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CORSO DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

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Analisi costi-beneficiL'analisi costi-benefici (cost-benefit analysis), in microeconomia, economia pubblica ed economiaindustriale, indica genericamente l'insieme delle tecniche di valutazione dei progetti di investimentobasate sulla misurazione e la comparazione di tutti i costi e i benefici direttamente e indirettamentericollegabili agli stessi.

L'analisi viene condotta in genere riportando ogni unità di input in unità di costi elementari e ogniunità di output in unità di benefici elementari.

Ad ognuna di queste unità si tenta poi di dare un valore quanto il più possibile oggettivo,rendendolo in tal modo misurabile e confrontabile.

Il costo totale, di conseguenza, è la somma dei valori delle singole unità di costi elementari, mentreil beneficio totale è, analogamente, la somma dei valori delle singole unità di benefici elementari.

È possibile, con questo sistema, valutare sia benefici che costi diretti che indiretti.

Per aver risultati affidabili, è importante circoscrivere in modo quanto più possibile realistico leunità dei benefici e dei costi elementari e valutare queste unità utilizzando prezzi il più possibileoggettivi.

L'idea alla base del metodo è quella di un'analisi comparata dei vantaggi, in termini dimiglioramenti del benessere collettivo, e dei costi, in termini di prezzi ombra delle risorse,relativi alle diverse alternative di progetto o ai diversi possibili interventi pubblici, siano essiprogetti di investimento o generica attività di regolazione normativa.

Fasi e aspetti critici dell'analisi costi-benefici

Le diverse fasi logiche dell'analisi costi-benefici possono essere così individuate:

1. Delimitazione dell'ambito di analisi – vanno qui delimitati l'area e l'arco temporale deglieffetti rilevanti del progetto da valutare. In questa fase devono avvenire la correttadelimitazione di:

1. ambito geografico;2. gruppi di riferimento rilevanti ai fini dell’analisi, ovvero i soggetti in relazione ai

quali il valutatore è chiamato a calcolare i benefici netti;3. arco temporale di riferimento – nei progetti i cui effetti si snodano in un arco

temporale abbastanza lungo solitamente si distinguono due fasi: una fase diassestamento ed una di entrata a regime;

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2. Individuazione di benefici e costi netti dell'intervento – in tale fase vanno individuati tuttigli effetti che si prevede l'intervento produrrà in ogni periodo, sia in termini di risorseconsumate nella sua realizzazione, sia in termini di effetti positivi e negativi derivanti dallostesso, in maniera diretta e indiretta:

1. fissazione delle unità fisiche di misura – per ciascuna tipologia di costo e beneficioindividuata in termini fisici va fissata un'unità di misura;

2. previsione quantitativa dei costi e dei benefici – vanno fatte previsioni quantitative diogni voce in relazione ad ogni periodo;

3. monetizzazione di costi e benefici – va determinato il valore unitario di ciascunavoce in ciascun periodo, attraverso il riferimento ai prezzi di mercato o ai prezzi-ombra laddove il mercato sia imperfetto o non vi sia mercato per il bene da valutare;successivamente vanno moltiplicati i prezzi per le quantità previste per ottenere ivalori aggregati;

3. sconto intertemporale – il valore dei benefici netti così calcolati per ogni periodo vannoattualizzati adottando un tasso di sconto;

4. analisi di sensibilità – data l'incertezza di alcune previsioni, è possibile costruire scenariipotetici alternativi per le diverse variabili in cui calcolare gli eventuali cambiamenti neirisultati della valutazione.

La monetizzazione di benefici e costi

Una volta individuati gli effetti dell'intervento, positivi e negativi, diretti e indiretti, occorreesprimerli in una qualche unità di misura omogenea per permetterne l'aggregazione.

Nell'analisi costi-benefici questo è fatto attraverso la loro monetizzazione, cioè il calcolo del lorovalore monetario.

Questa pretesa di "voler mettere un prezzo su ogni cosa", anche a "beni di valore assoluto (la vita,l'incolumità, la salute, l'ambiente naturale) che non hanno un prezzo di mercato, è anche uno degliaspetti controversi, dei limiti della metodologia.

Per la monetizzazione dei benefici il ricorso è in via privilegiata al principio della Disponibilità APagare (DAP), come si concretizza nel prezzo di mercato, nei limiti in cui questo esista e sia nondistorto; oppure, in via subordinata, attraverso il riferimento al sistema di preferenze deiconsumatori, rilevato in modo diretto o desunto dai loro comportamenti (metodo indiretto).

Anche il valore delle risorse spese nell'attuazione viene monetizzato in via principale attraverso ilriferimento ai prezzi di mercato.

Laddove tuttavia questi siano distorti – ad es. per la presenza di indivisibilità dei beni, esternalità,barriere all'entrata nei mercati, informazione imperfetta, tasse e sussidi pubblici, regolamentazionipubbliche, ecc. – la monetizzazione avviene attraverso il riferimento ai prezzi ombra.

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CORSO DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

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Disponibilità A Pagare (DAP) e Disponibilità Ad Accettare (DAA)

Si immagini che l'effetto di una determinata politica pubblica sia la diminuzione del prezzo di unbene.

La Disponibilità A Pagare (DAP) ex-post di un individuo è la somma massima che l'individuoriterrebbe giusto pagare per un ritorno alla situazione ante intervento dopo che la politica ha giàprodotto i suoi effetti.

La sua Disponibilità Ad Accettare (DAA) ex-ante è la somma massima che sarebbe disposto adaccettare in sostituzione della politica.

