crepuscolo
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Storia BreveTRANSCRIPT
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CREPUSCOLO
Guido tiene in mano una foto, ha i bordi sgualciti e una patina giallastra.
Sembra statica, morta ma immortale, scolpita nella coscienza eterna di chi la pu
guardare.
Il vecchio si vede nella foto, sorridente e forte, un uomo tutto di in pezzo,
poteva avere trentanni a giudicare dai folti capelli e i baffi neri.
Guido stringe la foto, la tiene premuta sul cuore, come se potesse trapassare la
pelle ed entrargli dentro, non la sua immagine di giovinezza a essergli cara, ma la
donna ritratta insieme a lui. Si chiamava Felicita quella bella ragazza, Felicita come la
donna di una poesia scritta da un omonimo poeta.
Felicita non bella, ma fascinosa, con i suoi modi allegri e provocanti lo ha
portato a un amore folle e semplice. Nello specchio antico, ritratto nella foto, Guido
vede riflesse le sue preoccupazioni. Era un uomo di prestigio ai tempi, di un certo
rango, uno sposalizio del genere non era ben visto, n dai genitori n dagli amici,
ma la felicit non sta nelle opinioni altrui e Guido ormai lo sa bene. Fu un amore
forte sincero e duraturo, bello e travolgente anche da sposalizio maturo.
Dalla foto sbucano oggetti di origine arcana, anticaglie e paccottiglie gi logore
a quel tempo, ma ricche di un fascino indefinito.
Una tovaglia copre il camino alle spalle della coppia e soprammobili vari, belle
cose di pessimo gusto. Ognuna di esse veicola con s un proprio ricordo e una storia
pi o meno importante, le storie che si intrecciano in un semplice foglio di carta
possono essere tante.
Guido tiene in mano la foto e con essa protegge i suoi ricordi. Non gli serve
mangiare paste francesi o sorseggiare Te profumati per tornare indietro nel tempo,
gli basta scrutare quella pellicola ormai sbiadita, sbiadita come la sua giovinezza.
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Una sedia di paglia si vede sbucare dallangolo della foto. Se solo avesse potuto
parlare. Quella era la stessa sedia dove lui e Felicita si erano dati il primo bacio. Una
storia buffa e tenera allo stesso tempo.
La ragazza era entrata in casa per aiutare la nonna di Guido con il bucato.
Nonna Speranza non ci aveva badato, ma Guido la aveva subito notata, rozza e
semplice ma felice di nome di fatto.
Si erano rincorsi pi volte fra le bianche lenzuola stese e un profumo
immacolato di sapone. Felicita stanca e sudata si era rifugiata in un posto tranquillo
lontano da occhi indiscreti, lontano dalla nonna di Guido e lontano dagli sguardi di
rimprovero. Non aveva trovato altro ristoro che una sedia di paglia, fissa nel punto
della foto. Guido le era piombato alle spalle, Felicita aveva posto scarsa resistenza e
aveva dato a intendere che era parecchio interessata. Dopo una falsa e facile lotta
Felicita si era arresa: con baci incandescenti Guido le aveva baciato il collo seguendo
le perle della sua collana. Era arrivato fino ai seni, dove era custodito il ciondolo pi
grosso, come in un nido di amore.
Guido stringe la foto e la ricorda a memoria, non gli serve guardarla per vedere
un ombrello appoggiato al camino ancora grondante di acqua piovana. Con una
lacrima ricorda e imita la pioggia che li bagnava nelle calde giornate destate.
Amavano correre sotto la pioggia lui e Felicita e osservare come questa cadesse
inesorabile senza risparmiare nessuno. Rievocava una famosa poesia di Dannunzio il
Giovane Guido e riconosceva la forza e lerotismo dellacqua.
Pioveva sul bello e sul brutto, sul niente e sul tutto, sui fanciulli e sugli alberi,
sulle muse e anche sulle scuse di chi aveva dimenticato lombrello.
Cala il crepuscolo e Guido guarda ancora la foto, il cielo sembra riprenderne il
colore seppia e coprirsi della stessa nebbia, la nebbia del tempo e della vecchiaia,
ma Felicit ancora l in quella foto, che sorride e gli stringe la mano. Indossa una
gonna pratica e logora. Ricorda ancora Guido un giorno di primavera, ricorda o
sogna di quando la seguiva su per le colline. Sperava che parlasse la sua donna ma
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lei taceva, solo il rumore dei suoi baci gli concedeva e adesso tace ancora Felicita
stampata su un pezzo di carta. ancora timida e allo stesso tempo provocatoria,
tace di amore o di rancore perch Guido c ancora ma lei non pi. Forse ha vinto
Felicita, che la vecchiaia non ha conosciuto, che non si vista appassire ma rimasta
congelata, in un ricordo, in un idilliaco amore.
Stringe la foto Guido, mentre alle sue spalle qualcuno parla.
Guarda ancora quella foto? Dice una voce di donna, col tono disperato e un
pizzico di rassegnazione.
Per lui un divertimento, unevasione. Spiega il dottore. Non ricorda o forse
non lo vuole fare, lunico modo che ha per sognare, non importa se non sia vero e
se immagina la vita, la vita di qualcun altro.
Guido non capisce e continua a guardare. E vero la foto non sua, la ha
trovata in un cassetto dellospedale, ma unottima medicina che gli permette di
immaginare. E in tarda et, affetto da una malattia grave, non ricorda i figli,
neanche la moglie. Che male c a inventare, in fondo un po come ricordare.
Guido non capisce la tristezza degli altri, che lo guardano sconsolato scuotendo il
capo. Non c stata nessuna Felicita, nessuna pioggia nessun matrimonio difficile, c
solo un profondo vuoto che lo fa morire e lo divora di giorno in giorno. Che male c
se per riempire quel vuoto ricorda una storia non sua ma inventata? Una storia
felice, una storia incantata e stringe a s un pezzo di inutile carta, scordato da
qualcuno che forse non c pi, ma lui gli dona unanima.
Una foto inutile per chi vive al mattino, ma sacro per Guido perso nel suo
oscuro crepuscolo.