costruire in laterizio 121_44_49

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7/18/2019 Costruire in Laterizio 121_44_49 http://slidepdf.com/reader/full/costruire-in-laterizio-1214449 1/6      T      e      c      n      o      l      o      g      i      a a dismissione di un deposito peri- ferico della società che gestiva la rete delle autolinee parigine (Ratp) ha rappresentato, nei primi anni del XXI secolo, una stimolante opportu- nità per il Renzo Piano Building Work- shop: intervenire all’interno del tessuto cittadino consolidato di Montmartre con un interessante progetto di riquali- ficazione architettonica e funzionale, che ha sapientemente combinato il re- cupero di un capannone esistente e l’e- dificazione di quattro nuovi complessi, riuniti intorno ad una corte verde cen- trale e collegati mediante un gradevole sistema di passaggi interni. Il committente, originariamente la Vir-  gin Group , successivamente la Emi Mu-  sic , aveva espresso chiaramente al pro- gettista il suo programma funzionale, che prevedeva di riunire in un’unica sede tutte le etichette del Gruppo pre- senti in Europa; un programma cui il R.P.B.W. ha risposto con una composi- zione modulare (una maglia di 5,5 m), che riserva a ciascuna casa discogra- fica il suo spazio e la sua identità, com- binando il tutto sapientemente in una struttura compatta e unitaria che riveste l’intero perimetro del lotto e ricava, al suo interno, una corte a giardino capace di rievocare, rileggendolo in chiave moderna, il chiostro medievale. Renzo Piano ha analizzato ed interpretato con grande attenzione il rapporto dimen- sionale e relazionale del complesso con il contesto, caratterizzato da una cortina urbana densa di costruzioni re- sidenziali tra i sei e gli undici piani fuori terra, alle quali il progetto si oppone sviluppando poco in altezza gli edifici, ma dialogando con esse mediante una interessante rivisitazione combinata degli archetipi delle fabbriche ottocen- tesche, delle case parigine e dei labo- ratori rinascimentali. In questo senso, il disegno di facciata scarno e asciutto, il tetto a shed , la ri- petitività dei prospetti, il largo impiego di superfici porticate, caratteri distintivi dell’architettura storica parigina, atte- stano l’attenzione riservata alla proble- matica dell’inserimento del nuovo com- plesso nell’ambito del contesto urbano e culturale della città. La sobrietà com- positiva della facciata, ritmata regolar- mente dalla maglia strutturale e dal susseguirsi regolare dei fronti a ca- panna, viene esaltata dalla originale scelta di applicare sulla falda meridio- nale del tetto a shed un pannello in rame non preossidato, che svetta incli- nato fuori scala e fuori sagoma, carat- terizzando in maniera unica il progetto. Le funzioni strettamente legate alla musica “esercitata” sono concentrate nell’unico edificio recuperato del depo- sito della Ratp, ovvero il grande capan- none che chiude il lato sud del lotto, al- l’interno del quale il Renzo Piano Buil- ding Workshop ha ricavato, tra l’altro, un piccolo auditorium, un centro ricrea- 44 CIL 121 Claudio Piferi L’assemblaggio a secco di prodotti generalmente montati ad umido e l’uso di elementi prefabbricati in laterizio di grandi dimensioni mostrano, ancora una volta, come materiali della tradizione e tecnologie costruttive industrializzate possano ben coesistere, soprattutto se supportate da una adeguata sensibilità progettuale e da un approccio contemporaneo al progetto renzo piano building workshop Il quartier generale della “EMI Music France” a Parigi L Schizzo di studio e, nella pagina a fianco, prospetto sulla corte interna.

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Costruire in Laterizio 121_44_49, renzo piano building workshop, Il quartier generale della “EMI Music France”a Parigi

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     T     e     c     n

     o     l     o     g     i     a

a dismissione di un deposito peri-

ferico della società che gestiva la

rete delle autolinee parigine

(Ratp) ha rappresentato, nei primi annidel XXI secolo, una stimolante opportu-

nità per il Renzo Piano Building Work-

shop: intervenire all’interno del tessuto

cittadino consolidato di Montmartre

con un interessante progetto di riquali-

ficazione architettonica e funzionale,

che ha sapientemente combinato il re-

cupero di un capannone esistente e l’e-

dificazione di quattro nuovi complessi,

riuniti intorno ad una corte verde cen-

trale e collegati mediante un gradevole

sistema di passaggi interni.Il committente, originariamente la Vir-

 gin Group, successivamente la Emi Mu-

 sic , aveva espresso chiaramente al pro-

gettista il suo programma funzionale,

che prevedeva di riunire in un’unica

sede tutte le etichette del Gruppo pre-

senti in Europa; un programma cui il

R.P.B.W. ha risposto con una composi-

zione modulare (una maglia di 5,5 m),

che riserva a ciascuna casa discogra-

fica il suo spazio e la sua identità, com-

binando il tutto sapientemente in unastruttura compatta e unitaria che riveste

l’intero perimetro del lotto e ricava, al

suo interno, una corte a giardino capace

di rievocare, rileggendolo in chiave

moderna, il chiostro medievale. Renzo

Piano ha analizzato ed interpretato con

grande attenzione il rapporto dimen-

sionale e relazionale del complesso

con il contesto, caratterizzato da una

cortina urbana densa di costruzioni re-

sidenziali tra i sei e gli undici piani fuori

terra, alle quali il progetto si opponesviluppando poco in altezza gli edifici,

ma dialogando con esse mediante una

interessante rivisitazione combinata

degli archetipi delle fabbriche ottocen-

tesche, delle case parigine e dei labo-

ratori rinascimentali.

