dicembre 2008 - n. 2 otiziario fitopatologico...l’andamento climatico, re-lativamente fresco...

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È stata veramente un’annata impegnativa, altro che “finalmente”! Certo che se qualcuno non si ricordava come era la peronospora e a che livelli di danno può arrivare, beh!,… il 2008 è stato d’insegnamento. L’annata era partita tranquillamente, come negli ultimi anni, con poche piogge e tem- perature decisamente primaverili. Quelle prime piogge, secondo il modello UCSC che stiamo validando e che quindi è ancora in fase sperimentale, avevano già fatto partire la germinazione delle forme svernanti della peronospora; è altresì vero che secondo lo stesso modello queste prime famiglie di oospore si erano anche esaurite (morte) per mancanza di precipitazioni successive (vedi l’articolo specifico in questo stesso Notiziario). La musica però è cambiata intorno alla metà di maggio. Infatti, tutti ricordiamo che da quel momento sino alla seconda decade di giugno sono state più le giornate di pioggia che non quelle con assenza di precipitazioni (tab. 1) . Nei primi 18 giorni di giugno ne abbiamo avuti 13 di pioggia con intensità va- riabile a seconda delle zone. Quindi, praticamente una bagnatura pressoché conti- nua senza uguali nell’ultimo decennio (tab. 2). Questo andamento climatico decisamente anomalo ha una spiegazione nel È FINALMENTE LA PERONOSPORA! Un’annata incredibile, la peggiore degli ultimi trent’anni notiziario Finalmente la peronospora! 1 Il 2008 è stato un anno incredibile 1 I modelli di previsione delle malattie e i monitoraggi di campo per la peronospora della vite 4 Peronospora 2008: un anno da ricordare? 5 Dalla redazione ... 6 Dryocosmus kuriphilus: una nuova emergenza fitosanitaria per le aree castanicole dell’Emilia-Romagna 7 Viroide dell’affusolamento dei tuberi di patata: una problematica fitosanitaria da non sottovalutare 9 Sicurezza alimentare e controlli in azienda agricola 10 Il 2008 per i giallumi della vite 11 Il terreno, le infestanti e la vite 14 Controlli atti alla certificazione del materiale di propagazione della vite 15 Potatura meccanica: primi successi! 16 Diraspatori e peso utile 19 Nuove procedure per il primo rilascio e il rinnovo dell’autorizzazione all’acquisto dei prodotti fitosanitari 20 Sorprese di fine stagione per le pomacee 22 Diabrotica: la situazione rimane stabile 23 I modelli di previsione delle malattie e i monitoraggi di campo: i risultati del 2008 23 Le piante oggi: amiche o nemiche? 27 Lo sfogo di una giovane fitoiatra 28 Dati produttivi medi e sintesi delle problematiche fitosanitarie delle più importanti colture della provincia (annata 2008) 29 Letto per voi 32 OMMARIO S di Anselmo Montermini Anselmo Montermini fi to patologico DICEMBRE 2008 - N. 2 Spedizione in abb. postale - 70% Filiale di Reggio Emilia segue a pag. 2 IL 2008 È STATO UN ANNO INCREDIBILE L’editoriale di Anselmo Montermini Anselmo Montermini segue a pag. 2 I Incredibile non solo per l’andamento stagio- nale decisamente anomalo che ha creato notevoli problemi, ma anche dal punto di vista di nuove problematiche fitosanitarie.

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  • È stata veramente un’annata impegnativa,altro che “finalmente”! Certo che se qualcunonon si ricordava come era la peronospora ea che livelli di danno può arrivare, beh!,…il 2008 è stato d’insegnamento.L’annata era partita tranquillamente, comenegli ultimi anni, con poche piogge e tem-perature decisamente primaverili. Quelle

    prime piogge, secondo ilmodello UCSC che stiamovalidando e che quindi èancora in fase sperimentale,avevano già fatto partire lagerminazione delle formesvernanti della peronospora;è altresì vero che secondo lostesso modello queste primefamiglie di oospore si eranoanche esaurite (morte) permancanza di precipitazionisuccessive (vedi l’articolospecifico in questo stessoNotiziario).La musica però è cambiataintorno alla metà di maggio.Infatti, tutti ricordiamo cheda quel momento sino allaseconda decade di giugnosono state più le giornate dipioggia che non quelle conassenza di precipitazioni (tab.1). Nei primi 18 giorni digiugno ne abbiamo avuti 13di pioggia con intensità va-riabile a seconda delle zone.Quindi, praticamente unabagnatura pressoché conti-nua senza uguali nell’ultimodecennio (tab. 2).Questo andamento climatico

    decisamente anomalo ha una spiegazione nel

    ÈFINALMENTE LA PERONOSPORA!Un’annata incredibile, la peggiore degli ultimi trent’anni

    notiziario

    Finalmente la peronospora! 1Il 2008 è stato un anno incredibile 1

    I modelli di previsione delle malattie e i monitoraggi di campo per la peronospora della vite 4

    Peronospora 2008: un anno da ricordare? 5Dalla redazione ... 6

    Dryocosmus kuriphilus: una nuova emergenzafitosanitaria per le aree castanicole dell’Emilia-Romagna 7

    Viroide dell’affusolamento dei tuberi di patata: una problematica fitosanitaria da non sottovalutare 9Sicurezza alimentare e controlli in azienda agricola 10

    Il 2008 per i giallumi della vite 11Il terreno, le infestanti e la vite 14

    Controlli atti alla certificazione del materialedi propagazione della vite 15

    Potatura meccanica: primi successi! 16Diraspatori e peso utile 19

    Nuove procedure per il primo rilascio e il rinnovo dell’autorizzazione all’acquisto dei prodotti fitosanitari 20

    Sorprese di fine stagione per le pomacee 22Diabrotica: la situazione rimane stabile 23I modelli di previsione delle malattie e

    i monitoraggi di campo: i risultati del 2008 23Le piante oggi: amiche o nemiche? 27

    Lo sfogo di una giovane fitoiatra 28Dati produttivi medi e sintesi delle problematiche

    fitosanitarie delle più importanti colture della provincia (annata 2008) 29

    Letto per voi 32

    OMMARIOS

    di Anselmo MonterminiAnselmo Montermini

    fitopatologico

    DICEMBRE 2008 - N. 2

    Spedizione in abb.postale - 70%Filiale di Reggio Emilia

    segue a pag. 2

    IL 2008 È STATO UNANNO INCREDIBILE

    L’editoriale

    di Anselmo MonterminiAnselmo Montermini

    segue a pag. 2

    IIncredibile non solo per l’andamento stagio-nale decisamente anomalo che ha creatonotevoli problemi, ma anche dal punto divista di nuove problematiche fitosanitarie.

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    notiziario fitopatologico

    fatto che l’anticiclone delleAzzorre, invece di collocarsialla solita latitudine, si èposizionato circa 400-600km più a sud, permettendocosì un facile ingresso alleperturbazioni atlantiche.L’andamento climatico, re-lativamente fresco (semprecomunque intorno ai 14-16°C) e caratterizzato da intenseprecipitazioni (graf. 1) conuna costante bagnatura del-la vegetazione, ha fatto sìche numerose famiglie diperonospora germinasseroe che ”eserciti” di zoosporefossero ”schizzate” sulla ve-getazione. Non solo, le prime“macchie d’olio” causate dal-

    Tabella 1: giorni di pioggiadi alcune località reggianein due mesi del 2008

    Località Maggio GiugnoAlbinea 11 15Scandiano 10 13Bibbiano 13 11S. Ilario 9 12Correggio 9 15Guastalla 10 14Rolo 6 11

    1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007Maggio 9 10 9 7 7 4 8 7 5 9Giugno 5 8 5 6 6 3 5 4 3 9

    Tabella 2: giorni di pioggia nella pianura reggiana dal 1998al 2007 (valori medi)

    le infezioni primarie, da noiviste già a fine di maggio,sono passate pressoché inos-servate ai viticoltori, dandocosì l’avvio a quotidiane in-fezioni secondarie, per lequali è sufficiente una ba-gnatura di almeno 2-4 ore.In una situazione di questotipo si comprende come dal-

    la metà di maggio il nostroConsorzio abbia comincia-to a consigliare prodottiendoterapici (tab. 3), pro-dotti che sono in grado dipenetrare e quindi resisteremeglio al dilavamento edavere qualche giorno inpiù di azione preventivarispetto ai normali prodottidi copertura.La situazione di pericolosi evidenzia anche dai bol-lettini (gialli) di lotta anti-peronosporica che si sonosucceduti ad un intervallo

    più corto rispetto ai normaliconsigli riportati dai prodottiin etichetta o altre fonti diinformazione. Tutto ciò perònon ha scongiurato il fattoche tutti abbiano preso laperonospora, chi più chimeno, chi prima chi dopo,ma peggio ancora che alcu-ni abbiano avuto a fine sta-gione un danno decisamen-te significativo e in alcunivigneti o parte di essi nonsi sia vendemmiato.Dai nostri numerosi sopral-luoghi un po’ in tutta laprovincia, possiamo indicaretra le probabili cause le si-tuazioni seguenti.Riteniamo che diversi viti-coltori abbiano colto in ri-tardo “l’eccezionalità” diquanto stava accadendo eche abbiano continuato conla “solita” strategia o quellache si erano prefissi ad iniziocampagna. Altri hanno con-fidato troppo nelle “doti” deiprodotti endoterapici e/osistemici, cioè nella loro ca-pacità di entrare nei tessutidella pianta e resistere aldilavamento, non tenendoconto però di due cose. Laprima, che con la vegetazio-ne “imbibita” d’acqua e iterreni asfittici i tempi diassorbimento si allunganonotevolmente. Quindi, se

    PeronosporaVite

    IL 2008 È STATO UN ANNO INCREDIBILEAi diversi lavori che in questo numeroriportano esaurientemente i vari aspetti,mi preme solo sottolineare come ilnostro Consorzio, ancora una volta, siariuscito con i pochi mezzi ed un numerodi tecnici “calante” a dare una rispostaefficace a tutti i problemi.Ad inizio anno l’intercettazione inmontagna, esattamente a Carpineti(primo ritrovamento in Emilia Roma-gna) della Vespa cinese del castagno ciaveva discretamente allarmato, peròla straordinaria collaborazione col Con-sorzio castanicoltori, il Corpo Forestaledello Stato, la Comunità montana edi Comuni interessati ci ha decisamenteagevolato nel nostro lavoro.Il pazzo andamento stagionale ci ha

    tenuti “sulla breccia” nella lotta anti-peronosporica sino a ridosso dellavendemmia, però tutto sommato èandata abbastanza bene. Non è statoda meno l’oidio, che si conferma comeil problema del futuro.Non solo, nei vigneti collinari (più chein pianura) abbiamo riscontrato unacrescente e diffusa presenza di cocci-niglia; un fenomeno che dovremoseguire con attenzione e tentare dibloccare sin che siamo ancora intempo.Non abbiamo tralasciato ancora unavolta di seguire da vicino l’evolversidei Giallumi della Vite. Anche inquesto ambito la manifestazione dellamalattia è stata “inusuale”, portandoci

    a pensare in piena campagna che ilfenomeno fosse in netta contrazione.Il tutto, però, purtroppo è stato smen-tito con la comparsa tardiva dei sinto-mi, quasi in vendemmia ed oltre.Infine, quanto avvenuto quest’anno eper come si è presentato, si rimarcal’importanza del controllo del territorio.Ancora una volta siamo riusciti conla responsabilità dei tecnici e dei col-laboratori del Consorzio a far fronteall’ordinario, ma soprattutto agli eventistraordinari, ma se continueranno aridursi le risorse finanziarie indispen-sabili affinchè si riesca a svolgere ilnostro lavoro efficacemente e tempe-stivamente, sarà altresì ovvio che nonsi potrà “pretendere la luna”.

