cultura barenboim:«amo quest’opera così …...cultura il giornale venerdì 7 dicembre 2007 31...

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Cultura Il Giornale Venerdì 7 dicembre 2007 31 Piera Anna Franini da Milano Una prima della Scala assillata da minacce di scio- peri, alla fine scongiurati, ma alleggerita dai patemi da «Prima della Scala». Un’apertura di stagione ri- condotta alla normalità, se- condo quanto accade in ogni teatro del mondo dove, in compenso, la stagione è un lungo arco che non si al- lenta strada facendo. Così vivono il 7 dicembre gli ad- detti ai lavori del Tristan und Isolde, il dramma musi- cale in tre atti di Richard Wagner, da oggi al Pierma- rini dopo 29 anni d’assen- za. Patrice Chéreau, il regi- sta dell’opera, alla richiesta di esprimersi a proposito delle tensioni scaligere, sbarra gli occhi, realizza il concetto e liquida la faccen- da con un interlocutorio e assai francese: «Tensioni? Perché?», sorriso di circo- stanza. Pragmatico a suo modo anche il direttore d’or- chestra, Daniel Barenboim, che ha ottimizzato il soggior- no milanese divulgando il suo bell’ultimo libro, La mu- sica sveglia il tempo, con tanto di invito – sabato scor- so - da Fabio Fazio. Tristan sosta nel cassetto della Chereau & Barenboim connection da 26 anni, da quel primo incon- tro voluto proprio da Wolfgang Wa- gner, nella tede- sca Bayreuth. Che- reau, però, si tirava in- dietro «sentivo che ero trop- po giovane», stessa risposta riservata a Strehler che avrebbe voluto un Trista- no firmato Chéreau alla Scala. Poi la decisione e un inte- ro anno di studio ci spiega il regista francese che dichia- ra di essersi limitato a «rac- contare il testo: incredibil- mente intelligente». Il cuo- re pulsa nel secondo atto, nel corso «della grande di- scussione fra Tristan e Isol- de che vogliono trovare un’intesa completa e decide- re cosa fare della propria vi- ta. È il momento in cui i due ripercorrono la propria sto- ria con lei che converte Tri- stan alla parola e lui che converte la donna alla notte eterna insegnandole ad amare la notte e il non voler più vivere». Una pulsione di morte che Chéreau interpre- ta in modo freudiano. Domi- na poi il tema del primo sguardo, perché tutto ha ini- zio «quando i due si guarda- rono senza dirsi niente». I due personaggi non si «co- noscono realmente, si sono incontrati tre volte, in coin- cidenza con il primo sguar- do, quando suppongono di bere il veleno e nel secondo atto quando finalmente si raccontano». Opera fatti di slanci sensuali e sessuali che poi «si traducono in di- scussione e riflessione». Di qua Isolde, apparentemen- te isterica, soggetta a sveni- menti, forse anoressica, di là Tristan disperatamente muto: tali fino all’incontro, quello del secondo atto ap- punto. Un’opera affascinante, densa al punto da intimori- re. «È così complessa che non sai da dove cominciare, ma ho imparato ad amare la complessità proprio gra- zie al Tristan» è la confessio- ne di Barenboim. Tristan, opera geniale, testo spar- tiacque che spalanca nuovi mondi facendo parlare di un prima e un dopo Trista- no. Un’opera che vive «d’ambiguità, di risoluzioni che tardano a venire, con una respirazione dove non si espira mai a sufficienza». I cantanti, anzitutto Wal- traud Meier (Isolde) e Ian Storey (Tristan), provengo- no dalle file delle ugole wa- gneriane. Domanda: come la mettiamo con l’orchestra scaligera? Barenboim af- fronta la questione con fi- nezza diplomatica, mette in fila i problemi che Wagner pone agli strumentisti, loda gli orchestrali per la dedizio- ne mostrata, per chiudere con un: «La naturalezza si acquisisce col tempo». Diffi- coltà che consistono nel «mantenere a lungo la concentrazione, capita che gli strumentisti debbano rimanere in attesa per decine e de- cine di battute». Al- tra considerazione. «Solo un paio di musici- sti furono presenti all’ulti- mo Tristano alla Scala», in- somma: un debutto per l’or- chestra. Intesa fra podio e buca, e intesa fra palcosce- nico e orchestra. «Io e Da- niel non abbiamo mai di- scusso, lui conosce la musi- ca più di me, ed io conosco il teatro più di lui, così ci sia- mo passati i segreti», spie- ga Chéreau. Intreccio d’inte- se che ha calamitato pure Richard Peduzzi, scenogra- fo, che s’è ispirato «alla mi- tologia, per una scenogra- fia che sollecita il senso del- l’eternità, in parte