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DI MILANO E LOMBARDIA Periodico trimestrale dell’Associazione Marchigiani & Umbri di Milano e Lombardia Anno 4 – Numero 1 Marzo 2006 - Spedizione in abbonamento postale – Diffusione gratuita Sede legale: Via Telesio,17 – Redazione: Giuliana de Antonellis, Via Alghero,15 - 20128 Milano - Segreteria: via Romilli,18 - 20139 Milano – Con il patrocinio delle regioni Marche e Umbria Pollenza la città dell’abbazia di Rambona Aut.DCO/DC/Milano/ PDI/1074/2002 09/09/2002 colomba, segno di sopravvi- venza e di pace; il leone, la resurrezione di Cristo. A que- sti si aggiungono aquile, grifi alati, animali ringhianti, spesso con tracce di colore rosso. Le tre absidi della cripta corrispondono diretta- mente a quelle della chiesa superiore e contengono un ciclo di affreschi di scuola salimbeniana, databili tra il XV e il XVI secolo. Ripropongono la sintesi di storia e leggende che ruotano intorno all'abbazia: nell'absi- de centrale, S. Amico, abate del monastero e figlio del SABRINA RICCIARDI: il mio sindaco La ragazza si muove leggera come se non sentisse il peso delle ali colle quali si muove! Potrebbe essere l’intro di una canzone di De Gregori invece è solo l’inizio di un incontro, di una storia che ha come protagonista una giovane donna, un Sindaco, di più il mio Sindaco. Bionda, ma non eterea, esile, ma non fragile, Sabrina Ricciardi è il primo cittadino di Pollenza, paese il cui borgo mantiene ancora intatto il suo fascino medioe- vale. Incontrare Sabrina è facile, è sempre presente presso la sua casa municipa- le; conoscerla, però, è tutt’al- tra cosa. Il nostro incontro, un po’fuori dagli schemi (ci diamo subito del tu), inizia con un ringraziamento da parte di Sabrina per quanti hanno creduto in lei e l’hanno sostenuta permettendole di divenire sindaco dopo un periodo in cui era stata Assessore ai beni culturali. La cultura e il ruolo della donna cosa rappresentano nella società attuale? La gestione dei beni cultura- li rappresenta lo sviluppo della società civile ove per beni culturali s’ intende anche la salvaguardia del paesaggio e la promozione del patrimo- nio artistico. Lo sviluppo è il reale miglioramento della qualità della vita e non sol- tanto la crescita, la cui valuta- zione dipende da freddi para- metri. In questo contesto la sensibilità femminile è da sempre più ricettiva alle diverse esigenze, non che il mondo maschile non lo sia , ma per cultura più pragmati- co è legato ai numeri. La donna da sempre a Pollenza ha avuto un ruolo importante, a volte determinante , si pensi alla pregressa condizione sociale del mondo rurale, comune del resto a tutte le Marche, fortemente matriar- cale, da allora molte cose sono cambiate, ma immuta- to è il rispetto della figura femminile nei diversi ruoli che la vedono protagonista. A tal proposito ritengo di segnalare due donne, Adua Marinozzi Presidente dell’AVIS e Sabina Verdolini Presidente del Comitato di Quartiere, che tanto si prodigano per il paese. Il mondo sta cam- biando e più velocemente cambierà laddove ci sono donne che hanno potere decisionale, bisogna creder- ci come del resto facciamo nella vita di tutti i giorni. Fissando degli obiettivi che tengano conto della realtà sociale ed ambientale, cre- scendo in osmosi con le reali esigenze , solo così si potrà effettivamente miglio- rare la qualità della vita. E quali sono gli obiettivi a breve che intendi realizzare? Penso di attivare una serie di servizi a cominciare dall’a- silo nido alla scuola mater- na, a strutture quali impian- ti sportivi e circoli ricreativi per diverse fasce d’età, sino ad una rinomata per confort ed ospitalità: casa di riposo. Ma la cosa che mi è più a cuore è l’acquisto della struttura adiacente l’ Abbazia di Rambona per incrementare il turismo della zona. Inoltre il rilancio dell’architettura a servizio della città, con nuove costruzioni comunali, di qualità, con criteri più soste- nibili per i cittadini, ripen- sando soprattutto, anche alle aree verdi. Tra i vanti dell’Amministrazione è da citare la riapertura di un gioiello culturale: il Teatro G.Verdi. Mi congeda con un grazie e un dolce sorriso disarmante che l’accompagna sempre anche quando svolge il suo non facile compito istituzio- nale. Antonella Ventura ABBAZIA DI RAMBONA Di molle collina / In cima Ti assidi / Da zeffiri puri / Baciata sorridi / Ti serve di sfondo / La fuga dei monti / Ti limita il mare I vasti orizzonti / Ti cingon nei piani / Due nastri d’argento / Da un lato il potenza / Dall’altro il chiento. CARDINALE Fernando CENTO P ollenza si adagia su un crinale delimitato a nord dal fiume Potenza, a sud dal Chienti e dalla S.S. 77. Sorge a 344 metri sul livello del mare. Ad ovest delimita l'orizzonte la coro- na dei Sibillini. Ad est il digradare morbido delle col- line che si rincorrono fino al mare. Il Cassero e il Trebbio sono i quartieri periferici, a nord e a sud prolungano l'a- bitato fin sulla punta estre- Segue a pag. 2 U N INSIGNE MONUMENTO MEDIEVALE , PATRIMONIO DELLUMANITÀ “accesi di quel caldo che fa nascere i fiori e’ frutti santi che entro ai chiostri fermar lo piede e tennero il cuore saldo” Dante,Paradiso, XXII, 47 seg. cenobio dedicato ai santi Gregorio, Silvestro e Flaviano. La presenza di que- st'ultimo, vescovo e martire di chiara matrice orientale, segnala come siano innume- revoli gli elementi bizantini presenti nell'intero comples- so. Lo vediamo nel panneg- gio della Vergine del dittico d'avorio, atteggiata come un'imperatrice bizantina, lo intuiamo dal simbolo ricor- rente della croce greca, dai capitelli della cripta scolpiti dai monaci locali, sulla base di un gusto e un senso esteti- co formatisi, senza dubbio, a seguito dei numerosi contatti con mercanti orientali che a S cendendo da Pollenza, lungo il versante ovest, si possono scorgere le tre absidi dell'Abbazia di Rambona, che affiorano tra il verde della vegetazione, creando un ambiente carico di sugge- stioni. Siamo di fronte ad un'abbazia che all'alba del- l'anno mille era potentissima e pulsava di un'intensa vita economica e sociale. Il topo- nimo si deve alla preesisten- za di un santuario campestre, ipogeo, dedicato al culto del- l'acqua sorgiva; "Rambona" sarebbe la corruzione di Ara Bonae Deae, la divinità alla quale il luogo era consacrato. Alla regina longobarda Ageltrude, si fa risalire la fondazione dell'abbazia, tra VIII e IX secolo. Un dittico eburneo lega la sua storia a quella della nostra abbazia. Due tavolette d'avorio, oggi conservate ai Musei Vaticani, ci parlano di Ageltrude che "costruì" a Rambona, un Rambona affluivano in occa- sione di un'importantissima fiera che si svolgeva nello spazio antistante l'abbazia. Oggi a testimonianza "della grandezza e magnificenza di un tempo", rimangono un presbiterio profondamente rimaneggiato, con affreschi del XV e XVI sec., le splen- dide absidi ancora intatte all'esterno, nonostante le ingiurie del tempo e la cripta, suddivisa in cinque navate, con volte a crociera, da una selva di colonne. Numeroso materiale d’epoca romana è stato reimpiegato in varie parti dell'edificio, ma con particolare abbondanza in quest’ambiente, in cui le colonne sono tutte d’età clas- sica. I capitelli al contrario, coevi alla nascita della chiesa sono scolpiti in blocchi d’a- renaria. I motivi ornamentali, di tipo vegetale, a cesto, a palmette, con foglie stilizzate o tipici dei bestiari medieva- li, rispettano una precisa sim- bologia: il pellicano rappre- senta il Cristo; un uccello che nutre i suoi piccoli, è Cristo che alimenta la sua chiesa; la ma della terrazza su cui sorge Pollenza. Il nucleo urbano è circondato da mura medieva- li e presenta lungo la via cen- trale una serie di notevoli edi- fici in cotto. Nella piazza centrale troviamo la chiesa dell'Immacolata eretta nel XVII secolo; vicino è il Palazzo Comunale costruito nel 1775 con un portale barocco ed una magnifica torre civica con cupola sanso- vinesca; su di essa è posto il "Campanone" dedicato al Santo Patrono del paese: San Giovanni. Quasi di fronte sorge il Palazzo con portici un tempo sede dell'antico Monte di Pietà; sotto i porti- ci è l'accesso al teatro comu- nale costruito nella seconda metà dell'800. Proseguendo lungo la via principale si può ammirare la chiesa dedicata ai santi Francesco ed Antonio: tempio di origine romanica (sec. XIII), come rilevasi dall'abside, fu ampliato e trasformato per opera del Tranquilli nella forma attuale alla fine del 1700. In questa chiesa si con- serva la pregevolissima pittu- ra su legno raffigurante S. Antonio di Padova del pittore Lorenzo II da Sanseverino. A breve distanza dal paese, nella media valle del Potenza, sorge l’Abbazia di Rambona, il monumento più insigne ed artistico di Pollenza, risalente al IX secolo. La città

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Page 1: Con il patrocinio delle regioni Marche e Umbria Pollenza ...€¦ · Sabrina Ricciardi è il primo cittadino di Pollenza, paese il cui borgo mantiene ancora intatto il suo fascino

DDII MMIILLAANNOO EE LLOOMMBBAARRDDIIAA

Periodico trimestrale dell’Associazione Marchigiani & Umbri di Milano e Lombardia Anno 4 – Numero 1 Marzo 2006 - Spedizione in abbonamento postale – Diffusione gratuita Sede legale: Via Telesio,17 – Redazione: Giuliana de Antonellis, Via Alghero,15 - 20128 Milano - Segreteria: via Romilli,18 - 20139 Milano –

Con i l patrocinio del le regioni Marche e Umbria

Pollenza la città dell’abbazia di Rambona

Aut.DCO/DC/Milano/PDI/1074/2002

09/09/2002

colomba, segno di sopravvi-venza e di pace; il leone, laresurrezione di Cristo. A que-sti si aggiungono aquile, grifialati, animali ringhianti,spesso con tracce di colorerosso. Le tre absidi dellacripta corrispondono diretta-mente a quelle della chiesasuperiore e contengono unciclo di affreschi di scuolasalimbeniana, databili tra ilXV e il XVI secolo.Ripropongono la sintesi distoria e leggende che ruotanointorno all'abbazia: nell'absi-de centrale, S. Amico, abatedel monastero e figlio del

SABRINA RICCIARDI: il mio sindaco

La ragazza si muove leggera come

se non sentisse il pesodelle ali colle quali

si muove!

