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1 AGESCI ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUTS CATTOLICI ITALIANI Gruppo Scout Chiesa Cattedrale www.agescicb4.org CAMPOBASSO 4 “COSTRUIAMO PONTI... ...NON MURI” Progetto Educativo di Gruppo 2015-2018

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AGESCI ASSOCIAZIONE GUIDE E SCOUTSCATTOLICI ITALIANI

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“COSTRUIAMO PONTI......NON MURI”

Progetto Educativo di Gruppo2015-2018

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AGESCI CAMPOBASSO 4 chiesa Cattedrale www.agescicb4.org

“Associazioni come la vostra sono una ricchezza della Chiesache lo Spirito Santo suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori.

Sono certo che l’AGESCI può portare nella Chiesaun nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società.

Mi raccomando: capacità di dialogo!Fare ponti. Fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri.

Voi fate ponti, per favore! E col dialogo, fate ponti”.

Papa Francescodiscorso agli scout AGESCI in P.zza San Pietro, 13.06.2015

INTRODUZIONE

IL TERRITORIO IN CUI OPERIAMO

IL GRUPPO SCOUT

IL CONTESTO IN CUI OPERIAMOi protagonisti

i luoghi

IL PROGETTO EDUCATIVOgli obiettivi

gli strumenti

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Sommario

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AGESCI CAMPOBASSO 4 chiesa Cattedrale www.agescicb4.org

Per essere Capi-educatori è necessario maturare un proprio modo di ESSERE TESTIMONI della VERITA’.

Le doti che occorre coltivare sono:

► la SICUREZZA: osservare ed ascoltare chi ha più esperienza, per poi interiorizzare e scegliere come agire;

► la CENTRALITA’ della COMUNITA’ e non dei sin-goli Capi, in modo da non vive-re in maniera autoritaria e au-toreferenziale, chiudendosi nel proprio ruolo e offrendo soluzioni già pronte;

► la RESPONSABILITA’ nella Comunità, cercando di conoscersi vera-mente nella ricerca degli altri anche al di fuori dei momenti programmati, evitando di fare compartimenti stagni;

► il RISPETTO che porta all’ASCOLTO e alla SINCERITA’; ► la LEALTA’ per saper apprezzare le doti dell’altro.

Pertanto, riteniamo necessario educarci e educare al dialogo per la ricerca costante della verità, coltivando la disponibilità a mettere in discussione le proprie decisioni, convinti che questa disponibilità è segno di responsabilità, condizione essenziale per la crescita della Comunità.

L’ “educazione al noi” è l’unica strada per scoprire non solo il senso della vita insieme ma anche quello della propria esistenza.

In questa prospettiva non dobbiamo sostituirci alla famiglia nell’educare i figli ma essere strumento di integrazione e di reciprocità nella formazione dei bambini, degli adolescenti e dei giovani a noi affidati.

introduzioneArt. 22 dello Statuto AGESCI

“Il Progetto educativo del Gruppo, ispirandosi ai principi dello scautismo ed al Patto associativo, individua le aree di impegno prioritario per il Gruppo a fronte delle esigenze educative emergenti dall’analisi dell’ambiente in cui il Gruppo opera e indica i conseguenti obiettivi e percorsi educativi.

Il Progetto ha la funzione di aiutare i soci adulti a realizzare una proposta educativa più incisiva: orienta l’azione educativa della Comunità capi, favorisce l’unitarietà e la continuità della proposta nelle diverse Unità, agevola l’inserimento nella realtà locale della proposta dell’Associazione. A tal fine il Progetto educativo è periodicamente verificato e rinnovato dalla Comunità capi”.

La Comunità Capi del gruppo scout AGESCI Campobasso 4, nella Chiesa Cattedrale, nell’elaborare il Progetto Educativo di Gruppo, rinnova il suo impegno per il triennio 2015 – 2018 nella missione educativa, rivolta ai bambini, ai ragazzi e ai giovani che le sono affidati dalle famiglie, vissuta attraverso il metodo scout «basato sui grandi valori umani, sul contatto con la natura, sulla religiosità e la fede in Dio; un metodo che educa alla libertà nella responsabilità» (Papa Francesco, discorso all’AGESCI del 13.06.2015 in P.zza San Pietro).

