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“All’inizio pensi di essere banalmente una donna
contemporanea, spesso magari un po’ confusa e
indecisa, e poi scopri che dentro di te vivono ancora gli
archetipi delle antiche dee greche. E che a volte si
riuniscono per discutere animatamente su aspetti
importanti della tua vita e finiscono col litigare tra loro e
scendere a patti”.
Jean Shinoda Bolen, tratto da “Le dee dentro la donna”
a cura della Dott.ssa Olimpia Degni
Consapevolezza di Sè
In ogni donna tante dee
Le dee archetipiche, nella psicologia analitica di
C.G. Jung, sono forze profonde ed istintive che
quando non le riconosciamo, agiscono
istintivamente attraverso il nostro inconscio; al
contrario, se diventiamo consapevoli della loro
presenza, possiamo incontrarle e utilizzare la loro
energia, guidandola e orientandola verso le
nostre desiderate mete esistenziali.
Per attivare gli archetipi è necessario diventare
prima di tutto consapevoli della loro esistenza,
dobbiamo cioè concepirci come se ci fossero,
dentro di noi, più personalità e molteplici aspetti
del Sé.
Al contrario, se ci percepiamo con un’unica
soggettività e ci identifichiamo rigidamente con
essa, per comodità o condizionamento, non
vedremo più le altre parti, che altro non sono che
le nostre potenzialità nascoste, che aspettano di
essere riconosciute, scoperte e risvegliate.
Quando come donne, ci accorgiamo, che un
determinato mito rappresenta il filo conduttore
che caratterizza la nostra vita, capiamo che ogni
cosa che ci accade, in realtà fa parte della nostra
“unica storia” per imparare a diventare, ciò che
realmente siamo.
Imparando a riconoscere le dimensioni
archetipiche presenti nella nostra vita, scopriamo
di vivere una versione soggettiva di un tema
universale, e quando comprendiamo questo
entriamo a far parte di una dimensione più ampia,
l’inconscio collettivo, che ci permette di entrare in
contatto con delle potenti forze ancestrali: le
nostre più profonde energie.
Come mai ci sono donne che non possono vivere
senza un uomo e altre che hanno la massima
espressione della propria individualità nella
realizzazione lavorativa?
Come mai alcune donne si trovano a proprio agio
nel ruolo tradizionale di moglie e madre e altre
hanno bisogno di emozioni forti e nuove
esperienze per sentirsi vive?
Ciò che è buono e desiderabile per una donna può
non esserlo per un’altra, a seconda della forza
istintiva che ha dentro, cioè a seconda della “dea”
che agisce in lei.
Le “dee dentro noi donne” sono potenti forze
interiori che condizionano le azioni, le sensazioni
e le convinzioni sulla nostra realtà, e sono
responsabili delle principali differenze che ci
distinguono e ci caratterizzano. Per conoscere ed
incontrare queste dimensioni del femminile,
utilizzeremo la simbologia proveniente dai miti
dell’Antica Grecia, che rappresenta queste forze
con le divinità femminili della mitologia. I miti,
così come le fiabe, ci parlano di temi che
appartengono all’immaginario collettivo,
pertanto restano attuali e vivi nel tempo perché
raccontano delle verità comuni all’esperienza
umana di tutti i tempi.
La diversità di ogni donna dipende quindi, da
quale dea agisce in lei; se le dee sono in
competizione, nella sua psiche, si troverà a dover
decidere quale aspetto di sé esprimere e quale
negare per evitare di trovarsi di fronte ad una
sfida difficile o a un conflitto insanabile.
Certamente l’ambiente sociale, familiare e
culturale rivestono un ruolo importante
nell’influenzare come si manifesterà in ognuna di
noi l’archetipo.
Ci sono donne che apprendono fin da bambine
che non devono manifestare la loro vera natura
ma adeguarsi al contesto o al partner, per non
essere abbandonate o rifiutate. Ciò può portare
queste donne a vivere un senso di inadeguatezza
e sofferenza, in quanto impossibilitate
all’incontro con il loro “Vero Sé” e a realizzare così
il “matrimonio Sacro”, tra maschile e femminile,
nel proprio tempio interiore.
Incontrando le dee espandiamo la
Consapevolezza del nostro Sé
Le dee dell’ antica Grecia
Le dee vergini: Artemide, Atena, Estia
Le dee vulnerabili: Era, Demetra, Persefone
La dea alchemica: Afrodite
L’incontro del femminile con il maschile
Quando recuperiamo il contatto con il nostro
femminile interiore e accediamo alle nostre
latenti potenzialità, possiamo infrangere la
convinzione, che portiamo con noi da tempi
lontanissimi, di avere un ruolo subalterno rispetto
al potere maschile; potremo così rapportarci
all’uomo senza rivalità ma in una condizione di
parità e vera reciprocità, in quanto saremo in
grado di attingere alle risorse provenienti, non
dalla nostra parte maschile ma da quella
femminile, ovvero da quella parte di noi che è in
contatto con l’Anima, con il cuore e con il nostro
“essere” donne.
