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PASSIONE SENZA RIVALI Michelle Celmer

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Michelle Celmer

PASSIONE SENZA RIVALI

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Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Exposed: Her Undercover Millionaire

Harlequin Desire © 2011 Harlequin Books S.A. Traduzione di Rita Pierangeli

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto

di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con

Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

persone della vita reale è puramente casuale.

Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

© 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

Prima edizione Harmony Destiny maggio 2012

Questo volume è stato stampato nell'aprile 2012

presso la Rotolito Lombarda - Milano

HARMONY DESTINY ISSN 1122 - 5470

Periodico settimanale n. 1949 dell'1/05/2012 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi

Registrazione Tribunale di Milano n. 413 del 31/08/1983 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale

Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione

Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti

contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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LA SCALATA Un solo obiettivo da raggiungere. E molte promesse da mantenere.

Rafe Cameron è tornato a Vista del Mar, dove per lui ogni cosa ha avuto inizio, molti anni prima. Nel cuore della California, questa incantevole cittadi-na bagnata dall'oceano vede contrapporsi alcuni dei più scaltri e capaci squali dell'alta finanza. E la preda in palio è rappresentata dalle Worth Industries, in mano alla famiglia più ricca e blasonata della zo-na. Rafe ne reclama il possesso e, aiutato dal fratello Chase e dai suoi più fidati collaboratori, dà inizio al-la scalata. Ma cos'ha davvero in mente? Forse una vendetta meditata per anni. Oppure c'è di mezzo l'amore di una donna? Quello che è certo è che per l'idilliaca cittadina e per i suoi abitanti niente sarà più lo stesso. Intrighi, passioni, segreti e rancori sepolti per anni esplo-dono in un crescendo tumultuoso mentre la lotta per il potere a mano a mano lascia il posto a una con-quista più difficile, ma più dolce e duratura. Quella del cuore. A giugno non perderti UNA RIVALITÀ CHE CONQUISTA di Catherine Mann e scopri, questo mese, su www.eharmony.it, un altro tassello del primo, indimenticabile amore di Rafe.

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LA SCALATA I PROTAGONISTI

CHASE LARSON - Darebbe la vita per il fratellastro Rafe. Ma quando deve scegliere tra lui e l'amore per l'ereditiera Emma Worth non ha dubbi. ANA RODRIGUEZ - Ha un lavoro nuovo di zecca che l'aspetta a Vista del Mar. Sempre che impari a colla-borare con una star della musica del calibro di Ward Miller. GILLIAN MITCHELL - Il giornalismo è la sua vita e la ricerca della verità il suo credo. Per l'amore non ha tempo, almeno prima di incontrare Max Preston. WILLIAM TANNER - Il direttore finanziario di Rafe ha una nuova assistente, Margaret Cole. Peccato che gli servirebbe di più una fidanzata temporanea. BRANDON DILSON - Non ama la luce dei riflettori e preferisce che non si sappia che è il rampollo ribelle dei Worth. Paige Adams, però, la pensa diversa-mente. RAFE CAMERON - È tornato a Vista del Mar per prendersi tutto: le Worth Industries, la vendetta che pregusta da anni. E Sarah Richards, il suo primo, grande amore.

