costruire e decostruire il genere

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Costruire e decostruire il genere

Percorsi di socializzazione in famiglia

Lucia Bainotti Paola Maria Torrioni

Torino, 24 novembre 2016

Un passo indietro:

come si diventa uomini e donne?

Socializzazione al genere: insieme di processi che portano a sviluppare identità e ruoli maschili e femminili

Norme, regole, insegnamenti presenti in famiglia e i modelli di maschilità e femminilità che essi veicolano

Famiglia: importante ruolo nell’educazione e socializzazione dei figli. Contesto in cui si apprendono i valori e le norme del vivere in società e in cui si entra continuamente in contatto con la dimensione del genere

Che cosa è cambiato?

Tra modernità e tradizione

Cambiamenti nei corsi di vita femminili e maschili: avvicinamento e omologazione di percorsi ed esperienze

Cambiamenti nella famiglia e nei rapporti tra i membri: rapporti più paritari sia tra i partner della coppia, sia tra genitori e figli

La crescita e l’educazione dei giovani è caratterizzata meno che in passato da ruoli differenziati e ben definiti per uomini e donne

• Il contesto attuale si caratterizza per una forte tensione tra modernità e tradizione: oltre ai cambiamenti permangono molto forti anche riferimenti tradizionali e stereotipati nei modi di intendere e vivere maschilità e femminilità • A una parità «sostanziale» spesso non corrisponde una parità «di fatto»: la

componente svantaggiata è ancora, spesso e volentieri, quella femminile

Una parità imperfetta: alcuni dati

Lavoro Reddito

Famiglia Partecipazione

Una parità imperfetta: alcuni dati

• Nelle economie dell’UE le donne guadagnano in media circa il 16,4 % in meno degli uomini.

• In Italia circa il 7%

• In nessun paese del mondo le donne occupano la maggioranza dei posti ministeriali.

• L’Italia è al 42° posto su 191 paesi della classifica IU con il 31% di donne presenti nel Parlamento nazionale

Tasso di attività femminile

Fonte: Istat, 2005

Tempo dedicato al lavoro domestico non pagato di lavoratori in coppia con figli, per genere e età dei figli (2002-2003)

(durata media in ore e minuti)

Quanto e come la famiglia continua a rappresentare un contesto di socializzazione a ruoli e identità di genere?

I modelli veicolati vanno della direzione della modernità o della tradizione?

Quanto si costruisce e quanto invece si decostruisce il genere?

Quesiti aperti

3

2

1

Insegnamento & Apprendimento

Rielaborazione

Costruzione & Decostruzione

Contesto

La socializzazione al genere: alcuni concetti chiave

Insegnamento & apprendimento: la socializzazione è processo di insegnamento e apprendimento di norme, valori e saperi pratici che concorrono a formare la personalità degli individui, nonché le loro identità e ruoli

di genere. Rielaborazione: gli insegnamenti e le conoscenze sono sempre creati, ricreati e rielaborati dagli attori coinvolti; la socializzazione avviene in un contesto relazionale: identità e i ruoli di genere si apprendono in rapporto agli altri e nella vita quotidiana.

Costruzione e decostruzione: gli individui «fanno» continuamente il genere nell’interazione: nei modi di parlare, vestire, comportarsi… Ci sono anche processi di scomposizione e annullamento del genere che portano a forme non convenzionali

Il ruolo del contesto: la socializzazione al genere avviene in un preciso contesto culturale, sociale e istituzionale. Avviene inoltre grazie all’operato di altre agenzie di socializzazione oltre alla famiglia: importanza del ruolo della scuola, del gruppo dei pari, dei media

La socializzazione al genere: alcuni concetti chiave

• La nostra ricerca si propone di dare la parola alle famiglie, intervistando padre, madre e figli separatamente

• Abbiamo raccolto 60 interviste, coinvolgendo 15 nuclei familiari

• La principale caratteristica di tali nuclei: presenza di una figlia femmina e di un figlio maschio, per meglio osservare somiglianze e differenze

Riportiamo i risultati dell’analisi di 8 famiglie caratterizzate da:

• Presenza di figli di genere opposto e di età compresa tra 18-30 anni

• Residenza in Piemonte • Livello di istruzione complessivo medio – alto • Entrambi i genitori lavoratori; • Appartenenza alla classe superiore e impiegatizia

La voce delle famiglie

Che cosa dicono i genitori?

