cuorebio magazine

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cuorebio magazine MARZO/APRILE 2015 il valore della qualità etichette: nuove regole attività naturali il miele biologico: per il benessere delle api l’angolo del giardino l’orto fai da te Le Terre di Ecor fertili campagne del sud

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Marzo/Aprile 2015

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Page 1: Cuorebio magazine

cuorebio magazine

MARZO/APRILE 2015

il valore della qualità

etichette: nuove regoleattività naturali

il miele biologico: per il benessere delle apil’angolo del giardino

l’orto fai da te

Le Terre di Ecor

fertili campagne del sud

Page 2: Cuorebio magazine

3cuorebio magazine2 cuorebio magazine

newssommario editoriale

3 editoriale passato, presente

e futuro

4 Le Terre di Ecor fertili campagne

del sud

7 la qualità risponde

9 dall’orto con amore il fi nocchio

10 azienda del mese il gusto vegetale di Isola Bio

12 il lunario di cuorebio

14 storie del mondo bio Rosalia, donna

coraggiosa

16 oggi in cucina torta di Pasqua

18 specialeil nostro punto di vista sul biologico

21 l’angolo del giardino l’orto fai da te

22 salute e benessere prendiamoci cura della nostra

bellezza

25 il valore della qualità etichette:

nuove regole

26 il gesto quotidiano non mangiare i semi di mela!

27 attività naturali il miele biologico:

per il benessere delle api

28 turismo alternativo Que viva Cuba

29 l’angolo dei più piccoli leprotto in pannolenci

30 l’angolo delle buone pratiche

un giorno davegetariani

31 notizie dalla Fattoria Di Vaira il rispetto

degli animali

34 oggi leggiamo...

Pubblicazione gratuita per i clienti Cuorebiowww.negozicuorebio.it

Art Direction:www.metalli-lindberg.com

Impaginazione: Ecocomunicazione.it

Per il MAGAZINE utilizziamo inchiostri vegetali e carta Lenza Top Super riciclata 100%

Stampa: Grafi cart

Editore: EcorNaturaSì Spavia De Besi 20/c (VR)

Direttore responsabile: Luigi Speri

Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 27/02/2014 n. 2011

cuorebio magazine

Cuorebio magazinesi rinnovaDa maggio “Cuorebio magazine” si rinnova, arricchendosi di nuove pagine per dare spazio a tante interessanti rubriche e utili approfondimenti. Tra le novità: raddoppiamo lo spazio dedicato alle ricette, con una ricetta completamente vegan, introduciamo una nuova rubrica dedicata ai giovani che si occupano di biologico, riserviamo uno spazio ai nostri amici animali e uno all’autoproduzione. Ma continueremo anche a raccontarti le storie dei produttori e di altri protagonisti del biologico, a parlarti dei nostri progetti e a off rirti tanti piccoli consigli per una spesa consapevole.

Bio per Tutti Dal 1° febbraio 2015 al 31 gennaio 2016 scegli, nei negozi Cuorebio che aderiscono all’iniziativa, i prodotti del Bio per Tutti. Una nuova selezione di prodotti, che comprenderà anche l’ortofrutta, proposti a prezzo scontato. Tutto l’anno una scelta di qualità a prezzi vantaggiosi!

Fa’ la cosa giusta!Torna a Milano, dal 13 al 15 marzo 2015, la nuova edizione di Fa’ la cosa giusta!, fi era nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Giunta alla XII edizione, si svolgerà nei padiglioni 2 e 4 di Fieramilanocity, il quartiere fi eristico di Milano. Info: falacosagiusta.terre.it

A Bologna un convegno dedicato ai cerealiSabato 14 e domenica 15 marzo a Bologna, presso la Scuola Steineriana “Maria Garagnani” in via Morazzo 4/4, si terrà un interessante incontro dedicato ai cereali, organizzato dall’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. Dopo la parte teorica, che si terrà nella giornata di sabato, seguiranno domenica i laboratori pratici. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa e sulle modalità di iscrizione, www.biodinamica.org

testo in cui il miglio veniva indicato dai più come cibo per canarini e gli alimenti integrali perfetti solo per gli animali domestici (la famosa “pasta per cani”…). Poi, grazie anche alla perseveranza di negozianti e di un buon numero di consumatori che hanno creduto e ancora credono nel biologico anche come stile di vita complessivo, molte pratiche si sono diff use. È diventato “normale” mangiare vegetariano, macrobiotico, vegano, integrale, crudista, discorrere di cereali, tofu, seitan, di avocado e sedano rapa, partecipare a corsi di cucina alternativa, leggere riviste e libri che parlano di alimentazione e “dintorni”.

Chi mangia biologico oggi possiede una tale ricchezza di informazioni e conoscen-ze da non rendersene conto. Basti pensare alla quotidiana contaminazione di ricette etniche, i cui ingredienti base sono da tempo sugli scaff ali dei negozi bio: ormai la cucina è bio-global! Possiamo dire che, fi nalmente, si è compreso che questo tipo di alimentazione, attenta al benessere dell’uomo e della terra, non è del tutto nuova.

Arriva dal nostro passato, quando la biodiversità agricola permetteva di trova-re un’ampia scelta di buoni prodotti, come cereali e legumi ormai dimenticati, ma oggi riscoperti e ritrovati grazie al lavoro di molte aziende biologiche e biodinamiche.

Lo staff di Cuorebio

Ormai sono trascorsi quasi trent’anni da quando, anche in Italia, iniziarono a svilup-parsi i movimenti per l’agricoltura biologica e biodinamica. Alcune persone, in modo pionieristico, riconobbero allora in questo impulso la possibilità di recuperare il rappor-to tra l’uomo e la natura.

Con questi ideali furono fondate le prime aziende agricole, organizzati i primi gruppi d’acquisto, divenuti ben presto negozi biologi-ci e attività artigianali di trasformazione.

L’obiettivo comune era sviluppare un’agri-coltura rispettosa della natura, impegnata a mantenere la terra fertile e a garantire la produzione di cibo sano per l’uomo. Nel corso degli anni questi valori, che sembravano di pochi, sono stati condivisi e portati avanti da un numero sempre maggiore di persone, che si aggiungevano via via durante il cammino, dando vita a nuovi pensieri e a nuovi (o anti-chi) stili di vita.

Inizialmente molte delle scelte alimentari innovative diff use da questo mondo di “bio-logici” non erano ben comprese o venivano addirittura criticate. In un periodo in cui si stava diff ondendo la cultura dei fast food, un gruppo esiguo cominciava a parlare dell’im-portanza di una dieta mediterranea, preva-lentemente vegetariana, a base di legumi e di prodotti integrali, derivati non solo dal grano, ma anche da altri cereali (orzo, farro, avena, segale, miglio…). Il tutto inserito in un con-

passato, presente e futuro

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4 5cuorebio magazine cuorebio magazine

in questa pagina,

a sinistra Vincenzo

Ranaldo, Paolo Natile

e Carmelo Mansueto,

sotto, da sinistra,

Domenico Simmarano

e il fi glio Marco e a

destra Vincenzo Natile;

nella pagina seguente

Vincenzo Ranaldo

foto di Vincenzo

Menichella

per èQ studio

A partire da questo mese, per riuscire a parlarvi di tutti i produttori che fanno parte del progetto Le Terre di Ecor, abbiamo pensato di proporvi una suddivisione per collocazione geografi ca, sempre seguendo il ritmo della stagionalità dei prodotti da loro coltivati.

In questo numero conosciamo dunque le storie di quattro agricoltori che con entusiasmo, ma anche con fatica, da anni hanno scelto di coltivare la terra con il metodo biologico, alcuni anche con quello biodinamico. Si tratta dell’azienda agricola Cosmobio (di Giovanna Fazzeni e Carmelo Mansueto), delle aziende agricole Simmara-no e Ranaldo, che hanno partecipato anche all’iniziativa “Adotta una zolla”, e dell’azien-da agricola Natile. Quattro realtà frutto di un amore per l’agricoltura che si tramanda di padre in fi glio.

Azienda agricola SimmaranoScendendo la nostra penisola, il primo agricoltore che incontriamo è Domenico Simmarano: la sua azienda si trova a Mon-tescaglioso, tra Basilicata e Puglia, ai piedi delle colline che delimitano la valle

del Bradano; si estende per 12 ettari coltivati a biologico ormai da più di vent’anni. Dome-nico è un agricoltore di tradizione, che porta avanti il suo lavoro con dedizione e un gran-de coinvolgimento, recuperando lo spirito e i valori tramandati dal nonno, pur restando aperto alla modernità. Coltiva la sua terra determinato a produrre ortaggi buoni senza utilizzare sostanze chimiche di sintesi: produce circa 30 varietà, rispettando i cicli stagionali e, naturalmente, praticando la rotazione delle colture per aiutare la terra a mantenere la sua vitalità. “Da giovane ero un agricoltore convenzionale” ricorda Domenico “ma a un certo punto ho maturato la decisione di cambiare metodo, perché non volevo inquinare il mio corpo e l’ambiente attraverso ciò che producevo e vendevo”.

Da qualche anno, al suo fi anco, lavora an-che il fi glio Marco che condivide con il padre l’amore per la terra: “Sono cresciuto con il biologico” racconta “e mio padre, quando ho iniziato ad andare con lui nei campi, non me l’ha dovuto spiegare. Lo vivevo già da fi n da bambino; infatti, fi nita la scuola, d’estate, era normale aiutarlo. Quando sono cresciuto non mi ha costretto a continuare, è stata una

mia scelta del tutto naturale, fatta in autono-mia grazie ai valori che mi ha trasmesso e che ho avuto la fortuna di poter respirare da sempre”. Quando gli chiediamo di spiega-re il loro lavoro, Domenico risponde: “Il no-stro mestiere ne racchiude tanti: conoscere il clima, il territorio, saperne un po’ d’idrau-lica, di meccanica, osservare attentamente le diff erenze della terra a seconda delle la-vorazioni e del tempo, seguire il ritmo della Natura e mettersi in ascolto di tutto ciò che ci circonda per poter prevenire i problemi.

È indispensabile ogni giorno per fare biologico, per non usare sostanze chimiche di sintesi come fertilizzanti, insetticidi, anti-crittogamici e diserbanti”.

Azienda agricola SimmaranoVia San Francesco 34 Montescaglioso (MT) Basilicata

Azienda agricola Natile VincenzoSpostandoci più a sud, verso il mare, nel territorio di Marina di Ginosa, in Puglia, incontriamo l’azienda agricola Natile Vincenzo. Anche in questo caso si tratta di un’azienda famigliare, nata 20 anni fa grazie alla volontà di Giuseppe e Rosa che decisero di produrre uva da tavola e olive da olio uti-lizzando il metodo biologico. In seguito, la gestione dell’azienda è passata ai fi gli Paolo e Vincenzo che decidono di avvicinarsi ai metodi biodinamici, ai quali convertono de-fi nitivamente l’azienda, ottenendo il marchio Demeter nel 2010. Tra i loro obiettivi, rima-ne la volontà di migliorare qualitativamente le produzioni, consci anche della necessità di salvaguardare un territorio devastato dai pesticidi e dai fertilizzanti chimici di sintesi utilizzati nelle produzioni convenziona-li. Mantenendo l’ottica del miglioramento continuo della qualità, nel tempo hanno ampliato la gamma delle produzioni, che ora comprende anche verdure, cereali, or-taggi e legumi.

“Fare gli agricoltori al giorno d’oggi non è facile” racconta Paolo “perché i problemi con cui noi ogni giorno andiamo a com-battere sono parecchi: sono problemi del territorio, burocratici, commerciali. Però noi cerchiamo di tener duro e andare avanti, preservando questa realtà che è sempre più diffi cile mantenere. A causa dell’incertez-za del reddito, alcuni agricoltori hanno la tentazione di vendere l’azienda e abbando-nare la terra, mentre noi vorremmo invece valorizzarla: è per questo che cerchiamo di recuperare il meglio dalle nostre terre.

Il nostro territorio è vocato all’agricoltura, vuoi per il clima, vuoi per i terreni: chiama-no questa zona la California del Sud perché possiamo produrre praticamente tutto.

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La terra qui è stata bistrattata, ma è una terra generosa, che riesce a dare tutto quello che noi le chiediamo”.

Azienda agricola Natile VincenzoC/da Lama di PozzoGinosa (TA) Puglia

Azienda agricola Ranaldo VincenzoRestando sempre in Puglia, a pochi chilome-tri da Ginosa, incontriamo la sede dell’azien-da agricola di Vincenzo Ranaldo che l’ha ereditata dal padre assieme alla passione per l’agricoltura. Vincenzo può vantare una lunga tradizione agricola che l’ha portato a passare dal metodo convenzionale a quello biologico fi no alla scoperta della biodinami-ca. Vincenzo racconta: “Facendo biologico e non usando la chimica, è tutto diverso per noi che coltiviamo. Sono impegnative sia la produzione che la vendita: per riuscire, bisogna metterci passione. Senza chimica la quantità della produzione è inferiore; i lavori, come le sarchiature e le zappature richiedono molto tempo: il biologico è così, sostituiamo i diserbanti con olio di gomito tutto naturale. Ma poi tutto ha un’altra qua-lità e un altro sapore, respiriamo aria pulita e mangiamo genuino”. È una scelta precisa, frutto del desiderio altrettanto chiaro di salvaguardare la salute dell’uomo e dei suoi fi gli, il bene più prezioso che abbiamo.