Questo Progetto è stato redatto partendo dall’analisi del contesto sociale, culturale e politico nel quale attualmente viviamo; l’obiettivo è quello di aiutare i ragazzi, in collaborazione con le diverse agenzie educative, a costruire “solidi ponti” per superare i muri dell’indifferenza e della solitudine che a volte innalziamo nel rapporto interpersonale.

Noi Capi, quindi, abbiamo raccolto, con convinzione ed entusiasmo l’esplicito invito rivolto da Papa Francesco all’AGESCI, convinti che questa sfida educativa non possa non essere condivisa con le famiglie, punto di riferimento insostituibile dei ragazzi, vivendola con spirito di reciproca e fattiva collaborazione per la loro crescita.

Buona Caccia e Buona Strada.

La Comunità Capi

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AGESCI CAMPOBASSO 4 chiesa Cattedrale www.agescicb4.org

> Titolare della parrocchia: Santa Maria Maggiore

> Titolare della chiesa: Santissima Trinità

> Patrona: Maria Santissima (31 maggio) > Numero di telefono: 0874.311463

> Altitudine: 720 m s.l.m.

il Territorio in cui operiamo

La parrocchia di Santa Maria Maggiore è sita nel cuore della città. Confina a nord e ad ovest con la Parrocchia dei SS. Giorgio e Leonardo, a sud con la Parrocchia di S. Antonio di Padova e con la chiesa dei SS. Angelo e Mercurio (Sant’Antonio Abate) e ad est con la Parrocchia del Sacro Cuore.

In origine, la chiesa parrocchiale era situata presso S. Maria del Monte, in località “i Monti”, di fronte al Castello Monforte. Dopo il terremoto del 1805, la popolazione si trasferì nella parte bassa della città e la chiesa della Santissima Trinità divenne parrocchia. In seguito alle leggi eversive promulgate nel periodo 1860-1872, per la soppressione degli ordini religiosi e per l’incameramento dei beni ecclesiastici, la chiesa della Santissima Trinità fu requisita dallo Stato italiano per essere adibita a rimessa di carri militari. Di conseguenza, la parrocchia fu trasferita nella chiesa di S. Maria della Libera. Nel 1927, con il passaggio della sede vescovile da Bojano a Campobasso,

la chiesa fu scelta come Cattedrale.

Dalla fine della seconda guerra mondiale, la popolazione della parrocchia di Santa Maria Maggiore aumentò enormemente. Per questo, nel 1970, da essa furono create due nuove parrocchie: S. Antonio di Padova e Mater Ecclesiae e furono rettificati i confini con le parrocchie di SS. Angelo e Mercurio e di SS. Giorgio e Leonardo.

A oggi, nel territorio della parrocchia sono presenti altre due chiese (S. Maria della Libera e S. Maria della Croce) e quattro comunità religiose, di cui tre femminili (Suore del Divino Zelo, Suore Discepole di Gesù Eucarestia e Suore di San Francesco di Sales) e una maschile (Fraternità salesiana “La Riva”).

Inoltre, la parrocchia è proprietaria di due edifici: uno attiguo alla chiesa, ex casa parrocchiale, adibito a locali per attività parrocchiali e l’altro, gestito

dall’Unitalsi e situato in via Roma, di recente ristrutturazione, finalizzato, nell’ambito del progetto “Dopo di Noi”, all’accoglienza e all’ospitalità di persone diversamente abili.

La parrocchia, infine, ha promosso, tempo addietro, la realizzazione di un Centro di accoglienza “Stella Vitae”, do-nato successivamente all’Arcidiocesi di Campobasso–Bojano, ora in comodato d’uso. Lo stesso, sito in agro di Guardia-regia, è stato fortemente voluto e realiz-zato dallo storico parroco don Pasquale Pizzardi, con l’aiuto di tutta la Comunità Parrocchiale, come luogo di preghiera, lavoro ed accoglienza a contatto con la natura.

Nel territorio parrocchiale vi sono molti bar e pub, centri scommesse e sale da gioco, frequentati da anzia-ni, adulti, giovani e ragazzi. Forte è la presenza di negozi ed uffici. In un tale contesto, risulta difficile recuperare in-formazioni certe sulla disoccupazione o, in senso più ampio, sulle emergenze sociali della zona.

