dei conti pubblici di monti, già firmato dal presidente...

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ECONOMIA 2 VENERDÌ 23 DICEMBRE 2011 LA CRISI FINANZIARIA Approvato l’intervento di risanamento dei conti pubblici di Monti, già firmato dal presidente Giorgio Napolitano I calcoli della Cgia di Mestre su quanto aumenterà la pressione fiscale su tre famiglie tipo IL DOSSIER. Le misure del governo LA MANOVRA è legge dello Stato, con una corre- zione da 20 miliardi sulla quale le tasse pesano per circa il 90%. Il presidente della Repubblica, Napo- litano, ha firmato in serata il decreto licenziato nel pomeriggio dal Senato e votato da una maggioran- za schiacciante: 257 sì e 41 no. La pressione fiscale salirà, secondo il governatore della Banca d’Italia Visco, verso il 45%. Piatto forte, sia per l’impatto po- polare che per il gettito, è l’arrivo della Super Imu, costituita dal ritorno dell’Ici sulla prima casa e dal- l’aumento delle basi imponibili (10 miliardi). Circa 5 miliardi vengono dall’aumento della benzina, mentre 2 arriveranno dall’addizionale Irpef regio- nale e 3 (se non si taglieranno le agevolazioni, ma anche in questo caso si tratterebbe di un aumento della pressione fiscale) dall’incremento dell’Iva. L’altro pilastro è la riforma delle pensioni con l’a- bolizione di fatto dell’anzianità e la soglia fissa di 41-42 anni al di sotto della quale non si potrà più uscire. Peserà il blocco delle indicizzazioni: il pros- simo anno dalle pensioni che stanno sopra i 1.400 euro si spremeranno circa 2 miliardi. Intorno al te- ma delle tasse gira anche la lotta all’evasione e la mini-patrimoniale (0,1 per 1000 nel 2012). Per la lotta all’evasione oltre alla misura che impedisce l’uso del contante sopra i mille euro, c’è la novità della costituzione della grande banca dati del Fisco alla quale, con le nuove norme, gli istituti di credi- to dovranno riversare i movimenti quotidiani di tutti i correntisti. Restano al palo le liberalizzazio- ni (taxi, farmacie e servizi pubblici locali) che sa- ranno recuperate nella cosiddetta «fase due», ma anche l’avvio della spending review della spesa pubblica e un po’ di ossigeno a famiglie e disoccu- pati. ROBERTO PETRINI © RIPRODUZIONE RISERVATA La manovra diventa legge dall’Imu alle addizionali tasse il 90% delle misure La fiducia passa al Senato con 257 sì e 41 no Il fisco Repubblica Nazionale

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ECONOMIA■ 2

VENERDÌ 23 DICEMBRE 2011 LA CRISI FINANZIARIA

Approvato l’intervento di risanamentodei conti pubblici di Monti, già firmatodal presidente Giorgio Napolitano

I calcoli della Cgia di Mestre suquanto aumenterà la pressionefiscale su tre famiglie tipo

IL DOSSIER.Le misure del governo

LA MANOVRA è legge dello Stato, con una corre-zione da 20 miliardi sulla quale le tasse pesano percirca il 90%. Il presidente della Repubblica, Napo-litano, ha firmato in serata il decreto licenziato nelpomeriggio dal Senato e votato da una maggioran-za schiacciante: 257 sì e 41 no. La pressione fiscalesalirà, secondo il governatore della Banca d’ItaliaVisco, verso il 45%. Piatto forte, sia per l’impatto po-polare che per il gettito, è l’arrivo della Super Imu,costituita dal ritorno dell’Ici sulla prima casa e dal-l’aumento delle basi imponibili (10 miliardi). Circa5 miliardi vengono dall’aumento della benzina,

mentre 2 arriveranno dall’addizionale Irpef regio-nale e 3 (se non si taglieranno le agevolazioni, maanche in questo caso si tratterebbe di un aumentodella pressione fiscale) dall’incremento dell’Iva.

L’altro pilastro è la riforma delle pensioni con l’a-bolizione di fatto dell’anzianità e la soglia fissa di41-42 anni al di sotto della quale non si potrà piùuscire. Peserà il blocco delle indicizzazioni: il pros-simo anno dalle pensioni che stanno sopra i 1.400euro si spremeranno circa 2 miliardi. Intorno al te-ma delle tasse gira anche la lotta all’evasione e lamini-patrimoniale (0,1 per 1000 nel 2012). Per la

lotta all’evasione oltre alla misura che impediscel’uso del contante sopra i mille euro, c’è la novitàdella costituzione della grande banca dati del Fiscoalla quale, con le nuove norme, gli istituti di credi-to dovranno riversare i movimenti quotidiani ditutti i correntisti. Restano al palo le liberalizzazio-ni (taxi, farmacie e servizi pubblici locali) che sa-ranno recuperate nella cosiddetta «fase due», maanche l’avvio della spending review della spesapubblica e un po’ di ossigeno a famiglie e disoccu-pati.