La prima è limitata superiormente dall'ammontare massimo di risorse a disposizione dell'individuo,la seconda, almeno teoricamente, non conosce limiti.

Distorsioni di mercato e prezzi-ombra

Nell'ipotesi in cui i mercati fossero:

competitivi: nessuno di coloro che prendono parte agli scambi riuscisse ad influenzareindividualmente il prezzo;

non distorti: ad es., da tasse, sussidi o regolamenti pubblici; completi: tutto ciò che contribuisce al benessere economico fosse oggetto di transazione di

mercato;

sulla base della teoria economia standard i prezzi di mercato misurerebbero accuratamente ibenefici e i costi sociali, e, poiché gli agenti economici tendono alla massimizzazione del profitto edell'utilità, ogni risorsa scarsa sarebbe utilizzata in modo tale da massimizzare il valore generato.

In tal caso, laddove venissero misurati nella stessa unità di misura, prezzi ombra e prezzi di mercatodelle risorse coinciderebbero.

Data la possibilità più che reale che una o più delle precedenti condizioni non risulti soddisfatta, iprezzi di mercato dei beni possono non essere una misura accurata dei loro costi e beneficimarginali.

In tal caso l'analisi costi-benefici tende a "correggere" i prezzi di mercato ricorrendo ai prezziombra.

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Esempi di curve di domanda e offerta aggregata

La curva di domanda ci dice, in relazione ad ogni quantità, qual è la disponibilità a pagare almargine per il bene.

Analogamente, la curva di offerta ci informa sul costo marginale della produzione incorrispondenza di ciascun livello di output.

In base alla teoria microeconomica standard, nei mercati competitivi la coppia prezzo-quantità delbene che viene così a stabilirsi sarà quella in corrispondenza della quale i due valori sono uguali (lacoppia ordinata Qe,pe nell'esempio in figura), e il valore di equilibrio sarà a sua volta uguale aquello ottenibile in impieghi alternativi delle risorse, cioè al costo opportunità (prezzo ombra) dellerisorse impiegate.

In caso di imperfezioni di mercato, ipotizzando che, nonostante la coppia prezzo-quantità osservatanon sia quella in corrispondenza della quale risultano uguali benefici e costi marginali, sianocomunque individuabili delle curve aggregate di domanda e di offerta, attraverso l'approccio deiprezzi-ombra il prezzo viene corretto per misurare i benefici o i costi marginali associati allaquantità osservata. Infatti, come mostrato nell'esempio in Figura, laddove la quantità scambiata sulmercato risulti Q' < Qe, il beneficio marginale (p") sarà maggiore del costo marginale (p'), eviceversa nel caso in cui sia Q" > Qe, e comunque in generale i due non coincideranno.

La pricing rule

Occorre dunque una regola (pricing rule) per scegliere quale delle due curve, tra domanda e offerta,utilizzare.

In generale, laddove si tratti di valutare un beneficio derivante dal progetto o comunque unoutput dello stesso, la norma sarà quella di valutare la disponibilità a pagare, e quindi la curva a cuiriferirsi sarà quella di domanda aggregata; viceversa, nel caso in cui si tratta di valutare unarisorsa impiegata o più in generale un input del progetto, il riferimento normale sarà al costo-opportunità della risorsa e quindi dovrà guardarsi alla curva di offerta.

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Le tasse e i sussidi

La presenza di tasse e sussidi pubblici è poi un ulteriore elemento di disturbo di cui va tenuto conto.La regola generale in questo caso è quella di valutare al lordo delle tasse e al netto dei sussidi iprezzi misurati sulla base della curva di domanda, e questo perché la disponibilità a pagare vavalutata per l'acquirente al valore che di fatto questi è disposto a corrispondere.

Viceversa è nel caso in cui il prezzo ombra vada misurato in base alla curva di offerta, perché quiconta il costo "non distorto" del bene, e non quello che risulta dall'intervento pubblico di correzionedel mercato.

Così, ad esempio, se il prezzo di un pannello solare è di 700 euro, esclusa l'IVA che è pari al 20%,la disponibilità a pagare di chi acquista il pannello è di 840 euro. Se poi sono previsti sgravi fiscalidallo Stato pari a 200 euro per ogni pannello acquistato, la DAP sarà di 640 euro.

- Un altro esempio può riguardare il calcolo del prezzo ombra del lavoro impiegato in unprogetto laddove si ritenga che, dato il tasso di disoccupazione particolarmente basso, ilavoratori impiegati siano di fatto risorse distratte da un precedente impiego.

In tal caso il salario rilevante è quello ante-imposte, perché non rileva quanto di fattopercepito dal lavoratore, ma qual è il costo complessivo che il precedente datore di lavoroera disposto ad affrontare per impiegare il lavoratore.

- Discorso inverso vale nel caso in cui il prezzo ombra del lavoro sia calcolato sulla base dellacurva di offerta.

Nel caso, ad esempio, in cui si ritenga che i lavoratori da impiegare nel progetto siano difatto senza occupazione, il prezzo ombra sarà pari al salario individuato dalla curva diofferta di lavoro corrispondente al livello di occupazione effettivo nel sistema. Se ilavoratori disoccupati percepiscono un sussidio statale, questo va incluso nel calcolo delcosto opportunità. Così, supponendo che i disoccupati siano disposti a rinunciare a 3 eurol'ora per rimanere senza occupazione e percepiscano per il fatto di essere senza occupazioneun sussidio di 1 euro l'ora, il costo-opportunità di lavorare sarà pari a 4 euro.

