crescere insieme n°1

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Anno 1 N. 1 Giugno 2012 I bambini rappresentano il futuro, ma anche il presente della nostra città Gianluigi De Palo Assessore alla scuola del Comune di Roma Chi salva un bambino… salva il mondo intero Dott. Marco Squicciarini Bambini al Nido: uno sguardo allo sviluppo affettivo e comunicativo Traute Taeschner Prof.ssa Ordinaria dell’ Università “Sapienza” Vaccino trivalente e autismo: esiste una correlazione? Dott. Francesco Gesualdo La crescita non dipende solo da ciò che gli insegnamo ma da quello che siamo Dott.ssa Elisa Speranza Famiglie e pediatri in prima linea per combattere l’obesità infantile La nutrizionista L’approfondimento Risorse pubbliche e private al servizio del welfare per la famiglia informazioni e curiosità sul mondo dell’infanzia e dell’adolescenza

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Informazioni e curiosità sul mondo dell’infanzia e dell’adolescenza.

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Anno 1 N. 1 Giugno 2012

I bambini rappresentano il futuro, ma anche il presente della nostra città Gianluigi De Palo Assessore alla scuola del Comune di Roma

Chi salva un bambino… salva il mondo interoDott. Marco Squicciarini

Bambini al Nido: uno sguardo allo sviluppo affettivo e comunicativoTraute Taeschner Prof.ssa Ordinaria dell’ Università “Sapienza”

Vaccino trivalente e autismo: esiste una correlazione? Dott. Francesco Gesualdo

La crescita non dipende solo da ciò che gli insegnamo ma da quello che siamo Dott.ssa Elisa Speranza

Famiglie e pediatri in prima linea per combattere l’obesità infantileLa nutrizionista

L’approfondimentoRisorse pubbliche e private al servizio del welfare per la famiglia

informazioni e curiosità sul mondo dell’infanzia e dell’adolescenza

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Crescere Insieme

Mini Club dai 3 ai 13 anniAttivitàAnimazione, giochi acquatici, giochi sportivi, laboratori artistici, spettacoli teatrali

Negli stabilimenti di Ostia: presente Mini Club

La PinetinaLungomare L. Catulo 10/12

ZenitLungomare A.Vespucci 46

Servizio navetta da Roma

Organizziamo anche feste di compleanno ed eventi!

DA GIUGNO A SETTEMBRECentri estivi al mare

Informazioni: Esperia S.r.l. “Crescere Insieme” - Tel. 06 66130701/393 9211693email:[email protected] www.crescereinsieme.org “Esperia Crescere Insieme”

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Editoriale 4Crescere Insieme... a voi di Francesca Foti

Redazionale 5Partnership Pubblico - Privato per lo sviluppo dei servizi alla prima infanzia e del settore degli Asili Nidodi Domenico Crea

Intervista 7“I bambini rappresentano il futuro, ma anche il presente della nostra città” Intervista all’Assessore De Palo: di Lorenzo Baldarelli

Intervista 8“Chi salva un bambino… salva il mondo intero”Intervista al Dott. Marco Squicciarini: di L. B.

Intervista 9“Bambini al nido: uno sguardo allo sviluppo affettivo e comunicativo” Intervista alla ProfessoressaTraute Taeschner: di Marta Macrì

Il pediatra 11Vaccino trivalente e autismo: esiste una correlazione? Dott. Francesco Gesualdo

La psicologa 12La crescita non dipende solo da ciò che gli insegnamo ma da quello che siamo Dott.ssa Elisa Speranza (Psicologa, psicoterapeuta)

La nutrizionista 13Famiglie e pediatri in prima linea per combattere l’obesità infantile

Chiuso in tipografia il 15 giugno 2012

Anno 1 N. 1 Giugno 2012

Direttore ResponsabileCarlo Rodorigo

[email protected]

Direttore EditorialeDomenico Crea

[email protected]

RedazioneLorenzo Baldarelli

Maria Angela [email protected]

Direttore TecnicoMargherita Fassari

[email protected]

PubblicitàEleonora Pollina

[email protected]

Progetto Grafico e ImpaginazioneFrank Stahlberg

[email protected] Massimo Marra

[email protected]

Archivio FotograficoCentro documentazione

Crescere Insieme

Hanno collaborato:Dott Francesco GesualdoDott.ssa Elisa Speranza Dott. Marco Squicciarini Prof.ssa Traute Taeschner

RedazioneVia della Nocetta, 109 - 00164 RomaTel. 06.661307213

Amministrazione - ufficio abbonamenti e pubblicitàVia della Nocetta, 109 - 00164 RomaE-mail: [email protected]. 0666130701

[email protected]

Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica riservati.È vietata la riproduzione e la traduzione parziale, senza citarne la fonte.

StampaTipografia Abilgraph - via Pietro Ottoboni, 11 - 00159 Roma

Testata di proprietà della Esperia srl RomaAutorizzazione Tribunale di Roma n. 177/2012

dell’11/06/2012Anno 1 N.1 Giugno 2012

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Sono lieta e confesso anche molto emozio-nata nel presentarvi questa nuova rivista. Le pagine che avete tra le mani sono il frutto di una fatica che ha visto impegnati tutti noi di Esperia. La nascita di un periodico che si occupa di problemi, prospettive e caratteristiche dell’universo dei bambini e degli adolescenti oltre a porsi l’obiettivo di rendere più chiare ai non addetti ai lavori alcune tematiche, crediamo possa e anzi debba stimolare un dibattito, sul mondo

dei nostri bambini e di come favorire la loro crescita, il loro benessere e anche facilitare, per quanto possibile, il fantastico ruolo che voi genitori svolgete tutti i giorni.

Dall’amore e dalla passione per i bambini e per il loro mondo nasce, nel 1991, Esperia S.r.l. “Crescere Insieme”, società di servizi per l’infanzia. La nostra Società sin da allora ha individuato nella famiglia il proprio riferi-mento ed ha avviato con essa un dialogo costante e un contatto diretto che ha da sempre guidato le nostre attività.