ROBERTO PETRINI

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La manovra diventa leggedall’Imu alle addizionalitasse il 90% delle misureLa fiducia passa al Senato con 257 sì e 41 no

Il fisco

Repubblica Nazionale

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@VENERDÌ 23 DICEMBRE 2011

PER SAPERNE DI PIÙ

www.cgiamestre.comwww.senato.it

Sul sito diEconomiafocus suEdison, Bpm,Mediaset,Microsoft,Oracle

REPUBBLICA.IT

NECESSARIA, ma di stangata si tratta. Perla casa torna l’Ici (ora si chiama Imu)sull’abitazione principale (abolita nel 2008troppo frettolosamente da Berlusconi).L’aliquota sarà più bassa della seconda e sicollocherà al 4 per mille: inoltre le famigliegodranno di uno sconto di 50 euro perciascun figlio fino ad un tetto di 400 euro.Secondo i calcoli della Uil politicheterritoriali ogni famiglia subirà, solo per laprima casa, un salasso medio di 133 euro.Anche l’Imu seconda casa aumenta: da unamedia del 6,74 per mille ad una aliquotalegale del 7,6 per mille (senza detrazioni,naturalmente). Ma il vero rincaro sta sottol’aliquota, cioè nella base imponibile,rappresentata dalle rendite catastali cheaumenteranno del 60 per cento per le civiliabitazioni. Da non dimenticare la nuovatassa Res, su rifiuti e servizi: partirà dal2013. Per i rifiuti la nuova Tarsu si calcolerànon solo sui metri quadrati ma anche sulnumero dei componenti della famiglia. Intutto il governo ricava 10 miliardi.

La casa

Abitazione principaletornano le impostedetrazioni in base ai figli

CON l’addizionale regionale non si scherza.La troviamo tutti in busta paga ed è già salatain molte Regioni: ora con la manovraaumenta dello 0,33%. Attenzione, si trattadell’aliquota di base, dunque tutte le Regionidovranno aumentarla passando dallo 0,9all’1,23% colpendo 40 milioni di contribuenti(si parla di 152 euro medi in un biennio). Labastonata arriverà tra marzo e maggio delprossimo anno. Perché l’aumentodell’addizionale Irpef è retroattivo, scattadunque dal 1° gennaio del 2011 e saràoggetto di conguaglio in busta paga nelmaggio del 2012. Mentre già a marzo delprossimo anno si pagherà il 30% di accontosull’aumento del 2012. Inutile nascondereche, grazie al federalismo, le Regioni hannogià avuto carta bianca per aumentare (aseconda delle esigenze) l’addizionale dello0,5% nel 2012. Per chi non lo sapessel’addizionale è più dolorosa dell’Irpef normaleperché si calcola sull’imponibile pieno, primadi dedurre carichi familiari e detrazioni dalavoro dipendente.Totale: 2 miliardi.

Le imposte locali

SI CHIAMA accisa e si legge benzina.L’aumento è già scattato e il governo stimadi recuperare circa 5 miliardi su 20 dellamanovra dall’aumento del pieno di benzina(o diesel). L’aumento è particolarmentedoloroso perché quando aumenta l’accisa(cioè la tassa di fabbricazione che si paga allitro e non in base al valore) sul prezzo sideve caricare anche l’Iva. Da quando èentrato in vigore il decreto l'accisa sullabenzina è salita da 62,21 centesimi di euro allitro al nuovo livello di 70,42 centesimi al litro.L’incremento è stato di 8,21 centesimi, suiquali bisogna calcolare l’Iva del 21 per cento:l’aumento provocato dal decreto - calcolatodalla Cgia di Mestre - è stato dunque di 9,93centesimi al litro. In questi giorni chi partiràper le vacanze di Natale secondo ilCodacons troverà un aumento del pieno dicirca 13 euro. Comunque sia la benzina il 19dicembre, secondo i dati del ministero delloSviluppo economico, costava 1,67 euro dicui 70 centesimi di accise e 29 di Iva.

I carburanti

L’IVA l’ha già aumentata Tremonti con lamanovra d’agosto portandola dal 20 al21 per cento e l’effetto sui prezzi si è giàvisto (a novembre l’inflazione è stata del3,3 per cento). Ora si profila un secondoaumento: scatterà da ottobre unulteriore rincaro di 2 punti per cui siarriverà al 23 per cento per i beni diconsumo (casalinghi, computer,elettrodomestici, caffè...) e passerà dal10 al 12 per cento per la fasciaintermedia (riguarda soprattuttol’edilizia). Questo doppio aumento - chedarà un gettito di 3,2 miliardi per soli tremesi - potrà essere in parte scongiurato.I governo sta infatti lavorando per evitareche scatti la cosiddetta clausola disalvaguardia: l’obiettivo è quello disfoltire in modo selettivo le agevolazionifiscali (circa 720 nel nostro sistema). Conle risorse ricavate si potrebbe in parteattenuare la stretta sull’Iva e in partedestinare le risorse alla famiglia e aisussidi alla disoccupazione.

L’Iva

Dopo il rincaro di agostonuova ondata di aumentima forse sarà ridotta

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Ritocco dell’accisasu benzina e dieselallo Stato 5 miliardi

Arriva il salassodelle tasse regionalisi paga in primavera

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ECONOMIA■ 4

@VENERDÌ 23 DICEMBRE 2011 LA CRISI FINANZIARIA

PER SAPERNE DI PIÙ

www.assogestioni.itwww.abi.it

I Paperoni con 5 milioni verserannoprima 1.200 euro, poi 7.500. Poche leeccezioni: fondi pensione e sanitari

La tassa si abbatterà praticamente sututte le forme di ricchezza mobiliaredegli italiani. Anche il risparmio postale

Una vera patrimoniale sui più ricchi nel 2013conti correnti esenti da bollo fino a 5000 euro

Il risparmioIL DOSSIER. Le misure del governo

Nel 2012 si pagherà lo 0,1%sulle attività finanziarie,ma fino a un massimo di 1.200euro. Poi, l’anno dopo, sipagherà lo 0,15 per cento esparirà il limite. Sui depositi34,2 euro all’anno

LA SCURE della “patrimoniali-na”, così come previsto dall’arti-colo 19 della manovra appena va-rata, si abbatterà praticamentesu tutte le forme di ricchezza mo-biliare degli italiani. Anche nelleforme detenute all’estero. Il pre-lievo prevede un’aliquota fissa,da applicare sui valori di mercatodei depositi titoli e su tutte le atti-vità finanziarie, anche non sog-gette a deposito (come i fondi co-muni di investimento). Inoltre, sipagherà anche il bollo sui conticorrenti: in questo caso l’impostaè fissa, di 34,20 euro l’anno.