Azienda agricola Ranaldo VincenzoVia D. Portararo 37 Ginosa (TA) Puglia

Azienda agricola Cosmo BioAncora in Puglia, spostandoci verso est, ar-riviamo a Palagianello, Terra delle Gravine, dove ha sede l’azienda agricola Cosmo Bio di Giovanna Fazzeni e Carmelo Mansueto. Marito e moglie lavorano tutti i giorni i campi insieme ad alcuni collaboratori: “È una fortuna poter lavorare con Giovan-na, altrimenti non la vedrei mai” racconta sorridendo Carmelo. “Il mattino iniziamo a lavorare appena c’è luce e continuiamo fi no alle 13.30, quando i collaboratori vanno via. Quindi andiamo a casa a mangiare qualcosa di veloce, oppure ci portiamo un panino in campagna e poi ricominciamo. Cerchiamo di tenerci libero il pomeriggio della domenica, da dedicare alla famiglia”. In questa zona il clima è mite, favorevole alla coltivazione di agrumi, frutta e ortaggi. Da sempre ispirata ai principi di un’agricoltura sostenibile, que-sta azienda ha alle spalle una storia lunga più di 70 anni: fondata nel lontano 1940, si tramanda di generazione in generazione ed è passata prima al metodo biologico e poi,

6 anni fa, alla biodinamica. Carmelo raccon-ta così il loro percorso: “Abbiamo iniziato a usare il metodo dell’agricoltura biodinamica osservando un agricoltore vicino, già pionie-re del biologico in Puglia che si era orientato alla biodinamica nel 2000. Ma è chiaro che non si decide di praticare l’agricoltura biolo-gica guardando un altro, ma seguendo quel che hai dentro…”. L’obiettivo è di arrivare nel futuro al ciclo chiuso: sono stati creati se-menzai per autoprodurre un seme adatto al clima locale, e si prevede di introdurre vac-che, importanti per il latte, ma fondamentali per il letame con cui vengono fertilizzati i campi. “Nei primi 20 cm abbiamo già centi-naia di lombrichi che si muovono” racconta orgoglioso “grazie all’uso da sei anni di letame compostato con preparati biodina-mici. Ogni volta che facciamo i trapianti o semine, inoltre, spruzziamo il preparato 500, o corno-letame: si tratta di letame maturato in un corno di vacca che aiuta la sostanza organica a diventare humus. La diff erenza dei nostri prodotti si vede: basta guardare le foglie delle verdure e la loro lucentezza: è il segno dell’energia che le piante hanno assimilato per crescere in questi terreni”.

Azienda agricola Cosmo Bio di Fazzeni Giovannavia B. Martiri D’Avola 8Palagianello (TA)Puglia

SCRIVETE A:Qualità, CuorebioCasella Postale 31020 Zoppè (Tv),[email protected]

la qualità risponde

Gli agricoltori delle Terre di Ecor. Persone autentiche.Le Terre di Ecor è una rete di aziende agricole indipendenti, unite da un rapporto speciale con la terra e da un impegno profondo nei confronti della natura, delle persone e della qualità del prodotto. Il progetto, mantenendo l’identità e la storia di ogni singolo produttore, ha come obiettivo quello di unire le aziende agricole, condividendone esperienze e modalità di lavoro, oltre alla certifi cazione biologica. Lo scopo è avere prodotti di qualità da aziende di eccellenza ed economicamente sostenibili nel tempo.

Le aziende di Le Terre di Ecor, in particolare si impegnano con passione a:• Garantire adeguate condizioni di lavoro in azienda.• Rispettare e migliorare nel tempo la fertilità della terra.• Rispettare e migliorare la biodiversità ambientale e agricola.• Utilizzare concimi organici, sovesci e lunghe rotazioni.• Ottenere prodotti biologici e/o biodinamici di qualità.

EcorNaturaSì si impegna ad acquistare i prodotti di Le Terre di Ecor a un prezzo che remuneri adeguatamente l’impegno degli agricoltori e la qualità dei loro prodotti, e a proporli con trasparenza ai consumatori, in modo che possano effettuare scelte consapevoli. Le Terre di Ecor: agricoltori, negozi e clienti insieme per l’evoluzione dell’uomo e della natura!

Se vuoi conoscere meglio le aziende che fanno parte del progetto Le Terre di Ecor visita il sito www.ecor.it/leterrediecor #perunaterrafertile

UBRIACATO BIOAL GLERA

Ingredienti:LATTE di vacca biologico, caglio, sale

Prosecco DOCG

formaggio

Prosecco DOCGo

Agricoltura UEIT BIO 002

CIOCK BIOIngredienti:LATTE di vacca biologico, caglio, sale

e vinacce di uve rosse

Agricoltura UEIT BIO 002

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Ho visto che avete i funghi biologici in assortimento. È possibile avere la certifi cazione sui funghi? Come si fa?Giovanni (Lugo, RA)

Gentile Giovanni, sì, i funghi possono essere certifi cati biologici, anche quando sono spontanei e non coltivati; lo prevede il Regolamento europeo sul biologico (n. 834/2007) che, all’interno delle norme di produzione vegetale biologica prevede disposizioni anche per la raccolta di vegetali selvatici

e delle loro parti affi nché si possano qualifi care come prodotti biologici. L’area di raccolta non deve aver subito trattamenti con prodotti diversi da quelli autorizzati nella produzione biologica per un periodo di almeno tre anni prima della raccolta.La stessa raccolta non deve compromettere l’equilibrio dell’habitat naturale, ma deve preservare la specie nella zona di raccolta. La certifi cazione biologica dei funghi spontanei è quindi del tutto possibile quando siano rispettate tutte le condizioni previste

dal Regolamento: se l’area è certifi cata biologica, lo può essere anche il prodotto che vi cresce spontaneamente.

Ho visto che avete un Mezzano di Parmigiano. Cosa vuol dire? È Parmigiano o Mezzano? Rosalinda (BA)

Gentile Rosalinda,come previsto dal disciplinare, quando si parla di Parmigiano-Reggiano D.O.P. si intende un formaggio che viene prodotto da solo latte vaccino crudo, parzialmente scremato, e che subisce una stagionatura minima di 12 mesi in una zona di produzione molto specifi ca che comprende le province di Bologna alla sinistra del fi ume Reno, Mantova alla destra del fi ume Po, Modena, Parma e Reggio nell’Emilia. Esistono diverse categorie di Parmigiano-Reggiano: la prima è costituita da forme classifi cate come formaggio Parmigiano-

Reggiano “scelto sperlato” che possono essere fatte stagionare per 24, 36 mesi o, raramente, di più. La seconda è costituita da forme classifi cate come formaggio Parmigiano-Reggiano “mezzano” o “prima stagionatura” che presentano alcuni difetti di lieve o media entità nella struttura della pasta e/o sulla crosta, ma senza alterazioni delle caratteristiche organolettiche tipiche del prodotto. In questo caso la sua qualità non viene compromessa, ma cambia la sua denominazione. In genere la stagionatura per questa categoria è minore della precedente, ma sempre superiore ai 12 mesi; ciò non pregiudica la qualità del prodotto, ma lo rende più idoneo ad un consumo diretto come formaggio da tavola.

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la ricettadall’orto con amoreconsigli dal mondo bio

il finocchioCTM

bio caffèUna miscela 100% arabica, incui il profumato aroma deglialtipiani etiopi si fonde con quello corposo delle alture latino-americane. Ne risultaun caffè equilibrato, dalgusto aromatico, che riempiepiacevolmente il palato con un lieve sentore di agrumi.

BARNHOUSE

granoleal cioccolatoal latte e al cioccolatofondente con noccioleBarnhouse è famosa per le sue granole. Quelle che vi proponiamo questo mese sono tra le più golose: unaè al cioccolato al latte, l’altra è al cioccolato fondente connocciole. L’ideale per iniziarela giornata con gusto e croccantezza.

SOJADE

dessert di soiapesca e fi ori di sambuco

Squisito e fondente al palato, questo cremoso dessert di soia è arricchito con deliziosipezzetti di frutta e abbina ilsapore classico della pescaalle note delicate dei fi ori disambuco. Viene propostonel pratico formato famiglia da 400 g.

SOJADE

soia e fantasiaCremosa e irresistibile, grazie alla sua morbida consistenza e alsuo gusto naturale è ideale sia semplicemente spalmata sul paneche nelle ricette più elaborate: non solo antipasti e primi, ma anchesecondi e dessert. Per una cucina100% vegetale.

ECOR

novellinolatte e miele

Un biscotto classico, preparatocon ingredienti semplici, chenella forma ricorda le cose buone di una volta. Questo è il novellino latte e miele di Ecor: perfetto acolazione, da inzuppare nel latte,nel té o nelle bevande vegetali.Per un delicato risveglio.

CTM

tè verde GreenFanningsOriginario dell’isola di Ceylon, è un tè profumato, dal delicatosapore erbaceo, ottenutolasciando appassire naturalmente le foglie. Se ne preservano così la clorofi lla, che ne determina il colore verde scuro, e l’aroma,inconfondibile. Una piacevolecompagnia.

Appartenente alla famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere), il fi nocchio (nome botanico Foenicum vulgare) è una pianta erbacea, nota sin dall’antichità (pare fosse coltivata già da Egizi, Greci e Arabi); dall’Asia Minore, da dove sembra sia originaria, si è poi diff usa in tutta l’area mediterranea e nel resto del mondo. Ne esistono due varietà principali: il fi nocchio selvatico, che cresce spontane-amente, i cui semi e le cui foglie vengono utilizzate in cucina come erba aromatica, e quello coltivato, del quale si consuma la parte carnosa, il cosiddetto “grumolo”, formato da foglie sovrapposte e croccanti. Il fi nocchietto selvatico si presenta in cespugli con fi orellini gialli, molto profumati, mentre la pianta del fi nocchio coltivata in orto si sviluppa a parti-re dal grumolo e può raggiungere anche i 60-80 centimetri di altezza.

Il fi nocchio è una pianta che cresce al meglio in terreni sciolti, ricchi di sostanza organica e profondi, così da permettere alla radice fi ttonante di crescere in profondità mentre il grumolo cresce in superfi cie.

Predilige i climi temperati e per questo, in Italia, viene coltivato soprattutto nel centro sud. L’avvio di una nuova coltivazione di

fi nocchi può essere eff ettuato tramite semina o trapianto. Nel biologico, prima della semina il terreno viene preparato attraverso l’aratura, lo sminuzzamento delle zolle in superfi cie il pareggiamento del terreno.

La concimazione viene eff ettuata con sostanze organiche come per esempio letame, pellettati, borlande e alghe in copertura, con sovescio di leguminose, semplici oppure mescolate con graminacee: queste piante vengono coltivate, trinciate e interrate per aumentare la sostanza organica e i nutrienti del terreno.

Per tenere a bada le erbe infestanti senza utilizzare diserbanti chimici, vietati in agri-coltura biologica, il terreno viene preparato per la semina, ma senza seminare: questo fa-vorisce la fi oritura delle sole piante infestanti che possono essere facilmente eliminate bru-ciandole con il pirodiserbo o con sarchiature, zappature e scerbature manuali.

Una volta giunto a maturazione, il fi nocchio viene raccolto manualmente: nel biologico ha una resa di 450 quintali per ettaro, contro gli 800 dell’agricoltura con-venzionale (intendendo la resa in termini di prodotto grezzo non vendibile). Al momento

dell’acquisto, il fi nocchio deve apparire sodo e compatto, con le foglie ben attaccate al cuore del “grumolo” che deve avere un buon peso specifi co, mentre le foglie devono essere verdi e brillanti e il taglio alla base fresco.

Una volta a casa, può essere conservato in frigorifero per parecchi giorni, avendo cura di tenerlo al riparo dall’umidità magari in un sacchetto in Mater-Bi® per evitare che appassisca; se desiderate consumarlo fresco al naturale, si consiglia di mangiarlo appena acquistato, quando sono massimi la sua croc-cantezza e il suo gusto aromatico.

Grazie al sapore dolce, che ricorda quello dell’anice, è ottimo da gustare da solo. Si presta a molte preparazioni: crudo può essere mangiato in pinzimonio oppure utilizzato in insalata, tagliandolo in sottili fettine e abbi-nandolo con arancia o limone. Ma può essere anche cotto a vapore e ripassato in padella oppure gratinato al forno con pan grattato, Parmigiano Reggiano grattugiato e, per un risultato ancora più ricco, besciamella.

