comune di fiesco · nella tabella seguente è riportato il riferimento contenutistico del rapporto...
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variante pgt comune di fiesco _ rapporto ambientale VAS
COMUNE DI FIESCO Provincia di Cremona_ Regione Lombardia
piano di governo del territorio proposta di variante generale
valutazione ambientale strategica
rapporto ambientale
autorità procedente Comune di Fiesco
Giuseppe Piacentini Sindaco
autorità competente Comune di Fiesco
Fiorenzo Lodi responsabile Area Tecnica
consulente esterno Alessandro Oliveri
2017 _ luglio
variante pgt comune di fiesco _ rapporto ambientale VAS
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indice a. premesse ............................................................................. 3
1. CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE ........................................................... 3 2. RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGICI ........................................................ 5 3. VERIFICA DELLA PRESENZA DI SITI RETE NATURA 2000 (SIC/ZPS) .......................... 6
b. analisi di contesto ............................................................... 7
4. AMBITO DI INFLUENZA DEL PIANO ...................................................................... 7 5. QUADRO SINOTTICO DELLE CRITICITÀ E DELLE OPPORTUNITÀ DEL
CONTESTO TERRITORIALE .................................................................................... 8 6. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO: GLI OBIETTIVI DI COERENZA
ESTERNA ........................................................................................................... 12 7. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ .............................................................................. 13
c. valutazione dei potenziali effetti ambientali della variante di piano .............................................................................. 15
8. I CONTENUTI PROGRAMMATICI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE ....................... 15 8.1. contenuti programmatici 15 8.2. contenuti specifici 15
9. LA VERIFICA DI COERENZA ESTERNA DEGLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE ......................................................................................................... 16
10. L’ANALISI DI SOSTENIBILITÀ DEGLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE .... 17 11. LA VERIFICA DI COERENZA INTERNA .................................................................. 17
11.1. analisi 17 11.2. considerazioni 21
12. LE ALTERNATIVE CONSIDERATE ......................................................................... 21 13. IL RAPPORTO CON LE SUCCESSIVE VALUTAZIONI IN FASE ATTUATIVA ................ 22 14. MISURE PER L’INTEGRAZIONE AMBIENTALE DEL PIANO ..................................... 23
d. monitoraggio ..................................................................... 24
documenti pregressi di riferimento sostanziale del presente rapporto:
atti del PGT 2010 del Comune di Fiesco
VAS del PGT del Comune di Fiesco, Proposta di Rapporto Ambientale, maggio 2010
documenti di riferimento sostanziale del presente rapporto: VAS del PGT del Comune di Fiesco, proposta di variante generale, Rapporto preli‐minare, aprile 2017 PGT del Comune di Fiesco, proposta di variante generale, Documento Programma‐tico PGT del Comune di Fiesco, proposta di variante generale, QCO1_quadro conosci‐tivo e orientativo
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a. premesse
1. CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE
Il presente documento costituisce il Rapporto Ambientale della proposta di variante al PGT del Comune di Fiesco (d’ora in poi, anche ‘piano’) elaborato nell’ambito del processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), in coerenza con quanto di‐sposto dal D.lgs. 152/2006 e smi. I contenuti del presente Rapporto Ambientale rispecchiano quanto previsto dalla normativa vigente, adattandosi alle specificità del piano in esame. In adempimento all’art. 13, comma 1 del D.lgs. 152/06 e smi, la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni incluse nel Rapporto Ambientale sono state definite in base a quanto emerso nella fase di consultazione preliminare effettuata attraverso la stesura di un Rapporto Preliminare messo a disposizione dei soggetti cointeressati nell’aprile 2017 e con lo svolgimento in data 17 giugno della 1° Conferenza di Valutazione. Costituiscono elaborati sostanziali del presente rapporto ambientale gli allegati _ Sintesi non tecnica del Rapporto Ambientale, funzionale a restituire in linguaggio più semplice e comunicativo i contenuti del rapporto ambientale _ quanto segnalato in coda all’indice Questa sezione del rapporto ambientale è funzionale a definire i riferimenti norma‐tivi, metodologici e procedurali che si adottano per la valutazione ambientale stra‐tegica della proposta di variante al PGT. Vengono inoltre riferiti i contenuti sviluppati dal RP e quelli che saranno sviluppati nella proposta di Rapporto Ambientale (d’ora in poi: RA) che sarà formulato nelle successive fasi del percorso di piano. Il rapporto è stato articolato nelle seguenti macro sezioni tematiche, ognuna delle quali presenta una diversa funzione e finalità:
a_premesse Si definiscono i riferimenti metodologici, procedurali e contenutistici della VAS
b_analisi di contesto Si individuano gli elementi caratterizzanti il contesto territoriale e pro‐grammatico all’interno del quale devono essere definite le scelte di piano
c_valutazione dei potenziali ef‐fetti ambientali della variante di
piano
Si effettuano le verifiche di coerenza interna ed esterna, la valutazione di sostenibilità delle azioni e i potenziali effetti ambientali di tali azioni; viene inoltre definito l’ambito di influenza della revisione di piano
d_monitoraggio Si definisce il sistema di monitoraggio che deve accompagnare la fase di attuazione del piano
Nella tabella seguente è riportato il riferimento contenutistico del rapporto in rela‐zione all’allegato VI del D.Lgs.4/2008 e smi:
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informazioni di cui all’all.VI riferimento sezione RA
a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi;
si veda l’allegato QCO
b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano o del programma;
si veda l’allegato QCO
c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;
si veda l’allegato QCO
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione spe‐ciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelle classificate come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e dalla flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all’articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228;
si veda l’allegato QCO
e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, du‐rante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considera‐zione ambientale;
si veda la sezione 7
f) possibili impatti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiver‐sità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, si‐nergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e ne‐gativi;
si veda la sezione c
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma;
si veda sezione 14
h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incon‐trate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei pro‐blemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste;
si veda la sezione 12
i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione dei piani o del pro‐gramma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodi‐cità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare;
si veda la sezione d
j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti si veda specifico documento
Al fine di meglio delineare lo spazio di azione del percorso di valutazione ambien‐tale del piano, si segnala inoltre che i contenuti conoscitivi, valutativi e di indirizzo qui sviluppati, e da leggersi in maniera integrata a quelli sviluppati in seno alla do‐cumentazione di piano, al fine di evitare ridondanze argomentative e/o sovrappo‐sizione con il quadro dispositivo in essere, sono al netto:
> di quanto tematicamente o per competenza non assumibile o trattabile in modo pertinente dallo strumento in oggetto
> di quanto definito dal quadro normativo e procedurale in essere, che come tale è ineludibile e costituisce riferimento per gli interventi attuativi previsti dal piano
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2. RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGICI
Assumendo come parte sostanziale di questo percorso valutativo quanto già defi‐nito in proposito all’interno dei rapporti di valutazione effettuati nel percorso di formulazione del PGT vigente, a seguire si segnalano i principali riferimenti norma‐tivi e metodologici di riferimento per il procedimento in essere.
Dal punto di vista normativo: Decreto Legislativo del 3/4/06 n.152 recante “Norme in materia ambien‐
tale” (noto come Testo Unico Ambientale) D.Lgs 4/08 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legi‐
slativo 3 aprile 2006, n.152, recante norme in materia ambientale", D.Lgs. 29 giugno 2010, n. 128 recante «Modifiche ed integrazioni al d.lgs.