ALIQUOTE E TETTI

Per il 2012 il prelievo si applicheràsui valori di mercato, con un mini-mo di 34,20 euro l’anno e un massi-mo di 1.200 euro. Per il primo annol’aliquota sarà dell’1 per mille, nel2013 salirà all’1,5 per mille; resterà ilvalore minimo di 34,20 euro mentrenel secondo anno non ci sarà più iltetto massimo. Su un “tesoretto”non particolarmente ricco si pa-gherà percentualmente di più: adesempio su 20.000 euro si paghe-ranno 34,2 euro invece dei 20 europrevisti dall’aliquota. Al contrario,per i veri “Paperoni”, dal 2013 scat-terà la mannaia vera, con il venirmeno del tetto al prelievo.

LE POCHE ECCEZIONI

Pochissime le esenzioni al balzel-

lo. Confermato che non si paga sufondi pensione e fondi sanitari, ilnuovo testo chiarisce definitiva-mente invece che l’imposta annua-le di 34,2 euro si paga sui conti cor-renti inviati dalle banche, ma anchesu quelli postali e sui rendiconti deilibretti di risparmio. Dunque, an-che il risparmio postale paga pegnoalla manovra.

LO SCAGLIONE MINIMO

Tuttavia, per chi ha una giacenzadavvero contenuta, entro i 5.000 eu-ro, l’imposta di bollo sui conti cor-renti non si paga. Non si paga nem-

meno se la giacenza del conto cor-rente e del libretto di risparmio è aldi sotto della soglia di 5.000 euro,ma attenzione: l’esenzione scattasolo se “complessivamente” non sihanno più di 5.000 euro su c/c e li-bretto di risparmio. Dunque, averedue o più conti con giacenze mediesingolarmente molto basse, nonsalva dal pagamento.

I BUONI POSTALI

I Buoni postali sono a loro volta“graziati” se la giacenza media restaal di sotto dei cinquemila euro. In-somma, questa forma di risparmio,

molto diffusa anche per tagli moltoridotti, ha ricevuto un trattamentodi favore.

QUALCHE ESEMPIO

Tra il 2012 e il 2013 cambierà l’a-liquota sulla ricchezza finanziaria,ma quello che farà la differenza ve-ra, per i Paperoni, sarà il venir menodel tetto massimo. Ad esempio chiha attività finanziarie pari a 800 mi-la euro, pagherà 800 euro nel 2012 e1.200 euro l’anno dopo; chi ha 5 mi-lioni investiti, pagherà subito 1.200euro ma verserà 7.500 euro nel 2013.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO — Case, azioni e capitali. Il Sal-va-Italia non risparmia nemmeno il pa-trimonio parcheggiato all’estero (ora oin passato) dagli italiani. Anche se moltiosservatori temono un percorso acci-dentato – costellato di ricorsi in tribuna-le – per l’imposta sui 160 miliardi scuda-ti con i condoni dell’era Tremonti-Berlu-sconi e per l’Ici sul mattone oltrefrontie-ra.

La voce di gettito più importante, inteoria, è proprio il giro di vite sui capitalirientrati nel Belpaese con gli scudi varatitra il 2000 e il 2009. La manovra prevedeper questo tesoretto un’imposta di bollo

annuale del 4 per mille che nel 2012 e nel2013 viene invece calcolata in via straor-dinaria all1% e all’1,3%. Gettito previstoper il primo anno 1,4 miliardi circa.

Il problema è trovare chi si farà caricodi pagare la tassa su capitali che, almenoin teoria, sono tuttora secretati. Il sosti-tuto d’imposta dovrebbe essere l’inter-mediario che all’epoca dello scudo ha ef-fettuato l’operazione. Ma il rischio è chenel frattempo i soldi siano spariti altrove,magari gonfiati o ridotti dall’altalena deimercati. Se banche, Sim e Sgr non faran-no la loro parte, prevede il decreto, lo Sta-to avrà diritto di chiedere loro l’identità

di chi ha rimpatriato i soldi nascosti al-l’estero.

La mannaia del governo Monti cadepure sui titoli e le attività finanziarie con-trollate all’estero. In questo caso l’impo-sizione sarà pari all’1 per mille nel 2001 enel 2012 e dell’1,5 per mille da quella da-ta in poi.

L’ultimo capitolo nel campo delle in-cursioni oltrefrontiera del Salva-Italia èquello – pure lui delicatissimo – delle ca-se all’estero. Il trattamento è uguale aquello riservato a quelle tricolori, vale adire una tassazione dello 0,76% sul valo-re catastale del bene. Gettito previsto:

93,8 milioni di euro l’anno. I problemi so-no due: calcolare i valori catastali in pae-si dove valute e sistemi di registrazionesono molto diversi dal nostro e scovaredavvero tutto il mattone tricolore fuoridal paese. La relazione tecnica di accom-pagnamento alla manovra parla di casesegnalate nel quadro Rw di Unico per unvalore pari a 19 miliardi circa. Gli opera-tori di settore però considerando il nu-mero di transazioni effettuate (400milaacquisti negli ultimi 20 anni) considera-no il dato sottostimato di una trentina dimiliardi.