Nel caso ipotetico in cui, invece del sussidio, vi fosse una "tassa di disoccupazione" dellostesso ammontare, il costo di lavorare per l'individuo scenderebbe a 2 euro (3 euro di costo-opportunità per il tempo libero perso meno 1 euro di tasse risparmiate).

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La valutazione dei beni non scambiati sul mercato

Per l'identificazione dei prezzi-ombra dei beni è necessario individuare delle curve aggregate didomanda e di offerta.

La determinazione di tali curve può essere ricavata nel caso in cui esista un qualche mercato, ancheimperfetto, per il bene.

Ma vi sono casi in cui, dati i particolari caratteri del bene in questione o particolari assettiistituzionali, non è rinvenibile alcun mercato di riferimento, o almeno, nessun mercato in cuiavvengano transazioni riguardanti tutti i molteplici aspetti del bene.

Casi classici in tal senso sono quelli dei beni cosiddetti intangibili: ambiente, salute, tempo e vita;ma rientrano in questa categoria tutti i beni pubblici in senso economico, puri e impuri, beni cioènon escludibili o non rivali nel consumo.

In tali casi si ricorre ad alcuni metodi per ricostruire il sistema di preferenze dei consumatori estimarne la Disponibilità A Pagare al fine di monetizzare i benefici.

Tali metodi possono essere classificati in diretti e indiretti.

Nei primi, anche detti approcci basati sulle preferenze dichiarate, la DAP è stimata in modo direttoattraverso l'utilizzo di indagini campionarie, esperimenti o mercati simulati.

Nei secondi, anche detti approcci basati sulle preferenze rivelate, la DAP è dedotta daicomportamenti degli individui.

Metodi diretti

I cosiddetti metodi diretti o approcci basati sulle preferenze dichiarate ricavano la stima della DAP"direttamente dagli individui attraverso indagini campionarie, esperimenti o mercati simulati".

Tra i metodi diretti, il più diffuso è la valutazione contingente, così chiamata perché il valore vienestimato in maniera "contingente" entro uno scenario simulato, in cui la stima è basata su indaginicampionarie svolte sotto forma di questionari, referendum o aste, secondo specifiche modalità.

Valutazione contingente e modalità di svolgimento principali

- Open-ended method

Agli individui viene chiesto direttamente l'ammontare monetario massimo che sarebbero disposti apagare per il bene (DAP) (o ad accettare per il male (DAA)), senza alcun suggerimento.

Le caratteristiche del bene (male) e la situazione, compresa l'eventuale modalità di pagamento,vanno descritte con precisione.

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Poiché può facilmente condurre a stime inverosimili da parte degli intervistati, tale metodo risultageneralmente utilizzato esclusivamente ad integrazione di altri.

- Scelte dicotomiche (Referendum)

Agli intervistati del campione vengono imposte scelte dicotomiche, proponendo offerte del tipoprendere o lasciare.

Per ogni somma, l'analista calcola poi la frequenza relativa e, con riferimento alle diverse sommeofferte, la distribuzione di frequenza campionaria.

Da questa si ricava poi la curva di domanda dell'individuo medio.

Tale modalità supera i problemi propri dell'open-ended method, derivanti dalla difficoltà perl'intervistato di stima iniziale del bene.

- Aste

Si simula una vera e propria asta in cui, dopo aver descritto il bene e partendo da un prezzo inizialesuggerito dall'intervistatore, il prezzo stesso viene modificato iterativamente sulla base dell'accetta-zione o rifiuto dell'intervistato, fino a stabilire il prezzo massimo che quest'ultimo è disposto apagare per aggiudicarsi il bene.

Il principale difetto consiste nella possibilità che l'interazione con l'intervistatore influenzi inqualche modo il soggetto.

- Carte di pagamento

Sono previste due versioni di questo metodo:

nelle carte di pagamento con tax prices l'intervistatore chiede di esprimere la disponibilità apagare per un certo bene dopo aver presentato una "tabella delle tasse pagate, incorrispondenza degli stessi scaglioni di reddito degli intervistati, per un bene diverso daquello oggetto di valutazione";

nelle carte di pagamento con range di prezzi viene "descritta una modifica nellecaratteristiche del bene [...] fornendo, poi, una carta che riporta contemporaneamente tutti ivalori monetari che il bene può assumere. Infine si chiede all'intervistato quanto è disposto aspendere per ottenere quella modifica"

Limiti della valutazione contingente e metodi alternativi

La rilevazione diretta delle preferenze attraverso valutazione contingente può generare una serie dibias (errore sistematico). I principali sono:

bias di mercato ipotetico: poiché non si tratta di un mercato reale, non vi sono incentivi talida evitare risposte compiacenti o sovrastime da parte degli intervistati;

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bias strategico: se gli intervistati credono che il loro responso potrà incidere sulladeterminazione delle tariffe o delle spese di fatto praticate possono sovra o sottostimare laloro reale disponibilità a pagare;

bias di inclusione: nel caso dei beni intangibili, a volte gli individui possono non essere ingrado di distinguere adeguatamente le quantità e riconoscere i beni inclusi in altri beni.

bias di design: il modo in cui le informazioni sono presentate può influenzare le risposte difatto fornite.

Metodi indiretti

Nei metodi indiretti la disponibilità a pagare per il bene è dedotta dai comportamenti degliindividui.

Due sono sostanzialmente le tecniche di stima indiretta:

il metodo dei costi di viaggio; il metodo dei prezzi edonici.