    segue da pag. 1

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  • per ipotesi il prodotto A im-piega in situazioni standard1 ora per entrare al 50% edessere in grado di svolgerela sua azione, quest’anno itempi si sono decisamenteallungati o, peggio, il prodot-to non è riuscito a penetrarenella vegetazione.La seconda situazione da te-ner presente, sempre a causadelle ripetute piogge, è statala continua bagnatura dellepiante che, in diversi casi, nonha permesso ai prodotti distri-buiti di asciugarsi sulla vege-tazione e questo ha ulterior-mente impedito loro di essereassorbiti e quindi di agire.Ad agire “in prevenzione”sono stati sicuramente quellidi copertura, tra l’altro sem-pre presenti nelle miscelecon i sistemici. Infatti, abbia-mo potuto riscontrare situa-zioni “tragiche” più frequen-temente nei vigneti di chiha continuato ad usare en-doterapici, piuttosto di quelliche hanno preferito utilizza-re sempre prodotti di coper-

    tura o, vista la frequenzacon la quale era necessariointervenire, sono passati aiprodotti di copertura.Altro fattore riscontrato è quel-lo che diversi viticoltori nonsono riusciti nei momenticritici ad eseguire il trattamen-to oltre che per le continuepiogge anche per l’impra-ticabilità dei terreni. Altri,invece, davanti ad un pome-riggio di “tregua” non hannocapito l’importanza di ripetereil trattamento per prolungarel’azione preventiva/curativadell’intervento antiperonospo-rico precedente.Infine, dobbiamo segnalarecome la peronospora nonabbia “mai mollato”, trovan-do sino alla vendemmiasempre vegetazione nuova,scoperta da trattamenti an-tiperonosporici, da coloniz-zare. Ciò è stato possibile inquanto le piante, grazieall’andamento stagionale,hanno continuato a vegetaremolto e per tutta la stagione,ritardando in questo modo

    anche la vendemmia.Che insegnamento ne derivada un’annata straordinariacome questa appena trascorsa?Sicuramente che nell’affron-tare la difesa antiperonospo-rica o della vite in generaleè necessario essere pronti areagire con elasticità; che lecaratteristiche dei prodottisono il frutto di situazionistandard e, oserei dire, diandamenti normali, per cuidavanti a situazioni che, in“corso d’opera”, tutti abbia-mo definito straordinarie ènecessario adottare compor-tamenti straordinari, comead esempio intervenire ripe-tutamente e con intervallipiù brevi a causa dei conti-nui dilavamenti.Ultima considerazione che ènecessario porre in evidenzaè legata al come vengono fattii trattamenti. Discorso moltocomplesso ed articolato, ri-chiamato spesso negli inter-venti che vi sono stati nelpubblico dibattito che abbia-mo organizzato proprio per

    discutere, con tecnici e viticol-tori, della straordinaria stagio-ne di lotta antiperonosporicaappena affrontata (vedi arti-colo in questo stesso numerodel Notiziario).In questa sede è importantesottolineare come sia fonda-mentale l’impie-go delle dosicorrette e la buona bagnaturadella vegetazione senza“annegare” le piante. Per farciò suggeriamo l’utilizzo, alcu-ne volte all’anno, delle cartineidrosensibili, sistema econo-mico, ma efficace per verifi-care il mal funzionamentodelle nostre attrezzature e,perché no, almeno ogni tantofare non solo collaudarel’attrezzatura (operazione cheun qualsiasi meccanico è ingrado di fare), ma farla tarare,ovvero verificare la miglioredistribuzione del prodotto infunzione del sistema d’alleva-mento. Sì, sembrerà strano,ma ogni sistema e ogni mac-china hanno un modo diver-so di rapportarsi. Provare percredere.

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    n. 2 - dicembre 2008

    Grafico 1: Valori medi delle precipitazioni per la pianurareggiana nei mesi da gennaio ad ottobre – Confronto tra ivalori del 2008 e quelli dell’ultimo ventennio N° trattamenti Prodotti consigliati Data consigliata d’intervento

    1 Copertura (A) 29 aprile2 Copertura (A) 10-11 maggio3 Copertura (A) 16 maggio4 Curativi (C) Entro 21 maggio5 Curativi (C) Entro 29 maggio6 Curativi (C) Entro 7 giugno7 Curativi (C) Entro 16 giugno8 Rameici (D) Entro 25 giugno9 Rameici (D) Entro 3 luglio10 Rameici (D) Entro 11 luglio11 Rameici (D) Entro 18 luglio12 Rameici (D) Entro 26 luglio13 Rameici (D) Entro 4 agosto14 Rameici (D) Entro 11 agosto

    Tabella 3: Bollettini di lotta antiperonosporica emessi nellastagione viticola 2008

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    notiziario fitopatologico

    I MODELLI DI PREVISIONE DELLEMALATTIE E I MONITORAGGI DI CAMPO

    PER LA PERONOSPORA DELLA VITEdi Alessandra Barani Alessandra Barani

    AA livello pratico, la messa apunto delle strategie di con-tenimento della peronospora(Plasmopara viticola) è statabasata sulle previsioni diprecipitazione, sull’evolu-zione delle infezioni e sullapressione di malattia. Graziealle visite periodiche e capil-lari in 17 “vigneti spia” nontrattati per peronospora,messi a disposizione dagliagricoltori, è stato possibileseguire la dinamica dei cicliinfettivi.I campi spia, in funzionedella loro dislocazione, sonostati ripartiti in 8 aree e ma-cro aree pedo-climatiche(Correggio, Rio Saliceto, Ba-gnolo, Masone, Albi-nea/Scandiano, Gualtieri,Fabbrico e Montecchio).A fine stagione, il Consorzioha inoltre contribuito allaverifica del modello previ-sionale UCSC, messo a pun-to dall’Università di Piacen-za, confrontando le informa-zioni scaturite dal sistemadi previsione con i dati epi-demiologici rinvenuti incampo. I risultati delle ela-borazioni, riassunti per som-mi capi al convegno del 21novembre 2008 “Perono-spora 2008: un anno da ri-cordare?”, verranno pubbli-cati nel prossimo notiziario.Di seguito viene propostoun breve riepilogo dei cicliinfettivi rilevati in alcunicampi spia rappresentativi.Macro area CorreggioMacro area Correggio (piog-ge di riferimento: quadrantedi Correggio)Campi spia: Fazzano e Ca-nolo

    In questa macro area, leprime piogge infettanti sisono verificate nel periodocompreso tra il 15 e il 17maggio a Fazzano e tra il 18e il 23 maggio a Canolo; iprimi sintomi sulle fogliesono comparsi rispettiva-mente al 27 maggio e al 4giugno. Le prime infezionisono risultate di modestaentità in entrambi i casi.L’incremento della malattiaè stato rilevato nella primadecade di giugno a causasia di ulteriori infezioni pri-marie determinate dalle pre-cipitazioni di fine mag-gio/primi di giugno, sia diinfezioni secondarie. E pro-prio tra il 10 e il 12 giugnosono stati osservati i primidanni sui grappoli, ascrivibilialle infezioni del periododella fioritura, in entrambii campi.Macro area Rio Saliceto(piogge di riferimento: qua-drante di Rio Saliceto)Campi spia: S. Ludovico(campo 1), S. Ludovico(campo 2) e Mandrio diCorreggio.In tutti e tre i campi spia leprime piogge infettanti sisono verificate tra il 15 e il17 maggio, con comparsadei primi sintomi al 28 mag-gio, come nella zona di Faz-zano. Le prime infezioni so-no risultate di modestaentità in tutti i casi. Un forteincremento della malattiaè stato rilevato tra il 4 e l’11giugno, soprattutto nei duecampi di S. Ludovico, a cau-sa sia di ulteriori infezioniprimarie determinate dalle

    precipitazioni di fine mag-gio/primi di giugno, sia diinfezioni secondarie. Anchein questo caso le infezionisui grappoli sono comparseintorno all’11 giugno, in se-guito ai processi infettivi delperiodo fiorale.L’andamento dei processiinfettivi ha rispecchiato lamacro area di Correggio,ma con un livello di attaccosostanzialmente più elevato,anche a parità di varietà.Macro area Bagnolo-ReggioEmilia (piogge di riferimen-to: quadrante di Bagnolo)Campi spia: Bagnolo e Pra-tofontana (RE)Nei vigneti spia in oggetto,la dinamica delle infezioniricalca l’andamento giàevidenziato per il campodi Canolo di Correggio. Leprime piogge infettanti sisono verificate tra il 18 e il23 maggio con comparsadei primi sintomi al 3-4giugno. Le prime infezionisono risultate di modestaentità. Nella prima decadedi giugno si è rilevato unlieve incremento della ma-lattia mentre un ulterioreaumento dei sintomi risalealla seconda decade di giu-gno. Infatti, nel campo diBagnolo, al 12 giugno sonocomparsi i primi sintomisui grappoli, sempre a cau-sa di infezioni del periodofiorale, ed è stato osservatoun incremento delle fogliecolpite. Nel campo di Pra-tofontana (RE), i sintomisu grappolo sono stati rile-vati sempre nel medesimoperiodo.

    Macro area Albinea-ScandianoScandiano (piogge di rife-rimento: quadrante diSabbione)campi spia: Pratissolo diScandiano e Borzano diAlbineaIn questa macro area leprime piogge infettanti sisono verificate tra il 15 eil 17 maggio con comparsadelle prime macchie d’olioal 27 maggio. In questicampi i primi sintomid’infezione risultavanopiuttosto consistenti. APratissolo la malattia èstata rinvenuta sul grap-polo il 6 giugno, quindiin anticipo rispetto allealtre zone esaminate. ABorzano le infezioni sonostate riscontrate al 10 giu-gno, più in linea con glialtri areali. Ulteriori infe-zioni sono state osservateper tutta la stagione inentrambi i vigneti.

    Tutti i campi spia sonostati trattati nella secondadecade di giugno per evi-tare la diffusione di ulte-riori infezioni. L’annata siè contraddistinta per lapresenza di peronosporadel tutto eccezionale. Tut-tavia, soprattutto nella pri-ma parte della stagione,prima che sopraggiunges-sero infezioni secondarie,la pressione di malattia èrisultata molto variabilein funzione dei vigneti edelle varietà.

    - Attività finanziatadalla provincia di

    Reggio Emilia -

    I risultati del 2008

  • LLo scorso 21 novembre iviticoltori, i tecnici e i ricer-catori che si interessano diviticoltura ed in particolarmodo di difesa della vite, sisono dati appuntamento aReggio Emilia ad un incon-tro-dibattito, organizzato dalConsorzio Tutela dei Vinireggiani e dal nostro Con-sorzio Fitosanitario, per con-frontarsi sull’eccezionalitàdella campagna antiperono-sporica di quest’anno.Infatti, dopo gli ultimi quat-tro anni caratterizzati dal-l’assenza o solo da qualchesporadica e innocua appari-zione, il 2008 andrà ricorda-to negli annali tra quellidelle “grandi invasioni pero-nosporiche”.Nel nostro ambiente la pe-ronospora si presenta peri-colosa ogni 4-5 anni ed ogni8-12 anni la sua virulenzapuò risultare di difficile con-tenimento: è allora che sipatiscono concreti dannialla produzione. Ed il 2008da tutti è stato consideratotra questi.Non v’è stato vigneto chenon abbia avuto almenoqualche macchia, ma sononumerosi quelli in cuil’infezione è stata anche acarico dei grappoli. Più col-pite alcune varietà di altre(come il Lambrusco graspa-rossa, peraltro poco coltivatonel reggiano), alcune zonepiù di altre, alcuni vignetipiù di altri.Sebbene vi sia stata unaminore produzione com-plessiva, valutabile a livelloprovinciale intorno al 14%,crediamo che il calo da at-tribuire alla peronosporanon dovrebbe essere supe-

    riore al 50% di questo valore.Passando in rassegna gli ul-timi quindici anni ricordia-mo il 1995 (che ha avutopiù analogie con quest’an-no), il 1999 e il 2002 in cuila peronospora si presentòin forma grave in diversivigneti, ma alla fine il dannocomplessivo non fu signifi-cativamente importante.Dopo l’esposizione delle re-lazioni introduttive (vedi boxa parte) sui differenti aspettidella problematica (anda-mento climatico, dinamicadelle infezioni, strategie didifesa adottate, ecc.), neinumerosi interventi, il pub-blico si è confrontato espri-mendo le varie opinioni eportando esperienze in ma-teria.Di seguito vogliamo riassu-mere, a grandi linee, i piùimportanti concetti emersi.Di chi la colpa maggiore?Sarebbe meglio dire: qualela causa?Il responsabile principale ditutto questo è stato senzadubbio l’andamento clima-tico primaverile, del tuttoeccezionale e non parago-nabile a quello di altre an-nate recenti. Il dott. Casoli,oltre alle variazioni climati-che su scala europea, si èsoffermato sulle differenzedelle precipitazioni e dellefrequenze delle piogge. Nellasuccessiva relazione delladott.sa Barani, queste sonostate messe in rapporto allosviluppo delle infezioni. Iltutto è stato messo in evi-denza illustrando i concettialla base del nuovo modelloprevisionale UCSC, ancorain fase di validazione.Nel reggiano, sono state le

