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CONFLITTO, GESTIONE E AZIONE Carlo Schenone [email protected]

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CONFLITTO, GESTIONE E AZIONE

Carlo Schenone

[email protected]

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I livelli di coinvolgimentodella Nonviolenza

•Meso – relazioni interpersonali/gruppo

•Micro – personale

•Macro – relazioni sociali e internazionali

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La radice della violenza: il sistema M-m

Giudizi di valore Argomentazioni

con

test

o

Potere

Differenze di caratteristiche, idee, opinioni, punti di vista

X Y

squilibrioM

m

risposta aggressiva

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La radice della violenza: il sistema M-m

L’istinto di autoconservazione, a livello fisico e dei valori, porta chi è in posizione m alla reazione aggressiva.

Per non essere inferiori si cerca di essere superiori.

E’ del tutto normale e giustificato non voler stare nella posizione inferiore, ma nel momento in cui si cerca di prevaricare altri portandosi

in posizione superiore si comincia a costruire la violenza

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Nonviolenza e aggressività

Forza A g g r e s s i v i t à Violenza

Combattività

Nonviolenta

Aggressività

Benigna

Ad-gredior =

andare verso

Aggressività

Maligna

Comportamenti

lesivi del fisico o

della psiche

Assertività Orientata alla sopravvivenza Distruttività

La parola deriva dal latino 'ad-gredior', faccio un passo avanti, mi affermo

L’aggressività è un'energia di per sé neutrale, che è possibile trasformare.

L’aggressività è la capacità di reagire, di affermare se stessi

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Nonviolenza e aggressività

La gestione dell’aggressività:

Assertività: capacità di affermare me stesso, le mie esigenze, le mie idee, ciò che sono in modo CHIARO, DIRETTO E SINCERO, con modalità ferme, gentili, centrate, non rabbiose o vendicative, come di chi non sente messo in discussione il proprio io, la propria identità.

Sublimazione: mettere i propri impulsi aggressivi al servizio di un ideale

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La risposta M-m al conflitto

I MECCANISMI della VIOLENZA

c. AUTODISTRUTTIVITA’ – energia rivolta verso il soggetto stesso che la genera

a. ESCALATION – energia verso la persona che ha causato la violenza – incremento della violenza

b. CATENA della violenza – energia che si rivolge verso un terzo – propagazione della violenza

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La risposta M-m al conflitto

a. ESCALATIONenergia verso la persona che ha causato la violenza

incremento della violenza

Chi si trova nella posizione m cerca di portarsi in M (non sullo stesso piano), l'altro però verrà a trovarsi in inferiorità e cercherà di riconquistare il terreno perduto e un po' di più

Linguaggio del corpo

Linguaggio verbale

Contatto fisico

Uso di oggetti (es.armi) Guerra

aperta

Guerra economicaViolenza strutturale

soglia

Fase visibile

Fisica

Fase invisibile

Psicologica verbale

reazione

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La risposta M-m al conflitto

b. CATENA della violenzaenergia che si rivolge verso un terzo – propagazione della violenza

b1. Catena non istituzionalizzata

b2. Catena istituzionalizzata o gerarchica

• •

• •

•attacco

•reazione

Dirigente

Comandante

Lavoratore Soldato

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La risposta M-m al conflitto

c. AUTODISTRUTTIVITA’energia rivolta verso il soggetto stesso che la genera

Non si è capaci di rivolgere all’esterno l’energia aggressiva e la si scarica contro sé stessi

M

m

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1. argomentazioni positive: si mettono in evidenza gli aspetti positivi del proprio punto di vista

Le argomentazioni, i pretesti

2. argomentazioni negativi: si mettono in evidenza gli aspetti negativi del punto di vista dell’altro

Ogni parte, per mettersi in posizione M, cerca, come può, tutti gli elementi che possono rafforzare il suo punto di vista attraverso:

La risposta M-m al conflitto

4. argomentazioni distruttive: si mettono in evidenza gli aspetti negativi dell’altro come persona

3. argomentazioni glorificatrici: si mettono in evidenza gli aspetti positivi di noi stessi

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Come di solito si cerca di combattere la violenza?