Metodo dei costi di viaggio (Travel cost)

Il metodo dei costi di viaggio (in inglese travel cost method) è un metodo indiretto, sulla basedell'approccio delle preferenze rivelate, di valutazione del patrimonio ambientale, storico oculturale.

Il metodo utilizza strumentalmente le informazioni raccolte sulla frequenza di visita delle persone aun certo sito e i costi totali affrontati dalle stesse per raggiungerlo (costi di viaggio, pernottamenti,eventuale prezzo d'ingresso, costi opportunità del tempo speso...), al fine di calcolare la curva didomanda dei servizi forniti dal sito stesso e i benefici derivanti dalla sua esistenza.

L'idea di fondo è la seguente. Supponendo che le persone abbiano le stesse preferenze, lo stessoreddito e il prezzo degli altri beni sia per tutti lo stesso, la loro curva di domanda di servizi ricreativiforniti dal sito coinciderà.

Quindi, specificata una forma funzionale che si adatti bene alle coppie di osservazioni costiaffrontati-frequenza di visita, può stimarsi la funzione di domanda individuale.

Questa poi può essere utilizzata per calcolare il surplus di ciascun individuo.

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Il surplus (o rendita) del consumatore è la differenza positiva fra il prezzo che un individuo èdisposto a pagare per ricevere un determinato bene o servizio e il prezzo di mercato dello stessobene. Il massimo che un consumatore è disposto a pagare viene detto "prezzo di riserva".

Con riferimento all'intero mercato, per estensione, si chiama surplus del consumatore la sommatotale dei surplus individuali.

In generale, la domanda di un bene diminuisce all'aumentare del prezzo (fanno eccezione i beni adelasticità nulla e i beni di Giffen). La curva di domanda ha quindi un andamento decrescente.

Surplus del consumatore

La curva di offerta ha invece un andamento crescente, in quanto un aumento del prezzo induce unaumento dell'offerta.

Rappresentando le due curve con due rette, come nella figura, domanda e offerta si incontrano nelpunto E. A sinistra di tale punto, il consumatore è disposto a pagare il prezzo per la primaquantità del bene, poi prezzi via via minori per quantità successive. Finché la curva di domanda sitrova sopra quella di offerta, il consumatore è disposto a pagare un prezzo superiore a quello offertodall'impresa; l'impresa quindi aumenta la sua offerta, chiedendo un prezzo via via più alto, fino adoffrire la quantità al prezzo . A destra del punto di equilibrio, invece, l'impresa offremaggiori quantità del bene, ma, per poterlo fare, deve aumentare il prezzo ad un livello superiore aquello che il consumatore è disposto a pagare (la curva di domanda si trova sotto quella di offerta);la domanda quindi diminuisce e l'impresa riduce la sua offerta fino alla quantità .

Da ciò segue che, quando si raggiunge l'equilibrio, il consumatore paga il prezzo di equilibrioper tutta la quantità consumata del bene, anche per quelle "dosi" che sarebbe stato disposto a pagaread un prezzo più alto. Il suo surplus, SC, è quindi pari all'area del triangolo :

Sommando i surplus individuali si otterrà il beneficio collettivo derivante dall'esistenza del sito.

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Il surplus (o rendita) del consumatore è la differenza positiva fra il prezzo che un individuo èdisposto a pagare per ricevere un determinato bene o servizio e il prezzo di mercato dello stessobene. Il massimo che un consumatore è disposto a pagare viene detto "prezzo di riserva".

Con riferimento all'intero mercato, per estensione, si chiama surplus del consumatore la sommatotale dei surplus individuali.

In generale, la domanda di un bene diminuisce all'aumentare del prezzo (fanno eccezione i beni adelasticità nulla e i beni di Giffen). La curva di domanda ha quindi un andamento decrescente.

Surplus del consumatore

La curva di offerta ha invece un andamento crescente, in quanto un aumento del prezzo induce unaumento dell'offerta.

Rappresentando le due curve con due rette, come nella figura, domanda e offerta si incontrano nelpunto E. A sinistra di tale punto, il consumatore è disposto a pagare il prezzo per la primaquantità del bene, poi prezzi via via minori per quantità successive. Finché la curva di domanda sitrova sopra quella di offerta, il consumatore è disposto a pagare un prezzo superiore a quello offertodall'impresa; l'impresa quindi aumenta la sua offerta, chiedendo un prezzo via via più alto, fino adoffrire la quantità al prezzo . A destra del punto di equilibrio, invece, l'impresa offremaggiori quantità del bene, ma, per poterlo fare, deve aumentare il prezzo ad un livello superiore aquello che il consumatore è disposto a pagare (la curva di domanda si trova sotto quella di offerta);la domanda quindi diminuisce e l'impresa riduce la sua offerta fino alla quantità .

Da ciò segue che, quando si raggiunge l'equilibrio, il consumatore paga il prezzo di equilibrioper tutta la quantità consumata del bene, anche per quelle "dosi" che sarebbe stato disposto a pagaread un prezzo più alto. Il suo surplus, SC, è quindi pari all'area del triangolo :

Sommando i surplus individuali si otterrà il beneficio collettivo derivante dall'esistenza del sito.

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Il surplus (o rendita) del consumatore è la differenza positiva fra il prezzo che un individuo èdisposto a pagare per ricevere un determinato bene o servizio e il prezzo di mercato dello stessobene. Il massimo che un consumatore è disposto a pagare viene detto "prezzo di riserva".

Con riferimento all'intero mercato, per estensione, si chiama surplus del consumatore la sommatotale dei surplus individuali.