Potrebbe essere l’intro di unacanzone di De Gregori inveceè solo l’inizio di un incontro,di una storia che ha comeprotagonista una giovanedonna, un Sindaco, di più ilmio Sindaco. Bionda, ma noneterea, esile, ma non fragile,Sabrina Ricciardi è il primocittadino di Pollenza, paese ilcui borgo mantiene ancoraintatto il suo fascino medioe-vale. Incontrare Sabrina èfacile, è sempre presentepresso la sua casa municipa-le; conoscerla, però, è tutt’al-tra cosa. Il nostro incontro,un po’fuori dagli schemi (cidiamo subito del tu), iniziacon un ringraziamento daparte di Sabrina per quantihanno creduto in lei e l’hannosostenuta permettendole didivenire sindaco dopo unperiodo in cui era stataAssessore ai beni culturali.

La cultura e il ruolo delladonna cosa rappresentanonella società attuale?La gestione dei beni cultura-

li rappresenta lo sviluppodella società civile ove perbeni culturali s’ intende anchela salvaguardia del paesaggioe la promozione del patrimo-nio artistico. Lo sviluppo è ilreale miglioramento dellaqualità della vita e non sol-tanto la crescita, la cui valuta-zione dipende da freddi para-metri. In questo contesto lasensibilità femminile è dasempre più ricettiva allediverse esigenze, non che ilmondo maschile non lo sia ,ma per cultura più pragmati-co è legato ai numeri. Ladonna da sempre a Pollenzaha avuto un ruolo importante,a volte determinante , si pensialla pregressa condizionesociale del mondo rurale,comune del resto a tutte le

Marche, fortemente matriar-cale, da allora molte cosesono cambiate, ma immuta-to è il rispetto della figurafemminile nei diversi ruoliche la vedono protagonista.A tal proposito ritengo disegnalare due donne, AduaMarinozzi Presidentedell’AVIS e SabinaVerdolini Presidente delComitato di Quartiere, chetanto si prodigano per ilpaese. Il mondo sta cam-biando e più velocementecambierà laddove ci sonodonne che hanno poteredecisionale, bisogna creder-ci come del resto facciamonella vita di tutti i giorni.Fissando degli obiettivi chetengano conto della realtàsociale ed ambientale, cre-scendo in osmosi con lereali esigenze , solo così sipotrà effettivamente miglio-rare la qualità della vita.E quali sono gli obiettivi abreve che intendi realizzare?Penso di attivare una serie diservizi a cominciare dall’a-silo nido alla scuola mater-na, a strutture quali impian-ti sportivi e circoli ricreativiper diverse fasce d’età, sinoad una rinomata per conforted ospitalità: casa di riposo.Ma la cosa che mi è più acuore è l’acquisto dellastruttura adiacente l’Abbazia di Rambona perincrementare il turismodella zona. Inoltre il rilanciodell’architettura a serviziodella città, con nuovecostruzioni comunali, diqualità, con criteri più soste-nibili per i cittadini, ripen-sando soprattutto, anche allearee verdi. Tra i vantidell’Amministrazione è dacitare la riapertura di ungioiello culturale: il TeatroG.Verdi.

Mi congeda con un grazie eun dolce sorriso disarmanteche l’accompagna sempreanche quando svolge il suonon facile compito istituzio-nale.

Antonella Ventura

ABBAZIA DI RAMBONA

Di molle collina / In cima Ti assidi / Da zeffiri puri / Baciata sorridi / Ti serve di sfondo / La fuga dei monti / Ti limita il mare I vasti orizzonti / Ti cingon nei piani / Due nastri d’argento / Da un lato il potenza / Dall’altro il chiento.

CARDINALE Fernando CENTO

P ollenza si adagia su uncrinale delimitato a

nord dal fiume Potenza, asud dal Chienti e dalla S.S.77. Sorge a 344 metri sullivello del mare. Ad ovestdelimita l'orizzonte la coro-na dei Sibillini. Ad est ildigradare morbido delle col-line che si rincorrono fino almare. Il Cassero e il Trebbiosono i quartieri periferici, anord e a sud prolungano l'a-bitato fin sulla punta estre-

Segue a pag. 2

UN I N S I G N E M O N U M E N TO M E D I E VA L E, PAT R I M O N I O D E L L’U M A N I T À

“accesi di quel caldoche fa nascere

i f iori e’ frut t i sant iche entro ai chiostr i

fermar lo piede e tennero

i l cuore saldo”Dante,Paradiso,XXII, 47 seg.

cenobio dedicato ai santiGregorio, Silvestro eFlaviano. La presenza di que-st'ultimo, vescovo e martiredi chiara matrice orientale,segnala come siano innume-revoli gli elementi bizantinipresenti nell'intero comples-so. Lo vediamo nel panneg-gio della Vergine del ditticod'avorio, atteggiata comeun'imperatrice bizantina, lo

intuiamo dal simbolo ricor-rente della croce greca, daicapitelli della cripta scolpitidai monaci locali, sulla basedi un gusto e un senso esteti-co formatisi, senza dubbio, aseguito dei numerosi contatticon mercanti orientali che a

S cendendo da Pollenza,lungo il versante ovest, si

possono scorgere le tre absididell'Abbazia di Rambona,che affiorano tra il verdedella vegetazione, creandoun ambiente carico di sugge-stioni. Siamo di fronte adun'abbazia che all'alba del-l'anno mille era potentissimae pulsava di un'intensa vitaeconomica e sociale. Il topo-nimo si deve alla preesisten-za di un santuario campestre,ipogeo, dedicato al culto del-l'acqua sorgiva; "Rambona"sarebbe la corruzione di AraBonae Deae, la divinità allaquale il luogo era consacrato.Alla regina longobardaAgeltrude, si fa risalire lafondazione dell'abbazia, traVIII e IX secolo. Un ditticoeburneo lega la sua storia aquella della nostra abbazia.Due tavolette d'avorio, oggiconservate ai Musei Vaticani,ci parlano di Ageltrude che"costruì" a Rambona, un

Rambona affluivano in occa-sione di un'importantissimafiera che si svolgeva nellospazio antistante l'abbazia.Oggi a testimonianza "dellagrandezza e magnificenza diun tempo", rimangono unpresbiterio profondamenterimaneggiato, con affreschidel XV e XVI sec., le splen-dide absidi ancora intatteall'esterno, nonostante leingiurie del tempo e la cripta,suddivisa in cinque navate,con volte a crociera, da unaselva di colonne. Numerosomateriale d’epoca romana èstato reimpiegato in varieparti dell'edificio, ma conparticolare abbondanza inquest’ambiente, in cui lecolonne sono tutte d’età clas-sica. I capitelli al contrario,coevi alla nascita della chiesasono scolpiti in blocchi d’a-renaria. I motivi ornamentali,di tipo vegetale, a cesto, apalmette, con foglie stilizzateo tipici dei bestiari medieva-li, rispettano una precisa sim-bologia: il pellicano rappre-senta il Cristo; un uccello chenutre i suoi piccoli, è Cristoche alimenta la sua chiesa; la

ma della terrazza su cui sorgePollenza. Il nucleo urbano ècircondato da mura medieva-li e presenta lungo la via cen-trale una serie di notevoli edi-fici in cotto. Nella piazzacentrale troviamo la chiesadell'Immacolata eretta nelXVII secolo; vicino è ilPalazzo Comunale costruitonel 1775 con un portalebarocco ed una magnificatorre civica con cupola sanso-vinesca; su di essa è posto il

"Campanone" dedicato alSanto Patrono del paese: SanGiovanni. Quasi di frontesorge il Palazzo con porticiun tempo sede dell'anticoMonte di Pietà; sotto i porti-ci è l'accesso al teatro comu-nale costruito nella secondametà dell'800. Proseguendolungo la via principale si puòammirare la chiesa dedicataai santi Francesco edAntonio: tempio di origineromanica (sec. XIII), comerilevasi dall'abside, fu

ampliato e trasformato peropera del Tranquilli nellaforma attuale alla fine del1700. In questa chiesa si con-serva la pregevolissima pittu-ra su legno raffigurante S.Antonio di Padova del pittoreLorenzo II da Sanseverino. Abreve distanza dal paese,nella media valle del Potenza,sorge l’Abbazia di Rambona,il monumento più insigne edartistico di Pollenza, risalenteal IX secolo.

La città

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per le Marche, Associazione Pro Rambona, il Pollenza s.r.l.,DRQ.”Colli Esini”, Gruppo Camera Work, www.comune./pro-vincia.milano/bibliotecadiviasenato/triennale/studioesseci/noi-

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Angelora Brunella Di Risio, Antonella Ventura, TarcisioFeliziani, Anna Canepa, Giuliana de Antonellis

Proprietà: Associazione Marchigiani e Umbri di Milano e Lombardia

Sede legale: via Telesio, 17Redazione: Giuliana de Antonellis, via Alghero, 15 –20128

Milano –tel.02.27003713e-mail: [email protected]

Sito:www.marchigianieumbri.it/orgComposizione ,grafica e stampa: Massimo Brambati

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Tutte le collaborazioni sono gratuitePubblicità non superiore al 45%

Autorizzazione Tribunale di Milano n° 613 del 28 settembre 1999

nobile Milone che diede ilnome al castrum medievaledel centro storico, ammansi-sce il lupo che gli avevadivorato l'asino.La testimonianza più autore-vole e preziosa circa la vita ela santità del glorioso Abatela troviamo nel "LiberGratissimus" scritto da S.Pier Damiani nel 1052.L'evidente richiamo al ciclofrancescano si giustifica conla leggenda che vuole che S.Francesco d'Assisi abbiasostato, durante un suo viag-gio diretto a Loreto, nell'o-spizio della chiesa di S.Maria dipendentedall'Abbazia di Rambona. Inbasso a sinistra, rispettoall'affresco centrale, un pic-colo volto tondo, è forse l'au-toritratto dell'autore del ciclopittorico. A destra, unaMadonna con Bambino,seduta su un trono gotico, èconsiderata la più anticaimmagine della Madonna aPollenza. La cripta custodi-

sce anche pilastrini, fram-menti di plutei, rosoni, capi-telli d’epoca romana e unanotevole arca in pietra in stilerinascimentale, attribuita aBernardone da CingoliAll'esterno la tessitura mura-ria delle absidi è costituita dablocchi d’arenaria, intercala-ta da file di mattoni; longitu-dinalmente, lesene di pietrachiara, usate per aumentare ilcontrasto cromatico e pro-spettico, scandiscono i trevolumi. Gli studiosi sonoconcordi nel dire che nellaseconda metà del Settecentoavvennero radicali trasfor-mazioni e il trasferimentodella comunità monastica.Oggi la navata centrale equella di sinistra sono stateinglobate dalla villa nobiliareadiacente; quella di destra,divisa in tre piani, funge dacanonica e custodisce unacopia del dittico d'avorio chestudiosi e turisti, consultanodi frequente.

Abbazia di RambonaSegue da pag. 1

La Presidente, il Consiglio Direttivo

e la Redazioneaugurano a soci e amici

Buona Pasqua

Associazionedei

di Milano e Lombardia

L'artista di Montefano,conosciuta come simbolistain Italia ed Europa, in occa-sione della sua prima visitaall'Abbazia rimase folgoratadalla bellezza del luogocome Sthendal. Fu tale lasuggestione che decise didedicare una sua operaall'Assunta e di donarla

Dono di Teresa Marasca a Rambonaall'Abbazia. L'opera è inca-stonata tra gli affreschi cen-trali dell'abside. Per celebra-re questo incontro tra arte espiritualità a Rambona sisvolge in agosto il"Concerto dell'Amicizia” acura del maestro DanteMilani, primo flauto RAI.