Attualmente, la parrocchia conta una popolazione costituita da circa 1300 persone, perlopiù anziani (dai 60 anni in su), spesso accompagnati da badanti.

Carente è la fascia dei ragazzi com-presi tra 15 e 25 anni, così come, in controtendenza rispetto agli anni pas-sati, quella dei bambini compresi tra 0 e 11 anni.

In aumento, invece, è la presenza di giovani universitari, locatari di apparta-menti nei vecchi edifici del centro città. Tutto ciò, in considerazione del numero di persone comprese tra 35 e 50 anni, ci fa ritenere che i giovani residenti, con la formazione di propri nuclei familiari, va-dano ad abitare in periferia e che pochi restino da soli o in coabitazione.

Per tali motivi il gruppo scout AGESCI Campobasso 4 indirizza le proprie attività a ragazzi provenienti da tutta la città.

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Mappa sensibile della Parrocchia

*Dati estrapolati da inchieste del gruppo scout

Luoghi maggiormente frequentati dai giovani

Centri scommesse

Luoghi frequentati da senza tetto

Scuole primarie e secondarie

Dal Patto Associativo AGESCI“La proposta educativa è vissuta localmente dal Gruppo scout, momento

principale della dimensione associativa, di radicamento nel territorio e di appartenenza alla chiesa locale.

La Comunità Capi, custode dell’appartenenza associativa, è luogo di formazione permanente per i Capi e di sintesi della proposta educativa.

Cura l’attuazione del Progetto educativo, l’unitarietà della proposta scout e il dialogo con le famiglie, principali responsabili dell’educazione dei ragazzi.

Si pone anche come osservatorio dei bisogni educativi del territorio, in collaborazione critica e positiva con tutti coloro che operano nel mondo dell’educazione.”

L’analisi storica del numero di censiti all’interno del Gruppo, relativa agli ultimi 7 anni e riportata nei grafici a barre che seguono, mostra un andamento per lo più costante, con una media di iscritti pari a circa 120 unità.

E’ possibile individuare un calo tem-poraneo tra il 2010 e il 2012, seguito da un nuovo aumento negli anni succes-sivi; tale diminuzione è da imputare, in parte, ad un calo demografico generale che ha interessato la parrocchia e la cit-tà stessa, riflettendosi di conseguenza anche sul Gruppo Scout.

E’ necessario sottolineare che la parrocchia è posta in una zona centrale della città, caratterizzata da un nume-ro elevato di istituti scolastici ma, nello stesso tempo, da un modesto numero di residenti con età media piuttosto ele-vata.

Tale situazione ha spinto ad acco-

gliere, all’interno dei gruppi parrocchiali (come gli scout o il catechismo), anche ragazzi provenienti da altre zone del-la città, che si ritrovano a frequentare per vari motivi (tra cui quelli scolastici) il territorio parrocchiale. Ciò, quindi, ha contribuito a mantenere alto e costante il numero di iscrizioni anno per anno.

il Gruppo Scout

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il Contesto in cui operiamo i Protagonisti

I ragazzi a cui ci rivolgiamo sono sempre più: D istruiti; D aperti alla diversità; D curiosi; D abili; D audaci; D intraprendenti.

Tuttavia si dimostrano superficiali nelle relazio-ni interpersonali indossando “maschere” a seconda del contesto in cui si ritrovano; tendono ad appiattirsi sulle opinioni altrui, rinunciando, a volte, anche alla difesa delle loro idee.

I genitori, spesso, concedono molto sin da piccoli (denaro, telefonino, pc,...) e ciò permette loro anche di accedere, spesso senza filtri, al mondo delle comunica-zioni digitali, che talvolta può nascondere insidie. Tutto ciò comporta una fragilità che non sempre consente loro di affrontare scelte importanti, causando:

D anonimato; D insicurezza; D mascheramento delle emozioni; D infelicità; D paura; D disagio; D aggressività; D incapacità di comunicazione;

D mancanza di sogni; D dipendenza; D confusione di ruoli; D difficoltà nel darsi degli obiettivi e nel raggiungerli;

D mancanza di un pensiero critico personale da condividere in per-corsi democratici.