3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale a norma dell’art. 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69”
DGR n.8/6420 del 2007 Determinazione della procedura per la Valuta‐zione Ambientale di Piani e programmi
DGR 8/10971 del 30 dicembre 2009 e DGR 9/761 del novembre 2010, che recepiscono le disposizioni dei citati decreti legislativi e integrano i mo‐delli di riferimento per la procedura di VAS; nello specifico, il riferimento per la VAS del Documento di Piano del PGT è l’allegato 1b _ Modello me‐todologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) _ DOCUMENTO DI PIANO PGT piccoli comuni.
Dal punto di vista metodologico: VAS come uno strumento di aiuto alla decisione, ossia un DSS (Decision Sup‐
port System) strumento per integrare in modo sistematico le considerazioni ambientali
nello sviluppo di politiche, piani e programmi, ossia per rafforzare le istitu‐zioni e indirizzarle verso una politica di sviluppo sostenibile.
processo iterativo finalizzato a conseguire una migliore qualità ambientale delle decisioni e delle soluzioni attraverso la valutazione comparata delle compatibilità ambientali delle diverse opzioni d’intervento
Dal punto di vista delle fasi:
Fase 0 ‐ Preparazione Fase 1 ‐ Orientamento ed impostazione
Conferenza di valutazione Fase 2 ‐ Elaborazione e redazione;
Conferenza di valutazione Fase 3 ‐ Consultazione/adozione/approvazione
Fase 4 ‐ Attuazione e gestione
Dal punto di vista degli aspetti partecipativi e di interlocuzione: le attività che conducono alla formazione degli strumenti di governo del territorio devono essere caratterizzate dalla pubblicità e trasparenza, dalla partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni e dalla possibile integrazione dei con‐tenuti della pianificazione da parte dei privati
2 Conferenze di valutazione “istituzionali”, sono quelle definite dalle norme regionali (iniziale e di chiusura); vedono coinvolti gli Enti e le Istituzioni (Comuni contermini, Provincia, Regione, ASL, ARPA, Comunità Montana, Sovrintendenza ..) e servono per raccogliere i pareri e contributi di tali
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soggetti
forum con la cittadinanza, potranno essere organizzati in concomitanza con le Conferenze di Valutazione e in altri momenti nodali, e hanno una funzione di comunicazione delle valutazioni in corso e di raccolta di istanze sociali di rilevanza collettiva
dal punto di vista del percorso: Le autorità procedenti e competenti hanno condiviso un percorso contenutistico caratterizzato per i seguenti elementi:
↘ la costruzione di un quadro conoscitivo e di riferimento ambientale unitario per PGT e VAS1
↘ il progressivo e sistematico feed back tra le fasi di formulazione delle scelte di piano e la loro valutazione strategica
3. VERIFICA DELLA PRESENZA DI SITI RETE NATURA 2000 (SIC/ZPS)
Il territorio del comune di Fiesco e i comuni confinanti non sono direttamente inte‐ressato dalla presenza di aree di Rete Natura 2000 (zone di protezione speciale e zone speciali di conservazione); in ragione del quadro dispositivo in materia non si rende necessaria la procedura di valutazione di incidenza della proposta di variante di PGT.
1 Pratica peraltro consolidata in altri contesti regionali e internazionali, e funzionale all’inte‐grazione e alla sinergia delle conoscenze di supporto per la formulazione delle scelte di piano.
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b. analisi di contesto L’analisi di contesto ha l'obiettivo di rappresentare il contesto all’interno dei quale si operano le scelte del piano, gli ambiti di analisi, le principali sensibilità e criticità ambientali: in sintesi, quegli elementi conoscitivi di base che sono stati utili per orientare gli obiettivi generali della revisione dello strumento urbanistico e valutare le scelte che ne derivano. Assumendo il principio, contenuto nel quadro dispositivo, di non duplicazione delle valutazioni, e più in generale di razionalizzazione delle procedure amministrative, essendo stato il PGT vigente accompagnato dalla produzione di specifici quadri ana‐litico/conoscitivi e, all’interno del Rapporto Ambientale, da specifiche analisi di con‐testo, l’analisi di contesto qui sviluppata in occasione della proposta di variante di piano:
↘ rimanda ai contenuti specifici dei Rapporti Ambientali precedentemente sviluppati e al QCO PGT+VAS+VIC, da considerarsi riferimenti sostanziali di questa procedura di VAS
↘ attualizza tali contenuti e ne sviluppa di altri, in relazione alla portata degli obiettivi e delle azioni che la variante di piano intende introdurre
In relazione agli elementi conoscitivi, a seguire si propone una sintesi degli elementi significativi di riferimento per la valutazione delle scelte pianificatorie in oggetto.
4. AMBITO DI INFLUENZA DEL PIANO
La definizione dell'ambito di influenza del PGT ha l'obiettivo di rappresentare il con‐testo del Piano, gli ambiti di analisi, le principali sensibilità e criticità ambientali: in sintesi quegli elementi conoscitivi di base utili per orientare gli obiettivi generali della variante allo strumento urbanistico.
Secondo quanto richiamato all'articolo 5, comma 4 della Direttiva comunitaria in relazione all’attività preliminare (scoping), laddove si prevede che:
Le autorità consultate nel processo di scoping sono quindi le stesse che dovranno essere consultate, al termine del processo integrato di elaborazione e Valutazione Ambientale del P/P, sul Rapporto Ambientale e sulla proposta di P/P prima della sua adozione/approvazione.
l’ambito di influenza viene delineato con il contributo dei soggetti partecipanti alla Conferenza di Valutazione VAS, attraverso indicazioni circa la portata e il dettaglio delle analisi ambientali necessarie per la Valutazione Ambientale del Piano. Sotto l’aspetto metodologico, l'analisi di contesto è costituita da una prima analisi ad ampio spettro delle questioni ambientali e territoriali che formano il quadro di riferimento nel quale i nuovi strumenti urbanistici vengono ad operare.
Tale analisi persegue le seguenti finalità: → iden ficare le ques oni ambientali rilevan per il piano e definire il livello di ap‐profondimento con il quale le stesse verranno trattate, sia nell'analisi di contesto stessa che nella successiva analisi di dettaglio;
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→ condividere con i sogge e le autorità interessate ed implementare la base di conoscenza comune sugli aspetti socio‐economici determinanti per i loro effetti ambientali; → definire gli aspe territoriali chiave, come l'assetto insediativo dell'area di stu‐dio, le grandi tendenze e le probabili modificazioni d'uso del suolo, ecc.
Nella redazione della variante di PGT si è optato per dare autonomia di specifico elaborato al Quadro Conoscitivo e Orientativo, in modo da attribuire specifica fun‐zione alla fase conoscitiva e interpretativa del territorio d’intervento e alla indivi‐duazione dei temi sui quali costruire le scelte di piano e gli strumenti utili alla loro attuazione. In merito al processo di valutazione ambientale, si è ritenuto preferibile tenere au‐tonomo il QCO, inserendo in esso anche tutti gli elementi conoscitivi e interpretativi propri della valutazione ambientale, favorendo così una valutazione ambientale più integrata al processo di governo del territorio e una maggiore condivisione delle informazioni. In questo capitolo, al fine di definire l’ambito d’influenza del piano e di affrontare adeguatamente il processo di valutazione, s’individuano gli obiettivi/criteri di coe‐renza esterna e di sostenibilità ambientale. Tali obiettivi e criteri sono desumibili dagli indirizzi e dagli strumenti di pianificazione e programmazione settoriale e so‐vraordinati.
