cottolengo sotto la torre - aprile 2016
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8/18/2019 Cottolengo sotto la Torre - Aprile 2016
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PERIODICO DELLA PICCOLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA DI PISA ANNO 5 N° 20 – Aprile 2016
CON ALCUNI CONTRIBUTI DELLA C ASA COTTOLENGO DI FIRENZE
Ora che abbiamo finito di leggere il libro dedicato al nostro Santo, ci è sembrato edificante ed interessante proporre alla
nostra riflessione la figura di questo Beato, che ha concretato nella sua vita gli insegnamenti del nostro Santo.
Seguiremo il libro di Domenico Carena intitolato “Dalla Siberia al Cottolengo”. Fratel Luigi Bordino nacque a
Castellinaldo il 12 agosto 1922, terzogenito di una famiglia di profondi sentimenti cattolici. Ricevette la prima
comunione a sette anni con grande entusiasmo. Nell’adolescenza partecipò ad un corso di esercizi spirituali organizzato
dall’Azione Cattolica della diocesi, che lo smosse profondamente. Si può ricondurre proprio a questo episodio l’inizio del
suo cammino di uomo di Chiesa. Anche il parroco notò un suo cambiamento dal punto di vista spirituale, e lo nominò
“delegato aspiranti” tra la gioventù cattolica. L’impegno di guidare i giovani aspiranti lo aiutò a maturare cristianamente.
Ricoprì questo incarico fino al 1941, quando fu nominato “presidente” della locale sezione dell’Azione Cattolica.
Caro Danilo,
anche tu ci hai lasciati per raggiungere i tanti nostri amici che godono quella pace
eterna che solo Dio ci può dare.
“Preghiamo!” è stata l’ultima parola che sul letto di morte mi hai rivolto. Questo
invito a pregare è molto significativo; vuol dire che eri un uomo di fede, che confidavi
nella misericordia divina.
Non hai avuto una vita facile, la tua disabilità ti ha condizionato fortemente, per cui
hai trascorso al Cottolengo pisano ben sessantatre anni! Eri per noi un punto di
riferimento importante, eri la persona con cui si poteva colloquiare su tanti
argomenti: dalla religione alla politica, da episodi del passato (avevi una memoria
prodigiosa!), a quelli più recenti, senza mai cadere alla critica distruttiva, senza mai
prestare l’orecchio a “radio marciapiede” … Anzi, difendevi a spada tratta quanti
erano facile bersaglio di coloro che si ergono a giudici, dimenticando che anche essi
un giorno saranno sottoposti al giudizio di colui che solo può giudicare.
Quando ti hanno proposto l’eventuale trasferimento in una struttura più vicina al tuo
paese di origine e quindi vicina ai tuoi parenti, tu ha i risposto “Al Cottolengo mi sono sempre trovato bene, non intendo
cambiare”. Tale risposta evidenziava il forte legame, anche affettivo, che intercorreva fra te e la realtà cottolenghina.
Ora sei “Nell’alto dei cieli”, con i cottolenghini passati a miglior vita e con la “Santa Madonna” che tante volte haivenerato nei santuari di Lourdes, Loreto e Montenero.Caro Danilo, intercedi per noi poveri cottolenghini ancora
zoccolanti sugli aspri sentieri di questo mondo di lacrime. Grazie Danilo! (Fratel Pietro – Piccola Casa di Pisa)
Paola sta lavorando per noi come volontaria fin dal 1981, stabilendo cosi un record ineguagliato: 25 anni di impegno e di
affetto. Perciò vogliamo dirle grazie. Tante sono le prove del suo attaccamento alla Piccola Casa: la collaborazione con
Suor Candida, il fatto che lei ed il marito abbiano voluto celebrare qui il loro cinquantesimo anno di matrimonio, le
mostre organizzate con i lavori delle Ospiti, che hanno sempre riscosso successo. Però in tutti questi anni molte cose
sono cambiate. Le Ospiti che lavoravano in questo settore dei lavori femminili, sono invecchiate o ci hanno lasciato(come l’indimenticabile Licia). Per cui, anche se il suo talento, il tempo che ci dedica, la capacità di stimolare il lavoro
delle ospiti, non sono cambiati, ormai questo settore sta diventando sempre più marginale. Nonostante ciò, lei trova
sempre il modo di rendersi utile, e la sua presenza qui è costante.
