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Corso per la conduzione di generatori di vapore di secondo grado.TRANSCRIPT
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Conduzione dei
generatori di vaporeLezione 8
Corso Avanzatoa cura di Abaco Group s.r.l.
Abaco Group
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Problemi di conduzione
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La Conduzione
Le operazioni di protezione, di osservazione e di
regolazione che il conduttore deve compiere
sono generalmente diverse secondo:
- il tipo di generatore
- il tipo di combustibile adoperato
- Il grado di automazione dell’impianto
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La Conduzione
I principi fondamentali a cui attenersi sono:
a) vigilare sull’efficienza di tutti gli accessori del
generatore, sia di sicurezza, di protezione e di
osservazione che di regolazione. Particolare
attenzione deve essere posta agli accessori
che intervengono raramente e solo in caso di
pericolo.
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La Conduzione
b) Condurre correttamente il fuoco, con eccesso
d’aria ridotto al minimo e d’altra parte in modo
che non vi siano incombusti ed eccessive
emissioni inquinanti.
c) Prevedere le variazioni di richiesta
dell’impianto tenendo conto dell’inerzia
termica del generatore.
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La Conduzione
d) Per ogni variazione di regime, adottare
modalità e tempi adeguati, per non provocare
alle membrature del generatore anormali
sollecitazioni di origine termica o meccanica.
e) Perseguire la massima economia di esercizio.
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Presa in consegna
Azioni preliminari:
• presa visione del libretto matricolare per
conoscere i dati di progetto ed accertarsi che
gli accessori siano quelli descritti nel libretto;
• accertamento della regolarità del generatore e
degli apparecchi a pressione esistenti, con le
verifiche di legge ed eventuali scadenze
successive;
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Presa in consegna
• attenersi alle istruzioni specifiche fornite dal
costruttore in base al tipo di generatore;
• tener giusto conto dei suggerimenti
eventualmente forniti dai precedenti
conduttori.
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Inizio del turno
In caso di più turni il conduttore entrante dovrà
controllare le registrazioni effettuate nel turno
precedente per accertare che non vi siano
anomalie e compiere un’ispezione del
generatore.
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Avviamento
Durante l’avviamento vengono sollecitate in
maniere gravosa le membrature del generatore.
Si deve considerare che:
� il ridotto tiraggio iniziale e le basse
temperature delle membrature lambite dalla
fiamma favoriscono la formazione di
incombusti;
� nel giro dei fumi è maggiore la possibilità di
depositi di fuliggine e di condensati corrosivi;
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Avviamento
� in mancanza di adeguata circolazione
dell’acqua si possono avere all’inizio
disuniformi dilatazioni delle varie membrature.
Se troppo rapide, tali dilatazioni, possono
provocare danni rilevanti o comunque gravi
quali smandrinature di tubi, sgretolamenti di
refrattari, cricche nelle pareti di forte spessore.
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Preparazione del
combustibile
Prima dell’accensione il conduttore deve
controllare e rimuovere eventuali depositi
carboniosi formatisi attorno alla bocca del
bruciatore, per cattiva combustione, verificando
in tal caso l’integrità dell’ugello e del deflettore
dell’aria comburente.
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Lavaggio della camera
di combustione
Accertato che non vi siano perdite di
combustibile, è necessario far attraversare il
percorso dei fumi da sola aria, per almeno 5
minuti, ad eliminare eventuali miscele aria-
combustibile potenzialmente esplosive.
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Accensione
Essendo la fase in cui avviene il maggior numero
di incidenti e avarie è necessario prestare la
massima attenzione.
• Nel caso di bruciatori automatici la sequenza di
accensione viene realizzata automaticamente.
• Nel caso di generatori a più bruciatori, questi
vanno accesi uno alla volta, usando per
ciascuno le proprie apparecchiature di
accensione.