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L'uomo aveva gli occhi più blu che Paige Adams avesse mai visto. Per non parlare di bicipiti micidiali, spalle larghe e del-la rude bellezza, tipica degli americani, che mandava in e-stasi le donne. Lei compresa. E anche se, di solito, non le piacevano gli uomini barbuti e baffuti, i baffi tagliati con cura e il pizzo a punta facevano la loro figura. Anzi, pote-va giurare che la temperatura del suo ufficio si fosse alza-ta di dieci gradi nell'istante in cui la sua assistente, Cheryl, l'aveva fatto entrare. «Paige, lui è Brandon Dilson» annunciò Cheryl. «L'ha mandato Ana Rodriguez.» Paige chiuse il suo PC, lisciò il davanti del blazer di Kay Unger e lanciò un'occhiata alla propria immagine, ri-flessa nel portamatite cromato, per essere sicura che lo chignon fosse ancora in ordine. Lo era, naturalmente. An-dava orgogliosa del proprio aspetto. Come consulente di immagine, il suo lavoro esigeva che fosse sempre impec-cabile. Si alzò dalla poltrona, si incollò sul volto un sorriso professionale ma cordiale e tese la mano. «È un piacere fare la sua conoscenza, signor Dilson.» Lui gliela avviluppò nella propria, tanto più grande, in una stretta energica, possessiva, e quando i suoi occhi blu oceano la fissarono e la sua bocca dalla linea sensuale si incurvò in un sorriso corredato di fossette – Dio, quanto

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adorava le fossette – Paige rischiò di dimenticare perfino il proprio nome. I capelli biondi erano ondulati naturalmente e un po' arruffati. Abbastanza lunghi da sfiorargli il colletto della camicia. Il genere di capelli nei quali una ragazza fanta-stica di infilare le dita. Indossava un paio di jeans sbiaditi, una T-shirt blu cobalto e stivali da cowboy. Nel comples-so, aveva un aspetto favoloso. «Il piacere è tutto mio, signora.» Dal sorriso si capiva che era sincero. Quando Ana, la direttrice de La speranza di Hannah, la fondazione per l'alfabetizzazione della gente del posto, l'aveva chiamata per avvertirla che le avrebbe mandato il loro allievo più importante per un consulto, Paige si sa-rebbe aspettata tutto tranne un cowboy macho. Alle sue spalle, Cheryl si morse il labbro e si fece ven-to, con discrezione, al volto paffuto; Paige capì a che cosa stava pensando. Chi è questo tipo, e dove posso procurarmene uno? «Gradisce qualcosa da bere, signor Dilson?» chiese Cheryl. «Caffè, tè, acqua?» Lui si voltò e le sorrise. «No, grazie, signora.» Ben educato, anche. Non guastava. Paige indicò la sedia di fronte alla scrivania. «La pre-go, si accomodi.» Lui si sedette, accavallando una lunga gamba sopra l'altra, in apparenza del tutto a proprio agio. Se i problemi di analfabetismo o la mancanza di istruzione lo metteva-no in imbarazzo, di sicuro non lo lasciava vedere. Paige si lisciò la gonna e si sedette sul bordo della sua poltrona. «Credo che questa sia la scrivania più sgombra che io abbia mai visto» commentò il signor Dilson, appoggian-do i gomiti sui braccioli della sedia e unendo le punte del-le dita. «Mi piace l'ordine» replicò Paige. Al punto da essere compulsiva. Se avesse avuto uno psicoterapeuta, era pro-

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babile che le avrebbe spiegato che era la diretta conse-guenza della sua caotica adolescenza. Ma il suo passato era quello che era, e ripercorrerlo con un professionista di salute mentale non l'avrebbe cambiato. «Me ne rendo conto» disse lui, e qualcosa nel modo in cui la studiava le mise voglia di dimenarsi sulla poltrona. «Mi risulta che, al gala de La speranza di Hannah, le verrà conferito un premio per gli ottimi risultati ottenuti. Congratulazioni.» «Vedendo come ogni studente di scuola elementare può fare quello che io ho appena imparato, non mi sem-bra che ci sia niente di eccezionale, ma loro hanno insisti-to.» Affascinante, educato e umile. Non c'era niente che Paige detestasse di più di un uomo arrogante. E ne aveva conosciuti parecchi. «Ana le ha spiegato che cosa faccio per la fondazio-ne?» «Non esattamente.» «Organizzo eventi e sono una consulente di immagi-ne.» Un sopracciglio si inarcò appena. «Una consulente di immagine?» «Aiuto la gente a curare il proprio aspetto e a sentirsi bene con se stessa.» «Be', senza offesa, io sono molto soddisfatto di me stesso così come sono.» E aveva tutti i motivi di esserlo. Ma, per esperienza, Paige sapeva che tutti erano passibili di miglioramenti. «Si è mai trovato sotto le luci della ribalta, signor Dil-son? Ha mai tenuto un discorso da un palco?» Lui scosse la testa. «No, signora.» «Allora, il mio compito è di darle un'idea di che cosa deve aspettarsi quando riceverà il premio. Di prepararla per l'atmosfera formale del gala. Del quale sono anche l'organizzatrice.» «Perciò, in altre parole, baderà che io non faccia una