5. QUADRO SINOTTICO DELLE CRITICITÀ E DELLE OPPORTU‐NITÀ DEL CONTESTO TERRITORIALE
All’interno del QCO Quadro Conoscitivo e Orientativo viene compiuta una analisi di dettaglio, per ogni sistema territoriale di riferimento, dei fattori di criticità e sensi‐bilità che il territorio manifesta. In questa sezione del rapporto viene riferita una sintesi di tali analisi, sintesi funzio‐nale a rappresentare una gerarchia dei problemi ambientali rilevanti che sono stati posti alla base dell'elaborazione del Piano.
L'analisi del contesto territoriale assume come riferimento indicatori già disponibili in letteratura, che derivano dalle attività di monitoraggio delle diverse componenti ambientali ed hanno precipue finalità descrittive. Nella matrice a seguire è riportato un dato di sintesi relativamente alla caratteriz‐zazione dello stato delle componenti ambientali e per ogni componente analizzata, vengono riportati i seguenti elementi valutativi:
lo stato della componente, segnalandone il livello di criticità e/o opportunità
elevata criticità media criticità
elevata opportunità media opportunità
→ bassa criticità
→ bassa opportunità ‐ non rilevate particolari
criticità e/o opportunità
la potenziale significatività delle politiche di piano nell’incidere sullo stato della componente, ossia lo spazio di azione del piano
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+++ alta ++ media + bassa la rilevanza quindi delle scelte di piano, attribuita in ragione della concomitanza tra il livello di criticità della componente e potenzialità di intervento dello stru‐
mento urbanistico; restituisce il gradiente di attenzione che si deve porre
alta media bassa
componen
ti
ambientali
QUADRO di RIFERIMENTO AMBIENTALE contesto urbano – territoriale
livello criticità /
opportunità
campo azione
del piano
rilevanza scelte
piano
ARIA E FATTORI CLIMATICI Il Comune insieme a gran parte dei comuni della provincia di Cremona, è in zona B ossia
zona di pianura caratterizzata da: ↘ concentrazioni elevate di PM10, con maggiore componente secondaria ↘ alta densità di emissioni di PM10 e NOx, sebbene inferiore a quella della Zona A ↘ alta densità di emissioni di NH3 (di origine agricola e da allevamento) ↘ situazione meteorologica avversa per la dispersione degli inquinanti ↘ densità abitativa intermedia, con elevata presenza di attività agricole e di allevamento Si rileva un miglioramento della qualità dell’aria, almeno per gli inquinanti primari. In ge‐nerale si riscontra una tendenza alla diminuzione o alla stabilizzazione delle concentrazioni dei tipici inquinanti da traffico, come il CO e l’NO2, mentre gli inquinanti che non hanno mostrato miglioramenti o si sono mantenuti sostanzialmente costanti, come il PM10 e l’O3, sono diventati i principali responsabili degli episodi di superamento dei limiti di legge, Nel comune di Fiesco non sono presenti postazioni fisse di monitoraggio della qualità dell’aria. (fonte prevalente: Rapporto sulla qualità dell’aria di Cremona e Provincia, ARPA Cremona, 2012)
++
ACQUE SU
PER
FICIALI E SOTTER
RANEE
Il territorio di Fiesco si colloca nell’ambito del grande bacino idrografico del fiume Po e si localizza a cavallo di tre sotto‐bacini: quello del fiume Oglio sud, Adda sud e quello del fiume Po Il sistema idrografico appare predominante sul tutto il territorio comunale grazie al reti‐colo d’acqua naturale ed artificiale che lo innerva oltre alla presenza di un fontanile sul confine Nord‐Ovest con il comune di Izano. Il comune appartiene alle zone vulnerabili da nitrati individuate dal Programma di Tutela e Uso delle Acque, ossia quelle zone caratterizzate da un elevato grado di vulnerabilità da prodotti contenti composti azotati (nitrati) di origine agro – zootecnica facilmente veico‐labili. In base alla classificazione riportata nel Piano di Gestione del Bacino Idrografico, inerente ai valori di Prelievo/Ricarica di risorsa idrica, il comune appartiene alla 1°classe, ossia un’area ove attualmente vi è un certo equilibrio tra i parametri di input ed output del bilancio idrogeologico. Le acque di raccolta della rete fognaria affluisco ad un impianto di depurazione e la coper‐tura di questa è totale. Dal punto di vista della potabilità e della qualità delle acque sotterranee non sono emerse particolari criticità. (fonte prevalente: RSA Provincia di Cremona, 2015; Progetto di fattibilità del piano di rior‐dino irriguo, Consorzio di Miglioramento Fondiario Adda‐Serio, 2005)
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QUADRO di RIFERIMENTO AMBIENTALE contesto urbano – territoriale
livello criticità /
opportunità
campo azione
del piano
rilevanza scelte
piano
SUOLO
La superficie complessiva del comune è di circa 8,1 kmq ed è occupato per l’86% da aree agricole e nello specifico da seminativo semplice e/o con presenza rada di filari. Caratteri‐stici della zona sono i prati permanenti, favoriti da una capillare rete idrografica, che ga‐rantisce un adeguato approvvigionamento idrico. Nel corso degli anni i prati stabili sono stati sostituiti da colture di foraggere con grande diffusione della monocultura del mais. Sul territorio non sono presenti ambiti estrattivi e tantomeno aree contaminate/inquinate che necessitano di opere di bonifica.
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RISCHIO NATU
RALE E
INDUSTRIALE L’analisi degli indicatori di dissesto condotta dal PAI per il comune di Fiesco classifica il
comune in classe di rischio R2 (medio); tale rischio è connesso a una tipologia di dissesto non specificata, ma riconducibile alla collocazione tra le due valli fluviali dell’Oglio e del Serio. Secondo la zonazione sismica (l.r. n. 33/2015), il comune ha un livello di rischio basso o molto basso. Sul territorio comunale non insistono industrie a rischio di incidente rilevante (IRIR) cosi come nei comuni confinanti di Castelleone, Izano, Salvirola, Trigolo (fonte: Protezione Ci‐vile).
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FLORA, FAUNA E BIODIVER
SITA
’ Il territorio di Fiesco è situato nella zona di passaggio tra la pianura cremasca e quella cremonese che si sviluppa tra la valle fluviale dell'Oglio e le valli relitte del Morbasco e del Serio Morto, entità che caratterizzano il contesto naturalistico‐ambientale della Media Pianura Cremonese. Sul territorio comunale non insiste alcun Sito di importanza Comunitaria (SIC) e/o Zone di Protezione Speciale (ZPS). Si evidenzia la presenza di un fontanile caratterizzato da un interessante ecosistema per le specie vegetali e animali che si rinvengono in esso, visto che esso costituisce un rifugio per molte specie animali che vanno scomparendo in molti corsi d'acqua. La progettualità del PTCP individua, per Fiesco, il Canale Vacchelli quale corridoio di colle‐gamento che attraverso parziali ricostituzioni ambientali permetterebbero di infittire in modo soddisfacente la trama della Rete ecologica provinciale, mettendo in contatto tra loro tutti gli ambienti ben conservati e permettendo ai serbatoi biologici di svolgere pie‐namente le loro funzioni.