    piogge della secondametà di maggio ascatenare le primeinfezioni e da quelmomento ogni altrapioggia risultava pe-ricolosamente infet-tante. Così, dato ilpersistere della ba-gnatura fogliare, sisono accavallate leinfezioni primarie conquelle secondarie.Altra causa è sicura-mente da imputareal la tempest iv i tàdell’esecuzione deitrattamenti in fun-zione dei prodotti edelle precipitazioni,ovvero la possibilitàdi eseguire i tratta-menti (vedi collina).Le diverse strategieIn una situazione del generea così alto rischio, come èstato ribadito nel corso deldibattito, era indispensabileattuare una difesa attenta ecostante, ma siccome “delsenno di poi ne son pienele fosse” molti viticoltori sierano adagiati nell’attua-zione della solita facile dife-sa, nell’illusione che quellafosse più che sufficiente. Nonsolo, ma l’affidarsi ciecamen-te alle caratteristiche di al-cuni prodotti endoterapici,ha aggravato la situazione.Infatti, la bagnatura dellafoglia come pure la ridottacapacità di assorbimentodella stessa, hanno fatto sìche detti prodotti non sianoriusciti a svolgere pienamen-te la loro funzione.Purtroppo “la facile e solitadifesa” funziona laddovenon vi sono grossi potenzialiinfettivi ovvero tutto va bene

    quando i rischi sono scarsi,come appunto accaduto ne-gli ultimi quattro anni.E le indicazioni diramatedai servizi tecnici?Riguardo alle indicazioniufficiali diramate dal Con-sorzio Fitosanitario possiamoaffermare che sono statemolto accorte, tanto che almomento dell’inizio delleinfezioni erano già stati con-sigliati tre trattamenti caute-lativi di copertura. Ciò haconsentito di accumularepreventivamente sulla vege-tazione una buona scortadi prodotto, soprattutto sulgrappolino.Io stesso, oltre ad illustrarecome scaturisce l’indicazio-ne di lotta e i diversi mezzidi divulgazione impiegatiche vanno dal “bollettinogiallo” alla segreteria telefo-nica, da internet a televideo(in entrambi viene riportato

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    PERONOSPORA 2008:UN ANNO DA RICORDARE?

    segue a pag. 6

    Convegno organizzato dal Consorzio Fitosanitario

    di Anselmo MonterminiAnselmo Montermini

    n. 2 - dicembre 2008

  • integralmente il Bollettinodi difesa integrata), dagliSMS e al recente “CIF-Conoscere il formulato”, homesso in evidenza che sonostate diramate tutte le indi-cazioni per proteggere almeglio la vegetazione. Ametà agosto ben 14 risulta-vano essere i trattamenticonsigliati.È stato molto apprezzato,soprattutto per la tempestivi-tà, il servizio di informazionetramite SMS che quest’annoha raggiunto oltre 700 utenti.Alcuni viticoltori e tecnicihanno messo in evidenzache le indicazioni in corsod’opera (con le difficoltà cheesse comportano) e le conse-guenti informazioni delle stes-se dovevano probabilmenteessere tanto più incisivequanto più aumentava il ri-schio della malattia.Le caratteristiche dei pro-dottiDopo la dissertazione sullecaratteristiche dei prodottiendoterapici a partire daiprimi anni ’80 ad oggi, ilprof. Brunelli ha illustratole potenzialità ed i limiti deidiversi prodotti in funzionedelle diverse strategie. Hasottolineato, altresì, cometali caratteristiche potenziali(azione preventiva e curati-va) varino notevolmente infunzione delle condizioniclimatiche e delle conse-guenti variazioni dello svi-luppo vegetativo della pian-ta. Così come sicuramentela turgidità della vegetazione“intrisa d’acqua” ha influitonegativamente sulla velocitàdi assorbimento dei prodottiendoterapici.Questa situazione avrebberichiesto, anche nel caso diutilizzo dei prodotti endote-rapici e sistemici, un minorintervallo tra un interventoe l’altro. In situazioni “limite”,a causa di frequenti piogge,il trattamento dovrebbe es-sere ripetuto andando asfruttare il partner di coper-tura.

    La fittezza della vegetazioneproprio nel momento dellacomparsa delle macchie èstato senza dubbio un altrofattore che ha influito nonpoco sulla diffusione dellamalattia, soprattutto perchéle macchine di distribuzionestentano a portare il prodottosu tutte la parti da difendere.Pertanto, la corretta gestionedelle concimazioni, dellamassa vegetativa, dell’iner-bimento e dell’irrigazione ecome queste siano praticheimportanti da non sottovalu-tare nella difesa della vite enel l ’e f f icacia del l ’ap-plicazione dei trattamenti èstata messa in evidenza daldott. Meglioraldi.A questo proposito, dopola buona gestione del verde,la difesa si affida al regolarefunzionamento delle mac-chine irroratrici ed alla lorocorretta efficienza. In pro-posito, il dott. Franchi hanuovamente sottolineatol’importanza del giusto rap-porto che vi deve essere trail sistema d’allevamento ela geometria di distribuzio-ne, evidenziando altresìl’importanza della correttamessa a punto dell’attrezza-tura.

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    notiziario fitopatologico

    segue da pag. 5

    Viticoltori e tecnici a confronto.Reggio Emilia 21 novembre 2008Interventi:Dott. L. Casoli: valutazioni relative all’andamento stagionaleDott.ssa A. Barani: analisi della dinamica delle infezioniDott. A. Montermini: disamina della strategia di difesaindicata nell’ultima annataProf. A. Brunelli: dissertazione sulle caratteristiche e suimeccanismi d’azione dei prodotti antiperonosporiciDott. P. Bortolotti: esame della situazione nei vigneti aconduzione biologicaDott. S. Meglioraldi: valutazione del rapporto fra condu-zione agronomica e difesa fitosanitariaDott. A. Franchi: considerazioni sugli aspetti applicatividegli agrofarmaci.

    PERONOSPORA 2008:UN ANNO DA RICORDARE?

    E la lotta eseguita?Già Goidanich nei decenniaddietro avvertiva di nonsottovalutare i periodi pio-vosi e, in simili frangenti,sollecitava ad impegnarsiper una frequente preven-zione; ma, si dirà, allora nonc’erano i prodotti attuali.Orbene, se mai ce ne fossestato bisogno, è stato ribaditoche in numerosi casi l’usodei preparati endoterapicinon sempre ha soddisfattole attese, specie quando“tirati” più del necessario.Complice, probabilmente,come già ricordato, anchel’insufficiente assorbimentodel prodotto causa l’ecces-siva e perdurante bagnaturadella vegetazione.Inoltre è stata di gran lungaconfermata la validità dellastrategia preventiva, cioèdell’intervento eseguito pri-ma della pioggia infettante,sia essa attuata con prodottia lunga persistenza, sia en-doterapici, sia coi preparatidi copertura tradizionali.Per i prodotti cosiddetti dicopertura (come ad esempioin agricoltura biologica perquanto riguarda il rame) oc-correva una frequenza d’usomaggiore per rincorrerel’allungamento del-la vegeta-zione (vero tallone d’Achilledi questi antiperonosporici),mentre è risultato di secondo

    DALA REDAZIONE

    “S

    IN MANCANZA DELLARUBRICA METEOROLOGICA...“Sull’Atlantico un minimo barometrico avanzava indirezione orientale incontro a un massimo incombentesulla Russia, e non mostrava per il momento alcunatendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isotermee le isòtere si comportavano a dovere. La temperaturadell’aria era in rapporto normale con la temperaturamedia annua, con la temperatura del mese più caldocome con quella del mese più freddo, e con l’oscillazionemensile aperiodica. Il sorgere e il tramontare del solee della luna, le fasi della luna, di Venere, dell’anello diSaturno e molti altri importanti fenomeni si succedevanoconforme alle previsioni degli annuari astronomici. Ilvapore acqueo nell’aria aveva la tensione massima, el’umidità atmosferica era scarsa. Insomma, con unafrase che quantunque un po’ antiquata riassume benis-simo i fatti: era una bella giornata d’agosto...”.

    (R. MusilR. Musil)

    piano il dilavamento del pro-dotto distribuito.Infine, ma non meno impor-tante, il favorevole andamen-to climatico ha messo nellecondizioni molti vigneti dicontinuare a vegetare sinoad estate inoltrata, facendosì che le femminelle, ovverola nuova vegetazione, fosseoggetto di attacchi di pero-nospora sino alla vendem-mia.La gestione della vegeta-zione e gli aspetti applica-tivi degli agrofarmaci

  • N loro comparsa ovidepongo-no all’interno delle gemme.Verso la fine dell’estate (ago-sto-settembre), dopo circa30-40 giorni dalla deposizio-ne delle uova, compaionole larve svernanti.Il ciclo biologico soprade-scritto è fortemente condi-zionato da diversi fattori,quali l’andamento stagiona-le (temperature primaverili),l’altitudine e l’esposizionedei castagneti, nonché dallaprecocità varietale; pertantosono possibili scostamentidelle varie fasi (fenofasi)rispetto alla temporalità so-pra menzionata.

    SINTOMI E DANNILa sintomatologia tipica dicastagni infestati dall’insettoè rappresentata dalla presen-za di galle di 5-20 mm edoltre di diametro, rotondeg-gianti, di color verde conpossibili sfumature rosse piùo meno accentuate, presentia livello dei germogli (apicalio laterali) e degli amentimaschili; tuttavia non è in-frequente il ritrovamento digalle relegate lungo le ner-vature centrali delle foglie.Questi ingrossamenti con-tengono un numero di larvevariabile e possono, una vol-ta disseccati, permanere sullepiante anche per più anni.Forti infestazioni provocanosensibili cali produttivi conriduzione della produzionedi castagne fino al 50-70%,nonché l’arresto dello svilup-po vegetativo.

    segue a pag. 8

    7

    DRYOCOSMUS KURIPHILUS: UNA NUOVAEMERGENZA FITOSANITARIA PER LE AREE

    CASTANICOLE DELL’EMILIA-ROMAGNAdi Andr Andrea Franchi

    La vespa cinese del castagno sull’Appennino tosco-emiliano

    Nella tarda primavera diquest’anno è stata accertatala presenza, in alcuni casta-gneti reggiani, del Cinipidedel castagno Dryocosmuskuriphilus Yasumatsu. Alleprime segnalazioni perve-nute nei comuni del reggia-no di Carpineti e Casina,ben presto si sono succedutiritrovamenti dell’insetto an-che nelle province di Par-ma, Modena e Forl ì -Cesena.Il cinipide, originario delNord della Cina, è statorinvenuto per la prima voltain Europa nel 2002 negliareali pedemontani dellaprovincia di Cuneo.L’arrivo nel territorio emi-liano-romagnolo dell’insettoimpone la necessità, da par-te di tutti gli operatori delsettore, di affrontare l’emer-genza in modo razionale esenza inutili allarmismi.La scheda di seguito ripor-tata ha lo scopo di fornireutili elementi per ottimizza-re le strategie per il controllodi questa nuova emergenzafitosanitaria.

    L’INSETTO E IL SUOCICLO BIOLOGICO

    D. kuriphilus è un piccoloimenottero (vespa) estrema-mente nocivo unicamenteper il genere Castanea, ingrado di colpire sia il casta-gno europeo (C. sativa) siagli ibridi euro-giapponesi (C.crenata x C. sativa).L’insetto compie una solagenerazione all’anno carat-terizzandosi per una moda-

    Galla su germoglio (Foto Consorzio Fitosanitario)

    n. 2 - dicembre 2008

    lità di riproduzione che nonprevede la presenza dei ma-schi (partenogenesi), i qualisono totalmente assenti dalciclo biologico poiché dalleuova si originano esclusiva-mente femmine.Il Cinipide trascorre l’autun-no e l’inverno allo stadio dilarva all’interno delle gem-me, senza che le piante ospi-ti manifestino sintomi evi-denti della presenza dellavespa, ovvero la comparsadelle caratteristiche galle.Alla ripresa vegetativa le

    larve provocano la reazionedelle piante con la conse-guente formazione, nell’arcodi un paio di settimane,delle galle. Le larve per-mangono all’interno di taliingrossamenti per circa 3-4 settimane dopodiché, su-perato nel periodo tra giu-gno e luglio lo stadio dipupa, si originano le fem-mine adulte che abbando-nano le galle. Le femmine(lunghe 2,5-3,0 mm) di co-lore nero non si nutrono eimmediatamente dopo la

  • RISPETTIAMO LE API

    notiziario fitopatologico

    8

    MODALITÀDI DIFFUSIONE

    L’insetto si giova di due mo-dalità di diffusione:a) attiva, mediante il volo

    delle femmine adulte;b) passiva, mediante l’aiuto

    dell’uomo attraverso iltrasporto occasionale oil commercio di materia-le vivaistico (marze, asto-ni ecc.).

