concia arzignano aggiornamento - crea 121 on-line distretto della concia.pdf · - studi sui...

77
- Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento Servizio Studi e Ricerche Aprile 2006

Upload: nguyenthien

Post on 15-Feb-2019

224 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

- Studi sui distretti industriali

Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento

Servizio Studi e Ricerche

Aprile 2006

Page 2: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

Indice Executive summary 3 1. Analisi strutturale 5

1.1 Collocazione ed estensione del distretto 5 1.2 Il settore in Italia 5 1.3 La storia del sistema locale 9 1.4 La struttura produttiva del distretto 10 1.5 I prodotti e l’organizzazione della filiera distrettuale 15

2. L’internazionalizzazione del sistema distrettuale 19

2.1 La struttura “geografica” delle esportazioni 20 2.2 L’evoluzione delle esportazioni 21 2.3 Cuoio conciato: i distretti a confronto 24 2.4 La competitività delle pelli italiane nei principali mercati di sbocco 28 2.5 L’evoluzione e la struttura “geografica” delle importazioni 32 2.6 Le delocalizzazioni 35

3. Le performance reddituali e di crescita delle imprese del distretto 36

3.1 Performance e caratteristiche delle imprese distrettuali 36 3.2 Dimensioni aziendali e performance 41 3.3 Performance e strategie delle imprese 43 3.4 Strategie e performance in alcuni casi aziendali 46 3.5 Redditività dei distretti conciari a confronto 57

4. Lo scenario competitivo del distretto di Arzignano 62

4.1 Caratteristiche e punti di forza 62 4.2 La questione ambientale: un possibile punto di forza in prospettiva 63 4.3 Punti di debolezza 64 4.4 I percorsi strategici 65 4.5 Le risposte “collettive” 69

Bibliografia 75

A cura di: Giovanni Foresti e Stefania Trenti

Al presente lavoro ha collaborato Cristina De Michele Database management: Giovanna Bocchioli

Lo studio ha potuto beneficiare delle competenze sul distretto di Arzignano del Centro Imprese e del Centro Corporate di Vicenza.

Page 3: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

Page 4: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

3

Executive summary

Il distretto conciario di Arzignano, situato nella Valle del Chiampo in provincia di Vicenza, rappresenta il più importante centro nazionale ed uno dei principali poli europei nel settore della concia, occupando direttamente e nell’indotto poco meno di 12.000 addetti e fatturando circa 3 miliardi di euro.

Il distretto è specializzato nella lavorazione di pelli bovine e vitelline, destinate principalmente al settore dell’arredamento e, secondariamente, a quello della calzatura, dell’automotive (interni), della pelletteria e dell’abbigliamento. La produzione distrettuale è prevalentemente di elevata qualità e destinata per oltre la metà ai mercati esteri, mentre è in crescita la tendenza ad importare prodotti semi-lavorati.

La concia è un settore altamente integrato a livello internazionale, con le lavorazioni a monte (più inquinanti e caratterizzate da maggiori economie di scala) oramai localizzate prevalentemente in paesi emergenti e/o ricchi di allevamenti. Anche dal punto di vista dei mercati di sbocco, i settori che utilizzano pelli conciate presentano sempre di più reti produttive aperte ed internazionalizzate, dove il luogo della creazione dei prodotti non coincide più con quello della manifattura che, a sua volta, spesso non rappresenta il luogo finale del consumo.

Il distretto di Arzignano si è finora inserito con successo in questi processi, sfruttando i tipici punti di forza distrettuali legati al tipo di divisione del lavoro, alla ricchezza ed eterogeneità degli attori (sia imprese sia iniziative consortili), alla straordinaria capacità di gestione logistica e, infine, alla collaborazione con l’industria chimica, per realizzare prodotti migliori e meno inquinanti, e con i produttori di macchine, per sviluppare innovazioni di processo.

L’evoluzione più recente mostra, tuttavia, un inasprimento delle tensioni competitive, anche a causa del notevole apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro: le performance sui mercati esteri e reddituali sono sensibilmente peggiorate nel biennio 2003-’04, mentre si fanno sempre più pressanti le sfide portate dai nuovi competitori. Tali paesi, infatti, non solo godono di minori costi del lavoro e di protezione ambientale, ma controllano la materia prima (limitando l’export di pelli grezze) e si spostano sempre più sulle lavorazioni a valle, cercando di migliorare le proprie tecnologie e raggiungere gli standard qualitativi dei produttori di Arzignano.

Gli operatori del distretto non stanno, tuttavia, assistendo da semplici spettatori al cambiamento del contesto competitivo internazionale. Essi, oltre a far leva sui tradizionali punti di forza dell’area vicentina, non trascurano di affrontare i propri punti di debolezza, sia attraverso azioni individuali, che coinvolgono le singole imprese, sia tramite “iniziative di sistema”, che vedono l’impegno congiunto di imprese e istituzioni del territorio.

Ciò è testimoniato dalla capacità di diversificare i mercati di sbocco (anche conquistando e creando nuove nicchie di mercato) e di spostarsi sempre di più su fasce alte della gamma qualitativa che garantisce al distretto una maggiore capacità di tenuta, sia in termini di redditività che di fatturato, rispetto al resto dell’industria conciaria italiana. Questi risultati non possono però essere considerati come un punto di arrivo ma solo una buona base di partenza su cui fondare lo sviluppo e i percorsi strategici del futuro. Nel distretto, infatti, non sono poche le aziende che versano in condizioni difficili e sono ancora poco numerose le imprese che, facendo leva su strategie adeguate, coerenti e ben implementate, sono capaci di coniugare ottime performance di crescita con livelli di redditività ragguardevoli.

Pertanto, la diffusione di comportamenti virtuosi tra le imprese del distretto deve rappresentare la priorità delle istituzioni del territorio. Più in generale l’affermazione del distretto dipenderà dalla capacità degli attori del distretto, che vanno dalle

Page 5: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

4

imprese agli enti pubblici e alle istituzioni, di programmare insieme lo sviluppo futuro del distretto anticipando i problemi piuttosto che rincorrere l’emergenza. Da questo punto di vista gli operatori del distretto hanno più volte dimostrato una buona capacità di fare “squadra”. Ne sono una prova il buon successo riscosso dalle recenti iniziative volte al perseguimento di uno sviluppo sostenibile dell’area, che vanno dal Progetto Giada, alla costituzione dell’Agenzia Giada e al raggiungimento dell’Accordo di Programma quadro per la tutela delle acque e la gestione integrata delle risorse idriche.

Il rinnovato impegno “collettivo” degli attori del distretto per risolvere il problema ambientale, pur creando nel breve periodo un costo maggiore rispetto ai competitor dislocati nei paesi emergenti ancora incuranti dell’ambiente, nel medio-lungo termine, oltre a porre le basi per uno sviluppo sostenibile del territorio grazie alla ricerca di nuove e più efficaci “soluzioni ambientali”, potrà rappresentare un nuovo vantaggio competitivo del distretto, destinato ad assumere un ruolo cruciale nel momento in cui il problema ambientale inizierà ad essere sentito anche nei paesi a basso costo del lavoro.

La vitalità e le iniziative delle istituzioni del distretto saranno anche indispensabili nel portare le imprese di piccole e medie dimensioni ad affrontare insieme il nuovo contesto competitivo, aiutandole nei loro sforzi innovativi e accompagnandole nel processo di internazionalizzazione e nell’avvicinamento dei mercati mondiali a maggiore potenziale di crescita (Cina in primis). Da questo punto di vista la normativa regionale in materia di distretti produttivi della Regione Veneto ha il merito di favorire la collaborazione tra imprese e tra imprese e università, visto che l’assegnazione di risorse ai distretti (attraverso i Patti di Sviluppo dei Distretti) a favore della ricerca o dell’internazionalizzazione privilegia i progetti che coinvolgono il maggior numero di imprese e che creano sinergie con università e poli di ricerca.

Sul fronte dell’innovazione il Patto per lo Sviluppo del Distretto Vicentino della Concia sta iniziando a dare i suoi primi frutti con l’avvio di una serie di progetti di ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico cofinanziati dalla Regione Veneto e proposti da diversi gruppi di imprese conciarie, chimiche, elettroniche e laboratori tecnici del distretto.

Un altro aspetto da non trascurare è quello dell’internazionalizzazione. Finora le esperienze di delocalizzazione sono state limitate e volte principalmente ad un maggiore controllo nell’approvvigionamento e nella qualità delle materie prime e dei semi-lavorati (Brasile, Russia). Le trasformazioni in atto lungo le filiere utilizzatrici (anche in settori finora poco coinvolti nelle delocalizzazioni come il mobile) rendono più appetibili, per le imprese conciarie vicentine, strategie follow the client, o con uno spostamento in paesi emergenti anche delle fasi più nobili della lavorazione, quelle su cui si basa la forza competitiva del distretto, o con un miglioramento della “capacità di servire” questi mercati dall’Italia, attraverso la riduzione dei tempi di consegna e l’apertura di filiali commerciali in loco.

Tra i paesi più interessanti sotto questo profilo vi è sicuramente la Cina, al tempo stesso uno dei più temibili competitori e, già da ora, uno dei principali mercati di sbocco (risulta essere il primo importatore mondiale di pelli). Si tratta di una realtà estremamente complessa, dove effettuare con successo investimenti appare estremamente difficile per molte piccole realtà italiane. Anche in questo caso, tuttavia, azioni consortili a livello di distretto, unite al ruolo pionieristico di imprenditori più dinamici o di maggiori dimensioni, potrebbero consentire alle imprese di Arzignano di affrontare con successo anche una sfida non facile come quella dell’entrata su questo mercato.

Page 6: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

5

1. Analisi strutturale

1.1 Collocazione ed estensione del distretto

Il distretto conciario di Arzignano, situato nella Valle del Chiampo in provincia di Vicenza, rappresenta il più importante centro nazionale ed uno dei principali poli europei nel settore della concia. L’Associazione industriali della provincia di Vicenza, stima che il fatturato del distretto nel 2002 sia stato pari a 3,17 miliardi di euro. Tutta la vallata del Chiampo (così si chiama il corso d'acqua che attraversa il territorio), con i suoi 130 km quadrati, da Crespadoro a Montebello, da Montorso a Zermeghedo, è coinvolta nella concia. La specializzazione del distretto riguarda la preparazione e la concia delle pelli, prevalentemente bovine e in minima parte di vitello; le destinazioni delle pelli conciate sono rivolte principalmente al settore dell’arredamento e, secondariamente, a quello della calzatura, dell’automotive (interni), della pelletteria e dell’abbigliamento. Nel polo di Arzignano esistono non solo industrie conciarie propriamente dette, ma anche tutta una serie di aziende specializzate in attività collaterali, il cosiddetto "indotto", dalla meccanica dei macchinari per le lavorazioni alla chimica per i prodotti specifici, dai contoterzisti ai commercianti.

1.2 Il settore in Italia

1.2.1 Il settore della concia

L’industria conciaria italiana è leader mondiale di settore, realizzando circa il 20% della produzione mondiale ed il 70% di quella europea (tab.1.1). Il secondo produttore in Europa dopo l’Italia è la Spagna con una quota intorno al 14%.

La produzione è concentrata geograficamente in distretti produttivi che rappresentano circa il 90% del fatturato nazionale. Arzignano copre più della metà del fatturato del settore secondo le stime dell’Unic, mentre le altre aree di specializzazione più importanti sono Santa Croce sull’Arno e Ponte a Egola (Pisa), con circa il 24%, e Solofra (Avellino) con il 6%. Un quarto polo di minori dimensioni (4% circa della produzione nazionale) è localizzato in provincia di Milano (Turbigo e Castano Primo)

1.

I principali settori di destinazione delle pelli e del cuoio (se escludiamo il cuoio da suola) sono:

• calzature (46,7%);

• arredamento (24,6%);

• pelletteria (12,8%);

• carrozzeria (4,7%);

• abbigliamento e guanti (6,7%);

• altri (4,5%).

1 Anche in Spagna sono presenti cluster industriali, in particolare il distretto conciario di

Igualada.

L’industria conciaria italiana è leader mondiale ...

... si concentra nei distretti produttivi ...

Page 7: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

6

Tab. 1.1 - IL SETTORE DELLA CONCIA IN EUROPA, 2003

Addetti Imprese Fatturato (migliaia di €)

Export in % fatturato

totale Produzione (migliaia di m²)

Bovine Ovine/caprine Belgio (2002) 131 2 23.903 90% 452 700 Danimarca L'attività di concia è terminata Francia 2.019 74 274.000 41% 4.200 3.800 Germania 3.000 40 575.000 45% 15.000 500 Grecia (2001) 600 100 35.000 10% 600 1.000 Italia 30.563 2.051 5.343.795 62% 133.824 33.353 Irlanda L'attività di concia è terminata Olanda 500 21 160.000 (2002) 75% 3.900 n.d. Spagna 6.156 187 1.086.603 37% 27.473 16.742 Portogallo 2.781 68 219.062 30% 6.670 1.470 Regno Unito 2.800 33 480.000 67% 9.100 2.400 Svezia 425 4 89.000 95% 2.400 n.d. Finlandia (2001) 200 14 n.d. n.d n.d. n.d. Austria 2.257 8 n.d. 90% n.d. n.d.

Ue-15 50.632 2.488 8.091.363 63% 203.019 58.265 Ungheria 207 3 13.449 77% 179 1.300

Slovenia 430 6 92.000 70% 53 4.339 Fonte: Cotance

Tab. 1.2 - IL SETTORE DELLA CONCIA IN ITALIA, 2004

Addetti ImpreseValore della produzione (milioni di €)

% val. prod.

Veneto 12.154 684 2.859,7 57%

Toscana 7.967 947 1.224,2 24%

Campania 4.034 466 279,1 6%

Lombardia 1.530 139 202,9 4%

Altre regioni 2.901 185 448,6 9%

Totale Nazionale 28.586 2.421 5.014,5 100% Fonte: Unic

Nel 2004 il valore della produzione italiana di pelli ammontava a circa 5 miliardi di euro, realizzato da 2.400 imprese che occupano 28.500 addetti. Il settore sta vivendo una fase di contrazione dei livelli di produzione (Fig. 1.1). A partire dal 2002 la produzione nazionale ha registrato un andamento negativo, legato al calo delle esportazioni e del mercato interno, condizionato quest’ultimo dalle difficoltà di alcuni settori utilizzatori a valle.

Sul fronte dei mercati esteri, dove i conciatori italiani realizzano il 65% del loro fatturato, le pressioni competitive stanno aumentando, a fronte di una ridefinizione della divisione del lavoro tra i diversi paesi e di una riorganizzazione delle filiere produttive.

La concia è un settore altamente integrato su scala internazionale, con la produzione delle pelli grezze concentrata nelle aree di allevamento (America Latina, Stati Uniti e per gli ovini Oceania) e l’utilizzo, invece, sempre di più spostato nell’area asiatica,

... ha una elevata propensione all’export ...

Page 8: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

7

dove è localizzata una quota crescente della produzione manifatturiera mondiale e, in particolare, dei settori utilizzatori delle pelli (calzature, pelletteria, mobili).

Fig. 1.1 – EVOLUZIONE DEL SETTORE DELLA CONCIA IN ITALIA (milioni di euro)

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

2000 2001 2002 2003 2004

ProduzioneExportDisponibilità

Fonte: elab. Banca Intesa su dati Unic (produzione) e Istat (export ed import)

I principali competitori a livello internazionale sono, in modo crescente, localizzati in paesi emergenti, sia in Asia (Corea, Cina, Taiwan, India, Pakistan) sia in Sud America (Argentina e Brasile). Questi paesi appaiono avvantaggiati dato che:

- controllano la materia prima, spostandosi sempre più sulle lavorazioni a valle e limitando l’export di pelli grezze;

- godono di costi della manodopera minori e di norme ambientali meno stringenti.

Molti concorrenti stanno, inoltre, aumentando la qualità della propria produzione e stanno beneficiando (in particolare la Cina) anche dei processi di delocalizzazione in atto in alcuni importanti settori utilizzatori (calzature, automobili e mobili imbottiti).

L’Italia detiene un buon posizionamento sui mercati esteri, con una quota intorno al 20%, figurando come primo esportatore mondiale, precedendo la Cina ed il Brasile.

Nella seconda metà degli anni Novanta il paese che maggiormente ha saputo conquistare nuovi spazi sui mercati mondiali è stato la Cina, che ha oramai raggiunto il secondo posto nella classifica dei principali esportatori, pur rimanendo ancora distante dai valori di vendita italiani. Si segnala una perdita di quote di mercato da parte di importanti competitor, come la Corea del Sud o Taiwan. E’ da sottolineare, tuttavia, che a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, molti operatori di altri paesi asiatici hanno aumentato la propria presenza in Cina

2. Anche il Brasile ha

notevolmente accresciuto il proprio peso nell’ultimo decennio soprattutto, al pari della Cina, sulle esportazioni di pelli finite.

2 In una ricerca del Ministero degli Affari Esteri di Taiwan nel 2002 vengono segnalati 50 casi

di Investimenti Diretti Esteri in Cina nel settore della concia e nella lavorazione della pelle.

... affronta i suoi principali competitor (localizzati nei paesi emergenti) ...

Page 9: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

8

Tab. 1.3 - CONCIA E PELLI: I PRINCIPALI ESPORTATORI MONDIALI (milioni di dollari, salvo diversa indicazione)

2002 2004 Var. % 2002 2004 Var. % 2002 2004 Var. % 2002 2004 Var. %Italia 3.812 4.181 9,7 151 150 -0,2 820 647 -21,1 2.841 3.383 19,1Cina 965 1.401 45,1 7 1 -83,9 325 236 -27,2 633 1.164 83,8Rep. di Corea 1.123 989 -11,9 1 2 87,0 83 55 -33,5 1.039 932 -10,3USA 2.444 2.786 14,0 1.594 1.592 -0,1 524 477 -9,0 327 717 119,3Germania 1.069 1.034 -3,2 267 218 -18,3 145 170 17,9 657 646 -1,8Brasile 964 1.292 34,1 5 2 -51,5 626 659 5,3 333 631 89,5Argentina 685 817 19,3 4 5 16,0 429 503 17,2 252 309 22,8Spagna 564 593 5,1 177 198 12,2 134 117 -12,6 254 278 9,5India - 587 n.d. - 4 n.d. - 312 n.d. - 271 n.d.

Totale 17.562 21.033 19,8 4.678 4.977 6,4 4.616 5.234 13,4 8.313 10.822 30,2

Pelli grezze (2)Totale (1) Semilavorate (3) Finite (4)

(1) Codice HS02 41 (2) Codici HS02 4101, 4102, 4103 (3) Codici HS02 4104 4105 4106 (4) Codici HS02 4107, 4112, 4113, 4114 e 4115. Dall’elenco dei principali esportatori e dal totale sono state tolte le esportazioni di Hong Kong che sono al 100% ri-esportazioni verso la Cina di prodotti precedentemente importati. Il confronto con anni precedenti è reso complesso dalle modifiche introdotte nel sistema armonizzato di classificazione.

N.b. I paesi sono ordinati sul valore delle esportazioni di pelli non grezze (3+4) nel 2004

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Unctad

Il prezzo appare come una variabile rilevante del settore. Se si considera un’analisi dei valori medi unitari ricavata dai flussi di commercio con l’estero, si nota che oltre il 60% della produzione italiana risulta essere posizionata su una fascia media e medio-alta della gamma prezzo/qualità (con prezzi superiori di più del 20% di quelli medi riscontrati sui mercati esteri; fig. 1.2). La quota di export italiano con prezzi inferiori ad oltre il 20% rispetto alla media mondiale è invece particolarmente bassa. Troviamo poi competitors come la Corea e l’Argentina con una prevalenza di esportazioni nella fascia intermedia e paesi come il Brasile o la Cina collocati più sulle fasce basse della gamma prezzo/qualità (nel caso del Brasile anche per la prevalenza di semi-lavorati).

Fig. 1.2 – PELLI E CONCIA: POSIZIONAMENTO PER FASCE DI PREZZO DELLE ESPORTAZIONI

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Italia

Corea

Argentina

Brasile

Cina

Bassa Media Alta

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Unctad

... posizionandosi su fasce medio-alte della gamma qualitativa

Page 10: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

9

Il posizionamento dipende non solo dalle condizioni di costo dei diversi paesi ma anche dalla collocazione nella filiera produttiva che vede alcuni paesi, come l’Italia, esportare oramai prevalentemente pelli lavorate e importare sempre di più prodotti semi-lavorati.

Nel 2004 l’export italiano di pelli era composto per l’80% da prodotti finiti con un valore medio unitario complessivo (7.4 € /ton.) elevato rispetto a quello registrato sulle importazioni. Viceversa per quanto riguarda le importazioni solo il 17% è costituito da prodotti finiti mentre predominano le pelli grezze e, in particolare, quelle semilavorate (tab.1.4).

A conferma della diversità tra prodotti importati ed esportati è da segnalare che l’Italia presenta un saldo di commercio con l’estero in attivo se misurato in valore e, viceversa, un saldo passivo se si considerano le tonnellate vendute ed acquistate sui mercati esteri.

Tab. 1.4 – COMPOSIZIONE DEI FLUSSI DI COMMERCIO CON L’ESTERO DI PELLI E VALORI MEDI UNITARI, 2004

Import Export Import Export Import Export

Grezze 43% 25% 34% 4% 2,3 1,3Semi-lavorate 53% 40% 49% 16% 2,6 2,9Finite 4% 35% 17% 80% 12,8 16,7

Totale 100% 100% 100% 100% 2,8 7,4

Quantità (ton.) Valori correnti (mil.€) Valori medi unitari (€/ton)

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Istat

1.3 La storia del sistema locale

L’industria della lavorazione delle pelli nel vicentino ha radici storiche assai profonde: si hanno notizie di lavorazione delle pelli già in alcuni documenti risalenti al XIV secolo. Un catalogo dei prodotti industriali di Vicenza, datato 1855, parla dell'importanza delle concerie di pelli per l'economia vicentina. Le pelli arrivavano da Milano, da Vienna o dalla Francia e nel vicentino venivano lavorate e conciate. Un elemento determinante per lo sviluppo di queste attività è stata la grande disponibilità idrica di queste zone, indispensabile per i processi di lavorazione, oltre che per lo scarico delle acque di rifiuto. Un altro fattore rilevante per lo sviluppo del distretto è costituito dalla presenza del settore elettromeccanico vicentino, che già all’epoca era sviluppato a livello nazionale ed internazionale.

Il vero boom del distretto si ebbe durante la ripresa economica che seguì la Seconda Guerra Mondiale, quando iniziò il processo di proliferazione delle imprese locali: molti dipendenti, dopo un periodo di tirocinio nelle concerie storiche (Brusarosco, Danieli, Cazzanello, Meneghini), iniziarono in proprio la loro attività, sfruttando le conoscenze tecniche acquisite; nascono in questo periodo molte delle imprese che avrebbero poi costituito i più importanti gruppi conciari del distretto odierno. Negli anni Sessanta, con l’abbandono delle attività conciarie in altri paesi europei, causate dalle normative anti-inquinamento e dall’aumento del costo del lavoro, l’Italia si trovò ad essere il luogo ideale per questo tipo di attività, con una manodopera a basso costo e regole ambientali pressoché inesistenti.

Se all’inizio le tecnologie sono importate dai tecnici conciari tedeschi che vengono a lavorare nel distretto, nel 1962 viene fondato ad Arzignano l’Istituto Tecnico Conciario

Lo sviluppo del distretto di Arzignano è stato favorito da:

- grande disponibilità idrica

- presenza del settore elettromeccanico

- abbondanza di manodopera a basso costo e regole ambientali poco rigide

Page 11: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

10

“Galileo Galilei”, importante fucina per lo sviluppo delle tecniche conciarie. Gli anni Settanta costituiscono il periodo di crescita massima, nel quale raddoppia il numero di addetti e addirittura più che raddoppia quello delle imprese, mentre si espandono anche i precedenti confini distrettuali; si diffonde la pratica del lavoro a domicilio e il doppio lavoro, meccanismi in grado di garantire elevati livelli di flessibilità produttiva e di adattamento all’andamento della domanda.

Gli anni Ottanta sono essenzialmente un periodo di ristrutturazione, con la diminuzione del numero di imprese pur in presenza di un incremento di occupati, a seguito di chiusure e accorpamenti di diverse aziende. Ciò è la conseguenza: i) dell’accresciuta concorrenza da parte dei paesi fornitori di pelli grezze, favorita dal basso costo della manodopera, dagli scarsi vincoli ambientali e dalla possibilità di utilizzare le tecnologie provenienti dal distretto ed esportate dal settore meccanico e da alcune esperienze di delocalizzazione produttiva delle imprese distrettuali; ii) di una domanda di mercato sempre più frammentata e iii) di tempi di evasione sempre più brevi. La ristrutturazione del distretto riguarda anche gli insediamenti, con il trasferimento delle concerie dal centro storico di Arzignano alla nuova zona industriale; ciò permette di porre rimedio al rallentamento nell’espansione del settore dovuto a motivi di carattere ambientale connessi alla produzione (normative anti-inquinamento, contingentamento delle quantità d’acqua a disposizione di ciascuna impresa, ecc.).

Gli anni Novanta sono caratterizzati dal massiccio afflusso di manodopera extracomunitaria che trova lavoro nel distretto, per sopperire alla carenza di manodopera locale e al problema della sempre minore disponibilità della popolazione locale a lavorare nel settore conciario. Contemporaneamente proseguono le esperienze di delocalizzazione degli impianti produttivi all’estero, mentre si assiste alla concentrazione della proprietà delle aziende maggiori nelle mani di alcune famiglie locali.

1.4 La struttura produttiva del distretto

1.4.1 La struttura produttiva

Il distretto della concia di Arzignano3 conta nel 2001 682 unità locali4 e 10.427 addetti (tab. 1.5.A), impegnati nelle industrie conciarie (ad esclusione delle calzature); a questi si aggiungono 203 unità locali e 1.267 addetti impiegati in alcuni settori di supporto direttamente collegati alla concia, quali la costruzione di macchinari, la fabbricazione di prodotti chimici ausiliari e il commercio all’ingrosso di pelli e cuoio (tab. 1.5.B).

Il distretto è principalmente specializzato nella preparazione e concia del cuoio; meno rilevante, ma in espansione è la produzione di articoli da viaggio, borse, selleria. La realizzazione di altri articoli in cuoio quali guanti e grembiuli, un tempo più sviluppata, è in declino: in particolare tra il 1991 e il 2001 si è assistito ad un vero e proprio crollo degli addetti occupati nella fabbricazione di vestiario in pelle (tab. 1.5.A).

3 I confini distrettuali utilizzati in questo paragrafo sono gli stessi della maggior parte delle indagini

finora svolte sul distretto di Arzignano; si tratta dei comuni di Altissimo, Arzignano, Brendola, Chiampo, Crespadoro, Gambellara, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Montorso Vicentino, Nogarole Vicentino, San Pietro Mussolino, Zermeghedo.

4 Nell’analisi proposta nei paragrafi 1.4.1 e 1.4.2 si fa riferimento alle unità locali (stabilimenti) e non alle imprese. Queste ultime possono essere formate da uno o più stabilimenti. L’utilizzo dei dati a livello di unità locale ha il vantaggio di attribuire correttamente gli addetti al territorio in cui sono occupati. Nel caso dei dati a livello di impresa, invece, gli addetti sono assegnati al territorio in cui è ubicata la sede dell’impresa, indipendentemente dal luogo in cui si trovano gli stabilimenti.

- elevata flessibilità produttiva

Nel distretto sono occupati, direttamente o nell’indotto, quasi 12.000 addetti ...

Page 12: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

11

Nelle produzioni conciarie del distretto prevalgono unità produttive di piccole dimensioni: in media, infatti, lavorano 15,3 addetti per unità locale. Secondo i dati dei Censimenti Istat, tra il 1991 e il 2001 le dimensioni medie aziendali sono solo lievemente aumentate. Pertanto, il notevole aumento degli addetti impiegati nel distretto (+39,3% nel decennio studiato) è principalmente spiegato dall’espansione della base distrettuale ovvero del numero di stabilimenti (+29,2%). Questa tendenza riflette l’evoluzione delle industrie della preparazione e concia del cuoio, visto che le unità locali specializzate nella produzione di articoli da viaggio, borse e selleria hanno sperimentato una crescita dimensionale (dai 4 addetti medi del 1996 agli 11,7 del 2001).

Tab. 1.5 – DISTRETTO DI ARZIGNANO: UNITÀ LOCALI, ADDETTI E DIMENSIONE MEDIA A. Le produzioni conciarie

1991 1996 2001

U.L. Addetti Dim. Media U.L. Addetti Dim.

Media U.L. Addetti Dim. Media

Preparazione e concia del cuoio (19.1) 477 7.200 15,1 594 9.341 15,7 644 10.111 15,7

Fabbricazione articoli da viaggio, borse, selleria (19.2) 27 135 5,0 21 83 4,0 22 258 11,7

Fabbricazione di guanti e cinture in cuoio (18.24.1) 7 47 6,7 13 93 7,2 9 47 5,2

Fabbricazione di vestiario in pelle (18.1; b) 17 105 6,2 12 49 4,1 7 11 1,6

Totale produzioni conciarie 528 7.487 14,2 640 9.566 14,9 682 10.427 15,3

B. I settori di supporto1991 1996 2001

U.L. Addetti Dim. Media U.L. Addetti Dim.

Media U.L. Addetti Dim. Media

Fabbricazione e installazione di macchine e apparecchi per l'industria delle pelli, del cuoio e delle calzature (29.54.2)

32 558 17,4 33 592 17,9 44 570 13,0

Fabbricazione di materiali utilizzati nel fissaggio dei tessili e del cuoio (24.66.6) 9 132 14,7 13 179 13,8 20 357 17,9

Commercio all'ingrosso di pelli, anche per la pellicceria, e cuoio (51.24) 89 207 2,3 106 272 2,6 139 340 2,4

Totale indotto 130 897 6,9 152 1.043 6,9 203 1.267 6,2(a) Tra parentesi il codice Ateco Istat(b) Escluso guanti e cinture in cuoio, abbigliamento in pelliccia

Tipologia di attività economica (a)

Tipologia di attività economica (a)

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su Censimenti Istat 1991, 1996 e 2001 La crescita delle dimensioni delle unità locali che operano nella fabbricazione di articoli da viaggio, borse e selleria è ben evidente se si analizza l’evoluzione delle diverse classi dimensionali (tab. 1.6).

Tab. 1.6 – FABBRICAZIONE ARTICOLI DA VIAGGIO, BORSE, SELLERIA: unità locali e addetti per classi dimensionali

1991 1996 2001

U.L. Addetti Dim. Media U.L. Addetti Dim.

