compito di realtÀ
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COMPITO DI REALTÀE INCLUSIONE
prof.ssa Delia Serafino
RINNOVARE LA DIDATTICA CON L’EDUCAZIONE CIVICA
Istituto Statale di Istruzione Superiore «L. Pacioli»
“Non c'è ingiustizia più
grande che fare parti
uguali tra disuguali
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Don Lorenzo Milani
Parole e
Pensieri
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ Le parole di don Milani che avete appena letto introducono nel modo più semplice, chiaro e diretto quello che
è l’aspetto fondamentale nel problema dell’inclusione: la personalizzazione degli obiettivi, delle metodologie e
degli strumenti di valutazione. Se noi individuiamo per tutti gli stessi obiettivi, le stesse metodologie e lo stesso
metro di giudizio, probabilmente faremo un uso sbagliato del principio di uguaglianza, perché educheremo,
insegneremo e valuteremo senza considerare le inevitabili differenze che vi sono tra gli studenti.
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VIVERE LA SCUOLA IN UNA DIMENSIONE INCLUSIVA
Trattare tutti in modo uguale, quindi può forse
sembrarci giusto da un punto di vista oggettivo.
E invece non lo è sempre e necessariamente,
semplicemente perché gli alunni sono diversi!
La sfida dell’inclusione, dunque, è quella di
superare l’uguaglianza pura e semplice, per
realizzare piuttosto l’equità!
UGUAGLIANZA EQUITÀ
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
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CONSOLIDARE IL SENSO DI CITTADINANZA
PROMUOVERE L’INCLUSIONE SCOLASTICA
▰ La promozione delle competenze di cittadinanza costituisce ormai una tematica
ricorrente del lavoro scolastico, per tutti gli indirizzi e i gradi della scuola. Esiste un
nesso naturale tra le competenze di cittadinanza e l’attività inclusiva della scuola.
▰ L’importanza delle competenze di cittadinanza viene considerata da diversi importanti
documenti normativi, sia a livello nazionale che a livello internazionale. In particolare
L’Unione Europea ha individuato le otto competenze chiave per l’apprendimento
permanente. A livello nazionale, recentemente, la legge 92/2019 a partire da quest’
anno ha finalmente introdotto una sperimentazione triennale sull’insegnamento delle
competenze di cittadinanza, riservando ad esse almeno 33 ore nel monte ore annuale.
▰ Nel 2015 le Nazioni Unite hanno inoltre varato un programma globale per lo sviluppo
sostenibile, evidenziando, fra i principali traguardi, proprio il diritto all’istruzione.
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▰ Tutti gli obiettivi dell’Agenda 2030 ONU, riguardando essi lo
sviluppo sostenibile, hanno chiaramente una valenza inclusiva.
Tuttavia tra questi ce n’è uno, il quarto, che riguarda più
direttamente la missione della scuola e i problemi dell’inclusione
sociale. Il diritto all’istruzione, a livello globale, è anche il migliore
strumento per ridurre le diseguaglianze socioeconomiche.
▰ Educazione, istruzione e formazione sono fattori che concorrono a
rendere più consapevoli le persone delle risorse dei propri territori
e forniscono loro quegli strumenti che consentono di gestirle con
senso di responsabilità, prendendosene cura senza abusi e
sprechi.5
Obiettivo N.4: UN’EDUCAZIONE DI QUALITÀ
Obiettivo n.10: RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE
▰ Vi è dunque un evidente nesso, a livello globale, tra l’accesso
all’istruzione e la tutela delle persone rispetto alle diseguaglianze
socioeconomiche. Attualmente, almeno 103 milioni di giovani
sono ancora privi di un’istruzione di base o subiscono forme di
analfabetismo di ritorno e di questi il 60% sono donne. Per
realizzare i principi dello sviluppo sostenibile occorre realizzare un
sistema educativo più inclusivo. Occorre che una parte del tempo
dei ragazzi sia investita nell’istruzione. Una buona istruzione di
base è la migliore protezione contro ogni forma di sfruttamento!
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SOSTENIBILITÀ SOCIALE E DIRITTO ALL’ISTRUZIONE
L’INCLUSIONE SCOLASTICA È UN OBIETTIVO GLOBALE!