    Se alla prima modalità ven-gono attribuite capacità didiffusione spaziale limitate(locale), alla seconda, ed inparticolar modo al commer-cio di materiale infestato,sono attribuite capacità didiffusione dell’insetto su va-sta scala. Lo scambio di ma-teriale vegetale di castagno,rappresenta pertanto la mo-dalità di propagazionedell’insetto più pericolosa.

    CONTROLLOLe strategie per il controllopresentano diverse difficoltàlegate sia all’etologia dell’in-setto sia ai suoi areali diproliferazione, nonché alfatto che i trattamenti inset-ticidi sono risultati estrema-mente inefficaci. Le modali-tà di lotta sono minime edescludono il ricorso alla di-fesa chimica sia perché pro-ve, condotte anche in Italia,hanno evidenziato la scarsaefficacia dei trattamenti in-setticidi, sia per le gravi im-plicazioni di carattere am-bientale che tali interventipossono provocare nelle areedi diffusione del castagno(boschi).Nel breve periodo le formedi contenimento del cinipidesono riconducibili a:a) azione di sorveglianza

    dei castagneti nei mesicompresi indicativamen-te da metà maggio ametà giugno, al fine diuna tempestiva indivi-duazione delle galle;

    b) raccolta delle galle attra-verso interventi meccani-ci di potatura primaverile

    segue da pag. 7

    SPiù fiori fecondati significano più frutta, ortaggio semi alla raccolta

    Si ricorda che è vietato effet-tuare trattamenti insetticidi,acaricidi e fungicidi tossici perle api, durante la fioritura dellecolture, nonché durante la fio-ritura delle erbe spontanee,prima del trattamento.

    Larve all’interno della galla (Foto Consorzio Fitosanitario)

    prima dello sfarfallamen-to delle femmine (indica-tivamente entro la metàdi giugno) tesi alla suc-cessiva distruzione dellestesse;

    c) impiego di materiale dipropagazione e piantinesani dal punto di vistafitosanitario.

    Nel medio–lungo periodo leazioni che si possono intra-prendere sono riconducibilia:a) lotta biologica, impiegan-

    do l’imenottero calcidoi-deo Torymus sinensis Ka-mijo, che da molti anniviene impiegato con suc-cesso in Giappone. Leprime esperienze intra-prese con questo limita-tore naturale in alcunearee infestate della pro-vincia di Cuneo si sonodimostrate incoraggianti;

    b) selezione di varietà resi-stenti.

    ORIENTAMENTI EPROSPETTIVE

    Il Servizio Fitosanitario Re-gionale ha messo in essere,a partire da questa primave-ra, una serie di misure volte

    all’eradicazione dell’emer-genza. Nello specifico taliazioni hanno riguardato:• controllo dei vivai al fine

    di garantire la commercia-lizzazione di materiale sa-no;

    • informazione e divulgazio-ne agli operatori del settorein merito all’emergenza;

    • monitoraggio dell’insetto.Il Servizio Fitosanitario Re-gionale, di concerto con laRegione Emilia-Romagnaed altri Enti, sta, per il pros-simo futuro, definendo unprogramma di interventiche, oltre a rafforzare le azio-ni descritte nei punti a, b e

    c, si concentrerà nello studiodelle prospettive che le for-me di difesa basate sullal o t t a b i o l o g i c a esull’individuazione di varietàresistenti possono avere neiterritori castanicoli regionali.

    SEGNALAZIONILe segnalazioni di infesta-zioni di D. kuriphilus perla provincia di Reggio Emi-lia devono per venire alConsorzio FitosanitarioProvinciale di Reggio Emi-lia - Via F. Gualerzi, 32 -42100 Reggio Emilia.Tel.0522 271380; e-mail:[email protected]

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    n. 2 - dicembre 2008

    VIROIDE DELL’AFFUSOLAMENTODEI TUBERI DI PATATA:

    UNA PROBLEMATICA FITOSANITARIADA NON SOTTOVALUTARE

    IIl viroide dell’affusolamentodei tuberi di patata (PSTVdacronimo di Potato SpindlePotato SpindleTuber Viroid) è un perico-loso organismo da quaran-tena in grado di arrecaresignificativi cali produttivitra le solanacee coltivatecome patata, pomodoro emelanzana. Il PSTVd è ingrado di svilupparsi anchesu solanacee ornamentaliqualiSolanum jasminoides (gelso-mino di notte) e S. ranto-netti, Datura spp. e Brug-mansia spp.

    SintomiLe piante di patata infettepresentano uno sviluppostentato ed un’anormalepigmentazione delle laminefogliari che appare verdepiù intensa. Le foglie si pre-sentano piccole, con unportamento eretto e legger-mente rugose; quelle termi-nali mostrano accartoccia-menti verso l’alto dellelamine fogliari. I tuberi col-piti sono piccoli deformatie presentano un maggiornumero di occhi, spessoprominenti; i tuberi infettisi caratterizzano, inoltre, perun germogliamento rallen-tato.Nel caso del pomodoro lefoglie colpite appaiono pic-cole, rugose, accartocciate,la lamina presenta degliingiallimenti o arrossamen-ti. I frutti si presentano pic-coli e maturano con diffi-coltà.Al contrario, le solanacee

    ornamentali colpite risulta-no completamente asinto-matiche; infatti, le infezionipossono essere riscontratesolo attraverso complesseanalisi molecolari.

    DiffusioneLa malattia è segnalata supatata in diversi continenti.Recentemente il viroideagente dell’affusolamentodei tuberi patata è stato in-tercettato nei Paesi Bassi inpiante ornamentali di Sola-num jasminoides (gelsominodi notte) e di Brugmansiaspp..Controlli eseguiti anche inItalia hanno evidenziato lapresenza del patogeno an-che su piante ornamentali.Queste recenti intercettazio-ni devono far scattare uncampanello d’allarme pergli operatori del settore (agri-coltori e vivaisti), poiché lapericolosità è acuita sia dallaasintomaticità delle solana-cee ornamentali infettate,sia alla semplicità di trasmis-

    sione del patogeno.L’infezione, infatti, si propagafacilmente per contatto, gra-zie all’uso di arnesi di pota-tura infetti, per effetto disfregamento di materialevegetale, nonché attraversole routinarie operazioni col-turali.

    Come prevenire la dif-fusione del patogenoPoiché la diffusione di que-sto patogeno potrebbe co-stituire una grave minacciaper la Comunità Europea,sono state adottate tempo-raneamente misure fitosa-nitarie d´emergenza al finedi impedirne l´introduzione(Decisione della Commis-sione del 12 giugno 2007 eDecreto Ministeriale 28 gen-naio 2008). Tali misure affi-dano ai Servizi FitosanitariRegionali la periodica rea-lizzazione di controlli uffi-ciali per verificare la presen-za dell’organismo nei ter-ritori di propria competen-za. Le prescrizioni fitosani-

    tarie previste dalla norma-tiva prevedono inoltre spe-cifiche condizioni perl’importazione dei vegetaliospiti da Paesi terzi e la cir-colazione del materialeall’interno del territorio co-munitario solo se accompa-gnate dal passaporto dellepiante.Le azioni di contrasto alladiffusione del patogeno nondevono solo limitarsi allemisure sopraelencate, maparte attiva è riservata aglioperatori del settore; nellospecifico è fondamentale:- commercializzare vegetali

    dotati di passaporto dellepiante (DLgs 214/05), non-ché materiale di moltipli-cazione di solanacee or-namentali registrato (DLgs151/00) o accreditato perle piante ortive (D.M.14/04/1997);

    - disinfettare gli arnesi dipotatura e i materiali uti-lizzati per la coltivazionedelle piante;

    - evitare il contatto tra pian-te appartenenti a differentilotti;

    - evitare promiscuità fra so-lanacee coltivate ed orna-mentali all’interno delleserre;

    - eliminare l’eventuale pre-senza di solanacee infe-stanti all’interno e all’ester-no delle serre;

    In caso di sintomi sospetticontattare tempestivamenteil Consorzio FitosanitarioProvinciale di Reggio Emilia,Via F. Gualerzi, 32 - Tel.0522271380.

    di Andr Andrea Franchi

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    notiziario fitopatologico

    SICUREZZAALIMENTARE ECONTROLLI IN

    AZIENDA AGRICOLA

    CCon la nuova politica dis i curez za a l imentaredell’Unione Europea e coni regolamenti del “pacchettoigiene” (Reg. CE 178/2002,852/2004, 882/2004) i pro-duttori primari sono entratia pieno titolo nella filieraalimentare.Ai sensi del Reg. 852/04 siintendono per produzioneprimaria tutte le fasi dellaproduzione e della coltiva-zione, compresi il raccoltoe le operazioni di trasporto,stoccaggio e manipolazionequando non altera la naturadei prodotti vegetali, dalpunto di raccolta all’aziendaagricola e da qui allo stabi-limento per la successivalavorazione.Pertanto, per la prima volta,una norma di tipo stretta-mente sanitario (Reg. CE852/04) indica quali requisitil’azienda agricola deve pos-sedere per garantire la qua-lità del prodotto e la salutedel consumatore.Quali sono questi requisi-ti?Sono in parte riconducibilia norme già esistenti e pre-vedono l’adozione di misureper:1. garantire l’igiene di attrl’igiene di attrez-

    zature e contenitori desti-nati al contatto con i pro-dotti vegetali e assicurarecondizioni di magazzinag-gio igieniche;

    2. utilizzare acqacqua con carat-teristiche tali da non pre-giudicare per nessun mo-tivo la salubrità delprodotto;

    3. garantire che lo stato disalute del personale noncostituisca un rischio perla sicurezza igienica delprodotto manipolato;

    4. assicurare adeguata for-for-mazione al personale (ad-destramento, istruzionioperative, corsi di forma-zione) in relazione ai pos-sibili rischi di natura sani-taria che derivano da unascorretta gestione dei pro-dotti o delle attrezzature;

    segue a pag. 11

    c) i risultati delle analisieventualmente effettuatesul prodotto o su altricampioni (terreno, acqua,piante, ecc.) che possonoavere rilevanza per la sa-lute.

    La registrazione dell’utilizzodei prodotti fitosanitari (pun-to a) è prevista anche dalD.P.R. 290/01 (registro deitrattamenti) che specificaanche le modalità ed i tempidella registrazione e dellaconservazione del docu-mento.Un esempio di quanto pre-visto al punto b) è lo svilup-po della fusariosi della spigadel grano, causata dalla pre-senza dei funghi Fusarium,che può sviluppare sostanzetossiche che permangonoanche nel prodotto finito(micotossine); un’infezionedi questo tipo deve pertantoessere registrata; tale notiziapuò essere registrata anche,a parte, sul registro dei trat-tamenti.Per ottemperare al punto c)è sufficiente conservare icertificati analitici.Quali altri documenti de-vono essere conservati?In ottemperanza alle normedi tipo ambientale, devonoessere conservati anche idocumenti relativi al correttosmaltimento/consegna deirifiuti prodotti dall’attività(contenitori vuoti dei pro-dotti fitosanitari, olio esaustodei trattori, batterie esauste,teli da serra in plastica …),dimostrando in tal modoanche il rispetto di quantoprevisto al requisito n.6 sopraelencato.Chi e come controlla il ri-spetto delle norme?Il Servizio di Igiene degliAlimenti e della Nutrizioneverifica l’ottemperanza allenorme e ai requisiti sopraelencati.La Regione Emilia Roma-gna al fine di rendere omo-genee e trasparenti le moda-lità di ispezione, ha predi-

    di R. FilippiR. Filippi, E. Mor E. Mordacci, M. Rosi

    Il controllo della produzione dei vegetaliper l’alimentazione umana in riferimentoalla nuova normativa europea

    S.I.A.N. - Dipartimento di Sanità pubblica - AUSL di Reggio Emilia

    5. prproteggere i prodotti daglianimali ed insetti nocivianche nelle fasi di deposi-to e trasporto;

    6. immagazzinare e gestirgestire irifiuti e le sostanze perico-lose in modo da evitarela contaminazione;

    7. utilizzarutilizzare correttamente iprodotti fitosanitari comeprevisto dalla normativadi settore;

    8. ridurre o evitare rischi perla salute del consumatorenel caso in cui analisi sulanalisi sulprodotto o su altri cam-pioni (terreno, acqua,piante, ecc.) evidenzinoirregolarità.

