corriere vicentino dicembre 2012

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Editorial 3Pierre Mairesse, Director - Lifelong learning: horizontal policy issues and 2020 strategy, Directorate-General for Education, Training, Culture and Youth, European Commission

Reflections on Referencing the French 5 NQF to the EQF

Referencing National Qualification Levels 7 to the EQF

Third Cedefop workshop on EQF pilot projects: 9 building synergies and common understanding

Beyond the EQF - Other Regional 11 and Transnational Frameworks

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“Oh delizia della cena della vigilia, come can-tarne degnamente i fasti? Chi saprebbe dire sa-porosamente la bontà dei risotti di cape, o della minestra di risi e verze, le gioie del salmone fre-sco, le piccanti voluttà dei bovoli col vin bianco, la grassa morbidezza del bisato allesso, arrosto ed in umido, la delicatezza dei maestosi branci-ni e delle sode boseghe di valle? … E la piccante dolcezza della mostarda e le attaccaticce squisi-tezze dei mandorlati, e la spuma delicata della panna montata con i relativi storti, e con i maro-ni rosti, o con balote, cioè le castagne allesse con le foglie d’alloro?” Sono lontani i tempi in cui Elio Zorzi così rac-contava la cena della vigilia di Natale ma, in-dubbiamente e più di altre feste, il Natale suscita ancora in molti la voglia di convivialità. Questo è il termine che più di tanti cibi rappresenta il cuore del pranzo (o della cena della vigilia) di Natale. Più dei ravioli in brodo di cappone, del pesce, del panettone o del pandoro (l’Italia, tan-to per non smentirsi, anche in questo è divisa in due).Convivialità: da cum vivere, vivere assieme. In modo semplice e immediato il termine sottoli-nea l’identità fra il mangiare e il vivere, lo stare assieme. Più di quello che portiamo a tavola è necessario riscoprire la voglia di stare assieme e trovare il tempo per farlo, magari davanti a semplici castagne lessate e un bicchiere di clinto. Occorre spegnere per un momento quel motore che continua a farci girare come trottole impaz-zite e riscoprire la lentezza, il vivere, almeno per un momento, con ritmi e tempi lenti. Parafrasando Erasmo da Rotterdam, è tempo di elogiare la lentezza. Se poi questa lentezza contiene anche un briciolo di pazzia, utile per migliorare la propria felicità, probabilmente ri-usciremmo a passare un Natale ancora più pia-cevole e allegro.

Elogio dellalentezza

edItorIaledi Mauro Pasquali*

InChIestaBraccia rubate all’industria 18

l’InterVIstaDon Spritz 22

foCusAlte Ceccato: finalmente la bretella 24

arzIgnanoFinisce l’incubo di Diego30

nogaroleÈ tempo di caccia38

MonteCChIoContro le aperture domenicali42

brendolaIl bacino supera la prova

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48 zerMeghedo Il Gobeto diventerà De.Co.

lonIgoIl valzer dei bar del centro

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saregoSognando la moda67

sossanoNasce il Comitato Genitori

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barbaranoFinalmente arrivano le rotatorie!72

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Mensile d’informazioneRegistrazione del Tribu-nale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 - Editrice Millennium s.r.l.40.000 copie certificate

Direttore Responsa-bile Stefano Cotrozzi. Caporedattori Nicoletta Mai, Marta Massignan. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Caporedattore economia Elisabetta Badiello. Redazione: Alessandra Groppo, Ilaria Boscar-din, Alberto Faedo, Francesco Meneghini, Giuseppe Signorin, Silvia Maculan. Editoria-listi Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiel-lo, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Gra-fico Amos Montagna. Stampa: Centro Stampa Editoriale - Grisignano di Zocco (VI)

In copertina foto di Manuel Mantoan

Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: [email protected] la pubblicità:Alberto Faccin335 5319350 Alex Bertacche349 5183614Aristide Crema 320 0522400 Federico Hanard 335 5293582Monica Dall’Omo 340 6717242 © 2011 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblici-tario in altra sede.L’editore è a disposi-zione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.

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*Presidente Slow Food Veneto

i avvicina a passi veloci il Natale previsto assai più povero che in passato. Tra tassazione sulla casa, spese per l’energia, scadenze di fine anno sarà già tanto se riusciremo a racimolare un pa-sto da consumare, in austerità, sotto un albero in

versione low cost. Anche se in molti auspicano un ritorno ai valori spirituali, al senso di comunità, a quel sentimento che ci vede tutti più buoni e propensi ad aprire il cuore ai meno fortunati, in fondo in fondo ci aspettiamo sempre di ricevere un regalo. Basta an-che un piccolo pen-siero. Così ci hanno educati i nostri geni-tori preparando una calda accoglienza a Babbo Natale che ar-rivava sempre gene-roso, sulla sua slitta trainata dalle docili renne. Ora che sia-mo adulti e abbiamo perso l’incanto della nostra infanzia, vor-remo sempre sperare in un fidanzato o un marito che con buona volontà sappia imba-stire una degna accoglienza alla generosità del grande bene-fattore Papà Natale! Possiamo sempre provare a scrivere la letterina a Santa Klaus, direttamente a Napapiiri, in Finlandia. Magari con la speran-za che venga presa in considerazione. Dobbiamo però esse-re chiari. Niente elettrodomestici o regali cosiddetti utili. Si rivelano sempre una fregatura perché carichi di un secondo fine. Sebbene, come diceva Marilyn Monroe “sono i diamanti i migliori amici delle donne”, ci accontenteremo anche di un bracciale, una collana o un paio di orecchini. Purché sia il loro scintillio ad accendere le luci del Natale!

agricoltura vicentina e quella italiana in genere lavorano in un contesto internazionale di glo-balizzazione senza regole e per questo diventa indispensabile per gli imprenditori agricoli di-stinguersi e proporre prodotti e servizi che il cit-

tadino - consumatore premi in termini di riconoscimento di qualità e quindi di valore. Come sottolineato al Forum Inter-nazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio dal presidente di Coldiretti Sergio Marini occorre riscoprire il valore della comunità, del patrimonio artistico, culturale, del paesaggio della biodiversità, delle peculiarità territoriali utilizzando originalità, gusto, passione, intuito e buonsenso. L’agricoltura vicentina è pienamente inserita in questo conte-sto ed è un modello che guarda avanti, anche grazie a ragazzi giovani che si mettono in gioco e scommettono sulla terra con passione, professionalità e capacità d’innovazione. La legge, inoltre, ha permesso a centinaia di aziende di sceglie-re quale vestito fosse più adeguato per la propria realtà pro-duttiva. Si parte dagli agriturismo che punteggiano la nostra provincia e in particolare le zone collinari, veri apripista del confronto diretto tra agricoltore e consumatore. Vi è stato poi, in questi anni, lo sviluppo dell’attività di vendita diretta, per valorizzare i prodotti locali, a km 0, e creare una rete locale di economia. Non si possono poi dimenticare le attività del-le fattorie didattiche, luoghi di educazione e di recupero dei saperi antichi; e le fattorie sociali che danno modo all’agricol-tura di fornire ai cittadini quei servizi che spesso la pubblica

amministrazione non è più in grado di dare alle fasce socialmente deboli.

Tutto questo si chiama multifunzionalità, un potente strumento di comunicazione

e fruizione del territorio anche dal pun-to di vista turistico: far ritrovare ai cit-

tadini il gusto di fare una gita in luoghi magari a pochi passi da casa, ma che san-no far vivere emozioni creando reddito alle

imprese che rimangono nel territorio.

roberto rampazzo*

Quando ho chiesto all’ospedale quali

sono i casi di giochi erotici finiti male

L’

Il minipimer proprio no!

VIpera Con garbo

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elisabetta badiello

L’agricoltura guarda avanti

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L’intervista a delle persone che pagava-no per essere sculac-ciate con il mattarello

L’intervista ad un ragazzo che usava

il mercurio contro il malocchio

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*Direttore Coldiretti Vicenza

Lino zonin

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19 gennaio 2013 ................ore 14.30-18

20 gennaio 2013 ........................ore 9-12

BrazilDice Zico: la vittoria dell’Italia nel Mundial 1982 ha cambiato il calcio, in peggio. Trent’anni e non gli è ancora andata giù, che Gentile gli abbia chiesto la ma-glietta dopo un quarto d’ora. Però adesso ho capito: non è venuto all’Udinese per soldi, ma per redimerci.

econdo il mio amico Gigi pare che tutto sia iniziato con un mucchio di noci che uno dei nostri antenati delle caverne, a contatto con la natura più rigogliosa, aveva giudiziosamente accantonato per l’inverno. Si accorse un giorno che un topolino rovistava nella sua prezio-sa provvista e, senza scomporsi, provvide a munirsi di

un gatto. Questi abbisognava di una ciotola di latte almeno una volta al giorno. Si aggiunse una pecora, che divenne subito un richiamo per i lupi. Fu giocoforza ricorrere ad un cane, che aveva bisogno di carne. Il nostro progenitore mise in piedi un piccolo al-levamento, che richiese uno steccato. Furono assunti dei guardia-

ni, si affacciarono invasori, spunta-rono armi, nacquero conflitti, si firmarono contratti e alleanze, si ruppero amicizie, fu una corsa a prevaricare, si alzarono

roccaforti… Insomma, per far breve la storia, dove c’era la nuda ma ospita-le caverna primordiale

stanno ora i nostri agglo-merati, le nostre centrali, i nostri covi di bacilli, le nostre case blindate, i nostri campi di battaglia, i nostri ammassi di scorie e di spazzatura, le nostre fabbriche di veleni: in sostanza, tutto quel ben di dio che la civilizzazione ha prodotto, il mondo che, al cul-mine del progresso, stiamo per consegnare orgogliosamente ai nostri figli. A meno che questo lungo periodo di evoluzione sia il ciclo conteggiato qualche migliaio di anni fa dai Maya, nella cui agenda è indicata la fine proprio fra pochi giorni, il 21 dicembre: l’ultimo giorno del “mio” Sagittario… Francamente penso che Natale arriverà di nuovo, così come San Silvestro, la Befana e le bollette dell’Imu, senza che ci colgano risolutivi sconvolgimenti naturali o cataclismi epocali. Ma, siccome la prudenza non è mai troppa, per precauzione ho messo al sicuro in cantina un sacco di noci… Non si sa mai! E voi, maledetti topastri della malora, non fatevi vedere dalle mie parti! Se no vi metto un gatto alle calcagna…! Capito? Buone Feste a tutti.

Tutta colpa delle noci

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La Rossa e le bandiere gialle

sport e dIntornI

a Ferrari ha soltanto sfiorato il titolo mondiale? Peccato. Se Vettel e la Red Bull hanno vinto con merito e senza barare (qualche dubbio c’è, ma stiamo all’ufficialità) viva lo sport, anche se per-dere sul filo di lana fa più male. Non sono mai riuscito ad entrare nel mito del Cavallino, pur

con la massima ammirazione per il Drake, meno per i suoi successori. Quando seguivo le telecronache dei GP, prima della morte in pista di Ayrton Senna (ferita troppo profonda da rimarginare), sentir parlare di “Nazionale rossa” mi irrita-va: Maranello è una scuderia, un team, come ce ne sono stati altri nel nostro Paese. La Ferrari ha vinto molto, ma non è un motivo sufficiente per fare l’equazione con Italia, casomai per attirarsi molti nemici. Fuori luogo poi l’ostracismo per i piloti tricolori, con l’eccezione Alboreto negli ultimi trent’an-ni e quel guascone senese bello e impossibile che s’è giocato braccio e futuro con l’elicottero. O stiamo aspettando Valen-tino Rossi?

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gianfranco sinico stefano Canola

La preparazione dell’adunata degli Alpini a Bassano

La finale della Coppa italia quando il Vicenza ha battuto

il napolitre giorni al salone del gusto di torino

divertente e tragico: ho sentito una scossa durante un servizio

sul terremoto

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Corriere Vicentino | 12 | Opinioni

Cosa dicono le parole delle canzoni? Spes-so, niente. Sono messe lì perché l’accento cade giusto sulla nota, perché quell’insieme di fonemi suona bene, indipendentemente da quello che significa. Sono convinto che la fama di tanti successi in lingua inglese verrebbe ridimensionata se la traduzione del testo svelasse a tutti il suo deserto di ovvietà. Ma con le canzoni italiane si può tentare il gioco di isolarle dalla musica per leggerle come se volessero dire davvero qualcosa. Proviamo. “Prendila così”, fa dire Mogol a Lucio Battisti nell’omonima canzone contenuta nell’album “Una don-na per amico” del 1978. Misogino come sempre, il paroliere disegna in questa canzone una delle sue figure maschili più infingarde. “Prendila così, non dobbiamo farne un dramma”, sussurra lui all’aman-te, sposata, fedifraga ma appiccicosa e in-sistente. Non sa come togliersela di dosso e mente: “No che non vorrei, io sto bene in questo posto”, per poi aggiungere subito che però: “forse è tardi e rincasare vuoi”. La passione dei primi tempi è sfiorita, come pure la bellezza della donna (“Ma che sciocca sei a parlar di rughe, a parlar di vecchie streghe”, la consola lui, ipocrita) ed è arrivato il momento di darci un taglio. Però, “siccome è facile incontrarci anche in una grande città e tu sai che io potrei pur-troppo - anzi spero (confida sornione a chi ascolta) non essere più solo, cerca di evitare tutti i posti che frequento e conosci anche tu”. Insomma, bella mia, è finita, non in-sistere troppo e resta a casa tua. Capita. Prendila così.

Vinicio trend

DomenicaOggi è domenica e sono al supermercato. Senza sensi di colpa, senza bavero alzato, senza occhiali da sole e berretto

calcato fino alle orecchie. So che gli addetti mi guardano e pensano “imbecille, hai mica di meglio da fare che rompere

i maroni alla gente di domenica mattina?”. Lo so che lo pensa-no, lo pensano in tanti, stanno raccogliendo le firme per chiedere

l’abolizione della legge che permette agli esercizi commerciali di tenere aperto anche alla domenica o alle feste. Si mobilita la chiesa, in evidente conflitto d’interessi, si mobilitano i sindaci, per opportunismo e paraculismo, si mobilitano le famiglie le donne gli uomini i figli i nipoti, tutti nel nome della famiglia. Si dice “ La domenica è l’unica giornata possibile in cui anche la lavoratrice può restare in famiglia, andare a messa e dedicare un po’ di tempo alla cultura, allo sport ed al tempo libero”. Bene. E dove vanno tutti que-sti e queste (me compreso) quando vogliono fare tutte queste belle cose di domenica? Vanno al cinema, dove c’è gente che lavora, vanno al ristorante, dove c’è gente che lavora, vanno a sciare, dove c’è gente che lavora, vanno nei musei, dove c’è gente che lavora, vanno allo stadio, dove c’è gente che lavora, vanno in gita, salutando al casello un tizio che lavora. Di domenica. Oppure stanno a casa a guardare la tv, grazie al fatto che c’è gente che lavora per fargliela guardare. Di domenica. Dunque un po’ tutti siamo “l’imbecille” di qualcuno che lavora mentre noi ce la spassiamo, e mentre ce la spassiamo non ci viene in mente proprio per niente che anche per loro sarebbe domenica. Come per la cassiera che mi sorride cortese e fa-miliare come se fosse un sabato qualunque, ma so che lo pensa, eccome se lo pensa...

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Il vino non è solo una bevanda: nutre il no-stro spirito e rende più piacevole la convi-vialità. È un compagno fedele al quale bi-sogna dare il giusto trattamento se si vuole ottenere il massimo del piacere nel berlo. Uno degli errori che spesso si commetto-no quando si apre una bottiglia di vino è quello di sottovalutare l’importanza della scelta del giusto bicchiere. Come nel cam-po automobilistico si lavora nelle gallerie del vento, così nel settore enologico ci sono delle aziende che da decenni sperimentano materiali e forme ideali per estrarre al me-

glio le qualità organolettiche delle varie tipologie di bevande. Oggi c’è un’ampia scelta di tipologia di calici e di materiali ma quello che rispec-chia da sempre l’idea di divertimen-

to è il classico bicchiere a coppa. Sembre-rebbe ormai scomparso, per lasciare il posto a calici dal design curatissimo, ma quello che consiglio è di rispolverarlo! Cerchiamo nelle credenze del ”sevizio buono” dei nostri genitori o dei nonni e come per magia ritornerà l’atmosfera tipica dei favolosi Settanta e Ottanta. E ricordate, ora come allora, quello che i bicchieri ci insegnano: mai rinunciare ad un brindisi. La regola vale anche per gli astemi: basta il gesto simbolico di sfiora-re il bicchiere con le labbra… ed è subito festa!

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Musica preferitaMusica italianaCibo preferito salmonesport praticato danza, nuoto, palestra, Corsa e pallacanestropersona a cui ti ispiriMia mammanon posso fare a meno di...tutti coloro che mi vogliono bene

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Felipe Massa 25/4/1981

L’importante è fare bene il proprio dovere

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la 26/8/1958

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te.

Matteo Renzi

11/1/1975

Adesso, fe

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Simona Ventura 1/4/1965Che ne sai tu di un campo di grano?

Melanie Brown (Mel B) 29/5/1975

Occhio alla dieta!

Laura Puppato 17/2/1957

Almeno ci hai provato

Fernando Alonso 29/7/1981

Non m

ollare, andrà meglio alla prossim

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Sebastian Vettel 3/7/1987

Numero preferito, il tre

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Mario Monti 19/3/1943

Insomma, ti sei deciso?

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L’ Oroscopodi Mago Merlino

sex in vicenza [email protected]

Cari Elena e Paolo,ma le ragazze sono tutte come quelle che conosco io? Ho 18 anni e frequento un liceo vicentino. Vado poco in discoteca perché esco disgustato dallo sculettare di ragazzine poco più che 14enni in minigonna, scollature profonde e trucco esagerato. Trucco che peraltro non è prerogativa solo del sabato sera: vengono anche a scuola così. Fermi tut-ti: non sono gay, ma ho perso il gusto della conquista. Anzi, lo conosco solo per sentito dire, perché temo che appartenga a generazioni precedenti alla mia.Andrea di Brendola

Caro Andrea,ma di cosa ti lamenti? Ai miei tempi avrei fatto carte false per po-ter frequentare ragazze come quelle d’oggi. Ma sei impazzito? Anni fa c’erano i collant a 1600 denari o color carne, tacchi 8 al massimo, capelli coto-nati e laccati, mai senza calze d’inver-no, cosa molto spiacevole. Quindi non scandalizzarti e stai pur tranquillo che il tuo presunto gusto della conquista non verrà meno. Saranno più facili di un tempo, ma quando trovi quella che ti fa correre e non ti considera vedrai che bello il gusto della conquista. Buon divertimento.Paolo

Caro Andrea,se penso che andavo al liceo con felponi e mo-cassini mi vergogno

da morire. Mi consola solo sapere che a quel

tempo (non tantissimo tem-po fa, non sono mica vecchia!) eravamo tutte vestite così e rigorosamente acqua e sapone. Oggi le adolescenti sono tut-te belle, molto curate, con la scarpa alla moda e non escono di casa se non han-no un “filo di trucco”. Non so cosa sia meglio. Essendo io un’esteta apprezzo la bellezza e la cura di sè. Ma concordo con te che la bellezza, quella vera, non ha bisogno di trucco e scollatura. E so-prattutto non sculetta. Elena

Elena Paolo

.it

il post più letto del mese

Vicenza: torna l’incubo esondazioneLe forti pioggie hanno fatto salire peri-

colosamente il Bacchiglione riportando in città la

paura vissuta con l ’esondazione

del 2010.

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Corriere Vicentino | 16 | Notizie in breve

ladri, vittime e refurtiva tutti insieme nello stesso albergo. È successo a reggio emilia dove due allevatori vicentini, derubati degli uccellini da poco acquistati presso la fiera ornitologica internazionale, hanno ritrovato il bottino in un furgone in sosta nel parcheggio dell’hotel in cui alloggiavano. I ladri sono stati immediatamente denunciati.

a Chiampo i Carabinieri sventano un furto grazie all’aiuto tempestivo dei cittadini. Il 22 novembre attorno alle ore 20, un residente di Via Verdi s’incuriosisce notando alcuni movimenti strani attorno alla casa dei vicini e lancia l’allarme. le pattuglie sono tempestive, come tempestiva è la reazione del ladro rimasto all’interno della vettura, che si mette subito in fuga rischiando di travolgere un agente. Mentre gli altri due delinquenti si dilegua

no di corsa, le forze armate sparano alle gomme della vettura, invano. tesoro salvo e ricerche che continuano a tappeto.

l’amore del giovane eros di lonigo per Chiara era troppo forte ma di certo non si aspettava che qualcuno se ne sarebbe approfittato: l’amico Mohssin, infatti, si è fatto consegnare ben 8.500 euro per aiutarlo a conquistare l’amore della ragazza. risultato? soldi in fumo e nemmeno l’ombra di una cena galante.

un mese di notizie in Breve

più di 60 mila euro in pochi mesi: è questo il bottino che è riuscito a portarsi a casa alessandro f., cittadino di Montorso, fingendosi una disinibita ragazza sexy. A cascare nella sua trappola è stato un giovane ragazzo milanese che, in cambio di qualche scatto erotico, ha letteralmente prosciugato il conto corrente dei genitori. ora il vicentino deve presentarsi in tribunale.

a Milano il vicentino giovanni p. si è fatto davvero notare. nascondere

un cartello stradale per raggirare una mul

ta appena presa per divieto di sosta, si può anche fare, ma forse prima sarebbe stato meglio

accertarsi della presenza

delle numerose telecamere. della

serie, a peggiorare la situazione si fa sempre a tempo.

Anche i cani esigono privacy, e a Montecchio vengono accontentati. apre infatti in via giuriolo la prima toilette per cani italiana nell’area sgambettamento di 2620 mq pensata per i nostri amici pelosi.

Giustizia al buiola prima è sempre la prima. anche quando si rimane al buio e al freddo. lo storico giorno che avrebbe ospitato i primi processi nel nuovo tribunale di Vicenza si è trasformato in una barzelletta. una falsa partenza dovuta alla mancanza di energia elettrica. Cose che succedono, dicono.

il prezzo di Cupido nello stesso hotel...

Privacy, grazie!

sexy truffa

A mali estremi...A u T o

V i C e n z A i n L o V e T r u f f e

C h i A M P o

a cura di Jacopo Vencato

i vicini sventano il furto

palazzi che si trasformano in pareti di roccia e carabinieri che si improvvisano centometristi. durante un sopralluogo delle forze dell’ordine in alcuni appartamenti ad alte, ci sono state fughe cinematografiche con passaggi e balzi tra tetti e terrazzi. dei tre immigrati in fuga, uno è stato fermato.

