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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato [...] Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Un Dio che pretende di essere amato più di padre e madre, più di figli e fratelli, che sembra andare contro le leggi del cuore. Ma la fede per essere autentica deve conservare un nucleo sovversivo e scandaloso, il «morso del più» (Luigi Ciotti), un andare controcorrente e oltre rispetto alla logica umana. Non è degno di me. Per tre volte rimbalza dalla pagina questa affermazione dura del Vangelo. Ma chi è degno del Signore? Nessuno, perché il suo è amore incondizionato, amore che anticipa, senza clausole. Un amore così non si merita, si accoglie. Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà! Perdere la vita per causa mia non significa affrontare il martirio. Una vita si perde come si spende un tesoro: investendola, spendendola per una causa grande. Il vero dramma per ogni persona umana è non avere niente, non avere nessuno per cui valga la pena mettere in gioco o spendere la propria vita. Chi avrà perduto, troverà. Noi possediamo veramente solo ciò che abbiamo donato ad altri, come la donna di Sunem della Prima Lettura, che dona al profeta Eliseo piccole porzioni di vita, piccole cose: un letto, un tavolo, una sedia, una lampada e riceverà in cambio una vita intera, un figlio. E la capacità di amare di più. A noi, forse spaventati dalle esigenze di Cristo, dall'impegno di dare la vita, di avere una causa che valga più di noi stessi, Gesù aggiunge una frase dolcissima: Chi avrà dato anche solo un bicchiere d'acqua fresca, non perderà la sua ricompensa. Il dare tutta la vita o anche solo una piccola cosa, la croce e il bicchiere d'acqua sono i due estremi di uno stesso movimento: dare qualcosa, un po', tutto, perché nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre con il verbo dare: Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio. Non c'è amore più grande che dare la vita! Un bicchiere d'acqua, dice Gesù, un gesto così piccolo che anche l'ultimo di noi, anche il più povero può permettersi. E tuttavia un gesto non banale, un gesto vivo, significato da quell'aggettivo che Gesù aggiunge, così evangelico e fragrante: acqua fresca. Acqua fresca deve essere, vale a dire l'acqua buona per la grande calura, l'acqua attenta alla sete dell'altro, procurata con cura, l'acqua migliore che hai, quasi un'acqua affettuosa con dentro l'eco del cuore. Dare la vita, dare un bicchiere d'acqua fresca, ecco la stupenda pedagogia di Cristo. Un bicchiere d'acqua fresca se dato con tutto il cuore ha dentro la Croce. Tutto il Vangelo è nella Croce, ma tutto il Vangelo è anche in un bicchiere d'acqua. Nulla è troppo piccolo per il Signore, perché ogni gesto compiuto con tutto il cuore ci avvicina all'assoluto di Dio. Amare nel Vangelo non equivale ad emozionarsi, a tremare o trepidare per una creatura, ma si traduce sempre con un altro verbo molto semplice, molto concreto, un verbo fattivo, di mani, il verbo dare. ( di Ermes Ronchi ) nr. 108 Domenica 2 luglio 2017 (Matteo 10, 37-42) DOMENICA XIII DEL TEMPO ORDINARIO Anno A

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Quello che tu ci dici, Gesù, ci sembra veramente paradossale. Eppure duemila anni di cristianesimo costituiscono la prova irrefutabile di quanto siano vere le tue parole. Quanti uomini e quante donne hanno speso la loro vita per te, per portare dovunque il tuo Vangelo: in terre lontane, tra popoli sconosciuti, ma anche nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche e nelle amministrazioni, nel commercio e nelle scuole, nei tribunali e nelle botteghe artigianali. Non si sono sottratti a sacrifici di ogni genere, a privazioni e a rischi, a malattie e penuria, ma anche all’isolamento, alla calunnia. Ora la loro esistenza povera e mite ci appare luminosa e perfettamente riuscita: te l’hanno donata interamente e tu l’hai colmata di saggezza e di gioia. Quanti uomini e quante donne non sono ricorsi al classico “Tengo famiglia”, ma hanno risposto prendendo la propria croce e spesso hanno pagato di persona, lasciando soli il proprio coniuge e i propri gli. Passavano per degli ingenui, o addirittura per esaltati, incapaci di comprendere le regole di un gioco in cui chi ha ragione è sempre il più forte, in cui si difende la propria vita con l’acquiescenza e l’omertà. Eppure oggi ai nostri occhi il loro martirio è segno vivo di un mondo nuovo, quello che tu ci donerai. Roberto Laurita