    Come soddisfare questirequisiti?Attraverso:• buone prbuone pratiche agricole e

    corrette prassi igieniche• sistema di rintrsistema di rintracciabilità.Le buone pratiche agricolepossono essere supportatedalle recenti indicazioni for-nite dal Ministero e dallaRegione (*). Ulteriore sup-porto viene dato dall’“Accor-do di programma” stipulatotra la Provincia e gli en-ti/organizzazioni/associazionidi settore, per una correttagestione dei rifiuti agricoliattraverso procedure sempli-ficate e a basso costo.La rintracciabilità, resa ob-bligatoria dal Regolamentocomunitario n. 178 del 2002,

    richiede che tutti gli Opera-tori della filiera alimentare(quindi anche l’agricoltore)siano sempre in grado diindicare l’origine dei prodottiche entrano a far partedell’alimento vegetale e aquali aziende questo è statoconsegnato, in modo da po-ter procedere, in caso di ir-regolarità e di rischio per ilconsumatore, al ritiro delprodotto. L’agricoltore deveperciò tenere un elenco deifornitori (nome, sede, nume-ro di telefono e/o fax) dellesementi/piantine, dei conci-mi e dei prodotti fitosanitarie delle aziende a cui vendeo conferisce (cantine, centridi conferimento, grossisti oanche singoli negozi) e larelativa documentazionecommerciale di acquisto edi vendita.Quali sono le operazionida registrare?A dimostrazione delle cor-rette modalità di gestione,le aziende devono conserva-re le registrazioni riguardanti:a) l’uso dei prodotti fitosani-

    tari o biocidi (sostanzeatte ad eliminare agentiinfestanti quali ad esem-pio roditori)

    b) l’insorgenza di qualsiasimalattia o infestazioneche possa incidere sullasicurezza dei prodotti diorigine vegetale

  • Q

    11

    n. 2 - dicembre 2008

    sposto un manuale di appli-cazione del RegolamentoCE 852/04 e una lista dicontrollo, tradotta dalS.I.A.N. di Reggio Emilia inverbale ispettivo che lo stessoServizio utilizza nell’ambitodei controlli ufficiali.Il verbale prevede il controllodelle modalità di utilizzo edeposito dei prodotti fitosa-nitari e di registrazione deitrattamenti, delle modalitàdi deposito e smaltimentodei rifiuti, di stoccaggio, la-vorazione e trasporto deiprodotti agricoli, dell’utilizzodi acqua idonea, della tenu-ta dei documenti e dei cer-tificati analitici, della forma-zione degli operatori inmateria di buone praticheagricole e corrette prassi igie-niche e del sistema di rin-tracciabilità.Il SIAN dell’Azienda USL diReggio Emilia indirizza pre-valentemente l’attività ispet-tiva nei comparti più signi-ficativi, sia per diffusioneche per rischio alimentare;i rischi più elevati (presenzadi residui fitosanitari al disopra dei limiti previsti dallanormativa) si riscontranonelle coltivazioni ortofrutti-cole e viticole che applicanocome metodo di difesa fito-sanitaria la lotta tradizionale.Il controllo nelle aziendeselezionate viene effettuatoutilizzando il verbale ispetti-vo predisposto e le carenzeriscontrate possono dar luo-go a sanzioni e/o prescrizionidi adeguamento sulla basedelle normative vigenti.

    (*)– D.M. 07/04/00 pubblicato sul-

    la Gazzetta Ufficiale del27/04/00 “Linee guida nellaproduzione vitivinicola perla prevenzione dalla poten-ziale contaminazione damicotossine”

    – “Micotossine nel mais: la pre-venzione in campo” – schedadi “Agricoltura” – marzo 2008

    – “Prevenzione dalle micotossi-ne nei cereali autunno-verninidal campo allo stoccaggio” –scheda di “Agricoltura”- lu-glio/agosto 2008.

    di PasqPasquale Mazio e Mirko Bacchiavini

    Quest’anno, abbiamo condot-to il monitoraggio dello sca-foideo su un numero doppiodi aziende rispetto agli ultimianni, utilizzando peraltro unmetodo statistico elaboratodall’Università di Torino (Les-sio & Alma, 2006) in mododa rendere confrontabili inostri dati con quelli di ogniparte d’Italia. Il risultato èstato interessante e ci promet-tiamo di provare tale metodoanche l’anno prossimo.La popolazione di scafoideo,fermo restando che è estre-mamente bassa, è risultatain aumento rispetto al 2007(graf. 1), pur con diversi vi-gneti in cui le osservazionihanno dato riscontro negati-vo sulla presenza del vettoredella flavescenza dorata dellavite (FD).

    Confermiamo la notevolepresenza, invece, di scafoideonei vigneti a conduzione bio-logica, in cui i due trattamentiinsetticidi obbligatori sonoinsufficienti non solo a ridur-re, ma anche a contenerel’espansione delle popolazionidel vettore. In generale, inve-ce, risulta sufficiente un unicointervento antiscafoideo nei

    vigneti a conduzione conven-zionale o integrata.Ma anche in questo caso,sempre più vale l’indicazionedi verificare aziendalmentela necessità o meno di unsecondo intervento in funzio-ne della presenza del vettore,della malattia e dell’attua-zione della lotta obbligatorianel comprensorio.

    IL 2008 PER I GIALLUMIDELLA VITE

    Scafoideo in aumento e ialeste in diminuzione

    Rinvenimento della flavescenza dorata nei comunidi Rio Saliceto, Scandiano e Canossa

    Nell’anno 2008 abbiamo re-alizzato 80 campioni per leanalisi molecolari su vite,insetti e piante erbacee. Dei65 campioni di viti sintoma-tiche circa il 30 % è risultatopositivo a FD e il 55 % alegno nero (BN), conferman-do per la flavescenza untrend in crescita. FD è bal-zata dal 15,3% in media finoal 2006 al 18,3% degli 818campioni di viti sintomati-che (all’incirca 1 campioneogni 10 ettari di superficievitata presente in provinciadi Reggio Emilia) analizzatidal 2000 al 2008 (graf. 2).Nelle considerazioni sul-

    Grafico 1: media annuale del numero massimo di giovanidi scafoideo rilevati per ceppo

    Figura 1:Distribuzione dei GY in provincia

    di Reggio Emilia al 2008(■ solo FD, ■ FD e BN insieme,

    ■ solo BN)

    l’espansione della FD sonoda tener conto anche i trenuovi comuni (Canossa, RioSaliceto e Scandiano) risul-tati positivi a flavescenzadopo anni di campioni conesito positivo solo a BN (tab.1), senza dimenticare ilrinvenimento di FD loscorso anno a S. Polod’Enza. La flave-scenza dorataquindi continua adespandersi, non ri-sparmiando nemmenole zone di montagna (fig. 1).

    LO SCAFOIDEO

    CAMPIONAMENTOVITI SINTOMATICHE

  • Neg 22,74%

    Giallume dell’astro0,49%

    Giallume deltrifoglio0,12%

    Flavescenza dorata18,34%

    Flavescenza +Legno nero 1,83%

    Legno nero +Giallume dell’olmo 0,12%

    Legno nero56,36%

    12

    notiziario fitopatologico

    Ancellotta L. salamino Totale

    20002000 20012001 20022002 20032003 20042004 20052005 20062006 20072007 2008200800

    22

    44

    66

    88

    1010

    1212

    1414

    Tabella 1: Esiti delle analisi molecolari su campioni di vitisintomatiche nei diversi comuni per l’anno 2008

    Comune Legno Flavescenza Negativi Totalenero dorata

    Albinea 2 2Cadelbosco Sopra 1 2 3Campagnola Emilia 4 4Canossa 2 2Casalgrande 4 1 5Castellarano 1 1 2Correggio 7 7Fabbrico 1 1Gattatico 1 1 2Luzzara 1 1 2Reggio Emilia 10 1 5 16Rio Saliceto 1 2 3Rubiera 2 2San Martino in Rio 2 2San Polo d’Enza 2 2Scandiano 1 2 1 4Vezzano sul Crostolo 5 1 6Totale 36 19 10 65

    L’andamento stagionale ’08è stato particolare e diversodagli anni precedenti, conuna primavera molto piovo-sa e un’estate torrida chehanno innegabilmente influ-ito sulla manifestazione deisintomi.Sebbene questi siano com-parsi relativamente presto e

    in linea con gli altri anni, lemanifestazioni piene e con-clamate della malattia sisono evidenziate solo dallaseconda metà di agosto efino a settembre inoltrato.Nei vigneti di monitoraggioe sperimentazione la presen-za dei sintomi, valutata supiù di 30mila piante (tab.2) ha mostrato un leggerocalo scendendo sotto il 6%.

    La forbice per vigneto è,ovviamente, piuttosto ampiae si va da un minimo dinessuna pianta ammalataal 24,2% di viti sintomatiche.Distinguendo Lambruscosalamino e Ancellotta dallatotalità delle viti controllateè da evidenziare come i datismentiscano la credenza ge-nerale che l’Ancellotta siala varietà più sensibile aiGY (graf. 3); infatti, il L.salamino presenta semprepercentuali più alte di vitisintomatiche e nel 2008 an-

    che più del doppio (8,4%contro il 3,8 dell’Ancellotta).La stessa intensità dei sinto-mi quest’anno è stata infe-riore: se nel 2007 le piantea “sintomatologia diffusa”,con ben oltre la metà deitralci e della produzionecompromessi da giallumi,rappresentavano il 10,4% ri-spetto al totale di viti malate,quest’anno le piante cosìfortemente colpite sono il7,4%; questo fenomeno è sta-to maggiormente visibile perla varietà Ancellotta.

    Grafico 3: Presenza percentuale di piante sintomatiche neivigneti di monitoraggio e sperimentazione

    Tabella 2: Consistenza numerica dei vigneti monitorati epercentuali di viti sintomatiche rilevati nei vari anni

    Totale vitiotale viti % viti Totale vitiotale viti % viti Totale viti % vitimonitorate sintomatiche monitorate sintomatiche monitorate sintomatiche

    2000 2968 738 122 0,82 357 1,122001 7049 6,80 0 807 5,202002 10689 3,88 2179 3,03 2341 6,072003 18095 5,94 7610 4,01 4453 10,462004 37546 8,55 18558 4,97 11915 12,132005 36350 6,94 18552 3,82 12009 11,272006 37775 8,37 19307 4,05 12455 13,612007 38040 7,73 19557 4,89 12981 11,692008 31051 5,81 13447 3,84 12359 8,39

    Quest’ultima stagione, sullascorta delle conoscenze ac-quisite, abbiamo ritenutoopportuno concentrare inostri sforzi verso la piantaerbacea ritenuta tra lemaggiori cause della diffu-s ione del legno neroall’interno del vigneto: ilconvolvolo. Infatti, se leresponsabilità dell’orticasono ormai note, la solapresenza del convolvolosembra non giustificare inmodo soddisfacente le di-namiche di questa fitopla-smosi.Sono stati selezionati bencinque vigneti sperimentalicaratterizzati dalla fortepresenza di convolvolo, siasulla fila sia nell’interfila,ma del tutto privi di orticacon lo scopo di studiare ilfenomeno della diffusionedi questo giallume circo-scrivendone il più possibilele cause.In ognuno si è proceduto

    con un regolare monitorag-gio settimanale del volo diHyalesthes obsoletus, insettovettore del fitoplasma dellegno nero, mediante unnumero costante di sfalcicon retino entomologico,al quale abbiamo aggiuntoil frappage, cioè lo scuoti-mento della parete verdedel vigneto con lo scopodi raccogliere, per caduta,eventuali altri insetti pre-senti. Per valutare ulterior-mente la presenza del-l’entomofauna che vivenell’ecosistema vigneto aciò abbiamo aggiunto laposa quindicinale di trap-pole collose gialle siaall’interno che sui bordidel vigneto valutandol’implicazione anche di al-tri insetti nell’epidemia dagiallumi.Da subito ci siamo accortiche, rispetto agli anni pas-sati, le catture di ialestecon retino entomologicomirate su convolvolo nondavano i risultati previsti:

    I SINTOMI IN CAMPO

    LO IALESTE

    Grafico 2: Distribuzione percentuale dei fitoplasmi in 818 campionisintomatici - periodo 2000-2008