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brutta figura. O non la faccia fare alla fondazione.» Paige non pensava che sarebbe stato un problema. Con la sua bellezza, avrebbe dominato il palcoscenico. Poteva capire come mai Ana avesse scelto di servirsi di lui per pubblicizzare la fondazione. «Perciò, lei si sente a suo a-gio.» «Be', non impazzisco per le folle. Di solito preferisco i faccia a faccia, se capisce quello che voglio dire» conclu-se lui, strizzando l'occhio. Se cercava di innervosirla, ci stava riuscendo. Paige prese un bloc-notes e una penna dal primo cas-setto della scrivania. «Perché non mi dice qualcosa di più di sé?» «Non c'è molto da dire. Sono nato in California e sono cresciuto in giro per il paese. Ho passato gli ultimi quat-tordici anni lavorando in un ranch.» Lei ebbe la netta sensazione che ci fosse molto di più nella sua vita. Per esempio, come fosse arrivato all'età a-dulta senza imparare a leggere. Ma non avrebbe saputo come formulare la domanda. La speranza di Hannah era un cliente da sogno. Poteva contribuire al successo della sua ditta, Premier Image & Planning LLC. L'ultima cosa che voleva era di offendere il loro allievo più meritevole. Scelse con cura le parole. «Come mai ha deciso di av-valersi dell'aiuto della fondazione, signor Dilson?» «Mi chiami Brandon» replicò lui, con quel suo sorriso disinvolto. «In realtà, credo che lei voglia sapere come mai un uomo può arrivare a trent'anni senza saper legge-re.» Anche se aveva problemi di analfabetismo, l'intelligen-za non gli faceva difetto. «Come mai?» «Mia madre è morta quando ero giovane e mio padre lavorava nei rodeo, così viaggiavamo molto quando ero bambino. Quando riusciva a iscrivermi a una scuola, non ci fermavamo mai abbastanza a lungo in un posto perché imparassi qualcosa.» Era triste pensare dove sarebbe potuto arrivare con una

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istruzione adeguata. «E che cosa l'ha spinta a cercare aiu-to?» «Il mio capo mi ha detto che mi avrebbe nominato manager del ranch, ma dovevo imparare a leggere me-glio. Perciò, eccomi qui.» «È sposato?» «No.» «Figli?» «No, che io sappia.» Paige gli lanciò un'occhiata, e quel sorriso seducente gli incurvò di nuovo gli angoli della bocca. Si chiese se a-vesse idea di quanto era affascinante. «Stavo scherzando.» Oh già, aveva capito. «Quindi, è un no?» «Niente ragazzini.» «Nessuno d'importante?» Un sopracciglio scattò in alto. «Perché? Il posto le in-teressa?» Oh, lui non poteva nemmeno immaginarlo, ma lei ave-va giurato tanto tempo prima, quando, grazie all'ultimo compagno scroccone di sua madre, erano state buttate fuori a calci dalla loro squallida roulotte e costrette a vi-vere in un ancora più squallido ricovero per donne, che a-vrebbe frequentato soltanto uomini istruiti e di sicuro suc-cesso finanziario. Il genere di uomini che non le avrebbe-ro rubato dalla borsetta l'affitto del mese seguente per ac-quistare droghe o whisky scadente, o per perderlo gio-candolo su un cavallo sicuro. Non che avesse motivo di credere che Brandon asso-migliasse agli uomini perdenti di sua madre. Era sicura che fosse un tipo a posto. Ed era incredibilmente piacevo-le a guardarsi. Soltanto, non era il tipo di uomo con cui sarebbe mai uscita. A parte la sua situazione finanziaria, era troppo... troppo sexy e affascinante. Non cercava qualcuno che le facesse perdere la testa. Quello che vole-va era un uomo responsabile, fidato. Un uomo dedito alla carriera come lo era lei. Un suo pari. Uno che potesse

