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didascalie PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Rivista della scuola in Trentino n.6 giugno 2010 08/02/2006 AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006 9 Inserto a cura di: Mario Caroli Interventi di:Tiziana Amadio, Anna Ballardini, Morena Berti, Clara Briani, Norma Bor- gogno, Martina Camatta, Mario Caroli, Alberto Conci, Carla Consolati, Mariagrazia Corradi, Marco Ferrari, Francesca forti, Tommaso Galli, Giovanna Girardini, Antonella Giurato, Laura Mattei, Claudia Miori, Armida Moser, Barbara ovipari, Lorenzo Pierazzi, Rosanna Polla, Elena Pasolli, Annamaria Ridolfi, Giuliano Ruzzier, Salin Maristella, Giu- lia Tosi, Orietta Visintainer, Francesca Zeni. Studenti I.C.Arco: Elisa, Gemma e Davide In molte scuole trentine percorsi didattici programmati “SCUOLE E COLORI DI PACE…!” il doier DENTRO I COLORI il doier il punto IC Arco - Valli Giudicarie Opera Campana Caduti Consulta studenti Scuola primaria Romagnano Tuopace Trento Scuola primaria Schmid Il Tavolo La lera ai TG Il Forum Pergine Valsugana

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(n. 6 - Giugno 2010)

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1n.6 giugno 2010

didascalie

PROVINCIA AUTONOMADI TRENTO

Rivista del la scuola in Trentino

n. 6 giugno 2010

08/02/2006AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

9

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di:Tiziana Amadio, Anna Ballardini, Morena Berti, Clara Briani, Norma Bor-

gogno, Martina Camatta, Mario Caroli, Alberto Conci, Carla Consolati, Mariagrazia

Corradi, Marco Ferrari, Francesca forti, Tommaso Galli, Giovanna Girardini, Antonella

Giurato, Laura Mattei, Claudia Miori, Armida Moser, Barbara ovipari, Lorenzo Pierazzi,

Rosanna Polla, Elena Pasolli, Annamaria Ridolfi, Giuliano Ruzzier, Salin Maristella, Giu-

lia Tosi, Orietta Visintainer, Francesca Zeni. Studenti I.C.Arco: Elisa, Gemma e Davide

In molte scuole trentine percorsi didattici programmati“SCUOLE E COLORI DI PACE…!”

il dossier

dentro I CoLorIil dossieril punto

IC Arco - Valli Giudicarie

opera Campana Caduti

Consulta studenti

Scuola primaria romagnano

tuttopace trento

Scuola primaria SchmidIl tavolo

La lettera ai tGIl Forum

Pergine Valsugana

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2 n.6 giugno 2010

DIDASCALIE Rivista della scuola in TrentinoPeriodico mensileAnno XIX, numero 6 giugno 2010

Rivista promossa dallaProvincia Autonoma di Trento(L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22)Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745dell’11.1.1992

Direttore responsabile:Giampaolo Pedrotti

Coordinatore:Mario CaroliE-mail: [email protected]

In redazione:Norma BorgognoPatrizia LuccaManuela Saltori (segreteria)

In questo numero:Tiziana Amadio, Emanuela Antonelli, Anna Ballardi-ni, Morena Berti, Clara Briani, Norma Borgogno, Mar-tina Camatta, Mario Caroli, Giuseppe Colangelo, Alberto Conci, Carla Consolati, Anita Covi, Marco Dallari, Silvia De Vogli, Marco Ferrari, Francesca forti, Tommaso Galli, Antonella Giurato, Laura Mattei, Claudia Miori, Armi-da Moser, Barbara ovipari, Lorenzo Pierazzi, Rosanna Pol-la, Elena Pasolli, Annamaria Ridolfi, Salin Maristella (e le voci di pag 34??), Giulia Tosi, Mario Turri, Orietta Visin-tainer, Francesca Zeni. Studenti I. C. - Arco Elisa, Gemma e Davide; Primaria Nogaredo - Mariagiulia, Elisa, Chiara, Vasil, Arianna, Gabriele, Francesco, Chiara, Alice, Nicholas

Redazione: Via Gilli 3,38121 Trentotel. 0461/497268 - 69fax 0461/497267

Realizzazione e StampaLitografia Effe e Erre - Trento

Per richiedere la rivista Didascalietelefonare o mandare un fax o scrivere a:Redazione Didascalie,Palazzo Istruzione via Gilli, 3 – 38121 TrentoE-mail: [email protected]

Didascalie è stampata su cartaecologica, sbiancata senza cloro

Le foto di questo numero sono di:archivio Didascalie, fornite dai diretti interessati, Archivio Ufficio stampa Educa 2010

In copertina in alto: Un’immagine dell’incontro/evento promosso da Educa nella città di Padova (vedi servizio alle pagine 1-5); sempre in alto, a destra, la copertina del romanzo di Marco Dallari recensito nella spazio Segnaliamo da Giuseppe Colan-gelo (vedi pagine 44-48); in basso, la copertina e un’immagine del dossier interno su “Scuole e colori di pace…” (vedi pp. 9-40)1n.6 giugno 2010

didascalie

PROVINCIA AUTONOMADI TRENTO

Rivista del la scuola in Trentino

n. 6 giugno 2010

08/02/2006AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

9

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di:Tiziana Amadio, Anna Ballardini, Morena Berti, Clara Briani, Norma Bor-

gogno, Martina Camatta, Mario Caroli, Alberto Conci, Carla Consolati, Mariagrazia

Corradi, Marco Ferrari, Francesca forti, Tommaso Galli, Giovanna Girardini, Antonella

Giurato, Laura Mattei, Claudia Miori, Armida Moser, Barbara ovipari, Lorenzo Pierazzi,

Rosanna Polla, Elena Pasolli, Annamaria Ridolfi, Giuliano Ruzzier, Salin Maristella, Giu-

lia Tosi, Orietta Visintainer, Francesca Zeni. Studenti I.C.Arco: Elisa, Gemma e Davide

In molte scuole trentine percorsi didattici programmati“SCUOLE E COLORI DI PACE…!”

il dossier

dentro I CoLorIil dossieril punto

IC Arco - Valli Giudicarie

opera Campana Caduti

Consulta studenti

Scuola primaria romagnano

tuttopace trento

Scuola primaria SchmidIl tavolo

La lettera ai tGIl Forum

Pergine Valsugana

SOMMARIO

la notizia/EDUCA 2010: l’evento la notiziaPadova la notiziaBergamola notiziaFormazionela notiziaIl logo del Centro formazione insegnanti Rovereto 1-5dalle scuole/Il Protocollo: Premiati i progetti Pat/Confindustria 6-8

il dossierdentro i colori

“SCUOLE E COLOLRI DI PACE…!”In molte scuole del Trentino percorsi didattici programmati

i dossieril puntoUn progetto I. C. ArcoValli GiudicarieFondazione Campana CadutiConsulta provinciale studentiScuola primaria RomagnanoCittà di TrentoScuola primaria Schmid Trento 6TuttopaceLa lettera i TGIl ForumPergine Valsugana

Inserto a cura di: Mario CaroliInterventi: Tiziana Amadio, Anna Ballardini, Morena Berti, Clara Briani, Norma Borgogno, Martina Camatta, Mario Caroli, Alberto Conci, Carla Consolati, Mariagrazia Corradi, Marco Ferrari, Francesca forti, Tommaso Galli, Giovanna Girardini, Antonella Giurato, Laura Mattei, Claudia Miori, Armida Moser, Barbara ovipari, Lorenzo Pie-razzi, Rosanna Polla, Elena Pasolli, Annamaria Ridolfi, Giuliano Ruz-zier, Salin Maristella, Giulia Tosi, Orietta Visintainer, Francesca Zeni. Studenti I.C.Arco: Elisa, Gemma e Davide

Inserto 9-40

dalle scuole/Ist. Floriani Riva: Dieci e Lode! 41dalle scuole/I.C. Brentonico: Il mio Libro 43segnaliamo/Il Premio: Marco Dallari e il primio Andersen segnaliamo Un romanzo e una sfida 44-48offerta varia/Scuola primaria Nogaredo: Rally di matematica terza di copertinaofferta varia/Ist. Fontana Rovereto: Primi in sicurezza quarta di copertina

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1n.6 giugno 2010

LA NOTIZIA

Dal 23 al 26 settembre 2010 a Rovereto. Non ha al-cuna intenzione di essere monotona e ripetitiva, anzi. La nuova edizione di “Educa” si presenta davvero an-cor più interessante per il mondo della scuola, ma non solo. Per la scuola, sia perché quest’anno “dentro l’evento” c’è anche il Centro per la formazione perma-nente del personale insegnante” di Rovereto, sia per-ché la scuola è stata costantemente presente al “Ta-volo” di Educa con alcuni referenti del Dipartimento istruzione. Più spazi di confronto, più laboratori, più iniziative mirate.

EDUCA 2010Appuntamento da non mancare

Si è fatto in tre…

L’avvio ufficiale di Educa 2010 c’era stato a Rovereto giovedì 8 aprile 2009 con gli Amici di Educa, le organizzazioni che hanno collaborato alle scorse edizioni e con la lectio magistralis di Ivo Lizzola, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bergamo.Michele Odorizzi - presidente del Comitato – aveva richiamato gli elementi fondanti di Educa, a cominciare dalla “passione” di tutti i soggetti coinvolti sia per l’educazione sia per la riflessiop-ne ed il confronto sull’educazione, non a caso continua sul Forum di educaonline.it, e quest’an-no c’è stata anche la novità di allargare lo spazio dei luoghi del confronto “fuori porta”, a Pado-va e Bergamo, due tappe in cui Educa ha presentato il tema sulla relazione tra generazioni, non in termini propagandistici o di solo marketing, ma con eventi ad hoc di approfodnimento e di coinvolgimento di “generazioni diverse”, appunto. Eventi, nei quali i giovani e il mondo della scuola ci sono stati, come riferiamo nelle pagine successive.“Un’iniziativa che metta al centro il tema delle generazioni è un’occasione riflessiva preziosissi-ma – aveva detto Ivo Lizzola nella sua lectio magistralis- per riscoprire i rapporti, e imparare a conoscersi attraverso i racconti che scorrono le generazioni, per lasciare ma anche per ereditare. Se non riconquistiamo il senso delle generazioni rischiamo di costruire, in una società così fragi-le come quella di questo tempo, una gerarchia sociale che porterebbe all’indifferenza reciproca.” Trento, Padova, Bergamo e ovviamente Rovereto che dal 23 al 26 settembre, tornerà per il terzo anno consecutivo ad essere la capitale del confronto “appassionato” su “Generazioni” con l’obiettivo di riportare l’educazione al centro dell’attenzione.Gli insegnanti ci saranno anche quest’anno, così come gli studenti e gli adulti che hanno a cuo-re l’educazione. E la scuola - lo ha ricordato l’assessore Dalmaso - troverà “molte proposte che offriranno una nuova occasione per discutere sulla professionalità docente di fronte alle attuali sfide educative poste dalle nuove generazioni sia in termini di rinnovamento di contenuti, sia, e soprattutto, delle metodologie.”

Mario Caroli

EDUCA è promosso dal consorzio delle cooperative sociali trentine Con.Solida., Provincia Au-tonoma di Trento, Centro Studi Erickson, Università degli Studi di Trento, Luoghi per Cre-scere – Gruppo Cgm/WI, Vita Non Profit, Animazione sociale, Comune di Rovereto e soste-nuto dalla Federazione Trentina della Cooperazione e dalle Banche di Credito Cooperativo.

l’evento

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Padova

Anteprima con “fuori porta” di Educa 2010, a Padova dal 7 al 9 maggio 2010 con momenti differenziati per utenza, ma uniti dal tema della lega-lità e della costituzione, passando per la riflessione sul terrorismo e la non violenza delle “sedie vuote” e da un coinvolgimento decisamente festoso e colorato delle scuole e dei bambini con Educleto, la mascotte in giro per la città. Un anteprima prima di Bergamo e dell’appuntamento dal 23 al 26 settembre 2010 a Rovereto. Gli incontri esterni sono stati seguiti per Educa da Michele Odorizzi, Silvia De Vogli e Cristian Aiardi.

ANTEPRIMAI temi della legalità e cittadinanza

La sedie vuote dei ragazzi trentini

Collaborazione tra EDUCA e il Festival della Cittadinanza, due manifestazioni accomunate dal-la volontà di essere laboratori col-lettivi e continui per lo scambio di saperi e buone prassi.Tra i momenti organizzati con EDUCA, il seminario“In memoria delle vittime di tutti i terrorismi” le-gato al progetto Sedie Vuote (edi-to da “il Margine”) per studiare gli anni di piombo italiani. E da-gli studenti trentini sono giunte le testimonianze (Anna Brugnolli, Francesca Martinelli). Ad ascol-tarli centinaia di giovani giunti al Centro Culturale Altinate, mentre l’incontro è stato ripetuto in se-rata per tutta la cittadinanza. Tra i relatori Silvia Giralucci, figlia di Graziano Giralucci ucciso dal-le Brigate Rosse a Padova, l’ono-

revole Giovanni Bachelet, figlio del giurista e dirigente dell’Azione Cattolica Vittorio Bachelet ucciso dalle BR e la vicepresidente della Camera Rosy Bindi.

Al festival della cittadinanza di Padova, il manifesto sull’educazione di Educa

Ragazzi protagonisti anche dell’incontro“Parlando di Costitu-zione”. Ad ascoltare i progetti in-sieme a centinaia di ragazzi delle scuole padovane, il sindaco Fla-vio Zanonato, l’onorevole Letizia De Torre ed altre autorità. Demo-crazia, cittadinanza, uguaglianza, libertà di espressione e informazio-ne sono valori e diritti fondamen-tali riconosciuti dalla Costituzione italiana che rischiano di rimane-re concetti astratti se non diven-tano pratica nella vita quotidiana.

E l’educazione è uno strumento fondamentale per renderli vicini e concreti. Questo è il leit motiv che ha ispirato i progetti e le esperien-ze educative presentate. L’incontro si è concluso con la consegna della Costituzione insieme al manifesto di EDUCA.