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Dall’accensione alla
messa a regimeIn questa fase il conduttore deve controllare tutti i
dispositivi di sicurezza e di regolazione che non
possono essere verificati a freddo, tra cui:
- Rivelatore di fiamma
- Indicatori di livello
- Spurghi
- Chiusura e controllo valvola di scarico
- Manometro
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Funzionamento a
regime
Quando la pressione raggiunge il valore minimo
desiderato si potrà aprire, molto lentamente, la
valvola di mandata, prendendo accordi con i
reparti perché la presa di carico sia graduale.
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Funzionamento a
regime
In questa fase si dovrà regolare il volume di fuoco,
in modo che la pressione del vapore resti
costante, adeguando la portata dell’aria
comburente e del combustibile in modo da
mantenere il voluto eccesso d’aria.
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Regolazione della fiamma
Le operazioni da effettuarsi per la regolazione
della fiamma variano secondo il tipo di
combustibile e secondo il tipo di tiraggio; in ogni
caso si dovrà comunque cercare di utilizzare il
minor eccesso d’aria possibile, senza che peraltro
si abbiano formazioni di incombusti.
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Regolazione della fiammaTiraggio aspirato
Nel caso di tiraggio aspirato la regolazione della
combustione si effettuerà agendo sul tiraggio,
variando l’apertura dell’apposita serranda alla
base del camino.
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Regolazione della fiammaTiraggio aspirato
Nel caso di tiraggio aspirato con aria primaria
soffiata, la regolazione è più complessa; la
depressione necessaria in camera di combustione
è minore, tuttavia dovrà essere regolata
opportunamente in quanto l’aria primaria non è
sufficiente.
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Regolazione della fiammaTiraggio equilibrato
Nel caso di tiraggio equilibrato la regolazione è più
semplice in quanto tutta l’aria comburente, non
solo quella primaria, è soffiata.
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Regolazione della fiammaTiraggio soffiato
Nel caso di tiraggio soffiato, ossia nelle caldaie
pressurizzate, la regolazione è ancora più
semplice in quanto si deve agire solo sulle
serrande dell’aria comburente.
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Regolazione della fiammaCombustione a metano
Nella combustione a metano, la fiamma guardata
nello sfondo di una parete non rovente, deve
essere:
� azzurra trasparente, se a premiscelazione;
� con riflessi gialli rossastri se di tipo a diffusione.
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Regolazione della fiammaCombustione a metano
Con bruciatori a gas è molto importante seguire le
disposizioni del costruttore del bruciatore circa le
pressioni necessarie ed i limiti massimi e minimi,
cercando di evitare fluttuazioni di fiamma con
pericoli di spegnimento.
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Degradazione delle
caratteristiche strutturali
Tutte le apparecchiature o membrature sono
costituite da più elementi, e sono progettate per
sopportare determinate sollecitazioni che si
possono raggruppare in due categorie:
• ambientali;
• operative.
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Degradazione delle
caratteristiche strutturali
Le sollecitazioni ambientali (agenti atmosferici,
radiazioni termiche, vibrazioni ecc.) si
manifestano parte ad unità inattive parte con le
unità un funzionamento.
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Degradazione delle
caratteristiche strutturali
Le sollecitazioni operative sono gli sforzi ed
azioni degradanti connesse con le caratteristiche
del processo.
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Degradazione delle
caratteristiche strutturali
Per degradazione si intende una modifica della
struttura del materiale connessa con le condizioni
di lavoro e di ambiente in cui la struttura del
materiale viene a trovarsi.
Abaco Group
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Degradazione delle
caratteristiche strutturali
La degradazione può avvenire ad un ritmo
normale o ad un ritmo più accelerato che
evidenzia allora fenomeni di precocità derivanti
da condizioni di esercizio del tutto anomale.