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QUADRO di RIFERIMENTO AMBIENTALE contesto urbano – territoriale
livello criticità /
opportunità
campo azione
del piano
rilevanza scelte
piano
PAESAGGIO E BEN
I CULTURALI Fiesco, come definito dal PTCP di Cremona, è parte integrante dei paesaggi della pianura
irrigua, ossia un paesaggio agricolo discretamente fertile innervato da una ricca rete d’ac‐qua e caratterizzato dall’andamento nord‐sud degli elementi morfologici e idraulici. Riguardo agli aspetti morfologici, si evidenziano i tratti delle scarpate secondarie, ossia l’appartenenza al sistema dei Dossi. Questi segni sono in parte alterati e pertanto discon‐tinui rispetto a quanto segnalato nelle carte del PTCP di Cremona. Infatti, l’attuale morfo‐logia risente dell’azione antropica, che ha agito attraverso opere di livellamento, bonifica e canalizzazione dei corsi d’acqua naturali tese ad ottimizzare lo sfruttamento agricolo del territorio. Un altro sistema che disegna la morfologia del territorio è il sistema idrografico che appare predominante sul tutto il territorio comunale grazie al reticolo d’acqua naturale ed artifi‐ciale che lo innerva. La stessa “frammentazione” del sistema di gestione delle acque com‐porta un’altrettanta singolare e fitta tessitura del sistema fondiario, aspetto sottolineato dal PTCP di Cremona. Il canale Pietro Vacchelli rappresenta la maggiore opera idraulica per l’irrigazione della provincia di Cremona, realizzato dal Consorzio Irrigazioni Cremonesi tra il 1887 ed il 1892, risulta l’unica “anomalia idraulica” rispetto all’omogeneità idrografica ed idrologica del Comprensorio poiché attraversa in direzione quasi perpendicolare la rete irrigua. Riguardo alle peculiarità storico‐architettoniche, si segnala la presenza di beni storici vin‐colati secondo il D.Lgs 490/99. Il contenuto numero di edifici di un certo pregio unita alla mancanza di tipologie residenziali di una certa consistenza sono la testimonianza delle modeste origini di questo comune oltre che della sua dipendenza dai centri maggiori di Crema e Castelleone. Stante questo, è importante segnalare l’opportunità di valorizzare, anche attraverso il PGT, le presenze di interesse storico‐culturale. Il censimento del patrimonio edilizio agricolo della provincia di Cremona segnala la pre‐senza di diverse cascine prevalentemente di pregio ambientale.
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AMBIENTE
ELETTR
OMA‐
GNETICO Il territorio comunale è attraversato da più sezioni di elettrodotto, le cui fasce di rispetto
hanno in parte definito la configurazione del tessuto edificato. Si registra la presenza di impianti radio base. +
AMBIENTE
LUMINOSO
Il territorio comunale manifesta alti livelli di inquinamento luminoso come tutti i comuni della stessa area e appartiene alla fascia di rispetto dell’Osservatorio Pubblico di Soresina (CR), ossia uno degli osservatori astronomici astrofisici non professionali di rilevanza pro‐vinciale che svolgo‐no attività scientifica e/o di divulgazione, il quale richiede un costante contenimento dell’inquinamento luminoso. Le fasce di rispetto, calcolate in termini di raggio dall’osservatorio, sono non meno di 10 km per gli osservatori di rilevanza provinciale, onde conseguire una riduzione media delle emissioni inquinanti pari al 50%; tale distanza di 10 km implica l’adozione di politiche di contenimento delle emissioni luminose. Delibera della Giunta Regionale della Lombardia n. 2611 del 11 Dicembre 2000 (Fonte: Aggiornamento dell'elenco degli osservatori astronomici in Lombardia e determi‐nazione delle relative fasce di rispetto DGR n.2611/2000)
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QUADRO di RIFERIMENTO AMBIENTALE contesto urbano – territoriale
livello criticità /
opportunità
campo azione
del piano
rilevanza scelte
piano
AMBIENTE
SO‐
NORO Le principali fonti di rumore sono il traffico veicolare e le attività produttive. Le aree pro‐
duttive collocate nel territorio comunale sono sufficientemente lontane dai tessuti resi‐denziali e quasi tutte sono comprese nelle fasce di pertinenza acustica della provinciale n.20 e rientrano nei limiti imposti dalle stesse. Non sono presenti sorgenti ad elevato im‐patto acustico. Per le altre zone non citate, la corrispondenza tra classificazione acustica e destinazione d’uso del territorio indicata nel PGT vigente è risultata adeguabile nei rispettivi limiti. (Fonte prevalente: Zonizzazione acustica comunale 2004)
++
RIFIUTI Fiesco appartiene al comprensorio dove già nel 2010 è stata raggiunta una raccolta diffe‐
renziata del 61% sul totale dei rifiuti urbani prodotti, superando di gran lunga gli obiettivi fissati dalla L.R. 26/03 (35% di R.D. conteggiando solamente i rifiuti destinati all’effettivo riciclo o recupero di materia) e quelli stabiliti dal Piano Provinciale (45% entro il 2002).
→ +
ENER
GIA I dati disponibili, che sono aggregati e non presentano un dettaglio utile a livello comunale,
non permettono un’analisi della situazione comunale. Nel regolamento edilizio non sono presenti norme cogenti in relazione ai requisiti energetico‐ambientali degli edifici. Nelle strutture comunali non sono stati istallati pannelli solari.
‐ ++
MOBILITA’ E TRASPORTI La rete stradale urbana è caratterizzata da un discreto livello di qualità, non solo in termini
funzionali legati al transito dei veicoli, ma anche come spazio pubblico, negli anni oggetto di inter‐venti di qualificazione e messa in sicurezza della mobilità ciclopedonale. Un elemento da segnalare, come opportunità di azione del piano, è dato dalle intersezioni tra viabilità di scorrimento e viabilità locale, che ad oggi manifestano alcune situazioni di criticità funzionale e paesistica. Sono segnalate anche alcune situazioni di traffico operativo improprio lungo strade pre‐valente‐mente residenziali. Dal punto di vista della mobilità lenta, lungo il canale Pietro Vacchelli è stata realizzata una delle tre dorsali della rete di percorsi ciclopedonali di livello provinciale. Tale percorso, insieme a quel‐lo delle Città Murate e Antica Strada regina, risponde all’esigenza di favo‐rire l’uso di un mezzo alternativo all’automobile anche per spostamenti su lunghe distanze grazie alla connessione con le reti ciclabili comunali. Circa il trasporto pubblico locale, Fiesco è collegato da corse automobilistiche ai principali centri urbani di riferimento, ma con la frequenza tipico delle aree a bassa domanda di mobilità.