EDUCLETO,il gufo trentino mascotte di EDUCA incanta i bambini

EDUCLETO, la mascotte di EDUCA, ha percorso strade e piazze affollate seguito da moltissi-mi bambini che si sono poi seduti su enormi cuscini gialli di fronte al centralissimo Palazzo Moroni per ascoltare le sue storie. Il gufo tren-tino ha raccontato la storia ai bam-bini, li ha incantati e loro l’hanno trasformata ciascuno in un libro costruito con carta, colori, corde, bottoni e tanti materiali di riciclo insieme a mamme e papà nel la-boratorio de La Coccinella, la co-operativa sociale trentina che ge-stisce asili nido, attività del tempo libero e atelier creativi.

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3n.6 giugno 2010

FRAGILIGenerazioni, opportunità per il futuro

I limiti della nostra società

Secondo il professor Mauro Ma-gatti, Preside della Facoltà di So-ciologia dell’Università Cattolica di Milano, la crisi economica e fi-nanziaria che stiamo vivendo con le sue ripercussioni sociali mo-stra i limiti di un modello di svi-luppo basato esclusivamente sulla “volontà di potenza” e che ha ne-gato invece altri elementi propri della condizione umana come la fragilità. “Questa rimozione - se-condo Magatti - ha prodotto esiti paradossali. Siamo consapevoli, ad esempio, fin dalla nascita che sia-mo destinati a invecchiare e nella nostra volontà di potenza abbiamo prolungato la vita. Ora però non sappiamo cosa farne degli anziani, fantasmi del nostro tempo. E cosa fa la politica? Dopo anni di insi-stenza sulla potenza tecnica, eco-

nomica dell’uomo, sia a livello in-dividuale che sociale, si limita a proporre sacrifici, mentre servireb-be un nuovo pensiero sociale.

Riconoscere la fragilità

Anche secondo Giuseppe Gueri-ni – presidente di Federsolidarie-tà - la politica oggi tende a trattare questioni superficiali dimentican-do quelle fondamentali che sono il patto sociale e l’educazione come strumento del vivere insieme. Per Guerini, comunque, l’esperien-za della fragilità, che oggi genera tanto allarme, è un lusso che ci si può permettere per essere auten-ticamente uomini contro l’indivi-dualismo nichilista prevalso negli ultimi decenni. Per Ivo Lizzo-la, Preside della Facoltà di Scien-ze della Formazione dell’Univer-sità di Bergamo, riconoscere la condizione umana come fragile è un occasione per la generatività, per costruire una comunità che sa accogliere. “Dobbiamo educare i bambini non all’innovazione, ma ad un nuovo inizio.”

La dicotomia potenza e fragilità

Di potenza e fragilità ha parlato Padre Elio Dalla Zuanna ricor-dando che una delle prime parole che apre le scritture è “tu potrai”,

ma che questo potere si esprime solo quando l’uomo scopre la de-bolezza che è in ognuno. “Nessu-no - ha affermato il teologo - è così ricco da non aver bisogno de-gli altri e nessuno è così povero da non avere nulla da dare. Anche la richiesta di cibo e acqua è una do-manda di relazione: nel bisogno di qualcosa abita sempre l’attesa di qualcuno”. Tutti i relatori con-cordano sulla necessità di recupe-rare le tante storie di accoglienza della fragilità che possono aiuta-re a capire. Anche se, per il profes-sor Magatti, negli ultimi decenni si è negato non soltanto l’esisten-za della fragilità, ma anche il valo-re della parola. “E’ questo che stia-mo tentando di fare con EDUCA - ha affermato il presidente del co-mitato promotore Michele Odo-rizzi – creare momenti di incontro per condividere le molte esperien-ze positive realizzate nei territo-ri con passione da educatori, in-segnanti e genitori. EDUCA può diventare uno spazio di rimotiva-zione che alimenta un comune in-vestimento sulle nuove generazio-ni e sul futuro.”

Bergamo

A Bergamo: la seconda tappa del percorso “fuori porta” dedicata alla fragilità, con una lettura positiva offerta da un filosofo, un so-ciologo e un teologo. Molti gli esperti e molte organizzazioni ogni giorno impegnate sui temi educativi per preparare la terza edizio-ne del festival dedicata a Generazioni che si terrà a Rovereto dal 23 al 26 settembre 2010. In particolare si è parlato della fragilità sempre più diffusa in tutte le generazioni vista però non solo come pro-blema, ma anche come opportunità.

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4 n.6 giugno 2010

Il “Centro” quest’anno c’è…

Una presenza importante, quest’anno a Rovere-to, quella del “Centro per la formazione conti-nua e l’aggiornamento del personale insegnante”. Il Centro infatti insieme al Comitato organizzato-re della manifestazione ha programmato alcuni per-corsi rivolti specificamente al personale docente. “La collaborazione con EDUCA - spiega il direttore del Centro Luciano Covi -, consente di aprire nuovi ca-nali di dialogo e costruire piste di lavoro che si so-stengono reciprocamente arricchendo l’offerta for-mativa. Del resto è esplicita nella mission del Centro la volontà di essere al servizio della scuola come isti-tuzione collocata in un preciso contesto territoria-le. Per questo siamo impegnati a creare una rete con i soggetti trentini - dal privato sociale ai musei alle molte altre agenzie educative - che si occupano di educazione al fine di migliorare il sistema educativo. E EDUCA, oltre ad dare questa opportunità, con-sente anche di creare connessioni con il panorama nazionale”.

Sessioni formative: temi e modalità

In sintonia con il tema di Educa 2010 il Centro di formazione di Rovereto ha elaborato per gli insegnan-ti diverse proposte in collaborazione con altri enti lo-cali e nazionali e in accordo con il Comitato organiz-zatore di Educa.

INSEGNANTIOpportunità dentro Educa 2010

formazione

Seminari, dialoghi, incontri con gli autori, la-boratori: Educa rappresenta per i partecipanti un’opportunità per arricchire le proprie conoscen-ze e riflettere su tematiche educative con esperti e attraverso confronti con altre realtà ed esperienze, scolastiche e non, maturate in contesti territoria-li diversi. Quest’anno, però, lo annuncia lo stesso assessore Marta Dalmaso, EDUCA offrirà qual-cosa di più e di più specifico per il personale in-segnante: vere e proprie sessioni di formazione e di aggiornamento. Si tratta, secondo l’assessore, di importanti occasioni per discutere sulla professio-nalità docente, di fronte alle attuali sfide educati-ve poste dalle nuove generazioni sia in termini di rinnovamento di contenuti, sia, e soprattutto, del-le metodologie.

Nel seminario “Non è mai troppo tardi, non è mai troppo presto” si approfondirà, ad esempio, l’evolu-zione delle modalità di trasmissione culturale e di co-municazione della conoscenza, partendo dalla celebre trasmissione del Maestro Manzi fino ad arrivare alla web tv e alle piattaforme di e-learning. A parlarne, accano ad esperti locali, il professore Roberto Farnè dell’Università di Bologna. Nelle sale del Centro sarà anche allestita la mostra dedicata alla “pedagogia tele-vesiva del maestro Manzi. Nel seminario “Un apprendimento giovane per adulti”, mettendo a confronto le nuove teorie del-la pedagogia e dell’andragogia, si approfondiranno i cambiamenti generazionali negli stili d apprendimen-to e di acquisizione dei saperi. In “Storiche riflessioni”, partendo dal libro “Sto-ria e storie della scuola italiana”, si parlerà anche di come siano cambiati nel tempo i modelli e i compi-ti dell’istituzione scolastica insieme all’autore Nicola D’amico e a Davide Guarneri, presidente dell’AGE (Associazione nazionale Genitori) intervistati dal pro-fessore Giuseppe Tognon dell’Università LUMSA di Roma. Sempre alla storia, o meglio alle diverse scale della storia tra dimensione globale e locale sarà dedicato infine l’incontro con Antonio Brusa, professore dell’ Università di Bologna.Le proposte pensate dal “Centro” rappresentano il primo appuntamento di percorsi formativi che per i docenti trentini proseguiranno anche dopo EDUCA. “Per questo - spiega Covi -, ogni tema sarà affrontato in due sessioni: la prima pubblica, aperta a tutti e qui gli insegnati trentini avranno l’opportunità di con-frontarsi anche con personale docente proveniente dal altre parti di Italia; la seconda riservata ai dirigen-ti scolastici e insegnanti trentini in cui si presenteran-no invece modalità tempi e declinazioni del percorso di approfondimenti successivo sul quel tema.Durante EDUCA, il “Centro” non sarà soltanto pro-motore, ma anche attivo ospite altre sessioni ormative per insegnanti, in particolare quella del Centro Studi Riccardo Massa che, a partire da una ricerca condot-ta con insegnanti e studenti, proporrà un approfon-dimento sul metodo e a qualità dell’esperienza scola-stica quotidiana come vissuta dai suoi protagonisti.

Silvia De Vogli

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Studentessa del “Depero”, l’autrice

Gli studenti delle classi Quarte A e B dell’Istituto d’arte “Depero” di Rovereto sono stati coinvol-ti nello studio e nella proposta del logo per il “Centro per la forma-zione continua e l’aggiornamento del personale insegnante” che ha sede a Rovereto. “Avremmo volu-to scegliere tutte e dieci le propo-ste, perché tutte belle nella forma e nel significato”, ha detto ai ragazzi Italo Fiorin, presidente del Comi-tato scientifico del Centro, che ha visionato e selezionato gli elabora-ti, dopo il Comitato artistico della scuola, “ma alla fine siamo stati an-che imbarazzati da tutta la vostra creatività ed abbiamo scelto la pro-posta che meglio indica l’idea di rinnovamento continuo”. Accom-pagnati dagli insegnanti Maria

CENTRO FORMAZIONE INSEGNANTI

il logo

Una spirale disegnata da Maura Albertazzi è il Logo ufficiale del “Centro per la formazione continua e l’aggiornamento del perso-nale insegnante”, che ha sede a Rovereto. Il 4 giugno 2010 la breve cerimonia a Palazzo Todeschi di via Tartarotti di selezione e scelta del-le proposte, alla presenza dell’Assessore provinciale all’istruzione e allo sport, del presidente e del direttore del Centro.

UNA SPIRALEIl simbolo del Centro di Rovereto

Elena Baroni, Lorenzo Manfre-di e dal dirigente scolastico Silvio Cattani, gli studenti sono stati ac-colti dal direttore del Centro, Lu-ciano Covi, felice di un Logo che sembra dire: “Andate avanti e non dimenticate da dove venite”.Gli studenti autori delle 10 propo-ste selezionate:

Maura Albertazzi, Anna Giulia Ar-giolas, Alice Campolongo, Anna De-biasi, Agnese Dorigatti, Deborah Stella, Monya Sighel, Arianna Pe-trini, Riccardo Pellizzari, Simone Ferrari, Linda Tasin.

L’assessore Dalmaso

Nel saluto conclusivo, Marta Dal-maso ha parlato delle proposte dei ragazzi come di un “distillato, il meglio di ciò che si è prodotto, ca-pito, pensato. Ed è ciò che vorrem-mo fare di questo Centro di for-mazione per gli insegnanti qui a Rovereto, un lavoro che poi porti all’essenziale, al distillato appunto, come comunità educante nella sua interezza.”I lavoro degli studenti verranno raccolti in un catalogo che affian-cherà una Mostra con tutte le pro-poste delle due classi dell’Istituto d’arte “Depero”. (m.c.)

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La cerimonia

L’incontro è iniziato con la proie-zione di un video, breve ma mol-to intenso, sui cambiamenti che ci sono da aspettarsi anche nel mondo dell’impresa con la globalizzazione e la velocizzazione in tutti i setto-ri. Video, richiamato sia nell’inter-vento dell’Assessore all’istruzione sia in quello della Presidente degli Industriali del Trentino, entram-bre comunque più che convin-te che il percorso intrapreso resti importante e da continuare, per-ché “fa bene” alla scuola ma anche all’impresa, per conoscersi meglio

DALLE SCUOLE

l’evento

Trento, 24 maggio 2010. Secondo anno di applicazione del Proto-collo su iniziative in partnership tra mondo della scuola e mondo dell’impresa, siglato tra la Provincia autonoma e la Confindustria di Trento. Cerimonia ufficiale presso la Sala di Rappresentanza della Regione in piazza Dante a Trento, per premiare i progetti migliori du-rante un evento appositamente organizzato. Sala gremita da studenti, insegnanti e rappresentanti del mondo imprenditoriale, alla presenza dell’Assessore provinciale all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, la Presidente degli Industriali trentini, Ilaria Vescovi, il coordinatore dei progetti per la scuola (Mario Turri del dipartimento istruzione) e per la confindustria di Trento (Manuela Zanoni, imprenditrice). Per gli stu-denti, prima delle premiazioni, due testimonianze significative di giova-ni imprenditori: Emanuela Zandonati e Vittorio Marangoni.

PARTNERSHIPScuola e impresa: i progetti migliori

reciprocamente, ma anche per at-tivare in sinergia significativi per-corsi di formazione per i giovani. Non a caso, in molti casi le azio-ni previste da quest’intesa sono di-ventate parte del Progetto di Isti-tuto e degli impegni professionali delle Aziende.

L’Assessore

“Anche il Trentino, come l’Europa, deve dotarsi di un’economia com-petitiva e dinamica.”, ha dichiara-to l’assessore provinciale all’istru-zione Marta Dalmaso: “dobbiamo fondare la nostra economia non so-

lamente sulle risorse naturali, ma sempre di più sulle conoscenze. Il Protocollo d’intesa PAT – Confin-dustria, al suo secondo anno di at-tività, ha consentito a molti stu-denti di vedere da vicino i processi dell’ideazione, della decisione, delle azioni che servono per “allestire” un prodotto o un servizio. Molti stu-denti che hanno partecipato alle azioni del Protocollo, forse, sono ora più consapevoli della propria “linea produttiva”, del proprio pro-getto di vita, e forse sono più in grado di prima di ipotizzare i cam-biamenti che li riguardano come studenti e come persone.Questo è il significato di auto-im-prenditorialità: capire bene cosa si vuole, scegliere obiettivi e mettere in campo azioni conseguenti, con continuità e coraggio, sapendo su-perare anche gli insuccessi e le de-lusioni, che sono sempre da mette-re in conto. Gutta cavat lapidem… Lavorare insieme scuola e azienda significa quindi “attivare il contesto”, usci-re dall’anonimato: conoscere me-glio la dimensione in cui viviamo; sapere che negli edifici - a volte co-nosciuti solo per forma e colore - che sorgono nelle Zone Industria-li ci sono persone che pro-gettano (vedono-oltre, si lanciano oltre il presente, si potrebbe dire), che atti-vano processi, prendono decisioni,

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7n.6 giugno 2010

l’evento

si assumono rischi. Il Protocollo è in definitiva una proposta cultura-le, pensata per far capire meglio la realtà in un momento storico in cui è faticoso per tutti capire la giusta direzione di marcia. In questo c’è un forte significato etico, che deve connotare il nostro lavoro.”