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato [...] Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Un Dio che pretende di essere amato più di padre e madre, più di figli e fratelli, che sembra andare contro le leggi del cuore. Ma la fede per essere autentica deve conservare un nucleo sovversivo e scandaloso, il «morso del più» (Luigi Ciotti), un andare controcorrente e oltre rispetto alla logica umana. Non è degno di me. Per tre volte rimbalza dalla pagina questa affermazione dura del Vangelo. Ma chi è degno del Signore? Nessuno, perché il suo è amore incondizionato, amore che anticipa, senza clausole. Un amore così non si merita, si accoglie. Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà! Perdere la vita per causa mia non significa affrontare il martirio. Una vita si perde come si spende un tesoro: investendola, spendendola per una causa grande. Il vero dramma per ogni persona umana è non avere niente, non avere nessuno per cui valga la pena mettere in gioco o spendere la propria vita. Chi avrà perduto, troverà. Noi possediamo veramente solo ciò che abbiamo donato ad altri, come la donna di Sunem della Prima Lettura, che dona al profeta Eliseo piccole porzioni di vita, piccole cose: un letto, un tavolo, una sedia, una lampada e riceverà in cambio una vita intera, un figlio. E la capacità di amare di più. A noi, forse spaventati dalle esigenze di Cristo, dall'impegno di dare la vita, di avere una causa che valga più di noi stessi, Gesù aggiunge una frase dolcissima: Chi avrà dato anche solo un

bicchiere d'acqua fresca, non perderà la sua ricompensa. Il dare tutta la vita o anche solo una piccola cosa, la croce e il bicchiere d'acqua sono i due estremi di uno stesso movimento: dare qualcosa, un po', tutto, perché nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre con il verbo dare: Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio. Non c'è amore più grande che dare la vita! Un bicchiere d'acqua, dice Gesù, un gesto così piccolo che anche l'ultimo di noi, anche il più povero può permettersi. E tuttavia un gesto non banale, un gesto vivo, significato da quell'aggettivo che Gesù aggiunge, così evangelico e fragrante: acqua fresca. Acqua fresca deve essere, vale a dire l'acqua buona per la grande calura, l'acqua attenta alla sete dell'altro, procurata con cura, l'acqua migliore che hai, quasi un'acqua affettuosa con dentro l'eco del cuore. Dare la vita, dare un bicchiere d'acqua fresca, ecco la stupenda pedagogia di Cristo. Un bicchiere d'acqua fresca se dato con tutto il cuore ha dentro la Croce. Tutto il Vangelo è nella Croce, ma tutto il Vangelo è anche in un bicchiere d'acqua. Nulla è troppo piccolo per il Signore, perché ogni gesto compiuto con tutto il cuore ci avvicina all'assoluto di Dio. Amare nel Vangelo non equivale ad emozionarsi, a tremare o trepidare per una creatura, ma si traduce sempre con un altro verbo molto semplice, molto concreto, un verbo fattivo, di mani, il verbo dare.

( di Ermes Ronchi )

nr. 108 Domenica 2 luglio 2017

(Matteo 10, 37-42)