• intervenendo solo sul livello visibile pensando che se il conflitto rimane a livello invisibile va bene (sono giusto dei bisticci)

• interrompendo o riducendo l’escalation :- dividendo fisicamente le parti

(territori occupati in Palestina)- rimuovendo l’oggetto del contendere

(datemi la palla così non litigate più)- sottomettendo una delle parti per evitare che reagisca

• eliminando fisicamente una delle parti in conflitto

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La risposta E-E al conflitto

La Nonviolenza si colloca fuori dal meccanismo M-m

“La rassegnazione, la passività sono dunque più contrarie alla Nonviolenza della violenza stessa. Gandhi ha sempre affermato che se la scelta fosse unicamente tra viltà e violenza, tra passività e violenza, allora bisognerebbe scegliere la violenza”

VIOLENZA - minore NONVIOLENZA VIOLENZA - Maggiore

Violenza verso sé stessiViolenza né verso sé stessi né

verso gli altriViolenza verso gli altri

Non uso del potere Uso del potere Abuso del potere

Atteggiamento passivo Atteggiamento assertivoAtteggiamento

prevaricatore/distruttivo

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La risposta E-E al conflitto

Il modello E – E si fonda sui principi: ● nessuno deve sottoporre a violenza, ● nessuno deve accettare di essere sottoposto a

violenza

Obiettivo:● modificare il comportamento della parte che

esercita la violenza ● modificare il comportamento della parte che

subisce la violenza

M

m

E E

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La risposta E-E al conflitto

Per raggiungere l’equivalenza è necessario percorrere un PROCESSO attraverso 3 fasi:

A. Essere in modo equivalente

B. Ricercare e comunicare i fondamenti

C. Creare una soluzione

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La risposta E-E al conflitto

A. Essere in modo equivalente

Lavorare sulla propria coscienza:● risvegliare l’aggressività-istinto di autoconservazione● potenziare l’assertivitàCercare di mettere le parti in posizione equivalente.

Abilità: affermazione positiva di sé

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La risposta E-E al conflitto

B. Ricercare e comunicare i fondamenti

I fondamenti sono i fattori che sostengono i punti di vista: sono le motivazioni, i valori, i bisogni, i timori che spingono le parti nei loro punto di vista.Sono soprattutto elementi che coinvolgono a livello emotivo.Sono le risposte alla catena di perché dei punti di vista.

Prescindono dai giudizi di valore, non ci sono fondamenti più importanti o meno di altri. Spesso sono le motivazioni meno dicibili ma più concrete.

Abilità: comunicazionePunto di vista: voglio che tu mi obbediscaArg. pos.: se mi ubbidisci eviti di fare erroriArg. neg.: tutte le volte che hai fatto di testa tua è andata maleArg. glor.: io sono un bravo educatoreArg. dist.: tu non sei capace di decidere da soloFondamento: ho paura che tu mi faccia fare brutta figura

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E compromesso

C

D scontro

F nonviolenza assoluta

H

G

Triangolo della nonviolenza

C

B 100% parte B

A 100% parte A

Triangolo della violenza

50%

50%

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Mezza arancia a testa

La buccia ad A e la polpa a B

Triangolo della nonviolenza

Tutta l’arancia a B

Tutta l’arancia a A

Triangolo della violenza

50%

50%

Niente ad A e a B

Voglio l’arancia!

Ad A un’arancia schiacciata e a B il succo sulle mani

Ad A serve la buccia e a B serve la polpa

Bisogni di A

Bisogni di

B

100%

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La risposta E-E al conflitto

C. Creare una soluzione

La soluzione che si creerà non deve essere confrontata con i punti di vista iniziali, il lavoro va svolto a livello più profondo, dei fondamenti.

La soluzione non deve necessariamente soddisfare il 100% dei fondamenti di entrambe le parti (nonviolenza assoluta) ma può soddisfarne buona parte.

Abilità: creatività

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La risposta E-E al conflitto

Si possono affrontare i propri conflitti o quelli altrui.Coinvolgendo tutte le parti o solo alcune.