    Totale di tuttiotale di tuttii vigneti monitorati Ancellotta L. salaminoAnno di

    monitoraggio

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    n. 2 - dicembre 2008

    erano pressoché azzerateeccetto che per un mode-sto picco corrispondenteall’ultima decade di luglio.Quest’anno il giugno pio-voso sembra aver compro-messo il volo dell’insettoche, a detta d’esperti ricer-catori da noi interpellati,vede la fase di emersionedal terreno dell’adulto co-me una delle più delicatenon essendo più protettodalla celletta sericea ipogeanella quale aveva svernato.L’habitus relativamente ter-mofilo dei cixiidi, famigliaalla quale lo stesso ialesteappartiene, in relazione adun giugno decisamente piùfresco, sospettiamo possaessere stato un’ulteriorecausa limitante lo sviluppo.Tali indagini entomologi-che, nel corso dell’estate,sono state svolte anche invigneti posti in collina, consituazioni climatiche e ter-miche più favore vol iall’insetto, qui, infatti, lecatture esclusivamente suconvolvolo si sono rivelatepiù abbondati (graf. 4)con un inizio ai primi diluglio, un massimo versola fine del mese, coinciden-te con quanto avvenutonei vigneti di pianura e, difatto, una fine del volo nel-la prima decade di agosto.La scarsità di ialeste, rite-niamo essere in relazionecon il calo di sintomi dagiallume riscontrato ques-t’anno nei vigneti.La prossima estate, vistanei vigneti di pianural’irrilevanza delle catture

    di ialeste nel 2008, saràinteressante veri f icarel’andamento dei sintomiper confermare l’impli-cazione di tale insetto nelladiffusione dei giallumi, masoprattutto le responsabilitàdegli altri cixiidi che, debi-tamente raccolti durantetutta la stagione vegetativa,sono in questo momentosottoposti ad analisi pressoi laboratori dell’Universitàdi Bologna per accertarela presenza di fitoplasmidei giallumi al loro internoe quindi le loro potenzialitàinfettive.

    Già nella stagione prece-dente ci eravamo resi con-to di un certo “rilassa-mento” dei viticoltori nellalotta ai GY (trattamentoinsetticida obbligatorio intutta la provincia controlo scafoideo ed estirpo ob-bligatorio delle viti sinto-matiche negli 11 comunifocolai).Per questo abbiamo incre-mentato nuovamentel’attività divulgativa; oltreagli interventi consueti nel-le assemblee sociali di can-tina e in altri incontri pub-blici, comunicati vari, levisite in azienda su richie-sta ecc. abbiamo ripreso inalcune zone il contattoporta a porta coi viticoltori.Coloro che ammettevanodi non condurre più la lot-ta ai GY in genere si giu-stificavano con la mancan-za d’informazione e l’inten-dimento che venendo me-

    Grafico 4: Catture di ialeste in vigneto collinare - Anno 2008 no la pressione informativacreata nei primi anni, pro-prio grazie alla presenzacapillare dei tecnici delConsorzio Fitosanitario (ri-spetto alle esigue task forcedegli ultimi anni, aggiun-giamo noi, con appena 2-3 tecnici part time e/o dametà agosto in poi!) e alpressing delle cantine so-ciali, il problema fosse ri-solto!Purtroppo non è così.Allo stesso tempo abbiamoincrementato gli interventiper l’applicazione della lot-ta obbligatoria.Risorse permettendo, con-tinueremo nel prossimoanno a fornire le maggioriinformazioni possibili e adun numero crescente diviticoltori.

    L’impegno profuso in que-sti anni nella sperimenta-zione e nelle prove appli-cative ci ha permesso infase di sintesi di pubblicareanche nel 2008 articoli ac-cettati su riviste e negli attidi convegni di rilievo an-che internazionali:

    ✓ Mori N., Pavan F., Bonda-valli R., Reggiani N., Paltri-nieri S. , Bertaccini A.(2008) – Factors affectingthe spread of “Bois noir”disease in north Italy vine-yards. Vitis, 47 (1), 65-72.

    ✓ Mazio P., Montermini A.,Brignoli P. (2008) – Indagi-

    ne preliminare degli effettidi trattamenti con bioatti-vatori nei confronti dellemanifestazioni sintomato-logiche da giallumi dellavite. Atti Giornate Fitopa-tologiche, 2, 593-600.

    ✓ Bacchiavini M., BondavalliR., Reggiani N., MilanesiL., Montermini A., Bertac-cini A., Mori N. (2008) –Prova di contenimento delfitoplasma agente del legnonero della vite in condizio-ni di semi-campo. AttiGiornate Fitopatologiche,2, 601-606.

    ✓ Mori N., Pavan F., Bacchia-vini M., Reggiani N., Bono-mi F., Bertaccini A. (2008)– Fenologia di Hyalesthesobsoletus Signoret su con-volvolo e ortica. Atti IVIncontro Nazionale sulleMalattie da Fitoplasmi, Ro-ma, 28-30 maggio, 91-93.

    ✓ Credi R., Terlizzi F., Reg-giani N., Bacchiavini M.(2008) – Cutting off trunksof Bois noir-affected grape-vines: a cultural practiceto enhance the disease re-covery phenomenon. Bookof Abstracts 1st EuropeanBois noir Workshop, Wein-sberg/Germany 11-13 No-vember.

    ✓ Bacchiavini M., ReggianiN., Mori N., Pavan F.(2008) – Trials to controlof Bois Noir disease in Italy.Book of Abstracts 1st Euro-pean Bois noir Workshop,Weinsberg/Germany 11-13November.

    Esemplare adulto di Hyalesthes obsoletus (foto di P. Mazio – CFP RE)

    LE ATTIVITÀ

    LE PUBBLICAZIONI

  • In genere erbe giovani ed inattiva crescita sono più sensi-bili, per cui si possono impie-gare minori dosi di prodotto.

    Prodotti impiegatiFinora i diserbanti a disposi-zione, pur con costi diversi,hanno funzionato bene ehanno contenuto, ad un livel-lo accettabile, l’infestazionedelle erbe nella vigna. Peròda alcuni anni si impieganosempre gli stessi prodotti, percui si sta assistendo ad unamaggiore difficoltà di gestionedel cotico, con necessità diaumentare le dosi e/o il nu-mero degli interventi.I nuovi sistemi d’allevamento,sia GDC che controspalliere,richiedono maggiori attenzio-ni rispetto al semi-Bellussi, inquanto nelle interfile circolanopiù aria e luce, le viti svilup-pano di meno, per cui le in-festanti sono più attive.I principali prodotti impiegatinel vigneto sono i seguenti.I residuali: (oxyfluorfen, oxa-diazon, flazasulfuron) sonoimpiegati nei diserbi autunnalio di inizio primavera, in ge-nere in miscela estemporaneao già confezionata con il gli-fosate. Il flazasulfuron (Chika-ra) da poco immesso sul mer-cato, dimostra una buonaefficacia, ma è abbastanzacostoso.

    I sistemici: il glifosate è ildiserbante più diffuso in ar-boricoltura solo o in miscelacon i residuali in autunno ein primavera o con MCPA intarda primavera e autunno.Fornisce ottimi risultati, anchese cominciano a manifestarsifenomeni di resistenza conpiante di difficile controllo,ad es. equiseto, convolvolo,gramigna. È considerato unintervento iniziale di base cuifar seguire uno o due tratta-menti con disseccanti o or-monici.I disseccanti: ormai superatiil diquat e il paraquat, si èampiamente diffuso il glufosi-nate ammonio (Basta), che nelperiodo estivo esplica la migliorefficacia. È un prodotto piutto-sto costoso, non sempre risolu-tivo, per cui deve a volte essereripetuto. A maggio manifesta,a dosi maggiorate, un buoncontrollo dei polloni basalidella vite, evitando spollonaturemanuali o meccaniche.Gli ormonici (MCPA): presen-tano una buona efficacia sullepiante a foglia larga compreseconvolvolo e ortica; accantoal vantaggio di costare pocopresentano l’inconveniente dipoter danneggiare la vite sevengono a contatto con lefoglie o con parti non lignifi-cate, per cui debbono essere

    notiziario fitopatologico

    IL TERRENO, LE INFESTANTI E LA VITE

    LLavorazioni, inerbimento, di-serbo e, in minor misura, lapacciamatura sono un insie-me di tecniche colturali cherientrano nella gestione delsuolo, sia per controllare lepiante infestanti che per man-tenere il terreno nelle suemigliori caratteristiche di fer-tilità chimica, fisica e biologica.L’inerbimento, un tempo mol-to diffuso solo nella frutticol-tura di pianura, si è estesonella viticoltura soprattuttonei terreni più freschi di pia-nura e collina. Le lavorazionie il diserbo in molte zone,compresa la nostra provincia,sono in genere praticati sullafila in una fascia ristretta dicm 60-100. La pacciamaturaè sporadicamente impiegatanei primi anni di vita delvigneto. Il diserbo è senz’al-tro la tecnica più impiegatasulla fila da una decina dianni a questa parte e su diesso faremo alcune conside-razioni.

    Erbe infestantiIl diserbo di una coltura ar-borea è più semplice di quellodi una coltura erbacea, inquanto essa sfugge ad even-tuali danni provocati dai di-serbanti sia per il fusto ligni-ficato che per l’apparatoradicale ben coperto dal ter-reno (selettività di posizione).Per contro il ripetersi deglistessi trattamenti di anno inanno può favorire lo sviluppodi erbe infestanti resistenti(flora di sostituzione) di sem-pre più difficile contenimentoche prendono il posto di quel-le sensibili ai diserbanti.Prima di decidere quale pro-dotto impiegare è bene cono-cono-scere le infestanti presenti nelvigneto:- se annuali, biennali o pe-

    renni- se a foglia larga o a foglia

    stretta come le graminacee- se sensibili o resistenti ai

    diversi prodotti.

    di Rolando V Rolando Valliimpiegati con molta attenzio-ne,in assenza assoluta di ven-to, con temperature non ele-vate, in forma possibilmentedi sali e con l’aggiunta di olioper diminuirne la volatilità.Per aumentare l’efficacia deiprodotti prima citati, è oppor-tuno aggiungere coadiuvanticome olio o solfato ammoni-co a seconda del diserbanteimpiegato.Le dosi indicate in tabellasono riferite a ettaro di super-ficie utile; considerando, quin-di, che lo sviluppo lineare diun vigneto va dai 3200-3500metri lineari/ha delle contro-spalliere, ai 4800-5000 m/ha.del GDC, esse si riferisconoa 2-3 ha di vigneto.

    Tempi e modiCome tutte le operazioni ditecnica colturale, il diserbodeve essere compiuto conattrezzature efficienti, nel tem-po dovuto, attenendosi alledosi indicate sulle confezionidei singoli prodotti. Per unamiglior efficacia e per impie-gare quantità più limitate èbene intervenire su piantegiovani e in attiva crescita.In genere l’intervento autun-nale o di inizio primavera conglifosate, solo o unito a resi-duali, rappresenta la base deldiserbo, seguono uno o dueinterventi a base di prodottidisseccanti e, con le dovutecautele, di ormonici. Tale ca-denza di interventi non puòcontinuare per un lungo peri-odo di anni, per evitarel’insorgere di erbe resistenti;quindi, oltre a variare di annoin anno i prodotti sperandoche ne arrivino di nuovi, èsenz’altro utile ricorrere anchealle lavorazioni superficialisulla fila; si possono quindialternare interventi di diserbocon lavorazioni che fra l’altroin periodi siccitosi fanno ri-sparmiare acqua, interrompen-do la capillarità e chiudendole crepe superficiali.

