comune di montefusco (av) · di insediamenti umani a montefusco risalgano al periodo neolitico, le...

79
1 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare PIANO URBANISTICO COMUNALE (ex L.R. 16/2004 e Reg. Attuazione n. 5 del 04.08.2011) PIANO STRUTTURALE Fase Preliminare PSP.01 - RELAZIONE PRELIMINARE Il Sindaco Il RUP Il Progettista Dott. Carmine Musto Gnerre Arch. Luigi Puzo Ing. Francesco Sabato Manganiello COMUNE DI MONTEFUSCO (AV)

Upload: duongtram

Post on 19-Feb-2019

213 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

1 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

PIANO URBANISTICO COMUNALE

(ex L.R. 16/2004 e Reg. Attuazione n. 5 del 04.08.2011)

PIANO STRUTTURALE – Fase Preliminare

PSP.01 - RELAZIONE PRELIMINARE

Il Sindaco Il RUP Il Progettista

Dott. Carmine Musto Gnerre Arch. Luigi Puzo Ing. Francesco Sabato Manganiello

COMUNE DI

MONTEFUSCO (AV)

Page 2: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

2 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

INDICE

PARTE PRIMA- QUADRO CONOSCITIVO

1.0 – PREMESSA

1.1 - Il PUC: Piano Preliminare, Componente Strutturale e Componente Programmatica. Pag. 4

1.2 – Disposizioni strutturali del piano e componente Programmatica/operativa del PUC Pag. 5

2.0 - INQUADRAMENTO TERRITORIALE

2.1 - Dati generali, fisici ed amministrativi Pag.7

2.1.1 –Il territorio comunale Pag.7

2.1.2 –Reti cinematiche Pag.9

2.2 – Profilo storico ed evoluzione edilizia Pag.10

2.3 – Sviluppo urbanistico Pag.19

2.4 – Uso del suolo Pag.19

2.5 - Vincoli derivanti da norme di legge Pag.20

2.6 - Pianificazione territoriale e di settore Pag. 30

2.6.1 -Il Piano Territoriale Regionale (PTR) Pag. 30

2.6.2 - Le Linee guida per il Paesaggio allegate al PTR Pag. 41

2.6.3 Indirizzi strategici del PTR per l'area A8 Partenio Pag. 44

2.6.4 -Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) Pag. 44

2.6.5 -Piano Stralcio dell’Autorità di Bacino Pag. 48

3.0. – ANALISI DEI DATI DEMOGRAFICI

3.1. – Movimento demografico nel comune Pag. 54

3.2 – Distribuzione popolazione- abitazioni strutture abitative– rapporto vani abitanti Pag. 57

3.3 - Analisi della struttura familiare e andamento del numero di famiglie Pag. 59

3.4. Carta unica del territorio, vincoli, tutele e vulnerabilità Pag. 62

PARTE SECONDA - DOCUMENTO STRATEGICO

Page 3: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

3 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

4.1 – Obiettivi, criteri e scelte di tutela e valorizzazione dell’identità locale Pag. 64

4.2 – Obiettivi relativi ai carichi insediativi – armatura urbana – aree industriali - rischi e vincoli Pag. 66

4.3 – calcolo carichi insediativi Pag. 68

4.4 - Trasformabilità ambientale ed insediativa del territorio comunale Pag. 70

PARTE TERZA- CONSULTAZIONI PRELIMINARI

5 – Avvio procedimento, delibere, copie verbali delle consultazioni Pag. 75

Page 4: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

4 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

PARTE PRIMA- QUADRO CONOSCITIVO

1.0 – PREMESSA

1.1. Il PUC: Piano Preliminare, Componente Strutturale e Componente Programmatica.

L’attività di pianificazione urbanistica comunale così come quella provinciale, nel sistema

delineato dalla L.R. n.16/2004 (Norme sul governo del territorio), si esplica mediante

due disposizioni ( art.3, comma 3):

a) disposizioni strutturali, con validità a tempo indeterminato, tese a individuare le linee

fondamentali della trasformazione a lungo termine del territorio, in considerazione dei

valori naturali, ambientali e storico-culturali, dell’esigenza di difesa del suolo, dei rischi

derivanti da calamità naturali, dell’articolazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di

mobilità. La componente strutturale dei piani non contiene previsione che producono effetti

sul regime giuridico dei suoli e pertanto è efficace a tempo indeterminato;

b) disposizioni programmatiche, tese a definire gli interventi di trasformazione fisica e

funzionale del territorio in archi temporali limitati, correlati anche alla programmazione

finanziaria dei bilanci annuali e pluriennali delle amministrazioni interessate. Le

disposizioni programmatiche/operative possono essere definite come il piano operativo

comunale (Poc); infatti, in relazione agli obiettivi di sviluppo, recepisce il dimensionamento

del piano, la disciplina delle aree individuate con le indicazioni delle destinazioni d’uso,

indici fondiari e territoriali, parametri edilizi, standard urbanistici, residenziali ed ambientali,

attrezzature e servizi, nonché gli atti di programmazione degli interventi da attuare

nell’arco dei successivi tre anni;

c) Il “Regolamento di attuazione per il Governo del Territorio” del 04.08.2011, n.5,

pubblicato sul BURC n.53 del 08.08.2011, all’art.9 ha definito i termini di attuazione del

succitato art.3, stabilendo che:

“Tutti i piani disciplinati dalla legge regionale n.16/2004 si compongono del piano

strutturale, a tempo indeterminato, e del piano programmatico, a termine, come previsto

all’articolo 3 della L.R. n.16/2004”. Inoltre, il Regolamento n.5/2011 introduce lo strumento

del PRELIMINARE DI PIANO che, unitamente al RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE (cfr.

Regolam. n.5/2011 - art.2, co.4; art.3, co.1; art.7, co.2), costituisce la base di partenza per

le attività di consultazione, condivisione e partecipazione che dovranno portare alla

Page 5: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

5 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

definizione di un quadro pianificatorio comunale “sostenibile” non solo sotto il profilo

“ambientale”, ma anche sotto il profilo “sociale”.

d) Il “Manuale operativo del Regolamento”, nell’intento di esplicare le procedure di

formazione degli strumenti di Governo del Territorio previsti dalla L.R.16/04, prevede che il

Comune, in qualità di proponente, elabori il PIANO PRELIMINARE del PUC composto da

indicazioni strutturali e da un documento strategico, ribadendo che esso, in uno con un

“rapporto preliminare sui possibili effetti ambientali significativi dell’attuazione del PUC”,

rappresentano la base per l’avvio delle procedure contestuali di VAS e di Pianificazione,

base per l’Auditing con le Associazioni e con i soggetti pubblici interessati e base per la

consultazione con gli SCA (Soggetti con competenze ambientali). Alla luce di quanto

esposto, il piano preliminare è un documento di ipotesi sul nuovo PUC, basato su un

quadro conoscitivo di prima approssimazione e contenente un complesso di obiettivi

strategici preliminari; un documento “informale”, non esaustivo né prescrittivo, fatto per

suscitare la discussione intorno alle ipotesi in esso rappresentate.

In altre parole, lo scopo del preliminare di piano è di stimolare, sin dalle fasi iniziali della

redazione del PUC, la partecipazione di cittadini, Enti ed organizzazioni affinché questi,

quali soggetti che concretamente vivono e operano sul territorio, possano fornire

informazioni e contributi utili a definire un quadro conoscitivo e programmatico condiviso

per il territorio.

Contemporaneamente, ulteriori contributi, in tal senso, potranno essere forniti dai soggetti

con competenze ambientali (SCA) ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.

Pertanto appare evidente che, dopo la fase preliminare, il momento partecipativo e la

consultazione degli SCA, il Piano Strutturale potrà avere contenuti anche sensibilmente

diversi da quelli del piano preliminare.

1.2 – Disposizioni strutturali del piano e componente Programmatica/operativa del PUC

Come precedentemente ricordato, con il Regolamento di Attuazione del Governo del

Territorio, emanato ai sensi dell’art.43 bis della L.R.16/04, si definiscono i procedimenti di

formazione e approvazione dei piani previsti dalla L.R.16/04.

In particolare il Regolamento promuove la concertazione e la partecipazione come

strumenti necessari per la formazione del PUC. Altro principio cardine che il Regolamento

pone in primo piano è la duplice valenza dei piani. Infatti, il Piano Urbanistico Comunale,

Page 6: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

6 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

come già detto, è costituito da disposizioni strutturali e programmatiche e l’insieme delle

due parti (strutturale e programmatica), confluirà in un unico strumento di governo del

territorio, internamente coerente. Ancora un punto fondamentale su cui si basa questa

nuova generazione di piani, è il concetto di Perequazione e di Compensazione, nonché di

incentivazione quale strumento di attuazione della pianificazione stessa. Per quanto

riguarda i contenuti del Piano Urbanistico Comunale, sempre all’art.9 il Regolamento,

stabilisce che il Piano Strutturale del PUC approfondisce i temi individuati in fase

preliminare, integrandoli con i risultati delle consultazioni con i portatori di interessi comuni

e con le amministrazioni competenti, e definisce così il quadro delle “Invarianti del territorio”

in relazione all’integrità fisica, ambientale e all’identità culturale dello stesso. La

componente strutturale, non recando previsioni che producono effetti sul regime

giuridico dei suoli, è efficace a tempo indeterminato. Il piano strutturale del PUC

non determina l’assegnazione di diritti edificatori, che conseguiranno invece dalle

previsioni del piano programmatico e/o dei PUA (piani urbanistici attuativi).

Le disposizioni strutturali, dunque, sono tese ad individuare le linee fondamentali della

trasformazione a lungo termine in considerazione dei valori naturali, ambientali, storico-

culturali, dei rischi derivanti da calamità naturali e della articolazione delle reti

infrastrutturali e dei sistemi di mobilità. Compete, invece, alla Parte Programmatica del

PUC (Piano Programmatico, definito anche come Piano operativo) definire gli interventi di

trasformazione fisica e funzionale del territorio in archi temporali limitati, correlati anche

alla programmazione finanziaria dei bilanci annuali e pluriennali delle amministrazioni

interessate. Tale piano programmatico, in relazione agli obiettivi di sviluppo, recepisce il

dimensionamento del piano strutturale, la disciplina delle aree individuate nonché gli atti di

programmazione degli interventi da attuare nell’arco dei successivi tre anni. I fabbisogni, le

priorità di intervento e le modalità di attribuzione dei diritti edificatori andranno verificati e

aggiornati periodicamente in sede di piano programmatico e dei connessi atti di

programmazione degli interventi, ancorché coerentemente con le indicazioni del piano

strutturale, in esito ad eventuali variazioni del quadro normativo di riferimento, nonché

all’andamento locale delle dinamiche urbane, delle istanze socio economiche e della

propensione alla trasformazione urbana. Alla luce di quanto detto, la componente

programmatica deve contenere la individuazione delle zone di trasformazione, con la

definizione delle scelte per la residenza, per le attività produttive, per le attività distributive,

con l’indicazione delle modalità attuative, destinazioni d’uso, indici, parametri edilizi,

Page 7: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

7 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

parametri urbanistici. Le aree di trasformazione sono individuate quali ambiti ottimali di

intervento, nell’ottica dell’integrazione delle diverse funzioni urbane e della sostenibilità

ambientale, gestionale ed economica degli interventi. Il Piano Programmatico/Operativo

del PUC contiene altresì, ai sensi dell’art.9, co.7, del Regolamento, gli Atti di

Programmazione degli Interventi - API - di cui all’articolo 25 della Legge Regionale

n.16/2004.

2.0 - INQUADRAMENTO TERRITORIALE

2.1 - Dati generali, fisici ed amministrativi

2.1.1 – Il territorio comunale

Il Comune di Montefusco è posto a nord-est rispetto alla città di Avellino, dalla quale dista

circa 20 Km, è in parte confinante con la provincia di Benevento.

Esso confina a nord con i Comuni di San Nazzaro (BN), San Martino Sannita (BN) ad est

con Pietradefusi, a sud con Santa Paolina e ad ovest con Torrioni.

Il paesaggio agrario è fortemente caratterizzato dai vigneti e l’orografia è quella tipica delle

zone collinari e montane interne dell’Appennino meridionale.

Il territorio urbanizzato è costituito dall’omonimo centro e da diverse frazioni tra cui S.

Egidio, Passo Serra e Marotta.

Superficie Territoriale 8,18 Kmq

Densità della Popolazione 180 Ab/Kmq

Altitudine max M 778

Altitudine min M 375

Regione agraria N. 9

Grado di sismicità S = 12 ag/g=0,35

Page 8: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

8 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Figura 1- Inquadramento nel contesto provinciale

Figura 2- Ortofoto del territorio comunale

Page 9: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

9 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Figura 3- Ortofoto centro abitato

2.1.2 – Reti cinematiche

Il Comune è attraversato dalla SP n. 42 ed è collegato al capoluogo provinciale con la S.S.

n. 7 Appia, e al capoluogo regionale tramite la rete stradale europea Napoli-Bari

autostrada A 16, con uscite ai caselli Benevento e Avellino Est. La mancanza di una rete

ferroviaria viene colmata dalla presenza di un buon sistema di autolinee che permette

facili collegamenti con le predette città.