L’iniziativa del nostro magazine nasce proprio dalla voglia di instaurare un rap-porto ancora più profondo con voi geni-tori, cercando di capire le vostre esigenze

e magari pubblica-re e raccontare le vostre esperienze. “Crescere Insieme” nasce anche per divulgare i nostri

principi ed idee, spiegare in modo agile e fruibile il nostro modello formativo e il sostegno didattico che forniamo ai vostri bambini; lo faremo con articoli sull’attua-lità legata alla situazione degli Asili Nido e con le rubriche tenute da tecnici e speciali-sti dell’età infantile.

Tutto questo è il frutto del lavoro svol-to in questi anni, che ci ha dato l’oppor-tunità di:•consolidare una ricca esperienza nella

gestione diretta di spazi per i più picco-li quali Asili Nido, privati, aziendali e/o convenzionati, Scuole Materne, Ludote-che, Centri estivi e spazi comunque de-stinati alla libera espressione dei bambini;

•promuovere una offerta di servizi alle Scuole, pubbliche, private e religiose, Materne ed Elementari, ricca di attività didattiche che integrano i programmi di base: i laboratori didattici, le gite in luo-ghi di svago, i centri estivi, il pre-post scuola, l’apertura durante il mese di ago-sto e il sabato mattina;

•sviluppare partnership con primarie Aziende attraverso la quale ci occupiamo dell’allestimento di feste ed eventi rivolti

ai bambini e ai loro genitori, che di volta in volta realizziamo per intero, dalla pro-gettazione alla produzione dell’evento, sulla base delle indicazioni e personali aspettative di ogni cliente.In ciascuno dei contesti citati, i nostri

bambini acquistano quotidianamente, a se-conda di ciascuna fascia d’età, nuove espe-rienze che ne stimolano processi evolutivi e conoscitivi, facilitando il raggiungimento della loro piena autonomia. La metodolo-gia usata trasforma il processo cognitivo in gioco per raggiungere in modo graduale e armonioso tutti gli obiettivi, ponendo al centro delle scelte educative e didattiche il bambino.

Il riconoscimento ricevuto nel corso degli anni è per noi stimolo e motivo di soddisfa-zione. È questo che ci spinge ad arricchire i nostri strumenti di contatto/comunicazio-ne, di scambio informativo con la famiglia come il nostro nuovo sito ricco di rubriche che abbiamo pubblicato in questi giorni.

In concomitanza della messa on-line del nostro nuovo sito ww.crescereinsieme.org che Vi invito a visitare e con il quale contiamo di mantenere un colloquio quo-tidiano con tutti Voi, oggi il nostro rapporto si arricchisce di un nuovo, speriamo, utile strumento comunicativo al tempo stesso testimone della nostra volontà e consape-volezza che non smetteremo mai di…

Crescere Insieme… a Voi.

editoriale

Francesca FotiAmministratore Crescere insieme

Crescere Insieme... a voi di Francesca Foti

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redazionale

Definire l’offerta di Asili Nido una variabile fondamentale per il progetto di sviluppo sociale ed economico di una Comunità è oggi abbastanza facile.

Numerosi studi in proposito hanno di-mostrato la stretta correlazione tra le di-

mensioni dell’offerta di questo essenziale servizio e il PIL del territorio che la esprime.

Non è un caso che le Regioni d’Italia dove i bambini tra i tre mesi e i tre anni di vita, non trovino più facilmente ospitali-tà presso un Asilo Nido, si registri anche il più alto tasso di occupazioni tra le donne, e correlato ad esso un indice di crescita complessiva maggiore che in altri territori.

E’ stato stimato che la mancata occu-pazione delle donne/madri di bambini che non trovano posto presso gli Asili Nido del sistema comunale, provochi un danno di almeno 1,5 punti del PIL nazionale.

A conferma di quanto sopra, anche se espresso in termini opposti, possiamo ri-ferirci ad una ricerca realizzata dall’ISTAT, che rivela come gli Asili Nido nel mezzo-giorno d’Italia garantiscano un posto, solo al 3% del bambini che ne avrebbero dirit-to, mortificando il ruolo delle loro mam-me/lavoratrici e direttamente la creazione di valore per quelle Regioni.

Restringendo l’attenzione alla nostra città, proprio nel periodo in cui si stanno formando le liste dei bambini che potran-no frequentare dal prossimo settembre 2012 le strutture Comunali, val la pena ricordare che i bambini ospitati presso le

strutture del sistema dagli Asili Nido del Comune di Roma sono circa 22.000, di cui circa 14 mila presso Asili Nido a gestio-ne diretta comunale, e oltre 7 mila presso strutture private, in regime di convenzio-ne o concessione con il sistema pubblico, strutture che sono ormai quantitativa-mente più numerose di quelle comunali.

La Regione Lazio lo scorso 13 agosto 2011, ha modificato la Legge Regionale sugli Asili Nido del 1970, con il pregevole intento di rendere più efficiente (abbassa-re cioè il costo di gestione senza intaccare il livello qualitativo raggiunto) la gestione degli Asili Nido, modificando tra l’altro il rapporto Educatori/bambini e i mq/bam-bini. Legge che tutti i Comuni del Lazio avrebbero potu-to applicare già dall’ottobre del 2011.

La nuova nor-ma concorrerebbe essenzialmente all’abbassamento dell’incidenza del costo del lavo-ro sulla gestione complessiva degli Asili, perché come minimo consenti-rebbe di ospitare un maggior numero di bambini, mantenendo inalterato il nume-ro degli Educatori, il che vorrebbe dire in termini pratici, che per esmpio il settore pubblico a fronte di un pari esborso com-plessivo, potrebbe ospitare più bambini realizzando un costo medio nettamente inferiore, costo che riguarda comunque tutti noi, nella nostra qualità di cittadini contribuenti.

Tale regolamentazione, non è stata an-cora recepita dal Comune di Roma, per il protrarsi di un confronto con i sindacati della scuola, difficilmente comprensibile dall’esterno e credo dall’intera cittadinan-za, confronto che nella sostanza impedi-sce, non si capisce ripeto per quale motivo

anche agli operatori privati di applicare una legge già pienamente in vigore, arre-cando quindi un ulteriore doppio danno ai cittadini che nella sostanza non possono utilizzare strutture già pronte ad ospitarli.

