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Intervento di Alberto Parola al convegno "Media Education e cittadinanza", 15 dicembre 2011 CecinaTRANSCRIPT
La Scuola dei Linguaggi e i territori della ME
Alberto ParolaUniversità di Torino
C’è chi corre, c’è chi frena …
Lisbona è vicina, la tecnologia scappa, la scuola è inadeguata, gli insegnanti si devono aggiornare, il web non è libero … etc …
2020
2011
Non possiamo rincorrere la tecnologia, dobbiamo capire i fallimenti dell’e-learning,
la scuola va bene così com’è … etc …
Imputati alzatevi!
• Gli adulti, come sempre, faticano a comprendere atteggiamenti e comportamenti dei giovani.
Ad esempio:
– i ragazzi trascurano davvero l’atto interpretativo e comprensivo legato a un messaggio?
– sono davvero meno attenti alle sfumature di una comunicazione autentica?
• Internet li rende (più) stupidi? (vedi Carr, 2011)
Adulti inadeguati?
I giovani sono davvero così “competenti” a gestire la complessità di:
● strumenti,• codici, • livelli, • linguaggi,• rappresentazioni?
Gli adulti sono adeguati a supportarli?
Distanze e presenze• I concetti di distanza e presenza non rappresentano
più stati distinti di “essere in situazione” …
• Si può parlare di “riconfigurazione prossemica” della relazione con l’altro?
• Oggi è possibile immaginare, come spesso accade, relazioni vicine/distanti e distanti/presenti?
• Dai “non-luoghi” alla sensazione di presenza in relazione all’attesa di un messaggio …
L’assenza/presenza della mente e del corpo
Il web oggi ci pone al cospetto di molte (troppe) ambiguità …… ci disorienta, … ma ci fa anche riflettere
sulla nostra comunicazione che, solitamente, fa da sfondo alla nostra esistenza, troppo “scontata” per rifletterci su.
L’urgenza dell’educazione ai media
• Da un punto di vista educativo, uno degli obiettivi più rilevanti è quello di trasformare l’inconsapevolezza dei soggetti in formazione (a livello cognitivo e meta-cognitivo, ma anche emotivo) in riflessioni autonome, maggior attenzione, partecipazione e senso critico, nonché nuove modalità di “vedere il mondo” e di “essere al mondo”.
• La potenza degli strumenti di comunicazione “a distanza”, se non elaborata e compresa a fondo dai ragazzi, può divenire una nuova forma di inconsapevolezza circa il ruolo del corpo nella conoscenza dell’altro e, in sostanza, un nuovo e indefinito disagio.
Riconfigurazione della relazione con l’altro da sé
• Ad esempio, nei social media ritroviamo forme nuove di seduzione (attrarre a sé) e di empatia (condivisione dei vissuti)
• Possiamo ipotizzare che rappresentino elementi contrapposti che si contendono il primato espressivo e il “contorno identitario” dell’individuo?
Esempi di usi “curiosi” di Facebook
• Sei un tipo riservato o racconti tutti i fatti tuoi sulla tua bacheca?• Sei un taggatore compulsivo? Perché le mie foto non te le tieni sul tuo cellulare, per favore?• Fai gli auguri di compleanno a tutti i 3650 tuoi amici?• Ogni quanti minuti cambi l’immagine del tuo profilo?• Quando vai a un concerto, lo ascolti o scatti 1000 foto che “tagghi” su Fb?• Sei amico della “Campagna per la protezione di …?• Quante “frasi celebri” proponi ogni giorno su Fb?• Pensi che interessi a qualcuno se, appena alzato, nel tuo “stato” scrivi “Oggi piove, ma quando spunta il
sole?” Pensi che qualcuno ti possa aiutare?• Oppure scrivi “Ma quant’è difficile innamorarsi sul serio”? Una domanda un po’ più semplice da formulare
non ce l’avevi?• Ti diverte pubblicare post del tipo “Ti abbandona solo chi non ci teneva davvero” con un orsacchiottino blu
che accompagna questa memorabile frase?• Perché la notte, anziché condividere 15 inutili post consecutivamente, non vai a dormire così ti riposi un
po’? • Quante ore della tua giornata passi su Farmville? Questa benedetta “pecora nera” gira ancora per la tua
fattoria ?