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VITTORIA PULEDDA

34,20 €PICCOLI RISPARMI

Chi ha investito inattività finanziarie10 mila euro,pagherà in ciascunodei prossimi dueanni 34,2 euro di bollo

15 mila €GRANDI RISPARMI

Chi ha investito inattività finanziarie10 milioni di europagherà nel 20121.200 euro mentrenel 2013 verserà15 mila euro

La manovra prevede nuove imposte sulle attività finanziarie e immobiliari oltre frontiera. Ma ci sono dubbi sulla praticabilità di alcune norme

Nel mirino anche capitali scudati, titoli e case all’esteroETTORE LIVINI

Gli appartamentisaranno tassaticon la stessaaliquota dellesecondeabitazioni inItalia: 0,76%

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ECONOMIA■ 6

VENERDÌ 23 DICEMBRE 2011 LA CRISI FINANZIARIA

Età di vecchiaia a partire subito da 62anni per le donne e da 66 per gliuomini. Anticipi previsti a 41 e 42anni

Pensioni penalizzate dell’1% l’anno sesi hanno i contributi ma un’età sotto62 anni. Tutte le stime di Progetica

Le pensioniIl dossier. Le misure del governo

In pensione più tardi, con unmetodo di calcolo che tieneconto solo dei contributiversati e con una anzianità diversamenti richiesta che andràgradualmente ad aumentare.La riforma Fornero passeràalla storia per aver acceleratola parificazione dell’etàpensionabile fra uomo edonna (aggancio che avverrànel 2018 a 66 anni) e per averfatto sì che gli italiani, infuturo, siano chiamati arestare al lavoro fino alla sogliadei 70 anni (già nel 2021 peraver diritto alla previdenzabisognerà averne compiutialmeno 67).Si comincia dal prossimogennaio: salta il sistema dellequote d’anzianità, saltal’assegno garantito a qualsiasietà pur di aver accumulatoalmeno quarant’anni di lavoroalle spalle, salta il sistema delle«finestre» in uscita. Una rivoluzione voluta permotivi di risparmio (garantitoanche da un blocco biennaledelle indicizzazioni per gliassegni superiori ai 1.404euro), ma soprattutto pertentare di rendere più equo unsistema che favorisce i«vecchi» e penalizza i«giovani». Il passaggio alcontributivo per tutti,l’aumento dell’età anagrafica,il fatto che siano stateaumentate le aliquote degliautonomi e che le derogheammesse siano pochediminuirà in futuro le disparitàdi trattamento: ma resta il fattoche i figli di oggi andranno inpensione con un assegno del25 per cento più basso rispettoai padri.

LUISA GRION

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Addio anzianità, poche deroghesistema contributivo per tuttie protezione fino a 1.400 euroTra i padri e i figli un divario in assegno del 25%

IL MINISTRO

La responsabile delWelfare, Elsa Fornero

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@VENERDÌ 23 DICEMBRE 2011

PER SAPERNE DI PIÙ

www.lavoro.gov.itwww.tesoro.it

I dipendenti che avrebbero maturato irequisiti nel 2012 usciranno a 64 annipurché abbiano 35 anni di contributi

E’ STATO uno dei punti più spinosi dell’intera riforma,quello sul quale il ministro Fornero ha pianto: il bloc-co dell’adeguamento degli assegni all’inflazione per iprossimi due anni (2012 e 2013), misura introdotta perfar presto sul pareggio di bilancio. La norma è stata cor-retta rispetto alla più rigida impostazione originaria.Ora la rivalutazione totale è assicurata per tutti i tratta-menti fino a tre volte il minimo, quindi fino ai 1.404 eu-ro. In realtà anche le pensioni che superano di pocoquesto tetto (fino ad un massimo di 1.421 euro) saran-no rivalutate, in modo da mantenere l’equità del siste-ma. Per tutti gli altri trattamenti scatterà un bloccobiennale (gli esclusi dal congelamento dovrebbero es-sere circa 12 milioni, quelli che ne saranno colpiti sonoinvece 4).

Per allargare la base protetta è stato potenziato ilcontributo di solidarietà previsto a carico delle «pen-sioni d’oro»: un balzello che era già stato introdotto conla manovra dello scorso luglio. Ora vi è stato aggiuntoun terzo scalino: per la quota superiore ai 200 mila eu-ro di pensione si pagherà una mini-tassa del 15 per cen-to, che va ad aggiungersi a quelle introdotte sui primidue «scaglioni» (10 per cento per la quota sopra i 150mila; e 5 per cento per quella che supera i 90 mila).

Rivalutazioni e pensioni d’oro

Dodici milioni di pensionatisi adeguano all’inflazionecirca quattro restano esclusi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

DA GENNAIO il metodo di calcolo contributivo pro-ra-ta sarà esteso anche ai lavoratori che nel 1996 avevanomaturato almeno 18 anni di contributi (e che per questoerano stati graziati dalla riforma Dini). I loro anni di la-voro fino al 2011 saranno calcolati ancora con il retribu-tivo (metodo più vantaggioso perché basato sugli sti-pendi degli ultimi anni), ma dal 2012, anche per questafascia di lavoratori (e per gli anni di attività che restano)si terrà conto solo di quanto versato. Oltre all’abolizio-ne del retributivo, la riforma Fornero abolisce anche lefinestre d’uscita (sempre da gennaio: saranno utilizza-te solo dai lavoratori che maturano i requisiti dell’attua-le sistema entro la fine dell’anno) e il sistema delle quo-te per le pensioni di anzianità, che di fatto scompaiono.

Oltre a questo, la nuova previdenza cambia anche laprevidenza dei lavoratori autonomi, chiamati a versarepiù contributi. Per artigiani, commercianti e coltivatoridiretti ci saranno dei ritocchi (che i sindacati volevanopiù alti) fino a raggiungere il 24 per cento nel 2018. I di-pendenti del settore privato versano il 33 per cento, mai loro assegni sono più alti. Agli autonomi più giovani, difatto, è consigliato il ricorso ad una previdenza integra-tiva.