metafisi- co ma allo stesso tempo mol- to umano». Idee nate duran- te le passeggiate «fra le stra- de di Roma e di Napoli», spiega Peduzzi che fa esordi- re l’opera presentando «un muro immenso che vien fuo- ri dalla notte dei tempi», c’è un buco da dove esce un bat- tello emergendo dalla fo- schia: più padana che parte- nopea, in realtà. Assicurata la presenza di Giorgio Napolitano, assicu- rata l’assenza di Romano Prodi e Massimo D’Alema. Presenti i capi di Stato d’Au- stria e Grecia, ovviamente Angela Merkel, assidua fre- quentatrice dell’estate wa- gneriana a Bayreuth. L’ope- ra sarà trasmessa in diretta su grande schermo al Tea- tro degli Arcimboldi, al Tea- tro Dal Verme e all’Istituto dei Tumori di Milano, più te- atri lombardi. In gennaio Tristan und Isolde verrà proiettato in 62 sale ameri- cane del circuito Emerging Pictures. CINEASTA Il regista francese Patrice Chéreau. L’opera «Tristano e Isotta» giaceva nel cassetto di Barenboim e Chéreau da ventisei anni «È tanto complessa che non sai mai da dove cominciare: un melodramma che vive d’ambiguità» «Mi sono ispirato alla mitologia per le scene che sollecitano il senso d’eternità Idee nate passeggiando a Roma e Napoli» AFFASCINATO Il maestro Daniel Barenboim stasera sul podio della Scala ANCHE SU MEGASCHERMI Torna la Prima della Scala in di- retta tv. Oggi per l’apertura del- la stagione scaligera, Sky Clas- sica alle 17 trasmetterà in esclusiva mondiale il «Tristano e Isotta» di Richard Wagner, di- retto da Daniel Barenboim con la regia di Patrice Chéreau. Du- rante gli intervalli dell’opera, Classica si collegherà con lo studio dove l’esperto musicale Giovanni Gavazzeni, accoglie- rà dei grandi ospiti che non so- no ancora stati annunciati. Anche Rai Radio3 si collega oggi alle 17 con il Teatro alla Scala di Milano per trasmette- re in diretta l’inaugurazione del- la Scala. Tra i protagonisti, Ian Storey (Tristan), Waltraud Me- ier (Isolde) e Michelle De Young (Brangaene). Si realizza così una copertura pressoché completa di uno degli eventi musicali più importanti e signi- ficativi della stagione musica- le. La televisione regala i suoni ma anche i commenti. La radio è invece riflessione, meditazio- ne. In più, a Milano, ci saranno anche i megaschermi ai teatri degli Arcimboldi e Dal Verme, e all’Istituto dei Tumori, e in Lombardia nei teatri Grande di Brescia, Ponchielli di Cremo- na, Fraschini di Pavia, all’Audi- torium Torelli di Sondrio oltre che nei cinema dei circuiti Mi- crocinema e Digima. Su Sky e Radiotre l’evento in diretta ALTRI QUATTRO PRESIDENTI Sul piatto di questo Sant’Am- brogio c’è anche l’Expo 2015. Milano è candidata a ospitare l’evento e il parterre risente della gara. Ospiti del sindaco Letizia Moratti, che è presidente della Fondazione Scala, saranno cinque capi di Stato: oltre al presidente, Giorgio Napolitano, il presi- dente greco, tedesco, au- striaco e l’emiro del Qatar. Co- me ogni anno, prima del Tri- stano e Isotta, cui Napolita- no assisterà dal palco reale con il sindaco e gli altri ospiti internazionali, verrà eseguito l’inno di Mameli. Secondo consuetudine, sarà presente il ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli. È annun- ciata anche la presenza del- l’unico ministro milanese, Barbara Pollastrini, oltre a quella del ministro dell’Agri- coltura, Paolo Di Castro. Tra i vip Gae Aulenti e Marinella Di Capua. Alla fine dell’opera, al- le dieci e mezza, è stata orga- nizzata una cena di gala a pa- lazzo Marino, la sede del Co- mune di Milano che si trova di fronte al teatro, alla quale non parteciperà il Presidente della Repubblica. I dipenden- ti della Scala sono invece sta- ti invitati dal sovrintendente, Stéphane Lissner, per un brin- disi sul palco. Arriva Napolitano (ma non va a cena) Barenboim: «Amo quest’opera così impenetrabile» Il direttore d’orchestra entusiasta della scelta. Il regista Chéreau: «Io e Daniel non abbiamo discusso, lui conosce la musica, io il teatro» IL MAESTRO LO SCENOGRAFO AMORE E ODIO Waltraud Meier (Isolde) e Ian Storey (Tristano) in un momento delle prove dell’opera di Wagner in scena questa sera alla Scala, diretta da Daniel Barenboim con la regia di Patrice Chéreau. Sotto da sinistra, una scena corale, il palco della Scala in preparazione per il debutto di Sant’Ambrogio e Waltraud Meier e Michelle DeYoung in un altro momento dell’Opera

