corporate car sharing - ricerca internazionale del cvo- arval - estratto
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Una ricerca del CVO di Arval realizzata in collaborazione con Clickutility on earth sulle opportunità di sviluppo del car sharing aziendaleTRANSCRIPT
IL CAR SHARING, UNA NUOVA MOBILITA’ PER LE AZIENDE
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CVO - Corporate Vehicle Observatory Arval Service Lease Italia S.p.A., via Pisana 314/B, 50018 Scandicci (Firenze)
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La presente pubblicazione è stata realizzata in collaborazione con Clickutility On Earth.Il CVO non potrà essere ritenuto responsabile di qualsiasi errore, omissione o altro effetto derivante dall’utilizzo del presente dossier e/o delle informazioni ivi contenute. Copyright 2013 – Corporate Vehicle Observatory. Tutti i diritti riservati. Ogni riproduzione o divulgazione, anche parziale, effettuata attraverso qualsiasi mezzo o su qualsiasi supporto, è soggetta ad autorizzazione preliminare scritta del CVO.
IL CAR SHARING, UNA NUOVA MOBILITA’ PER LE AZIENDE
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Il Corporate Vehicle Observatory è il centro studi di Arval deputato a studiare le nuove tendenze che animano il mondo della mobilità aziendale.
Perché quindi occuparsi di un tema, quello del car sharing, di cui si parla da almeno un decennio?La risposta è nel successo crescente che questa forma di utilizzo condiviso del veicolo sta riscuotendo sul mercato, grazie alla possibilità di svincolare l’utilizzo del veicolo dalla sua proprietà, evitando così di dover sostenere tutti i costi fissi derivanti dalla gestione del veicolo. Non solo. Il car sharing viene sempre più spesso interpretato come una opzione all’interno di un ventaglio di forme di mobilità utilizzabili, integrandolo quindi con altri sistemi di trasporto privati e pubblici, concretizzando quindi un concetto di multimodalità degli spostamenti.
Questa nuova visione del car sharing si inscrive all’interno di un nuovo approccio alla mobilità, basata su innovazione, semplicità di utilizzo, efficienza, e sostenibilità: una mobilità intelligente, smart mobility in altri termini.
Un approccio estremamente coerente con le esigenze di mobilità aziendali, per cui l’utilizzo di sistemi di “corporate” car sharing può rappresentare un valore aggiunto, grazie alla possibilità di ridurre i cosiddetti costi di mobilità extra-flotta offrendo nel contempo un servizio accessibile e di semplice fruizione a tutti i dipendenti.
Il Corporate Car Sharing, opportunamente strutturato in coerenza con le esigenze di mobilità dell’azienda, consente di ottimizzare il numero di auto in flotta e di limitare, o addirittura eliminare, l’utilizzo di auto private, con evidenti vantaggi in ottica gestionale, economica e di sicurezza dei drivers.Un servizio facilmente integrabile con altre forme di mobilità (dal trasporto pubblico locale ai treni ad alta velocità) e che ben si presta ad essere “costruito” in ottica di mobilità sostenibile, promuovendo la diffusione e l’utilizzo condiviso di veicoli ad alimentazioni alternative per avere ad esempio accesso gratuito centri urbani e zone a traffico limitato.
Un nuovo paradigma di mobilità, quindi, che focalizza l’attenzione sull’utilizzo del veicolo, più che sul suo possesso, ed introduce un ulteriore tema di valutazione ai gestori della mobilità in azienda: la valutazione e ottimizzazione del Total Cost of Mobility, quindi una valutazione integrata di tutti i costi di mobilità, non solo dei costi diretti ed indiretti connessi alla gestione della flotta auto.Un modello che vede l’utilizzatore al centro della filiera, sia nella scelta delle modalità di trasporto e sia nella “creazione” del servizio di mobilità maggiormente adatto a soddisfare le proprie esigenze.
Andrea SolariDirettore Corporate Vehicle Observatory
Arval Italia
Editoriale
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La smart mobility e il car sharing: inquadramento generale 4
Analisi dei principali operatori europei 16
Il Corporate Car Sharing 26
Conclusioni 30
Glossario 32
Riferimenti Bibliografici 34
Editoriale Sommario
4
La smart mobility
Quadro attualeLa mobilità è una determinante dello sviluppo di un territorio e sta diventando una commodity della vita sociale ed economica.Le società sono sempre più strutturalmente dipendenti dai propri sistemi di trasporto: approvvigionamenti, partecipazione agli scambi, pendolarismo, ecc.L’intensificarsi della globalizzazione e della
crescita demografica determina quindi una domanda di trasporto che in futuro eccederà le attuali capacità dei sistemi:
�� Al 2050 i passeggeri-km globali triplicheranno; il traffico merci quadruplicherà
�� In Italia nei prossimi 20 anni si prevede un aumento del 50% dei flussi di merci e persone.