Ad oggi l’Amministrazione Comunale di Roma, nonostante i positivi interventi di riorganizzazione già realizzati negli ultimi tempi, sopporta, per ogni bambino ospi-tato in strutture comunali un costo più che doppio di quello registrato nel sistema degli operatori convenzionati, operatori opportunamente selezionati dalle Autori-tà Pubbliche e che garantiscono il rispet-to totale di tutti gli obblighi qualitativi e normativi.

Si può anche osservare, a tal proposito,

che il dato economico risulti fortemente penalizzante per il nostro Comune quan-do ci si trovi a confrontarne il proprio dato unitario con altri Comuni Italiani simili per articolazione e dimensione territoria-le, quali Milano, o con quelli che vantano maggiori tradizioni nel settore educativo per la prima infanzia, e dove si trovano realtà che rappresentano “Best Practices” nel mondo, quali Reggio Children.

All’interno di uno scenario economico caratterizzato da un sempre più insuf-ficiente livello di risorse pubbliche, an-

Partnership Pubblico - Privato per lo sviluppo dei servizi alla prima infanzia e del settore degli Asili Nido

di Domenico CreaDelegato UNINDUSTRIA per le Politiche di Convenzionamento con il Comune di Roma

Domenico CreaDirettore editorile

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che per ciò che concerne le politiche sociali per la prima infanzia, sarebbe utile armo-nizzare e rendere sempre più complemen-tari tra loro, gli interventi del settore pub-blico a quello degli operatori privati, per poter non solo mantenere il livello di ser-vizio attuale alle famiglie ad un costo più efficiente, ma ampliare nel suo complesso, l’offerta di servizi per la prima infanzia.

Per poter raggiungere questo obietti-vo è assolutamente necessario dare pri-oritariamente una corretta e piena ap-plicazione alla nuova Legge Regionale con l’avvio del nuovo anno educativo e collegare ad essa conseguenti deter-minazioni comunali, che modifichino strutturalmente i rapporti oggi in essere, che possano cioè in primo luogo, rista-bilire ruoli e funzioni di tutti gli attori coinvolti.

Sarebbe infatti auspicabile che per l’Istituzione Pubblica venisse enfatizza-ta in via prioritaria, soprattutto la fun-zione di indirizzo e di controllo rispetto a tutte le altre, e che al privato venisse data la possibilità di investire nel setto-re, all’interno di regole puntuali e con-divise nella certezza della loro applica-zione nel medio/lungo periodo.

All’interno di un nuovo scenario così determinato, è innegabile per esempio

che un controllo pubblico più incisivo ed efficace sul territorio, potrebbe essere determinante per contrastare il fenome-no crescente dell’abusivismo e/o della mancata applicazione di forme contrat-tuali a tutela dei lavoratori impegnati, un fenomeno che oggi su Roma può essere stimato intorno ad un centinaio di strutture non del tutto legali, eviden-temente pericoloso poiché non tutela, né l’igiene né la formazione e soprattut-to la incolumità dei bambini.

I periodi di crisi come quello che at-traversiamo, possono rappresentare una opportunità, perché in fondo per su-perare la crisi stessa, si è quasi costretti a cambiare e a cercare strade nuove. E l’opportunità per non essere sprecata, deve portare, chi ha la responsabilità di ridefinire le regole del gioco, ad avere: • il coraggio di immaginare un nuovo si-

stema, aperto all’innovazione, a nuovi contributi e a nuove competenze, per allargare l’offerta formativa includen-do il contributo di capacità e compe-tenze proprie degli operatori privati all’interno di un quadro didattico ed organizzativo pubblico di riferimento;

• il coraggio di immaginare un nuovo sistema che non sia resistente alla re-altà circostante a difesa di vecchi inte-ressi o concetti corporativi;

• il coraggio di immaginare un nuovo sistema che sia tendenzialmente in-clusivo e non protezionistico. Va rilevato come tentativo meritorio il

confronto già avviato dall’Assessorato alla Scuola e alla Famiglia con le parti sociali con l’obiettivo di individuare nuove forme e nuove modalità di intervento riservate agli operatori privati già convenzionati e non, in via complementare alla gestione diretta comunale degli Asili Nido.

Un esempio pratico di come sia possi-bile realizzare un sistema più intimamen-te complementare, è rappresentato dalla decisione dell’Amministrazione di Roma Capitale di affidare in regime di conces-

sione, a favore di qualificati imprenditori privati, la gestione di strutture pubbli-che destinate all’esercizio di Asili Nido e non solo, dove appunto le risorse private completano l’investimento pubblico, ri-ducono il costo per l’utenza e consento-no l’offerta di una più ampia gamma di servizi alle famiglie.

Gli operatori privati sperano che adesso si prosegua su questa strada, per poter dimostrare alle nostre comunità che esi-stono soluzioni, che grazie anche agli investimenti privati, tutelano il benessere dei bambini, e delle loro famiglie. Senza dimenticare che tali iniziative concorrono in maniera diretta alla creazione di veri

posti di lavoro per i giovani e per le donne lavoratrici in particolare.

L’esempio proposto realizza comun-que solo una tra le diverse modalità pos-sibili e per altro già individuate, ma è utile per poter affermare che lo sviluppo di questo sistema non può che passare attraverso una più intima e correlata in-terdipendenza complementarietà delle capacità e delle risorse che possono esse-re messe in campo dalle Amministrazioni Pubbliche e dagli operatori privati, per il welfare alle famiglie.

Il Sindaco Alemanno inaugura l’Asilo Nido di Valcannuta gestito in Concessione da Crescere Insieme

Il sindaco di Roma Veltroni inaugura nel 2008 i Centri Estivi per i figli dei dipendenti del Comune gestiti da Crescere Insieme

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intervistaAssessore Gianluigi De Palo:

“I bambini rappresentano il futuro, ma anche il presente della nostra città”

di Lorenzo BaldarelliRomano e giovane, ha solo trentacin-que anni, sposato e padre di quattro figli, l’assessore alla Scuola Gianluigi De Palo ci racconta e ci spiega il mondo degli Asili Nido della Capitale.

