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«Io ti prometto, nell’eccesso della Misericordia del mio Cuo-re, che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno il Primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non mori-ranno in mia disgrazia, né senza ricevere i sacramenti e il mio Cuore sarà loro asilo sicuro in quell’ora estrema».

Gesù a santa Maria Margherita Alacoque

Gesù ci promette che basta fare bene i “Primi Nove Vener-dì” per non morire in peccato mortale: questa è la Grande Promessa, è la certezza della gioia del Paradiso che il Sacro Cuore dà ad ognuno di noi!Il Sacro Cuore ha promesso e non può tradirci, non può non ascoltare le nostre richieste per cui si hanno un gran numero di testimonianze sui miracoli che la devozione al Sacro Cuore produce: riavvicina coppie in crisi, riunisce famiglie divise, genera guarigioni.

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Collana: IL FIGLIO

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© Editrice Shalom 16.10.2002 Santa Maria Margherita Alacoque© Libreria Editrice Vaticana, per gentile concessione© Libreria Editrice Vaticana (testi Sommi Pontefici), per gentile concessione© Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, per

gentile concessione

ISBN 9 7 8 8 8 8 6 6 1 6 9 5 9

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Dal Cuore trafitto nasce la Chiesa ............................ 7

LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE .............. 9• Basi bibliche ...................................................... 11• Il suo sviluppo nel corso dei secoli .......................... 18• I fondamenti del magistero ecclesiale ................ 64• Natura e pratica ................................................ 77

PREGHIEREAL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ .......... 87

• PREGHIERE TRADIZIONALI .................................... 93• AMARE .............................................................. 105• RIPARARE.......................................................... 145• CONSACRARSI .................................................... 225• I NOVE PRIMI VENERDÌ DI OGNI MESE ................ 275• SOLENNITÀ DEL SACRO CUORE .......................... 385

INDICE

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DAL CUORE TRAFITTO NASCE LA CHIESA

“La Chiesa, vera ministra del Sangue della redenzione, è nata dalCuore trafitto del Redentore; e dal medesimo è parimenti sgorgatain sovrabbondante copia la grazia dei Sacramenti, che trasfondenei figli della Chiesa la vita eterna”.

Haurietis aquas, Pio XII

Una delle devozioni più diffuse tra il popolo cristiano è ladevozione al Sacro Cuore di Gesù. Non si tratta, tuttavia, di unadevozione fra tante, perché è stata rivestita dalla Chiesa di unadignità tutta particolare e si situa al centro della rivelazione cri-stiana; non a caso, sono moltissimi i documenti e i riferimenti alSacro Cuore fatti dai pontefici che verranno abbondantementeriportati nel corso del libro. Il documento guida in materia è cer-tamente l’enciclica di Pio XII, Haurietis aquas (Attingerete alleacque) del 15 maggio 1956, testo che andrebbe letto e meditato perintero (che si può ritrovare più volte citato direttamente o comeispirazione in tutto il presente testo). Questa devozione, contenutain germe nella Sacra Scrittura, approfondita dai Santi Padri, daidottori della Chiesa e dai grandi mistici medioevali, ha avuto unparticolare incremento e la sua configurazione odierna in seguitoalle apparizioni di Gesù Cristo a santa Margherita Maria Alaco-que, nel monastero di Paray-le-Monial, a partire dal 27 dicembre1673. Da allora, superate numerose difficoltà teologiche e liturgi-che, si è diffusa rapidamente fra tutte le categorie del popolo cri-stiano, mentre la Chiesa, come si vedrà, l’ha elevata alla dignitàliturgica di “solennità”. In effetti, essa rappresenta la chiave dicomprensione, insieme più semplice e più profonda, di tutta quan-ta la storia della salvezza.

Proprio per la centralità del Sacro Cuore e del suo culto e perle non poche difficoltà che ha incontrato nel corso dei secoli si èscelto di fare del libro Preghiere al sacratissimo Cuore di Gesù,quasi due libri in uno: anteponendo, alla seconda parte di pre-ghiere propriamente dette, una vasta analisi dei fondamenti e deisignificati del culto del Sacro Cuore, con particolare attenzionealle parole dei pontefici.

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BASI BIBLICHEAntico Testamento

Il culto del Sacro Cuore non dipende, nella sua sostanza, da rive-lazioni private, anche se esse hanno influito sulla sua diffusione, maha le sue radici nella rivelazione e nella tradizione ecclesiastica.