2.1.3 – Servizi e attrezzature urbane e territoriali

Municipio (Sede Propria)

Ufficio Postale

Scuola Materna - Scuola Elementare - Scuola Media (sedi proprie)

Impianti Sportivi

Villa Comunale

Page 10: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

10 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Farmacia

Chiese

Cimitero

Distretto scolastico (Pietradefusi)

ASL (Avellino 2)

Carabinieri Stazione di Montefusco(attualmente c/o Stazione di Dentecane) - Comando di

Compagnia (Mirabella Eclano)

Tribunale (Benevento)

Corte di Appello (Napoli)

Tribunale Amministrativo Regionale (Salerno)

Comunità Montana Partenio (Pietrastornina)

Soprintendenza ai beni ambientali (Avellino – Salerno)

2.2 – Profilo storico ed evoluzione edilizia

Il comune di Montefusco situato sulla cima di un monte a 700 metri di altezza s l m, estende

il proprio territorio tra le Province di Avellino e di Benevento. Sebbene le prime testimonianze

di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili

collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo di abitanti provenienti dall’antica

Fulsulae, citata da Tito Livio (Ab Urbe Condita XXIX), distrutta dai Romani, per aver dato

aiuto ad Annibale durante la seconda guerra punica. Iniziò ad avere sempre più importanza

durante la dominazione Longobarda, quando i principi barbari fortificarono il Castello per

farne un “castrum” militare a difesa di Benevento. Successivamente, i Normanni

circondarono e abbellirono il Castello con palazzi signorili. Per questa sua importanza

strategica e per la vicinanza a Benevento, il Castello di Montefusco, sia durante la

dominazione Longobarda che Normanna, non venne mai incluso in nessuna circoscrizione

feudale, gastaldati o contee, ma restò sempre alle dipendenze dei vari Principi Longobardi di

Benevento prima e dei Duchi e dei Re Normanni dopo. Proprio per la sua particolare

posizione geografica, in seguito, Montefusco consolidò l’importanza del suo ruolo anche

durante la dominazione delle famiglie: Sveva, Angioina, Aragonese e Borbone. Durante il

secolo XII, fu dimora di molti illustri personaggi tra i quali spiccano i nomi di due Sommi

Pontefici, Callisto II e Onorio II, nonché dei Re normanni Ruggiero II e Tancredi. Durante la

dominazione Sveva, Federico II fece eseguire grandi lavori di restauro e di ampliamento al

Castello. Questo sviluppo, unito all’importanza strategica e ad altre favorevoli circostanze, fu

Page 11: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

11 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

la premessa dell'avvenimento che è da considerarsi senz'altro il più importante nella storia di

Montefusco: la sua scelta ad essere la sede della Regia Udienza Provinciale del Principato

Ultra dalla fine del secolo XVI all'anno 1806 .

Con la battaglia di Benevento, nella quale cadde Manfredi (1266), e lo sfortunato tentativo di

Corradino di Svevia, che si concluse con la decapitazione del giovane Re nella Piazza del

Mercato di Napoli, ebbe termine nell'Italia meridionale, la dominazione Sveva ed ebbe inizio,

con Carlo I, quella Angioina.

La Provincia di Salerno, che conservava la vecchia denominazione longobarda di Principato,

venne sdoppiata, perché troppo estesa, e ne risultarono le due Province del Principato Citra

o Citeriore e Ultra o Ulteriore, la cui giurisdizione venne affidata proprio a Montefusco.

In pratica, il P. U. comprendeva Avellino e la maggior parte dei paesi che fanno parte delle

attuali Province di Benevento e Avellino.

Vestigia bellissime di questa importanza storica, avuta da Montefusco, si possono ancora

oggi ammirare nel caratteristico e ben conservato Centro storico, con i suoi preziosissimi

monumenti. In largo Tommaso Rossi si può visitare la ex Chiesa Conventuale di S.

Francesco, facente parte del complesso architettonico dell’Abbazia di Santa Maria della

Piazza, risalente al secolo XIII. A essa è legata l’antichissima tradizione che la vuole fondata,

insieme al convento, dallo stesso S. Francesco di Assisi, fermatosi a Montefusco nel suo

viaggio verso Brindisi. Annesso alla Chiesa di S Maria della Piazza e un tempo cripta della

stessa, vi è l’Oratorio di S Giacomo con la caratteristica volta ricoperta da affreschi di stampo

agiografico del secolo XIII e XVII, di riconosciuto interesse artistico.

In Piazza Castello si trova la Chiesa Palatina di San Giovanni del Vaglio del secolo XIII, dove

officiarono, durante la loro permanenza a Montefusco, i Papi Callisto II e Onorio II. Annesso

alla Chiesa si erge l’imponente campanile in pietra squadrata, oggi anche Torre Civica. Poco

oltre, è possibile visitare il Carcere Borbonico, situato nelle segrete di quello che, durante le

varie dominazioni, fu il Castello di Montefusco e dove furono rinchiusi cinquanta tra i più

celebri patrioti che avversarono la dinastia Borbone: Carlo Poerio, Sigismondo

Castromediano, Nicola Nisco, Michele Pironti, solo per citarne alcuni. Dopo l’Unità d’Italia, il

Carcere, come bagno penale politico, fu soppresso nel 1877, ma fu ancora funzionante come

carcere mandamentale, fino al 1923 anno in cui fu chiuso definitivamente.

Nel 1928 lo storico edificio è stato riconosciuto monumento nazionale, con i suoi ambienti

che conservano ancora intatto l’angoscioso aspetto di un tempo.

Più avanti, sempre in piazza Castello, si trovano la Chiesa e il Monastero di S Caterina da

Page 12: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

12 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Siena, un tempo convento di clausura, la cui costruzione fu iniziata nel 1630 e completata

soltanto nel 1714 grazie all’intervento dell’arcivescovo Orsini.

Nella parte di ponente del paese, si erge la Porta di San Bartolomeo, che fino al 1920

costituiva l’unico accesso al paese per i mezzi carrabili. Dell’antica porta, restano ancora

intatte due eleganti e alte colonne a blocchi di pietra intagliata che fanno quasi da cornice

naturale alla Chiesa di San Bartolomeo risalente al secolo XIII. Alla fine di Via Carmine si

può ammirare la bella Chiesa della Madonna del Carmine, dall’inizio del 2006, eretta a

Santuario

Le bellezze e la storia di Montefusco non si esauriscono, però, nel Centro storico. Infatti, nel

mezzo della campagna e circondato da vigneti sorge il Convento dei frati Cappuccini,

fondato nel 1625 su richiesta dell'Università (Comune) di Montefusco. E’ più conosciuto col

nome di Convento di S Egidio anche se la Chiesa è dedicata alla Madonna delle Grazie.

Il Convento ospitava gli studenti di Teologia quando, nel novembre del 1908, arrivò Padre

Pio da Pietrelcina, che vi dimorò per circa un anno.

Oggi, oltre ai suoi trascorsi storici e al patrimonio artistico – architettonico, Montefusco si

fregia di altri due particolarità: “il tombolo”, cioè la lavorazione artigianale di merletti di alto

contenuto artistico e “il greco”, un pregiatissimo vitigno autoctono DOCG, che conferiscono,

attualmente, al paese sviluppo economico e grande notorietà in diverse parti del mondo.

I primi veri colonizzatori della valle del Calore sembra siano stati popoli appartenenti alla

civiltà appenninica come è confermato dai ritrovamenti archeologici, tra cui due frecce in

pietra scheggiate e un bollitore per l’acqua risalenti a circa il 1000 a.C. che testimoniano la

presenza di insediamenti umani nell’età neolitica.

Le popolazioni osco-umbre (che includevano sia i Sanniti che i Sabini) si erano sviluppate

dalla fusione degli aborigeni con infiltrati indoeuropei e la loro evoluzione ebbe certamente

luogo attraverso lo sviluppo delle citate civiltà appenniniche. Sembra siano stati i greci,

sbarcati sulle vicine coste pugliesi nel loro girovagare in cerca di popoli con cui scambiare e

barattare i loro prodotti a dare alle genti locali il nome di Opici ed Osci cioè “zappatori”. Gli

osci avevano trovato il metodo per poter rimanere stabilmente presso i luoghi dove

abitavano. Questo attraverso la coltivazione del terreno, infatti presto essi scoprirono metodi

naturali per rendere fertili i terreni. Nella zona, oggi comune di Venticano, esisteva un grosso

insediamento urbano distrutto poi nelle guerre sannitiche denominato Sannio, che diede poi il

nome a tutto il territorio. La storia di questa zona è intimamente legata e influenzata dalla

reta di comunicazione viaria sviluppatasi nel tempo; la grande rete stradale antica, l’Appia,

Page 13: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

13 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

che da Arpaia proseguiva per Montesarchio (Caudium) e Benevento. La maggiore

modificazione del sistema abitativo si verifica nel periodo normanno, quando gli insediamenti

vengono trasformati ed adeguati alle esigenze del nuovo popolo. Sorgono castelli e zone

fortificate. E’ nel periodo Angioino che si verificano due tra i fatti più importanti della storia

irpina: lo sviluppo e l’affermazione della Abbazia di Montevergine e lo sdoppiamento della

Provincia di Salerno.

Le trasformazioni verificatesi producono intorno all’anno 1500 un generale aumento

demografico della popolazione che porta alla fondazione di insediamenti plurifamiliari

(masserie) nonché ad un uso intensivo dei terreni e dei boschi. Il 1600 è l’anno in cui si

verifica un forte calo demografico, dovuto in parte alla peste che nel secolo dovette fare

numerose vittime. Nei fatti si verifica in questo periodo una notevole concentrazione della

popolazione nei centri abitati. Dalla prima metà del 1700 in poi la tendenza si inverte, si

verifica un consistente incremento demografico, vi è un ritorno alle campagne, vengono

riattivate le vecchie strutture abbandonate. Nel 1800 l’aumento della superficie messa a

disposizione per la coltivazione, dovuta al fenomeno della sdemanializzazione, produce un

sensibile sviluppo dell’agricoltura.

Page 14: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

14 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Evoluzione storica e stratificazione edilizia

Page 15: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

15 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 16: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

16 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Cortina edilizia su Piazza Castello con Torre Civica

Cortina edilizia su Largo S. Nicola De Franchis e Largo S. Giovanni

Cortina edilizia tra Largo Tommaso Rossi e Largo Seggio

Cortina edilizia su Largo Tommaso Rossi

Page 17: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

17 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Ingresso casa comunale Torre civica

Interno carcere Borbonico

Page 18: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

18 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Palazzo Ruggiero/Pironti

Page 19: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

19 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

2.3 – Sviluppo urbanistico

Il nucleo urbano originario di Montefusco coincide con l’omonimo capoluogo, esso è posto

lungo la strada provinciale sul versante sud del monte Gloria ed è costituito da corpi di

fabbrica disposti a diversa quota e ordinatamente adeguati al terreno naturale.

Ulteriori insediamenti sul territorio nascono o come nuclei rurali legati alla coltivazione dei

fondi agrari o come stazione di transito sulle strade di collegamento. Riconducibili al primo

tipo sono le frazioni di Marotta e S. Egidio, mentre del secondo tipo è la frazione Serra che

è sorta come postale sulla antica strada di collegamento verso la Puglia con il suo

strategico e conosciuto “Passo Serra”.

L’espansione urbana è poi avvenuta sia lungo le strade che attraversano il territorio

comunale, sia attorno ai nuclei già consolidati, per soddisfare le necessità abitative e

funzionali degli insediamenti esistenti.

2.4 – Uso del suolo

Il territorio di Montefusco si estende per una superficie di ha 818 di cui ha 476 di superficie

agraria e forestale.

Dal censimento dell’agricoltura del 2010 la superficie agricola totale del comune di

Montefusco è pari a 454,53 ha con una variazione rispetto all’ultimo censimento 2000 di -

4,73%, su cui operano 118 aziende in prevalenza di piccole dimensioni.

La superficie agricola utilizzata (SAU) pari a ettari 355,42 ha è così ripartita:

Seminativi ha 96.31 (27,10 %)

Prati permanenti e pascoli ha 0.00 (0,00 %)

Orti familiari ha 4.62 (1,30 %)

Coltivazioni legnose agrarie ha 254.47 ( 71.60 %)

La superficie agricola non utilizzata compreso i boschi è pari ad ettari 99,11.

Delle coltivazioni legnose agrarie per le principali coltivazioni praticate il riparto è il

seguente:

Vite ha 187,54 (73,70 %)

Olivo ha 41,73 (16,40 %)

Fruttiferi ha 25,19 (9,9 %)

La carta dell’uso agricolo del suolo e delle colture in atto nel territorio di Montefusco

individua le seguenti qualità colturali:

- Seminativo semplice: rappresenta il terreno privo di vegetazione arborea ed arbustiva la

cui coltivazione è a cereali, foraggere, leguminose o ortaggi.