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Page 1: Cultura Barenboim:«Amo quest’opera così …...Cultura Il Giornale Venerdì 7 dicembre 2007 31 PieraAnnaFranini daMilano Una prima della Scala assillatadaminaccediscio-peri, alla

CulturaIl Giornale � Venerdì 7 dicembre 2007 31

Piera Anna Franinida Milano

�Una prima della Scalaassillata da minacce di scio-peri, alla fine scongiurati,ma alleggerita dai patemida «Prima della Scala».Un’apertura di stagione ri-condotta alla normalità, se-condo quanto accade inogni teatro del mondo dove,in compenso, la stagione èun lungo arco che non si al-lenta strada facendo. Cosìvivono il 7 dicembre gli ad-detti ai lavori del Tristanund Isolde, il dramma musi-cale in tre atti di RichardWagner, da oggi al Pierma-rini dopo 29 anni d’assen-za. Patrice Chéreau, il regi-sta dell’opera, alla richiestadi esprimersi a propositodelle tensioni scaligere,sbarra gli occhi, realizza ilconcetto e liquida la faccen-da con un interlocutorio eassai francese: «Tensioni?Perché?», sorriso di circo-stanza. Pragmatico a suomodo anche il direttore d’or-chestra, Daniel Barenboim,che ha ottimizzato il soggior-no milanese divulgando ilsuo bell’ultimo libro, La mu-sica sveglia il tempo, contanto di invito – sabato scor-so - da Fabio Fazio.

Tristan sosta nel cassettodella Chereau & Barenboimconnection da 26 anni,da quel primo incon-tro voluto proprioda Wolfgang Wa-gner, nella tede-sca Bayreuth. Che-reau,però, si tirava in-dietro «sentivo che ero trop-po giovane», stessa rispostariservata a Strehler cheavrebbe voluto un Trista-no firmato Chéreau allaScala.