Antonella Ventura

I l territorio di Pollenza, mar-catamente agricolo fino alla

prima metà del secolo, si èandato evolvendo, nell'ultimoperiodo, verso un modello adeconomia mista, che accantoalla principale attività di restau-ro e artigianato, sviluppatasiall'inizio del secolo e qualifica-tasi sempre più nel tempo, havisto il sorgere di aziende dipiccola e media grandezza, checaratterizzano l'ormai vincentemodello marchigiano. La zonaindustriale e commerciale, inpiena fase di espansione, sisnoda prevalentemente lungo iltratto che collega le frazioni diCasette Verdini alla Stazione diPollenza. La parte restante delterritorio è ancora a caratteremarcatamente agricolo e porta isegni evidenti di un' organizza-zione mezzadrile che si è pro-tratta fino agli anni Settanta.Oggi la mezzadria è scomparsae l'agricoltura si caratterizza perl'impiego di pochi addetti, inaziende in parte meccanizzate,a conduzione diretta. Le coltureprevalenti sono grano duro,mais, girasole, orzo e, nei fon-

dovalle irrigui, le colture ortive;si effettuano anche produzioniper grandi industrie alimentariche curano l'intero processoproduttivo, dalla semina allaraccolta. Oliveti, antichi erecenti, caratterizzano i fianchicollinari a ridosso del centrostorico. L'artigianato artistico,

l'antiquariato e il restauro sonole attività produttive maggiori.Per far conoscere i beni cultura-li congiuntamente all’attivitàproduttiva prevalente nel terri-torio, l’Amministrazione Co-

LE ATTIVITA ECONOMICHE E SOCIALI

L e più antiche traccedell'uomo qui risal-gono al Piceno e

sono state rinvenute sulMonte Franco. testimoniatedal ritrovamento di un'estesanecropoli, con tombe dell'ot-tavo secolo a. C.Nel IV secolo sappiamo daStrabone e da Plinio ilGiovane, di una Pneuentiaannoverata tra le principalicittà del Piceno. Alla fine del1 secolo d.C., la città continuaad esistere e a conservare lasua autonomia, pur essendorisucchiata nell'orbitad'Urbisaglia e il nome diPollenza comincia a perdersi.Intorno al 1201 appare comeComune indipendente. Già datempo ha mutato la sua deno-minazione in Monte Milone(probabilmente intorno all'879) dal nome del franco chela ricostruisce dopo le inva-sioni barbariche. L'impiantourbanistico è a schema radio-centrico: a nord si sviluppanoi quartieri di Santa Maria eSan Salvatore, a sud quelli diS. Andrea e S. Bartolomeo. Ilprimo asse sfonda la cerchiamurata e giunge fino alCassero, San Bartolomeo sicolloca a ridosso dell'attualePorta del Colle, S. Andrea nelsito dell'attuale Piazza Ricci eSanta Maria dove sorgeva lachiesa - ospizio dipendentedall'abbazia di Rambona. Già

da questo momento il territo-rio di Monte Milone è pres-sappoco lo stesso del moder-no Comune. Intorno al centrofortificato, denominatoCastrum Montis Milonis, sor-gono altri quattro castelli: ilCassero, Castel Gualdo,Gagliano e Castel Franco, che

gradualmente vengono "con-vinti" all'incastellamento nelcastrum principale.Nel XIV secolo in seguitoall’emanazione delleConstitutiones Aegidianae delcardinale Albornoz MonteMilone viene incluso tra lemediocres e nel 1366 gli èimposto di fortificare la cintamuraria. Segue un periodo disudditanza ai variBuonaccorsi, Lazzarini ( XIVsec.), Varano e Malatesta (XV sec. ) per raggiungerel'acme della perdita di autono-mia, con l'arrivo nella Marcadi Francesco Sforza. Nel

1447 si conclude la signoria diF. Sforza e Monte Milone siriconsegna allo StatoPontificio Il Cinquecento è unsecolo di relativa prosperità.Nasce l'arte della ceramicapollentina che per quattrosecoli sarà ritenuta tra lemigliori delle Marche. Nel

Seicento nelcomplesso ilpaese man-tiene inalte-rato l'assettomedievale.Con ilSettecentoprende il viail rinnova-mento edili-zio che coin-volge tutto ilcentro e per

prima la piazza principale. Trail 1797 e il 1799 Pollenza èoccupata da Napoleone che nefa sede di cantone e capoluogodel circondario. Tra il 1799 eil 1807 torna allo StatoPontificio ed è poi inclusa, trail 1807 e il 1813, nel RegnoItalico. Dal 1814 al 1815 faparte del Regno di Napoli.Queste alterne vicende si con-cludono il 2 e 3 Maggio 1815con l'epica Battaglia diCantagallo, il ritiro di G.Murat e il definitivo ritornoallo Stato della Chiesa. Dopo l’unità d’Italia si richia-merà Pollenza.

Nazareno Boldorini nasce aPollenza il 7 dicembre dicento anni fa, Alla mortedel padre Nazareno va astudiare nel Seminario diMacerata: è il gennaio del1914. Animato dai validi eseveri insegnamenti nellascuola del Seminario, ilgiovane Boldorini vi tra-scorre la vita adolescenzia-le. Dotato di ingegno sve-glio, riflessivo e prontezzadi memoria, matura la pas-sione e l'interesse soprat-tutto per la storia e per l'ar-te. In questo ambiente svi-luppa la sua vocazionesacerdotale; si accendequella fede incrollabile ecommovente verso la chie-sa di Cristo che lo guideràper il resto della vita. Lasua attività inizia moltopresto, quando, ancora gio-vane seminarista, il giornodell'Assunta del 1925 figu-ra tra i fondatori della“Corporazione delMelograno”, insieme aGiuseppe ed AntonioFammilume con lo scopo dipromuovere e incoraggiaretutte le iniziative dirette avalorizzare Pollenza dallato storico, artistico, filan-tropico e morale e di sal-vare e conservare tuttoquello che si riferisce allastoria, alla vita ed alle tra-dizioni locali.I due inizianocosì a rovistare in archivi ebiblioteche anche fuori

Pollenza. II primo si occu-pa prevalentemente diargomenti storici, religiosie di cultura generale, ilsecondo di quelli artisticied architettonici. Il suonome è principalmentelegato agli apprezzatissimisaggi sulla vita ed il cultodi S. Amico di Rambona,cui per oltre un ventenniosi dedica alacremente e conla più meticolosa obbietti-vità, al fine di ottenere l'e-sposizione al culto dellereliquie del Santo Abate. Sidevono a lui le pagine piùbelle della storia pollentinaattraverso la millenariaAbbazia di Rambona,monumento unico, da luisapientemente studiato,curato, restaurato.Nazareno Boldorini basasulla comunicazione la suaesperienza sacerdotale,fondata sul valore dellaparola: la parola divina.Uomo di chiesa e per que-sto non meno partecipedelle vicende degli uomini,esempio di umiltà e dedi-zione fino all'estremo. Unavita la sua, donata quotidia-namente alla porzione dìanime a lui affidata. Unavita breve, stroncata da uncancro allo stomaco che lospegne a soli 54 anni ilsette agosto del '59.

DON NAZARENO BOLDORINI

A Cantagallo di Pollenza, èstato inaugurato un salone,che presto dovrà fungere dasacrestia nella progettataChiesa-Ossario, di cui sonogià ultimate le fondazioni eche ricorderà i Caduti in quel-la che venne definita la primabattaglia per l'Indipendenzaitaliana, combattuta traGioacchino Murat e gliAustriaci nella zona che dallacollina di Cantagallo scendeal Castello della Rancia, sulla

La prima battaglia dell'Indipendenza commemorata a Cantagallo di Pollenzanazionale 77. Questo evento èattualmente ricordato da unaCroce eretta ove, precisamen-te 142 anni or sono, il 3 mag-gio 1815 vennero cremati isoldati periti a migliaia nellafuribonda battaglia, che deci-se le sorti dell'impresa murat-tiana. Tra i periti vi erano 21pollentini che furono arruola-ti nel XII Reggimento di lineadel Murat e che qui si sacrifi-carono per una Patria piùgrande.

munale promuove, seconda eterza settimana di luglio di ognianno, la mostra di“Antiquariato – Restauro –Artigianato Artistico” con espo-sizione nelle botteghe e in loca-li del centro storico e allieta ituristi ed i visitatori con spetta-coli gratuiti allestiti nel teatroall’aperto di Piazza dellaLibertà. La 15^ esposizione èprogrammata dal 8 al 23 luglio2006.

Testi e foto: Comune di Pollenzacon la collaborazione di

Antonella Ventura, TarcisioFeliziani, Franco Tomassini.

www.comune.pollenza.sinpnetgda

La storia

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S abato 11 febbraio 2006,nel trentennale della

morte, si è inaugurata neglispazi della MoleVanvitelliana di Ancona unagrande mostra antologica diCorrado Cagli, per un’ini-ziativa nata da un’ideadell’Assessore alla Culturadella Provincia di AnconaMassimo Pacetti, in seno alprogetto “Leggere il ‘900”,in collaborazione conl’Archivio Cagli di Roma,con l’alto patronato del pre-sidente della Repubblica,

organizzata dall’agenzia“noicultura” di Jesi (An).“Un vertiginoso universo inrivoluzione, un susseguirsipirotecnico di idee, di stili,di suggestioni”: questo, ilmondo creativo di CorradoCagli, come lo ha definito ilcuratore scientifico FabioBenzi. Si tratta della piùgrande esposizione mai rea-lizzata sulla figura di questogrande artista, che presentacirca duecento dipinti oltread un cospicuo insieme didisegni, sculture, ceramiche,illustrazioni, bozzetti teatra-li e arazzi, per un totale dicirca quattrocento opere. Lavasta attività creativa diCagli è presentata per laprima volta nella sua inte-rezza, illustrando il ruolo diprotagonista che rivestì inoltre mezzo secolo di dibat-tito artistico italiano e inter-nazionale. Nel contesto ita-liano del dopoguerra, eglirappresentò un nodo centra-le per la tendenza astrattache caratterizzò le svolteestetiche di quegli anni, ela-borando opere di grande ori-ginalità e teorizzando unprolungamento del “primor-dio”. Dopo una fase pura-

mente astratta, Cagli recupe-rò originalmente l’espressio-ne figurativa, favorito ancheda un’abilità tecnica stupefa-cente, alternando senza solu-zione di continuità entrambele ricerche. La rilettura attua-le, dopo le esperienze analo-ghe di tanta arte contempora-nea, lo rivela invece in unruolo di anticipatore, di ante-signano della libertà espressi-va post-avanguardista.

