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Per una nuova idea di territorio DDLR RIORDINO DEL SISTEMA REGIONE-AA.LL. DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 4 luglio 2014 avv. Paolo Panontin Assessore alla funzione pubblica, autonomie locali e coordinamento delle riforme del Friuli Venezia Giulia

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Per una nuova idea di territorio

DDLRRIORDINO DEL SISTEMA

REGIONE-AA.LL. DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

4 luglio 2014

avv. Paolo Panontin

Assessore alla funzione pubblica, autonomie locali

e coordinamento delle riforme del Friuli Venezia Giulia

PERCHÉ RIFORMARE?

Perché la società è cambiata e con essa devono cambiare gli enti locali e l’idea di territorio.

PERCHÉ RIFORMARE?

Anni ‘60

COME ERAVAMO

2014

COME SIAMO

� RIVOLUZIONE DEMOGRAFICA

nuova composizione della popolazione: molti più anziani, pochi nuovi nati, popolazione straniera, composizione delle famiglie, ecc.

LA SOCIETÀ È CAMBIATA

� LOCALIZZAZIONE SERVIZI E ATTIVITÀ PRODUTTIVE:

� diversa distribuzione territoriale della popolazione che gravita in un’area per motivi di studio e lavoro (flussi di pendolarismo, mercati del lavoro, ecc.) e delle attività produttive; variazioni nella localizzazione dell’offerta di servizi pubblici e relativo assetto istituzionale: scuole e università, presidi residenziali socio-assistenziali, istituti bancari, ecc.

LA SOCIETÀ È CAMBIATA

� TELECOMUNICAZIONI E TECNOLOGIE INFORMATICHE, TRASPORTI, MOBILITÀ, LAVORO, SANITÀ, DIRITTI, ECC. HANNO TRASFORMATO IL NOSTRO MODO DI VIVERE.

LA SOCIETÀ È CAMBIATA

� CRISI ECONOMICA e scarsità di risorse

� PATTO DI STABILITÀ interno

� TROPPI LIVELLI AMMINISTRATIVI, sovrapposti o in conflitto tra loro

� COSTI ECCESSIVI NEL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA LOCALE, in particolare per le spese delle classi politiche e per le società pubbliche e miste di dubbia utilità

� INADEGUATEZZA DI MOLTI PICCOLI COMUNI che non sono in grado di fornire i servizi richiesti dai cittadini

CRISI ECONOMICA

ieri oggi

PICCOLO NON È PIÙ BELLO

Già dal 2007 nell’Unione europea (Agenda Territoriale dell’Unione) è andata prefigurandosi una nuova visione, quella di un’Europa delle varietà, la varietà e centralità del territorio come segno distintivo del nostro continente.

EUROPA DELLE VARIETÀ

È NECESSARIO, ALLORA, RIDEFINIRE I SISTEMI TERRITORIALI, UNA NUOVA IDEA DI TERRITORIO, DOVE I LIVELLI AMBIENTALE, ECONOMICO, SOCIALE E CULTURALE COINCIDANO E TROVINO LA GIUSTA DIMENSIONE, IN TERMINI DI ESTENSIONE, ADEGUATEZZA, EFFICIENZA ECONOMICA, COESIONE SOCIALE, INCLUSIONE E FLESSIBILITÀ.

Al servizio di gente unica

Analisi socio-economica per lo

sviluppo di progetti di

riorganizzazione sovracomunale

-alcuni dati-

Direzione generale

La frammentazione territoriale, le dinamiche della popolazione e delle attivitàproduttive e la distribuzione della ricchezza incidono profondamente sull’assetto e sullaspesa delle amministrazioni comunali. Tra i fattori che maggiormente condizionanol’esercizio delle attività di programmazione ed erogazione dei servizi pubblici locali vi è la“taglia” demografica: enti territoriali piccoli non riescono a sfruttare le economie di scalae di scopo (*) nella produzione dei servizi alla popolazione se non a fronte di costi moltoelevati.

Di seguito alcune elaborazioni su dati contenuti nei Certificati di Conto di bilancio.

(*) Assenza di una soglia minima sufficiente a svolgere determinate politiche da cui deriva la difficoltà a sviluppare le economie di varietà (scope economies).

Economie di scala e di scopo

Analisi della spesa

Spesa corrente procapite per principalifunzioni di spesa deicomuni del FVG

(valori in euro correnti, media2011-2012).