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6. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO: GLI OBIETTIVI DI COERENZA ESTERNA
L'insieme dei piani e programmi che governano l’ambiente‐territorio oggetto della variante di PGT ne costituiscono il quadro pianificatorio e programmatico: l'analisi di tale quadro è finalizzata a stabilire la rilevanza dei Piani e la loro relazione con gli altri piani o programmi considerati, con specifico riferimento alla materia ambien‐tale. In particolare, la collocazione del PGT nel contesto programmatico vigente deve consentire il raggiungimento di due risultati:
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→ la costruzione di un quadro d'insieme strutturato contenente gli obiettivi am‐bientali fissati dalle politiche e dagli altri piani e programmi territoriali o settoriali, le decisioni già assunte e gli effetti ambientali attesi; → il riconoscimento delle ques oni già valutate in strumenti di pianificazione e pro‐grammazione di diverso ordine, che nella valutazione ambientale in oggetto do‐vrebbero essere assunte come risultato al fine di evitare duplicazioni.
All’interno del documento PGT Comune di Fiesco _QCO Quadro Conoscitivo e Orientativo, documento al quale si rimanda, per ogni sistema di analisi territoriale si opera una ricostruzione dello scenario programmatico che insiste sull’area di interesse.
7. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ
Si propone a seguire il set degli obiettivi di riferimento che, già nella fase di scoping, hanno costituito l’orizzonte generale di sostenibilità per i contenuti del piano.
fattori di analisi riferimenti normativi e politiche obiettivi di sostenibilità
ARIA E FATTORI CLIMA‐TICI
Libro bianco sull’adattamento al cambiamento climatico, CE, 2009 Conclusioni del Consiglio europeo – 4 febbraio 2011, Una tabella di marcia verso un’econo‐mia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050, COM(2011) 112 def. L’innovazione per una crescita sostenibile: una Bioeconomia per l’Europa, COM(2012)60 Piano Lombardia Sostenibile, Regione Lombar‐dia, 2010
AF.1_Raggiungere livelli di qualità dell’aria che non comportino rischi o impatti negativi signi‐ficativi per la salute umana e l’ambiente AF.2_Stabilizzare le concentrazioni dei gas a effetto serra a un livello tale da escludere peri‐colose interferenze delle attività antropiche sul sistema climatico
ACQUA Tabella di marcia per un uso efficiente delle ri‐sorse, COM(2011) 571 def. Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po e Rapporto ambientale, Autorità di bacino del fiume Po, 2010 Programma di tutela e uso delle acque, Re‐gione Lombardia, 2006 PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.2, TM 1.3, TM 1.4, TM 1.5
A.1_Proteggere all’inquinamento, prevenire il deterioramento, migliorare e ripristinare le condizioni delle acque superficiali e sotterra‐nee al fine di ottenere un buono stato chi‐mico, ecologico e qualitativo
SUOLO LR 31/2014 Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato Strategia Tematica per la Protezione del Suolo, COM(2006)231 def. Tabella di marcia per un uso efficiente delle ri‐sorse, COM(2011) 571 def. PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.8, TM 2.13 D.G.R. 3075/2012 Politiche per l’uso e la valo‐rizzazione del suolo – Consuntivo 2011 e Agenda 2012
S.1_Promuovere un uso sostenibile del suolo, con particolare attenzione alla prevenzione dei fenomeni di erosione, deterioramento e contaminazione e al mantenimento della per‐meabilità S.2_Contenere il consumo di suolo
BIODIVERSITA’ La nostra assicurazione sulla vita, il nostro ca‐pitale naturale: strategia dell’UE sulla biodi‐versità fino al 2020, COM(2011) 244 def. PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.9, TM 1.10
B.1_Porre fine alla perdita di biodiversità e al degrado dei servizi ecosistemici nell’UE entro il 2020 e ripristinarli nei limiti del possibile
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fattori di analisi riferimenti normativi e politiche obiettivi di sostenibilità
PAESAGGIO E BENI CULTURALI
Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo, CE 1999 Convenzione Europea del Paesaggio, Consiglio d’Europa, 2000 D.lgs. n. 42/2004 ‐ Codice dei Beni culturali e del paesaggio PTR/PPR, Regione Lombardia, 2010
P.1_Conservare e migliorare la qualità delle ri‐sorse storiche, culturali e paesaggistiche del territorio P.2_Promuovere la gestione sostenibile e creativa dei paesaggi considerati eccezionali così come dei paesaggi della vita quotidiana del territorio
POPOLAZIONE E SA‐LUTE UMANA
VI Programma d’Azione Ambientale PS.1_Tutelare la salute pubblica e promuovere la qualità della vita
RUMORE E VIBRAZIONI Direttiva 2002/49/CE relativa alla determina‐zione e alla gestione del rumore ambientale e suo recepimento nazionale con D.lgs. 194/2005 PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.12
RV.1_Prevenire, contenere e abbattere l’inqui‐namento acustico
RADIAZIONI IONIZ‐ZANTI E NON IONIZ‐ZANTI
Legge 36/2001 e s.m.i. Legge quadro sulla pro‐tezione dalle esposizioni a campi elettrici, ma‐gnetici ed elettromagnetici PTR, Regione Lombardia, 2010 –TM 1.13, 1.14
RAD.1_Prevenire, contenere e abbattere l’in‐quinamento elettromagnetico e luminoso RAD.2_Prevenire e ridurre l’inquinamento in‐door e le esposizioni al Radon
RIFIUTI Direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE Tabella di marcia per un uso efficiente delle ri‐sorse, COM(2011) 571 def. D.lgs. 152/2006 e s.m.i – Norme in materia ambientale Legge regionale 26/2003 e s.m.i. ‐ Disciplina dei servizi locali di interesse economico gene‐rale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di ri‐sorse idriche PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 2.8
RF.1_Prevenire la produzione dei rifiuti e ge‐stirli minimizzando l’impatto sull’ambiente RF.2_Promuovere modelli di produzione e consumo sostenibili, orientati a un uso effi‐ciente delle risorse
ENERGIA Direttiva 28/2009/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili Direttiva 29/2009/CE Direttiva 31/2010/CE Piano di efficienza energetica 2011 COM(2011)109 def. Decreto Legislativo 3 marzo 2011 n. 28 Piano d’azione per l’energia, Regione Lombar‐dia, 2008 Piano d'azione per l'efficienza energetica PAEE in attuazione del DL 115/2008 PTR, Regione Lombardia, 2010 ‐ TM 3.3 Piano Lombardia Sostenibile, Regione Lombar‐dia, 2010
E.1_Ridurre i consumi energetici e aumentare l’efficienza energetica di infrastrutture, edifici, strumenti, processi, mezzi di trasporto e si‐stemi di produzione di energia E.2_Promuovere sistemi di produzione e di‐stribuzione energetica ad alta efficienza (si‐stemi a pompe di calore, produzione centraliz‐zata di energia ad alta efficienza generazione distribuita e micro cogenerazione etc.) E.3_Incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili (biomasse, mini‐eolico, foto‐voltaico, solare termico, geotermia, mini‐idroelettrico, biogas)
MOBILITA’ E TRA‐SPORTI
Libro Bianco La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte, CE, 2001 PTR, Regione Lombardia, 2010 – elaborazione da ST 1.4.4, ST 1.6, ST 1.6.3, ST 1.8.2, TM 2.2.4, TM 2.2.5, elaborazione da TM 2.4.2, TM 2.4.3, TM 2.6.3, TM 2.2.7, TM 3.15.2) PTRM
MT.1_Ridurre la congestione da traffico pri‐vato potenziando il trasporto pubblico e favo‐rendo modalità sostenibili MT.2_Garantire una mobilità competitiva, si‐cura, protetta e rispettosa dell’ambiente
Gli obiettivi di sostenibilità costituiscono il riferimento per l’analisi di sostenibilità delle specifiche azioni definite dal piano, che viene effettuata alla sezione 10.