Quali sono le caratteristiche delle politiche adottate da quest’Ammi-nistrazione per valorizzare il siste-ma degli Asili Nido ed in particola-re degli Asili Nido privati?Roma Capitale crede fortemente che

le politiche educative per i bambini da zero a sei anni siano anche politiche familiari. I servizi come gli Asili Nido, infatti, non vanno a incidere positiva-mente soltanto sulla crescita, la forma-zione e la socializzazione dei bambini, ma creano dei vantaggi importanti an-che ai genitori nella gestione del tempo e nella conciliazione del lavoro con l’ac-cudimento dei figli. Per questo, abbia-mo investito e continuiamo ad investire con convinzione sui servizi ad esse con-nessi. Solo per gli Asili Nido, nell’anno educativo 2012-2013, l’Amministrazio-ne capitolina investirà 244.182.887,00 euro. Per quanto riguarda il numero delle strutture, attualmente il sistema-Roma assomma 203 Asili Nido a ge-stione diretta, 227 Asili Nido a gestione indiretta – 5 dei quali in concessione – e 32 sezioni-ponte.

Dal 2008 ad oggi abbiamo poten-ziato l’offerta-Nidi del 23,3%, abbat-tendo le liste d’attesa di oltre il 20%.

Un ruolo molto importante in questo ambito l’han-no avuto senz’altro le strutture private convenzionate e i nuovi Asili Nido in concessione, una soluzione di qualità rispettosa degli standard presenti ne-gli Asili Nido a gestione diretta e che ci consente, peraltro, di mantenere inalte-rata la tariffa media mensile, pari a 146 euro: la più bassa tra quelle delle grandi metropoli italiane.

Il servizio privato convenzionato e quello concessionario rappresentano indubbiamente, oggi, una risorsa com-plementare al tradizionale sistema degli Asili Nido a gestione diretta, nonché un esempio da tenere in considerazione per ottimizzare la gestione degli Asili Nido pubblici, perché assommano il rispetto degli standard qualitativi elevatissimi ri-chiesti da Roma Capitale a una gestione economicamente sostenibile ed equa del servizio e delle strutture.

Quali sono le ricadute sui bisogni delle famiglie?I bisogni delle famiglie sono al cen-

tro della nostra attenzione. Per questo, abbiamo scelto di rafforzare la dispo-nibilità di strutture convenzionate e accreditate, che dal 2008 ad oggi ci hanno consentito una crescita di oltre 4mila posti-Nido, con un investimento annuo, per il loro funzionamento, di quasi 32 milioni di euro.

Abbiamo aperto, poi, il fronte degli Asili Nido in concessione, la cui strut-tura cioè è di proprietà del comune, ma che vengono gestiti da organizzazioni private di comprovata esperienza. Ad oggi ne sono attivi cinque. Sono in fase avanzata i lavori per la consegna di al-tre quattro strutture di questo tipo.

Quale sarà l’indirizzo per il pros-simo futuro? Quali saranno gli ambiti di applicazione della nuova legge regionale?

Nell’ambito delle modifiche previ-ste dalla Legge Regionale 13 agosto 2011, n. 12, Roma Capitale procede con grande cautela, pur consapevo-le del fatto che il criterio dovrà essere in qualche modo implementato anche all’interno del suo sistema Asili Nido.

La volontà dell’Amministrazione, in-fatti, è quella di agire nel rispetto in-nanzitutto delle esigenze delle fami-glie e dei piccoli utenti degli Asili Nido, quindi di non abbassare la qualità del servizio.

Sono allo studio, al momento, delle ipotesi d’attuazione che incidono sulle piccole inefficienza e sulle ridondanze oggi presenti nella gestione, la cui eli-minazione non darà modo né agli edu-catori, né ai bambini e né alle famiglie di percepire differenze in termini di quantità di lavoro da svolgere, di qua-lità dell’educazione o di disponibilità di spazi.

Roma è una città unica per dimen-sioni, popolazione e struttura urbana, non paragonabile a nessun’altra realtà nazionale, neppure per quanto riguarda i servizi alla prima infanzia. I bisogni di una realtà tanto complessa necessitano di una risposta differenziata e diversifi-cata, che stiamo cercando di offrire an-che con la collaborazione del privato so-ciale e delle altre forme di sussidiarietà.

Nonostante il momento difficile a livello economico globale, anzi, proprio consapevole di queste difficoltà, che incidono soprattutto sulle famiglie con figli, Roma Capitale ha puntato forte sulle politiche per l’educazione. Perché i bambini – e con loro le loro famiglie – rappresentano il futuro, ma anche il presente della nostra città e del nostro Paese.

Gianluigi De Palo Assessore alla Famiglia, all’Educazione ed ai Giovani del Comune di Roma

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intervistaDott. Marco Squicciarini:

“Chi salva un bambino… salva il mondo intero” di L. B.

Intervista al Dr. Squicciarini, l’uomo che insegna alle mamme e alle ma-estre a salvare un bambino. Ad oggi 160 bambini sono stati salvati da per-sone che sono entrate in contatto con queste tecniche e “non è mai acca-duto nulla ad un bambino dove sono arrivate queste informazioni”

L’Asilo Nido non solo svolge un ruolo di continuità educativa in rap-porto alla famiglia e all’ambiente sociale, ma è anche un luogo dove i bambini devono essere al sicuro.

È quindi fondamentale instaurare con i genitori un rapporto di estrema fiducia; professionalità e conoscenza sono quindi essenziali per garantire la sicurezza dei bambini.

Il tema della sicurezza pediatrica è molto sentita dal corpo della Cro-ce Rossa e dalle infermiere volontarie, così sentito che gli è stato dedicato un sito internet specifico (http://cri.it/manovredisostruzionepediatriche). Il Dr. Marco Squicciardini, della Croce Rossa Italiana, con Mario Pappagal-lo, in merito ha scritto l’illuminante ‘Come salvare i bambini dal soffoca-mento’.