Per approfondire la conoscenza delle dee e
riconoscere le diverse parti di Te, accogli questo
invito a partecipare alla serata dell’ 8 marzo e al
seminario del 20 marzo
“IL RISVEGLIO DELLA DEA”
Che ti permetterà d’ incontrare e risvegliare la
dea ispiratrice di questo momento della tua vita.
Ti aspetto, per questo magico ed entusiasmante
incontro!
Dott.ssa Olimpia Degni Psicologa Psicoterapeuta
PAURA N° 1
“Non ho i muscoli, quindi
sono debole! “
Sbagliato. E se ti sembra strano quello che
ti sto dicendo significa che non conosci il
tuo corpo e non hai mai fatto un corso di
difesa personale.
E’ vero che sei entri in uno scontro fisico
con un uomo o una donna più grossi di te,
una volta che hai ricevuto uno schiaffo o
un pugno, li sentirai, eccome!
Non per questo ti devi lasciar
impressionare dalla loro maggiore altezza,
maggior peso e massa corporea rispetto
alla tua, perché ci sono alcuni fattori che
puoi usare per capovolgere la situazione a
tuo favore!
E’ dimostrato che chi è grosso e muscoloso
(soprattutto chi fa palestra) è molto più
lento nei movimenti di chi ha una
costituzione normale o esile. E ti
garantisco che in uno scontro fisico
l’agilità, i riflessi e la velocità vincono di
gran lunga sulla massa corporea.
L’agilità, i riflessi e la velocità non te li trovi
all’improvviso sul comodino quando ti alzi
al mattino: devi allenarti un po’ per averli,
devi imparare ad ascoltare il tuo corpo,
devi imparare a dialogare con il tuo intuito
e il tuo istinto. Ma basta davvero poco per
acquisire queste capacità che ti rendono
molto più forte e abile di un Ercole che
basa la sua potenza solo sulla massa
muscolare, ma è più impacciato e lento di
te nei movimenti.
Inoltre, a tuo favore gioca anche il fatto
che l’altro, proprio perché ti vede più
piccola ed esile di lui, tende a
sottovalutarti e sentirsi invincibile…per poi
rimanere completamente spiazzato e
confuso dalla tua agilità e prontezza!
Sottovalutare il nemico e sopravvalutare le
proprie capacità è l’anticamera della
sconfitta.
Come del resto non lasciarsi impressionare
e focalizzare l’Energia su ciò che si ha e non
su ciò che manca, è l’anticamera della
vittoria!
PAURA N° 2
“ Non sono capace di fare del male! “
Ho visto con i miei occhi donne e uomini
imparare alla perfezione dal punto di vista
motorio un tecnica di difesa personale e
tuttavia renderla inefficace per la mancanza
della giusta dose di “cattiveria“ da inserire in
quel movimento.
Senza emozione il movimento è vuoto.
E’ come sparare a salve.
Una persona buona d’animo e sensibile fa
fatica ad accettare il fatto di dover provocare
della sofferenza ad un'altra persona: ha come
la percezione che se supera quella linea finirà
per tradire sé stessa, la sua vera natura.
Anch’io ero così: so come ci si sente.
Anche sono un uomo, passerei tutto il tempo
ad abbracciare gli altri per strada, anche se
non li conosco. Quando mi sono titolato
come Insegnante di Biodanza – Sistema
Rolando Toro ho scritto la mia monografia
proprio sull’ Abbraccio. Il mio sogno è di
aprire un ristorante in cui tutti si
abbracciano: vengono per nutrire il corpo
con buon cibo e per nutrire l’anima con tanti
abbracci…anche di persone che non si
conoscono fra di loro!
Di solito si dice che si abbraccia solo chi si
conosce. Io dico proprio il contrario: finché
non la abbracci non conoscerai mai quella
persona.
Le persone sensibili e buone d’animo hanno
un gran vantaggio rispetto agli altri: hanno
naturalmente un alto livello di empatia.
Sanno ascoltare l’altro, sanno percepire il suo
disagio, sanno aiutarlo, sanno entrare in un
feedback profondo e sincero.
In una società sempre più individualista e
menefreghista come la nostra, dimostrare
una buona empatia è sicuramente un grande
valore da coltivare.
Ma nel momento in cu devi colpire
duramente il tuo aggressore per salvarti la
vita, almeno per quei 2 secondi, l’empatia la
devi spegnere!
Vale sempre il principio della difesa nella
giusta proporzionalità, per cui non è che se
uno ti dà una sberla tu lo devi accoltellare.
Dico solo che per riuscire a non soccombere
devi per forza colpire duramente il tuo
aggressore quel giusto che ti basta per
divincolarti, allontanarti subito e chiamare le
forze dell’ordine. Ma quel colpo che dai deve
essere pieno di rabbia, della tua sana
aggressività: e per fare ciò devi superare
quella linea, accettare di provocare una
sofferenza all’altro, convinta che lo che stai
facendo non perché sei cattiva, ma perché ne
va della tua salute e della tua stessa vita!
...continua
Ci vediamo in aula. Non vedo l’ora. Ciao!
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Matteo Signori