Qualche genialità …• “Sono riuscito a metter la caffettiera elettrica sul gas”. Grazie abbiamo capito.• “Eccomi, in partenza per Londra” Fra cinque minuti parte l’aereo”. Grazie, stavo appunto per chiederti
dove fossi finito …
Esempi di usi sociali “più utili” di Facebook
• Condividere un video televisivo di un programma andato in onda ieri.
• Esprimere (e condividere) una tua opinione.• Far ascoltare una canzone che ti ha colpito molto o è colonna
sonora del tuo passato (o del tuo presente).• Informare qualcuno che domani c’è un evento da non perdere.• Ricordare un grande della letteratura, uno scienziato, un
magistrato ucciso dalla mafia etc…, insomma qualcuno che ha lasciato un segno …
• Entrare in un gruppo in cui si discute di cose importanti.• Decidere di «partecipare» perché credi nei valori espressi da
alcuni tuoi “amici”.• …
I social media, espressione di:• sé (legittimazione, individuazione in un dato contesto spazio-temporale,
…);• conferma (e richiesta di conferma) della propria identità;• smania di raccontare e raccontarsi;• disagio (con casi estremi);• desiderio di cambiamento;• condivisione (e di senso di appartenenza);• dinamiche comunicative nuove (e perciò anche spiazzanti);• esercizio espressivo (anche solo di stile);• voglia di “leggerezza” (gioco, svago …)• bisogno di “capricci seduttivi”• messa alla prova della propria e altrui empatia• rinvio ad azioni “reali”• “luoghi di integrazione” …
Le responsabilità dell’educatore• Gli obiettivi della ME devono
necessariamente tenere conto di un’evoluzione di una modalità differente di approcciare all’altro.
• Ed è proprio in un contesto di “complessità comunicazionale” che la responsabilità dell’educatore si fa sempre più improrogabile, alla ricerca di una giusta distanza tra “etica dello svelamento” e “salvaguardia dell’immaginario” dei minori e di una rinnovata attenzione per i ragazzi che ogni giorno si misurano con la realizzazione di desideri, l’inseguimento di ideali e la costruzione della propria identità.
Media e formazione: quale relazione?
• I media come veicolo di divertimento e cultura
• I media come supporto didattico
• I media come oggetto di studio
• I media come strumento di scrittura
• I media come contesto formativo
Gli assi culturali
1. L’asse matematico
2. L’asse scientifico-tecnologico
3. L’asse storico-sociale
4. L’asse dei linguaggi
Le 8 competenze chiave di Lisbona
1. Imparare ad imparare
2. Progettare
3. Comunicare
4. Collaborare e partecipare
5. Agire in modo autonomo e responsabile
6. Risolvere problemi
7. Individuare collegamenti e relazioni
8. Acquisire ed interpretare l’informazione
Un passo in più: le competenze “mediali”
• Lettore: quali sono gli “elementi linguistici” che caratterizzano un dato messaggio?
• Scrittore: perché l’autore ha scritto “questo” messaggio? Sono in grado di produrre messaggi mediali? Se sì, in che modo? Con quali strumenti e tecniche?
• Critico: da quale punto di vista e da quali valori è ispirato questo messaggio?
• Fruitore: sono veramente interessato a fruire di questo messaggio? Posso fare scelte consapevoli di fruizione?
• Cittadino: che effetto ha questo messaggio sulla (mia) società?
Un glossario comune?Nuovi metodi?
• Cos’è una “competenza”?• Cos’è una “competenza mediale”?
• Cos’è una “pratica”?• Cos’è una “pratica mediaeducativa”?• Cos’è una “buona pratica
mediaeducativa”?
• È davvero così importante “certificare” quel “complicato cespuglio” di “conoscenze, abilità, competenze”?
• Quanto è importante puntare sui “metodi didattici” e sui “metodi di ricerca”?