È grazie a lui che nel 2008 nasce il Progetto Disostruzione Pediatrica del-la Croce Rossa.

Come è nata l’esigenza di un corso specifico sulla disostruzione pe-diatrica?Mi sono semplicemente accorto che

ad ogni corso di rianimazione cardiopolmona-re pediatrica, nel-lo spazio dedica-to alle doman-de, venivo inon-dato di richie-ste di spiegazioni sull’ostruzione da corpo estraneo.

Ho poi appreso, tramite i dati del Sip (Società Italiana di Pediatria) che in Italia muore un bambino a setti-mana per via di questa drammatica problematica. Per me è fondamentale formare e informare il maggior nume-ro di persone possibile, in modo che chiunque sia preparato per gli eventi che riguardano i bambini. È la cono-scenza che salva.

Ci può raccontare a chi è dedicato e come funziona il corso?

Tutto il mio lavoro è dedicato alle mamme, ai papà, insegnanti, il perso-nale di un Asilo Nido, gli addetti a una mensa scolastica e anche grandi azien-de che hanno al loro interno strutture educative. In fondo per rimanere stroz-zati basta una nocciolina, una pallina, un sorso di latte o una caramella. L’o-biettivo è creare moltiplicatori ovunque per fare in modo che nessun bambino perda più la vita perché accanto a lui non c’è chi sa cosa fare in caso di bi-sogno. Il corso gratuito, da richiedere alla Croce Rossa, dura un’ora e mezza e da un’idea generale, poi chi vuole può frequentare un corso a pagamento (25 euro) che dura 4 ore. Due terzi della lezione saranno dedicati alla pratica e alla sensibilizzazione delle persone e soprattuto del personale attivo.

Cerchiamo anche di convincere ad avere sempre a portata di mano un defibrillatore, sinonimo di cono-scenza.

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intervistaTraute Taeschner:

“Bambini al Nido: uno sguardo allo sviluppo affettivo e comunicativo”

di Marta Macrì

Intervista a Traute Taeschner, Pro-fessore Ordinario presso la Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma, dove insegna “Psicologia dello sviluppo del Lin-guaggio e della Comunicazione”.

Esperta dei processi di apprendi-mento del linguaggio e dei diversi aspetti della comunicazione, dall’i-nizio della sua carriera si interessa al fenomeno del bilinguismo infantile, e alle modalità di apprendimento della prima e delle seconde lingue, applicando i concetti e i dati di ri-cerca all’insegnamento delle lingue nella scuola.

Dirige nel tempo una serie di progetti, a livello nazionale e inter-nazionale (Socrates Lingua), che la portano a ideare e validare un mo-dello di insegnamento delle lingue ai bambini e nelle scuole, con specifici materiali educativi multimediali, ba-sati su costrutti psicologici e strategie comunicative efficaci.

In questa intervista le chiediamo di guidarci nel cogliere degli elementi importanti per lo sviluppo affettivo e comunicativo del bambino, in par-ticolare nel momento in cui si trova a vivere l’esperienza dell’inserimento nell’Asilo Nido.

Attualmente gli Asili Nido rispon-dono in modo consistente alle esi-genze organizzative delle famiglie. Allo stesso tempo il bambino che va all’Asilo Nido si trova a vivere un’esperienza di cambiamento im-portante. Quali sono a suo avviso gli aspetti di questo “inserimento” che possono influire positivamen-te sullo sviluppo psicoaffettivo, so-ciale e relazionale del bambino?Il cambiamento che vive il bambi-

no che va all’Asilo Nido è, come sap-piamo, estremamente delicato: uscire dalla famiglia nucleare (costituita da mamma, papà, bimbo e nonni sal-tuari), interagi-re così presto e così a lungo con tanti coetanei e nuovi adulti, la mamma che ad un certo punto non è più pre-sente. Per miti-gare nel bam-bino la paura dell’abbandono e rendere l’a-dattamento alla sua nuova condizione di vita il più possibile sereno e felice occorre creare reiteratamente, a partire dal periodo dell’inserimento, momenti di intera-zione con le famiglie, per permette-re al bambino di sentirsi in un unico grande contesto sociale e non in due realtà scisse. Come già accade in alcu-ni Asili Nido, essi vanno tenuti aperti alle famiglie e vanno create attività condivise. I genitori devono sapere che l’Asilo Nido è un luogo socializ-zante anche per loro e che l’educa-zione del bambino va condivisa con le educatrici e gli educatori dell’Asilo Nido; l’Asilo Nido non deve accogliere solo i bambini, ma deve anche essere in grado di creare condizioni di buo-

na socializzazione con e fra i genitori. In un ambiente sociale condiviso con le famiglie il bambino potrà vivere in modo sereno questo allargamento so-ciale e potrà godere di tutti i vantaggi dello stare insieme ad altri bambini e del fatto di essere in un ambiente molto stimolante. L’armoniosa com-plementarietà e condivisione fra i fa-migliari del bambino con i famigliari degli altri bambini, che si realizza in attività svolte insieme nell’Asilo Nido e nel dopo Asilo Nido, sarà il contesto favorevole che influirà positivamente nella crescita psicoaffettiva e relazio-nale del bambino.