Page 20: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

20 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

- Seminativo erborato: terreno in cui esistono viti non allevate a cordone, olivi, o alberi da

frutto come noci, nocciole ecc., allevati con sesto regolare o sparsi.

- Vigneto: rappresenta il terreno coltivato esclusivamente in coltura specializzata, con

sesto d’impianto regolare, con vitigno D.O.C.G. Greco di Tufo.

- Bosco: è il terreno su cui insistono piante forestali come il ceduo di quercia e ceduo

quercino misto ad altre latifoglie decidue ed il ceduo castanile.

- Oliveto Terreno investito esclusivamente a coltura specializzata con sesto d’impianto

regolare.

- Terreni con vegetazione spontanea: terreni incolti da pochi anni che sono suscettibili di

essere nuovamente utilizzati.

- Zone Calanchive: terreni formati da argille sabbiose facili a smottare ed a degradare

ulteriormente.

I dati sopraindicati confermano la principale vocazione agronomica del territorio

rappresentata dal vigneto specializzato. I dati attuali disponibili presso l’ispettorato agrario

mostrano un ulteriore incremento a vigneto di terreni, con diminuzione dei terreni incolti e

improduttivi.

Il numero di aziende agricole addette alla coltivazioni di vigneti è pari a 147 (censimento

2000)

Le tendenze in atto possono essere cosi definite:

- progressivo aumento del numero di aziende e di addetti;

- aumento della superficie utile alle coltivazioni;

- aumento delle attività complementari come l’agriturismo.

- aumento delle attività di bed-and breakfast

2.5 - Vincoli derivanti da norme di legge

Fasce di rispetto corsi d’acqua

art. 142, com. 1, lett. c), Dlgs n° 42 del 22/01/04 (ex L 431/85 ) mt. 150 c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle

disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11

dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri

ciascuna. L.R. 14/82 e succ. mod. int. "mt. 50 per i fiumi (a quota inferiore mt. 500 s.l.m. e

mt. 25 a quota superiore) mt. 10 per i torrenti;

Page 21: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

21 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Boschi

art. 142, com. 1, lett. g), Dlgs n° 42 del 22/01/04

g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e

quelli sottoposti a

vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del D.Lgs. 18 maggio

2001, n. 227;

Vincolo idrogeologico (R.D.L. 3267/23)

Il vincolo idrogeologico, istituito con il R.D.L. 30 dicembre 1923 n. 3267, ha come scopo

principale quello di preservare l’ambiente fisico e quindi di impedire forme di utilizzazione

che possano determinare denudazione, innesco di fenomeni erosivi, perdita di stabilità,

turbamento del regime delle acque ecc., con possibilità di danno pubblico. Partendo da

questo presupposto, detto vincolo, in generale, non preclude la possibilità di intervenire sul

territorio. Le autorizzazioni non vengono rilasciate quando esistono situazioni di dissesto

reale, se non per la bonifica del dissesto stesso o quando l’intervento richiesto può

produrre i danni di cui all’art. 1 del R.D.L. 3267/23

Page 22: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

22 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 23: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

23 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Rete Natura 2000

Con la Direttiva Habitat (Direttiva 92/43/CEE) è stata istituita la Rete Ecologica Europea

“Natura 2000”: un complesso di siti caratterizzati dalla presenza di habitat e specie sia

animali che vegetali, di interesse comunitario (indicati negli allegati I e II della Direttiva) la

cui funzione è quella di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità

presente sul continente europeo. L’insieme di tutti i siti definisce un sistema strettamente

relazionato da un punto di vista funzionale: la rete non è costituita solamente dalle aree ad

elevata naturalità identificate dai diversi paesi membri, ma anche da quei territori contigui

ad esse ed indispensabili per mettere in relazione ambiti naturali distanti spazialmente ma

vicini per funzionalità ecologica.

La Rete è costituita da:

Zone speciali di conservazione (ZSC) ossia un’area naturale, geograficamente

definita e con superficie delimitata;

Zone di protezione speciale (ZPS) ossia un territorio idoneo per estensione e/o per

localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli di cui all’allegato I della

direttiva 79/409/CEE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, tenuto conto

delle necessità di protezione di queste ultime nella zona geografica marittima e terrestre a

cui si applica la direttiva stessa.

Le Zone speciali di conservazione (ZSC) istituite ai sensi della Direttiva Habitat al fine di

contribuire in modo significativo a mantenere o a ripristinare un habitat naturale (allegato 1

della direttiva 92/43/CEE) o una specie (allegato 2 della direttiva 92/43/CEE) in uno stato

di conservazione soddisfacente. Queste zone assumono tale denominazione solo al

termine del processo di selezione e designazione, e fino ad allora vengono indicate come

Siti di Importanza Comunitaria proposti (SIC).

Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva Uccelli

(79/409/CEE) al fine di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie ornitiche

contenute nell’allegato 1 della medesima Direttiva, vengono istituite anche per la

protezione delle specie migratrici non riportate in allegato, con particolare riferimento alle

zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. La Rete

“Natura 2000” è costituita da Zone di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva

79/409/CEE “Uccelli” che sono:

Dorsale dei Monti del Partenio

Bosco di Montefusco Irpino

Page 24: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

24 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Fiumi Volturno e Calore beneventano, e da 7 Siti di Importanza Comunitaria proposti (SIC) ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” che sono:

Alta Valle del fiume Tammaro,

Bosco di Castelfranco in Miscano,

Camposauro,

Massiccio del Taburno,

Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore,

Bosco di Castelpagano e Torrente Tammarecchia,

Pendici Meridionali del Monte Mutria.

Il territorio comunale di Montefusco è caratterizzato dalla presenza di valenze naturalistico

ambientali (area SIC e boschi), tant’è che grazie alla ricchezza degli ecosistemi naturali, ai

sensi della Direttiva Comunitaria 92/43/CEE nell’ambito del progetto europeo “Rete Natura

2000” il territorio comunale è interessato dall’area SIC (Sito di Importanza Comunitaria)

“Bosco di Montefusco Irpino”. Di seguito si riporta un’immagine illustrativa dell’area Sic in

oggetto.

Rischio sismico

La sismicità indica la frequenza e la forza con cui si manifestano i terremoti ed è una

caratteristica fisica del territorio. Se si conosce la frequenza e l’energia associate ai

terremoti che caratterizzano un territorio, e si attribuisce un valore di probabilità al

verificarsi di un evento sismico di una data magnitudo in un certo intervallo di tempo, si

può definirne la pericolosità sismica. La pericolosità sismica sarà tanto più elevata quanto

Page 25: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

25 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

più probabile sarà il verificarsi di un terremoto di elevata magnitudo, a parità di intervallo di

tempo considerato. Le conseguenze di un terremoto dipendono anche dalle caratteristiche

di resistenza delle costruzioni alle azioni di una scossa sismica. La predisposizione di una

costruzione ad essere danneggiata si definisce vulnerabilità. Quanto più un edificio è

vulnerabile (per tipologia, progettazione inadeguata, scadente qualità dei materiali e

modalità di costruzione, scarsa manutenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze.

Infine, la maggiore o minore presenza di beni esposti al rischio, la possibilità cioè di subire

un danno economico, ai beni culturali, la perdita di vite umane, è definita esposizione. Il

rischio sismico, determinato dalla combinazione della pericolosità, della vulnerabilità e

dell’esposizione, è la misura dei danni attesi in un dato intervallo di tempo, in base al tipo

di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità

dei beni esposti).

L’Italia, uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la sua particolare

posizione geografica, nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica,

ha una pericolosità sismica medio - alta (per frequenza e intensità dei fenomeni), una

vulnerabilità molto elevata (per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale,

produttivo e dei servizi) e un’esposizione altissima (per densità abitativa e presenza di un

patrimonio storico, artistico e monumentale unico al mondo). La nostra Penisola è dunque

ad elevato rischio sismico, in termini di vittime, danni alle costruzioni e costi diretti e

indiretti attesi a seguito di un terremoto. La pericolosità sismica, intesa in senso

probabilistico, è lo scuotimento del suolo atteso in un dato sito con una certa probabilità di

eccedenza in un dato intervallo di tempo, ovvero la probabilità che un certo valore di

scuotimento si verifichi in un dato intervallo di tempo. Per ridurre gli effetti del terremoto,

l’azione dello Stato si è concentrata sulla classificazione del territorio, in base all’intensità

e frequenza dei terremoti del passato, e sull’applicazione di speciali norme per le

costruzioni nelle zone classificate sismiche.

Sino al 2003 il territorio nazionale era classificato in tre categorie sismiche a diversa

severità. I Decreti Ministeriali emanati dal Ministero dei Lavori Pubblici tra il 1981 ed il

1984 avevano classificato complessivamente 2.965 comuni italiani su di un totale di 8.102,

che corrispondono al 45% della superficie del territorio nazionale, nel quale risiede il 40%

della popolazione. Nel 2003 sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del

territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità

sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in

Page 26: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

26 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una

determinata soglia di intensità o magnitudo.

A tal fine è stata pubblicata l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274

del 20 marzo 2003,(GU n.108 dell'8 maggio 2003), con la quale si avviava in Italia un

processo per la stima della pericolosità sismica secondo dati, metodi, approcci aggiornati

e condivisi e utilizzati a livello internazionale.

Il provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha

delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Decreto Legislativo n. 112

del 1998 e Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 - "Testo Unico delle

Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad

una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il

territorio nazionale.

Questa iniziativa ha portato alla realizzazione della Mappa di Pericolosità Sismica 2004

(MPS04) che descrive la pericolosità sismica attraverso il parametro dell'accelerazione

massima attesa con una probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni su suolo rigido e

pianeggiante, che è diventata ufficialmente la mappa di riferimento per il territorio

nazionale con l'emanazione dell'Ordinanza PCM 3519/2006 (G.U. n.105 dell'11 maggio

2006). Il nuovo studio di pericolosità, allegato all’Ordinanza PCM n. 3519/2006, ha fornito

alle Regioni uno strumento aggiornato per la classificazione del proprio territorio,

introducendo degli intervalli di accelerazione (ag), con probabilità di superamento pari al

10% in 50 anni, da attribuire alle 4 zone sismiche.

Page 27: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

27 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

A ciascuna zona o sottozona è attribuito un valore di pericolosità di base, espressa in

termini di accelerazione massima su suolo rigido (ag). Tale valore di pericolosità di base

non ha però influenza sulla progettazione. Le attuali Norme Tecniche per le Costruzioni

(Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008), infatti, hanno modificato il ruolo che la

classificazione sismica aveva ai fini progettuali: per ciascuna zona – e quindi territorio

comunale – precedentemente veniva fornito un valore di accelerazione di picco e quindi di

spettro di risposta elastico da utilizzare per il calcolo delle azioni sismiche. Dal 1 luglio

2009 con l’entrata in vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008, per ogni

costruzione ci si deve riferire ad una accelerazione di riferimento “propria” individuata sulla

base delle coordinate geografiche dell’area di progetto e in funzione della vita nominale

dell’opera. Un valore di pericolosità di base, dunque, definito per ogni punto del territorio

nazionale, su una maglia quadrata di 5 km di lato, indipendentemente dai confini

amministrativi comunali. La classificazione sismica (zona sismica di appartenenza del

comune) rimane, pertanto, utile solo per la gestione della pianificazione e per il controllo

del territorio da parte degli enti preposti (Regione, Genio civile, ecc.).

Nel rispetto degli indirizzi e criteri stabiliti a livello nazionale, alcune Regioni hanno

classificato il territorio nelle quattro zone proposte, altre Regioni hanno classificato

diversamente il proprio territorio, ad esempio adottando solo tre zone (zona 1, 2 e 3) e

introducendo, in alcuni casi, delle sottozone per meglio adattare le norme alle

caratteristiche di sismicità.

La Regione Campania, in base alla Delibera di G.R. n° 5447 del 07.11.2002, che

approvava l’aggiornamento della classificazione sismica regionale, ha classificato i comuni

campani, ritenuti tutti sismici, in tre zone:

zona di I categoria (di elevata sismicità) – 129 comuni;

zona di II categoria (di media sismicità) – 360 comuni;

zona di III categoria (di bassa sismicità) – 62 comuni;

Per la provincia di Avellino, Montefusco rientra nella classificazione di

I categoria (elevata sismicità)

Page 28: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

28 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 29: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

29 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 30: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

30 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

2.6- Pianificazione territoriale e di settore

2.6.1 -Il Piano Territoriale Regionale (PTR)

Con delibera di Giunta Regionale n° 287 del 25/02/2005 è stata adottata la Proposta di

Piano Territoriale Regionale, con le procedure previste all’articolo 15, comma 1 della

Legge Regionale n. 16 del 22 dicembre 2004 “Norme sul Governo del Territorio”. Il

Page 31: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

31 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

suddetto PTR è stato approvato con L.R. n. 13 del 13/10/2008 pubblicata sul BURC n.