Media U.L. Addetti Dim. Media

1--9 22 55 2,5 17 31 1,8 13 37 2,8

10--19 4 60 15,0 4 52 13,0 3 41 13,7

20--49 1 20 20,0 0 0 - 6 180 30,0

Totale 27 135 5,0 21 83 4,0 22 258 11,7 Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Censimenti Istat 1991, 1996 e 2001

Tra il 1991 e il 2001 diminuiscono, infatti, le unità locali con meno di 9 addetti (da 22 a 13) e, al contempo, aumentano quelle con più di 20 addetti. Se nel 1991 solo una unità locale raggiungeva i venti addetti, nel 2001 ben sei superano ampiamente tale

... prevalgono le unità produttive di piccole dimensioni ...

Page 13: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

12

soglia, impiegando in media trenta addetti. Tuttavia, nonostante le notevoli trasformazioni in atto, le unità locali di questo comparto mantengono dimensioni contenute e in nessun caso superano la soglia dei cinquanta addetti.

Il lieve aumento delle dimensioni medie degli stabilimenti impegnati nella preparazione e concia del cuoio (da 15,1 nel 1991 a 15,7 addetti per unità locale nel 2001) nasconde un non trascurabile processo di trasformazione. Nel periodo in esame, infatti, al progressivo aumento delle unità locali con non più di cinque addetti si è associata la crescita di quelle con più di 10 addetti (tab. 1.7). In particolare, le unità locali con più di 100 addetti si sono più che raddoppiate (da 5 a 12). Tra queste crescono le dimensioni delle unità locali più grandi: nel 2001 le due unità maggiori contano rispettivamente 245 e 281 addetti; nel 1991 l’unica unità locale con più di 200 addetti impiegava 209 persone.

Tab. 1.7 – PREPARAZIONE E CONCIA DEL CUOIO: unità locali e addetti per classi dimensionali

1991 1996 2001

U.L. Addetti Dim. Media U.L. Addetti Dim.

Media U.L. Addetti Dim. Media

1--5 153 418 2,7 229 529 2,3 267 583 2,2

6--9 105 784 7,5 89 659 7,4 81 584 7,2

10--15 91 1.116 12,3 99 1.232 12,4 107 1.306 12,2

16--19 32 553 17,3 48 835 17,4 57 987 17,3

20--49 70 2.099 30,0 91 2.657 29,2 92 2.664 29,0

50--99 21 1.435 68,3 27 1.827 67,7 28 2.021 72,2

100--199 4 586 146,5 9 1.153 128,1 10 1.440 144,0

200--249 1 209 209,0 2 449 224,5 1 245 245,0

250--499 0 0 - 0 0 - 1 281 281,0

Totale 477 7.200 15,1 594 9.341 15,7 644 10.111 15,7 Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Censimenti Istat 1991, 1996 e 2001

La tabella 1.8 sintetizza l’evoluzione strutturale delle unità locali che appartengono alla preparazione e alla concia del cuoio. Nel periodo esaminato si mantiene stabile il peso delle unità locali con non più di cinque addetti (in cui sia nel 1991 sia nel 2001 è occupato poco meno del 6% degli addetti del comparto), cala sensibilmente la rilevanza degli stabilimenti che impiegano tra i 6 e i 9 addetti (dal 10,9% al 5,8%), sale l’importanza delle unità con più di 50 addetti5.

Tab. 1.8 – PREPARAZIONE E CONCIA DEL CUOIO: il peso delle Pmi

Composizione %

1991 1996 2001U.L. Addetti U.L. Addetti U.L. Addetti

1--5 32,1 5,8 38,6 5,7 41,5 5,8

6--9 22,0 10,9 15,0 7,1 12,6 5,8

10--49 40,5 52,3 40,1 50,6 39,8 49,0

50--199 5,2 28,1 6,1 31,9 5,9 34,2

200 e più 0,2 2,9 0,3 4,8 0,3 5,2

100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Censimenti Istat 1991, 1996 e 2001

5 L’analisi svolta finora non tiene conto del fatto che nel distretto sono diffusi gruppi di

imprese di carattere familiare che pur gestendo unità locali medio-piccole riescono a raggiungere considerevoli dimensioni nel complesso (cfr. par.1.4.3).

... anche se crescono le dimensioni delle due unità locali più grandi

Page 14: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

13

1.4.2 La rilevanza del distretto

Di particolare interesse è l’analisi della rilevanza a livello nazionale della principale produzione del distretto (la preparazione e concia del cuoio). Dalla tabella 1.9 è evidente come l’importanza del distretto sia andata progressivamente aumentando nel corso degli anni Novanta: nel 2001, infatti, il peso degli addetti del distretto sul totale nazionale si è portato al 32% dal 24% del 1991. Anche la rilevanza delle esportazioni del distretto dovrebbe essere aumentata visto che le esportazioni della provincia di Vicenza (non esistendo dati di export comunale, l’andamento delle esportazioni provinciali può essere utilizzato come proxy dell’evoluzione delle export distrettuali visto che nel distretto lavora l’85% degli addetti del comparto della provincia di Vicenza) sono passate dal 36% del 1991 al 40% del 2001. Va sottolineato, inoltre, come la dimensione media delle unità locali del distretto sia superiore alla media degli stabilimenti conciari italiani.

Tab. 1.9 - PREPARAZIONE E CONCIA DEL CUOIO: l’importanza del distretto di Arzignano

Arzignano in % tot. Italia Arzignano in % tot. Vicenza Vicenza in % tot. Italia

1991 1996 2001 1991 1996 2001 1991 1996 2001

U.L. 19 23 23 89 89 87 21 26 26

Addetti 24 31 32 83 86 85 30 36 38

Dim. Media 131 134 141 93 96 97 141 139 144

Export - - - - - - 36 33 40

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su Censimenti Istat 1991, 1996 e 2001 e dati Istat sul commercio estero

1.4.3 L’articolazione strategica delle imprese del distretto

Per quanto riguarda gli attori del distretto, si possono individuare le seguenti figure rilevanti:

Le imprese, che possono essere classificate in:

• Gruppi, alcuni dei quali caratterizzati dalla presenza di grandi famiglie e proiettati a livello internazionale, anche se le imprese coinvolte non superano le medie dimensioni, come visto in precedenza; si stima che le principali famiglie di produttori vendano circa un quarto della produzione del distretto (Tattara, 2001)6. Altri gruppi presentano dimensioni più contenute in termini di imprese coinvolte e minore proiezione internazionale. Generalmente la diversificazione all’interno del gruppo è di tipo orizzontale, anche se a partire dagli anni Novanta questa tendenza si è attenuata a favore di un ampliamento dei portafogli prodotto delle singole imprese (Parri, 1994). La loro formazione ha determinato una crescente gerarchizzazione del sistema produttivo locale ed è andata a scapito delle imprese più piccole. D’altro canto i gruppi hanno svolto una funzione positiva nell’evoluzione del distretto, contribuendo al miglioramento della sua immagine e fungendo da “pioniere” (imprese-guida).

• Imprese autonome, generalmente a ciclo completo, di medie e piccole dimensioni, ma anche imprese specializzate nella fase di riconcia che, pur non essendo a ciclo completo, vendono spesso prodotti finiti sul mercato finale.

6 Tra i principali si trovano Gruppo Mastrotto, Gruppo Dal Maso, Rino Mastrotto Group,

Gruppo Pretto-Loiero, Peretti, Gruppo Conciario Veneto.

L’importanza del distretto è progressivamente aumentata sia in termini di addetti che di esportazioni

Page 15: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

14

• I terzisti, che effettuano una o poche lavorazioni sulle materie prime fornite dai committenti, fino ad arrivare alla produzione di wet blue. Oltre ad alcune imprese più strutturate ed autonome dal punto di vista strategico esiste un folto tessuto di imprese piccolissime, spesso a gestione familiare, che eseguono lavorazioni specifiche ed operano in condizione di maggiore subordinazione rispetto ai concorrenti e sono soggette ad una forte concorrenza di prezzo.

• Imprese commerciali, nate dall’esigenza di presidiare meglio i mercati di sbocco e dall’impossibilità di aumentare il numero di unità produttive, a causa dei limiti ambientali (par. 4.2); ciò ha portato alla nascita di funzioni specializzate nelle concerie (alcune delle quali hanno creato anche un’impresa commerciale), ma ha anche generato spazi per la nascita di società commerciali con la funzione di interfaccia tra i mercati di acquisto delle materie prime/semilavorati e i mercati di sbocco delle concerie/utilizzatori finali. Sono presenti sia intermediari tradizionali, che si occupano dell’intermediazione pura tra venditore e acquirente del semilavorato, sia evoluti, che acquistano la pelle ad un certo stadio di lavorazione (pelo o wet blue), la fanno lavorare nel distretto e quindi la rivendono come wet blue o pelle rifinita.

Tab. 1.10 - LE PRIME 20 IMPRESE DEL DISTRETTO, 2004

Ragione sociale Fatturato (milioni di euro) Dipendenti

1 RINO MASTROTTO GROUP SPA 238,7 521

2 GRUPPO MASTROTTO SPA 209,5 619

3 CONCERIA PASUBIO SPA 114,2 226

4 CONCERIA CRISTINA SPA 96,2 182

5 CONCERIA SABRINA SPA 75,0 240

6 CONCERIA CADORE SRL 71,7 86

7 CONCERIA AMBRA SRL 68,4 186

8 CONCERIA TRIS SPA 51,6 76

9 FAEDA CONCERIA SPA 49,1 144

10 CONCERIA MONTEBELLO SPA 48,6 188

11 CONCERIA TIGRE SRL 45,0 144

12 DAL MASO CALLISTO SPA 41,8 88

13 SICA SRL 41,1 62

14 DANI LEATHER SRL 40,3 149

15 SE.PO. SRL 38,2 48

16 CONCERIA F.LLI BETTEGA & PRIANTE SPA 34,9 145

17 COMPEL SPA1 33,2 92

18 TECNO SYSTEM SRL 31,7 50

19 SA.DA. SPA 31,2 73

20 CONCERIA GHERBER SPA 29,8 77

1 Nel novembre del 2005 vi è stata la fusione per incorporazione della Compel Spa nella Faeda Spa. Fonte: elaborazioni Banca Intesa su bilanci aziendali

Page 16: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

15

1.5 I prodotti e l’organizzazione della filiera distrettuale

Per quanto riguarda il prodotto, il distretto è specializzato nella lavorazione di pelli bovine e vitelline, destinate principalmente al settore dell’arredamento (che, secondo i dati dell’Osservatorio del Distretto Vicentino della Concia copre più del 47,3% del fatturato) e, secondariamente, al calzaturiero (25,9%), all’automotive (pelle per interni: 11,7%), alla pelletteria (8,2%) e all’abbigliamento (6,7%). Nel tempo sono scomparse lavorazioni secondarie, come la produzione di guanti e grembiuli ottenuti attraverso il riutilizzo di scarti di lavorazione. Sono rimaste alcune aziende che si sono specializzate nella produzione di guanti sportivi per motociclismo ed altri sport. Attualmente il distretto si occupa prevalentemente della concia delle pelli di media e medio-alta qualità, soprattutto indirizzato ai segmenti dell’arredamento, della calzatura e dell’auto di lusso, mentre il wet blue (pelli già conciate una prima volta) di fascia bassa è importato in percentuali crescenti.

1.5.1 Il processo produttivo

Nel processo produttivo conciario (Grasso, Santoprete, Del Pezzo, 1990) la qualità del prodotto dipende notevolmente dalla qualità stessa della pelle grezza, a sua volta influenzata dalla provenienza (specie animale, razza, età, sesso, origine, ecc.). Le pelli lavorate nel distretto, bovine e vitelline, vengono acquistate soprattutto in America latina (Brasile), nei paesi dell’est Europa, nell’Ue 15 (Regno Unito), in Australia, negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda e in Africa; molto spesso l’importazione è mediata da un importatore soprattutto per le imprese più piccole. L’offerta proviene dai grandi macelli ovvero da strutture che raccolgono le pelli grezze di piccoli macelli. La pelle scuoiata viene sottoposta a processi di conservazione mediante disidratazione (essiccazione e/o salatura) per permetterne la conservazione fino all’inizio delle operazioni di concia; tali operazioni vengono svolte direttamente nei paesi in cui avviene la macellazione degli animali. Le pelli grezze e semilavorate hanno per ogni provenienza una particolare classificazione e nomenclatura, che ne distingue le caratteristiche naturali (specie, razza, peso, ecc.) e l’eventuale metodo di macellazione e conservazione. Quando le pelli arrivano presso l’azienda conciaria, viene effettuata la preparazione delle pelli: la prima fase prevede lo sbattimento delle pelli salate (se viene utilizzato questo metodo di essiccazione) per il lavaggio e il rinverdimento, dove le pelli sono trattate ad umido in bottali rotanti, con tensioattivi e solfuro sodico per eliminare le sostanze estranee (polvere, terra e sale). Dopo il primo trattamento le pelli vengono sottoposte ad un lavaggio ad umido con solfuro sodico e calce, mediante depilazione e calcinazione, per eliminare peli e una parte del carniccio (uno strato del derma) e per rendere le pelli più reattive nei confronti della fissazione del conciante. Successivamente si passa alla scarnatura per la totale eliminazione del carniccio, alla spaccatura, alla rifilatura e alla decalcinazione per eliminare la calce assorbita dalla pelle. Dopo lo sgrassaggio, che permette la dispersione e solubilizzazione del grasso dei tessuti adiposi, è possibile passare alla fase della concia vera e propria, di cui la più diffusa è la concia al cromo7: dopo il trattamento di piclaggio, in cui si abbassa il livello di PH della pelle, viene effettuata la concia utilizzando una soluzione di solfato di cromo, seguita dal lavaggio con acqua e neutralizzazione, che permette di condizionare la pelle conciata per le eventuali operazioni di riconcia (applicazione di tannini vegetali, sintetici o resine al fine di conferire maggiore pienezza all’articolo finale). A questo punto le pelli vengono rasate per ottenere lo spessore voluto. Vi sono poi una serie di lavorazioni post-concia che servono a modificare le caratteristiche della pelle lavorata: questa può essere sottoposta a ingrasso, per conferire morbidezza e pienezza e immersa in 7 La concia al cromo è attualmente la più utilizzata, avendo soppiantato la concia con i soli

tannini naturali, esclusivamente in uso sino alla fine dell’Ottocento (viene introdotta nel distretto a partire dagli anni Venti del Novecento). Altri tipi di concia sono al vegetale, con rintani, all’aldeide, all’olio e altre tipologie meno frequenti.

Il distretto è specializzato nella lavorazione di pelli bovine e vitelline, destinate principalmente al settore dell’arredamento

Page 17: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

16

soluzioni per ottenere prodotti colorati; successivamente viene pressata e, per creare la dimensione e lo spessore voluti, viene tagliata, suddivisa, rasata e lucidata. L’ultima fase riguarda l’essicazione e la rifinizione, ossia la nobilitazione dell’aspetto estetico della pelle, attraverso la verniciatura a spruzzo.

1.5.2 L’organizzazione della produzione

Per quanto riguarda l’organizzazione della produzione, va innanzitutto sottolineato come, oltre al commercio delle pelli grezze, sia sempre più diffuso quello delle pelli semilavorate e semifinite (cosiddette pelli wet blue, trattate al cromo), cioè portate ad uno stadio di lavorazione più o meno avanzato (concia sommaria, eventuale pre-ingrasso e pre-esiccazione), senza tintura o rifinizione. Infatti il ciclo di lavorazione delle pelli delle imprese distrettuali può essere di due tipi: ciclo completo, a partire dalla pelle grezza, appena macellata; processo di riconcia: in questo caso si importano pelli già trattate per la conservazione, da sottoporre alle operazioni di riconcia per la successiva vendita sul mercato finale. La seconda modalità di organizzazione della produzione è molto frequente nel distretto, soprattutto a partire dagli anni Sessanta, quando i paesi esportatori di materie prime hanno iniziato a propendere per l’esportazione di pellami semilavorati al fine di favorire lo sviluppo industriale interno (con applicazione di un regime protezionistico che rendeva poco favorevole per gli importatori l’acquisto di pelli grezze). Dagli anni Ottanta è iniziata l’esportazione da parte dei paesi produttori di pellami grezzi anche di pellami solo da rifinire, quindi con una progressiva estensione dei processi produttivi alle fasi a valle. L’importazione di pelli semilavorate è però aumentata anche perché le imprese distrettuali hanno iniziato a delocalizzare la produzione in paesi fornitori di materia prima (Cina, Brasile), nei quali presidiano direttamente le prime fasi di lavorazione. Il vantaggio di questa modalità di divisione nel lavoro è di costo, sia di lavorazione che ambientale, che è sensibilmente più basso a seguito dell’importazione di semilavorati, anche se viene perso in parte il controllo di qualità e viene messo in difficoltà l’indotto distrettuale specializzato nella produzione di wet blue.

La divisione del lavoro all’interno del distretto risente della strategia delle imprese operanti sul mercato, che esternalizzano le attività meno critiche del processo produttivo a subfornitori e terzisti specializzati, mantenendo all'interno quelle attività come la tinteggiatura o la finitura che danno maggiore valore aggiunto al prodotto e che sono fondamentali per conferire la qualità al prodotto finale. La scelta di procedere a una disintegrazione del processo produttivo e di accentuare una specializzazione del prodotto diretta alla fascia alta del mercato, assieme alla possibilità di ricorrere al terzismo, ha stimolato il sorgere di fasi di lavorazione a valle della concia molto particolari e specifiche, (asciugatura, inchiodatura, rifinitura, tamponatura, stampa), svolte dalle aziende di lavorazione ma anche da aziende specializzate (Tattara, 2001). Sono invece pochissime le imprese che realizzano tutte le fasi di produzione internamente.

1.5.3 La distribuzione

Per quanto riguarda la distribuzione, occorre considerare che la commercializzazione delle pelli e dei cuoi conciari, sia sul mercato interno che su quelli esteri, avviene generalmente attraverso gli agenti. La rete di vendita delle aziende di grande e medie dimensioni è maggiormente strutturata, al fine di garantire la copertura commerciale delle zone e dei clienti maggiori, mentre le concerie di minori dimensioni svolgono l’attività distributiva, prevalentemente, attraverso il contatto diretto con i clienti. Il marketing e la promozione vengono svolti, da quasi tutte le aziende, attraverso la partecipazione a fiere, che rappresentano un’occasione per incentivare i contatti con gli acquirenti stranieri e promuovere il lancio di nuovi articoli. In quasi tutte le aziende del settore conciario si rileva una certa quota di vendite dirette, dovute all’insufficienza della rete vendita o al particolare rapporto instaurato con alcuni clienti. Frequente è anche il ricorso a procacciatori d’affari. Tra i

Le imprese del distretto mantengono al proprio interno le attività cruciali per la qualità delle produzioni e a più elevato valore aggiunto

Page 18: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

17

processi che si stanno intensificando negli ultimi anni, si segnalano le strategie di disintermediazione poste in essere da alcune imprese clienti del distretto. Diversi produttori di salotti, tra cui alcune imprese leader dei distretti della Brianza e della Murgia, tendono ad acquistare direttamente il pellame ed affidare direttamente ai terzisti le lavorazioni, anziché ricorrere ai tradizionali fornitori, ossia le concerie. Una tale politica è invece difficilmente attuabile dalle imprese calzaturiere, viste le ridotte quantità di materia prima trattate e la forte stagionalità della produzione.

1.5.4 I settori di supporto

Come si è visto in precedenza i settori di supporto all’interno del distretto costituiscono una realtà importante, che vede impegnate più di 200 unità locali e oltre 1.250 addetti (tabelle 1.5B e 1.11). In particolare, è il commercio all’ingrosso di pelli e cuoio a rappresentare il settore di supporto più importante, a seguito della geografia delle fonti di approvvigionamento di materie prime e di semilavorati analizzata in precedenza; unità locali e addetti di questo comparto risultano in forte crescita tra il 1991 e il 2001. Segue l’industria dei macchinari per pelli, cuoio e calzature, che conta nel 2001 44 unità e quasi 600 addetti nel distretto e 67 unità locali e oltre 900 addetti nella provincia di Vicenza dove, lo ricordiamo, è molto sviluppato il comparto dell’elettromeccanico8. Le prime macchine per la concia arrivarono ad Arzignano negli anni Cinquanta, provenienti dalla Germania Federale, dove già esisteva da tempo una solida industria specializzata. Nel tempo il comparto si insediò nel distretto e oggi i produttori vicentini di macchine e bottali per la concia sono leader nel mondo, grazie all’alto livello tecnologico raggiunto e all’esperienza accumulata nella collaborazione con le concerie; interagendo regolarmente con le imprese del distretto, garantiscono infatti un continuo sviluppo di innovazioni tecnologiche e nuove tecniche produttive. Attualmente esistono nel settore realtà di diverse dimensioni: dalle piccole aziende artigianali che si occupano della realizzazione di piccole automazioni, esclusivamente per le concerie del distretto, ad una decina di grandi gruppi che realizzano macchinari complessi sia per il mercato locale che per l’esportazione.

Da segnalare anche il comparto dei prodotti chimici ausiliari per tessile e cuoio, con 20 unità locali e 357 addetti nel distretto (2001). Anche in questo caso la crescita nel distretto venne innescata da fattori esterni, in particolare l’apertura di filiali di imprese multinazionali del settore chimico a partire dai primi anni Sessanta, in concomitanza con la crisi e la chiusura degli altri poli conciari europei. La vicinanza delle maggiori multinazionali della chimica, come Bayer, Basf, Clariant, Hoechst, Ciba, Sandoz, ha permesso di avere nel distretto le tecnologie adatte per qualsiasi tipo di richiesta le concerie si trovassero ad affrontare per soddisfare la clientela; anche in questo caso, infatti, la stretta collaborazione tra industria chimica e conciaria, che lavorano in sinergia per realizzare prodotti sempre più efficaci e meno inquinanti, ha trovato nel tempo innumerevoli applicazioni pratiche. Infine, fra le attività di supporto, un importante ruolo rivestono le aziende che si occupano della lavorazione dei residui che ogni giorno vengono prodotti (pelo, rifili, carniccio, resti di calcinaio, ecc.) e che, attraverso processi chimico-fisici, vengono trasformati in altri beni commerciabili dall’industria alimentare ed utilizzati in agricoltura (cfr. il caso S.I.C.IT. nel capitolo 4).

8 Nel distretto operano le Officine Meccaniche Alpe, l’Industria Meccanica 3P, la Pajusco

Tecnologie e le aziende nate dall’ex gruppo Poletto. Fuori dai confini distrettuali considerati troviamo, nel distretto meccanico di Schio e nel Bassanese, Incoma, TB Macchine per conceria, Officine di Cartigliano. Esiste poi un piccolo gruppo d imprese specializzate in strumenti di misura elettrici-elettronici legati alla fase della concia: Eda, Ger, Wega e pochi altri (Tattara, 2001).

I settori di supporto sono strategici poiché:

- garantiscono l’approvvigionamento di materie prime e semilavorati

... e di prodotto

- alimentano lo sviluppo continuo di innovazioni di processo ...

Page 19: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

18

Tab. 1.11 – I SETTORI DI SUPPORTO ALL’INDUSTRIA DELLA CONCIA DEL CUOIO

1991 1996 2001

U.L. AddettiDim.

Medie U.L. AddettiDim.

Medie U.L. AddettiDim.

Medie

Distretto Arzignano

32 558 17,4 33 592 17,9 44 570 13,0

Provincia di Vicenza

50 904 18,1 54 999 18,5 67 912 13,6

Italia 587 6.087 10,4 496 5.469 11,0 553 5.858 10,6

Distretto Arzignano

9 132 14,7 13 179 13,8 20 357 17,9

Provincia di Vicenza

15 211 14,1 20 307 15,4 26 505 19,4

Italia 156 2.376 15,2 193 2.615 13,5 223 3.081 13,8

Distretto Arzignano

89 207 2,3 106 272 2,6 139 340 2,4

Provincia di Vicenza

103 337 3,3 131 384 2,9 177 466 2,6

Italia 1.188 3.822 3,2 1.280 3.591 2,8 1.464 3.750 2,6

Distretto Arzignano

130 897 6,9 152 1.043 6,9 203 1.267 6,2

Provincia di Vicenza

168 1.452 8,6 205 1.690 8,2 270 1.883 7,0

Italia 1.931 12.285 6,4 1.969 11.675 5,9 2.240 12.689 5,7

(a) Tra parentesi il codice Ateco Istat

Totale indotto

Tipologia di attività economica (a)

Fabbricazione e installazione di macchine e apparecchi per l'industria delle pelli, del cuoio e delle calzature (29.54.2)

Fabbricazione di materiali utilizzati nel fissaggio dei tessili e del cuoio (24.66.6)

Commercio all'ingrosso di pelli, anche per la pellicceria, e cuoio (51.24)

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Censimenti Istat 1991, 1996 e 2001

Page 20: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

19

2. L’internazionalizzazione del sistema distrettuale In questo capitolo verrà analizzata l’evoluzione recente delle esportazioni del distretto. L’analisi dei risultati conseguiti sui mercati esteri assume un’importanza elevata vista la marcata propensione all’export del distretto di Arzignano: si stima, infatti, che oltre la metà della produzione venga esportata. Ciò trova conferma anche nel legame non trascurabile che esiste tra l’andamento delle vendite sui mercati esteri e quello della Cassa Integrazione Guadagni (Cig)9. A partire dal 2001, infatti, in corrispondenza delle difficoltà incontrate sui mercati esteri dalle imprese vicentine, secondo i dati Inps e dell’Ufficio statistica della provincia di Vicenza, il ricorso alle ore autorizzate annualmente per interventi ordinari e straordinari è significativamente aumentato (fig. 2.1).

Fig. 2.1 – INDUSTRIA CONCIARIA a DELLA PROVINCIA DI VICENZA: EVOLUZIONE DELLE EXPORT E DELLA CIG ORDINARIA E STRAORDINARIA A CONFRONTO (1998=100)

50

100

150

200

250

300

350

400

450

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 200590

100

110

120

130

140

150

160

170

CIG ordinaria e straordinaria

Esportazioni (sc. destra)

a Ateco 19.1. Nota: per le esportazioni i dati relativi al 2005 sono provvisori.

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Istat e Ufficio Statistica della Provincia di Vicenza su dati Inps

In questo capitolo si cercherà dapprima di capire su quali mercati si sono concentrate maggiormente le perdite di fatturato estero del distretto (paragrafi 2.1, 2.2 e 2.3). Successivamente si cercherà di valutare il grado di competitività del distretto, cercando di capire se questi arretramenti sono dovuti semplicemente ad un calo della domanda dei principali mercati di destinazione del distretto o ad una perdita di competitività, legata all’affermazione di produttori dislocati nei paesi emergenti (par. 2.4). Si cercherà, inoltre, di capire in che misura le imprese italiane e quelle vicentine in particolare sono state in grado di catturare le potenzialità di crescita offerte dai mercati emergenti (Cina in primis; par. 2.4). Infine, attraverso l’analisi dei flussi di import, si cercherà di valutare il grado di internazionalizzazione produttiva del distretto (paragrafi 2.5 e 2.6).

9 La Cassa Integrazione Ordinaria interviene per difficoltà temporanee e transitorie

dell’industria (artigianato escluso). La Cassa Integrazione Straordinaria viene concessa alle imprese industriali con più di 15 dipendenti nei casi di crisi, ristrutturazione, riorganizzazione, conversione produttiva, privatizzazione, fallimenti, etc. .

Page 21: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

20

2.1 La struttura “geografica” delle esportazioni

L’Unione europea10 è il primo mercato di destinazione (43% delle esportazioni della provincia di Vicenza), seguita a distanza da Asia Orientale (20%), America Settentrionale (15,6%) e Est Europa (15,1%; tab. 2.1).

Tab. 2.1 - ESPORTAZIONI DELL’INDUSTRIA CONCIARIA1 DELLA PROVINCIA DI VICENZA

(a prezzi correnti)

Milioni di euro Composizione % Tasso % di crescita annuo med

1991 1995 2000 2004 1991 1995 2000 20041992-19953

1996-2000

2001-2003 2004

1 Germania 95,4 175,7 225,1 188,3 22,2 20,0 14,6 12,7 16,5 5,1 -7,5 5,5

2 Stati Uniti 18,3 62,0 243,4 173,1 4,3 7,1 15,8 11,7 35,6 31,5 -7,9 -8,9

3 Hong Kong 12,3 64,0 144,7 170,4 2,9 7,3 9,4 11,5 51,0 17,7 6,5 -2,6

4 Francia 86,2 140,4 116,9 96,9 20,1 16,0 7,6 6,5 13,0 -3,6 -13,2 26,8

5 Spagna 26,5 64,0 97,8 81,2 6,2 7,3 6,4 5,5 24,7 8,8 -8,1 6,8

6 Polonia 2,7 3,7 36,0 81,2 0,6 0,4 2,3 5,5 8,3 58,0 33,8 -6,0

7 Regno Unito 28,7 72,5 98,0 76,0 6,7 8,3 6,4 5,1 26,1 6,2 -6,8 -4,4

8 Cina 0,4 2,5 11,6 67,7 0,1 0,3 0,8 4,6 54,5 35,7 60,4 41,8

9 Canada 8,1 26,1 79,3 58,9 1,9 3,0 5,2 4,0 33,8 24,9 -5,6 -11,8

10 Belgio 13,8 29,1 34,8 45,0 3,2 3,3 2,3 3,0 20,6 3,6 4,5 13,5

Europa 374,0 670,9 915,3 907,8 87,1 76,5 59,5 61,1 15,7 6,4 -2,0 5,3

Ue 15 293,2 584,8 755,0 638,3 68,3 66,6 49,1 43,0 18,8 5,2 -7,7 7,6

Europa centro orientale 65,1 56,3 111,1 224,2 15,1 6,4 7,2 15,1 -3,6 14,6 25,2 2,8

Altri paesi europei 15,8 29,9 49,2 45,3 3,7 3,4 3,2 3,1 17,4 10,5 1,0 -10,5

America 28,7 89,3 340,4 245,0 6,7 10,2 22,1 16,5 32,8 30,7 -7,1 -10,3

di cui: America settentrionale 26,5 88,0 322,6 232,0 6,2 10,0 21,0 15,6 35,1 29,7 -7,3 -9,6

Asia 24,3 106,5 250,7 313,4 5,7 12,1 16,3 21,1 44,6 18,7 7,0 2,0

di cui: Asia orientale 23,1 100,6 224,1 296,5 5,4 11,5 14,6 20,0 44,5 17,4 9,2 1,6

Extra-Ue 15 136,4 292,6 782,4 846,6 31,7 33,4 50,9 57,0 21,0 21,7 3,5 -2,5

Mondo 429,6 877,4 1.537,4 1.484,8 100,0 100,0 100,0 100,0 19,5 11,9 -1,7 1,6

1 Ateco 19.1 Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Istat

10 L’analisi proposta in questo lavoro considera l’Unione europea a 15 paesi (d’ora in avanti

Ue 15): esclude cioè i paesi che dal 1° maggio 2004 sono entrati nell’Unione (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta e Cipro). Gran parte di questi paesi è qui collocata all’interno dell’Europa Centro orientale (Albania, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Macedonia, Moldavia, Polonia, Repubblica Ceca, Serbia e Montenegro, Repubblica Slovacca, Romania, Russia, Slovenia, Ucraina, Ungheria).