DOMENICA XIII DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

L’ora del canto senza paura Geremia è un incontro che può cambiare la vita. Perché è l’incontro con un assoluto e quindi con qualcosa di originale. Il suo libro ci svela l’uomo Geremia e inizia con il racconto della sua vocazione. Nel principio della sua vita profetica c’è un incontro con una voce e l’esitazione di chi si sente inadeguato. Nel 627 a.C., infatti, Geremia aveva circa vent’anni. La sua esperienza profetica durerà quarant’anni fino alla grande deportazione in Babilonia, e forse anche oltre. Nasce nel villaggio di Anatot, in una tribù del Nord, in una famiglia sacerdotale. Diversamente da Isaia, il suo mondo non è Gerusalemme. Suo padre è erede del sacerdote del tempio maledetto di Silo, Ebiatar, che Salomone aveva esiliato in quella terra. Nella auto-presentazione di Geremia c’è allora già iscritto il suo destino: straniero, scartato, maledetto. Egli scopre la sua vocazione da giovane, ma quando la scrive è un uomo adulto, nel pieno dell’agone profetico. Le sue parole sono ricordo di quel primo decisivo giorno, ma sono soprattutto interpretazione del suo compito e del suo destino. Vivere la vocazione e comprenderla sono due fatti molto diversi. Quando si incontra la voce, ci si ritrova dentro un evento globale e luminosissimo. Si parte, si va, si vive. Ma per capire che cosa è accaduto occorre l’intera esistenza, e in genere non è sufficiente. Geremia è un magistero su ogni autentica vocazione umana. Una voce che chiama a un destino ineluttabile al quale liberamente si risponde, sapendo che non esiste altra risposta possibile. Vedremo che questa scelta/non-scelta, questa libertà/obbligo, è il cuore segreto della vocazione di Geremia, forse di ogni vocazione. Tutto questo Geremia non poteva saperlo nell’anno 627, lo ha capito diventando adulto, almeno lo ha intuito. Ogni vocazione è incarnazione di una parola accolta nell’ignoranza di una giovinezza generosa. Il "non sapere" dove e come arriveremo, è la bellezza e il dramma di quel primo incontro.Geremia opera e scrive durante la più grande crisi del popolo di Israele, che culminerà con la deportazione in Babilonia. Vive in un piccolo regno schiacciato da grandi superpotenze. Per vocazione, deve contrastare i suoi capi e i sacerdoti che in quella crisi epocale continuano ad illudersi. Geremia capisce, per vocazione, che un mondo sta finendo. Lo dice, lo grida, ma il popolo non vuole ascoltarlo, e lo perseguita. Geremia è il profeta del tempo della notte, ma con un sole dentro che gli consente di vedere una aurora diversa da quella che il popolo, illuso, vorrebbe vedere. E la canta. Fino alla fine senza paura.Nel suo grido fedele e doloroso Geremia è compagno di Giobbe, del "servo sofferente", del Cristo, delle notti e delle albe diverse dei profeti di ogni tempo, dei quali è amico necessario. Da L. Bruni, L’alba della mezzanotte, Avvenire 22 aprile 2017

Sabato 1 Luglio(Gen 18,1-15; Lc 1; Mt 8,5-17)ore 18.30 Def.to Delfo Sartorato

Domenica 2 Luglio(2Re 4,8-11.14-16; Sal 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42)ore 9.30 Per la comunità

Lunedì 3 Luglio (Ef 2,19-22; Sal 116; Gv 20,24-29)ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Martedì 4 Luglio (Gen 19,15-29; Sal 25; Mt 8,23-27)ore 19.00 Santa Messa unica a S.ta M. Assunta per tutte le parrocchie di Mogliano

Mercoledì 5 Luglio (Gen 21,5.8-20; Sal 33; Mt 8,28-34) ore 18.30 def.to Luigi Sacilotto Per tutti i consacrati

Giovedì 6 Luglio (Gn 22,1-19; Sal 114; Mt 9,1-8)ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Venerdì 7 Luglio - Beato Benedetto XI, papa(Gen 23,1-4.19; 24,1-8.62-67; Sal 105; Mt 9,9-13)ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Sabato 8 Luglio(Gen 27,1-5.15-29; Sal 134; Mt 9,14-17)ore 18.30 Per gli ammalati

Domenica 9 Luglio(Zc 9,9-10; Sal 144; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30)ore 09.30 Def.ti Regina, Emma, Valerio Prete; def.ta Paola Rossi e def.ti famiglie Callegaro

Lunedì 10 Luglio (Gen 28,10-22; Sal 90; Mt 9,18-26)ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Martedì 11 Luglio (Gn 13,2.5-18; Sal 14; Mt 7,6.12-14)ore 19.00 Santa Messa unica a S.ta M. Assunta per tutte le parrocchie di Mogliano

Mercoledì 12 Luglio - SAN BENEDETTO (Gen 41,55-57; 42,5-7.17-24; Sal 32; Mt 10,1-7) ore 18.30 Per tutti i consacrati

Giovedì 13 Luglio (Gen 44,18-21.23-29; 45,1-5; Sal 104; Mt 10,7-15)ore 18.30 NON C’È LA MESSA