Grazie Cara Paola, che Dio benedica te, la tua famiglia e la tua cara nipotina Bianca.
Ti vogliamo bene! (Le ospiti della Piccola Casa di Pisa)
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SAN FRANCESCO INCONTRA SAN GIUSEPPE COTTOLENGO …
ED E’ SUBITO AM ICIZIA
L’esperienza nella Piccola Casa della Divina Provvidenza di Firenze è stata arricchente!
Avere la fortuna di poter prestare servizio volontario per 15 giorni e dedicare del tempo agli ospiti del Cottolengo può
cambiare il modo di vedere la vita.
Noi 6 novizi delle Provincie Abruzzo/Lazio dell’Ordine dei Frati
Minori, assieme ai 2 Formatori, siamo partiti dal Sacro Monte della
Verna (luogo dove S. Francesco ricevette sulla sua stessa carne isegni della passione di Gesù Cristo) per incontrare in modo nuovo
Gesù povero e crocifisso attraverso i tanti volti di fratelli
svantaggiati. Abbiamo sperimentato quella famosa pagina del
Vangelo (Matteo 25,40) dove Gesù dice “Ogni volta che avete fatto
questo [dare da mangiare, dare da bere, accogliere, vestire, visitare]
a uno di questi miei piccoli fratelli, l'avete fatto a me" .
Il desiderio di noi novizi era restituire a Dio, mediante l’aiuto ai
fratelli ospiti del Cottolengo, ciò che Dio ha donato in abbondanza
nella nostra vita. Ma cosa restituire? Cosa donare?
Inizialmente non ci era chiaro cosa potessimo donare e poi abbiamo percepito che mentre donavamo, eravamo noi a
ricevere di più, attraverso il continuo affetto che ci veniva manifestato. Voi vi chiederete come ciò sia stato possibileconcretamente! Ebbene: tramite un sorriso o una carezza, durante il servizio ai pasti, nel gioco e in tutte quelle
occasioni dove abbiamo avuto l’opportunità di essere, per molti degli ospiti, le loro mani, le loro gambe, i loro occhi, la
loro voce … Essere volontario affianco ai fratelli fragili fa bene ai fratelli stessi e fa bene anche ai volontari perché fa
emergere quella parte interiore solidale e accogliente che c’è in ciascuno e che tante volte rimane come assopita e
infeconda. Passare attraverso la porta stretta della sofferenza degli altri aiuta a ridimensionare le priorità della vita e ad
ancorare il cuore all’amore gratuito, che cambia il mondo.
Divisi in gruppi di 2, noi 6 novizi abbiamo preso parte alla vita quotidiana di 3 reparti-Famiglie del Cottolengo: Casa
Paleari, Casa Santa Fina e Casa Santa Giuliana, cercando ogni giorno di animare le giornate con chitarra, recite, film,
disegni, preghiera del rosario etc. Ci siamo sentiti fratelli, padri e madri!
Che dire poi delle Suore cottolenghine, del Direttore don Giovanni, di tutti gli OSS, le Infermiere, gli Educatori, i
dipendenti e i Volontari della Piccola Casa? Ringraziamo il Signore di averli conosciuti e li portiamo nella nostrapreghiera! Grazie al “sì” fiducioso del fondatore S. Giuseppe Benedetto Cottolengo (Deo Gratias!) è stato possibile
realizzare questa opera di accoglienza, dando l’opportunità così a molte persone in difficoltà fisica e morale di “trovare
casa”. Tutti noi siamo interpellati, cristiani e non, religiosi e non, nel dare una risposta immediata a una richiesta di cura
e d’amore impellente che ogni giorno grida alle porte del nostro cuore. ( Alessandro, Alessandro Maria, Andrea, Emanuele, Luigi,
Marco )
Lunedì 7 marzo 2016, si è svolto un compleanno molto importante e sentito da tutti, ma
in particolar modo dal protagonista di questo fantastico e raro evento: Sirio Castellacci.