In generale, la domanda di un bene diminuisce all'aumentare del prezzo (fanno eccezione i beni adelasticità nulla e i beni di Giffen). La curva di domanda ha quindi un andamento decrescente.

Surplus del consumatore

La curva di offerta ha invece un andamento crescente, in quanto un aumento del prezzo induce unaumento dell'offerta.

Rappresentando le due curve con due rette, come nella figura, domanda e offerta si incontrano nelpunto E. A sinistra di tale punto, il consumatore è disposto a pagare il prezzo per la primaquantità del bene, poi prezzi via via minori per quantità successive. Finché la curva di domanda sitrova sopra quella di offerta, il consumatore è disposto a pagare un prezzo superiore a quello offertodall'impresa; l'impresa quindi aumenta la sua offerta, chiedendo un prezzo via via più alto, fino adoffrire la quantità al prezzo . A destra del punto di equilibrio, invece, l'impresa offremaggiori quantità del bene, ma, per poterlo fare, deve aumentare il prezzo ad un livello superiore aquello che il consumatore è disposto a pagare (la curva di domanda si trova sotto quella di offerta);la domanda quindi diminuisce e l'impresa riduce la sua offerta fino alla quantità .

Da ciò segue che, quando si raggiunge l'equilibrio, il consumatore paga il prezzo di equilibrioper tutta la quantità consumata del bene, anche per quelle "dosi" che sarebbe stato disposto a pagaread un prezzo più alto. Il suo surplus, SC, è quindi pari all'area del triangolo :

Sommando i surplus individuali si otterrà il beneficio collettivo derivante dall'esistenza del sito.

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Per calcolare la curva di domanda individuale laddove i visitatori differiscano per caratteristichesocio-culturali, quindi preferenze, reddito e costi affrontati per eventuali beni sostituti, possonousarsi tecniche statistiche multivariate (es. regressioni multivariate) che permettano di calcolare lacorrelazione parziale tra prezzo del sito e frequenza di visite, scontando per gli altri fattori chepossono eventualmente influenzare tale relazione.

Così, ad esempio, nella versione zonale, che divide gli osservati sulla base di fasce di provenienza,la relazione da stimare diventa:

dove f è una forma funzionale da specificare e:

Vij è il numero di visite provenienti dalla zona i; POPi sono i residenti nella zona i; CTi sono i costi totali affrontati per raggiungere il sito partendo dalla zona i; Ri è il reddito pro capite dei residenti nella zona i; SCi è il vettore delle caratteristiche socioculturali dei residenti nella zona i; Psi è il prezzo dei beni sostituti del sito ricreativo per coloro che provengono da i (es. siti che

offrono servizi simili ma più facilmente raggiungibili).

I limiti maggiori di tale metodo sono costituiti dal fatto che:

1. fornisce una stima generica della disponibilità a pagare degli utenti per il sito ricreativo nelsuo complesso, ma non per le sue diverse componenti;

2. ignora completamente i valori di non uso;3. difficoltà di stimare i costi marginali del tempo e dei beni strumentali al godimento del sito.

Metodo dei prezzi edonici

Il metodo dei prezzi edonici (in inglese hedonic pricing method) è un metodo per la stima delvalore di mercato di determinati caratteri o servizi (cosiddetto prezzo edonico), ricavandolo daiprezzi di mercato dei beni che lo incorporano, isolando con tecniche di regressione multivariata ilcontributo che l'attributo d'interesse fornisce al prezzo osservato.

Così, ad esempio, in quella che è un'applicazione tipica del metodo, se si vuole calcolare il prezzoedonico dell'assenza di inquinamento atmosferico, può esaminarsi il prezzo delle abitazioni,studiando la relazione esistente tra tale prezzo e la presenza di inquinamento nell'aria, una volta chesi sia tenuto conto di tutti gli altri fattori che possono incidere sul valore finale.

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CORSO DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

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La funzione edonica di prezzo in termini generali è:

dove P è il prezzo del bene, c è il vettore delle n caratteristiche e f(.) la generica funzione utilizzata.

Per stimare il prezzo edonico della i-esima caratteristica (hi) occorre specificare una formafunzionale per f(.), stimare i parametri incogniti della funzione regredendo P su c e calcolare:

Nel caso ipotetico in cui gli individui avessero le stesse preferenze, lo stesso reddito e affrontasserogli stessi prezzi per tutti gli altri beni, questa sarebbe anche la disponibilità a pagare, coincidendo lafunzione del prezzo edonico con la curva di domanda individuale. Poiché, tuttavia, in generale gliindividui differiranno in una o più di queste caratteristiche, una volta stimata la funzione di prezzoedonica, andrebbe tenuto conto di tali differenze stimando un'equazione del tipo:

dove:

hi è il prezzo edonico dell'attributo i; ci è l'attributo i-esimo; Rn è il reddito pro capite dell'individuo n-esimo; SCn è il vettore delle caratteristiche socioculturali dell'individuo n-esimo.

Per stimare l'equazione precedente occorre attribuire ad f() una specifica forma funzionale, suppostauguale per tutti gli individui.

Il metodo dei prezzi edonici soffre di diversi limiti:

1. innanzitutto, può fornire stime distorte perché non incorpora il ruolo giocato dalleaspettative nella formazione dei prezzi: si regrediscono le caratteristiche attuali sul prezzoattuale, ma quest'ultimo incorpora anche le aspettative degli operatori sui valori futuri dellevariabili, e di questo non si tiene conto;

2. le ipotesi implicite del modello sono abbastanza stringenti: difatti, si assume informazioneperfetta degli agenti in merito a tutte le caratteristiche del bene al momento dell'acquisto el'assenza di segmentazioni nel mercato.