La presidente degli indu-striali trentini

Riprendendo il messaggio del vi-deo d’apertura, la Presidente di Confindustria Trento, Ilaria Ve-scovi ha messo in evidenza tre aspetti del nuovo scenario socio-economico, rispetto ai quali il Progetto Pat-Confindustria vuo-le fungere da stimolo. “La mobili-tà: si cambieranno molti lavori ma non bisogna vedere questo come un pericolo bensì come un’oppor-tunità; il cambiamento: anzitut-to l’evoluzione tecnologica, che ri-manda la richiesta di flessibilità e adattabilità che le aziende chiedo-no ai ragazzi; la globalità: l’odier-na dimensione di riferimento è il mondo, per cui la conoscenza delle lingue (non solo inglese, francese, tedesco) è fondamentale e sarebbe un grandissimo investimento.”

La premiazione

L’evento è stato moderato da Cor-rado Tononi – Direttore Radio Dolomiti. Prima della premiazio-ne, lo stato dell’arte dei proget-ti è stato presentato da Manue-la Zanoni, per la Confindustria, Mario Turri, per il Dipartimen-to Istruzione. Due testimonianze dai giovani imprenditori di Rove-reto: Emanuela Zandonai, Casa Editrice Zandonai, Vittorio Ma-rangoni, Marangoni Pneumatici S.p.A. Poi la premiazione per la miglio-re realizzazione nelle due sezioni: Istituti del primo ciclo e Istituti del secondo ciclo. (m.c.)

Scuole e aziende vincitrici per Accordi di partnership Scuola/Industria

PRIMO CICLOGIRARDINI & IC Tione:Progetto “Qua la mano” : Il progetto è molto curato, presentato e ragionato in classe. I ragazzi sono stati preparati alla visita azienda-le intesa come momento educativo “forte”. E’ stata predisposto un “questionario per visite guidate” che riporta domande-tipo applica-bili anche ad altre aziende. Oltre a questo, è stata prodotta una “car-ta d’identità dell’azienda visitata” che riporta di volta in volta le carat-teristiche più salienti delle industrie. I ragazzi hanno poi restituito le loro impressioni con dei componimenti in classe, corredati da foto.SECONDO CICLOZBM & Don Milani – Depero:Il progetto ha avuto uno sviluppo biennale. Partito dalle visite guidate in azienda e dalle testimonianze in istituto, gli studenti dei due indi-rizzi, d’accordo con l’azienda, hanno progettato e realizzato il LOGO aziendale e il TEMPLATE statico per le pagine del sito web. E’ sta-ta curata la cartellonistica che sarà in seguito utilizzata dall’azienda.Altre due scuole e aziende si sono classificate rispettivamente per ilPrimo cicloZBM & IC Riva2TAMA & IC TuennoSecondo cicloFERRARI & IASMA S. Michele Fondazione MachMANICA & Liceo Rosmini Rovereto

scuole e aziente che hanno ricevuto l’attestato di partecipazione:SILVELOX & CFP Borgo ValsuganaADIGE & CFP Borgo ValsuganaTECNOCLIMA & CFP Borgo ValsuganaEUROSTANDARD & CFP Borgo ValsuganaGRISENTI & Telecomunicazioni e sicurezza & ITI BuonarrotiCOSTER & Tecnologie speciali & ITI BuonarrotiLA SPORTIVA & La Rosa Bianca/Weiße RoseEUROSTANDARD & La Rosa Bianca/Weiße RoseCANTINE FERRARI & Liceo PratiTAMA & CFP ClesLUXOTTICA & Fontana

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8 n.6 giugno 2010

Gli aspetti più significativi: la sfida

Elementi significativi possono es-sere l’attinenzaal contesto ambientale, agli stili di vitaalle esperienze pregressealle prospettive futureal potenziale educativo.Una sfida è confrontarsi con un’asticella un po’ più alta di pri-ma.Una sfida è significativa se è com-misurata ai diversi parametri che definiscono uno studente e la sua classe. Contenuti, metodi, stru-menti, materiali, media, ecc.Solo se è significativa, la sfida può essere colta e può contribuire a far crescere lo studente.La scuola ha il compito di eser-citare la sua autonomia didattica per “installare” competenze e tra-smettere valori ritenuti irrinun-ciabili; la scuola deve alzare l’asticella in modo significativo: non troppo alto, non troppo basso, cercando nel contempo di motivare gli stu-denti.Nei documenti fondamentali (Piani di Studio provinciali, per il momento, del primo ciclo), si ritrovano competenze e valori di riferimento.Una delle competenze da perse-guire – trasversale rispetto alle di-scipline e di ordine personale/so-

La Secondaria è il segmento di soli-to meno studiato. Lo scollamento tra il mondo reale e le attività scolastiche è un pericolo molto forte, rimarcato a più voci sia a livello pubblicistico, sia dalla letteratura di settore. Si impu-ta alla scuola italiana una particolare difficoltà nel proporre contenu-ti di insegnamento e argomenti di studio significativi per gli studenti.

PROTOCOLLOIl suo valore pedagogico

ciale – è “promuovere se stessi”, ovvero mettere in atto il proprio potenziale, essere, in sostanza, imprenditori di se stessi.

Scuola e industria più vicine

Il Protocollo intende avvicinare la scuola al mondo dell’industria, in-crementandone l’interazione, per offrire spunti reali ed esempi con-creti di imprenditorialità.L’impresa è luogo di sintesi di di-verse competenze e si intende va-lorizzarla come ambiente orientato al fare, in cui è esaltata, tra le altre, l’intelligenza di tipo pratico.L’impresa è, per definizione, una realtà in cui le incognite e la ge-stione delle incognite giocano un ruolo importante.Intraprendere - su di sé e in azien-da – significa essere in grado di prendere decisioni senza la certez-za del percorso e del risultato; si-gnifica saper correggere la rotta e modificare in tempi rapidi assetti e obiettivi.Questo significa:La costruzione del Piano d’Impre-sa > un piano di vita annuale;Il piano di marketing e il piano or-ganizzativo > saper gestire il pro-prio tempo;L’analisi economico-finanziaria e lo start-up dell’iniziativa > sapere fare un’autoanalisi diagnosticare le risorse e le caratteristiche persona-

li per definire il profilo imprendi-toriale;La Valutazione del Piano d’Impre-sa > saper definire (=mettere i con-fini, perimetrale) i propri obiettiviIl documento istruttorio e le sche-de analitiche > saper declinare le azioni in sotto azioni.A livelli avanzati, l’interazione scuola azienda può:Sensibilizzare gli studenti ver-so la costruzione di un persona-le percorso professionale orienta-to all’imprenditorialità e al lavoro autonomoFocalizzare le strategie per sostene-re l’avviamento e lo sviluppo im-prenditorialeSviluppare competenze nell’am-bito dell’imprenditorialità e della job-creationLa cultura di impresa e di innova-zione sono oggi strumenti essen-ziali per competere in un contesto economico sempre più difficile. Per questo il Trentino si è dotato del protocollo, con l’obiettivo di favorire la diffusione sul territorio di un’adeguata cultura d’impre-sa e di una crescente propensione all’innovazione.Chi fa educazione non può non avere fiducia nei ragazzi.Spetterà tra pochissimo tempo a loro prendere in mano l’innovazio-ne e condurla per un certo tratto.Crediamo che li possa aiutare ad esercitare l’occhio, la mente e il cuore a diretto contatto con il mondo dell’impresa e con le sue problematiche.

Mario Turri

Page 11: Didascalie Informa

9

Inserto a cura di: Mario CaroliInterventi di:Tiziana Amadio, Anna Ballardini, Morena Berti, Clara Briani, Norma Bor-gogno, Martina Camatta, Mario Caroli, Alberto Conci, Carla Consolati, Mariagrazia Corradi, Marco Ferrari, Francesca forti, Tommaso Galli, Giovanna Girardini, Antonella Giurato, Laura Mattei, Claudia Miori, Armida Moser, Barbara ovipari, Lorenzo Pierazzi, Rosanna Polla, Elena Pasolli, Annamaria Ridolfi, Giuliano Ruzzier, Salin Maristella, Giu-lia Tosi, Orietta Visintainer, Francesca Zeni. Studenti I.C.Arco: Elisa, Gemma e Davide

In molte scuole trentine percorsi didattici programmati

“SCUOLE E COLORI DI PACE…!”

il dossierdentro I CoLorI

il dossieril punto

IC Arco - Valli Giudicarieopera Campana Caduti

Consulta studentiScuola primaria romagnano

tuttopace trentoScuola primaria Schmid

Il tavoloLa lettera ai tG

Il ForumPergine Valsugana

Page 12: Didascalie Informa

10 n.6 giugno 2010

il dossier

Un dossier di didascalie ancora una volta dedicato interamente alle manifestazioni finali ed ai progetti di alcune scuole dedicati al tema della Pace. Rimarchiamo “di alcune scuole”, perché sappiamo con certezza che sono davvero tante quelle che sono rimaste fuori da que-sto dossier e che magari riprenderemo nel corso del prossimo anno.

INSISTIAMODidascalie in… pace

didascalie13N° 6 - giugno 2006

• Stanislav Hocevar

Arcivescovo di Belgrado

• Dipartimento Istruzione

Cooperazione

Solidarietà e Pace

• Trento: Tante scuole

per la pace

• Studenti e giornalisti Rai

• Asia Questaltromondo

• Istituto Comprensivo Riva1

• Scuola elementare

Vigo di Ton - Istituto

Comprensivo Bassa Anaunia

• Istituto superiore “Martini”

Mezzolombardo

“Pace.scuola”

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di:

Flora Antoniolli, Monica Antoniolli, Fulvia Bonn, Idil Boscia, Mario Caroli, Viviana Chini,

Massimiliana Covati, Gianpaola Ghezzi, Floretta Leonia, Stanislav Hocevar, Luisa Magrini,

Giovanna Marcolla, Massimo Parolini, Ingrid Penasa, Silvano Pedrini, Andrea Schir, Maria

Rosa Taufer, Sandra Webber, Milena Webber, Renata Zanini, Daniela Zucal, Giuditta Zuech

Sempre più numerose le esperienze sulla Pacenelle scuole del Trentino

L’avvio del nuovo anno scolastico 2005-2006

* Consiglio provinciale Trento

* Forum Trentino per la Pace

* Tavolo della Pace

* Giunta Provincia Autonoma di

Trento

* Assessorato all’istruzione e alle

politiche giovanili

* Dipartimento Istruzione:

“Cooperazione e Solidarietà”

* I.C. Cembra: Scuola media di

Verla

* I.C. Trento 2

* I.C. Pergine 2

* Istituto di formazione

professionale Rovereto e

Levico

* Istituto di formazione

professionale Trento

* Comitato provinciale di

valutazione

* Servizio Scuole dell’Infanzia

* Nido e Scuola dell’infanzia di

Bosentino

* Scuola dell’Infanzia “Piccolo

Mondo”

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di: Giorgio Allulli, Monica Antoniolli, Idil Boscia, Consiglio Provinciale (Mozione),

Marco Dallari, Dario Donatini, Cooperazione e Solidarietà: (Luisa Magrini,Cristian Mosca,

Silvano Pedrini, Maestra Ornella, Tiziano Salvaterra, Mario Turri, Servizio Scuole dell’Infanzia

Studenti: Anna, Elisa, Mattia, Tiziano, Cecilia ed Angela, Annalisa, Paolo, Alessandro e Loris,

Omar e Thomas

Scuole e Pace,

si riparte

N. 9 settembre 200516

didascalie

informa

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Forum trentino per la pace

Questo impegno per la promozionedella cultura della pace e della solida-rietà tra i popoli, è perseguito anchegrazie al “Forum trentino per la

pace”, l’organismo permanente che ha

il compito di assicurare la partecipa-zione della società civile alla realizza-zione degli obiettivi della legge. Pur-troppo in questi ultimi anni il riaccen-dersi di vecchi conflitti e lo scoppio dinuovi fa sì che nostro impegno per lapromozione della pace e della convi-venza debba essere ancora più incisi-vo. La cultura di pace può crescere nel

tessuto sociale solo se tutti ci impe-gniamo a diffonderla. In questo senso

i soggetti e le agenzie educative a

tutti i livelli: dalla scuola alla famiglia,dalla politica ai mezzi di comunicazio-ne, agli intellettuali, hanno una gros-sa responsabilità e opportunità. La

scuola, per il ruolo fondamentale didiffusione di cultura e di valori, è cer-tamente un attore imprescindibile inquesto processo di sensibilizzazione.Al fine di rafforzare il contributo degli

enti locali e delle regioni alla promo-zione della cultura della pace nell’am-bito della scuola, il Coordinamento

nazionale degli enti locali per la pacee i diritti umani ha sottoscritto con ilMinistero della Pubblica Istruzione (21marzo 2000) un apposito Protocollo

d’Intesa che riconosce l’educazionealla pace (nelle sue varie espressioni: - educazione interculturale, ai diritti

umani, allo sviluppo, alla legalità,alla solidarietà, alla nonviolenza)quale parte integrante degli obietti-vi formativi della nostra scuola.