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▰ Le competenze di cittadinanza sono dotate intrinsecamente di un rilevante
potenziale inclusivo. Il loro conseguimento, tuttavia, diventa oggettivamente
più difficoltoso per gli alunni che hanno ritardi cognitivi o difficoltà
relazionali o altre forme di disagio socio-culturale. Per questi motivi
introduciamo il tema che è oggetto di questo intervento sottolineando il
nesso inevitabile che intercorre tra lo strumento delle competenze di base e
la finalità della realizzazione di un senso di cittadinanza attiva e responsabile.
▰ L’orizzonte di riferimento, per questo aspetto, è costituito dalla promozione
dell’autonomia personale, al fine di aiutare i ragazzi a conseguire quelle
abilità e competenze che consentano loro di agire in maniera attiva e
partecipata all’interno della società ed in un contesto di diritti.7
IL POTENZIALE INCLUSIVO DELLE
COMPETENZE DI CITTADINANZA
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ Lo scopo di questo intervento, perciò, è quello di stimolare una riflessione sul
ruolo inclusivo del docente, e particolarmente su quello del docente di sostegno,
analizzando gli ostacoli principali che possono impedire il pieno conseguimento
delle competenze di cittadinanza nonché tentare di proporre strategie didattiche
che consentano di compensarli o superarli efficacemente.
▰ Una prima difficoltà, evidente soprattutto rispetto alle discipline di tipo tecnico
ed ai saperi del campo economico e giuridico, risiede obiettivamente nell’uso del
linguaggio, inteso come madrelingua, lingua straniera o lessico tecnico.
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RITARDI COGNITIVI E COMPETENZE DI CITTADINANZA:
RIFLESSIONE SUL RUOLO DEL DOCENTE DI SOSTEGNO
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▰ Il linguaggio può essere considerato come una sorta di porta di accesso
al percorso dell’apprendimento. Un utilizzo incerto o difficoltoso del
linguaggio può costituire un serio ostacolo nella relazione didattica e
rispetto al successo scolastico.
▰ Il linguaggio è una forma distintiva dell’intelligenza umana. Alcuni
studiosi ritengono che la lingua riesca a condizionare il nostro modo di
pensare: una lingua ricca dal punto di vista semantico corrisponde
inevitabilmente ad una maggiore ricchezza di pensiero; quando la lingua
si impoverisce, si depaupera anche la nostra capienza emotiva ed
intellettuale intesa come attitudine a controllare noi stessi, a
relazionarci con gli altri, a esprimere i nostri sentimenti e a leggere
quelli degli altri nell’ambito di una socialità aperta. 9
IL POTENZIALE INCLUSIVO DEL LINGUAGGIO:
RAPPORTO TRA PAROLE, LINGUA ED EMOZIONI
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
?!
▰ Quando non esistono termini in grado di esprimere determinate emozioni o
determinati concetti, quelle emozioni restano inespresse e i concetti
scompaiono: si crea così un inevitabile senso di frustrazione perché il
linguaggio non è solo un mezzo di relazione ma è anche una valvola di sfogo
per i nostri sentimenti!
▰ La lingua italiana, intesa come strumento di accesso a tutti gli altri saperi,
con la sua varietà e ricchezza ha un potenziale enorme per l’esplorazione del
mondo e l’organizzazione del pensiero e delle relazioni interpersonali.
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IL POTENZIALE INCLUSIVO DEL LINGUAGGIO:
RAPPORTO TRA PAROLE, LINGUA ED EMOZIONI
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE emozioniparole ed
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EDUCAZIONE LINGUISTICA: IL COMPITO DELLA SCUOLA
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▰ Intesa in tal senso l’educazione linguistica è un compito di tutti i
docenti, in quanto un uso corretto della lingua consente di
contrastare forme di marginalità culturale, esclusione sociale e
analfabetismo di ritorno.
▰ L’attitudine di ciascuna persona ad esprimersi e ad intendere un
Italiano corretto non può mai, purtroppo, essere data per scontata!
Le carenze linguistiche, invece, possono penalizzare pesantemente
la vita delle persone nelle loro relazioni interpersonali e nella
considerazione sociale che riceveranno.
le giuste parole
▰ Nella scuola, poi, c’è il problema della microlingua, ossia la
complessa questione della familiarità con quel lessico tecnico
specifico che caratterizza ciascuna disciplina.