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Analisi costi efficaciaL'analisi costi-efficacia viene in genere preferita all'analisi costi-benefici specialmente daglianalisti di formazione non economica (ingegneri, medici, ecc..), meno inclini ad accettare, ancheper via della formazione tecnico-scientifica, il controverso passaggio della monetizzazione dei costie benefici di beni "intangibili" (vita, tempo, salute, ambiente, ecc..) richiesto dall'analisi costibenefici.

La CEA manca di uno standard comune di applicazione; alcune scelte ad hoc per l'applicazionevengono, spesso in larga misura, affidate alla sensibilità del valutatore, che nella valutazione godequindi di margini discrezionali di manovra molto ampi.

Nella CEA quello che viene fatto per valutare politiche di intervento alternative èsostanzialmente:

individuare una tipologia di effetti considerata rilevante per la valutazione; calcolare l'ammontare in termini fisici di tali effetti ricollegabile a ciascuna alternativa; misurare, per ciascun intervento, i relativi costi espressi in termini monetari; calcolare gli indici costi-efficacia; ordinare i progetti sulla base di tali indici; in base a tale ordinamento, nel caso di progetti mutualmente esclusivi, finanziare quello

migliore; oppure, laddove non si tratti di progetti che si escludano a vicenda, finanziarequelli migliori conformemente al rispetto del vincolo di bilancio stabilito.

Abbiamo due possibili indici alternativi costi-efficacia:

1. il costo per unità di risultato, dato dal rapporto tra costi ed effetti dell'intervento;2. il risultato per unità di costo, dato dal rapporto tra effetti e costi dell'intervento.

Così, ad es., laddove si tratti di valutare interventi pubblici non mutualmente esclusivi per lasalvaguardia di determinate specie di animali in via di estinzione, verranno stimati, per ciascunintervento, i costi monetari e gli effetti in termini di esemplari salvati; tutti i progetti sarannoordinati in ordine decrescente sulla base delle stime di esemplari salvati per euro speso; seguendotale ordinamento verranno attuati quei progetti finanziabili compatibilmente con il rispetto delbudget di spesa precedentemente stabilito per l'intervento.

Applicare la CEA implica quindi voler massimizzare una variabile effetto per un budget monetariodato; procedimento che comporta il finanziamento di tutti i progetti con un rapporto costi per effettounitario al di sotto di un certo valore soglia.

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Limiti

Poiché alla fine l'applicazione si sostanzia nella massimizzazione vincolata di un determinatoeffetto positivo misurato in unità fisiche (es. morti evitate, organi trapiantati, riduzione nelleemissioni di CO2, ecc..), la metodologia è per sua stessa natura mono-dimensionale, cioè non ingrado di valutare l'intervento confrontando contemporaneamente diverse tipologie di effetti ad essoricollegabili.

Inoltre, sempre per esigenze di semplificazione, di norma vengono conteggiati tra i costi solo quellicontabili, con l'esclusione quindi di tutti i costi-opportunità, portando a volte a divergenze moltograndi tra i costi sociali ricollegabili all'intervento e quelli in pratica considerati.

Va finalmente evidenziata l'impossibilità nell'ambito della CEA di derivare una stima delbeneficio totale netto dei progetti e il calcolo di tale beneficio netto risulta importante laddove ènecessario valutare l'opportunità dell'intervento.

È infatti vero che è possibile inserire tra le alternative oggetto di valutazione lo status quo,valutando così la desiderabilità dell'intervento rispetto ad altri eventualmente già in atto, ma questoè cosa diversa dal valutare l'opportunità di un qualsiasi intervento misurata sulla base dellapossibilità di inazione, cioè nessun intervento.

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INTRODUZIONE AI METODI A MULTICRITERI

DA SINGOLO OBIETTIVO A MULTIOBIETTIVI

Metodi di analisi classica (per la risoluzione di problemi decisionali gestionali)generalmente basati sulla ottimizzazione lineare a singolo criterio

Esempio

la valutazione di due diversi procedimenti di produzione di energia elettrica, avendo deilimiti di inquinamento dato dalle emissioni e dalla disponibilità del combustibile, si esplicacon:

• Una funzione da massimizzare:Max f(x), dove x è il rendimento energetico;

• Dei vincoli:- QC<dC, dove QC è la quantità di carbone utilizzata e dC la sua disponibilità;- QM<dM dove QM è la quantità di metano utilizzata e dM la sua disponibilità;- Emissioni < valori tabellari imposti per legge.

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Problemi;• la ottimizzazione lineare potrebbe risultare una funzione troppo rigida;• non si riesce ad individuare un unico obiettivo,oppure non è quantificabile;• i vincoli non sono sempre espliciti;• in generale, la realtà non è perfettamente modellizzabile.

Possibili soluzioni:• si possono adottare modelli di programmazione non lineare (molto complessi e basati

sempre su una perfetta quantificazione degli obiettivi);• si usano modelli (di ottimizzazione) a molti obiettivi.

I MODELLI A MULTI-CRITERI (analisi multi-criteri)

Si basano sulla idea che, in un problema decisionale complesso (VIA, VAS, ecc.), vipossano essere molti aspetti rilevanti, non riconducibili ad un unico obiettivo.