Educazione alla pace è…

Possiamo senza dubbio affermare chel’educazione alla pace e ai diritti

umani è l’educazione civica del futuro.Essa infatti crea le basi per la forma-zione di cittadini responsabili, consa-pevoli dei propri diritti e doveri, impe-gnati per la loro tutela in Italia e nel

resto del mondo. In questa prospetti-

va, le istituzioni scolastiche, gli enti

locali, le regioni, il mondo dell’infor-mazione e, più in generale, tutte leagenzie educative, devono contribuirea sviluppare la cultura della pace e deidiritti umani. Il documento elaborato

dal “Coordinamento nazionale degli

enti locali per la pace e i diritti umani”riporta che: “L’educazione alla pacenon è una nuova materia da aggiunge-re agli altri insegnamenti. L’educazio-ne alla pace è attenzione: - ai diritti umani,- alla democrazia,- all’intercultura e alla convivenza,- alla solidarietà,- allo sviluppo,- alla nonviolenza,- alla gestione dei conflitti,- alla mondialità,- alla legalità.L’educazione alla pace non si limita

all’insegnamento dei valori e dei prin-cipi ma è orientata all’azione. Non èresponsabilità esclusiva di un soggettopredeterminato ma risultato dell’azionecongiunta, coordinata, continuativa ditanti soggetti diversi per collocazione,finalità istituzionali, posizione e ruolo

sociale: autorità scolastiche nazionali eterritoriali, enti locali, regioni, studen-

ti, insegnanti e organizzazioni della

società civile. La ricerca della collabo-razione paritaria tra tutti questi sog-getti diventa condizione necessaria

per un’azione educativa efficace. Stu-denti, insegnanti, autorità scolastiche,associazioni ed enti locali possono

unire competenze, esigenze, risorsevalorizzando il protagonismo di ciascu-no e costruendo una fitta rete di atti-vità che deve divenire sempre più quo-tidiana e ordinaria.” Domenica 11 settembre 2005, vigilia

del primo giorno di scuola, si terrà la“Marcia della Pace Perugia-Assisi”.L’assessorato provinciale all’istruzionee politiche giovanili e il Forum trenti-no per la pace aderiscono a questa

occasione mondiale di mobilitazioneattribuendo a tale giornata un signifi-cato simbolico di inizio dell’anno sco-lastico. Sarebbe importante e signifi-cativo che questa importante occasio-ne venisse presa come spunto per

svolgere durante il primo giorno di

scuola (lunedì, 12 settembre 2005)una serie di riflessioni sulla pace esulla convivenza tra i popoli e ched’ora in poi il primo giorno dell’anno

scolastico fosse sempre dedicato alla

promozione della cultura della pace,della convivenza e della solidarietà. Tutto ciò premesso

L’impegno per la Giunta

provinciale

IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTO-NOMA DI TRENTOimpegna la Giunta provinciale1. ad intitolare il primo giorno di scuo-

la “Giornata della pace e della soli-darietà”;

2. a promuovere, in collaborazione con

la scuola e la comunità locale, un’a-zione congiunta e responsabilemirata alla promozione, difesa ecostruzione della pace, della solida-rietà e della convivenza tra popoli eculture.

Primo giorno di pace

27 luglio 2005, la Mozione approvata

15 anni la Provincia di Trento ha posto all’interno del suo ordinamento la legge10 giugno 1991, n. 11 “Promozione e diffusione della cultura della pace”.Questa legge rappresenta un importante strumento poiché dichiara che la

Provincia autonoma di Trento “in coerenza con i principi costituzionali che san-ciscono il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie inter-nazionali, la promozione dei diritti umani, delle libertà democratiche e della coo-perazione internazionale, riconosce nella pace un diritto fondamentale degli

uomini e dei popoli”.

Consiglio provinciale

informa

L’avvio del nuovo anno scolastico 2005-2006

* Consiglio provinciale Trento * Forum Trentino per la Pace* Tavolo della Pace

* Giunta Provincia Autonoma diTrento

* Assessorato all’istruzione e allepolitiche giovanili

* Dipartimento Istruzione: “Cooperazione e Solidarietà”

* I.C. Cembra: Scuola media diVerla

* I.C. Trento 2

* I.C. Pergine 2* Istituto di formazione

professionale Rovereto eLevico

* Istituto di formazione

professionale Trento* Comitato provinciale di

valutazione

* Servizio Scuole dell’Infanzia* Nido e Scuola dell’infanzia di

Bosentino

* Scuola dell’Infanzia “PiccoloMondo”

Inserto a cura di: Mario Caroli

Interventi di: Giorgio Allulli, Monica Antoniolli, Idil Boscia, Consiglio Provinciale (Mozione),

Marco Dallari, Dario Donatini, Cooperazione e Solidarietà: (Luisa Magrini,Cristian Mosca,

Silvano Pedrini, Maestra Ornella, Tiziano Salvaterra, Mario Turri, Servizio Scuole dell’Infanzia

Studenti: Anna, Elisa, Mattia, Tiziano, Cecilia ed Angela, Annalisa, Paolo, Alessandro e Loris,

Omar e Thomas

Scuole e Pace,si riparte

Rivista

mensile della Provincia

Autonoma di

Trento

n. settembre 2005

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12 n.10 ottobre 2007

L� scu�l� ��... Pac�!

Domenica 7 ottobre 2007, oltre 500 studenti ed insegnanti della scuola trentina hanno parte-cipato alla Marcia per la pace e i diritti uma-ni Perugia-Assisi per chiedere a gran voce il ri-spetto di “Tutti i diritti umani per tutti”. Hanno camminato per 25 km a fianco di uomini e don-ne che in tutto il mondo si impegnano quoti-dianamente nella difesa e promozione dei diritti umani: 200.000 persone che lottano con la non-violenza, come proponeva Aldo Capitini nella prima Marcia Perugia – Assisi, nel 1961.

IN MARCIA500 studenti e docenti trentini

L’emozione di esserci

“Era la prima volta che facevamo questa marcia e ci ha colpito tutta questa gente diversa e variopinta riversa-ta per strada con un unico ideale!”“Non mi sono sentita sola tra tanti sconosciuti, ma parte di un grande gruppo con una meta comune:perseguire la pace!”Di ritorno in Trentino, gli studenti commentano con entusiasmo ed emozione l’essere stati parte del colo-rato corteo che si è snodato da Perugia ad Assisi. Ol-tre duecentomila persone vi hanno preso parte: uomi-ni e donne provenienti da tutte le province d’Italia, da vari Paesi d’Europa e del Mondo (dell’Africa, in par-ticolare): c’erano attivisti e difensori dei diritti umani provenienti dall’Iraq, dalla Palestina e da Israele, da-gli Usa, dalla Cecenia, dal Tibet, dalla Colombia, dal-la Nigeria, dal Congo, dalla Libe-ria,… e da tanti altri luoghi dove la pace è spesso solo un sogno e i di-ritti umani continuano ad essere si-stematicamente calpestati.

Scuole trentine per la pace

Molte persone portavano un nastro rosso, in segno di solidarietà con i monaci e la popolazione birmana che sta lottando in modo nonvio-lento per i propri diritti. Migliaia di bandiere della pace, con i colo-ri dell’arcobaleno, sventolavano so-pra al corteo: un modo per ribadi-re il desiderio comune di una pace

fatta di incontri, di dialogo, di crescita delle coscienze, di convivialità delle differenze.Camminavano insieme giovani, giovanissimi, genitori con i bambini sulle spalle, anziani,.... Qualcuno can-tava e suonava, altri portavano striscioni per comuni-care messaggi di pace.Con lo striscione “SCUOLE TRENTINE PER LA PACE” c’eravamo anche noi: più di cinquecento studenti e insegnanti provenienti dalle scuole di diverse valli del Trentino. Hanno camminato insieme i bambini del-la scuola elementare di Vigo di Ton e i ragazzi delle scuole medie di Storo, Tione, Ossana, Tesero, Verla, Roncone, Cembra; c’erano inoltre studenti degli isti-tuti superiori Galilei di Trento, Filzi di Rovereto, Cu-rie di Pergine, CFP Servizi alla Persona di Trento, Guetti di Tione, La Rosa Bianca di Cavalese.

Impegno nella quotidianità

Con noi anche cinquanta studenti delle scuole supe-riori che già da venerdì erano a Terni per partecipa-re all’ONU dei Giovani dove si sono confrontati con coetanei di tutti i Paesi del mondo e hanno discusso di educazione alla pace, di iniziative che possono esse-re realizzate in questo anno scolastico.Indossavamo tutti delle magliette con lo slogan della marcia “T ”, per riba-dire che non c’è pace senza giustizia e non c’è giustizia se i diritti umani non sono rispettati per tutte le per-sone e per tutti i popoli.

Eravamo in tanti, tantissimi! Ad As-sisi abbiamo manifestato il nostro comune desiderio di pace, la nostra voglia di metterci in gioco in pri-ma persona e di impegnarci… e non solo per un giorno!Ritornati alla quotidianità, man-teniamo vivo il desiderio di prose-guire il “cammino”, consapevoli di non essere soli, ma, pur percorrendo ora strade diverse,... vogliamo cam-minare in sintonia con i passi delle 200.000 persone con cui abbiamo condiviso un pezzettino di strada!

Luisa Magrini e Anna BallardiniReferenti Area “Cooperazione,

pace e solidarietà”

Non solo palloncini

Nella riflessione che Alberto Con-ci fa nelle due pagine successive (12 e 13) troviamo conferma ad una nostra convinzione, che riducia-mo così banalmente: nella scuola la pace non è né è mai stato un espe-diente per “fare altro” dalle lezioni quodiane sui contenuti delle singole discipline, non è una radicata “ma-nifestazione esterna superficiale” che si trascina di anno in anno, ma con sempre più convinzione si in-seriscono nelle scuole progetti mo-tivati, articolati, pensati e condivisi da più insegnanti, che vanno oltre l’immediatezza del tema e lasciano ricadute in quell’area dell’educazio-ne alla cittadinanza, da sempre evo-cata in termini astratti e mai con-cretamente praticata.Abbiamo ripreso in mano alcu-

ni numeri della rivista degli ultimi cinque anni ed abbiamo scoperto che i percorsi sulla Pace nelle scuole del Trentino sono sempre presenti dal 2005, se non da prima, propo-sti e “narrati” dai diretti protagoni-sti in forma sempre più articolata e convinta nei vari passaggi parte-cipati da gruppi di ragazzi, da clas-si, da istituti comprensivi, da inte-re comunità educative e scolastiche.L’iniziativa, come sempre, arriva dalle scuole o da singoli docenti, ma in Trentino c’è sempre stato an-che quel “di più” di coinvolgimen-to istituzionale, che se non cede alla retorica ed alla tentazione di visi-bilità sospetta aiuta certamente le scuole a muoversi con più autono-mia e creatività. In Trentino c’era stata la mozione dell’intero Consi-glio provinciale che aveva legato il primo giorno di scuola proprio al

tema della pace, dal Trentino sono partiti anche quest’anno tre pul-lman con docenti e studenti per partecipare alla marcia Perugia-As-sisi, dalle scuole trentine giungo-no questi “racconti” di esperienze e “buone pratiche” sul tema.Ora, Conci rilancia richiamando il tema della nonviolenza e della lega-lità. Non mi pare proprio che ci sia solo voglia di palloncini colorati.Didascalie continuerà a seguire e ri-lanciare il confronto ed a “narrare” i percorsi.

Mario Caroli

Page 13: Didascalie Informa

11n.6 giugno 2010

PERUGIA - ASSISILa scuola trentina c’è, da sempre

2010

2007

Page 14: Didascalie Informa

12 n.6 giugno 2010

il punto

L’attenzione alla pace rimane complessivamente molto alta nella scuo-la. Sono numerosissimi gli istituti che danno vita ogni anno a iniziati-ve che coinvolgono studenti, insegnanti, genitori e non di rado anche istituzioni locali e società civile in percorsi di riflessione, di approfon-dimento e di formazione su questo tema.

RESISTELa pace nelle priorità delle scuole

In agenda, malgrado il contesto…

Colpisce in questo fiorire di pro-poste, spesso impegnative e mol-to articolate, il fatto che la scuo-la continui a mettere al centro del proprio progetto educativo e dei propri obiettivi formativi un ar-gomento che è quasi scomparso dall’agenda politica e dalle priori-tà dell’informazione. Accade così che in un contesto sociale caratte-rizzato da atteggiamenti di indif-ferenza diffusa di fronte ai nume-rosi conflitti armati ancora in atto, di assuefazione alla corsa al riarmo e perfino di cinismo di fronte alla sofferenza, la scuola rimanga uno degli ultimi avamposti di una se-ria riflessione sui conflitti e sul si-gnificato che assume oggi la paro-la pace.

Cittadinanza attiva e responsabile

Questa permanenza della pace fra le priorità della scuola non può es-sere ricondotta a forme di presunto conservatorismo degli insegnanti, quasi che una volta introdotto nel-la scuola un tema vi debba perma-nere per forza d’inerzia; e non può essere nemmeno considerata come una priorità personale dei docen-ti che poco avrebbe a che fare con il progetto educativo degli istituti.Al contrario, l’attenzione al tema della pace va riportata alla consa-pevolezza della sua importanza nel

processo di formazione a una cit-tadinanza attiva e responsabile, e mi sembra che proprio per questo non possa essere sbrigativamente liquidata come marginale. In questa prospettiva, mi limito qui, senza nessuna pretesa di com-pletezza, a suggerire tre brevi rifles-sioni.

Tre brevi riflessioni La scuola, luogo di dialogo

La prima: la funzione della scuo-la nell’educazione alla pace e alla cittadinanza responsabile.Il 16 maggio scorso mi trovavo alla marcia Perugia-Assisi, uno degli appuntamenti che ormai da molti anni coinvolgono quei settori della società civile maggiormente sensi-bili al tema della pace. Erano pre-senti centomila persone, fra le qua-li circa 150 fra studenti e docenti della scuola trentina. In quell’oc-casione mi è capitato di intervi-stare i ragazzi di due scuole medie della periferia di Milano (Gandhi e Rodari) sulle motivazioni che han-no sorretto la loro partecipazione alla marcia, ottenendone un incre-dibile spaccato sul lungo, articola-to e approfondito percorso di pre-parazione alla marcia. Quello che maggiormente mi ha fatto riflet-tere, nel dialogo con questi ragaz-zi, è la percezione che per la mag-gior parte di loro la scuola è stata il luogo nel quale per la prima vol-ta hanno dialogato fra loro e han-

no elaborato una riflessione com-piuta su un tema tanto complesso. E questo vale per le numerosissime iniziative che nella scuola trentina continuano ad essere attivate per condurre i bambini e i ragazzi a in-terrogarsi sul senso della pace e a immaginare orizzonti di impegno concreto per la sua realizzazione. Questa funzione della scuola, inte-sa come luogo in cui tutti si pos-sono incontrare e confrontare sul-le più urgenti ed attuali questioni relative alla convivenza umana, ap-pare insostituibile non solo perché può essere per molti l’unica occa-sione di approfondimento, ma an-che perché tale approfondimen-to non è mai casuale e si inserisce all’interno di un progetto organico di crescita e di formazione alla cit-tadinanza attiva e responsabile che solo la scuola può offrire. Stupi-sce, in questa prospettiva, la scar-sissima considerazione di cui gode la scuola nel nostro Paese e la si-stematica denigrazione del lavo-ro degli insegnanti. Quando si in-crociano questi percorsi viene da chiedersi se un Paese che disprez-zi con tanta leggerezza la propria classe insegnante e non investa sul-la scuola non sia tanto miope sul presente quanto strutturalmente incapace di futuro…

Il lavoro degli insegnanti: attenti alla concretezza

Una seconda riflessione: il tipo di approccio che sostiene il lavo-ro degli insegnanti.Ciò che colpisce, quando si avvi-cinano i progetti delle scuole sui questi temi, è la crescente consa-pevolezza della necessità di supera-re la cristallizzazione imposta dal-la rigida dicotomia fra etica della convinzione ed etica della respon-sabilità. Una tale dicotomia, infat-ti, rischia di ricacciare la pace fra i tanti valori affermati che si consi-derano poi storicamente inattuabi-

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13n.6 giugno 2010

li, rinforzando il pregiudizio secon-do il quale il “dover essere” della pace apparterrebbe all’universo di quelle utopie che non hanno spa-zio nell’attuazione della concreta responsabilità politica. Ciò che in-vece caratterizza sempre maggior-mente i percorsi di riflessione e di approfondimento sui temi della pace è l’attenzione alla concretez-za, la preoccupazione di suggerire “buone pratiche” che permettano ai bambini e ai ragazzi di realizzare nella quotidianità quei valori che vengono affermati come fonda-mentali per la convivenza umana.