Il primo mercato di destinazione del distretto è l’Unione europea

Page 22: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

21

Se si analizza l’evoluzione storica della “specializzazione geografica” del distretto si può notare come tra il 1991 e il 2004 la composizione delle esportazioni abbia subito notevoli cambiamenti. Se a inizio anni Novanta, infatti, poco meno del 90% dell’export del settore conciario vicentino era diretto verso paesi europei, nel 2004 questa quota è scesa al 61%. Questo cambiamento è interamente attribuibile alla progressiva diminuzione del peso dei paesi dell’Ue-15 (Germania e Francia su tutti). Esso, invece, è rimasto stabile nell’Europa centro orientale, dove è, però, aumentata l’importanza della Polonia (dallo 0,6 al 5,5%), dell’Ungheria e della Romania. Al di fuori dell’Europa, sono lievitate le vendite sui mercati americano e asiatico, che nel 2004 rappresentano rispettivamente il 16,5% e il 21,1% dell’export totale del distretto (dal 6,7% e dal 5,7% del 1991). In particolare, all’interno di queste aree, si è accresciuta l’importanza dei clienti posizionati in Asia orientale (Cina e Hong Kong in primis) e in America settentrionale (Canada e, soprattutto, Stati Uniti).

Cambiamenti di tale rilevanza riflettono i processi di trasformazione che hanno interessato l’economia mondiale e i flussi di commercio internazionale nel corso degli anni Novanta. L’ingresso di nuovi attori sui mercati è stato particolarmente intenso in alcuni dei settori clienti dell’industria conciaria (calzaturiero). Le economie emergenti (Cina e anche i paesi dell’Europa centro orientale), grazie all’abbondanza di manodopera a basso costo, hanno stimolato le imprese dei paesi avanzati (soprattutto dei settori tradizionali più labour intensive – moda, mobili) a delocalizzare le fasi del processo produttivo a più alta intensità di lavoro. Pertanto, le imprese conciarie, anch’esse interessate dalla delocalizzazione delle prime fasi del proprio processo produttivo (si veda il par. 2.6), si sono trovate ad affrontare una situazione sempre più complessa. In effetti, molti dei loro clienti che ad inizio anni Novanta erano posizionati nei mercati vicini (Italia, Francia e Germania), sul finire dello scorso decennio hanno delocalizzato parte delle loro produzioni nei paesi asiatici e dell’Est Europa. Il tentativo delle imprese del distretto di continuare a “servire” clienti che in passato operavano in Italia o nei paesi europei ed ora producono una buona parte della loro produzione nei paesi a basso costo del lavoro si è tradotto in una crescita della propensione all’export del distretto e nel “riorientamento” delle esportazioni verso i mercati emergenti.

2.2 L’evoluzione delle esportazioni

L’analisi dell’evoluzione delle esportazioni consente di notare come fino al 2001 il distretto di Arzignano abbia conosciuto una crescita ininterrotta, grazie alle buone performance ottenute sui mercati europei e non (fig. 2.2). E’ a partire dal 2002 che il distretto inizia a conoscere i primi momenti di difficoltà, causati dal calo delle export dirette verso l’Ue 15 e, più in particolare, nei principali paesi europei (Francia, Germania e Regno Unito) e dai problemi incontrati negli Stati Uniti, dovuti anche alla forza dell’euro (fig. 2.3). Le vendite realizzate negli Stati Uniti, dopo essere cresciute vertiginosamente nel corso degli anni Novanta (con tassi di crescita medi annui superiori al 30%; tab. 2.1), hanno, infatti, arrestato la loro corsa nel 2000 e a partire dal 2002 sono diminuite fino a riportarsi sui valori raggiunti nel 1999.

Tra i primi dieci mercati di destinazione del distretto i flussi di esportazione hanno, invece, continuato a crescere per Hong Kong, Polonia e Cina (tab. 2.1), ovvero per quei paesi caratterizzati dalla presenza di aziende italiane dei settori utilizzatori di pelle. In particolare, merita attenzione la progressiva crescita dell’importanza del mercato polacco e di quello cinese (fig. 2.3) che rappresentano ormai rispettivamente il sesto e l’ottavo mercato di sbocco del distretto di Arzignano (tab. 2.1).

Le buone performance ottenute negli ultimi anni dal distretto nell’Europa centro orientale e nell’Asia orientale hanno solo in parte limitato le perdite accusate sui

Negli ultimi quindici anni si è modificata la “specializzazione geografica” del distretto ...

Nel 2003, il forte calo delle export dirette verso i paesi dell’Ue 15 e gli Stati Uniti ...

... anche a causa dei processi di delocalizzazione produttiva dei settori clienti (calzaturiero)

... si è tradotto in una caduta delle esportazioni del distretto

Page 23: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

22

mercati avanzati. Le esportazioni del distretto, infatti, si sono ridotte notevolmente nel biennio 2002-’03 e si sono per lo più stabilizzate nel 2004, grazie al lieve recupero sui mercati europei, peraltro insufficiente ad assorbire le perdite patite negli anni precedenti.

Fig. 2.2 - ESPORTAZIONI DELL’INDUSTRIA CONCIARIA1 DELLA PROVINCIA DI VICENZA (Milioni di euro correnti)

0

200

400

600

800

1.000

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 20041 Ateco 19.1

0

400

800

1.200

1.600

2.000

Ue 15

Europa centro orientale

America settentrionale

Asia orientale

Mondo (s.d.)

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Istat

Dalle ultime informazioni congiunturali disponibili non emergono elementi di grossa novità. I dati sul commercio con l’estero, che sono fermi al terzo trimestre del 2005, mostrano un netto calo delle esportazioni nel periodo gennaio 2005 – settembre 2005, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente (tab. 2.1). Va però detto che i dati relativi al 2005 sono provvisori e molto spesso sottostimano il valore delle esportazioni dirette nei paesi dell’Ue 15.

In sintesi dai dati di commercio con l’estero degli ultimi anni emerge un’evidente situazione di difficoltà del distretto. Questi risultati vanno letti con molta cautela ed attenzione, visto che sono notevolmente influenzati dall’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro, e vanno completati con un’analisi sulla competitività dell’industria conciaria vicentina sui mercati internazionali (paragrafi 2.3 e 2.4). In particolare, nei prossimi paragrafi si illustrerà, dapprima (par. 2.3), la maggiore tenuta del distretto vicentino rispetto al resto d’Italia e, successivamente (par. 2.4), la buona capacità dell’industria conciaria italiana e vicentina nel difendere le quote di export sui mercati internazionali. Ciò è stato possibile grazie alle strategie adottate dalle imprese italiane e, soprattutto, da quelle vicentine e volte a contrastare l’apprezzamento dell’euro, che ha inasprito le pressioni competitive esercitate dai paesi emergenti (nei paesi la cui valuta è legata al dollaro ma anche nell’area dell’euro), e a mantenere inalterate le proprie quote di mercato sacrificando parte dei propri margini unitari, così come è evidente dall’analisi dei bilanci aziendali (cfr. i paragrafi 3.1 e 3.5). Questo si è tradotto in una tenuta delle esportazioni espresse in

Page 24: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

23

dollari (par. 2.3) e in una contrazione del fatturato in euro e della redditività (par. 3.1 e 3.5).

Fig. 2.3 - ESPORTAZIONI DELL’INDUSTRIA CONCIARIA1 DELLA PROVINCIA DI VICENZA

(Milioni di euro correnti)

0

50

100

150

200

250

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Stati Uniti

Canada

Germania

Francia

Regno Unito

0

50

100

150

200

250

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

1 Ateco 19.1

Polonia

Hong Kong

Spagna

Cina

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Istat

Page 25: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

24

2.3 Cuoio conciato: i distretti a confronto

Arzignano è il primo distretto della concia italiano e insieme a S. Croce rappresenta il 75% della produzione italiana. Risulta, pertanto, particolarmente interessante confrontare le performance all’export delle province di Vicenza e Pisa, sede dei due principali distretti conciari italiani, e del resto d’Italia (fig. 2.4).

Nella prima parte degli anni Novanta, entrambi i distretti hanno conosciuto una fase di forte crescita delle esportazioni. Dopo il 1996, tuttavia, l’export di cuoio conciato della provincia di Pisa (e del Resto d’Italia) ha manifestato un calo, più pronunciato nel biennio 1998-’99, caratterizzato dalla crisi valutaria dei paesi emergenti. Durante lo stesso periodo, invece, le esportazioni di cuoio conciato della provincia di Vicenza hanno continuato a crescere, con un lieve rallentamento solo nel 1999.

Segue per tutti e due i distretti e per il resto d’Italia, un biennio caratterizzato da ottime performance, culminato nel picco nel 2001. Negli anni più recenti, come già visto per Vicenza, le vendite di concia sui mercati esteri iniziano a soffrire. Dal confronto tra i due distretti emerge come il calo sia iniziato già nel 2002 per Pisa e per il Resto d’Italia, mentre per Arzignano la diminuzione è concentrata nel 2003. Se si guarda la performance complessiva del triennio 2002-‘04, l’andamento delle due province è comunque simile, leggermente peggiore per Pisa che per Arzignano.

L’andamento declinante delle esportazioni conciarie del 2002 e, soprattutto, del 2003 è da ricollegarsi principalmente al rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro che, da un lato, inasprisce le pressioni concorrenziali da parte dei produttori dislocati nei paesi emergenti (le cui valute seguono spesso l’andamento del dollaro) e, dall’altro lato, contribuisce a diminuire il valore delle vendite in euro nei paesi in cui la valuta di riferimento è il dollaro. In questi paesi, infatti, i produttori italiani hanno cercato di mantenere inalterate le proprie quote di mercato rinunciando a trasferire interamente sui listini di vendita (espressi in dollari) l’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro. Le strategie adottate dalle imprese italiane e vicentine in particolare, da un lato, hanno comportato arretramenti del fatturato estero in euro (fig. 2.4.A) e, dall’altro, hanno prodotto un aumento delle esportazioni espresse in dollari (fig. 2.4.B), perlomeno fino al 2004, ultimo anno in cui disponiamo di dati definitivi. Come si vedrà meglio in seguito, ciò si è tradotto in una tenuta delle quote di mercato sui mercati internazionali (par. 2.4) a scapito della redditività industriale (cfr. i paragrafi 3.1 e 3.5).

L’export del distretto ha mostrato una tenuta maggiore rispetto al resto d’Italia...

Page 26: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

25

Fig. 2.4 - ESPORTAZIONI DI CUOIO CONCIATO1 A CONFRONTO

A - Milioni di euro correnti

0

400

800

1.200

1.600

2.000

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 20050

200

400

600

800

1.000

Vicenza

Italia (Vicenza e Pisa escluse)

Pisa (s.d.)

B - Milioni di dollari correnti

0

400

800

1.200

1.600

2.000

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 20050

200

400

600

800

1.000

Vicenza

Italia (Vicenza e Pisa escluse)

Pisa (s.d.)

1 Ateco 19.1. Nota: i dati relativi al 2005 sono provvisori.

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Istat

Page 27: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

26

La struttura geografica delle esportazioni dei due distretti presenta elementi di diversità e può contribuire a spiegare il miglior andamento del distretto di Arzignano (tab. 2.2 e fig. 2.5). L’export pisano appare più concentrato su alcuni paesi: le prime due destinazioni di sbocco nel 2004 (Hong Kong e Spagna) coprono più di un terzo del totale delle vendite all’estero (41,5%), quota che nel caso di Vicenza scende al 25% (coperti dalla Germania e dagli Stati Uniti). Rispetto ad Arzignano, S.Croce ha una maggiore propensione all’export verso l’Asia orientale, in particolare Hong Kong ma sempre di più anche la Cina, ed una minore propensione verso l’Europa Centro Orientale.

Tab. 2.2 - DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DELLE ESPORTAZIONI DI CUOIO CONCIATO1 DELL’ITALIA E DELLE PROVINCE DI PISA E DI VICENZA

(elab. su dati a prezzi correnti)

Milioni di euro Composizione %

1991 2004 1991 2004

Hong Kong 81,6 461,0 6,8 13,6

Romania 2,2 325,9 0,2 9,6

Germania 225,1 249,5 18,7 7,3

Stati Uniti 54,4 224,5 4,5 6,6

Spagna 92,7 219,4 7,7 6,5

Francia 164,0 187,3 13,6 5,5

Cina 1,7 176,2 0,1 5,2

Polonia 6,6 120,4 0,6 3,5

Portogallo 43,2 117,6 3,6 3,5

Regno Unito 50,9 101,6 4,2 3,0

Hong Kong 13,5 158,1 7,6 29,2

Spagna 24,2 66,1 13,7 12,2

Portogallo 15,0 36,4 8,5 6,7

Cina 0,3 36,2 0,1 6,7

Germania 27,7 35,6 15,6 6,6

Francia 21,2 32,1 11,9 5,9

Stati Uniti 8,3 19,3 4,7 3,6

Germania 95,4 188,3 22,2 12,7

Stati Uniti 18,3 173,1 4,3 11,7

Hong Kong 12,3 170,4 2,9 11,5

Francia 86,2 96,9 20,1 6,5

Spagna 26,5 81,2 6,2 5,5

Polonia 2,7 81,2 0,6 5,5

Regno Unito 28,7 76,0 6,7 5,1

Cina 0,4 67,7 0,1 4,6

Italia

Sant

a C

roce

Arz

igna

no

1 Ateco 19.1

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Istat

... grazie a una maggiore diversificazione dei mercati di sbocco ...

Page 28: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

27

Fig. 2.5 - DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DELLE ESPORTAZIONI DI CUOIO CONCIATO1 DELL’ITALIA E DELLE PROVINCE DI PISA, DI VICENZA (composizione %)

1991

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Ue 15 Europa centroorientale

Asia orientale Americasettentrionale

Altredestinazioni

Vicenza

Pisa

Italia

2004

0%

10%

20%

30%

40%

50%

Ue 15 Europa centroorientale

Asia orientale Americasettentrionale

Altredestinazioni

Vicenza

Pisa

Italia

1 Ateco 19.1. Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Istat

Gli Stati Uniti, che per Arzignano costituiscono una delle principali destinazioni con il 12% circa, rappresentano per S.Croce solamente il 4% dell’export. All’opposto, la penisola iberica (Spagna e Portogallo) assume per Pisa un’importanza significativa mentre tra i paesi dell’Ue 15, l’export vicentino è maggiormente destinato al mercato tedesco.

In sintesi, sembra emergere un andamento sostanzialmente simile, pur in presenza di una lieve maggiore dinamicità dell’export vicentino. Tale evoluzione, tuttavia, deriva da un orientamento geografico differente, anche in funzione delle caratteristiche diverse della produzione dei due distretti.

Queste diversità potrebbero anche essere influenzate dalla diversificazione per settori di sbocco. Per S.Croce la rilevanza della produzione conciaria destinata alle calzature rende il legame con l’Asia (e con la Cina in particolare) un elemento caratterizzante delle vendite all’estero (fig. 2.5). La composizione e l’evoluzione delle

... e dei settori di sbocco

Page 29: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

28

esportazioni di Arzignano, invece, dipendono dalla scelta di molte imprese del distretto di spostare una parte crescente della propria produzione dalle pelli per il Sistema moda alle pelli per arredamento e per rivestimenti di automobili. Da qui l’importanza per Vicenza delle export dirette in Germania, negli Stati Uniti, in Francia e in Polonia. La Polonia, oltre ad essere caratterizzata da una forte delocallzzazione delle imprese tedesche di arredamento, è l’economia dell’Europa centro orientale in cui hanno maggiormente delocalizzato le imprese mobiliere italiane (cfr. Farabullini e Ferri – 2004).

2.4 La competitività delle pelli italiane nei principali mercati di sbocco Nei paragrafi precedenti si è visto come il distretto di Arzignano abbia mostrato maggiori segnali di tenuta di fronte all’inasprimento del contesto competitivo mondiale. Si è, inoltre, illustrato come l’apprezzamento dell’euro abbia avuto effetti non trascurabili sull’evoluzione delle export, che cambia e non poco a seconda che i dati vengano espressi in euro o in dollari. E’ chiaro che per le imprese italiane ciò che conta maggiormente è l’andamento in euro delle proprie esportazioni visto che i bilanci aziendali vengono redatti in euro e, salvo i casi di delocalizzazione produttiva, i costi industriali, fatta eccezione per gli acquisti delle materie prime, sono sostenuti in euro (salari, ammortamenti, etc. ). Non è però meno importante capire il grado di competitività degli operatori italiani, che, almeno in parte, si può stimare osservando la capacità di mantenere le quote di mercato sui mercati internazionali e, quindi, di non perdere quote di export a danno di operatori dislocati nei paesi emergenti. Questo paragrafo vuole proprio “investigare” la capacità competitiva dell’industria conciaria italiana e, in particolare, dei conciatori vicentini.

Nel paragrafo 2.4.1 si mostrerà come l’export vicentino rappresenti una buona fetta delle export italiane di prodotti conciari in quasi tutti i principali mercati di destinazione (Romania esclusa). Ciò significa che l’analisi dell’evoluzione delle quote di mercato italiane nei più importanti mercati di sbocco mondiali, presentata nei paragrafi 2.4.2 e 2.4.3, può essere estesa anche al distretto di Vicenza.

2.4.1 Il peso di Arzignano nei principali mercati di sbocco italiani

E’ interessante notare come le vendite di cuoio conciato delle province distrettuali siano poco orientate verso la Romania, uno dei principali paesi di delocalizzazione della produzione calzaturiera italiana. Le esportazioni di cuoio conciato verso la Romania (che rappresentano circa il 10% dell’export nazionale di questi prodotti; tab. 2.2) avvengono prevalentemente da province specializzate nella produzione di calzature. Verona (che, oltre al distretto calzaturiero, è anche sede di un importante polo logistico) e Treviso coprono rispettivamente il 24,5% ed l’11,7% dell’export di concia verso la Romania (tab. 2.3). Una parte di queste esportazioni è, probabilmente da attribuire a prodotti conciari italiani, acquistati dalle imprese calzaturiere e inviati successivamente ai siti produttivi in Romania.

Viceversa le esportazioni di concia verso Hong Kong o verso la Cina sono per la quasi totalità spedite direttamente dalle province ad elevata specializzazione: Arzignano, Pisa e Avellino (tab. 2.3). Tali elementi riflettono, con ogni probabilità, la diversa organizzazione dell’internazionalizzazione produttiva tra i paesi dell’Europa centro orientale e quelli Asiatici. Gli studi condotti a livello internazionale o nazionale fanno emergere (Gereffi, 1994, Baden, 2002, Gereffi, Humphrey e Surgeon, 2005, Crestanello e Dalla Libera, 2003) il prevalere di catene “buyer driven” o di tipo commerciale, nel caso dell’Asia (in cui i committenti sono grandi distributori) e, invece, di catene basate sul produttore e sull’internazionalizzazione della subfornitura da parte delle imprese (soprattutto di quelle Ue), nel caso dei paesi dell’Est. Questa seconda modalità organizzativa viene spesso sostenuta anche attraverso la fornitura da parte del committente industriale di semi-lavorati e componenti che vengono poi assemblati nel paese a basso costo.

L’export della provincia di Vicenza ricopre un ruolo primario in tutti i principali mercati di sbocco delle pelli italiane (Romania esclusa) ...

Page 30: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

29

Tab. 2.3 - DISTRIBUZIONE PROVINCIALE DELLE ESPORTAZIONI ITALIANE DI CUOIO CONCIATO1 NEI PRIMI 10 MERCATI DI DESTINAZIONE, 2004 (elab. su dati a prezzi correnti)

Prima provincia

in % export

italiano

Seconda provincia

in % export

italiano

Terza provincia

in % export

italiano

Quarta provincia

in % export

italiano

1 Hong Kong Vicenza 37,0 Pisa 34,3 Avellino 7,8 Firenze 7,6

2 Romania Verona 24,5 Treviso 11,7 Padova 10,0 Vicenza 6,5

3 Germania Vicenza 75,5 Pisa 14,3 Firenze 2,4 Milano 1,7

4 Stati Uniti Vicenza 77,1 Pisa 8,6 Avellino 5,2 Milano 1,9

5 Spagna Vicenza 37,0 Pisa 30,1 Milano 7,7 Avellino 6,8

6 Francia Vicenza 51,8 Pisa 17,1 Bari 13,3 Firenze 4,8

7 Cina Vicenza 38,4 Pisa 20,5 Avellino 13,6 Bari 7,8

8 Polonia Vicenza 67,4 Verona 6,6 Macerata 5,9 Pisa 3,7

9 Portogallo Vicenza 37,0 Pisa 31,0 Bari 15,2 Firenze 5,6

10 Regno Unito Vicenza 74,8 Pisa 10,6 Milano 3,0 Torino 2,6

Mondo Vicenza 43,7 Pisa 15,9 Avellino 6,2 Verona 4,6 1 Ateco 19.1. Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Istat

Va, inoltre, osservato come circa i tre quarti delle esportazioni italiane dirette negli Stati Uniti, in Germania e nel Regno Unito provengano da Arzignano (tab. 2.3). Il peso delle export vicentine sul totale italiano è elevato anche in altri due importanti paesi produttori di automobili: la Francia (più del 50%) e la Polonia (67,4%)

2.4.2 Le potenzialità offerte dai principali mercati di sbocco

L’analisi dei flussi delle importazioni dei principali paesi importatori di pelli finite consente di individuare le aree che offrono maggiori possibilità di sviluppo. La valutazione dell’andamento delle importazioni dei principali mercati di sbocco e del livello delle quote italiane in ognuno di questi mercati permette anche di rilevare se ci sono spazi e potenzialità non ancora pienamente sfruttati.

Le figure 2.6 e 2.7 rivelano come le potenzialità maggiori siano offerte dai paesi emergenti che sono stati interessati dai fenomeni di delocalizzazione delle produzioni ad opera dei produttori dei paesi avanzati. In particolare spiccano la dimensione e la dinamicità dei mercati asiatici: tra il 2002 e il 2004 le importazioni di pelli finite di Cina e Hong Kong sono aumentate del 50% (da 3,3 del 2002 a 4,9 miliardi di dollari del 2004)11 e hanno raggiunto ormai il 40% dei flussi mondiali di pelli finite. Nel periodo analizzato hanno avuto un grosso incremento anche le import di pelli finite del Messico, della Romania e della Polonia, che si è tradotto in una espansione non trascurabile delle dimensioni di questi mercati di sbocco. Il Messico, con il 6% circa delle import mondiali, ha quasi raggiunto gli Stati Uniti e ha superato la Germania. La quota delle import rumene e polacche si è portata rispettivamente al 3,7% e al 3,1% ed è ormai superiore a quella spagnola, francese e inglese.

11 I flussi di import di Cina e Hong Kong vanno letti con molta cautela visto che una buona parte

delle importazioni conciarie di Hong Kong riguardano prodotti successivamente ri-esportati (in quanto i prodotti non subiscono alcuna lavorazione ad Hong Kong) in Cina.

... e soddisfa più del 50% delle import dall’Italia di Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Francia e Polonia

I paesi emergenti offrono maggiori potenziali di crescita ...

Page 31: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

30

Fig. 2.6 – I PRINCIPALI MERCATI DI SBOCCO DELLE PELLI FINITE1, 2004 (in % delle import mondiali di pelli finite)

0% 5% 10% 15% 20% 25%

Hong Kong

Cina

Stati Uniti

Messico

Italia

Germania

Romania

Polonia

Spagna

Francia

Portogallo

Rep. di Corea

Ungheria

Regno Unito

1 Codici HS02 4107, 4112, 4113, 4114 e 4115.

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Unctad

Fig. 2.7 - IMPORTAZIONI DI PELLI FINITE1 DEI PRINCIPALI MERCATI DI SBOCCO (milioni di $)

0 1.000 2.000 3.000

Hong Kong

Cina

Stati Uniti

Messico

Germania

Romania

Spagna

Polonia

Francia

Regno Unito

2004

2002

1 Codici HS02 4107, 4112, 4113, 4114 e 4115.

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Unctad

Page 32: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

31

I paesi più avanzati hanno mostrato una dinamicità inferiore, con importazioni che sono sì aumentate ma in misura contenuta. La quota complessiva delle import degli Stati Uniti, della Germania, della Francia e del Regno Unito, pertanto, pur rimanendo elevata, si è notevolmente ridotta nel tempo e rappresenta ora solo il 15,4% dei flussi mondiali di pelli finite.

2.4.3 L’evoluzione delle quote di mercato nei principali mercati di sbocco

Lo studio dell’evoluzione delle quote di mercato fornisce un’indicazione della capacità delle imprese italiane di mantenere le proprie posizioni nei mercati avanzati, di fronte all’affermazione sui mercati mondiali dei produttori dislocati nei paesi emergenti, e di entrare e conquistare spazio e clienti nei mercati in forte espansione.

Nei paesi avanzati europei le imprese italiane hanno dimostrato una buona capacità competitiva visto che hanno saputo difendere le proprie quote di mercato (tab. 2.4), rinunciando in alcuni casi a piccole fette del mercato (in Germania la quota di mercato è scesa al 46,9% dal 49,8%) e conquistando in altri casi nuovo mercato (Francia, Regno Unito e Spagna, dove la quota è salita rispettivamente al 56,2%, al 58,2% e al 47,3%).

Nei paesi dell’Est Europa (Romania e Polonia) l’Italia ha saputo cogliere molte delle opportunità offerte, incrementando le proprie vendite e mantenendo alta la quota di mercato che si colloca al 77,4% in Romania e al 47,3% in Polonia.

Negli Stati Uniti la quota di mercato delle imprese italiane ha subito un ridimensionamento non trascurabile (dal 30,1% al 25,2%), a causa dell’affermazione di paesi come Brasile e Cina. Va detto, però, che parte dei flussi brasiliani potrebbero anche provenire da siti produttivi che appartengono ad imprese italiane che hanno delocalizzato parte della loro produzione (in primis quella destinata a servire il mercato americano) in Brasile (si veda il caso del gruppo Rino Mastrotto nel par. 3.4.1).

L’Italia è il secondo fornitore di pelli finite del Messico, a grande distanza dagli Stati Uniti. Tra il 2002 e il 2004 il nostro paese ha saputo cogliere le opportunità offerte da quest’area: la dinamicità delle import del Messico e l’ancora contenuta quota di mercato detenuta dall’Itala fanno però pensare che ci siano ancora grandi potenzialità di crescita in questo paese per i nostri produttori.

Potenzialità di crescita che sono presenti anche in Cina (Hong Kong incluso), che è il mercato mondiale più importante e dinamico. In quest’area le imprese italiane hanno saputo ottenere buoni risultati, ma il livello della loro quota di mercato fa pensare che abbiano ancora ampi margini di espansione.

Il quadro che emerge da questa analisi è piuttosto lusinghiero per le imprese italiane. In generale l’Italia mostra una buona capacità competitiva in quasi tutti i mercati studiati: difende bene le proprie posizioni nei paesi maturi ed è presente nelle aree più dinamiche anche se non riesce a guadagnare quote di mercato. Ciò è vero anche per il distretto di Arzignano visto che nei mercati in cui le esportazioni vicentine rappresentano una buona fetta del totale italiano (Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Francia e Polonia) l’Italia sperimenta performance generalmente positive. Solo nel caso degli Stati Uniti si è in presenza di una perdita considerevole di quote di mercato, che, però, come si è visto, può essere almeno in parte spiegata dalle delocalizzazioni operate in Brasile da un’importante realtà produttiva vicentina.

... rispetto ai paesi avanzati

Il settore conciario italiano mostra buoni livelli di competitività ...

... sia nei paesi avanzati ...

... che nei mercati emergenti ...