Vantaggi:• Tiene conto di diverse priorità e preferenze (partecipazione),• Evidenzia le diverse componenti del problema e le reciproche relazioni, organizzando e

sintetizzando questi dati in modo organico (razionalità),• Rende espliciti tutti i dati trattati (trasparenza),

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• Riduce la arbitrarietà delle decisioni (ripercorribilità).Svantaggi:• Potrebbe “esasperare” eventuali giustapposizioni,• Si presta a manipolazioni (come tutti i modelli),• Semplifica la realtà (come tutti i modelli),• Alcune tecniche sono molto complesse,• A volte il procedimento è “troppo” trasparente.

PERCHE’ IMPORTANTI NELLE VIA?• Permettono di sintetizzare informazioni molti complesse• Tengono conto di più obiettivi• Usano matrici di valutazione (metodo utile di organizzare le informazioni)• Decisione più aderente alla realtà (rispetto per esempio alla analisi costi/benefici)

COME FUNZIONANO?1. L’oggetto dell’analisi è scomponibile in fattori semplici, criteri, che lo descrivono

esaustivamente.2. Questi criteri sono poi analizzati separatamente.3. Diverse alternative vengono infine valutate rispetto ad ogni singolo criterio di scelta.

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IN PRATICA:Analizzo OPZIONE A rispetto a :-CRITERIO C1-CRITERIO C2-CRITERIO C3Analizzo l’OPZIONE B rispetto a ….ecc.

I criteri sono lo strumento attraverso il quale le varie alternative vengono comparate l’un l’altrarispetto all’obiettivo del decisore

Definizione:un criterio è una funzione reale f tale che appare significativo comparare due alternative a e bdi un insieme di alternative A rispetto ad un particolare punto di vista, sulla sola base dei valoridi f(a) e f(b).

In pratica, i criteri rappresentano le componenti ambientali, i costi, gli aspetti sociali, ecc.

Criteri e attributi sono sinonimi

- l’analisi multi criteri → problema di scelta tra numero finito di alternative;- l’analisi multi obiettivi → problema decisionale inerente infinite alternative.

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LA PROCEDURA IN DETTAGLIO

Cinque principali fasi :1. Definizione di matrici di valutazione,2. Normalizzazione dei dati,3. Assegnazione dei pesi,4. Calcolo degli ordinamenti,5. Analisi di sensitività.

1. LA MATRICE DI VALUTAZIONE(matrice di impatto, matrice di analisi, evaluation matrix, score matrix, appraisal table)• Matrice bidimensionale nxm, che incrocia gli n obiettivi (o i criteri) con le m opzioni di scelta.• In essa vengono registrati nxm indicatori con diverse unità di misura (quantitative, qualitative o

miste)Crit. A Crit. B Crit. C

Alt. 1 0.4 60 ++Alt. 2 0.8 40 -Alt. 3 0.6 65 +

Per esempio:

Crit. A: suolo in ettari Crit. B: costo in milioni di euro Crit. C: impatto sul paesaggio

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Non servono solo ad individuare gli impatti, ma anche ad organizzare i dati in modo anche moltocomplesso.

Le matrici di valutazione consistono in checklists bidimensionali: una lista di “attività” (diprogetto, piano o programma) è messa in relazione con una lista di componenti (ambientali,sociali, economiche).

Rappresentazione bidimensionale delle relazioni causa-effetto tra le attività di piano/programmaed i fattori ambientali e sociali potenzialmente suscettibili di variazioni.

Per ogni intersezione tra gli elementi delle due liste si può verificare l’effettiva presenzadell’impatto (matrice di segnalazione) ed eventualmente darne già una valutazione (matrice divalutazione, degli impatti, ecc.)

• Diversi metodi per la loro costruzione.• Generalmente sono metodi basati su un sistema gerarchico: da elementi generici (componenti

ambientali, fasi di piano, ecc.) si scende nel dettaglio (disaggregazione, “forward”); può avvenireanche il processo inverso (“backward”).

• Ci si basa anche su letteratura scientifica (anche elettronica) e casi studio.

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2. LA NORMALIZZAZIONE- Serve a rendere omogenei e operabili i dati della matrice.- I dati vengono trasformati in valori a-dimensionali ( convenzione) con una o più funzioni

logico-matematiche.

Due principali tipi:1. Normalizzazioni lineari2. Funzioni valore (utilità)

1. Normalizzazione lineareSemplici funzioni matematiche che operano sui valori contenuti in ogni singola riga della matrice.Possono variare da riga a riga della matrice

2. Funzione valore/utilitàAssegnano ad ogni valore dell’indicatore un corrispondente punteggio di merito/preferenza/utilitàadimensionale, compreso tra 0 e 1.E’ necessario definire una funzione per ogni singolo indicatore (es.: funzione “Dose-Risposta” ).Si dice “valore” quando i dati sono deterministici, “utilità” quando stocastici.

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Certe funzioni valore sono ricavate in modo oggettivo da test di laboratorio (per es. la funzione“Dose-Risposta”); altre sono necessariamente soggettive (il valore estetico, la tollerabilità sociale,ecc.) e per tale motivo suscettibili di variazioni a seconda di chi le stima.Benché passibili di una certa ambiguità, queste seconde sono molto usate nelle valutazioni disostenibilità.

N.B.• La principale differenza tra i due tipi di normalizzazione è che nel primo caso, le funzioni

possono (ma non devono necessariamente) variare da riga a riga della matrice, nel secondo caso,è necessario definire una funzione per ogni singolo indicatore.