La marcia Perugia-Assisi e l’etica della pace del filosofo Aldo Capitini

Cinquant’anni fa, alla vigilia della prima marcia Perugia-Assisi da lui promossa, il filosofo Aldo Capitini affermava: “Io non dico: fra poco o molto tempo avremo una società che sarà perfettamente nonviolen-ta, regno dell’amore che noi potre-mo vedere con i nostri occhi. Io so che gli ostacoli saranno tanti, e ri-sorgeranno forse sempre, anche se non è assurdo sperare un certo mi-glioramento. A me importa fonda-mentalmente l’impiego di questa mia modestissima vita, di queste ore e di questi pochi giorni”. Da queste parole emergono tre carat-teri dell’etica della pace di Capitini che mi pare potrebbero essere ap-plicati ai percorsi sulla pace attivati nelle scuole: la chiara convinzione della necessità di camminare verso una società contraddistinta da una matura scelta di nonviolenza; la consapevolezza delle difficoltà sto-riche che sorgono in questo cam-mino e della necessità di affrontare queste difficoltà con gli strumenti che il tempo in cui viviamo ci met-te a disposizione; la lucida coscien-za del valore che assume per la vita e per il destino personale l’impe-gno per la nonviolenza.

Ciò non significa che ci troviamo di fronte a un’elaborazione com-piuta e valida per sempre di una pedagogia della pace. Al contra-rio, proprio l’attenzione riserva-ta a questo tema impone di chie-dersi quali siano gli argomenti sui quali oggi è necessario porre l’ac-cento per far crescere una mag-giore consapevolezza nei bambi-ni e nei ragazzi. Temi come quelli dell’elaborazione del conflitto, del-le condizioni della riconciliazione, delle ragioni e perfino della “feli-cità” della guerra, della concezio-ne di sicurezza, delle logiche che stanno alla base del riarmo globale rappresentano oggi probabilmente i territori nei quali è necessario av-venturarsi per costruire la cultura della pace.

La pace nei percorsi didattici

L’ultima breve riflessione riguar-da la collocazione dell’educazio-ne alla pace nei percorsi didat-tici. In proposito mi sembra che nella scuola si stiano consolidando due convinzioni. Da una parte il fatto che la cultu-ra della pace non possa che esse-

re il frutto di un impegno trasver-sale di carattere interdisciplinare. Non a caso i progetti che su que-sto tema le scuole pongono in esse-re coinvolgono sempre più spesso insegnanti di materie diverse, non di rado interi consigli di classe o collegi docenti. Questa trasversali-tà non ha solo un valore di carat-tere “operativo”, ma appare come una scelta che agli occhi degli stes-si studenti attribuisce maggiore autorevolezza ai percorsi effettua-ti, con tutto ciò che questo signifi-ca sul piano dell’efficacia educativa e dei risultati formativi. Dall’altra, l’idea che l’educazio-ne alla pace sia un tassello fon-damentale della più complessiva educazione alla cittadinanza at-tiva e responsabile. È questo, cre-do, uno degli aspetti più interes-santi, perché tende a integrare la riflessione e l’impegno per la pace e la nonviolenza all’interno di un più ampio ideale di cittadino. Ed è probabilmente un aspetto sul qua-le dovremmo, nella scuola, lavora-re maggiormente.

Alberto Concidocente referente presso

il Dipartimento Istruzione

Page 16: Didascalie Informa

14 n.6 giugno 2010

Istituto comprensivo Arco

L’istituto comprensivo di Arco è composto da 1280 alunni ed è suddiviso in cinque plessi, quat-tro di scuola Primaria e uno di scuola Secondaria di primo grado. Da anni la scuola propone vari percorsi sulla pace ma solo da quest’anno è stata formata la commissione per la pace e la solida-rietà che è composta da otto insegnanti, cinque della scuola Primaria (Vivori Maurizio, Galas Katia, Passerini Dorella, Menegatti Daniela e Gavatta Alice), tre della Scuola Secondaria (Dal Rì Francesca, Mearelli Simonetta e Tosi Giu-lia) oltre alla referente della commissione (Mat-tei Laura). La commissione è stata voluta e soste-nuta dal dirigente scolastico Lorenzo Pierazzi che ha creduto e partecipato attivamente al progetto proposto durante l’anno. L’istituto ha partecipato al Concorso promosso dal Ministero dell’Istruzio-ne “La scuola protagonista nella lotta alla povertà” proponendo il proprio progetto.

UN PROGETTOProposte di Pace e Solidarietà

LE GIORNATE DI PACENonviolenza

Durante l’anno scolastico varie sono state le iniziati-ve legate alla pace e alla solidarietà che hanno coin-volto in modo diverso gli alunni dell’istituto come la Giornata internazionale della Nonviolenza, istitui-ta dall’assemblea generale dell’Onu (anniversario del-la nascita di Gandhi) il giorno 2 ottobre 2009, con la proiezione del film “Gandhi” per tutti gli alunni delle classi terze con successiva riflessione in classe su Gan-

dhi, sull’apartheid e sulle motivazioni che hanno por-tato all’esclusione sociale di milioni di indiani prima in Sudafrica poi in India. Ogni insegnante è stato in-vitato a parlare, anche in modo sintetico, di Gandhi e del suo metodo di non violenza che ha portato all’ Indipendenza dell’India. È infatti con Gandhi che na-sce la nonviolenza moderna. Certo, essa è sempre esi-stita, è “antica come le montagne”, ma prima del Ma-hatma era sempre stata intesa come via personale alla salvezza, come codice individuale, come precetto va-lido per l’individuo. È solo con la straordinaria espe-rienza gandhiana, prima in Sudafrica e poi in India, che la nonviolenza diventa politica, strumento collet-tivo di liberazione.

I diritti del fanciullo

Gli scolari delle classi III A-B-C delle scuole Segantini hanno invece celebrato la 20° Giornata internazio-nale dei diritti del fanciullo: “Se non conosci ogni tuo diritto, caro bambino… sei bello e che fritto!” così recita la poesia dei diritti che, insieme a canti, video e racconti, ha impegnato gli alunni. Un appuntamen-to che si rinnova da alcuni anni per promuovere ne-gli alunni la conoscenza dei loro fondamentali diritti e la consapevolezza che purtroppo tanti bambini nel mondo ne sono privati. Una riflessione testimoniata dall’ impegno per i mercatini di Natale: una valida opportunità per dimostrare la solidarietà fra fanciul-li. Il 10 dicembre 2010, in occasione dell’anniversa-rio della Dichiarazione universale dei diritti umani, la classe III E ha proposto uno spettacolo teatrale de-dicato ad Iqbal. Lo spettacolo è stato presentato alle classi prime, alle classi seconde della scuola secondaria di primo grado e ai genitori.

Memoria Uno dei momenti più significativi è stata la Giornata della Memoria: in tutte le classi gli insegnanti, dopo aver dedicato un minuto di silenzio alle vittime cadu-te a causa dell’esclusione sociale promossa da Hitler, ha proposto una lettura, una poesia o un film in base all’età degli alunni e alla sensibilità degli insegnanti. Questa giornata è stata particolarmente intensa per gli alunni delle classi terze della scuola secondaria che hanno organizzato una mattinata ricca di stimoli pro-ponendo letture estrapolate da alcuni testi sulla Sho-ah, danze israeliane (“Nigun Atik”, “Od lo avti day”, “ Hinem atov”, “Ot azoi? Git azoi” ), canti tipici del-la cultura israeliana (“Hava Nagila”, “Evenu shalom”), immagini tratte dai disegni di Helga Weiss dei bambi-

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ni di Terezin. Alla manifestazione ha partecipato l’as-sessore alla cultura Morandi Ruggero e Jahel Beer, vi-cepresidente della Comunità ebraica di Merano, la quale ha parlato della Shoah vissuta dalla comunità ebraica di Merano e ha acceso la Menorah che ha ac-compagnato gli alunni durante tutta la mattinata. Al termine della prima parte della manifestazione com-movente è stato il concerto proposto dagli insegnanti di educazione Musicale (al pianoforte e al flauto tra-verso), dal dirigente (all’oboe) e dagli alunni (al flauto dolce) che hanno eseguito, in onore dei “Giusti d’Isra-ele”, l’Adagio di Albinoni. Dopo un breve break gli alunni hanno continuato la loro giornata con la visio-ne del film “Il bambino col pigiama a righe”.

LE INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀIn tutte le scuole

Molte sono state le iniziative finalizzate alla solida-rietà. scuola secondariagli alunni sono stati impegnati nella realizzazione di manufatti durante le ore di laboratorio e le attività op-zionali da vendere durante le udienze generali; il rica-vato pari a 1.100 € è stato devoluto ad A.P.I.Bi.M.I. onlus (Associazione Promozione Infanzia Bisognosa del Mondo Impoverito) per sostenere due adozioni a distanza e il progetto Caia in Mozambico nei settori dell’educazione, delle attività sociali e della salute. Si-gnificativo è stato il contributo delle cooperative sco-lastiche Coras e Laborarco. scuola Primaria romarzolloLa classe VB, grazie al vaso della fortuna organizzato in occasione delle feste Natalizie, ha raccolto 200.00 € da devolvere all’ospedale di Anabah, fondato da Gino Strada in Afghanistan con reparti di chirurgia per fe-

riti di guerra e di mina, chirurgia d’emergenza e gene-rale, chirurgia interna e pediatrica. scuola Primaria arcoGli alunni si sono impegnati nella realizzazione di vari oggetti da regalo che sono stati venduti al tradizionale mercatino allestito nell’atrio della scuola. E’ stato re-alizzato anche un vaso della fortuna con tanti premi e sorprese. Il ricavato è stato devoluto in beneficien-za per aiutare i bambini dell’associazione “Aiutiamo-li a crescere” (in modo particolare per i bambini della Bielorussia che vengono ospitati ogni anno da alcune famiglie della nostra città e per i bambini di una scuo-la in Congo); scuola Primaria BolognanoIn continuità col progetto iniziato l’anno scorso, è sta-ta realizzata la Tombola della solidarietà per finanziare tre progetti: per finanziare l’associazione A.P.I.Bi.M.I. per un progetto a Lima, per sostenere l’ospedale “Cit-tà della speranza” di Padova e per sostenere sr. Elisa missionaria a Togo. scuola Primaria di massoneCome ogni anno in primavera, ha organizzato il mer-catino dei libri: libri tattili, cartonati per piccolissi-mi; prime letture, gialli, avventure, libri per scoprire il mondo. I bambini di quinta, sotto la guida dei loro insegnanti, hanno gestito la vendita. Il ricavato è sta-to devoluto all’associazione onlus A.P.I.Bi.M.I. che si prende cura della crescita e della formazione dell’in-fanzia nei paesi poveri del terzo mondo. I bambini di quarta hanno approfondito questa tematica con la presenza di un volontario che ha raccontato il lavoro dell’associazione.

I TESTIMONI DI PACEMaria Luisa Crosina

Molto significativo è stato l’incontro con Maria Luisa Crosina (esperta di cultura e religione ebraica nonché nipote e figlia di ebrei) da parte di due classi della se-conda secondaria e di tutte le classi della terza secon-daria. L’esperta ha presentato chi sono gli ebrei e la loro presenza storica in Italia a seguito della diaspora, la loro suddivisione in ebrei italiani, Askenaziti e Se-farditi e l’integrazione degli ebrei in Italia con la loro conseguente partecipazione alla vita politica. L’esperta ha parlato dell’esistenza di un’unica razza, quella uma-na. La stessa ha introdotto poi le leggi razziali e la Sho-ah vissuta dagli ebrei di Arco e dagli ebrei che viveva-no nelle tre diverse zone ebraiche presenti in Italia. L’ attività si è conclusa per la classe II H con la visita alla Sinagoga e al museo ebraico di Merano, per le clas-si III B, III E e III D con la partecipazione al percor-

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so proposto dal museo di Riva del Garda che prevede la visita ai luoghi della Riva ebraica per consentire ai ragazzi di individuare gli edifici legati alla storia del-la comunità ebraica e avvicinarsi alla storia della città, comprendendo l’importanza che ebbe nel passato gra-zie alla presenza del porto.

Operazione Colomba, Tavolo Trentino con il Kossovo e altri incontri

Venerdì 6 novembre 2009, nell’Aula Magna del-le scuole medie, le classi III A, III D e III E hanno partecipato ad un incontro con alcuni giovani mem-bri dell’Operazione Colomba e del Tavolo Trentino con Il Kossovo, promosso e finanziato dalla Provin-cia Autonoma di Trento. L’incontro aveva come tema il conflitto in Kossovo e le strade intraprese dal Tavo-lo per favorire la riappacificazione. Gli alunni, dopo aver visto un filmato creato per l’anniversario dei die-ci anni del Tavolo, hanno potuto ascoltare la testi-monianza di Fabrizio Bettini, roveretano e membro dell’Operazione Colomba da oltre sedici anni. Il gio-vane ha spiegato loro la natura e le cause del conflitto e ha raccontato le iniziali difficoltà vissute nel tenta-tivo di promuovere meccanismi di riconciliazione tra le parti. Convincente ed intenso è stato l’intervento di Jovan Zlaticanin, giovane serbo nato e residente in Kossovo, membro di un’equipe del Tavolo, che ha vis-suto il conflitto e si è mosso in prima persona per fa-vorire il dialogo tra le parti contrapposte, rischiando anche la propria vita. Ne sono nate domande e rispo-ste profonde che invitavano a riflettere anche sui no-stri piccoli conflitti quotidiani. Significativi sono stati anche gli incontri con Antonio Caproni della Comu-nità Papa Giovanni XXIII, con Michele Depentori dell’ass. A.P.I.Bi.M.I., con Parisi Giuseppe della Ca-ritas decanale di Arco, con padre Valerio dei Frati

Minori di Mezzolombardo (missionario in Africa), con fra Paolo, fra Fabrizio e fra Massimo dei Cappuc-cini di Arco.