La tradizione popolare attribuisce a questo ortaggio proprietà benefi che per l’apparato digerente e per questo lo utilizza come ingre-diente per tisane e decotti.

insalata di fi nocchi, rucola, verza, arance e cipollottoIngredienti per 4 persone1 arancia pelata al vivo e tagliata a spicchi, 1 fi nocchio a listarelle sottili, 100 g di verza affettata fi nemente, 40 g di rucola, 1 cucchiaio di succo di limone, 1 cucchiaio di succo d’arancia, 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 1 bicchiere di aceto di mele, 1 pizzico di zenzero in polvere, 1 cucchiaino di alga nori in fi occhi, sale e pepe.

Procedimento Marinare in una ciotola il cipollotto taglia-to a velo, coprendolo con l’aceto. Riunire in un’insalatiera i fi nocchi, la rucola, la ver-za e mescolare. Preparare una vinaigrette con olio, sale, pepe, zenzero, limone e arancia. Condire l’insalata con metà vinai-grette. Servire con gli spicchi d’arancia e il cipollotto, scolato dalla marinatura. Cospargere con un cucchiaino di vinai-grette e una spolverata di alga nori.

www.disanapianta.net

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azienda del mese

prodotto del mese

il gusto vegetale di Isola Bio

nelle foto: la sede di Abafoodscreme e bevande

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vegetali senza lattosio. Il mercato è unanime nel riconoscere la qualità della bevanda di riso, il cavallo di battaglia di Abafoods.

I valori di Isola BioIl marchio Isola Bio mette in campo 5 valori principali, 5 parole chiave che guidano ogni giorno la sua attività: biologico, sostenibilità, vegetale, certifi cazione e innovazione. Sono i valori apprezzati e condivisi dai consuma-tori che accompagnano da anni il successo dell’azienda. La sostenibilità ambientale, in particolare. Tutte le confezioni sono certifi ca-te FSC, che riconosce un utilizzo responsabile delle foreste per la carta Tetra Pak, che passa attraverso un piano di rimboscamento per rimpiazzare gli alberi utilizzati. Abafoods si è dotata di un impianto di cogenerazione per l’autoproduzione di energia e vettore termico a zero emissioni che aiuta a evitare l’emissio-ne di oltre 600 tonnellate di CO2 annue e l’ha sottoposto all’esame dell’organismo di certifi cazione CSQA.

Le certifi cazioniAbafoods e il suo marchio Isola Bio contano sulle più prestigiose certifi cazioni di sistema internazionali, e col massimo dei voti: BRC (British Retail Consortium), IFS (Internatio-nal Food Standard), ISO 9001 (sistema

di gestione della qualità) non solo per l’azienda, ma per l’intera fi liera produttiva. Ovviamentre Abafoods ha conseguito tutte le certifi cazioni biologiche richieste dai Paesi extraeuropei in cui esporta.

Si tratta, infatti, di una realtà italiana, ma presente in tutto il mondo, grazie alla qualità, alla cura dei prodotti e all’innovazione, forza motrice per portare ovunque ai consumatori un prodotto italiano biologico, vegetale e buono.

Abafoods sviluppa, produce e confeziona bevande vegetali di cereali e succhi di frutta biologici a marchio Isola Bio, leader del mer-cato italiano specializzato nel biologico di pri-ma qualità, nel senza lattosio e nelle bevande alternative dal gusto naturale e autentico.

Abafoods è un’impresa italiana integrata nel territorio: vanta un sistema produttivo all’avanguardia e lavora attualmente per i più grandi marchi del biologico europeo.

Isola BioIl mondo Isola Bio è una realtà dinamica e in movimento, costituita da tre realtà distinte, ma cooperanti nello stesso ciclo di produzione, con l’unico obiettivo della qualità dei prodotti.

Tutto nasce dalla Società agricola la Goc-cia, una realtà tutta italiana fondata nel 2007 che su terreni in tutta Italia (in particolare ol-tre 400 ettari in Molise e Veneto) coltiva con metodo biologico i cereali, le materie prime fondamentali per la creazione delle bevande vegetali Isola Bio.

Storia, ricerca e produzioneAbbattendo distanze e risparmiando CO2, i cereali arrivano ad Abafoods, il cuore pul-sante e operativo della fi liera, una realtà di oltre 90 collaboratori, sviluppatasi in oltre 15 anni di crescita continua.

Fondata nel 1999, l’azienda vanta una real-tà completa e autonoma: a studiare e ideare le ricette delle sue bevande è il suo dipartimen-to di ricerca, con severi test di laboratorio; la produzione si articola in diverse linee e formati e confeziona ogni giorno in Tetra Pak prodotti controllati e sicuri. Tutta la nostra realtà è controllata da un sistema di qualità aziendale ISO, tutte le procedure di lavoro che sono alla base del successo dell’azienda sono codifi cate e regolarmente sottoposte a verifi ca. Non sono molte solo le ricette, ma anche le materie prime di partenza, un’am-pia gamma di cereali di diverso gusto e tipo, compresi quelli senza glutine. Tutti contri-buiscono alla creazione di ottime bevande

ABAFOODS S.R.L.Via Cà Mignola Nuova 177545021 Badia Polesine (Ro)www.isolabio.com

Cuisine Avena (1)Isola Bio® Cuisine Avena è un prodotto biologico senza lattosio, forte delle naturali proprietà nutrizionali dell’ave-na e del suo gusto versatile e tradizionale. Provala in cucina per tutte le tue ricette legge-re e creative!

Latte di Mandorla (2)Isola Bio® Latte di Mandorla, dolcifi cato con sciroppo d’a-gave, è ottimo per la prima colazione con i cereali, op-pure come aggiunta al caffè o al tè. In cucina è eccellente per preparare deliziosi frullati, dessert e piatti a base vege-tale. Conservato al fresco o con l’aggiunta di ghiaccio, è una bevanda rinfrescante dal gusto eccezionale. Vera tradi-zione tutta italiana, il Latte di

Mandorla fa parte della linea di prodotti Premium Isola Bio®, che da sempre propone solo bevande vegetali di qua-lità con i migliori ingredienti biologici.

Riso Light (3)Isola Bio® Riso Light è l’al-ternativa vegetale leggera, senza glutine e senza lattosio, a ridotto contenuto calorico, con la qualità e l’inconfondi-bile bontà dei prodotti Isola Bio. La bevanda di Riso, la specialità di Isola Bio, trova nella linea Light una squisita dimensione di leggerezza, priva di grassi saturi e a basso contenuto di sale.Isola Bio® Riso Light è l’ideale per chi ama muoversi, per chi gradisce una bevanda dal gu-sto più delicato e per vegani

e vegetariani. Oltre a Riso Light, è disponibile anche la bevanda Avena Light (4).

Soia vaniglia (5)Una deliziosa bevanda a base di soia e vaniglia, che spicca per il suo gusto sem-plice e delicato. Può essere consumata fredda o tiepida, a colazione, da chi desidera iniziare la giornata all’insegna del gusto vege-tale. In cucina può entrare come alternativa vegetale in tutte le ricette: è un’ottima base nella preparazione di gustosi frappè di frutta, frulla-ti, budini, dolci, purè e salse di ogni tipo.È prodotto con soia italiana biologica proveniente dalla propria società agricola “La goccia”.

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Teff, quinoa, miglio e riso sono naturalmente senza glutine.

Questi nuovi prodotti, ottimi per la colazione e la merenda, fanno parte

della linea senza glutine Più Bene e non contengono olio di palma.

piubenebio.it

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piena

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In cucina:

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lo yogurt

le conserve

Cura della persona:

taglio ritardante capelli/unghie

massaggi

attività fi sica

giornata di relax

Piante di casa:

rinvaso

potatura

concimazione

IN CUCINA

IN CUCINA

CURA PERSONA

CURA PERSONA

PIANTE DI CASA

PIANTE DI CASA

aprilemarzo

legenda

il lunarioLa luna, passando davanti alle costella-zioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi.

In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazio-ne e raccolta.

Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.

consigli dal mondo bio

IL PODERE

olio extravergined’olivaOttenuto dalla molitura e spremitura a freddo di sole olive italiane,coltivate in un promontorio dove l’aria è pura e il terreno asciutto. Con il suo gusto delicato e fruttato,è un ottimo condimento, idealeper esaltare il gusto di piatti caldie freddi.

BIOVOGLIA

provolone porzionatosenza lattosioIl provolone è un formaggio a pasta fi lata che sembraabbia avuto origine nel Mezzogiorno d’Italia durante il XVII secolo. BioVoglia lo propone nella versione senza lattosio(lattosio <0,1%) e senza caglio animale, nel pratico formato già porzionato.

ARRIGONI

Taleggio DOPporzionatoIl Taleggio è un formaggio a pasta morbida dalle origini antiche. Ha unacrosta sottile, morbida e rosata, pastafondente, consistente nel sotto crostae friabile al centro. Il suo saporeè burroso e dolce. La sua aromaticità si accentua con la stagionatura.

LA FONTANINA

Valpolicella DOC eAmarone della Valpolicella DOCG

Due vini rossi secchi, ottenutida uve Corvina e Rondinella. Il primo, di colore rossorubino vivo, va servito a una temperatura di 15-18 °C. Il secondo, invece, di colore rosso vivo con rifl essi violacei, va servito a 18 °C, stappandolo qualche ora prima del consumo.

ANDECHSER NATUR

Gouda a fettineIl Gouda è il formaggio più conosciuto e consumato nei Paesi Bassi, dove pare si producesse già nel Cinquecento. Ha un gusto delicato, più piccante conla stagionatura. Andechser lopropone nel pratico formato afette, perfetto per toast e panini, ma anche per gratinare.

MACHANDEL

germogli difagiolo mungIn genere, sbagliando, sonochiamati “germogli di soia”.Molto utilizzati in tante ricette tipiche della cucina orientale,sono molto versatili: si possono usare a freddo per prepararefresche insalate, ma anche saltarein padella e aggiungere a tantipiatti diversi.

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storie del mondo bio

foto di Sabrina Scicchitano

TERRE DI LOMELLINAVia Roma 72Candia LomellinaPavia

Se vuoi conoscere meglio questa e le altre azien-de che fanno parte del progetto Le Terre di Ecor visita il sito www.ecor.it/leterrediecor #perunaterrafertile

in queste pagine Rosalia Caimo Duc e alcune immagini

dell’azienda agricola Terre di Lomellina

Rosalia, donna coraggiosa

che sono in continua evoluzione: “Ho iniziato a coltivare il riso in acqua su prose, ma ho poi abbandonato il sistema: era molto impegnativo e dava risultati non costanti. Ho cominciato ad avvalermi di una ricerca sulla coltivazione biologica del riso in asciutta curata qualche anno fa dall’Ente nazionale risi, tecnica che sto tuttora utilizzando. Sto affi nando anche la tecnica su sovescio: posso dire che il sovescio ha un’azione effi cace nei confronti delle erbe infestanti e riesce a mantenere la risaia più pu-lita”. Sono, infatti, le infestanti a rappresentare uno dei fattori più limitanti nella coltivazione del riso, insieme alle malattie fungine che pos-sono attaccare la pianta nelle ultime fasi dello sviluppo, quando è in maturazione e possono portare allo svuotamento del chicco: la spiga si forma, ma all’interno i chicchi sono vuoti.

Come non è infrequente tra gli agricoltori biologici, più che una scelta solo lavorativa, quella di Rosalia è stata anche una scelta di vita che, certo, le è costata qualche rinuncia,

dotto ad approfondire l’agricoltura biodinami-ca. Da una parte avevo già l’idea di intrapren-dere un percorso agricolo, dall’altra capivo che quello più idoneo alla mia impostazione era un percorso biologico-biodinamico. Sono arrivata all’agricoltura biodinamica tramite la fi losofi a antroposofi ca. Sono dell’idea che per fare un buon biodinamico, che rappresenta un passo in più rispetto al biologico, bisogna in ogni caso partire da un buon biologico”.

L’azienda agricola Terre di Lomellina si estende all’incirca per 80 ettari coltivabi-li, su cui viene praticata, prevalentemente, la coltivazione del riso, cui la Lomellina è naturalmente vocata da secoli. Dato che nel biologico e nel biodinamico sono fondamentali le rotazioni, l’azienda coltiva anche grano, far-ro, orzo, girasole, soia, colza, fagiolo borlotto, grano saraceno e loietto, spostando di anno in anno le colture. Per la coltivazione del riso Rosalia si avvale di diverse tecniche che ha appreso e perfezionato nel tempo, tecniche

ma che non le pesa aff atto. “Da quando ho iniziato l’attività non sono quasi mai andata in vacanza racconta. Non ne ho proprio il tempo, ma mi rendo conto di essere anche una privilegiata, perché vivo in una realtà dove gli spazi sono aperti, si può stare continuamente a contatto con la natura e non c’è tutto lo stress che c’è in città”.