0

500

1.000

1.500

2.000

0

200

400

600

800

1.000

fino a 1.000 da 1.001-3.000

da 3.001 -5.000

da 5.001-10.000

oltre 10.000 capoluoghi

Polizia locale Amm.generaleViabilità e dei trasporti Organi istituzionaliIstruzione Settore socialeSettore sportivo e ricreativo CulturaTotale spesa corrente (asse dx)

All’aumentare della dimensionedemografica dei comuni diminuisce laspesa pro capite per le funzioni diamministrazione, a prova dellerealizzazione di economie di scala inambito gestionale. Ciò vale per tutti icomuni ad esclusione dei capoluoghi,per i quali, invece, la maggior incidenzadella spesa è attribuibile alla maggiorecomplessità delle funzioni svolte.

Fonte: Certificati di Conto di Bilancio

Analisi della spesa

Spesa corrente pro capite per principali funzioni di spesa dei comuni del FVG –dettaglio (valori in euro correnti, media 2011-2012).

850,8

295,5

0

200

400

600

800

1.000

Amministrazione generale

130,6

447,3

0

200

400

600

Settore sociale

104,7111,1

0

50

100

150

Istruzione pubblica

24,2

52,2

0

25

50

75

Polizia locale

Fonte: Certificati di Conto di Bilancio

Analisi della spesa

Spesa corrente pro capite per principali funzioni di spesa dei comuni del FVG –dettaglio (valori in euro correnti, media 2011-2012).

158,2

50,6

0

50

100

150

200

Viabilità e trasporti

41,2

68,9

0

25

50

75

100

Cultura

Fonte: Certificati di Conto di Bilancio

Analisi della spesa

Spesa per il personalenei comuni del FVG(in % sul totale spesa corrente,media 2011-2012).

Spesa personale su spesa corrente

32,4 - 42,9 (45)

29,8 - 32,4 (37)26,9 - 29,8 (45)

23,9 - 26,9 (46)

12,7 - 23,9 (45)

Fonte: ns. elaborazioni su dati Certificati di Conto di Bilancio

Analisi della spesa

Spesa per investimentinei comuni del FVG(spesa pro capite a valori correnti,euro, media 2011-2012).

Fonte: ns. elaborazioni su dati Certificati di Conto di Bilancio

Spesa conto capitale pro capite

820 - 10.460 (49)

420 - 820 (41)

270 - 420 (37)

180 - 270 (44)

60 - 180 (47)

Analisi delle entrate

Indicatori di finanza locale per tipologia di comune(spesa pro capite a valori correnti, euro, media 2011-2012).

Fonte: ns. elaborazioni su dati Certificati di Conto di Bilancio

tributaria,

anno 2012

finanziaria,

anno 2012

fino a 1.000 17,2 35,7 300,7 29,8

da 1.001-3.000 29,8 47,0 279,9 75,0

da 3.001 -5.000 35,2 52,2 300,5 79,2

da 5.001-10.000 37,7 57,2 400,5 80,0

oltre 10.000 31,5 52,2 429,7 87,0

capoluoghi 32,1 52,8 483,8 75,0

29,3 47,6 390,1 67,9FVG

Entrate tributarie

pro capite

(media 2011-12,

euro)

Comuni che hanno

deliberato

l'addizionale IRPEF

(anno 2012, in %)Classificazione

Autonomia (in %)

Dimensione

demografica

Comuni del FVG chehanno deliberatol’addizionale all’IRPEF.Anno 2012

Comuni con addizionale irpef 2012

addizionale deliberata (148)

addizionale non deliberata (70)

UN ESEMPIO:IL CAMPOSAMPIERESE

11 COMUNI 1 FEDERAZIONE DI COMUNI 1 INTESA PROGRAMMATICA

SECONDO ESEMPIO:UNIONE DEI COMUNI

DELLA BASSA ROMAGNA

9 COMUNI + DI 100.000 ABITANTI479,55 KMQ

I SERVIZI DELL’UNIONE

COSA ABBIAMO FATTO?

IL MOSAICO DELLE RIFORME

� aggregazioni comunali

� Legge regionale 5 dicembre 2013, n. - Disciplina delle elezioni comunali e modifiche alla legge regionale 28/2007 in materia di elezioni regionali

� PDLN 1 - Progetto di legge nazionale –Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia), in materia di enti locali e di elettorato passivo alle elezioni regionali. [approvato il 30 gennaio 2014 e trasmesso alle Camere il 6 febbraio 2014]

� Legge regionale 14 febbraio 2014, n. 2 - Disciplina delle elezioni provinciali e modifica all'articolo 4 della legge regionale 3/2012 concernente le centrali di committenza.