Il senso degli incontri

Attraverso questi incontri gli alunni hanno potuto ap-prendere che esistono vari tipi di povertà e che la gente ha sempre più “fame di infinito, di cultura, di dignità,di perdono, di libertà, di pace e di nonviolenza, d’acqua e d’aria pulita, di senso e di affetto, di salute e di salvezza,di lavoro, di speranza, di integrazione, di un riparo, di in-contro e di gratuità” ( “Dal cuore di pietra... al cuore di carne”, fra Fabrizio Mario Forti). Di conseguenza han-no potuto conoscere la presenza sul territorio di alcune associazioni che in un modo o nell’altro aiutano e so-stengono queste persone. Gli alunni hanno potuto ri-flettere su quello che un ragazzo può fare per contribu-ire a rendere il mondo meno ”povero” iniziando dalle proprie azioni quotidiane. Le classi terze della scuola se-condaria hanno infine incontrato Nedo Fiano soprav-vissuto al campo di sterminio di Auschwitz.

“PASSI DI PACE”Tre momenti

La commissione Pace e Solidarietà dell’I.C. di Arco ha organizzato per il giorno 7 maggio 2010 la gior-nata “Passi di pace” dedicata alla “Lotta alla povertà e all’esclusione sociale”. Tale iniziativa è stata patro-cinata dal Comune di Arco (assessorato alla Cultura) con il sostegno della Coop Alto Garda e della Cassa Rurale Alto Garda. Importante è stato il coinvolgi-mento dei rappresentanti delle classi terze della scuo-la secondaria negli incontri della commissione e di tre alunni di ogni classe terza, quindici in totale, duran-te la giornata della Pace con il compito di sorveglia-re, assieme agli insegnanti, gli alunni più piccoli (du-rante la marcia) e di accompagnarli al bagno (durante il concerto). E’ stata questa un’idea molto valida che ha valorizzato e responsabilizzato gli alunni più gran-di. Per questa iniziativa molti sono stati gli insegnanti coinvolti da quelli che hanno collaborato assieme agli alunni alla realizzazione delle magliette che sono sta-te indossate durante la marcia a quelli che hanno pro-posto una breve unità d’apprendimento al fine di re-alizzare poi dei pannelli di cui parlerò più avanti; da quelli che hanno insegnato delle canzoni a quelli che hanno realizzato dei cartelloni; da quelli che hanno preparato degli striscioni a quelli che si sono adopera-ti per accompagnare la marcia con delle musiche. In-somma tanta è stata la collaborazione!!

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La marcia della pace

La marcia della pace che ha coinvolto tutti gli alunni e il personale dell’Istituto, l’amministrazione comuna-le e la cittadinanza. Utile è stato l’aiuto disponibile ed attento del gruppo Ana, associazione nazionale Alpi-ni, e dei Nonni vigili che hanno aiutato gli insegnanti nella gestione degli alunni. Ma perché una marcia del-la pace? Per affermare il nostro impegno, di insegnan-ti ed alunni, per la pace; per far conoscere quello che viene fatto nella nostra scuola per la pace; perché cre-diamo sia necessario rinnovare ed estendere la cultu-ra e l’impegno per la pace nel nostro paese...la pace, la giustizia e i diritti umani sono obiettivi concreti iscrit-ti nelle carte fondamentali dell’umanità ed è dovere di tutti realizzarli; per creare un’occasione di incontro, di festa, di unione per tutti gli alunni del nostro Istitu-to. Durante la marcia i bambini hanno indossato una maglietta da loro stessi colorata. Vicino ad ogni ples-so lungo il percorso è stato allestito un pannello, in complesso cinque pannelli dislocati vicino alle scuole. Ogni pannello ha rappresentato il percorso che è sta-to realizzato nelle ultime settimane dalle varie scuo-le: per la Scuola Secondaria di primo grado, i testi-moni di pace (Nelson Mandela, Iqbal, S.Francesco, Gandhi, Gino Strada, Madre Teresa di Calcutta, Alex Zanotelli, don Pino Puglisi, don Oreste Benzi, Ste-ve Biko, John Kufuol....); per la Scuola Primaria di Massone, le parole della pace; per la Scuola Prima-ria di Romarzollo, i diritti del fanciullo; per la Scuo-la primaria di Bolognano e di Arco, i simboli e i ge-sti della pace.

Il concerto

Al termine della marcia punto di ritrovo è stato il par-co della scuola di Prabi dove gli alunni sono stati ac-colti dal gruppo Nu.vol.a. che ha offerto Tè e torta. Alle ore 11.00, dopo i saluti del dirigente scolasti-co Lorenzo Pierazzi, del sindaco Renato Veronesi e dell’assessore alla cultura Ruggero Morandi, è inizia-ta l’esibizione musicale del gruppo “GMA” di Tio-ne che ha coinvolto gli alunni attraverso alcune can-zoni. Molti sono stati gli spunti di riflessione offerti dalle canzoni proposte: dalle ragioni dello stare insie-me al ruolo della musica, dal messaggio forte della co-operazione come strumento per aiutarsi a vicenda alle tematiche della pace, della fratellanza, del rispetto di se stessi e degli altri, della storia come maestra di vita. Un ringraziamento particolare va a Tiziano Salvaterra, manager del gruppo “GMA”, perché ha contribuito a rendere questa giornata una vera festa!Durante il concerto è stato inaugurato il “Tesoro del-la pace”, un baule in cui sono stati inseriti i lavori sul-

la pace eseguiti dalle classi. Questo baule sarà poi lasciato a disposizio-ne delle varie scuole che lo richie-dono e verrà arricchito durante il prossimo anno: è questo un segno che vuole da una parte dimostrare l’impegno profuso durante l’anno scolastico in corso e dall’altra sen-sibilizzare sempre più insegnanti ed alunni a trattare argomenti le-gati alla pace e alla solidarietà. E’ stato consegnato ad un padre mis-sionario Comboniano, un asse-gno simbolico, che rappresenta le offerte raccolte nei giorni pre-cedenti alla manifestazione dagli alunni da inviare a Padre Mariano Prandi (missionario in Congo) per finanziare un orfanatrofio. Si trat-ta dell’orfanatrofio Eden a Kinsha-sa in Congo che ospita 68 bam-

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bini. Le offerte raccolte sono state pari a € 1,215.00. Sono stati proprio generosi i nostri alunni! Alla fine del concerto sono state liberate da un’alunna quattro co-lombe perché possano portare in tutto il mondo un messaggio di pace, libertà e giustizia.

La tavola rotonda

La sera presso l’aula Magna della scuola secondaria di primo grado, si è tenuta una tavola rotonda sul tema della lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Ospiti gli assessori provinciali all’istruzione e allo sport, Mar-ta Dalmaso, e alla solidarietà internazionale e conviven-za, Lia Beltrami Giovanazzi, il Padre Cappuccino Fa-brizio Forti, Stefano Canestrini del Centro Astalli che collabora con la provincia presso Cinformi, e Miche-le Nardelli, presidente del Forum Trentino per la Pace e i diritti umani. In apertura dell’incontro che ha avu-to come moderatrice Laura Mattei, insegnante di Re-ligione Cattolica e referente della commissione pace e solidarietà dell’istituto, il dirigente scolastico Lorenzo Pierazzi nel salutare gli ospiti ha ribadito il concetto di come la scuola ha il dovere di spendersi per la comu-nità. Per questo è stato importante dividere l’iniziativa in tre momenti (marcia, concerto e conferenza) dando modo ai ragazzi di invadere le strade della città di Arco e, di rimando, far entrare la comunità all’interno del-la scuola.

Gli interventi

L’assessore Lia Beltrami Giovanazzi ha presentato, in rapida sintesi, quanto è stato fatto in questi mesi ver-so le popolazioni dell’Abruzzo, di Haiti e del Cile da parte dei volontari trentini. Più in particolare ha sot-tolineato come, in presenza di un evento catastrofi-co come un terremoto, non basta ricostruire le città ma bisogna anche porre particolare attenzione a ri-costruire il tessuto sociale. L’assessore Marta Dalma-so ha ribadito il concetto di come la scuola deve esse-re il luogo dove tutti devono potersi sentire ricchi. La scuola deve quindi combattere l’esclusione sociale con azioni forti di inclusione. Padre Fabrizio Forti e Ste-fano Canestrini hanno raccontato toccanti storie di “ordinaria povertà quotidiana” vissuta all’interno delle carceri, delle mense dei poveri, dei dormitori. Hanno inoltre trovato azzeccato il titolo “Passi di Pace” sot-tolineando che la giornata di oggi deve essere il primo passo di una lunga serie. Michele Nardelli, infine, ha ribadito l’importanza di momenti come questo, dove si recupera la “parola”, la riflessione su tematiche così forti. Purtroppo la società di oggi ha fretta e questo crea alibi per non affrontare questi argomenti.

Conclusioni

Durante l’anno scolastico è stato fatto molto in merito alla pace e alla solidarietà, quest’anno in modo particola-re dedicato alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Abbiamo offerto ai nostri alunni la possibilità di cono-scere quello che è accaduto in passato e che accade an-cora oggi nella propria città, in Italia e nel mondo; ab-biamo provato a farli riflettere sul loro comportamento, sulle loro azioni, sulle loro abitudini; li abbiamo spronati a dedicare un po’ del loro tempo mettendo a disposizio-ne le loro capacità manuali per aiutare chi è meno fortu-nato di loro. Di sicuro potevamo fare di più e meglio ma vogliamo fare tesoro di un aforisma di Madre Teresa di Calcutta che, ne “La gioia di amare”, dice: “Quello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano, ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe”.

Laura Matteireferente della Commissione pace e solidarietà

“LO STAFF”Alcuni alunni delle classi terze si sono offerti vo-lontari per aiutare gli insegnanti della scuola pri-maria a sorvegliare i bambini durante la giornata della pace. Noi tre eravamo tra questi alunni! Ave-vamo il permesso di girare liberamente lungo il corteo senza dover rimanere nelle nostre rispettive classi poi, durante il concerto, abbiamo accompa-gnato i bambini al bagno. Per noi è stato un compito importante perché ab-biamo potuto dimostrare di essere responsabili e autonomi. Inoltre aiutando i bambini più piccoli abbiamo avuto la possibilità di incontrare i nostri “vecchi” insegnanti. C’è sembrato di ritornare alle elementari e quindi di rivivere tutti i bei ricordi.E’ stata una bella esperienza che ha reso la giorna-ta ancora più speciale.Elisa, Gemma e Davide, classe III A

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Una Marcia della Pace con più di milleduecento alunni? Devo dire la verità: all’inizio questa propo-sta ha suscitato in me molte perplessità. Gli alunni avrebbero capito il messaggio importante della ma-nifestazione o sarebbe stata per loro solo un’occasio-ne di svago? E i nostri ragazzi della scuola secondaria di primo grado, spesso così vivaci nei loro atteggia-menti, avrebbero saputo mantenere un comporta-mento responsabile per tutta la mattinata?

TESTIMONIANZAUn’insegnante racconta

L’entusiasmo

Secondo il mio parere sarebbe stato meglio riproporre l’esperienza positiva degli anni passati: una mattinata di riflessione, come momento conclusivo di un per-corso didattico sulla pace, solo per le classi terze della scuola media; è soprattutto in questo anno scolastico, infatti, che gli insegnanti di lettere fanno conoscere alcuni grandi testimoni di pace (ad esempio Gandhi, Martin Luther King, Nelson Mandela) e il loro im-portante messaggio.Ma Laura Mattei, responsabile della Commissione Pace e Solidarietà, e altre colleghe erano appassiona-te a questo nuovo progetto e per nulla spaventate nel vedere riuniti tutti gli alunni dell’Istituto Compren-sivo. Io ho espresso le mie perplessità ma, trascina-ta dal loro entusiasmo, ho poi aderito alla proposta. Nei mesi successivi i docenti dell’Istituto hanno pro-grammato e preparato le attività da svolgere in classe con gli alunni; altri insegnanti hanno aiutato i ragaz-zi a dipingere le magliette da indossare per la marcia, a preparare cartelloni o striscioni da portare durante il corteo.

7 maggio 2010: il fiume umano

E finalmente il 7 maggio 2010 è arrivato, regalandoci finalmente una giornata senza pioggia. Nella prima tap-pa della marcia le classi della scuola media, come quel-le di tutto l’Istituto, dovevano presentare brevemente il lavoro svolto e appendere dei cartelloni con scritte o immagini positive sopra quelle in negativo, già predi-sposte su un cartellone. Vedendo l’impegno e la serietà con cui i rappresentanti di classe hanno esposto la loro attività e l’attenzione dedicata dalla maggior parte degli alunni, ho capito che tutto avrebbe funzionato al me-glio. Quante emozioni ho poi provato!

Che tenerezza veder arrivare e mettersi in coda al no-stro corteo i bambini delle prime classi elementari di Bolognano e Massone: tutti in una fila ordinata, con le magliette colorate e i cappellini in testa, così pic-coli ma così seri nei loro atteggiamenti! E non po-trò certo dimenticare quel lungo “fiume umano” che ha inondato le vie e la piazza di Arco e si è unito ad un altro “fiume” proveniente dalle scuole primarie “Segantini”e Romarzollo, per percorrere insieme tan-ti “passi di pace”! Che dire inoltre di quella sosta in via XXIV Maggio? A me piace credere che non sia sta-ta dettata dal caso: tutti noi, insegnanti e alunni, era-vamo impegnati a comunicare un messaggio di pace proprio in una strada che ricorda, con quella data, l’entrata in guerra dell’Italia nella prima guerra mon-diale.