48/bis dell’01.12.2008

Nell’ambito del PTR approvato con L.R. n.13 del 13.10.2008 il territorio di Montefusco

rientra nell’Ambiente Insediativo n. 6 – Avellinese ed è compreso nell’STS (Sistema

Territoriale di Sviluppo) A8 Partenio a dominante naturalistica.

Page 32: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

32 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Alla base del PTR una concezione dello sviluppo sostenibile concretamente articolata in:

a. promozione dell’uso razionale e dello sviluppo ordinato del territorio - urbano ed

extraurbano mediante il minimo consumo di suolo;

b. salvaguardia della sicurezza degli insediamenti umani dai fattori di rischio idrogeologico,

sismico e vulcanico;

c. tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio attraverso la valorizzazione

delle risorse paesistico-ambientali e storico-culturali, la conservazione degli ecosistemi, la

riqualificazione dei tessuti insediativi esistenti e il recupero dei siti compromessi;

d. miglioramento della salubrità e della vivibilità dei centri abitati;

e. potenziamento dello sviluppo economico regionale e locale;

f. tutela e sviluppo del paesaggio agricolo e delle attività produttive connesse;

g. tutela e sviluppo del paesaggio mare-terra e delle attività produttive e turistiche

connesse.

Il Piano territoriale regionale della Campania si propone come un piano d’inquadramento,

d’indirizzo e di promozione di azioni integrate. Al fine di ridurre le condizioni d’incertezza,

in termini di conoscenza e interpretazione del territorio per le azioni dei diversi operatori

istituzionali e non, il documento ha elaborato 5 Quadri Territoriali di Riferimento (QTR) utili

ad attivare una pianificazione d’area vasta concertata con le Province e Soprintendenze,

che definisce contemporaneamente anche gli indirizzi di pianificazione paesistica.

I cinque Quadri Territoriali di Riferimento sono i seguenti:

1. Il Quadro delle reti - la rete ecologica, la rete dell’interconnessione (mobilità e logistica)

e la rete del rischio ambientale che attraversano il territorio regionale. Concettualmente i

termini sono stati definiti nelle Linee Guida della pianificazione territoriale regionale

pubblicate nel BURC del 24/12/2002, con i connessi indirizzi strategici introdotti dal punto

di vista tematico. Dalla articolazione e sovrapposizione spaziale di queste reti

s’individuano per i Quadri Territoriali di Riferimento successivi i punti critici sui quali è

opportuno concentrare l’attenzione e mirare gli interventi.

L’azione regionale considera patrimonio essenziale la conservazione e il recupero

delle diversità territoriali, intese sia nel senso ecologico, della biodiversità, che socio-

culturale, delle identità locali.

Le reti ecologiche sono uno strumento concettuale e operativo fondamentale per il

perseguimento di tale obiettivo.

Page 33: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

33 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

La costruzione della Rete Ecologica Regionale intende dunque coniugare gli obiettivi

di tutela e conservazione delle risorse naturali ed antropiche del territorio campano con

quelli di sviluppo sostenibile, attraverso una programmazione integrata che individui le

aree d’intervento e i programmi di azioni in grado di attivare modelli di sviluppo locale

diffuso e sostenibile.

La Rete Ecologica Regionale intende valorizzare le identità dei sistemi territoriali locali

sottolineando la stretta connessione tra i caratteri morfologici e l’uso storicamente diverso

che si è fatto delle risorse ambientali, e cioè i sistemi di identità connesse alla tradizione

economica e produttiva.

La Rete Ecologica Regionale ha, dunque, come obiettivo prioritario l’utilizzo corretto

ed efficiente della “risorsa” territorio, contribuendo alla crescita socio-economica ma

garantendo, nel contempo, la conservazione della biodiversità (sul cui utilizzo si basa ogni

forma di sviluppo) e la valorizzazione del paesaggio e del patrimonio culturale, anche

attraverso il recupero e l’implementazione della naturalità del territorio, con l’eliminazione

dei detrattori ambientali. A questi principi dovranno attenersi i servizi regionali che operano

in materia di difesa del suolo in ambito fluviale, nonché di altri Enti eventualmente

concessionari di interventi nel settore idraulico forestale, nelle diverse fasi della

programmazione, progettazione, approvazione ed esecuzione delle opere idrauliche di

competenza della regione Campania.

Nell’ambito del I QTR, il PTR incentiva la realizzazione di una rete ecologica regionale;

auspica l’individuazione, la quantificazione e mitigazione dei rischi ambientali da sorgente

antropica e da sorgente naturale; definisce degli obiettivi e delle strategie generali per la

pianificazione dei trasporti ferroviari, stradali, merci-logistico, portuali e aeroportuali. In

merito a quest’ultimo punto, per l’area di Montefusco, il PTR prevede alcuni interventi volti

al miglioramento della rete infrastrutturale, in modo particolare per la rete ferroviaria

incentiva, l’ammodernamento della linea storica Avellino-Rocchetta S. Antonio con relativo

miglioramento dell’accessibilità alla rete.

In merito invece agli interventi sulla rete stradale che interessano sia il territorio del

Comune sia quello di Comuni limitrofi ricordiamo:

il potenziamento dell’itinerario “Ofantino” da Avellino Est al confine regionale;

il conferimento di caratteristiche autostradali al raccordo Salerno-Avellino ed alle

SS7 e 7bis fino allo svincolo di Avellino Est sulla A16.

Page 34: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

34 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

2. Il Quadro degli ambienti insediativi, individuati in numero di nove in rapporto alle

caratteristiche morfologico-ambientali e alla trama insediativa. Gli ambienti insediativi

individuati contengono i “tratti di lunga durata”, gli elementi ai quali si connettono i grandi

investimenti. Sono ambiti subregionali per i quali sono costruite delle “visioni” cui

soprattutto i piani territoriali di coordinamento provinciali, che agiscono all’interno di “ritagli”

territoriali definiti secondo logiche di tipo “amministrativo”, ritrovano utili elementi di

connessione. Tale parte del PTR risponde a quanto indicato al punto 3 lettera b, c ed e

dell’art. 13 della Legge Regionale “Norme di Governo del Territorio”, dove si afferma che il

PTR dovrà definire:

- gli indirizzi per lo sviluppo del territorio e i criteri generali da rispettare nella valutazione

dei carichi insediativi ammissibili sul territorio;

- gli elementi costitutivi dell’armatura urbana territoriale alla scala regionale;

- gli indirizzi per la distribuzione degli insediamenti produttivi e commerciali.

Il Comune di Montefusco è sul confine dell’Ambiente Insediativo n. 6 – Irpinia,

caratterizzato dalla combinazione tra componente rurale e componente industriale,

derivate dalle massicce trasformazioni post-terremoto, segnate dalla ricostruzione e

dall’insediamento di numerose aree industriali con annesse opere infrastrutturali. Per tale

ambito vengono indicate i seguenti problemi, potenzialità e risorse:

sussiste la priorità, dal punto di vista ambientale, di favorire il riassetto idrogeologico

e in generale la difesa e la salvaguardia del territorio;

vi è la necessità dal punto di vista economico, di valorizzare e potenziare le colture

“tipiche” presenti nell’ambito, che ben potrebbero integrarsi con forme turistiche

innovative e compatibili con le qualità naturalistiche, ambientali e storiche;

si riscontrano numerose problematiche insediative ed infrastrutturali quali la scarsa

offerta di trasporti pubblici collettivi, l’insufficiente presenza di viabilità trasversali

interna, la scarsa integrazione fra i centri, la carenza di servizi ed attrezzature,

concentrate prevalentemente nel capoluogo.

Rispetto a questo quadro vengono suggeriti alcuni lineamenti strategici di intervento:

integrazione tra le aree;

riduzione del rischio idrogeologico e sismico;

riequilibrio e rafforzamento delle reti pubbliche di collegamento.

Page 35: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

35 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Il PTR sintetizza infine nelle due tavole di Visioning l’analisi strutturale e le previsioni per il

territorio regionale. In particolare nel Visioning tendenziale vengono tratteggiate gli sviluppi

territoriali in corso, che per l’area in questione sono:

un centro capoluogo sempre più polarizzante;

un progressivo abbandono delle aree già “deboli”;

inutilizzo, degrado ed abbandono dei centri storici minori e più in generale del

rilevante patrimonio storico-culturale, artistico, ambientale, naturalistico;

una intensificazione insediativa lungo la viabilità esistente nella Valle Caudina;

ampliamento delle aree di sprawl edilizio con destinazioni prevalenti a residenze

stagionali nelle zone amene più facilmente accessibili.

Facendo invece riferimento ad una “visione guida per il futuro” costruita sulla base di

criteri/obiettivi coerenti con le strategie del PTR, nel Visioning preferito si sottolineano:

la promozione di una organizzazione unitaria della “città Baianese”, della “città di

Lauro”, della “città Caudina”, della “città dell’Ufita”, della “città dell’Irno” come “nodi”

di rete, con politiche di mobilità volte a sostenere la integrazione dei centri che le

compongono ai quali assegnare ruoli complementari;

la distribuzione di funzioni superiori e terziarie fra le diverse componenti del sistema

insediativo, nell’ambito di una politica volta alla organizzazione di un sistema

urbano multicentrico;

la incentivazione, il sostegno e la valorizzazione delle colture agricole tipiche e

l’organizzazione di un sistema di centri ad esse collegate;

l’articolazione dell’offerta turistica relativa alla valorizzazione dei parchi Picentini, del

Terminio Cervialto e del patrimonio storico-ambientale;

la riorganizzazione della accessibilità interna dell’area.

Il PUC di Montefusco , tenendo conto delle caratteristiche morfologiche dell’ambiente

naturale e delle attività economiche presenti sul territorio, che per alcuni prodotti sono di

eccellenza, mira a salvaguardare l’integrità del territorio comunale evitando trasformazioni

incidenti sul territorio rurale aperto , e a tutelare, potenziare e promuovere le attività

artigianali e produttive sostenendole anche attraverso iniziative pubbliche.

Page 36: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

36 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

3. Il Quadro dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS), individuati in numero di 45.

Page 37: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

37 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 38: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

38 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Nelle Linee Guida per la pianificazione territoriale tali sistemi erano stati denominati

Sistemi Territoriali Locali (STL) e individuati sulla base della geografia dei processi di

autoriconoscimento delle identità locali e di auto-organizzazione nello sviluppo,

confrontando il “mosaico” dei patti territoriali, dei contratti d’area, dei distretti industriali, dei

parchi naturali, delle comunità montane, e privilegiando tale geografia in questa prima

ricognizione rispetto ad una geografia costruita sulla base di indicatori delle dinamiche di

sviluppo. Tali sistemi erano stati classificati in funzione di dominanti territoriali

(naturalistica, rurale-culturale, rurale-industriale, urbana, urbano-industriale, paesistico-

culturale).

Page 39: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

39 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Con tali definizioni si registravano solo alcune dominanti, senza che queste si

traducessero automaticamente in indirizzi preferenziali d’intervento. Questo procedimento

è stato approfondito, attraverso una verifica di coerenza con l’intervento in corso del Por,

con l’insieme dei Pit, dei Prusst, dei Gal e delle indicazioni dei PTCP. Si è così pervenuti

alla individuazione di 45 sistemi, con una definizione che sottolinea la componente di

sviluppo strategico (Sistemi Territoriali di Sviluppo piuttosto che Sistemi Territoriali Locali).

Ciascuno di questi STS si colloca all’interno di una matrice di indirizzi strategici specificata

all’interno della tipologia delle sei classi suddette.

Tale parte del PTR risponde a quanto indicato al punto 2 lettera a e c, dell’art. 13 della

Legge Regionale “Norme di Governo del Territorio”, dove si afferma che il PTR dovrà

individuare:

- gli obiettivi d’assetto e le linee di organizzazione territoriale, nonché le

strategie e le azioni volte alla loro realizzazione;

- indirizzi e criteri di elaborazione degli strumenti di pianificazione

provinciale e per la cooperazione istituzionale.

Rispetto al III Quadro territoriale di riferimento il comune di Montefusco risulta inserito nel

Sistema Territoriale di Sviluppo (STS) a dominante naturalistica A8 – Partenio.

Il STS si estende a nord della Provincia di Avellino sino al confine con il Beneventano ed a

ridosso del Parco Regionale del Partenio. I sistemi confinanti, partendo da est, in senso

antiorario sono: D1- Sistema Urbano di Benevento; A9 – Taburno; E3 – Nolano; B8 – Alto

Clanio; D2 – Sistema Urbano di Avellino; A12- Terminio Cervialto;

Le strade statali a grande percorrenza che attraversano il sistema sono:

SS 374 di Summonte;

SS 88 (Benevento-Avellino)

SS 371 (valle del Sabato)

SS 7 (Appia Antica)

Inoltre esso è lambito dalla A16, con tracciato parallelo alla SS7 e gli svincoli di

servizio dell’intera area sono quelli di Avellino Est e Benevento

Le linee ferroviarie sono 2:

Cancello-Benevento ad ovest

Salerno-Avellino-Benevento, da nord a sud

Montefusco, come la maggior parte dei comuni avellinesi e beneventani, ricade nel

sistema rurale a forte integrazione ambientale, ossia quel sistema in cui “l’agricoltura

Page 40: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

40 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

riveste un ruolo di centralità nell’economia e nel sistema ambientale”. In tali aree “l’attività

agricola può utilmente collegarsi ad una funzione ambientale e orientarsi al

soddisfacimento delle nuove istanze di «consumo ambientale» e salubrità dei prodotti”.