Catalogo SkiraInfo 0731 213685 / 215656

www.noicultura.it (com) gda

ANCONA MOLE VANVITELLIANA

C O R R A D O CA G L I12 febbraio

4 giugno 2006

La Fondazione ArnaldoPomodoro ospita, nel periodo9 marzo - 10 maggio 2006,un'ampia antologica dedicataa Gastone Novelli, figura trale massime della pittura euro-pea del dopoguerra.Dell'artista, assente dalle ini-ziative pubbliche milanesidal 1983, data della mostra diopere su carta al Padiglioned'arte contemporanea, vienericostruito l'intero percorso

espressivo attraverso la sceltadi circa 200 opere, alcunedelle quali inedite o una voltasola esposte. Si tratta dellapiù grande esposizione maidedicata all'artista.Il percorso si articola in tre

sezioni. La prima documenta la gran-de maturità dell'artista attra-verso le sue opere di grandi egrandissime dimensioni, daRosso fiore della Cina, 1967a Cancello per sempre laparola, 1968, in particolare visi ricostruisce la sala allaBiennale di Venezia del1968. La seconda ripercorreanaliticamente le vicendeespressive di Novelli dallaprima maturità, 1957, alla

Gastone Novelli fine, attraverso una sceltaesemplare di dipinti e operesu carta. La terza indica glisconfinamenti di Novelli inaree espressive contigue allapittura, a cominciare dall'in-venzione editoriale, che lovide illustrare testi di autoricome Pierre Klossowski,Samuel Beckett, GiorgioManganelli, AlfredoGiuliani, e avviare collabora-zioni fondamentali con scrit-

tori come Claude Simon, alquale lo legò una lunga ami-cizia, sfociata nella scelta diSimon di farne uno dei prota-gonisti del celebre romanzoLe jardin des plantes. Lamostra presenterà le tavoleoriginali e le edizioni di pres-soché tutte queste pubblica-zioni. Novelli diede inoltrevita a riviste storiche come"L'esperienza moderna" e"Grammatica", esemplari nelclima europeo della finedegli anni Cinquanta e deiprimi Sessanta.

Catalogo Skira www.studioesseci.net

www.fondazionearnaldopomodoro.it

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Dioscuri

Le spie del palo

New York

L a Mostra Gentile daFabriano e l’altro

Rinascimento, che si terrà aFabriano dal 21 aprile al 23luglio 2006, è una primaassoluta, nel senso che unamostra sul grande Maestronon è mai stata organizzata. Un notevole numero delle sueopere, oltre ad alcune dei suoicontemporanei e seguaci, saràesposto nel quattrocentescoSpedale di Santa Maria delBuon Gesù e documenteràl’attività del Pittore che, sottomolti aspetti, anticipò, con lasua originalità, l’avvento delRinascimento. I lavori prepa-ratori di un ComitatoScientifico, che comprendeesperti gentiliani di famamondiale, hanno portato anuovi sviluppi nello studiodell’Artista e della stagionepittorica di cui fu indiscussoprotagonista. L’evento vuoleanche rappresentare unomaggio di Fabriano al suocittadino più illustre e valo-rizzare il ruolo della città nelsuo percorso storico: neisecoli passati, libero comunee centro operoso di attivitàmanifatturiere, la cui tradizio-

Gentile da Fabriano e l’altro RinascimentoUNA GRANDE MOSTRA INTERNAZIONALE NEL CUORE DELLE MARCHE

ne si è tramandata ininterrot-tamente fino all’attuale fer-vore d’imprese industriali;ma, anche, centro culturaleinserito in quella fecondafucina di artisti che furono

Toscana, Umbria e Marchefra il Trecento e ilQuattrocento. Con questaMostra a Fabriano, infine,s’intende contribuire a mette-re in luce l’immagine delleMarche nei suoi aspetti menoconsiderati: non solo unaRegione forte del suo intensosviluppo economico, maanche un territorio ricco dialte espressioni di arte e dicultura.

www.gentiledafabriano.it

Particolare di Madonna dell’Umiltà

Gli esordi di Raffaellotra Urbino,

Città di Castello e Perugia

Torna in Italia, dopo 200 anniun capolavoro di Raffaello, con-servato dal 1764 alla NationalGallery di Londra. Si tratta dellaPredica di San GiovanniBattista, unica tavola superstitedella predella della palaAnsidei, dipinta nel 1505 dalgenio urbinate per la cappellaomonima della chiesa di SanFiorenzo a Perugia. Durantequesto evento, torna a esserevisibile al pubblico anche ilGonfalone della SantissimaTrinità di Raffaello, che si trova-va da oltre un anno all’IstitutoCentrale del Restauro di Roma.Nel percorso espositivo, siincontra anche Santa Caterinad’Alessandria, conservata allaGalleria Nazionale di Urbino egli Studi per il Padre Eterno,provenienti dal British Museumdi Londra, oltre a un’ampiasezione dedicata alla partedocumentaria, con una serie ditesti fondamentali per ricostrui-re e comprendere il percorsoartistico di Raffaello nel suoperiodo tifernate.

Catalogo Edimondwww.cdcnet.net

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24 marzo-11 giugnoPalazzo Vitelli alla Cannoniera Città di Castello

La mostra presenta un’accu-rata selezione di trentaquattrofondamentali dipinti dellascuola dei Macchiaioli.La “macchia” è l’espressionefigurativa che caratterizza lascena artistica toscana dallaseconda metà dell’Ottocento,e nasce dall’insofferenzaverso l’esempio accademico,spingendo i giovani pittoritoscani alla ricerca di fontid’ispirazione insolite. Gliesperimenti compiuti sullaluce, sul colore, su una stesu-ra diversa si applicano a pae-

saggi assolati e a scene di vitaquotidiana.Il paesaggio infatti è stato ilsoggetto artistico maggior-mente rivisto e reinterpretatodurante il processo di speri-mentazione della “macchia”:gli artisti si concentrano suglieffetti cromatici e tonali dellarealtà, rappresentata secondouna radicale semplificazione.

D I P I N T I T R A L E R I G H E D E L T E M P O

i Macchiaioli

La rassegna propone un ine-dito percorso che prevedel’esposizione dei dipinti cor-redata da rimandi storici eletterari: a tal fine l’attenzio-ne dei curatori si è allargatadai quadri al contesto storico,al complesso di pensieri ereazioni che essi allora susci-tarono e che si rivelano oggievocativi di ambienti, situa-zioni e temperamenti cui taliscritti rimandano. Con que-sto progetto, la mostra vuolefarsi portavoce della memo-ria e custode dell’opera di

alcune delle più importantipersonalità che diedero unsignificativo apporto allanascita, alla diffusione e alrinnovamento della culturafigurativa del nostroOttocento. Fino al 14 maggio2006 alla Biblioteca di viaSenato 14 –tel.02 76215314-

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Vincenzo Cabianca, Il mattino o le monachine

L'esposizione affronta iltema universale e senzatempo del dolore e della suarappresentazione nelle operedegli artisti contemporanei:un progetto dedicato allacondizione umana oggi. Conquesta mostra, lo SpazioOberdan accoglie opere diartisti affermati, ponendolia confronto con quelle digiovani emergenti. Tutte le opere esposte pro-vengono dalle collezioni pri-vate. .L'iniziativa rientra nelprogetto "in Contemporanea.La rete dell'arte" con cui laProvincia di Milano intendepromuovere l'arte contempo-ranea intesa come risorsautile alla crescita del territo-rio, non solo dal punto divista culturale ma anchesociale ed economico. Tragli obiettivi sono, infatti, lavalorizzazione delle realtàesistenti sul territorio e ladiffusione di una cultura delcontemporaneo.Il titolo, "Ecce Uomo", èstato scelto perchè richiamauna riflessione sulla tradizio-ne iconografica dell'EcceHomo, valorizzando peròl'accezione di attualità e con-temporaneità delle operescelte, senza per questo dis-sociarsi dalla potenza evoca-tiva del significato origina-rio. Il compito di mostrare ilcorpo dolorante degli uominiè affidato allo sguardo lucidodell'artista e alla sua capacitàdi cogliere e mettere in evi-denza gli aspetti più schiac-cianti della realtà. La temati-ca é strettamente connessa altempo biologico, al tempointeriore e non é solo la rap-presentazione del dolore insenso didascalico, ma qual-cosa di mentale, che ognunoricollega alla propria relazio-ne con la vita, alla proprialinea d'ombra, della quale sifa portatore l'artista.

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inContemporanea La rete dell’arte

“Ecce Uomo”

Milano custodisce un prezio-sissimo “Codice diLeonardo”, manoscrittodatabile al XV secolo. Sitratta del Libretto di appuntidi Leonardo da Vinci notocome il “CodiceTrivulziano”. Fino al 21maggio 2006, al CastelloSforzesco nella Sala delleAsse, l’Assessorato allaCultura presenta una mostrain cui il Codice Trivulzianoviene esposto al pubblico perla prima volta nel contestodella produzione libraria,manoscritta e a stampa, dellaMilano sforzesca. Codiciminiati sforzeschi, incunabo-li e cinquecentine, fanno dacorollario all'esposizione delprezioso manoscritto vincia-no, conservato nellaBiblioteca Trivulziana che,insieme al Codice Atlantico(custodito nella BibliotecaAmbrosiana), costituisceuno dei due soli codici leo-nardeschi tuttora presentinella città che ospitòLeonardo per oltre un ven-tennio della sua vita. gda

www.comune,milano.it

Codice Leonardo da Vinci

La Triennale di Milano e Cassina presentano la mostra Le Corbusier.

L'interno del Cabanon. Le Corbusier 1952 – Cassina 2006,che resterà aperta dal 5 aprile al 4 giugno 2006

nel giardino della Triennale.

L’esposizione presenta laricostruzione al vero dell'in-terno del Cabanon che LeCorbusier progettò e costruìper le sue vacanze a CapMartin nel 1952, un capannosenza fasto apparente ma checostituisce un esempio singo-lare di microarchitettura,denso di significati.Il Cabanon nasconde un pre-gevole esercizio di architettu-

ra di Le Corbusier, che inteseassegnare solo all’internodell’abitazione il primariovalore architettonico.Ideato, progettato e costruitodallo stesso architetto che looccupava, racchiude le con-dizioni ideali della progetta-zione architettonica.

www.triennale.it

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Nato a Macerata il 30 gennaiodel 1958, ha iniziato l’attivitàartistica da autodidatta dopoessersi interessato, per alcunianni, di arredamento e design.Calisti ha incontrato l’arte e lapittura sul finire degli anniOttanta nella sua terra natale,

osservando e interiorizzando-ne i colori, la musica, la natu-ra e la poesia. In StefanoCalisti l’arte è storia di unacampagna maceratese noncontaminata dall’uomo. Il suodesiderio di rappresentare larealtà, e specialmente la real-tà del paesaggio, lo spingeverso una ricerca di toni colo-ristici squillanti che vanno dalverde al viola, dal gialloall’azzurro, dal bianco alrosso: in una sintesi magicache fa definire la sua pittura“solare” e materica al tempostesso. Solare perché dai suoilavori si irradia una luce caldae avvolgente che illumina losguardo dello spettatore e

mentalmente lo porta nei luo-ghi rappresentati. Matericaper la tecnica dei sacchi diiuta, una volta usati per ilpane e le farine, e che lui usacome base collante delle suevisioni insieme a polveri,acqua e legno, un magma

fatto di terra e sudore, artigia-nato e libro, introspezione eviaggio, una solida superficieche il tempo non scalfisce.Sin dagli inizi ha goduto dinotevoli consensi di pubblicoe critica, in particolar modonella sua Macerata dove dasempre ha la stessa vetrina edove ritorna sempre come unfiglio alla madre. Folta la suapartecipazione a rassegneartistiche anche di carattereinternazionale. Le sue operefigurano in numerose colle-zioni in Italia e all’estero. Haavuto coinvolgimenti in edi-toria per illustrazioni e coper-tine di libri.

gda

La terra delle MarcheStefano Calisti

non era quel rosso

L’artista scomparso nel 1999si era formato professional-mente a Cinecittà e ha vintonumerosi premi internazio-nali per la fotografia. Hasempre prediletto la sua terranatale e nelle sue foto ha pro-fuso tutto il suo amore peressa, cogliendone gli aspettipeculiari del paesaggio e deipersonaggi, immortalando imomenti più significatividella vita quotidiana.