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prendersi cura di lei in caso di necessità. Finora non era mai capitato, naturalmente. Aveva sempre badato a se stessa, ma non guastava avere un piano di riserva. «Mi chiedevo soltanto se le occorresse un secondo bi-glietto per il gala.» «No, signora. Non mi occorre.» A lei non sfuggì che era riuscito a rispondere evitando, tuttavia, l'argomento del nessuno d'importante. Non che fosse rilevante saperlo. Anzi, forse era meglio ignorarlo. «Suppongo che non possieda uno smoking.» Lui rise. «No, signora, non lo possiedo.» Il signora era destinato a vita breve. Lei posò la penna. «Mi chiami Paige.» «D'accordo... Paige.» Qualcosa nel modo in cui pronunciò il suo nome la fe-ce avvampare. Anzi, stava cominciando a sudare sotto il tailleur. Era indispensabile controllare il termostato. Forse l'aria condizionata si era guastata. Oppure il suo termostato interno era andato in tilt. Resistette all'impulso di farsi vento al volto. «Mancan-do meno di un mese al gala, la prima voce sulla nostra a-genda è di prenderle le misure per uno smoking a nolo.» «Con il dovuto rispetto, non rientra nel mio budget.» Lei liquidò le sue preoccupazioni con un gesto della mano. «Sono sicura che la fondazione può accollarsi la spesa.» Lui si accigliò. «Non cerco elemosina.» «La speranza di Hannah è una fondazione filantropi-ca. Quello che facciamo è aiutare la gente. E il gala ri-chiede l'abito da sera.» L'espressione di Brandon si incupì. «È legale?» Quell'improvviso cambiamento, da scherzoso a sospet-toso, la incuriosì. «Non sono sicura di capire che cosa in-tenda.» «Una fondazione che combatte l'analfabetismo e no-leggia smoking per la gente?» Paige non aveva considerato la questione da quel pun-

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to di vista. Ma dubitava che sarebbe stato un problema. «Ne parlerò con Ana. Sono sicura che troveremo una so-luzione.» La risposta parve soddisfare Brandon. E anche se il suo comportamento era un po'... strano, Paige lo attribuì a semplice orgoglio maschile. Si augurava che accettasse l'aiuto della fondazione perché sarebbe stato un peccato perdersi l'occasione di vedere Brandon in smoking. Avrebbe fatto un figurone. Anche se non dubitava che sarebbe stato perfino meglio con niente addosso. E le cose che, probabilmente, poteva fare con quel corpo... «Allora, facciamolo.» Farlo? Paige inspirò a fondo. Non l'aveva detto a voce alta, vero? No, no di certo. Che sapesse leggere nel pen-siero? «Chi... chiedo scusa?» «Ha detto che doveva prendermi le misure per lo smo-king, non è così? Andiamo.» Oh, lo smoking. «Sì, certo.» «Che cosa pensava che intendessi dire?» Lei si rifiutava di rispondere perché sarebbe stato umi-liante. «Niente. Soltanto... non è così urgente.» Lui si protese sulla sedia. «Mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi, giusto?» «Be', sì. Ma...» Corrugando la fronte, Paige aprì il suo PC per controllare il calendario dei suoi appuntamenti. «Ci sono diverse telefonate che intendevo fare oggi po-meriggio.» Lui la guardò socchiudendo gli occhi. «Mi faccia indo-vinare, lei è il tipo di donna che programma la sua giorna-ta di lavoro fino all'ultimo minuto.» L'aveva detto come se lei fosse stata uno scherzo di na-tura. Avendo uno stile di vita così spontaneo e... disinibi-to, non poteva capire le pressioni del mondo degli affari. Tuttavia lei non era del tutto refrattaria ai compromessi. Di solito pretendeva diversi giorni di preavviso per quel genere di appuntamenti, ma se faceva slittare qualche im-