    Prodotti Dosi l/ha Costo indicativo ¤/haGlifosate + residuali 2-4 25-50Glifosate (es. Roundup) 4-5 40-50Glufosinate ammonio (Basta) 5-6 70-85Ormonici (MCPA) 3-4 20-25

    14

  • CONTROLLI ATTI ALLACERTIFICAZIONEDEL MATERIALE

    DI PROPAGAZIONEDELLA VITE

    LLe buone speranze ripostedagli agricoltori nei nuoviimpianti viticoli sono subor-dinate in modo significativo,oltre che alle condizioni cli-matiche e agronomiche, allaqualità di partenza delle bar-batelle.Visti i costi sempre più one-rosi va da sé che l’agricolturamoderna non si può per-mettere azzardati o appros-simativi investimenti di lun-go periodo; le sfide fito-sanitarie e le tendenze im-prenditoriali odierne nonconsentono più il ricorsoall’autoproduzione di inne-sti, rendendo necessariol’acquisto delle barbatelleda terzi. L’iter che precedela messa a dimora nei nostrivigneti delle giovani pianteè complesso ed è compostoda aspetti sia tecnici chelegislativi; brevemente cer-cheremo di riassumere i varipassaggi della filiera chesono di nostra competenzae i risultati della campagna2008, con particolare atten-zione ai giallumi.Campi di piante madri

    per marzeVengono definiti “campimadre” quei vigneti ove ven-gono prelevate le gemme(marze) che andranno pres-so i vivaisti produttori di viti

    e settembre, abbiamo con-trollato 68 vigneti, deputatialla raccolta invernale dellegno d’innesto ed un bar-batellaio. Le dimensioni de-gli appezzamenti varianoindicativamente dai 1.000mq agli oltre 15.000 mq percampo, essi sono ubicatinelle diverse zone viticoledella provincia e fornirannole gemme delle varietà piùrappresentative della viticol-tura reggiana. Tra questericordiamo: Ancellotta, Lam-brusco salamino, L. Marani,L. grasparossa, L. Maestri,L. oliva, L. di Sorbara, L.viadanese, Malbo gentile,Malvasia, Spergola, Sauvi-gnon, Sgavetta e Uva tosca.Se durante il controllo siidentificano piante che pre-sentano sintomatologie evi-denti, ma non chiaramenteascrivibili ad attacchi paras-sitari pericolosi, queste ven-gono contrassegnate come“non prelievo” così che perquell’annata il legno nonpuò essere prelevato.Tutte le viti che presentanoinvece sintomi da giallumio altre “malattie contagiose”vengono contrassegnate convernice indelebile e ne vieneprescritta, con verbale del-l’Ispettore fitosanitario,l’estirpazione o la capitozza-tura.Le normative in vigore per-mettono di commercializza-re le barbatelle con denomi-nazione “certificato” solo seprovengono da campi ma-dre con percentuali di gial-lumi inferiore al 5%, oltrequesta soglia il campo vieneeliminato. Per il materialedi categoria “standard” lasoglia sale al 10%.Per completare a 360 gradil’azione di controllo, in nu-meri variabili, vengono rac-colti campioni di materialevegetale sui quali sarà effet-tuata un’apposita analisi contecniche biomolecolari(PCR) dal laboratorio delServizio Fitosanitario Regio-

    di Stefano VStefano Vezzadini e Paolo Belletti Paolo Belletti

    e, una volta innestate, diver-ranno barbatelle che costi-tuiranno i nuovi vigneti.Le varietà di uva che i viti-coltori richiedono ai vivaisti,vengono raccolte nel perio-do invernale sotto forma dilegno derivante da potaturae denominate materiale dimoltiplicazione della vite.Le viti dalle quali si raccoglieil materiale di moltiplicazio-ne devono essere preventi-vamente controllate nel pe-riodo vegetativo da tecnicifitoiatri, al fine di evitare lapossibile trasmissione di ma-lattie pericolose ai nuoviimpianti, in particolare ci siriferisce a giallumi della vite,al mal dell’esca e alle virosi,patologie per le quali la tra-

    smissione tramite materialedi propagazione è stato ac-certata. Gli agenti infettividi queste malattie infatti so-no presenti all’interno dellecellule in modo sistemicoin tutta o in parte della pian-ta.Nel Reggiano raccolgono ilmateriale di moltiplicazionediversi vivaisti che hannol’obbligo di denunciare tuttii campi madre. Il controllosulla sanità dei campi vieneeffettuato dal Consorzio Fi-tosanitario Provinciale incollaborazione e con la di-rezione del Servizio Fitosa-nitario della Regione EmiliaRomagna.

    I controlliNel 2008, nei mesi di agosto

    segue a pag. 16

    15

    n. 2 - dicembre 2008

  • 16

    notiziario fitopatologico

    segue da pag. 15 Ultimati i controlli possiamoaffermare che complessiva-mente nella provincia diReggio Emilia si va assisten-do ad un andamento favo-revole già da 2-3 anni dellasituazione fitosanitaria deivigneti campi madre, conun calo più o meno consi-stente degli indici di malat-tia.In questi tre anni i miglioririsultati sono stati ottenutisul vitigno L. grasparossa, innetto calo, ma in minor mi-sura anche i sintomi su An-cellotta, mentre la situazionerisulta globalmente staziona-ria sul L. salamino.In particolare nel 2008 sisono registrate contrazioninel numero di piante affetteda giallumi rispetto al 2007(anche se meno che tra il2006 e il 2007) con percen-tuali che vanno dal 10 al 20%.e l’eliminazione di campi èstata ridottissima. Per contro,

    in alcune circoscritte situa-zioni, quasi sempre vigneti aiprimi anni d’impianto, i gial-lumi sono risultati in crescitaesponenziale, in tali casi par-ticolarmente colpita risultaessere l’Ancellotta dove illegno nero la fa da padronee per il quale il complessocontenimento è ancora allostudio. Gli isolati aumentisono preventivati, in quantonegli impianti al primo e alsecondo anno di solito sihanno pochissime piantemalate, spesso perché noniniziano neppure la fase ve-getativa e vengono quindiconsiderate normali fallanzeo morie. Già dal terzo annoperò si assiste ad un aumentosignificativo dei sintomi edè compito degli agricoltoribonificare il campo per evi-tare che un evento previstosi tramuti, di anno in anno,in una pesante eredità.Il nostro controllo pianta

    per pianta, la successiva ca-pitozzatura o estirpazionedelle piante segnate e il fattoche nei vigneti campi madrevi sia l’obbligo di due tratta-menti insetticidi annuali,rende questi appezzamentidiversi dal punto di vistadella gestione e, conseguen-temente, dei risultati rispettoal tipico vigneto reggiano.Questa gestione particolar-mente oculata è indice chela lotta obbligatoria, se ese-guita con scrupolo, può ga-rantire nel giro di 2 o 3 anniottimi risultati.Il lavoro da noi svolto si èarticolato tra le rigide dispo-sizioni di legge e il rapportocon i vivaisti e gli impiantisti,sempre più attenti e vigilinel fornire materiale sicuro.La nostra speranza è cheesso possa fornire, a lungotermine, un buon punto dipartenza per i futuri investi-menti viticoli.

    nale dell’Emilia Romagna.Quest’anno, dei 5 campioniraccolti in 5 diversi campimadre 3 hanno fornito risul-tato positivo a flavescenzadorata della vite. Come pre-scritto dal decreto ministe-riale 31 maggio del 2000, per2 anni i vigneti risultati po-sitivi a FD vengono esclusidal prelievo, di conseguenza,soltanto se non ripresente-ranno campioni positivi aflavescenza, nel 2010 questicampi potranno essere riam-messi al prelievo. Il lavorosvolto è di particolare seve-rità e precisione, condiciosine qua non per otteneremateriale di pregio a livellosanitario.

    La situazionefitosanitaria

    Focalizziamo ora la nostraattenzione sui giallumi dellavite, ossia legno nero e fla-vescenza dorata.

    NNegli ultimi anni, i ridottibilanci di cantina e l’im-pennata dei prezzi dei mezzidi produzione minaccianogravemente la sopravvivenzadell’azienda viticola. Urgequindi contenere le spese diproduzione.In quest’ottica alcuni produt-tori, capitanati da Vanni Ge-losini, hanno chiesto al Con-sorzio per la tutela dei vini“Reggiano” e “Colli di Scan-diano e di Canossa”, di va-lutare nuovi sistemi di pota-tura invernale che permet-tessero un forte risparmionei tempi e nei costi di ese-cuzione.Tempi e costi di potaturainvernale incidono, infatti,pesantemente sul bilancioaziendale, considerando cheper potare una tradizionalecontrospalliera a Sylvoz, oc-corrono dalle 130 alle 150

    POTATURA MECCANICA: PRIMI SUCCESSI!di Stefano MegliorStefano Meglioraldi e Matteo Stor Matteo Storchi

    cole del reggiano, a partireda inizio 2007, sotto la su-pervisione del dott. LuigiBonato (Evoluzione Am-biente) che da anni operain tal modo nella zona delFriuli. Ovviamente, si è pri-ma preso visione della suaaffermata ed ampia realtàche, occorre sottolineare,mostra diverse similitudinicol nostro ambiente: zonedi pianura con diffusa pre-senza di Bellussi, semi-Bellussi, Sylvoz, Casarsa eGDC.E in realtà, la potatura mec-canica non è una novitànella nostra provincia. Giàdal 1985 e per diversi anni,Zanni Attilio aveva operatoin diverse aziende su vignetiallevati a GDC, con un can-tiere costituito da una barramontata sul trattore, trainan-te un carretto con due pota-

    Cantiere di potatura meccanica, costituito da trattrice, barra,carretto con forbici pneumatiche e tre operatori.

    ore per ettaro. Aziende digrandi dimensioni o impren-ditori agricoli che conduco-no altre attività, spesso extra-agricole (situazione semprepiù comune), devono quindi

    ricorrere a manodoperaesterna, con forti costi e di-sagi.Si è così avviata una seriedi prove di potatura mecca-nica in alcune aziende agri-

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    zionale e quella meccanica;quest’an-no, ad esempio, leproduzioni dell’Az. Rabittiottenute nelle tesi potate amacchina sono state le se-guenti: 228 q.li/ha perl’Ancellotta con un gradomedio di 20,1°Babo e 237q.li/ha per il L. grasparossacon 18,1 °Babo, risultati rag-giunti senza irrigare.Nell’Azienda Leoni, su An-cellotta allevata a GDC, leproduzioni ettariali sono sta-te inferiori, ma identicheall’anno scorso; non vi èstato quindi il temuto calo,nonostante la leggerezza delgrappolo.Stesso discorso per le con-trospalliere. Nell’Azienda Ge-losini, il confronto tra cor-done speronato potatomeccanicamente e Sylvoz,relativamente al L. salamino,condotto dal 2004 al 2007,non ha evidenziato differen-ze significative di produzionee qualità, come riportato intabella. Nel 2008, con unaproduzione media di 230q.li/ha tra L. salamino e An- segue a pag. 18

    tori e relative forbici pneu-matiche; esattamente lo stes-so sistema di adesso. È danotare come in alcuneaziende la potatura si limi-tasse addirittura al solo pas-saggio della barra, senza al-cuna rifinitura da parte dioperatori.

    Utilizzando lo stesso sistema,le prove sono state condotteufficialmente in due aziendedel reggiano, anche se, aqueste, se ne sono aggiuntesuccessivamente molte altre.Visto però, quando si parladi potatura meccanica, lanecessità di procedere rigo-rosamente, occorre prenderead esempio solamente leaziende indicate in cartinaed in particolare l’AziendaAgricola Gelosini, l’Az. Agr.Rabitti Renato e, più recen-temente, l’Azienda AgricolaLeoni Franco. Queste sonovisitabili in qualsiasi mo-mento, meglio se in nostracompagnia, ma anche con-tattando direttamente i pro-duttori.In particolare occorre sotto-lineare come nell’AziendaGelosini, si trovino prove dipotatura meccanica senzaalcuna rifinitura avviate giàda sei anni e nell’aziendaRabitti prove di 2 anni;l’Azienda Leoni, benché siapotata meccanicamente dasolo un anno, è interessante

    perché potata personalmen-te dagli uomini del dott.Bonato, a seguito della ma-nifestazione svoltasi a marzo.Le altre due aziende indicatein carta, Az. Agr. Pellini San-dro e “Agrimpianti” di ZanniAttilio, sono interessanti per-ché in esse si sta provandoil “Casarsa meccanizzato”,anche se solo dal 2008.