Lei da anni si occupa in modo specifico dei processi di acquisi-zione del linguaggio in età infan-tile. L’acquisizione del linguaggio è sicuramente uno dei grandi temi che assorbono l’attenzione dei ge-nitori, ma anche di tutte le figure professionali che ruotano intorno all’evoluzione del bambino. Quali sono le condizioni che influiscono positivamente sullo sviluppo lin-guistico e comunicativo?Partendo da quanto già detto, che

è l’essenziale condizione di crescita,

Traute Taeschner Professore Ordinario Facoltà di Medicina e Psicologia Università “Sapienza” di Roma

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occorre capire quali attività condi-videre, in quali momenti della gior-nata o della settimana condividerli e come condividerli. La base è quindi un buon relazionamento affettivo che si raggiunge tramite esperienze condivise positive. Il buon rapporto affettivo si deve instaurare fra edu-catore/educatrice e ogni singolo bambino, fra gli adulti delle famiglie dei bambini fra di loro, fra gli adulti e i loro bimbi, e fra gli educatori e le

famiglie. Non si può prescindere da questa rete di buone relazioni, sen-za la quale non si può far crescere il bambino nel migliore dei modi. Il secondo passo consiste nell’uscire dallo spontaneismo dell’educazione linguistica, dove il racconto di una storia ai bambini è il massimo della competenza linguistico-educativa raggiunta dagli educatori/educatri-ci, per insegnare a questi ultimi e ai genitori strategie educative e lingui-stiche che facilitino l’apprendimen-to del linguaggio. Qui c’è un lavoro importante da fare, dato che di soli-to non si conoscono strumenti ade-guati alla promozione linguistica nel bambino. L’Università di Roma, per dare un contributo alla risoluzione del problema, offre specifici corsi di

formazione per insegnare a educa-tori ed educatrici modi adeguati ed efficaci per promuovere l’apprendi-mento del linguaggio all’Asilo Nido. Offre anche annualmente un Corso Master per l’approfondimento e lo sviluppo di un expertise per l’ap-prendimento di una o più lingue nei primi anni di vita.

Dal suo punto di vista quali risor-se può offrire l’Asilo Nido rispet-to a queste tematiche?

L’Asilo Nido può e deve essere l’ambiente privilegiato nel quale fa-miglia e istituzione crescono insieme in modo armonioso e consapevole i nostri piccoli cittadini. Pertanto le persone che operano nell’Asilo Nido devono conoscere a fondo e applica-re bene i principi e le tecniche della buona comunicazione. Nella nostra complessa e difficile società l’Asi-lo Nido è la risorsa, è il contesto nel quale crescere i bambini. L’impegno politico di creare nuovi Asili Nido è lodevole ma non basta. Occorre an-che investire nelle risorse umane, nel-la formazione degli educatori/edu-catrici, nella loro buona educazione comunicativa e linguistica.

Negli ultimi tempi l’insegnamento delle lingue all’interno del sistema

scolastico si rivolge a fasce d’età sempre più basse. Lei si occupa in modo specifico del bilinguismo e dell’apprendimento della seconda lingua, e a questo proposito ha ideato un metodo di insegnamen-to per i bambini che si basa su “le avventure di Hocus e Lotus”. In cosa consiste? E’ possibile appli-carlo già a partire dall’Asilo Nido? Il modello per l’insegnamento

delle lingue che ho sviluppato in questi lunghi anni di ricerca e che ho chiamato “Format Narrativo”, nel suo versante applicativo è noto come “Le avventure di Hocus e Lo-tus”. Questo modello consiste nell’a-vere creato un sistema di educazio-ne al linguaggio e alle lingue che parte dalla buona comunicazione e dal buon rapporto affettivo, e che ha come base teorica i processi di apprendimento del linguaggio nel bambino e nell’adulto. Vengono proposte strategie specifiche per ap-plicare i concetti teorici alla pratica della scuola o anche nella famiglia e sono previsti materiali specifica-tamente elaborati per facilitare l’in-segnamento linguistico con i criteri sopra esposti.

Il modello educativo del Format Narrativo parte dalle competenze comunicative, percettive e motorie presenti nel bambino già alla nasci-ta, che si sviluppano notevolmente nei primi anni di vita e che sono inoltre dei pre-requisiti alla comu-nicazione verbale. Per questi motivi l’Asilo Nido è un ottimo luogo dove poterlo applicare positivamente. Ini-ziare con “Le avventure di Hocus e Lotus” già all’Asilo Nido, magari con una lingua straniera, significa promuovere un’educazione bilingue molto precoce con notevoli proba-bilità di successo, come la ricerca al riguardo sta confermando.

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il nostro pediatra

Dott. Francesco Gesualdo:

Vaccino trivalente e autismo: esiste una correlazione? Una sentenza del Tribunale di Rimini riapre il caso

Recentemente il Tribunale di Rimini ha condannato il Ministero della Sa-lute a pagare un indennizzo per danni da vaccino alla famiglia di un bam-bino che ha ricevuto una diagnosi di autismo dopo aver effettuato una dose del vaccino contro morbillo-pa-rotite-rosolia.

Nell’ultimo mese molti genitori mi hanno telefonato, allarmati, per avere spiegazioni in merito: i vaccini sono sicuri? Una malattia complessa come l’autismo può davvero essere causata dal vaccino contro il morbillo?

La storia della presunta associazio-ne tra vaccini e autismo inizia un paio di decenni fa. Nel 1994 fu pubblicato, su un’insigne rivista scientifica inglese, un articolo che individuava un legame tra autismo e vaccino contro morbillo-parotite-rosolia.

Successivamente, furono scoper-ti notevoli conflitti di interesse, sia scientifici sia finanziari, che l’autore, il Dott. Andrew Wakefield, non aveva dichiarato. Unico caso nella storia, la

suddetta rivista dopo anni di indagini ha deciso di ri-trattare l’articolo del Dott. Wakefield, il quale fu inoltre accusato di frode e radiato dall’Albo dei Medici.

Il vaccino contro il morbillo non causa l’autismo. Esistono molteplici evidenze scientifiche che sconfessano questa associazione.

Vi faccio un esempio: i principali detrattori del vaccino contro il morbil-lo sostengono che l’autismo sia cau-sato dal mercurio contenuto, in mini-me quantità, nel vaccino stesso come conservante.

Nel 1994, 4000 bambini han-no partecipato alla sperimentazione di due tipi di vaccini, per verificarne l’efficacia e la sicurezza: uno dei due vaccini conteneva mercurio, l’altro no. Dopo 10 anni quei 4000 bambini

sono stati sottoposti ad una comples-sa batteria di test psicologici. Ora, se l’autismo fosse davvero causato dal mercurio, mi aspetterei di trovare più casi di autismo nel gruppo che aveva

ricevuto il vaccino contenente mercu-rio piuttosto che nel gruppo che aveva ricevuto il vaccino senza mercurio. E invece pensate: l’unico caso di autismo è stato trovato nel gruppo che aveva effettuato il vaccino senza mercurio. E questa è solo una delle tante ricer-che che negli ultimi anni hanno dimo-strato la mancanza di un’associazione causale tra vaccino contro morbillo e autismo.