... dove ci sono ancora buoni spazi di crescita

Page 33: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

32

Tab. 2.4 – IMPORT DI PELLI FINITE a NEI PRINCIPALI IMPORTATORI MONDIALI (elaborazioni su dati a prezzi correnti)

Milioni di dollari Composizione % Milioni di dollari Composizione %2002 2004 var. '04-'02 2002 2004 2002 2004 var. '04-'02 2002 2004

Altro Asia 313,5 500,4 186,9 22,7 20,5 Cina 411,2 728,1 316,9 21,8 29,1Rep. Corea 390,3 499,8 109,5 28,3 20,5 Italia 311,3 420,7 109,4 16,5 16,8Free Zones 92,9 329,9 237,0 6,7 13,5 India 153,4 226,9 73,6 8,1 9,1Italia 203,9 297,3 93,4 14,8 12,2 Rep. Corea 233,7 221,0 -12,6 12,4 8,8Brasile 62,6 131,9 69,3 4,5 5,4 Brasile 60,2 111,2 51,0 3,2 4,5

Totale 1.379,9 2.435,1 1.055,2 100,0 100,0 Totale 1.886,5 2.497,7 611,2 100,0 100,0

Milioni di dollari Composizione % Milioni di dollari Composizione %2002 2004 var. '04-'02 2002 2004 2002 2004 var. '04-'02 2002 2004

Italia 219,5 193,2 -26,3 30,1 25,2 Stati Uniti 269,7 464,5 194,8 63,7 65,9Argentina 147,6 134,7 -12,9 20,3 17,6 Italia 46,1 86,4 40,4 10,9 12,3Brasile 71,7 109,8 38,2 9,8 14,3 Argentina 13,4 50,3 36,9 3,2 7,1Cina 14,1 54,9 40,9 1,9 7,2 Australia 43,3 26,3 -17,0 10,2 3,7Uruguay 45,9 45,6 -0,4 6,3 5,9 Brasile 9,2 22,8 13,6 2,2 3,2Messico 41,3 44,4 3,2 5,7 5,8 Sud Africa 6,0 10,0 4,0 1,4 1,4

Totale 728,2 766,6 38,4 100,0 100,0 Totale 423,3 705,0 281,7 100,0 100,0

Milioni di dollari Composizione % Milioni di dollari Composizione %2002 2004 var. '04-'02 2002 2004 2002 2004 var. '04-'02 2002 2004

Italia 257,6 289,4 31,8 49,8 46,9 Italia 238,5 356,5 118,0 80,0 77,4Polonia 46,4 62,1 15,7 9,0 10,1 Olanda 10,3 24,0 13,7 3,5 5,2Austria 43,2 57,6 14,4 8,4 9,3 Germania 20,0 21,4 1,4 6,7 4,7Uruguay 26,2 40,0 13,8 5,1 6,5 Austria 4,2 11,6 7,5 1,4 2,5

Totale 516,8 617,2 100,4 100,0 100,0 Totale 298,2 460,3 162,2 100,0 100,0

Milioni di dollari Composizione % Milioni di dollari Composizione %2002 2004 var. '04-'02 2002 2004 2002 2004 var. '04-'02 2002 2004

Italia 110,4 176,7 66,4 50,2 47,3 Italia 141,4 178,5 37,0 44,1 47,3Regno Unito 22,0 45,9 23,9 10,0 12,3 Cina 31,5 37,9 6,4 9,8 10,0Germania 24,3 44,4 20,1 11,1 11,9 India 39,1 31,1 -8,0 12,2 8,2Uruguay 12,6 24,6 12,0 5,7 6,6 Francia 13,0 26,1 13,1 4,1 6,9Svezia 19,5 20,8 1,3 8,9 5,6 Nigeria 18,3 23,5 5,3 5,7 6,2

Totale 219,7 373,3 153,6 100,0 100,0 Totale 320,9 377,6 56,7 100,0 100,0

Milioni di dollari Composizione % Milioni di dollari Composizione %2002 2004 var. '04-'02 2002 2004 2002 2004 var. '04-'02 2002 2004

Italia 146,4 184,9 38,5 55,7 56,2 Italia 107,0 122,1 15,1 57,8 58,2Spagna 28,3 33,3 4,9 10,8 10,1 Austria 2,3 17,8 15,5 1,3 8,5Germania 18,8 19,1 0,3 7,1 5,8 Olanda 21,4 14,4 -7,0 11,6 6,9Uk 11,4 10,1 -1,3 4,3 3,1 Spagna 8,2 11,2 3,0 4,4 5,4Stati Uniti 3,0 10,0 7,0 1,1 3,0 Germania 6,7 10,1 3,4 3,6 4,8

Totale 262,9 329,1 66,3 100,0 100,0 Totale 185,0 209,7 24,7 100,0 100,0

Cina Hong Kong

RomaniaGermania

Stati Uniti Messico

Francia Regno Unito

Polonia Spagna

a Codici HS02 4107, 4112, 4113, 4114 e 4115.

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Unctad.

2.5 L’evoluzione e la struttura “geografica” delle importazioni

Prima di affrontare il tema dell’integrazione internazionale della produzione, vista la forte dipendenza del distretto dall’estero per l’approvvigionamento delle materie prime, conviene analizzare l’import di pelli e wet blue. Le pelli in pelo provengono prevalentemente dall’Europa o dall’Italia; queste sono pelli più pregiate che possono essere convenientemente conciate anche nel distretto. Alcune pelli in pelo di qualità

Page 34: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

33

minore provengono dall’ex Unione Sovietica. Come si è già detto, crescono i flussi di importazione di pelli wet blue: basti pensare che il valore delle importazioni di pelli conciate della provincia di Vicenza ha nettamente sopravanzato il valore delle importazioni delle pelli crude. Queste ultime che nel 1987 costituivano il 70% delle importazioni provinciali di pellami, nel 1997 sono scese al 41% (Tattara, 2001). Il wet blue prodotto nel distretto è generalmente di alta qualità; quello di media-bassa qualità è quasi interamente importato già conciato dai paesi produttori delle pelli (Brasile, Venezuela, Sud Africa, Australia) e viene utilizzato per realizzare articoli più economici. C’è tuttavia una piccola percentuale di import di wet blue di fascia medio-alta, che proviene dalla Nuova Zelanda, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti.

I dati di commercio estero evidenziano la crescita delle importazioni del distretto: il rallentamento degli ultimi anni è quasi interamente ascrivibile all’apprezzamento dell’euro che ha comportato un calo dei prezzi in euro della pelli (fig. 2.8).

Fig. 2.8 – PREZZI DELLE PELLI E IMPORTAZIONI DELL’INDUSTRIA CONCIARIA1 DELLA PROVINCIA DI VICENZA

70

80

90

100

110

120

130

1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005

Prezzo pelli in $ (1991=100)

Prezzo pelli in euro (1991=100)

0

200

400

600

800

1.000

1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005

Import Vicenza (mln di euro)

Import Vicenza (mln di euro - prezzi del 1991)

1 Ateco 19.1. Nota: la serie espressa in euro del 1991 delle importazioni di pelli della provincia di Vicenza è stata ottenuta esprimendo le importazioni nei prezzi in euro delle pelli nel 1991. I dati relativi al 2005 sono provvisori. Fonte: elab. Banca Intesa su dati Istat e Prometeia (Analisi e previsioni dei prezzi delle commodity)

Page 35: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

34

Gran parte dei principali paesi “fornitori” di pelli del distretto hanno visto salire le proprie vendite nella provincia vicentina. In particolare, sono aumentate le import provenienti dall’America centro-meridionale (Brasile in primis) e dall’Europa centro-orientale (tab. 2.5). Dal 1991 al 2004, infatti, il peso delle importazioni di queste due aree è cresciuta notevolmente: nel 2004 l’America centro-meridionale e l’Europa centro-orientale rappresentano rispettivamente il 35,2% (dal 23,8% del 1991) e il 18,6% (dal 7,9% del 1991) dell’import dell’industria conciaria vicentina. Il distretto importa molto anche dall’Oceania (15,4%). Nel tempo si è ridotto il peso delle importazioni provenienti dall’Ue-15: (dal 19,4% del 1991 al 15,8% del 2004).

Tab. 2.5 - IMPORTAZIONI DELL’INDUSTRIA CONCIARIA1 DELLA PROVINCIA DI VICENZA

(a prezzi correnti)

Milioni di euro Composizione % Tasso % di crescita annuo medio

1991 2000 2004 1991 2000 2004 1992-1995

1996-2000

2001-2004

1 Brasile 31 231 187 19,4 30,9 26,1 22,8 26,5 -5,2

2 Regno Unito 6 60 66 3,8 8,0 9,2 24,0 32,5 2,2

3 Australia 17 79 62 10,3 10,6 8,6 42,4 3,0 -6,1

4 Stati Uniti 21 30 50 13,0 4,0 7,0 0,9 6,4 14,0

5 Nuova Zelanda 10 28 48 6,4 3,7 6,7 26,3 1,1 14,6

6 Russia (Federazione di) n.d. 21 47 n.d. 2,8 6,6 n.d. -14,7 22,7

7 Croazia n.d. 10 32 n.d. 1,4 4,5 n.d. 35,4 32,6

8 Ucraina n.d. 27 26 n.d. 3,6 3,7 n.d. 18,0 -0,5

9 Repubblica Sudafricana 15 36 21 9,5 4,8 2,9 23,6 0,0 -12,8

10 Colombia 0 22 19 0,2 2,9 2,6 49,3 69,1 -4,1

11 Venezuela 0 18 15 0,0 2,5 2,1 182,1 40,3 -5,1

Europa 45 202 247 27,6 26,9 34,5 33,1 7,5 5,2

di cui: Ue 15 31 115 113 19,4 15,3 15,8 16,5 14,7 -0,4

Europa centro orientale 13 85 133 7,9 11,4 18,6 58,4 1,2 11,7

Africa 26 69 39 16,2 9,2 5,4 22,7 3,0 -13,4

America 60 360 303 36,9 48,1 42,3 26,1 19,0 -4,3

America centro meridionale 38 329 252 23,8 44,0 35,2 35,1 20,8 -6,5

America settentrionale 21 31 51 13,1 4,1 7,1 2,3 5,8 13,3

Asia 4 11 17 2,6 1,5 2,4 17,7 6,4 11,4

di cui: Asia centrale 2 5 10 1,2 0,6 1,4 6,5 12,9 22,1

Asia orientale 2 6 6 1,4 0,9 0,8 21,5 5,0 -1,8

Oceania e altri territori 27 107 110 16,7 14,3 15,4 37,0 2,5 0,6

Extra-Ue 15 130 634 602 80,6 84,7 84,2 32,0 9,9 -1,3

Mondo 162 749 715 100,0 100,0 100,0 29,4 10,5 -1,21 Ateco 19.1

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su dati Istat

Page 36: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

35

2.6 Le delocalizzazioni

Negli ultimi anni le imprese del distretto hanno iniziato a pensare alla delocalizzazione delle attività a monte, realizzando propri stabilimenti o stipulando accordi di collaborazione con paesi di nuova industrializzazione, per quanto queste strategie non siano diffuse e condivise a livello di distretto ma siano piuttosto esperienze individuali, nate da singoli contatti con operatori esteri. Inizialmente l’obiettivo dei processi di delocalizzazione era soprattutto quello di ottenere wet blue a basso costo ma con qualità controllata, visto che delegare a terzi la prima concia significa perdere il controllo di una delle fasi più delicate del processo, che influenza la qualità finale del prodotto.

Recentemente a questo tipo di motivazioni si è aggiunta la possibilità di far svolgere all’estero anche le fasi di rifinitura, con lo scopo di estendere il mercato di sbocco in paesi altrimenti non interessati alla produzione italiana. Tra le principali aree interessate da processi di delocalizzazione delle imprese vicentine troviamo l’Europa centro orientale, che rappresenta l’area di delocalizzazione dei principali comparti clienti del conciario vicentino, cioè l’industria dell’arredamento, calzaturiera e dell’abbigliamento; soprattutto in Polonia e in Russia esistevano già alcuni impianti, che sono stati acquistati da imprese vicentine in joint venture con operatori locali e che ora producono con tecnologie sperimentate ad Arzignano. All’Est Europa si aggiungono i paesi dell’Estremo Oriente e dell’America Latina che, come già detto, oltre a rappresentare i più importanti mercati di approvvigionamento delle materie prime e dei semilavorati, costituiscono mercati di sbocco in crescita e con prospettive di sviluppo interessanti (par. 4.4.1), che è necessario presidiare sempre più anche dal punto di vista commerciale. La presenza produttiva in Estremo Oriente ed in America Latina offre anche vantaggi logistici (capacità di servire meglio la clientela presente in questi mercati) e pone al riparo dalle oscillazioni del tasso di cambio e, in particolare, dall’apprezzamento dell’euro (cfr. il caso Dal Maso nel par. 3.4.6).

Le esperienze di delocalizzazione non sono diffuse

Inizialmente servivano per ottenere wet blue a basso costo

Recentemente sono state realizzate anche per ampliare i mercati di sbocco

Page 37: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

36

3. Le performance reddituali e di crescita delle imprese del distretto

In questa sezione si analizza la performance di un campione di imprese che operano nel settore di specializzazione del distretto industriale di Arzignano. L’analisi si riferisce ai bilanci individuali delle imprese del distretto e, pertanto, tiene solo parzialmente conto della presenza dei gruppi di imprese. Questi ultimi, infatti, sono molto spesso informali e, di conseguenza, la loro evoluzione “a livello consolidato” può essere ricostruita con estrema difficoltà e incertezza.

L’analisi intende individuare le caratteristiche strutturali e dei processi produttivi che più influenzano la performance delle imprese distrettuali, misurata attraverso tassi di crescita di fatturato e attività e redditività operativa e complessiva.

3.1 Performance e caratteristiche delle imprese distrettuali

3.1.1 La rappresentatività del campione

Il campione di indagine è formato da 187 imprese conciarie operanti nel distretto, incluse nella base dati del Servizio Studi di Banca Intesa e per le quali sono disponibili informazioni anagrafiche e dati contabili dal 2002 al 2004. In questa analisi la definizione dell’area distrettuale è estesa a tutti i comuni aderenti al progetto Giada (cfr. par. 4.5.2), in quanto, attraverso tale partecipazione, questi enti segnalano una particolare sensibilità al tema del recupero ambientale del polo conciario della Valle del Chiampo ed un coinvolgimento diretto nelle dinamiche evolutive delle imprese conciarie localizzate nei rispettivi territori. Pertanto, oltre ai comuni elencati nel paragrafo 1.4, sono considerati parte del distretto i comuni di Alonte, Castelgomberto, Lonigo, Sarego e Trissino.

Il campione utilizzato nell’analisi della redditività include le principali imprese del distretto (tab. 1.10), ma non tiene sufficientemente conto delle imprese più piccole. Esso, infatti, considera quasi esclusivamente le società di capitali (Srl, Spa, Società in accomandita per azioni). Pertanto una corretta valutazione dell’andamento delle imprese di dimensione minore può essere fatta solo affiancando ai risultati ottenuti dall’analisi dei bilanci le indicazioni emerse dai dati dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Vicenza sui cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nelle forme giuridiche del distretto. A questo proposito si può osservare che nel periodo 2001-’04 l’industria conciaria vicentina è stata interessata da un lieve aumento delle società di capitali e da una riduzione consistente delle forme societarie meno strutturate come le società di persone e le ditte individuali (fig. 3.1).

Per quanto concerne le imprese di piccole dimensioni, pertanto, l’analisi dei dati di bilancio che segue si riferisce solamente a quei soggetti che, almeno fino a questo momento, hanno superato il processo di selezione che ha comportato l’uscita dal settore di parecchi operatori locali.

L’evoluzione favorevole della numerosità delle società di capitale può assumere diversi significati: da un lato, può testimoniare la maggiore capacità di tenuta o la necessità di assumere forme più strutturate nei momenti in cui si inaspriscono le pressioni competitive, dall’altro può nascondere notevoli perdite di occupazione12 e la presenza di maggiori barriere all’uscita per le imprese più grandi in difficoltà, alla luce degli elevati livelli occupazionali e delle maggiori risorse investite nelle immobilizzazioni. Una più accurata valutazione della situazione presente nelle imprese di maggiori dimensioni può essere realizzata leggendo congiuntamente l’informazione sull’evoluzione delle forme giuridiche delle imprese e i dati di bilancio.

12 Si tenga presente che la chiusura di una sola impresa di grandi dimensioni può comportare la

perdita di parecchi posti di lavoro.

Page 38: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

37

Fig. 3.1 - EVOLUZIONE DELLE IMPRESE ATTIVE NEL SETTORE CONCIARIO a NELLA PROVINCIA DI VICENZA

0

100

200

300

400

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 20050

200

400

600

800

Società di capitale Imprese individuali

Società di persone Totale (s.d.)

a Ateco 19.1

Fonte: elaborazione Banca Intesa su dati Ufficio Studi CCIAA Vicenza

3.1.2 Le performance delle imprese del distretto di Arzignano

La tabella 3.1 riporta alcune statistiche descrittive relative alle principali caratteristiche delle imprese analizzate

13. Per mitigare gli effetti delle fluttuazioni

annuali del ciclo economico e delle politiche aziendali di rappresentazione in bilancio, per ciascun indicatore è stato calcolato il valore medio nel periodo 2002-‘04. Sui valori medi sono poi state calcolate le statistiche descrittive.

Dalla tabella 3.1 è evidente la ridotta incidenza delle immobilizzazioni immateriali, a indicare la bassa propensione a realizzare investimenti in marketing, in ricerca e sviluppo (R&S), in brevetti. Ciò non significa che le imprese del distretto non investono in innovazione. Spesso, infatti, solo una parte dei costi di R&S viene capitalizzata e ammortizzata, visto che in virtù del principio civilistico della prudenza parte delle spese in ricerca e sviluppo viene considerata come costo di esercizio e imputata direttamente e interamente a conto economico. Le imprese conciarie, inoltre, come testimoniato dall’Unic, introducono innovazioni principalmente tramite il loro rapporto con i fornitori di prodotti chimici e di macchinari. Anche in questo settore, pertanto, l’interazione con l’industria meccanica si dimostra strategica all’introduzione di innovazioni di prodotto e di processo. Nell’industria manifatturiera italiana, infatti, l’Istat rileva che è l’acquisizione di macchinari la principale fonte delle innovazioni implementate dalle aziende italiane.

La tabella 3.1 illustra anche l’elevata incidenza sul fatturato dei costi per servizi e godimento di beni di terzi (tra cui i servizi di assistenza e manutenzioni, i servizi di trasporto e spedizione, i servizi di promozione e pubblicità, i diritti di autore, le licenze e royalties, i servizi di ricerca e sviluppo, i costi delle lavorazioni presso terzi, i canoni di leasing, gli oneri per affitto di stabilimenti) e, soprattutto, degli acquisti netti (acquisti di materie prime, di semilavorati, di beni destinati alla commercializzazione), e il peso più contenuto del costo del lavoro. La quota di fatturato destinato agli acquisti netti, ai servizi e al lavoro è, infatti, pari rispettivamente al 61,2%, al 24,8% e al 9%.

13 Si tenga presente che tutti i bilanci analizzati in questo paragrafo si riferiscono ai bilanci

individuali delle società operative localizzate nel distretto e specializzate nei comparti di specializzazione del distretto.

I dati di bilancio suggeriscono che le imprese conciarie del distretto nel periodo 2002-’04 ...

Page 39: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

38

Tab. 3.1 – PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE IMPRESE CAMPIONARIE a

Oss. 25mo perc. Mediana 75mo perc.

Tasso di crescita (var. % 2004/'02)

Totale attivo 187 -13,8% 2,8% 29,8%

Fatturato 187 -26,0% -6,1% 16,1%

Valore aggiunto 187 -23,2% -0,7% 21,9%

Evoluzione di alcune voci di costo (var. % 2004/'02)

Acquisti netti 187 -33,4% -10,8% 19,7%

Costi per servizi e godimento beni di terzi 187 -18,5% -1,0% 27,8%

Costo del lavoro 181 -4,8% 7,7% 24,9%

Ammortamenti imm. materiali 185 -25,5% -1,4% 31,8%

Risultati della gestione industriale (in % Fatturato)

- Acquisti netti 187 50,5% 61,2% 68,4%

- Costi per servizi e godimento beni di terzi 187 18,9% 24,8% 33,2%

Valore aggiunto b 187 8,5% 13,8% 21,2%

- Costo del lavoro 187 4,1% 9,0% 13,2%

Margine operativo lordo (Mol) 187 2,8% 5,0% 7,9%

Ammortamenti imm. materiali 187 0,7% 1,5% 2,6%

Margine operativo netto (Mon) 187 1,6% 3,2% 4,8%

Reddititività (%)

Mol in % Capitale investito 187 6,4% 10,3% 17,3%Roi (Mon in % Capitale investito) 187 3,6% 6,6% 10,7%Roe netto 187 -0,6% 5,5% 15,6%

Immob. materiali nette in % fatturato 187 3,3% 7,7% 14,2%

Immob. Immateriali in % fatturato 187 0,1% 0,4% 1,5%

Struttura finanziaria

Leva Finanziaria c 187 39,5% 69,6% 80,7%

Costo medio passività finanziarie d 187 4,6% 6,6% 11,1%

Dimensione

Fatturato (mil. €) 187 3,0 6,3 16,0

Numero dipendenti 76 21 41 70

Propensione all'export e 36 33,6% 46,2% 57,5%

a Le statistiche descrittive sono calcolate su dati medi del periodo 2002-2004. b Grado di integrazione verticale.c Debiti finanziari in % totale passività. d Oneri finanziari in % debiti finanziari. e Esportazioni in % fatturato.

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su bilanci aziendali

La tabella illustra il momento non facile attraversato dalle imprese del distretto: tra il 2002 e il 2004, infatti, il valore aggiunto, in valore mediano, è rimasto per lo più stabile mentre il fatturato è diminuito del 6,1% (-2,8% la variazione del fatturato cumulato del campione in esame). Il calo di fatturato si spiega in parte con l’apprezzamento della valuta europea che, oltre ad inasprire le pressioni competitive dei paesi emergenti, ha spinto i produttori vicentini, nello sforzo di restare competitivi nei mercati in cui la valuta di riferimento è il dollaro, a rivedere al ribasso i propri listini in euro. Gli arretramenti di fatturato non hanno però interessato la generalità delle imprese del distretto. 73 imprese sono, infatti, riuscite a conseguire una crescita delle vendite: di queste il 25% ha sperimentato un aumento di fatturato almeno pari al

... hanno subito perdite di fatturato ...

Page 40: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

39

16,1%. Per contro sempre una percentuale pari al 25% ha accusato perdite di fatturato non inferiore al 26%.

Migliore è stata, invece, la tenuta del valore aggiunto che in quasi il 50% dei casi è cresciuto. La miglior tenuta del valore aggiunto (che è dato dalla differenza tra il fatturato e la variazione delle rimanenze, gli acquisti netti – principalmente di materie prime -, i costi per servizi) è da ricondurre al calo dei costi per servizi e, soprattutto, a quello delle materie prime, generato, a sua volta, dall’apprezzamento dell’euro (cfr. la fig. 2.8), ma anche ad una tendenza delle imprese più grandi a ridurre, in un periodo caratterizzato da pochi ordini, il ricorso a contoterzisti. Ciò sembra trovare conferma sia dall’evoluzione del valore aggiunto per classe dimensionale (in aumento nelle imprese di dimensioni maggiori e in forte contrazione nelle imprese più piccole; si veda a questo proposito la tab. 3.3) sia dall’uscita dal settore di parecchi operatori di piccole dimensioni (testimoniato dalla fig. 3.1).

L’evoluzione migliore del valore aggiunto rispetto a quella del fatturato non si è riflessa in un miglioramento dei margini unitari (Margine operativo lordo - valore aggiunto al netto del costo del lavoro – in percentuale del fatturato), visto che tra il 2002 e il 2004 si è assistito ad un aumento del costo del lavoro (tab. 3.1 e fig. 3.2).

Il calo del fatturato, nonostante la tenuta dei margini, ha avuto, comunque, effetti negativi sull’evoluzione della redditività della gestione industriale (misurata dal Roi

14)

e, soprattutto, di quella complessiva (Roe netto15

; fig. 3.3).

Fig. 3.2 - EVOLUZIONE DELLA GESTIONE INDUSTRIALE (valori mediani delle variabili espresse in % del fatturato)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

2002 2003 2004

Acquisti netti

Costi per servizi e godimento beni di terzi

Costo del lavoro

Margine operativo lordo

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su bilanci aziendali

14 Il Roi - Return on Investment – è ottenuto rapportando il margine operativo netto (fatturato al

netto dei costi delle materie prime, semilavorati, costo del lavoro e ammortamenti) al capitale investito (tra cui rientrano le immobilizzazioni materiali ed immateriali, ma non le partecipazioni finanziarie).

15 Definito come rapporto tra risultato netto rettificato, differenza tra risultato rettificato ante imposte (utile corrente al netto delle plus/minusvalenze, dei ripristini di valore/svalutazioni di immobilizzazioni, del saldo proventi/oneri straordinari) e imposte (imposte nette sui redditi e imposte patrimoniali) e patrimonio netto prima delle distribuzioni degli utili deliberate.

... e pur mantenendo stabile il proprio valore aggiunto ...

... hanno accusato un peggioramento della redditività ...

Page 41: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

40

Fig. 3.3 - EVOLUZIONE DELLA REDDITIVITÀ (valori mediani)

2%

3%

4%

5%

6%

7%

8%

9%

2002 2003 2004

Roe netto

Roi (Mon in % Capitale investito)

Mol in % del fatturato

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su bilanci aziendali

La dispersione dei risultati reddituali è stata piuttosto elevata. Se, infatti, il 25% delle imprese ha conseguito un Roe netto almeno pari al 15,6%%, un’altrettanta percentuale ha sperimentato una redditività complessiva negativa.

La divaricazione delle performance delle imprese del distretto durante questo periodo di estrema difficoltà si è, in generale, ampliata. In altre parole è aumentato il divario tra le performance delle imprese migliori e quelle delle imprese peggiori (fig. 3.4). Così come osservato per l’industria italiana nel suo complesso (Banca Intesa-Prometeia, luglio 2004), anche nel distretto di Arzignano l’intensificazione delle pressioni competitive sta provocando una crescente divaricazione nelle strategie e, di conseguenza, nelle performance delle imprese.

Fig. 3.4 – DISPERSIONE DELLA REDDITIVITÀ

(la dispersione è misurata la differenza tra il terzo e il primo quartile della distribuzione, normalizzata con il valore della mediana)

0,8

0,9

1,0

1,1

1,2

1,3

1,4

1,5

2002 2003 20042

3

4

5

6

7

8

9

Roi (Mon in % capitale investito)

Mol in % fatturato

Roe netto (scala destra)

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su bilanci aziendali

... e hanno mostrato un’alta e crescente dispersione dei risultati di crescita e reddituali

Page 42: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

41

3.2 Dimensioni aziendali e performance

La presenza nel campione di imprese aventi dimensioni, strategie competitive, caratteristiche strutturali, esposizione all’andamento della domanda internazionale e condizioni di accesso al credito molto differenti può spiegare, almeno in parte, la dispersione degli indicatori di performance e redditività. Poiché la variabile dimensionale “cattura” anche l’effetto di molte altre variabili che influenzano la crescita e la redditività delle imprese, si analizzano i valori mediani degli indicatori di performance e di struttura per classe di fatturato (tab. 3.2).

Le imprese sono state classificate applicando, parzialmente, i criteri di segmentazione della clientela attualmente in uso in Banca Intesa al fatturato (non consolidato) del 2004. In particolare, le imprese sono state classificate come:

1. Affari se con fatturato da 0 a 2,5 milioni di euro;

2. Retail se con fatturato superiore a 2,5 ma al più uguale a 6 milioni di euro;

3. Imprese se con fatturato superiore a 6 ma al più uguale a 50 milioni di euro;

4. Corporate se con fatturato superiore a 50 milioni di euro.

Sotto il profilo strutturale, la categoria Corporate presenta una intensità delle immobilizzazioni immateriali piuttosto contenuta e, comunque, non superiore a quella riscontrata nelle altre imprese del distretto (tab. 3.3). Peraltro, questo indicatore non può essere utilizzato per fornire una stima dell’attività innovativa delle imprese, visto che quest’ultima, molto spesso, viene alimentata dall’interazione con i fornitori (macchinari, chimica). Inoltre, tra le imprese italiane è assai frequente contabilizzare le spese in R&S tra i costi d’esercizio del conto economico e non tra gli investimenti da ammortizzare in più esercizi.

Il costo del debito cresce al diminuire delle dimensioni aziendali. Più in particolare, le imprese Corporate, a fronte di una leva finanziaria in linea con i livelli raggiunti nelle categorie Retail ed Imprese, mostrano un costo del debito più basso.

Quanto al grado di integrazione verticale, esso risulta più elevato nelle imprese più piccole (Affari e Retail) e più basso nella categoria Corporate ed Imprese. Ciò dipende sia dal maggior ricorso da parte degli operatori più grandi a rapporti di subfornitura, che riguardano, soprattutto, le fasi del processo produttivo a più alta intensità del lavoro, sia dalla collocazione nelle fasi più a monte del processo produttivo delle imprese di dimensioni minori. Ciò si riflette nell’incidenza del costo del lavoro sul fatturato, che è di gran lunga più elevata nelle imprese più piccole (Affari).

Passando ora all’analisi della distribuzione degli indicatori di performance di crescita per classe di fatturato, si può notare come in generale tutte le tipologie di imprese analizzate abbiano subito importanti riduzioni di valore aggiunto e, soprattutto, di fatturato. Fanno parziale eccezione le imprese più grandi (Corporate) che tra il 2002 e il 2004 hanno sperimentato, in valore mediano, una contrazione contenuta del fatturato (-2%) e una crescita non trascurabile del valore aggiunto (+11,2%). Tra le altre classi dimensionali osservate regge la categoria Imprese, che, pur arretrando in termini di fatturato, cresce, seppure lievemente in termini di valore aggiunto, grazie alla riduzione degli acquisti netti. Soffrono importanti perdite di fatturato e di valore aggiunto le imprese Affari e Retail.

Page 43: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

42

Tab. 3.2 - PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE IMPRESE CAMPIONARIE PER CLASSE DIMENSIONALE a

Segmenti di clientela Affari Retail

Classe di fatturato fino a 2,5 miliioni di euro da 2,5 a 6 milioni di fatturato

Oss. 25° perc. Mediana 75° perc. Oss. 25° perc. Mediana 75° perc.

Var.% 2004/'02 di alcune voci del conto economico

Fatturato 40 -38,3% -8,1% 15,8% 50 -26,1% -6,9% 10,6%

Valore aggiunto 40 -34,9% -5,3% 17,7% 50 -27,2% -13,3% 22,9%

Acquisti netti 40 -41,2% -20,5% 22,0% 50 -35,0% -6,7% 23,7%

Costi per servizi e godimento beni di terzi 40 -24,6% -5,8% 29,0% 50 -15,0% 0,8% 18,7%

Costo del lavoro 34 -16,6% -2,4% 20,9% 50 -7,5% 0,4% 21,3%

Ammortamenti imm. materiali 39 -34,0% -6,3% 20,0% 50 -27,9% -5,2% 18,5%

Risultati della gestione industriale (in % Fatturato)

- Acquisti netti 40 13,0% 42,3% 61,1% 50 45,6% 57,2% 62,7%

- Costi per servizi e godimento beni di terzi 40 21,6% 32,2% 39,0% 50 22,4% 28,1% 36,5%

Valore aggiunto b 40 6,6% 16,9% 46,2% 50 10,1% 15,5% 23,2%

- Costo del lavoro 40 2,9% 12,6% 33,4% 50 7,2% 10,5% 17,6%

Margine operativo lordo (Mol) 40 3,2% 6,0% 12,8% 50 2,3% 4,8% 9,6%

Ammortamenti imm. materiali 40 0,5% 1,5% 4,5% 50 0,8% 1,5% 3,2%

Margine operativo netto (Mon) 40 1,4% 3,4% 7,0% 50 1,3% 3,2% 5,8%

Reddititività (%)

Roi (Mon in % Capitale investito) 40 4,0% 8,3% 21,5% 50 3,4% 8,0% 12,2%

Roe netto 40 -3,0% 9,3% 21,9% 50 -0,4% 4,7% 14,3%

Immob. materiali nette in % fatturato 40 1,8% 5,7% 14,5% 50 3,7% 9,3% 13,7%

Immob. Immateriali in % fatturato 40 0,0% 0,4% 2,0% 50 0,2% 0,9% 2,1%

Leva Finanziaria c 40 17,5% 63,8% 76,9% 50 39,5% 73,8% 86,5%

Costo medio passività finanziarie d 40 6,5% 11,4% 22,3% 50 5,2% 7,7% 10,9%

Segmenti di clientela Imprese Corporate

Classe di fatturato da 6 a 50 milioni di fatturato oltre 50 milioni di fatturato

Oss. 25° perc. Mediana 75° perc. Oss. 25° perc. Mediana 75° perc.