G iuseppe To mas sini ovvero ‘il fotografo della poesia’

I suoi concittadini lo ricorda-no anche per la sua personali-tà estrosa, ilare e ironica cheispirava una forte simpatia ingrandi e piccini. Ancor oggipassando davanti alla suabottega non si può fare ameno di alzare gli occhi eleggere l’insegna “ Peppe deSittì” e rivederlo dietro la suaLeika 135 mentre coglie l’at-timo di un gesto, di unimpulso, di un sentimento odi un particolare. Ha lasciatoil testimone al figlio Franco.

gda

La luce è filtrata da muri seco-lari che proteggono dal passaredel tempo e ogni vicenda vivedi una dimensione “cool” piùvibrante, più intima, così nel-l’era telematica di internet ci sipuò occupare di marcheting ecomunicazione anche e forsemeglio da un antico borgo diprovincia, dove Salvucci staper Oriana Salvucci e borgo sta

per Pollenza. Competenza eprofessionalità, offerta nellagestione del marcheting e dellerelazioni pubbliche, con unostile decisamente femminile,dove per femminile si intendeuno stile pragmatico ma creati-vo, razionale ma attento allesfumature emotive, lontanianni luce dal rampantismopost-femminile delle managermetropolitane, purtroppo anco-ra legate agli stereotipi di forzae virilità. Allo “StudioSalvucci” si affidano alcune trale più importanti aziende mar-chigiane della calzatura e nonsolo, per le loro soluzioni pub-blicitarie, ed è sempre piùspiazzante vedere nelle paginepatinate delle riviste di moda legriffe più prestigiose essererappresentate: ”By StudioSalvucci Pollenza”. A.V.

A Stresa, sul Lago Maggiore,si è tenuta una collettiva d’ar-te internazionale sul temadella “neve” con la partecipa-zione di 30 artisti.Tra gli invitati il marchigianodi Civitanova Marche,Franco Morresi, che ha otte-nuto il “Gran PremioPrimavera della Giuria” perl’opera “Girasoli sotto laneve”.L’artista è noto per esserestato allievo di RemoBrindisi e per essere statoinvitato nell’82 alla Biennaledi Venezia.

Antonella Ventura

Olimpiadi invernali2006 e arte

Pollenza ricorda la figura diquesto artista e lo ringraziaper aver fatto conoscere ilpaese a livello nazionaleattraverso la sua partecipazio-ne a numerosi spettacoli tea-trali. Ha lavorato, tra gli altri,con Vittorio Gassmann eGlauco Mauri, due grandi delnostro teatro.

Una vita per il teatro: Massimo Romagnoli

Marcheting e Comunicazione al Femminile

La campagna marchigianavanta una lunga tradizionenella produzione di vini. Iprofumi della terra, del maree delle coltivazioni (non c’èangolo che non sia coltivato)sono il nutrimento dei vigne-ti. Tutto ciò lo ritroviamodegustando i vini di questaterra che, a seconda del luogodi provenienza, riportano allenarici o al palato ora il mareo il frutteto, ora il bosco o lacollina. E proprio la passioneper la terra ha spinto il ConteBrachetti Peretti ad acqui-stare duecento ettari di terre-no, oltre 30 anni fa, in queldelle colline maceratesi, 50dei quali sono coltivati avigneto. La famiglia è di ori-gini antichissime, risalenti alXIII secolo e vanta nel suoalbero genealogico la presen-za di un grande Papa, S.S.Pio IX Mastai Ferretti, ulti-mo Papa Re. La tenuta ha alsuo interno un bellissimoedificio del ‘500 disegnatodal Sangallo, il Casone, tea-tro della grande battaglia diTolentino, e la Chiacchiera.In questo ambiente è natal’Azienda vitivinicola “ilPollenza” situata aTolentino. Per la sua realiz-zazione il Conte Brachetti

Il PollenzaPeretti ha fatto sì che la suacantina fosse tecnologica-mente molto avanzata e assi-curasse una produzione limi-tata di vini di grande qualità,provenienti da vitigni inter-nazionali quali CabernetSauvignon, Cabernet Franc,Merlot, Pinot Noir, PetitVerdot, Gewürztraminer,Syrah e di vitigni autoctonicome il Trebbiano e ilSangiovese. Il tutto sottol'occhio esperto di un enolo-go di fama internazionalecome il dott. GiacomoTachis, il padre di alcuni deigrandi vini italiani (Sassicaia,San Leonardo, Turriga..)affiancato da uno dei suoiallievi prediletti, il toscanodott. Umberto Trombelli, eda un giovane tecnico sicilia-no molto preparato, il dott.Vincenzo Melia. Su consigliodi Giacomo Tachis i grandicontenitori sono in cementovetrificato, perché ritieneche siano il meglio per laprima fase della vita di unvino rosso e che a differenzadel metallo non hanno impat-to negativo sul prodotto.Hanno tutti un nome di fami-glia o dei principali collabo-ratori dell'azienda, a comin-ciare da Giacomo Tachis.

il Pollenza s.r.l.Via Casone, 4

62029 Tolentino (Mc)Tel e Fax 0733 961989

www.ilpollenza.it

Le ceramiche di Montefranco a Pollenza si fanno risalire al 1100 avanti Cristo

Ad iniziativa del benemerito dott. E. Annibaldi, Soprintendente alle Antichità delle Marche, si èeffettuato un primo ciclo di scavi nella zona di Monte Franco, singolare massiccio collinoso;noto per le sue caratteristiche caverne con le pareti ricoperte di nicchie incavate nel tufo. Il collesovrasta il fiume Potenza e fa parte del territorio Pollentino.Negli scavi si sono rinvenuti copio-sissimi frammenti di ceramica di varie epoche. Essi attestano la presenza di antichissime popo-lazioni risalenti al 1100 avanti Cristo. Le ceramiche sono varie di forma, colore ed uso. Alcunesono ornate con belle decorazioni geometriche. incise di tipo appenninico. Molte ceramiche sonostate raccolte in un buono stato di conservazione che permette con facilità la ricostituzione delleforme originali. Dal primo esame è risultato che le ceramiche appartengono, parte alla fine dellaetà del bronzo (sec. XII A C)., parte all'epoca di passaggio dal bronzo al ferro.

Pinacoteca e Museo delle Patrie Memorie

Il Museo delle Memoriepatrie pollentine, avente sedenel palazzo nobiliare, racco-glie vario materiale relativoalla vicenda storica e cultura-le di Pollenza ( repertiarcheologici, statue, arredi,costumi ) tra cui la raccolta diantichi manufatti in ceramicadi produzione locale, rinve-nuti in un vecchio torrionedella città.

Collezioni Civiche di Palazzo Cento

La raccolta archeologica delleCollezioni civiche di Pollenza èstata recentemente riallestitaall´interno di Palazzo Cento,residenza signorile del XVI sec.che accoglie oggi anche un´inte-ressante Pinacoteca, una prege-vole collezione di ceramichefabbricate a Pollenza tra il 1810e il 1905, oltre che mobilid´epoca ed una raccolta di cro-cefissi appartenuta al pollentinoCardinal Cento.

Un sorprendente ed eccellente vino

delle MarcheSia i contenitori in cementoche quelli in metallo destinatisoprattutto ai bianchi, sonodotati di un sistema di con-trollo della temperatura. Allavera e propria cantina divinificazione si aggiunge unmoderno laboratorio realizza-to per mantenere il controllosulla continua evoluzione delvino in tutte le sue fasi dilavorazione e di invecchia-mento. La cantina è coordina-ta con assidua attività dallaconsulenza del ComandanteCarlo Tofanacchio con la col-laborazione del dott.Giovanni Campodonico eNazareno Chiaramonti.Ma la parte più affascinan-te della cantina è sicura-mente la splendida barri-caia, realizzata sette metrisotto il livello del terreno. Il Pollenza è un grande rossodi stile bordolese, un mix diCabernet Sauvignon e Merlotin cui solo nelle annate giusteentra una piccola percentualedi Sangiovese. Colore grana-to molto intenso. Naso dibuona intensità con grandefrutta matura e prugna secca.Molto intenso in bocca, gran-de corpo, tannini molto pre-senti ma non aggressivi.

Giuliana de Antonellis

mentre ti penso

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FotoRiprese TV video

Immagine AziendaleVia Romilli, 18 20139 Milano

tel. 02.5391178 - fax 02.5391623

e-mail: [email protected]

Il territorio del Distretto Rurale di Qualità “Colli Esini” coincidecon il territorio del GAL “Colli Esini-San Vicino” e comprende 24comuni delle province di Ancona e Macerata. Il comprensorio,molto ampio, abbraccia le valli solcate dai fiumi Misa ed Esino inun’area preappenninica di rara suggestione, all’interno della qualesi trovano il Parco Regionale Naturale Gola della Rossa- Frasassicon le omonime celebri Grotte ed il Monte S.Vicino. Abitato findalla preistoria, il territorio ha accolto la civiltà picena, gallica e poiromana; ciò è testimoniato da reperti, conservati nei musei, e dalle

I l prestigioso Palazzo deiGiureconsulti della

Camera di Commercio diMilano ha fatto da corniceall’evento di degustazione deiprodotti tipici del DistrettoRurale di Qualità “ColliEsini”.Vino, formaggi, olio, salumi:gli oltre 300 presenti hannopartecipato alla serata mono-grafica di degustazioni orga-nizzata da ONAV Lombardiain collaborazione conAutoctono srl el’Associazione diMarchigiani e Umbri diMilano e Lombardia. Ladegustazione dei vini, dalVerdicchio dei Castelli di Jesial Rosso Conero, dallaLacrima di Morro d’Alba alloSpumante Brut, dal Passito alRosso Piceno, è stata partico-larmente apprezzata dal varie-

aree archeologiche. L’etàmedioevale ha contribuito acaratterizzare in maniera uni-forme i singoli centri, arric-chendoli di poderose cintemurarie e torrioni e di centristorici di armoniosa architettu-ra. Gli echi delle epoche passa-te sono testimoniati anche daidocumenti pittorici, conservatiin parte nei luoghi originari, inparte nei musei e dai monu-menti, come chiese e palazzi,che restituiscono integra l’im-magine del territorio e dellacultura diffusa dal Medio Evofino al sec.XIX.Legato ai ritmi e alle vicendedel mondo agricolo, il territoriodel DRQ “Colli Esini” costitui-sce uno splendido scenariodove la cultura, la storia e letradizioni, ben rappresentatetuttora nella raffinata enoga-stronomia, si fondono e si apro-no alla curiosità dei viaggiatoriin cerca dell’ultimo paradisopossibile in questa “terra diequilibri”.