Come spidermanM o n T e C C h i o

V i C e n z A

l’ex esponente di pd e Idv luciano parolin si esprime attraverso un piano antipride. la contro iniziativa cattolicoconservatrice prevede il ‘lutto di famiglia’ con negozi del centro chiusi, l’esposizione di necrologi e la richiesta di alcune messe ad hoc.

Per sfuggire ai mayaL A d r i V i C e n T i n i

il no di Parolin

perdere 20 mila euro è tragico. Ma se un gruppo di ladruncoli li ha appena rubati e il carico cade dal furgone, fa sorridere. succede in un centro commerciale di Vittorio Veneto, domenica 25 novembre. tutto fila liscio: bancomat sradicato e sgommata fumante. Il colpo, però, termina alla prima curva quando il bancomat sradicato scivola e rotola nel parcheggio lasciando così i malviventi a mani vuote.

da roma a roana, per cautelarsi in vista del 21 dicembre. loretta persichetti, attrice veneta in auge negli anni 70 si è innalzata, geograficamente e spiritualmente, aspettando i cambiamenti planetari previsti dai Maya. ‘Nell’altopiano si è sicuri’, racconta, mentre fa scorta di legna, acqua ed energia positiva.

G A y P r i d e A V i C e n z A

L’annuncio ufficiale è arrivato. anche Vicenza avrà il suo corteo

dell’orgoglio omosessuale. ‘Vicenza pride’ sbarcherà a Vicenza nel giugno del 2013 e conterà la presenza

di tutte le associazioni omosessuali regionali, le quali sfileranno all’om

bra del palladio.

La parata in città

Ciao ciao bottino!“tra cento metri girate a destra”. e così si è ritrovato nel torrente. seguendo le indicazioni del navigatore satellitare un veterinario lombardo si è ritrovato sott’acqua mentre percorreva una striscia di cemento che attraversa il letto dell’assa, in quel tratto quasi sempre in secca. le forti piogge del mese di novembre, però, avevano trasformato la strada in un fiume in piena e il veterinario con l’auto in panne si è visto costretto a chiamare i soccorsi.

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Buone Feste

D

Braccia rubate all’industria

i n c h i e s t a

Non avranno le scarpe grosse, ma sicuramente il cervello fino. All’identikit dei novelli contadini mancano solo due dati:

sono giovani e prevalentemente donne, che per guardare avanti hanno capito che qualche volta bisogna anche

guardare indietro. Senza dimenticare formazione, innovazione e creatività.

di Giuseppe Signorin, Ilaria Boscardin e Giovanni Salviati

daiana fongaro aveva studiato da sommelier e gestiva un’e-noteca. Tre anni fa si trovava in Scozia per perfezionare l’in-glese, quando una sera si è sentita su Skype con il fratello, Davide. Avevano pensato entrambi la stessa cosa: entrare nell’azienda di famiglia e rinnovarla. Allora è tornata a casa e ha iniziato a lavorare al progetto. Da gennaio di quest’anno si dedica completamente alla “Baraka”, com’è soprannomi-nata l’Azienda Agricola Famiglia Fongaro, a Sovizzo, fresca vincitrice per il Veneto del Premio Oscar Green, settore Idean-do, per le aziende che hanno saputo trasformarsi. Ma più che un’azienda la Baraka è una fattoria: ci sono i campi, la stalla con le mucche e i maiali, il pollaio, la cantina. C’è poi il labo-ratorio dove viene tagliata la carne che comunica attraverso un vetro con lo spaccio. Il tutto disegnato dalla compagna di Davide, Anna, che di mestiere fa l’architetto. Innovazione a servizio della tradizione. “Seguiamo la stagionalità. Non tutti i salami vengono perfetti, ma sono salami veri, con lo stesso sapore di una volta. Oggi si fa un uso indiscriminato di pro-dotti chimici. Noi abbiamo deciso di fare un passo indietro”, ci spiega Daiana. Un passo indietro che è anche un passo in avanti, visto che i loro salumi al naturale (solo sale e pepe) possono essere mangiati anche dai celiaci.

Inversione di tendenza

Partiamo dal dato più importante: l’agricoltura è l’unico settore economico in Italia con un pil in crescita, +1,9%. Dato che assume una portata ancora maggiore se si tiene presente la diminuzio-ne del 2% dei terreni agricoli, usati per capannoni sfitti e per zone edificabili anch’esse sfitte. Aumenta il Pil nono-stante si perdano i terreni, insomma, e questo perché nel settore agricolo c’è chi sta lavorando con abilità e intelli-genza. “L’agroalimentare italiano è l’unico al mondo a essere taroccato – ci spiega diego Meggiolaro, presi-dente di Coldiretti -. Un mercato di più di 50 miliardi di euro l’anno”. Le parole di Meggiolaro confermano anche quello che è ormai un marchio di fabbrica del “giardino Italia”: la qualità dei prodotti. Da un punto di vista storico, poi, emerge la proporzione impressionante della cosiddetta “fuga dai campi”: se negli anni 50 più di metà della forza lavoro era impegnata nel settore primario, oggi la percentuale è scesa fino al 3,2%.Di buono c’è però un’inversione di tendenza, che vede coinvolti giovani e donne. Più che ai padri, pare che molti ragazzi stiano guardando a quello che facevano i loro nonni riprendendo a lavorare nei campi. su 10 nuove aziende, 7 sono al femminile. “Questo perché i giovani e le donne – commenta Meggio-laro – hanno vedute più ampie. Oggi non si può più ra-gionare in termini di semplici produttori, bisogna essere anche partner dei consumatori, rivolgersi direttamente a loro. Bisogna metterci la faccia”.

Salumi sale e pepe

Corriere Vicentino | 18 | Inchiesta

GGiovanissimo, poco più di ventenne, ha dovuto lottare per un terreno destinato a una concessione mineraria sul Monte Madarosa. Questo negli anni appena successivi al 2000. Vinta la difficile battaglia legale, Marco posenato, cresciuto a San Pietro Mussolino, ha potuto dare vita al suo sogno. “Sono da sempre innamorato della natura – ci racconta. No-nostante le mille difficoltà, non cambierei questo lavoro per niente al mondo”. Ora, trentacinquenne, comincia ad avere già una certa esperienza. “Oltre a prodotti più tradizionali come olio, farina, patate, ciliegie, grazie al particolare tipo di terreno, di origine vulcanica, e alla conoscenza di alcuni frati missionari, ci siamo specializzati nella coltivazione di pian-te di Aloe”. E non solo nella coltivazione, perché l’Azienda Agricola Posenato Marco produce anche creme e saponi per la cura e la bellezza del corpo, ricavati tramite l’estrazione del principio attivo con l’appoggio di enti competenti. “Coltiviamo, inoltre, piante da frutto autoctone, di quelle che non si trovano più, che permettono di gustare gli antichi sapori di un tempo, e piante aromatiche di vario genere, sia vive che secche, da usare come spezie”. progetti per il futuro? “Ci stiamo attrezzando per avere un piccolo laboratorio no-stro, con un essiccatoio. Fra qualche anno vorremmo che l’azienda diventasse un agriturismo con annesso centro be-nessere e, perché no, medico, considerati i poteri terapeutici dell’Aloe”.

Ffrancesco dal Maso, trentatreenne di Ponte di Barbarano laureato in ingegneria gestionale, dopo sette anni da dipen-dente in aziende private ha deciso, nel 2011, di lasciare il suo impiego per dedicarsi, insieme al fratello Roberto, all’atti-vità di famiglia. “Lavoravo in un’azienda che produce e commercializza vasi per piante e arredo. Mi occupavo della pianificazione delle vendite, attraverso incontri con gli attori principali della rete commerciale, con lo scopo di verificare costantemente l’andamento e le tendenze di mercato per tra-durlo in ordini di produzione o di acquisto”.Un lavoro di responsabilità, nel quale non mancavano certo le soddisfazioni e le sicurezze che tuttora offre il “posto fisso”, ma Francesco non si sentiva pienamente realizzato e nutriva il desiderio di mettersi in gioco con un’esperienza completa-mente diversa. “Dallo scorso anno le mie giornate lavorative sono decisamente cambiate. Dal lavoro d’ufficio sono passato all’aria aperta dei vigneti e dei campi con la produzione di cereali; e in più mi dedico all’allevamento di tacchini”.Il passaggio da un lavoro di concetto a un lavoro per lo più fisico offre molte vantaggi per un giovane intraprendente e dinamico. “Subire il fascino delle stagioni – spiega Francesco – veder crescere qualcosa di cui ci si prende cura; la soddi-sfazione di raccogliere, è proprio il caso di dirlo, i frutti del proprio lavoro; la possibilità di gestire il proprio tempo; rea-lizzare idee e progetti di cui si è protagonisti, sono aspetti che mi hanno convinto a compiere questa scelta. Per contro direi che è un’attività che richiede molto tempo e spesso si arriva a sera fisicamente stremati, ma decisamente soddisfatti e appa-gati della giornata”.Nessun rimpianto per il percorso professionale abbandonato. “Gli studi che ho fatto e l’esperienza maturata nei setti anni trascorsi in azienda – continua Francesco – mi hanno permes-so di crescere e di conoscere le mie capacità, i miei limiti e le mie aspirazioni, ma se potessi tornare indietro rifarei la stessa scelta, senza nessuna esitazione”.

Mollo tutto

Una minieradi Aloe

Corriere Vicentino | 18 | Inchiesta Corriere Vicentino | 19 | Inchiesta

“ l’“Bisogna essere all’avanguardia – ci racconta Michela Menti, 30 anni, gli ultimi cinque passati a dar vita al suo progetto, I Menti Azienda Agricola. Saper lavorare la terra è essenzia-le, sì, ma bisogna anche saper usare internet, i social net-work, sapersi relazionare con i clienti, parlare altre lingue”. Il percorso di Michela è quello di molti suoi coetanei, che in numero sempre maggiore cambiano i propri programmi in corso d’opera. “Mi sono laureata in biotecnologie sanita-rie, ma ho presto capito che non ero adatta a stare chiusa in un laboratorio. Nel 2007 ho rilevato i terreni di famiglia e ho aperto l’azienda agricola, concentrando gli sforzi sul-la coltivazione di uva garganega D.O.C. Gambellara. Siamo coltivatori di viti da quattro generazioni. Ora anche mio fra-tello Nicola, enologo, ha iniziato a collaborare con me”. Oggi Michela non si limita a coltivare, ma produce anche diverse qualità di vino, oltre a olio extravergine di oliva e miele. “Il Libello e l’Insolito sono i due emblemi della nostra azienda. Il Libello, in particolare, è un vino bianco a base garganega il cui nome ha un’origine curiosa e per noi importante: viene da un manoscritto trovato anni fa in parrocchia, in cui c’era scritto che il 25 aprile del 1945 tre giovani partigiani di Mon-tebello vennero uccisi da alcuni soldati tedeschi che si erano rifugiati nella casa dove abitiamo ora, accanto all’azienda. A 100 metri dalla casa ci sono ancora le tre croci che ricordano il fatto”.

Non solo vini

““L’agricoltura veneta è più reattiva e vitale di quanto si pensi – ci dice alessandro Censori, dirigente della Sezione Innovazione e Sviluppo di Veneto Agri-coltura. Al 53% di aziende etichettabili come inerziali, perché estranee ai cambiamenti, riponde un 47% di aziende attive nel territorio aperte alle innovazioni. Fra queste, c’è chi si concentra nell’innovazione delle attrez-zature (innovazione tecnica, o hard innovation) e chi si concentra nell’innovazione dei prodotti e dei servizi (innovazione d’uso, o soft innovation). I movi-menti più interessanti si hanno in quest’ultimo senso”. I dati vengono da un recentissimo studio, “L’innovazione nelle imprese agricole – usi nuovi della conoscenza”, usci-to ad aprile, da cui emergono alcuni fattori importanti. Il

L’agricoltura è in pieno fermento creativo. Per esempio si sta legando sempre più alla medicina. Non solo con la fitotera-pia, da anni in espansione, ma proprio per l’evolversi dell’a-limentazione quotidiana, che gli ultimi studi medici conside-rano in ottica preventiva e curativa (e viceversa come causa, se errata) di molte malattie, comprese le più gravi. Questo, per non parlare dell’attenzione alla terra come risorsa pre-ziosa da mantenere, e non solo da sfruttare.Le parole d’ordine delle ultime politiche agricole, che ab-bondano in leggi regionali e internazionali, stanno lì a di-mostrarlo: ambiente, sanità pubblica, salute delle piante e degli animali, igiene e benessere animale, buone condizioni agronomiche e ambientali. Ovvio che in questo rapido muta-mento di scenario diventi centrale la formazione degli agri-coltori. È drastica a riguardo annalisa spolaor, insegnante di produzioni vegetali all’Istituto Tecnico Agrario “Trentin” di Lonigo: “Il recente regime di condizionalità (obbligo di rispettare una serie di rigorosi adempimenti su sostanze e numero di trattamenti agricoli imposti dall’Europa per es-sere finanziati) non potrà essere ben compreso e tanto meno gestito da agricoltori privi di una certa preparazione”. Ma oltre alle leggi, è il crescente numero di consumatori sem-pre più informati a portare il mercato in una certa direzione. “L’agricoltura biologica e biodinamica, ma anche integrata, destinate a prendere sempre più piede, per essere attuate in modo efficace hanno bisogno di una competenza teorica e tecnica molto superiore a quella richiesta dai metodi conven-zionali. Questa è la frontiera della formazione agraria, già dalle scuole superiori di indirizzo”.

Formazionee creatività

Parole d’ordine: innovazione e ricerca


D

principale riguarda il marketing e le modalità di vendita in generale. “Bisogna inserirsi a valle – ci spiega ancora Censori. È lì che si produce il valore, nel contatto diret-to con il consumatore. I punti chiave per avere successo sono: reti d’impresa, apertura ai cambiamenti, rapporti con i clienti, risorse tecnologiche e informatiche, qualità e differenziazione del prodotto, smaterializzazione del valore (per esempio chi compra l’Amarone non compra solo l’Amarone, ma tutto quello che c’è dietro, il suo va-lore immateriale)”. I freni all’innovazione, intesa in que-sto modo, sembrano esserci soprattutto quando vengono meno i rapporti fra le aziende e chi produce conoscen-za, come associazioni e università. l’innovazione viene sempre dalla ricerca.

domenico bisognin crede fermamente nel valore dell’agri-coltura: è referente di zona di Coldiretti e ha dedicato la sua vita a questo settore. Dalla sua passione ha trovato spunto un’iniziativa molto particolare, che consiste nell’accompa-gnare le persone a raccogliere la verdura nel suo orto di 7000 mq a Brendola. “L’idea nasce – spiega Bisognin – dal desiderio di far cono-scere alla gente il lavoro di qualità. Quando le persone ven-gono qui spesso sono accompagnate da anziani e bambini che si divertono a vedere come effettivamente avviene la rac-colta della verdura. In questo modo capiscono l’importanza dei prodotti a Km zero e, dato che cerco di usare meno addi-tivi possibile, il valore dei prodotti genuini. Spesso ci si di-

mentica l’importanza di man-giare le verdure di stagione: qui invece è possibile scegliere solo tra i prodotti che nascono e crescono nel periodo presente. Quest’orto per me è anche un modo per educare le persone a mangiare sano, a riscoprire i sa-pori di un tempo e, perché no, a risparmiare. Grazie alla vendi-ta diretta i prezzi sono più bassi rispetto al supermercato e ven-gono favoriti anche i produtto-ri che così non vedono il valore del proprio lavoro disperso lungo la filiera commerciale”.

Ortopret a manger

““Per me è stato un colpo di fulmine – ci racconta roberto zarantonello, Presidente dell’Associazione provinciale apicoltori di Vicenza, nonché apicoltore per hobby da più di vent’anni. Quando un apicoltore mi regalò il mio primo sciame di api, sarei rimasto a guardarlo per settimane. È un mondo perfetto, ordinato, ogni insetto ha il suo ruolo”. Le nostre zone sembrano essere particolarmente adatte per al-levare le api, proprio per il tipo di flora, acacie e castagni in primis. “Per valorizzare l’ottima qualità del miele prodotto, le varie amministrazioni comunali della Valle del Chiampo, da Montebello a Crespadoro, si stanno accordando per crea-re un marchio de.co., a Denominazione Comunale”.Che ruolo avete come associazione? “Abbiamo innanzitutto il dovere di diffondere questa cultu-ra e dare assistenza agli apicoltori. Ci troviamo ad affrontare difficoltà sempre nuove, come la nascita di una generazione di insetticidi, i neonicotinoidi, che pur non essendo nocivi per gli uomini risultano mortali per le api, quando non tol-gono loro l’orientamento”. Qualche consiglio per chi volesse diventare apicoltore?“Non occorre molto. Non servono terreni propri, per esem-pio, perché ci si può appoggiare a qualche proprietario in cambio di un po’ di miele. Esiste anche una normativa regio-nale sulle piccole produzioni locali, per cui fino a 40 alveari si può produrre il miele in casa, previa autorizzazione sani-taria. Per intenderci, con 40 alveari vengono fuori 12 quintali di miele circa… E non occorrono neanche molti soldi. Con poco più di 1000 euro per la strumentazione si può iniziare. A patto che ci si abitui a qualche pungiglione…”.

Dolci puntureParole d’ordine: innovazione e ricerca


D

DonSpritzTutti lo considerano un prete alternativo ma lui preferisce

definirsi un provocatore.La sua esperienza come

cappellano in carcerela vive come un laboratorio bellissimo; per lui lo sport ha un valore fortissimo ed è la cosa che lo ha salvato dalla strada.

Se vede una bella ragazza si gira a guardarla,

ma solo per contemplare la bravura di Dio

Di ilaria boscarDin

ifficile non essere d’accordo con chi lo definisce un prete diverso, differente. don Marco pozza, cappel-lano nel carcere “Due Palazzi” di Padova, non corri-sponde, di certo, all’idea che tutti abbiamo di prete.

Quando lo incontro alla biblioteca di Arzignano, dove di lì a poco presenterà il suo ultimo libro “Contropiede”, lo intuisco subito anch’io vedendolo in “borghese” l’unico modo, dice, per mimetizzarsi tra noi. ormai ti conoscono tutti come don spritz: qual è la storia di questo appellativo?Tre anni fa sono diventato viceparroco a Padova e mi sono ritrovato in una parrocchia vuota! Ho chiesto dov’erano i gio-vani e mi hanno risposto che erano tutti in piazza per il rito dello spritz. Così la sera sono andato a parlare con loro. Dopo la mia prima incursione sono riuscito a portare un ragazzo a messa, dopo due anni ero arrivato a 300 giovani.ti piace come soprannome?Non molto, le persone quando lo sentono pensano che mi chiamino così perché bevo. Però lo accetto, perché rispecchia l’immagine di un prete che va in cerca dei giovani anziché re-stare in chiesa ad aspettarli. Molti venivano a messa da te perché trattavi problemi attuali e concreti con un linguaggio moderno, e questo a non tutti piace…

Corriere Vicentino | 23 | Intervista

Purtroppo no, nella Chiesa il modo migliore per fermarti è promuoverti, così mi hanno spostato a Roma per seguire un dottorato, ma la mia aspirazione era quella di tornare a Pado-va. Il caso ha voluto che cercassero un cappellano per il carce-re, così mi sono offerto volontario.Com’è la tua esperienza al “due palazzi”?È una realtà difficile, ma lo considero un laboratorio bellissi-mo: ti permette di vedere il bene e il male della gente, di co-noscere persone che hanno fallito ma che per questo non sono da considerarsi bestie. Dietro ad ognuno di loro c’è una storia da conoscere, da comprendere. Si tratta di una lezione anche per me: permette di non montarsi la testa e di vedere la vita da un altro versante.Come vorresti che fosse oggi la Chiesa?Molti vengono alle presentazioni dei miei libri perché spe-rano di sentirmi sparare a zero sulla Chiesa, ma così non è. Io amo la mia Chiesa, solo non mi piace così com’è. I giovani non vanno più a messa non perché non gli interessa Gesù ma perché non capiscono quello che dice il prete, non si riconosco-no in quelle parole. C’è chi mi considera un prete alternativo, in verità mi sento un provocatore, ma solo per svegliare que-sto popolo cristiano addormentato. Agli adulti magari non piaccio, ma i ragazzi piangono quando racconto il Gesù che conosco io. Quello che vorrei è che i molti ri-voluzionari che ci sono nella Chiesa trovassero lo spazio per portare avanti il loro messaggio e per dare voce ad una Chiesa diversa, dalla parte dei poveri di sogni e di speranza. È facile considerarti un esperto dei giovani d’oggi: com’è la loro situazione?Secondo me stanno bene, sono i mass media e gli adulti a volerli convincere che stanno male. Purtroppo soffrono, perché vedono la loro strada sbarrata e non vedono un futuro. Tutto ciò li riempie di rabbia, alimentata anche dal vedere che le varie occasioni o opportunità vanno a persone che non se lo meritano. Mi piace però che continuino a lottare nonostante il mondo li prenda in giro.Il tuo libro “Contropiede” parla dello sport come mezzo di riscatto sociale. La prefazione l’hai affidata ad Alex Schwazer, che quest’estate è stato trovato positivo al controllo antidoping. Come hai reagito alla notizia?Sono ancora più contento di avergliela affidata! Ho voluto conoscere Alex dopo la conferenza che tenne in seguito alla vittoria alle Olimpia-di di Pechino, in cui disse una frase davvero bellissima: “Non sono felice perché ho vinto, ma ho vinto perché sono felice”. Infatti, quan-do l’hanno trovato positivo spiegò che l’aveva fatto perché non si divertiva più a fare quello che faceva. Quindi quella prefazione vale ancora di più perché mi permette di spiegare anche un altro concetto: e cioè che il segreto sta nell’essere sereni e nel trarre soddisfazione nel fare le cose di tut-ti i giorni. Quando non ci si diverte più bisogna fermarsi perché la fatica e l’in-felicità ti fanno davvero perdere la testa.