La Lomellina è un’area della Lombardia sud-occidentale, all’interno della quale sopravvivo-no zone di grande pregio naturalistico come le garzaie, luoghi acquisiti dal demanio pubblico e destinati alla riproduzione degli uccelli tipici della zona: un modo per preservare la fauna selvatica locale e mantenere la biodiversità.

In questo numero parliamo di Terre di Lo-mellina, azienda che ha sede proprio all’inter-no di una garzaia, la Garzaia della Rinalda, e che coltiva il riso che potete trovare nei negozi Cuorebio con il marchio Le Terre di Ecor-Terre di Lomellina. L’azienda Terre di Lomellina.

La sua storia è la storia di una donna corag-giosa, Rosalia Caimo Duc la quale, senza poter contare su una tradizione di famiglia, ha scelto di dedicarsi all’agricoltura, prima convenzio-nale, poi biologica e biodinamica in coerenza con i suoi ideali. Dalla famiglia, Rosalia ha ere-ditato l’antica casa, vecchia più di due secoli, e i terreni che, dopo aver dato per lungo tempo in affi tto, ha cominciato a coltivare.

Non ha ereditato, però, il mestiere di agri-coltore: laureatasi in agraria a Milano e iscritta all’ordine degli agronomi di Pavia, se l’è dovuto costruire. “Finiti gli studi non avevo chi mi potesse dire: bene, adesso si fa così. Ho dovuto metter in piedi io quanto ho adesso.

L’azienda agricola nasce da una scelta solo mia, i miei genitori non erano agricoltori, ma facevano un altro mestiere. Non ho avuto inse-gnanti né persone a cui potermi appoggiare.

O meglio, i miei maestri sono stati i miei collaboratori, ai quali ho cercato di rubare il mestiere”. Consapevole di non avere espe-rienza pratica sul campo, Rosalia mantiene le decisioni gestionali generali, ma si affi da inizialmente a un conto terzista, un operato-re esterno cui affi da gli aspetti strettamente agricoli (arature, semine, raccolta). Ben presto, però, si rende conto che non è così che vuole impostare l’attività: se l’agricoltura le è piaciu-ta da subito, non le piace per niente il dover dare continuamente “medicine” alla terra e alle piante. Nel 2006, quindi, prende le redini di tutte le attività aziendali, assume del personale, acquista attrezzatura e, soprat-tutto, inizia a sperimentare tecniche per fare una buona agricoltura biologica, ricorrendo poi ai preparati biodinamici: “Questa scelta non era compatibile con una gestione tramite contoterzisti: nel biologico e nel biodinamico le tecniche di lavorazione del terreno sono molto diverse, più accurate, più complesse e non van-no a braccetto con le normali macchine stan-dardizzate. La scelta è stata un po’ complessa” continua “ed è stata motivata anche dalla mia passione per lo stare all’aria aperta: ho sempre amato molto la natura. Avevo iniziato a leggere gli scritti di Rudolf Steiner, a frequentare l’am-biente dell’antroposofi a, a fare esercizi di meditazione a 25 anni.

Mi appassionava sempre più e mi ha con-

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oggi in cucina

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ISOLA BIO

latte di mandorla senza zuccheriUltimo arrivato in casa Isola Bio, è un latte di mandorla dissetante e gradevolmente dolce, da gustare caldo o freddo a colazione e da utilizzare in cucina per la preparazione di frullati, dessert e piatti a base vegetale. Disponibile da marzo.

CTM

cioccolato Mascao fondente extra 70%Prodotto con zucchero di canna integrale Mascobado, dalle ricche note aromatiche ha gusto e consistenza davvero unici, grazie anche alla lavorazione artigianale e al lungo concaggio. Inoltre, ha profumi intensi di cacao e lievi sentori di tostato.

CASCINA BIANCA

yogurt magro al naturaleUno yogurt denso e cremoso, frutto di una fermentazione lunga 12 ore che gli conferisce maggiore aromaticità. È disponibile in tante varianti, compresa quella al naturale per assaporare il caratteristico gusto intenso di questo yogurt.

AZIENDA AGRICOLA MORINI

uovaL’azienda agricola Morini nutre le sue galline con alimenti biologici a base vegetale prodotti nel proprio mangimifi cio. La gestione degli animali è completa fi n dalla nascita e la cura del loro benessere è attenta e costante. Per questo sono uova davvero “ruspanti”.

Per la farcia:• 250 g di ricotta• 80 g di zucchero di canna • 130 g di amaretti secchi (a piacere)• 100 g di cioccolato fondente• 1 uovo• 3 cucchiai di yogurt

Iniziate con la frolla: impastate nel mixer le farine e il lievito, mescolando bene.

Aggiungete lo zucchero e il burro freddo tagliato a dadini fi no a ottenere un impasto granuloso. Aggiungete l’uovo, mescolate e, quando l’impasto si è ben amalgamato, for-mate una palla. Avvolgetela con la pellicola trasparente e lasciatela in frigo per circa mezz’ora.Preparate la farcia: montate l’uovo con lo zucchero fi no a quando sarà gonfi o e spu-moso; unite la ricotta e lo yogurt e mesco-late bene. Aggiungete il cioccolato tritato e, se lo desiderate, gli amaretti sbriciolati; girate bene con un cucchiaio. La farcia deve risultare morbida e omogenea. Stendete, con il mattarello, i due terzi della

frolla su carta da forno, adagiatela sullo stampo imburrato e infarinato e distribuite-la bene fi no ai bordi. Versate la crema e livellate. Sbriciolate la frolla rimasta sulla superfi cie e copritela tutta, cuocete in for-no già caldo a 170° per 45 minuti circa. Infi ne sfornate e cospargete la superfi cie di zucchero a velo a piacere.

Semplice da preparare e buonissima da mangiare, questa torta è perfetta per la colazione o uno spuntino a metà giornata. Il suo esterno friabile e il suo cuore morbi-do piaceranno a tutti.

Ingredienti: (per una tortiera da 23/24 cm di diametro)

Per la frolla:• 160 g di farina tipo 2• 160 g di farina integrale• 150 g di zucchero di canna • 150 g di burro• 1 uovo• 8 g di lievito per dolci• 1/2 bicchiere di latte di mandorla

torta di Pasqua

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speciale

Qualche tempo fa sulla rivista Internazionale è stato pubblicato un articolo, tratto dal settimanale tedesco Der Spiegel, dall’eloquente titolo Il biologico tradito in cui l’autore ha messo in luce i problemi che l’agricoltura convenzionale porta con sé e ha posto attenzione sui rischi di un biologico fat-to senza coscienza e senza un’adeguata preparazione. Abbiamo letto l’articolo con cura e vi proponiamo qui le rifl essioni di Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì.

L’articolo di Internazionale ci ha dato l’op-portunità di poter chiarire alcune temati-che e di essere sempre più forti e chiari nel percorso che stiamo facendo a sostegno di un biologico di sempre più elevata qualità. Perché questo è quello che vogliamo e dobbiamo fare e che fa parte della nostra più intima e profonda missione.

Questi principi ci hanno condotto fi no ad oggi, per tutti questi anni; ci hanno fatto incontrare meravigliosi e generosi collabora-tori che hanno contribuito a costruire questo edifi cio materiale e spirituale e ci hanno resi credibili a molti consumatori che con la fi du-cia in noi hanno reso questo possibile. Questi principi debbono essere per noi sempre una guida e non debbono essere mai traditi: se seguiti con coerenza e fedeltà, ci salveranno nonostante i nostri umani limiti ci facciano a volte errare. Non saremo così perfetti come vorremmo, ma la luce dell’ideale alto e maga-ri lontano, sempre di fronte a noi come una cometa natalizia, ci salverà.

Prezzo degli affi tti e dei terreniLa situazione è drammatica: i terreni agricoli costano troppo per gli agricoltori che non se ne possono permettere l’acquisto in quanto, ai prezzi attuali, è una spesa non ammortiz-

zabile nel tempo. A questo proposito stanno nascendo anche in Italia iniziative come i GAT, Gruppo Acquisti Terreni, e la nuova iniziativa TERRE NUOVE; in Francia Terre de Lyens. Anche gli affi tti stanno diventando molto alti a causa della produzione di biogas.

Il biogas è una vera assurdità, perché non si può fare energia partendo da un prodotto alimentare. La natura crea grande complessità per donare un prodotto adatto all’alimentazione umana o animale; ridurlo a banale energia è uno scempio ecologico che non avrebbe ragione di esistere se il modo di pensare della società fosse di buon senso.

Oggi molte persone o enti hanno terre-ni incolti, o sotto coltivati, e la soluzione è darli in gestione ad agricoltori ad un prezzo ragionevole.

Ciò signifi ca per i seminativi che il prezzo non deve andare oltre i 300, massimo 400 euro ad ettaro a seconda delle condi-zioni; mentre i “bio-gassisti” sono disposti a pagare anche 1000 o più euro, prezzo impro-ponibile oggi per gli agricoltori.

Importazioni a basso costo e scandali Il mercato e la richiesta di prodotti bio sono cresciuti a dismisura negli ultimi anni, al contrario della produzione e della cultura

della produzione biologica. Per questo sono aumentate le importazioni da Paesi con un basso costo della manodopera, ma anche con qualche dubbio sulle tecniche di produzione.

Gli ultimi scandali sui cereali e sull’olio ne sono la testimonianza.

Noi crediamo che in primo luogo debba essere sostenuta l’agricoltura locale italiana. Questo può avvenire solo pagando adeguata-mente il prodotto e sostenendo gli agricoltori, come cerchiamo di fare con il progetto Le Terre di Ecor.

Reputiamo però, che non vada demo-nizzata l’importazione, se fatta con serietà sostenendo progetti agricoli sani in tutti i luoghi del pianeta e non in concorrenza, ma in armonia con la produzione locale. Ne è un esempio la nostra importazione di banane, o di pere e mele argentine o quella che vor-remmo fare per cereali, che purtroppo da noi mancano. I nostri progetti dimostrano che, anche in altri luoghi, si può sviluppare la cul-tura del bio, diventando anche un germoglio per un futuro consumo locale.

BurocraziaÈ la follia delle follie in Italia per la nostra mentalità quasi “maniacale”, con burocrazia e cavilli che, a volte, non hanno alcun valore eff ettivo per il controllo sulla qualità del prodotto.

Gli enti di certifi cazione controllano mi-nuziosamente le documentazioni, ma è anche importante guardare negli occhi l’agricoltore e percepire se la persona che abbiamo davanti fa bio perché ci crede o è solo un opportuni-sta. Bisognerebbe osservare e camminare per i campi per percepire se la terra è sana, come si presentano le colture, se vi è cura per la Vita o solo tecnicismo.

In Italia, oltre la certifi cazione bio esiste anche una forte burocrazia di stato: seguire una burocrazia a volte eccessiva sta diventan-do uno dei grandi oneri in termini di tempo e denaro di tutte le aziende e in particolare di quelle biologiche. Non diciamo che i controlli non debbano esserci, ma con intelligenza, serietà e coordinamento tra i vari enti.

Mentalità del bio e tecnica agricolaOggi abbiamo sviluppato un’ottima tecnica agricola anche nel biologico e nel biodina-mico che non esisteva trent’anni fa quando abbiamo cominciato.

Dobbiamo evolverci, dobbiamo essere sempre più professionali, ma il nostro lavoro non deve e non può ridursi a mero tecnici-smo.

Il nostro pensare, il nostro osservare la natura, il nostro leggere gli eventi deve avere una concezione più profonda. Direi che debba avere una visione morale.Il nostro scopo non è solo quello di fare un

prodotto a zero residui, anche se è già una meta importante, ma deve essere quello di curare la terra, di renderla fertile, di osserva-re la pianta come archetipo e portatore della Vita, di vedere un animale come un fratello minore da accompagnare per un’esistenza dignitosa, anche se al nostro servizio, e di trattare i nostri compagni di lavoro e i nostri clienti con il rispetto e la stima di cui ogni essere umano è degno.

Convenzionalizzazione del biologicoÈ vero, è un grande rischio, che in parte si sta avverando, perché a volte approcciamo il nostro lavoro con la mentalità del conven-zionale e questa è un’enorme tentazione ed un rischio che corriamo ogni giorno, in ogni nostra scelta.

A volte “scimmiottiamo” il convenzionale nelle nostre scelte, nel nostro modo di proce-dere e ciò signifi ca che non abbiamo sem-pre fantasia, che i nostri pensieri non sono suffi cientemente forti, che non abbiamo il coraggio di rischiare o abbiamo poca fi ducia sia nelle nostre idee sia in ciò che facciamo.

Noi dobbiamo avere il coraggio di guarda-re avanti, di rischiare, di cercare nuove vie.

Se non fosse stato così, trent’anni fa non ci saremmo inventati quello che ora sta ma-turando.