ParrocchiaSAN CARLOINTENZIONI DELLA SETTIMANA

ParrocchiaSANT’ELENAINTENZIONI DELLA SETTIMANA

Sabato 1 Luglio(Gen 18,1-15; Lc 1; Mt 8,5-17)ore 18.30 Def.ti Famiglia Casarin; def.ta Leda Gattello; def.ti Pasquale, Adele, Pietro e Giancarlo

Domenica 2 Luglio(2Re 4,8-11.14-16; Sal 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42)ore 09.00 Def.ti Mario e Famiglia Pavanore 11.00 Per i fedeli vivi e defunti della parrocchia

Lunedì 3 Luglio (Ef 2,19-22; Sal 116; Gv 20,24-29)ore 18.30 LITURGIA DELLA PAROLA

Martedì 4 Luglio (Gen 19,15-29; Sal 25; Mt 8,23-27)ore 19.00 Santa Messa unica a S.ta M. Assunta per tutte le parrocchie di Mogliano

Mercoledì 5 Luglio (Gen 21,5.8-20; Sal 33; Mt 8,28-34) ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Giovedì 6 Luglio (Gn 22,1-19; Sal 114; Mt 9,1-8)ore 18.30 Def.te Aldamaria e Antonia

Venerdì 7 Luglio - Beato Benedetto XI, papa(Gen 23,1-4.19; 24,1-8.62-67; Sal 105; Mt 9,9-13)ore 18.30 Per i giovani e le vocazioni consacrate

Sabato 8 Luglio(Gen 27,1-5.15-29; Sal 134; Mt 9,14-17)ore 18.30 Per le famiglie in difficoltà

Domenica 9 Luglio(Zc 9,9-10; Sal 144; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30)ore 09.00 Per i migrantiore 11.00 Per la comunità parrocchiale

Lunedì 10 Luglio (Gen 28,10-22; Sal 90; Mt 9,18-26)ore 18.30 LITURGIA DELLA PAROLA

Martedì 11 Luglio (Gn 13,2.5-18; Sal 14; Mt 7,6.12-14)ore 19.00 Santa Messa unica a S.ta M. Assunta per tutte le parrocchie di Mogliano

Mercoledì 12 Luglio - SAN BENEDETTO (Gen 41,55-57; 42,5-7.17-24; Sal 32; Mt 10,1-7) ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Giovedì 13 Luglio (Gen 44,18-21.23-29; 45,1-5; Sal 104; Mt 10,7-15)ore 18.30 Per i fedeli vivi e defunti della parrocchia

Venerdì 14 Luglio(Gen 46,1-7.28-30; Sal 36; Mt 10,16-23)ore 18.30 Per la parrocchia

Sabato 15 Luglio - San Bonaventura(Gen 49,29-33; 50,15-26; Sal 104; Mt 10,24-33)ore 18.30 Per gli ammalati

Domenica 16 Luglio(Is 55,10-11; Sal 64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23)ore 09.00 Per i fedeli vivi e defunti della parrocchiaore 11.00 Def.to Pierandrea

DON EDOARDO: cell. 340 8119646 - Confessa al sabato a san Carlo o Zerman (informarsi);

prima o dopo le Messe o previo accordo.

DON DAVIDE: cell. 346 7834766 - Riceve o confessa presso la canonica di Zerman;- a San Carlo, generalmente al Mercoledì e Venerdì

dalle ore 17.00.

Parrocchie:SANT’ELENASAN CARLO AVVISI COMUNI

SABATO 8 e DOMENICA 9 LUGLIONelle parrocchie di San Carlo e Sant’Elena, al termine delle messe si raccoglieranno i contributi per il PROGETTO GEMMA. Sostieni una mamma in difficoltà e salvi il suo bambino!

GREST PARROCCHIALE

Per le parrocchie di San Carlo, Mazzocco e ZermanDal 03 al 07 luglio terza e ultima settimana di Grest.

Lunedì 03, martedì 04 e giovedì 06 luglio,Dalle 09.00 alle 12.00 a San Carlo giochi, storia, balli.Dalle 15.30 alle 17.00 a San Carlo laboratori.

Mercoledì: Uscita al mare a Bibione Casa Stella Maris.