� DDLR 37 - Modifiche alla legge regionale 7 marzo 2003, n. 5 (Articolo 12 dello Statuto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Norme relative alla richiesta, indizione e svolgimento dei referendum abrogativo, propositivo e consultivo e all'iniziativa popolare delle leggi regionali)[approvato il 25 marzo 2014 e pubblicato sul BUR il 9 aprile 2014]

� Legge regionale 17 aprile 2014, n. 7 - Disposizioni in materia di dati aperti e loro riutilizzo.

LE LEGGI APPROVATE

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

da fareda fare

DDLR «Riordino del Sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia. Individuazione degli ambiti territoriali ottimali (ATO) per l’esercizio associato di funzioni da parte delle Unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative».

Scelta di non predisporre un TESTO UNICO ma di far seguire, in tempi molto brevi, a questo disegno di legge altri provvedimenti che tratteranno della Finanza locale e dell’Organizzazione del personale.

� I l DDLR offre un solido punto di riferimento - l ’architettura del progetto riformatore - ma al tempo stesso garantisce ai territori, anche nell’ottica della sussidiarietà, un grado significativo di autonomia e autodeterminazione, a partire dalla scrittura dello statuto.

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

I l DDLR parte dalla volontà di mettere alla base del riordino istituzionale le municipalità, ossia i Comuni, prevedendo la loro aggregazione istituzionale e funzionale, cercando la massima condivisione del progetto da parte delle comunità locali.

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

CREARE UN SISTEMA POLICENTRICO PER FAVORIRE LA COESIONE TRA LE ISTITUZIONI

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

INTEGRARE COMUNI MINORI E MAGGIORInella convinzione che più debolezze non fanno una forza, ossia che non basti unire soltanto piccoli comuni tra loro omogenei

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

SÌNO

L’ottica è quella di una Federazioni di Comuni.

L’etimologia della parola esprime molto bene la fi losofia della r iforma:

UNA FEDERAZIONE DI COMUNI

FEDERAZIONE (dal latino foedus, patto, alleanza, unione):un ente costituito dall'associazione di più enti che, in tal modo, pur mantenendo la propria organizzazione, danno vita ad organi unitari per perseguire scopi comuni.

COSA FA IL DDLR?

� COSA: Individua e delimita sul territorio gli ambiti territoriali ottimali (ATO)

� COME: Individua le modalità di costituzione delle Unioni e i l loro sistema di governo

� PER FARE COSA: Individua le funzioni delle Unioni e la modalità del loro esercizio

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

L’ente deve riuscire a sostenere la spesa e deve avere un’adeguata dotazione organica e strumentale.

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

Le funzioni vanno attribuite all’ente più idoneo (Comune, Unioneo Regione) per garantire l ivelli essenziali delle prestazioni uniformi sull’intero territorio regionale.

Gli ambiti territoriali ottimali (ATO) costituiscono l’area territoriale adeguata per la promozione e lo sviluppo del territorio di riferimento e per l’esercizio in forma associata di funzioni comunali, sovracomunali e di area vasta, oltre che per la gestione coordinata dei servizi.

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

Gli ATO sono costituiti da:

� più comuni contigui dal punto di vista territoriale

� territori omogenei, complementari e che si integrano per le loro caratteristiche geografiche, demografiche, di mobilità, ambientali, economiche, socio-culturali e infrastrutturali

� comuni che si integrano dal punto di vista istituzionale

� territori della giusta dimensione per assicurare funzioni e servizi a l ivelli adeguati di economicità e efficacia.

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

È stato attivato un Tavolo tecnico tra tre direzioni centrali (Funzione pubblica, Sanità e Pianificazione territoriale) per identificare comuni

Ambiti Territoriali Ottimali (ATO)

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

AMBITI SOCIO-SANITARI

AMBITI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

AGGREGAZIONI COMUNALI

L’intento è quello di far corrispondere gli ATOcon i Distretti sanitari, gli ambiti socio-assistenziali e con la zonizzazione del Piano di governo del territorio.

Tuttavia, qualora i tre livelli non fossero coincidenti (ad esempio, una funzione non fosse incardinata a livello di Unione), sarebbe fondamentale e sufficiente che venisse mantenuto un certo grado di coerenza tra livello territoriale di esercizio della funzione (frazione o multiplo di Unione) e l’ambito territoriale della corrispondente Unione.