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i Luoghi Da un’attenta valutazione del contesto in cui i nostri ragazzi vivono la propria

quotidianità, sono stati individuati quattro diversi ambiti da approfondire:

► FAMIGLIA;

► SCUOLA;

► AMICI;

► SCOUT.

Per ogni ambito, partendo dalle esperienze vissute con i ragazzi e le loro famiglie, sono stati posti in evidenza i punti di forza e di debolezza che li caratterizzano; abbiamo così individuato gli obiettivi della nostra azione educativa.

FAM

IGLI

A

Con l’aiuto di un questionario, somministrato ai genitori e ai ragazzi, abbiamo indagato: > la comunicazione (abilità comunicative positive nella coppia e nella famiglia); > la coesione (capacità di stabilire e gestire legami).

I ragazzi vivono in una famiglia: D tradizionale (genitori con figli naturali o adottati); D allargata; D monogenitoriale.La famiglia, che è la prima comunità educante, viene riconosciuta dai ragaz-

zi come punto di riferimento, a cui la nostra associazione non può e non deve sostituirsi.

Anche attività extrascolastiche (sportive, ricreative, culturali, ludiche,...) of-frono opportunità di crescita e di sviluppo delle potenzialità dei figli nella misura in cui non diventino luoghi di “parcheggio” o di proiezione sui figli delle ambizioni dei genitori.

Da qui le tante fatiche presenti nelle famiglie: D difficile gestione del tempo; D modelli “usa e getta” e “tutto e subito”; D comunicazione poco efficace; D difficoltà a manifestare e condividere le proprie emozioni; D limitato coinvolgimento dei familiari nella propria vita; D tendenza dei genitori a giustificare, tollerare e accusare gli altri degli errori dei propri figli;

D poca attenzione da parte dei genitori ai bisogni educativi e ai messaggi di aiuto provenienti dai loro figli.

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I ragazzi vivono una parte importante della loro giornata a scuola, che per loro è luogo di:

D incontro e confronto tra pari; D dialogo e relazione con l’adulto; D acquisizione e sviluppo di abilità, conoscenze e competenze; D sperimentazione della convivenza civile.

Tuttavia i ragazzi vivono le seguenti fatiche in una scuola in cui: D talvolta i professori orientano la propria azione più verso il nozionismo che verso l’educazione;

D possono insorgere problemi relazionali, fenomeni di bullismo e di emargi-nazione;

D possono emulare abitudini negative e sviluppare dipendenze (tabagismo, alcolismo, tossicodipendenza, gioco d’azzardo).

SCU

OLA

I ragazzi si relazionano, per lo più, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione (social network, sms, …) e ciò permette loro di:

D entrare in comunicazione velocemente, contemporaneamente, facilmente con più persone;

D accorciare le distanze spaziali e temporali; D confrontarsi e condividere idee ed opinioni; D acquisire maggiore conoscenza e competenza in campo tecnologico e non.

Talvolta, però, i ragazzi vivono le seguenti fatiche: D crisi dei rapporti interpersonali che divengono sempre più instabili e meno duraturi nel tempo;

D crisi sempre più profonda dell’af-fettività, del confronto e della comunicazione;

D incapacità di metaboliz-zare le esperienze di vita che non diventano bagaglio e strumento per nuove sfide;

D mancanza di autosti-ma e stima dell’altro;

D sottovalutazione della persona che porta il ra-gazzo a scomparire nel gruppo;

D diffuso disinteresse alla poli-tica dettato dalla scarsa fiducia nelle istituzioni;

D perdita del senso di appartenenza al territorio e alla comunità dovuta a una sempre più generalizzata consapevolezza di non poter restare nella propria terra, con conseguente spostamento degli interessi universitari e lavorativi fuori regione.

AMIC

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AGESCI CAMPOBASSO 4 chiesa Cattedrale www.agescicb4.org S

COU

T

I ragazzi frequentano la Parrocchia dove: D giocano, vivono l’avventura e sperimentano il ser-vizio secondo il metodo scout;

D camminano insieme ad adulti (capi scout) secon-do una progettualità (Progetto Educativo di Grup-po) che si sviluppa alla luce delle scelte del Patto Associativo;

D fanno esperienze di servizio a contatto con la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, la Caritas parrocchiale, le Case famiglia, il Catechismo;

D incontrano i sacerdoti e ricevono proposte di fede e di crescita spirituale;

D svolgono servizio attivo durante le celebrazioni e animano i momenti dell’anno liturgico.