da”Guida al Territorio” gda

Il DRQ “Colli Esini” sbarca a Milanogato pubblico che ha parteci-pato all’evento. Per quantoriguarda gli altri assaggimolto gradito il pane accom-pagnato alle diverse tipologiedi olio, salame, formaggioprodotti dalle aziende aderen-ti al DRQ “Colli Esini”. L’enogastronomia delDistretto Rurale di Qualità“Colli Esini” quindi, è ancorauna volta protagonista anchelontano dai confini territorialidopo la felice esperienza pres-so la Scuola de La CucinaItaliana dello scorso novem-

bre, con l’obiettivo di farconoscere i sapori frutto diuna tradizione antica, di sag-gezza popolare e di culturacontadina.“Lavoriamo sodo, lavoriamotutti insieme, lavoriamo con-vinti che siamo sulla stradagiusta. – ha detto RiccardoMaderloni, presidente delGAL Colli Esini-San Vicinosoggetto attuatore del proget-to del DRQ “Colli Esini”. –Enti pubblici, strutture priva-te, amministratori, imprendi-tori hanno individuato unamodalità di promozione delterritorio che prevede un’uni-tà d’intenti chiara, fatta di col-laborazione e di obiettivi con-divisi”. “Noi rappresentiamoun territorio splendido edunico sotto molti aspetti - haaggiunto Carla Virili,Assessore all’Agricoltura

della provincia di Ancona -che ha solo bisogno di esserescoperto dagli amanti dellanatura, della cultura e delleproduzioni eno-gastronomi-che di qualità. In perfetta sim-biosi con Luciano Montesi,Assessore al Turismo, ci ado-periamo affinché tutti coloroche amano un certo tipo divacanza siano informati dellesvariate opportunità offertedal questo territorio.” A talproposito si citano alcunedelle prossime manifestazio-ni: Festa dell’asparago di

montagna – Arcevia (An)30/4 - 1/5 /2006 Terre del buon vivere –Monteroberto (An) 13-14/5/2006 Sagra del soppressato edella fava fresca – Mergo(An) 27-28 / 5 / 2006

www.colliesini.com gda

Un marchio territoriale unico per una terra unica

I l Distretto Rurale diQualità “Colli Esini” è un

innovativo progetto di mar-keting territoriale messo apunto dal G.A.L. - Gruppo diAzione Locale “Colli Esini-S. Vicino” e portato avantiper la promozione da un par-tenariato di soggetti che com-prende Provincia di Ancona.(ente capofila), Provincia diMacerata, Camera diCommercio di Ancona,Camera di Commercio diMacerata, ComunitàMontana Esino-Frasassi,Comunità Montana SanVicino, Assivip –Associazione Interprovin-ciale Produttori Vini Pregiati.Attraverso la diffusione e lapromozione di un marchioterritoriale di qualità, quellodel Distretto Rurale diQualità “Colli Esini”, il pro-getto intende valorizzare leproduzioni locali e tipiche, lerisorse naturali e artigianali,le attività turistiche edimprenditoriali, creandoun'immagine riconoscibiledel territorio ma anchemigliorando ed uniformandogli standard qualitativi del-l’offerta turistica. I 24Comuni aderenti, 20 dellaprovincia di Ancona e 4 della

provincia di Macerata,hanno posizionato dei car-telli per indicare che il terri-torio nel quale si entraappartiene al DistrettoRurale di Qualità “ColliEsini”, mentre le strutturericettive, agriturismi, “bed& breakfast” e “countryhouse”, le aziende agricole,vitivinicole, i laboratori arti-gianali di arte, hanno targhedistintive per evidenziarnel’appartenenza e freccesegnaletiche stradali recantiil marchio distintivo che nefacilitano il raggiungimentoe ne certificano lo standarddei servizi.L’intensa campagna dipromo-commercializzazio-ne delle attività e delleeccellenze sul territorio inItalia e all’estero, puntasulla partecipazione a fiere

tematiche come la BIT(Borsa Internazionale delTurismo) e la Biteg (Borsadel Turismo Enogastro-nomico), ad eventi specificicome gli incontri presso gliENIT (Ente NazionaleItaliano per il Turismo) diLondra, Monaco di Baviera eParigi ed Educational Tourper giornalisti della stampaspecializzata del settore turi-smo, cultura, enogastrono-mia, natura. Inoltre il DRQ‘Colli Esini’ lavora sulla for-mazione dei propri associatiche partecipano a corsi mira-ti in tema di ospitalità, acco-glienza, servizi offerti peressere al servizio del turistanel rispetto della tradizione edella cultura della ‘Terra diEquilibri’.

www.colliesini.com Gruppo Camera Work

I n occasione della “BIT-Borsa Internazionale del

Turismo”,tenutasi a Milanodal 18 al 21 febbraio 2006, laRegione Marche era presenteal Padiglione 20/1 con unnuovo stand che ha permessoal visitatore di trovarsi in unvero e proprio viaggio attra-verso la regione. In un unicoprogramma sono state pre-sentate le bellezze del territo-rio, l’ architettura, i beni cul-turali e ambientali, i prodottitipici, le eccellenze artigianalied industriali. Nel nuovostand della Regione Marcheche si sviluppava su unasuperficie totale di oltre 1.100

mq è stato possibile scoprireitinerari territoriali mare-monti, desk promozionali eduffici per la commercializza-zione dell’offerta. Erano pre-senti anche sezioni dedicate alturismo religioso, speleologi-co, culturale, naturalistico escolastico. Nonchè associa-zioni di categoria alberghiereed extra alberghiere, terme edagenzie di viaggio, con lemaggiori attrazioni turisticoculturali della regione, dallegrotte di Frasassi, agli itinera-ri della fede attraverso i san-tuari, dai grandi eventi comeil ROF, Musicultura e

Civitanova Danza alle areenaturali protette. Altri spazierano dedicati anche alleinfrastrutture di servizio,porto di Ancona ed aeropor-to di Falconara. Un’area erapoi dedicata all’enotecaregionale ed ai prodotti tipi-ci, con degustazioni offertedalle province di Ancona,Macerata e Pesaro – Urbino,oltre che dai 14 comuni chehanno avuto il riconosci-mento della bandiera aran-cione, marchio di qualitàturistico ambientale perl’entroterra. Ma non basta,grazie alla collaborazionecon le province, presentianche le produzioni locali,con dimostrazioni in loco dimaestri artigiani. Inoltre laRegione Marche ha raddop-piato quest’anno la sua pre-senza alla BIT: al padiglio-ne numero 12 era presenteuno stand dedicato al turi-smo cinematografico, deno-minato “Marche FilmCommission”, in cui sonostati presentati agli esposito-ri, agli operatori specializza-ti ed al pubblico interessato,le ultime realizzazioni quali-

Turismo

ALLA BIT DI MILANO VIAGGIO VIRTUALE

ATTRAVERSO LE MARCHE

ficanti per l'immagine delleMarche. Altra novità di que-sta edizione è stata presenta-zione di una singolare offertaturistica, “movietour - itine-rari cineturistici”, che guide-ranno il turista attraverso luo-ghi d'arte e naturalistici, lega-ti dal denominatore comunedella location: località “avalore aggiunto cinematogra-fico”, inquadrate e riprese dagrandi registi nei loro film. (com) gda

Il territorio del Distretto Rurale di Qualità “Colli Esini”

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Recensioni

Storia e araldica della città di Ascoli e della Marchiameridionale tra Medioevo e fine dell’ancien régime

di Bernardo Carfagna

Il lambello, il monte e il leone

Il libro narra la storia rilettaattraverso le testimonianzearaldiche delle famiglie del ter-ritorio piceno, dal titolo miste-rioso, riconducibile alla simbo-logia araldica e dal contenutoestremamente stimolante pergli ascolani, curiosi di storiapatria, perché colma lacune esvela aspetti poco conosciuti,fornendo una chiave di letturainedita alla comprensione deldipanarsi delle sue vicende. Unlibro che nasce dallo smisuratoamore per la città natale, unamore critico, unito alla curio-sità, alla passione per la foto-grafia e per l’indagine storica.“Ho cercato con certosinapazienza negli angoli piùnascosti della Città e del cir-condario elementi architettoni-ci riferibili all’araldica, talvoltasolo una citazione, un nome,un riferimento tra le righe, chemi hanno stimolato a ripercor-

rere la nostra storia, riscopren-do e valorizzando personaggie vicende troppo spesso soloaccennati o non completamen-te colti nella loro pienezza,come i de Assaltis di Offida,Gualterus de Pertino deMonteflore, i Camporini, ealtri. Con l’ausilio di docu-menti rinvenuti negli archiviitaliani e leggendo nelle pagi-ne del travertino dei palazzistorici ascolani, ho cercato diricostruire il mosaico dellastoria ascolana rapportata allastoria italiana.” Questi intendi-menti dell’autore trovano neltesto una piena rispondenza ela sua analisi invita il lettorealla riflessione e colma le zoned’ombra, toccando temi chevanno dal concetto di nobilitasin senso lato alla sua evoluzio-ne, dalla cavalleria all’armegentilizia, dal fenomeno del-l’incastellamento favoritodalle invasioni alla nascita delComune, alle caste ascolane eai loro stemmi, non trascuran-do la toponomastica. Il tuttocon un supporto esplicativonotevole, una ricchissima ico-nografia, un glossario araldicoe un indice analitico. Il libro,di ben 419 pagine e caratteriz-zato da una elegante veste gra-fica è stato stampato da FastEdit per le edizioni Lìbratidella Libreria Rinascita. Prezzo 75 euroDall’articolo di Erminia TostiLuna su “Flash”. gda

U n volume dedicato allaStazione Centrale di

Milano e alle sue trasformazio-ni, alcune tuttora in corso. Unastoria di viaggi e viaggiatori, dipartenze e di arrivi, ma anche,purtroppo, di aree molto spessodegradate, invivibili e abbando-nate a loro stesse. Il volumeillustra il lavoro svolto per cam-biare segno a questa realtà e aquest'immagine, un lavoro diriqualificazione dei servizi,degli ambienti, delle strutture digrande qualità architettonica ecivile della stazione, vista nonpiù solo come punto di transitoma anche come spazio dovefermarsi, dove stare, doveriflettere, dove incontrarsi, unospazio nuovo nel quale si possavenire a passare del tempoanche se non si deve partire. LaStazione Centrale di Milanoalla fine dei lavori in corso saràun posto nuovo. Il progetto diriqualificazione dei magnificiambienti creati da UlisseStacchini coinvolge la pulizia ela conservazione dei marmi,degli stucchi, dei mosaici e deidipinti che da più di settant'annirendono unico lo scalo milane-se. I lampadari di bronzo dise-gnati dallo stesso Stacchini tor-neranno a brillare come untempo, le grandiose volte chepiù di altri elementi hanno sof-ferto del trascorrere del temposaranno rinforzate con strisce difibra di carbonio e resine spe-ciali, un intervento ad alto esofisticato contenuto tecnologi-co. I mosaici sui pavimentisaranno accuratamente conser-vati, così come verranno pulitie restaurati la Sala Reale accan-