Diciamo subito che il termine cuore, in ebraico leb-lebab non hanella Bibbia l’identico significato che ha assunto presso di noioccidentali; infatti, in senso proprio, indica l’organo principale delcorpo umano; in senso traslato, la sede centrale delle forze e dellefacoltà psichiche e spirituali. Nel cuore stanno i sentimenti e gliaffetti, le cupidigie e le passioni, mentre la vita affettiva è, in gene-re, espressa con i termini “reni-viscere”, in ebraico raham-raha-mim. Il cuore è, dunque, la sede della volontà, del pensare e, quin-di, la sorgente delle decisioni, il vero centro dell’uomo a cui Dio sirivolge, la radice della vita religiosa che determina l’atteggiamen-to morale.

Fatto questo chiarimento preliminare, possiamo dire che i due ele-menti essenziali del culto al Sacro Cuore sono: il cuore fisico diGesù, ipostaticamente unito alla persona del Verbo di Dio, e la suaimmensa carità verso il genere umano (Haurietis aquas, 14). NellaSacra Scrittura non si hanno sicuri indizi di un culto speciale al cuorefisico del Verbo incarnato, né esso è assunto esplicitamente comesimbolo dell’amore redentore ed universale. In essa, si hanno, però,numerosi testi che contengono la descrizione dell’amore di Dio pergli uomini, motivo dominante del culto al Sacro Cuore.

Cominciando con il considerare il termine “cuore” riferito a Dioosserviamo subito che sono poche le occasioni in cui, nella SacraScrittura se ne parla esplicitamente. Facciamo attenzione ad alcunitesti, cominciando da Genesi 6,5-6 : Il Signore vide che la malva-

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gità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intentodel loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentìdi aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo.

La non corrispondenza dell’uomo non ferma il piano di allean-za da parte di Dio che si sceglie una discendenza adatta; infatti, nellibro di Samuele (1Sam 13,13-14) leggiamo: Rispose Samuele aSaul: «Hai agito da stolto, non osservando il comando che ilSignore, tuo Dio, ti aveva dato, perché in questa occasione ilSignore avrebbe reso stabile il tuo regno su Israele per sempre.Ora invece il tuo regno non durerà. Il Signore si è già scelto unuomo secondo il suo cuore e gli comanderà di essere capo del suopopolo, perché tu non hai osservato quanto ti aveva comandato ilSignore».

Nell’Antico Testamento, pagine meravigliose cantano l’amoredi Dio per gli uomini, soprattutto per gli umili e i sofferenti. Que-sto amore misericordioso e potente che si eleva sino all’immola-zione, è garantito da un patto solenne, l’alleanza tra Dio ed Israele.Facciamo rilevare che l’Alleanza stipulata tra Dio e il popolo elettosancita sul monte Sinai – le cui leggi fondamentali, scolpite su duetavole, furono promulgate da Mosè – fu un patto fondato, consoli-dato e vivificato dai vincoli dell’amore, dell’amore senza compro-messi. Infatti, per il popolo d’Israele la ragione ultima della suarisposta di obbedienza doveva essere non tanto il timore dei casti-ghi, quanto piuttosto l’amore verso Dio: Ascolta, Israele: il Signoreè il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, contutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze (Dt 6,4-6). Perprovare come questo amore sia il motivo dominante dell’AnticaAlleanza e il preludio alla carità del Cuore del Redentore, riportia-mo alcuni passi significativi: rammentiamo il cantico di Mosè (Dt32,11) per la liberazione del popolo dalla schiavitù d’Egitto culmi-nante con l’alleanza del Sinai; citiamo Osea (11,1.3-4; 14,5-6) eIsaia (49,14-15) per celebrare la fedeltà dell’amore di Dio; ricordia-mo il Cantico dei Cantici (2,2; 6,2; 8,6) come esempio appassio-nante di amore sponsale e Geremia (31,3.33-34) quale espressionedella pazienza dell’amore di Dio per il suo popolo.

