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48 - Avventure nel mondo 1 | 2019 RACCONTI DI VIAGGIO | Cile I l viaggio “Tutto Cile” nacque dal desiderio di visitare questo paese e ricordare una cara amica con cui lo avevo progettato. Preparato con dovizia e attenzione ha subito riscontrato, pur essendo un viaggio “lungo”, interesse e adesioni. Alla partenza il gruppo è composto da 13 partecipanti di cui 8 da Roma e 5 da Milano. Noi romani, partiti all’alba siamo arrivati a Santiago del Cile in tarda serata dello stesso giorno ed abbiamo potuto trascorrere la notte in hotel prima di congiungersi al gruppo milanese che, partito in serata dall’Italia, è arrivato la mattina seguente per proseguire in coincidenza con un volo interno. Ci riuniamo direttamente al gate di imbarco per Calama. I milanesi benché stanchi e frastornati ostentano allegria, mentre noi, grazie alle ore di sonno beneficiate, siamo pronti per iniziare l’avventura. Il volo ci regala squarci della cordigliera innevata ed è subito innamoramento. All’arrivo ci attende Gino, toscanaccio che vive a San Pedro da 20 anni facendo la guida e che ha mantenuto l’arguzia e la battuta pronta. Caricati sul capiente pulmino in un’ora siamo al nostro alberghetto di San Pedro. Il paese costruito con edifici di adobe, situato nella precordigliera, deve la sua fama al fatto di trovarsi nel cuore di uno degli scenari più spettacolari del Cile settentrionale e costituisce un importante punto di sosta che collega l’altopiano alla costa. Sembra che la presenza dei ricchi giacimenti di quarzo e di rame della regione conferiscono agli abitanti di San Pedro la loro caratteristica energia positiva. Per noi giornata di acclimatamento e struscio nel piccolo pueblo assolato e gremito di gringos. Su consiglio di Gino dedichiamo la mattinata alla visita della valle della luna che prende il nome dalle insolite formazioni geologiche createsi nel corso di milioni di anni dall’azione dell’acqua e del vento. La scelta, dettata dal fatto che nel pomeriggio la valle è invasa da torme di turisti, ci regala ore di solitaria beatitudine. Noto con piacere che, dall’ultima visita, l’ente del turismo, per preservare natura e paesaggio, ha limitato il transito ai soli sentieri segnati: perfetto! Al termine di una lunga salita, seduti sulla duna, immersi in questo surreale paesaggio, scrutiamo l’anello dei vulcani e l’ondulata Cordillera della Sal. Ci godiamo le spiegazioni di Gino, appassionato Diario di un viaggio incomparabile Tutto Cile Gruppo Benetti Cile DESERTI, VULCANI E GHIACCIAI http://www.viaggiavventurenelmondo.it/viaggi/5975 Testo di Tommaso Emaldi e Stefania Benetti

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48 - Avventure nel mondo 1 | 2019

RACCONTI DI VIAGGIO | East Africa RACCONTI DI VIAGGIO | Cile

Il viaggio “Tutto Cile” nacque dal desiderio di visitare questo paese e ricordare una cara amica con cui lo avevo progettato. Preparato

con dovizia e attenzione ha subito riscontrato, pur essendo un viaggio “lungo”, interesse e adesioni. Alla partenza il gruppo è composto da 13 partecipanti di cui 8 da Roma e 5 da Milano. Noi romani, partiti all’alba siamo arrivati a Santiago del Cile in tarda serata dello stesso giorno ed abbiamo potuto trascorrere la notte in hotel prima di congiungersi al gruppo milanese che, partito in serata dall’Italia, è arrivato la mattina seguente per proseguire in coincidenza con un volo interno.Ci riuniamo direttamente al gate di imbarco per Calama. I milanesi benché stanchi e frastornati ostentano allegria, mentre noi, grazie alle ore

di sonno beneficiate, siamo pronti per iniziare l’avventura. Il volo ci regala squarci della cordigliera innevata ed è subito innamoramento. All’arrivo ci attende Gino, toscanaccio che vive a San Pedro da 20 anni facendo la guida e che ha mantenuto l’arguzia e la battuta pronta. Caricati sul capiente pulmino in un’ora siamo al nostro alberghetto di San Pedro. Il paese costruito con edifici di adobe, situato nella precordigliera, deve la sua fama al fatto di trovarsi nel cuore di uno degli scenari più spettacolari del Cile settentrionale e costituisce un importante punto di sosta che collega l’altopiano alla costa. Sembra che la presenza dei ricchi giacimenti di quarzo e di rame della regione conferiscono agli abitanti di San Pedro la loro caratteristica energia positiva.