Tuttavia incontrano delle difficoltà: D nel rispettare le regole; D nel realizzare concretamente i progetti personali; D nel distinguere e conciliare la realtà e il mondo virtuale; D nell’instaurare un dialogo sincero e schietto; D nello sviluppare una adeguata capacità comunicativa; D nel riconoscere il proprio corpo come dono da accogliere e custodire; D nell’aprirsi al mondo esterno; D nel vivere il rapporto con Dio in modo profondo e costante e non solo rele-gato ai momenti di bisogno o di sconforto;

D nel confrontarsi su aspetti di fede e di crescita spirituale con il mondo ecclesiastico;

D nel testimoniare con credibilità la propria fede; D nel vivere in maniera più attiva e partecipe la vita sacramentale: Santa Messa domenicale e Confessione;

D nel coniugare la vita di fede con l’impegno nella carità.

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► vivere la scelta di fede, essen-do persone che, aperte all’incontro con il Signore che dà significato e senso alla vita, sono capaci di ri-spondere alla chiamata del Signo-re, indirizzano la propria volontà e le proprie capacità verso quello che hanno compreso come la Ve-rità, il Bene e il Bello, annunciando e testimoniando il Vangelo come membra vive della Chiesa (*);

► vivere la scelta di servizio, es-sendo capaci di riconoscere in tut-te le persone, specialmente le più sofferenti, il volto di Cristo, di rico-noscere le ingiustizie e le disugua-glianze sociali e adoperarsi per su-perarle, di mettere a disposizione i propri talenti e la propria sensibilità in ogni situazione di bisogno (*);

► vivere l’impegno politico, es-sendo cittadini responsabili, capaci di scegliere, attenti alle realtà del mondo e del territorio, sensibili ver-so l’ambiente, impegnati nella rea-lizzazione di un mondo migliore (*).

Per costruire ponti ci impegniamo a camminare insieme sulla Pista, sul Sentiero e sulla Strada:

dalla scoperta per una coscienza di sé…

...alla esperienza per una interiorizzazione ( competenza )…

… verso la responsabilità per un progetto di vita.

Quando saremo capaci di:

* estratto da: Regolamento Metodologico AGESCI 2015

Art. 35 - PARTENZA

il Progetto EducativoLa sfida, quindi, è quella di fare propria l’urgenza di co-educare i ragazzi e noi

adulti (genitori e capi) attraverso:

► la CORRESPONSABILITA’, che sarà il frutto di una costante formazione, di una valorizzazione dei talenti di ognuno e di disponibilità al servizio nella quotidianità, riscoprendo il dialogo e l’incontro;

► la PROGETTUALITA’, che sarà il frutto di analisi e riflessioni per fare delle scelte ed individuare gli obiettivi da condividere e da raggiungere insieme;

► la VERIF ICA, in itinere e finale, che sarà il tempo privilegiato di una revisione personale e comunitaria per continuare a crescere come buoni cittadini e cristiani credibili.

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avremo maturato il nostro modo di essere “uomini e donne della Partenza”, testimoni della Parola, cittadini del mondo.

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La formazione va intesa come realizzazione di sé in relazione con gli altri e per gli altri, nel contesto dinamico del proprio tempo e della propria storia.

Formare la persona significa farla confrontare con la realtà storica in cui vive, che non è solo parlare, insegnare, partecipare, trasmettere, ma, di più, è ascoltare, stimolare per aprirsi e costruirsi, giorno per giorno, con chi è diverso, consapevoli che nell’educare è importante scoprire che l’altro “è un altro me”.