La Stazione Centrale di Milano

to al binario 21, i magnificisaloni, le scalinate, le milledecorazioni segrete di questiambienti. Alle stazioni verran-no così attribuite nuove funzio-nalità fino a poco tempo fainimmaginabili in Italia peruno scalo ferroviario; per que-sto verrà chiusa al traffico laGalleria delle carrozze e ver-ranno creati nuovi spazi all'in-terno della stazione, ambientinei quali i cittadini potrannoincontrarsi, bere un caffè, man-giare qualcosa, magari puresfogliare un libro e passeggiaretra i quadri di una mostra openair. Con calma e serenità. Illibro, presentato il 25 gennaioall’Urban Center di Milano dalCuratore Massimiliano Finaz-zer Flory , ha il particolare pre-gio di offrire ad un frettolosoviaggiatore attraverso splendi-de immagini una visione dellastazione centrale difficilmentevisibile. Collana: Musei e luo-ghi artistici Edito da: Skira

gda

L’Umbria alla BIT di Milano Terra di qualità, di eccellenze e di opportunità, l’Umbria si è presentata con un ricco e selezio-nato pacchetto di offerte turistiche alla nuova edizione della più importante manifestazione ita-liana dedicata al Turismo.L’Umbria, Cuore Verde d’Italia, fa della qualità della vita e degli eventi il suo punto di forza com-

petitivo, il principio fondamentaledel piano di promozione del patri-monio complessivo del territorio.Il centro della offerta turistica è lacompleta valorizzazione di unambiente, di un sistema a misurad’uomo, in cui modi, tempi, eritmi sono compresi in unadimensione naturale. Il territorio dell’Umbria è un veroconcentrato di ricchezze: arte,natura, enogastronomia, manife-stazioni legate alla storia e allatradizione di ogni comunità edeventi di notorietà internazionale.Al principio della qualità – estesaa 360° - sono e saranno semprepiù legate tutte le strutture pubbli-che e private che operano sul ter-ritorio e che può vantare in ogni

settore (alberghi, agriturismi, campeggi, altre strutture ricettive) centri di eccellenza capaci dirichiamare flussi turistici sempre più ampi, esigenti e diversificati:- il turismo artistico-culturale: Il patrimonio artistico, museale, urbanistico ed architettonicoesistente si fonde con il ricchissimo calendario di feste, rievocazioni storiche e iniziative dei piùbei borghi medievali, e con il fitto programma di eventi di qualità internazionale tra cui, per cita-re alcune delle manifestazioni più famose, Umbria Jazz, Il Festival dei due Mondi, Infiorata diSpello, Mostre d’arte, Eurochocolate, Le strade del vino, ecc. - il turismo enogastronomico: che valorizza prodotti tipici, D.O.P., I.G.P., D.O.C. e D.O.C.G.,preziosi e già apprezzati in Italia e in Europa;- il turismo paesaggistico: i parchi e le aree protette, i laghi, le cascate, le sorgenti d’acqua - il turismo religioso: nei luoghi di culto e di pellegrinaggio diventati punto di riferimento mon-diale della spiritualità e della pace e fratellanza fra i popoli; - il turismo del benessere: che all’interno della rete di centri termali, propone uno stile di vitanaturale, semplice, a misura d’uomo.Nel corso dell’incontro con la stampa nazionale ed estera sono stati presentati i nuovi piani divalorizzazione territoriale e promozione turistica, le iniziative culturali, artistiche e musicali, conparticolare riferimento al fitto calendario di eventi di qualità internazionale che porterà le ric-chezze e le potenzialità dell’Umbria all’attenzione del mercato turistico mondiale.(com) gda

UMBRIA: QUALITA’ DELLA VITA, QUALITA’ DEGLI EVENTI

Nel corso dei lavori discavo per la realizzazionedi un parcheggio a ridossodelle mura cittadine, sonostati rinvenuti dei preziosimosaici pavimentali diuna villa romana che sem-brano risalire al III secolod.C. proprio all’epocad e l l ’ I m p e r a t o r eCostantino. Gli scavi ese-guiti dalla Sovrintendenzadei beni archeologicidell’Umbria hanno porta-to fino ad oggi alla lucedue ambienti: nel primo èstato scoperto uno straor-dinario mosaico policro-mo a decorazione geome-trica, mentre nel secondosono venute alla lucedecorazioni di grande pre-gio come medaglioni checontengono figure animali(cervi e felini), ed umane(come quelle di due servi-tori), cornici e riquadricon decorazioni floreali etracce di intonaco presso-ché integri. La preziosità ela bellezza di questimosaici ha portato la stes-sa sovrintendente ai beniarcheologici dell’Umbria,Maria Rosaria Salvatore, aparagonarli a quelli diPiazza Armerina. Grazie a questa scoperta lacittà di Spello, ricca direperti archeologici digrandissimo pregio, pro-prio nel mese scorso èstata scelta come la primacittà dell’Umbria a diven-tare un centro archeologi-co urbano. Spello saràcioè la prima città ad esse-re sottoposta a questoesperimento innovativoche la farà diventare unvero e proprio “cantiereaperto”: verranno cioècreati degli itinerariarcheologici che attraver-seranno tutti i siti piùimportanti della città esaranno accompagnati dauna segnaletica semplice ecostantemente aggiornata.Al momento i mosaicisono stati coperti da unatensostruttura che permet-terà non solo di continuaregli scavi, ma anche di farlivisitare ai turisti.

Ufficio Stampa Comune di Spello

0742 300039

Ritrovati preziosi mosaici

pavimentali dell’epoca

dell’ImperatoreCostantino

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E milio Villa, il critico chefra gli anni quaranta e

cinquanta, si qualificò comeuno dei più attenti estimatoridell’ avanguardia italiana diquel periodo, nel suo primoscritto su Burri del 1951 cosìsi esprime….matrici mortedella viltà e dell’ obbrobriodella carogneria, materie ter-rose e laviche, di catastrofe dienergia tellurica, materie diindustria e commercio esau-torate, senza colore mai, main pieno alterco con il colo-re….Non una rappresentazio-ne del mondo, si badi, perchéBurri non esegue né la vita,né la morte, ma semplice-mente “fa”. Nella bellamostra sull’ informale (cheripercorre l’ arte europea dal1945 al 1970) in corso aModena fino al 9 aprile 2006,Burri è presente con undiciopere significative per pun-tualizzare il contributo inter-nazionale del maestro di Cittàdi Castello al rinnovamentodella pittura del dopoguerra.La rottura con la tradizione sipone nell’ interesse degli ade-renti alla corrente (definita daTapiè con il termine informa-le ) per la materia che siesprime come campo esisten-ziale, luogo di sperimentazio-ne, libertà di scelte. Unamateria che si assolutizza,una materia non più da pla-smare alla luce di concettua-lizzazioni bensì testimonian-za totalizzante di fisicità ovesi afferma la valenza delsegno, del gesto, dell’ azionedell’ artista. Le opere di Burriesposte a Modena costitui-scono indubbiamente un’

BURRI ed il rinnovamento della pittura con l’informaleattenta testimonianza del per-corso di ricerca dell’ artista:da una composizione del1948 ove è presente la famo-sa tela di iuta, che ripropostain varie combinazioni (comemateriale povero, logoro,dipinto in prevalenza di rossoe di nero e pieno di strappi,rammendi e cuciture) costi-tuirà la serie dei Sacchi, aiCatrami ai Neri ai Ferridegli anni Cinquanta.Successivamente l’ interessedi Burri, che fino al Sessantaera rivolto a materiali quali letele, i legni, i ferri, si spostasui prodotti della tecnologiamoderna, in particolare laplastica, su cui interviene conla fiamma ossidrica.Nascono le Combustioni oveun materiale freddo, quale ilcellophane, unito ad acrilici,vinavil, ecc. si pone in unostraordinario impatto visivo.Significativa opera in mostraè poi il Tutto bianco-Crettobianco del 1973.La serie dei Cretti, a cui l’artista si è dedicato dal 1969,si avvale di superfici formateda creta o caolino che, unitida vinavil durante il processodi essiccazione, danno luogoa spaccature. Sotto il control-lo costante di Burri tali mate-riali vengono dosati in manie-ra diversa onde ottenere lescrepolature desiderate erealizzare suggestivi risultati.In concomitanza con la rasse-gna di Modena, un’ altramostra ( questa volta aVenezia dal 5 febbraio al 21maggio 2006, presso ilPalazzo Vernier dei Leoni)ripercorre con oltre centocin-

quanta fotografie la scenadell’ arte negli anni 1948-1986 negli spazi del presti-gioso museo internazionalevoluto dalla mecenate ameri-cana Peggy Guggenheim chetanto si adoperò nel sostegnoe nella conoscenza degli arti-sti della corrente informale.Le fotografie provengonodall’ Archivio dell’Arte dellaFondazione Cassa diRisparmio di Modena (nelsegno della Collaborazionecon la CollezioneGuggenheim che ha fornitonumerose delle sue opere perla mostra di Modena) riper-correndo nel tempo le atmo-

sfere ed i personaggi dellascena artistica internaziona-le riunita a Venezia in occa-sione delle varie Biennali.E Burri non poteva mancare.Lo vediamo presente nellaBiennale del 1966 insiemealla signora Bright.

ANGELORA BRUNELLADI RISIO

Info: Tel.39. 059.239888 Fondazione

Cassa di Risparmio di ModenaTel. 39. 041.2405411

Collezione PeggyGuggenheim- Venezia

COMUNE DI SPELLO

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SHARA MONTAZAH, inegiziano significa “Via dellabellezza” la stessa via che haportato Patrizia Salvatori diSenigallia a creare, con oroargento e pietre dure, gioiellidi particolare raffinatezza edi grande classe. SharaMontazah propone una lineache, ispirata dal buon gustodi un tempo, riesce a proiet-tare le sue creazioni, tuttipezzi unici, in un mercatomirato alle donne del terzomillennio. Patrizia Salvatoririsponde al n° 348-6042101.Il laboratorio è a Senigalliain Via R. Sanzio 22 tel. 071-7920598.

L’Azienda BELISARIO nascenel 1971 e produce vinidell’Alta Valle Esina. Coltivadirettamente i vigneti e ognivigneto ha la sua etichetta.Delle due produzioni,Belisario e Poggio delleRondini, è stato particolar-mente apprezzato durante lavernice di Stefano Calisti, allaGalleria Artelier di Milano, ilVerdicchio di Matelica DOC“Terre di Valbona”.

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LA VETRINA DELLE PROPOSTE

Quando si entra nella sua macelleria non si può non resta-re stupiti dalla scenografica presentazione dei prodotti edall’originalità del proprietario, detto “Peppe Cotto”. Egli, ci dice Antonella Ventura, accoglie i suoi clienti con ilfarfallino di cotica e una fetta di ciauscolo sul bordo di uncalice di vino cotto sulle note di Vinicio Capossela. A ciò siaggiunge la sua grande passione e la straordinaria quali-tà dei prodotti che hanno valicato i confini territoriali.

Via Regina Margherita 4 - Loro Piceno (Mc)0733/509354

Macelleria GIUSEPPE DELL’ORSO

MIGLIORI... Le migliori olive ascolaneOlive verdi, carne di manzo, maiale, pollo, parmigiano reggiano, uova, olio di oliva,

vino bianco, cipolla, carota, sedano, farina digrano tenero, pangrattato, sale,

noce moscata, aromi naturali.