▰ Compito di tutti gli insegnanti, e particolarmente dell’insegnante di
sostegno, è quello di promuovere, di favorire, una semplificazione
nella comunicazione, aiutando gli alunni più fragili nella costruzione
di un glossario elementare per salvaguardare la comprensione, da
parte loro, dei nuclei concettuali essenziali delle varie discipline.
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EDUCAZIONE LINGUISTICA: IL COMPITO DELLA SCUOLA
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ Ai fini di una didattica inclusiva molto spazio va giustamente dedicato anche
all’individuazione delle competenze di base. In questo ambito il lavoro del
docente di sostegno richiede un costante confronto con i colleghi delle varie
discipline. È necessario che, a livello di dipartimento di discipline affini, nelle
riunioni per materie ed infine nei piani di lavoro dei singoli docenti siano
esplicitati gli obiettivi didattici distinguendo, tra le competenze, quel nucleo di
saperi essenziali che diventa parametro indispensabile nella verifica del
conseguimento degli obiettivi minimi da parte degli alunni.
▰ La ricetta per una didattica efficace, a tal fine, consiste certamente in una
buona programmazione, intesa come chiara individuazione degli obiettivi
didattici e dalla loro conseguente socializzazione nell’ambito del lavoro dei
Consigli di Classe. 13
SAPERI MINIMI E COMPETENZE DI BASE:
AVERE CHIARI GLI OBIETTIVI DIDATTICI
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▰ L’ostacolo maggiore, tuttavia, consiste probabilmente nella difficoltà di
veicolare l’apprendimento delle competenze di cittadinanza a partire dal
concetto di “regola” o di “norma” inteso in senso formale.
▰ Noi viviamo in una società complessa e organizzata, caratterizzata dalla
presenza di norme o regole che vanno a ordinare rigidamente le relazioni
interpersonali e che spesso, a torto o a ragione, tendono ad essere
rifiutate perché percepite soprattutto come limiti alla libertà personale o
come vincoli calati dall’alto.
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DARE CONCRETEZZA AI CONCETTI PER
VIVERE ESPERIENZE DI CITTADINANZA
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ L’interiorizzazione delle regole e delle norme, soprattutto quando ci
si rivolge ad alunni appartenenti alla macroarea dei bisogni speciali,
è oltremodo difficoltosa se si intende seguire un metodo deduttivo,
se cioè il punto di partenza è il precetto astratto, inteso come
indicazione pura e semplice di ciò che è corretto fare o di come ci si
deve comportare. Il discorso cambia significativamente, invece, se la
condivisione delle competenze di cittadinanza viene proposta
induttivamente, riflettendo su comportamenti alternativi e sulle loro
conseguenze, nell’ambito di situazioni concrete.
▰ Ed è per l’appunto questa la direzione che noi intendiamo seguire.
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DARE CONCRETEZZA AI CONCETTI PER
VIVERE ESPERIENZE DI CITTADINANZA
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
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COMPETENZE DI CITTADINANZA E DIDATTICA INCLUSIVA:
DAGLI OSTACOLI ALLA PROPOSTA DI UNA STRATEGIA
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ abbiamo evidenziato, in premessa, il potenziale intrinsecamente inclusivo delle
competenze di cittadinanza;
▰ abbiamo sviluppato una riflessione sulla necessità di organizzare il processo di
apprendimento, rendendo espliciti, per ciascuna area disciplinare, i saperi
essenziali e i nuclei concettuali fondamentali dell’insegnamento;
▰ abbiamo, infine, considerato che la natura tecnica del linguaggio e la tipologia
astratta dei concetti possono costituire dei seri ostacoli al processo di
apprendimento, specialmente quando i destinatari sono alunni con bisogni
educativi speciali.
PROPOSTE DI LAVORODIDATTICA E COMPITI DI REALTÀ PER VIVERE ESPERIENZE DI CITTADINANZA
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Laboratorio
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PROPOSTA DI LAVORO: COSTRUIRE INSIEME LE REGOLE!
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ Chiameremo la nostra PRIMA PROPOSTA di lavoro il PARLAMENTO … in CLASSE!
▰ Il nostro è quello di passare da un approccio passivo e acritico allo studio delle regole:
«si deve fare così (e basta!)» ad un metodo che abbia invece come obiettivo quello di
creare le norme insieme, socializzando le loro finalità. L’insegnante, quindi, non detta le
norme, ma guida i ragazzi a scriverle insieme. I comportamenti corretti non sono posti
unilateralmente da un’autorità superiore, ma sono concordati tra gli alunni, discutendo
e decidendo in modo democratico per individuare quelle regole di condotta che
sembrano più consone alle esigenze di una serena convivenza.