Si cercano i fondamenti delle parti in causa.A prima vista trovare i propri fondamenti è facile ma in effetti di solito si trovano dei pretesti per giustificare il proprio punto di vista.Cercare i fondamenti dell’avversario è difficile perché si ha paura di dargli ragioneCercare i propri fondamenti può essere difficile perché può richiedere di accettare cose di sé che non si apprezzano

Dimenticate le ipotesi di partenza si cerca una nuova situazione che rispetti la maggior quantità di fondamenti trovati per tutte le parti.

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La risposta E-E al conflitto

Punti di vista

Pretesti

Fondamenti

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La risposta E-E al conflitto

Fondamenti

Nuova proposta

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Voglio che gli immigrati lavorino nella nostra città1. Sento che esista una tolleranza culturale nella nostra città 2. Abbiamo bisogno che lavorino nelle nostre aziende 3. Abbiamo bisogno che lavorino nelle nostre case 4. Non credo che stiano venendo a rubare i nostri posti di lavoro 5. Mi sento al sicuro con loro, non mi sento in pericolo 6. Mi fa pena lasciarli vivere in strada 7. Penso che abbiano il diritto di migliorare la loro condizione di esseri umani 8. Sono convinto che la loro presenza è importante per la nostra società 9. Sono convinto che possano rimanere qui anche perché ho avuto l'esperienza di stare da loro 10. Ho la sensazione che siano produttivi e pacifici11. Temo che i miei figli diventano razzisti 12. Mi sento male quando le persone sono discriminate 13. Credo che il nostro governo sarà in grado di gestire i problemi se ci sono 14. Mi sento male quando vedo la gente mendicare 

Non voglio che gli immigrati lavorino nella nostra città 1. Ho paura di perdere la mia identità nazionale 2. Ho bisogno di essere al sicuro 3. Ho paura che gli immigrati aumentino la criminalità 4. Ho bisogno di proteggere la mia attività 5. Ho la sensazione che non siano così competenti come noi 6. Faccio fatica ad avere relazioni con gli immigrati 7. Temo che la loro comunità diventerà sempre più forte.8. Mi da fastidio condividere con loro le mie risorse9. Temo che i miei figli perderanno la nostra identità tradizionale 10. Temo che le nostre condizioni economiche peggioreranno 11. Ho paura che rapiscano i nostri figli 12. Temo che la presenza degli immigrati possa espandere la prostituzione 13. Mi sembra ingiusto che i servizi sociali siano spostati verso gli immigrati

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Proposte di trasformazione

• P1: A1, A8, A11, B1, B7, B9– Brainstorming: “quali sono i valori o le caratterisiche

della nostra identità nazionale e come ti senti se vengono minacciati?”

• P2: A5, A6, A14, B2, B3, B11, B12– Statistiche– Incontri con persone che vivono vicino a persone

immigrate o con gli stessi immigrati– Attività per conoscersi meglio: feste, cene, film....

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Proposte di trasformazione

• P3: A5, A10, B2, B3, B11, B12, B13– Analisi della criminalità con attenzione sui

crimini compiuti per indigenza e sui rapimenti di minori.

• P4: A6, A7, B11, B13– Servizi di assistenza sociale generalizzata:

alloggi per persone senza fissa dimora. – Aumentare i servizi educativi di base

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Proposte di trasformazione

• P5: A2, A3, A4, A7, A10, B4, B5, B10– Analisi dei lavori dove c’è più domanda ed

effettiva presenza di migranti.

• P6: A1, A11, B1, B5, B6, B9– Iniziative sulla lingua e la cultura italiane.

• P7: A2, A3, A4, A7, B4, B5– Analisi dei titoli di studio conseguiti e delle

effettive competenze dei migranti.

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Proposte di trasformazione

• P8: B2, B3, B6?, B11, B12– Proporre di fare insieme una ricerca su chi

compie i crimini contro la persona in Italia o sui reati commessi dagli immigrati (ricerca anche sul sito del Ministero dell'Interno).