Quest’ultimo ha infatti festeggiato gli attesi 101 anni. Non è da tutti festeggiare un
compleanno così importante, in pochi hanno questa fortuna e lui era molto emozionato
e commosso. Tutti gli ospiti erano presenti nessuno ha voluto mancare per celebrare
quest’ uomo che nella vita ha lavorato tanto e faticato nei campi sotto il sole, freddo o
pioggia che sia. La festa è incominciata con le note della chitarra: c’era tanta, tanta
musica e tutti che cantavano e chi pure ha “ballato”. E’ stata persino recitata una poesia
dedicata e scritta proprio per onorare quest’uomo così importante per tutta la comunità
Cottolenghina e non solo. Naturalmente erano presenti le nipoti del festeggiato, tutte
strette intorno a lui senza lasciarlo nemmeno per un attimo. Quest ’ultime hanno
regalato a il loro nonno una meravigliosa e squisita torta con panna che tutti hanno gradito e finito in un attimo. Sirio,
chiamato da tutti amorevolmente “ Il nonno” era molto felice specialmente per la visita della nipoti che vengono spesso
e volentieri rammentate da lui. Ha infatti riferito che non si sarebbe mai aspettato una festa del genere circondato da
tanta gente, solo per lui. 101 anni e non sentirli!! Se gli domandi di raccontarti del suo passato sa dirti tutto nei minimi
dettagli e non ci si stanca mai di ascoltare la storia della sua vita: da quando lavorava al Cottolengo di San Jacopo o della
guerra che ha vissuto. Sirio è un pezzo di storia e questa festa è il minimo che la struttura potesse offrirgli. Tanti
auguroni di nuovo da tutti noi e ti auguriamo di vivere cosi altri 100 anni!! (Benedetta – Servizio Civile)
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BENEDETTA: La mia esperienza di servizio civile è incominciata a giugno del 2015: conoscevo già questo ambiente
avendo già svolto un tirocinio due anni fa. Mi sono trovata bene sin da subito con le altre ragazze che mi affiancavano in
questo bel percorso e sin da quest’estate abbiamo incominciato a collaborare per cercare di rendere gli ospiti allegri e
attivi per quel che è possibile, ovviamente. L’ obiettivo principale di questa esperienza era proprio questo secondo me:
cercare di distrarre l’anziano dai suoi brutti pensieri o dalla sua routine quotidiana per farlo sorridere e rallegrare anche
solo per poco. Io ho cercato di fare il possibile per far ciò che questo accadesse
mettendoci tutta la mia volontà e le mie energie anche se a volte non riuscivo nei
risultati sperati. Ho cercato di capire i loro bisogni e di comportarmi diconseguenza: ognuno infatti ha un temperamento a sé, stava a me capire come
cercare di pormi nei loro confronti e cercare di intuire i loro bisogni. Intrattenere
delle persone anziane non è semplice perché spesso si distraggono, non ascoltano
o litigano fra loro quindi ci vuole molta pazienza, comprensione ed empatia. Si ha a
che fare con persone fragili e bisognose quindi è importante secondo me avere un
temperamento che possa renderli tranquilli e allo stesso tempo attivi verso le
attività proposte. Tutto l’impegno che ci mettevamo io e le altre ragazze era infatti
ripagato anche solo da un sorriso o dalla partecipazione che notavo veniva messa
da queste persone all’attività svolta in quel momento. Credo di avere imparato
molto da tutto ciò, non solo dal punto di vista lavorativo, ma soprattutto interiormente, perché mi sono affezionata
molto ad ognuno degli ospiti presenti nella struttura. Fortunatamente mi sono trovata con delle ragazze collaborative,che avevano voglia di intraprendere questo percorso affianco a persone anziane e spesso non facili da gestire. Credo e
spero di essere riuscita nel mio intento sopra citato e mi auguro di aver lasciato qualcosa ad ognuno degli ospiti
presenti.