Poi la decisione e un inte-ro anno di studio ci spiega ilregista francese che dichia-ra di essersi limitato a «rac-contare il testo: incredibil-mente intelligente». Il cuo-re pulsa nel secondo atto,nel corso «della grande di-scussione fra Tristan e Isol-de che vogliono trovareun’intesa completae decide-re cosa fare della propria vi-ta. È il momento in cui i dueripercorrono la propria sto-ria con lei che converte Tri-stan alla parola e lui checonverte la donna alla notteeterna insegnandole ad

amare la notte e il non volerpiù vivere». Una pulsione dimorteche Chéreau interpre-ta in modo freudiano. Domi-na poi il tema del primosguardo, perché tutto ha ini-zio «quando i due si guarda-rono senza dirsi niente». Idue personaggi non si «co-noscono realmente, si sonoincontrati tre volte, in coin-cidenza con il primo sguar-do, quando suppongono dibere il veleno e nel secondoatto quando finalmente siraccontano». Opera fatti dislanci sensuali e sessualiche poi «si traducono in di-scussione e riflessione». Diqua Isolde, apparentemen-te isterica, soggetta a sveni-menti, forse anoressica, dilà Tristan disperatamentemuto: tali fino all’incontro,quello del secondo atto ap-punto.

Un’opera affascinante,densa al punto da intimori-re. «È così complessa chenon sai da dove cominciare,ma ho imparato ad amarela complessità proprio gra-zieal Tristan» è la confessio-ne di Barenboim. Tristan,opera geniale, testo spar-tiacque che spalanca nuovimondi facendo parlare diun prima e un dopo Trista-no. Un’opera che vive«d’ambiguità, di risoluzioniche tardano a venire, conuna respirazione dove nonsi espira mai a sufficienza».

I cantanti, anzitutto Wal-traud Meier (Isolde) e IanStorey (Tristan), provengo-no dalle file delle ugole wa-gneriane. Domanda: comela mettiamo con l’orchestrascaligera? Barenboim af-fronta la questione con fi-nezza diplomatica, mette infila i problemi che Wagnerpone agli strumentisti, lodagli orchestrali per la dedizio-ne mostrata, per chiuderecon un: «La naturalezza siacquisisce col tempo». Diffi-

coltà che consistono nel«mantenere a lungo laconcentrazione, capitache gli strumentistidebbano rimanere inattesa per decinee de-cine di battute». Al-tra considerazione.

«Soloun paio di musici-sti furono presenti all’ulti-mo Tristano alla Scala», in-somma: un debutto per l’or-chestra. Intesa fra podio ebuca, e intesa fra palcosce-nico e orchestra. «Io e Da-niel non abbiamo mai di-scusso, lui conosce la musi-ca più di me, ed io conosco ilteatro più di lui, così ci sia-mo passati i segreti», spie-ga Chéreau. Intreccio d’inte-se che ha calamitato pureRichard Peduzzi, scenogra-fo, che s’è ispirato «alla mi-tologia, per una scenogra-fia che sollecita il senso del-l’eternità, in parte metafisi-co ma allo stesso tempo mol-toumano». Idee nate duran-te le passeggiate «fra le stra-de di Roma e di Napoli»,spiegaPeduzzi che fa esordi-re l’opera presentando «unmuro immenso che vien fuo-ri dalla notte dei tempi», c’èunbuco dadove esce un bat-tello emergendo dalla fo-schia: più padana che parte-nopea, in realtà.

Assicurata la presenza diGiorgio Napolitano, assicu-rata l’assenza di RomanoProdi e Massimo D’Alema.Presenti i capi di Stato d’Au-stria e Grecia, ovviamenteAngela Merkel, assidua fre-quentatrice dell’estate wa-gneriana a Bayreuth. L’ope-ra sarà trasmessa in direttasu grande schermo al Tea-tro degli Arcimboldi, al Tea-tro Dal Verme e all’Istitutodei Tumori di Milano, più te-atri lombardi. In gennaioTristan und Isolde verràproiettato in 62 sale ameri-cane del circuito EmergingPictures.