In questo senso, il disegno di facciata

scarno e asciutto, il tetto a shed , la ri-

petitività dei prospetti, il largo impiego

di superfici porticate, caratteri distintivi

dell’architettura storica parigina, atte-

stano l’attenzione riservata alla proble-matica dell’inserimento del nuovo com-

plesso nell’ambito del contesto urbano

e culturale della città. La sobrietà com-

positiva della facciata, ritmata regolar-

mente dalla maglia strutturale e dal

susseguirsi regolare dei fronti a ca-

panna, viene esaltata dalla originale

scelta di applicare sulla falda meridio-

nale del tetto a shed un pannello in

rame non preossidato, che svetta incli-

nato fuori scala e fuori sagoma, carat-

terizzando in maniera unica il progetto.Le funzioni strettamente legate alla

musica “esercitata” sono concentrate

nell’unico edificio recuperato del depo-

sito della Ratp, ovvero il grande capan-

none che chiude il lato sud del lotto, al-

l’interno del quale il Renzo Piano Buil-

ding Workshop ha ricavato, tra l’altro,

un piccolo auditorium, un centro ricrea-

44 C I L 1 2 1

Claudio Piferi

L’assemblaggio a secco di prodotti

generalmente montati ad umido e l’uso di

elementi prefabbricati in laterizio di grandi

dimensioni mostrano, ancora una volta, come

materiali della tradizione e tecnologie

costruttive industrializzate possano bencoesistere, soprattutto se supportate da una

adeguata sensibilità progettuale e da un

approccio contemporaneo al progetto

renzo piano building workshop

Il quartier generale

della “EMI Music France”a Parigi

L

Schizzo di studio e, nella pagina a fianco, prospetto sulla corte interna.

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Sezione tecnologica.

Nella pagina a fianco:

il chiostro interno.

Sezione.

FOTOGRAFIE

Michel Denancé

tivo, tre studi di registrazione, una gal-

leria per esposizioni temporanee ed

una mensa per i dipendenti.

Le nuove edificazioni, invece, concen-

trano la sfera manageriale delle fun-

zioni svolte all’interno del complesso,

ospitando uffici e sale riunioni artico-

lati su due livelli, al di sotto dei quali

trovano posto gli indispensabili par-

cheggi. Sul lato esterno, il piano terra

si presenta permeabile e trasparente,

arretrato rispetto al fronte superiore di

180 cm, a creare una sorta di loggia

alta 345 cm, che, nelle ore notturne,

viene chiusa mediante un sistema di

serrande mobili (a movimento verti-

cale), costituito da griglie d’acciaio che

di giorno sporgono sul profilo di fac-

ciata trasformandosi in elementi fran-

gisole. Al contrario, il fronte del piano

superiore è completamente opaco.

L’alternanza tra superfici trasparenti

ed opache, tra pieni e vuoti, è riservata

principalmente ai fronti esterni. Gli

spazi interni, invece, sono caratteriz-

zati dalla dominanza ed esaltazione

della luce naturale, che investe ogni

singolo ambiente grazie alle grandi

aperture sulla corte, alle coperture in-

clinate trasparenti ed ai tamponamenti

in vetrocemento. L’ampio uso del vetro

per le partizioni verticali interne con-sente la diffusione della luce naturale

anche nei padiglioni, nonostante la

loro profondità arrivi fino a 25 metri.

I fronti interni alternano la riproposi-

zione, sui prospetti nord ed ovest,

della loggia che caratterizza l’affaccio

su rue du Mont-Cenis e l’apertura sul

lato orientale di un piano interrato, re-

cuperato grazie ad un declivio del ter-

reno, che articola in maniera assai ori-

ginale il rigido disegno in pianta della

corte. In questo senso, i percorsi orga-nizzati per accedere ai diversi livelli di-

ventano lo strumento per movimentare

lo schema compositivo del giardino,

obbligando a ricavare nella pendenza

del terreno le scale per scendere al se-

minterrato, cui si contrappongono ae-

ree le passerelle sospese che consen-

tono l’accesso ai piani superiori. Le so-

Pianta piano terra.