Per noi giornata di acclimatamento e struscio nel piccolo pueblo assolato e gremito di gringos. Su consiglio di Gino dedichiamo la mattinata alla visita della valle della luna che prende il nome dalle insolite formazioni geologiche createsi nel corso di milioni di anni dall’azione dell’acqua e del vento. La scelta, dettata dal fatto che nel pomeriggio la valle è invasa da torme di turisti, ci regala ore di solitaria beatitudine. Noto con piacere che, dall’ultima visita, l’ente del turismo, per preservare natura e paesaggio, ha limitato il transito ai soli sentieri segnati: perfetto! Al termine di una lunga salita, seduti sulla duna, immersi in questo surreale paesaggio, scrutiamo l’anello dei vulcani e l’ondulata Cordillera della Sal. Ci godiamo le spiegazioni di Gino, appassionato

Diario di un viaggio incomparabileTutto Cile Gruppo Benetti

Cile DESERTI, VULCANI E GHIACCIAI

http://www.viaggiavventurenelmondo.it/viaggi/5975

Testo di Tommaso Emaldi e Stefania Benetti

Avventure nel mondo 1 | 2019 - 49

RACCONTI DI VIAGGIO | Cile RACCONTI DI VIAGGIO | Cile

amante di questi luoghi prima di spostarci nella valle dell’Arcoiris dove montagne multicolori si susseguono e, con il calar del sole, i colori delle rocce risaltano vieppiù; una bella passeggiata e tante foto prima di rientrare. Ci facciamo lasciare vicino al mercato artigianale e da lì ci spostiamo nella candida Iglesia di San Pedro, delizioso reperto coloniale costruita, come tutto il pueblo, con materiali indigeni e artigianali e con uno splendido soffitto di legno di cactus. Abbondante cena prima di rientrare in albergo per il meritato riposo. Rinfrancati da un buon sonno ristoratore siamo pronti per l’escursione odierna. Dopo una sosta al piccolo villaggio di Toconao per la colazione e per ammirare la chiesa coloniale ci dirigiamo a Socaire circondata da terrazzamenti risalenti al periodo

inca, con la chiesa di roccia vulcanica e lo storico campanile, il tutto all’ombra del vulcano Licancabur (5.916 metri), ai cui piedi si snoda la strada che porta al Salar de Atacama. Narra la leggenda che proprio qui c’erano due fratelli, i vulcani Lascár e Licancabur. I due erano inseparabili, ma si innamorarono entrambi di una bella principessa. Questa lusingata, alla fine però scelse Licancabur. Il fratello Lascár cadde nello sconforto e pianse per giorni e giorni. Le sue lacrime diedero origine a un grande lago salato. Attutito il dolore, la rabbia prese il sopravvento e Lascár iniziò a sputare fuoco e il calore prosciugò l’acqua del lago tramutandolo in un immenso deserto, quello che oggi è il Salar de Atacama. Arriviamo all’abbagliante laguna Chaxa, dove, con le zampe a mollo, tra i cristalli di sale appuntiti, un centinaio di fenicotteri pescano implacabili e pazienti il krill, millimetrici gamberetti, piatto forte della loro dieta. Proseguiamo dirigendoci, con gli occhi che lacrimano per il forte riverbero, alle turchesi lagune Miscanti e Miniques due specchi di acqua dolce sui quali svettano riflettendosi i vulcani innevati. La piccola laguna Miniques, una volta unita al suo fratello Miscanti, è il più grande luogo della riproduzione della folaga cornuta e per tutelare la specie in determinati periodi non è visitabile. Passeggiamo lentamente e ci perdiamo in questi spazi immensi. Sulla via del ritorno sosta per il pranzo e al rientro ci facciamo nuovamente lasciare al mercato artigianale per acquisti di souvenir. Questa mattina è la volta dell’escursione al Salar de Tara. Ci vogliono due ore per arrivare all’altopiano che si trova a 150 km a est della città di San Pedro, non lontano dal confine argentino. Facciamo varie soste sia per sgranchirci sia per non surriscaldare il motore. Nei pressi del confine boliviano ammiriamo i due vulcani Licancabur e il decapitato Juriques. Anche su questi esiste una leggenda che Gino