Var.% 2004/'02 di alcune voci del conto economico

Fatturato 89 -21,1% -8,7% 17,6% 8 -10,2% -2,0% 12,4%

Valore aggiunto 89 -20,8% 1,7% 21,6% 8 -2,2% 11,2% 43,7%

Acquisti netti 89 -25,6% -10,8% 16,0% 8 -18,6% -7,5% 0,7%

Costi per servizi e godimento beni di terzi 89 -19,4% 2,5% 29,4% 8 -10,2% 15,7% 34,7%

Costo del lavoro 89 -2,8% 10,6% 26,8% 8 9,5% 19,4% 44,6%

Ammortamenti imm. materiali 88 -23,6% 0,8% 40,7% 8 -5,3% 11,5% 139,7%

Risultati della gestione industriale (in % Fatturato)

- Acquisti netti 89 59,2% 64,5% 70,6% 8 63,7% 66,5% 69,4%

- Costi per servizi e godimento beni di terzi 89 17,5% 21,1% 29,0% 8 15,4% 19,3% 24,8%

Valore aggiunto b 89 8,5% 12,6% 16,6% 8 10,8% 13,2% 14,3%

- Costo del lavoro 89 4,3% 7,9% 11,4% 8 4,8% 6,7% 8,9%

Margine operativo lordo (Mol) 89 2,8% 4,6% 6,3% 8 4,8% 5,5% 7,0%

Ammortamenti imm. materiali 89 0,8% 1,6% 2,2% 8 0,9% 1,6% 1,9%

Margine operativo netto (Mon) 89 1,7% 3,1% 4,1% 8 3,3% 4,1% 4,6%

Reddititività (%)

Roi (Mon in % Capitale investito) 89 3,5% 5,6% 9,0% 8 5,1% 7,2% 8,5%

Roe netto 89 -0,9% 5,5% 14,6% 8 3,5% 5,8% 19,3%

Immob. materiali nette in % fatturato 89 3,6% 8,2% 14,2% 8 4,5% 7,6% 10,1%

Immob. Immateriali in % fatturato 89 0,1% 0,2% 1,1% 8 0,0% 0,2% 0,4%

Leva Finanziaria c 89 49,3% 70,3% 80,9% 8 67,5% 72,7% 78,7%

Costo medio passività finanziarie d 89 4,4% 5,9% 8,6% 8 3,7% 4,1% 5,2%

a Le statistiche descrittive sono calcolate su dati medi del periodo 2002-2004. b Grado di integrazione verticale. c Debiti finanziari in % totale passività. d Oneri finanziari in % debiti finanziari. Fonte: elaborazioni Banca Intesa su bilanci aziendali

Page 44: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

43

L’andamento del valore aggiunto nelle diverse classi dimensionali (in crescita nelle imprese più grandi e in notevole arretramento in quelle più piccole) potrebbe riflettere, almeno in parte, la tendenza da parte delle imprese più grandi a ridurre il ricorso ai contoterzisti nei periodi di contrazione della domanda, evadendo gli ordini con la propria capacità produttiva. E’ evidente che questa situazione penalizza i soggetti più deboli e con produzioni standardizzate che vengono utilizzati dalle imprese maggiori nelle fasi congiunturale positive per ampliare la loro capacità produttiva.

Sempre l’analisi dell’andamento di alcune voci di costo sembra suggerire la presenza di maggiori livelli di flessibilità nell’utilizzo del lavoro all’interno delle imprese minori: le imprese Affari, infatti, tra il 2002 e il 2004 hanno mostrato un calo, in valore mediano, nel costo del lavoro del 2,4%, a fronte di aumenti compresi tra lo 0,4 e il 7,9% nelle altre categorie di imprese.

L’analisi degli indicatori di redditività fornisce indicazioni diverse. In questo caso, infatti, le imprese più piccole (Affari) mostrano, in valore mediano, una redditività della gestione operativa e complessiva superiore alle altre categorie di imprese. Ciò è in parte dovuto alla maggiore flessibilità di queste imprese che, come si è visto sono in grado di ridurre più agevolmente il costo del lavoro durante le fasi di maggiore difficoltà congiunturale.

3.3 Performance e strategie delle imprese

Nel paragrafo precedente la performance delle imprese è stata messa in relazione con la variabile dimensionale, nel tentativo di capire se le dimensioni aziendali, che influenzano e sono a loro volta influenzate dalle scelte strategiche (innovazione, internazionalizzazione, marketing, servizio post-vendita, ricerca delle nicchie di mercato), influenzano i risultati di crescita e reddituali. In questo paragrafo si cerca di verificare più direttamente il legame tra performance e strategie.

La metodologia adottata in questa analisi ha delle analogie con la ricerca condotta dal Servizio Studi di Banca Intesa con il TeDis (si veda a questo proposito l’Approfondimento “Strategie d’impresa e performance delle Pmi italiane” contenuto nel Monitor dei Distretti del luglio del 2005) e presentata a Milano il 14 giugno del 2005 nel corso di un convegno dedicato ai distretti industriali italiani e alle strategie per vincere sul mercato globale. La ricerca ha consentito di unire le informazioni provenienti dalla banca dati dei bilanci di Banca Intesa con quelle dell’Osservatorio, annualmente condotto dal TeDis, sull’innovazione tecnologica, il design, la dotazione ICT, le strategie di internazionalizzazione e di marketing delle imprese distrettuali.

Analogamente a quanto fatto nello studio Banca Intesa-TeDis, il campione delle imprese di Arzignano è stato diviso in quattro gruppi:

• Imprese “vincenti”, che coniugano un andamento del fatturato superiore (in termini di mediana) alle altre imprese del distretto con una redditività operativa maggiore (sempre in valore mediano) di quella distrettuale.

• Imprese “in corsa”, che riescono a fare crescere il fatturato più delle altre anche a costo di una redditività operativa inferiore alle altre;

• Imprese “prudenti”, che puntano a mantenere una redditività operativa superiore alla media delle imprese del proprio distretto e non alla crescita;

• Imprese “in difficoltà”, che non riescono a sviluppare il fatturato e che presentano una redditività operativa inferiore alle altre (spesso negativa).

Nello studio Banca Intesa-TeDis, attraverso informazioni contenute nell’Osservatorio TeDis, venivano poi studiate le scelte strategiche dei quattro gruppi in termini di innovazione tecnologica, di design, di dotazione ICT e di internazionalizzazione.

Page 45: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

44

Purtroppo questa seconda parte dello studio non è realizzabile per il distretto di Arzignano visto che i dati dell’Osservatorio sono disponibili per un numero insufficiente di imprese del distretto. Pertanto si è deciso di procedere diversamente.

Nel paragrafo 3.4 verranno studiati alcuni casi aziendali, facendo particolare attenzione alle scelte strategiche e ai risultati conseguiti dalle imprese, mentre in questo paragrafo i risultati dei quattro gruppi individuati sono stati affiancati ad alcune variabili di bilancio (come il grado di integrazione verticale, le immobilizzazioni immateriali, l’incidenza del costo del lavoro, la leva finanziaria, gli ammortamenti) che, seppure indirettamente, individuano le caratteristiche e le strategie delle imprese (tab. 3.3).

Le imprese vincenti non hanno una dimensione significativamente superiore alle altre tipologie di imprese. Esse presentano un grado di integrazione verticale superiore alle altre imprese che si riflette in un’incidenza sul fatturato del costo del lavoro e degli ammortamenti più elevati.

Le imprese vincenti presentano una rilevanza più elevata delle immobilizzazioni immateriali, ad indicare un ricorso maggiore a strategie legate all’innovazione e al marketing. Ciò è confermato, seppure indirettamente, anche dal peso relativamente più elevato dei costi per servizi e godimento beni di terzi che comprendono anche sperse per servizi di ricerca e sviluppo, di promozione e pubblicità, per diritti di autore, licenze e royalties.

L’evoluzione degli ammortamenti in immobilizzazioni materiali segnala un aumento degli investimenti di queste imprese, mentre la relativa stabilità degli acquisti netti suggerisce come le imprese vincenti siano riuscite ad aumentare il fatturato senza incrementare i costi delle materie prime (ciò può essere dovuto al calo dei prezzi delle materie prime: la quantità di materia prima acquistata è sì aumentata ma il costo complessivo è rimasto stabile visto il calo dei prezzi). Per queste imprese cresce in misura non trascurabile il costo del lavoro (20,9%) e i costi per servizi e godimento di beni di terzi (+17,5%).

Le imprese In corsa presentano dimensioni aziendali elevate e significativamente superiori alle altre tipologie considerate: il valore mediano del loro fatturato è pari a 11,3 milioni di euro mentre nelle altre tipologie varia da 4,7 a 5,9 milioni di euro. Esse presentano un grado di integrazione verticale più contenuto che si riflette in una minore incidenza del costo del lavoro e degli ammortamenti.

Esse, al pari delle imprese vincenti accrescono il proprio fatturato, mantenendo fermi gli acquisti netti ma incrementando il costo del lavoro (+20,2%) e gli ammortamenti (18,5%) e, quindi, gli investimenti in macchinari. Il peso delle immobilizzazioni immateriali segnala come anche queste imprese facciano un maggior ricorso alle innovazioni e al marketing. Da un punto di vista finanziario queste imprese mostrano una leva finanziaria più elevata e godono di condizioni di finanziamento più favorevoli (grazie molto probabilmente anche alle loro dimensioni aziendali) rispetto ad altre tipologie di imprese.

Le imprese Prudenti hanno un buon grado di integrazione verticale (inferiore solo a quello delle imprese vincenti). Esse hanno ridotto significativamente gli ammortamenti e, quindi, gli investimenti per far fronte al calo della domanda che le ha riguardate. Le imprese prudenti, al pari delle imprese in difficoltà, mostrano un livello relativamente basso di immobilizzazioni immateriali, a indicare che molto probabilmente non adottano strategie non price.

Le imprese in Difficoltà mostrano un’evoluzione delle voci del conto economico simile a quella evidenziata dalle imprese Prudenti. Esse, però, rispetto alle imprese prudenti non riescono ad ottenere una redditività soddisfacente, penalizzate da un grado di integrazione verticale maggiore.

Page 46: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

45

Tab. 3.3 - PERFORMANCE E STRATEGIE DELLE IMPRESE

Classificazione delle imprese Vincenti In corsa

Risultati conseguiti Roi e Var.% 2004/'02 valore aggiunto > mediana Roi < mediana e Var.% valore aggiunto > mediana

Oss. 25° perc. Mediana 75° perc. Oss. 25° perc. Mediana 75° perc.

Var.% 2004/'02 di alcune voci del conto economico

Fatturato 49 -2,9% 13,2% 35,3% 45 -12,4% 3,1% 27,8%

Valore aggiunto 49 10,5% 20,0% 38,9% 45 8,6% 22,1% 51,5%

Acquisti netti 49 -14,6% 0,5% 36,4% 45 -18,3% 0,4% 30,9%

Costi per servizi e godimento beni di terzi 49 3,0% 17,5% 46,6% 45 -15,4% 3,0% 38,5%

Costo del lavoro 47 9,8% 20,9% 49,3% 44 -2,8% 20,2% 42,2%

Ammortamenti imm. materiali 47 -12,4% 5,9% 67,9% 45 -18,5% 18,5% 59,6%

Risultati della gestione industriale (in % Fatturato)

- Acquisti netti 49 31,2% 56,7% 63,5% 45 61,8% 66,7% 73,3%

- Costi per servizi e godimento beni di terzi 49 21,4% 27,6% 36,5% 45 17,5% 22,4% 31,3%

Valore aggiunto b 49 11,7% 18,7% 29,1% 45 5,0% 10,6% 15,5%

- Costo del lavoro 49 5,4% 10,3% 18,1% 45 2,6% 7,6% 10,7%

Margine operativo lordo (Mol) 49 5,4% 7,6% 10,6% 45 2,0% 2,9% 5,0%

Ammortamenti imm. materiali 49 0,8% 1,7% 3,3% 45 0,5% 1,2% 2,2%

Margine operativo netto (Mon) 49 3,9% 4,8% 7,5% 45 1,1% 1,8% 3,1%

Reddititività (%)

Roi (Mon in % Capitale investito) 49 7,9% 9,5% 16,3% 45 2,4% 4,2% 5,2%

Roe netto 49 5,7% 15,0% 21,8% 45 -1,5% 2,9% 10,7%

Immob. materiali nette in % fatturato 49 4,6% 7,0% 15,9% 45 2,3% 7,5% 13,6%

Immob. Immateriali in % fatturato 49 0,2% 0,6% 1,2% 45 0,1% 0,5% 1,9%

Fatturato (milioni di euro) 49 2,1 5,3 11,6 0,0 5,4 11,3 20,6

Leva Finanziaria c 49 52,5% 69,2% 81,0% 45 62,7% 77,7% 86,0%

Costo medio passività finanziarie d 49 4,6% 8,0% 13,9% 45 4,6% 6,0% 10,2%

Classificazione delle imprese Prudenti In difficoltà

Risultati conseguiti Roi > mediana e Var.% valore aggiunto < mediana Roi e Var.% 2004/'02 valore aggiunto < mediana

Oss. 25° perc. Mediana 75° perc. Oss. 25° perc. Mediana 75° perc.

Var.% 2004/'02 di alcune voci del conto economico

Fatturato 45 -31,2% -19,0% -3,1% 48 -38,8% -25,9% -11,9%

Valore aggiunto 45 -37,2% -22,9% -16,6% 48 -38,6% -24,1% -12,9%

Acquisti netti 45 -39,0% -22,2% 4,3% 48 -42,3% -28,5% -5,4%

Costi per servizi e godimento beni di terzi 45 -26,7% -8,8% 13,7% 48 -28,1% -11,6% 12,2%

Costo del lavoro 45 -9,3% -2,4% 9,7% 45 -17,0% -2,9% 7,9%

Ammortamenti imm. materiali 45 -41,7% -18,6% 5,4% 48 -28,1% -10,0% 15,5%

Risultati della gestione industriale (in % Fatturato)

- Acquisti netti 45 46,2% 58,3% 66,1% 48 51,7% 60,7% 67,9%

- Costi per servizi e godimento beni di terzi 45 19,3% 24,3% 35,5% 48 19,1% 25,9% 32,5%

Valore aggiunto b 45 10,5% 15,8% 23,2% 48 6,1% 12,9% 18,1%

- Costo del lavoro 45 4,6% 8,9% 12,7% 48 5,7% 9,4% 13,2%

Margine operativo lordo (Mol) 45 4,6% 6,8% 12,0% 48 1,7% 3,3% 4,7%

Ammortamenti imm. materiali 45 0,8% 1,5% 3,2% 48 0,9% 1,5% 2,6%

Margine operativo netto (Mon) 45 3,8% 4,4% 6,3% 48 0,3% 1,5% 2,4%

Reddititività (%)

Roi (Mon in % Capitale investito) 45 9,0% 11,0% 20,2% 48 0,9% 3,2% 4,4%

Roe netto 45 3,9% 9,7% 15,2% 48 -16,3% -0,5% 4,3%

Immob. materiali nette in % fatturato 45 3,5% 6,4% 10,5% 48 3,3% 9,5% 15,0%

Immob. Immateriali in % fatturato 45 0,1% 0,3% 1,8% 48 0,1% 0,2% 1,3%

Fatturato (milioni di euro) 45 2,8 4,7 11,8 0,0 2,8 5,9 16,8

Leva Finanziaria c 45 28,6% 67,3% 76,5% 48 15,9% 56,4% 82,4%

Costo medio passività finanziarie d 45 4,8% 6,2% 11,0% 48 4,7% 6,8% 10,8%

a Le statistiche descrittive sono calcolate su dati medi del periodo 2002-2004. b Grado di integrazione verticale. c Debiti finanziari in % totale passività. d Oneri finanziari in % debiti finanziari. Fonte: elaborazioni Banca Intesa su bilanci aziendali

Page 47: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

46

3.4 Strategie e performance in alcuni casi aziendali

I confronti finora introdotti nascondono una grossa variabilità di risultati anche tra imprese di dimensioni simili. Ciò viene illustrato dall’elevata differenza tra i valori assunti, per ognuno dei fenomeni osservati, dalle imprese appartenenti al primo e al terzo quartile (tabelle 3.1 e 3.2) ed è ben visibile dalla figura 3.5. Tra le imprese Affari, ad esempio, coesistono imprese in netta difficoltà (10 imprese riportano un Roe netto negativo e perdite di fatturato almeno pari al 34%) con imprese in ottima salute (10 imprese riportano un Roe netto e una crescita di fatturato almeno pari al 21,9% e al 15,8%).

L’analisi contenuta nel paragrafo 3.3 e in questo paragrafo mostra che la crescente variabilità dei risultati è spiegata dalla divaricazione delle strategie adottate dalle imprese per affrontare efficacemente il nuovo contesto competitivo. In particolare, la presenza di alcuni casi di successo testimonia che esiste una via d’uscita alla situazione di crisi attraversata da numerose aziende del distretto. In generale sono più in difficoltà le imprese maggiormente orientate alla produzione di pelli per le calzature, a causa della particolare situazione dell’economia europea e della forte concorrenza dei paesi asiatici, e di prodotti standardizzati di qualità medio/bassa, dove è elevata la competitività dei produttori dei mercati emergenti. La presenza di alcune imprese “vincenti”, capaci di coniugare ottime performance di crescita con livelli di redditività ragguardevoli, testimonia che l’adozione di strategie adeguate, ma soprattutto coerenti, ben implementate, offre possibilità di sviluppo e di crescita. Sicuramente in queste imprese è stata premiata la capacità di:

1. produrre beni di elevato livello qualitativo, aumentando, ad esempio, l’utilizzo di pelli di maggior pregio provenienti dall’Europa,

2. offrire un servizio puntuale e rapido,

3. anticipare, con la collaborazione di stilisti, modellisti e rappresentanti, le tendenze della moda, seguendo il cliente fin dalla fase creativa e proponendo sempre nuovi campionari,

5. conquistare o, addirittura, creare nuove nicchie di mercato,

4. studiare e progettare nuovi articoli, con l’obiettivo di presentarsi alla clientela con una gamma di articoli ampia e completa,

4. diversificare non solo i mercati di sbocco ma anche i settori di sbocco (come l’automotive), ampliando, in tal modo, il numero di clienti correnti e potenziali,

5. partecipare alle principali fiere italiane e internazionali, che offrono un osservatorio privilegiato sulle esigenze del pubblico e sull’orientamento dell’offerta.

Altre imprese hanno assunto strategie maggiormente difensive, più orientate al mantenimento e/o al contenimento del calo dei margini che non alla crescita produttiva. Queste hanno razionalizzato e riorganizzato il processo produttivo e, a loro modo, hanno saputo essere innovative. Nel tentativo di soddisfare le richieste di fornitura di articoli di medio livello a prezzo relativamente contenuto, espresse da una parte dei settori clienti, hanno cercato di “limare” i costi di acquisto delle materie prime, acquistando grezzi di qualità non elevata e trasformandoli in buoni articoli, grazie al buon livello tecnologico e know-how acquisito.

Nei prossimi paragrafi si presenteranno alcuni casi aziendali che consentono di illustrare alcuni percorsi strategici seguiti dalle imprese del distretto. Non si analizzeranno solo storie di successo: oltre ai leader del distretto e ad alcune imprese di nicchia vincenti, saranno studiate anche imprese che stanno attraversando un periodo difficile e che dimostrano, però, una capacità di reagire attraverso profondi processi di ristrutturazione o imprese che non sono state in grado di garantire un’adeguata copertura finanziaria a scelte industriali corrette.

Page 48: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

47

Fig. 3.5 - DISPERSIONE DELLE PERFORMANCE DI CRESCITA E DI REDDITIVITÀ: CONCIA

A – Redditività operativa (ROI) e variazione del fatturato

-5%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

-60% -50% -40% -30% -20% -10% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%

Tasso di crescita cumulato del fatturato tra il 2002 e il 2004

RO

I (va

lore

med

io tr

a il

2002

e il

200

4)

Gruppo Mastrotto Spa

Tecno System Srl

Conceria Tris Spa

Conceria Pasubio Spa

Rino Mastrotto Group Spa

Sica Srl

Bettega Giorgio & C. Snc

Ica Srl

Conceria Ambra Srl

Conceria Cristina Spa

Conceria Z.B. Srl

Conceria Benetti Srl

Leder Spa

Conceria Sabrina SpaDal Maso

Callisto Spa

Conceria Tigre Srl

Conceria Montebello Spa

Dani Leather Spa

Conceria Cadore Srl

Conceria Jolly Spa

B – Redditività complessiva (ROE netto) e variazione del fatturato

-25%

-20%

-15%

-10%

-5%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

-60% -50% -40% -30% -20% -10% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%

Tasso di crescita cumulato del fatturato tra il 2002 e il 2004

RO

E N

ETTO

(val

ore

med

io tr

a il

2002

e il

200

4)

Tecno System Srl

Conceria Tris Spa

Conceria Pasubio Spa

Rino Mastrotto Group Spa

Sica Srl

Bettega Giorgio & C. Snc

Conceria Ambra Srl

Conceria Cristina Spa

Conceria Z.B. Srl

Leder Spa

Conceria Sabrina Spa

Conceria Tigre Srl

Conceria Montebello Spa

Dani Leather Spa

Se. Po. Srl

Conceria Jolly Spa

Gruppo Mastrotto Spa: alla fine dell’esercizio 2003 la Conceria Mastrotto ha incorporato le controllate Mastrotto Italia Spa, Duma Spa e Elle Pi Spa

Nota: la dimensione del cerchio indica l’importanza dell’impresa in termini di fatturato nel 2004. Fonte: elaborazioni Banca Intesa su bilanci aziendali.

Page 49: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

48

3.4.1 Rino Mastrotto Group Spa

La storia del gruppo inizia alla fine degli anni ’50, con l’acquisto della Conceria Aurora e l’avvio delle prime produzioni. Negli anni ’70 il numero di aziende controllate era cresciuto e comprendeva varie e diversificate offerte, specializzate nel prodotto finale ma integrate a livello produttivo per godere di sinergie.

Alla fine degli anni ’90, con la fusione delle principali società (Calbe, Basmar, Galassia, Pomari e Brusarosco) si costituisce il Rino Mastrotto Group Spa con una struttura a divisioni differenziate in base alla linea di produzione.

Il gruppo ha proseguito poi il suo ampliamento costituendo la società Mipel Spa (che recentemente si è avviata a una fase di liquidazione di tutte le attività) e acquistando la conceria Pizzolato, il più vecchio opificio del dopoguerra. Oggi quest’ultimo è parte dell’area fashion del gruppo, creata per gestire clienti esigenti e selezionati del mondo della moda e per garantire loro lavorazioni di tipo artigianale per pelletteria e calzatura, nonostante la tecnologia moderna impiegata.

Il gruppo, che nel 2004 ha conseguito un fatturato consolidato pari a circa 340 milioni di euro, produce quasi tutte le qualità di pelle richieste dal mercato nazionale ed estero: si spazia così dalla pelle per calzature di varia qualità alla pelle per interni d’auto, ad articoli per arredamento e per l’industria della moda o pelletteria.

Sviluppo tecnologico, controllo qualità e tutela ambientale sono considerati fattori di punta della strategia aziendale. Va menzionato a questo proposito il programma di ricerca condotto nel 2003 e volto allo “studio, sviluppo e sperimentazione di un nuovo processo di concia al vegetale per la produzione di articoli per calzature e pelletteria, da proporsi con pelli di vitelli e vitellini. [Grazie alle] nuove soluzioni di processo, si prevede di poter giungere a realizzare una nuova gamma di prodotto per l’area conciaria veneta, in diretta concorrenza con le produzioni localizzate in altre aree d’Italia (in particolare in Toscana), garantendo allo stesso tempo un efficace controllo di processo ed una sensibile riduzione dell’impatto ambientale” (Bilancio di esercizio, 2003).

L’azienda, grazie all’alto livello qualitativo delle sue produzioni, vanta tra la propria clientela marchi famosi della calzatura, della pelletteria e dell’arredamento o case automobilistiche.

Alla fine degli anni Novanta prende avvio anche un processo di internazionalizzazione che vede il gruppo presente in Russia con un sito produttivo attivo dal 2001 che consente di “migliorare le fasi di acquisizione e prima lavorazione delle pelli” (Bilancio di esercizio , 2001) e in Brasile, dove opera attraverso la Bermas Industria e Comercio Ltda. Quest’ultima è un’azienda in continua espansione, con un fatturato che nel 2004 ha toccato i 111 milioni di euro e produzioni indirizzate al “mercato medio-basso del settore arredamento, per il quale si erano quasi annullati i margini relativamente alla produzione domestica” (Bilancio di esercizio, 2003), alle calzature e alla selleria auto per il mercato mondiale e, in particolare, americano.

Il fatturato, in crescita fino al 2003, ha subito una lieve flessione nel 2004. Pur in presenza di una situazione di crisi del settore la Rino Mastrotto è riuscita “a mantenere sostanzialmente la propria quota di mercato, diminuendo il fatturato di una percentuale modesta [...] imputabile quasi essenzialmente alla flessione del valore del dollaro americano” e inoltre “ha proseguito nella sua attività di miglioramento produttivo grazie anche alle sinergie realizzate con altre società collegate e consociate” (Bilancio di esercizio, 2004) e ad investimenti in fabbricati, impianti tecnologici e macchinari, “finalizzati all’obiettivo del contenimento dei costi di produzione e di un costante aggiornamento delle tecnologie e dei mezzi di produzione” (Bilancio di esercizio, 1999).

Page 50: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

49

Fig. 3.6 – RINO MASTROTTO GROUP: EVOLUZIONE DI FATTURATO, REDDITIVITÀ, INVESTIMENTI E AUTOFINANZIAMENTO

0

70

140

210

28019

98

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0%

3%

6%

9%

12%

Fatturato (mln euro) Valore aggiunto (mln euro)

Roi (s.d.) Mon in % fatturato (s.d.)

0

3

6

9

12

15

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0

3

6

9

12

15

Autofinanziamento (mln euro)

Investimenti (mln di euro)

3.4.2 Gruppo Mastrotto Spa

La storia del Gruppo prende avvio alla fine degli anni Cinquanta con la fondazione della Conceria Mastrotto che, nel corso degli anni, sviluppa la sua attività fino a diventare una complessa realtà industriale specializzata nella produzione di pelli bovine e vitelli per calzature, arredamento, pelletteria, abbigliamento, selleria ed interni per auto.

Alla fine dell’esercizio 2003 la Conceria Mastrotto ha incorporato le controllate Mastrotto Italia Spa, Duma Spa e Elle Pi Spa e ha assunto la denominazione sociale di Gruppo Mastrotto Spa. “L’operazione è stata concepita nell’ottica di una razionalizzazione del processo produttivo, di una ottimizzazione della liquidità e di un accentramento dei servizi quali l’amministrativo, il finanziario, gli acquisti, il centro elaborazione dati ed il controllo di gestione. Nel contempo si è lasciata piena autonomia operativa alle strutture commerciali delle incorporate, che si pongono sul mercato come divisioni autonome” (Bilancio di esercizio, 2003) specializzate nella realizzazione di prodotti destinati ai vari settori (tra cui anche auto, nautica e aviazione).

L’attenzione all’innovazione e alla ricerca unita alla capacità di anticipare le tendenze della moda le hanno consentito di ampliare progressivamente la gamma dei prodotti offerti riuscendo a soddisfare le esigenze di ampie fasce del mercato. Il campionario presenta così una varietà di pelli differenziate per tipologia, lavorazione e destinazione d’uso: fiore, pieno fiore, nubuck, croste scamosciate, croste pigmentate, croste al poliuretano. Tra gli articoli più innovativi, l’azienda propone Mastrotech, la pelle certificata naturale, pulibile, idrorepellente, antistatica, antimacchia. Nel 2005, inoltre, si dovrebbe concludere un progetto di ricerca in atto ormai da alcuni anni e che mira alla “realizzazione di un sistema intelligente per la definizione qualitativa e la marcatura automatica delle pelli” (Bilanci di esercizio, 2001 e 2004).

Il Gruppo ha diversificato l’attività volgendo la sua attenzione al settore elettromeccanico e creando la Midac, azienda di Soave (Ve) che produce batterie elettriche per trazione. Il Gruppo controlla anche la MTech specializzata nella

Page 51: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

50

confezione di abbigliamento e accessori sportivi in pelle per motociclisti. L’azienda, in seguito alle difficoltà incontrate, è stata completamente riorganizzata nel corso del 2004, assegnando all’esterno le lavorazioni e il confezionamento dei prodotti finiti e mantenendo all’interno lo studio e la progettazione dei modelli e l’organizzazione della rete di vendita.

La maggior parte della produzione è destinata all’esportazione: nel 2004 il 66% del fatturato totale era realizzato al di fuori dell’Italia. Più della metà delle esportazioni sono dirette in Europa; seguono in ordine di importanza il Nord America (20% circa), l’Asia (11%) e i paesi dell’Est (7%).

La politica di internazionalizzazione intrapresa negli ultimi anni risulta essere una scelta strategica vincente per il Gruppo. Da alcuni anni, infatti, è presente con attività produttive anche in Brasile (dove detiene direttamente il 30,63% della Mastrotto Reichert, che nel 2004 ha fatturato circa 47 milioni di euro) e in Croazia (conceria Pellis, che nel 2004 ha fatturato circa 25 milioni di euro) con risultati economici positivi. Nel 2005 ha avviato una nuova attività produttiva in Indonesia per la realizzazione di pelli per carrozzeria destinata prevalentemente al mercato locale. Il Gruppo Mastrotto, inoltre, ha cercato di migliorare la sua presenza commerciale in Asia, negli Stati Uniti e nell’Est Europeo attraverso la costituzione di depositi e di uffici di rappresentanza in Europa, Asia e Stati Uniti.

Le certificazioni di qualità UNI ISO 9001, QS 9000 e l’attestato di conformità rilasciato dall’Istituto di certificazione per l’area pelle (ICEC) testimoniano l’impegno del Gruppo nel perseguire alti standard qualitativi ponendo tra le priorità aziendali la riduzione dell’impatto ambientale. Nel 2004 è stato anche redatto un “Report sociale e ambientale” per illustrare le forme di impegno etico, sociale e ambientale che caratterizzano il gruppo.