Contributivo e aliquote

Lo stesso calcolo per tuttie gli autonomi si avvicinanoagli altri lavoratori

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E’ LA novità più importante della riforma Fornero: da gennaiola pensione diventa più lontana. Per gli uomini e le donne delsettore pubblico il diritto all’assegno scatterà al compimentodei 66 anni, quota che salirà per via degli adeguamenti alle spe-ranze di vita fino a raggiungere un minimo di 67 anni nel 2021.Ci sono però alcune possibilità di anticipo: la prima riguardal’anzianità contributiva che dovrà essere di 42 anni e un meseper gli uomini (41 e un mese per le donne), parametro che sa-lirà di un mese nel 2013 e di un altro ancora nel 2014. Se l’etàsarà inferiore ai 62 anni l’assegno sarà però tagliato dell’1 percento per la parte calcolata con il metodo retributivo. I lavora-tori che hanno iniziato a lavorare dopo il gennaio 1996 (e chequindi hanno un regime solo contributivo) potranno andarein pensione, dopo 20 anni di lavoro, a 63 anni (ma solo se l’as-segno sarà 2,8 per cento quello sociale). I lavoratori con alme-no 35 anni di contributi alla fine del 2012 potranno ritirarsi dallavoro a 64 anni. Si verrà incontro alla cosiddetta classe 52.

L’età pensionabile

Uscita dal lavoro posticipataeccezioni per salvare classe 52

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LA pensione delle donne, dal prossimo mese, comincia a per-correre, gradino per gradino, una scaletta che le porterà - nel2018 - a lasciare il lavoro alla stessa età degli uomini, ovvero a 66anni (quota richiesta alle lavoratrici pubbliche già dal 2012). Perle lavoratrici del privato si parte invece con i 62 anni di età ri-chiesti dal prossimo gennaio (se autonome la quota sale a 63 an-ni e sei mesi), che diventano 63 e sei mesi nel 2014 (64,6 per le au-tonome) e continua poi a salire in base agli aggiornamenti bien-nali sulle speranze di vita. Considerata però la difficoltà delledonne a mantenere una regolarità contributiva è prevista un’ec-cezione per le lavoratrici che entro la fine del prossimo anno ma-tureranno almeno 20 anni di contributi: potranno andare inpensione a 64 anni. L’età dell’andata in pensione - una volta rag-giunta la parità con gli uomini nel 2018 - continuerà per entram-bi i sessi a salire, fino ad arrivare ai 69 anni e 9 mesi nel 2050. Con-tinuerà a salire, con adeguamenti successivi, anche il tetto dellacontribuzione minima richiesta per avere diritto agli assegni.

Le donne

Equiparate agli uomini nel 2018le dipendenti pubbliche già lo sono

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VENERDÌ 23 DICEMBRE 2011 LA CRISI FINANZIARIA

LA MANCATA vendita libera dei farmaci di fascia C (con obbligo di ri-cetta “bianca”, ma a carico totale del paziente) anche presso le para-farmacie e i corner degli ipermercati è la più clamorosa retromarcia delpacchetto di liberalizzazioni inserito nella manovra Salva-Italia. Lanorma prima entra nel decreto. Poi, con un blitz notturno in commis-sione Bilancio alla Camera, ne esce. Alla fine, unico compromesso ot-tenuto, entro 120 giorni l’Aifa (Associazione italiana del farmaco) e ilministero della Salute decideranno quali di questi farmaci — il cui mer-cato vale 3,1 miliardi all’anno, il 12% della spesa farmaceutica degli ita-liani, Viagra e ansiolitici i più redditizi — potranno essere liberalizzati.

Nelle parafarmacie una partedei medicinali di “fascia C”

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Farmaci

I TAXI si sfilano ancora. Come accaduto già con la manovra di agosto,la lobby dei tassisti costringe il governo Monti a ritornare in fretta suipropri passi. Prima rientrano nell’articolo 34 (liberalizzazione delleattività economiche), poi ne sono esclusi con un emendamento. Leauto bianche hanno fatto muro soprattutto contro i possibili effettidella liberalizzazione sulle aree geografiche che avrebbe consentito,ad esempio, a un tassista di andare in trasferta in Comuni con mag-giore domanda. Tuttavia la deregulation potrebbe essere solo riman-data e rientrare, come promesso dal ministro Passera, in un secondomomento. Possibile un riordino del settore nei prossimi sei mesi.

Vittoria per le auto bianchel’esecutivo prepara un altro round

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Trasporti

GLI edicolanti dovranno affrontare una liberalizzazione piena deipunti vendita di giornali e riviste, per effetto dell’articolo 31 della ma-novra che al comma 2 disciplina la libertà di apertura di nuovi eser-cizi commerciali senza contingenti, limitazioni territoriali o di altranatura. La serrata di tre giorni — annunciata per il 27-28-29 dicem-bre dai sindacati degli edicolanti sul piede di guerra — è stata revo-cata in extremisnella tarda serata di ieri, dopo l’incontro tra sindaca-ti e sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’edi-toria, Carlo Malinconico. Il governo ha fissato per il 10 gennaio un ta-volo tecnico con le parti sociali per affrontare i problemi del settore.

Trattativa avviata a Palazzo Chigiper frenare i nuovi punti vendita

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Edicole

SCONGIURATA anche la rasoiata sugli Ordini professionali.Resta la data del 13 agosto del 2012 come termine entro il qua-le gli Albi dovranno recepire i principi varati con la manovra diagosto. In caso di ritardo, gli Ordini però non spariranno. De-cadranno solo le norme vigenti in contrasto. Si accorcia a nonoltre 18 mesi la durata del tirocinio per tutti. Sul fronte previ-denziale, le Casse ottengono una proroga di tre mesi — dal 31marzo al 30 giugno 2012 — per assicurare una sostenibilità di50 anni, dai 30 attuali (equilibrio tra contributi e pensioni). Incaso contrario, scatta il contributivo pro-rata e un contributodi solidarietà dell’1% a carico dei pensionati per il biennio2012-13.