Corriere Vicentino | 24 | Focus

I

f o c u s

di Francesco Meneghini

I molti automobilisti che, come consuetudine, al mattino si trovano imbottigliati all’uscita del casello autostradale di Alte Ceccato, sicuramente avranno tirato un sospiro di sol-lievo osservando i campi adiacenti alla rotatoria maledetta: i lavori per la tanto attesa bretella sono finalmente iniziati e si possono vedere i segni lasciati dalle ruspe. I primi interventi svolti all’avvio di questa estate sono stati di bonifica: uno per eventuali ordigni bellici e uno dalla sovrintendenza per i beni archeologici. Il rischio di rinvenire reperti durante gli scavi è molto alto in tutta la zona e si era già rivelato in ben due occa-sioni: nei pressi del tracciato infatti sono stati trovati due siti di interesse, uno risalente all’età del bronzo e uno di epoca ro-mana, che verranno opportunamente trattati dalla sovrinten-denza. I segni che oggi si scorgono sul terreno costituiscono

Traffico addio: arrivala bretella di Alte

il cosiddetto “scortico superficiale” che servirà a predisporre le “rialzate”, ovvero i terrapieni che sosterranno la strada. Accanto all’attuale rotatoria in uscita dello svincolo è stato poi realizzato un centro operativo, che servirà da base can-tieristica per la costruzione delle nuove infrastrutture. Fortu-natamente i disagi alla viabilità durante lo svolgimento dei lavori saranno ridotti al minimo, visto che il nuovo tratto ver-rà innestato nell’attuale rete stradale solo una volta ultimato, tramite due rotatorie: una sulla continuazione della SP 246 e quella attuale di fronte allo svincolo di Alte. Quest’ultima resterà invariata fino all’apertura del nuovo casello, quando verrà ampliata e rinnovata. I costi stimati per questo primo stralcio di lavori si aggirano sui 25 milioni, comprensivi di 5 milioni destinati agli espropri.

Il nuovo scavalco ferroviario, una delle opere più impegna-tive del progetto

L’attuale rotatoria in uscita dal casello verrà ampliata

Rotatoria di innesto con la SP 246 (futura Pedemontana)

Nuovo centro di manuten-zione


Tutti gli automobilisti che già non vedono l’ora di percorrere trionfalmente la bretella dovranno portare un po’ di pazien-za: per ultimare i lavori, compreso l’importante scavalco del-la ferrovia, ci vorranno circa due anni.

Grande soddisfazione delle amministrazioni comunali coinvolte nell’opera. Il sin-daco di Brendola, renato Ceron: “Siamo riusciti fi-nalmente a portare a casa un’opera fondamentale, con la volontà e la determi-nazione che negli ultimi 20 anni sono mancate. In quel-lo snodo viabilistico così

importante la nuova bretella risolverà il problema del traf-fico, ormai divenuto insostenibile, grazie alla collaborazione attiva tra tutti i comuni coinvolti”.“Dopo tanti anni di promesse - commenta il sindaco di Mon-tecchio Maggiore Milena Cecchetto -, sono partiti i lavori che porteranno a termine un’opera davvero importante per tutta la via-bilità dell’Ovest vicentino, ma in particolare per de-congestionare l’abitato di Alte dal traffico. Ringrazio ancora tutti i Sindaci per il prezioso contributo che ci ha permesso di poter dare un’ope-ra attesa da anni da tutta la nostra comunità. Ci stiamo accor-dando con il Presidente della Società Brescia Padova Spa per un sopralluogo al cantiere”.

Per oltre 20 anni l’annoso problema del traffico in uscita e entra-ta del casello di Alte Ceccato (circa ventimila veicoli al giorno) è rimasto irrisolto.

Nel 2008 si organizzano raccolte firme per fare pres-sione su Regione e Società Autostrade per accelera-re l’iter di progettazione della bretella.

Nel 2009 i progetti di bretella e del nuovo casello vengono riuniti in un unico cantiere, per coordinare meglio l’afflusso di veicoli che si prevede si riverse-ranno sulla futura Pedemontana.

2011, a novembre viene siglato il fatidico accordo per stabilire l’inizio dei lavori, dopo che un pullman con a bordo 16 sindaci dell’Ovest Vicentino e vari rappresentati di categorie economiche e sindacali si recano a Verona nella sede della società Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova SpA.

Il 3 luglio 2012 l’inizio dei lavori si concretizza con il posizionamento dell’apposito cartello e la partenza degli espropri.

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A

f o c u s

andrea ha 24 anni. È uno degli ospiti di Casa Dalli Cani pro-tagonisti del calendario Wabi Sabi. È nato a Verona, ma ha sempre vissuto nel vicentino, in diversi paesi. Un passato burrascoso alle spalle e un presente carico di voglia di fare e guardare avanti.“Ho finito le medie a 15 anni. Poi ho iniziato a lavorare. Io e mio fratello gemello abbiamo avuto problemi con nostra madre, e abbiamo vissuto per lo più da soli. I nostri genitori hanno divorziato quando ero piccolo. Mio padre l’ho rivisto da poco, dopo otto anni. La famiglia che non ho mai avuto: questo è uno dei sogni che ho nel cassetto”.da quanto tempo sei ospite in Casa dalli Cani?Sono arrivato un anno fa, con mio fratello. Ora sono un’altra persona. Tutti possono cadere, quello che conta è rialzarsi. Qui mi sono stati vicino, non ho mai avuto tanto affetto attor-no. Mi ha dato la forza di rimettermi in piedi. Da sei mesi ho ripreso anche a lavorare, come giardiniere.Com’è la vita in una casa di accoglienza?All’inizio si entrava alle 18 e 30 e si usciva la mattina alle 8 e 15. Io e mio fratello ci siamo sempre fatti compagnia, ma chi è solo, se non riesce a trovare lavoro, passa le giornate a guardare la gente e l’orologio. Per fortuna da quest’anno è stato aperto il laboratorio, e dalle 15 e 30 si può rientrare per svolgere diverse attività. Io adesso suono la chitarra, me l’ha insegnato don Diego l’anno scorso. Mi ha insegnato gli accor-di delle canzoni di Natale.Che mestiere ti piacerebbe fare?Dopo l’esperienza di Wabi Sabi mi è venuta la passione della fotografia e del cinema. Mi piacerebbe fare l’attore. Sono stato anche contattato da Diesel per un provino, per delle pubblici-tà. Anche montaggio video non sarebbe male.un messaggio che vorresti lanciare a chi sta leggendo?Mi è sempre rimasta impressa questa frase: tutti cercano di cambiare il mondo, ma nessuno cerca di cambiare se stesso. E poi vorrei ringraziare la mia sorellona Federica, che lavora in Casa Dalli Cani. Lei ha sempre il sorriso e mi ha aiutato a cambiare tanto.

Faccia da copertina

Da più di un anno Casa Alice Dalli Cani ospita persone in difficoltà.

È uno dei sei centri di accoglienza convolti nel progetto “Wabi Sabi. 12 variazioni sul tema”, una serie di laboratori

sensoriali, fotografici e poetici che hanno portato alla realizzazione di un calendario.

Il mese di maggio ha il volto di Andrea.

di Giuseppe Signorin


HHanno grinta da vendere. “Un mito da sfatare è che questo sia un posto per perdenti – ci spiega francesca Campodonico della Cooperativa Sociale Cosmo, che ha in gestione, in col-laborazione con la Caritas, la casa di accoglienza comunale Dalli Cani, ad Arzignano. Molti dei nostri ospiti hanno tanta voglia di fare. C’è chi è partito per due notti di fila in bicicletta per fare delle prove di lavoro a Vicenza alle 4 e 30. Il nostro obiettivo è insegnare loro ad arrangiarsi. Devono riuscire a cercarsi lavoro da soli”.Dall’1 ottobre 2011, quando è stata aperta, sono passate per Casa Dalli Cani una cinquantina di persone, per più o meno tempo. In percentuale, il 60% stranieri e il 40% italiani. “Gli stranieri di solito si fermano meno – ci dice rodolfo dalla gassa, assistente sociale. Gli italiani che arrivano qui hanno più problemi, anche di natura psicologica, e necessitano di un processo di reinserimento più complesso e lungo”. Casa Dalli Cani è uno dei sei centri coinvolti nel progetto “Wabi Sabi. 12 variazioni sul tema”. Un team di professioni-

La forza di ricominciare

“Wabi Sabi. 12 variazioni sul tema” è il titolo della prima edizione del calendario della Rete Provinciale di Inclusio-ne Sociale che, su iniziativa di Cooperativa Samarcanda di Schio, ha coinvolto in una serie di laboratori più di trenta ospiti dei centri di accoglienza di Vicenza, Arzignano, Bas-sano del Grappa, Schio e Valdagno. Per acquistare il calendario basta recarsi in uno dei centri di accoglienza o partecipare agli incontri pubblici in cui verrà presentato. Per maggiori informazioni: www.inclusionesocialevicenza.it

sti ha permesso la realizzazione di un calendario, di un video e di alcuni laboratori sensoriali, fotografici e poetici. “Wabi Sabi è stato un progetto importante – ancora Francesca Cam-podonico, responsabile di sede - un ospite mi ha detto che partecipare è stata una delle esperienze più belle della sua vita”. Il gruppo di lavoro di Casa Dalli Cani è composto da tre ope-ratori socio-sanitari, un’educatrice, un assistente sociale e una responsabile psicologa. Poi ci sono i volontari. “Oltre ai bi-sogni primari – dormire, mangiare, lavarsi – cerchiamo, nei limiti delle nostre possibilità, di lavorare sul piano relaziona-le e sulla qualità della vita. Abbiamo organizzato anche una gara ciclistica, in passato. Il Comune di Arzignano ci dona le biciclette abbandonate e recuperate e noi le sistemiamo per darne una a ogni ospite”.

Alcuni ospiti di Casa Dalli Cani nel laboratorio espressivo e in quello di ciclo-officina Ribike


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Di sTefano coTrozzi

ufficio è rimasto lo stesso rispetto a 4 anni fa, quando siamo andati ad intervista-re per la prima volta diego

olivieri, appena uscito dal carcere.Dietro alla sua poltrona fa ancora bel-la mostra il timone di un brigantino, sulla scrivania il computer imposta-to su word dove Diego sta scriven-do una memoria di questa storia in-garbugliata che lo ha spedito da un tranquillo quartiere residenziale di Arzignano alle carceri romane con i peggiori malfattori italiani.

Cos’è successo? Semplice… cinque anni fa, nel cuore della notte si sono presentati gli agenti della Dia a casa, hanno suonato il campanello e mi hanno messo in carcere per 12 mesi.Siamo nel 2007 e qui comincia l’in-cubo di Diego Olivieri commerciante in pelli di Arzignano incensurato. La sua faccia sbattuta sulla prima pagina dei giornali e lui che finisce dietro alle sbarre a Roma senza sapere il perché.Oggi sono stato assolto con formula piena dai tribunali di Vicenza, Vene-zia e Roma, questo per i più scettici.

a r z i g n a n o

arzIgnanoLa mia lottacontro la MCS

33

ChIaMpoLavori in corso al cimitero

41

nogaroleÈ tempo di caccia

38

gaMbellaraNon è la solita musica

47

zerMeghedoIl Gobeto diventerà De.Co

48

brendolaIl bacino supera la prova

46

MonteCChIoNegozianti contro le aperture domenicali

42

oVestVICentIno

L’di cosa era stato accusato?Di narcotraffico, riciclaggio, di rap-porti con la mafia. Accuse non pesan-ti: pesantissime e al di fuori del mio stile di vita.È tutto finito?Il problema è che non è mai iniziato niente. Oggi che sono stato assolto sono felice ed incazzato allo stesso tempo. Ho riacquistato il mio onore e

finisce l’incubodI dIego

Quattro passi - tratto dalle memorie di diego olivieriNon di più. Quattro passi. Non ne posso fare di più. Due passi per anda-re a letto, tre passi per aprire la finestra, quattro passi per vestirmi, due passi per cucinare, tre passi per vedere solo il sole o la luna, due passi per lavarmi la faccia, quattro passi per chiacchierare e stare seduto, o in piedi con i miei due o tre compagni di cella. Un passo per scrivere i miei pensieri, quattro passi per accendere la tv. Sono infiniti questi piccoli passi, non passano mai: basta, vado a letto in due passi sperando che domani diventino di più. Sono stanco di questi pochi passi, per di più da condividere con altri. Vorrei farne quattromila passi nel mondo di cui faccio parte, ma qualcuno mi ha escluso. Odio i passi qui dentro, devo andarmene, non ne posso più, devo ritornare a vivere, lascerò prima o poi questa triste cella. Fatta di soli quattro passi.

Corriere Vicentino | 30 | Ovest Vicentino

mento poco visibile.È vero, ma posso assicurare che l’in-crocio è ben segnalato e visibile da en-trambe le carreggiate.nessun problema, quindi?Dal punto di vista strutturale il nodo non presenta problematiche. Di certo, però, bisogna sottolineare che è una zona ad elevato traffico che richiede,

perciò, maggiore atten-zione e prudenza sia da parte degli automobilisti sia dalla parte dei pedoni. L’amministrazione comu-nale sta comunque valu-tando alcuni accorgimenti per aumentare la sicurezza dell’incrocio.

Ci sono altri incroci delicati?Tutti gli attraversamenti di Arzignano sono stati realizzati rispettando scru-polosamente il codice della strada. Ciò che fa la differenza sono solamente le condizioni di traffico del tratto ed è per questo motivo che invito tutti, automobilisti e pedoni, ad avere mag-gior prudenza e attenzione.

Di francesco meneghini

ono le ore 9.00 di una tranquil-la giornata di sole ad Arzigna-no quando un’automobilista investe due anziani che stava-

no attraversando la carreggiata sulle strisce pedonali all’altezza dell’in-crocio tra via Duca d’aosta, via Santa

Maria e via IV Martiri. La notizia di cronaca balza su-bito sui giornali e gli arzi-gnanesi si chedono se l’at-traversamento pedonale in questione è scuro o meno.“L’incrocio delle tre strade – ci spiega l’assessore ai la-vori pubblici angelo frigo – rende quel tratto stradale estremamente delicato ed è per que-sto motivo che la precedente ammini-strazione ha realizzato un’isola salva pedoni che, da un lato permette una maggiore sicurezza del pedone men-tre dall’altra parte crea un ristringi-mento della carreggiata costringendo le automobili a rallentare la marcia”.la curva, però, rende l’attraversa

S

s.o.s. strIsCe

Ombretta’sBollicine caffetteria infusi e tè idee di pregio

349 0541552via Cavour, 9 36071 Arzignano (VI)

Pausa PranzoGrande Gus7o

ad un piccolo PrEzzo

sono arrabbiato con questa giustizia che prima ti distrugge e poi ti assolve.Ma per finire un anno in carcere qualcosa avrà pur fatto?Sono stato assolto con formula pie-na da tre tribunali, quindi più pulito di così… cosa devo fare? Le persone intelligenti capiscono che quando entri dentro questo tritatutto che è la giustizia… quattro anni di attesa che l’incubo finisse, che si concludesse questo calvario con le mie aziende sotto sequestro cautelativo per cin-que anni.e il rapporto con la gente?Ho sempre affrontato tutti con la massima serenità, dopo la notizia della mia assoluzione non sono riu-scito a rispondere a tutte le telefonate e gli sms degli amici. Vuole sapere una cosa tragica?Mi dica.Tutti gli indagati sono stati assolti e tutti per non aver commesso il fatto. Non so se mi spiego… e vorrei fer-marmi qui con i commenti…nessuna condanna?Una bella frittata… giocando sulla vita delle persone coinvolte che nulla avevano a che fare con i fatti di cui eravamo accusati. Comunque in tut-to si trova un lato positivo. e quale potrebbe essere?La valutazione di questo mondo de-dito al business a tutti i costi a cui interessa solo l’apparire e il benes-sere economico. Nel momento della massima sofferenza ho riscoperto i valori della famiglia e della fede che sono quelli che ti danno la forza di sopravvivere di sopportare il peso infamante. Molti nella sala dei bottoni hanno di-menticato cos’è il giusto, hanno spen-to la propria coscienza.


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Cosa ne sarà del polIgono?Di paolo TeDeschi

d Arzignano, in Via Tiro a Se-gno, c’è il fu Poligono comu-nale; “fu” nel senso che ormai non ci spara più nessuno.

a cosa serve l’area del poligono?Non lo chiamerei poligono, ma un campo d’erba - ci spiega l’assessore ai lavori pubblici angelo frigo -.Il poligono non è più operativo da decenni ed ora lo spazio è uti-lizzato per scoccare frecce.frecce?L’Amministrazione ha preso in consegna la struttura l’8 mar-zo 2002, la concessione è costata 4300 Euro. Dal 2005 è affittato all’Associazione Sportiva Dilet-tantistica “Arcieri Arzignano” che svolge attività di tiro con l’ar-co a seguito di convenzione sot-

toscritta con l’Amministrazione. L’u-tilizzo è limitato però a una porzione della struttura individuata da una re-cinzione, con esclusione dell’utilizzo del fabbricato.La concessione scade a fine anno: cosa avete intenzione di fare?Nel novembre 2012 abbiamo forma-lizzato all’Agenzia del Demanio ri-chiesta per poter continuare a disporre

Adella struttura. La nostra intenzione é quella di proseguire con il gruppo Ar-cieri. Naturalmente sarebbero neces-sari degli interventi di restauro della struttura per recuperare gli spazi che oggi sono inagibili. Interventi che, tut-tavia, non possiamo fare fino a quan-do non avremo il pieno possesso della struttura. Il bene, infatti, rientra tra quelli che, a seguito del federalismo

demaniale, dovrebbero entrare nel possesso del Comune. Al momento è difficile ipotizzare quando lo Stato darà completa attuazione al procedimento e

ci assegnerà in via defi-nitiva il bene. Stiamo monitorando e facen-do pressione perché si arrivi presto ad una

decisione definitiva.

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è ad Arzignano

Pausa Pranzo a 7 e

signora. Mi prendevano per pazza. Allora mi sono chiusa a riccio”. Quando ha scoperto di che malattia si trattava?Nel 2010 ho letto un articolo sul Gior-nale di Vicenza che segnalava l’esi-stenza di una malattia rara, chiamata MCS, Multiple Chemical Sensitivity

(Sensibilità Chimica Multipla). Ne era affetta una ragazza che descri-veva i miei stessi sintomi. È stata la svolta. Il mio meraviglioso compagno ha iniziato una serie di telefonate per rintracciare una struttura ospedalie-ra. Voleva farmi visitare per accertare l’ipotesi che potessi avere realmente la MCS. Solo al Centro Malattie Rare Baschirotto di Longare è stato possi-bile. Dopo una meticolosa verifica di tutta la mia documentazione sanita-ria e una valutazione nei giorni a se-guire sul mio stato di salute, è stata accertata la compatibilità dei miei sintomi con la MCS.Vivere ad arzignano non è un problema?In realtà l’inquinamento conciario non mi fa male (solventi esclusi), ma se una donna mi passa vicino coi ca-

a r z i g n a n o

la mia lotta contro la MCs

CDi giuseppe signorin

i sono storie così delicate che ogni commento risulta di troppo. Ma sono le storie più urgenti da comunicare.

“Ho 35 anni – ci racconta con corag-gio g.t. – sono nata a Montecchio

Maggiore, anche se mi sono trasfe-rita piccolissima ad Arzignano. Da sei anni convivo con il mio compa-gno. Per molto tempo ho sofferto in silenzio. Un dolore indescrivibile. Quando chiedevo ai dottori se potes-sero essere prodotti come profumo o lacche per capelli a farmi così male, la risposta era sempre: impossibile

pelli laccati e parecchio profumo ad-dosso mi sento morire… Anche gli insetticidi usati nei campi mi fanno stare male… Il mio corpo reagisce a questi odori con febbre, emicrania e iper disidratazione. Mi capita di sof-frire per parecchi giorni. Se riesco a non respirare prodotti tossici, posso

recuperare in tempi ragionevoli, al-trimenti devo restare a letto anche per un mese.Com’è cambiata la sua vita?Mi è sempre piaciuto moltissimo la-vorare. Ho fatto ogni genere di me-stiere: barista, stampatrice di pelli, baby sitter, donna delle pulizie, ca-meriera. Ma dal 2005 tutto è cambia-to. Oggi mi considero una falsa lavo-ratrice, perché non riesco a operare con continuità, e allo stesso tempo non ho diritti come malata. speranze per il futuro?Il sindaco/medico Gentilin con i suoi collaboratori stanno compiendo un’ammirevole battaglia perché que-sta malattia venga riconosciuta anche dalla regione Veneto in tempi brevi, com’è già in molte parti del mondo e in altre regioni italiane.

foto archivio

Il Comune di Arzignano ha votato all’unanimità una delibera per il ri-conoscimento della MCS, Sensibilità Chimica Multipla, come malattia sociale. In Italia manca ancora una legge quadro che equipari i diritti dei malati ambientali a quelli di chi soffre di altre forme di disabilità. Il sindaco Gentilin ha messo l’accento sulla questione sia in qualità di primo cittadino che in qualità di medico. È stato inoltre relatore, as-sieme ad altri professionisti, nel convegno sulle malattie rare che si è tenuto in Villa Brusarosco, ad Arzignano, il 19 novembre scorso.

ArzignanoPiazza Campo Marzio

auguriamo a tutti che si realizzi ogni

loro desiderio di bene

lasciateci smettere dI fuMare!Di ilaria boscarDin

embra un paradosso, ma i corsi per smettere di fumare rischia-no di… andare in fumo!

Sono molto preoccupati gli ex corsisti di Liberi dal fumo, associazione ONLUS che, in collaborazione con l’Ulss 5, organizza corsi per smettere

di fumare ed offre aiuto, ascolto e so-stegno a chi ha deciso di spegnere per sempre la sigaretta.“Siamo preoccupati dai continui tagli

alla sanità – ci spiega il presiden-te dell’associazione grazia

no panarotto - e temiamo che l’Ulss sospenda i corsi per smettere di fumare. Questi corsi sono davvero

molto utili, lo dimo-strano i dati: a distan-za di un anno dalla fine del corso circa il 60% delle persone smette di fumare. Come si svolge un corso?Il corso si articola in 9 incontri serali, tre consecutivi e altri 6

S

a r z i g n a n o

distribuiti nell’arco di un mese e mez-zo ed offre indicazioni per smettere di fumare, suggerimenti sull’alimen-tazione per la disintossicazione ed esercizi di rilassamento. Il punto forte, però, è la condivisione delle esperien-ze: durante ogni corso noi ex corsisti raccontiamo la nostra esperienza, dando testimonianza del fatto che tut-ti possono smettere di fumare se dav-vero lo vogliono.E una volta finito il corso?La nostra associazione offre anche degli incontri gratuiti basati sulla formula dell’auto-aiuto che regalano accoglienza, ascolto e sostegno nei momenti di difficoltà. Parlare delle proprie esperienze e rendersi conto che anche gli altri vivono le stesse dif-ficoltà rafforza la responsabilità e sti-mola la motivazione al cambiamento.a quando, quindi, il prossimo corso?Purtroppo non lo sappiamo proprio. Solitamente organizziamo due corsi l’anno, ma ora speriamo solo di avere le risorse per continuare questa nostra attività.