Il fatturato, in rapida espansione fino al 2003 (il balzo del fatturato nel 2003 è dovuto alla fusione per incorporazione delle società del gruppo), ha subito una lieve flessione nel 2004 e ciò sembra “dovuto principalmente alla diminuzione dei prezzi di vendita del prodotto finito”, visto che il Gruppo Mastrotto Spa “ha incrementato, seppure modificandone in parte la tipologia, [...] la quantità venduta del prodotto finito” (Bilancio di esercizio, 2004).

Fig. 3.7 – GRUPPO MASTROTTO: EVOLUZIONE DI FATTURATO, REDDITIVITÀ, INVESTIMENTI E AUTOFINANZIAMENTO

0

70

140

210

280

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0%

4%

8%

12%

16%

Fatturato (mln euro) Valore aggiunto (mln euro)

Roi (s.d.) Mon in % fatturato (s.d.)

0

10

20

30

40

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0

10

20

30

40

Autofinanziamento (mln euro)

Investimenti (mln di euro)

Page 52: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

51

3.4.3 La Conceria Pasubio Spa

L’attività della Conceria Pasubio ha inizio nel 1966 ad Arzignano con la produzione e trasformazione di pelle per impiego automobilistico, aeronautico e nautico.

Attualmente fanno parte del gruppo quattro società: Pasubio Leather, Arzignanese Conceria, Master e Industria Meccanica 3P (quest’ultima opera nella produzione di macchinari e sistemi automatizzati per l’industria conciaria).

L’azienda, che negli anni si è sempre più specializzata nel settore automotive ha investito molto nella ricerca e sviluppo avviando un laboratorio che oggi è tra i più avanzati del settore (cfr. il par. 4.5.1.2). Questo le ha permesso di anticipare le esigenze del mercato preparando un ampio ventaglio di proposte e articoli altamente tecnologici da offrire alle aziende clienti. Grazie alla costante attenzione agli standard qualitativi la Pasubio è stata la prima azienda italiana a conseguire la certificazione AVSQ (norma europea), con addendum QS 9.000 (norma USA) a garanzia della Qualità Totale dell'impresa, oltre ad essere già in possesso della certificazione Uni En Iso 9002, nonché della recentissima ISO TS 16949 (nuovo standard per il settore auto).

La Pasubio annovera tra la propria clientela le maggiori case dell’automobilismo internazionale: Alfa Romeo, Citroen, Ferrari, Fiat, Ford, General Motors, Lancia, Mazda, Peugeot, Pininfarina, Saab, la Jaguar. La Pasubio che realizza con l’auto la maggior parte del fatturato, vede equamente diviso il mercato fra Europa, Asia e Usa. L’azienda ha al proprio interno un reparto che produce “pelli tagliate, pezzi quindi già pronti per essere assemblati per volanti o sedili” (Bilancio di esercizio, 2001). Il consolidamento della clientela esistente e l’acquisizione di nuovi mercati nel settore degli interni per auto risulta essere per l’azienda tra gli obiettivi prioritari da perseguire puntando “al costante aumento della qualità e dell’alta tecnologia dei nostri prodotti, punto fondamentale secondo noi, per contrastare la concorrenza dei cosiddetti mercati emergenti” (Bilancio di esercizio, 2004).

Fig. 3.8 - CONCERIA PASUBIO: EVOLUZIONE DI FATTURATO, REDDITIVITÀ, INVESTIMENTI E AUTOFINANZIAMENTO

0

30

60

90

120

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0%

4%

8%

12%

16%

Fatturato (mln euro) Valore aggiunto (mln euro)

Roi (s.d.) Mon in % fatturato (s.d.)

0

2

4

6

8

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0

2

4

6

8

Autofinanziamento (mln euro)

Investimenti (mln di euro)

La Pasubio ha mostrato nel corso degli anni ’90 una costante crescita. Ciò riflette “l’orientamento della politica aziendale di indirizzo primario verso il settore degli interni per auto, settore altamente tecnologico, che ha portato [l’azienda] ad ottenere la qualifica di fornitore ufficiale di nuove e prestigiose case automobilistiche europee” (Bilancio di esercizio, 1999).

Page 53: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

52

L’azienda è riuscita ad aumentare il fatturato anche nel corso degli ultimi difficili anni. “Tra i fattori che hanno contribuito a questo risultato positivo si segnala innanzitutto un incremento nel corso dell’anno degli ordinativi del Gruppo Peugeot/Psa e l’introduzione del nuovo cliente Bentley [Motors Ltd, che fa parte del gruppo WW Audi,] nel corso del 2003, che ha avuto impatto sostanziale sul fatturato nel corso del 2004” (Bilancio di esercizio, 2004). La sostanziale stabilità del fatturato e la riduzione dei margini di guadagno nel 2003 sono dovuti all’apprezzamento dell’euro: la svalutazione del dollaro e della sterlina hanno influito “negativamente sul valore del nostro fatturato [,che in termini quantitativi risulta comunque in aumento, sui margini di guadagno e, quindi,] sul reddito di esercizio” (Bilancio di esercizio, 2003).

3.4.4 La Conceria Cristina Spa

L’attività della Conceria Cristina prende avvio nel 1969 per iniziativa di Graziano Peretti che operava già da diversi anni nel comparto conciario. Con successive e mirate acquisizioni di imprese specializzate l’azienda si evolve diventando un’importante realtà industriale presente sia sul mercato della calzatura che in quello dell’arredamento.

La Conceria Cristina, casa madre del Gruppo Peretti, è specializzata nella produzione di pelli per calzatura, pelletteria ed abbigliamento di qualità medio-alta. I continui investimenti nell’attività di ricerca e sviluppo di progetti innovativi e l’attenzione alle problematiche di impatto ambientale rappresentano il filo conduttore della filosofia dell’azienda, attenta a rispondere ai dettami della moda e alle esigenze della clientela. Ciò trova conferma nella relazione sulla gestione del 2004 dove si afferma che nel corso dell’esercizio 2005 proseguirà l’attività di ricerca e sviluppo volta allo “studio, progettazione e realizzazione di un innovativo sistema di asciugaggio, di un processo dedicato alla prototipazione degli articoli e di un sistema di tracciamento e controllo delle lavorazioni”.

Il bilancio d’esercizio 2004 relativo alla Conceria Cristina presenta un aumento di fatturato rispetto all’anno precedente (imputabile probabilmente alla fusione per incorporazione della partecipata Soave Pelli Spa) e un calo dell’utile netto rispetto all’esercizio precedente “a causa soprattutto delle concorrenza di paesi emergenti (Brasile, Cina , ecc) e alla costante debolezza del dollaro statunitense rispetto alla moneta europea”.

Fig. 3.9 - CONCERIA CRISTINA: EVOLUZIONE DI FATTURATO, REDDITIVITÀ, INVESTIMENTI E AUTOFINANZIAMENTO

0

20

40

60

80

100

120

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0%

2%

4%

6%

8%

10%

12%

Fatturato (mln euro) Valore aggiunto (mln euro)

Roi (s.d.) Mon in % fatturato (s.d.)

0

1

2

3

4

5

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0

1

2

3

4

5

Autofinanziamento (mln euro)

Investimenti (mln di euro)

Page 54: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

53

Appartiene al gruppo Peretti anche la Nuova Gasby Spa. Questa azienda, presente sia sul mercato nazionale che sui principali mercati europei e asiatici con la produzione di vitelli di alta qualità destinati alla calzatura e alla pelletteria, offre un ampio ventaglio di proposte realizzate con il ricorso a moderni metodi di lavorazione che garantiscono alta qualità e rispetto dell’ambiente.

Per un breve periodo di tempo ha fatto parte del gruppo anche la G.B.R. Spa. Questa azienda, tramite consistenti investimenti, ha orientato la propria produzione “quasi esclusivamente verso il settore automobilistico, tralasciando la tradizionale produzione di articoli per arredamento” e stipulando “accordi di fornitura a medio periodo con le principali case automobilistiche mondiali” (Bilancio di esercizio, 2003). Questa strategia ha però “gravato in misura consistente sul conto economico” ed ha potuto essere implementata ampliando “la compagine societaria [tramite l’ingresso nel corso del 2004 nel capitale sociale della G.B.R. della Conceria Cristina]” e concordando “con gli Istituti di credito un piano di rientro [...] delle esposizioni debitorie a breve” (Bilancio di esercizio, 2003).

3.4.5 La Dani Leather Spa

Fondata negli anni Cinquanta da una famiglia di artigiani, l’azienda sviluppa negli anni l’attività estendendo la produzione in più settori, dai pellami per arredamento ad articoli per calzatura (tecnica, sportiva, da lavoro, ad alto contenuto tecnologico) approdando, alla fine degli anni ’90, alla produzione di articoli per interni auto.

L’azienda, che fa parte di un gruppo di imprese capeggiato dalla finanziaria Dafin Spa (le altre società conciarie del gruppo, di dimensioni più contenute sono Maiora Leather Spa, Verolanuova Leather Srl, che commercializza pelli, e la Conceria Pell Mec Spa, acquisita nel corso del 2005.), mostra una particolare attenzione allo sviluppo di progetti innovativi (cfr. il par. 4.5.1.2) che le consentono di adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato mantenendo sempre alti standard qualitativi (certificazione di qualità UNI EN ISO 9001).

Fig. 3.10 - DANI LEATHER: EVOLUZIONE DI FATTURATO, REDDITIVITÀ, INVESTIMENTI E AUTOFINANZIAMENTO

0

15

30

45

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0%

6%

12%

18%

Fatturato (mln euro) Valore aggiunto (mln euro)

Roi (s.d.) Mon in % fatturato (s.d.)

0

2

4

6

8

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0

2

4

6

8Autofinanziamento (mln euro)

Investimenti (mln di euro)

Supportata da un team tecnico e da un attrezzato laboratorio di ricerca la Dani Leather è in grado di soddisfare le richieste di nuove creazioni e di fornire personalizzazioni di prodotto utilizzando materiali e procedimenti ecocompatibili.

Page 55: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

54

L’impegno dell’azienda ad operare nel rispetto delle vigenti normative ambientali è testimoniato dagli interventi impiantistici e strutturali per ridurre le emissioni inquinanti, dal costante monitoraggio dei parametri ambientali e dall’analisi preventiva dei possibili impatti ambientali dei nuovi articoli.

Nel 1997 un’accurata strategia commerciale, nata per soddisfare le richieste di tempestività nella fornitura dei prodotti, ha condotto alla creazione di un servizio di magazzino in pronta consegna per articoli di arredamento e interni auto disponibili in una gamma cromatica di oltre 170 colori. L’azienda, inoltre, può contare su una rappresentanza commerciale in Cina ed è presente alle più importanti manifestazioni fieristiche del settore.

3.4.6 Dal Maso Group

La storia del gruppo Dal Maso ha inizio negli anni ’70 con la fondazione della Conceria Dal Maso Callisto che, in questa prima fase, indirizza la sua produzione al settore della calzatura e dell’abbigliamento per passare in seguito a produrre pelli per arredamento. Nel corso degli anni, con successive acquisizioni aziendali, prende corpo una struttura societaria di gruppo a cui attualmente appartengono, oltre alla Conceria Dal Maso Callisto, anche altre aziende situate nella Valle del Chiampo: la Conceria Tigre srl, la Conceria Ambra srl e la Ambra Automotive Leather srl.

La Dal Maso Callisto Spa effettua lavorazioni di pelli per arredo di media e bassa qualità. Nel 2004 è stato avviato un processo di riorganizzazione all’interno dell’azienda “a causa della presenza di concorrenti stranieri, [soprattutto cinesi e Sud americani], che commercializzano i nostri stessi prodotti a prezzi notevolmente inferiori ai nostri ... Tutto ciò grazie alla presenza di aiuti di stato, al bassissimo costo della manodopera e all’assenza degli altri costi di produzione, tra i quali, anche quelli imposti dalle normative in materia di tutela ambientale e di sicurezza degli impianti“. Per superare queste difficoltà “si dovrà necessariamente abbandonare la lavorazione e commercializzazione delle pelli per riconvertire l’attività nella lavorazione soprattutto per c/terzi di pellame, eseguendo sullo stesso solo alcune fasi della lavorazione: concia e tintura. Pertanto, tale trasformazione comporterà la soppressione dell’attività di rifinitura, di ‘intermedio-finito’ e di vendita, con conseguente esubero di tutto il personale addetto ai relativi reparti”. La ristrutturazione della Dal Maso Callisto Spa si è completata nei primi mesi del 2005, quando in seguito alla concessione in affitto del ramo d’azienda alla società Diemmeci Srl la Dal Maso Callisto ha perso la sua funzione produttiva e ha iniziato ad operare soltanto come azienda commerciale. Il gruppo Dal Maso “è comunque interessato a non perdere il mercato del prodotto ‘arredamento povero’ e quindi la ristrutturazione in corso non comporta soltanto un ridimensionamento della Dal Maso Callisto Spa, ma anche la creazione di nuove unità produttive localizzate proprio in quei paesi che oggi stanno dettando i prezzi di vendita: la perdita di remuneratività subita in Italia, verrà quindi compensata da quella realizzata in altri paesi” (Bilancio di esercizio, 2003). Più in particolare il progetto di “riorganizzazione del gruppo volto a migliorarne la capacità competitiva ... prevede ... la creazione di un sito produttivo in Cina che dovrebbe iniziare ad operare già nel secondo semestre dell’anno [2005]”. E’ stata pertanto costituita la Dal Maso Group Hong Kong Limited, che commercializza prodotti conciari e controlla la Dal Maso Leather Co. Ltd, la società che ha avviato l’impianto cinese nella provincia di Guangdong. Nello stabilimento hanno luogo le fasi finali della lavorazione della pelle (stampaggio, stuccatura, laccatura e rifinizione), che consistono nel rifinire, con l’impiego degli additivi chimici forniti dalla DC Chemicals16, il pellame lavorato al Crust proveniente principalmente dal sito produttivo brasiliano del gruppo Dal Maso. Nelle intenzioni dell’azienda questa 16 La DC Chemicals, pur non essendo formalmente parte del gruppo Dal Maso, è controllata dai

proprietari del gruppo in questione. Lo stabilimento cinese è in parte occupato anche dalla DC Chemicals.

Page 56: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

55

iniziativa, “unitamente ad altri importanti allo studio ed in fase di realizzazione, [dovrebbe permettere] al gruppo, a mezzo di una rilevante riduzione dei costi di produzione, di conseguire un vantaggio competitivo sui principali concorrenti del settore” (Bilancio consolidato della Dal Maso Group, 2004). Questa delocalizzazione offrirà vantaggi in termini di basso costo della manodopera cinese e, soprattutto, porrà il gruppo Dal Maso al riparo dalle oscillazioni del tasso di cambio e, in particolare, dall’apprezzamento dell’euro. Essa, inoltre, consentirà di servire meglio da un punto di vista logistico il mercato cinese, che è il principale mercato di sbocco del gruppo e ospita i siti produttivi di importanti clienti (su tutti la De Coro).

La Conceria Tigre Srl, che inizialmente si dedica alla produzione di pelli finite per calzatura, cambia in parte indirizzo produttivo negli anni ’90 e, pur continuando a servire il mercato della calzatura soprattutto con articoli Nubuck, si specializza con articoli destinati al settore dell’arredamento. L’azienda negli ultimi anni ha avviato un processo di riorganizzazione della produzione e operato investimenti per l’acquisto di nuovi impianti e macchinari robotizzati. Negli ultimi mesi l’azienda sta attraversando un periodo di difficoltà momentanea a causa di un incendio avvenuto di recente che ha distrutto alcuni settori del ciclo produttivo; la produzione verrà smistata ad altre aziende del gruppo e si prevede inoltre il ricorso a un piano di cassa integrazione per i dipendenti.

La Conceria Ambra Srl è specializzata nella produzione di pellame per arredamento destinata alla fascia alta di mercato. Dotata di strutture tecnologicamente avanzate l’azienda riesce a mantenere, grazie anche all’impiego di materie prime selezionate e al supporto di personale qualificato, un elevato livello qualitativo e un buon rapporto qualità-prezzo dei suoi prodotti. Gran parte della produzione è destinata all’esportazione (i principali mercati di sbocco sono Canada, Stati Uniti, Europa e Asia) ma si rivolge anche al mercato interno con la fornitura di articoli pregiati per i più rinomati salottifici italiani. E’ presente in Sud Africa con la partecipata Mario Levi Manufacturing South Africa Ltd che svolge l’attività di rifinitura e commercializzazione di pelli per auto. Nel 2004 si rileva una leggera flessione di utile netto (che si è mantenuto elevato) e fatturato rispetto all’esercizio 2003 “dovuta soprattutto alla riduzione dei prezzi di vendita che si riescono ad applicare alla clientela, a causa della concorrenza spietata di paesi emergenti come Cina e Brasile”. I risultati sono in complesso soddisfacenti e l’azienda è riuscita “comunque ad incrementare ulteriormente la qualità del prodotto finito senza quindi perdere competitività in modo significativo, mantenendo ben salda la presenza sulla fascia alta del mercato di sbocco” (Bilancio di esercizio, 2004).

L’azienda Ambra Automotive Leather Srl è specializzata nello sviluppo, produzione e vendita di pelli e croste finite per carrozzeria, arredamento, calzatura e pelletteria. Negli ultimi anni l’azienda si è impegnata per ampliare la propria offerta di prodotti rivolti al mercato automobilistico. Le strategie aziendali intraprese negli ultimi anni (miglioramento della struttura produttiva con il trasferimento di parte del processo produttivo all’esterno, investimenti in progetti di ricerca e sviluppo per l’implementazione di prodotti mirati al settore automotive e conseguente acquisizione di nuovi macchinari e attrezzature) si sono rivelate efficaci e hanno condotto a un progressivo aumento del fatturato; a fronte di questo dato positivo però si riscontra un risultato reddituale negativo per gli esercizi 2003 e 2004 e ciò è riconducibile, secondo la relazione al Bilancio del 2003, ai “gravosi costi che la nuova struttura comporta e alla lentezza, dipesa anche da nostre negligenze, della fase di start-up” e allo “strascico negativo lasciato da alcuni errori tecnici compiuti nell’esercizio precedente, in parte per la difficoltà che si incontra nella fase di penetrazione nel settore automotive” (Bilancio d’esercizio del 2004).

La Relazione del Bilancio consolidato 2004 della Dal Maso Group rileva una perdita di esercizio “di gruppo” e una contrazione del fatturato rispetto all’esercizio

Page 57: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

56

precedente ma evidenzia anche un risultato “operativo“ sostanzialmente pari all’esercizio precedente, grazie al contenimento dei costi operativi favorito dal calo dei prezzi in euro della materia prima e dal processo di riorganizzazione del gruppo tuttora in corso.

3.4.7 La Conceria Tris Spa

La Conceria Tris, presente sul mercato da oltre 40 anni, è specializzata nella lavorazione del cavallino a pelo e produce un’ampia gamma di articoli pieno fiore per abbigliamento, pelletteria e calzatura. La produzione, che comprende per il 50% anche pelli bovine destinate ai settori abbigliamento, arredamento e calzatura, si colloca nella fascia media del mercato.

L’azienda fa parte di un Gruppo a cui appartengono la Conceria Jolly Spa e la Illepelli Spa. La Conceria Jolly, specializzata nella lavorazione di pellame bovino destinato al mercato dell’arredamento, è orientata a una fascia di mercato qualitativamente media. L’azienda si avvale di un’equipe tecnica specializzata e utilizza tecnologie all’avanguardia che le permettono un costante controllo della qualità del prodotto. La Illepelli, la società più giovane del gruppo, svolge prevalentemente un’attività commerciale di acquisto e vendita di pelli bovine europee ed extraeuropee.

Nel 2004, dopo due anni di forte crescita si è registrata una diminuzione del fatturato della Conceria Tris (fig. 3.10). Da rilevare però che “nonostante la flessione delle vendite e l’aumento degli oneri finanziari, la gestione dell’esercizio risulta migliore” rispetto al 2003, grazie all’”ottimizzazione del processo produttivo” (Bilancio di esercizio, 2004).

Fig. 3.11 - CONCERIA TRIS: EVOLUZIONE DI FATTURATO, REDDITIVITÀ, INVESTIMENTI E AUTOFINANZIAMENTO

0

20

40

60

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0%

6%

12%

18%

Fatturato (mln euro) Valore aggiunto (mln euro)

Roi (s.d.) Mon in % fatturato (s.d.)

0

2

4

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0

2

4Autofinanziamento (mln euro)

Investimenti (mln di euro)

Page 58: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

57

Fig. 3.12 - CONCERIA JOLLY: EVOLUZIONE DI FATTURATO, REDDITIVITÀ, INVESTIMENTI E AUTOFINANZIAMENTO

0

5

10

15

2019

98

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0%

3%

6%

9%

12%

Fatturato (mln euro) Valore aggiunto (mln euro)

Roi (s.d.) Mon in % fatturato (s.d.)

0

1

2

1999

2000

2001

2002

2003

2004

0

1

2

Autofinanziamento (mln euro)

Investimenti (mln di euro)

3.5 Redditività dei distretti conciari a confronto La situazione reddituale presente nel distretto di Arzignano può essere meglio inquadrata se confrontata con quella delle altre principali aree di specializzazione conciaria (vale a dire i distretti di S. Croce

17 e Solofra) e delle aree non distrettuali

18.

Vale la pena precisare che il confronto, essendo realizzato su un campione di imprese chiuso, riguarda di fatto le imprese che nei distretti esaminati hanno continuato a operare ed esclude le imprese che tra il 2002 e il 2004 hanno cessato la loro attività produttiva. Questo tipo di analisi, quindi, non considera le aziende che nel periodo in esame hanno incontrato maggiori difficoltà e sono state costrette a chiudere. In effetti in tutte le aree qui esaminate si registrano casi di cessazione dell’attività produttiva per fallimento, liquidazione, ecc.. L’approccio utilizzato in questa analisi tende, pertanto, a sovrastimare, seppure lievemente, i risultati ottenuti nei vari distretti.

Si tenga, inoltre, presente che il confronto qui riportato trascura quanto avvenuto prima del 2002. Ciò significa che l’analisi può risultare distorta se, per esempio, il periodo di maggiore difficoltà di un distretto non coincide esattamente con l’intervallo di tempo 2002-‘04 ma è iniziato precedentemente.

Dalla tabella 3.419

emerge come tra il 2002 e il 2004 il distretto di Solofra sia quello ad aver accusato, in valore mediano, le contrazioni più rilevanti di fatturato (-34,9%). Non meno importanti sono state le perdite di fatturato di S. Croce e delle aree non distrettuali (-18,3% e -12,7% rispettivamente). Anche il distretto di Arzignano ha patito un calo di fatturato che, tuttavia, si è rivelato decisamente più contenuto (-6,1% in valore mediano). La migliore evoluzione del fatturato di Arzignano è anche testimoniata dalla presenza di un nucleo significativo di imprese (più di 45 soggetti) capace di catturare un incremento delle vendite non inferiore al 16,1%. Anche in questo distretto, tuttavia, si registra la presenza di imprese in notevole difficoltà, che

17 Si veda Banca Intesa (2005) per uno studio approfondito del distretto conciario di S. Croce. 18 Nell’analisi sono stati utilizzati 184 bilanci di impresa per S. Croce (sono state considerate le

sole imprese conciarie e non anche quelle calzaturiere), 187 per Arzignano, 41 per Solofra, 89 per il resto d’Italia.

19 Non è possibile proporre un confronto della propensione all’export e del costo medio unitario del lavoro visto l’esiguo numero di bilanci di imprese per cui si dispone di queste informazioni.

Tra i distretti italiani ...

... soffre maggiormente il distretto di Solofra ...

Page 59: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

58

hanno manifestato consistenti riduzioni di fatturato, non inferiori, per almeno 45 imprese, al 26%.

Le migliori performance di crescita delle imprese del distretto di Arzignano sembrano riconducibili solo in parte ai risultati ottenuti sui mercati esteri. Come si è visto nel paragrafo 2.2, infatti, Arzignano ha subito un calo di export solo lievemente inferiore a quello sperimentato dalle imprese di S. Croce. Le indicazioni fornite dai bilanci lasciano pertanto pensare che le imprese vicentine siano riuscite, almeno in parte, a controbilanciare la consistente riduzione delle esportazioni facendo leva sul mercato interno, favorite anche da una più accentuata diversificazione dei settori di sbocco e da una dipendenza meno accentuata dal settore italiano delle calzature, che negli ultimi anni sta attraversando un periodo di forte crisi e di ristrutturazione del processo produttivo, con fenomeni di delocalizzazione produttiva concentrati nei paesi dell’Est Europa. In particolare il distretto conciario di Arzignano ha contenuto le perdite di fatturato, “grazie alla tenuta dell’arredamento che, pur con grossi sacrifici sui prezzi, tiene in termini di quantità” (Bilancio di esercizio della Conceria Beschin Gino Spa, 2004).

Sempre guardando alle performance di crescita si può osservare che, analogamente a quanto osservato per il distretto di Arzignano, la caduta dei fatturati non è coincisa con quella del valore aggiunto. Il valore aggiunto ad Arzignano e nelle aree non distrettuali ha mostrato, in termini mediani, una sostanziale stazionarietà ed è cresciuto più del 20% per almeno un quarto delle imprese, mentre a S. Croce è diminuito “solo” del 4,7% a fronte di una caduta del fatturato pari al 18,3%.

A Solofra il calo del valore aggiunto non è stato trascurabile (-11,8%), ma è stato di gran lunga inferiore a quello sperimentato dal fatturato. Anche in quest’area, inoltre, va segnalata la presenza di un nucleo di imprese (una decina) che ha maturato aumenti considerevoli di valore aggiunto (superiori al 15%).

La “migliore” evoluzione del valore aggiunto rispetto al fatturato rispecchia il notevole calo dei costi per servizi e godimento di beni di terzi (tra cui i servizi di assistenza e manutenzioni, i servizi di trasporto e spedizione, i servizi di promozione e pubblicità, i diritti di autore, le licenze e royalties, i servizi di ricerca e sviluppo, i canoni di leasing, gli oneri per affitto di stabilimenti) e, soprattutto, degli acquisti netti (acquisti di materie prime, di semilavorati, di beni destinati alla commercializzazione), favorito, quest’ultimo, principalmente dall’apprezzamento dell’euro (cfr. la fig. 2.8).

Passando ora all’analisi della redditività è possibile notare come sia ancora una volta il distretto di Solofra a presentare i risultati peggiori per tutti gli indicatori studiati. In quest’area, i margini unitari contenuti si sono tradotti in un basso livello della redditività della gestione industriale (il Roi è pari al 2,9%) che, unitamente alla performance non positiva della gestione finanziaria e straordinaria, ha prodotto una redditività complessiva negativa. Il distretto di Solofra è l’unico a risentire di un “effetto leva finanziaria” negativo, visto che la redditività della gestione industriale è inferiore al costo del debito (8,8% in valore mediano). Gli altri distretti hanno mostrato una redditività della gestione industriale (Roi) per lo più simile (tra il 6,5% e il 7% in termini di mediana) e una redditività complessiva positiva e più elevata nel distretto di Arzignano, che ha potuto contare su un “effetto leva finanziaria” più favorevole.

... e mostra maggiori segnali di tenuta il distretto di Arzignano ...

... favorito da una più elevata diversificazione dei settori di sbocco

Page 60: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

59

Tab. 3.4 – PERFORMANCE DEI PRINCIPALI DISTRETTI CONCIARI A CONFRONTO a S. Croce Arzignano

Oss. 25° perc. Mediana 75° perc. Oss. 25° perc. Mediana 75° perc.

Var.% 2004/'02 di alcune voci del conto economico

Fatturato 184 -34,2% -18,3% 0,0% 187 -26,0% -6,1% 16,1%

Valore aggiunto 184 -24,2% -4,7% 16,8% 187 -23,2% -0,7% 21,9%

Acquisti netti 184 -43,6% -21,8% -2,7% 187 -33,4% -10,8% 19,7%

Costi per servizi e godimento beni di terzi 184 -28,9% -11,6% 11,0% 187 -18,5% -1,0% 27,8%

Costo del lavoro 181 -6,3% 4,6% 18,7% 181 -4,8% 7,7% 24,9%

Ammortamenti imm. materiali 182 -27,9% -5,2% 31,6% 185 -25,5% -1,4% 31,8%

Risultati della gestione industriale (in % Fatturato)

- Acquisti netti 184 47,8% 56,2% 65,0% 187 50,5% 61,2% 68,4%

- Costi per servizi e godimento beni di terzi 184 19,5% 25,4% 32,1% 187 18,9% 24,8% 33,2%

Valore aggiunto b 184 11,1% 15,1% 20,9% 187 8,5% 13,8% 21,2%

- Costo del lavoro 184 5,5% 8,4% 12,0% 187 4,1% 9,0% 13,2%

Margine operativo lordo (Mol) 184 3,8% 6,0% 8,7% 187 2,8% 5,0% 7,9%

Ammortamenti imm. materiali 184 0,7% 1,3% 2,1% 187 0,7% 1,5% 2,6%

Margine operativo netto (Mon) 184 2,9% 4,5% 6,4% 187 1,6% 3,2% 4,8%

Reddititività (%)

Roi (Mon in % Capitale investito) 184 4,2% 6,9% 11,9% 187 3,6% 6,6% 10,7%

Roe netto 184 -0,2% 3,0% 8,7% 187 -0,6% 5,5% 15,6%

Immob. materiali nette in % fatturato 184 2,5% 5,7% 13,0% 187 3,3% 7,7% 14,2%

Immob. Immateriali in % fatturato 184 0,0% 0,3% 1,0% 187 0,1% 0,4% 1,5%

Leva Finanziaria c 184 26,4% 58,0% 75,5% 187 39,5% 69,6% 80,7%

Costo medio passività finanziarie d 184 4,7% 6,1% 8,6% 187 4,6% 6,6% 11,1%

Solofra Non distrettiOss. 25° perc. Mediana 75° perc. Oss. 25° perc. Mediana 75° perc.