In modo particolare Montefusco afferisce a quello che il PTR definisce come subsistema

agricolo intermedio: l’agricoltura rappresenta, all’interno del sistema economico, un settore

importante (dal punto di vista occupazionale); mentre “per le caratteristiche fisiche del

territorio e la prossimità ai maggiori centri urbani, per l’ampio sviluppo delle produzioni

tipiche e di qualità certificata, questa tipologia di sistema presenta una chiara vocazione al

turismo rurale e all’ecoturismo”.

Causa della centralità che l’attività rurale svolge all’interno del PTR, tale sistema viene

definito come un ambito territoriale a duplice valenza:

da un lato, con la funzione di riequilibrio-complementarietà inefficienze del modello

urbano-centrico;

dall’altro, con funzione di riserva di risorse ambientali, storiche, culturali e umane

considerate fondamentali per uno sviluppo sostenibile ed il miglioramento della

qualità della vita.

In tale contesto assumono un ruolo fondamentale le produzioni agroalimentari tipiche, in

particolare quelle attinenti alla filiera vitivinicola con la produzione del Greco di Tufo DOC.

4. Il Quadro dei campi territoriali complessi (CTC). Nel territorio regionale sono individuati

alcuni campi territoriali nei quali la sovrapposizione-intersezione dei precedenti Quadri

Territoriali di Riferimento mette in evidenza degli spazi di particolare criticità, dei veri “punti

caldi” (riferibili soprattutto a infrastrutture di interconnessione di particolare rilevanza,

oppure ad aree di intensa concentrazione di fattori di rischio) dove si ritiene la Regione

debba promuovere un’azione prioritaria di interventi particolarmente integrati.

Per i Campi Territoriali Complessi si ipotizza che la Regione verifichi la possibilità di

selezionare (durante le conferenze di pianificazione) quelli per i quali riservarsi, in via

eventualmente esclusiva e per archi di tempo determinati, il compito diretto di

pianificazione, fissando le regole di garanzia e di partecipazione degli enti ricompresi in tali

ambiti. Tale parte del PTR risponde a quanto indicato al punto 3 lettera f dell’art. 13 della

Legge Regionale “Norme di Governo del Territorio”, dove si afferma che il PTR dovrà

rispettivamente definire gli indirizzi e i criteri strategici per le aree interessate da intensa

trasformazione ed elevato livello di rischio.

Page 41: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

41 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

2.6.2 - Le Linee guida per il Paesaggio allegate al PTR

Con le Linee guida per il Paesaggio in Campania annesse al Piano Territoriale Regionale

(PTR) la Regione applica al suo territorio i principi della Convenzione Europea del

Paesaggio, definendo nel contempo il quadro di riferimento unitario della pianificazione

paesaggistica regionale, in attuazione dell’articolo 144 del Codice dei beni culturali e del

paesaggio.

In particolare, le Linee guida per il paesaggio in Campania:

- forniscono criteri ed indirizzi di tutela, valorizzazione, salvaguardia e gestione del

paesaggio per la pianificazione provinciale e comunale, finalizzati alla tutela dell’integrità

fisica e dell’identità culturale del territorio, come indicato all’art. 2 della L.R. 16/04;

- definiscono il quadro di coerenza per la definizione nei Piani Territoriali di Coordinamento

Provinciale (PTCP) delle disposizioni in materia paesaggistica, di difesa del suolo e delle

acque, di protezione della natura, dell’ambiente e delle bellezze naturali, al fine di

consentire alle province di promuovere, secondo le modalità stabilite dall’art. 20 della

citata L.R. 16/04, le intese con amministrazioni e/o organi competenti;

- definiscono gli indirizzi per lo sviluppo sostenibile e i criteri generali da rispettare nella

valutazione dei carichi insediativi ammissibili sul territorio, in attuazione dell’art. 13 della

L.R. 16/04.

Attraverso le Linee guida per il paesaggio in Campania la Regione indica alle Province ed

ai Comuni un percorso istituzionale ed operativo coerente con i principi dettati dalla

Convenzione europea del paesaggio (CEP), dal Codice dei beni culturali e del paesaggio

e dalla L.R. 16/04, definendo direttive specifiche, indirizzi e criteri metodologici il cui

rispetto è cogente ai fini della verifica di coerenza dei piani territoriali di coordinamento

provinciali (PTCP), dei piani urbanistici comunali (PUC) e dei piani di settore, da parte dei

rispettivi organi competenti, nonché per la valutazione ambientale strategica prevista

dall’art 47 della L.R. 16/04.

Le disposizioni contenute nelle Linee guida per il paesaggio in Campania sono

specificatamente collegate con la cartografia di piano, la quale:

- costituisce indirizzo e criterio metodologico per la redazione dei PTCP e dei PUC e

rappresenta il quadro di riferimento unitario per la pianificazione paesaggistica, la verifica

di coerenza e la valutazione ambientale strategica degli stessi, nonché dei piani di settore

di cui all’art. 14 della L.R. 16/04;

Page 42: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

42 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

- definisce nel suo complesso la carta dei paesaggi della Campania, con valenza di statuto

del territorio regionale, inteso come quadro istituzionale di riferimento del complessivo

sistema di risorse fisiche, ecologico-naturalistiche, agroforestali, storico-culturali e

archeologiche, semiologico-percettive, nonché delle rispettive relazioni e della disciplina di

uso sostenibile che definiscono l’identità dei luoghi;

- rappresenta la base strutturale per la redazione delle cartografie paesaggistiche

provinciali e comunali.

Le procedure di pianificazione paesaggistica definite dalle Linee guida prevedono

l’attivazione di processi decisionali ascendenti, con la possibilità per i comuni e le

province, sulla base delle analisi effettuate a scale di maggior dettaglio e dei risultati dei

processi di partecipazione locale, di proporre modificazioni al quadro di pianificazione

regionale, secondo le modalità previste dall’art.11 della L.R. 16/2004 (Flessibilità della

pianificazione sovraordinata).

Per quanto riguarda il territorio di Montefusco le Linee guida per il paesaggio individuano il

territorio comunale nell’ ambito del sistema del territorio rurale e aperto sottosistema “20.1

e 20.2 ) Colline del Sabato e del Calore Beneventano”.

Page 43: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

43 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Per quanto riguarda gli ambiti di paesaggio, il PTR demanda alle province l’identificazione,

all’interno dei PTCP, degli ambiti di paesaggio provinciali (cfr. Linee Guida per il

Paesaggio allegate al PTR – par. 2.3. e 3.3.3.);

Per i sistemi del territorio rurale ed aperto di tipo “collinari” (cioè come quello che interessa

il territorio di Montefusco) il PTR individua (cfr. Linee Guida per il Paesaggio - par. 4.2.2.)

strategie volte alla salvaguardia ed al mantenimento della loro multifunzionalità, per uno

sviluppo locale basato sulla diversificazione delle attività agricole, sull’incremento delle

produzioni tipiche di qualità (olio, vino, produzioni zootecniche, coltivazioni biologiche e

integrate) rispetto a quelle di massa, sulla promozione delle filiere agroenergetiche, nel

rispetto degli equilibri ambientali e paesaggistici e degli aspetti di biodiversità;

sull’integrazione delle attività agricole con quelle extra-agricole, queste ultime legate al

turismo rurale, escursionistico, enogastronomico e culturale, alla ricreazione e vita all’aria

aperta, alle produzioni sostenibili nei settori artigianale, manifatturiero e dei servizi.

Gli indirizzi del PTR per la salvaguardia e la gestione dei sistemi del territorio rurale ed

aperto di tipo “collinare” (cfr. Linee Guida per il Paesaggio - par. 6.3.2.2.) :

a) definiscono misure per il mantenimento di condizioni di continuità, integrità e apertura delle aree rurali e agricole, che costituiscono la matrice prevalente del mosaico ecologico e del paesaggio, regolando l’edificabilità rurale in accordo con i punti d) ed e) degli “Indirizzi di carattere generale di salvaguardia del territorio rurale e aperto” e definendo i criteri localizzativi e di inserimento ambientale e paesaggistico di nuove opere, attrezzature, impianti produttivi e tecnologici e corridoi infrastrutturali allo scopo di limitare i processi di frammentazione del territorio rurale e di dispersione insediativa; b) definiscono misure di salvaguardia per i mosaici agricoli ed agroforestali e per gli arboreti tradizionali, con l’obiettivo di preservarne la funzione di habitat complementari, di zone cuscinetto rispetto alle aree a maggiore naturalità, di zone agricole multifunzionali intorno ai nuclei urbani, di zone di collegamento funzionale delle aree collinari con i versanti montani ed i fondovalle. L’obiettivo è, da un lato, quello di evitare la semplificazione colturale e lo scadimento dei tradizionali valori culturali ed estetico-percettivi, soprattutto mediante il ricorso alle misure contenute nel Piano di sviluppo rurale; dall’altro, di prevenire i processi di frammentazione e di dispersione insediativa, regolando l’edificabilità rurale in accordo con i punti d) ed e) degli “Indirizzi di carattere generale di salvaguardia del territorio rurale e aperto”; c) definiscono misure di salvaguardia per gli elementi di diversità biologica delle aree agricole (siepi, filari arborei, alberi isolati) e per le sistemazioni tradizionali (terrazzamenti, ciglionamenti, muretti divisori in pietra, acquidocci), favorendone il recupero e la manutenzione attiva mediante il ricorso alle misure contenute nel Piano di sviluppo rurale d) definiscono misure per la salvaguardia dell’integrità delle aree forestali che, nei sistemi collinari, costituiscono tipicamente chiazze52 di habitat seminaturali all’interno di una matrice agricola prevalente, con funzione chiave di stepping stones, di corridoi ecologici (ma talora anche di aree principali) della rete ecologica regionale, regolando l’edificabilità rurale in accordo con i punti d) e e) degli “Indirizzi di carattere generale di salvaguardia del

Page 44: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

44 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

territorio rurale e aperto”; favorendo il riuso di manufatti e opere esistenti; prevedendo la collocazione di nuove opere, attrezzature, impianti tecnologici e corridoi infrastrutturali in posizione marginale o comunque in continuità con aree urbanizzate esistenti; e) definiscono misure per la salvaguardia delle aree agricole, forestali e di prateria caratterizzate da pericolosità idrogeologica elevata o molto elevata, non consentendo l’edificabilità, e favorendo l’applicazione delle misure silvoambientali e agroambientali del Piano di sviluppo rurale orientate alla regimazione delle acque, alla manutenzione delle sistemazioni e infrastrutture rurali, alla protezione delle caratteristiche di integrità e continuità delle coperture pedologiche e del manto vegetale, con il ricorso preferenziale a tecniche di ingegneria naturalistica; f) definiscono misure per la salvaguardia dell’integrità dei corsi d’acqua e degli elementi morfologici caratterizzanti (alveo, sponde, isole fluviali, aree golenali, aree umide), delle aree ripariali, di pertinenza fluviale e dei fondovalle alluvionali (unità D1, D2, D3, D4 nella carta delle risorse naturalistiche e agroforestali), tutelando gli elementi di naturalità presenti e le condizioni di continuità e apertura degli spazi agricoli, allo scopo di preservarne la funzione di corridoio ecologico, di fasce tampone a protezione delle risorse idriche, di aree di mitigazione del rischio idraulico, non consentendo l’edificabilità; favorendo il riuso di manufatti e opere esistenti; prevedendo la collocazione di nuove opere, impianti tecnologici e corridoi infrastrutturali in posizione marginale o comunque in continuità con aree urbanizzate esistenti; g) definiscono le norme per il corretto inserimento ambientale e paesaggistico di opere, infrastrutture, impianti tecnologici e di produzione energetica, identificando idonee fasce di tutela degli elementi morfologici e dei crinali a maggiore fragilità visiva.

2.6.3 Indirizzi strategici del PTR per l'area A8 Partenio -

Rispetto all'ambito insediativo avellinese, l'obiettivo generale del PTR è volto alla

creazione di un sistema di sviluppo locale nelle sue diverse accezioni, puntando

fortemente all'integrazione tra le aree, cercando di coniugare, attraverso un'attenta azione

di salvaguardia e difesa del suolo, la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali

dell'area con un processo di integrazione socioeconomica.

Facendo riferimento ad una "visione guida per il futuro", il conseguimento del nuovo

assetto territoriale e socio-economico, risulta imperniato sui seguenti punti fondamentali:

- la distribuzione di funzioni superiori e terziarie tra le diverse componenti del sistema

insediativo, nell'ambito di una politica volta all'organizzazione di un sistema urbano

multicentrico;

- l'incentivazione, il sostegno e la valorizzazione delle colture agricole tipiche e

l'organizzazione in sistemi dei centri ad esse collegate;

- la riorganizzazione dell'accessibilità interna dell'area.