CINEASTA Il regista francesePatrice Chéreau. L’opera

«Tristano e Isotta» giacevanel cassetto di Barenboime Chéreau da ventisei anni

«È tantocomplessa chenon sai maida dovecominciare: unmelodrammache vived’ambiguità»

«Mi sono ispiratoalla mitologiaper le scene chesollecitano ilsenso d’eternitàIdee natepasseggiando aRoma e Napoli»

AFFASCINATO Il maestro Daniel Barenboim stasera sul podio della Scala

ANCHE SU MEGASCHERMI

TornalaPrimadellaScalaindi-rettatv.Oggiperl’aperturadel-lastagionescaligera,SkyClas-sica alle 17 trasmetterà inesclusivamondiale il «TristanoeIsotta»diRichardWagner,di-rettodaDanielBarenboimconlaregiadiPatriceChéreau.Du-rante gli intervalli dell’opera,Classica si collegherà con lostudiodovel’espertomusicaleGiovanni Gavazzeni, accoglie-rà dei grandi ospiti che non so-noancorastatiannunciati.Anche Rai Radio3 si collegaoggi alle 17 con il Teatro allaScala di Milano per trasmette-reindirettal’inaugurazionedel-la Scala. Tra i protagonisti, IanStorey(Tristan),WaltraudMe-ier (Isolde) e Michelle DeYoung(Brangaene).Sirealizzacosì una copertura pressochécompleta di uno degli eventimusicali più importanti esigni-ficativi della stagione musica-le. La televisione regala i suonimaancheicommenti.Laradioè inveceriflessione,meditazio-ne. Inpiù, aMilano, ci sarannoanche i megaschermi ai teatridegli Arcimboldi e Dal Verme,e all’Istituto dei Tumori, e inLombardia nei teatri Grande diBrescia, Ponchielli di Cremo-na, Fraschini di Pavia, all’Audi-torium Torelli di Sondrio oltreche nei cinema dei circuiti Mi-crocinemaeDigima.

Su Sky e Radiotrel’evento in diretta

ALTRI QUATTRO PRESIDENTI

SulpiattodiquestoSant’Am-brogio c’è anche l’Expo2015. Milano è candidata aospitarel’eventoeilparterrerisente della gara. Ospiti delsindacoLetiziaMoratti,cheèpresidente della FondazioneScala,sarannocinquecapidiStato: oltre al presidente,Giorgio Napolitano, il presi-dente greco, tedesco, au-striacoel’emirodelQatar.Co-me ogni anno, prima del Tri-stano e Isotta,cuiNapolita-no assisterà dal palco realecon il sindaco e gli altri ospitiinternazionali, verrà eseguitol’inno di Mameli. Secondoconsuetudine, sarà presenteil ministro dei Beni Culturali,Francesco Rutelli. È annun-ciata anche la presenza del-l’unico ministro milanese,Barbara Pollastrini, oltre aquella del ministro dell’Agri-coltura,PaoloDiCastro.Tra ivipGaeAulentieMarinellaDiCapua.Allafinedell’opera,al-ledieciemezza,èstataorga-nizzatauna cenadi galaapa-lazzo Marino, la sede del Co-munediMilanochesitrovadifronte al teatro, alla qualenon parteciperà il Presidentedella Repubblica. I dipenden-tidellaScalasonoinvecesta-ti invitati dal sovrintendente,StéphaneLissner,perunbrin-disi sulpalco.

Arriva Napolitano(ma non va a cena)

Barenboim: «Amoquest’operacosì impenetrabile»

Il direttore d’orchestra entusiastadella scelta. Il regista Chéreau:

«Io e Daniel non abbiamo discusso,lui conosce la musica, io il teatro»

IL MAESTRO

LO SCENOGRAFO

AMORE E ODIO Waltraud Meier (Isolde) e Ian Storey (Tristano) in un momentodelle prove dell’opera di Wagner in scena questa sera alla Scala, diretta da

Daniel Barenboim con la regia di Patrice Chéreau. Sotto da sinistra, una scenacorale, il palco della Scala in preparazione per il debutto di Sant’Ambrogio

e Waltraud Meier e Michelle DeYoung in un altro momento dell’Opera