©

ArzignanoPiazza Campo Marzio

auguriamo a tutti che si realizzi ogni

loro desiderio di bene

a r z i g n a n o

ove appuntamenti, da no-vembre a maggio, nell’Audi-torium “E. Motterle” di Ar-zignano, con lo scopo di far

innamorare i ragazzi e le famiglie della lettura. Il proget-to “L’autore a scuola”, promosso dall’Istituto Comprensivo 2 di Arzi-gnano in collaborazione con la Libreria Monda-dori, vuol trasmettere un messaggio chiaro: leggere allarga gli orizzonti.

lettura e libertà

scuola

ltimi giorni di sequestro per il cimitero di Arzignano, lo con-ferma l’Assessore ai lavori pub-blici Angelo Frigo.

Sono state così accellerate le procedu-re della gara d’appalto per la gestione prossima futura del camposanto, che

UCimitero in appalto

ono già arrivati i primi rac-conti e le prime fotografie. Ma c’è tempo fino al 28 febbraio dell’anno prossimo per parteci-

pare alla prima edizione del Concor-so di narrativa e fotografia “Nella mia Città”, organizzato dall’Associazione il Grifo e il Leone con la collaborazio-ne della Biblioteca Civica G. Bedeschi ed Informagiovani e con il patrocinio del Comune di Arzignano. Chi può partecipare? Gli studenti e le studentesse delle scuole medie e superiori di Arzignano e Montorso. Tema? Arzignano, in tutte le sue for-me, reali o immaginarie. L’iniziativa vuole essere un omaggio, un gesto d’amore verso Arzignano. Il modo di farlo sarà completamente libero. Il concorso sarà un’occasio-ne per tutti quei ragazzi che hanno il desiderio di esprimersi in maniera creativa ma non trovano gli spazi per farlo. I racconti migliori verranno poi raccolti in un libro e le migliori foto-grafie esposte in una mostra allestita in biblioteca. g.s.

Sspazio alla creatività

ordinanza firmata dal com-missario per l’emergenza alluvione di Verona sblocca la distribuzione di fondi e i

lavori di realizzazione del rondò Ma-donnetta possono partire. Si era a lun-go discusso sull’importanza di dare vita allo svincolo in questione, col-pevole di numerosi incidenti, ma poi la mancanza di denaro e la presenza della condotta di gas della Snam ave-vano bloccato le ruspe. Ci siamo, ora, l’impianto semaforico verrà sostituito e la viabilità migliorata, come la sicu-rezza degli automobilisti. j.v.

L’

lavori pubblici

dovrà avere precisi requisiti imposti dallo stesso Comune: sicurezza e cu-stodia, adeguata pulizia e una manu-tenzione continua della struttura. In particolare sarà garantita la presenza di un addetto per almeno un paio d’o-re al giorno. j.v.

Il rondò Madonnetta prende vita

Il modo migliore di farlo è permette-re ai giovani studenti di incontrarsi e confrontarsi direttamente con gli au-tori invitati. L’ingresso è libero. g.s.

un arzignanese su flash artarte

l mese di novembre ha visto un’o-pera dell’arzignanese Giulio Frigo, classe ‘84, campeggiare sulle prin-cipali edicole italiane. Una delle

due copertine della nota rivista di arte contemporanea, Flash Art, è stata infatti dedicata al giovane e poliedri-co artista autore di quadri, sculture e installazioni di carattere concettuale della città del Grifo. g.s.

N

I

Piazza Campo Marzio 11, Arzignano (VI)392 8796878

Partite in diretta Serie A, coppe champions league ed europa league

ed è già nataleDi ilaria boscarDin

er venire incontro alla voglia di vivere il Natale in un clima di gioia serenità e divertimento, anche quest’anno l’Ammini-

strazione comunale organizza Natale in Arzignano, il contenitore di eventi dedicato a tutta la famiglia.“L’obiettivo di queste iniziative – ci spiega l’assessore alla cultura Mattia pieropan – è

quello di donare alle famiglie tante piccole occasioni per trascorrere nelle nostre piazze il perio-do dell’Avvento.”Quali sono gli eventi più attesi?Sicuramente il gran-de concerto gospel con il gruppo Black Voice che potremmo ascoltare il 9 dicembre oppure il concerto sinfonico di Natale dell’orchestra di Padova e del Veneto che ci regalerà un momen-to magico il 21 dicembre. Quest’anno, poi, durante tutti i weekend di di-

cembre, i cori, le associazioni e alcuni artisti circensi animeranno le nostre piazze per la gioia di grandi e picci-ni. Vorrei sottolineare anche il ritorno del presepe vivente organizzato dalla parrocchia di San Bortolo: una bella occasione per vivere l’atmosfera delle feste nella Gerusalemme di 2000 anni fa. Non possiamo dimenticare, infine, la notte di Babbo Natale del 21 dicem-bre, una notte bianca con feste in piaz-za e negozi aperti.Quali sono, invece, le novità?Quest’anno, per la prima volta, la piazza antistante il municipio ospite-rà il mercatino di Natale, una serie di casette dove le associazioni potranno vendere i propri lavori. Un altro ap-puntamento importante è il concerto

di Ron, a due anni dal concerto a favore della ricerca sulla SLA, torna al Mattartello con uno spettacolo in acustico.Tutte le classi delle scuo-le elementari, infine, avranno la possibilità di decorare il proprio albero che verrà poi illuminato dai commercianti.divertimento per tutti, insomma!Esatto: anche se le risorse disponibili sono poche, grazie all’impegno dei

commercianti e delle associazioni sia-mo riusciti anche quest’anno a donare alla cittadinanza una serie di occasio-ni per vivere l’emozione delle feste nelle nostre piazze.

P

a r z i g n a n o

Piazza Campo Marzio 11, Arzignano (VI)392 8796878

Partite in diretta Serie A, coppe champions league ed europa league

ono arrivate le nuove lumi-narie che inonderanno di luce la città durante le pros-

sime feste di Natale. Le installa-zioni strizzeranno l’occhio anche all’ecologia grazie alla loro tecno-logia a basso consumo. “Le nuove luminarie – spiega il presidente dell’Associazione Commercianti leonardo opali – sono a superled quindi consumano molto meno di quelle standard.” Quest’anno, inoltre, le luminarie delle frazioni saranno uguali a quelle del centro: “credo che ciò accada per la prima volta – aggiunge Opali - è stato bello vedere come molti commer-cianti siano stati entusiasti di par-tecipare alla spesa: le quote per negozio, infatti, si aggiravano tra i 70 e i 138 euro. Ciò che conta è migliorare l’immagine della città e riuscire ad avvicinare la nostra Associazione ai cittadini offrendo loro delle cose belle e, perchè no, ecologiche!” i.b.

non solo in piazza

S


n o g a r o l e

Di enrico coraTo

e sentiamo parlare spesso. La caccia è un argomento scottante però sembra ve-nire a galla nei media solo

per far polemiche. Nessuno va mai a chiedere l’opinione dei diretti interes-sati, i cacciatori, per conoscere la loro realtà: c’è l’impiegato, l’operaio, l’im-prenditore, il pensionato… Il territo-rio di Nogarole, in particolare il Mon-te Faldo, è senza dubbio una delle zone più importanti della provincia per l’attività venatoria. Per conosce-re da vicino questo mondo abbiamo incontrato stefano bauce, giovane presidente della sezione comunale dell’Associazione Cacciatori Veneti.“I cacciatori vengono descritti come le persone peggiori del mondo ma posso assicurare che i 75 iscritti che rappresento non rispondono a questo criterio. Per diventare cacciatore – ci spiega Bauce – bisogna superare un esame scritto orale e pratico e la li-cenza viene rilasciata e firmata ogni anno dal Questore. Servono determi-nati requisiti psicofisici, niente proce-dimenti penali in corso, niente casi di guida in stato di ebbrezza o incidenti: i cacciatori sono cittadini di serie A”.Cosa ne pensa delle polemiche?“La licenza costa al cacciatore una media di 500 euro. La politica e le

N

È tempo di CaCCIaistituzioni promettono quando è ora di pagare, ma poi non ci tutelano. Le continue interruzioni del calendario venatorio ci lasciano delusi. Le leg-gi in deroga, che non ci sono state, avrebbero permesso di cacciare un numero limitato di uccelli che sono in soprannumero nella nostra zona”.La caccia è uno sport o un hobby?“Nessuna delle due, in realtà. È da ritenere più una tradizione che si tramanda da millenni, ma la consi-deriamo anche un’occasione di ag-gregazione: ogni anno, infatti, orga-nizziamo una giornata ecologica per raccogliere le immondizie e tenere puliti sentieri, valli e strade per le passeggiate d’estate, evitando che la boscaglia abbia il sopravvento”.

Associato speciale dell’ACV è lino zoso, 89 anni, il più anziano caccia-tore attivo di Nogarole. “Ho iniziato quando avevo 12 anni, portavo fuori le vacche e ogni tanto sparavo, ma erano tempi diversi – ci spiega –. An-davo anche durante la guerra, nono-stante fosse pericoloso girare con un fucile. I miei fratelli andavano a lepri, ma la mia passione è camminare per i boschi con i cani da ferma aspettan-do la galinàssa, e ogni tanto qualche fagiano. Del resto, a sentire le pole-miche, mi sa che va a finire che ce la tolgono la caccia…”

a un legame speciale con Crespadoro e in particolare con Durlo, dove ha com-

prato casa. ruggero zigliotto, fo-tografo professionista, collabora con grandi aziende di rilievo in-ternazionale ma non si tira indie-tro se c’è da fare del bene. Dal 12 dicembre fino alla fine del mese, presso il Palazzo delle Opere So-ciali di Vicenza, sarà in mostra il suo reportage realizzato in Mo-zambico, che documenta il lavoro di Medici con l’Africa CUAMM.

di cosa si tratta?È un’organizzazione religiosa di Padova che porta in diversi paesi africani numerosi volontari medi-ci laici, che per due anni dedicano la loro esperienza all’assistenza sanitaria sul territorio, ma si oc-cupano anche di formazione dei giovani medici del luogo. Mi sono offerto di fare questa esperienza perché credo sia importante pro-muovere un’attività benefica che dia un aiuto concreto alle popola-zioni meno fortunate del mondo. perché ha scelto durlo?Ho sempre amato la montagna e trovo che il paese sia rimasto in-tatto dal punto di vista umano e del paesaggio. È la mia piccola oasi, qui si apprezza ancora il pia-cere di un camino acceso o di una stufa. Le piccole comunità sono, a mio parere, garanzia di un mondo migliore. e.c.

reportage: medici in Mozambico

H

c r e s pa d o r oLa famiglia Zoso durante una battuta di caccia negli anni 30


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s a n p i e t r o m u s s o l i n o

Di DaviDe Dalla barba

ittore e acquerellista della natura, designer, arredatore di interni ed esterni, colle-zionista di opere d’arte: Vir

gilio antoniazzi è un po’ tutto questo. Nato ad Altissimo nel 1948, vive e dipinge a San Pietro Mussolino da più di quarant’anni. Quando ha iniziato a dipingere?In seconda elementare ho scoperto questa mia passione e da allora non ho mai smesso. Quando c’è una bella giornata vado a dipingere e dimentico tutti gli altri impegni.la critica l’ha accostata alla corrente postimpressionista, al realismo tardivo, ai divisionisti e ai grandi pittori olandesi, a chi si

P

Il poeta della lessInIasente più vicino?Sin dall’inizio mi sono ispirato al di-visionismo italiano dei Macchiaioli. Sono un amante della natura. Dipin-go “en plein air” ricercando la bellez-za del posto e dei colori. I colori sono tutto. Il paesaggio è bello, perché è sempre nel cuore delle persone.

la chiamano il poeta della lessinia

per come ha

dipinto i paesaggi dell’alta Valle: quanto ha contato per lei vivere a san pietro Mussolino?Davvero tanto, San Pietro pittorica-mente si presta moltissimo. Sono co-stantemente ispirato dai colori, dalla dolcezza di questo paesaggio, dallo sfondo delle montagne, dalla bellez-za contadina del nucleo storico del paese. Le montagne, la neve e l’acqua sono come ossigeno per me.Qual è la sua opera preferita?Quella che dovrò fare. Quando fini-sci un quadro trovi sempre qualcosa che non va e che correggerai nel pros-

simo.ha esposto in tutto il mondo,

come mai non ha mai esposto a san pietro?

Non sono mai stato invita-to da nessuno. Farei volen-tieri una mostra qui, dove vivo.

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Di alberTo faeDo

ampo santo in cantiere: le numerose richieste da parte della popolazione e gli irri-solti problemi in infiltrazio-

ne hanno spinto l’Amministrazione comunale a presentare un progetto di ampliamento e di riqualificazione del cimitero comunale.Quali interventi saranno realizzati?Innanzitutto – ci spiega il sin-

C

lavori in corso al CIMIterodaco antonio boschetto – verrà am-pliato il cimitero esistente con un’a-rea verde nella quale saranno inserite 46 nuove tombe, 8 nuove cappelle di famiglia, 192 nuovi loculi, 104 nuovi ossari e 128 nuovi posti nel campo comune. Oltre a questo, poi, c’è una grande novità: per la prima volta an-che a Chiampo verranno realizzate 30 tombe ipogee per le urne cinerarie.da qualche anno il cimitero presen

ta problemi di infiltrazione: saranno risolti?La seconda parte dei lavori ri-guarda proprio la risoluzione del problema infiltrazioni. Verran-no infatti realizzate delle linee drenanti con lo scopo di captare l’acqua che proviene dalla falda e dal monte che, di conseguenza, non filtrerà più nelle tombe e nei loculi.Quando inizieranno i lavori?

Ci impegneremo affinché il cantiere venga aperto entro la primavera del nuovo anno.Quali sono i costi?La somma stimata per l’intervento è abbastanza importante e si aggira at-torno ai 2 milioni di euro. L’intero intervento si autofinanzia grazie alle somme che i cittadini in-teressati verseranno per l’acquisto delle nuove tombe, cappelle, urne o loculi. In questo modo, senza ag-gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini, riusciremo ad offrire a Chiampo lo spazio e i servizi che da tempo sono necessari.

icembre è arrivato, e il clima natalizio è iniziato. Per le vie del centro di Chiampo anche quest’anno si potran-

no ammirare le luminarie natalizie che faranno da sfondo alle iniziative pensate per la popolazione. Quali saranno gli appuntamenti per questo natale?Visto il buon successo della passata edizio-ne – ci spiega la presidente di Confcommer-cio di Chiampo anna Maria Merlin - anche quest’anno ri-

DClima natalIzIo

torna la tombola, ma con un doppio appuntamento. Si parte domenica 16 dicembre con il Gruppo Storico Cul-turale “Giulietta e Romeo” che per-correrà le vie del centro con bandiere e tamburi accompagnando poi i cit-tadini all’auditorium dove inizierà la prima tombolata. Il secondo appun-

tamento è pre-visto per il 30 dicembre sempre in auditorium dove, oltre a giocare a tom-bola, ci saran-no il taglio del panettone, il brindisi e lo

nche quest’anno Chiampo Giovani e Nota Muta orga-nizzano il Christmas Rock

Festival, una maratona musicale che animerà l’auditorium comu-nale nel pomeriggio del 15 dicem-bre. Quindici i gruppi musicali che, divisi nelle categorie Un-der 21 ed esperti, si sfideran-no sul palco a suon di merry Christmas per conquistare il podio. Durante la manife-stazione, nell’atrio comunale, sarà possibile visitare una mostra di giovani artisti loca-li. a.f.

auguri a tempo di rock

A

scambio di auguri.dove possiamo acquistare le cartelle della tombola?Le cartelle verranno omaggiate dai negozianti che esporranno la locan-dina dell’evento. Anche quest’anno, insomma, i negozianti di Chiampo danno i numeri… a.f.


m o n t e c c h i o

Di ilaria boscarDin

egozi aperti anche la dome-nica: un sogno per gli aman-ti dello shopping, un pro-blema per i proprietari delle

piccole botteghe che devono fare i conti con costi elevati, ricavi minimi e commesse infelici. Ne sanno qual-cosa i negozianti di Montecchio, polo commerciale dell’ovest vicentino, che all’inizio di dicembre avranno la possibilità di aderire a Liberaladome-nica, la campagna di raccolta firme a sostegno di una legge che riporti nell’ambito dei poteri delle regioni le decisioni sulle aperture domenicali.

“Vorrei precisare che non siamo con-trari alle aperture domenicali – spie-ga ornella Vezzaro, responsabile per l’ovest vicentino di Confesercenti -. Ma l’apertura domenicale deve esse-re l’eccezione, non la regola.“Raccoglierete le firme di Liberaladomenica a Montecchio: la città è contraria alle aperture domenicali?“Noi piccoli commercianti assoluta-mente sì – ci spiega beatrice, proprie-taria di un negozio provenzale -. Non chiudere mai comporterebbe per noi solo un aumento delle spese. Non c’è più l’abitudine di passeggiare per le

piazze e qui non abbiamo nemmeno i parcheggi per cui è logico che il clien-te scelga il centro commerciale.”“Anche noi piccoli commercianti di Alte siamo contrari a queste apertu-re – ci spiega stefania, proprietaria di un negozio di abbigliamento -. Le aperture domenicali ci comportano solo problemi di gestione, aumento dei costi e una diminuzione del tem-po da dedicare alle nostre famiglie.” “Le aperture domenicali - interviene federico, proprietario di un negozio di abbigliamento - non hanno au-mentato le vendite e i gua-dagni, li hanno solo ridistri-buiti nell’arco della

settimana costringendo noi commer-cianti a lavorare di domenica e ad an-noiarci il lunedì e il martedì.Quale potrebbe essere il punto di incontro tra chi vuole fare shopping e voi commercianti?In realtà - conclude Ornella - ad una soluzione abbiamo già pensato: ci piacerebbe scegliere tutti insieme delle domeniche in cui tenere gli esercizi commerciali aperti e fare pubblicità di questi piccoli eventi. In questo modo riusciremmo a dare ai cittadini un servizio efficiente e, per-ché no, anche un sorriso sincero.

N

Contro le aperturedoMenICalI l gelato alla mostarda costa

il primo premio all’Istituto superiore Ceccato di Montec-

chio Maggiore. In tempi non so-spetti, Pupo intonava il suo “ge-lato al cioccolato”, ma a distanza di trent’anni, i ragazzi dell’istituto Ceccato hanno realizzato uno spot pub-blicitario per promuovere l ’originale gelato alla m o s t a r -da della ditta di ge-lateria artigianale castellana “Nuova Tradizione”. Uno spot girato dai ragazzi ai ca-stelli di Montecchio e ambientato nell’epoca di Giulietta e Romeo che ha portato l’Istituto a vince-re il primo premio provinciale di “Storia d’Impresa” promosso dall’ufficio territoriale scolastico di Confindustria. s.b.

uno spot per il gelato

I

iccardo Penzo, curatore di Ristoranti che Passione, network enogastronomi-

co che raggruppa 150 ristoran-ti veneti, sceglie l’atmosfera di Villa Cordellina per presentare l’edizione 2013 della gustosa gui-da. Durante il Gran Galà di Villa Cordellina il network, oltre alla classica guida cartacea, ha presen-tato due importanti novità: l’App gratuita per iPhone e la versione eBook web edition di questo va-demecum del gusto che riunisce tutte le provincie del Veneto. Alla presentazione è poi seguita la consegna dei premi Che Passione 2012 ai locali più votati sul sito www.chepassione.eu. j.v.

gustose novità

R


VENERDÌ7 DICEMBRE 2012

ore 21.00

Teatro Parrocchiale(dietro la Chiesa)

Montorso Vicentino (VI)

INGRESSO LIBERO

con il Patrocinio della Parrocchia di Montorso Vicentino

a Christmas Song

and

Durante il concerto verranno raccolte offerte che saranno devolute in beneficenza a Satyagraha Onlus, l’Associazione che aiuta i bambini di strada,

in stato di abbandono, orfani, vittime di violenze.Per garantire loro il diritto all’infanzia, un valore sacro, universale ed inviolabile.

Per informazioni

www.sostegnoadistanza.it

MELODEMA

Dirige Lorella Miotello

Concerto di Natale per Satyagraha

BLUGOSPEL

A S S O C I A Z I O N E M U S I C A L E

gnato nel 2006 assieme alla mia Epa-gneul Breton di nome Athena.Continua tutt’ora a partecipare ai campionati?Certo! Per me è una vera passione che condivido con tutta la mia famiglia. E poi non si tratta solo di vincere o per-dere: ciò che mi piace è il clima che si crea attorno a queste manifestazioni, che si trasformano in un modo per fare amicizia, divertirsi, e perché no, viaggiare un po’!

m o n t e c c h i o

Di ilaria boscarDin

campionati mondiali di caccia in Italia sono un’attività poco co-nosciuta. Curioso però scoprire che uno dei campioni più titola-

ti è il montecchiano Domenico Nardi che da anni partecipa a queste com-petizioni arrivando a conquistare, assieme ai suoi fedeli cani, ben nove titoli mondiali.Come funzionano le gare?Si tratta di una serie di prove in cui si dimostra come dovrebbe svolgersi la caccia e che possono essere con sparo o senza sparo. Quali sono le differenze tra le due?Nelle prove con sparo ha più peso il cacciatore: conta il portamento dell’arma, i bersagli colpiti e come vengono trattati il cane e la selvaggi-

na, mentre nelle prove senza sparo il cane ha un ruolo fondamentale: vie-ne valutato come svolge il percorso, come perlustra la zona e la sua capa-cità di riporto sia a terra che in acqua.e qual è la sua specialità?I primi anni mi dedicavo alle prove con sparo, dove ho vinto sei titoli mondiali, poi sono passato a quelle senza sparo, dove ho vinto tre titoli mondiali. L’ultimo titolo l’ho guada-

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on lo scopo di porre viva attenzione e scuotere le menti sull’impor-tanza del verde in città, mercoledì 21 novembre in piazza Marconi sono stati portati 21 alberi autoctoni. L’iniziativa ‘Il bosco che re-

spira’ è patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e si inserisce nell’ambi-to della Giornata Nazionale dell’Albero. Alla presenza degli alunni delle

scuole San Francesco, Manzoni e Anna Frank, gli esemplari sono stati esposti per poi essere definitivamen-te piantati negli spazi verdi della città: una buona azione per la salute del cittadino e per la conservazione di un’etica possibile. Ad oggi, il Co-mune di Montecchio può vantare un apparato verde di 5.198 alberi. j.v.

una festa per il verde pubblico

C l 24 novembre, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’Infanzia, è sta-

to presentato al teatro San Pietro lo spettacolo teatrale ‘La storia di Iqball’, interpretato dai ragazzi della classe 5B della scuola prima-ria ‘G.Zanella’. Nell’ambito della stessa iniziativa, le classi 2^ A e B della scuola dell’infanzia Ander-sen saranno incoronate vincitrici del Concorso internazionale di di-segno presso il PalaBam di Man-tova. j.v.

diritti a teatro

I

verso una raccolta di qualità

I Comuni del territorio servito da Agno Chiampo Ambiente hanno raggiunto, grazie alla collabora-zione dei propri cittadini, buone percentuali di raccolta differenziata, che si attestano intorno al 65% sul totale dei rifi uti raccolti. Tuttavia, vi sono ancora ampi margini di miglio-ramento, poiché si riscontra la presenza, nel ri-fi uto secco indifferenziato, di una quantità impor-tante di materiali riciclabili, come carta e plastica. Ciascuno di noi ha una responsabilità diretta sui risultati di raccolta differenziata: i grandi cambia-menti in questo campo sono il risultato di tanti piccoli gesti quotidiani.