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pegno e restava un'ora di più in ufficio, poteva farcela. Non era come se a casa ci fosse ad aspettarla qualcuno. Neanche un gatto. Ai quali era allergica e, considerando le ore che passava in ufficio, non aveva il tempo per oc-cuparsi di un cane. «Suppongo di riuscire a inserirla, ma prima dovrò scambiare una parola con Cheryl.» «Che cosa ne dice di incontrarci fuori?» «Certo. Mi ci vorrà un minuto.» Si alzarono contemporaneamente. Anche se calzava un paio di scarpe con sette centimetri di tacco, lui la supera-va di una quindicina di centimetri. Di solito non si lascia-va intimidire dagli uomini alti, anzi da nessuno, ma c'era in lui qualcosa che la innervosiva. Il fatto di dovergli pas-sare accanto per arrivare alla porta la metteva in agitazio-ne. Che cosa pensava che avrebbe fatto? Che l'avrebbe presa tra le braccia e poi baciata? Se soltanto... Avere vicino un uomo così sfacciatamente sexy le ri-cordava che ormai da molto tempo non era oggetto di at-tenzioni maschili. Negli ultimi mesi era stata troppo im-pegnata. E il sesso? Diamine, non riusciva nemmeno a ri-cordare quando era stata l'ultima volta che aveva fatto sesso. Di cui valesse la pena ricordarsene. Che tristezza. Non aveva dubbi che il signor Dilson avrebbe potuto mettere una piacevolissima fine a quel periodo di astinen-za. Ma non era materiale adatto a una relazione e, da par-te sua, lei non era il tipo di donna da avventure di una notte. Inoltre, non mescolava mai il lavoro con il piacere. Tutto considerato, aveva tutto da guadagnare a fare il proprio dovere e a tenersi quanto più possibile alla larga da Brandon Dilson. Chiunque avesse sostenuto che fingersi un cowboy i-gnorante per distruggere la reputazione di un rivale non a-

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veva i suoi vantaggi, era ovvio che non avesse mai incon-trato Paige Adams. Brandon Worth – o Brandon Dilson come lo conosce-va il personale de La speranza di Hannah – si appoggiò alla portiera del suo furgone, imbevendosi del sole cali-forniano e riflettendo su quel nuovo sviluppo. Quando a-veva deciso di infiltrarsi ne La speranza di Hannah per rivelare che la fondazione era una frode, sedurre una delle sostenitrici non rientrava nei suoi piani, ma un uomo non poteva tirarsi indietro davanti a certe occasioni. Forse, stabilendo un contatto più intimo con la signori-na Adams avrebbe scoperto a quali famigerate pratiche si doveva il successo de La speranza di Hannah, e così, fi-nalmente, avrebbe potuto sotterrare il suo fondatore, Rafe Cameron. Se non avesse scelto di vivere nel ranch di famiglia, malgrado la salute malferma del padre, forse Rafe non a-vrebbe portato a termine la scalata alle Worth Industries, la fabbrica che apparteneva alla famiglia da generazioni. Correva voce che Rafe intendesse chiuderla e venderla a pezzi, con la conseguenza che più della metà degli abitan-ti di Vista del Mar sarebbero rimasti disoccupati. Bran-don non poteva evitare di sentirsi personalmente respon-sabile. Adesso era deciso a fare ammenda. Servendosi de La speranza di Hannah, intendeva sma-scherare Rafe per l'imbroglione che era. Purtroppo, la vo-lontaria con cui aveva lavorato negli ultimi due mesi non sapeva in pratica niente dei meccanismi interni della fon-dazione. E lui era stato attento a tenersi alla larga dall'uf-ficio, per timore di incontrare sua sorella, Emma, che fa-ceva parte del consiglio di amministrazione. In quindici anni, non era cambiato al punto che lei non l'avrebbe ri-conosciuto. Paige Adams poteva essere il suo asso nella manica. Lei uscì dall'edificio estraendo degli occhiali da sole firmati da una borsetta altrettanto firmata e infilandoli. Era chiaro che aveva un debole per i marchi prestigiosi.