Foca a riposo Laguna San Rafael

Gruppo Benetti

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RACCONTI DI VIAGGIO | Cile

ci racconta: i due erano innamorati di Kimal. Licancabur geloso del fratello più alto e possente cominciò a lanciare fuoco e pietre che finirono per colpire Juriques provocandone la morte. Licancabur rimase solo e infelice. Il padre dei fratelli allora allontanò in terra straniera Kimal. Ma questa si era innamorata di Licancabur e, visto che non potevano ricongiungersi pregò gli dei affinché concedesse ai due amanti di rimanere insieme almeno una volta l’anno. Le preghiere vennero esaudite e da quel giorno, il 21 dicembre, durante il solstizio d’inverno, l’ombra di Kimal si unisce a quella di Licancabur. Dopo una lunga salita, che ci porta a superare i 4300 metri, arriviamo al salar che, fa parte della Riserva Nazionale Los Flamencos. In lontananza, verso l’altopiano di Chajnantor, intravediamo il radiotelescopio del progetto ALMA formato da 66 enormi antenne che sfrutta la straordinaria limpidezza del cielo notturno del deserto per l’osservazione delle stelle. Incredibilmente questo salar possiede anche un ricco biosistema di fauna selvatica, tra cui fenicotteri, vigogne, chululos, gabbiani andini e gode di una ricca flora con eccezionali bofedales. Inoltrandoci nella valle siamo circondati dai Monaci della Pacana, gigantesche formazioni rocciose verticali sparse nel paesaggio eroso dal vento e sullo sfondo spiccano le cattedrali di Tara, una massiccia formazione di roccia a forma di organo: senz’altro il posto più suggestivo visto! La giornata scorre veloce e quando, verso il tramonto, appaiono le prime nubi, facciamo malinconicamente ritorno. Stasera prepariamo i bagagli, domani si riprende il cammino non senza aver salutato l’amico Gino con un’ottima cena.Dopo una buona colazione partiamo alla volta dell’aeroporto di Calama dove ci attende il volo per Puerto Montt via Santiago. La giornata è splendida e riammiriamo le cime delle Ande ammantate di luce e neve. All’arrivo troviamo ad attenderci Berto che sarà il nostro autista in questa parte del viaggio. La temperatura è alquanto scesa ed è vitale recuperare dalle valigie le giacche a vento. Il paesaggio non è più brullo e cristallino ma si colora di tutti i toni del verde dei prati e delle foreste nonché dell’azzurro delle acque; sembra di essere in un altro angolo di mondo. Ci dirigiamo sull’isola di Chiloé, quinta isola del continente per estensione, abitata da gente fiera e indipendente che ha costruito la propria storia e cultura a dispetto di Santiago. I primi abitanti furono i Chono che vennero sospinti dai Mapuce verso l’arcipelago degli Aysen quando questi invasero le loro terre. Quest’isola rimasta fuori dalle rotte marittime fino alla metà del XIX secolo, gode di un paesaggio ricco di colline rigogliose battute dal vento, di remoti parchi nazionali e di fitte foreste che le conferiscono un carattere unico in tutto il sud America. La sua diversità si riconosce sia dall’architettura con le palafittos, caratteristiche case costruite in riva

al mare, sia dalle chiese in legno patrimonio dell’umanità nonché dalla cucina, piatto tipico della regione il curanto, uno stufato di patate carne e frutti di mare. Anche questa terra abbonda di leggende che raccontano di stregoni e di foreste incantate. Queste tradizioni sono ben vive ancora oggi e le credenze, che convivono con il cattolicesimo, intrecciano la storia della creazione dell’isola con racconti di disastri marini e ammonimenti su chi si allontana dalla retta via. Ci godiamo la traversata in traghetto e all’arrivo nel piccolo pueblo di Castro c’è aria di festa. Dopo aver depositato i bagagli e essere andati