• Regole, norme e insegnamenti presenti in famiglia;

• Modelli di femminilità e maschilità che tali insegnamenti veicolano

Che cosa ne pensano i figli?

• Accordo o disaccordo con gli insegnamenti ricevuti;

• Volontà di riprodurre o non riprodurre i modelli genitoriali

Valore aggiunto: possibilità di mettere a confronto le parole e le opinioni dei diversi membri della famiglia

Genitori contro figli: alcuni risultati della ricerca

• Rimangono differenze nelle regole date ai figli: maggiore libertà per i ragazzi, maggiore apprensione e controllo per le ragazze

• Vale soprattutto per le figlie primogenite

• All’ordine di nascita si affianca un fattore specificatamente di genere: preoccupazione e apprensione nei confronti di una figlia femmina

• Quello che i genitori non dicono: sono soprattutto i figli a mettere in evidenza questo aspetto e ad esplicitare la differenza nelle regole che hanno dovuto rispettare

Regole sulle uscite

Regole sui comportamenti

Regole sui lavori

domestici

Regole sulle uscite

Le regole sulle uscite: libertà o controllo?

Figlia Figlio

Ma è vero, mio fratello è maschio, vedi la differenza di genere che si fa sentire… mio fratello ha cominciato ad uscire prima di me, perché appunto si diceva è un maschio, è diverso… […]non abbiamo mai dato problemi, non eravamo adolescenti problematici… però sì, [mio padre] era più tranquillo a fare uscire mio fratello piuttosto che me… (Stefania Gelsomino, 30)

Mah, può darsi che alla fine essere un maschio può influenzare, perché comunque c’è sempre questa visione comunque della ragazza un po’ più debole diciamo… non debole, però un po’ più indifesa su determinate cose […] io personalmente da genitore non vieterei delle cose a mia figlia, però farei…. Sarei un po’ più in ansia, un po’ più in pensiero a lasciala in determinati posti soprattutto da piccola, da sola… (Andrea Gelsomino, 21)

• Esempio di come i comportamenti e le motivazioni dei genitori sembrano avere un’influenza sui figli: si può vedere in atto un meccanismo di trasmissione, evidente soprattutto nelle parole del figlio Andrea.

• Più precisamente, il modello genitoriale verrebbe riprodotto ma non in toto e in modo acritico, bensì con alcune rivisitazioni.

Le regole sulle uscite: libertà o controllo?

Le regole sulle uscite: vulnerabilità e protezione

• La (legittima) preoccupazione dei genitori è dovuta alla percezione della donna come soggetto più vulnerabile, in un contesto che può essere pericoloso

• Nella maggior parte delle famiglie si percepisce in generale una certa attenzione nei confronti delle figlie femmine e della loro sicurezza

• Anche nelle parole e nei comportamenti dei figli si continua a costruire l’idea della donna come soggetto da difendere e tutelare

– I ragazzi apprezzano che venga loro riconosciuto il ruolo di «protettori»

– Le ragazze cercano in un uomo un senso di protezione, attenzione e cura, inteso anche come forma di rispetto

• Importanza della buona educazione e del rispetto, sia per le ragazze, sia per i ragazzi

• Per le ragazze: vestirsi in modo morigerato, non troppo provocante, particolare attenzione a mantenere un comportamento educato e ad utilizzare un linguaggio non scurrile