La smart mobility e il car sharing: inquadramento generale
5
Il “carbon footprint” 1della mobilità , già oggi fonte di problemi globali di vasta portata, sarà critico:
�� Oltre il 25% delle emissioni di CO2 mondiali sono dovute al trasporto.
�� Nel 2009 i soli incidenti stradali hanno causato nel mondo 1,5 milioni di decessi e 50 milioni di feriti.
�� Le inefficienze delle reti di trasporto costano globalmente tra 1 e 2 trilioni di Dollari all’anno.
�� La congestione è una delle emergenze dell’epoca moderna e pesa per circa l’1% del PIL nelle economie sviluppate e il 2-5% in quelle in via di sviluppo.
Quadro di possibile sviluppoOccorre un nuovo paradigma per la mobilità del XXI secolo. Questa transizione è inevitabile.Smart mobility (ovvero mobilità “intelligente”) è un modo nuovo di concepire e organizzare la mobilità, con importanti implicazioni sociali e culturali per:
�� rispondere ai nuovi bisogni soddisfacendo le mutanti esigenze di trasporto di persone e merci in maniera efficace, efficiente, sicura e sostenibile;
�� ottimizzare l’uso e lo sviluppo delle risorse economiche, umane e ambientali liberando tempo e aumentando la qualità della vita.
Mobilità “intelligente” significa, attraverso l’abilitazione tecnologica, essere in grado di:
�� Gestire i flussi di mobilità per ridurre congestione, tempi morti, disservizi e rischi.
1 Il carbon footprint o “impronta di carbonio” è la fotografia con la quale si calcola e si rappresenta il totale di emissioni di uno specifico prodotto, servizio o sistema economico.
�� Modificare la domanda di mobilità per eliminare gli spostamenti inutili e rendere più facili, accessibili ed equi quelli necessari.
�� Progettare in maniera diversa le infrastrutture per renderle più interattive, funzionali, manutenibili e meno costose.
�� Pianificare i sistemi della mobilità, riutilizzando quello che già oggi esiste, per avere reti più razionali, efficaci rispetto ai bisogni e adattive alle emergenze.
�� Dare ai cittadini e alle imprese servizi più utili e personalizzati per soddisfare meglio i bisogni critici.
�� Comporre e rispondere in maniera efficace alle diversificate esigenze della mobilità (merci e persone, urbana ed extraurbana, nazionale ed internazionale).
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�� Responsabilizzare i comportamenti individuali (ad esempio partendo da stili di guida sicuri) in un ottica di beneficio per l’intera collettività.
�� Porre le condizioni per un sistema di mobilità – e la relativa infrastruttura – il cui costo di gestione sia auto-sostenibile.
Le tecnologie necessarie per questo passaggio “evolutivo” sono disponibili.
�� Tecnologie per l’informazione, la sicurezza, il comfort e la salute (controllo del traffico/segnaletica/semafori, sistemi di pedaggio elettronico, “pay as you drive”, informazioni in tempo reale, chiamate di emergenza, identità elettronica veicoli,...).
�� Tecnologie per la cooperazione veicolo-veicolo e veicolo-infrastruttura, per comunicare con sensori sulle strade, semafori e altri veicoli.
�� Tecnologie per combustibili e sistemi di propulsione a ridotto impatto ambientale (motori elettrici, ibridi, a celle combustibili, biofuel, ...).
L’innovazione dei modelli di smart mobility può essere dunque apprezzato a 3 livelli:
�� Recupero di diseconomie e inefficienze.
�� Recupero del tempo utile.
�� Sviluppo di filiere industriali e loro impatti indiretti.
La somma di questi tre elementi, mantenendo un approccio molto conservativo, può valere fino a 5 punti di PIL all’anno (circa 80 miliardi di Euro).Accanto ai miglioramenti occorre considerare il costo dell’”inerzia”, cioè il costo del non prendere decisioni ed intraprendere azioni concrete lasciando “andare le cose”. Questo è un grave rischio per il Paese perchè gli effetti sono moltiplicativi: ai costi delle esternalità e delle mancate opportunità sopra detti, si aggiunge il “prezzo” sociale
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ed economico del deterioramento della mobilità.