Evitato il rischio di sparizioneautoriforma entro otto mesi

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Ordini professionali

IL PUNGOLO al governo sulle liberalizzazioni (anche quelle man-cate) arriva dal neo presidente dell’Antitrust. Giovanni Pitruzzel-la - al debutto, tre giorni fa, in commissione Industria al Senato -ha preannunciato una nuova segnalazione dell’Authority, sulle«dinamiche dei singoli mercati e le prospettive di intervento perrafforzare la concorrenza», che entro metà gennaio arriverà in Par-lamento, accompagnata dalla richiesta ufficiale di maggiori pote-ri sanzionatori per la tutela dei consumatori. «Vincere tutte le re-sistenze di natura corporativa nel nostro Paese non è facile», ha ag-giunto Pitruzzella. «Quello che faremo è stimolare governo e Par-lamento a intervenire».

L’Antitrust chiede più poterientro gennaio il piano d’azione

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Garante

Le liberalizzazioniIL DOSSIER. Le misure del governo

Via vincoli su orari e distanzeper i negozi, per il governola competizione farà bene al Pil

Le categorie hanno ottenutoil depotenziamento delle normeUn braccio di ferro infinito

Farmacie, taxi e negozil’avanzata lenta del mercatoSulla concorrenza pesa l’intervento delle lobby

AL TIMONE

Il ministroCorrado Passera

VALENTINA CONTE

RIFORMA rinviata anche per i carburanti e la loro rete di di-stribuzione. La misura, presente nelle prime bozze di mano-vra ma poi stralciata, prevedeva che i gestori al dettaglio po-tessero rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore. Eche le eventuali clausole contrattuali di esclusiva nell’ap-provvigionamento sarebbero state nulle, dal 2012, per la par-te eccedente il 50% della fornitura complessivamente pattui-ta e comunque per la parte eccedente il 50% di quanto eroga-to nel precedente anno dal singolo punto vendita. Il capitolobenzina, modificato rispetto a questa ipotesi, potrebbe tut-tavia rientrare in gioco in uno dei prossimi provvedimenti.

Aprire il mercato all’ingrossoe ridurre il potere dei petrolieri

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Benzinai

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VENERDÌ 23 DICEMBRE 2011

Le misure per la crescita contenutenella manovra non escludonouna seconda fase di interventi

Concessioni più lunghe per i privatiche investono nelle infrastrutturePer le piccole imprese 400 milioni

Lo sviluppoTagli Irap e incentivi alle grandi operebonus a chi assume donne e giovani

ROMA — Sgravi Irap, bonusper chi assume giovani e don-ne, agevolazioni alle impreseche ricapitalizzano, sostegniall’innovazione, semplifica-zioni per accelerare le infra-strutture, garanzia pubblicaper le passività delle banche. Ilcapitolo “sviluppo” della pri-ma manovra Monti, per ora, èquesto, visto il flop delle libe-ralizzazioni. Se “fase 2” ci sarà,dovrà ripartire da qui per defi-nire «un disegno complessivo,organico, chiaro e credibile»nel quale inserire gli interven-ti, rilanciare la crescita, «mi-gliorare la fiducia sulle pro-spettive della nostra econo-mia» e così attirare nuovi inve-stimenti, come auspicato dalgovernatore della banca d’Ita-lia Ignazio Visco.

Il piatto forte delle misureper lo sviluppo inserite nel Sal-va-Italia è in due sigle: Irap eAce. Le imprese potranno de-durre integralmente dalle im-poste dirette (Ires e Irpef), l’I-rap (Imposta regionale sulleattività produttive) pagata sulcosto del lavoro. Non solo. Ladeduzione Irap per donne egiovani sotto i 35 anni assuntia tempo indeterminato sale di6 mila euro, a 10.600 euro com-plessivi (15 mila al Sud) e pesaper 1,6 miliardi. Auspicio e sti-molo a nuovi posti di lavoro.L’introduzione dell’Ace (Aiutoalla crescita economica) aiu-terà le imprese che vogliono fi-nanziarsi con capitale proprioa dedurre una parte dell’au-mento. Una misura che valeun miliardo il prossimo anno,sale a 1,4 nel 2013 e poi a 2,9 nel2014. E che dovrebbe favorirela crescita dimensionale dellemicro-imprese italiane.

Lo sviluppo industriale vie-ne favorito dall’inclusione an-che dei progetti di innovazio-ne industriale tra quelli agevo-lati dal Fondo di rotazione. E ilFondo di garanzia per le Pmi sialimenta di risorse fresche(400 milioni in più all’anno neltriennio 2012-14). Semplifica-ti e razionalizzati, poi, i criteriper identificare le opere di in-teresse strategico, snellito l’i-ter di approvazione, introdot-ti poteri di verifica dell’avan-zamento lavori. La durata mi-nima delle concessioni pergrandi opere superiori al mi-liardo viene portata a 50 anni.Previsti sgravi Ires e Irap per iconcessionari che realizzanonuove autostrade con il siste-ma della finanza di progetto(project financing).

Il bonus energia (gli scontifiscali del 55 per cento sugli in-terventi di riqualificazioneenergetica degli immobili)viene prorogato al 31 dicem-bre 2012. Mentre la detrazionedel 36 per cento dall’Irpef del-le spese di recupero e ristruttu-razione edilizia diventa per-manente dal 2013. L’accelera-

zione della concorrenza, orabloccata dai veti delle lobby,passerà anche attraverso il po-tenziamento dell’Antitrustche ora potrà agire anche neiconfronti di atti, regolamenti,

provvedimenti emanati dallaPubblica amministrazione. Lebanche italiane, infine, asseta-te di credito, beneficeranno diuna garanzia pubblica fino algiugno 2012 per le proprie pas-

sività con scadenza da 3 mesifino a 5 anni o a 7 anni per le ob-bligazioni garantite. «L’inter-vento del governo — ha com-mentato al riguardo il gover-natore di Bankitalia — è neces-

sario per consentire alle ban-che di raccogliere i fondi indi-spensabili a finanziare i presti-ti alle imprese e alle famiglie».