• Per i ragazzi: sviluppare gentilezza e cavalleria

Regole sulle uscite

Regole sui comportamenti

Regole sui lavori

domestici

Regole sui comportamenti

Le regole sui comportamenti: l’importanza dell’educazione

• Indicazioni a favore di una femminilità classica: veicolano idea della donna come soggetto fine, delicato, elegante, in linea con una visione stereotipata della figura femminile

• Indicazioni a favore di promuovere diverse forme di maschilità: sembra venire meno l’idea dell’uomo virile a tutti i costi. Egli mantiene comunque un preciso ruolo, dedicando attenzioni e protezione alla componente femminile

Padre Figlia

Queste fasi qua anche che sai, cominci un po’ a scoprire, sei alla ricerca, anche lì, non sei pronto come genitore, non sembra, ma soprattutto con una ragazza… […] “mi dava fastidio vederla così truccata, andare ai giardini pubblici, alle giostre, mi scatenavaaaa… io avrei voluto vederla… non dico vestita da collegiale, ma insomma, frequentare magari una compagnia di persone magari normali… (Gianluigi Girasole, 51)

Cioè, probabilmente anche io se a 11 anni vedo mia figlia conciata comeeee… la prendo la porto in bagno e le lavo la faccia a suon di badilate perché non esce così! Un po’ più dolcemente ovviamente, però il succo è quello, no?! […] poi sul modo di vestire, porca miseria, viviamo in un contesto in cui o fai così oppure ti mettono le mani addosso! Quindi eeeeh ben venga!” (Giada Girasole, 21).

• Ambivalenza tra rifiuto delle norme genitoriali e identificazione con gli insegnamenti. Il modello veicolato dai genitori viene prima rifiutato, poi fatto proprio: alla fine, anche la figlia riproporrebbe il modello genitoriale, insieme alle concezioni sul genere ad esso legate.

• Emerge il tema dell’attenzione al modo di vestire, valido per le ragazze: per non essere oggetto di spiacevoli incontri e per essere prese sul serio

Le regole sui comportamenti: tra rifiuto e appropriazione

Madre Figlio

Visto che mio marito è un po’ un marito distratto, non dà importanza a certi gesti, a certe cose, allora io dico sempre a mio figlio «guarda che servono» serve ricordarsi che cosa piace a lei, serve coccolare… e dico, vedi di essere… come posso dire.. Sempre un po’ gentile, ma a parte gentile, un po’ cavaliere, un po’ corteggiatore, perché credo che faccia piacere, no? (Franca Mughetto, 55)

Tante volte mia madre ci consiglia… magari quello che avrebbe voluto lei fa mio papà, ci dice magari… di fare attenzione, con la mia ragazza, che cosa le piace, se le piace una cosa oppure no, perché poi a lungo andare fa piacere… però diciamo che io cerco di essere già abbastanza così… cerco di dare attenzioni alla persona con cui sto… (Edoardo Mughetto, 25)

• C’è continuità madre-figlio rispetto alla necessità di mantenere un comportamento gentile e di dedicare attenzioni

• Un esempio di una mascolinità non convenzionale: i comportamenti di «cavalleria» sottintendono una certa dose di rispetto e sensibilità, allontanandosi quindi da caratteristiche propriamente considerate maschili come potere, successo, aggressività

• Fermo restando che ciascuno, uomo o donna, continui a rivestire il suo specifico ruolo di genere.

Le regole sui comportamenti: nuove forme di maschilità

Figlia

Perché poi io sembro un maschiaccio, però ormai mi vesto spesso da donna, poi, da donna, sono abbastanza femminile… però ancora adesso mia madre, ogni volta, «che carina che sei con il vestito, dovresti portarli di più» o ancora di più mia nonna «hai sempre i pantaloni», perché mia nonna non si è mai messa un paio di pantaloni nella vita, credo! […] Io ho degli atteggiamenti un po’ fuori dal bon ton, tipo il rutto a tavola, a me capita spesso, ma chi se ne frega… ma chi te lo dice che non va bene che rutti? E invece per la donna, le buone maniere… anche mia madre è molto fissata, poi con l’esperienza di sua figlia si è calmata molto” (Marta Fiordaliso, 22)

• I tentativi di costruzione di una femminilità classica vengono rifiutati: veicolano una immagine della donna eccessivamente stereotipata.

