comunicazioni · arretrati: euro 6,0 - abb. annuo 60,00 euro (per 22 numeri); allʼestero 120,00...

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Redazione Largo di Torre Argentina, 11 - 00186 Roma Poste Italiane S.p.a. Sped. in abb. post. - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004) art.1, comma 1 - DCB - Roma Arretrati: euro 6,0 - Abb. annuo 60,00 euro (per 22 numeri); allʼestero 120,00 euro . Tel. 06-68.41.221 [email protected] IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY A pag.17 A pag.17 ANNO II N.29 11 / 24 SETTEMBRE 2006 3,50 euro MICROSOFT TUTTO PRONTO per il lancio di Windows Vista. Cinque le versioni disponibili, dotate di funzionalità innovative sul fronte della sicurezza e del back up dei dati A pagina 14 NORTEL OBIETTIVO 4G per la società canadese che ha illustrato a Londra le nuove strategie. Il Ceo Zafirovski: “Nuovi contratti con le aziende europee”. A pagina 19 VODAFONE Corriere Corriere Comunicazioni Comunicazioni delle delle LA COMPAGNIA di Tlc in prima linea con l’Hsdpa: già sul mercato i cellulari e la rete vanta una copertura del 70% della popolazione. E Intanto Colao nominato AD Europa. A pagina 17 EDITORIALE �� �� ������������N ei prossimi giorni dovrebbe partire il “supplemento di indagine” annuncia- to dal ministro del Lavoro Cesare Damiano per riportare su un binario di razionalità e di credibilità istituzionale la questione dei rap- porti di lavoro nei call center italiani. Par- liamo non a caso di “razionalità e credibili- tà istituzionale”. Lʼintervento degli ispettori del ministero, culminato con lʼobbligo per Atesia di assumere dʼun botto 3.200 persone con misure dalla retroattività quinquennale appare drasticamente in contrasto con la linea del confronto che ha portato ministro, azienda e sindacati a definire un percorso per una definizione concordata dello status occupazionale dei lavoratori dei call cen- ter. Unʼintesa interessante perché, attuata nel maggior gruppo italiano del settore, può costituire la premessa per dare regole chiare a un settore, quello dei call center, in forte crescita in una società dove il servizio a distanza al cliente o la promozione via telefono acquistano sempre maggior peso. E questo nellʼinteresse di tutti: dei lavoratori e delle imprese. La circolare emessa in luglio da Damiano ha costituito il primo passo in questa direzione. Poi si sono messi di mezzo gli ispettori. Si dirà che il loro compito è, appunto, “ispezio- nare”. Ma cosa avevano fatto in tutti questi anni? Che necessità cʼera di intervenire col pugno di ferro mandando allʼaria la media- zione del ministro, spiazzando i sindacati, creando seri problemi finanziari al maggior datore di lavoro nel settore in Italia, deci- dendo in appena un paio di giorni su oltre 3.000 casi individuali? Per di più colpendo unʼazienda dimostratasi disponibile ad intraprendere col sindacato e lʼistituzione politica un percorso comune di rivisitazione contrattuale del proprio personale? A questo punto il problema è politico e co- me tale va affrontato. Non si può lasciarne la soluzione ai funzionari ministeriali, sia pur solerti. Se non altro perché la PA per prima fa ricorso a situazioni di precariato. Si lascino pertanto perdere le azioni dei pasdaran dei controlli e ci si affidi piuttosto ad un serio confronto tra parti sociali ed istituzioni pubbliche. Se lʼispettore fa il pasdaran GILDO CAMPESATO DI PIERO LAPORTA* L’ equazione impossibile da risolvere è quella che ha per incognite sicurezza, crescita economica e comunicazioni. Se il fondamento della crescita economica è l’im- presa, allora è intuitivo che la concezione, la pianificazione e la condotta di un’impresa esigono tanto una cornice di sicurezza quanto la disponibilità ampia delle comunicazioni. In altri termini il dominio strategico di que- ste tre incognite è praticamente coincidente, cioè sono coincidenti gli spazi geografici, i tempi e le risorse potenzialmente disponibili cui attingere. La nostra ipotetica equazione dovrebbe dirci come avverrebbe la riparti- zione. Qui cominciano i guai. Soprattutto perché l’impresa criminale prima, quella terroristica dopo, attingono al medesimo Più sicurezza contro il terrorismo? Ma non sempre il prezzo da pagare diventa esigibile dominio strategico di risorse. D’altro canto la ragione sociale dell’impresa terroristica è solo una mutazione genetica dell’impresa legale e di quella criminale. Le incognite so- no dunque cinque, le