Dobbiamo, allora, avere sempre il coraggio di guardare avanti, di non farci ammaliare dal modo di pensare convenzionale, o da un apparente ma effi mero successo di un agire che non va all’essenza delle cose.

Questo non vuol dire “PICCOLO È BEL-LO” come recitava quel libro di Schumacher che ha infi ammato i nostri cuori negli anni ottanta. Piccolo è bello, ma GRANDE È POSSIBILE.

È necessario solo non perdere i nostri principi, allargare la nostra capacità di co-scienza, trovare nuovi e più complessi sistemi organizzativi.

Il bio si può fare bene su 100 metri qua-drati, ma anche su 1000, anche su 1 milione, anche su 10 milioni con modelli diversi, ma sempre coerenti e per nulla tradenti i nostri principi. Lo dimostriamo con la Fattoria Di Vaira, con la Cooperativa agricola biodinami-ca San Michele e con le Cascine Orsine.

Quindi a chi ci critica perché siamo diven-tati troppo grandi, anche se in realtà siamo solo una “pulce” rispetto al convenzionale, rispondiamo che anche ingrandendosi si può fare del buon biologico. È necessario, infatti, aumentare e allargare a più persone la forza dei propri ideali e del modello orga-nizzativo, perché crescere signifi ca che più persone mangeranno in modo sano, che più terre saranno coltivate in modo pulito, e che attraverso l’alimentazione e la cura della terra e dell’ambiente migliorerà l’umana coscienza

di un sempre maggior numero di persone.

Biologico non è uguale a biologico È vero la crisi tremenda dell’agricoltura con-venzionale ha fatto in modo che, negli ultimi anni, molti agricoltori siano passati al bio per avere una qualche prospettiva economica.

Questo non è stato un male, anche se a vol-te il passaggio è stato fatto senza un’adeguata coscienza e preparazione.

Noi del biologico specializzato dobbiamo occuparci sempre di più di coltivare rapporti forti e chiari con le aziende di eccellenza del bio ed evidenziare rapporti con aziende sane, presentabili in ogni momento ai nostri consumatori ove non ci sia, né sfruttamento della terra, né delle persone, né delle risorse ambientali che ci sono state affi date.

Mele “buone dentro” Altro enorme e rilevante problema. È chiaro che nei negozi non dobbiamo vendere le mele marce o la verdura appassita: anzi l’ortofrutta deve essere sempre il più fresca e vitale pos-sibile. È evidente, però, che nel biologico ab-biamo cercato di imitare troppo gli standard estetici del convenzionale. In questo modo troppo prodotto viene ancora scartato in sede di lavorazione o mandato all’industria con aggravio di costi sia per l’agricoltura, ma an-che per il consumatore in quanto il prodotto venduto deve compensare con il prezzo anche quello eliminato o svenduto all’industria di trasformazione.

Un prodotto sano, magari di calibro piccolo, è altrettanto buono e salutare di uno di calibro standard. Portare una coscienza di questo al consumatore sarebbe un benefi cio per tutti. Una coscienza attenta percepisce come uno scempio scartare prodotti buoni e sani solo perché non rispettano certi stan-dard estetici.

Nel biologico questo fatto è ancora più grave che nel convenzionale, perché il man-cato uso della chimica e la necessità di avere nel tempo sempre più piante da sementi non ibride, comporta calibri e pezzature diverse quindi una sana “biodiversità”. Questo è un tema che ormai molti consumatori compren-dono, che va spiegato e che può diventare una leva molto importante per una nostra chiara e cosciente comunicazione al consumatore con evidente benefi cio per tutti. In questa di-rezione si sviluppa la nostra iniziativa “buoni dentro” evidenziata nel reparto ortofrutta dei negozi Cuorebio.

Nuovi negozi, stessi principiSiamo cresciuti insieme, uno per merito dell’altro: agricoltori, grossisti, negozianti e consumatori.Ora il mercato del biologico è cambiato e sono

il nostro punto di vistasul biologico

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richiesti negozi grandi, belli e professionali.Una fascia molto più ampia e diversa di

consumatori si avvicina al bio e noi dobbia-mo essere in grado di parlare, dialogare e di off rire sia il nostro prodotto che i nostri principi di vita. Questo, però, non signifi ca trascurare il rapporto con i negozi storici e con le realtà e i rapporti esistenti.

Molti punti di vendita, partendo da un negozio esistente, con persone motivate e cre-dibili e consumatori aff ezionati, hanno fatto il salto evolutivo su metrature più grandi, con nuova professionalità e in questo caso il rap-porto con EcorNaturaSì è stato determinante. A noi quindi il compito di sviluppare punti vendita grandi e moderni, senza trascurare, anzi valorizzando, la credibilità e il lavoro svolto dai negozi storici negli anni, ma anche ai negozi l’intraprendenza di osare nel fare un salto imprenditoriale richiesto da una situazione molto diversa da quella che è stata il presupposto per la loro nascita.

Questo non signifi ca abbandonare gli idea-li. Signifi ca renderli maggiormente permeabi-li alla società di oggi e continuare a servirli in modo più consono ai tempi, e con un modello che permetta una sana e fraterna economia, così come il biologico fa con il futuro dell’a-gricoltura.

Benessere degli animaliNoi vendiamo la carne, anche se pochissima rispetto al mercato convenzionale, come vendiamo uova e latticini, il che, volente o nolente, richiede il sacrifi cio degli animali.

Il vegetarianesimo e il veganesimo sono ideali di vita a cui tutta l’umanità tende. Tali ideali sono un bene per la nostra salute e le scarse risorse del pianeta, ma pensiamo che ognuno abbia il diritto di fare, in perfetta libertà, il proprio percorso di scelta ed evolu-zione alimentare.

In ogni caso siamo chiamati ad allevare ed accudire gli animali con il massimo rispet-to e questo è giustamente chiesto a noi dai nostri consumatori.

La sensibilità nei confronti degli animali fortunatamente sta aumentando ed anche a questa sensibilità dobbiamo dare adeguata risposta lavorando con aziende che la “coltivi-no” sopra ogni cosa. Quindi è importante non solo l’alimentazione bio, ma anche il rispetto della vita dell’animale nel massimo grado possibile.

Italiani più furbi che santiPremesso che dobbiamo fare di tutto per ave-re un prodotto locale ed italiano, la chimica e l’industrializzazione dell’agricoltura standar-dizza le produzioni in ogni parte del mondo.

La pianura padana è semi sterile, come altre piane europee o statunitensi; quindi quello che conta è la tecnica di produzione e

la vitalità e fertilità di ogni singola azienda. La vicinanza geografi ca della zona di produ-zione alla zona di consumo ha indubbiamente un grande valore, ma non signifi ca che noi italiani siamo più bravi degli altri. Questa è un’illusione, più che una realtà. Purtroppo invece siamo “padri” di qualche scandalo sul biologico. Spesso un po’ superfi ciali e “furbet-ti” lo siamo, al punto che la nostra reputa-zione all’estero, anche sul bio, non è al top e noi, come EcorNaturaSì, abbiamo dovuto implementare un nostro sistema di assistenza ed affi ancamento alle aziende agricole.

Nel tempo vorremo che tutti i nostri prodotti, seppur all’interno del sistema della certifi cazione bio, si diff erenziassero da un bio anonimo, pur certifi cato. Vorremmo emergere non solo per l’eccellenza di qualità non solo bio od organolettica, ma anche per tutte le implicazioni ambientali e sociali che il bio deve portare con sè e che sono parte della nostra missione e delle giuste aspettative dei nostri consumatori.

Il giusto prezzoDa tempo poniamo l’attenzione sulla ne-cessità di riconoscere a tutti i componenti della fi liera un giusto prezzo, e in particolare agli agricoltori. Il prezzo basso dei prodotti agricoli ha distrutto l’agricoltura in generale e rischia di distruggere anche il biologico.

È nostra responsabilità commerciale creare un sistema che riconosca a tutti il giusto prezzo per fare bene il proprio lavoro. Questo dobbiamo trasmetterlo anche a coloro che, riconoscendocelo e facendo scelte di acquisto eque e consapevoli, lo rendono possibile.

A volte pochi centesimi su un chilo di frumento o su un litro di latte possono rappresentare la morte o la sopravvivenza di un’azienda agricola, pur risultando poco one-rosi per l’economia dei nostri consumatori.

Gli agricoltori non lavorano sotto una campana di vetroÈ chiaro che noi non dobbiamo, né vogliamo, usare prodotti che creino danni alla salute, né piante OGM, ma siamo nel mondo e in un ecosistema, limitato e chiuso com’è il nostro pianeta, le tonnellate di pesticidi usati posso-no contaminare tutti.

La qualità di un prodotto non si limita solo alla mancanza di residui, ma riguarda la sua vitalità e conseguentemente la sua capacità di nutrire adeguatamente il nostro organismo; questo dipende da come lo abbiamo coltivato, dalla fertilità e dall’humus del terreno, dalla capacità di essere veicolo e ripristino nel nostro organismo di forze solari e cosmiche e a quel punto anche un minimo residuo da contaminazione viene assorbito e neutraliz-zato e diventa un problema minore.

Dobbiamo essere in grado di decontaminare i terreni e le acque con i nostri metodi e colti-vare e riportare la vita dove è stata distrutta dall’opera dell’uomo e dall’inquinamento.

Accettare e sostenere la conversioneNegli anni d’oro, in cui gli ideali erano fortis-simi e c’erano senso della realtà e buon senso, avevamo il marchio Biodyn per i prodotti biodinamici in conversione e quello Demeter per i prodotti dopo la conversione. Questo era un sistema sano e giusto.

Il periodo più diffi cile per l’agricoltore che vuole passare al bio è il periodo di conversio-ne; si fanno errori, il terreno non risponde ancora suffi cientemente alla mancanza della chimica e quindi in quel periodo va sostenuto di più economicamente.

Commercianti e consumatori sarebbero egoisti e poco consapevoli se pretendessero di avere un prodotto bio senza preoccuparsi di sostenere la conversione e non facendosi carico di un prodotto ancora sulla via per diventare veramente biologico.

NOVITA’

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l’angolo del giardino

l’orto fai da te: come si prepara il terreno

La terra è un organismo vivente che può ospitare tante forme di vita: vegetali e animali, di diverse dimensioni fi no ai mi-crorganismi. Ogni suolo ha le sue caratteristiche e, prima d’essere lavorato, deve essere conosciuto. I suoli argillosi sono appiccicosi e trattengono molto l’acqua; all’op-posto, quelli sabbiosi si asciugano in fretta e la lasciano sgrondare. Tra questi due estremi ci sono anche i terreni di medio impasto.

Le caratteristiche di un buon terrenoPer la semina o il trapianto il suo-lo deve essere morbido, poroso, ben arieggiato e con un leggero contenuto di umidità. La prima cosa da fare è liberar-lo da erbe infestanti o comun-

gliessimo il “respiro” alla terra.È importante imparare a ricono-scere quando un terreno è “in tempera”, ovvero quando ha il suo giusto grado di umidità: prendendo un pugno di terra in mano e comprimendola deve sgranarsi con la leggera pressio-ne del polpastrello. Se non è così, dovremo attendere che la terra si asciughi. L’attesa del momento propizio di lavorazione deve considerarsi un periodo importante. Quando sarà arrivato il tempo, vanga e zap-pa saranno i due strumenti che ci permetteranno di arieggiare il suolo. Un maggiore affi namento arriverà dalle zappettature in superfi cie, mentre il rastrello, oltre a livellare, separerà le parti più fi ni da quelle più grosse.

que indesiderate. È importante togliere ogni fi lo d’erba e anche le loro radici, perché queste potreb-bero togliere sostanze nutritive ai semi e alle piantine. Successivamente va ripulito in superfi cie con una zappa, togliendo anche 1-2 cm di terra. Si tolgono anche i sassi più grossi. Tutto il materiale organico va accatastato e messo nel compost: diventerà nuovo concime per la terra. È importante non calpe-stare il suolo quand’è bagnato, perché verrebbe compromessa la sua fertilità. La costipazione, infatti, impedi-sce la circolazione dell’aria nei micropori del terreno e, quindi, anche la respirazione delle radici. Calpestandolo o lavorandolo quand’ è bagnato, è come se to-

Sarà molto importante preser-vare il lavoro fatto e, quindi, non calpestare il suolo lavorato.In questo modo renderemo la germinazione dei semi più facile perché le radichette avranno minore diffi coltà a fuoriuscire. Nel caso in cui il suolo fosse poco affi nato, la terra non aderirebbe al seme e potrebbe seccare. Oppure le radichette, fuoriuscen-do dal seme, potrebbero incon-trare un grumo di terra troppo grosso che ne ostacolerebbe lo sviluppo.

di Paolo Pistis, tratto da www.valorealimentare.it

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Il biologico traditoLa domanda di prodotti bio cresce, ma i coltivatori che

rispettano davvero gli animali, l’ambientee la salute delle persone stanno sparendo. Un’inchiesta

del settimanale tedesco Der Spiegel

5/11 dicembre 2014 n. 1080 anno 22

La copertina del numero 1080 di Internazionale che

contiene al suo interno l’articolo Il biologico tradito dal

quale hanno avuto origine le considerazioni presentate

in queste pagine.