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DegradazioneAzione della Temperatura
La temperatura tende a degradare il materiale
attraverso:
- dilatazione termica
- scorrimento a caldo
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DegradazioneAzione della Temperatura
Dilatazione termica
Ogni materiale riscaldandosi dà luogo a spinte e
contrazioni in fase di raffreddamento. In caso di
geometrie complesse, la distribuzione
disuniforme dà luogo a dilatazioni impedite ed
elevate sollecitazioni che possono dar luogo a
deformazioni permanenti o rotture.
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DegradazioneAzione della Temperatura
Scorrimento a caldo
Gli acciai sollecitati a caldo subiscono una lenta
deformazione plastica funzione del tempo della
sollecitazione e della temperatura, che accelera
all’approssimarsi della rottura.
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DegradazioneAzione chimica
L’aumento della temperatura generalmente
accelera le reazioni chimiche che possono aver
luogo nella zona di contatto tra fluido e parete di
scambio termico, innescando reazioni a carattere
corrosivo.
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DegradazioneAzione dei fluidi
L’azione dei fluidi che trasportano calore si
esplica sotto forma di corrosione, erosione,
erosione-corrosione, tensiocorrosione,
corrosione a fatica, incrostazioni, insudiciamenti
e depositi.
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DegradazioneAzione dei fluidi
Le corrosioni se allineate o ravvicinate
indeboliscono notevolmente la struttura fino al
collasso. Esse si dicono:
- vaiolature, se piccole e superficiali;
- pustole, se profonde.
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DegradazioneAzioni meccaniche
Altre azioni meccaniche sono:
- Saldature
- Vibrazioni
- Lubrificazione
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Corrosione lato vapore
Le varie parti di un impianto di produzione vapore
sono soggette a diverse condizioni di
- Fase
- Pressione
- Temperatura dell’acqua
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Corrosione lato vapore
Le superfici metalliche interessate sono
generalmente a base di
- Ferro (acciaio al carbonio più o meno legato;
materiale più diffuso)
- Rame
- Alluminio
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Corrosione lato vapore
Il meccanismo del fenomeno corrosivo è regolato
da complesse leggi chimiche.
La sua evoluzione nel tempo dipende dalle
condizioni ambientali e dalla natura dei prodotti
della corrosione (per il ferro principalmente
magnetite F3O4).
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Corrosione lato vapore
Lo strato di magnetite, se compatto ed aderente,
arresta il fenomeno di corrosione.
Salvo nelle zone a bassa temperatura, dove le
condizioni non sono favorevoli alla sua
formazione, la difesa della corrosione lato acqua
degli impianti è legata alle caratteristiche
protettive dello strato di magnetite.
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Corrosione lato vapore
Le condizioni ostili alla formazione dello strato di
magnetite sono:
• presenza di scaglie di laminazione o di ruggine
o di grani di superficie;
• eccessiva alcalinità.
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Corrosione lato vapore
Sollecitazioni termiche o meccaniche possono
indebolire localmente lo strato (pitting) e
costituire la zona catodica di una pila di
corrosione, particolarmente perforante.
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Corrosione lato vapore
Fattori fondamentali sono:
• Influenza delle caratteristiche dell’acqua di
alimentazione
• Pitting precedente
• Fragilità caustica
• Trascinamento del vapore di sali
• Presenza di acqua, ossigeno e anidride
carbonica nel condensato.
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Corrosione lato fumi
La maggior parte dei fenomeni di corrosione lato
fumi si verifica sotto i depositi che si formano per
effetto dei componenti dei combustibili trasportati
dai gas prodotti dalla combustione.
Questi, insieme ai materiali inorganici, danno
luogo a depositi in relazione a tipo e
composizione del combustibile.
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Corrosione lato fumi
Per uno stesso tipo di combustibile nelle varie
parti del generatore si hanno depositi di
costituzione differente in dipendenza di:
• Temperatura
• Velocità dei gas
• Variazioni di direzione
• ecc.