a cena scendiamo nella piazza illuminata dalla bella chiesa di Nostra Signora de Gracias de Nercòn, patrimonio dell’Unesco, costruita in legno di cipresso e larice e dominata da una imponente torre di 25 metri. Qui musicisti e giocolieri intrattengono pubblico e turisti che sembrano divertirsi

molto.Una bella giornata di sole accompagna la nostra colazione: guardando dalla finestra affacciata su una palafittas vediamo il mare e le coste rocciose e sembra che Pincoya, la leggendaria donna nuda di straordinaria bellezza che rappresenta la fertilità delle coste e la ricchezza del mare di Chiloé abbia danzato stanotte per renderla ancora più bella. Ci dirigiamo nell’isla di Quinchao, godendoci la traversata e le belle colline con i suoi pascoli. Arriviamo quindi a Curaco de Velez piccolo villaggio con suggestive case di legno a due e tre piani dall’elaborato rivestimento in scandole, dove ammiriamo i tradizionali mulini ad acqua. Poi Achao con straordinari edifici e la sua bella chiesa patrimonio dell’Unesco: il tempo sembra si sia fermato. Sosta nel piccolo pueblo di Dalcahue con la sua Iglesia e la sua Feria Artesanal per gustare il freschissimo ceviche frutto di ricette misteriose, e infine verso il villaggio di San Juan. Il tempo corre veloce e rientriamo a Castro in tempo per ammirare nuovamente le colorate palafitos illuminate dal sole del tramonto. Cena, struscio in piazza e poi a nanna.Oggi lasciamo Chiloé ma prima ci dirigiamo verso Ancud diretti a Puñihuil dove è presente, sulle tre piccole isole a nord-ovest della baia, una comunità di pinguini di Magellano e di Humboldt purtroppo quest’ultimi in via di estinzione. Il parco è un’area di riproduzione sia per i pinguini che per altre specie, tra cui il cormorano dalle zampe rosse e il gabbiano di fuco chiamato anche “domenicano”. Anche oggi il tempo ci assiste per cui effettuiamo prontamente il giro in barca. Per imbarcarci ci fanno salire su una passerella rialzata spinta a mano che ci permette di raggiungere le barche senza bagnarci: ingegnoso! Al rientro, ci spostiamo su suggerimento di Berto sul promontorio da dove possiamo ammirare in tutta la sua bellezza l’oceano Pacifico. Rapido spuntino e riprendiamo il nostro cammino dirigendoci a Puerto Varas. Cittadina linda e ordinatissima ricorda la Svizzera: fioriere, divieti di sosta (rispettati!), ed