ultime due antagoniste delle prime tre. Agli inizi degli anni ’90, dopo la fine del- l’Urss, le varie analisi convergevano su un punto: s’era aperto il vaso di Pandora, quanto sinora era imbrigliato nella contrapposizione dei blocchi, aveva libertà di scorazzare per il mondo senza alcun limite. I mujiaeddin alge- rini che tiravano giù gli elicotteri sovietici in Afghanistan furono prontamente reimpiegati nei Balcani, solo per fare un esempio. Il mon- Lʼ11 settembre e lʼillusione hi-tech do in quel momento comunicava col Gsm e il microprocessore 486 era di là da venire, sicchè il potenziamento che Clinton conferì alla National Security Agency, uno fra i primi atti del suo primo mandato, spendendo non si è mai saputo quante centinaia di miliardi di dollari, per potenziare il grande orecchio di Echelon, sembrò la soluzione giusta. La vittoria in Iraq nel ’91 è riconducibile alle origliate indiscrete nelle linee di Saddam Hussein ma anche in quelle del Cremlino. Tutto facile, dunque. Anche l’Ue si rassegnò a Echelon in nome della sicurezza. 11 settembre 2001: almeno trecento persone comunicano in tutto il mondo per concepire, pianificare e condurre l’impresa e nessuno si accorge di nulla. Se qualche informazione af- fiora, la stessa parte che ha colpito se ne serve per delegittimare ancor più le autorità ame- ricane, lasciando serpeggiare il dietrologico sospetto di complicità trasversali. La verità semplice è che tutto il sistema di rilevamento, analisi, diffusione e archiviazione delle infor- mazioni è inadeguato, non per mancanza di dati ma per eccesso. In dieci anni il volume delle informazioni è cresciuto di mille volte e continua a crescere esponenzialmente. Nes- suno sa con certezza come e che cosa control- lare: la seconda guerra in Iraq e in Libano lo certificano, così come le vicende londinesi e madrilene. Vi è certamente una tendenza a ri- vedere tutte le regole della convivenza demo- cratica e le opinioni pubbliche non sembrano così riottose ad assoggettarvisi nonostante gli sforzi massmediatici per farne un paradigma negativo. La corte suprema degli Usa ha dichiarato illegali le intercettazioni motivate dal terrorismo, ma l’atmosfera è rassegnata e niente affatto indignata come fu per un po’ di conversazioni ai tempi del Watergate. È solo questione di tempo, ma tra sfera privata e sicurezza, quali che siano le convinzioni di ciascuno, la scelta è predeterminata. Il signor Peggio è longevo ed in buona salute. * Generale Il Presidente di Aitech-Assinform, Ennio Lucarelli lancia l’allarme: “L’Italia sta perdendo il treno dell’IT”. Le aziende italiane di software non considerano stra- tegica l’espansione sui mercati stranieri. Si rischia di rimanere “regionali”. Solo il 9% delle imprese è attivo oltreconfine, il 24% aggiorna il know how all’estero, il 41% lavora con partner internaziona- li. Alfonso Fuggetta, Direttore Cefriel: “Manca l’innovazione di prodotto, i player nostrani sono perlopiù system integrator che puntano su progetti locali”. Secondo Marco Comastri, numero uno di Microsoft Italia per “operare all’estero servono al- leanze con marchi importanti”. In Cina la missione di Prodi, ma mancano all’appello le aziende dell’ICT. Anastasio e Fiordalisi alle pagine 3, 5 e 6 Ict, condannati allʼItalia? La scarsa l’innovazione di prodotto e la frammentazione ostacolano la crescita dell’industria Le nostre aziende del settore sono troppo poco presenti sui mercati internazionali SAT-EXPO A VICENZA TUTTE LE NOVITÀ FRA HD E SATELLITI Sarà lʼAlta Definizione uno dei protagonisti di spicco del salone dei satelliti e delle tecnologie di comunicazione in calendario a Vicenza dal 28 al 30 settembre. In mostra lʼeccellenza del Dvbh e dellʼIptv. Oltre ai servizi satellitari più innovativi. E a Medmatic@ va in scena lʼospedale digitale. Nellʼinserto «In passato si è privilegia- to il front office, ora dobbia- mo puntare forze e risorse al back office, alla modifica dei processi organizzativi»: lo dice al Corriere delle Comu- nicazioni Beatrice Magnolfi, sottosegretario alle Riforme e all’Innovazione nella PA, annunciando il nuovo piano sull’e-gov. E c’è uno stop al rifinanzia- mento dei progetti sul riuso: “Alcuni saranno anche belli ed interessanti. Ma come facciamo a rifinanziarli se non vengono utilizzati? Le priorità? Sanità e giustizia civile. Campesato a pagina 9 Magnolfi: «Nuovo piano per lʼe-gov» Focus su back office, sanità e giustizia civile L’INTERVISTA