GIADA: In tutto quello che facciamo o in ogni persona che vediamo, speriamo di incontrarti. Sei stato figlio, amico,
maestro, povero, lavoratore, viandante. Ma non sei mai invecchiato. Come incontrarti al Cottolengo allora? Prima di
venire qui non avrei saputo rispondere a questa domanda, ma ora, quasi alla fine della mia esperienza, sono certa di
aver riconosciuto la tua bellezza anche in questa Piccola Casa: nella
semplice e profonda fiducia dei nonni in chi si prende cura di loro,
non basata su referenze o qualifiche, ma sul solo fatto che hanno
bisogno di aiuto, ti ho riconosciuto figlio. Nel caldo clima diaccoglienza e letizia che si respira in questa Piccola Casa, frutto di
una faticosa condivisione dei tempi, spazi, sofferenze e affetti, ti ho
riconosciuto amico. Nella generosità dei nonni quando ci
raccontano ricordi, pensieri e storie di vissuto, per donarci la
bellezza dei valori più importanti della vita perché sperano di farli
vivere anche a noi, ti ho riconosciuto maestro. Nella grande
sofferenza fisica, spesso anche spirituale, dei nonni malati, a volte
accolta con fede, altre con dolore, altre ancora con rassegnazione, ti
ho riconosciuto povero. Nei sorrisi e nelle parole di tenerezza
gratuite per i nonni da parte di chi lavora qui, segno di una chiara consapevolezza di non avere davanti un utente a cui
prestare un servizio, ma una persona con una dignità infinitamente grande, che ha bisogno di amore, oltre che di curefisiche, ti ho riconosciuto lavoratore. Nell’aver incontrato le storie di chi ho conosciuto qui, nonni, dipendenti, volontari
e religiosi, ti conosco viandante perché ho visto tutte persone in cammino verso una vita più felice e un mondo più
generoso o, per dirla con parole tue, in cammino per costruire il regno dei cieli. Non sei mai invecchiato, ma ti ho
incontrato tra i nonni di questa Piccola Casa, perché l’amore e la bellezza mantengono il cuore giovane.
Domenica 3 aprile, Giulio, Enzo, Massimo,
Luigi, Vito e Natale sono stati all’Arena
Garibaldi ad assistere alla partita PISA –
SPAL, accompagnati da Fabiana e i nostri
volontari Cinzia e Lorenzo. Anche questa
volta i nostri ospiti hanno portato fortuna alla
squadra della nostra città, portando a casa
una vittoria di 2 a 0!
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CACCIUCCO di IDA
Ingredienti:
- Pesce Misto
- Prezzemolo
- Aglio
-
Pomodoro- Sale & Pepe
Si pulisce il
pesce, i
calamari e altri
pesciolini. Si
aggiunge prezzemolo e aglio (mai la cipolla) e tanto
pomodoro. Si mette tutto a cuocere lentamente in un
tegame con tanto olio.
Tempi di cottura? E’ come un macinato, lo vediamo ad
occhio. Bisogna controllare se il pesce è morbido.
Pomeriggio di usica
Il 19 marzo abbiamo festeggiato la festa del Papà e la
Festa di San Giuseppe in compagnia del coro della
Parrocchia di Putignano. Li ringraziamo per averci
tenuto compagnia e rallegrato il pomeriggio!
PENSIERO RELIGIOSO
La salvezza di Dio non viene dalle cose
grandi, dal potere o dai soldi, dalle
cordate clericali o politiche, ma dalle cose
piccole e semplici che alle volte suscitano
persino sdegno.
(Papa Francesco – Omelia in Santa Marta)
PROSSIMI APPUNTAMENTI
- 1 aprile: Centenario di Anna Placanica
- 3 aprile: Domenica allo Stadio di Pisa
- 4 aprile: Pomeriggio in città
- 16 aprile: pomeriggio con i ragazzi del
catechismo di S. Marco
- 17 aprile: Pomeriggio a Viareggio
- 22 aprile: Agrifiera di Pontasserchio
- 30 aprile: Festa del Santo Cottolengo
Ogni mercoledì tempo e volontari
permettendo, uscite in città.
Pro manoscritto – circolare interna
Redazione: Via Mazzini 61, 56125 PisaTel. 050 23709 – Fax 050 20354
Email: [email protected]
http://assistenza.cottolengo.org/index.php
Il giornalino è consultabile nella pagina di Pisa
Qui al Cottolengo, in quanto a visite culturali, non ci
facciamo mancare niente! Nel mese di marzo alcuni
ospiti hanno avuto la possibilità di visitare la Gipsoteca,
presso la Chiesa di San Paolo all’Orto, che raccoglie
calchi in gesso di proprietà dell’Università di Pisa e la
Domus Mazziniana a due passi dalla Piccola Casa, dove
Mazzini trascorse gli ultimi suoi anni di vita.
Vi lasciamo con alcune foto dei nostri ospiti!