DDLR AGGREGAZIONI COMUNALI

17 ATO

Ambiti Territoriali Ottimali(ATO)

I Comuni inclusi in ciascun ATO costituiscono l ’UNIONE TERRITORIALE INTERCOMUNALE, ente locale dotato di personalità giuridica (unione di Comuni) con proprio statutoe regolamento.

� OBBLIGATORIO far parte dell’UNIONE per i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti (fino a 3.000 abitanti se appartenenti o appartenuti a Comunità montane).Soglia determinata dalla scelta di agire in conformità con quanto previsto a livello nazionale.

� CALDAMENTE CONSIGLIATO per tutti gli altri Comuni: la cui partecipazione all’Unione costituisce condizione per la piena fruizione dei trasferimenti regionali per i l finanziamento dei bilanci.

UNIONI TERRITORIALI INTERCOMUNALI

IL PROGRAMMA ANNUALE DELLE FUSIONI di comuni contiene più progetti.

Ogni progetto è accompagnato da una relazione che illustra gli aspetti legati al territorio, la situazione demografica, socio-economica, patrimoniale e finanziaria degli enti interessati alla fusione, oltre che le modalità di gestione dei servizi e delle funzioni istituzionali e amministrative nel territorio del nuovo Comune.

PROGRAMMA ANNUALE DELLE FUSIONI

Viene introdotto IL PROGRAMMA ANNUALE DELLE FUSIONIApprovato annualmente dalla giunta (in via preliminare entro il 28 febbraio di ogni anno).

� 15 gg. entrata in vigore legge: Sindaco Comune maggiore convoca l ’Assemblea che si riunisce entro 30 giorni.

� 30 gg. entrata in vigore legge: Consigli comunali eleggono i propri rappresentanti nell’assemblea.

� Entro i l 15 gennaio 2015: l ’Assemblea nomina i l Presidente e approva lo Statuto.

� Entro i l 15 febbraio 2015: formazione organi dell’Unione.

� Dal 1 marzo 2015: sono costituite le Unioni territoriali intercomunali.

TEMPI[IPOTESI APPROVAZIONE LEGGE IN AULA IL 30 OTTOBRE 2014

ENTRATA IN VIGORE 10 NOVEMBRE 2014]

� Assemblea

� Presidente

� Direttivo

� Collegio dei revisori

ORGANI DELLE UNIONI

I primi tre organi sono formati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, da amministratori in carica ai quali non possono essere attribuiti retribuzioni, gettoni, indennità o emolumenti in qualsiasi forma percepiti .

L’Assemblea è l ’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo dell’Unione.

È composta da tutti i Sindaci dei Comuni dell’Unione e da un numero di consiglieri eletti dai singoli Consigli comunali (con voto limitato a un nominativo) pari a:

> un consigl iere per i Comuni da 3.001 a 10.000 abitant i ;

> due consiglier i per i Comuni da 10.001 a 15.000 abitant i ;

> tre consigl ier i per i Comuni oltre i 15.000 abitanti ;

> otto consigl ier i nei Comuni capoluogo di provincia.

ASSEMBLEA

COMPOSIZIONE ASSEMBLEA

SIMULAZIONE COMPOSIZIONE ASSEMBLEE

ATO n. Comuni n. componenti

ATO 1 ( Tr i e s t in o ) 6 1 8

ATO 2 ( M o n f a l co n es e ) 8 1 5

ATO 3 ( G o r i z ia n o ) 16 2 5

ATO 4 ( G e m o n e s e ) 1 5 1 8

ATO 5 ( To lm e z z in o ) 2 8 31

ATO 6 ( Ud in e s e ) 9 24

ATO 7 ( Ta r c e n t ino ) 1 1 16

ATO 8 ( C o d ro ip e s e ) 1 1 1 9

ATO 9 ( S a n d a n ie les e ) 1 4 1 9

ATO 10 ( C i v id a le s e ) 17 24

ATO 1 1 ( L a t i s a n e s e ) 1 3 2 0

ATO 1 2 ( C e r v ig n a n e s e - Pa lm a r in o ) 1 8 2 6

ATO 1 3 ( S a nv i te s e ) 8 1 2

ATO 1 4 ( M a n ia g h es e - S p i l im be r gh e s e) 24 31

ATO 1 5 ( S a c i l e s e ) 7 1 5

ATO 16 ( A z z a n e s e ) 7 1 5

ATO 17 ( Po r d e n o n e s e ) 5 1 9

COMPOSIZIONE COMUNI: ETEROGENEA

� numero dei Comuni compresi nell’ATO va da 5 a 28

COMPOSIZIONE ASSEMBLEE:OMOGENEE

� numero dei componenti l’assemblea va da 12 a 31

Il singolo statuto dell’Unione può anche stabilire una diversa composizione dell’Assemblea, purché vengano garantiti i seguenti requisiti:

> rappresentanza di ogni Comune, anche in forma indiretta (per comuni <1.000 abitanti);

> presenza di rappresentanti di minoranze consiliari;

> rappresentanti di un singolo Comune non possono disporre della maggioranza dei voti in seno all’Assemblea;

> numero dei componenti dell’Assemblea non superiore a 40(= numero consiglieri Comuni capoluogo).

> nelle Unioni composte da Comuni in cui sono riconosciute minoranze linguistiche, tutelate da trattati internazionali, è garantita, presso l’Assemblea, la rappresentanza delle predette minoranze.

ASSEMBLEA

I l Piano strategico dell’Unione è uno strumento di programmazione e pianificazione che definisce le azioni e i progetti fondamentali per realizzare lo sviluppo del territorio e della comunità locale

Di durata triennale, è approvato dall’Assemblea dell’Unione ed è aggiornato annualmente.

PIANO STRATEGICO DELL’UNIONE

� I l Presidente è eletto dall’Assemblea tra i sindaci che la compongono.

� I l Presidente è il rappresentante legale dell’Unione e:

� nomina i l Vicepresidente e gl i altr i componenti del Dirett ivo, i l Segretario e i l Direttore generale e può revocarl i ;

� convoca e presiede l ’Assemblea e i l Dirett ivo;

� sovrintende al funzionamento degl i uf fici , attr ibuisce e definisce gl i incarichi dir igenzial i , nomina i responsabil i degl i uf fici e dei serviz i , nomina i rappresentanti del l ’Unione in enti , aziende e ist i tuzioni .

� I l Presidente dura in carica tre anni e può essere sfiduciato dall’Assemblea, secondo le modalità disciplinate dallo statuto.

IL PRESIDENTE

� I l Direttivo è composto dal Presidente, dal Vicepresidente e da un numero di componenti, nominati dal Presidente tra gli appartenenti all’Assemblea, non superiore a quello previsto per i componenti delle giunte dei Comuni con popolazione corrispondente a quella del Unione, ossia:

� 4 assessori per i Comuni fino a 3.000 abitanti;

� 5 assessori per i Comuni fino a 10.000 abitanti;

� 6 assessori per i Comuni fino a 15.000 abitanti;

� 7 assessori per i Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti;

� 11 assessori per i Comuni capoluogo di Provincia.

IL DIRETTIVO

� La nomina dei componenti del Direttivo è effettuata nel rispetto del principio della parità di genere, in modo che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento.

IL DIRETTIVO

Per esigenze connesse al migliore esercizio associato di funzioni e servizi, lo statuto può prevedere forme di gestione per SUB AMBITI territoriali, anche in deroga al criterio di contiguità territoriale. Nei territori classificati montani ex lr 33/2002 possono essere costituiti UFFICI DI VALLATA

� È prevista l’istituzione di uf fici cui assegnare risorse umane e strumentali.

� Viene istituita la Conferenza dei sindaci di sub ambito che nomina un Sindaco che svolge le funzioni di coordinamento.

SUB AMBITI

L’Unione provvede alla determinazione del proprio assetto organizzativo, nonché alla gestione del personale nell’ambito della propria autonomia normativa, organizzativa e finanziaria, secondo i principi stabiliti dalla legge e dallo statuto.

ORGANIZZAZIONE E PERSONALE

DIRETTORE

La gestione di ciascuna Unione è af fidata a un direttore.

� L’incarico di direttore viene conferito dal Presidente, in esito ad una procedura ad evidenza pubblica, a un soggetto in possesso dei requisiti r ichiesti.

� L’incarico di direttore non può avere una durata superiore a quella del Presidente (3 anni) .

� L’incarico di direttore è conferito con contratto di lavoro di dir itto pr ivato a tempo determinato e può essere rinnovato e revocato nei casi e con le modalità previsti dallo statuto.

ORGANIZZAZIONE E PERSONALE

In qualità di organo di consultazione e raccordo fra la Regione e gl i enti locali e al la luce della presente testo di r iforma, r isulta necessario r ivedere anche la composizione del Consiglio delle Autonomie Locali.

CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI

� Non più rappresentanti istituzionali di Comuni e Province

� I Comuni faranno parte del CAL attraverso i l loro rappresentante designato dall’Unione di appartenenza (un sindaco dell ’Unione o suo delegato).

� I componenti del CAL non ricevono alcun compenso dalla Regione.

CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI

Fino all’insediamento del Consiglio delle autonomie locali come disciplinato da questa legge viene prorogato il Consiglio delle

Autonomie Locali attualmente in carica.

Con l ’occasione nel testo si presenta anche una revisione dell’ intera disciplina del CAL in un’ottica di semplificazione e razionalizzazione delle procedure:

� Si attr ibuisce al CAL un RUOLO PROPOSITIVO: concorrere alla programmazione delle polit iche pubbliche di interesse per le AA.LL.

� Attivazione di Commissioni speciali: CAL come attore della fase di programmazione e sede privilegiata del dialogo tra tutti i soggetti coinvolti .

� Semplificazione delle procedure: si evita la frammentazione delle sedi di concertazione.

� CAL come cabina di regia per la valutazione dell’ impatto delle politiche regionali sul territorio: una nuova funzione, in analogia al modello delineato a l ivello statale per i l Senato delle Autonomie.

CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI

L’Unione esercita:

� le funzioni comunali conferite alle Unioni (decisioni assunte dagli organi dell ’Unione);

� le funzioni comunali esercitate in forma associata dai Comuni tramite l’Unione (decisioni assunte dagli organi dei Comuni);

� le ulteriori funzioni volontariamente delegate all ’Unione dai Comuni che ne fanno parte ovvero da altri enti pubblici (decisioni assunte dagli organi dei Comuni);

� le funzioni già attribuite alle Comunità montane;

� le funzioni trasferite da Regione e Province o conferite da altri enti pubblici .

LE FUNZIONI DELL’ UNIONE

I Comuni svolgono in forma associata le attività connesse alle tecnologie dell’informazione e alla comunicazione strumentali all’esercizio delle funzioni e dei servizi citati e condividono, a tale fine, gli apparati tecnici ed informatici, le reti, le banche dati e i programmi informatici a loro disposizione.

FUNZIONI DELL’UNIONE

fatturazione elettronica

fatturazione elettronica

FUNZIONI DELL’UNIONE

Funzioni di polizia locale, protezione civile e polizia giudiziariafunzioni disciplinate da norme di competenza statale per l’applicazione delle quali, in Friuli Venezia Giulia, è necessario un rinvio normativo

All’Unione competono gli introiti derivanti da tasse, tariffe e contributi sui servizi ad essa affidati.

QUANTE FUNZIONI?

� ESPERIENZA DELL’ASSOCIAZIONISMO INTERCOMUNALE:

«Le realtà associative in relazione alle quali è emersa l’effettività di un’amministrazione condivisa sono quelle che hanno scelto di esercitare soltanto un numero ristretto di funzioni e che, quindi hanno avuto modo di seguire al meglio i l cambiamento organizzativo»*.

*da Ana l is i soc io -economica pe r l o sv i l uppo d i p roge t t i d i r i o rgan izzazione sov racomunale , a cu ra de l Se rv i z io p rogrammaz ione , p ian i f i caz ione s t ra teg ica , con t ro l lo d i ges t ione e s ta t i s t i ca , p .21 .

QUANTE FUNZIONI ALL’UNIONE

� ESPERIENZA DELLA BASSA ROMAGNA

QUANTE FUNZIONI ALL’UNIONE

Corrispondono alle «funzioni fondamentali» da esercitarsi obbligatoriamente in forma associata dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti (o 3.000 per quelli delle Comunità montane) elencate nel D.Lgs n.78 del 31 maggio 2010 (convertito in L. n. 122 del 30 luglio 2010).

Restano fuori le funzioni relative a: cultura e beni culturali, sport e attività ricreative, turismo e sviluppo economico.

FUNZIONI COMUNALI ESERCITATE DALL’UNIONE

a) organizzazione generale, finanza, contabilità e controllo

b) servizi pubblici di interesse generale

c) catasto

d) programmazione territoriale di area vasta

e) pianificazione di protezione civile

f) rifiuti urbani e relativi tributi

g) servizi sociali

h) edilizia scolastica e servizi scolastici

i) polizia locale

j) statistica

k) attività produttive, compreso lo Sportello unico

FUNZIONI COMUNALI ESERCITATE DALL’UNIONE

I Comuni, avvalendosi delle rispettive Unioni, esercitano le funzioni nelle seguenti materie:

� energia;

� opere pubbliche;

� procedure espropriative;

� programmazione e gestione dei fabbisogni di beni e servizi in relazione all’attività delle centrali uniche di committenza;

� riscossione tributi

Gli organi dei Comuni conservano la competenza ad assumere le decisioni riguardanti queste funzioni.