Il Calendimaggio è una spet-tacolare rievocazione storicadella città di Assisi. Concostumi medievali, dame ecavalieri cantano serenate,passeggiano per le vie dellacittà riccamente decorate difiori, bandiere e, durante lanotte, illuminate di torce.In questa particolare cornice,spettacoli teatrali, canti, cori,concerti, danze, esibizioni diarcieri, balestrieri e sbandie-ratori, vedono gareggiare inuna imponente sfida le dueantiche fazioni medioevali diParte di Sopra e Parte diSotto e i loro relativi rioni. L'origine della festa risale al1927, quando cantori dellediverse cappelle cittadine siriunivano per cantare serena-te, ispirandosi a consuetudinidei tempi andati.Sospesa durante la secondaguerra mondiale è stata ripre-sa nel 1947 assumendo lastruttura che tuttora conser-va.

La città si divide in "Parte deSopra" e "Parte de Sotto" edentrambe gareggiano per laconquista del "Palio".La divisione riecheggia lelotte che videro le due fazio-ni contendersi il potere sullacittà tra il XIV e il XVI seco-

lo.La disfida cortese di oggi èbasata invece su un confron-to in cui conta, per l'esitodella gara, la bravura deicori, la riuscita dei cortei incostume e la perizia nel rap-presentare scene di ambien-tazione medievale.La formula della manifesta-zione è totalmente inventatama l'ispirazione da cui è natae lo spirito che la anima sicu-ramente non lo sono.In essa sono presenti tutte lecomponenti della festa: laludica, l'agonistica, il trave-stimento.La preparazione dell'eventocomincia diversi mesi prima,con l'ideazione, la ricerca e ladocumentazione in archivioe in biblioteca per la costru-zione di un "favolosoMedioevo".E' il Medioevo infatti il con-tenitore temporale del giocoche inghiotte per tre giornigli abitanti di Assisi, nel vor-tice del suo mistero affasci-nante; ecco quindi un garagedivenire bottega d'artigiano,una via trasformarsi in mer-cato, fondi e piazzette diven-tare "cucina", "taverna", o"bordello".La musica accompagna ognitappa del Calendimaggio, ela sfida dei cori polifonici inPiazza del Comune è ilmomento culminante dell'in-no che le parti rivolgono allaprimavera.La musica vocale e strumen-tale eseguita durante le scenee i cortei, è attinta sia dal

repertorio musicaledell'Europa Medievale eRinascimentale, sia dalla tra-dizione orale delle campa-gne, il cosidetto "canto a rec-chia".

www.umbria2000.it

Calendimaggio - Assisi (Pg)Primavera in UmbriaRicette marchigiane

FAVE IN PORCHETTA

Ingredientipancetta, olio, fave sgranate, aglio, finocchio selvaticovino bianco, sale, pepe

In una casseruola fare soffriggere nell'olio la pancetta tagliata adadini e qualche spicchio d'aglio schiacciato. Appena rosolato,unire le fave sgranate e finocchio selvatico tagliuzzato.Regolare di sale e pepe; lasciare cuocere il tutto a fuoco vivoper qualche minuto, mescolare e spruzzare di vino bianco. Proseguire la cottura a tegame coperto e portare le fave in tavo-la ben calde.

CIAMBELLONE

Ingredienti:2 uova, 150 gr.di zucchero, 50 gr. di burro, 1 bicchiere di latte 400 gr. di farina, limone, 1 bustina di lievito in polvere

Si battono le uova con lo zucchero e il burro precedentementesciolto.Si aggiungono il latte, la farina, il lievito in polvere e illimone grattugiato. L'impasto così ottenuto viene sistemato in una teglia imburratae messo in forno per circa 40 minuti a fuoco moderato.

www.regione.marche.it

Ricette umbre

AGNELLO TARTUFATO

Per 4 persone: 1 Kg di agnello, olio extravergine di oliva, aglio,rosmarino,salvia, alloro, sale, pepe,1/2 bicchiere di vino bian-co, tartufo

Far arrossire l’agnello per 40 minuti in forno, avendo cura dimettere da parte gli umori che si formano sul fondo. Salare epepare. Tagliare l’agnello a pezzi e metterli in un tegame conl’olio e tutti gli odori. Continuare la cottura per almeno 30minuti. Sfumare con vino bianco e far asciugare. Trascorso iltempo necessario aggiungere il fondo di cottura lasciato daparte.Prima di servire unire abbondante tartufo nero grattugia-to.

ROCCIATA DI ASSISI

200 g. di farina, 150 g.di zucchero, 50 g. di frutta assortita(mandorle sgusciate, uva passa,gherigli di noci, fichi e prugnesecche, una mela tenera), 4 cucchiai di olio, 2 cucchiai di vinsanto, 1 cucchiaio di cannella in polvere, una presa di sale, 1limone.

Tagliare la frutta a dadini e condirla con due cucchiai di olio,100g. di zucchero, vin santo, cannella e buccia grattugiata dellimone.Mescolare accuratamente con un cucchiaio.Sulla spianatoia impastare la farina con l’olio, lo zuccherorimasto, il sale e aggiungere acqua fino a formare una pastamorbida. Dopo averla ben lavorata,farla riposare per 10 minu-ti e poi stenderla con il matterello.Disporre la frutta sulla sfoglia che verrà arrotolata su se stessa.Porre il rotolo su una placca da pasticceria imburrata,attorci-gliandolo; ungere la superficie della pasta con olio.Mettere la rocciata sulla placca in forno caldo per almeno mez-z’ora;togliere dal forno e spolverizzare con zucchero a velo.

TEGAMACCIO

Per 4 persone: 1 Kg di pesci vari tra cui anguilla, luccio, tinca,persico reale, olio extravergine di oliva, cipolla, aglio, sedano,prezzemolo, 500 gr di pomodori maturi, sale, peperoncino.

In un tegame di coccio con oilio extravergine di oliva, soffrig-gere cipolla, sedano, aglio e prezzemolo. Pulire i pesci, lavarlie tagliarli a pezzi grossi. Farli insaporire nel soffritto per pochiminuit e aggiungere il pomodoro. Aggiustare di sale e unire unpezzetto di peperoncino. Cuocere per circa 20/30 minuti fino ache la salsa non si sia ristretta: avere la cortezza di non girare ipesci per non farli sminuzzare, ma solo scuotere il tegame.Servire in tavola direttamente dal coccio.

PINOCCATE ALLA PERUGINA

Per 20 dolcetti: Fare asciugare senza che coloriscano 300 gr dipinoli sulla placca del forno già caldo a 150° per qualche minu-to. In una casseruola a fondo non troppo spesso sciogliere 300gr di zucchero con dl di acqua e qualche goccia di succo dilimone. Cuocere fino a ottenere uno sciroppo denso, toglieredal fuoco e unire i pinoli e la scorza di un’arancia e di un limo-ne grattuggiate, oppure 100 gr di scorze di arancia candita etagliata a dadini. Mescolare in continuazione finchè il compo-sto sarà biancastro, ma non troppo rassodato; poi distribuire su20 ostie, lasciare raffreddare e servire.

Da Sette + 1 ragioni per scoprire la provincia di Perugia

Caro lettore,la nostra Associazione da parecchi anni svolge la sua funzione di aggregazione, di promozione

e di scambio favorendo la crescita di amicizia e di simpatia tra Marchigiani-Umbri e non. Numerose sono le iniziative agevolate alle quali potrai

partecipare iscrivendoti e dando il tuo contributo personale.La quota associativa per il 2006 è di 50 euro che potrai versare direttamente tramite

bonifico bancario sul conto corrente n.4495811 c/o UNICREDIT BANCA ABI 2008 CAB 01 631

intestato all’ASSOCIAZIONE DEI MARCHIGIANI E UMBRI DI MILANO E LOMBARDIA

oppure telefonare ai numeri: 02 5391178 / 348 2643438 - Fax 02 5391623Sperando nella tua adesione, ti ringraziamo e ti aspettiamo

INVITO AL TESSERAMENTO

PER LA PUBBLICITA’ TEL. 02 5391178 / 348 2643438 FAX 02 5391623

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L’Associazione culturale “Arte per le Marche”, nata da un’idea diAntonella Ventura, che ne è poi diventata la Presidente, sembrava essereagli inizi degli anni ’90 una delle tante risposte, legate al precariato, chenell’appartenenza dell’associazionismo trovavano soluzione.Arte per le Marche, come si evince dal suo nome, è invece riuscita adintraprendere una strada che fa la differenza nella gestione delle politichedei beni culturali e del territorio della Regione Marche, presso la quale èriconosciuta e collabora.Atttraverso l’arte, con i suoi artisti, promuove luoghi, monumenti (v.Rambona), centri storici e leggende legate ad essi, in una continua ricercatra passato e presente, tra materico e concettuale, il cui fine sociale è quel-lo di cercare di rappresentare il "bello", in un’epoca come la nostra in cui

vige la cultura della morte. Ad Arte per le Marche sono iscritti alcuniimportanti artisti marchigiani e non, nazionali ed internazionali come EvaFischer, A. Bauman, L. Cemak, F. Morresi, P.P. Serini, C. Jacomucci, J.Guevara, F. Marini, T. Marasca, S. Calisti, A. Costa, P. Signorelli ed altriche contribuiscono a creare una bella rosa di artisti.Un ringraziamento speciale va, da parte di Arte per le Marche, all’illustrecritico, scrittore e poeta prof. L. Mancino che ha sempre incitato il diffici-le sforzo nell’impegno costante delle attività culturali svoltedall’Associazione . Gli amanti dell’arte che vogliano saperne di più e par-lare del " bello " posssono contattare l’Associazione Arte per le Marchecon sede a Pollenza in Via Roma 9 cell. 348-5504014 e-mail [email protected] . Anna Canepa

METE PREZIOSE a cura dell’ASSOCIAZIONE PRO RAMBONA

Il nostro bel paese possiede dei gioielli che il resto del mondo c’invidia.Nelle Marche ci sono molti di questi gioielli di architettura; anche se unpo’ nascosti vengono fortunatamente salvaguardati da amanti dell’arte chein prima persona s’impegnano a tutelare i monumenti che hanno fatto lanostra storia e che si desidera mantenere con cura. Tarcisio Feliziani, Presidente della “Associazione pro Rambona”, cono-sce questo bene prezioso ed ama la tutela dell’arte. Il Sig. Feliziani, conmolta enfasi, ci racconta che l’Associazione pro Abbazia Rambona è natanel 1998 con lo scopo della valorizzazione del pregevole monumentonazionale e del territorio limitrofo e di continuare l’opera di colui che pertrent’anni è stato il “nostro parroco” e soprattutto un grande studioso ericercatore della storia di Rambona, Cantagallo e Pollenza: Don NazarenoBoldorini.

La passione per l’Abbazia l’aveva portato a capire per primo quello cheoggi, a distanza di cinquant’anni, noti studiosi e ricercatori del C.N.R.Sezione I.C.V.B.C. di Roma stanno scoprendo.Determinante è stato l’apporto dell’Associazione per la riscoperta delmonumento Rambona perché è riuscita a canalizzare tutto il lavoro di DonNazareno, e non solo, agli organi sopra citati.L’Associazione pro Rambona, per valorizzare il territorio, promuovediverse iniziative come mostre d’arte, concerti, feste sacre, sponsorizzan-do eventi culturali come la pubblicazione del libro su Don Nazareno; inol-tre organizza visite guidate alla preziosa Abbazia e alle dolci terre limitro-fe. Tarcisio Feliziani, Presidente dell’Associazione, risponde al nume-ro 335-442496 e-mail [email protected]

Anna Canepa

ARTE PER LE MARCHE - MARCHE TERRA DEL “BELLO”