Venerdì non c’è il Grest.

Alla sera dalle ore 19.30 a San CarloFESTA FINALE PER LE TRE COMUNITÀ

CAMPI ESTIVI

Luglio 15-21: Vacanze di Branco (Lupetti) a Cesclans (Udine).Luglio 16-22: Campo 1a e 2a media della Collaborazione a Palus San Marco (Auronzo di Cadore).Luglio 22-29: Campo 3a media della Collaborazione a Palus San Marco (Auronzo di Cadore).Luglio 22-5 agosto: Campo Esploratori e Guide (Scout) a Sovramonte (Croce d’Aune).Luglio 30-5 agosto: Route di Clan (Scout) in Val Codera (Sondrio) Luglio 30-5 agosto: Campo 1a e 2a superiore Vicariale con la Comunità di San Patrignano a Rimini.Agosto 7-12: Campo 3a e 5a superiore Vicariale al Sermig di Torino.

VARIAZIONE ORARI MESSE FERIALICon il tempo estivo, i giorni e gli orari delle messe feriali subiranno delle variazioni: a Zerman, solo il mercoledì (ore 18.30); a San Carlo, il giovedì e il venerdì (ore 18.30) e dal 18 luglio anche il martedì (ore 18.30).

5 x 1000 codice da riportare su dichiarazione dei redditi: 94031180261 fondo comune per le Scuole dell’Infanzia (anche per la nostra di Zerman).

5 x 1000 codice da riportare su dichiarazione dei redditi: 94132660260 per l’Oratorio NOI di San Carlo.

MESSE ALL’ISTITUTO GRIS- Da martedì a venerdì: ore 8.00 (via Torni);- Sabato: ore 16.00 (via Torni);- Domenica: ore 10.00 (Geriatrico).

SAN CARLO: 041.453102 [email protected]

SEGRETERIA: LUNEDI 9.30-11.30 MARTEDI 9.30-11.30 + 15.00-18.00 MERCOLEDI 9.30-11.30 GIOVEDI 9.30-11.30 + 16.00-18.00 VENERDI 9.30-11.30 SABATO CHIUSO SANT’ELENA: 041.457383 [email protected]

SEGRETERIA: DA LUNEDI A VENERDI: 9.00-11.30

SEGRETERIAPARROCCHIALE

Venerdì 14 Luglio(Gen 46,1-7.28-30; Sal 36; Mt 10,16-23)ore 18.30 NON C’È LA MESSA

Sabato 15 Luglio - San Bonaventura(Gen 49,29-33; 50,15-26; Sal 104; Mt 10,24-33)ore 18.30 Per gli ammalati

Domenica 16 Luglio(Is 55,10-11; Sal 64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23)ore 09.30 Per la comunità

PUNTO SOLIDALE & ADOZIONI A VICINANZASabato 1 e Domenica 2 luglio nelle parrocchie di San Carlo e di Sant’Elena, al termine delle messe, si raccoglieranno gli alimenti per il Punto Solidale e i contributi per le Adozioni a vicinanza.Si confida nella vostra generosità! Un grazie di cuore.

FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Quello che tu ci dici, Gesù, ci sembra veramente paradossale. Eppure duemila anni di cristianesimo costituiscono la prova irrefutabile di quanto siano vere le tue parole. Quanti uomini e quante donne hanno speso la loro vita per te, per portare dovunque il tuo Vangelo: in terre lontane, tra popoli sconosciuti, ma anche nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche e nelle amministrazioni, nel commercio e nelle scuole, nei tribunali e nelle botteghe artigianali. Non si sono sottratti a sacrifici di ogni genere, a privazioni e a rischi, a malattie e penuria, ma anche all’isolamento, alla calunnia. Ora la loro esistenza povera e mite ci appare luminosa e perfettamente riuscita: te l’hanno donata interamente e tu l’hai colmata di saggezza e di gioia. Quanti uomini e quante donne non sono ricorsi al classico “Tengo famiglia”, ma hanno risposto prendendo la propria croce e spesso hanno pagato di persona, lasciando soli il proprio coniuge e i propri gli. Passavano per degli ingenui, o addirittura per esaltati, incapaci di comprendere le regole di un gioco in cui chi ha ragione è sempre il più forte, in cui si difende la propria vita con l’acquiescenza e l’omertà. Eppure oggi ai nostri occhi il loro martirio è segno vivo di un mondo nuovo, quello che tu ci donerai. Roberto Laurita