• Caso in cui si nota un allontanamento dal modello stereotipato di femminilità e un tentativo di disfare l’idea di donna fine e posata propria del senso comune e delle richieste dei genitori

Le regole sui comportamenti: femminilità e stereotipi

Regole sulle uscite

Regole sui comportamenti

Regole sui lavori

domestici

Regole sui lavori

domestici

Le regole sui lavori domestici: tra tradizione e modernità

• Esplicita socializzazione volta a coinvolgere in modo paritario i figli e in generale a pari diritti – pari doveri di ciascun membro del nucleo familiare.

• Inconsapevole socializzazione a mansioni specifiche secondo il genere dei figli

• Sembra venire meno l’idea stereotipata della donna come «angelo del focolare» e si va verso concezioni più paritarie basate sulla condivisione dei compiti

• Tuttavia rimangono ancora dei lavori e degli ambiti (soprattutto lavare e stirare) considerati di competenza femminile, mentre altri (questioni economiche, lavori di forza) maggiormente di competenza maschile.

• Riguardo ai lavori domestici c’è una maggiore apertura verso configurazioni di genere più paritarie

• Tra i giovani emergono modelli creativi di gestione del lavoro domestico e familiare

• Si nota la propensione dei giovani ad andare oltre a visioni tradizionali mettendo in atto dei meccanismi di de-costruzione del genere

Le regole sui lavori domestici: apertura all’innovazione

Figlia Figlio

“Non è mai successo che mia madre mi dicesse ‘fallo tu perché sei una donna’ e non lo chiedesse a mio fratello, quindi per me io e mio fratello abbiamo pari diritti e pari doveri. Loro questo valore ce l’hanno trasmesso ma poi crescendo ti accorgi che nei fatti non è così… tipo mio papà, ma perché scusa? Perché tu non aiuti?” (Elisa Mimosa, 25)

“ Io e la mia ragazza siamo proprio diversi, cioè, facciamo proprio diversamente, ci viene naturale… paradossalmente ci hanno dato un’educazione per cui ci hanno detto che è così, che l’uomo e la donna si aiutano in cucina e tutto un po’, però poi loro non l’hanno fatto… noi però l’abbiamo subito interiorizzato e ci sembra una roba normale…” (Francesco Fiordaliso, 27)

Costruzione e decostruzione della femminilità

«Femminilità»

Apprensione

Protezione

Forza

Vulnerabilità

Sensibilità

Educazione

Eleganza

Attenzione nel vestire

Rispetto (dare) protezione

Forza Fisica

Libertà

Educazione

Gentilezza

Cavalleria

Partecipazione

Costruzione e decostruzione della maschilità

• La famiglia si configura come una agenzia di socializzazione alle identità e ai ruoli di genere e come un punto di riferimento per i figli.

• Per quanto riguarda le concezioni di maschilità e femminilità: si possono vedere sia aspetti di continuità genitori-figli, sia aspetti di discontinuità e quindi un rifiuto dei modelli di maschile-femminile proposti e incarnati dai genitori stessi. QUI emerge tutta l’ambivalenza dei soggetti intervistati, che si aprono a visioni più paritarie dei ruoli di genere, insieme a cui rimangono dei residui di tradizionalismo

• Il rischio delle visioni tradizionali è che possono portare degli svantaggi e non lasciare gli individui semplicemente liberi di essere e di vivere il proprio genere

• Quello che si può notare, infatti, è la persistenza di una forza inerziale: rende difficile il discostarsi da percorsi di genere non tradizionali. Forza che deriva dagli insegnamenti dei genitori e dalla società nel suo complesso, che si rafforza nei piccoli gesti della vita quotidiana e nelle interazioni tra gli individui

Conclusioni

Grazie per l’attenzione!

Torino, 24 novembre 2016