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Redazione Largo di Torre Argentina, 11 - 00186 Roma Poste Italiane S.p.a. Sped. in abb. post. - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004) art.1, comma 1 - DCB - RomaArretrati: euro 6,0 - Abb. annuo 60,00 euro (per 22 numeri); allʼestero 120,00 euro . Tel. 06-68.41.221 [email protected]

IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY

A pag.17 A pag.17

ANNO II N.29 11 / 24 SETTEMBRE 2006 3,50 euro

MICROSOFTTUTTO PRONTO per il lancio di Windows Vista. Cinque le versioni disponibili, dotate di funzionalità innovative sul fronte della sicurezza e del back up dei dati A pagina 14

NORTELOBIETTIVO 4G per la società canadese che ha illustrato a Londra le nuove strategie. Il Ceo Zafirovski: “Nuovi contratti con le aziende europee”.

A pagina 19

VODAFONE

CorriereCorriere ComunicazioniComunicazionidelledelle

LA COMPAGNIA di Tlc in prima linea con l’Hsdpa: già sul mercato i cellulari e la rete vanta una copertura del 70% della popolazione. E Intanto Colao nominato AD Europa. A pagina 17

EDITORIALE

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Nei prossimi giorni dovrebbe partire il “supplemento di indagine” annuncia-

to dal ministro del Lavoro Cesare Damiano per riportare su un binario di razionalità e di credibilità istituzionale la questione dei rap-porti di lavoro nei call center italiani. Par-liamo non a caso di “razionalità e credibili-tà istituzionale”. Lʼintervento degli ispettori del ministero, culminato con lʼobbligo per Atesia di assumere dʼun botto 3.200 persone con misure dalla retroattività quinquennale appare drasticamente in contrasto con la linea del confronto che ha portato ministro, azienda e sindacati a definire un percorso per una definizione concordata dello status occupazionale dei lavoratori dei call cen-ter. Unʼintesa interessante perché, attuata nel maggior gruppo italiano del settore, può costituire la premessa per dare regole chiare a un settore, quello dei call center, in forte crescita in una società dove il servizio a distanza al cliente o la promozione via telefono acquistano sempre maggior peso. E questo nellʼinteresse di tutti: dei lavoratori e delle imprese. La circolare emessa in luglio da Damiano ha costituito il primo passo in questa direzione.

Poi si sono messi di mezzo gli ispettori. Si dirà che il loro compito è, appunto, “ispezio-nare”. Ma cosa avevano fatto in tutti questi anni? Che necessità cʼera di intervenire col pugno di ferro mandando allʼaria la media-zione del ministro, spiazzando i sindacati, creando seri problemi finanziari al maggior datore di lavoro nel settore in Italia, deci-dendo in appena un paio di giorni su oltre 3.000 casi individuali? Per di più colpendo unʼazienda dimostratasi disponibile ad intraprendere col sindacato e lʼistituzione politica un percorso comune di rivisitazione contrattuale del proprio personale?

A questo punto il problema è politico e co-me tale va affrontato. Non si può lasciarne la soluzione ai funzionari ministeriali, sia pur solerti. Se non altro perché la PA per prima fa ricorso a situazioni di precariato.

Si lascino pertanto perdere le azioni dei pasdaran dei controlli e ci si affidi piuttosto ad un serio confronto tra parti sociali ed istituzioni pubbliche.

Se lʼispettorefa il pasdaran

GILDO CAMPESATO

DI PIERO LAPORTA*L’equazione impossibile da risolvere è

quella che ha per incognite sicurezza, crescita economica e comunicazioni. Se il fondamento della crescita economica è l’im-presa, allora è intuitivo che la concezione, la pianificazione e la condotta di un’impresa esigono tanto una cornice di sicurezza quanto la disponibilità ampia delle comunicazioni.

In altri termini il dominio strategico di que-ste tre incognite è praticamente coincidente, cioè sono coincidenti gli spazi geografici, i tempi e le risorse potenzialmente disponibili cui attingere. La nostra ipotetica equazione dovrebbe dirci come avverrebbe la riparti-zione. Qui cominciano i guai. Soprattutto perché l’impresa criminale prima, quella terroristica dopo, attingono al medesimo

Più sicurezza contro il terrorismo? Ma non sempre il prezzo da pagare diventa esigibiledominio strategico di risorse. D’altro canto la ragione sociale dell’impresa terroristica è solo una mutazione genetica dell’impresa legale e di quella criminale. Le incognite so-no dunque cinque, le ultime due antagoniste delle prime tre.