(v. co.)

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POLITICA INTERNA■ 14

VENERDÌ 23 DICEMBRE 2011 LA CRISI FINANZIARIA

Un patrimonio immenso,quasi tutto tax free: fu ilgoverno Amato nel ’92 aprevedere una lunga listadi esenzioni. Il governoBerlusconi confermò lamisura e quello di Prodistabilì il mancatopagamento per gli edificiadibiti ad attività “nonesclusivamentecommerciali”,aumentando cosìle zone grigieOra si attende lapronuncia di Bruxellesper capire se si tratta diun aiuto di Stato e cometale contrario alle regoleeuropee. Secondo l’Ancila cifra che mancaè di 700 milioni

ANNA MARIA LIGUORI

GIOVANNA VITALE

Scuole e conventi-albergoecco le proprietà della Chiesalibere dall’imposta immobiliA Roma 1500 edifici. Il nodo della “zona grigia”

ROMA — «La Fondazione Italianieuropei non è pro-prietaria di alcun immobile e non può pertanto gode-re dell’esenzione Ici. Non si può quindi imputare a Ita-lianieuropei di essere un “paravento per lucrare unospeciale regime fiscale”». Lo afferma in una nota An-

drea Peruzy, segretario generale della fonda-zione presieduta da Massimo D’Alema. WalterVeltroni, promotore di Democratica Scuola diPolitica, dice da parte sua: «Non siamo proprie-tari di immobili, l’Ici non ci compete». Precisa-zioni di identico tenore da Rocco Buttiglione

(Fondazione Fede e Scienza) e Claudio Scajola (Fon-dazione Cristoforo Colombo). Le fondazioni pro-mosse da politici fanno riferimento a un passaggiodell’articolo in cui ieri Repubblica ha dato conto del-l’elenco di immobili che a Roma risultano esentatidall’Ici.

Chi dirige una fondazione, in effetti, può non sape-re che il proprietario dell’immobile si avvale dell’e-senzione, come previsto dalla legge. Quest’ultima re-cita che sono tax free «gli immobili totalmente adibitia sedi, aperte al pubblico, di musei, biblioteche, ar-chivi (...), di privati, di enti pubblici, di istituzioni e fon-dazioni”. Al Comune va presentata una dichiarazio-ne Ici in cui si comunica che si è “acquistata” l’agevo-lazione. Precisazioni sono state fatte anche da Cisl,Confindustria e Telecom: «Noi l’Ici la paghiamo».

Il caso

Le fondazioni guidate dai politici“Sedi in affitto, estranei all’esenzionenon facciamo da paravento a nessuno”

L’Ici

SONO millecinquecento gliimmobili della chiesa cattoli-ca che, solo a Roma, non pa-gano l’Ici. Un elenco registra-to al catasto e depositato inprefettura, che contiene sia gliedifici esentati per legge, co-me le 722 parrocchie, sia quel-le centinaia di fabbricati inte-stati ad altrettanti enti, istituti,congregazioni, confraternite,società e opere pie che, pursvolgendo al loro interno atti-vità commerciali, hanno pre-sentato una autocertificazio-ne che li mette al riparo dallatassazione. Numeri tuttaviasottostimati rispetto al vastopatrimonio del Vaticano: laSanta Sede, in quanto Statoestero, non è infatti tenuto acomunicare le sue proprietàalle autorità italiane. Ragionper cui nessuno conosce concertezza quanti palazzi pos-

fra cui i fabbricati del Vaticanocontemplati dai Patti Latera-nensi nonché le attività, laichee religiose, destinate a sanità,assistenza, istruzione, sport eculto. Norma che scatenò su-bito una ridda di contenziosifino al 2004, allorché una sen-tenza della Corte di Cassazio-ne stabilì che le attività «ogget-tivamente commerciali» do-vessero essere soggetti all’Ici.Nel 2005, però, il governo diSilvio Berlusconi ribaltò il ver-detto, estendo l’esenzione atutti gli immobili della Chiesa.Fino al 2006, quando anchel’esecutivo guidato da Roma-no Prodi ci mise lo zampino,decidendo che dovessere es-sere tassati solo gli edifici adi-biti ad attività «non esclusiva-mente commerciali». Unaformula che ha contribuito aingarbugliare la situazione,

sieda e quali attività ospitano. Un patrimonio immenso,

quasi tutto tax-free, che se-condo una stima dell’Anci ri-salente al 2005, avrebbe impe-dito ai comuni di incassare ungettito Ici compreso tra i 400 e700 milioni, 20 dei quali sol-tanto nella capitale. Se ne di-scute ormai da vent’anni: dal

lontano dicembre ’92, quan-do il primo governo Amato in-trodusse l’imposta comunalesugli immobili prevedendouna lunga lista di esenzioni,

alimentando le zone grigie.Per richiedere l’esenzione Ici,infatti, basta che all’interno diun immobile trasformato ma-gari in albergo ci sia una cap-pella. Un caso più diffuso diquanto si immagini, che hamoltiplicato le cause tributa-rie tra l’amministrazione cit-tadina e gli enti ecclesiastici