TUTTE LE UTENZE RICEVERANNO UNA GUIDA CON INFORMAZIONI UTILI PER UN CORRETTO CONFERIMENTO DEI RIFIUTI.

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questa sigla rappresenta tutti i contenitori a base carta (a partire dal 25%) che devono essere conferiti tramite il servizio porta a porta e/o all’ecocentro.Attenzione: anche i contenitori in cartone per bevande (ad esempio, i contenitori di succhi, panna, ecc.) riporta-no questo simbolo e vanno gettati con la carta.

plastica composta da polietilene. Si getta fra gli imballaggi in plastica.

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are degli argini per il bacino stesso, alti circa due metri e mezzo ri-spetto alla campagna”. Un lavoro ben fatto in quanto è stato succes-sivamente tombinato il fossato con della ghiaia

che verrà usato come un punto di so-sta per le autovetture. Ed è proprio dalla recente alluvione che si è potu-to testare il nuovo bacino, che pare funzionare bene. “Dopo l’alluvione di metà novembre, si è potuto consta-tare che i lavori sono stati fatti da dei professionisti. Il bacino ha confluito correttamente. Brendola e i suoi abi-tanti possono rimanere tranquilli”.

B r e n d o l a

Di simone beDin

acino del Palù testato, ed è tutto ok. Erano cominciati a febbraio i lavori per la messa in sicurez-za del Fiumicello Brendola, un

progetto iniziato ancora nel 2007 che prevedeva la costruzione di un baci-no per contenere le piene dello scolo Degora, in località Palù. Un interven-to per livellare il piano di campagna con una lieve pendenza, in modo che le acque possano confluire ver-so il canale realizzato al centro del bacino stesso. Ad occuparsi dei lavori, il Consorzio di bonifica

Alta Pianura Veneta; il Presidente Antonio Nani si dice contento per que-sti interventi in quanto Brendola risulta essere il primo comune che ha realizzato il bacino dopo la forte alluvione del 2010. I lavori hanno seguito il corso d’acqua e sono iniziati pulendo il fondo del fiume, abbassandolo di circa 70 centimetri in

modo da garantire mag-gior sicurezza in caso di piena. “La terra scavata per costruire il bacino – ci spiega il vice sindaco stefano Meneghello – è stata riutilizzata per cre-

B

Il bacino supera la proVa

Di valenTina muraro

i chiamano “nonni ortolani” e sono i nuovi volontari che col-laboreranno a “L’insalata era nell’orto”, un’iniziativa ideata

dalla scuola per l’infanzia “Santi An-geli Custodi” di Brendola che porterà alla realizzazione di un orto all’inter-no del giardino scolastico. Il progetto vede coinvolti tutti gli alunni delle sette classi dell’asilo, le insegnanti e una decina di nonni che supporteran-no i bimbi nelle loro attività. “I bimbi in questo periodo della loro

vita non sono in grado di aspettare, i risultati li vogliono vedere subito - dice francesca lussardi, responsa-bile del progetto -. L’idea quindi di prendersi cura della piante, seminar-le, annaffiarle e attendere il loro per-corso naturale è un ottimo modo per insegnare ai piccoli che l’attesa porta a grandi soddisfazioni”.Dall’altra parte, poi, ci sono i volon-tari, nonni in pensione che grazie a questo progetto possono illustrare ai bambini i periodi più adatti alla coltivazione di determinati prodotti agricoli, insegnare loro come pren-

Sdersene cura e quali strumenti devono essere utilizzati. E ancora, i nonni spie-gheranno ai piccoli come e perché è im-portante rispettare l’ambiente e scopri-re da dove proven-gono i frutti che poi mangeranno. I primi quattro alberi da frutto sono stati piantanti pochi giorni fa, mentre il prossimo passaggio sarà quello di realizzare un casa adibita agli stru-menti per coltivare la terra.

iù di 80 persone si sono ritro-vate al pranzo degli ex ope-rai dell’ISE, storica industria

brendolana che quest’anno avrebbe festeggiato i 50 anni di attività.

50 anni di Ise

P

I nonni tornano a sCuola

Corriere Vicentino | 46 | Ovest Vicentino Corriere Vicentino | 47 | Ovest Vicentino

tenuti nei concorsi regionali a Lonigo (1999) e Bassano (2002)”.La crisi si fa sentire anche sul pen-tagramma: i fondi delle associazioni sono al lumicino e la chiamata alle loro manifestazioni è a rischio. Aspet-tando qualche mecenate, si prepara il 2013 ricco di appuntamenti a partire dal primo raduno provinciale per ju-nior band in primavera.“Ringraziamo le famiglie come Vi-gnato, Corà, Lotto, Framarin, Fossà, Vucinic presenti in forze e tutti i mu-sicisti presenti e passati, che hanno condotto sin qui la Banda di Gambel-lara e invitiamo tutti a provare un’e-sperienza divertente e appagante qual è suonare uno strumento”.

Di sTefano canola

anni di vita compiuti nel 2012, da festeggiare col 20° concerto di Natale in chiesa (il 23 dicembre alle

16.30, anteprima la sera del 15 dicem-bre a Roncà): la Banda di Gambellara ha una lunga storia alle spalle ma guarda avanti puntando sui giovani. A partire dal maestro Anna Righetto da poco più di un anno alla guida del gruppo, soddisfatta dei risultati e del buon rapporto instaurato.“Era importante dare continuità al lavoro svolto e quindi trovare una persona che abbinasse passione e competenza – afferma il presidente

gianni Corà -. Grande il suo impe-gno anche con la junior band, costi-tuita nel 2011 per affiatare gli allievi e facilitarne l’ingresso nella compagine maggiore. Nel “vivaio” funziona la collaborazione con il gruppo musica-le “Pietro Ceccato” di Montecchio”.Non solo marce e 4 Novembre nel ca-lendario dell’ensemble rossoblu, for-te in totale di 60 elementi. “La nostra formazione si adatta bene a stili dif-ferenti, pur dominando quello pret-tamente bandistico – continua Corà -. Nel programma trovano spazio mar-ce, inni religiosi e patriottici, brani di musica classica, leggera, originali per orchestra di fiati, colonne sonore. Ricordiamo i lusinghieri consensi ot-

170

non è la solIta MusICag a m B e l l a r a

razione con i restauratori Roberto e Beppe Perin, sarà il posizionamento di una copertura in vetro a protezione dell’affresco stesso. L’investimento di circa 1000 euro sarà quindi duraturo e studiato ad hoc. Cosicché anche le generazioni future potranno riscopri-re il passato attraverso il presente.

m o n t o r s o

Di jacopo vencaTo

alle piazze ai parcheggi, pas-sando per il cinema parroc-chiale: a Montorso è in atto una politica di rivalutazione

del territorio ben visibile. Ultimo, non certo per importanza, il lavoro di ristrutturazione dell’affresco storico, che rappresenta l’annunciazione a Maria, presente accanto al Municipio.Il primo cittadino, diego zaffari, rac-conta un processo di cambiamento a cui tiene molto.“Abbiamo deciso di restaurare l’af-fresco - spiega il sindaco - perchè ci sembrava giusto dare un adeguato

valore ad un’opera che appartiene alla storia del nostro paese.”Quali interventi erano necessari?Dopo la pulizia della superficie affre-scata abbiamo raccolto e catalogato i frammenti d’intonaco caduti dall’af-fresco ricollocandoli poi al loro posto. Infine abbiamo stuccato la superficie, ridipinto le parti mancanti e coperto l’opera con un film di protezione.siete soddisfatti del risultato?La qualità e la freschezza dell’imma-gine che ora tutti possono osservare è innegabilmente riconoscibile. saranno utili ora ulteriori sforzi di ristrutturazione?La novità assoluta, decisa in collabo-

D

a regola d’arte

m o n t e B e l l o

Di ilaria boscarDin

durata un anno l’importante ri-strutturazione delle sale dell’o-ratorio “Don Bosco”. I lavori, che hanno previsto una spesa

di circa 450.000 euro, sono stati finan-ziati dalla parrocchia con la vendita del cinema parrocchiale. Che lavori sono stati fatti?Esternamente – spiega l’architetto lino perlotto – abbiamo realizza-to un corridoio di collegamento con la palestra, un ascen-sore e abbiamo rin-

novato i serramenti per il risparmio energetico. Internamente i lavori sono stati molti: dai bagni all’im-pianto di riscaldamento, dalle tinteg-giature al nuovo impianto elettrico. Inoltre, abbiamo dotato i locali di una cucina attrezzata per organizzare fe-ste o cene e abbiamo allestito la gran-de aula magna per le conferenze.

altri progetti in corso?Stiamo ultimando la sala musica nella ex sala giochi del bar Oratorio. La stanza sarà inso-norizzata e a totale disposizione dei gruppi locali.

È

ecco l’oratorIo

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ono ormai agli sgoccioli i lavori in corso nel tratto della S.S. 11 in prossimità

del cavalcavia sull’autostrada. Gli interventi che da giugno 2011 provocano non pochi disagi alla circolazione, entro gennaio 2013 arriveranno al termine: “Siamo comunque nei tempi – spiega simone Vasti dell’azienda appalta-trice Impresa Veronese Impianti – sono state necessarie diverse valutazioni per l’esecuzione dei lavori. Il ponte è degli anni ‘50 per cui necessitava di alcuni lavori di ripristino e di consolidamento per motivi estetici ma soprattutto strutturali, per garantire la sicu-rezza degli automobilisti sopra e sotto il ponte”. i.b.

e allora, il cavalcavia?

S

Abbiamo pensato che costituire una De.Co. fosse il modo migliore per va-lorizzare e far conoscere i prodotti del nostro territorio come il Gobeto e il suo ingrediente principale, il recioto DOC di Gambellara. L’Amministra-zione comunale ha appena approva-to il regolamento che stabilisce tutte le modalità con cui verrà poi rilascia-ta questa denominazione comunale. È tutto pronto?Assolutamente sì! Le nostre mogli hanno già le mani in pasta, abbiamo già preparato i sacchettini e le etichet-te con i loghi e gli ingredienti… pre-parate i vostri palati! i.b.

z e r m e g h e d o

rutto di un’antica (e segretis-sima!) ricetta gelosamente cu-stodita dalle massaie del pa-ese, il Gobeto, biscotto tipico

di Zermeghedo, è pronto a diventare famoso. “Questo biscotto – ci spie-ga il presidente della pro loco enzo sacchiero – rappresenta la storia e il territorio del nostro comune perché è realizzato con ingredienti tipici della nostra vallata.”Qual è il segreto della bontà di questo biscotto?È un biscotto molto semplice, leggero e digeribile fatto con farina, zucchero, olio, nocciole, lievito e, soprattutto,

vino Recioto. Una ricetta della tradi-zione a cui è impossibile resistere: chi l’ha assaggiato conferma che uno tira l’altro!Come mai avete pensato alla denominazione comunale?

FIl gobeto diventerà de.Co.

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IL PRanzo DI naTaLE: a cavallo del-la tradizione fra il golfo di napoli e la berica Vicenzadi Mauro Pasquali

uasi tutti sanno che l’italia è (o, meglio, era) di-visa in due per

quanto riguarda l’uso di grassi in cucina: a nord dell’appenni-no il burro, a sud l’olio di oliva. forse non tutti sanno, invece, che esiste un’altra divisione che taglia longitudinalmente l’italia: quella della tradizione del pranzo natalizio. a sud la Cena del 24 e a nord Il pranzo del 25 dICeMbre.con tutte le conseguenze che ciò comporta dal punto di vista gastronomico: da una parte il digiuno (o presunto tale) della vigilia e dall’altra il libero utilizzo di carni sia bianche che rosse. poi esiste la meno netta divisione fra i fautori del panettone e quelli del pandoro. ma questa è un’altra storia.una cosa accomu-na, invece, sia nord che sud d’italia ed è la presenza sulle ta-vole, imbandite per l’occasione, di bot-tiglie di spumante e champagne. oggi non parleremo di

Q

Buon Natale a tavolaqueste: ad ognuno la libera scelta di portare in tavola e brindare con lo spumante che preferisce, dolce o secco che sia, con un’unica raccomandazione: evitiamo di infie-rire sui dolci natalizi, soprattutto se farciti con creme, ab-binandoli con spumanti secchi. rivalutiamo, per una volta, il moscato, il recioto spumante e scopriremo che il panet-

tone (o il pandoro) è ancora più buono con il vino giusto!procediamo con ordine e prendIaMo un eseMpIo dI ClassICa Cena della VIgIlIa della tradIzIone partenopea: spaghetti con le vongole, bac-calà alla napoletana, capitone fritto, spigola a vapore, insa-lata di rinforzo, roccocò, mustacciuoli e struffoli. per chi non ha paura di affrontare tanta abbondanza di pietanze e sapori, l’inizio non può che essere con gli spaghetti con

Stare in cucina nella festa più bella dell’annoNa

tale

a Nap

oliNa

tale a

vi

cenza

Da 100 anni nelle vostre tavoleIn corso Mazzini in quella che era la canonica, la famiglia Mazzocco tratta di cibo da 100 anni. Cento anni di qualità, di dedizione alla cucina e ai suoi prodotti. Nata come macelleria, nel tempo si è trasformata con la volontà di servire al meglio la sua clientela. Fino a diventare la gastronomia di oggi, dove alle 6 del mattino cominciano già a diffondersi i sapori della tradizio-ne e dove l’offerta di formaggi, salumi, vini e dolci completano le esigenze di chi vuole una buona tavola.

Luogo di delizie, generazione dopo generazione la famiglia Mazzocco ha te-nuto fede ai buoni sapori, alla scelta di prodotti fatti di qualità e freschezza e alla perfezione nella preparazione.La cultura del buon mangiare è nelle storia della Gastronomia Mazzocco che, guidata dall’esperienza trentennale dello chef Roberto (Bobo), porta in tavola i piatti della cucina di casa e qualcosa in più, con specialità anche su richiesta e per esigenze dietetiche.

Menu di Natale e CapodannoAntipasti. Spiedini di gambero alla colonnata / Lumache / Salmone affumicato e Pesce spada / Fantasia di torte salate / Capesante con

gamberetti in guscio

Primi piatti. Crespelle ai porcini, alla zucca e caciocavallo, al tartufo e salmone / Pasticcio alla bolognese, alle noci e gorgonzola, ai quattro formaggi

/ Cannelloni alla Rossini / Cannelloni ricotta e spinaci / Tortelli all’astice / Tortelli cacio e pepe.

Fondi per risotti e sughi a richiesta.

Secondi piatti. Tacchinelle e capponi allo spiedo, all’arancia e ai marroni / Cappone ripieno ai pistacchi / Tacchina ripiena ai marroni / Porchetta / Sella di coniglio ripiena / Stinco di vitello o maiale / Faraona al brandy / Cappello

del prete di vitello / Filetto di maiale in crosta / Carrè di maiale al latte / Rosetta di vitello al tartufo / Capriolo, lepre e fagiano / Coda di rospo

gratinata / Lumache alla Borghignonne / Lumache al salmì

Contorni a scelta

Si consiglia la prenotazione 0444 670128

Corso Mazzini 5, Arzignano

Flora Debernardini e Augusto Mazzocco, i fondatori

La Gastronomia Mazzocco ieri e oggi

le vongole (rigorosamente in bianco, come vuole la tradi-zione napoletana che parla di vermicelli con le vongole). l’importante è che le vongole siano quelle “veraci”, ovvero appartenenti alla specie Venerupis decussata, contraddi-stinta dalle due “corna”.a seguire (l’appetito, a questo punto della cena, lo per-mette ancora) il baccalà alla napoletana (attenzione: il vero baccalà, quello sotto sale, e non lo stoccafisso abitualmen-te utilizzato in Veneto), nel quale la presenza di pomodoro, olive, capperi e origano costringe ad un vero e proprio tour de force gastronomico, non foss’altro per il fatto che il baccalà, prima di essere cotto in umido, viene anche frit-to. se siamo sopravissuti a questa esplosione di gusti e sa-pori, ecco avanzare il capitone fritto, seguito dalla spigola

al vapore.poiché, giunti a questo punto, probabilmente qualcuno ha ancora fame, ecco che si rende necessaria l’insalata di rin-forzo, preparata con cavolfiore, olive nere e verdi, sottace-ti, acciughe salate, aceto ed olio.nessuna paura: se siete ancora affamati dopo tanta abbon-danza, sicuramente avrete posto per i dolci della tradizione partenopea: roccocò, mustacciuoli e struffoli.

spostiamoci di qualche centinaio di chilometri verso nord e andiamo nel nostro Veneto per affrontare la seconda sfi-da (ammesso che in tal modo si possa definirla): Il pranzo dI natale della tradIzIone Veneta.cominceremo con un antipasto di salumi misti (sopressa vicentina, rigorosamente con una “p”, pancetta arrotolata, salame ai ferri, prosciutto berico-euganeo) e tartine con i fegatini, normalmente accompagnati da giardiniera e ver-dure sott’aceto e sott’olio: peperoni, cipolline, zucchine,

cavolfiori, melanzane. Normalmente l’antipasto invoglia a un consumo eccessivo, complice il fatto che si tratta del-la prima pietanza ad arrivare e che ancora “lo stomaco è vuoto”. a seguire, giusto per sistemare lo stomaco dopo tanta sapidità, ecco servito un fumante piatto di ravioli in brodo di cappone, rigorosamente fatti a mano e serviti con un’abbondante spolverata di formaggio stravecchio grattuggiato, asiago, monte Veronese o montasio che sia: il grana è arrivato recentemente sulle tavole venete e il consumo tradizionale previlegiava i prodotti locali. a questo punto, arriva in tavola un primo importante, nor-malmente un pasticcio di carne, con pomodoro e bescia-mella. lo stomaco reclama ancora e dalla cucina è por-tato il cappone o il tacchino (quest’ultimo di tradizione

più recente), ripieni o arrosto, accompagnati dalle tipiche verdure invernali.i dolci tradizionali (non il panettone arrivato dopo gli anni ‘50 ma le fugasse), il nadalin a Verona, il mandorlato e il tor-rone preludono alla chiusura tradizionale del pranzo che spesso è segnata dalla presenza sulla tavola dei bagigi, in italiano arachidi, come se, giunti a questo punto, avessimo ancora bisogno di calorie e proteine.

In ConClusIone, da nord a sud cena e pranzo di natale sono all’insegna dell’abbondanza e dell’opulenza, forse in memoria della fame atavica che contraddistingue-va le genti italiane e che per un solo giorno poteva essere dimenticata.oggi sopravvive il rito dell’abbondanza del pasto in queste occasioni più per il trascinarsi di una stanca tradizione che per reale necessità: un loro ripensamento in termini più contenuti probabilmente andrebbe fatto.

Corriere Vicentino | 50 | Enogastronomia

Da 100 anni nelle vostre tavoleIn corso Mazzini in quella che era la canonica, la famiglia Mazzocco tratta di cibo da 100 anni. Cento anni di qualità, di dedizione alla cucina e ai suoi prodotti. Nata come macelleria, nel tempo si è trasformata con la volontà di servire al meglio la sua clientela. Fino a diventare la gastronomia di oggi, dove alle 6 del mattino cominciano già a diffondersi i sapori della tradizio-ne e dove l’offerta di formaggi, salumi, vini e dolci completano le esigenze di chi vuole una buona tavola.

Luogo di delizie, generazione dopo generazione la famiglia Mazzocco ha te-nuto fede ai buoni sapori, alla scelta di prodotti fatti di qualità e freschezza e alla perfezione nella preparazione.La cultura del buon mangiare è nelle storia della Gastronomia Mazzocco che, guidata dall’esperienza trentennale dello chef Roberto (Bobo), porta in tavola i piatti della cucina di casa e qualcosa in più, con specialità anche su richiesta e per esigenze dietetiche.

Menu di Natale e CapodannoAntipasti. Spiedini di gambero alla colonnata / Lumache / Salmone affumicato e Pesce spada / Fantasia di torte salate / Capesante con

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Primi piatti. Crespelle ai porcini, alla zucca e caciocavallo, al tartufo e salmone / Pasticcio alla bolognese, alle noci e gorgonzola, ai quattro formaggi

/ Cannelloni alla Rossini / Cannelloni ricotta e spinaci / Tortelli all’astice / Tortelli cacio e pepe.