Il sistema della mobilità nazionale dovrà rispondere ad un aumento del 50% della domanda di mobilità entro il 2030.Questo si scontra con una situazione già oggi difficile:
�� Nelle aree urbane la velocità media di spostamento nelle ore di punta è in media di 7-8 km all’ora.
�� Negli ultimi dieci anni l’accessibilità dei territori italiani è diminuita del 15% e la connettività del 20-30%.
�� I tempi di percorrenza sono aumentati tra il 20 e il 35%, in particolare nelle aree a maggiore densità produttiva.
�� E’ aumentato il divario tra Nord e Sud nella dotazione infrastrutturale e nella qualità dei servizi di trasporto.
�� Il 79% degli spostamenti avviene su strada (l’Italia ha il 2° tasso di motorizzazione più alto d’Europa).
�� La congestione del traffico costa al Paese il 2-3% di PIL all’anno (tra i 30 e i 50 miliardi di Euro circa), il doppio della media europea.
�� Le inefficienze della logistica impattano significativamente sulla competitività del Paese (40 miliardi di Euro all’anno).
�� Il trasporto incide per il 27% delle emissioni di CO2 (3 punti in più della media UE), con 8.500 vittime all’anno.
Le 4 sfide chiave per la moderna mobilità sono:
�� La sfida dell’efficienza e dell’efficacia.
�� La sfida della sicurezza (degli utenti e dell’affidabilità del sistema).
�� La sfida della sostenibilità.
�� La sfida dell’accessibilità (fruibilità e inclusività).
Smart mobility come fattore abilitante delle smart cityRealizzare le smart city è oggi un obiettivo importante nell’agenda politica, anche in Italia.Si tratta di realizzare un “modello urbano capace di garantire un’elevata qualità della vita alle persone e alle imprese, ottimizzando le risorse e gli spazi per la sostenibilità, rendendo più facile muoversi, alleviando tempo ed energie per aumentare le opportunità di crescita personale e sociale”. Il trasporto ha un ruolo centrale rispetto alle dimensioni di accesso, connettività, inclusione sociale e civile e competitività
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di un sistema urbano (e più in generale di uno Stato): una mobilità più efficace e “intelligente” è un fattore abilitante per realizzare i nuovi modelli urbani di smart city.Il potenziale di ottimizzazione in ottica smart del sistema della mobilità italiana è rilevante. La Fondazione EnergyLab stima che il valore medio di copertura di sistemi ITS2 e di infrastrutture intelligenti sul territorio nazionale oggi è compreso tra il 5% e il 10%. E’ tecnicamente possibile, con investimenti mirati e meno capital intensive rispetto alleinfrastrutturazioni pesanti, arrivare già nel medio periodo (10/15 anni) ad una copertura del 100% del territorio italiano, con effetti moltiplicativi positivi.Un ulteriore studio sviluppato da CERTeT-Bocconi sul livello dei sistemi della mobilità nei grandi centri urbani nazionali conferma ampi margini di miglioramento rispetto ai 3 macro-obiettivi prioritari:
2 ITS Intelligent Transport Systems – sono i sistemi che integrano molteplici componenti (informatica, telecomunicazioni, elettronica) con la gestione dei trasporti e la loro pianificazione.
�� Sicurezza (safety e security). Si intende con questa accezione la sicurezza del sistema dei trasporti così come la sicurezza delle persone e cose trasportate.
�� Accessibilità e connettività (interna e globale). Si intende la possibilità di accedere ai servizi di trasporto, attraverso la rete di connessione che deve integrare le diverse modalità.
�� Fruibilità e inclusività (anche ai fini della sostenibilità). Si intende la possibilità per i sistemi dei trasporti di essere utilizzabili da tutte le categorie di utenti, anche in considerazione di risvolti sociali.
Sicurezza Connettività Inclusività
Roma 62,5 96,7 43,7
Milano 31,3 80,5 66,6
Venezia 50,0 37,2 69,6
Torino 66,7 14,6 40,7
Trieste 100,00 2,6 32,5
Genova 55,6 8,6 38,3
Bologna 41,7 23,6 34,4
Napoli 83,3 18,9 22,4
Palermo 96,2 7,3 23,8
Firenze 33,3 16,1 33,1
Bolzano 41,0 -- 33,0
Verona 40,0 13,0 24,8
Bari 27,8 6,1 26,7
La “smartness” nella mobilità delle città italiane (campione selezionato); grigio scuro: criticità elevata; azzurro: criticità media (Fonte: elaborazione CERTeT-Bocconi per The European House - Ambrosetti, 2012)