• P9: A2, A3, A4, A7, A8, A10, A12, B4, B10 – Responsabilizzazione degli imprenditori e di

sindacati affinchè siano garantite pari condizioni di lavoro tra italiani e stranieri (che normalmente accettano di lavorare al di sotto degli standard minimi di salario ecc.).

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Proposte di trasformazione

• P10: A2, A3, A4, A5, A7, A8, A10, A12, B4, B5, B8, B10– Esperimento: Una settimana senza gli immigrati

• P11: A2, A4, A8, A10, B3, B4, B5, B8, B10 – Portare entrambi i gruppi a visitare un'azienda

in cui lavorano solo immigrati (o comunque in cui la percentuale di stranieri è molto consistente).

• P12: A6, A7, A12, A13, A14, B8, B10, B13– Richiesta di ampliare e intensificare l'offerta di

servizi sociali.

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A) Voglio che gli immigrati lavorino nella nostra città1. Ho la sensazione che ci sia una tolleranza culturale nella nostra

città  (P1,P6)2. Abbiamo bisogno che lavorino nelle nostre aziende (P5, P7, P9,

P10, P11)3. Abbiamo bisogno che lavorino nelle nostre case  (P5, P7, P9,

P10)4. Non credo che stiano venendo a rubare i nostri posti di lavoro 

(P5, P7, P9, P10, P11)5. Mi sento al sicuro con loro, non mi sento in pericolo (P2, P3, P10)6. Trovo difficile lasciarli vivere in strada (P2, P4, P12)7. Penso che abbiano il diritto di migliorare la loro condizione di

esseri umani (P4, P5, P7, P9, P10, P12)8. Sono convinto che la loro presenza è importante per la nostra

società (P1, P7, P9, P10, P11)9. Sono convinto che possano rimanere qui anche perché ho avuto

l'esperienza di stare da loro 10. Ho la sensazione che siano produttivi e pacifici (P3, P9, P10,

P11)11. Temo che i miei figli diventano razzisti (P1, P6)12. Mi sento male quando le persone sono discriminate (P9, P10,

P11, P12)13. Credo che il nostro governo sarà in grado di gestire i problemi se

ci sono (P12)14. Mi sento male quando vedo la gente mendicare  (P1, P12)

B) Non voglio che gli immigrati lavorino nella nostra città1. Ho paura di perdere la mia identità nazionale (P1, P6)2. Ho bisogno di essere al sicuro (P2, P3, P8)3. Ho paura che gli immigrati aumentino la criminalità (P2,

P3, P8)  4. Ho bisogno di proteggere la mia attività (P5, P7, P9, P10, P11)

5. Ho la sensazione che non siano così competente come noi (P5, P6, P7, P9, P10, P11)

6. Mi riesce difficile avere relazioni con gli immigrati (P6, P8)7. Temo che la loro comunità diventerà sempre più forte.

(P1)8. Mi sento male a condividere con loro le mie risorse (P9,

P10, P11, P12)9. Temo che i miei figli perderanno la nostra identità

tradizionale (P1, P6)10. Temo che le nostre condizioni economiche

peggioreranno (P9, P10, P11, P12)11. Ho paura che rapiscano i nostri figli (P2, P3, P4 , P8)12. Temo che la presenza degli immigrati possa espandere

la prostituzione (P2, P3, P8)13. Mi sembra ingiusto che i servizi sociali siano spostati

verso gli immigrati(P3, P4, P12)

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Azione nonviolenta• Azione quotidiana

– Cerca di riparare le ingiustizie dell’avversario– Acquisti, relazioni, impegni, lavoro

• Azione simbolica– Cerca di far cambiare l’avversario

– Manifestazioni, spettacoli, comunicazione

• Azione diretta nonviolenta (ADN)– Cerca di costringere l’avversario a cambiare

– Blocchi, occupazioni, disobbedienza civile, boicottaggi, sabotaggi

• Strategia nonviolenta (progetto costruttivo)– Cerca di cambiare le strutture e la cultura

– Campagne (azioni coordinate), associazioni, coordinamenti

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Funzioni delle azioni nonviolente

• L’azione quotidiana– E’ testimonianza e base di un processo collettivo

• L’azione simbolica– Permette una presa di coscienza del conflitto.– Non ingaggia uno scontro.