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Secondi piatti. Tacchinelle e capponi allo spiedo, all’arancia e ai marroni / Cappone ripieno ai pistacchi / Tacchina ripiena ai marroni / Porchetta / Sella di coniglio ripiena / Stinco di vitello o maiale / Faraona al brandy / Cappello

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La Gastronomia Mazzocco ieri e oggi

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a crisi taglia tutto, i commercian-ti sono preoccupati di come an-

dranno quest’anno gli acquisti natalizi, ma con una eccezione.infatti, a non soffrire della situazione infe-lice, pare che quest’anno sarà proprio la tavola. pochi o piccoli regali, quasi aboliti i viaggi, ma nessuna rinuncia negli acquisti di cibo e bevande. lo rivela un’analisi della coldiretti sulla base dell’indagine “Xmas survey 2012” di deloitte che evidenzia come Il 36% delle spese natalIzIe rIguarderà aCQuIstI dI alIMentarI, VInI e beVande.ogni famiglia spenderà 197 euro per imbandire le tavo-le della feste segnando una crescita del 2,1% rispetto allo scorso anno. come dire: la vera festa è quando ci si siede a tavola davanti ad un buon piatto!

e Cosa sI sCeglIerà? Niente più prodotti esterofili troppo cari, niente champagne, caviale, ostriche, salmone, frutta esotica o fuori stagione. a farla da padrone sarà la tradizione e il made in italy, magari frutta e verdura degli agricoltori in piazza. sempre da un sondaggio coldiretti/

lLa SPESa per le feste non sente la crisi

swg emerge che ben il 44% degli italiani preferisce acqui-stare prodotti locali, il 35% è convinto che acquistando prodotti locali si crei ricchezza locale.Quindi, cosa mettere nel carrello? per la frutta, spariscono definitivamente cachi e castagne, resta invece disponibile la varietà degli agrumi: arance, mandarini, mandaranci e melo-grani, oltre alle diverse varietà di mele e pere.per la verdura è tempo di bietole, broccoli, carote, cetrioli, patate, rape, rapanelli, finocchi, topinambur, lattughe, cipol-le, spinaci e zucche, mentre fanno la loro comparsa i cardi. e poi fate scorta di una gustosa riserva di limoncello, frutta secca da sgrannocchiare fuori dai pasti e morbidi torroni.

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ome sempre, con l’avvicinarsi delle feste di nata-le e fine anno i golosi si dividono in due schiera-menti, gli estimatori del panettone da una parte

e quelli del pandoro, dall’altra. entrambe le ricette vantano origini antiche, pur modificandosi strada facendo.Il preCursore del pandoro È Il nadalIn, nato e sopravvissuto nel Veneto che inizialmente apparve nel medioevo sulle tavole dei ceti più modesti come dolce semplice, dalla forma di stella e molto basso.La ricetta fu poi adottata dai nobili, nello specifico dai Della scala di Verona e presso la serenissima dove il pandoro fu ricoperto da sottili foglie d’oro, per acquisire poi morbi-dezza e la caratteristica forma alta.più controversa la storIa del panettone attor-no al quale nacquero diverse leggende. due, in particolare,

C fanno risalire il tipico dolce di milano al “pan de toni”, indi-cando in un caso l’artefice della ricetta nel benestante Ugo che, all’insaputa della sua famiglia, lavorava nella bottega del fornaio toni, padre dell’amata adalgisa.per aiutarla, ugo inventò una nuova ricetta, aggiungendo all’impasto del pane, uova, zucchero, canditi e uvetta ri-scuotendo grande successo e attirando sempre più nume-rosi clienti.un’altra versione racconta del servo toni il quale trasse dai guai il cuoco di ludovico il moro, inventando su due piedi la ricetta per sopperire al dolce, ormai andato in fumo, da servire al banchetto del duca di milano. il dolce fu tal-mente apprezzato da dare a toni il privilegio di essergli ufficialmente attribuito.

PanETTonE o PanDoRo, questo il dilemma!

E gLI aLTRI DoLcI naTaLIzI? Eccone alcunil’anello di monaco, preparato a mantova: nella forma ricorda una ciambella di notevole altezza (20-30 cm) deco-rata nella sommità dalla glassa bianca zuccherata e farcito di crema a base di nocciole o noci o con marron glacé.il panspeziale di Bologna: dolce con mandorle, pinoli, cioccolato fondente e canditi.il pampepato di ferrara: di forma tondeggiante è composto da mandorle, nocciole, pinoli, pepe, cannella, noce mo-scata, arancia e cedro canditi, il tutto impastato con o senza cacao, miele, farina, mosto cotto d’uva.il parrozzo: diffuso in abruzzo, è fatto con semolino, o farina gialla o farina bianca con fecola, zucchero, mandorle tritate, essenza di mandorla amara, buccia di arancia o di limone e ricoperto di cioccolato fondente.il Buccellato siciliano: pane di pasta frolla ripieno di fichi secchi.il Buchteln dell’alto adige: pane dolce cotto al forno, ripieno di marmellata e cosparso di zucchero e salsa alla vaniglia.il panforte di siena: è un impasto a base di farina, frutta candita, frutta secca, miscela di zuccheri, miele e spezie.


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a tavola di natale è uno degli elementi più im-portanti della casa nel periodo delle feste.decorazioni fatte con sempreverdi, candele e

nastri nei tipici colori del natale sono irrinunciabili. partIaMo dal CentrotaVola.in ogni centrotavola natalizio che si rispetti non posso-no mancare le candele. rosse, verdi e dai profumi speziati, sono perfette se poste in candelieri in legno e ottone op-pure al centro di una ghirlanda composta da sempreverdi, pigne e bacche. un centrotavola in perfetto stile natalizio può essere anche una ciotola riempita di frutta secca e

pigne dorate. alla base della cioto-la, per un risultato molto scenografico, si potranno dispor-re ancora rametti di sempreverde e pi-gne. e, per arricchir-lo, palline natalizie e candele realizzano giochi di luce per

l un’atmosfera unica.fatto il centrotavola si passa a toVaglIa, runner e toVaglIolI che devono essere coordinati. scegliete tinte unite e limitate i disegni a tema: lo sguardo deve po-tersi concentrare sul centro della tavola.la proposta è di una tovaglia bianca di lino o di cotone con sopra una tovaglia di organza sintetica, leggera e tra-sparente. anche i portatovaglioli possono essere scelti per dare un tocco in più alla vostra tavola: possono essere in legno, magari dipinti a mano con piccoli motivi natalizi o un anello di perline.per apparecchiare potreste usare porCellane dal teMa natalIzIo: bianche dai profili dorati, delicata-mente decorate, oppure in coordinato con il resto dei co-lori della tavola. oppure stupite con il vetro e sottopiatti di feltro colorato e decorato che si possono comprare o fare da soli.Quando infine arriveranno gli ospiti, non dimenticate di far loro trovare un Cadeau segnaposto per ciascuno. in alternativa i segnaposto possono anche essere carton-cini con il nome scritto a mano e sostenuti da piccoli albe-relli o altro che aggiungeranno decoro alla tavola.

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breVe proMeMorIala tovaglia: le piegature della stoffa devono essere parallele ai bordi della tavola, anche se il tocco elegante è la tovalgia senza pieghe.i tovaglioli: non ci sono regole precise, a destra o a sinistra del piatto o direttamente sul piatto quando non c’è molto spazio tra un posto tavola e l’altro. ricordate di calcolare almeno 50 centi-metri di spazio per ogni invitato.i sottopiatti: vanno nel posto tavola e mai tolti fino alla fine. Se non avete il sottopiatto non c’è problema: si mette il piatto piano della prima pietanza per-ché il piatto fondo si usa solo per le minestre o comunque i cibi liquidi. anche i primi perciò vanno serviti nel piatto piano.le posate: alla destra dei piatti vanno posizionati il coltello (con la lama rivolta verso l’interno) e il cucchiaio sempre all’insù. a sinistra, la forchetta. all’esterno vanno sempre le posate che si usano per prime. in alto, sopra il piatto, ci saranno le posate da dessert (manico della forchettina a sinistra, il coltellino o il cucchiaino con l’impugnatura a de-stra). le posate della frutta vanno invece portate insieme

al piatto della frutta.i bicchieri: si inizia con il bicchiere da acqua davanti al piat-to e poi procedendo verso destra i due da vino (prima vino rosso e poi vino bianco). l’acqua va versata prima che gli ospiti si siedano a tavola. per l’acqua si sceglie un bicchiere grande, per il vino rosso un calice di grandezza direttamente proporzionale all’importanza del vino, per il vino bianco un calice più piccolo. esponete tutti i bicchieri solo se le dimensioni della tavola lo consentono, altrimenti è preferibile aggiungere il bicchiere dello spumante con il dessert.

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Il valzer dei bardel Centro

l o n i g o

lonIgoAll’osteria della Malgari

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saregoSognando la moda

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sossanoA scuola nasce il Comitato Genitori

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barbaranoFinalmente arrivano le rotatorie!

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orgIanoUn bosco con 20.000 specie di piante diverse

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nantoEscalation di furti: scatta il Piano Sicurezza

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areaberICa

Di lino zonin

Lonigo possiamo correre tutti i rischi del mondo, meno quello di morire di sete: sono talmente tanti i bar aperti in città che un punto di ristoro aperto lo si trova sempre.Anche questo settore - così radicato nelle abitudini della gente e così importante

per la vita pubblica - risente della crisi economica e molti gestori faticano a proseguire nella loro meritoria azione a favore della collettività. Qualcuno smette, qualcuno ci sta pensando, qualcun altro ha deciso di prendere il toro per le corna e, anziché lasciare, raddoppia.

A

New entry in piazza Garibaldi

Il luogo in cui si concentra maggior-mente l’attenzione degli esercenti leoni-ceni è piazza Garibaldi. Chiuso da tem-po quasi immemorabile il caffè Borsa - proprio in questi giorni ricorre mesta-mente il settimo anniversario - a spar-tirsi il plateatico sono rimasti tre locali: il Centrale, il Nazionale e un po’ più in là, all’i-nizio di via Garibaldi, la caffetteria Dersut. Fra un po’ ce ne sarà un altro, il Garibaldi Cafè, che prenderà il posto della merceria Piga, per tanti anni at-tiva sotto i portici nei pressi della banca Uni-credit. I lavori di adat-tamento dello stabile sono a buon punto e fra qualche settimana

il nuovo locale aprirà i battenti. A gestirlo saranno i fratelli alberto e davide soprana, già titolari dell’enote-ca Ognibene che si trova alla fine dell’o-monima via. Sono loro i nuovi campio-ni del nostro “lascia o raddoppia”.“Quando i tempi sono duri, i duri co-minciano a giocare - spiegano, usando

il famoso incitamen-to agonistico, i due coraggiosi baristi - Siamo convinti che lavorando bene e con passione i risultati arrivino comunque, crisi o non crisi. Noi abbiamo deciso di te-nere aperta l’enoteca e di tentare un’altra avventura con il nuo-vo bar. Sarà un loca-le di ispirazione più giovane, in linea con le ultime tendenze”.

Corriere Vicentino | 60 | Area Berica

Lord Byron va in collina

Per un nuovo locale che apre, un altro se ne va. L’apertura del Garibaldi Cafè arriverà infatti in concomitanza con l’abbandono di uno dei locali più frequen-tati del centro cittadino, il Lord Byron Pub, che chiude i battenti dopo 15 anni di onorata carriera.“Abbiamo capito che il centro di Lonigo non ha più niente da of-frire per un locale come il nostro - spiegano i titolari, filippo zandonà e nereo Caletti -. I clienti sono in calo e i costi di gestione in continuo aumento. Cambiare non è una scelta ma una necessità”.Anche i “gemelli del pub” hanno deci-so di tenere duro e fra un po’ si trasferi-ranno sui colli Berici, nei locali occupati fino a qualche anno fa dal ristorante la Rocca Leonicena.“Apriremo una stube di tipo tirolese con birra e carne - annunciano Filippo e Nereo -. Un’offerta completamente di-versa rispetto a quella che offrivamo in centro e che ci auguriamo possa attirare molti clienti. Il fatto di trovarci in una zona isolata ci permetterà di suonare più liberamente la musica, da sempre il tratto distintivo della nostra gestione”.Sempre nei dintorni di via Garibaldi c’è da segnalare un nuovo insediamento, di tipo più dolce. Il Mondogelato, la gelateria che si trovava un po’ confi-nata nella curva di via Quirico Rossi, si trasferirà nell’angolo tra la piazzetta XX Settembre e via del Mercato, nello stabile un tempo occupato dalla banca di credito cooperativo. Sarà un punto di interesse in più per gli amanti del cono e delle coppette da gustare in centro che farà coppia con la gelateria “Dulcis”, ben avviata da un paio d’anni sotto i portici.

Ma i problemi non mancano

Altri pubblici esercizi se la passano peggio. Al bar della Stazione di via Pontedera un cartello annuncia da tempo l’intenzione del titolare di cede-re l’attività e altri gestori, in centro e in periferia, stanno meditando di seguirne l’esempio.lorena peloso, del bar Kenya di via Trieste, commenta: “Si fa fatica a far quadrare i conti e andare avanti non è facile. Io tengo duro, sperando che i tempi migliorino in fretta”.Aggiunge sabrina danese, titolare del Seventy Bar Harley Davidson di via Cesare Battisti: “Sono i costi fissi a pe-

nalizzare seriamente il nostro lavoro: l’energia elettrica, ad esempio è raddoppiata nel giro di un anno. La voglia di smettere ogni tanto si fa sentire ma non voglio cedere l’attività per non tradire la fi-ducia dei clienti”.Il momento difficile viene confermato dall’associazione Commercianti. “Non solo i locali pubblici, ma tutto il comparto soffre per il prolungarsi della crisi - afferma il segretario del man-damento leoniceno AssCom Mirco fipponi –. Affitti sem-pre più alti, incidenza del co-sto del personale e flessione della clientela formano una barriera di ostacoli davvero difficile da superare. E le li-beralizzazion che agevolano una concorrenza selvaggia e a volte senza criterio com-plicano la situazione. Proprio per questo vanno elogiati gli esercenti che trovano il co-raggio e le energia per avvia-re nuovi progetti”.

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l o n i g o

Di lino zonin

associazione Nuova Lonigo scende in campo a favore dei parchi giochi leoniceni, giudicati

insufficienti e poco sicuri.Con una lettera corredata da un cen-tinaio di firme, il presidente di Nuova Lonigo lorenzo Vaccaro chiede al Co-mune, a nome del direttivo, di interve-nire. “Nella nostra bella città- si legge nella petizione - è necessario secondo noi ampliare (di dimensione e di nume-ro), rinnovare e innovare i parchi giochi esistenti, spesso in cattivo stato di con-servazione. Quello principale del parco Ippodromo mostra ormai la sua limita-tezza di spazio e la sua inadeguatezza di giochi presenti, oltreché l’eccessiva vicinanza fra gli stessi che, dato l’af-follamento di mamme e bambini, ren-de a volte pericolosi i giochi stessi; la posizione attuale delle strutture, poi, è in pieno sole, pertanto diventa difficile

L’alberi. Sarà cura anche della Associa-zione “Nuova Lonigo” cercare even-tuali sponsor per l’acquisto delle nuove strutture e per l’eventuale progettazio-ne logistica”.Il Comune ha risposto spiegando che al momento non è possibile ampliare l’area, come suggerito da Nuova Loni-go, ma che è già pronto un progetto di sistemazione dell’area giochi che verrà attuato quando le regole della finanza pubblica lo consentiranno. Nel frattem-po - assicurano i responsabili comuna-li – verranno effettuati gli interventi di manutenzione indispensabili per la si-curezza di chi frequenta il parco giochi.

operazione parCo gIoChIusarlo nella stagione più calda”. “Relativamente a questo - si continua nella petizione - la nostra richiesta è di prevedere, la messa in sicurezza dell’e-sistente, l’ampliamento dello stesso a quasi tutto lo spicchio nord-est dell’Ip-podromo, con conseguente adeguata recinzione che impedisca l’accesso ai cani e protegga i bambini all’interno.Il parco, come già avviene in altri co-muni anche del Vicentino, deve essere chiuso di notte e deve essere vietato ad adulti che non accompagnino i bambini (le scritte sui giochi e anche alcune rot-ture degli stessi non sono provocati dai bambini ma da ragazzi più grandi o da adulti che entrano di sera e di notte). Gradualmente si potranno poi sposta-re i giochi tutt’ora in buono stato pre-vedendo, quando ci saranno le risorse, l’installazione di nuove strutture, posi-zionandole in modo che non siano di intralcio fra di loro e siano, per quan-to possibile, protette dall’ombra degli

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Cinque BCC/CRA, che fanno parte della Fondazione BCC/CRA provincia di Vicenza, ovvero Banca del Centroveneto – Longare, BCC Campiglia dei Berici, Banca San Giorgio, Quinto e Valle Agno, BCC Vicentino-Pojana Maggiore, CRA Brendola, hanno organizzato questo evento per celebrare l’Anno Internazio-nale delle Cooperative. “Le cooperative ricordano alla comunità in-ternazionale che è possibile conciliare la pro-duttività economica con la responsabilità so-ciale”, ha affermato Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, e la serata ha voluto fare un omaggio proprio a tale impor-tante evento con un excursus musicale propo-sto dall’Accademia del concerto, formazione orchestrale vicentina sostenuta dalle BCC Vicentine. L’intento dell’Accademia è quello di offrire ai giovani musicisti, espressione del territorio, una opportunità in più per realizzare la loro professionalità: una sorta di coopera-zione musicale. Il concerto è stata l’occasione per effettuare un viaggio nella canzone ame-ricana con il Trio In transito, composto da Emiliano Paterlini – pianoforte, tastiere, Mar-co Gennari – basso, contrabbasso elettrico, Luca Modena – batteria, percussioni, le voci di Davide Zenari, Anna Ussardi e l’orchestra Accademia del Concerto, diretti da Maurizio Fipponi e presentati da Arianna Lorenzetto. Così, il numeroso pubblico presente ha po-tuto apprezzare brani musicali come Theme from New York, New York, September Song, The lady is a tramp, Sandpaper ballet, Fly me to the moon e Strangers in the night solo per citarne alcuni tra i più conosciuti. Molto applaudite le voci senza tempo di Davide Ze-nari, diplomato in canto lirico al conservatorio di Mantova, che ha riportato Frank Sinatra ai giorni nostri e di Anna Ussardi diplomata in canto presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia e presso il Conservatorio “L. Campia-ni” di Mantova. Grande quindi il coinvolgimen-to del pubblico in sala che ha accolto caloro-samente ogni esibizione. A.L.

New York: nell’Anno Internazionale delle Cooperative

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l o n i g o

Di lino zonin

osa sarebbe Monticello di Lo-nigo senza il bar della Mal-gari? Un pugno di case sparse sulla collina attorno alla chiesa

e poco di più. E, a proposito di chiesa, dove andrebbero i fedeli alla domenica mattina, finita la messa? Diritti a casa senza un caffè o un bicchiere di bianco? Ma stiamo scherzando? È chiaro e lampante quindi che la Malgari deve restare al suo posto, il più a lungo possibile e con Pietro e la Isetta dentro.“Eh, noi facciamo il possibile per ac-contentarvi, anche se non siamo più dei ragazzini” sorridono i due interessati, pietro Cazzola e Isetta soldà, sposati dalla bellezza di 55 anni e da una vita titolari del locale.“Sono venuto qui che avevo sette anni e adesso ho passato da un po’ gli ottanta - spiega Pietro, figlio di quella Marghe-rita Malgari che ha impresso in forma indelebile il suo nome al bar di Mon-ticello -. Qualche volta abbiamo anche pensato di mollare ma, come dice lei, questo posto senza di noi non sarebbe più lo stesso”.Sì, perché di luoghi come l’osteria della Malgari si è perso lo stampo e non si sa dove trovarne uno di uguale. Qui si re-spira davvero l’aria di una volta: niente mobili cromati, specchi, musica più o meno rock in diffusione, spriz esotici e happy hours ma un solido bancone di

all’osteria dellaMalgarI

formica, sedie e tavoli in coordinato, nella sala più grande una vecchia cre-denza con le antine di vetro e dentro i bicchieri. Le carenze tecniche sono ampiamente compensate dalla cortesia dei gestori, amici più che baristi, che ti accolgono con un sorriso e ti mettono subito a tuo agio.“La gente che ci viene a trovare ci fa

compagnia e noi siamo sempre contenti quando arriva qualcuno - continua Iset-ta -. D’inverno il lavoro cala un po’ ma con la bella stagione sono in tanti che fanno tappa da noi durante una passeg-giata a piedi o un giro in bicicletta. E poi abbiamo il giro dei clienti fissi che ven-gono quassù da Lonigo e dai dintorni a giocare a carte o a bocce e a prendere un po’ di fresco. Monticello ha un’altra cosa che lo rende speciale: qui non arri-vano le zanzare e si può stare tranquilli all’aperto anche senza fumogeni”.C’è anche un’altra specialità della casa che merita di essere citata: Isetta è un’ottima cuoca e alcuni suoi piatti - come le mitiche tagliatelle con i piselli - meritano almeno una decina di stelle Michelin.“È vero che sono buone ma non esage-riamo! - si schermisce la cuoca - L’attivi-

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tà di ristorante è faticosa e noi non ab-biamo più lo sprint di una volta. Così, quando è stagione, accogliamo qualche compagnia e, su prenotazione, una sera ogni tanto, prepariamo una cena con le specialità della casa. Oltre alle “lasagne coi bisi” mi viene bene anche il baccalà alla vicentina”.Per tutti i motivi sopra ricordati c’è da augurarsi quindi che Pietro e la Isetta restino al loro posto. “Cosa vuole - si commuove lei –. Noi due ci teniamo su l’uno con l’altro. Lui non fa niente sen-za di me e io non faccio niente senza di lui. Finchè abbiamo la salute restiamo qua. Ho piacere che il giornale scriva qualcosa di noi, così la gente si tranquil-lizza: giorni fa è passato un cliente che non vedevamo da tempo e ci ha detto che era venuto quassù per vedere se eravamo ancora vivi…”.

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n seguito alle dimissioni del direttivo della Pro Lonigo, i soci si sono riuniti per eleggere i sosti-tuti. L’assemblea elettiva, non priva di tensioni, è stata presieduta dal

sindaco Giuseppe Boschetto e ha visto la rinuncia dell’ex pre-sidente Maurizio Menti a rican-didarsi. I votanti hanno scelto tra una rosa di ventuno candi-dati i nove membri del nuovo direttivo il quale ha poi nomi-nato alla carica di presidente Giuliano Benetazzo. l.z.

Ipro loco: cambio al vertice

a nuova sede dell’Istituto Commerciale Rosselli è stata inaugurata con una cerimonia cui hanno partecipato le autorità pubbliche, gli studenti e il personale docente e tecnico della scuola. L’inaugurazione si è tenuta alla

Cittadella degli Studi in via san Giovanni: è iniziata nel palaz-zetto dello sport, è proseguita con un convegno nell’auditorium e si è conclusa con taglio del nastro e buffet. La nuova sede è nata dalla ristrutturazione della vecchia sede dell’Istituto agrario. l.z.

Lnuova sede per il rosselli

l Comunale di Lonigo, il 22 novembre è sceso sul palco Alessandro Bergonzoni illuminando la stagione di prosa con una seducente perfor-mance. Nei giochi di parole che lo rendono

unico, ha scaldato il pubblico con battute complici e consapevoli: stai colmo è forse quella che racchiude in due parole il suo messaggio. Perché oggi più che mai ha l’urgenza di spronarci, non solo d’intrattenerci. Riden-do, ridendo, ridendo, con la pancia e con la testa. p.t.