Page 45: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

45 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

2.6.4 -Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)

L’iter di formazione del piano provinciale ha avuto inizio con la redazione del Documento

Preliminare del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) adottato dalla

Giunta Provinciale con delibera n.65 del 15.05.2012.

Successivamente, ai sensi dell’art.3 comma 1, del Regolamento n.5 del 4/08/2011

“Regolamento di attuazione per il Governo del Territorio”, la Giunta Provinciale con

delibera n.184 del 27.12.2012 ha adottato il PTCP, redatto sulla base del Documento

Preliminare di Piano.

Il PTCP di Avellino, ha come finalità un equilibrato sviluppo del territorio Irpino, anche nel

quadro del riequilibrio territoriale della Regione Campania, perseguito nell’integrazione tra

mantenimento e gestione attiva dei suoi valori paesaggistici, naturalistici e culturali, e

miglioramento della infrastrutturazione e delle dotazioni a servizio degli insediamenti, delle

attività produttive e dello sviluppo economico e civile della popolazione.

Sulla base degli indirizzi programmatici il Ptcp articola i suoi dispositivi in relazione ai

seguenti obiettivi:

il contenimento del consumo del suolo;

la tutela e la promozione della qualità del paesaggio;

la salvaguardia della vocazione e della potenzialità agricole del territorio;

il rafforzamento della rete ecologica e la tutela del sistema delle acque attraverso

il mantenimento di un alto grado di naturalità del territorio, la minimizzazione

degli impatti degli insediamenti presenti, la promozione dell’economia rurale di

qualità e del turismo responsabile;

la qualificazione degli insediamenti da un punto di vista urbanistico, paesaggistico

ed ambientale;

la creazione di un armatura di servizi urbani adeguata ed efficiente;

la creazione di sistemi energetici efficienti e sostenibili;

il miglioramento dell’accessibilità del territorio e delle interconnessioni con le

altre provincie e con le reti e infrastrutture regionali e nazionali di trasporto;

il rafforzamento del sistema produttivo e delle filiere logistiche;

lo sviluppo dei Sistemi turistici;

Page 46: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

46 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

il perseguimento della sicurezza ambientale.

Le componenti strutturali e l’assetto del territorio del Ptcp sono:

sistema naturalistico, ambientale e dello spazio rurale (rete ecologica, aree

agricole forestali);

sistema insediativo (centri storici, insediamenti lineari, aree produttive).

IL PTCP contiene al suo interno l’idea che più comuni vicini s’immaginino e si pianifichino

come un’unica entità, conservando l’identità e l’autonomia amministrativa. La proposta di

Ptcp prevedeva inizialmente venti aggregazioni, denominate in base ai comprensori

territoriali. A seguito delle osservazioni accolte con deliberazione del Commissario

Straordinario n.113 del 27.05.2013, nel rendere gli elaborati conformi, la Provincia ha

provveduto a modificare il Piano con delibera del Commissario Straordinario n.172 del

25.07.2013.

Sono mutati i sistemi di città stralciando la “Città delle Colline dell’Ufita”. Di fatto le città

sono diventate diciannove:

Città di Abellinum, Città dell'Alta Irpinia, Città dell'Arianese; Città del Baianese; Città della

Baronia, Città della Bassa Valle del Sabato( comuni di Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Petruro,

Santa Paolina, Torrioni e Tufo), Città Caudina, Città delle Colline del Calore, Città delle Colline del

Taurasi, Città tra i Due Principati, Città Longobarda, Città dell'Ofanto, Città del Partenio,

Città dei Picentini, Città del Sele, Città del Serinese, Città dell'Ufita, Città della Valle del

Calore, Città del Vallo Lauro.

Page 47: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

47 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Sistema di città

Dal PTCP nelle tavole di inquadramento strutturale il ruolo territoriale di Montefusco è

decisamente marginale come evidenziato anche graficamente.

Page 48: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

48 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

2.6.5 -Piano Stralcio dell’Autorità di Bacino

Le Autorità di Bacino sono state istituite con La Legge 183/89 “Norme per il riassetto

organizzativo e funzionale della difesa del suolo”, con lo scopo di assicurare la difesa del

suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi

Page 49: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

49 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

di un razionale sviluppo economico e sociale e la tutela degli aspetti ambientali ad essi

connessi. A tal fine la Legge 183/89 ripartisce il territorio nazionale in Bacini Idrografici e

definisce un nuovo strumento di pianificazione, il Piano di Bacino, la cui elaborazione è

affidata a nuovi organi: le Autorità di Bacino Nazionali, Interregionali e Regionali, in grado

di superare la frammentarietà delle competenze degli Enti esistenti (Ministeri

dell’Ambiente, dei Lavori Pubblici, dei beni Ambientali e Culturali, nonché le Regioni

interessate sullo stesso Bacino) ed assicurare il coordinamento di tutte le azioni sul

territorio. Le finalità perseguite dalla pianificazione di bacino possono essere così

riassunte: difesa, tutela, riqualificazione e governo delle risorse suolo ed acqua e del

sistema ambientale connesso. Le funzioni svolte dalle strutture preposte alla pianificazione

di bacino, le Autorità di Bacino, e da queste ultime assicurate, consistono nel

perseguimento delle succitate finalità. Pertanto, la legge 183/89 identifica nel bacino

idrografico l’unità territoriale di riferimento a cui applicare gli strumenti normativi previsti

ed, in particolare, il Piano di Bacino, che ha valenza di piano territoriale di settore e

coordinamento. Detto Piano, da realizzare per stralci funzionali, è lo strumento

conoscitivo, normativo e tecnico-operativo, attraverso il quale sono pianificate e

programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa ed alla

valorizzazione del suolo, alla salvaguardia della qualità delle acque superficiali e

sotterranee, all'approvvigionamento, uso e disinquinamento delle stesse, alla compatibilità

ambientale dei sistemi produttivi, alla salvaguardia dell'ambiente naturale ed alla gestione

delle risorse nel loro complesso, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del

territorio interessato. La legge stabilisce espressamente che alle prescrizioni del Piano di

Bacino devono essere adeguati i piani territoriali urbanistici ed i piani paesistici, nonché i

piani di risanamento delle acque, i piani per lo smaltimento dei rifiuti, i piani di

disinquinamento. Inoltre, le prescrizioni contenute nel Piano di Bacino hanno carattere

immediatamente vincolante per le Amministrazioni e gli Enti pubblici, e per i soggetti

privati. Data la complessità degli studi e delle analisi per una conoscenza esaustiva del

territorio, in riferimento alle problematiche di difesa del suolo e di tutela delle acque, l'art.

12 della Legge 4 dicembre 1993, n. 493, integrando l'art. 17 della L. 183/1989, ha previsto

la possibilità di redazione di Piani Stralcio relativi a settori funzionali interrelati rispetto ai

contenuti del Piano di Bacino, in grado di coprire i diversi e complessi aspetti della difesa

del suolo e della tutela delle acque.

Page 50: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

50 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Attraverso la Pianificazione di Bacino (Piano di Bacino e Piani Stralcio), l’Autorità di Bacino

mira al conseguimento di un duplice obiettivo:

- il raggiungimento di un alto valore del “rapporto sicurezza/rischio” nell’ambito di una

zonazione territoriale;

- l’individuazione degli interventi strutturali e non strutturali.

Nel caso specifico, tra le sei Autorità di Bacino Nazionali istituite secondo la Legge183/89

l’Autorità di Bacino dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno è l’Autorità competente per il

territorio di Montefusco. L’Autorità si estende per 11.484 kmq (Bacino Liri – Garigliano

5.142 Kmq. e Bacino Volturno 6.342 kmq.), interessando, con un complesso di ben 31

sottobacini idrografici (14 del Bacino Liri – Garigliano e 17 del Bacino Volturno) 4 regioni

(Abruzzo, Campania, Lazio, Molise e Puglia), 11 Province (L’Aquila, Benevento, Caserta,

Avellino, Salerno, Frosinone, Latina, Roma, Isernia, Campobasso e Foggia), e 450

Comuni di cui 10 appartenenti ad entrambi i Bacini (168 comuni del Bacino Liri –

Garigliano e 292 del Bacino Volturno), di cui 37 in Abruzzo, 239 in Campania, 124 nel

Lazio, 46 nel Molise e 4 in Puglia. Nel caso di detta Autorità, il Piano di Bacino si articola

nei Piani Stralcio di seguito elencati:

Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico – Rischio Idraulico / Difesa dalle Alluvioni (PSAI-Ri);

Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico – Rischio Frana / Difesa Aree in Frana (PSAI-Rf);

Piano Stralcio per il Governo della Risorsa Idrica Superficiale e Sotterranea;

Piano Stralcio per la Tutela Ambientale – Conservazione zone umide - area pilota Le Mortine (PSTA);

Documento d’indirizzo ed orientamento per la Pianificazione e la Programmazione della Tutela Ambientale (DIOPPTA);

Piano Stralcio di Erosione Costiera. Di seguito si riportano la Carta degli scenari di rischio (rischio frana) del Piano Stralcio per

l’assetto idrogeologico che interessa il territorio comunale.

Page 51: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

51 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 52: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

52 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 53: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

53 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Come si può notare dalla lettura della carta del rischio frana, il territorio di Montefusco non

presenta aree di rischio elevato R3, fatta eccezione di piccolissime zone, aree peraltro

non interessate dalla trasformazione comunale, per il restante territorio le aree sono

inquadrabili nell’ambito di media attenzione A2, ovvero si tratta di aree non urbanizzate

che rientrano all’interno di una frana quiescente a massima intensità attesa media.

3.0. – ANALISI DEI DATI DEMOGRAFICI

L’ISTAT in data 12/08/2014 ha diffuso ulteriori aggiornamenti dei dati relativi al

censimento generale della popolazione e delle abitazioni anno 2011, censimento n. 15 ,

tuttavia allo stato attuale mancano i dati definitivi per cui si è ritenuto corretto utilizzare i

dati definitivi del censimento n. 14 anno 2001, considerato che i dati di dettaglio territoriale

non sembrano aver subito modifiche sostanziali. Se tuttavia, prima della elaborazione

definitiva del PUC i dati 2011 saranno disponibili, si provvederà ad integrarli con le

previsioni di piano.

Page 54: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

54 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

3.1. – Movimento demografico nel comune

Tab. 1 - ANALISI DELLA DINAMICA DEMOGRAFICA (Dati forniti dal Comune)

ANNO Nati Vivi

Morti Saldo naturale

Iscritti Cancellati Saldo migratorio

Pop. al 31/12

n.

2000 15 15 0 36 40 -4 1542

2001 13 25 -12 23 65 -42 1469

2002 15 18 -3 36 40 -4 1462

2003 8 11 -3 48 39 9 1468

2004 14 19 -5 32 18 14 1477

2005 11 14 -3 18 39 -21 1453

2006 15 10 5 29 44 -15 1443

2007 12 19 -7 30 31 -1 1435

2008 12 13 -1 47 26 21 1455

2009 17 15 2 37 23 14 1471

2010 8 10 -2 18 55 -37 1432

2011 4 19 -15 19 31 -12 1405

2012 7 18 -11 49 51 -2 1392

2013 6 9 -3 23 28 -5 1384

2014 6 17 -11 21 41 -20 1353

2015 7 13 -6 5 10 -5 1338

CURVA DEMOGRAFICA DELLA POPOLAZIONE

Page 55: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

55 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 56: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

56 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

L’esame dei dati innanzi riportati evidenzia che la popolazione negli ultimi 15 anni tende a

decrescere progressivamente senza tuttavia presentare dei picchi significativi. Analogo

discorso vale per il saldo migratorio ed il saldo naturale, che tuttavia mostrano delle fasi

altalenanti per alcuni anni. I dati rilevati non evidenziano una crescita della popolazione,

Page 57: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

57 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

tuttavia se inseriti in un contesto socio economico più ampio, risultano in linea con i dati

rilevabili a livello generale; non è da escludere che la auspicata ripresa globale trascini un

territorio caratterizzato da attività di pregio.

3.2 – Distribuzione popolazione- abitazioni strutture abitative– rapporto vani abitanti

Per analizzare la distribuzione della popolazione sul territorio comunale, distinguendola in

abitanti e famiglie, sono stati assunti come riferimento i dati reali riferiti al censimento 2001

ed i dati provvisori rilevati dall’ISTAT nel Censimento del 2011, nonchè i dati forniti dal

Comune. I grafici seguenti mostrano come la distribuzione della popolazione nell’anno

2014 si è sostanzialmente modificata rispetto all’anno 2007 delineando implicitamente le

dinamiche evolutive verificatesi sul territorio comunale.

In particolar modo si evidenzia uno spopolamento del centro storico e delle case sparse a

beneficio della frazione S.- Egidio. Tale situazione è determinata sia dalla felice posizione

geografica ed espositiva della frazione e sia per la presenza di aree pianeggianti idonee

alla edificazione.