MEDAssociazione Italiana
di educazione ai media e alla comunicazione
Università
Una ricerca-azione per favorire la realizzazione di percorsi mediaeducativi
Media educator
Tirocinanti
Ente locale
Produzione
Reti di scuoleWeb Tv
Web RadioUSP e USR
Corecom regionale
Extrascuola
TvRadio
Carta stampata
• Quali risorse ho?• Come mi organizzo?• Sono motivato/a?• Che struttura didattica?• Disciplinarietà o trasversalità?• Curricolarità?• Abilità o/e competenze?• Come e cosa valuto?• Quali priorità?
Nodi
Opportunità• Riconfigurazione del ruolo
insegnante• Ri-motivazione alla professione• Collaborazioni sul territorio• Riduzione della differenza
“dentro-fuori” la scuola• Clima degli ambienti di
apprendimento• Classe-redazione• Scuola-editore (che rende
pubblico)• Ridistribuzione delle
valutazioni dei ragazzi
Percorsi mediaeducativi
Perché “scuola dei linguaggi”?
• Leggere e scrivere assumono significati nuovi
• Il problema (e l’opportunità) della formazione degli insegnanti
• L’approccio curricolare ai nuovi linguaggi
• Strategie di ricerca-azione
Monitoraggio sul campo
Ricerche sul campo
Monitoraggioon line
Intesa trapartner
Attività di formazione
Indicatori di qualità
Produzione dicurricoli
Sperimentazione dicurricoli
Ricerche a livelloeuropeo
Ricerche sul campo
Monitoraggi
Attività formative
Produzione di teoria
Produzione di percorsi
Sperimentazione di percorsi
Nuove tecniche Sistema on line
Test di valutazione delle competenze mediali
Preparazione ai percorsi curricolari di ME
Curricolo di ME Insegnanti e studenti universitari
Teseo
Territorio
Ente locale
Corecom
Associazionismoe
extrascuola
Autori eproduttori
Scuola
Università
Istanza “laboratoriale”
Centri di culturaLaboratori comunali
Istanza “organizzatrice”
Istanza “didattico-
sperimentale”
Istanza “di controllo”
Ricerche
Istanza“scientifica” e editoriale(Radio, Tv e Stampa)
USP eUSR
Istanza “autorale”
L’importanza di valutare e documentari i percorsi
• Solitamente, i percorsi e le attività compiute in classe non sono sistematicamente documentate (non fa parte dei compiti dell’insegnante).
• Nell’ambito della ME è molto importante che l’insegnante diventi “ricercatore”, non solo valutatore dell’allievo, bensì osservatore e narratore del percorso compiuto dalla classe, egli/ella stesso/a incluso/a, avviando buone pratiche di auto-osservazione e costruendo strumenti per la valutazione dell’efficacia dei percorsi e del cambiamento che scaturisce dalle attività svolte.
Le dimensioni del curricolo di ME
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• Lettore: quali sono gli “elementi linguistici” che caratterizzano questo messaggio?
• Scrittore: perché l’autore ha scritto questo messaggio? Sono in grado di produrre messaggi mediali?
• Critico: da quale punto di vista e da quali valori è ispirato questo messaggio?
• Fruitore: sono veramente interessato a fruire di questo messaggio? Posso fare scelte consapevoli di fruizione?
• Cittadino: che effetto ha questo messaggio sulla società?
Le dimensioni del curricolo di ME
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I tre livelli della valutazione (Kirkpatrick)
1. Gradimento
2. Apprendimento (individuare e distinguere conoscenze e abilità)
3. Cambiamento
Molto importante risulta riferirsi agli obiettivi del percorso durante la costruzione degli strumenti di valutazione.
CONOSCENZE
a. Conoscere le proprie e altrui modalità di fruizione televisiva connesse ai cartoonb. Conoscere le tecniche utilizzate per catturare l’attenzione.c. Conoscere le possibili connotazioni psicologiche dei personaggi.d. Conoscere alcune tecniche d’animazionee. Conoscere i possibili messaggi veicolati dai cartoon.