Dobbiamo tener conto che per instaurare una RELAZIONE D’AMORE occorre:

» INCONTRARE D riempire di valori gli attuali strumenti di comunicazione (social network, whatsapp, ecc);

D riscoprire l’essenzialità; D valorizzare anche la Messa comunitaria come momento di incontro;

» ACCOGLIERE D sviluppare una concretezza nel servizio (“sporcarsi le mani”) riscoprendo tutti gli strumenti offerti dal metodo scout;

D riflettere sull’esperienza, anche su quella negativa, per interiorizzarla nella sfera personale e comunitaria (dare un nome all’esperienza e alle emozioni);

D vivere esperienze di perdono; D riconoscere la corporeità propria e altrui come dono da rispettare;

gli Obiettivi» COINVOLGERE

D far vivere e condividere le relazioni in un clima di integrazione all’interno del piccolo e del grande gruppo, sviluppando una dimensione democratica nella ricerca del bene comune creando spazi di incontro dove “fare abitare il noi”;

D instaurare un rapporto di fiducia con le famiglie per una maggiore presa di coscienza delle difficoltà che il ragazzo vive, così che la nostra azione educativa tenga conto della globalità della persona;

D entrare in empatia con il ragazzo affinché si senta voluto bene (“I care” and “Ask the boy”);

D far conoscere e valorizzare le risorse del nostro territorio;

» DARE F IDUCIA D riconoscere, far emergere e valorizzare i talenti di ognuno per poterli mettere a disposizione della comunità;

D sviluppare una sana competizione; D imparare facendo: “saper essere per saper fare”;

» DIALOGARE D creare occasioni per un dialogo sincero e costruttivo; D superare le situazioni di difficoltà che i ragazzi vivono nelle relazioni tra pari; D promuovere momenti di incontro, confronto e formazione con le famiglie utilizzando gli strumenti propri del metodo scout;

» PREGARE D vivere con più consapevolezza la crescita spirituale, personale e comunitaria alla luce della Parola e dell’Eucarestia, attraverso la spiritualità scout;

D apprendere nella preghiera il senso del sacrificio.

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Vogliamo affidare questo nostro sogno a Gesù e porci sotto lo sguardo della Madre di Dio, perché siano Loro le nostre guide nel cammino dell’educazione.

Campobasso, 25 novembre 2015La Comunità Capi

PREGHIERA DELL’EDUCATORE

Chiamato ad annunciare la tua Parola,aiutami, Signore, a vivere di Te,

e a essere strumento della Tua pace.Assistimi con la Tua luce,

perché i ragazzi che la comunitààmi ha aff idato trovino in me

un testimone credibile del Vangelo.Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita,

perché le parole, quando veicolano la Tua,non suonino false sulle mie labbra.

Esercita su di me un fascino così potente,che, prima ancora dei miei ragazzi,

io abbia a pensare come Te,ad amare la gente come Te,a giudicare la storia come Te.

Concedimi la gioia di lavorare in comunione,e inondami di tristezza ogni volta che,

isolandomi dagli altri,pretendo di fare la mia corsa da solo.Ho paura, Signore, della mia povertà.

Regalami, perciò, il confortodi veder crescere i ragazzi

nella conoscenza e nel servizio di Te. Fammi silenzio per udirli .Fammi ombra per seguirli .Fammi sosta per attenderli .Fammi vento per scuoterli .

Fammi soglia per accoglierli .Infondi in me una grande passione per la Veritàe impediscimi di parlare in Tuo nome se prima

non ti ho consultato con lo studio

e non ho tribolato nella ricerca.Salvami dalla presunzione di sapere tutto;dall’a rroganza di chi non ammette dubbi;

dalla durezza di chi non tollera ritardi;dal rigore di chi non perdona debolezze;

dall’ ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone.Trasportami, dal Tabor della contemplazione,

alla pianura dell’ impegno quotidiano.E se l’azione inaridirà la mia vita,

riconducimi sulla montagna del silenzio.Dalle alture scoprirò i segreti della “contemplatività”,e il mio sguardo missionario arriverà più facilmente

agli estremi conf ini della terra.Aff idami a Tua Madre.

Dammi la gioia di custodire i ragazzicome Lei custodì Giovanni .

E quando, come Lei, anch’ io sarò provato dal martirio,fa ’ che ogni tanto possa trovare riposo

reclinando il capo sulla Sua spalla. Amen.Don Tonino Bello

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AGESCI CAMPOBASSO 4c/o Chiesa Cattedrale

P.zza Gabriele Pepe, 86100 Campobasso (CB)www.agescicb4.org