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Di solito, non era quello il suo tipo, ma non poteva es-sere peggiore della sua ex fidanzata, una vampira a caccia di soldi. E quando si erano stretti la mano, erano sprizzate così tante scintille che lui aveva dato per scontato che la superficie della sua ordinata scrivania si sarebbe incen-diata. Brandon sospettava che, sotto il tailleur griffato e una facciata di elegante raffinatezza, si nascondesse una don-na dal carattere passionale, che fremeva dalla voglia di essere liberata. E lui sarebbe stato più che felice di darle una mano. Di infilare le dita nei suoi capelli biondi e di scompigliare quel perfetto chignon. Di cancellare a furia di baci quel rossetto applicato con cura impeccabile. Era chiaro che la innervosiva, un particolare che avreb-be sfruttato a proprio vantaggio. Paige lo individuò e gli si avvicinò. Sapeva esattamen-te dove stava andando e come intendeva arrivarci. Brandon sorrise. Era tutto da vedere. Mentre lei si avvicinava, aprì la portiera dalla parte del passeggero e la invitò a salire. «Salti dentro.» Paige si arrestò di colpo, battendo le palpebre dietro gli occhiali. «Oh, ehm... pensavo che ci saremmo incontrati là.» «È inutile sprecare benzina se siamo diretti allo stesso posto. Inoltre, a quest'ora del giorno, parcheggiare è una sofferenza.» Lei esitò. Forse perché, supponendo che non sapesse leggere bene, riteneva anche che non fosse molto abile al volante. Oppure, preferiva semplicemente avere il con-trollo della situazione. Brandon le rivolse il più affascinante dei suoi sorrisi. «Non si fida di me?» Poteva vedere il suo cervello che lavorava per trovare una risposta che non offendesse l'allievo migliore della fondazione. Quindi lei sbirciò all'interno del furgone. Brandon non avrebbe saputo dire che cosa pensava di trovarci. Forse temeva di sporcare i suoi abiti firmati.

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Quello che indossava doveva esserle costato almeno la paga di una settimana. Oppure era una ragazza da fondo fiduciario. Del genere con un paparino che soddisfaceva ogni suo capriccio. «La porterò indietro tutta d'un pezzo» la rassicurò. «Promesso.» Alla fine, annuendo, lei salì. Un'impresa con i suoi tac-chi alti, così lui le mise una mano sotto il gomito per dar-le una spinta, e il gesto gli offrì una deliziosa visione di una coscia fasciata in una calza di nylon e – ohibò – quel-la era una giarrettiera? La signorina Adams era una ra-gazza all'antica. «Si allacci la cintura» disse, prima di chiudere la por-tiera e fare il giro per andare a mettersi al volante. Una volta salito, prese dal cruscotto i suoi occhiali da sole ac-quistati ai grandi magazzini. Pur non essendo un patito di marchi, gli mancavano i suoi Ray-Ban. «Dove si va?» «Il negozio è a pochi isolati da qui, non lontano da Vi-sta Way» rispose lei, ancor più nervosa di quanto lo era in ufficio. «Sa arrivarci?» «Certo.» Anche se mancava da Vista del Mar da quan-do aveva quindici anni, età nella quale suo padre l'aveva spedito in collegio, Brandon si trovava in città abbastanza a lungo da poterla girare senza perdersi. Non era cambia-ta molto. Uscì in retromarcia dal parcheggio e si inserì nell'intenso traffico pomeridiano. Paige sedeva impaccia-ta all'estremità opposta del sedile, con la schiena rigida e le mani strette a pugno. Brandon guardò fuori dal finestrino per nascondere un sorriso. Lei era chiaramente il tipo di donna che privilegiava l'ordine e la disciplina. Magari non sarebbe stato molto e-tico, ma mentre la spremeva per cavarne informazioni utili, forse avrebbe potuto divertirsi a mandare fuori asse il suo mondo.