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c. valutazione dei po‐tenziali effetti am‐bientali della variante di piano
Questa sezione del rapporto è funzionale a sviluppare l’analisi della integrazione ambientale del piano, ovvero a valutare quanto le scelte della proposta di piano (obiettivi programmatici e azioni che ne discendono) tengono in conto degli obiet‐tivi di protezione ambientale posti dal quadro di indirizzi sovraordinato e quali eventualmente siano le ricadute del piano sul sistema delle componenti ambientali e territoriali.
8. I CONTENUTI PROGRAMMATICI DELLA PROPOSTA DI VA‐RIANTE
8.1. contenuti programmatici Come si evince dal ‘Documento programmatico’ non sussistono obiettivi di variante che intendono modificare il quadro di obiettivi e strategie già definiti nel vigente PGT 2010, che viene confermato (si veda la Relazione progettuale di variante) come deliberato a seguito di endo‐procedimento di valutazione ambientale strategica.
8.2. contenuti specifici Nel rimandare al ‘Documento programmatico’ e agli elaborati messi a disposizione per una loro puntuale descrizione, le scelte specifiche che la variante di piano pro‐pone sono:
1 aggiornamento pianificazione attuativa e stato di attuazione delle previ‐sioni di piano: si tratta della presa d’atto dello stato di attuazione delle pre‐visioni contenute nel PGT vigente e di intervenute situazioni (cessazione attività gestione rifiuti e riclassificazione a funzione agricola)
2 modificazione del perimetro del centro abitato: attualizzazione del perime‐tro in ragione delle trasformazioni urbanistiche intercorse
3 parcheggio su via Roma: piccola area in tessuto già urbanizzato
4 strada di connessione via Brede – via Canova: piccola connessione in tes‐suto già urbanizzato
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5 ridefinizione chiusura dell’anello sud: attualizzazione, in relazione a speci‐ficazione progettuale, della previsione già contenuta nel PGT vigente
6 ridefinizione ATI 3, 5, 6 e 7 e accorpamento ATI 4, 8 e PL via Verdi: riformu‐lazione del perimetro degli ATI (in diminuzione) e degli indirizzi progettuali, in ragione di approfondimenti di fattibilità. Vengono mantenuti (e in alcuni casi aumentati) i condizionamenti di contestualizzazione ambientale già de‐finiti dal PGT vigente e preordinati alla loro attuazione
7 ridefinizione ATI 9 ‘espansione produttiva ad est della roggia Castelleona’: riformulazione del perimetro dell’ATI, in aumento al fine di permettere, contestualmente all’irrobustimento della base produttiva, la razionalizza‐zione della rete viabilistica e l’organico completamento degli interventi di contestualizzazione ambientale (itinerario ciclopedonale, qualificazione roggia, ‘murazione verde’)
8 rifunzionalizzazione ex Istituto Salesiano: ambito dismesso che, al fine di ampliarne le possibilità di riqualificazione e riutilizzo, viene inserito come ambito di trasformazione nel DdP, con indirizzi progettuali e di contestua‐lizzazione paesistico‐ambientale
9 modificazioni alle norme e disposizioni di piano: piccole integrazioni e per‐fezionamenti delle norme e delle regole che sovraintendono l’attuazione degli obiettivi di piano
10 assunzione delle istanze presentate: viene dato riscontro positivo a quelle istanze che riguardano piccole aree di rilevanza locale e in contesti già urbanizzati
9. LA VERIFICA DI COERENZA ESTERNA DEGLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE
La verifica di coerenza esterna consiste nel confronto tra gli obiettivi della variante di PGT e gli obiettivi ambientali declinati dal quadro programmatico sovraordinato.
In ragione del fatto che
_ come si evince dai contenuti del documento programmatico preliminare di va‐riante, la stessa non intende apportare modifiche al sistema di obiettivi, strategie e azioni del PGT vigente, né allo scenario di livello sovracomunale definito dal PTCP
_ non essendosi peraltro modificato, in termini di obiettivi generali, il quadro di riferimento programmatico a cui riferirsi
_ coerenze più specifiche con eventuali piani di settore intervenuti riguardano prin‐cipalmente verifiche di conformità, e non di coerenza, delle scelte locali
si ritiene di poter considerare verificata e soddisfatta la coerenza esterna della pro‐posta di variante al PGT.
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10. L’ANALISI DI SOSTENIBILITÀ DEGLI OBIETTIVI DELLA PRO‐POSTA DI VARIANTE
L’analisi di sostenibilità degli obiettivi del piano consiste in uno sguardo comples‐sivo sia degli aspetti ambientali che potrebbero subire impatti negativi a seguito di eventuali cambiamenti nel sistema di obiettivi del piano, sia degli aspetti ambientali e territoriali che potrebbero migliorare.
In ragione del fatto che
_ come si evince dai contenuti del documento programmatico di variante, la stessa non intende apportare modifiche al sistema di obiettivi, strategie e azioni del PGT vigente
_ non essendosi peraltro modificato, in termini di obiettivi generali, il quadro di riferimento degli obiettivi generali di sostenibilità cui riferirsi
si ritiene di potere confermare, per questa proposta di variante al PGT, i giudizi, già espressi nei procedimenti pregressi, di sostanziale coerenza del PGT con i criteri di sostenibilità ambientale.
11. LA VERIFICA DI COERENZA INTERNA La verifica della coerenza interna viene effettuata confrontando il sistema di obiet‐tivi e delle strategie del PGT vigente (e non oggetto di modificazioni della presente variante)2 con le azioni specifiche e puntuali che la variante intende introdurre.
11.1. analisi La verifica è stata articolata su 3 livelli di giudizio:
coerenza, quando si riscontra una sostanziale coerenza tra obiettivi / strategie di riferimento e azioni della proposta di variante al PGT
incoerenza, quando si riscontra non coerenza tra obiettivi / strategie di riferimento e azioni della proposta di variante al PGT
non influente, quando le azioni della proposta di variante al PGT non influiscono su obiettivi e strategie di riferimento del PGT vigente