FUNZIONI COMUNALI GESTITE IN FORMA ASSOCIATA TRAMITE L’UNIONE

TRASFERIMENTO DI FUNZIONI PROVINCIALI ALL’UNIONE

AMBITO FUNZIONEAgricoltura Rilascio di autorizzazioni alla raccolta del tartufo e dei funghi epigei nonché, per scopi scientifici, dittatici o

officinali, di piante spontanee, di specie di flora regionaleAmbiente La funzione autorizzativa relativa dell’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura e l’autorizzazione allo

scarico di acque reflue urbane Programmazione e realizzazione degli interventi finalizzati all'attuazione degli obiettivi fissati dai piani regionali di miglioramento e di mantenimento della qualità dell'ariaInterventi ed accordi con i Comuni finalizzati alla riduzione dell'inquinamento luminoso e ottico

Controllo e verifica degli interventi di bonifica ed il monitoraggio ad essi conseguenti

Demanio idrico e marittimo

Autorizzazione manifestazioni motoristiche o ciclistiche su beni appartenenti al demanio idrico regionale

Caccia e Pesca Organizzazione dei corsi per il conseguimento dell'abilitazione alla caccia di selezione, per il conseguimento dell'abilitazione all'esercizio venatorio, per il conseguimento dell'abilitazione al prelievo degli ungulati con cani da seguita, per la formazione permanente dei cacciatori, per guardia venatoria volontaria

Funzioni di tutela e manutenzione della fauna selvatica Fiere, Mostre e Mercati

Interventi per celebrazioni pubbliche, fiere, mostre, mercati, rassegne, esposizioni, concorsi, nell' ambito del territorio regionale, che riguardino l' agricoltura o la zootecnia e che rivestano interesse esclusivamente locale

Formazione e Istruzione

Istruttoria domande di concessione assegni di studio

Interventi per l' educazione degli adultiIn relazione all'istruzione secondaria superiore, istituiscono, aggregano, fondono e sopprimono le scuole in attuazione degli strumenti di programmazione e predispongono i servizi connessi alla rete scolastica

Politiche sociali Programmazione e coordinamento interventi a favore delle persone disabili

TRASFERIMENTO DI FUNZIONI REGIONALI ALL’UNIONE

AMBITO FUNZIONE

Demanio idrico e marittimo Rilascio di concessione con finalità turistico-ricreative fino a 6 anni e relativiprovvedimenti di autotutela

Gestione delle concessioni già rilasciate dall’Amministrazione regionale e oggetto di delega

AMBITO FUNZIONE

Agricoltura Contributi per varie finalità (per la promozione dei sistemi razionali di coltivazione e conservazione, ai Comuni per la gestione dei parchi comunali e intercomunali, ai conduttori dei fondi nei biotopi, per lo svolgimento di attività presso le fattorie didattiche, per lo sviluppo dell'apicoltura e dei programmi degli organismi associativi tra apicoltori, ai consorzi forestali pubblici e privati per la gestione e il potenziamento dei beni silvo–pastorali)

Ambiente Smantellamento e recupero rifiuti

Riconoscimento della nomina a guardia giurata degli agenti venatori e della nomina di agenti giurati addetti alla sorveglianza sulla pesca nelle acque interne e marittime

Cultura e Sport Promozione e sostegno iniziative culturali e sportive di interesse sovracomunale

Promozione attività per tutela delle lingue friulana, slovena e tedesca

Sostegno economico per la realizzazione di studi ed attività sulla pace, sulla convivenza tra popoli, sulle popolazioni confinanti

Trasferimento in capo alla Regione dei musei provinciali, unitamente alle risorse economiche relative alla loro gestione e al relativo personale

Lavoro Attività e servizi svolti dai Centri per l'impiego che saranno assorbiti all'interno della costituenda Agenzia regionale del lavoro

TRASFERIMENTO DI FUNZIONI PROVINCIALI ALLA REGIONE

� Entro il 31 dicembre 2014, le Province trasmettono all’Assessore regionale competente in materia di autonomie locali un atto di ricognizione delle attività, delle passività, della situazione patrimoniale e finanziaria, delle risorse umane e strumentali, nonché dei rapporti giuridici pendenti, articolato in relazione alle singole funzioni e ai singoli servizi svolti dall’Ente.