Arisate con la testa

cerchio si chiude con le prestazioni di assistenza domiciliare fornite in siner-gia tra Comune e Ulss”.Il presidente di Villa Serena renzo giannini ha espresso il suo compia-cimento per l’accordo raggiunto sul Centro diurno e ha ringraziato i partner interni ed esterni per la collaborazione prestata.“La struttura di via Fiume – ha prose-guito Giannini – rappresenta un corol-lario ideale alla nostra attività, come luogo di svago per gli anziani che sono in buona salute. Partiremo con gradua-lità, valutando gli interventi migliori da attuare per venire incontro alle esigen-ze degli utenti”.

l o n i g o

Di lino zonin

all’inizio del prossimo anno il Centro diurno di via Fiume avrà dei nuovi responsabili. Dopo due anni di autogestione

il circolo culturale passa sotto il control-lo della Casa di Ripo-so Villa Serena. La convenzione tra le parti interessate è sta-ta sottoscritta nell’uf-ficio del sindaco alla presenza dei respon-sabili del Comune, dei consiglieri di am-ministrazione di Villa Serena e di altri sog-getti sindacali e asso-ciativi interessati alla questione anziani.“L’intesa con Villa Serena – ha commen-tato l’assessore ai servizi sociali franco rebesan – chiude il cerchio dentro il quale vogliamo racchiudere un pac-chetto di iniziative che abbiamo deno-minato “Pianeta della terza età”. Oltre alla gestione del circolo culturale di via Fiume e alla ripresa di tutte le attività ricreative che il centro può fornire, la convenzione prevede altri due servizi: la creazione di un corner farmaceutico che diventerà operativo tramite l’accor-do con una farmacia locale e lo Sportel-lo unico per aiutare l’anziano nel disbri-go delle pratiche burocratiche”.Il Pianeta della terza età si completa con altri tasselli.«Sempre in collaborazione con Villa Serena – ha spiegato l’assessore – pro-segue la consegna dei pasti a domicilio per anziani e disabili, mentre con l’Au-ser abbiamo confermato per i prossimi due anni il servizio di trasporto dei pazienti alle varie sedi ospedaliere. Le organizzazioni sindacali condividono assieme a noi da qualche mese un pro-tocollo d’intesa per il welfare locale. Il

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nasce il pIaneta terza età

ualche mese fa, avevamo raccontato le vicissitudini di una fami-glia leonicena divisa dalla seconda guerra mondiale e immersa in pratiche burocratiche al fine di riportare in Patria i resti mortali del capofamiglia Guido Bernardi, deceduto in un campo di sterminio e

sepolto nel cimitero militare di Francoforte sul Meno. Nel frattempo la mac-china dello Stato si è messa in moto e finalmente la famiglia e la cittadinanza tutta hanno potuto stringersi attorno al militare durante i tre giorni nei quali è stata allestita la camera ardente nel Palazzo del Popolo. A seguire, una com-memorazione funebre nel duomo di Lonigo, domenica quattro novembre, oltre agli onori militari a lui riservati. s.m.

QIl ritorno a casa del soldato

sarà la casa di riposo a gestire il centro diurno

Il direttivo della Casa di Riposo Villa Serena


quentato all’Istutito “Sartori” di Loni-go, settore moda. Poi, dopo la maturità, è venuta la specializzazione al “Secoli” di Padova. Il suo curriculum vanta an-che qualche collaborazione professio-nale come modellista al computer (con il “Cad”) in uno studio di prototipi per grandi marche. Il mestiere dunque non le manca, sapendo percorrere in pro-prio tutto l’iter della moda, dal primo schizzo su un foglio all’abito finito. E ora? “Ho lasciato il negozio per seguire una passione che in questi anni non ho mai abbandonato, anche come pratica, confezionando qualche abito per amici e parenti. Dopo il concorso, ho capito che voglio tentare questa strada profes-sionale sul serio”.

s a r e g o

Di giovanni salviaTi

ino a ottobre era l’edicolante di Mon-ticello di Fara, cono-

sciuta da tutti per questo. Ora ha lasciato il negozio di gior-nali e tabacchi, ed è rimasta una giovane mamma con una macchina taglia-cuci semipro-fessionale in salotto, e un sogno nel cassetto: diventare stilista.Alcuni importanti passi in questa direzione Veruska pieropan li ha già fatti. Quest’estate è stata fina-lista alla quarta edizione del concorso internazionale “Moda d’autore”, orga-nizzata dall’agenzia “Moda show” a Lignano Sabbiadoro. Tre serate di sfila-te con i suoi capi, relizzati interamente da lei, nell’affollata cornice balneare. “Il tutto – spiega con fare semplice e con-creto – a fianco di concorrenti che sono stilisti già affermati, con i loro atelier o che lavorano come modellisti in azien-de di abbigliamento”. La grande voglia di partecipare è sta-ta la molla iniziale, e poi il coinvolgi-

mento si è fatto subito intenso: “In primavera mi sono iscritta al concorso, inviando tre bozzetti su carta. Poi sono stata selezionata per la finale, e in un mese ho dovuto realizzarli su misura per le modelle professioniste che hanno sfilato”.La passione non basta, naturalmente, e infatti la preparazione di Veruska co-mincia alle scuole superiori che ha fre-

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l Teatro Comunale ha ospitato la sesta edizione del Festival del Fantastico, organizzato da Lucio Rossi per Bagnolo Arte. Uno spettacolo diverso dai soliti, che ha visto alternarsi le esibizioni di due maghi con

quelle di acrobati e ginnasti, e che è stato allietato dalle performance del comico di Zelig Paolo Migone. Tra co-riandoli che cadevano dal cielo e applausi del pubblico, l’organizzatore ha ringraziato e ha dato appuntamento alla prossima edizione. l.z.

Ifestival del fantastico

l o n i g oVolontariato: si parte!

s a r e g o

inora sono una decina i seraticensi che si sono proposti come volontari per gli altri cittadini, aderendo alla proposta del Comune. L’invito è comparso sul sito dell’Amministrazione comu-

nale verso metà ottobre, e presenta caratteristiche interes-santi: chi vuole può rendersi disponibile non solo con il proprio tempo libero, ma anche con idee nuove da realiz-zare. In sostanza – spiega l’assessore Marco zordan – in base alle proprie competenze, uno può proporre un pro-getto, che sia utile al bene comune, e poi aiutare a metter-lo in atto. Una proposta interessante è stata quella di un esperto che si rendeva disponibile per aiutare i cittadini a compilare il modulo IMU. Purtroppo però è arrivata tardi per renderla operativa. Vedremo per il prossimo anno. In-tanto a gennaio ci sarà una prima riunione con i volontari per fare il punto e partire con i progetti realizzabili”. g.s.

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sognando la Moda

Corriere Vicentino | 66 | Area Berica Corriere Vicentino | 67 | Area Berica

Di silvia maculan

state passata: un gruppetto di alpini e amici si imbarca per il Kenya, direzione Ndithini, un piccolo villaggio sperdu-

to tra le colline dell’Ithanga, presso una missione, gestita da Suor Nadia Monetti, che aiuta i bambini orfani ammalati e denutriti. Tra questi Marco Mazzetto, alpino del gruppo “U. Masotto” di Noventa.

era la sua prima volta in africa?In realtà la terza, dopo il 2005 e il 2007. Le suore in missione hanno sempre bisogno di aiuto. Quest’anno c’è stato bisogno di costruire un pon-te e non mi sono tirato indietro.un ponte?

ESì, un ponte in ferro e cemento ar-mato, chiamato Ponte delle nuove generazioni. Questo collega le due sponde di un piccolo fiume. Durante la stagione delle piogge però il fiume si gonfia e non dà modo a nessuno di raggiungere la sponda opposta, così i ragazzi sono costretti a incamminarsi per ore per arrivare alla scuola secon-daria (politecnico), che tra l’altro è stata costruita in questi anni. È stato un duro lavoro?

Abbastanza, dalle 7.30 del mattino alle 5.30 di sera. Sei italiani con una de-cina di ope-rai del posto. Siamo riusciti a mettere in piedi in due settimane un

ponte di tredici metri: una soddisfa-zione grandissima. Ci tornerà?Spero già l’anno prossimo. Sembra impossibile ma le situazioni che ve-diamo nei documentari e nei film sono reali e toccano davvero il cuore.

ponte sul futuron o V e n t a

la Casa dell’acqua piace a molti

sportellounICo

passato un anno da quando è stato inaugurato presso il Comune di Noventa Vicen-tina lo Sportello Unico per le

Attività Produttive (S.U.A.P.), con lo scopo fondamentale di semplificare il rapporto e il dialogo tra l’impresa e la pubblica amministrazione. Come ci spiega la responsabile Barna-ba Seraglio, lo sportello unico segue l’imprenditore dall’ideazione alla realizzazione dell’attività: offre infor-mazioni sugli adempimenti attinenti, ne individua le criticità e offre la con-sulenza necessaria. In parole povere gli evita tutto il carico burocratico che fino a poco tempo fa l’imprenditore era costretto a sostenere. Offre, inoltre, delle informazioni utili allo sviluppo delle attività: dalle age-volazioni al marketing territoriale.Soddisfatti di questi primi 12 mesi: le pratiche seguite fino ad oggi, come ci mostra Miriam Dresseno dell’ufficio commercio, sono ben 115. Un caso ogni tre giorni.L’ultima novità dal fronte? La pos-sibilità di effettuare i pagamenti on-line. s.m.

È

L a campagna di sostenibilità ambientale lanciata dall’Assessore Cesare Giacomuzzo lo scorso luglio sta avendo successo. L’ini-ziativa ha avuto seguito anche nei comuni limitrofi e il progetto Casa dell’acqua sta andando sicuramente bene.

“A distanza di cinque mesi dall’inaugurazione ha dato risultati veramente positivi” - spiega l’assessore Mattia Veronese, che continua: “Sotto l’aspet-to sociale alle famiglie è stata data una valida opportunità di risparmio, che ha dato un duplice risultato: risparmiare sul costo dell’acqua potabile ad uso alimentare, rispetto all’acqua confezionata nei supermercati e, non secondariamente, abbassare i costi dei rifiuti gettando meno bottiglie di plastica”. Il costo di un litro d’acqua è di 0,05 euro e se consideriamo il con-sumo medio annuo di un nucleo familiare di tre persone (circa 1000 litri), il costo totale di approviggionamento sarà di soli 50 euro annui, contro gli almeno 300 euro per l’acquisto dell’acqua confezionata. s.m.


la pena evidenziare la nascita di un servizio di pedibus, per accompagna-re a piedi i bambini da casa a scuola e ritorno e la figura del nonno vigile, per gestire il traffico vicino agli isti-tuti scolastici negli orari di entrata e uscita dei ragazzi; nonno vigile age-volato nel suo lavoro dall’eventuale momentanea chiusura al traffico del tratto stradale che porta alle scuole. Unico neo dell’intera iniziativa ri-guarda la scuola di Albettone: il 31 agosto 2013 lascerà l’Istituto Com-prensivo che ad oggi costituisce con Sossano ed entrerà a far parte di quel-lo di Barbarano”.

Di feDerico TosaTo

er iniziativa di silvio bertola e di orietta giacometti, rappre-sentanti del Consiglio d’Istitu-to, anche nel nostro paese sta

per prendere le mosse il Comitato ge-nitori, organo senza fini di lucro che dovrebbe soddisfare esigenze di tipo pratico ed economico, in primis ren-dendo più stretta e fruttuosa la col-laborazione tra le scuole di Sossano e Colloredo e le famiglie. “In un periodo economicamente pro-vato e afflitto dai tagli – ci spiega Ber-tola –, una realtà come quella che pro-

poniamo è ormai necessaria. Quando ad esempio il Comitato presenterà proposte o richieste, queste saranno più facilmente soddisfatte rispetto a quelle che può avanzare, come capita oggi, un singolo genitore che difficil-mente può parlare a nome di altre de-cine e decine di famiglie. La collaborazione tra le realtà am-ministrative e quelle scolastiche è fondamentale per lavorare al meglio, soprattutto quando di mezzo c’è la formazione dei nostri ragazzi; ecco perché ritengo fondamentale poter godere di un Comitato riconosciuto, in grado di riportare a chi di dovere le richieste di ogni famiglia e dei suoi figli. Al riguardo occorre però am-mettere che le amministrazioni sos-sanesi, perlomeno le ultime, sono già

Ppiuttosto attente alle esigenze della scuola e a non far mancare all’occor-renza un aiuto concreto”.Il Comitato, nel quale rientreranno gli attuali rappresentanti dei genito-ri – ben trentatre tra la scuola dell’in-fanzia di Colloredo, la primaria e la secondaria di primo grado di Sossa-no – ma dove anche ogni altro geni-tore avrà diritto di partecipare alle riunioni e di far sentire la propria voce, si sostenterà grazie ai fondi che raccoglierà. A questo proposito ci sono già delle idee: allestimento dei mercatini (specie di libri usati), orga-nizzazione di serate dimostrative di

alcuni prodotti, messa in piedi di rap-presentazioni teatrali e di feste, ven-dita di prodotti alimentari all’interno della scuola. Tra le prime necessità del Comitato, concepito sotto l’egida di Maria Pa-strello – da pochi mesi dirigente sco-lastico dell’Istituto Comprensivo –, vi sarà quella di individuare al suo in-terno alcune figure chiave: un presi-dente e un suo vice, un segretario, un cassiere e ovviamente vari referenti per i singoli plessi. Inoltre sarà prio-ritario redigere e approvare uno sta-tuto, poi da inviare per presa visione al Consiglio di Istituto, al dirigente scolastico e, per conoscenza, anche all’Amministrazione comunale. Tra le maggiori novità che i promo-tori del Comitato pronosticano, vale

I genitori fanno sQuadras o s s a n o

ercoledì 20 febbraio la Biblioteca civica orga-nizzerà un’uscita al Te-

atro Nuovo di Verona. L’occasione è Stand Up Balasso, l’ultimo lavoro che vede impegnato in scena l’atto-re rodigino in una summa dei suoi precedenti spettacoli e che a modo suo fotografa la contemporaneità. Tra elementi comici e sarcastici, la serata si snoderà incessantemente sino ai monologhi conclusivi. Per informazioni e iscrizione – possibi-le solo entro il 10 gennaio – occorre contattare la Biblioteca o l’Ufficio cultura del Comune. f.t.

Mstand up balasso


lo più di lavori a livello naturalisti-co. Gli elementi di arredo sono pochi: solo qualche rara panchina ed un’a-rea di sosta.Per un lungo periodo, tramite delle reti, si sono monitorate tutte le spe-cie animali ed è stata scoperta dai naturalisti anche l’esistenza di una mosca che si può trovare solo all’in-terno dell’habitat orgianese. In questi anni si è provveduto a studiare degli interventi mirati di ripristino dell’e-cosistema originale: nella zona del laghetto, ad esempio, è consentito

ad alcune specie animali (in par-ticolar modo alla biofauna locale

unica, costituita da anfibi ed insetti) di riprodursi. La zona dello Scaranto invece, carat-terizzata dalla presenza dell’acqua e da pareti molto scoscese e buie, po-polate da tantissime piante, è stata dotata di 15-20 batbox, piccole gab-bie dove far nidificare i pipistrelli.

Di silvia maculan

na terra viva, ricca e sug-gestiva come quella dell’a-rea dei Colli Berici merita

di essere conservata, tutelata e riqua-lificata. Questo è lo scopo del proget-to comunitario LIFE Plus Colli Berici

Natura 2000 a cui ha aderito, tra gli altri, anche il Comune di Orgiano, zona in cui sono avvenuti lavori tra i più consistenti. Nei primi mesi del 2012 sono stati fatti alcuni interven-ti di manutenzione straordinaria sui

Usentieri, dedicati alla risagomatura dei canali di scolo e alla creazione di un laghetto. In questa zona, nata nel-le zone limitrofe a via Borgomale, tra la primavera ed oggi, sono state pian-tate ben 20.000 specie di piante dif-ferenti, provenienti da diverse zone del Veneto. Sono piante a rischio di estinzione e tipiche di questo habitat ricreato appositamente. I lavori sono quasi conclusi e ora i naturalisti sono in attesa che le piante possano attec-

chire, crescere e riprodursi. Nella zona collinare vicino alla pol-veriera militare, si sono occupati di ripristinare i sentieri, riqualificando-li. È stato regolato il deflusso delle acque, risistemato il fondo stradale e installata la segnaletica. Si tratta per

20.000 specie dI pIanteo r g i a n o

gli chef di alta ristorazione vicentina Enzo e Imera Gianello e la giovinez-za degli allievi della “Dieffe, Scuo-la di Ristorazione” di Lonigo che si sono occupati del servizio ai tavoli ” ci spiega l’educatrice silvia pillon. Una giornata allegra, dal clima festa-iolo, animata dalla presenza di tante

autorità, che ha reso felici gli ospiti. “Un momento di arricchimento per tutti: dai ragazzi in divisa da cameriere, che hanno po-tuto confrontarsi con gli Chef dell’Alta Ristorazione, agli an-ziani che hanno potuto godere di un momento dal puro piace-re sensoriale” conclude il sin-daco Marco zecchinato.

Di silvia maculan

enù dai piatti della tradizio-ne veneta: dalla panà alla vicentina al baccalà mante-cato; dal flan di radicchio

di Asigliano alla fonduta di patate di Rotzo su trifolata di funghi dell’Alto-piano, e per finire il tortino di man-dorlato di Cologna su salsa calda di Gianduia. Tutti pen-seranno: un nuovo ristorante? E invece è il menù per la Gior-nata dei Sapori dello scorso 14 novembre, organizzata presso la Casa di Riposo San Giuseppe di Orgiano. “Il pranzo e la cena sono i mo-menti centrali della giornata per ogni anziano, densi di signi-

Mficato e di reminiscenze. Il cibo non rappresenta solo nutrimento per il corpo, ma anche convivialità: e quin-di socialità, affettività, condivisione di esperienze e di sapori. Da qui ci è venuta l’idea di unire diversi mondi: gli anziani, le cuoche del San Giusep-pe, la professionalità e creatività de-

un giorno di sorrIsI e saporI


bre hanno fatto recuperare un po’ il peso - sottolinea fabio rigo,

produttore di Mossano -. Ri-spetto agli altri anni però

abbiamo prodotto per ogni quintale raccolto circa 15-16 litri di olio, e questo è decisamente un record”.La Pro Loco di Nanto, dal canto suo, si afferma entu-

siasta del risultato dell’u-liveto sperimentale rispetto

all’anno scorso e lucio penzo, rappresentante dell’Oli.Be.A.

(Olivicoltori Berici Associati) è asso-lutamente positivo: “Siamo all’80% della potenzialità dell’Area Berica e in crescita. La qualità è notevole e sta migliorando di anno in anno. Siamo nella piena fase di produzione e in alcuni olii si possono già pregustare la fragranza e la freschezza: un pro-dotto da presentare ai concorsi nazio-nali. Con varie esperimentazioni nel dosare le diverse varietà, l’olio berico mantiene sempre più una qualità nel tempo. Unica nota dolente: i costi di sussistenza, solo per quest’anno un 10% in più nei costi di imballaggio”.

Di silvia maculan

on l’arrivo dell’inverno si è conclusa la raccolta delle olive. I dati nazionali parla-no di un calo del 5% - 10%

con una produzione inferiore alla media, specie nel Sud (il dato colpi-sce in particolare la Puglia). Ma come è andato questo 2012 per i produttori locali? L’abbiamo chiesto ad alcune aziende che negli anni sono riuscite ad affermarsi per la qualità o la quantità prodotta. “Per noi la stagione è andata bene, come gli anni scorsi - afferma luigi danieli di Villaga, classificatosi al primo posto nella Categoria Amatori della Festa dell’Olio di Barbarano lo scorso aprile -. C’è stato un calo gene-rale, dovuto alle variabili atmosferi-che, che hanno colpito alcune specie di piante. Noi utilizziamo la tradizio-nale varietà “rasara”, una qualità dif-fusa nei nostri colli fin dai tempi più remoti e molto resistente”.Tra le vie dell’olio, nel comune di Barbarano, si trova il frantoio, in fun-zione dal 1963 e gestito da adriano strazzacappa. Unico nel comprenso-rio berico, accoglie le olive provenien-ti dai diversi produttori dell’area: “Si conferma il calo per colpa delle gela-te invernali e della siccità estiva che ci ha colpito e ha accentuato i danni

Cnegli oliveti”. Una produttrice locale, emanuela piron, una milanese che si è trasferita nelle nostre zone dopo aver ereditato alcune terre dai nonni, dichiara: “Ho poche piante e le curo scrupolosamente. Il mio olio è for-mato da un mix: mescolo la qualità autoctona rasara a frantoio, leccino e pendolino e il risultato sembra buo-no. Devo ammettere che sono soddi-sfatta e la stagione è stata positiva”. “La produzione è stata sulla media, considerato che la siccità ci ha colpiti. Fortunatamente le piogge di settem-

olio: teMpo dI bIlanCIa r e a B e r i c a

I draghi rossi si aggiudicano il palioDraghi Rossi della contrada S.S. Redentore si sono aggiu-dicati la 24esima edizione del Palio delle Contrade, tenutasi

a Ponte di Barbarano il 10-11 no-vembre. Nelle 11 competizioni di-sputate, i Rossi hanno ottenuto 38 punti, contro i 34 degli Azzurri, i 28 dei Bianchi e i 26 dei Verdi. Con questa settima vittoria, i Draghi raggiungono in classifica i Bianchi della contrada S. Maria Annunziata e i Verdi della contrada Sant’Antonio. Gli Azzurri della contrada San Pan-crazio, mattatori delle ultime due edizioni del palio, rimangono a quota 3 vittorie. m.m.

I

B a r B a r a n o

La qualità del nostro olio

è notevole e sta migliorando di anno in anno


dell’autostrada a Longare ci siamo imposti come Amministrazione co-munale ed abbiamo alzato la voce: non avrebbero aperto il casello né avrebbero proseguito i lavori senza aver fatto prima le rotatorie. Ecco: abbiamo minacciato di boicottare il tutto.Quando è prevista la conclusione dei lavori?Per la primavera prossima, compati-

bilmente con il tempo atmosferi-co. Ci sarà l’apertura del secon-do tratto della Valdastico Sud e l’inaugurazione delle rotatorie e della bretella di collegamento.

la riviera berica verrà chiusa ?

No, momentaneamente è chiusa via Pila per il primo pezzo della rotato-ria. Sulla Statale i lavori verranno eseguiti in due riprese, con una de-viazione, in modo da non causare problemi ai cittadini.

