantare un canto nuovo alla fine di questo itinerario di lectio divina in compagnia di S. Angela, nostra Madre e maestra, come coloro che Cristo si è acquistato !

Vogliamo rompere il vasetto di nardo e spandere tra noi il profumo prezioso della comunicazione nella fede e trasmettere vicendevolmente l’abbondanza dei doni che lo Spirito ha offerto e offre a ciascuna nell’ascolto della Parola e nella contemplazione.

Vogliamo anche noi entrare nella grande generazione degli oranti di tutti i secoli … con la chiave interpretativa dell’AMORE. L’Amore di Cristo, che sorpassa ogni conoscenza e sfonda in lunghezza e larghezza e in profondità tutti gli ambiti, tutti gli schemi.

Vogliamo continuare ad apprendere una lingua nuova, la lingua di Dio, diversissima dalla nostra, con la quale possiamo davvero parlare e avere un linguaggio vero. La fede porta ad esprimerci in autenticità.

Il Signore parla la lingua dell’amore, del dono di Sé fino alla fine. Noi invece tante volte, parliamo la lingua dell’egoismo, della paura, del sospetto … la lingua di Dio è “spirituale”, la nostra carnale. Lui parla il linguaggio del donarsi, noi del pretendere. Se non impariamo la sua lingua, non comprendiamo nulla di Dio, come non possono capirsi due che si incontrano, ma uno parla soltanto italiano e l’altro soltanto cinese! Allora ci domandiamo: in che modo possiamo imparare la lingua di Dio? Abbiamo imparato tanto in questo tempo di lectio divina! ”La Parola di Dio e la Preghiera di S. Angela ce ne hanno insegnato la maniera: “nel cuore un’ardente carità” (Rg cap IX) per poter rinnegare se stessi, per detestare ciò che il peccato ci ha fatto diventare e tornare ad essere, ogni giorno di più, quello che eravamo nel pensiero di Dio cioè figli suoi, partecipi della sua natura, chiamati alla comunione con Lui. Parlando la lingua di Dio che è Amore, noi impariamo a parlare senza mentire, senza violenza, senza malevolenza …

Dio parla anche la lingua della storia. Il Signore entra infatti nella storia dell’uomo: si fa uomo Egli stesso, crea una storia di salvezza dentro la confusione dei nostri fatti. Così Angela, nei suoi tempi “pestiferi”, non è scappata, ma ha ascoltato lo Spirito e ha risposto. La nostra lingua invece, a volte, è quella dei sogni, delle illusioni e tenendo la mente e il cuore immersi in ciò che vorremmo diventare, non parliamo la lingua della nostra storia, del nostro tempo…

Dobbiamo acquisire una mentalità di fede, quella che S. Angela aveva e che desidera da noi. Entrare nella fede vuol dire parlare la lingua della nostra storia, vivere la storia che Dio ci dà. Nella Bibbia si narra la storia che Dio fa con il suo popolo raccontandoci la fedeltà di Dio e l’infedeltà del popolo, le grazie di Dio e i peccati del popolo, proprio come la nostra storia! Chiediamo a Dio il dono di imparare, oggi, la lingua della nostra storia, chiedendoci: che religiosa sono io, che donna o che uomo sei tu? Perché Dio ci ha donato quelle grazie, quella comunità, quella famiglia, e ha permesso quelle ferite… quegli avvenimenti…?!

“Abbiate speranza e ferma fede in Dio: Lui vi aiuterà in ogni cosa…pregatelo, umiliatevi sotto la sua grande potenza, perché senza dubbio, avendovi affidato tale impresa,vi darà anche le forze per poterla eseguire, purché non si manchi da parte vostra … gridate a Lui col vostro cuore e vedrete senza dubbio cose mirabili, dirigendo tutto a LODE e GLORA della SUA MAESTA’ e al BENE delle ANIME.” (Pr Rc,15-18)