Page 12: Cuorebio magazine

22 23cuorebio magazine cuorebio magazine

salute e benessere i nostri consigli

32

45

1

Ecor, linea intimoFormulati con sostanze lavanti di origine naturale, contengono estratti e oli essenziali biologici. Grazie al pH leggermente acido sono adatti alla detersione delle parti intime. Entrambi i prodotti sono certificati ECO BIO COSMESI ICEA, sono testati dermatologicamente e nichel tested (Ni<1ppm).

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agire sugli inestetismi della cellulite, esercitan-do un’intensa azione rassodante e levigante sulla pelle che appare più elastica, compatta e tonica.

4 Victor Philippe Marsiglia. Detergente intimoVictor Philippe propone una linea di detergenti dal profumo di sapone di Marsiglia. Il deter-gente intimo è l’ideale per l’igiene quotidiana: agisce rispettando il naturale equilibrio fi sio-logico della pelle (pH 5 – 5,5) e donando una gradevole sensazione di freschezza.

5 Weleda Visiodoron Malva® Collirio monodose che idrata e lenisce occhi secchi e irritati. Lo ialuronato di sodio, non OGM, stabilizza il fi lm lacrimale mentre l’e-stratto di fi ori di malva silvestre da coltivazione biologica idrata. Senza conservanti, può essere utilizzato per lunghi periodi. Visiodoron Malva® è un dispositivo medico CE0483. Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. Aut. del 30/05/2014.

1 Valverbe Tisana drenanteUna tisana a base di spirea, coriandolo, pilosel-la, foglie di frassino e foglie di betulla. L’azione combinata di queste piante favorisce un fi siolo-gico effetto drenante.

2 Esprit Equo Linea Pura. Mousse detergente visoMorbida e vellutata, questa mousse a base di acqua di rosa damascena e succo di aloe permette di rimuovere con delicatezza impu-rità e tracce di trucco; i tensioattivi di origine naturale, a base di zuccheri, favoriscono una detersione delicata grazie al pH fi siologico che minimizza il rischio d’irritazione. Grazie alla betaina e all’arginina, inoltre, protegge la pelle in modo naturale.

3 Weleda Olio cellulite alla BetullaLe manifestazioni della cellulite, note come pelle a buccia d’arancia, infl uiscono spesso sul benessere generale delle donne. L’olio cellulite alla Betulla, grazie alle sue sostanze attive combinate a preziosi oli vegetali, riesce ad

La pelle è il nostro “involucro” più esterno: ci protegge e parla per noi, mettendo in comunicazione l’interno del nostro corpo con l’esterno e viceversa. Se siamo timidi, oppure arrabbiati, tenderemo ad arrossire, mentre se siamo nervosi a sudare; il freddo o la paura, infi ne, ci faranno venire la “pelle d’oca”. For-mata dall’insieme di diversi tessuti, epidermi-de, derma e ipoderma (o sottocute), è l’organo del nostro corpo con la superfi cie più esposta verso l’esterno e si contraddistingue per la fl essibilità e la resistenza, quest’ultima dovu-ta a una fi ttissima rete di fi bre di collagene, la cui mancanza tende infatti a indebolirla. Si rigenera continuamente. Quando si taglia, per esempio, sanguina ma dispone di tutti gli “attrezzi” necessari per ripararsi: le piastrine del sangue, infatti, chiudono la ferita che poi

e mista, la Natura ci aiuta infatti a prendere atto di un eventuale squilibrio interno al nostro organismo e rifl ette lo stato di salute degli altri organi e apparati del corpo, infor-mandoci della necessità di adottare compor-tamenti “correttivi”.

Le etichette Proprio come avviene per cibi e bevande, le sostanze applicate sulla pelle possono essere metabolizzate. Per questo, dobbiamo prestare attenzione anche ai prodotti che utilizziamo per la nostra igiene personale, come bagno-schiuma, profumi, deodoranti, shampoo e creme per il corpo, per accertarci che dietro alla loro gradevole profumazione e alla loro piacevole consistenza non si celino sostanze potenzialmente nocive per il nostro corpo e inquinanti per l’ambiente. Così come consul-tiamo le etichette degli alimenti, allo stesso modo dobbiamo quindi controllare anche quelle dei prodotti cosmetici: dal 1997, attra-verso una direttiva, e dal 2009 con un Rego-lamento valido a livello europeo (Regolamen-to n. 1223 del 2009) è obbligatorio riportare sulla confezione di ogni cosmetico immesso sul mercato l’elenco degli ingredienti secondo la nomenclatura I.N.C.I. (International No-menclature of Cosmetic Ingredients), valida a livello europeo. Gli ingredienti devono essere

si contrae nel tempo, creando una sorta di “toppa” che si sfalderà non appena l’epidermi-de sottostante si sarà riformata. In condizioni normali è acida, ovvero contraddistinta da un pH (parametro che indica il carattere acido, neutro o basico di una soluzione acquosa) compreso tra 4,5 e 6,5 destinato però a varia-re a seconda della zona del corpo, del tipo di alimentazione, della stagione e, nella donna, del ciclo mestruale. Per questo, si consiglia di preferire quei prodotti che rispettano il pH ottimale della pelle.

In medicina la pelle viene defi nita un organo “emuntore” perché ha il compito di eliminare le tossine derivanti dall’ambiente e dal cibo, oppure prodotte dal metabolismo stesso. Attraverso la pelle, che può apparire normale, disidratata, secca, sensibile, grassa,

disposti in ordine decrescente, inserendo al primo posto quello contenuto in percen-tuale più alta e via via tutti gli altri; quelli di derivazione vegetale verranno indicati con il nome botanico in latino seguito, in lingua inglese, dalla parte di essi utilizzata: nel caso venga usato l’olio di sesamo, per esempio, tro-veremo l’indicazione Sesamum indicum oil.

La certifi cazione Diversamente da quanto avviene in campo alimentare, dove esiste una precisa defi ni-zione di prodotto biologico e un regolamento europeo (Reg. 834/2007), ad oggi non esiste per i prodotti cosmetici una normativa europea o nazionale che stabilisca i requisiti che un prodotto deve avere per poter essere certifi cato. Mancando quindi una regolamen-tazione specifi ca, si sono sviluppati discipli-nari di produzione privati, sia italiani che esteri, controllati da organismi di controllo terzi indipendenti che prendono in conside-razione caratteristiche come la biologicità, la naturalità, l’ecologicità e la minor tossicità di quei prodotti cosmetici, distinti dagli altri sulla base di un controllo indipendente e non di una autocertifi cazione o dichiarazione autoreferenziale. Questi disciplinari si sono perfezionati tramite l’elaborazione di precise regole da rispettare sia per quanto riguarda la formulazione dei prodotti, ma anche per gli aspetti legati alla sicurezza del prodotto (attraverso la richiesta, per esempio, di test dermatologici), alle dichiarazioni in etichetta e al tipo di packaging. Esistono molteplici disciplinari: tra i più conosciuti vi sono cer-tamente EcoBio Cosmesi Icea, NaTrue, CCPB, BDIH, EcoCert, dai quali si deduce che un cosmetico, per essere defi nito biologico, deve essere formulato con l’impiego di ingredienti biologici opportunamente segnalati sulla confezione e presenti in quantità non trascu-rabile.

Nei negozi CuorebioAttualmente, nel reparto cosmesi dei negozi Cuorebio, potete scegliere tra 3 diverse tipolo-gie di prodotti cosmetici: • prodotti cosmetici certifi cati secondo i disciplinari esistenti; • prodotti (es. tinte per i capelli e smalti per unghie) non tecnicamente formulabili secon-do i disciplinari esistenti: poche eccezioni scelte perché si avvicinano il più possibile agli standard di certifi cazione; • prodotti certifi cabili ma non certifi cati perché contengono materie prime biologiche la cui disponibilità limitata non garantisce di poter disporre, per tutto l’anno, di un pro-dotto certifi cato. Per tale ragione, i produttori hanno scelto di non certifi care i loro prodotti, anche se rispettano i requisiti previsti dai disciplinari.

prendiamoci cura della nostra bellezza

Page 13: Cuorebio magazine

25cuorebio magazine24 cuorebio magazine

consigli dal mondo bio il valore della qualità di Roberto Pinton

etichette: nuove regole

Salumi Biologici Italiani

ECOR

ravioli ai funghiporciniCaratterizzati dall’inconfondibile sapore dei funghi porcini, questi ravioli sono l’ideale per chi ha poco tempo, ma vuole portarein tavola un piatto gustoso e ricercato: cuociono, infatti, in soli 2 minuti e vengono esaltati ancheda un semplice fi lo di buon olio extravergine d’oliva.

FATTORIA DI ROMIGNANO

Chianti DOCG senza solfi tiaggiunti NatureOttenuto da uve Sangiovesee Merlot, è un vino di colore rosso rubino molto intenso,tendente al nero, che si abbina perfettamente con piatti ricchi,carni rosse, arrosti e formaggimediamente stagionati. Siconsiglia di servirlo a 16-18 °C.

ANTICO MOLINO ROSSO

Aida: miscele per pane, pizzae dolciRiscoprite il piacere delpane, della pizza e dei dolci fatti in casa con le misceleAida: Aida pane, con malto d’orzo; Aida pizza, con lievito di pasta madre di frumento, e Aida dolci con amido di frumento che rende i dolcipiù soffi ci e gustosi.

AMICUCINA

pasta sfogliafrescaDelicata, friabile e pratica da utilizzare grazie alla forma rotondae alla carta da forno compresa nella confezione, è perfetta per preparare tantissime ricette: tortesalate, salatini e strudel. Liberate la vostra creatività e sperimentatenuovi sapori.

LA SPIGA BIO

Ravioriselli mozzarisella e zucchineDalla combinazione di una pasta di semola di grano duroCappelli con un ripieno a base di zucchine e MozzaRisella,nascono i Ravioriselli. Vi permetteranno di prepararein poco tempo un gustoso primo piatto: perché sono facili e veloci da preparare.

PASANDA

Paneer,formaggiosenza caglio

Molto usato nella cucina dell’Asia del sud, vieneprodotto senza utilizzareil caglio come agente coagulante, caratteristica che lo rende indicato anche per i latto-vegetariani.Grazie alla sua consistenzaferma, si può tagliare a cubetti, friggere oppure grigliare.

Dal 13 dicembre 2014 in tutta l’Unione euro-pea si applica il regolamento n. 1169/2011, che cambia le regole sulle etichette, per garantire ai consumatori informazioni più chiare, più complete e accurate sugli alimenti, per sce-gliere meglio ciò che mangiamo. Tra le modifi che:• migliorata la leggibilità delle diciture (almeno 1,2 mm di altezza dei caratteri);• segnalazione chiara in etichetta degli allergeni (soia, glutine, latte, frutta a guscio, ecc.), con un carattere evidente per stile o colore (in genere si usa il grassetto);• informazioni sugli allergeni obbligatorie anche per i prodotti sfusi e per quelli somministrati in ristoranti e bar (in Italia le norme di attuazione sono in preparazione);• dal 13 dicembre 2016 tabella nutrizionale per quasi tutti i prodotti confezionati

(si può inserire anche prima, su un format preciso);• origine delle carni fresche di suini, ovini, caprini e pollame;• segnalazione tra gli ingredienti degli eventuali nanomateriali ingegnerizzati;• origine di oli e grassi (non basta più l’indica- zione “oli vegetali”, va specifi cato se è di olio di semi di mais, olio di palma ecc.). • origine degli ingredienti (o almeno di quello principale), ma in base a norme non ancora fi ssate;• data di congelamento di carne e pesce;• indicazione chiara dei prodotti scongelati;• indicazione della ricomposizione di carne o pesce (per i prodotti che sembrano fatti in un unico pezzo, ma son frutto dell’unione di diverse parti grazie ad additivi).Gli obblighi valgono anche per le vendite a distanza (on line o su catalogo: la descrizione

del prodotto deve comprendere tutte le infor-mazioni obbligatorie).

I prodotti già etichettati ai sensi della vec-chia normativa possono essere venduti fi no a esaurimento. Sono automaticamente annul-late tutte le norme nazionali in contrasto con il regolamento; decade, quindi, l’obbligo (che peraltro c’era solo in Italia) di indicare la sede dello stabilimento di produzione, che pure è possibile continuare a indicare, a titolo volontario. Qualche organizzazione ha protestato, ritenendo l’informazione utile per la trasparenza e chiedendo che rimanesse. L’Unione europea, però, sembra conside-rarla inutile: la tesi è che se un’azienda di Verona si fa produrre dei biscotti a Treviso piuttosto che a Milano, rimane lei e solo lei la responsabile del prodotto, ovunque sia stato realizzato, tanto più che le norme tecniche e igienico sanitarie sono uguali in tutta la UE. Non cambiano le norme per l’etichetta bio: marchio europeo, indicazione dell’origine UE o extra UE degli ingredienti, codici di azienda e organismo di controllo.

ndr. “EcorNaturaSì, per i prodotti a marchio: Ecor, Più Bene, Alimenti Ritrovati, Le Terre di Ecor, NaturaSì, Città del Sole e Baule Volante, sceglie di continuare a indicare il nome del produttore o lo stabi-limento di produzione per coerenza con i propri valori e trasparenza verso i consumatori”.