Var.% 2004/'02 di alcune voci del conto economico

Fatturato 41 -52,6% -34,9% -0,2% 89 -28,9% -12,7% 11,0%

Valore aggiunto 41 -53,9% -11,8% 15,1% 89 -18,2% -0,2% 23,6%

Acquisti netti 41 -56,9% -39,9% 0,0% 89 -39,1% -18,9% 6,4%

Costi per servizi e godimento beni di terzi 41 -42,1% -17,8% 0,0% 89 -17,0% -1,1% 20,9%

Costo del lavoro 39 -17,5% 3,3% 37,0% 87 -5,3% 6,1% 23,2%

Ammortamenti imm. materiali 38 -41,9% 0,0% 51,2% 88 -34,1% 0,7% 47,3%

Risultati della gestione industriale (in % Fatturato)

- Acquisti netti 41 61,4% 69,1% 77,5% 89 42,6% 55,7% 68,3%

- Costi per servizi e godimento beni di terzi 41 14,0% 19,3% 28,0% 89 15,3% 23,3% 30,7%

Valore aggiunto b 41 9,1% 14,8% 21,4% 89 14,2% 19,6% 26,5%

- Costo del lavoro 41 5,2% 10,6% 14,9% 89 7,8% 11,3% 20,7%

Margine operativo lordo (Mol) 41 1,3% 3,8% 6,9% 89 3,4% 6,9% 9,1%

Ammortamenti imm. materiali 41 0,7% 1,6% 4,2% 89 0,7% 1,9% 3,4%

Margine operativo netto (Mon) 41 -1,2% 1,7% 4,3% 89 1,7% 4,3% 6,1%

Reddititività (%)

Roi (Mon in % Capitale investito) 41 -1,3% 2,9% 5,9% 89 4,1% 7,1% 12,2%

Roe netto 41 -7,9% -0,6% 6,7% 89 -3,2% 2,1% 10,2%

Immob. materiali nette in % fatturato 41 4,3% 12,1% 27,3% 89 3,5% 10,2% 20,7%

Immob. Immateriali in % fatturato 41 0,0% 0,1% 0,7% 89 0,1% 0,3% 1,1%

Leva Finanziaria c 41 18,0% 51,5% 70,4% 89 16,0% 50,8% 73,1%

Costo medio passività finanziarie d 41 5,6% 8,8% 13,5% 89 4,9% 6,7% 10,4%a Le statistiche descrittive sono calcolate su dati medi del periodo 2002-2004. b Grado di integrazione verticale. c Debiti finanziari in % totale passività. d Oneri finanziari in % debiti finanziari. Fonte: elaborazioni Banca Intesa su bilanci aziendali

Page 61: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

60

Questi risultati sono confermati dall’analisi dell’evoluzione degli indicatori di redditività (fig. 3.13). Da questa è, inoltre, possibile osservare come tutti i distretti qui esaminati abbiano subito cali di redditività, sia operativa che complessiva, tra il 2002 e il 2004. In un periodo di forti pressioni competitive e di crisi dei settori clienti italiani (calzaturiero in primis), i distretti conciari, fatta eccezione per S. Croce, hanno sperimentato un lieve calo dei margini (misurati dal margine operativo lordo in percentuale del fatturato – fig. 3.13A), causato principalmente dall’aumento del costo del lavoro, che, unitamente, al calo del fatturato, si è tradotto in un peggioramento della redditività industriale (Roi – fig. 3.13B) e complessiva (Roe – fig. 3.13C).

L’analisi del conto economico e, in particolare, della composizione del fatturato, illustra come i distretti (Solofra escluso) e i non distretti conseguano risultati della gestione industriale simili pur essendo caratterizzati da una diversa organizzazione aziendale del processo produttivo. I distretti, infatti, mostrano un minore grado di integrazione verticale rispetto alle aree non distrettuali, a testimonianza della presenza di fitte reti di interazione all’interno dei distretti, che consentono una elevata divisione o “disintegrazione verticale” del processo produttivo. Quest’ultima è particolarmente elevata ad Arzignano, dove al cosiddetto “effetto distretto” si affianca un maggior ricorso, da parte di alcune grandi imprese locali, alla delocalizzazione produttiva in paesi fornitori di materia prima (Cina, Brasile), al fine di presidiare direttamente le prime fasi di lavorazione. Nel distretto vicentino, infatti, il rapporto tra le importazioni e le esportazioni di prodotti conciari è di gran lunga superiore a quello che caratterizza gli altri principali poli produttivi italiani.

La vicinanza delle performance in termini di Roi delle aree distrettuali e non si spiega con il fatto che la maggiore integrazione verticale (che genera un peso più elevato del valore aggiunto sul fatturato) presente nelle aree non distrettuali viene assorbita da una più alta incidenza sul fatturato del costo del lavoro, delle immobilizzazioni materiali e, quindi, degli ammortamenti.

Fig. 3.13 – REDDITIVITÀ OPERATIVA E COMPLESSIVA A CONFRONTO

A – Mol in percentuale del fatturato

2%

4%

6%

8%

2002 2003 20042%

4%

6%

8%

Mol in % fatturato - S.Croce Mol in % fatturato - Solofra

Mol in % fatturato - Non distretti Mol in % fatturato - Arzignano

Page 62: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

61

B - Redditività operativa: Roi (Return on Investment)

2%

3%

4%

5%

6%

7%

8%

9%

2002 2003 20042%

3%

4%

5%

6%

7%

8%

9%

Roi - S.Croce

Roi - Solofra

Roi - Non distretti

Roi - Arzignano

C - Redditività complessiva: Roe netto

-2%

0%

2%

4%

6%

8%

10%

2002 2003 2004-2%

0%

2%

4%

6%

8%

10%

Roe netto - S.Croce

Roe netto - Solofra

Roe netto - Non distretti

Roe netto - Arzignano

Fonte: elaborazioni Banca Intesa su bilanci aziendali

Page 63: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

62

4. Lo scenario competitivo del distretto di Arzignano

4.1 Caratteristiche e punti di forza

La forza del distretto conciario vicentino sta, innanzitutto, nell’organizzazione e nella divisione del lavoro tra i diversi attori. Nel corso del tempo l’organizzazione lungo la filiera ha consentito al distretto di raggiungere un livello elevato di flessibilità a costi relativamente contenuti. Uno studio, promosso dalla Generalitat de Catalunya (il governo regionale della Catalonia), ha messo in luce l’efficienza organizzativa della divisione del lavoro del distretto di Arzignano rispetto al processo integrato che invece predominava nel distretto conciario spagnolo di Igualada, grazie anche alle economie di scala che si creano concentrando le fasi a monte in alcune aziende (Duch e Pezzi, 2000). Secondo tale studio, in vantaggi raggiunti da Arzignano erano tali da contenere i costi su livelli competitivi persino nei confronti delle produzioni di alcuni paesi emergenti (ad esempio quello di Sind in Pakistan), nonostante i maggiori costi del lavoro e di protezione ambientale e la specializzazione su prodotti a maggiore valore aggiunto. E’ da sottolineare, inoltre, che proprio a partire da tale studio anche il distretto spagnolo ha rivisto la propria organizzazione interna e, sulla scia di quanto realizzato in Italia, ha iniziato ad investire in modo cooperativo per quanto riguarda la gestione della problematica ambientale.

Tab. 4.1 - STRUTTURA DEI COSTI DI PRODUZIONE DEL CUOIO (box-calf € per mq.)

Igualada Arzignano Sind (Pakistan)

Pelle 0,83 0,83 0,81

Altri materiali 0,18 0,17 0,18

Manodopera 0,29 0,17 0,16

Ammortamenti 0,03 0,03 0,03

Altri costi 0,17 0,11 0,12

Totale 1,50 1,32 1,30

Fonte: Duch e Pezzi, 2000

Al vantaggio dell’organizzazione di tipo distrettuale si è affiancato quello derivante dalla forte eterogeneità degli attori, che aumenta ulteriormente la duttilità e la gamma dell’offerta. Ai grandi gruppi si affianca un’ampia compagine di medie e piccole imprese a forte specializzazione, in grado di soddisfare le esigenze del mercato. I gruppi hanno svolto la funzione di imprese leader e hanno dato visibilità alla produzione distrettuale; hanno però introdotto, come si è già notato, una crescente gerarchizzazione del tessuto produttivo, spesso a danno delle imprese minori. La compresenza nel territorio delle imprese chimiche e meccaniche, cui si aggiungono anche le aziende fornitrici di servizi, assicura inoltre al settore conciario l’assistenza di un indotto specializzato e le condizioni per lo sviluppo di strategie mirate rispetto al prodotto distrettuale, con processi e macchine dedicati. Tali attori nel loro complesso rendono Arzignano un “polo completo” nell’attività di concia, con un buon mercato interno.

Un ulteriore punto di forza è l’interazione con i settori clienti. Lo sviluppo di questo polo conciario è direttamente collegato all’esigenza di standard qualitativi elevati espressa dal made in Italy delle calzature, dell’abbigliamento e dell’arredamento: la domanda nazionale ha innalzato il livello delle produzioni conciarie, ne ha determinato la flessibilità necessaria per seguire i mutamenti del mercato, ne ha permesso la crescita con l’aumento della richiesta di pellami. Ciò ha favorito la

I punti di forza del distretto sono:

- l’elevata flessibilità a costi relativamente contenuti

- l’interazione con i settori clienti che ha stimolato la qualità e l’offerta di nuovi articoli

- la presenza nel territorio di imprese chimiche e meccaniche che ha facilitato le innovazioni di prodotto e di processo

Page 64: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

63

competitività del polo conciario di Arzignano a livello internazionale e nell’offerta di articoli più sofisticati (come quelli destinati all’automobile).

L’alto livello qualitativo delle lavorazioni che ne deriva è, sicuramente, uno degli elementi chiave della competitività di Arzignano.

Arzignano ha inoltre dimostrato un’ottima capacità di diversificazione dei mercati di sbocco e di comprensione delle opportunità di sviluppo di alcuni settori a valle. La specializzazione del distretto sull’arredamento, che ha richiesto tra l’altro modificazioni nel tipo di lavorazione (pelli intere) e nei macchinari, è relativamente recente ed è la conseguenza di una riconversione iniziata circa venti anni fa. Questo settore esercitava un’attrattiva maggiore rispetto a quello tradizionale della calzatura: vi era una minore pressione competitiva e rappresentava l’occasione per entrare in nuovi mercati internazionali.

4.2 La questione ambientale: un possibile punto di forza in prospettiva

Uno dei problemi di grande rilievo che si presentano all’industria conciaria è certamente quello relativo al contenimento degli effetti ambientali connessi al suo ciclo di lavorazione; le materie prime, i prodotti chimici e quelli ausiliari necessari per la concia e le altre operazioni, nonché gli scarti di lavorazione sono in genere più o meno inquinanti per l’ambiente (acqua, terreno ed aria) e di odore sgradevole. Per questo assumono crescente importanza le operazioni di riciclo e/o disinquinamento associate al ciclo di lavorazione.

Sotto questo profilo il distretto di Arzignano risulta essere all’avanguardia: già negli anni Settanta assume rilievo lo sforzo per dotare il distretto di una politica di salvaguardia ambientale, in risposta alla legge Merli per la regolamentazione delle attività di scarico di residui liquidi provenienti da attività produttive20. All’interno del distretto nascono in questo periodo due consorzi per la gestione degli impianti di depurazione, ad Arzignano e Montebello Vicentino; il più importante, il Consorzio F.I.C. di Arzignano, viene costituito nel 1974 con il compito di gestire lo smaltimento dei reflui prodotti nell'ambito del comprensorio conciario della Valle del Chiampo attraverso un sistema centralizzato di depurazione. Il 4 aprile 1978 entra in funzione il depuratore principale che serve il distretto, primo impianto per importanza in Europa in questo settore, attualmente gestito dalla società "Acque del Chiampo", con una capacità depurativa pari ad una città di un milione e mezzo di abitanti (la popolazione dell’intera valle raggiunge i quarantamila abitanti)21. Nonostante l’importanza e la modernità degli impianti, nei primi anni di esercizio le attività di depurazione incontrarono diversi problemi, fino ad un provvedimento giudiziario di chiusura nel 1984. Inoltre, in questo periodo vengono fissate le quantità massime di reflui che ciascuna azienda è in grado di conferire: poiché non è mai stato istituito un mercato delle quote di depurazione, le aziende conservano la capacità disinquinante (e quindi produttiva) fissata all’epoca; qualora un’impresa superi il tetto a propria disposizione, è costretta a decentrare fasi della concia o a rallentare i tempi di lavorazione. Vista la non disponibilità di nuove quote di depurazione, ciò ha comportato la nascita di sole imprese che non producano acque reflue (queste imprese acquistano pelli grezze, terziarizzano completamente le lavorazioni e commercializzano il prodotto finito), il

20 Già negli anni Sessanta si era proceduto alla realizzazione di un collettore e di apposite

vasche di decantazione per la separazione dei fanghi prodotti dalla concia dalle acque, in conseguenza delle sempre maggiori proteste degli agricoltori penalizzati in maniera crescente dall’inquinamento delle rogge e dei canali di irrigazione nella zona, ma non solo. In realtà tale impianto non entrò mai in funzione, in assenza del via libera delle autorità sanitarie preposte al rilascio delle autorizzazioni d’esercizio (Parri, 1994).

21 Il processo di depurazione si basa su una fase chimico-fisica e su una fase biologica. Nei comuni consorziati è fatto obbligo alle concerie di operare un pre-trattamento dei propri reflui, attraverso strutture di allacciamento al depuratore costruite a spese delle aziende stesse. Tutti i fanghi, una volta inspessiti, condizionati, disidratati e filtro-pressati al termine del processo di depurazione, vengono smaltiti in discariche controllate (Parri, 1994).

- la capacità di diversificare i mercati di sbocco e di identificare le potenzialità di sviluppo dei settori clienti

Page 65: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

64

mantenimento delle “gerarchie” passate tra imprese e il controllo, da parte dei grandi gruppi, della nascita di nuovi concorrenti e, infine, l’impossibilità delle piccole imprese di crescere dal punto di vista produttivo (Unioncamere, 1995; a questo proposito si veda però anche il par. 4.5.2).

In sintesi il problema ambientale legato alla lavorazione della pelle è uno degli elementi che influisce in misura maggiore sulla percezione dell’attività distrettuale, sulle condizioni di vita del territorio e sull’attività aziendale con l’imposizione di limiti e regolamenti (rigidi controlli, disposizioni restrittive in materia ambientale). Pur essendo all’avanguardia nella gestione di tale problema (anche grazie ad iniziative a livello istituzionale e di consorzio; si vedano i paragrafi 4.5.2 e 4.5.3), la tematica ambientale condiziona lo sviluppo dell’area e comporta una crescente terziarizzazione, ma anche il perseguimento di una maggiore produttività ed elevati investimenti in ricerca ambientale. Ciò nel breve periodo può risultare costoso e creare uno svantaggio competitivo rispetto ai competitors dislocati nei paesi emergenti ancora incuranti dell’ambiente. E tuttavia nel medio - lungo termine questi sforzi pongono le basi per uno sviluppo sostenibile del territorio e incentivano la ricerca di nuove e più efficaci “soluzioni ambientali”, che, in prospettiva, nel momento in cui il problema ambientale inizierà ad essere sentito anche nei paesi emergenti, garantiranno un nuovo vantaggio competitivo al distretto.

4.3 Punti di debolezza

Arzignano affronta una carenza di risorse sul territorio. Vi sono le problematiche tipiche e ricorrenti in realtà complesse come quelle distrettuali, quali l’insufficienza di spazi per nuovi insediamenti industriali e i problemi di viabilità. A questi si aggiungono fattori specifici, legati soprattutto alla natura della produzione.

Alla questione ambientale (par. 4.2) si aggiunge il problema legato alle risorse umane: accanto alla manodopera straniera, impiegata in larga parte nelle aziende piccole che svolgono lavorazioni di fase e accresciutasi nel corso dell’ultimo decennio22, le imprese distrettuali ricercano anche forza lavoro specializzata che si rivela però scarsa, anche a causa della disaffezione verso il settore da parte delle nuove generazioni. Il sistema formativo locale può diffondere solo conoscenze teoriche di base, ma non può sostituirsi al tradizionale meccanismo di creazione di risorse che si fonda sull’esperienza pratica, sia nei reparti produttivi che in quelli commerciali, all’intero delle concerie. Le competenze richieste sono, infatti, difficilmente formalizzabili; esse hanno carattere pratico, sono acquisibili attraverso un processo di tipo learning by doing, sono cioè legate all’esperienza nel trattare un materiale naturale come la pelle e al tirocinio nei luoghi di produzione e commercio. Nonostante le innovazioni di processo e di materiali, la lavorazione delle pelli continua ad essere un processo scarsamente codificabile che richiede decisioni complesse a livello operativo e la padronanza di una serie di tecniche specifiche. Il personale specializzato, ricercato, spesso conteso tra concerie, detiene un elevato potere contrattuale e i suoi costi possono schiacciare le imprese di più piccole dimensioni. Nel distretto pertanto vi è “il bisogno di creare un nuovo sistema di trasferimento delle competenze pratiche” (Patto per lo sviluppo del Distretto Vicentino della Concia; par. 4.5.1). A questo proposito “è necessario costruire sistemi di selezione e formazione del personale maggiormente orientati al knowledge management, vale a dire a tecniche avanzate di codifica dell’esperienza aziendale, all’accumulazione del sapere produttivo e al suo trasferimento e relazioni contrattuali orientate a motivare i tecnici verso nuovi percorsi di professionalizzazione”.

Altra problematica è l’ancora limitato dialogo con i settori utilizzatori. Questi ultimi di fronte al nuovo contesto competitivo internazionale richiedono al settore conciario rapidi tempi di realizzazione e di consegna dei campionari e un’ampia varietà di 22 Secondo i dati dell’Osservatorio del distretto vicentino della Concia la manodopera straniera

occuperebbe quasi il 39% degli addetti del distretto.

Il problema ambientale: un freno che, se affrontato con successo, si può trasformare in un vantaggio competitivo nel medio-lungo termine

Il distretto soffre di una carenza di risorse umane ...

... di un limitato dialogo con i settori clienti

Page 66: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

65

articoli. L’ideazione di nuovi sistemi di codifica delle pelli e di assortimento degli ordinativi potrebbero favorire la capacità di risposta del settore conciario. Più in generale sarebbe opportuno dar vita ad “un’interfaccia efficiente tra le esigenze del settore conciario, settori utilizzatori, potenziali partner della ricerca o fornitori di soluzioni” al fine di verificare la realizzabilità delle idee più promettenti “attraverso processi di ricerca finalizzati alla produzione di modelli e prototipi, ... avviare l’ingegnerizzazione del nuovo prodotto o processo, la fabbricazione su scala industriale” (Patto per lo sviluppo del Distretto Vicentino della Concia).

Per quanto riguarda un altro fattore competitivo chiave, l’innovazione, nel distretto “mancano [... sia] progetti finalizzati a importare nel settore conciario ... elementi tratti dal quadro tecnologico della ricerca biotecnologica o ... derivati da processi lontani dal paradigma tradizionale della chimica conciaria [... sia] strutture di ricerca interne al distretto che sappiano progettare interventi coordinati e finalizzati a modificare il quadro tecnologico prevalente ... ricercando contaminazioni sistematiche con innovazioni raggiunte in altri settori industriali” (Patto per lo sviluppo del Distretto Vicentino della Concia).

4.4 I percorsi strategici

Gli operatori del distretto non stanno assistendo da semplici spettatori al cambiamento del contesto competitivo internazionale. Essi, oltre a far leva sui tradizionali punti di forza dell’area vicentina, non trascurano di affrontare i propri punti di debolezza, sia attraverso azioni individuali, che coinvolgono le singole imprese, sia tramite azioni consortili, che vedono impegnate le imprese e le istituzioni del territorio. In questo paragrafo e nel paragrafo 4.5 si cercherà di dar conto di questi percorsi strategici che stanno investendo il territorio vicentino, che segnalano come il distretto conciario vicentino stia ancora una volta dimostrando una grande vitalità e, soprattutto, una capacità di reazione “collettiva” non comune ad altre realtà distrettuali. Da questo punto di vista va segnalato come la normativa regionale in materia di distretti produttivi della Regione Veneto abbia il merito di favorire la collaborazione tra imprese e tra imprese e università, visto che l’assegnazione di risorse ai distretti a favore della ricerca o dell’internazionalizzazione privilegia i progetti che coinvolgono il maggior numero di imprese e che creano sinergie con università e poli di ricerca.

4.4.1 L’internazionalizzazione della fornitura e la delocalizzazione

Una delle principali risposte ai limiti del territorio ed alla crescente difficoltà di approvvigionarsi di materia prima (per la tendenza dei paesi produttori a spostarsi a loro volta sulle fasi più a valle) è stato il processo di rinuncia alle prime fasi di concia delle pelli di cui si è già parlato. Le autorizzazioni per tale attività per motivi di inquinamento ambientale (esigenza di impianti di depurazione e recupero dei sali al cromo), non sono più accordate. Tale tendenza sembra essere in aumento (come testimoniato anche dai dati sulle importazioni).

Tra gli effetti del crescente ricorso a semilavorati di provenienza estera vi è lo sviluppo di imprese commerciali che una volta acquistato il semilavorato ne completano il ciclo di lavorazione attraverso le imprese terziste specializzate distrettuali, tradizionali fornitori delle concerie, rivendendola poi come pelle rifinita o wet blue. L’emergere di questo attore è collegato alle necessarie competenze commerciali per il presidio del mercato finale (le stesse che hanno condotto le concerie a dotarsi di imprese commerciali) e apre spazi di interfaccia tra i mercati di acquisto delle materie prime/semilavorati e i mercati di sbocco delle concerie/utilizzatori finali. Le imprese commerciali sono presenti quindi sia nel mercato del crust e del wet blue, sia nel comparto della pelle finita, in competizione con le concerie.

Gli operatori del distretto non stanno assistendo alla trasformazione del contesto competitivo internazionale da semplici spettatori

Page 67: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

66

L’utilizzo di semilavorati presenta il rischio di una perdita di controllo della qualità e dell’innovazione nelle fasi a monte. Una possibile risposta è quella di controllare, attraverso investimenti greenfield o altre forme di delocalizzazione, i produttori collocati nei paesi di provenienza delle pelli. I vantaggi legati all’appartenenza al sistema distrettuale, con le competenze e il know how degli attori, assieme al rischio di trasferire conoscenze a potenziali concorrenti, hanno in parte frenato il ricorso alla delocalizzazione. E, tuttavia, non mancano casi di aziende che, per via dei minori vincoli ambientali, dell’accesso a prezzi delle pelli più bassi e del maggior controllo qualitativo della produzione (il costo del lavoro contenuto incide relativamente poco nelle scelte di delocalizzazione visto il suo peso ridotto sui costi di produzione; cfr. il par. 3.1), si sono trasferite nei paesi fornitori di pelli e/o a minor costo del lavoro. Il Rino Mastrotto Group, ad, esempio, ha aperto uno stabilimento in Brasile, per la produzione di pelli finite per l’arredamento, ma anche per le calzature e la selleria auto (si veda a questo proposito il par. 3.4.1), grazie a una joint venture con il primo allevatore, macellatore ed esportatore brasiliano di carne, che disponeva anche di una piccola conceria destinata essenzialmente alla produzione di pelli conciate wet blue per il mercato interno.

Accanto ad esempi di delocalizzazione legati all’approvvigionamento delle materie prime ed al controllo dei semi-lavorati, un’altra strategia adottata da alcuni operatori del distretto è lo spostamento nei paesi emergenti anche delle fasi più a valle e delicate per meglio presidiare questi mercati. Il Rino Mastrotto Group, ad esempio, serve il mercato americano avvalendosi dello stabilimento brasiliano, che, oltre alla prime fasi del processo produttivo, produce anche pelli finite. Il Gruppo Mastrotto, dal canto suo, oltre alle attività produttive in Brasile e Croazia, ha recentemente avviato una nuova attività produttiva in Indonesia per la realizzazione di pelli per carrozzeria destinata prevalentemente al mercato locale (cfr. il par. 3.4.2). La conceria Ambra del Gruppo Dal Maso è presente in Sud Africa con la partecipata Mario Levi Manufacturing South Africa Ltd che svolge l’attività di rifinitura e commercializzazione di pelli per auto (cfr. il par. 3.4.6).

La delocalizzazione delle fasi più a valle potrebbe anche essere spinta dall’esigenza di seguire e accompagnare il processo di delocalizzazione dell’attività produttiva dei propri clienti nei paesi emergenti. Lo spostamento dei clienti in altri Paesi induce le imprese conciarie a creare snodi commerciali negli stessi e, successivamente, a realizzare anche impianti produttivi, per meglio presidiare mercati che si presentano, spesso, con un enorme potenziale. Si tenga presente, infatti, che “il processo di deindustrializzazione che ha colpito l’Ue sembra inarrestabile e la qualità del nostro pellame non sembra sufficiente per garantire quote di mercato; l’industria manifatturiera delocalizza la propria produzione nei paesi che consentono di contenere il costo del lavoro e la conceria italiana deve organizzarsi per poter servire nel migliore dei modi i clienti utilizzatori, calzaturifici, pelletterie e mobilifici logisticamente sempre più lontani... Questi paesi in via di sviluppo ... stanno diventando anche dei significativi e interessanti consumatori. Possiamo pertanto dire che la conceria italiana è chiamata a definire nuove strategie per fronteggiare quella che possiamo definire una nuova geografia economica mondiale” (Bilancio di esercizio 2004, Conceria Beschin Gino Spa).

Tra i paesi possibili mete di investimento, sicuramente la Cina è quello che presenta il maggiore potenziale, sia dal punto di vista di strategie follow the client, sia dal punto di vista del mercato presente, grazie all’importanza che ha assunto in tale paese la produzione di calzature ed ai processi di delocalizzazione che stanno interessando due dei principali settori utilizzatori di Arzignano (l’arredamento e l’automobile). Basti ricordare che già ora la Cina è il primo importatore mondiale di pelli (si vedano le figure 2.5 e 2.6).

L’accesso al mercato cinese, tuttavia, non è semplice considerando la distanza geografica, che non consente consegne rapide e tempestive, e i dazi doganali, che ancora gravano sulle pelli esportate in Cina (MAIA e IFM, 2005).

Alcune imprese hanno delocalizzato le prime fasi del processo produttivo per avere un miglior controllo della qualità

Ci sono anche imprese che hanno delocalizzato le fasi più a valle per meglio presidiare i mercati di sbocco più lontani

Page 68: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

67

Alcune imprese del distretto hanno aggirato questo ostacolo tramite una presenza diretta nel mercato cinese. Spicca, in particolare, il caso della Conceria Beschin Gino Spa che nel 2004 ha “avviato alcuni accordi per produrre in Cina gli articoli più economici della [sua] gamma destinati a quel mercato. Questa esperienza è stata molto proficua e ha permesso [alla Conceria Beschin] di entrare presso clienti che non [avrebbe] mai potuto servire dall’Italia a causa dei tempi di trasporto troppo lunghi. In modo particolare [le] ha permesso di avere la conferma di quanto [aveva] intuito al tempo in cui [avviò il suo] programma di penetrazione commerciale nell’area asiatica nel lontano 1992; avere una unità produttiva in Cina è sempre più determinante per acquisire un vero e proprio vantaggio competitivo. Verificata la consistenza della domanda e l’importanza strategica di quel mercato, [ha] deciso di costituire sul territorio cinese una nuova compagnia totalmente partecipata dalla ... società. Questa compagnia avrà il compito di firmare un contratto per rilevare l’affitto della conceria gestita dalla [sua] vecchia joint venture, di cui [aveva] ceduto le partecipazioni nel 1998... La conceria cinese dovrà lavorare esclusivamente per conto terzi. [Venderà] ai [suoi] clienti il wet blue ed i prodotti chimici necessari per la produzione dei loro articoli, garantendo la consegna in tre settimane dell’ordine. Il tipo di clientela interessato a questo nuovo modo di lavorare è generalmente caratterizzato da una produzione standard, la cui unica variabile è il colore; possono essere produttori di salotti o anche di calzature, ma hanno tutti la comune esigenza di avere chi produce in loco in tempi certi e con qualità costante.” (Bilancio di esercizio 2004, Conceria Beschin Gino Spa). Rispetto al passato le redini della conduzione aziendale resteranno saldamente nelle mani della Conceria Beschin. “La delocalizzazione della produzione di alcuni articoli non farà comunque venir meno l’importanza della conceria italiana deputata alla proposta di articoli all’avanguardia e di alta qualità” (Bilancio di esercizio 2002, Conceria Beschin Gino Spa).

L’investimento in Cina, sia solo come snodo commerciale sia come attività produttiva, presenta, però, un elevatissimo livello di complessità, spesso non alla portata delle imprese di minori dimensioni. In questo caso l’azione consortile potrebbe rappresentare una valida alternativa all’investimento diretto in Cina e consentire l’ingresso e l’affermazione in questo mercato senza il bisogno di realizzare importanti investimenti in impianti produttivi, ma puntando piuttosto su un’azione comune sul fronte commerciale. Alcune importanti istituzioni del distretto, ad esempio, ritengono possibile la formazione di consorzi volti a favorire e a rendere conveniente l’utilizzo del trasporto aereo, che, rispetto a quello via mare, consentirebbe tempi di consegna rapidi e puntuali. Tra le opzioni disponibili vi è anche quella che prevede la creazione, attraverso la costituzione di un apposito consorzio, di sistemi informatici nella logistica che consentono di mantenere tesi i flussi e gli approvvigionamenti di magazzini di proprietà consortile dislocati nei mercati di sbocco a più alto potenziale (sulla scorta di quanto realizzato da aziende tessili per ovviare agli alti costi del trasporto aereo).

4.4.2 L’innovazione per cercare un equilibrio tra industria e ambiente

Il processo di innovazione del distretto di Arzignano si è applicato in una prima fase alla produzione di macchine per il miglioramento qualitativo del prodotto e in secondo luogo all’automazione dei processi produttivi. Ultimamente una parte notevole degli investimenti destinati alla ricerca è finalizzata al contenimento dell’inquinamento delle lavorazioni industriali, sia in campo chimico che meccanico, e a un costante ammodernamento. Esiste, infatti, una sperimentazione concreta nella salvaguardia ambientale, che ha portato anche alcune imprese conciarie a consociarsi per lo sviluppo di un’univoca politica ambientale locale (si veda a questo proposito il par. 4.5). Una delle ultime innovazioni indirizzate alla salvaguardia ambientale è quella delle macchine per la verniciatura a rulli che permettono di recuperare e non sprecare i prodotti chimici. Oggi i vantaggi ecologici hanno acquisito la stessa importanza dei fattori tecnici ed economici: l’impiego di prodotti meno inquinanti, di

Sono parecchie le imprese che innovano per innalzare la qualità e, sempre più spesso, per ridurre al minimo l’inquinamento

Page 69: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

68

tecnologie avanzate, di processi compatibili con l’ambiente, della depurazione dei beni utilizzati consentono alle imprese conciarie di lavorare serenamente nel territorio.