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato [...] Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Un Dio che pretende di essere amato più di padre e madre, più di figli e fratelli, che sembra andare contro le leggi del cuore. Ma la fede per essere autentica deve conservare un nucleo sovversivo e scandaloso, il «morso del più» (Luigi Ciotti), un andare controcorrente e oltre rispetto alla logica umana. Non è degno di me. Per tre volte rimbalza dalla pagina questa affermazione dura del Vangelo. Ma chi è degno del Signore? Nessuno, perché il suo è amore incondizionato, amore che anticipa, senza clausole. Un amore così non si merita, si accoglie. Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà! Perdere la vita per causa mia non significa affrontare il martirio. Una vita si perde come si spende un tesoro: investendola, spendendola per una causa grande. Il vero dramma per ogni persona umana è non avere niente, non avere nessuno per cui valga la pena mettere in gioco o spendere la propria vita. Chi avrà perduto, troverà. Noi possediamo veramente solo ciò che abbiamo donato ad altri, come la donna di Sunem della Prima Lettura, che dona al profeta Eliseo piccole porzioni di vita, piccole cose: un letto, un tavolo, una sedia, una lampada e riceverà in cambio una vita intera, un figlio. E la capacità di amare di più. A noi, forse spaventati dalle esigenze di Cristo, dall'impegno di dare la vita, di avere una causa che valga più di noi stessi, Gesù aggiunge una frase dolcissima: Chi avrà dato anche solo un

bicchiere d'acqua fresca, non perderà la sua ricompensa. Il dare tutta la vita o anche solo una piccola cosa, la croce e il bicchiere d'acqua sono i due estremi di uno stesso movimento: dare qualcosa, un po', tutto, perché nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre con il verbo dare: Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio. Non c'è amore più grande che dare la vita! Un bicchiere d'acqua, dice Gesù, un gesto così piccolo che anche l'ultimo di noi, anche il più povero può permettersi. E tuttavia un gesto non banale, un gesto vivo, significato da quell'aggettivo che Gesù aggiunge, così evangelico e fragrante: acqua fresca. Acqua fresca deve essere, vale a dire l'acqua buona per la grande calura, l'acqua attenta alla sete dell'altro, procurata con cura, l'acqua migliore che hai, quasi un'acqua affettuosa con dentro l'eco del cuore. Dare la vita, dare un bicchiere d'acqua fresca, ecco la stupenda pedagogia di Cristo. Un bicchiere d'acqua fresca se dato con tutto il cuore ha dentro la Croce. Tutto il Vangelo è nella Croce, ma tutto il Vangelo è anche in un bicchiere d'acqua. Nulla è troppo piccolo per il Signore, perché ogni gesto compiuto con tutto il cuore ci avvicina all'assoluto di Dio. Amare nel Vangelo non equivale ad emozionarsi, a tremare o trepidare per una creatura, ma si traduce sempre con un altro verbo molto semplice, molto concreto, un verbo fattivo, di mani, il verbo dare.

( di Ermes Ronchi )

nr. 108 Domenica 2 luglio 2017

(Matteo 10, 37-42)