Page 14: Cuorebio magazine

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il gesto quotidiano di Riccardo Astolfi

attività naturali

Michael Gebert

Pionieri nel biologico dal 1974

Di vetta in vetta

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Wir machen Bio aus Liebe.

l’atleta ha attraversato per quattro volte le Alpi a piedi e con il parapendio. Michael Gebert aveva nello zaino le barrette alla frutta Rapunzel.

Per maggiori informazioni www.rapunzel.de/it

o aus Liebe

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non mangiare i semi di mela!

Da bambino quando mangiavo una bella mela biologica per merenda, mia nonna era solita scherzare “non mangiare i semi di mela che ti cresce un albero nella pancia!”.

E io mi immaginavo quel seme germoglia-re, quel germoglio uscire dal mio ombelico e, come un piccolo fagiolo magico, salire in cielo al castello del gigante.

Ripensandoci ora, dopo ormai parecchi anni, c’era qualcosa di vero in quell’immagine.

(No, bambini, non vi sto dicendo di man-giare i semi di mela!).

Anche noi uomini, infatti, possiamo essere

seminati! Siamo terra, humus, orto, campo, e dobbiamo essere uno spazio accogliente per tanti e diversi semi: il luogo migliore dove po-ter dare vita a nuovi germogli di idee, a nuove passioni, a nuove esperienze.

Questi semi sono i nostri desideri, le nostre aspirazioni, i nostri nuovi e buoni propositi, i nostri sorrisi e slanci verso il futuro: è una meravigliosa biodiversità da proteggere, va-lorizzare e tramandare anno dopo anno, vita dopo vita.

Come ogni buon agricoltore biologico pre-para il terreno dopo il lungo riposo invernale

per accogliere al meglio nuove piante, anche noi, per seminarci di nuove idee e propositi per il nuovo anno, non possiamo prescindere dall’aver preparato un buon terreno: aver aperto la nostra mente, illuminato il nostro spirito, fatto nido il nostro corpo. Non c’è nul-la di più diffi cile che far crescere un orto sui detriti. Per questo prima di aggiungere nuovi semi dobbiamo fare spazio dentro di noi: da un lato disintossicarci dalle scorie di un anno di lavoro, dall’altro rendere vivo e vitale il terreno che accoglierà questi progetti.

È primavera: è un periodo di rinascita, dell’allungamento delle giornate, del ritorno prepotente del sole e dei primi caldi dopo il lungo freddo e riposo dell’inverno appena trascorso.

È primavera, è tempo di seminare il nostro orto sul balcone, piccolo, ma signifi cativo ul-timo baluardo di biodiversità, di autarchia, di sovranità alimentare in un sistema dove tutto dev’essere comprato.

È primavera e, come in ogni momento di cambiamento, fi oriscono nuove idee, nuovi progetti, nuovi desideri: è tempo di seminare le nostre vite.

Vi auguro che il vostro terreno sia vitale e i vostri semi possano germogliare felici.

il miele biologico: peril benessere delle api

grossi problemi di spopolamento all’interno degli alveari.

L’apiarioL’apiario è il luogo in cui posizionare gli alve-ari per la produzione di miele. Nel disciplina-re biologico sono previste precise regole per una collocazione ottimale: deve essere posto in modo tale che nel raggio di tre chilometri le fonti di nettare e polline siano costituite essenzialmente da coltivazioni biologiche o di basso impatto ambientale e/o da fl ora spontanea. È un buon margine per tutelare la sopravvivenza dell’alveare e la salute dell’ape e le consente, inoltre, di trovare buon nettare senza allontanarsi eccessivamente dalla propria “casa”.

I trattamentiChi sceglie l’apicoltura biologica e biodinami-ca non può utilizzare molecole di sintesi per

i trattamenti degli alveari. Per contrastare la varroa possono essere necessari anche più trattamenti all’anno; in apicoltura convenzio-nale la si combatte con diverse sostanze aca-ricide, come il coumaphos o il fl uvalinate; si tratta di molecole che vengono assorbite dalla cera e, di conseguenza, si trasferiscono al miele. Nel biologico e nel biodinamico, invece, si impiegano mentolo, timolo, eucaliptolo, canfora; possono essere usati anche innocui acidi inorganici (acido formico, acido lattico, acido acetico, acido ossalico) che non lasciano residui né nella cera né nel miele.

L’alimentazioneIl regolamento bio prevede che, alla fi ne della stagione produttiva, vengano lasciate negli alveari scorte di miele e polline suffi cienti per superare il periodo invernale. Solo in caso di necessità (in autunno o all’inizio della prima-vera, se tardano le fi oriture), e comunque non a ridosso dei periodi di fi oritura, è possibile integrare l’alimentazione degli alveari con miele, zucchero o sciroppi di zucchero biolo-gici.

In sintesi:• La logica della massima produttività che impera nel mondo agricolo viene applicata anche nell’allevamento convenzionale delle api.• Negli allevamenti convenzionali non ven-gono tenute in considerazione le esigenze fi -siologiche degli animali, che sono più esposti alle malattie e ai disagi dovuti alla limitazio-ne degli spazi vitali.• L’allevamento biologico risponde alle richie-ste proprie di ciascuna specie: la sua atten-zione particolare alla salute degli animali favorisce, di rifl esso, anche a quella delle persone.• Legame con il territorio, benessere animale, alimentazione biologica o biodinamica sono i cardini dell’allevamento bio.

di Marcello Volantitratto da il terzo quaderno di Valore Alimentare Viaggio all’origine del cibo per un’alimentazione di qualità.

Tra le produzioni zootecniche biologiche e biodinamiche, negli ultimi anni si va diff on-dendo sempre di più l’apicoltura che, come indica anche il primo regolamento europeo sull’allevamento biologico, è “un’attività importante che contribuisce alla protezione dell’ambiente e alla produzione agroforestale attraverso l’azione pronuba delle api”. Infatti l’ape, oltre a essere una sentinella dell’am-biente in cui vive, ha una fondamentale funzione sociale, che è quella di contribuire all’impollinazione dei fi ori e alla loro fruttifi -cazione. Negli ultimi anni, la sopravvivenza di questo importante insetto è stata minac-ciata dai suoi naturali nemici (in primis la varroa, un acaro che parassitizza la covata e l’ape adulta), ma anche dallo scriteriato modo di coltivare dell’uomo. Le molecole sempre più tossiche che vengono disperse nell’aria durante la preparazione delle sementi e il trattamento delle colture provocano, infatti,

Scopri Viaggio all’origine del cibo per un’alimenta-zione di qualità, il terzo quaderno di Valore Alimentare, nei negozi Cuorebio.

valore alimentarei quaderni

Autori ari

viaggio all’originedel ciboper un’alimentazione di qualità

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l’angolo dei più piccoli

turismo alternativo

alcune suggestive immagini di Cuba

leprotto in pannolenci

In questo numero diamo la parola a COSPE che, insieme a Planet Viaggi Responsabili, organizza questo itinerario alla scoperta del vero volto di Cuba.

Nell’ultimo anno a Cuba le cose stanno cambiando velocemente e molto più di quanto non sia successo negli ultimi 50 anni. L’av-vicendarsi al governo dei fratelli Castro, le aperture economiche e politiche, le nuove leg-gi sull’immigrazione e i viaggi per i cubani, e, ultimo in ordine d’arrivo, lo storico discorso di Barak Obama che dal dicembre scorso ha dato nuove speranze alla fi ne delle ostilità tra i due Paesi… tutte cose che trasformeranno Cuba e, soprattutto, che cambieranno i fl ussi turistici verso l’isola. COSPE, presente a Cuba da oltre 15 anni con progetti di coo-perazione internazionale, nei prossimi mesi organizza con Planet Viaggi Responsabili un

viaggio nell’isola più famosa dei Caraibi in un momento storico davvero unico e con un punto di vista privilegiato: quello di chi da anni vive e lavora a Cuba a contatto con le persone. La possibilità di viaggiare respon-sabili con questo connubio trasforma un semplice viaggio turistico in un vero viaggio di conoscenza e scambio, fuori da stereotipi folkloristici (sigari, salsa e spiagge) e dai rischi del turismo in serie. Diventa un modo per arricchirsi e conoscere luoghi e contesti che rimarrebbero fuori dalle rotte consuete dei tour operator. Oltre alle bellezze storiche e naturalistiche dell’isola, le spiagge, il mare e gli splendidi “cayos”, le città coloniali come Trinidad e le strade habaneras, l’itinerario di Planet Viaggi vi porterà anche a partecipare a esperienze inedite come le “canturias” degli improvvisatori della provincia di Mayabeque, veri e propri festival della cultura contadina e

della poesia in decima, in cui poeti e musicisti si sfi dano a duello a colpi di versi, vi porte-rà nelle “fi ncas” di Sancti Espirutu dove gli agricoltori sperimentano la permacultura, vi farà arrivare in alcune piccole comunità del centro del Paese dove sarà possibile visitare le piantagioni di tabacco, e infi ne a Viñales dove tra grotte e graffi ti murali, sarà possibile sperimentare esperienze agro-ecologiche delle fattorie locali e mangiare il tipico cibo “criollo”. Quindici giorni che uniscono impegno e divertimento e che permetteranno ai viaggiatori di vedere quanto si sta facendo per accompagnare i processi di trasformazio-ne in atto, un’occasione di conoscenza di sé e dell’altro, dei luoghi, della cultura, della storia di un altro Paese.

Le prossime partenze: 28 marzo – 12 aprile 24 aprile – 9 maggio con accompagnatore23 maggio – 7 giugno20 giugno – 5 luglio18 luglio – 2 agosto

Occorrente• pannolenci (feltro) o altro tessuto colorato, 14x18 cm, marrone o beige• feltro rosa (per le orecchie)• lana da imbottitura (o cotone idrofi lo)• 2 perle nere• lana da ferri sottile per la codina• fi lo tipo moulinè marrone

Procedimento Sovrapponete due ritagli di pannolenci e ritagliateli lungo il tratteggio, seguendo il modello. Cucite le parti del corpo a punto festone, partendo dall’apertura per l’imbotti-tura e risalendo per il dorso fi no al collo. Cucite poi il pezzo in mezzo tra le parti della testa. Chiudete la cucitura sopra il mento fi no all’altezza del petto e la parte inferiore del corpo. Imbottite il leprotto con la lana e chiu-dete quindi anche l’ultima apertura. Si mette ora la parte marrone dell’orecchio e la parte rosa una sull’altra e si orla con punto festone, lasciando il lato inferiore aperto. Si piega un po’ l’orecchio per la lunghezza, per far rima-nere la parte rosa all’interno, congiungendo i due lembi dell’orecchio con tre punti festone, poi si cuce alla testa. Il resto del fi lo non si taglia, ma si fa passare fi no all’attaccatura dell’altro orecchio, per fi ssarlo. Poi, sempre con lo stesso fi lo, si fi ssa la perla per il primo occhio, si passa alla posizione del secondo occhio e si fi ssa la seconda perla, e da qui si va al primo orecchio, tirando bene il fi lo, in modo che le perle restino ben salde alla stoff a. Infi ne si ferma il fi lo alla base del primo orec-chio. Volendo, utilizzando la seta da ricamo, potete realizzare i baffi del coniglio. Infi ne, utilizzando della lana, farete un picco-lissimo pompon, il codino del coniglietto,che andrà cucito nella parte posteriore.

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Que viva Cuba

PER INFORMAZIONI:tel. 045 8342630 / 045 8948363 email: [email protected] per vedere tutti i progetti COSPE a Cuba: www.cospe.org

parte inferioretagliare 1 volta

corpo tagliare 2 volte

apertura per imbottiture

parte intermedia testatagliare 1 volta

orecchiotagliare 2 volte – marrone

tagliare due volte – rosa

Buon lavoro dal gruppo lavori manuali della scuola Waldorf di Verona

Page 16: Cuorebio magazine

30 31cuorebio magazine cuorebio magazine

angolo delle buone pratiche notizie dalla Fattoria Di Vaira

I nostri comportamenti quotidiani infl uen-zano il nostro impatto ambientale: non è solo il caso di buone abitudini come la raccolta diff erenziata, il riciclo dei materiali, spegnere la luce quando non necessaria, limitando così i consumi energetici, o chiudere il rubinetto per non sprecare acqua. Anche le nostre scel-te alimentari ci aiutano a ridurre la nostra impronta sull’ambiente. Ecco perché, in que-sto numero, abbiamo pensato di proporvi un menù e una lista della spesa per provare una giornata da vegetariani. Curiosi di provare?