2 Si veda specifica sezione all’interno della ‘Relazione progettuale’.
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matrice di verifica della coerenza interna e delle compatibilità ambientali
OBIETTIVI STRATEGIE
AZIONI PROPOSTE DALLA VARIANTE DI PIANO
1. aggiornamento pianificazione at‐tuativa e stato di attuazione delle previsioni di piano
2. modificazione del perimetro del centro abitato
3. parcheggio su via Roma
4. strada di con‐nessione via Brede – via Canova
5. ridefinizione chiusura dell’anello sud3
6. ridefinizione ATI 3, 5, 6 e 7 e accorpamento ATI 4, 8 e PL via Verdi
7. ridefinizione ATI 9 ‘espansione pro‐duttiva ad est della roggia Castelleona’
8. rifunzionalizza‐zione ex Istituto Salesiano
9. modificazioni alle norme e di‐sposizioni di piano
10. assunzione delle istanze pre‐sentate
NAT_1: Tutelare e incrementare la di‐mensione e la con‐nettività delle aree di interesse natu‐rale
NAT_1.1: Tutelare gli ambiti di naturalità diffusa
L’azione di variante consiste in una mera presa d’atto, peraltro utile a m
onitorare lo
stato di attuazione del piano
Modificazione funzionale ad una presa d’atto delle trasform
azioni urbanistiche
Le piccole integrazioni e perfezionam
enti apportate alle norm
e, in
virtù della loro portata, non incidono sul sistema
di obiettivi e strategie di piano
L’assunzione ‘selettiva’ delle istanze ha comportato una loro preventiva verifica di coerenza con il sistema di obiet‐
tivi e strategie di piano
NAT_1.2: Costruire la rete eco‐logica comunale e le sue con‐nessioni con quella sovra comu‐nale
NAT_1.3: Relazionarsi al PLIS delle Terre dei Navigli
NAT_1.4: Limitare la frammen‐tazione della rete ecologica do‐vuta alla realizzazione di nuove infrastrutture territoriali
NAT_2: Contenere l’uso del suolo
NAT_2.1: Dimensionare le nuove aree residenziali sulla base dei reali fabbisogni abita‐tivi pregressi e previsti
NAT_2.2: Dimensionare le nuove aree industriali sulla base dei reali fabbisogni previsti
NAT_03 Localizzare insediamenti e in‐frastrutture verso ambiti a maggiore compatibilità am‐bientale
NAT_3.:1 Localizzare le nuove espansioni urbane e industriali in ambiti a maggiore compatibilità ambientale
NAT_3.2: Localizzare le nuove infrastrutture stradali in ambiti a maggiore compatibilità am‐bientale
RUR_01 – Mante‐nere un livello ele‐vato di continuità territoriale delle aree agricole
RUR_1.1: Prevenire e contenere l’aumento della frammenta‐zione delle aree agricole ed evi‐tare la formazione di aree agri‐cole marginali derivante dalla realizzazione di infrastrutture e insediamenti
RUR_02 – Suppor‐tare l’innovazione e la multifunzionalità nelle attività agri‐cole
RUR_2.1: Supportare la realizza‐zione e la diffusione dell’inno‐vazione in campo agricolo (mul‐tifunzionali, qualità ambientale, minimizzazione degli impatti sui sistemi naturale e insediativo)
3 La chiusura dell’anello sud è già previsto dal PGT vigente; viene qui valutata la sua parziale ridefinizione planimetrica.
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OBIETTIVI STRATEGIE
AZIONI PROPOSTE DALLA VARIANTE DI PIANO
1. aggiornamento pianificazione at‐tuativa e stato di attuazione delle previsioni di piano
2. modificazione del perimetro del centro abitato
3. parcheggio su via Roma
4. strada di con‐nessione via Brede – via Canova
5. ridefinizione chiusura dell’anello sud3
6. ridefinizione ATI 3, 5, 6 e 7 e accorpamento ATI 4, 8 e PL via Verdi
7. ridefinizione ATI 9 ‘espansione pro‐duttiva ad est della roggia Castelleona’
8. rifunzionalizza‐zione ex Istituto Salesiano
9. modificazioni alle norme e di‐sposizioni di piano
10. assunzione delle istanze pre‐sentate
RUR_2.2: Supportare la realizza‐zione di infrastrutture e servizi necessari allo sviluppo di atti‐vità ricreative, turistiche e cul‐turali nel territorio agricolo
RUR_03 Tutelare e valorizzare il pae‐saggio rurale
RUR_3.1: Tutelare gli elementi di pregio del paesaggio rurale
RUR_3.2: Recuperare gli ele‐menti di pregio del paesaggio rurale in condizioni di degrado
MOB_O1 – Miglio‐rare l’accessibilità d’area vasta e la connettività con le reti infrastrutturali di scala interpro‐vinciale e regionale
MOB_1.1: Recepire le indica‐zioni del Piano della viabilità Provinciale
MOB_1.2: Risolvere i nodi critici della viabilità che condizionano la fluidità della rete di livello so‐vralocale e locale
MOB_O2 – Aumen‐tare la sostenibilità ambientale e so‐ciale del sistema della mobilità
MOB_2.1: Infittire la rete di per‐corsi ciclabili urbani e di con‐nessione della rete dei servizi di supporto agli spostamenti siste‐matici casa‐scuola e casa‐lavoro
RES_O1 – Miglio‐rare la qualità dell’ambiente ur‐bano
RES_1.1: Incentivare il migliora‐mento della contestualizzazione territoriale delle trasformazioni
RES_1.2: Incentivare il migliora‐mento delle prestazioni ecologi‐che degli edifici nuovi ed esi‐stenti
RES_1.3: Favorire la realizza‐zione di mix funzionali nei nuovi insediamenti
RES_1.4: Riqualificare i margini urbani in modo da far loro eser‐citare la funzione di mediazione fra città e campagna
RES_1.5: Tutelare e valorizzare gli elementi del paesaggio ur‐bano
RES_1.6: Qualificare gli ingressi urbani
RES_O2 – Raziona‐lizzare, qualificare
RES_2.1: Favorire il raggiungi‐mento di economie agglomera‐tive nei servizi garantendone una buona accessibilità
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OBIETTIVI STRATEGIE
AZIONI PROPOSTE DALLA VARIANTE DI PIANO
1. aggiornamento pianificazione at‐tuativa e stato di attuazione delle previsioni di piano
2. modificazione del perimetro del centro abitato
3. parcheggio su via Roma
4. strada di con‐nessione via Brede – via Canova
5. ridefinizione chiusura dell’anello sud3
6. ridefinizione ATI 3, 5, 6 e 7 e accorpamento ATI 4, 8 e PL via Verdi
7. ridefinizione ATI 9 ‘espansione pro‐duttiva ad est della roggia Castelleona’
8. rifunzionalizza‐zione ex Istituto Salesiano
9. modificazioni alle norme e di‐sposizioni di piano
10. assunzione delle istanze pre‐sentate
e potenziare i ser‐vizi alla popola‐zione
RES_2.2: Far concorrere gli inter‐venti di trasformazione urbana alla qualificazione degli spazi e dei servizi pubblici e di uso collet‐tivo
IND_O1 – piena at‐tuazione e comple‐tamento del polo produttivo esi‐stente
IND_ 1.1: Rispondere alla do‐manda di aree produttive attra‐verso il consolidamento del polo produttivo esistente
IND_1.2: Migliorare l’accessibi‐lità complessiva delle aree indu‐striali e la loro contestualizza‐zione
IND_O2 – qualifi‐care le aree pro‐duttive diffuse
IND_2.1: Migliorare l’inseri‐mento paesistico delle aree produttive e contenere gli im‐patti ambientali
IND_O3 – delocaliz‐zare le attività pro‐duttive collocate in ambiti incongruenti
IND_3.1: favorire la delocalizza‐zione delle attività produttive ora in ambiti impropri
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11.2. considerazioni Dall’analisi effettuata emergono le seguenti considerazioni. In termini generali e aggregati, le azioni della proposta di variante sono sostanzial‐mente ininfluenti rispetto agli obiettivi e alle strategie definite dal PGT vigente e non incidono sul complessivo livello di compatibilità ambientale del piano, per come è stato a suo tempo valutato anche entro il procedimento di valutazione stra‐tegica. Non vengono quindi incisi i profili di sostenibilità dei principi che hanno orientato la manovra di piano nel passaggio tra previgente PRG e vigente PGT. La maggior parte delle azioni proposte riscontra positivamente almeno una strate‐gia di piano.