infine il nostro ostello con il nome e l’aspetto di una baita di montagna. Anche il personale sembra svizzero, un po’ freddo ma, dopo aver pagato in contanti e in Euro, sbocciano i sorrisi. Passeggiata per il centro prima e dopo l’ottima cena. Dopo colazione la nostra prima meta è il vecchio mercato del pesce di Puerto Montt. All’arrivo ci disperdiamo tra i chioschi assaggiando, malgrado l’ora che invita ad un caffè piuttosto che a altro, ceviche e leccornie di mare. Quando ci ritroviamo è tardi per andare al parco National Andino per cui accettiamo il consiglio di Berto che ci porta nel monumento naturale di Nahuén Nadi, un parco di 200 ettari ubicato a 15 chilometri da Puert Montt per un breve trekking. Qui i ranger ci raccontano la storia del parco, la sua importanza biologica in quanto registra, in poco spazio e in una zona paludosa di origine glaciale, una alta diversità di specie di fauna e flora endemica. Bella passeggiata dove possiamo ammirare i grandiosi alberi di Alerce tra i più antichi del mondo. Infine ci dirigiamo verso Petrohué con le sue belle cascate che collegano il lago di Llanquihué con quello di Todos Los Santos. E’ tardi e rinunciamo a effettuare la visita alla turistica Peulla dirigendoci invece sul vulcano Osorno per ammirare dall’alto il panorama. Al rientro, lungo il percorso ci fermiamo spesso per fotografare il maestoso vulcano che si specchia nel lago. Rientrati, tutti pronti per la cena e per lo spettacolo di musica e balli che si svolgono in piazza.Oggi lasciamo questi splendidi paesaggi e ci dirigiamo nella zona dell’Aysen. Sbarchiamo in perfetto orario nel piccolo aeroporto di Balmaceda e qui, pronto ad attenderci, il simpatico Fabio. Non ho trovato una sistemazione a Coyhaique per cui ho optato per il piccolo e poco conosciuto pueblo di Puerto Ibáñez e devo dire che è stata un’ottima scelta. Arriviamo con un bel sole e veniamo a sapere che c’è una fiesta in paese: in questa parte del Cile gauchos cileni e argentini si sfidano nella monta dei cavalli selvaggi e tutto il villaggio partecipa tifando per i propri campioni. Lo spettacolo inaspettato dura fino a tarda sera, poi il freddo e il vento ci costringono alla ritirata nelle cabañas.Riprendiamo il cammino lungo la Carretera Austral considerata uno degli itinerari di viaggio tra i più affascinanti. Si snoda per circa 1200 chilometri, in parte sterrati, superando foreste, ghiacciai, fattorie di pionieri, fiumi dalle acque turchesi. Dopo varie soste arriviamo a Puerto Rio Tranquilo, nostra meta serale. Siamo alloggiati a 5 chilometri dal piccolo centro in quanto non ho trovato altra sistemazione ma la simpatia e la disponibilità del giovane gestore ci ripagano del disagio. Come primo assaggio facciamo l’escursione sul lago General Carrera per ammirare le Catedral de Marmol: sono delle formazioni di carbonato di calcio, marmo appunto, così ci spiega José, che essendo parte integrante del parco non può essere sfruttata: meno male! Nel corso del tempo le acque del lago hanno eroso le scarpate costiere creando queste formazioni spettacolari che, quando il livello delle acque del lago lo permettono, possono essere percorse al loro interno con piccole imbarcazioni. La Catedral de Mármol è uno degli isolotti che si trovano vicino alla riva, con poco

Valle della Luna gruppo Benetti

Avventure nel mondo 1 | 2019 - 51

RACCONTI DI VIAGGIO | Cile

più in là c’é la Capilla de Mármol e la Caverna de Mármol. Purtroppo il vento si alza e oltre alla gita facciamo una bella doccia: ne valeva comunque la pena. Rientriamo alle cabañas per una corroborante doccia calda e una buona cena.Avevo concordato con il giovane albergatore, prima di partire dall’Italia, l’escursione alla laguna San Rafael per ammirare l’omonimo ghiacciaio ma stamattina scopriamo che, purtroppo, la loro barca ha un problema e non è possibile effettuare la gita. Gli chiedo di aiutarmi a trovare una soluzione e lui, dopo varie telefonate mi accompagna presso la Explorando Patagonia: c’è la possibilità di effettuare la costosa escursione solo giovedì mattina! Chiedo a Fabio se se la sente di guidare da Rio Tranquillo a Coyhique partendo alle 18, ora prevista per il nostro rientro e lui si rende disponibile: evviva! Risolti i problemi logistici partiamo per la nostra escursione circumnavigando il grande Lago Carrera fino a Puerto Guadal, e inoltrandoci nel lago Negro per ammirare i piccoli villaggi sparsi tra i boschi fino a Puerto Bertrand. Rientro, doccia, cena in paese e poi tutti a nanna. Avendo spostato l’escursione alla laguna, oggi ci dedichiamo alla esplorazione della area intorno al Lago Tranquilo, al Lago Bayo fino al Mirador del Glaciar Esploradores. Sono passeggiate belle e stimolanti che fanno apprezzare ancora di più questo angolo di mondo incontaminato. La giornata vola e rientriamo in tempo per i preparativi della gita e della partenza dell’indomani.Prima delle 7 siamo pronti. Fabio arriva puntuale e, caricati i bagagli, ci inoltriamo lungo la strada sterrata a fondo ghiaioso di 77 chilometri che percorre la valle Exploradores. Ci vogliono due ore per arrivare al fiume dove, lasciato il nostro pulmino, proseguiamo stipati in un piccolo van in grado di attraversare lo stretto ponte e proseguire, per altri 10 chilometri, fino al molo della laguna. Arriviamo verso le 10 e partiamo subito. Il cielo dopo un avvio grigio si apre e