L’introduzione di soluzioni tecnologiche avanzate nei cicli di produzione ha avuto a sua volta anche significativi effetti sul miglioramento della qualità dei prodotti. Tra i progetti in via di studio vi sono la messa a punto di nuovi prodotti chimici per eliminare l’uso di solventi, per migliorare la rifinitura delle pelli, per nuovi reticolanti, per nuove tecniche di separazione dei tannini dai bagni di concia, di concia esenti da cromo, per la realizzazione di cuoi impermeabili, di nuove tecnologie enzimatiche, per la decontaminazione dei fanghi conciari dal cromo, per il recupero di acidi e agenti chimici dalle emissioni gassose (cfr. anche il par. 4.5).

Importante per la realizzazione di queste innovazioni è proseguire la collaborazione con le aziende meccaniche ed elettromeccaniche presenti nel distretto; oggi le maggiori aziende del settore, dal grande profilo tecnologico grazie all’esperienza accumulata con le concerie del distretto, esportano in tutto il mondo. Tra le altre si ricordano la 3P, la Bergi, la Ge.Ma.Ta., la Emmezzeta, la Pajusco e le aziende nate dall’ex gruppo Poletto. Esistono anche piccole aziende artigianali che si occupano della costruzione di sistemi di automazione di piccole dimensioni, esclusivamente per le imprese del distretto.

L’innovazione per uno sviluppo compatibile

Un esempio di sviluppo compatibile con l’ambiente tramite innovazioni proviene da S.I.C.IT. Spa, un’azienda operante nel comparto della lavorazione dei residui delle concerie. È un’azienda chimica nata negli anni ’60 per il recupero del cromo dai rifiuti di conceria; la scarsa remunerazione del cromo così ottenuto e i problemi ambientali collaterali, hanno portato l‘azienda alla lavorazione del carniccio, residuo delle lavorazioni distrettuali e reso commerciabile come farine proteiche e fertilizzanti. Con l’aumento delle quantità di carniccio prodotte dal distretto, cresce anche l’importanza della S.I.C.IT. nel territorio per lo smaltimento dei rifiuti aziendali. In primo piano si trova oggi l’attività di ricerca ambientale e di sperimentazione di nuove tecnologie in collaborazione con Università e Centri di Ricerca a livello internazionale. Sarà approntato a partire dal 2005 un processo per il recupero dei cloruri nell’acqua proveniente dalle operazioni di dissalaggio. L’operazione è importante perché permetterebbe al depuratore di Arzignano, dove confluiscono le acque, di rientrare per questa componente nei limiti posti dalla normativa (per i quali oggi vale la deroga concessa dalla Regione Veneto). Inoltre S.I.C.IT. è attiva nella ricerca di soluzioni per eliminare odori provenienti dalle vasche del depuratore. S.I.C.IT. è diventata in questo modo per il distretto un punto di riferimento propositivo, che valorizza e propone soluzione nuove per il settore conciario: di fatti all’inizio degli anni Novanta è stata acquistata dagli imprenditori conciari (Rino Mastrotto e Walter Peretti ne sono rispettivamente presidente e vice presidente) e rappresenta un centro di dialogo e di condivisione delle problematiche del territorio.

Il recente Accordo di Programma (par. 4.5.3), firmato nel dicembre del 2005, prevede un ruolo attivo del gruppo S.I.C.IT. che entro il 31 dicembre del 2008 “si impegna a realizzare l’impianto per la rimozione dei cloruri in forma riciclabile e per il riutilizzo di acqua ad uso industriale, operando sulle acque primarie del ciclo conciario”.

4.4.3 La necessità di un marketing territoriale: investire nella reputazione del distretto

Il distretto evidenzia la necessità di un maggiore investimento in strutture di comunicazione che possano diffondere un’immagine del territorio e del sistema industriale locale in grado di controbilanciare la reputazione basata sul giudizio negativo dell’inquinamento apportato dalle lavorazioni. La fama di Arzignano non rende giustizia agli interventi che sono stati realizzati per migliorare la condizione dell’ambiente e che rendono il distretto un punto di riferimento nella gestione equilibrata del rapporto tra un’industria inquinante e il suo territorio (cfr. i paragrafi

Page 70: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

69

4.5.2 e 4.5.3). Le conseguenze da evitare sono l’allontanamento di investimenti in risorse, intellettuali e finanziarie, per la crescita e lo sviluppo del sistema locale, cioè l’interesse dei giovani a lavorare nel settore e degli innovatori che preferiscono alla concia settori industriali alternativi.

4.4.4 La ricerca di nuovi mercati

La presenza di imprese con differenti fisionomie indica come, accanto a imprese diversificate (spesso di maggiori dimensioni) convivano anche altre aziende specializzate in nicchie di mercato. Se il settore dell’arredamento e calzaturiero sono i tradizionali mercati di destinazione del distretto, acquisisce uno spazio crescente l’automotive dove la produzione di Arzignano possiede un vantaggio competitivo per la domanda di articoli sofisticati. L’alta gamma e il contenuto tecnologico innovativo delle pelli utilizzate e dei macchinari impiegati consentono alle imprese di servire i maggiori marchi del settore automobilistico a livello mondiale. L’utilizzo della pelle nel settore automobilistico sta conquistando sempre più spazi in un mercato dove spesso, ormai, a fare la differenza sono gli accessori interni. Se in passato la pelle era considerata un lusso, oggi ha costi più accessibili e rappresenta un buon valore aggiunto per le case ed esercita un forte appeal sulla clientela finale. La produzione di pelli per interni di auto richiede lo sviluppo di metodologie ad alto livello tecnologico per garantire un processo produttivo controllato che assicuri elevati e standardizzati livelli di qualità. Le case automobilistiche richiedono, infatti, pelli che siano in grado di resistere allo sfregamento e all’usura, di sopportare forti sbalzi termici, di risultare inalterate sotto la luce, pulibili e ininfiammabili. Ciò crea forti barriere all’entrata che pongono al riparo i produttori altamente qualificati dalla concorrenza dei prodotti di bassa qualità.

Le iniziative per servire nuovi mercati vanno da pelli per i vegetariani, ottenute esclusivamente con pelli di animali morti per cause naturali e lavorate con separazione fisica dalle pelli normali, alla lavorazione di particolari tipi di pellami, come quelli del toro, con maggiore peso specifico e che richiedono quindi cicli di lavorazione differenti.

In generale le imprese di Arzignano puntano verso miglioramenti qualitativi, abbandonando in parte le produzioni a basso valore aggiunto. Ne è un esempio il fatto che prodotti come guanti e grembiuli da lavoro, un tempo realizzati dai dopolavoristi, ora vengono compiuti in prevalenza a livello familiare. Sono rimaste alcune aziende che si sono però specializzate in guanti per motociclismo o altri sport (ad esempio provengono da questo distretto i guanti di Formula 1 usati dalla Ferrari).

4.5 Le risposte “collettive”

I precorsi strategici individuati nel paragrafo 4.4 potranno essere affrontati con successo solo se gli attori del distretto, che vanno dalle imprese agli enti pubblici e alle istituzioni, programmeranno “insieme” lo sviluppo futuro del distretto “anticipando i problemi piuttosto che inseguire l’emergenza”. Da questo punto di vista gli operatori del distretto hanno più volte dimostrato una buona capacità di fare “squadra”. Ne sono una prova i buoni risultati conseguiti con il Progetto Giada (par. 4.5.2) e il raggiungimento dell’Accordo di Programma quadro per la tutela delle acque e la gestione integrata delle risorse idriche (par. 4.5.3), entrambi volti al perseguimento di uno sviluppo sostenibile dell’area, e il Patto per lo Sviluppo del Distretto (par. 4.5.1), che sta iniziando a dare i suoi primi frutti con l’avvio di una serie di progetti di ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico cofinanziati dalla Regione Veneto e proposti da diversi gruppi di imprese.

Il distretto è ricco di aziende che hanno saputo ritagliarsi spazi in importanti nicchie di mercato

Il distretto mostra una buona predisposizione ad affrontare i problemi facendo “squadra”. A questo proposito vanno citati:

Page 71: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

70

4.5.1 Il Patto per lo Sviluppo del Distretto Vicentino della Concia

4.5.1.1 La descrizione del Patto

Gli operatori del distretto nel 2004 hanno proposto e si sono visti approvare dalla regione Veneto il Patto per lo Sviluppo del Distretto Vicentino della Concia. Il distretto vicentino è tra i dodici nuovi distretti approvati dalla Regione del Veneto nel 2004 (nel primo anno di applicazione della legge regionale23 erano stati approvati 28 distretti). Il Patto di distretto ha ottenuto il riconoscimento con la DRG 18/06/2004 n. 1766 e scadrà il 18 giugno del 2007.

Per essere riconosciute come distretto ed essere ammesse ai finanziamenti della regione, le imprese conciarie vicentine hanno presentato alla Camera di Commercio e alla Provincia di Vicenza il Patto di Sviluppo del Distretto Vicentino della Concia. Quest’ultimo individua i punti di debolezza e di forza del distretto, nonché i progetti strategici all’ulteriore affermazione dello stesso. In particolare le azioni che il Patto intende implementare sono:

- La creazione di un Osservatorio e di una banca dati informatica e relativo portale che consentano di:

• monitorare l’evoluzione del distretto della concia vicentino e rendere l’Osservatorio un “incubatore di idee di sviluppo ed anticipatore di tendenze”;

• favorire l’incontro e la collaborazione, non solo tra i produttori dell’industria conciaria, ma anche tra le imprese conciarie vicentine e i loro fornitori e clienti finali.

• promuovere il settore della concia.

- Lo sviluppo di soluzioni per il recupero e la valorizzazione ambientale. In particolare si intende favorire la ricerca di tecnologie pulite che riducano l’impatto ambientale dei processi di lavorazione delle pelli e, in particolare, il consumo di acqua, energia e solventi.

- La formazione di un pool di esperti capaci di supportare le imprese, tramite una collaborazione personalizzata con l’imprenditore, aiutandole a fronteggiare la concorrenza dei paesi emergenti e ad entrare in nuovi mercati.

- La costituzione di un moderno ed efficiente centro di “education e ricerca”, attraverso una opportuna valorizzazione delle strutture dell’Istituto Tecnico “Galilei” di Arzignano e la creazione in loco di una sede decentrata della Stazione Sperimentale per l’industria delle pelli e delle materie concianti di Napoli. Ciò al fine di:

• garantire il trasferimento delle competenze “pratiche” nel distretto;

• potenziare l’offerta formativa con eventuali corsi di aggiornamento;

• sviluppare adeguati laboratori e servizi di ricerca che consentano di promuovere l’attività di ricerca e sviluppo, di trasmettere al settore conciario i ritrovati della ricerca di base e, più in particolare, della ricerca biotecnologica.

• stimolare la richiesta di brevetti per proteggere e tutelare la proprietà intellettuale delle innovazioni, di prodotto e di processo, realizzate dall’azienda o nel sistema locale.

23 Con la Legge Regionale 4 aprile 2003 n. 8, “Disciplina dei distretti produttivi ed interventi di

politica industriale locale”, la Regione del Veneto intende promuovere azioni di sostegno allo sviluppo del sistema produttivo locale. Questa legge disciplina i criteri di individuazione e le procedure di riconoscimento dei distretti produttivi nonché le modalità di attuazione degli interventi per lo sviluppo locale.

- Il Patto per lo Sviluppo del Distretto

Page 72: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

71

- L’individuazione e il sostegno all’affermazione di un marchio di Distretto che consenta la valorizzazione e la certificazione della qualità dei prodotti conciari dell’area vicentina.

- La certificazione etica del distretto al fine di dare maggior risalto agli interventi già realizzati dalle imprese del distretto per migliorare la qualità dell’ambiente (su tutti il “progetto Giada”; par. 4.5.2) e l’integrazione sociale.

4.5.1.2 I progetti attuativi del Patto presentati e accettati dalla Regione

Nel corso del 2004 la Regione Veneto con il decreto n. 583 del 30.12.2004 ha ammesso al contributo regionale24 107 progetti attuativi dei patti di sviluppo distrettuale su un totale di 120 progetti presentati. Due di questi 107 progetti riguardano il distretto vicentino della concia e dovranno essere realizzati nell’arco di tre anni. Il primo progetto è coordinato dal comune di Arzignano e riguarda la costituzione di un Osservatorio “volto a produrre informazioni ‘strategiche’ per le imprese e le istituzioni del distretto” i cui risultati verranno presentati annualmente nel corso di un apposito Convegno pubblico. Il secondo progetto, denominato “Progetto Crispino”, che si pone l’obbiettivo di realizzare azioni di sviluppo precompetitivo e di trasferimento tecnologico con particolare riferimento alle fasi di tinteggiatura e finitura del pellame e alla riduzione dell’impatto ambientale dei processi di lavorazione delle pelli (messa a punto di tecnologie “pulite” e di nuovi sistemi di lavorazione per ridurre l’impatto ambientale e l’uso di solventi e sostanze pericolose; controllo di qualità in linea per minimizzare gli sprechi di pellame nel corso del processo del taglio; studio di nuovi sistemi di rifinizione a spruzzo di pelli di conceria, volti a innalzare l’”efficienza di trasferimento” per minimizzare gli sprechi e, quindi, l’inquinamento ambientale; studio di tecnologie e strumenti di marcatura dei prodotti per migliorare la logistica aziendale, la tracciabilità del prodotto e la prevenzione dei furti nelle aziende).

Nel 2005 la regione Veneto con il decreto dirigenziale della direzione sviluppo economico, ricerca e innovazione n. 1 del 29 dicembre 2005 ha accettato 5 dei 6 progetti presentati da vari operatori del distretto vicentino per ottenere il contributo del bando regionale del 2005. Questi sono:

1. Il progetto proposto da un insieme di aziende chimiche e conciarie del distretto (Conceria Beschin Spa, By Finco Srl, Dani Leather Spa, Conceria Europa sas, Conceria Leonica Spa, Conceria Montebello Spa, Conceria Pasubio Spa, Stefani Chimis Srl, Analytical Sas) per lo Studio sulla tossicità dei fumi di pellami ignifughi. “L’intento del progetto è l’approfondimento delle conoscenze sulle emissioni generate dalla combustione del cuoio allo scopo di individuare i fattori critici di intervento per:

- ridurre l’impatto ambientale generato dalla combustione del cuoio, sia essa indotta da eventi accidentali (incendio) oppure da incenerimento del rifiuto al termine del ciclo di vita del prodotto;

- acquisire nuove conoscenze riguardanti la tossicità e l’opacità dei fumi per rispondere alle esigenze di settori ad elevato contenuto tecnologico: nautica, aeronautica, locali pubblici;

- classificare il manufatto in cuoio permettendone così l’impiego in settori oggi riservati ad altri materiali: ceramiche, sintetici, legno”.

2. Il progetto proposto da aziende chimiche e conciarie del distretto (Dedalo Srl, H.B. Srl, Conceria Giada Spa) per la ricerca per l’ottenimento di articoli in pelle

24 Il finanziamento regionale non può superare il 40% della spesa complessiva prevista dai

progetti.

Page 73: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

72

resistenti al fuoco ed al lavaggio. Questo progetto parte dal presupposto che “in generale la produzione di articoli lavabili è distinta e generalmente incompatibile con le caratteristiche di resistenza al fuoco, ma nella pratica quotidiana articoli sia di arredamento che di abbigliamento (soprattutto sportivo e militare) richiedono l’abbinamento delle due caratteristiche. Diventa [pertanto] stimolante la ricerca di sostanze e trattamenti che portino ad unificare le caratteristiche di resistenza al fuoco ed al lavaggio in un unico tipo di pelle”.

3. Il progetto “Bioful” proposto da aziende chimiche e conciarie del distretto (Dani Leather Spa e Ilsa Spa) è volto ad “intercettare e separare i reflui provenienti dalle lavorazioni di rinverdimento, dissalaggio, depilazione-calcinaio per poi sottoporli a trattamenti depurativi mirati, mediante l’impiego di nuove tecnologie in modo da:

- riutilizzarli all’interno dello stesso processo produttivo

- ottenere sottoprodotti con caratteristiche tali da renderli di sicuro interesse per l’agricoltura”.

4. Il progetto proposto da laboratori tecnici del distretto (Dedalo Srl e Ananlytical Sas) punta alla “creazione di un centro di prova per la difettosità della pelle”.

5. Il progetto proposto da aziende chimiche, elettroniche e conciarie del distretto (Euroconciaria – Leather Chiampo – Ger elettronica – Cartigliano – Top 10 – Conceria Sice – K Communication) si propone di accompagnare le aziende in percorsi di sviluppo precompetitivo e di trasferimento tecnologico per il rilancio della competitività del distretto stesso.

4.5.2 Il Progetto Giada e l’Agenzia Giada

Negli ultimi anni gli sforzi maggiori dal punto di vista ambientale si stanno concentrando nella promozione del progetto “Giada”. Il progetto Giada, che usufruisce di un importante contributo economico fornito dal programma Life Ambiente della Comunità Europea, nasce nel 1999 dalla collaborazione tra Provincia di Vicenza, Comune di Arzignano, Arpav (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Veneto) ed Enea (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) che hanno unito le rispettive risorse e competenze per creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile del territorio. I risultati ai quali mira il progetto sono la diminuzione dell'inquinamento atmosferico, idrico e del suolo, attraverso l’innovazione tecnologica nelle imprese, il miglioramento della tutela del territorio, il coinvolgimento dei cittadini nella definizione delle politiche ambientali, la promozione dello sviluppo economico ma anche della qualità della vita.

Con la delibera del Consiglio Provinciale di Vicenza n. 4366 del 16 marzo del 2005 è stata approvata la Convenzione, firmata dagli enti aderenti all’iniziativa25, per la costituzione dell’ufficio distrettuale per l’ambiente, denominato Agenzia Giada. Questa agenzia, con il superamento degli ostacoli determinati dalle moltissime competenze divise fra i vari enti, dovrebbe diventare il punto di riferimento per i cittadini, le imprese e gli enti locali per le tematiche ambientali riguardanti il distretto. In particolare l’Agenzia, che viene coordinata dalla Provincia di Vicenza, individua le attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Convenzione, che mira alla promozione della riqualificazione ambientale e dello sviluppo sostenibile del comprensorio industriale conciario e alla certificazione ambientale del distretto.

Attualmente le attività dell’Agenzia si concentrano sull’approfondimento dello studio del territorio, sulla definizione di requisiti ambientali per gli insediamenti di impianti produttivi, sulla dichiarazione ambientale di prodotto (si veda oltre).

25 Provincia di Vicenza e i comuni di Alonte, Altissimo, Arzignano, Brendola, Castelgomberto,

Chiampo, Crespadoro, Gambellara, Lonigo, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Montorso Vicentino, Nogarole Vicentino, San Pietro Mussolino, Sarego, Trissino, Zermeghedo.

- il Progetto Giada e l’Agenzia Giada

Page 74: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

73

L’attività dell’Agenzia si sviluppa attraverso progetti integrati che intendono coprire le carenze informative in tema ambientale e approfondire particolari tematiche ambientali. Particolare attenzione viene posta all’attività di comunicazione e di informazione, come strumento strategico di trasparenza e di condivisione delle scelte effettuate. Tra i progetti che si è provveduto a realizzare nel biennio 2004-’05 vanno citati:

l’aggiornamento dell’Analisi Ambientale Iniziale per capire lo stato di qualità dell’ambiente;

Il monitoraggio della qualità dell’aria, attraverso il lavoro di Arpav, comprendente molteplici siti di indagine e per diversi tipi di inquinanti;

La mappatura completa del territorio per quello che riguarda le concentrazioni COV (solventi) nell’ambiente;

Lo studio sull’efficacia del sistema di depurazione e collegamento dei reflui (tubone) a servizio del distretto della concia;

Il secondo stralcio dell’attività conoscitiva sulle falde, cioè del sistema idrico sotterraneo che fornisce acqua di pregio per il consumo umano, per l’agricoltura e per l’industria;

la certificazione ambientale, secondo lo standard ISO 14001, dei Comuni che aderiscono all’Agenzia;

la realizzazione di una iniziativa volta a predisporre la “Dichiarazione Ambientale di Prodotto” cioè un sistema che faciliterebbe, da un punto di vista commerciale, le imprese che cercano di produrre in modo ecologicamente compatibile.

L’Agenzia, sulla base delle sue finalità e dei risultati finora raggiunti, ha recentemente ottenuto l’attestato di eccellenza dalla Commissione LIFE per l’attuazione della politica ambientale dell’Unione europea, che l’ha collocata al sesto posto tra i progetti giudicati eccellenti.

E’ stato, inoltre, da poco approvato dai comuni che partecipano all’Agenzia Giada un nuovo documento sui Requisiti ambientali degli insediamenti produttivi. Il documento stabilisce nuove linee giuda per lo sviluppo di politica ambientale sostenibile e classifica le attività produttive sulla base dell’impatto che queste hanno sull’ambiente, con l’obiettivo di portare ogni impresa alla stesura di un bilancio ambientale positivo, che favorisca interventi modificativi volti alla riduzione dell’impatto ambientale complessivo (in termini di scarichi idrici, emissioni in atmosfera, rifiuti e rumore prodotto). In passato la regolamentazione di molti comuni vincolava l’attività delle industrie conciarie senza tenere conto del loro reale impatto ambientale e limitava, di fatto, la realizzazione di nuovi impianti, frenando la nascita di nuove imprese e non garantendo la tutela effettiva dell’ambiente.

4.5.3 L’Accordo di Programma quadro per la tutela delle acque e la gestione integrata delle risorse idriche

Sempre in ambito ambientale nel dicembre del 2005 è stato stipulato a Venezia l’”Accordo di programma quadro per la tutela delle acque e la gestione integrata delle risorse idriche”. L’accordo, siglato da gran parte delle parti interessate (dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio alla Regione Veneto, dalle province di Vicenza, Verona e Padova all’Associazione Industriali di Vicenza attraverso la sezione concia, dai comuni dell’area ai vari consorzi interessati), mira a realizzare le “condizioni per il riequilibrio del bilancio idrico del distretto vicentino della concia” e, in particolare, a tutelare le “risorse idriche del bacino del Fratta – Gorzone attraverso l’implementazione di nuove tecnologie nei cicli produttivi, nella depurazione e nel trattamento fanghi nel distretto conciario vicentino”. Questi obiettivi sono perseguiti attraverso:

- l’Accordo di Programma Quadro

Page 75: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

74

“a. la riduzione, fino all’eliminazione, delle sostanze pericolose, in particolare del cromo, nei cicli produttivi e negli scarichi;

b. la riduzione dei cloruri e dei solfati immessi nel corpo idrico, mediante sistemi di rimozione alla fonte e di recupero;

c. il riutilizzo delle acque reflue depurate nel sistema industriale del distretto conciario, per gli usi assentiti, con conseguente riduzione dei prelievi da falda;

d. il collettamento agli impianti di depurazione di tutti gli scarichi idrici civili ed industriali;

e. la ristrutturazione e l’adeguamento degli impianti di depurazione del distretto vicentino della concia, compresi eventuali trattamenti sul refluo del collettore;

f. la realizzazione di sistemi per il trattamento dei fanghi al fine di minimizzare lo smaltimento in discarica;

g. la riduzione delle emissioni odorifere dagli impianti di depurazione;

h. la riduzione delle emissioni in atmosfera provenienti dal comparto produttivo;

i. il completamento del percorso di certificazione ambientale ISO 14001;

j. il Piano di Monitoraggio [... che prevede] di verificare gli effetti derivanti dagli interventi previsti dal[l’]Accordo sulla qualità del corpo idrico superficiale, con specifico riferimento all’attenuazione della presenza delle sostanze pericolose e alla riduzione del contenuto di cloruri e solfati nei corpi idrici recettori degli scarichi finali”.

L’Accordo ha validità a partire dal 1° gennaio 2006 e prevede la realizzazione degli obiettivi individuati entro il 31 dicembre del 2015. Le risorse finanziarie stanziate per il raggiungimento degli obiettivi indicati nell’Accordo sono pari a 90 milioni di euro, equamente suddivisi fra la Regione Veneto, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, i gestori del servizio idrico integrato. L’accordo, secondo Anzolin, presidente della sezione concia di Assindrustria, “consente al nostro settore di uscire dalla logica dell’emergenza ambientale e di avviare una programmazione che nell’arco di dieci anni permetterà importanti interventi a favore dello sviluppo sostenibile e della certezza operativa”.

4.5.4 Il Consorzio Energia dell’Assindustria di Vicenza: Energindustria

Un’altra importante iniziativa che ha interessato le imprese del distretto e, più in generale, le imprese vicentine riguarda la costituzione del Consorzio Energindustria (D.Lgs. n. 79/1999), promosso dall’Associazione Industriali della Provincia con l’obbiettivo di rafforzare il potere contrattuale delle imprese nei confronti degli operatori del mercato. Più nel dettaglio il Consorzio ha il compito di stipulare contratti, in nome e per conto delle proprie aziende consorziate, per la fornitura di energia elettrica con i principali fornitori nazionali ed internazionali alle migliori condizioni contrattuali ottenibili dal mercato.

A decorrere dal 1° gennaio 2000 il Consorzio ha iniziato ad operare con la qualifica di Cliente idoneo, con consumi complessivi di circa 60 milioni di kWh ed aggregando circa 170 imprese, con singoli consumi superiori a 1.000.000 kWh/anno. Le adesioni al Consorzio sono aumentate con l’allargamento della liberalizzazione del mercato, a partire dal 1° maggio 2003, con l’abbassamento della soglia di idoneità a 100.000 kWh di consumo annuo e nonostante fosse decaduto l’obbligo di adesione ai Consorzi. Attualmente Energindustria è la prima realtà consortile italiana e aggrega 754 imprese (di queste 67 appartengono all’industria conciaria), che consumano complessivamente 1,7 miliardi di kWh l’anno.

Dal 1° gennaio 2001 il Consorzio opera anche nel mercato del Gas naturale dopo la liberalizzazione avvenuta con l’approvazione del decreto legislativo 164/00 (Decreto Letta).

- il Consorzio Energindustria

Page 76: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Il distretto della concia di Arzignano

75

Bibliografia Baden S. , 2002, “Trade Policy, Retail Markets And Value Chain Restructuring In The

Eu Clothing Sector”, PRUS Working Paper, n. 9, Giugno

Banca Intesa - Prometeia, 2004, Analisi dei Settori Industriali, luglio

Banca Intesa, 2004, Il distretto della concia di Arzignano, settembre.

Banca Intesa, 2005, Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull’Arno,

dicembre.

Banca Intesa, 2005, Monitor dei Distretti, luglio

Commission of the European Communities, 2001, Report on the promotion of competitiveness and employment in the European leather and tanning industry, Bruxelles, ottobre

Crestanello P., 2003, La delocalizzazione produttiva all’estero nel settore moda: il caso Vicenza

Crestanello P., Dalla Libera P.E., 2003, “La delocalizzazione produttiva all’estero nell’industria della moda: il caso di Vicenza”, Economia e società regionale, 82(2), 5-45

Duch E. e Pezzi A., 2000, “I distretti industriali di fronte alla sfida della globalizzazione: sono in grado di apprendere da altre realtà?”, Small Business, N.s., Il futuro dei distretti, a cura di Belussi F. Gottardi G. e Rullani E., n.2,

Farabullini F. e Ferri G., 2004, “Passaggi a Est per le banche italiane e i distretti industriali: collegati o indipendenti?”, pp. 453-483, in Banca d’Italia, Economie locali, modelli di agglomerazione e apertura internazionale

Gereffi, Gary (1994), “The organization of buyer-driven global commodity chains: How U.S. retailers shape overseas production networks,” pp. 95-122 in: Gary Gereffi and Miguel Korzeniewicz (eds.), Commodity Chains and Global Capitalism, Westport, CT, Praeger.

Gereffi G., Humphrey J. e Surgeon T., 2005, “Il governo delle catene di valore globali”, Economia e società regionale, n.2, 5-36

Grasso G., Santoprete G., Del Pezzo L. 1990, L’industria della concia e del cuoio, Giapichelli editore, Torino.

IFM (Institut Franςais de la Mode) e MAIA (Market Access Information and Analysis), 2005, “Market Access Analysis to identify and update the existing information on trade barriers in third countries affecting EU exports of textile and clothing, footwear and leather”, Final Report, Consolidated Version, 1 marzo 2005.

Parri L. 1994, “Alleanze aziendali, associazionismo imprenditoriale e intervento pubblico nel distretto conciario di Arzignano”, in Floridia A. et al. (a cura di), Regolazione sociale ed economie locali: il caso dei distretti conciari, Franco Angeli, Milano.

Patto di distretto, 2004, Patto per lo sviluppo del Distretto Vicentino della Concia.

Prometeia, 2004, Analisi dei Microsettori, Bologna, aprile

Prometeia, 2004, Analisi e previsioni sui prezzi delle commodity, Bologna, luglio

Tattara G., 2001, “I vari modi in cui il piccolo nasce dal grande”, in Tattara G. (a cura di), Il piccolo che nasce dal grande. Le molteplici facce dei distretti industriali veneti, FrancoAngeli, Milano.

Unioncamere, 1995, Imprese e istituzioni nei distretti industriali che cambiano, FrancoAngeli, Milano.

Page 77: Concia Arzignano aggiornamento - CREA 121 ON-LINE distretto della concia.pdf · - Studi sui distretti industriali Il distretto della concia di Arzignano Aggiornamento ... proposti

Studi sui distretti industriali – Aprile 2006

Le pubblicazioni sui Distretti del Servizio Studi e Ricerche

Studi sui distretti industriali

Monografie sui principali distretti industriali italiani

Il distretto del mobile della Brianza, Marzo 2003

Il distretto del mobile del Livenza e Quartiere del Piave, Agosto 2003

Il distretto della calzatura sportiva di Montebelluna, Agosto 2003

Il distretto del tessile–abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, Settembre 2003

Il distretto delle piastrelle di Sassuolo, Dicembre 2003

Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo, Gennaio 2004

Il distretto dei metalli di Lumezzane, Febbraio 2004

Il distretto del tessile–abbigliamento di Prato, Marzo 2004

Il distretto del mobile di Pesaro, Giugno 2004

Il distretto dell’occhialeria di Belluno, Settembre 2004

Il distretto della concia di Arzignano, Settembre 2004

Il distretto delle calzature di Fermo, Febbraio 2005

Il distretto tessile di Biella, Marzo 2005

Il distretto della sedia di Manzano, Maggio 2005

Il distretto serico di Como, Agosto 2005

Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo (aggiornamento), Novembre 2005

Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull’Arno, Dicembre 2005

Il distretto della concia di Arzignano (aggiornamento), Aprile 2006

Monitor dei distretti

Trimestrale di congiuntura e previsioni sui principali distretti industriali italiani

Ultimo numero: Aprile 2006

La presente pubblicazione è stata redatta da Banca Intesa S.p.A. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Banca Intesa S.p.A. affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l’accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Banca Intesa S.p.A.