▰ Le metodologie fondamentali per il buon esito del lavoro in questo caso sono il
BRAINSTORMING ed il DEBATE. Gli alunni sono incoraggiati a esprimere le proprie idee
e a confrontarsi con gli altri argomentandole. La morale è sempre la stessa: le regole non
sono un limite alla libertà, in democrazia le regole si scrivono (e si cambiano) insieme!
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COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONEIl nostro
regolamento:
Art.1il PARLAMENTO --- in CLASSE!
Proposta di lavoro:
ROLE PLAYING in classe
per vivere un’esperienza nella
CREAZIONE DELLE NORME
Rispetto tutti e
Sarò rispettato!
Art.4
Ognuno è speciale
Tutti siamo uguali!
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DOPO IL COMPITO DI REALTÀ: RISORSE UTILI DAL WEB PER
LE COMPETENZE IN TEMA DI LEGALITÀ E CITTADINANZA
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ L’Associazione Sulleregole propone un Kit rivolto agli insegnanti. Tale strumento offrespunti sui temi della cittadinanza e della legalità declinando argomenti ed esercizi inmaniera differenziata per la scuola primaria, la secondaria di primo e la secondaria disecondo grado. Il kit è diviso in due parti. La prima, teorica, è costituita da un ipertestoche espone i concetti chiave del pensiero di Gherardo Colombo e dell’AssociazioneSulleregole. Cliccando su alcune parole-chiave, indicate in grassetto, si possono aprirelink per accedere ad altri concetti e approfondimenti. La seconda, destinata a percorsididattici strutturati, si compone di una sezione metodologica, nella quale sono spiegatilo sfondo pedagogico e i sistemi educativi coerenti con una visione democratica eorizzontale dell’educazione e di una sezione didattica, con schede di lavoro.
https://www.sulleregole.it/kit-didattico/
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PROPOSTA DI LAVORO: IL BILANCIO FAMILIARE, PER
FARE SCELTE ECONOMICHE COERENTI E RESPONSABILI
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ Chiameremo la SECONDA PROPOSTA di lavoro il BILANCIO … in EQUILIBRIO!
▰ Ci servono solo dei post-it e dei pennarelli colorati. Scriviamo su foglietti di colori
diversi: RISORSE e OPPORTUNITÀ, BISOGNI e DESIDERI, SPESE e IMPREVISTI.
Raccogliamo i foglietti per colore e sorteggiamone tre per ogni turno. Facciamo le
nostre scelte, confrontiamole e riflettiamo sulle loro possibili conseguenze. A
turno, ciascun alunno spiegherà la propria posizione, cercando di convincere gli
altri. Le scelte economiche saranno fatte democraticamente.
▰ Anche per questo lavoro ricorreremo al BRAINSTORMING ed al DEBATE. Gli
alunni, dopo avere individuato le scelte migliori in relazione ai bisogni e alle
risorse che hanno a disposizione, compileranno uno schema di bilancio familiare.
Il gioco didattico termina verificando se, alla fine del periodo, abbiamo un
risparmio o dobbiamo ricorrere all’ indebitamento. Siamo cicale o formiche?
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COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
Entrate Uscite
Il mio bilanciofamiliare
stipendio +1000 interessi -165
alimenti -306
Risparmio o
indebitamento…?
affitto -500
il BILANCIO --- in EQUILIBRIO!
Proposta di lavoro:
ROLE PLAYING in classe
per vivere un’esperienza nella
GESTIONE FINANZIARIA
prestito +120
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DOPO IL COMPITO DI REALTÀ: RISORSE UTILI DAL WEB PER
APPROFONDIRE LE COMPETENZE DI CITTADINANZA ECONOMICA
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ Siamo partiti da una simulazione di bilancio familiare. Ora possiamo proporre qualche
spunto di approfondimento. Il web è pieno di risorse interessanti. Noi abbiamo scelto
di ampliare il discorso dal portale IL RISPARMIO CHE FA SCUOLA, sponsorizzato dal
MIUR con la collaborazione di Poste Italiane e della Cassa Depositi e Prestiti.