Il concerto finale

L’ultimo momento importante è stato fornito dal con-certo: milleduecento e più alunni dell’Istituto tutti se-duti per terra nel cortile della scuola, vicini gli uni agli altri, ascoltare o cantare le canzoni proposte con grande professionalità dal gruppo GMA di Tione. Il messaggio di pace e solidarietà questa volta non è sta-to offerto con le parole, ma tramite le note musicali. Un volo di colombe ha poi chiuso un’esperienza che non sarà certamente dimenticata da tutti noi, giova-ni o adulti. E quei “passi di pace” saranno sicuramen-te piccoli “semi di pace” che germoglieranno in futuro nelle giovani generazioni. Un grazie a tutti gli alunni, ai ragazzi dello staff, ai colleghi, al Dirigente, alle As-sociazioni ed Enti che hanno contribuito alla riuscita di questa importante manifestazione. Ora sono io la prima a dire: ripetiamo questa esperienza significativa anche l’anno prossimo.

Giulia Tosimembro della Commissione

Pace e Solidarietà dell’I.C. Arco

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Il termine “lotta”

Quest’anno, quindi, il tema è con-trassegnato dal termine “Lotta” che significa combattimento, cor-po a corpo. Un termine violento che chiede di conseguenza un im-pegno forte, con dei segnali altret-tanto energici. Anche e soprattutto da parte del mondo della scuola. E l’articolazione di “Passi di Pace” in tre momenti (una marcia, un con-certo, una conferenza) ha permes-so di venire incontro a questa sol-lecitazione: tre momenti distinti ma ognuno parte integrante di un unico percorso di “pace”.

La giornata denominata “Passi di Pace” è stata concepita e sviluppa-ta sotto il segno dell’anno europeo dedicato alla “Lotta alla povertà e all’esclusione sociale”. Ogni anno, infatti, l’Unione Europea dedi-ca l’anno stesso ad un tema importante. Il 2008, ad esempio, è stato l’anno europeo del “Dialogo interculturale”. Il 2009 è stato dedica-to alla “Creatività e all’innovazione”. Il 2010 è l’anno europeo della “Lotta alla povertà e all’esclusione sociale” mentre il 2011 sarà dedi-cato al “Volontariato”.

IL DIRIGENTELa “nostra” lotta a povertà ed esclusione

La “marcia della pace” ha quin-di sottolineato come la mancanza di pace è tra le prime cause di po-vertà ed esclusione sociale; il con-certo ha ricordato a tutti come sol-tanto la musica sa toccare le corde più sensibili dell’anima verso cer-te problematiche; la conferenza ha permesso di riflettere sul tema in modo più approfondito, nell’ot-tica del passaggio “dal riflettere all’agire”. La lotta alla povertà e all’esclusione sociale, infatti, deve essere tra gli obiettivi fondamenta-li dell’operato della comunità sco-lastica. Una lotta che ogni giorno si deve rinnovare con le attenzioni

rivolte ai bisogni educativi speciali, all’integrazione per i cittadini stra-nieri, al garantire a tutti gli alunni il successo formativo.Ma anche attraverso le attenzio-ni verso le storie di quei “ragaz-zi del mondo” più sfortunati dei nostri, ragazzi che non han-no cibo, medicine, casa, scuola. La scuola deve aiutare i nostri ragaz-zi a conoscere queste realtà meno fortunate. La povertà e l’emargi-nazione sociale però sono presenti anche in Europa. La povertà è an-che in mezzo a noi. La scuola lo sa, e non deve restare indifferente. E la povertà e l’esclusione sociale di un individuo contribuiscono alla povertà della società intera. “Passi di Pace” ha rappresentato, inoltre, anche un’occasione “alta” per l’isti-tuto di spendersi per la comunità all’interno della comunità di Arco. Se, infatti, il concerto della matti-na è stato un momento riservato esclusivamente agli alunni e al per-sonale della scuola, la marcia del-la pace ha contribuito a portare la scuola in mezzo alla gente e la con-ferenza serale ha portato la cittadi-nanza di Arco all’interno della sua scuola.

Lorenzo Pierazzi dirigente scolastico I.C. Arco

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“Venerdì 22 maggio 2010 in piazza Cesare Battisti a Tione, si sono in-contrate le scuole delle Valli Giudicarie: lì abbiamo partecipato a dei la-boratori e conosciuto nuovi amici. È un bel modo per incontrarsi! Poi siamo partiti per andare a fare la marcia con le nostre bandierine di tanti colori, per AUGURARE A TUTTI LA PACE”. È con le parole di Ales-sia di classe terza che desideriamo iniziare a raccontare la nostra Rasse-gna, infatti nel mese di maggio 2010, visto l’esito positivo degli anni precedenti, si è tenuta la terza edizione di “Colori dal Mondo”, colo-rata e coinvolgente manifestazione delle Valli Giudicarie. La Rassegna Interculturale “Colori dal Mondo” è stata promossa dal Tavolo di Lavo-ro di cui fan parte la Cooperativa L’Ancora, gli Istituti Comprensivi di Tione, delle Giudicarie Esteriori, del Chiese, della Val Rendena, la Co-munità Murialdo e la Scuola Musicale Giudicarie.

COLORITutti quelli del mondo

valli giudicarie

I momenti dell’intercultura

La Rassegna è stata pensata per av-vicinare l’intera popolazione, ma in particolare le giovani generazio-ni al tema dell’intercultura, pro-muovendo momenti per riflettere, confrontarsi e conoscere gli aspetti caratteristici della tradizione, della vita e della cultura di diversi Paesi e Continenti. Il calendario di ap-puntamenti è stato ricco di inizia-tive dedicate a grandi e piccoli che si sono svolte a Tione durante il mese di maggio: sabato 8 maggio: spettacolo serale gratuito con il musical “Umanità

senza confini” presentato da “Puz-zle delle Giudicarie” (gruppo di ra-gazzi prevalentemente delle Giudi-carie Esteriori); mercoledì 12 maggio: cena mul-tietnica presso un ristorante di Daré, con la testimonianza di un cittadino cileno che ha parlato del-la storia e della situazione attuale del suo Paese e l’accompagnamen-to di un quartetto d’archi della Scuola Musicale Giudicarie; domenica 16 maggio: parteci-pazione di una delegazione delle Giudicarie alla Marcia Perugia-As-sisi. Purtroppo non è stato pos-sibile partecipare con gruppi di studenti o con classi, a causa del-

la concomitanza della manifesta-zione con le elezioni comunali di molti dei comuni di residenza de-gli insegnanti, potenziali accom-pagnatori; venerdì 21 maggio: momento clou della rassegna che ha visto protago-nisti i bambini, i loro insegnanti e i genitori. La mattinata infatti è sta-ta molto intensa e ha visto la parte-cipazione di circa 850 bambini alle attività laboratoriali. Sono stati at-tivamente coinvolti nei laborato-ri gli alunni delle scuole primarie dell’I.C. di Tione (Bondo, Ragoli, Roncone, Tione, Zuclo), dell’I.C. Val Rendena (Caderzone, Darè, Giustino, Madonna di Campiglio, Spiazzo), dell’I.C. Val del Chie-se (Storo, Lodrone), dell’I.C. Giu-dicarie Esteriori (Campo Lomaso, Fiavè e Stenico). Insieme a loro, in un percorso di continuità scolasti-ca, hanno partecipato alle attività i bambini delle scuole dell’infanzia di Preore, Tione, Roncone, Zuclo. La realizzazione della Rassegna è stata possibile anche grazie al con-tributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, della Provincia di Trento, della Re-gione Trentino A.A., della Comu-nità delle Giudicarie, del Comune di Tione, della Cassa Rurale Ada-mello Brenta, della Biblioteca Co-munale di Tione.

I laboratoriPer i bambini della scuola dell’infanzia e della primaria

I laboratori erano cinque (uno per classe) e in ognuno è stata raccon-tata una fiaba di un diverso Con-

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tinente. I bambini hanno poi re-alizzato un oggetto in tema con la fiaba ascoltata. Classe prima e scuola dell’infanzia: Asia: La lam-pada di Aladino (costruzione, ri-legatura e coloritura di un libret-to con la storia); classe seconda: America: Pocahontas (costruzione di un copricapo indiano); classe terza: Africa: il Re Leone (cornice in cartoncino decorata con vario materiale con all’interno un dise-gno di Simba); classe quarta: Eu-ropa: Pinocchio (marionette in car-toncino di Pinocchio e Geppetto); classe quinta: Oceania: Bianca e Bernie nella terra dei canguri (fer-macarte con una base in compen-sato e sopra incollata una mollet-ta in legno decorata). Alla gestione dei laboratori hanno collaborato, oltre agli operatori della Coopera-tiva L’Ancora e agli insegnanti ac-compagnatori, alcuni insegnan-ti volontari e le studentesse della

classe terza del liceo psico-pedago-gico “Lorenzo Guetti” di Tione, in un progetto di continuità fra tutti gli ordini di scuola.

Per i ragazzi della secon-daria di primo grado

I ragazzi delle prime due classi del-le scuole secondarie di primo gra-do di Tione e Roncone, erano nel frattempo impegnati a scuola in al-tre attività laboratoriali, organizza-te in collaborazione con il Forum Trentino per la Pace: riproduzio-ne sull’asfalto con gessetti colorati di disegni della cultura maori, la-boratorio di yoga, laboratorio di danza-teatro, breve momento sto-rico-culturale sulla “generazione rubata”. I ragazzi delle terze hanno assistito alla proiezione di un film che affronta il dramma della sot-trazione dei bambini alle famiglie aborigene in Australia: “La gene-razione rubata” di Phillip Noyce; dopo un momento di contestua-lizzazione storica a cura dei docen-ti, gli studenti hanno seguito con grande interesse e coinvolgimento emotivo il film proposto.

La festa

Alle 11.00 i ragazzi della secon-daria, accompagnati dai loro inse-gnanti, hanno raggiunto in piazza i compagni più piccoli e tutti i pre-senti si sono uniti in una colora-ta e festosa marcia che si è snodata per le vie del paese di Tione. Ogni bambino sventolava una bandie-rina colorata con la riproduzio-ne di una colomba di Picasso. In ogni istituto sono state realizza-te bandierine di un colore diverso. Tutti insieme, nella piazza di Tio-ne, hanno dato vita ad un vivace arcobaleno in movimento. Con i colori e il movimento, i bambini hanno riempito la piazza anche di note e musica. Il canto Diversi ep-pure uguali delle Piccole Colonne

è stato ulteriore momento di par-tecipazione attiva dei bambini del-le scuole primarie: ogni istituto ha cantato una strofa, mentre nel ri-tornello si fondevano le voci di tutti! A mezzogiorno la marcia si è conclusa con il saluto del dirigen-te dell’I.C. di Tione, Dario Gelmi-ni, in rappresentanza dei dirigenti degli Istituti coinvolti, e di Lau-ra Bampi, responsabile del Centro Interculturale Millevoci.

Gli appuntamenti della rassegna

Venerdì 21 maggio: i bambini e i ragazzi degli Istituti coinvolti sono stati protagonisti di una sera-ta presso l’Auditorium dell’Istitu-to di Istruzione di Tione, nel corso della quale i bambini hanno pro-posto momenti di musica, di tea-tro, di danza, di riflessione. Un’oc-casione di confronto, ma anche di conoscenza del lungo e costan-te processo di educazione all’inter-culturalità svolto nel corso dell’an-no nelle proprie scuole. La sera di sabato 22 maggio ha visto la con-clusione della Rassegna con un al-tro momento dedicato alle rappre-sentazioni musicali dei bambini, ma anche alla consegna dei rico-noscimenti ai 60 gruppi parteci-panti e le parole di apprezzamento e incoraggiamento dei nostri diri-genti, dei nostri amministratori e dell’Assessore Provinciale Marta Dalmaso. Da venerdì 21 maggio a venerdì 4 giugno, è stata aper-ta al pubblico la mostra degli ela-borati realizzati dai bambini e dai ragazzi nel corso dell’anno scola-stico. Sono stati esposti molti lavo-ri: giochi dell’oca realizzati in un percorso di continuità tra scuola dell’infanzia e scuola primaria, car-telloni sui diritti dell’infanzia, bo-omerang australiani, libri di fiabe dal mondo, plastici tridimensiona-li che riproducevano diversi luoghi del mondo, disegni, un’immagine

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in rilievo su fogli di rame, scritte con caratteri di lingue asiatiche…Sabato 22 maggio dalle 14.30 alle 17.30 è stato organizzato uno spa-zio espositivo in piazza C. Battisti a Tione per i bambini e gli adulti. Erano presenti l’associazione Ami-ci dell’Ecuador e l’associazione Amici dell’Egitto. Contemporane-amente sono state proposte attivi-tà per bambini gestite dagli opera-tori del progetto Trampolino, Tam – Tam e Ludobus, nonché letture proposte dalla Biblioteca Comu-nale di Tione.

Educare all’intercultura

La Rassegna Interculturale, in-serita nel percorso di educazione all’intercultura di ciascun Istituto, è stata un’occasione preziosa per le scuole. Nella scuola, più che par-lare, si fa educazione all’intercul-tura. E lo si fa giorno per giorno, perché ogni giorno siamo chiama-ti all’incontro con l’altro. Dove con “l’altro” si intende chiunque ci sta accanto, sia esso straniero o no, dove l’incontro con l’altro di-venta centro e motivazione per promuovere e vivere gesti di soli-darietà, di dialogo, di confronto sereno con l’attenzione alla diver-

sità di ciascuno come risorsa, va-lore e ricchezza. Si fa intercultura prima di tutto e soprattutto nelle piccole prassi di ogni giorno, ma accanto alla quotidianità, a com-pletamento di essa, servono an-che i grandi eventi come la Rasse-gna, che hanno però senso solo se sono il momento conclusivo di un percorso educativo sulla mondia-lità che ha impegnato insegnanti e alunni giorno dopo giorno. Allo-ra partecipare fa sentire importan-ti, ci fa sentire tanti, ci fa sentire parte di un mondo che ha capito la fatica, ma soprattutto la bellezza della diversità e dell’incontro con l’altro.