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Corrosione lato fumi
La costituzione chimica e fisica dei depositi e la
loro temperatura influenzano il modello e la
velocità della corrosione, che può essere di due
tipi:
• ad elevata temperatura o non acquosa
• a bassa temperatura o acquosa
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Corrosione lato fumiAd elevata temperatura
Se i componenti del generatore sono a
temperatura superiore alla temperatura di
rugiada dei gas che li lambiscono, si parla di
corrosione ad elevata temperatura.
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Corrosione lato fumiAd elevata temperatura
Sulle superfici lato fumi soggette ad elevata
temperatura si verificano fenomeni di
ossidazione del metallo, che trovano origine nella
elevata diffusione degli ioni presenti nei fumi
negli ossidi superficiali.
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Corrosione lato fumiAd elevata temperatura
I principali tipi di alterazioni sono:
� Assottigliamento
� Corrosione
� Fatica termica
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50
Corrosione lato fumiAd elevata temperatura
L’assottigliamento si manifesta con una
diminuzione continua ed omogenea dello
spessore dei tubi, i quali si ricoprono di uno
strato di ossido, al di sotto del quale il metallo
mostra una superficie abbastanza uniforme.
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Corrosione lato fumiAd elevata temperatura
La corrosione vera e propria, per effetto della
quale i tubi si presentano rivestiti di ossido e di
prodotti della corrosione, al di sotto dei quali la
superficie del metallo presenta alterazioni
profonde ed attacchi localizzati con spessore
fortemente diminuito.
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52
Corrosione lato fumiAd elevata temperatura
Altro tipo di alterazione, non connessa alla
diminuzione di spessore, viene individuata nella
fatica termica che si manifesta sotto forma di
cricche trasversali aventi origine all’interno dei
tubi e localizzate nella parte interna dei tubi.
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Corrosione lato fumiAd elevata temperatura
La più efficacie difesa dalla corrosione lato fumi
nelle zone ad alta temperatura si ottiene
principalmente con un opportuna scelta dei
materiali.
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Corrosione lato fumiA bassa temperatura
Se i componenti del generatore sono a
temperatura inferiore alla temperatura di rugiada
dei gas che li lambiscono, si parla di corrosione a
bassa temperatura.
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Corrosione lato fumiA bassa temperatura
Il fenomeno deriva dalla condensazione, sulle
superfici meccaniche, dei fumi contenenti
depositi di varia natura, con conseguente
formazione di depositi umidi.
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Corrosione lato fumiA bassa temperatura
I depositi umidi danno luogo a violente pile di
corrosione, la cui azione è fortemente accelerata
dalla presenza di agenti depolarizzatori.
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Corrosione lato fumiA bassa temperatura
Il punto di rugiada dell’acqua pura è solitamente
di circa 45°C. La presenza nei fumi di SO3 e HCl
aumenta il punto di rugiada dei fumi che perciò
condensano a temperatura maggiore.
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Corrosione lato fumiA bassa temperatura
La situazione è notevolmente complicata dalla
presenza di sottilissime particelle allo stato solido
che, depositandosi sulla superficie, permettono
l’assorbimento fisico dell’umidità contenente
H2SO4 e HCl e ne assicurano la permanenza.
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Corrosione lato fumiA bassa temperatura
La più efficacie difesa dalla corrosione lato fumi
nelle zone a bassa temperatura si ottiene
mediante provvedimenti di natura tecnologica e
chimica.
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Corrosione lato fumiA bassa temperatura
Tra i provvedimenti di natura tecnologica si hanno:
• Adozione di materiali resistenti
• Innalzamento della temperatura di rugiada dei fumi
• Bypass di aria fredda
• Ricircolazione d’aria calda
• Ricircolazione dei gas e flusso combinato dei gas e
dell’aria per generatori di elevata potenza
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Corrosione lato fumiA bassa temperatura
Tra i provvedimenti da adottare si hanno:
• In sede di esercizio il funzionamento del generatore
al mimino eccesso d’aria
• In sede di manutenzione il lavaggio periodico delle
zone a bassa temperatura
• Interventi con additivi chimici
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