� L’atto di ricognizione viene aggiornato annualmente.

RICOGNIZIONE E PIANI DI DISMISSIONE DELLE FUNZIONI PROVINCIALI

� I l piano di dismissione è il documento che individua, in relazione ad ogni scadenza prevista dal DLLR per il trasferimento delle funzioni provinciali, i procedimenti, le risorse umane, strumentali e finanziarie, i rapporti giuridici attivi e passivi nonché le modalità del loro trasferimento e la loro ripartizione tra gli enti destinatari.

� Ogni trasferimento di funzioni provinciali è accompagnato da un piano di dismissione.

RICOGNIZIONE E PIANI DI DISMISSIONE DELLE FUNZIONI PROVINCIALI

� I l personale trasferito mantiene la posizione giuridica ed economica, con riferimento alle voci del trattamento economico fondamentale e accessorio, in godimento all 'atto del trasferimento, nonché l'anzianità di servizio maturata;

� Le corrispondenti risorse sono trasferite all 'ente destinatario;

PERSONALE TRASFERITO

� I compensi di produttività, la retribuzione di risultato e le indennità accessorie del personale trasferito rimangono determinati negli importi goduti antecedentemente al trasferimento e non possono essere incrementati fino all 'applicazione del contratto collettivo decentrato integrativo sottoscritto conseguentemente al primo contratto collettivo di lavoro stipulato dopo la data di entrata in vigore della presente legge.

� I l personale e le risorse strumentali e finanziarie sono trasferiti dalla Provincia agli enti destinatari a decorrere dal trasferimento delle relative funzioni.

PERSONALE TRASFERITO

� I l personale dell’Unione sarà costituito da:

a) personale proveniente dai Comuni, in relazione alle funzioni comunali esercitate;

b) personale delle Comunità montane;

c) personale delle Province in relazione alle sole funzioni trasferite;

d) personale regionale, in relazione alle funzioni regionali trasferite.

I l personale dei Comuni, delle Province e della Regione sarà progressivamente trasferito all’Unione di destinazione contestualmente alla decorrenza dell’esercizio delle funzioni trasferite.

PERSONALE DELL’UNIONE

� Con la costituzione delle Unioni vengono soppresse le Comunità montane. Le Unioni subentrano nel patrimonio e nei rapporti giuridici attivi e passivi

� Entro il 28 febbraio 2015 i Comuni sciolgono le Associazioni intercomunali e le Unioni di Comuni istituite con la legge 1/2006

� Entro il 28 febbraio 2015 il Consorzio comunità collinare provvede all’eventuale trasformazione in Unione.

SUPERAMENTO COMUNITÀ MONTANE E ALTRE FORME COLLABORATIVE

Potere sostitutivo

In caso di mancata adozione da parte degli enti locali di atti obbligatori nel termine previsto, la Giunta regionale può dif fidare l’ente a provvedere entro un congruo termine, decorso il quale ha la facoltà di commissariarlo.

I relativi oneri sono a carico dell’ente inadempiente.

POTERE SOSTITUTIVO

� 30 g iugno 2014: r iunione d i maggioranza

� 4 lugl io ‘14: general ità su s tato de l l ’ar te g iunta regionale

� 8 lugl io ’14 (matt ino) : presentazione a ANCI , UPI , UNCEM

� 10 lugl io ’14 (pomeriggio) : presentazione a OO.SS. I l ive l lo

� data da indiv iduare: presentazione a organizzazioni d i Categor ia (Confindustr ia, CNA , Confar t ig ianato, ecc. )

� 1 8 o 25 lugl io ’14 : approvazione pre l iminare DDLR g iunta regionale

� 21 o 28 lugl io ‘14: i l lustrazione DDLR a l CAL

� 1-5 set tembre ‘14: commissione CAL

� 9 settembre ‘14: CAL def init ivo

� 1 2 settembre ’14: approvazione defin it iva DDLR g iunta regionale

� 16 settembre ’14: deposito DDLR Consig l io regionale

� 23 settembre ’14: i l lustraz ione DDLR V Commissione e approvazione ca lendario aula

� 13-17 ot tobre ’14: commissione

� 28-30 ot tobre ’14: DDLR in aula

CRONOPROGRAMMA

GRAZIEa tutti quelli che hanno lavorato per costruire questo Disegno di legge o che hanno collaborato a dettagliarnei contenuti.

Un ringraziamento particolare agli uf fici della mia direzione.