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luzioni tecnologiche, così come quelle

formali, rievocano chiaramente l’arche-

tipo della fabbrica; oltre agli aspetti

formali già citati (la ripetitività dei mo-

duli, gli shed , le ampie vetrate sulla

corte interna e i tamponamenti com-

pletamente ciechi sui fronti stradali),

tutto il processo costruttivo, infatti,

sembra basarsi sul concetto di prefab-

bricazione, assemblaggio a secco e

“leggerezza” strutturale. Gli edifici

sono caratterizzati da una struttura in-

telaiata di elevazione metallica (HE o

IPE a seconda della necessità), in al-

cuni casi controventata da tiranti in ac-

ciaio, e resa solidale dall’uso di tra-

versi a “C” esterni alla struttura, che,

oltre a collegare tutti gli edifici e

a svolgere la funzione di marcapiano,

nascondono le giunzioni orizzontali dei

pannelli di tamponamento ai diversi

piani. I solai sono anch’essi in mate-

riale metallico (lamiere grecate), e an-

che la copertura degli shed è caratte-

rizzata dalla forte accentuazione della

costruzione come assemblaggio a

secco dei diversi elementi che com-

pongono l’intero pacchetto. Alle travi

principali a doppio “T”, sagomate in

testa, e staccate dai prospetti con

spezzoni di HE, sono collegate longa-

rine a “C” sulle quali sono fissati i pan-nelli di copertura in rame non preossi-

dato. I nodi complessi, come gli angoli

e gli imbotti delle aperture, sono risolti

introducendo sempre elementi metal-

lici che incorniciano sia i tampona-

menti opachi che quelli ciechi.

La struttura portante in acciaio galva-

nizzato lasciata a vista, ad accentuare

il concetto di costruzione industriale, è

tamponata mediante pannelli prefab-

bricati di laterizio disposti vertical-

mente, composti da un tavolato esternodi 5 cm, un pannello isolante di 5 cm

ed un tavolato interno di 10 cm.

Anche i prospetti che affacciano sulla

corte interna presentano, nelle parti

opache, l’utilizzo di pannelli prefabbri-

cati ugualmente in laterizio.

L’uso di tale sistema di tamponamento

rappresenta, dal punto di vista tecno-

Scheda tecnica

Progettista: Renzo Piano Building Workshop:P. Vincent, A. Gallissian (senior

partner and associate in charge)T. Nguyên and J. Carter, J. Ch.

Denise, G. Ducci, S. Giorgio-Marrano, P. Hendier, O. Aubert,C. Colson, Y. Kyrkos (modelli)

Collaboratori: Ove Arup & Partners e GECIngénierie (strutture e servizi);

GEC Ingénierie (consulente inmateria di costi); Peutz &Associés (acustica); R. Labeyrie(equipaggiamento audio/video);

C. Guinaudeau (alberature); P. L.Copat (interni); GEMO(coordinamento cantiere)

Committente: EMI Music FranceLocalizzazione: Parigi, FranciaCosti: € 17.000.000,00

Cronologia: 2000, progetto;2005, fine lavori

Porticato e fronti opachi su rue du Mont-Cenis.

Nella pagina a fianco:

vista delle passerelle d’ingresso al piano.

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sciuti in Francia con la sigla B.M.I. ( Bri-

que Monolithe Isole ), di dimensioni va-

riabili in altezza (solitamente intorno

ai 280-300 cm), larghi 60 cm e

profondi 20 cm, eretti e incastrati per

tutta la loro altezza, vengono tenuti in

testa, se necessario, mediante puntelli(1 puntello ogni 5 o 6 elementi).

L'incastro tra pannelli contigui avviene

per tutta l'altezza grazie a giunti ma-

schio/femmina; nella parte superiore

degli elementi è inoltre presente una

zona concava che ha lo scopo di rice-

vere una eventuale armatura metallica

di collegamento che ha la funzione di

bloccare in testa i singoli elementi.

I pannelli in laterizio vengono lasciati

faccia a vista, sia perché contraddistinti

da particolari caratteristiche di resi-

stenza agli attacchi di agenti chimici

acidi o basici e da una buona resistenza

ai graffiti, sia per evitare che possibiliscostamenti tra i panelli stessi, e tra

componenti in laterizio e componenti

metallici, possano causare fessurazioni

superficiali; ma, soprattutto, ancora una

volta, per accentuare il concetto di pre-

fabbricazione e di montaggio a secco

che una eventuale intonacatura avrebbe

reso meno appariscente. ¶

A R T E D E L C O S T R U I R E49

logico, forse l’aspetto più interessante

del progetto; la particolarità, infatti, ri-

siede nell’utilizzo di pannelli a tutta al-

tezza prefabbricati in laterizio e nella

scelta formale (ma anche tecnologica)

di non intonacare i pannelli stessi, ma

di lasciarli faccia a vista, sia interna-mente che esternamente.

Il progetto, in questo caso, presenta

una soluzione tecnologica apparente-

mente semplice, ma dotata – caratteri-

stica questa peculiare dei progetti del

R.P.B.W. – di un’attenzione all’integra-

zione di materiali differenti assai cu-

rata. I pannelli prefabbricati, cono-