Eppure esistono ancora oggi gruppi di genitori e di medici che non vaccinano i propri bambini, esponendoli ai rischi del contagio e alle complicazioni della malattia. Un bambino su 1000 affetto da morbil-lo sviluppa un’encefalite acuta che può portare ad una paralisi perenne.

Da 1 a 3 bambini affetti da mor-billo possono morire in seguito a complicanze respiratorie o neurolo-giche. Il vaccino contro il morbillo è efficace e sicuro, e le poche com-plicanze hanno un’incidenza molto bassa se confrontate con il rischio di contrarre una forma grave di malattia.

Allora perché non vaccinare? E perché un Tribunale riconosce come danno da vaccino un quadro clinico che non ha in realtà nessuna asso-ciazione scientificamente dimostra-bile con il vaccino stesso?

Sono convinto che di questo sia necessario parlare di più. Nello stu-dio del proprio pediatra di base, o con il pediatra in servizio nell’asilo.

Trovare più tempo per parlare di vaccinazioni, così come di tanti altri argomenti di prevenzione, può forse portare ad un cambiamento radicale nella salute dei nostri bambini.

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la nostra psicologa

Dott.ssa Elisa SperanzaPsicologa, psicoterapeuta:

La crescita non dipende solo da ciò che gli insegnamo ma da quello che siamo

Agli inizi del secolo Harry F. Har-low, famoso etologo, dimostrò che le informazioni (stimoli) ambien-tali influiscono sulla maturazione dei processi di crescita e dello svi-luppo del comportamento di ogni essere vivente, in funzione del programma genetico che lo con-traddistingue.

Dobbiamo cogliere con estrema attenzione il messaggio che è sta-to trasmesso da quegli studi, or-mai classici, perché la motivazio-

ne alla vita è direttamente propor-zionale al tipo di stimoli che l’in-

dividuo riceve fin dalla na-scita. Nei pri-mi anni di vi-ta, lo sviluppo per il bambi-no significa sopra t tu t to identificare il piacere di e-sistere ed in-teriorizzar-lo. E’ risaputo che il bambi-

no dipende dalla gratificazione e soddisfazione dei bisogni prima-ri e dai messaggi positivi e ras-sicuranti che l’ambiente gli do-vrebbe fornire: per un bambino i messaggi “ambientali” consistono principalmente nel modo in cu-i le figure genitoriali si relaziona-no con lui.

A questo punto viene spon-taneo chiedersi cosa accade se questi ultimi non sono in grado di comunicare in modo armonico

ed equilibrato, a causa anche dei molteplici problemi che a tutt’og-gi affliggono le famiglie.

Il genitore, prima di relazionarsi con il suo bambino (nei momenti del gioco, dell’alimentazione, del bagnetto, negli interventi educa-tivi, ecc.), dovrebbe soffermarsi sull’oggettività del proprio stato mentale ed emozionale (ansia, ira-scibilità, stanchezza fisica e men-tale, conflitti interiori, ecc.) per attivare così processi autoriflessivi ed autoregolatori, mediati dalle aree superiori del cervello (lobi frontali e prefrontali).

Questo tipo di riflessione per-metterà al genitore di regolare e dirigere alcune proprie attività ce-rebrali e ritrovare rapidamente un equilibrio effettivo di se stesso.

In questo modo egli sarà in gra-do di strutturare con il figlio un rapporto di sintonia basato sulla propria disponibilità, sensibilità e coerenza oggettiva educativa che sono caratteristiche mentali estre-mamente funzionali allo sviluppo armonico del bambino.

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la nostra nutrizionistaCome messo in evidenza dai dati di “OKkio alla SALUTE”, sistema di sor-veglianza sulle abitudini alimentari e sull’attività fisica dei bambini delle scuole primarie promosso dal Mini-stero della Salute, più di 1 milione di bambini è in sovrappeso.

Ciò significa che, nel nostro Paese, oltre un bambino su tre tra i sei e gli un-dici anni ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età.

Cattive abitudini alimentari as-sociate a uno stile di vita sedentario sono le cause che predispongono all’aumento ponderale e alla diffusio-ne dell’obesità anche tra i più piccoli.

Al fine di porre un argine al dila-gare di quella che oggi viene definita “l’epidemia del terzo millennio”, sono molte le iniziative promosse a livello mondiale da istituzioni, medici e or-ganizzazioni che si occupano di nu-trizione.

Si pensi a “Let’s move”, l’enorme campagna lanciata nel febbraio 2010 dalla First Lady americana Michel-le Obama contro l’obesità infantile e la nutrizione scorretta e in difesa di un’alimentazione di qualità e di uno stile di vita sano. Oppure alla recen-tissima presa di posizione della Walt Disney: l’azienda – dopo essersi già allontanata dal 2009 dalla parteci-pazione con McDonald’s, limitando il numero dei fast food nei suoi parchi e rinunciando alla promozione dei film tramite gadget dati in omaggio con gli Happy Meal, i menù per bambi-ni – ha annunciato che da ora in poi precisi parametri nutrizionali per i cibi da pubblicizzare e per quelli distribuiti nei numerosi parchi del divertimento sparsi per il mondo saranno rispettati.

Segnali senz’altro chiari quelli pro-venienti dalla multinazionale del di-vertimento e dalla First Lady degli Stati Uniti.

Ma cosa possiamo fare noi affin-

ché i nostri figli possano vivere vite più salutari ed evitare i rischi di una malattia dagli sviluppi severamente problematici?

Innanzitutto, occorre stare allerta. Le indagini di “OKkio alla SALUTE” hanno sottolineato la necessità di attuare strategie preventive integrate che, oltre alle istituzioni, coinvolgano in prima per-sona genitori e pediatri.

Questo per due motivi fondamentali.