CASE PER FERIE

A Roma, secondo le stime,sono almeno un’ottantina.Gestite da frati, suore, ancelle

della carità, missionarie, chespesso hanno trasformato in-teri palazzi, o anche solo unparte di essi, in alberghi eostelli. «Un fenomeno», spie-ga Marco Causi, ex assessoreal Bilancio del Campidoglio eora deputato del Pd, «esplosoin occasione del Giubileo del2000 quando molti istituti re-ligiosi si sono attrezzati perdare ospitalità ai pellegrini».Nell’elenco della prefetturaromana ci sono svariati esem-pi. C’è la Casa per ferie delleAncelle di Maria Immacolata,ai Parioli, che offre cameracon bagno e pensione com-pleta a prezzi modici: da 54 a62 euro. C’è l’Hotel Santa Bri-gida, nella centralissima piaz-za Farnese, pubblicizzata an-che sul sito di viaggi tripadvi-sor, e l’Istituto di Suore bene-dettine di Torre Argentina. A

L’autocertificazioneevita il prelievoquando la finalitàcommercialenon è “prevalente”

Il fenomeno delle“case per ferie”:sono circa 800,nate in gran parteper il Giubileo

Un elenco depositato in Prefetturacensisce il patrimonio della Capitalericonducibile a istituzioni religiose

Circa la metà dei beni sono sedidi parrocchie. Poi tanti appartamenti,case generalizie, ospizi e seminari

IL DOSSIER.La mappa dei privilegi

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PER SAPERNE DI PIÙwww.repubblica.itwww.chiesacattolica.it

Il Campidoglio ha recuperato 11milioni di arretrati. Tra gli altri tassatoil complesso della Società San Paolo

Monteverde, con vista su VillaPamhili, la brouchure di VillaMaria della Suore salvadoria-ne si autodefinisce hotel decharme.

SCUOLE

Sono 217 gli istituti religiosidestinati all’istruzione. Dallematerne alle superiori, sonoesentati dall’Ici come tutte lescuole pubbliche italiane. Purchiedendo, spesso, rette piut-tosto alte. Alcuni licei supera-no anche i 7mila euro l’anno esono gestiti da una costella-zione di congregazioni. Si vadagli Highlands Institute deiLegionari di Cristo all’Istitutodi Villa Flaminia dei Fratellidelle Scuole cristiane, nato nel’56 da una sede distaccata delfamoso San Giuseppe de Me-rode, l’istituto della Roma be-ne affacciato su Trinità dei

Monti. C’è l’Istituto Massimi-liano Massimo all’Eur, rettodai gesuiti all’Eur, dove hannostudiato Mario Draghi e LucaCordero di Montezemolo,Luigi Abete e Gianni De Gen-naro.

CASE DI CURA

Oltre agli ospedali religiosiaccreditati dal Servizio Sani-tario Nazionale, dal Fatebe-nefratelli al Campus Biomedi-co, esenti dall’Ici come i noso-comi pubblici, ci sono svariatiedifici gestiti da religiosi cheospitano attività sanitarie,che non avrebbero diritto al-l’esenzione. La Provincia del-le Suore Mercenarie, ad esem-pio, ha una casa di cura in cen-tro a Roma e ora sta in causacon il Campidoglio. Come pu-re la Provincia religiosa deisanti apostoli Pietro e Paolodell’opera di Don Orione, nelcui elegante complesso su viadella Camilluccia ha ricavatoanche una struttura di riabili-tazione a pagamento.

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I casi del SantaBrigida in piazzaFarnese e di VillaMaria autodefinito“hotel de charme”

I numeri

172I COLLEGI

Collegi, case di studio econgregazioni sono le sedidell’istruzione religiosa nellaCapitale. I centri di accoglienzasono invece quasi semprenelle parrocchie

356LE CASE

Le case della congregazionesono generalmente quelle disuore e preti. E soventegli edifici di pregio vengonotrasformati in hoteldi charme della Capitale

700MANCATO INCASSO

Secondo l’Anci l’esenzione Icisugli immobili della Chiesaavrebbe impedito ai Comunid’incassare tra i 400 e i 700milioni di euro, 20 milioni nellasola Roma

La polemica

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ROMA — Ha chiesto la collaborazione delVicariato, il sindaco Gianni Alemanno, pri-ma di far partire gli accertamenti sugli im-mobili degli enti ecclesiastici che non pa-gano l’Ici pur svolgendo attività commer-ciali. Si tratta di decine di alberghi, case dicura, persino l’editrice San Paolo, che nonversano un solo euro pur fatturando im-porti milionari.

In base ai dati forniti dall’assessorato alBilancio, il Campidoglio in quasi quattroanni ha già recuperato 11 milioni di arre-trati. Ma diversi contenziosi sono ancora incorso. Come quello da 60mila euro con laProvincia religiosa dei S.S. Apostoli Pietro e

Paolo dell’opera di don Orione, proprieta-rio di un gigantesco complesso su via dellaCamilluccia che oltre alle attività religioseospita anche una casa per ferie e una strut-tura di riabilitazione a pagamento. Simile ilcaso degli «immobili a reddito» possedutidalla Provincia italiana Suore Mercedarieche vanta «un volume d’affari che fa regi-strare circa 7,1 milioni». Spiega il Campido-glio: «In particolare è stato assoggettato atassazione l’immobile utilizzato per lo svol-gimento di attività sanitaria non conven-zionata», ossia una clinica nel cuore dellacittà. L’Istituto Ancelle Riparatrici del SacroCuore di Gesù ha invece subito accerta-

menti sul «complesso affittato a studentes-se che produce, peraltro, un volume d’affa-ri superiore a 600mila euro, che fa esclude-re che tale attività non abbia natura com-merciale». Ed è in lite con il Comune pure laProvincia dei Fratelli Maristi e delle Scuoleper un complesso sportivo comprensivo dipalestra e due piscine. Infine, «riguardo laSocietà San Paolo», precisa l’assessorato alBilancio», «è stato tassato tra gli altri l’im-mobile dove svolgono l’attività commer-ciale. Evidente il dato del volume d’affariche ammonta a circa 7,3 milioni di euro».

(gio.vi.)

E Alemanno apre il contenzioso“Pagate, svolgete attività commerciali”

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