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- Passione senza rivali di Michelle Celmer

Brandon Dilson vuole impedire che l'attività di famiglia a Vista del Mar venga rilevata da un imprenditore senza scrupoli. Così decide di crearsi una nuova identità e infiltrarsi... LA SCALATA.

- Una scottante eredità di Rachel Bailey

JT Hartley ha l'opportunità di prendersi una rivincita sul passato impugnando il testamento del padre, che non ha voluto ricono-scerlo. I suoi propositi, però, vengono fermati da Pia Baxter.

- Compromesso tra le lenzuola

di Maureen Child

Per Tate nulla è più importante dell'onore. Quando scopre che Gemma, la donna che ama intensamente, lo ha tradito, non esi-ta a escluderla dal suo cuore. Ma per salvare le apparenze...

- Le regole del milionario

di Emilie Rose

Tanner King non pensava che l'acquisto di una nuova casa po-tesse causargli tanti problemi. Invece, quando alla porta si pre-senta come domestica la sexy Ivy... I SIGNORI DELLA CALIFORNIA.

- Scandalo nell'alta società di Maxine Sullivan

Hannah non intende farsi mettere i piedi in testa da nessuno. E Wyatt non fa eccezione. Sa benissimo che lui è senza scrupoli, anche se indossa i panni dell'affarista integerrimo. E seducente.

- Nobile seduzione di Anna DePalo

Quando si sveglia in un hotel di Las Vegas con un anello al dito, la sorpresa di Belinda non potrebbe essere più grande. Ed è an-cora più sconvolta appena scopre che suo marito è Colin.

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- Una rivalità che conquista di Catherine Mann

Rafe è tornato e a Vista del Mar nulla sarà più come prima. Ar-rogante e spregiudicato, intende piegare ogni persona al suo vo-lere. Peccato, però, che Sarah, la sua ex fidanzata... LA SCALATA

- Seduzione in giacca e cravatta di Jules Bennett

Zach sa esattamente cosa vuole e quali strategie adottare per soddisfare le sue brame, sul lavoro e in camera da letto. Ma quando inizia a collaborare con la bella Ana... AFFARI MILIONARI

- Il prezzo dell'onore

di Maureen Child

Per sottrarsi al matrimonio combinato con Nathan Case, Emma decide di lasciare la sua casa e iniziare una nuova vita. Ma non ha fatto i conti con la testardaggine del promesso sposo...

- Scommessa milionaria

di Emilie Rose

Rafe King è un abile giocatore, ma stavolta la fortuna lo ha ab-bandonato. Per onorare una scommessa deve fingersi un comune manovale, alle dipendenze di Katie... I SIGNORI DELLA CALIFORNIA

- Moglie per passione di Cat Schield

Xavier non le ha mai confessato di essere già fidanzato, e Me-gan quindi si sente autorizzata a lasciarlo. Se davvero lui la vuo-le nella sua vita, dovrà scegliere tra lei e l'onore della famiglia.

- Sua maestà il ribelle di Jennifer Lewis

Il principe AJ Rahia deve tornare in patria per adempiere ai propri doveri. Quando scopre che per salire al trono dovrà spo-sare Lani, il suo primo amore e sogno proibito... REALI E RIBELLI

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