Tab. 2 distribuzione della popolazione sul territorio - anno 2013

Dati forniti dal Comune

COMUNE E LOCALITA’

POPOLAZIONE RESIDENTE

Altitudine Totale Maschi Femmine Famiglie

Montefusco 375/778 1384 682 702 528

Montefusco * 705 561 274 287 213

Serra 550 149 74 75 57

Sant’Egidio 567 376 188 188 143

Case sparse 375/778 298 146 152 115

* riferito al capoluogo

Page 58: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

58 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Montefusco centro

Serra

S. Egidio

Case sparse

Distribuzione popolazione anno 2007

Montefusco centro

Serra

S. Egidio

Case sparse

Distribuzione popolazione anno 2013

3.3 - Analisi della struttura familiare e andamento del numero di famiglie

Il numero delle famiglie censite dall’Istat nel 2001 era pari a 463.

Dall’analisi dei dati ISTAT del 2001 relativi alle famiglie è emerso quanto riportato nella

tabella che segue in merito alle composizioni delle stesse.

Tab 3 - Nuclei familiari per tipo di nucleo

Page 59: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

59 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

N. abitanti N. di famiglie

Numero medio di componenti per famiglia

N. coppie

con figli

N. coppie senza figli

Madri con figli

Padri con figli

Num. Coppie

non coniugate

Totale nuclei

familiari

Montefusco 1460 463 3,15 253 88 37 11 74 389

Tab 4- % famiglie per numero di componenti

Numero di componenti

1 2 3 4 5 >6 Totali

Famiglie 80 89 96 116 53 29 463

Componenti 80 178 288 464 265 185 1460

% Famiglie 17,28% 19,22% 20,73% 25,05% 11,45% 6,26% 100%

La tabella precedente mostra che le famiglie con un numero di componenti tra 3 e 4

rappresentano circa il 46% del totale della popolazione.

Tab.5 – ABITAZIONI E STANZE PER EPOCA DI COSTRUZIONE – (ISTAT 2001)

EPOCA DI COSTRUZIONE DELL’EDIFICIO

ABITAZIONI % ABITAZIONI

STANZE

% STANZE

Prima del 1919 185 38.7%

Dal 1919 al 1945 41 8.6%

Dal 1946 al 1961 25 5.2%

Dal 1962 al 1971 31 6.5%

Dal 1972 al 1981 46 9.6%

Dal 1982 al 1991 113 23.6%

Dopo il 1991 37 7.7%

TOTALE 478 100% 2172 100%

Il quadro innanzi riportato, relativo all’epoca di costruzione delle abitazioni in edifici ad uso

abitativo indica che circa il 30% di esse è stato realizzato a seguito del sisma del

23/11/1980. Si rileva inoltre che nella prima del 900 il patrimonio edilizio comprendeva

una consistente parte delle abitazioni ancora esistenti (40%), a conferma dell’importanza

avuta dalla cittadina nei secoli scorsi.

Tab 6 - ABITAZIONI OCCUPATE DA RESIDENTI - STANZE ED OCCUPANTI PER TITOLO DI GODIMENTO (ISTAT 2001)

Page 60: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

60 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Tra le abitazioni occupate da residenti prevalgono quelle godute a titolo di proprietà che

rappresentano oltre il 73%.

Tab 7 - ABITAZIONI OCCUPATE DA RESIDENTI – NUMERO E TIPO DI STANZE - OCCUPANTI

Dai dati Istat ’01 si ricava che le abitazioni occupate da residenti alla data del Censimento

2001 sono pari a 478, per 1792 vani adibiti ad uso prettamente abitativo (ovvero 2172

stanze meno le cucine e le stanze adibite ad uso vario). Rapportando detto numero di vani

al totale di 2172 stanze occupate da residenti si ottiene quanto segue: VANI/STANZE =

1792/2172 = 0,8250 ≈ 82%. I vani adibiti esclusivamente ad uso abitativo residenziale

rappresentano, quindi, circa l’82% del numero complessivo di stanze censito. Tale

equivalenza sarà utile in seguito allorquando sarà necessario ricavare il numero di vani

statisticamente corrispondente a quello delle stanze.

Tab. 9 – (FONTE ISTAT Dati riferiti al comune)

2001 Ampiezza della famiglia per numero di

componenti Totale

1 2 3 4 5 >5

famiglie 88 98 96 116 53 29 463

% 19,01 21,17 20,73 25,05 11,45 6.26 100

componenti 88 196 288 464 265 200 1475

% 5,97 13,29 19,53 31,46 17,97 11,80 100

Tab. 13 – (FONTE ISTAT Dati riferiti al comune)

Stanze per 1 2 3 4 5 >5 Totale

abitazione

Abitazioni 0 27 55 144 135 99 460

Famiglie 0 27 55 145 137 99 528

Page 61: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

61 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Tab. 15 – (FONTE ISTAT Dati riferiti al comune)

Stanze per abitazione

1

2

3

4

5

>5 Totale

Stanze 0 54 165 576 675 702 2172

Persone 0 49 139 424 480 368 1460

1 0,91 0,84 0,74 0,71 0,52 0,67

Tab. 17 - ABITAZIONI OCCUPATE, FAMIGLIE E COMPONENTI PER NUMERO DI STANZE (Dati riferiti al comune)

Stanze n. abitazioni

n. famiglie

n. stanze

n. componenti

Rapporto Abitazioni/famiglie

Grado di

affollamento Sovraffollamento

1 0 0 0 0 - - -

2 27 27 54 49 1 0.91 -

3 55 55 165 139 1 0.84 -

4 144 145 576 424 0.99 0.74 -

5 135 137 675 480 0.99 0.71 -

>5 99 99 702 368 1 0.52 -

TOTALE 460 463 2172 1460 0.99 0.67 -

Per quanto riguarda le abitazioni non occupate pari a n. 287 per complessive 947 stanze,

applicando la stessa percentuale dell’82.5%, sopra calcolata, alle n. 947 stanze otteniamo

781 vani non occupati, dei quali, risultano non disponibili per vendita ed affitto n. 757 vani.

Pertanto si ha:

vani occupati 1.792

vani non occupati disponibili 24

Totale vani 1.816

Per quanto riguarda le abitazioni si ha:

Abitazioni occupate 460

Abitazioni non occupate 287

Abitazioni non occupate e non disponibili - 278

Totale abitazioni occupate e non occupate disponibili 469

I vani in soprannumero rispetto agli occupanti (sottoutilizzati) non possono peraltro

considerarsi di per sé disponibili al mercato della residenza, in quanto molto difficilmente

nella realtà è possibile separarli dagli alloggi cui appartengono, per evidenti motivi tecnici,

tipologici e giuridici. A conferma di questo in allegato il calcolo del rapporto vani/abitanti

Page 62: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

62 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

riferito al centro storico di Montefusco, dal quale si evince che ad ogni componente

corrispondono 6,4 vani (vedi TAV ECM.03) .

La tabella di cui sopra mostra quindi come il numero di stanze, ovvero quello dei vani

residenziali statisticamente equivalenti calcolato in base al rapporto di 0,825 di cui al

paragrafo precedente, determini, in relazione al numero di componenti delle famiglie

residenti nelle abitazioni occupate, un rapporto medio teorico di 1,7 stanze/occupante,

ovvero di 1,3 vani prettamente residenziali per occupante.

Tale rapporto, se da un lato costituisce una indicazione circa le modalità locali dell’abitare,

dall’altro non esime dall’effettuare nel prosieguo una specifica considerazione sulla

effettiva disponibilità al mercato, ai fini del dimensionamento strutturale del PUC.

3.4. Carta unica del territorio, vincoli, tutele e vulnerabilità

La Carta Unica del Territorio è una tavola grafica in cui vengono rappresentate tutte le

criticità di tipo ambientale ( base del rapporto ambientale) che interessano il territorio

comunale, e che in qualche modo ne determinano le trasformazioni future. Viene

evidenziato in tale grafico tutto il sistema dei vincoli, da quelli paesaggistici a quelli storico

culturali, dalle fragilità geologiche alle presenze storiche intese come risorse per il

territorio, tutto quanto sia utile a definire un quadro strutturale dello stesso. E’ utilizzata per

poter effettuare una lettura sintetica del territorio che tenga in debito conto tutti i fattori che

nel tempo hanno regolato la trasformazione dello stesso.

In tale elaborato grafico, si riversano tutte le informazioni relative alla presenza di Siti di

particolare interesse paesaggistico e naturalistico (nel caso specifico del comune area

SIC- Bosco di Montefusco Irpino), ricchezze del territorio e fragilità di tipo ambientale, che

necessitano di tutela legata sia alla volontà di preservare alle generazioni future

caratterizzazioni ambientali e paesaggi caratteristici, e sia per tutelare le trasformazioni da

rischi di tipo geologico. Vengono individuate sulla stessa tutte le aree soggette a tutela per

legge ex D.l.42/2004 ed ex Dlgs.152/06 . Infine, completano l’elaborato le fasce di rispetto

delle attrezzature pubbliche (cimitero). Il territorio comunale non è stato interessato da

aree percorse dal fuoco e non presenta aree soggette ad usi civici.

Page 63: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

63 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

PARTE SECONDA - DOCUMENTO STRATEGICO

4.1 – Obiettivi, criteri e scelte di tutela e valorizzazione dell’identità locale

Attraverso la definizione del quadro strutturale si delinea un “sistema territorio” che, tenuto

conto delle emergenze, vocazioni e peculiarità territoriali, mette in luce quelli che sono gli

elementi identificativi del territorio, nei quali la comunità locale si “riconosce”. Montefusco

appartiene al quadro paesaggistico delle “ Colline del Sabato e del Calore Beneventano” ,

così come definito nel PTCP approvato della Provincia di Avellino, ed è un territorio dove

coesistono elementi di rilevante interesse naturalistico come l’area SIC, boschi, corridoi

ecologici secondari, accanto ad una prevalente organizzazione del territorio votata

all’agricoltura ma nello stesso tempo soggetta a continue trasformazioni fondiarie e

colturali e dove la presenza degli insediamenti diffusi caratterizza la struttura stessa dei

luoghi.

Nella definizione degli indirizzi ed obiettivi strategici da perseguire con il progetto di PUC è

fondamentale il riferimento agli strumenti di pianificazione sovraordinati vigenti, e nella

fattispecie al PTR – Piano Territoriale Regionale - e al PTCP di Avellino. Tali strumenti di

programmazione e pianificazione sovraordinati, come riportato nei paragrafi precedenti,

delineano un quadro di elementi conoscitivi e di obiettivi territoriali tali da costituire un

primo riferimento per la definizione degli obiettivi di pianificazione comunale; obiettivi

generali, ossia macro obiettivi, all’interno dei quali esplicitare obiettivi specifici del nuovo

Piano Urbanistico Comunale a cui corrispondano delle azioni ben precise, da valutare in

Page 64: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

64 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

sede di concertazioni pubbliche, per ottenere un quadro delle scelte che sia condiviso

dalla collettività, nel rispetto delle norme e dei vincoli sovraordinati:

La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale;

La razionalizzazione del patrimonio esistente;

Lo sviluppo urbano e riqualificazione di attività produttive;

Il miglioramento del sistema della mobilità e dei servizi.

Obiettivi specifici: TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO AMBIENTALE:

Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, storico-culturale rurale;

Tutela del patrimonio naturalistico-ambientale: individuazione aree di tutela ambientale;

Conservazione degli aspetti significativi o caratteristici del paesaggio;

Presidiare l’identità del suolo agricolo;

prevenire il rischio sismico, idrogeologico, specialmente nelle aree a rischio conclamato. RAZIONALIZZAZIONE PATRIMONIO ESISTENTE:

riqualificazione delle strutture urbane esistenti, mediante il recupero degli insediamenti consolidati e la riqualificazione urbanistica delle aree di più recente trasformazione;

valorizzazione del centro urbano e delle località principali attraverso la creazione di spazi pubblici e servizi collettivi da potenziare;

valorizzazione del patrimonio storico architettonico, quali conventi, chiese e palazzi storici;

individuare adeguate aree per la realizzazione di edilizia residenziale.

SVILUPPO URBANO E RIQUALIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE:

Adeguata disciplina per il territorio rurale, considerato l’uso multifunzionale delle aree rurali;

turismo enogastronomico e culturale con valorizzazione dei prodotti tipici;

favorire particolari forme di incentivazione economica-urbanistica (sgravi, premi volumetrici, ecc.) per il reinserimento residenziale e di attività commerciali e turistiche, soprattutto legate all’arte, all’artigianato, alla ristorazione tipica ed all’ospitalità turistica di qualità;

verifica e implementazione della dotazione e qualità dei servizi. MIGLIORARE IL SISTEMA DELLA MOBILITÀ:

adeguamento del sistema della mobilità, attraverso ammodernamento della viabilità principale a carattere comunale;

potenziamento del sistema delle aree destinate a parcheggio, nell’ambito dei centri urbani;

potenziamento delle infrastrutture di servizio dell’attività agricola al fine di favorire uno sviluppo del settore e creare le premesse per lo sviluppo delle attività di trasformazione del prodotto agricolo.