▰ Il portale è diviso in tre sezioni, a seconda che l’utente sia un alunno/docente di
scuola primaria, secondaria di primo grado o secondaria di secondo grado. All’interno
del portale, l’utente trova, in particolare: un videocorso di Luciano Canova, docente
universitario di economia comportamentale, che aiuta a fare chiarezza sui concetti
basilari dell’economia, un glossario e schede di approfondimento per l’insegnamento.
https://ilrisparmiochefascuola.com/
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CONCLUSIONI SULLA METODOLOGIA PROPOSTA
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ Tutte le proposte di lavoro che abbiamo presentato hanno una caratteristicacomune: diversamente da quanto avviene nella lezione di tipo frontale l’alunnonon viene posto in una posizione passiva e puramente ricettiva del messaggiodidattico.
▰ L’intenzione è quella di creare un percorso di apprendimento in cui protagonistaprincipale sia l’alunno e non il docente. In tale processo al docente resta il ruolofondamentale di guida, di mediatore; egli però, nell’ambito di questa attività,deve saper mantenere una posizione discreta. Il docente deve stabilire delleregole e assicurarsi che tutti le rispettino. Poi, però, deve saper fare un passoindietro per consentire agli alunni di esprimersi, assumere iniziative individuali ein gruppo e condividere la responsabilità della loro applicazione.
▰ La parola-chiave è AUTONOMIA.
Anche per sottolineare l’importanza di questo concetto, concludiamo questa partedel discorso ricordando le parole, chiare e semplici di una grande educatrice…
“Aiutiamoli
a fare da soli
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Maria Montessori
Parole e
Pensieri
COME VALUTARE?USARE GRIGLIE DI OSSERVAZIONE PER
VALUTARE LA PRESTAZIONE REALE26
Laboratorio
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VALUTARE A PARTIRE DALL’OSSERVAZIONE
DI PRESTAZIONI E DI INTERAZIONI DI GRUPPO
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ Se il perseguimento dell’obiettivo dell’inclusione impone un uso di strumenti emetodologie diverse, questo orizzonte educativo deve avere conseguenzeanche sul piano dello valutazione. Per questo ci sembra necessario terminare ilnostro percorso proponendo una GRIGLIA DI VALUTAZIONE del compito direaltà. La valutazione, in tal caso, non è frutto di una verifica quantitativa delleconoscenze, ma deriva, invece, dalla valutazione qualitativa delle prestazioni diciascun alunno. Questo non significa che trascuriamo le nozioni ma vuol dire,piuttosto, che noi le consideriamo in relazione ad ASPETTI OSSERVABILI di tipodinamico cioè osservando le prestazioni individuali e le interazioni di gruppo.
▰ Attenzione: nel lavoro di gruppo c’è una divisione dei compiti. Gli alunni hannocapacità diverse e ciascuno viene sempre messo in condizione di fare ciò che èalla sua effettiva portata. Ricordiamo la differenza tra uguaglianza ed equità!
Dal livello al voto: quale colore prevale?
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COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
Dal livello al voto: quale colore prevale?
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VALUTARE A PARTIRE DALL’OSSERVAZIONE
DI PRESTAZIONI E DI INTERAZIONI DI GRUPPO
COMPITO DI REALTÀ E INCLUSIONE
▰ Finora abbiamo detto che nei compiti di realtà l’insegnante deve saper fare unpasso indietro rispetto al modo di porsi che solitamente assume durante lalezione frontale. Questo non vuol dire che l’insegnante sia passivo o indifferenteo assente. In tal caso, invece, l’insegnante sceglie di essere un osservatorediscreto per potenziare, per stimolare, l’autonomia e la responsabilità deiragazzi! Rispetto alla valutazione, la parola-chiave è PERSONALIZZAZIONE. Non sipuò chiedere e non si deve chiedere a ciascun alunno una prestazione che vadaoltre le sue possibilità e le sue capacità. L’unità di misura della valutazione nonpuò essere rigida, ma deve essere elastica per tenere conto di diverse condizionipersonali, diverse attitudini e potenzialità individuali.
Anche su questo concetto ci piace concludere non con parole nostre, ma con quelle diun grande educatore il cui esempio è rimasto nei nostri ricordi e che continua adispirarci….
“Fa quel che può.
Quel che non può non fa.
3030
Alberto Manzi
Parole e
Pensieri
GRAZIEfine presentazione
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per l’attenzione
I.S.I.S. «LUCA PACIOLI»