Tuttavia, tutta la storia d’Israele attesta le reiterate infedeltàdegli uomini, ma Dio si muove a pietà per il suo grande amore: Ilmio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nes-

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suno sa sollevare lo sguardo. Come potrei abbandonarti, Èfraim,come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari diAdma, ridurti allo stato di Seboìm? Il mio cuore si commuove den-tro di me, il mio intimo freme di compassione (Os 11,7-8); oppureannuncia per bocca di Geremia: Vi darò pastori secondo il miocuore, che vi guideranno con scienza e intelligenza (Ger 3,15). Lafedeltà di Dio è espressa anche nel Salmo 32 (33),11: Ma il dise-gno del Signore sussiste per sempre, i pensieri del suo cuore pertutte le generazioni, o ancora, dal profeta Geremia: Non cesseràl’ira ardente del Signore, finché non abbia compiuto e attuato iprogetti del suo cuore (30,24).

Molto più numerose sono le espressioni del “cuore” riferiteall’uomo. Certamente il cuore è sede dell’interiorità: Discernimen-to, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro perché ragionassero(Sir 17,6); è il luogo scelto da Dio per stabilire la sua Alleanza:Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore (Ger31,33) e per parlare nel segreto e ristabilire il patto infranto: Per-ciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suocuore (Os 2,16).

In Ezechiele e in Geremia si trovano i passi più importanti del-l’Antico Testamento nei quali si preannuncia il cuore nuovo cheDio donerà al suo popolo nei tempi messianici.

In particolare, il profeta Ezechiele trasmette la promessa daparte di Dio di mandare un’acqua purificante che laverà i peccatidel popolo rendendolo, così, adatto ad accogliere lo Spirito di Dio.In quell’ora, avverrà un’unione profonda tra Creatore e creature, laquale trasformerà il cuore umano fino al punto da fargli amare edesiderare solo ciò che Dio ama e vuole. Vi aspergerò con acquapura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzuree da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro divoi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò uncuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò viveresecondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica lemie leggi (Ez 36,25-27).

Nel testo di Geremia, più esplicitamente, si profetizza un’al-leanza nella quale la legge non sarà più un qualcosa di esterioreall’uomo, scritta su tavole come al tempo di Mosè, ma diventeràparola vivificante che trasforma il cuore di ogni creatura.

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Il dono dello Spirito farà sì che ogni persona potrà avere una piùvasta e intima illuminazione di verità, avrà modo di conoscere piùprofondamente Dio e di vivere in totale comunione con lui: è unaconoscenza nell’amore che conduce l’essere umano a conformarela propria volontà a quella divina. «Questa sarà l’alleanza checoncluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo delSignore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul lorocuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Nondovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signo-re”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande –oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e nonricorderò più il loro peccato» (Ger 31,33-34).

Nuovo TestamentoCristo è vero Dio e vero Uomo. Come vero Uomo, offre al Padre

il prototipo di quel cuore nuovo con il quale il popolo della nuovaalleanza deve tornare a Dio: un cuore obbediente per amore, unamore universale, tale da non escludere nemmeno i nemici.

Nel Nuovo Testamento, Cristo Gesù amò tutti indistintamenteed ogni suo intervento è una storia di amore. Le invocazioni deiciechi (Mc 8,22: 10,46), dei lebbrosi (Mc 1,40), dei paralitici (Mc2,1), degli storpi si ripercuotono sul suo cuore e a tutti egli ridonala salute. Egli opera miracoli per confortare un padre o una madre(Mt 8,5; Mc 7,24; Lc 7,11). Zaccheo, la peccatrice, l’adultera, lasamaritana, i crocifissori, il ladrone pentito sperimentano l’amoree il perdono di Gesù, venuto nel mondo per salvare i peccatori (Mt9,13).

Tutta la sua vita terrena, dall’infanzia alla vita pubblica fino allacroce, è totale e libera adesione alla volontà del Padre: Pur essen-do Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto,divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbedi-scono (Eb 5,8-9). Gesù è la rivelazione assoluta e personale dell’a-more del Padre, l’alleanza definitiva di Dio con l’uomo. Questaalleanza nuova non è scritta più su tavole di pietra o sancita consangue di capri e di vitelli, ma suggellata sulla croce, quando l’a-gnello di Dio che toglie i peccati del mondo (Gv 1,29) attira a sétutta l’umanità e la consacra nell’unità (Eb 9,18-28; 10,1-17; Gv12,32). Il soldato romano trafisse il costato di Gesù e da esso sgor-

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