Colazione • 125 ml di latte di mucca o bevanda vegetale• 2-3 fette biscottate con 2 cucchiai di una composta 100% frutta

• 4 fragoleSpuntino mattutino• 12 mandorle• 10 ciliegiePranzo • 150 g di insalata con 3 fragole e limone• 120 g di timballo di tofu con 100 g di asparagi• 4 cucchiai d’olio extravergine d’olivaSpuntino pomeridiano• 50 g di grissini integrali e 1 barretta di frutta seccaCena• 200 g di insalata • 60 g di penne integrali di farro con 100 g di verdure spadellate (cicoria e coste) e ceci• 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva

Lista della spesa• Latte intero • Fette biscottate integrali• Composta 100% frutta• Fragole• Mandorle sgusciate• Ciliegie• Insalata gentile• Limone• Tofu naturale• Asparagi• Olio extravergine d’oliva• Grissini integrali• 1 barretta di frutta secca• Penne integrali di farro• Ceci• Cicoria e coste

la ricetta

timballo di tofuIngredienti400 g di tofu naturale, 400 g di asparagi puliti, aglio, erbe aromatiche e spezie, salsa di soia, olio e sale.

Procedimento Pulire gli asparagi, pelare i gambi e rimuo-vere la parte più legnosa, quindi cuocerli a vapore. Trasferire gli asparagi cotti in una ciotola, tagliarli grossolanamente a pezzetti e condirli con olio e sale.Tagliare il tofu a cubetti, metterlo in un pentolino coperto di acqua e portarlo a bollore. Quando bolle, spegnere il fuoco e scolare il tofu, trasferendolo poi in un contenitore. Aggiungere l’aglio pelato e schiacciato, un po’ di salsa di soia, erbe aromatiche secche o fresche (es: ro-smarino, salvia, timo, prezzemolo, erba cipollina, menta, dragoncello, maggiorana, origano…) spezie (es: cumino indiano, cur-cuma, noce moscata, curry, peperoncino, zenzero, pepe…) sale e poco olio.Frullare il tutto con il frullatore a immersio-ne fi no a ottenere una crema densa della consistenza della ricotta. Se necessario aggiungere un po’ d’acqua, mantenendo comunque la cremosità.Trasferire la crema di tofu nella terrina con gli asparagi mescolare bene in modo da ottenere un composto omogeneo.Ungere una pirofi la con poco olio e trasfe-rirvi l’impasto preparato.Livellarlo bene con un cucchiaio e cuocer-lo in forno caldo a 180° per 20-25 minuti fi no a quando sarà dorato sulla superfi cie.

un giorno da vegetariani

il rispetto degli animali: un presupposto fondamentale

vacche in asciutta mangiano, pulisco anche le mangiatoie delle vacche in lattazione che in quel momento sono in mungitura. Una volta munte, le vacche troveranno il fi eno pronto e distribuito proprio nel momento in cui ne avranno maggior bisogno. Cerco di fare tutto tenendo sempre d’occhio le vacche: osservare e capire come stanno è fondamentale.

In che cosa consiste il tuo lavoro? Gestire una stalla di vacche da latte signifi ca averne cura per tutta la loro vita: preoccupar-si della loro alimentazione, supervisionando la raccolta dei fi eni, occuparsi della loro igiene e di quella della stalla, tenere d’occhio il loro benessere e la loro salute, pianifi care la gestione sin dalla nascita, con riguardo alla crescita, alla fertilità, alle fecondazioni, ai parti, fi no alla loro uscita dalla stalla, col-laborando con il veterinario. La salute degli animali è importantissima: se li rispettiamo, essi rispettano noi. La qualità del latte e del letame dipende dalla loro buona salute.

Nicola Zara Nicola Zara è un veterinario omeopata: 8 anni fa, quando per ragioni lavorative legate pro-prio alla Di Vaira, che in quel periodo stava passando dal convenzionale al biodinamico, ha conosciuto l’omeopatia, dentro di lui è scattata una molla che lo ho portato a sposare

“Come l’anima dell’uomo sta attraversando un’epoca di profonda trasformazione così è anche per il mondo degli animali. L’uomo si trova così di fronte a due possibilità: contri-buire a questo passaggio evolutivo aiutan-do l’animale, oppure contrapporsi di fatto praticando un rapporto di sfruttamento e di snaturamento. Così facendo egli però arreca danno alla sua anima”. (Rudolf Steiner)

Un buon biologico e un buon biodinamico non possono prescindere dall’attenzione nei confronti degli animali. Come testimonia l’allevamento biodinamico di vacche da latte della Fattoria Di Vaira, del quale abbiamo parlato con Nicola Zara, veterinario e con Fabrizio Durante, capostalla.

Fabrizio DuranteFabrizio è il capostalla della Di Vaira dal 2012, ma degli animali della fattoria si è sempre occupato. Il suo rapporto con loro è istintivo, perché “quello che serve nell’alleva-mento biologico e biodinamico è l’attenzione, l’avere occhio per gli animali. Non sono aspet-ti disciplinati da regole, ma dal nostro istinto, sempre nel rispetto di questi bellissimi esseri viventi”.

Come inizia la tua giornata?Inizio alle 3 del mattino, con l’alimentazione e la pulizia della stalla: le vacche sono animali mattutini, amano mangiare presto e poi ripo-sare. Per questo, dopo aver pulito le mangia-toie, distribuisco le farine. Mentre manze e

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consigli dal mondo bio

novità

na alle vacche. Nel biodinamico tutto fa parte di un ciclo e quindi la stalla fa proprio parte dell’organismo vivente dell’azienda.

In caso di malattia, come vi comportate alla Fattoria Di Vaira? Cosa prevede il regolamento?Nel caso di malattia degli animali si ricorre prevalentemente alla medicina omeopatica, si cerca di non ricorrere agli antibiotici, ma di trovare altre strade. Nel caso questi si rendessero assolutamente necessari il regola-mento prevede un tempo di sospensione più lungo: per esempio, prima di usare il latte di vacche cui è stato necessario somministrare penicillina, nel convenzionale si aspettano 20 giorni, ma nel biologico questo termine è raddoppiato. I farmaci abituali, però, servono assai di rado; l’omeopatia funziona e i suoi rimedi possono davvero essere utilizzati in modo effi cace, l’importante è provarci sul serio. La strada vincente è il rapporto diretto con l’azienda.

Il veterinario omeopata deve viverla quoti-dianamente perché non esiste una ricetta già fatta che va sempre bene: anch’io spesso devo cambiare rimedio perché quello che oggi va bene, domani non funziona. Non c’è nulla di fi sso, proprio come accade nella vita.

sempre di più questa causa. Successivamente, dopo un corso di antroposofi a seguito in Tren-tino, è scattata una seconda molla che l’ha portato ad avvicinarsi alla medicina antropo-sofi ca. Ma, in questo caso, “la strada è ancora lunga. Ho appena iniziato questo percorso, sono come un bambino dell’asilo” spiega.

Come defi niresti, in modo semplice, l’allevamento biologico e biodinamico? E quali sono le peculiarità dell’alleva-mento biodinamico?Nell’allevamento biodinamico tutto è fondato sul rispetto degli animali, un po’ come face-vano i nostri nonni, se mi è permesso fare questo paragone. Per loro gli animali avevano un ruolo molto importante: non erano visti solo come una fonte di reddito, ma come delle presenze con le quali convivere. La gestio-ne degli animali, quindi, è molto diversa, non solo per il veterinario, ma anche per il capostalla: cambia proprio la relazione che si instaura. Inoltre, per citare alcuni esempi, gli animali hanno a disposizione spazi più ampi, come previsto dalle normative sul biologico, e i vitelli vengono svezzati con il latte naturale delle vacche, non con il latte in polvere. Ri-spetto al biologico, l’allevamento biodinamico è più restrittivo, ci sono regole più rigide, come per esempio il divieto di tagliare le cor-

TAIFUN

tofu vellutatoKinugoshiTra le varie tipologie di tofu, il Kinugoshi è quello più vellutato, dalla consistenza simile a quella di un budinoe dal gusto delicato. È uningrediente versatile che si presta a tanti utilizzi diversi,dalle zuppe fi no ai dessert.

CTM

uova di PasquaPer queste uova di Pasqua, avvolte in pregiati teli in carta seta, si utilizzano il cacao e lo zucchero di canna coltivatida gruppi di produttori delCommercio equo solidale del Paraguay e della Repubblicadominicana. E all’interno,preziose sorprese fatte a mano.

NATURAL FOOD

Veg Burger: preparatoper polpettevegetali e per burger farro e avenaDue preparati che vi consentiranno di prepararein casa polpette e burger vegetali. Basta seguire leistruzioni riportate sulla confezione e il gioco è fatto. Questa sera cosa preferite?Le polpette oppure i burger farro e avena?

BIONATURAE

patè di pomodori secchie di olive verdiDue gustosi patè ideali da utilizzare come condimentoper la pasta, ma anche per preparare stuzzicanti tartine daservire come antipasto. Il primoè preparato con pomodorisecchi, il secondo con oliveverdi: voi quale preferite?

pasta colorata pomodoro e spinaciDedicati ai più piccoli, ma squisiti per tutta la famiglia. I nuovi divertenti formati di pasta - Avventura, Giramondo e Orsetti - sono alimentidi indiscussa qualità, prodotti consemola di grano duro coltivato inItalia, trafi lati al bronzo ed essiccatia bassa temperatura, secondo la migliore tradizione del nostro Paese.

ALCE NERO

passatae polpa di pomodoro e sugo dipomodoro con basilicoI nostri pomodori maturano al sole dell’Emilia Romagna, nella valle delMezzano. Coltiviamo le varietà Coimba, Ercole e altre di eccellente sapore.Facciamo passare non piùdi 8 ore dalla raccolta al confezionamento.

La ricetta di Maria:sformatini di quinoa e zucchine con crema di ricotta alla menta

Cuocere la quinoa come riportato sulla confezione; intanto tagliare a tocchetti le zucchine e saltarle in padella con un po’ di ghee, sale, pepe e qualche foglia di menta e basilico fi no a che siano tenere ma non sfatte. Quindi unirle alla quinoa tiepida e riempire con il composto degli stampini oleati, pressando bene. A parte frullare della ricotta Di Vaira con un goccio di latte, sale, pepe e foglie di menta sminuzzate, quindi stendere un po’ del composto nei piatti e sformarci sopra la quinoa con le zucchine, condire con un fi lo d’o-lio a crudo e guarnire con altra menta. Servire tiepido. A piacere, le zucchine si possono sostituire con i piselli fre-schi. www.fattoriadivaira.it

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Com’è andata?

Prima edizione dal 12 ottobre 2014 al 12 gennaio 2015

4Aziendeagricole

biologiche e biodinamiche

497Persone

coinvolte

564Zolle

adottate

282milamq2 terreni

coltivati

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Cotto. Storia naturale della trasformazione

DI MICHAEL POLLAN

Adelphi

Dopo “Il dilemma dell’onnivoro” e “In difesa del cibo”, il nuovo libro di Michael Pollan è un viaggio sulle piste dei quattro elementi con cui cuciniamo: l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco. Dal barbecue del North Carolina, leggendario in tutti gli Stati Uniti, al grande fornaio che con aria e acqua trasforma il grano in pane fi no a germi e batteri che rendono possibile la fermentazione.

Risparmiare con la cucina bio

DI CARLA BARZANÒ

Tecniche Nuove

Oltre cento ricette ed esempi di menù stagionali in questo libro che off re anche tanti consigli per orien-tare ogni giorno le proprie scelte alimentari, nel rispetto della salute e dell’ambiente. Mettendo in pratica alcuni piccoli accorgimenti si può risparmiare tempo e denaro, mantenendosi anche in forma e riscoprendo il piacere del cibo.

Facciamo il pane

DI ANNALISA DE LUCA

Terra Nuova Edizioni

Frutto della grande esperienza dell’autrice nella preparazione del pane a lievitazione naturale, è un libro arricchito da illustrazioni a colori, rivolto a tutti coloro che de-siderano panifi care in casa: off re le risposte alle domande più frequenti, mostra i diversi passaggi e svela i trucchi del mestiere, proponendo oltre 50 ricette, dalle più classiche fi no alle più speciali.

La terra è la mia preghiera

DI MASSIMO ORLANDI

Emi Editore

Il giornalista Massimo Orlandi racconta la vita di Gino Girolomoni, uno dei pionieri del biologico, la storia di un ritorno alla terra e al lavoro agricolo come contatto vivo e vivifi cante con il creato. Dalla rinascita del monastero abban-donato di Montebello alla fondazio-ne di “Alce Nero”, prima cooperativa agricola biologica in Italia fi no alla più recente lotta contro gli Ogm.

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