Agli inizi degli anni ’90, dopo la fine del-l’Urss, le varie analisi convergevano su un punto: s’era aperto il vaso di Pandora, quanto sinora era imbrigliato nella contrapposizione dei blocchi, aveva libertà di scorazzare per il mondo senza alcun limite. I mujiaeddin alge-rini che tiravano giù gli elicotteri sovietici in Afghanistan furono prontamente reimpiegati nei Balcani, solo per fare un esempio. Il mon-

L̓ 11 settembre e lʼillusione hi-tech

do in quel momento comunicava col Gsm e il microprocessore 486 era di là da venire, sicchè il potenziamento che Clinton conferì alla National Security Agency, uno fra i primi atti del suo primo mandato, spendendo non si è mai saputo quante centinaia di miliardi di dollari, per potenziare il grande orecchio di Echelon, sembrò la soluzione giusta. La vittoria in Iraq nel ’91 è riconducibile alle origliate indiscrete nelle linee di Saddam Hussein ma anche in quelle del Cremlino. Tutto facile, dunque. Anche l’Ue si rassegnò

a Echelon in nome della sicurezza.11 settembre 2001: almeno trecento persone

comunicano in tutto il mondo per concepire, pianificare e condurre l’impresa e nessuno si accorge di nulla. Se qualche informazione af-fiora, la stessa parte che ha colpito se ne serve per delegittimare ancor più le autorità ame-ricane, lasciando serpeggiare il dietrologico sospetto di complicità trasversali. La verità semplice è che tutto il sistema di rilevamento, analisi, diffusione e archiviazione delle infor-mazioni è inadeguato, non per mancanza di dati ma per eccesso. In dieci anni il volume delle informazioni è cresciuto di mille volte e continua a crescere esponenzialmente. Nes-

suno sa con certezza come e che cosa control-lare: la seconda guerra in Iraq e in Libano lo certificano, così come le vicende londinesi e madrilene. Vi è certamente una tendenza a ri-vedere tutte le regole della convivenza demo-cratica e le opinioni pubbliche non sembrano così riottose ad assoggettarvisi nonostante gli sforzi massmediatici per farne un paradigma negativo. La corte suprema degli Usa ha dichiarato illegali le intercettazioni motivate dal terrorismo, ma l’atmosfera è rassegnata e niente affatto indignata come fu per un po’ di conversazioni ai tempi del Watergate. È solo questione di tempo, ma tra sfera privata e sicurezza, quali che siano le convinzioni di ciascuno, la scelta è predeterminata. Il signor Peggio è longevo ed in buona salute.

* Generale

Il Presidente di Aitech-Assinform, Ennio Lucarelli lancia l’allarme: “L’Italia sta perdendo il treno dell’IT”. Le aziende italiane di software non considerano stra-tegica l’espansione sui mercati stranieri. Si rischia di rimanere “regionali”. Solo il 9% delle imprese è attivo oltreconfine, il 24% aggiorna il know how all’estero, il 41% lavora con partner internaziona-li. Alfonso Fuggetta, Direttore Cefriel: “Manca l’innovazione di prodotto, i player nostrani sono perlopiù system integrator che puntano su progetti locali”. Secondo Marco Comastri, numero uno di Microsoft Italia per “operare all’estero servono al-leanze con marchi importanti”. In Cina la missione di Prodi, ma mancano all’appello le aziende dell’ICT.

Anastasio e Fiordalisi alle pagine 3, 5 e 6

Ict, condannati allʼItalia?La scarsa l’innovazione di prodotto e la frammentazione ostacolano la crescita dell’industria

Le nostre aziende del settore sono troppo poco presenti sui mercati internazionali

SAT-EXPO A VICENZATUTTE LE NOVITÀ FRA HD E SATELLITISarà lʼAlta Definizione uno dei protagonisti di spicco del salone dei satelliti e delle tecnologie di comunicazione in calendario a Vicenza dal 28 al 30 settembre. In mostra lʼeccellenza del Dvbh e dellʼIptv. Oltre ai servizi satellitari più innovativi. E a Medmatic@ va in scena lʼospedale digitale.

Nell̓ inserto

«In passato si è privilegia-to il front office, ora dobbia-mo puntare forze e risorse al back office, alla modifica dei processi organizzativi»: lo dice al Corriere delle Comu-nicazioni Beatrice Magnolfi, sottosegretario alle Riforme e all’Innovazione nella PA, annunciando il nuovo piano sull’e-gov.

E c’è uno stop al rifinanzia-mento dei progetti sul riuso: “Alcuni saranno anche belli ed interessanti. Ma come facciamo a rifinanziarli se non vengono utilizzati? Le priorità? Sanità e giustizia civile.

Campesato a pagina 9

Magnolfi:«Nuovo pianoper lʼe-gov»

Focus su back office,sanità e giustizia civile

L’INTERVISTA