• L’azione diretta nonviolenta– Evidenzia il conflitto e innalza il suo livello– Può essere una testimonianza o un’obiezione di

coscienza.– Può essere individuale.

• La strategia nonviolenta– Ha un respiro sociale e politico.– Integra le prime nello spazio e nel tempo.

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Caratteristiche di un’azione

Richiede il coinvolgimento personale

Può coinvolgere altri

Può essere contro la volontà dell’avversario

Può creare del danno economico e materiale all’avversario

Può creare dolore alle persone fisicamente o psicologicamente

violenta

violenta (diretta nv)

violenta, diretta nv

violenta, diretta nv, simbolica

violenta, diretta nv, simbolica, quotidiana

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La strategia nonviolenta

• Progetto costruttivo• Disponibilità al sacrificio• Rispetto della verità• Gradualità nei mezzi• Consenso consapevole

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La strategia nonviolenta

Gli aspetti della strategia1. Analisi della situazione2. Preparazione3. Scelta dell'obiettivo4. Negoziato5. Coinvolgimento dell'opinione pubblica, le terze parti6. Scadenze ed ultimatum7. Azione diretta8. Mantenimento dei risultati

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La strategia nonviolenta

Analisi della situazione

Conoscenza oggettiva dei fattiRispetto della veritàDossier di documentazionePresentazione esatta dei fattiIdentificare le forze favorevoli e contrarieAspetti legaliAspetti finanziari ed economiciIdentificazione dei poteri e delle responsabilità

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La strategia nonviolenta

Preparazione

Partecipazione consapevoleSaper scegliere i rischiRiduce la pauraAumenta l'efficaciaPermette l'organizzazione consensualeIndividuale e collettivaAutogestita o con intervento esternoOrganizzare eventi formativi

Conferenze, Convegni, Corsi, Trainings, Campi, Simulazioni

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La strategia nonviolenta

Scelta dell'obiettivo

Deriva dall'analisiPreciso, limitato e possibileRispetta i diritti dell'avversarioPermette una co-esistenza futuraDeterminato, non richiede più di quel che si vuol ottenereHa obiettivi intermediProporzionato alle forzeDeve essere consensualePrevedere le necessità economiche

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La strategia nonviolenta

Negoziato

Tenta di evitare la prova di forzaRicerca un rapporto direttoPresentare il proprio punto di vistaPresentare l'obiettivo della strategiaFermezza e determinazioneConvenienza del cambiamento comune

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La strategia nonviolenta

Negoziato

Evitare la minacciaCreare un clima favorevoleCortesiaOsservare l'avversarioGuadagnare la fiducia dell'avversarioNon accontentarsi delle promesseNon rompere mai i contatti

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La strategia nonviolenta

Coinvolgimento dell'opinione pubblica, le terze parti

Presentare gli obiettiviControllare la veridicità dell'informazione che circolaNon colpevolizzare l'opinione pubblica"Creare" fatti di cronacaAppello all'opinione pubblicaOrganizzare manifestazioniOsservare gli spettatoriParole d'ordine, slogan e canti appropriatiAtteggiamento corretto dei manifestanti

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La strategia nonviolenta

Coinvolgimento dell'opinione pubblica, le terze parti

Coinvolgere direttamente l'opinione pubblicaSiti, Pagine di Social Networks, Lettere ai giornali, Comunicati, Petizioni, Raccolte di firme, Raccolta finanziamenti, Esposizione, Distribuzioni e vendita di simboli, Attivazioni di emittenti libere, Vendita di libri e materiale informativo, Mostre in strada, Ore di silenzio, Digiuni, Gesti simbolici, Canzoni e musiche, Esposizione di comunicati su veicoli e finestre, Volantinaggi, Spedizioni postali, Catene umane, Sfilate, Marce

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La strategia nonviolenta

Scadenze ed ultimatum

Concretizzano gli obiettiviDimostrano determinazionePer far avanzare un negoziato bloccatoScegliere momenti adatti alla strategiaNon devono interrompere il contattoE' una prova di forzaSono verifiche per la strategiaEvitare ritardi e slittamentiAnnullati solo ad obiettivo raggiuntoCommisurare le conseguenze alla necessità