DOMENICA XIII DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

L’ora del canto senza paura Geremia è un incontro che può cambiare la vita. Perché è l’incontro con un assoluto e quindi con qualcosa di originale. Il suo libro ci svela l’uomo Geremia e inizia con il racconto della sua vocazione. Nel principio della sua vita profetica c’è un incontro con una voce e l’esitazione di chi si sente inadeguato. Nel 627 a.C., infatti, Geremia aveva circa vent’anni. La sua esperienza profetica durerà quarant’anni fino alla grande deportazione in Babilonia, e forse anche oltre. Nasce nel villaggio di Anatot, in una tribù del Nord, in una famiglia sacerdotale. Diversamente da Isaia, il suo mondo non è Gerusalemme. Suo padre è erede del sacerdote del tempio maledetto di Silo, Ebiatar, che Salomone aveva esiliato in quella terra. Nella auto-presentazione di Geremia c’è allora già iscritto il suo destino: straniero, scartato, maledetto. Egli scopre la sua vocazione da giovane, ma quando la scrive è un uomo adulto, nel pieno dell’agone profetico. Le sue parole sono ricordo di quel primo decisivo giorno, ma sono soprattutto interpretazione del suo compito e del suo destino. Vivere la vocazione e comprenderla sono due fatti molto diversi. Quando si incontra la voce, ci si ritrova dentro un evento globale e luminosissimo. Si parte, si va, si vive. Ma per capire che cosa è accaduto occorre l’intera esistenza, e in genere non è sufficiente. Geremia è un magistero su ogni autentica vocazione umana. Una voce che chiama a un destino ineluttabile al quale liberamente si risponde, sapendo che non esiste altra risposta possibile. Vedremo che questa scelta/non-scelta, questa libertà/obbligo, è il cuore segreto della vocazione di Geremia, forse di ogni vocazione. Tutto questo Geremia non poteva saperlo nell’anno 627, lo ha capito diventando adulto, almeno lo ha intuito. Ogni vocazione è incarnazione di una parola accolta nell’ignoranza di una giovinezza generosa. Il "non sapere" dove e come arriveremo, è la bellezza e il dramma di quel primo incontro.Geremia opera e scrive durante la più grande crisi del popolo di Israele, che culminerà con la deportazione in Babilonia. Vive in un piccolo regno schiacciato da grandi superpotenze. Per vocazione, deve contrastare i suoi capi e i sacerdoti che in quella crisi epocale continuano ad illudersi. Geremia capisce, per vocazione, che un mondo sta finendo. Lo dice, lo grida, ma il popolo non vuole ascoltarlo, e lo perseguita. Geremia è il profeta del tempo della notte, ma con un sole dentro che gli consente di vedere una aurora diversa da quella che il popolo, illuso, vorrebbe vedere. E la canta. Fino alla fine senza paura.Nel suo grido fedele e doloroso Geremia è compagno di Giobbe, del "servo sofferente", del Cristo, delle notti e delle albe diverse dei profeti di ogni tempo, dei quali è amico necessario. Da L. Bruni, L’alba della mezzanotte, Avvenire 22 aprile 2017

AVVISI INTERPARROCCHIALI

CAMPI SCUOLA Per i ragazzi della Collaborazione: presso la casa alpina Odar ad Auronzo. Prima e seconda media: 15-22 luglio. Terza media: 22-29 luglio. Preiscrizioni esclusivamente online dal sito della Collaborazione e dell’oratorio don Bosco: www.parrocchiemogliano.it; oratoriomogliano.it.

MERCOLEDÌ 5 LUGLIO ORE 21.00Centro Pastorale, incontro per i genitori dei ragazzi delle scuole medie iscritti ai campi della Collaborazione ad Auronzo - 15-22 luglio I e II; 22-29 luglio III.

DAL 7 ALL’11 LUGLIO 50a Sagra Parrocchiale di Mazzocco. Ogni sera stand gastronomico e musica. L’ultima sera grande festeggiamento per i cinquanta anni. E’ aperto anche il mercatino delle pulci il cui ricavato sarà devoluto alle missioni. La sagra vuol essere un momento sereno di condivisione e di incontro. Vi aspettiamo numerosi.

La S.Messa solitamente celebrata dai sacerdoti della Collaborazione il martedì alle ore 19 nella chiesa di S.M.Assunta, è sospesa a partire dal 18 luglio e fino al 5 settembre compreso.

Durante l’estate i nostri sacerdoti sono impegnati ad accompagnare ragazzi e giovani nei vari campi scuola. Per questo le confessioni del sabato a S.Maria Assunta saranno sospese dal 16 luglio al 9 settembre.

VICARIATO DIOCESI

DAL 9 AL 18 AGOSTO La Scuola di formazione Teologica e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose propongono un pellegrinaggio viaggio studio in Turchia, Terra Santa della Chiesa.Info: Seminario Vescovile di Treviso. Orari segreteria martedì 17-19,30; giovedì 10-12; 17-19,30. Tel. 0422324835, [email protected].

S.TA MARIA ASSUNTA: TEL. 041.5900375 - CELL. 334.2590290SEGRETERIA: ORARIO 11-13 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ[email protected]

SEGRETERIAPARROCCHIALE