Di silvia maculan

opo lunghe attese finalmen-te sono iniziati i lavori per la costruzione delle due rota-torie e della bretella di colle-

gamento dell’Autostrada Valdastico Sud alla Riviera Berica. Un discorso iniziato nel lontano 2009 che final-mente si sta concretizzando.“Sono in corso i lavori d’esecuzione

della rotatoria piccola tra via Capitello e via Pila e della rota-toria di innesto tra la Berico Eu-ganea e la Riviera Berica - spiega il sindaco roberto boaria -. Sono incroci molto pericolosi e pur-troppo teatro di incidenti anche mortali. Finalmente anche il traffico verrà di-stribuito.Come avete smosso le acque visto gli enormi ritardi?All’inaugurazione della prima parte

D

finalmente le rotatorIe!

B a r B a r a n o

140 comparse per il presepe viventeitorna, giunto alla quinta edizione, il presepe vivente nella suggestiva cornice na-turale delle grotte di San Donato a Pozzolo di Villaga, luogo che ospitò un com-plesso monastico nel XIII secolo. Sabato 29 e domenica 30 dicembre, dalle 14 alle 17, prenderà vita il presepe, composto da 140 comparse umane, tra cui artigiani

ed esecutori degli antichi mestieri, e da un centinaio di animali. La rappresentazione del-la Natività avverrà secondo la tradizione storico-biblica delle Sacre Scritture e le usanze della realtà berica locale. l.t.

RV i l l a g a

onumento di arredo? Piut-tosto per una funzione pubblica, concreta e di quotidiana utilità: lo scorso

24 novembre è stata inaugurata una nuova fontana presso piazza Bregan-

zato a Ponte di Barbarano che eroga acqua microfiltrata, sia naturale sia gassata. Obiettivo dell’Amministra-zione comunale? Promuovere l’acqua dell’acquedotto pubblico, esaltando-ne le caratteristiche di qualità e sicu-rezza. Con il tempo si ridurranno an-che il consumo e lo smaltimento delle bottiglie di plastica. Il costo? 0,05 al litro. Inoltre, piazzata nel centro del paese, vuole essere un simbolo di tra-dizione e un punto favorevole all’ag-gregazione. s.m.

M

torna lafontana


Il sostegno a distanza è un’esperienza meravigliosa che avvicina e permette di conoscere realtà difficili e distanti, ma proprio per questo ancora più ricche di emozioni. L’aiuto è finalizzato alla salvaguardia del diritto all’infanzia di bambini in stato di abbandono e diffi-coltà. Con il versamento di una quota, saremo in grado concretamente di al-lontanare il piccolo dalla strada e dalla fame, di dargli la possibilità di studiare, di giocare e di vivere protetto e lontano dalla violenza. Ed è possibile veramen-te contribuire a migliorare il futuro di questi piccoli: per loro, sapere che c’è qualcuno che, sebbene lontano, li pen-sa e li aiuta è fonte di gioia e di grande speranza.

Satyagraha propone due tipi di soste-gno: 1. Per i bambini soli in grave stato di bisogno e inseriti nelle case famiglia dell’associazione: sono minori in stato di abbandono, bambini di strada, or-fani, lavoratori o vittime di violenza. Accolti nelle Golden house, le case fa-miglia di Satyagraha, qui sono affidati a personale qualificato, hanno cibo e assistenza medica, frequentano la scuo-la e vestono abiti della cultura indiana.2. Per i bambini di una famiglia povera impossibilitata a prendersi cura di loro. Vivono in capanne, non vanno a scuola e velocemente vengono mandati a la-vorare. L’aiuto permetterebbe loro di rimanere in famiglia, di andare a scuo-la, di avere libri e una divisa scolastica.

Chi siamo: Satyagraha onlus è un’as-sociazione vicentina che si occupa del recupero di bambini di strada, orfani ed emarginati nell’India del Sud, nella città di Nellore, nello stato dell’Andhra Pradesh. “Satyagraha” è un termine sanscrito e significa “La forza della Verità”. L’obiettivo dell’associazione è aiutare i bambini a diventare adulti re-sponsabili e consapevoli affinché, una volta usciti dallo stato di abbandono, comprendano le cause della povertà e siano artefici del miglioramento della propria nazione. Satyagraha ad oggi aiuta, sostiene e protegge, 230 bambi-ni che vivono in case famiglia seguiti da educatrici e da personale ausiliario indiano.

Come fare: tel. 0444 1443638 o 347 4344458 oppure www.sostegnoadistanza.it

Per donazioni liberali è possibile effettuare il versamento a: conto corrente bancario intestato a “Satyagraha onlus”- Banca popolare Etica - filiale di Vicenza, IT 13 E 05018 11800 000000106765.Qualsiasi donazione fatta consente la detrazione d’imposta - se persona fisica - del 19% ai sensi dell’art.13 bis, lettera i-bis, e la deduzione - se impresa- nel limite di 2065,83 euro o del 2% del reddito d’impresa ai sensi dell’art.65, comma 2, lettera c-sexies del D.P.R. 917/86 modificato dal D.Lgs 460/97. Inoltre per il decreto Legge del 14/03/05 n. 35, le erogazioni da persone fisiche o da enti soggetti all’Ires a favore delle onlus sono deducibili dal reddito dell’e-rogante fini al limite del 10% del reddito complessivo dichiarato e, comunque, nella misura massima di 70.000 euro all’anno. Per ottenere la detrazione è sufficiente conservare la ricevuta del pagamento.

Sostieni il loro futuro!


duta dal sindaco ulisse borotto, ha dato inizio ad un piano sicurezza che mira frenare l’escalation di furti veri-ficatisi negli ultimi mesi nella zona. “Sono molto preoccupato – afferma il sindaco – perché abbiamo assistito impotenti a troppa violenza su persone indifese, e per pochi euro. Come previsto dal nostro program-ma elettorale, il ter-ritorio è sufficien-

temente presidiato dalle forze dell’ordi-ne e le autorità stes-

se stanno svolgendo un buon lavoro. Lo testimonia l’episodio avvenuto il giorno 23 novembre, poco prima della mezzanotte, quando sono state fermate alcune persone che avevano appena compiuto un furto all’interno dell’ecocentro comunale situato in Via Ca’ Silvestre e gestito insieme al Comune di Castegnero. Ma a fronte di un fenomeno dilagante, abbiamo

Di manuel manToan

o evidenzia la cronaca locale e lo confermano le statistiche: la criminalità, e in particolare i furti, sono in continuo aumen-

to nel Vicentino. È quanto emerge dall’elaborazione compiuta dal Sole 24 Ore sui dati 2010 e 2011 del mini-stero dell’Interno: nel 2011 vi è stato un incremento di reati pari all’8,1% rispetto all’anno precedente e un au-mento dei furti superiore al 20%. Le cause? C’è chi parla di un fe-nomeno legato alla crisi e chi denuncia inve-ce pene troppo leggere per gli autori di furti; sta di fatto che nel 2012 la situazione non è certo mi-gliorata, come dimostreran-no i bilanci di fine anno. E se lo Stato arriva a tagliare anche i fondi destinati al comparto sicurezza, come denuncia-to più volte dai sindacati delle forze dell’ordine, allora spetta alle ammi-nistrazioni locali mettere in atto ini-ziative per garantire ordine e sicurez-za nel territorio. Con una Delibera di fine novembre, la Giunta comunale di Nanto, presie-

L

scatta il pIano sICurezzan a n t o

deciso di intervenire in maniera più efficace e in Giunta abbiamo delibe-rato una spesa iniziale di 16mila euro per la sicurezza e la prevenzione dei furti”.Il primo intervento prevede l’installa-zione di due telecamere fisse in zona

ecocentro, tea-tro di numerosi furti e danneg-giamenti; altre due telecamere verranno instal-

late al sema-foro di Ponte di Nanto per m o n i t o r a -re le strade provincial i 15 e 247. Infi-ne, altre due t e l e c a m e re verranno si-stemate nel-le piazze di Nanto e Bo-

sco di Nanto. “Questo è solo l’inizio – avverte Bo-rotto – seguiranno altri interventi quando avremo maggiori risorse eco-nomiche da investire. Nel frattempo, ci auguriamo che questo sistema di videosorveglianza possa costituire un valido deterrente all’attività dei malviventi e offrire un buon suppor-to alle forze dell’ordine, al fine di ga-rantire alla popolazione un territorio più tranquillo e sicuro”.

appuntamento con il mercatino di nataleabato 15 e domenica 16 torna in piazza del Sim-posio il mercatino di Natale. Non mancherà il mercatino a chilometri zero con piccolo artigia-

nato, tipicità enogastronomiche e stand di associazio-ni del territorio, ma la grande novità è rappresentata dall’area “Barattomagia”, situata presso la sala Felicità.

Numerose le attività previste, soprattutto per i più gio-vani: laboratori di creatività ispirati al Natale, incontri con illustratrici, mostre, esibizioni artistiche e sportive. Confermato anche il tradizionale appuntamento con il Concerto di Natale tenuto dai ragazzi delle scuole me-die dell’Istituto Comprensivo di Longare. m.m.

S


è necessario allenarsi con i pesi per elasticizzare e rinforzare i muscoli delle spalle e delle braccia. Ci sono poi gli allenamenti di corsa, fonda-mentali per avere una buona respi-razione e mantenere così l’equilibrio psico-fisico durante le gare.È una passione o un lavoro?Una passione, io mi sono diplomata in un istituto professionale alberghie-ro e faccio la cuoca a tempo pieno.hai già iniziato la preparazione in vista della prossima stagione?

No, per il momento non voglio pensare alle competizioni che dovrò affrontare il prossimo anno per difendere i titoli otte-nuti nel 2012. Dopo le feste di Natale ini-zierò la preparazione atletica, ma per il mo-mento voglio solo ri-lassarmi e allentare la tensione accumulata negli ultimi mesi.le olimpiadi?Purtroppo le spe-cialità che pratico io non sono inserite nel programma olimpico,

che invece comprende skeet, trap e double-trap. Alle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro si parla di introdurre in via sperimentale le mie discipline, ma è ancora tutto campato in aria. Per quanto mi riguar-da, voglio comunque dedicare un altro anno al Compak e allo Spor-ting, poi si vedrà.

sport

t i r o a V o l o

Quando il tiro a volosI tInge dI rosa

Di manuel manToan

arli di fucili e d’istinto pensi a cose da uomini, salvo poi sco-prire che le donne non solo sono in grado di imbracciare

un’arma, ma possono vincere Olim-piadi e Mondiali di tiro a volo. In questo 2012 che volge al termine, lo hanno ben dimostrato due giovani donne italiane: Jessica Rossi, venten-ne emiliana medaglia d’oro a Londra, e Martina Maruzzo, 19enne di Nan-to che in agosto, a Chicago, ha vinto il campionato del mondo di Spor-ting nella categoria Lady. Un successo inaspettato, sebbe-ne fin dall’esordio nel 2009 Martina avesse dimostrato di essere un’otti-ma tiratrice nelle specialità Sporting e Compak. Ha vin-to numerosi tito-li in Italia tra cui, quest’anno, il Tri-colore d’Inverno e il Campionato Italiano Individuale nella categoria Lady. È grazie a questi successi che la giovane promessa, che ha avuto il padre come maestro, è entrata nel team nazionale, con la possibilità di disputare i Mondiali. “È stata una soddisfazione grandis-sima – racconta Martina – prima di tutto perché è arrivata nello Spor-ting, che non è la specialità con cui ho iniziato, e poi perché sono riuscita a battere veterane del calibro di Beatriz Laparra Cuenca e Inna Alexandrova.

PPeccato non aver bissato il successo con il Mondiale di Compak di Cipro, dove sia nell’individuale che a squa-dre è arrivato l’argento”.dopo la vittoria, quale è stata la tua più grande soddisfazione?Io ho sempre utilizzato un fucile Be-retta 682 e a seguito del titolo mon-diale ho avuto l’onore di conoscere il titolare di questa storica azienda italiana, Ugo Gussalli Beretta, che mi ha proposto di essere testimonial del loro marchio nella prossima stagione.

Che caratteristiche servono per emergere in questo sport?Sangue freddo, tranquillità e concentrazione durante le gare. Anche la com-ponente fisica fa la differenza: il fucile pesa ed

Corriere Vicentino | 74 | Area Berica Corriere Vicentino | 75 | Sport

portante cornice di pubblico genera-va una tensione quasi palpabile.tanti anni di carriera, tanta gente, compagni, allenatori e presidenti: i migliori?Tra i compagni Michele De Toni, un grande dentro e fuori dal campo, sempre prodigo di consigli. Allenato-ri: Scanavin mi ha lanciato e insegna-to tanto. Presidenti: Mauro Ferraro, una persona seria e coerente.Quanto hai vinto?Ho vinto 6 campionati: uno di prima categoria, tre di Promozione, due di Eccellenza.e la serie d?Mai giocato in serie D! Un rammari-co, certo, ma senza drammi. I moti-vi? Dal rinnovamento degli organici delle squadre nell’affrontare la nuova categoria a incomprensioni con diri-genti poco coerenti.ti piacciono altri sport?Amo seguire un po’ tutto, mi piaccio-no tennis, nuoto e sci, ma la mia pas-sione è il calcio.

Adesso Fochesato prova a vincere il settimo campionato a Marano per conquistare (di nuovo) la serie D, con l’intenzione di non lasciarsela scap-pare, stavolta. E per raccontare anche là a terzini e portieri la leggenda di Ivan il terribile.

Di mirco milan

veva azzeccato il ritorno a Sarego (10 gol in 11 partite, scusate se è poco). Adesso se ne va: Ivan fochesato,

per tutti “il Foche”, ha giocato il 2 dicembre la sua ultima gara in gial-lonero prima di passare alla corte del Marano Al-toVicentino. La capolista dello stesso girone d’Eccellenza dei seraticensi, già seriamente indi-ziata per la pro-mozione in serie D, avrà anche la freccia Fochesa-to nella sua fa-retra.Senz’altro ha la-sciato il segno all’ombra di Vil-la Favorita (ma anche ad Arzignano, Chiampo, Trissino...) questo attac-cante classe 1979 dall’innato fiuto del goal. Se fuori dal campo ha l’aria del bravo ragazzo, sul tappeto verde si trasforma e diventa micidiale. Un’in-sidia continua per le difese e i por-tieri, che al primo errore non lascia scampo. Una punta capace di segna-re in tutti i modi: sinistro, destro, di testa (malgrado la statura non eccel-sa), partecipando alla manovra o fa-cendo tutto da solo, con una velocità d’esecuzione che ha pochi confronti in queste categorie.Ivan, torniamo per un attimo agli esordi.Ho iniziato a 12 anni nel mio pae-se, Priabona, poi San Vito, Thiene e Malo. Qui, dagli Juniores Regionali dove giocavo, sul finire del girone d’andata fui aggregato alla prima squadra, in Promozione. Conclusi la stagione vincendo entrambi i cam-pionati e passando in Eccellenza,

A

dove rimasi tre anni.le altre maglie che hai indossato?Dal Malo, che resta la più importante per il debutto, ho passato Chiampo, San Bonifacio, Ro-mano d’Ezzelino,

Trissino, Arzignano, Sarego, Arzi-chiampo e di nuovo Sarego.la partita che resterà sempre incisa nei tuoi ricordi?Con il Malo, nella finale regionale di Promozione a Vedelago contro il Co-negliano: segnai la mia prima rete in categoria.Il goal più bello?Con il Sarego nella finale regiona-le d’Eccellenza, vinta 2 a 0 contro il Porto Tolle imbattuto da due anni e proveniente da due promozioni con-secutive. Controllo di petto in area e botta al volo di sinistro ad incrociare sul palo lungo. ...e il più importante? Tutti! Se non li avessi fatti non sarei arrivato fin qui.un ricordo particolare.A distanza di anni, i ricordi più inten-si sono legati al clima, all’atmosfera che si creava attorno a partite di car-tello a Cologna Veneta o a Chioggia. Quelli erano campi “caldi” dove l’im-

fochesato VIta da boMberc a l c i o d i l e t t a n t i

Corriere Vicentino | 76 | Sport

io, in nove mesi ha “partorito” il trionfo in Promo-zione e l’avvio in

serie D a tutta ma-netta. Ivan Tosetto sta dimostrando che non è necessario un gran curri-culum per essere vincenti, basta es-sere bravi. Esemplare la splendida affermazione nel derby: Lonigo, con percentuali disastrose nel tiro da fuo-ri, è giunto ad un passo dal baratro, ma l’allenatore biancoceleste ha con-tinuato a girare i suoi uomini fino a far quadrare i conti. Da qui alla serie C ne passa, però…

Di sTefano canola

ambiano le categorie per la leobasket 98 ma non le posi-zioni in classifica. Nello scorso campionato spadroneggiava

in Promozione, ora in serie D. Non siamo ancora al giro di boa, ma 11 giornate qualche indicazione posso-no offrirla. Lonigo ha messo insieme 10 vittorie (di cui una a tavolino) e perso solo sul parquet di Roncade, seria pretendente al successo finale. L’ha spuntata contro formazioni mo-deste ma anche con la Pall. Vicenza 2012, compagine ambiziosa con due stranieri fortissimi.gruppo CoMpatto – Azzecca-te le mosse estive del tandem Niero (presidente) – Rossetto (direttore sportivo). Lasciate andare le prime-donne Gasparri e Bognin, i dirigenti hanno costruito un gruppo forte e

Cmotivato, dove anche chi arrivava da cate-goria superiore fosse tenuto a versare ogni goccia di sudore. Il play Elia Crestani ha la stoffa del leader e si prende le responsabilità. La bat-teria dei lunghi (i nuovi Gionathan Scala e Fabio Consolaro e le conferme Carol Menendez e Alber-to Battocchia) assicura solidità, punti e rotazioni, con il cu-bano ad aggiungere fisicità e duttili-tà. I giocatori di movimento (Andrea Castellan, Ruben Scala, Davide Felis, Junior Framarin) offrono minuti di precisione nella gestione della palla e nel tiro da fuori. Ai rincalzi il compito di farsi trovare sempre pronti.Valore aggIunto – Ad inizio marzo allenava i bambini del viva-

hic sunt leonesB a s k e t

Il play Elia Crestani

Osniel Carol Menendez, col 10

Foto di Mirco Milan

Corriere Vicentino | 76 | Sport Corriere Vicentino | 77 | Sport

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lo svizzero del Vicenza. Ap-prodato in biancorosso per ritornare a grandi livelli. Per Marco Padalino, nato a Lu-

gano l’8 dicembre 1983, il calcio è un destino. Papà Mario, giocatore della Primavera del Torino, gli trasmette la passione per il pallone. E in Svizzera, dove si trasferisce la famiglia (mam-ma Luisa è di Lugano) muove i primi passi nel calcio prima al Rapid fino ai 14 anni, poi selezionato dal Lugano, la squadra più prestigiosa, dove debut-ta in serie B a 16 anni e a 17 in coppa Uefa. “Devo ringraziare il mio allena-tore Morinini, scomparso qualche me fa – racconta Padalino. – Mi ha fatto fare il salto mentale tra il calcio giova-nile e il calcio vero. A mazzate però. Avevo gli incubi. Ma erano altri tempi e mi ha dato tantissimo”. Padalino è un giocatore promettente e quando il Lugano fallisce viene lascia-to libero. Per sei mesi gioca nel Mal-cantone Agno, dove incrocia come al-lenatore Petkovic, ora alla Lazio. E poi approda in Italia, a Catania nel 2005, in panchina c’è Colantuono. “Svizzera-Catania: un impatto tre-mendo – ricorda – ero fuori per la prima volta, così lontano. Mi trovavo bene ma ogni volta che potevo ritor-navo a casa. È stata dura ma anche importante. Quattro partite e un gol il primo anno mi hanno fatto ottenere la riconferma. Nel campionato successi-vo 33 presenze con Sonetti, un grande allenatore. Mi ha aiutato tanto”.e il piacenza decide di investire su padalino.Credevano molto in me. Sono stati anni bellissimi. Con Iachini, bravissi-mo allenatore. Era un Piacenza forte, con Cacia, Nocerino.poi arriva la sampdoria.Altra grande squadra, e pensare che dovevo andare all’Atalanta. Ho ini-ziato subito bene: prima partita in campo al 60’, ho fatto l’assist per il gol. In panchina c’era Mazzarri, altro otti-mo allenatore. Con lui ho ottenuto la Nazionale, sono stato convocato dalla Svizzera per i Mondiali, poi però per tre mesi e mezzo non ho giocato causa infortunio e così ho perso il posto da titolare.

alla sampdoria ha avuto di Carlo, ex biancorosso.Purtroppo è andata male, quell’anno si era innescato un brutto meccani-smo. Forse, se non fossimo stati elemi-nati dalla Champions, la società non avrebbe venduto Cassano e Pazzini. Io ho disputato una sola partita col Chievo ad ottobre e mi sono rotto la caviglia. Sono rientrato a marzo, con-tro il Cesena, la partita che è costata l’esonero a Di Carlo. Un anno da can-cellare.la scorsa stagione però subito promozione in a. ritrovando Iachini.Con Atzori ci stavamo trascinando l’anno della retrocessione, sembrava un tunnel senza uscita. Così la società ha chiamato Iachini. Ha portato la sua esperienza, la sua grinta. Io a gennaio però mi sono infortunato a Padova, strappo di 8 centimetri. Così non ho più giocato. Sono rientrato per i play-off ma facevo ancora fatica. A Vicen-za ora sto bene. Vivo in centro, con la mia compagna Carlotta e mio figlio Gabriel di 3 anni. La città è tranquilla. Giro in bici, porto mio figlio all’asilo. Quando vede un giocatore biondo in tv dice: è papà. Ma allo stadio si ad-dormenta. Il mio primo tifoso? Mio padre.dalla promozione in a con la samp, al Vicenza in b.Pensavo di finire ai Rangers Glasgow. Poi invece è arrivato il Vicenza nei dieci giorni di extramercato concessi dopo il ripescaggio. Non vedevo l’o-ra di giocare. E Vicenza per me è un grandissimo trampolino di lancio, qui si lavora bene. Sarà un anno fonda-mentale per ritornare a buoni livelli e alla serie A.Qualche rammarico?Il mio personale fallimento con la

Sampdoria. Dopo due anni buoni, c’è stato un crollo improvviso. Un po’ di problemi fisici ma anche colpa mia, ho avuto poca costanza e non ho sfrutta-to le occasioni. In pratica mi mancano due anni, c’è un buco da colmare. E poi non essere stato protagonista ai Mondiali con la Svizzera. Ma ho anco-ra tanti anni da giocare.

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