ABILITÀ
a. Osservare con attenzione i particolari contenuti in uno spezzone di cartone animatob. Sviluppare la consapevolezza delle proprie scelte concernenti i cartoonc. Riflettere sulle proprie modalità di fruizione televisivad. Saper riconoscere alcune tecniche d’animazione.e. Saper motivare le proprie scelte di preferenza dei cartoni animatif. Valutare un cartoon in base ai criteri di gradimento e di arricchimento personaleg. Riflettere sull’incidenza dei cartoon nei propri vissuti personali
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Obiettivi e valutazione
Obiettivi e valutazioneCONOSCENZE
a. Conoscere la strategia per analizzare un testo scritto focalizzando l’attenzione sulla situazione iniziale, sulla vicenda, sulle conseguenze e sulla conclusioneb. Conoscere la strategia operativa per sintetizzare un testo e ricavarne le didascalie c. Conoscere gli elementi base di un’immagine digitaled. Conoscere le funzioni di vari strumenti tecnologici: scanner, fotocamera digitalee. Conoscere le fasi per la realizzazione di un cartoon
ABILITA’
a. produrre testi scritti funzionali allo scopob. costruire una sequenza narrativac. individuare e riprodurre le immagini più rappresentative della storia lettad. elaborare dialoghi attinenti alle immaginie. operare scelte sulle inquadrature delle immaginif. realizzare uno story-boardg. utilizzare la tecnica di animazione del découpageh. acquisire immagini tramite la macchina fotografica digitale/videocamerai. scegliere i brani musicali da abbinare alla narrazione
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La sperimentazione dei percorsi
• Per verificare che un percorso effettuato sia efficace e che possa sortire davvero effetti sul singolo bambino, a parer nostro, occorre effettuare una prima sperimentazione.
• Per “sperimentazione” intendiamo l’adozione di una strategia sperimentale, effettuando una rilevazione in entrata delle competenze dei bambini, prima dell’inizio delle attività, e in uscita, cioè al termine del percorso stesso.
Modello mutuato da Le Boterf(Trinchero)
• Risorse mobilitate • Modelli interpretativi • Strategie di azione • Strategie di autoregolazione
Profilo di competenza in uscita per l’area “Fruitore mediale”
RisorseConoscere le possibili strategie di fruizioneConoscere i possibili bisogni e motivazioni che portano all’esposizione ad un particolare medium o genere mediale
Modelli interpretativi Saper riconoscere una strategia di fruizioneSaper riconoscere le strategie che i media mettono in atto per catturare l’attenzione e per dirigere il consumo medialeSaper riconoscere le abitudini personali e famigliari nell’uso dei mediaSaper riconoscere le motivazioni e i meccanismi di soddisfazione dei bisogni alla base di un determinato consumo mediale
Strategie di azione Saper scegliere le modalità del proprio consumo medialeSaper gestire il proprio tempo libero in relazione ai media
Strategie di autoregolazione
Saper riflettere sulla propria “fruizione” di prodotti mediali ed individuare, in modo guidato, i propri errori
La sperimentazione “vera e propria”
La differenza tra la prima e la seconda rilevazione ci informa circa l’effetto del percorso e ci indica il cambiamento (se v’è cambiamento, in quale direzione, di che ampiezza), tenendo sotto controllo le altre variabili. Il confronto tra le differenze ci consente di verificare se il cambiamento è davvero dovuto allo stimolo sperimentale e non ad altri fattori.
Test PRE Test POSTIl percorso non viene effettuato
Test PRE Test POSTPERCORSO di ME
1. Richiesta di collaborazione 2. Incontro preparatorio
3. Condivisone della documentazione
4. Scelta dei percorsi
Chiarimenti
6. Incontro formativoper gli insegnanti
Chiarimenti
5. Laboratorio per i tirocinanti
8. Composizione della squadra7. Messa a punto del piano operativo
9. Costruzione delle prove
Correzioni
10. Costruzione del sito 11. Pre-test delle prove
Correzioni
12. Prove PRE
13. Avvio dei percorsi
Supervisione
15. Chiusura dei percorsi
16. Prove POST
14. Incontro intermedio
Sostegno e riflessioni
17. Incontro conclusivo
Rilancio
18. Matrice
Grazie per l’attenzione …