il sole illumina la laguna e le montagne innevate che vi si affacciano. Un’ora e mezza dura la navigazione e poi i primi iceberg annunciano il ghiacciaio San Rafael. Finalmente appare: il comandante riduce la velocità per lasciarci il tempo di ammirare e fotografare questa meraviglia. Alcuni cuccioli di foca si godono il sole sdraiati sugli isolotti di ghiaccio mentre noi non ci stanchiamo di fotografare. Infine si torna: facciamo all’incontrario il percorso di questa mattina fino al ponte dove ci attende il pulmino. Mentre noi ci appisoliamo Fabio, sicuro e preciso percorre la impervia carettera e arriviamo a Coyhaique verso le 23. Dopo aver girato a vuoto per un po’, non trovando l’indirizzo fornitomi al momento della prenotazione, dopo varie telefonate finalmente arriviamo a destinazione. Siamo sistemati in due cabañas e all’una siamo a nanna. Giornata di relax. Ci alziamo con comodo, facciamo una colazione autogestita, poi in macchina con varie soste fotografiche, arriviamo a Port Aysen. La cittadina è piccola e linda e offre ben poco per cui verso l’una rientriamo a Coyhaique sia per preparare i bagagli per la partenza di domani, sia per fare un po’ di shopping. A cena ci troviamo per festeggiare il compleanno di Angela, la più giovane del gruppo e mascotte di diritto, con una torta comprata per l’occasione accompagnata da buon vino cileno.Partiamo con largo anticipo in quanto arrivando avevo notato che alcuni tratti della Carretera nei pressi di Coyaique erano in rifacimento e avrebbero potuto a causa del traffico crearci dei problemi. Salutiamo il nostro giovane autista che si è tanto prodigato per noi: foto, abbracci e saluti. Facciamo il check-in e poi aspettiamo la partenza: ciao Patagonia,

terra di esploratori e di pionieri. In orario arriviamo a Santiago salutiamo Angela 2 che approfitta del soggiorno cileno per visitare degli amici, e con due van raggiungiamo il nostro hotel in pieno centro. Liberi dall’obbligo di condividere i trasporti ognuno decide come impiegare il pomeriggio dandoci comunque appuntamento per la cena.Stamattina facciamo l’ultimo tour di gruppo: meta Isla Negra, Valparaiso e Viña del Mar. Dopo varie soste

per ammirare il paesaggio ricco di vigneti e visitare una delle cantine dell’ottimo vino cileno, arriviamo a Isla Negra famosa per essere stata la città di adozione di Pablo Neruda che comprò e arredò una delle case museo più famose di tutto il paese. La villa, meta di un vero e proprio pellegrinaggio, si affaccia sull’oceano e occorrono più di 40 minuti di fila prima di potervi accedere. Armati di audio guida ci disperdiamo per le stanze e

all’uscita fatico a recuperare il gruppo per continuare il giro. Ripartiamo per Valparaiso, che visitiamo alla spicciolata; veramente bella e affascinante con le sue case colorate abbarbicate sulla montagna, ed è stato veramente un peccato non aver pensato di trascorrervi la notte. Ultima breve sosta a Viña del Mar e infine rientro a Santiago. Compatti dopo una buona doccia ci avviamo per la cena serale che conclude il viaggio.Per quattro compagni il viaggio è finito e nel primo pomeriggio si recano in aeroporto dove si ritroveranno con Angela 2 per il lungo rientro in Italia mentre nove di noi costituiscono la compagine che proseguirà per Rapa Nui. Un grazie a tutti i compagni di questo splendido viaggio, e ... alla prossima!

Chiloè palafittos

Verso la laguna Miscanti