L’unica scelta che implica nuova occupazione di suolo agricolo è quella relativa all’ampliamento dell’ATI 94, per complessivi mq. 11.500, riferibile alla fattispecie ‘ampliamenti di attività economiche già esistenti’ e comprensivi delle aree funzio‐nali al completamento della murazione verde, dell’itinerario ciclopedonale e della connessione stradale che l’attuazione dell’ATI 9 implica.
Al contrario, la manovra di riconfigurazione degli ATI che si appoggiano all’’anello sud’ (ATI 5, 6 e 7) provvedono ad un ridimensionamento dell’occupazione di suolo agricolo pari a 16.500 mq e, in ragione delle altre azioni di piano, il bilancio com‐plessivo della proposta di variante è di c.ca 6 ettari di suolo che viene ‘restituito’ ad utilizzi agricoli o naturalistico ambientali.
12. LE ALTERNATIVE CONSIDERATE Le intenzioni amministrative che muovono la proposta di variante in oggetto sono funzionali, da un lato, alla conferma del sistema di principi, obiettivi e strategie del PGT vigente, dall’altro alla modificazione di alcuni elementi specifici e puntuali, di interesse collettivo; in questo senso, è evidente che il campo delle alternative che si aprono all’azione pianificatoria della variante sono
4 Da un punto di vista di congruità urbanistica, l’ampliamento di cui sopra (per complessivi 11.500 mq di superficie territoriale) _ è reso possibile da un passaggio del comma 4 dell’art.5 della LR 31/2014, laddove, come specificato dagli Indirizzi applicativi della L.R. 28 novembre 2014, n. 31 “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato” (marzo 2015), si afferma che […] L’individuazione di nuove aree di trasformazione è da considerare per‐tanto preclusa, fatte salve due eccezioni puntualmente indicate, ossia gli “ampliamenti di attività economiche già esistenti” e le varianti “finalizzate all’attuazione degli accordi di pro‐gramma a valenza regionale” […] _ è oltremodo giustificata dal venire meno degli accordi circa il polo sovracomunale di Oriolo, in territorio comunale di Castelleone. Entro tale polo, di complessivi circa 240mila mq, era prevista una quota del 6,13 % in capo al Comune di Fiesco, pari ad una superficie territoriale di circa 15mila mq.
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_ estremamente aperte se ci si riferisce allo specifico contenuto delle singole scelte, _ mentre sono naturaliter confinate se si considerano le alternative strutturali in campo, che si ritengono essere: _ l’opzione 0, ovvero il mantenimento inalterato delle scelte di PGT _ l’opzione proposta di variante Dal punto di vista delle singole scelte, il sistema di indirizzi progettuali e condizio‐namenti di integrazione ambientale che vengono confermate e specificate in ra‐gione delle proposte di ridefinizione degli ambiti di trasformazione appaiono del tutte adeguate a garantire un pertinente profilo di contestualizzazione delle tra‐sformazioni attese rispetto alle componenti ambientali. Dal punto di vista delle alternative strutturali, perseguire l’opzione 0 non avrebbe permesso di affrontare le criticità attuative riscontrate in questi anni di vigenza del PGT, né avrebbe reso possibile dare riscontro alle opportunità manifestate dalla componente sociale.
13. IL RAPPORTO CON LE SUCCESSIVE VALUTAZIONI IN FASE ATTUATIVA
In relazione all’architettura generale del sistema valutativo,
_per come definito al livello comunitario, che, all’interno della direttiva VAS statui‐sce con evidenza il principio di “pertinenza” (delle analisi e delle valutazioni, in re‐lazione allo spazio di azione della specifica tipologia di piano valutato) e di “signifi‐catività” (dei potenziali effetti ambientali, in relazione alla caratterizzazione delle componenti ambientali) _e per come definito dal quadro nazionale e regionale, che rimanda alla necessità di procedere, in fase attuativa delle previsioni di piano, a specifiche procedure di valutazione ambientale strategica (o a verifica di esclusione) sui singoli ambiti di trasformazione individuati _alla ineludibilità dell’assunzione del sistema di vincolistica urbanistica e settoriale definita dal quadro dispositivo vigente e dalle regolamentazioni dei soggetti istitu‐zionali e delle agenzie funzionali che concorrono alla legittimità contenutistica e procedurale degli atti di pianificazione attuativa
si ritiene che, essendo i soggetti istituzionali e le agenzie funzionali competenti in materia ambientale proceduralmente coinvolti nella fase attuativa degli interventi previsti dalla proposta di variante di PGT, le valutazioni qui effettuate siano quanto necessario allo specifico di questa fase. Tali valutazioni saranno attualizzate e inte‐grate in relazione alla fase attuativa di tali singole scelte, nel momento in cui il salto di scala progettuale (dagli elementi generali di cui all’art. 8 comma 2 lettera 2 della LR12/05 a quelli più specifici e puntuali costitutivi del progetto attuativo) implicherà analogo salto di scala valutativo.
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14. MISURE PER L’INTEGRAZIONE AMBIENTALE DEL PIANO
Alla luce di quanto sviluppato nelle sezioni precedenti del rapporto, si ritiene che la proposta di variante al PGT sia connotata da un profilo di soddisfacente integra‐zione delle considerazioni ambientali e che le azioni che ne derivano non introdu‐cano elementi di significativa rilevanza sullo stato delle componenti ambientali.
Peraltro, le esternalità ambientali negative che potranno essere indotte dagli spe‐cifici interventi definiti dal piano saranno più opportunamente valutate entro i pro‐cedimenti istruttori e autorizzativi che connoteranno la fase attuativa del piano stesso.
Come visto dalle analisi compiute, tali potenziali impatti potranno essere registrati a livello locale e quindi, laddove ne ricorra l’eventualità, localmente mitigabili e compensabili.
Non si ravvisa quindi la necessità di definire, in questa specifica fase programmato‐ria, specifiche ulteriori misure di integrazione del piano oltre a quelle già struttural‐mente previste nelle schede degli ambiti di trasformazione.
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d. monitoraggio Per quanto concerne il monitoraggio, anche alla luce della portata della variante in oggetto, si propone di confermare in toto il sistema di monitoraggio del PGT vigente che, come detto, costituisce quindi sezione sostanziale del presente procedimento.
Da segnalare che parte dei temi oggetto della proposta di variante derivano proprio da una attività di monitoraggio dell’attuazione del PGT e di ascolto delle istanze della cittadinanza, selettivamente lette nella loro coerenza con i principi di carat‐tere generale.
Da parte degli Uffici Comunali è costantemente monitorato lo stato di attuazione delle previsioni di PGT e più in generale dell’attività edilizia e di interventi di carat‐tere territoriale.