In primo luogo è ormai d imost rato che la possibi-lità di norma-lizzare il peso dipende dalla tempestività con cui si agisce sul problema.

Il riconoscere sin da subito l’obesi-tà nel proprio bambino e intervenire precocemente nelle fasi di insorgenza permetterebbe dunque di sconfiggere con più probabilità quella che oggi si chiede agli stati di riconoscere come malattia cronica. Inoltre, la necessità di un intervento incisivo e su larga scala è tanto più importante se si con-sidera il fatto che l’obesità precoce, che si manifesta nei primi dieci anni di vita, si traduce in obesità nel 75% dei casi al raggiungimento dell’età adulta ed è strettamente legata all’aumento dell‘incidenza di diabete e malattie cardiovascolari, che rappresentano oggi la principale causa di morbilità e mortalità con costi sociali altissimi.

In secondo luogo, questi proget-ti di prevenzione hanno lo scopo di promuovere, con l’aiuto dei pediatri, una maggior attenzione da parte dei genitori alla salute e allo stile di vita dei bambini nelle primissime età di

vita. Una ricerca condotta da pediatri americani e pubblicata sugli Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine ha infatti messo in luce quanto l’er-rata percezione delle madri si diffusa relativamente allo stato ponderale dei propri figli: mentre le madri dei bam-bini magri si sono mostrate più obiet-tive nella valutazione dei propri figli,

auspicando nella maggior parte dei casi a un aumento di peso, le opinioni delle madri di bambini in sovrappeso sembrano essere molto più scostate – in senso ottimistico – dalla reale con-dizione fisica dei piccoli.

Come sottolinea Giuseppe Di Mau-ro, Presidente SIPPS (Società di Pedia-tria Preventiva e Sociale) e Delegato delle Società affiliate SIP (Società Ita-liana di Pediatria) “Il successo di un programma preventivo o terapeutico è dato soprattutto dal coinvolgimento di tutta la famiglia nell’attuazione di corretti stili di vita.

Spesso i genitori sono molto più preoccupati del bimbo che mangia poco, mentre dovrebbero esser attenti soprattutto all’eccessiva alimentazio-ne per quantità e qualità. Molte vol-te il forte appetito viene interpretato

Famiglie e pediatri in prima linea per combattere l’obesità infantile

Prestare attenzione ai propri figli e seguire alcune regole fondamentali come metodo di prevenzione contro l’obesità

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come un segnale di benessere e si ten-de ad incentivarlo più che a limitarlo, con l’illusione che gli evidenti chili di troppo possano scomparire con lo svi-luppo nell’adolescenza, cosa che av-viene solo in particolari casi.”

Nell’ottica di correggere questo modo distorto di giudicare lo stato di salute dei propri figli, un ruolo chiave è svolto ovviamente dai medici pediatri.

In quest’ottica di coinvolgimento di tutti gli attori che gravitano attorno al bambino, e in particolare dei pediatri, un passo importante per la prevenzio-ne dell’obesità infantile e per la promo-zione di sani stili di vita è stato avviato nel 2011 con il progetto di prevenzione “MiVoglioBene”, proposto nell’ambito del Protocollo d’intesa siglato da Mi-nistero della Salute e Società Italiana di Pediatria e condotto da SIP e SIPPS.

Il progetto che coinvolgerà migliaia di pediatri in tutta Italia, ed attraverso il quale si dovrà verificare se una maggior attenzione dei genitori allo stile di vita dei bambini risulta efficace per ridurre l’eccesso ponderale nell’età successiva e da adulti, individua dieci azioni pre-ventive di importanza fondamentale per ridurre il rischio di obesità tra cui: allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita, apporto proteico controllato fino a 2 anni, sospensione

del biberon entro 2 anni, eliminazione di succhi e tisane, uso limitato della tv e giochi all’area aperta.

Per la prima volta queste 10 regole dovranno essere attuate, tutte insieme, dal pediatra di famiglia coinvolgendo i genitori in maniera attiva nel proget-to, “stringendo un’alleanza” con loro nell’interesse della salute del loro figlio.

Ecco di seguito le dieci azioni pre-ventive della SIPPS:

Come evidenziato dalla tabella, la prevenzione inizia sopvrattutto con l’alimentazione che caratterizza i primissimi anni di vita del bambino: l’allattamento al seno ha un effetto

preventivo nei confronti dell’obesità, al contrario di altri tipi di latte (for-mulati, artificiali e soprattutto il latte vaccino) che possono aumentarne il rischio.

Tra gli altri importanti fattori di ri-schio da non dimenticare vanno se-gnalati le caratteristiche genetiche, il BMI (Body Mass Index) dei genitori, il peso alla nascita e le componenti ambientali.

Regole cui attenersi diligentemen-te, dunque, nell’interesse non soltanto della salute del bambino e dell’adole-scente, ma anche di quella del futuro adulto e del futuro anziano.

Azione Indicatore1 Allattare al seno almeno 6 mesi2 Svezzamento Introduzione cibi complementari dopo i 6

mesi3 Apporto proteico Controllato (in particolare nei primi 2 anni)4 Bevande caloriche Evitare succhi, tisane, soft drinks, thè, ecc.5 Biberon Da sospendere entro i 24 mesi6 Mezzi di trasporto evitare l’uso del passeggino dopo i 3 anni

e l’uso di moto e auto elettriche, favorire il raggiungimento a piedi della scuola (Pedibus)

7 Controllo del BMI (indice di massa corporea)

Identificare se si verifica l’Early adiposity rebound (prima dei 6 anni)

8 TV, giochi sedentari Solo dopo i 2 anni, massimo 8 ore/settimana9 Gioco e stile di vita Regalare e incentivare i giochi di

movimento, adatti alle varie età del bambino10 Porzioni corrette per l’età

prescolareUso dell’Atlante fotografico delle porzioni alimentari (www.scottibassani.it)

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Crescere Insieme

InformazioniEsperia S.r.l. “Crescere Insieme”Tel. 0666130701 / 393.9211693e-Mail: [email protected] “Esperia Crescere Insieme”

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