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La strategia nonviolenta

Azione diretta nonviolenta

Preparazione specificaI sopralluoghi, Gli scenari, La simulazione e la previsione

Approfondimento legaleCommisurata al contesto e solo se necessariaPuò portare alla trasgressione della legge o di ordiniPuò portare alla costrizione o al danno materialeContinuare la persuasione dell'avversarioContinuare il coinvolgimento dell'opinione pubblica

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La strategia nonviolenta

Azione diretta nonviolenta

Può richiedere sacrificio personalePuò portare repressioneFondamentale l'organizzazioneIl raduno, Inizio, Gestione delle decisioni, Diffusione dell'informazione, Eventuale prolungamento, Conclusione, Emergenze, Esigenze personali

Leadership diffusaGruppi di affinità con portavoceConsiglio dei portavoce con facilitazioneConsiderare eventi estranei, metereologici, sociali

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La strategia nonviolenta

Azione diretta nonviolenta

Non cooperazioneIsolamento sociale o fisico dell'avversario, Sciopero a casa, Rinvio dei titoli e onorificenze, Sciopero di categorie, Boicottaggio, Creazione di disservizi all'avversario, Uso per la campagna di azione di servizi altrimenti non disponibili, Rifiuto di pagamento: affitto, servizi, Obiezione fiscale, Obiezioni di coscienza, Sciopero della fame, Sciopero generale, Disobbedienza e diserzione, Obbedienza a poteri paralleli

Azione di intervento

Sit-in, Die-in, Scritte e striscioni "sovversivi“, Ostruzione del transito, Occupazioni, Esposizione di simboli proibiti, Trasgressione palese e collettiva di divieti e obblighi, Sabotaggio e danneggiamento

Non deve esaurire il movimento o la campagna di azione

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La strategia nonviolenta

Mantenimento dei risultati

Richiede forza e perseveranzaAspetto sempre trascuratoBisogna prevedere dei metodi e delle regoleAvvicendamento delle responsabilità, Funzioni di controllo determinate, Metodi di mobilitazione, Diffusione dell'informazione

Preparazione specificaRichiede attenzione e disincantoTramandare i risultati e l’esperienza a chi viene dopo

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Le terze parti

La mediazioneLa terza parte resta tale, non entra nel conflitto, non si schiera ma si situa accanto alle due parti. La sua presenza deve essere voluta da entrambe le parti.

Le sue funzioni sono:sviluppare il più possibile l’equivalenza nel rapportorendere possibile o semplificare la comunicazionestimolare la creatività

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Le terze parti

L’interposizioneLa terza parte può entrare nel conflitto interponendosi tra le due parti. La presenza può essere richiesta solo da una delle parti ma è auspicabile che l’altra parte non veda questo come uno schieramento in contrapposizione.

Le sue funzioni sono:riportare le parti al rispetto minimo vicendevole e al dialogofare prendere coscienza alle parti delle ingiustizie che commettono nei confronti dell’avversario.

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Le terze parti

L’interventoNel caso di conflitti in cui una parte è molto oppressa o così debole da non poter reagire e opporsi, se le terze parti non cercano di intervenire in qualche modo, ma si limitano al ruolo di testimoni, la parte minore le vedrà come complici della parte opprimente.

Assumere un atteggiamento nonviolento non significa restare fuori dal conflitto né entrarci in modo tale da diventare la parte oppressa, ma stare accanto ad entrambe le parti come una terza parte.

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Bibliografia

Pat PatfoortCostruire la Nonviolenza.Per una pedagogia dei conflitti.La Meridana

Pat PatfoortIo voglio tu non vuoi.Manuale di educazione nonviolenta.Edizioni Gruppo Abele

Pat PatfoortDfendersi senza aggredireEdizioni Gruppo Abele

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Bibliografia

Jean Marie MullerMomenti e metodi dell’azione diretta nonviolentaMovimento Nonviolento

Jean Marie MullerIl significato della nonviolenzaMovimento Nonviolento