    Dall’osservazione dei grap-poli è interessante notarecome per le tesi potate amacchina non vi sia un’inci-denza maggiore di attacchiperonosporici. Si nota ungrappolo un po’ più piccoloe spargolo che fornisce mag-giori garanzie di sanità, masenza riduzioni di produzioniettariali. Tra le altre variazio-ni importanti è da sottoline-are la riduzione della vigoriadel vigneto, fondamentalenei nostri ambienti.Detto questo, occorre esami-nare i più macroscopici ri-sultati produttivi e qualitativi,ricordando come la quantitàdi uva realizzabile varia mol-to a seconda del contestoin cui l’azienda è inserita,in particolare dei suoli pre-senti e, in misura minore,dell’annata.Mediamente, comunque,nei GDC in prova non visono stati differenze di pro-duzione e qualità (grado zuc-cherino) tra potatura tradi-

    LE PROVE

    Esempio di GDC potato a macchina (Az. Agr. Rabitti Renato)

    Confronto tra potatura meccanica e manuale effetuato suLambrusco salamino nella Az. Agr. Gelosini dal 2004 al 2008

    Produzione uva Zuccheri Produzione uva oduzione uva Zuccheri(Q.li / 100m di filare) (°Babo) (Q.li / 100m di filare) (°Babo)

    2004 12,7 14,8 11,1 15,12005 8,1 15,4 9,4 15,82006 5,7 16,7 5,5 16,52007 9,8 17,0 9,9 16,82008 9,0 18,1 7,5* 18,2*

    Cordone speronato Sylvoz potato a manooz potato a manocon potatura meccanica

    RISULTATI IN BREVE

    Particolare: barra di potatura

    cellotta, si è ottenuta unamaggiore produttività nelmeccanizzato rispetto ai con-fronti, rappresentati rispetti-vamente da un cordone spe-ronato potato manualmentee da una potatura a tralciorinnovato.Ottimi i risultati anche nelledue prove a Casarsa mec-canizzato; in particolarenell’azienda Pellini, su An-cellotta, questo tipo dipotatura ha dato lo stessorisultato produttivo e quali-tativo del Sylvoz posto afianco.Buoni i risultati produttiviottenuti nell’azienda del con-toterzista Zanni Attilio conproduzioni medie di 230q.li/ha, superiori all’annopassato e con grado mediomolto elevato per tutte lenumerose varietà presentitra cui il Marzemino.Come si vede non si rilevanodifferenze produttive sostan-ziali tra i due tipi di potatura.In generale possiamo quindiaffermare che la potatura

    n. 2 - dicembre 2008

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    notiziario fitopatologico

    segue da pag. 17

    Ubicazione dei vigneti uffi-ciali: 1) Az. Agr. Gelosini, ViaCentododici, Rio Saliceto;2) Az. Agr Rabitti Renato,Via Oratorio 1, Correggio; 3)Az. Agr. Leoni Franco, in-

    crocio di Via Fornacelle eVia Ronchi S. Prospero, Cor-reggio; 4) Az. Agr. PelliniSandro, Via Frassinara 7, No-vellara; 5) “Agrimpianti” diZanni Attilio, Bagno di RE.

    CONCLUSIONE

    meccanica non cambi so-stanzialmente produttività equalità rispetto ad una po-tatura manuale. Dove staquindi la sua validità?Ovviamente nei ridotti tem-pi di potatura che possonotradursi in risparmio di costi.Potando a macchina, infatti,si scende sulle 5-8 ore perettaro che considerandol’impiego contemporaneo di3 persone equivale a 15-24ore complessive per ettaro.Nel caso dell’Azienda Agri-cola Pellini Sandro, adesempio, si è avuta la stessaproduzione passando dalle150 ore per ettaro del Sylvozalle 15 ore per ettaro delmeccanizzato: un risparmiodi tempo decisamente note-vole!Anche sul GDC le ore nonvariano molto, sebbene itempi siano più vicini alle20 ore per ettaro per il mag-gior numero di metri di cor-done presenti. Anche in que-sto caso, comunque, potarepiù di tre biolche di vignetoin un giorno è da conside-rarsi un ottimo risultato!In quanto ai costi, è ovvioche il costo orario è maggio-re, considerando che opera-no contemporaneamenteun trattore, una barra, uncarretto, due forbici pneu-matiche e generalmente treoperatori (che possono esse-re ridotti a due riducendola velocità di avanzamento).

    Conviene quindi ad aziendemedio-grandi che già di-spongano di una barra (co-sto maggiore), utilizzabile tral’altro in potatura verde, oad aziende di più ridottadimensione che si uniscanoad altri nell’acquisto delleattrezzature.In casi di contoterzismo, ilcosto per potare un ettarodi GDC si aggira mediamen-te in circa 700-800 euro (220-250 euro a biolca), potandocirca 1 ettaro al giorno.È naturale che se uno pos-siede l’attrezzatura il costovivo è solo quello degli ope-rai esterni e dei consumi acui occorre aggiungerel’ammortamento delle mac-chine, ben più difficile dastimare, giungendo ad untotale di circa 400-450 euroall’ettaro!

    Sebbene sia presto per dirlo,finora i risultati sono inco-raggianti e soprattutto im-portanti per la riduzione divigoria conseguita. Occorreovviamente valutare la tra-sformazione a livello del cor-done della pianta, da molticonsiderato lo scoglio peg-giore. È’ però opportunoricordare come nei viaggi inFriuli, si siano potuti visitarevigneti potati in tal mododa 15-20 anni, senza rinnovodel cordone che funzionanoancora egregiamente; anzi,

    a detta degli operatori, sisono avute anche riduzioninell’incidenza del “maldell’esca”. Sarà vero? Nonlo sappiamo, ma il concettoalla base pare interessante:evitare grossi tagli sul cordo-ne e soprattutto tagli rasi,significa evitare la formazio-ne di vie facilitate di pene-trazione per organismi pato-

    geni. Dunque, staremo a ve-dere!Per il momento continuia-mo nelle prove che sono,come abbiamo detto, visita-bili.Attenzione però! La potaturAttenzione però! La potaturameccanica prevede delleprecise regole: non fate proveper vper vostro conto senza unao conto senza unaconsulenza adeguata!

    INSERTO

    Il Consorzio per la Tutela dei Vini “Reggiano”e “Colli di ScandianoConsorzio per la Tutela dei Vini “Reggiano”e “Colli di Scandiano e di Canossa”, natonel 2000 dai Consorzi di Tutela del vino Bianco di Scandiano e del Lambrusco Reggianoe il Consorzio per la Promozione dei Vini ReggianiConsorzio per la Promozione dei Vini Reggiani, nato dalla fusione del ConsorzioPromozione dei Vini Colli di Scandiano e di Canossa e del Lambrusco reggiano, svolgonoimportanti attività, l’uno di tutela della denominazione affiancata da un’importante attività

    di ricerca e sperimentazione e, dal 2007, da un’attività di controllo sulla filiera produttiva;l’altro, il Consorzio di promozioneConsorzio di promozione, ha principalmente il compito di promuovere sul territorio

    provinciale, nazionale ed estero i vini delle aziende associate e far conoscere al consumatore i prodotti, qualeil Lambrusco e i vini dei Colli di Scandiano e di Canossa, adatti alla tavola di tutti i giorni, ma anche alleoccasioni importanti.Il notiziario che troverete in allegato vi mostrerà le principali attività svolte dai Consorzi sia dal punto divista tecnico che promozionale. Esso vuole essere un mezzo d’informazione per dare ulteriore visibilità alleiniziative svolte a favore dei vini reggiani.

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    DIRASPATORI E PESO UTILEDDa alcuni anni le vendem-miatrici di ultima generazio-

    ne di tutte le case costruttricihanno introdotto nel loroequipaggiamento i diraspa-tori, con lo scopo di operareuna migliore pulizia del pro-dotto. L’atteso miglioramen-to qualitativo sulla puliziadell’uva vendemmiata amacchina che i costruttorihanno perseguito, c’è stato,ma l’eliminazione del raspoanche sulle varietà a preva-lente distacco del grappolointero, per il momento, sem-bra essere un beneficio ap-prezzato solo dalle cantineprivate e non da quelle so-ciali.In terra reggiana questa in-novazione, pur avendo stu-pito per l’elevata qualità delprodotto, non ha ancoratrovato il totale appoggio daparte delle cantine coopera-tive che, nella maggioranzadei casi, interpretano la so-luzione tecnica come unaprima lavorazione delle uveche a loro parere non deveessere realizzata in campo,ma piuttosto in cantina. Nonvengono quindi per il mo-mento ravvisati vantaggi daparte delle strutture che, purricevendo un prodotto asso-lutamente esente da presen-ze estranee, come per esem-pio porzioni di tralcio o pezzidi plastica per legature, va-lutano il prodotto diraspato,dal punto di vista retributivo,esattamente alla stessa stre-gua di quello vendemmiatocon macchine di vecchiagenerazione (senza diraspa-tore).L’innovazione che in un cer-to senso le case costruttricihanno saputo imporre, èarrivata in terra reggianaormai da quattro anni e siè da subito diffusa nonostan-te l’indifferenza o addirittura

    di scegliere e di ragionarechiaramente sul peso utiledelle uve consegnate in can-tina visto che i produttorinon sono più disposti a con-tinuare a diraspare le uvenella speranza che prima opoi questo servizio gli vengariconosciuto. Oggi, quindi,le cantine sono chiamatead esprimersi chiaramentee decidere, tenendo ben pre-sente che i tempi sono cam-biati e che la percentuale diuva vendemmiata a macchi-na è oggi molto rilevante elo sarà ancora di più nelfuturo.Il peso del raspo, sulle nostrevarietà più diffuse, haun’incidenza di non pococonto; basti pensare che me-diamente, ragionando sulledue varietà principali, quellodi Ancellotta incide sul pesodel grappolo per un 7,5%mentre quello di Lambruscosalamino per un 5%. Parten-do da queste constatazionidiventano d’obbligo alcunefondamentali riflessioni. Conla vendemmia meccanicadell’Ancellotta la quasi tota-lità dei raspi resta attaccataalla pianta e per questol’utilizzo o meno del diraspa-tore arriva ad incidere inmodo del tutto insignificantesul peso del prodotto confe-rito. Ciò nonostante va presoatto del fatto che è invecesostanziale la differenza dipeso utile, intendendo pertale quello vinificabile chesi verifica fra l’Ancellottavendemmiata a macchinarispetto a quella raccolta amano, nella quale la presen-za del raspo porta, a paritàdi peso di acini, ad un mag-gior peso retribuito del 7%circa. In questi anni, in di-verse realtà, l’incidenza per-centuale del prodotto ven-

    Vendemmiatrice con diraspatore disinseribile (foto dell’autore)

    segue a pag. 20

    Vendemmia meccanica ad una svolta

    di Claudio Corradi Claudio Corradi

    le critiche dei centri di pi-giatura. I viticoltori dellanostra provincia hanno ac-colto la novità con lo stessospirito innovativo con il qua-le hanno saputo introdurrea suo tempo la vendemmiameccanica e con una buonadose di fiducia nei confrontidei costruttori proprio sullastessa falsa riga di quanto èsuccesso agli esordi dellameccanizzazione della rac-colta. Le prime macchinedotate di diraspatori sonoservite per far comprenderea fondo il reale e correttofunzionamento dei diraspa-tori stessi che non devonoessere intesi come defoglia-tori che, tramite le ventole,hanno il compito di elimi-nare le foglie prima di pro-cedere all’eliminazione delraspo. In un primo tempo,in effetti, questo aspetto hacontribuito in modo pesantea confondere le idee deicritici, visto che in troppicasi, data l’eccezionalità del-la pulizia delle uve, si è pro-vato ad abbassare il numerodi giri delle ventole nell’in-tento di contenere al massi-mo le perdite di prodotto,con il risultato, altamentenegativo, di affidare al dira-

    spatore anche il compitodell’eliminazione delle foglieche portava però alla pre-senza nel vendemmiato dipiccole porzioni di fogliatriturata. Compreso questomeccanismo, i diraspatorisulle vendemmiatrici hannofinalmente iniziato ad essereutilizzati correttamente e alavorare nel migliore deimodi, anche se ormai l’opi-nione comune, pur senzamai essere andati in campoa vedere un diraspatore la-vorare sulla vendemmiatri-ce, aveva preso ad associareil prodotto diraspato allapresenza di foglia trituratae veramente rare sono statele soddisfazioni derivanti dalfatto che si arrivasse a capireche un prodotto diraspatosignifica innanzitutto “uvacon totale assenza di corpiestranei ed in grado di evi-tare ogni intoppo alle clas-siche pigiatrici e pompe dicantina”.Dopo un più che sufficienteperiodo di collaudo, duranteil quale tecnici e responsabilihanno avuto il tempo diprovare, controllare e verifi-care, in terra reggiana ègiunto il momento dellasvolta. E’ giunto il momento

    n. 2 - dicembre 2008

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    notiziario fitopatologico

    demmiato a macchina sulquantitativo complessiva-mente lavorato dalle cantineha raggiunto, ed in certi casisuperato, il 50% e per questol’importanza di questa fettadi produzione è decisamentepiù rilevante che in passatoe degna di essere finalmentepresa in seria considerazio-ne. Fino ad oggi sull’Ancel-lotta vendemmiata a mac-china veniva in tanti casiriconosciuto come massimoun 2% in più sul peso delprodot