Gli obiettivi strategici individuati costituiscono la base su cui avviare la fase di

consultazione, al fine di dar luogo ad una pianificazione condivisa, attraverso la quale

interpretare e contestualizzare i fenomeni in atto, ottimizzando l’uso delle risorse presenti

a disposizione. Il nuovo strumento urbanistico comunale di Montefusco, mira a

promuovere uno sviluppo sostenibile del territorio che, nel rispetto della materia storica e

delle valenze naturalistico-ambientali del territorio, tenuto conto delle dinamiche evolutive

Page 65: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

65 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

strutturate, sappia definire nuove occasioni di crescita socio – economica sostenibile.

Prevale, in altri termini, l’attenzione all’insediamento esistente attraverso politiche di

conservazione e valorizzazione del tessuto storico e di riordino e completamento nelle

aree di recente formazione con potenziamento dei servizi esistenti.

Inoltre, vanno perseguite politiche di tutela, conservazione e riqualificazione delle aree

agricole, da valorizzare nelle loro componenti ambientali e agricolo - produttive, con

possibilità di puntare verso modelli di accoglienza basata sul turismo ecologico e/o rurale,

che rafforzino la funzione agricola e promuovano la valenza ambientale di difesa del suolo

e di caratterizzazione del paesaggio. Si è optato, quindi, per strategie di sviluppo

sostenibile tra identità urbana e innovazione. Uno sviluppo sostenibile può essere

immaginato attraverso l’azione combinata di tre risorse:

la riconoscibilità culturale, con la programmazione di eventi e manifestazioni

rappresenta una delle condizioni implicite, che però il PUC non può che auspicare ed

incentivare nelle linee di principio;

la riqualificazione del sistema economico attraverso la promozione di strategie di

sviluppo locale, legato all’immagine del territorio e alle diverse tradizioni locali;

il potenziamento di servizi e infrastrutture.

4.2 – Obiettivi relativi ai carichi insediativi – armatura urbana – aree industriali - rischi e

vincoli.

Ai fini della ripartizione del carico insediativo residenziale per ogni Ambito Insediativo la

Provincia di Avellino, ai sensi dell’art. 5 della L.R. 13/2008, ha promosso tavoli tecnici di

concertazione ai fini di accompagnare i processi di formazione dei Piani Urbanistici

Comunali in un’ottica di area vasta. Ai suddetti tavoli tecnici è stata demandata la

definizione di dettaglio delle strategie di piano di valenza sovracomunale, al fine di definire

un sistema comprensoriale di sviluppo integrato. Il PTCP ha ripartito il fabbisogno abitativo

per “SISTEMA DI CITTA’”, tenendo conto dei criteri stabiliti nella parte programmatica

delle norme tecniche di attuazione del PTCP di indirizzo per la pianificazione Comunale,

nell’ipotesi di adeguamento del numero di famiglie nel decennio precedente (2001-2011).

In base alle “SCHEDE DEI SISTEMI DI CITTA” indicazioni per la pianificazione comunale

coordinata, scheda n° 6 “Città della bassa Valle del Sabato” è emerso che la popolazione

al 2011 era pari a 9.446 abitanti. Complessivamente nell’ultimo decennio intercensuario la

popolazione è diminuita del 3,69%.

Page 66: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

66 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Il territorio presenta un’orografia collinare che comprende a nord cime più alte e

scoscese; la pendenza dei versanti si fa rilevante nei territori di Torrioni, Petruro, Chianche

e Montefusco. Altavilla, Tufo e Santa Paolina sono ubicati invece in un territorio

moderatamente pendente. In considerazione di ciò l’ambito territoriale è stato classificato

nel PTCP nelle due distinte Unità di Paesaggio 20-1 e 20-2 Colline del Sabato e del

Calore Beneventano. L’ambiente naturale delle aree collinari costituisce la dominante

paesaggistica. La presenza antropica è bassa, le aree urbanizzate sono limitate come in

generale le trasformazioni antropiche del territorio e l’impatto delle infrastrutture fisiche

(dominante del sistema stradale è la rete secondaria). Non vi è presenza di addensamenti

edilizi lineari lungo le strade, né di detrattori ambientali (ad eccezione di cave in territorio di

Petruro e Altavilla Irpina). I piccoli centri urbani si sviluppano ancora in maniera compatta

intorno ai centri/nuclei storici, tutti caratterizzati dalla tipologia urbana collinare “sede di

poggio” . Per quanto riguarda le aree industriali tutti i comuni hanno realizzato o previsto

aree industriali per il trasferimento delle attività produttive danneggiate. Tali aree sono per

lo più operative anche se ospitano attività prevalentemente artigianali rivolte ad un

mercato locale. Tre aree PIP sono insediate nei territori di Altavilla Irpina, Tufo e

Montefusco. Risulta inoltre programmata e non attuata un’altra area PIP nel Comune di

Chianche. Occorre considerare che rispetto alle interferenze con la rete ecologica (cfr.

Tavola P.03 del PTCP) solo l’area industriale di Montefusco non presenta problemi. Per le

due altre aree il PTCP prevede l’attivazione sia sulle parti realizzate che per i nuovi

insediamenti di azioni di riqualificazione in direzione della mitigazione ambientale. Per

l’area programmata a Chianche il PTCP propone una verifica sulle interferenze potenziali

con la rete ecologica ed eventuale ripianificazione. Il PTCP prevede di confermare e

potenziare, sul piano infrastrutturale e dei servizi, le aree industriali già attuate, con

particolare priorità a quelle collocate lungo il sistema infrastrutturale principale.

Page 67: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

67 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

4.3 – calcolo carichi insediativi

Coerentemente a quanto descritto nel punto 9.3 della Relazione del PTCP (elaborato

P.01) si è seguito questo metodo per il Calcolo dei carichi insediativi residenziali del

Sistema di Città. Tale previsione, coerentemente alle indicazioni della Regione Campania,

si è basata sul fabbisogno abitativo legata ai due fattori:

- stima del fabbisogno regresso basato su due elementi:

1. disagio abitativo di famiglie che vivono in condizioni di affollamento;

2. disagio abitativo di famiglie che abitano alloggi impropri e famiglie in coabitazione;

- stima dell’incremento del numero di famiglie.

Per stimare il disagio da affollamento si è utilizzata la stessa matrice posta a base della

stima regionale, ma rielaborata su base comunale. Gli occupanti in condizioni di disagio da

affollamento della matrice è stato proporzionato al dato regionale in termini di famiglie. In

termini generali è sembrata molto ottimistica la stima regionale che ha ipotizzato che tra il

2001 e il 2011 le condizioni di disagio da affollamento si siano ridotte del 66% a seguito di

fenomeni di mobilità delle famiglie all’interno dello stock abitativo. Tali livelli di mobilità

sono certo più applicabili alle aree urbane di maggiori dimensioni e meno ad un tessuto di

piccoli centri, dove la rigidità della proprietà immobiliare risulta più elevata. Si è quindi

elaborata una stima minimo - massima al 2011 del disagio abitativo da affollamento,

basata su fattori di riduzione del dato totale delle famiglie in condizioni di disagio del 2001

tra il valore minimo del 45% e quello Massimo del 30%. La matrice del disagio da

affollamento è riportata nelle seguenti tabelle:

Page 68: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

68 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Il carico insediativo stimato, derivante da disagio da affollamento 2001 è pari al 2,96% del

carico stimato per l’intera Provincia ed è pertanto pari a: 212 abitazioni. Tuttavia

applicando i criteri di stima prima descritti possiamo stimare il numero di famiglie

minimo/massimo che al 2011 si trova in condizioni affollamento. Il dato è riportato nella

tabella seguente:

Con analogo riferimento ai criteri descritti nella relazione di piano, si può stimare che il

fabbisogno regresso al 2011 per famiglie che vivono in abitazioni inadeguate e in

condizioni di coabitazione, è quello descritto nella tabella seguente. Coerentemente a

quanto descritto nella Relazione del PTCP (elaborato P. 01) si è effettuata una stima delle

famiglie in queste condizioni applicando una riduzione del 30% di quelle del 2001.

L’andamento demografico relativo alle famiglie della Città della Bassa Valle del Sabato nel

periodo 2003/2011, è riportata nella seguente tabella:

Page 69: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

69 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

L’incremento di famiglie ci porta ad una stima di fabbisogno abitativo dell’ordine delle 299

unità. In conclusione, la stima complessiva del fabbisogno abitativo tenendo conto di

quanto innanzi evidenziato è riportata nella seguente tabella:

Ne consegue che la quota riferita al Comune di Montefusco può quantizzarsi in un

fabbisogno massimo abitativo al 2020 di circa 104 unità aggiuntive (60/299*519). Questa

stima potrà essere corretta non appena saranno disponibili i dati definitivi del censimento

2011 riferiti alla crescita e alle abitazioni occupate, nonché all’analisi specifica riferita al

Comune sulle abitazioni occupate, la consistenza e lo stato.

4.4 - Trasformabilità ambientale ed insediativa del territorio comunale

Le tavole seguenti del PTCP descrivono una valutazione dei diversi gradi di trasformabilità

del territorio. Come si vede le aree che non presentano particolari problemi di

trasformabilità sono relativamente poche e in gran parte localizzate nel territorio dei

Comuni di Montefusco e Altavilla Irpina. In alcune porzioni di territorio è consentita una

trasformabilità condizionato all’ottenimento di permessi e autorizzazioni. Le aree non

trasformabili per vincoli o elevati rischi idrogeologici sono anch’esse non numerose. In

particolare una superficie più estesa è nel territorio di Chianche mentre nel comune di

Santa Paolina si trovano in vicinanza delle diverse componenti dell’armatura urbana. La

maggior parte del territorio presenta un grado di trasformabilità orientata allo sviluppo agro

ambientale. I PUC privilegeranno, ove possibile, la localizzazione delle aree di

trasformazione previste dalla loro componente strutturale, nelle zone di maggiore e più

agevole trasformabilità. In termini generali, ed in coerenza con l’obiettivo di rafforzamento

Page 70: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

70 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

dell’armatura urbana dei centri, si eviterà la dispersione edilizia e il consumo di suolo,

favorendo il riuso dei vuoti urbani, il completamento degli insediamenti in zone periurbane.

Corridoio Ecologico -

Page 71: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

71 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 72: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

72 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 73: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

73 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Il sistema insediativo del comune di Montefusco è caratterizzato dalla presenza di tre

macrozone urbanizzate (Montefusco centro, Serra, S. Egidio ) attraversate da una dorsale

costellata da abitazioni sparse lungo la strada provinciale 42.

La storia urbanistica del Comune è stata fondamentalmente scritta dal Piano Regolatore

Generale approvato nel 1988 e da una serie di interventi, o meglio “proposte”, che non

hanno concluso il proprio iter procedurale, ma che nei confronti della collettività hanno

generato attese, ovvero valori fondiari, che vanno ben al di là di quanto il PRG con la sua

perimetrazione di aree da destinare all’edificazione aveva potuto fare. L’Amministrazione

Comunale, sulla scorta di questi pregressi intenti, ha provveduto a definire nuove

perimetrazioni di centri abitati che il redigendo PUC ha assunto come dato di partenza di

una serie di realtà che necessitano di un riammaglio e di un completamento.

La proposta preliminare del PUC del Comune di Montefusco è stata fondata sul principio

della vocazione del territorio, in accordo con la programmazione sovra - comunale in atto

che prevede uno sviluppo a dominante naturalistica, nel rispetto del principio di

sostenibilità.

Page 74: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

74 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

La tutela e la valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio sono state poste alla base della

programmazione per prospettare il possibile sviluppo di questo Comune.

La risorsa che senza dubbio rappresenta per Montefusco uno dei fattori determinanti per

la crescita economica, già registrata negli ultimi anni, è la coltivazione della vite con la

produzione dei vini di qualità a marchio DOCG.

Il Tessuto Urbanizzato comprende l’Ambito di valore storico da conservare e valorizzare,

l’Ambito urbano consolidato da completare e riqualificare, l’Ambito urbano e periurbano in

evoluzione da completare e riqualificare che costituiscono quindi l’ossatura del tessuto

insediativo strutturato a prevalente destinazione residenziale, ma al cui interno vi sono,

inoltre, attività e servizi complementari alla residenza.

Infine, il Campo aperto comprende ambiti a carattere agricolo insediativo, semiurbanizzati

da riqualificare, integrare e potenziare, nonché aree di particolare valore naturalistico e

paesaggistico da tutelare, oltre alle aree fragili per le quali si persegue l’obiettivo principale

della mitigazione del rischio, così come suggerito dal PTCP.

Page 75: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

75 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

PARTE TERZA - CONSULTAZIONI PRELIMINARI

5 – Avvio procedimento, delibere, copie verbali delle consultazioni

Page 76: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

76 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 77: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

77 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 78: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

78 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –

Page 79: COMUNE DI MONTEFUSCO (AV) · di insediamenti umani a Montefusco risalgano al periodo neolitico, le fonti più attendibili collegano la fondazione della città ad opera di un nucleo

79 - Comune di Montefusco - Piano Urbanistico Comunale- Fase Preliminare –