3. LA ASSEGNAZIONE DEI PESI- sono valori numerici adimensionali;- misurano le priorità dei vari aspetti del problema (i criteri);- non hanno mai valore assoluto ma solo relativo;- sono il Tasso Marginale di Sostituzione tra i vari criteri.

Esempio:C1=30 C2=10 Quindi C1= 3 C2 Ossia C1/C2=3

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Tre principali classi di tecniche di assegnazione:1. Assegnazione diretta;2. Confronto a coppie;3. Metodi basati solo su un ordine (anche incompleto).

1. Assegnazione diretta:E’ il metodo più semplice (ma più “ambiguo”).I pesi vengono assegnati direttamente sulla base di una scala di punteggio prestabilita (da 1 a 100,a 1000, ecc.) o ridistribuendo tra tutti i criteri questo punteggio (somma uguale a 100, 1000 ecc.).

2. Paragoni a coppie:I criteri vengono confrontati a due a due e viene assegnato un punteggio relativo.Si costruisce così una matrice dei confronti a coppie quadrata e simmetrica rispetto alla diagonaleprincipale.I valori di ogni riga della matrice vengono poi aggregati in un vettore finale usando funzioni deltipo: Autovetture Massimo, Minimi Quadrati, ecc.

Per convenzione:- gli elementi della matrice sono positivi;- Aij=1/Aji;- i valore della diagonale sono pari all’unità.Di conseguenza, il numero di confronti necessari è [(nxn)/2-n].

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3. Metodi basati solo su un ordine (anche incompleto).- Meno comuni e molto complessi- Nessun giudizio quantitativo solo l’ordine di importanza- Si assume che la somma dei pesi sia uguale a 1.

Tre principali approcci:1. Valore Atteso,2. Valore Estremo3. Pesi casuali

Valore atteso: si assume una distribuzione di valori ugualmente probabili e i valori medi sonoquelli che approssimano in modo soddisfacente il vettore di pesi cercato.

Valori estremi: si considerano solo i pesi estremi e si calcolano gli ordinamenti conseguenti.

Pesi casuali: si genera un numero elevato di ordinamenti casuali e si calcolano tutte le possibilicombinazioni di pesi che rispettano le assunzioni iniziali; in seguito, si calcola la conseguentegraduatoria delle alternative per ognuno di questi set di pesi e si ricava la probabilità per ogniordinamento.

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4. CALCOLO DEGLI ORDINAMENTIIl meccanismo base:- si combinano pesi ed indicatori normalizzati rispetto ad ogni alternativa;- si confrontano le alternative tra loro in base ai valori ottenuti.

Due principali tecniche:1. La somma pesata2. Gli indici di “concordanza e discordanza”

La somma pesata:Tecnica “prescrittiva” (basata sulla transitività), estremamente semplice e comune.A volte è “troppo” semplice e poco fedele alla realtà complessa.Ogni indicatore è moltiplicato per il rispettivo peso e sommato con quelli della stessa riga diappartenenza:Aj = i wi aij

Gli indici di “concordanza e discordanza”:Tecniche “descrittive” (basate sulla intransitività e incomparabilità), estremamente complesse.Confronto a coppie tutte le alternative e misuro due diversi “indici”:a. indice di concordanzab. indice di discordanza.

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La concordanza (Con) misura la soddisfazione di scegliere A1 su A2 (rispetto ai criteri c1, c2, ecc.)E’ pari alla somma dei pesi corrispondenti.Conij=Iij wn

La discordanza (dis) misura il rammarico nello scartare A2 rispetto ad A1 e si misura (solitamente)come la massima differenza tra i valori degli indicatori dei criteri per cui si esplica il rammarico discegliere la seconda alternativa rispetto alla prima (di solito, ma non necessariamente,normalizzata alla massima differenza di colonna).Disij = max|ci-cj|

Costruisco due matrici dei paragoni a coppie (quella di discordanza e quella di concordanza) eaggrego questi valori rispettivamente in due vettori, i qui elementi sono gli Indici di Concordanza(Ic) e Indici di Discordanza (Id), ricavati secondo le formule:

Icj = iConji - iConij

Idj = iDisji - iDisij

Le alternative infine sono ordinate in due graduatorie:1. per indice di concordanza crescente,2. per indice di discordanza decrescente.

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5. LA ANALISI DI SENSITIVITA’E’ particolarmente indicata nei casi d’incertezza e assicura una corretta valutazione di tutti ipossibili punti di vista del problema.Si effettua sui risultati per verificare quali variazioni del modello di analisi possono generaredifferenze sostanziali nelle performance delle alternative.

Vi sono tre principali tipi di analisi di sensitività:1) sul metodo: si applica un diverso metodo di standardizzazione dei dati e (quando possibile) di

computazione dei punteggi finali; si usa per controllare la dipendenza dei risultati dal metodo dicalcolo.

2) sui criteri: si aggiungono o si eliminano alcuni criteri di decisione; si usa per controllare semancano criteri fondamentali

3) sui pesi (la più applicata): si fanno variare i giudizi di merito di alcuni criteri. Permette dicostatare il grado di influenza di ogni fattore sulla decisione finale.

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LA PRATICA

ALCUNI MODELLIPRESCRITTIVISMART (Simple Multi Attribute Rating Technique) – SMARTS – SMARTERAHP (Analytic Hierarchy Process) – ANP (Analytic Network Process)

DESCRITTIVIELECTRE (I, II, III IV V)REGIMEEvaMIX

PRODOTTI (SOFTWARE)Infoharvest (SMART)EC Pro (Expertchoice) (AHP)MacbethDSSDefiniteVispa

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GIS