La mostra

Durante la Rassegna abbiamo po-tuto vedere elaborati che racconta-no dei percorsi didattici ed educa-tivi e del cammino di crescita dei ragazzi. Oltre ai lavori esposti in mostra, ad esempio, sono stati no-tati da tutti i presenti i 10 pannel-li di legno, alti un metro e mezzo, che hanno accolto le classi di bam-bini e ragazzi nel piazzale di Tio-ne, al termine della Marcia della Pace. Su ciascun pannello un dirit-to dell’infanzia, rappresentato con

un disegno dai bambini delle scuo-le primarie dell’I.C. di Tione (ogni scuola due pannelli, dieci pannel-li in tutto per le cinque scuole pri-marie dell’Istituto). I ragazzi delle scuole secondarie di primo grado hanno contribuito scrivendo il te-sto di ciascun diritto e realizzando un undicesimo pannello di aper-tura. Durante il prossimo anno scolastico, gli 11 pannelli saranno ospitati, per un periodo, da tutte le scuole dell’Istituto: una tournée dei diritti dell’infanzia che, prose-guendo un percorso che dura ne-gli anni, collega e rafforza il lega-me tra le scuole!

Diritti dell’infanzia e Oce-ania

La Rassegna è stata momento per condividere e concludere insieme percorsi che ciascuna scuola ha svi-luppato in modo diverso. Nel no-stro Istituto di Tione, per esempio, tutti gli studenti sono stati coin-volti, in modi diversi, in due pro-getti comuni: sui diritti dell’infan-zia, in concomitanza con il 20° anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, approva-ta dall’Assemblea dell’ONU il 20 novembre 1989) e sul continen-te Oceania. Dopo aver affronta-to, negli anni scorsi, la conoscen-za di Africa, Asia e America Latina, quest’anno i ragazzi sono stati con-dotti alla scoperta di questo conti-nente. Obiettivo di questo percor-so quinquennale (si concluderà il prossimo anno con la conoscenza dell’Europa) è allargare l’orizzonte interculturale, imparando a vedere e quindi a conoscere popoli, cul-ture, storie, tradizioni,... amplian-do il bagaglio culturale di cittadini del mondo!

Anna Ballardini e Rosanna Pollaa nome degli insegnanti

della commissione intercultura dell’I.C. di Tione

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24 n.6 giugno 2010

L’interdisciplinarietà del Congresso

Gli studenti sono giunti al Colle portando un testo-messaggio e un quadro, risultati del lavoro svolto nel corso dell’anno scolastico con la guida dei propri docenti di ita-liano ed educazione artistica. L’in-terdisciplinarietà dell’approccio al Congresso si è inoltre completata includendo l’educazione musicale: i partecipanti avevano infatti studia-to e provato, a partire dallo sparti-to fornito dalla Fondazione, l’Inno alla Gioia di Beethoven. In piena coerenza con questa impostazio-

1.800 ragazzi delle scuole del Trentino e di altre Regioni italiane con i loro insegnanti si sono riuniti venerdì 7 maggio 2010 al Colle di Mi-ravalle, a Rovereto, per parlare di pace. Era la conclusione del lungo percorso sviluppato in classe nel corso dell’intero anno scolastico du-rante gli insegnamenti di storia, lingua italiana, educazione civica sui temi della pace, della guerra, dell’incontro fra i popoli. Sessanta grup-pi, provenienti dalle scuole e dai gruppi dell’associazione Sukyo Ma-hikari di Trentino, Alto Adige, Veneto, Lombardia e Toscana, hanno collaborato alla riuscita di una giornata di condivisione e celebrazione degli ideali di pace e di fratellanza. Il Congresso dei Ragazzi alla Cam-pana si è confermato, alla sua quattordicesima edizione, come la più importante manifestazione regionale sul tema per i ragazzi della scuo-la primaria e secondaria di primo grado.

XIV CONGRESSO I ragazzi al colle di Miravalle

Fondazione opera campana dei caduti

ne, cioè far convergere in sinergia diverse discipline per il tema della pace, la giornata alla Campana dei Caduti ha unito un momento di ri-flessione di gruppo a una manife-stazione artistica corale.

Il messaggio a Napolitano

Due delegati per ogni classe, infat-ti, con il coordinamento da Sergio Casetti, Consigliere della Fonda-zione, hanno dato vita alla fase di confronto e approfondimento del Congresso. A partire dai testi-mes-saggio preparati in classe, i ragaz-

zi hanno compiuto un processo di discussione e sintesi e hanno ela-borato un breve scritto da invia-re al Presidente della Repubblica come testimonianza dell’impegno per la pace delle nuove generazio-ni. In questo complesso compito i delegati sono stati aiutati dagli studenti del Liceo socio-psico pe-dagogico Filzi di Rovereto, secon-do la tradizionale formula didatti-ca della Campana, dove “i giovani educano i giovani”.

La coreografia

Gli altri studenti presenti al Col-le hanno nel frattempo preparato la drammatizzazione finale, in base alle indicazioni di Emilio Frattini, collaborando alla messa in scena di una coreografia dalla forte valenza simbolica, preparata tutt’intorno alla Campana. Unendo il proprio impegno a quello dei partecipanti al Congresso, che hanno inscenato la rappresentazione formando un lungo corteo e animando le tribu-ne e gli spazi del Piazzale delle Gen-ti, i giovani dell’associazione Arte-misia e della scuola di danza Dirty Dancing (diretta da Monia Pasini) hanno condotto questa coreogra-fia. La drammatizzazione finale ha portato i partecipanti al Congresso a ripercorrere le tappe del cammi-no verso la pace: prendendo le mos-se da una situazione lugubre e di-sperata, tesa a rappresentare, da un lato, il caos e la distruzione prodot-ti dalla guerra e, dall’altro, l’indiffe-renza con la quale noi accogliamo

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le notizie sui conflitti, si è arrivati a un momento di rinascita, in cui i colori della pace (tutti i quadri pre-parati dalle classi durante l’anno) hanno acceso la scena.

I cento rintocchi

I cento solenni rintocchi di Maria Dolens hanno sancito il corona-mento della riflessione. Per sotto-lineare l’internazionalità dell’im-pegno per la pace (la Fondazione collabora con il Consiglio d’Euro-pa, in virtù del partenariato, e con l’ONU, sulla base dello status con-sultivo speciale ottenuto nel 2009) e la vocazione universale del mes-saggio della Campana, l’Inno alla Gioia è stato cantato in tre lingue.Il Minicoro di Rovereto, diretto dal Maestro Gianpaolo Daicampi, ha poi chiuso la celebrazione sul-

le note di tre canti di pace. L’asses-sore all’Istruzione della Provincia Autonoma di Trento, Marta Dal-maso, è intervenuta per sottoline-are e approfondire la fondamen-tale importanza del mondo della scuola, anche nell’educazione alla pace. Sul finire di tutta la manife-stazione hanno fatto la loro appa-rizione i Consiglieri Comunali del capoluogo, al termine della loro Marcia della Pace, che hanno con-corso, per così dire, a dare ulterio-re rilievo politico-pedagogico alla giornata “della scuola della Pace”. Come l’anno scorso, le telecamere di RAIGulp hanno ripreso lo svol-gimento dell’intera celebrazione, il Congresso dei Ragazzi sarà quindi inserito nella programmazione per essere trasmesso a livello nazionale.

Morena Berti - Marco Ferrari

Caro Presidente…

Il messaggio per il Presiden-te della Repubblica, preparato dai delegati al Congresso, è sta-to condiviso con una lettura di fronte a tutti i partecipanti.

Caro Presidente,oggi siamo tanti, più di mille, tutti bambini e bambine, ra-gazzi e ragazze, intorno ad una Campana speciale, maestosa e importante, la Campana dei Caduti Maria Dolens di Rove-reto.Come tanti rami di un unico grande albero, siamo avvinghia-ti e sostenuti da un unico tron-co e infinite radici; radici che af-fondano e si diramano in una terra fertile, la Pace.Con il nostro nutrimento e la luce dell’amore la Pace non è un sogno, ma sarà una realtà.

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26 n.6 giugno 2010

Il giorno 24 aprile 2010 duecentocinquanta studenti del Trentino si sono stretti intorno alla “Campana dei Caduti”, presso il colle di Mira-valle a Rovereto, per ricordare il passato e riflettere sul presente. Il signi-ficato della manifestazione promossa dalla Consulta provinciale degli Studenti si riflette nel suo motto: “Resistenze e Liberazioni”. Legare il significato storico della Liberazione italiana, intesa come esito della Re-sistenza, con storie ricavate dall’attualità di altri paesi dove la Resistenza è ancora in atto nella prospettiva di una Liberazione che verrà.

25 APRILE 2010A Maria Dolens per ricordare

Il senso vero della resistenza

Gli studenti e i docenti erano pro-venienti dagli istituti superiori:Liceo “A.Rosmini” RoveretoIstituto “F.Filzi” RoveretoITI “M.Buonarroti” TrentoLiceo “A.Maffei” Riva del GardaIstituto “A. Degasperi” Borgo Val-suganaConvogliati presso il monumento “Ossario”- Castel Dante, alle ore 9.15 hanno intrapreso il “Sentiero della Pace” sino alla Campana. Ad accoglierli il presidente della Con-sulta provinciale che ha spiegato il senso della manifestazione e de-scritto le attività della mattinata. Il primo intervento è stato quello del

direttore della fondazione-Museo Storico di Trento, Giuseppe Fer-randi. Lo storico ha sottolineato il valore del significato autentico del-la resistenza, sottolineandone i pe-ricoli della lettura oleografica o vi-ceversa troppo retorica che ne dà la società attuale. Un brano musi-cale di Bach, ci ha “accompagna-ti” alla relazione successiva, la re-sistenza tibetana, tra cenni storici e attualità.

Liberazioni: Il Tibet

Kando Thenzin, studentessa uni-versitaria trentina, di origine tibe-tana, ha messo a nudo gli avveni-menti che dilaniano la sua terra da ormai più di 50 anni. Tra le vicen-

de ricordate l’insurrezione del 10 marzo del 1959 contro l’occupa-zione cinese, quando le istanze di libertà del popolo tibetano ven-nero represse nel sangue. Le asso-nanze tra i totalitarismi del Nove-cento, spiegati da una studentessa, hanno fatto breccia tra le menti degli studenti presenti, che si sono dimostrati maturi e recettivi e han-no applaudito con calore alla con-clusione dell’intervento.

Il Kosovo, la Serbia, la Polonia…

Dopo il Tibet, il Kosovo, dal-la voce di un giovane immigrato di diciassette anni, Liridon Kallu-dra, nel nostro paese da un anno e che in Trentino lavora durante il giorno e studia la sera, alla Campa-na per portare la sua testimonianza di vita. Ora qui, nella speranza di costruirsi un futuro. Quel futuro difficile da immaginare in un Ko-sovo dilaniato da un conflitto che la guerra non ha certo risolto bensì aggravato, dove le parti continua-no a raccontare storie contrappo-ste. Tanto che dalla platea, al ter-mine dell’intervento del ragazzo kosovaro di etnia albanese, un al-tro ragazzo, di origine serba ha preso la parola, proponendo un’al-tra narrazione. Episodio che fa ri-flettere su quanto sia ancora lonta-na la via della conciliazione. Tanto da indurre Michele Nardelli, pre-sidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, a parlare con i due ragazzi cercando di sta-bilire un contatto fra loro e le loro storie separate, condizione per un possibile riavvicinamento.Dal conflitto balcanico alla Po-lonia, uno studente di secon-da dell’Istituto Rosmini, ha pre-so parola ripercorrendo i racconti della nonna, deportata a Birkenau. Il treno, le mitragliatrici, le cappe di fumo che si disperdevano nel cielo grigio, del campo di concen-

CONSULTA PROVINCIALE DEGLI STUDENTI

l’incontro

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tramento sono state ricordate con nitidezza dallo studente.

La scuola e l’educazione

A concludere il consigliere del-la fondazione Campana dei Ca-duti, Sergio Casetti, con un mes-saggio del Reggente Alberto Robol da Auschwitz dove si trovavano per un pellegrinaggio di pensiero e preghiera: “Dal campo di concen-tramento che rappresenta il mo-mento più terrificante e tragico del totalitarismo nazista e fascista eu-ropeo, un messaggio di pace e di solidarietà, di libertà e di fratellan-

za: la scuola e l’educazione siano sempre la via maestra per coltivare i valori del vivere civile e del rispet-to della diversità e per combattere ed emarginare la violenza e l’ottu-sità di chi non accetta la democra-zia. La vostra scelta del 25 aprile, giorno della nascita della nuova Italia in un’Europa libera da guerre avviata alla costruzione unificante di sé nella costituzione sovranazio-nale, è alta e nobile.”

Parlare di ieri

Questa esperienza è il frutto di una sinergia positiva tra Consul-

ta Provinciale degli Studenti, pro-motrice dell’evento e tutti quei soggetti che hanno aderito, Fon-dazione Museo Storico di Tren-to, Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, Fondazione “Campana dei Caduti” e Asses-sorato provinciale all’Istruzione e Sport. Un “format” inedito, se così lo si può chiamare, piacevol-mente ancora ruvido e sperimen-tale. La filosofia è la seguente: par-lare di “ieri”, la Resistenza italiana, con riflessioni all’oggi, le Resisten-ze nel mondo. Perché in un tem-po vorticoso e caotico, come il no-stro, non possiamo che rileggere la storia per farci guidare nelle scelte del presente.

Tommaso Galli Presidente della consulta provinciale degli studenti

l’incontro

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te si trova a dover rinunciare ad ogni esperienza normale di vita, fino a doversi rinchiudere per due anni dentro un alloggio segreto (“si sono ancora viva ma non chie-dermi dove e come !!!”), è stato per loro davvero emozionante.

L’olocausto

Non potevano credere che tutto ciò fosse veramente accaduto; han-no chiesto di vedere il film tratto da quel libro e insieme a noi inse-gnanti si sono commossi e spaven-

tati per tanto orrore. Insieme ab-biamo visto e commentato le foto dei ragazzi trentini che sono sta-ti ad Auschwitz, abbiamo raccolto materiale sui campi di concentra-mento italiani venendo a scopri-re che anche a Bolzano ne riman-gono alcuni resti seppur inseriti in un semplice quartiere cittadino ( altri campi sono stati per esempio trasformati in scuole risponden-do probabilmente al bisogno di ri-dare dignità non solo alle persone perseguitate ma anche ai luoghi di quell’orrore.).

L’infanzia violata

Ci siamo divertiti e commossi allo stesso tempo guardando il capola-voro di Roberto Benigni “La vita è bella” comprendendo a fondo il sacrificio di un padre che cerca con tutte le forze di evitare al proprio figlio di soccombere alla dura re-altà del campo di concentramen-to regalandogli un sogno. Con del materiale trovato su internet ab-biamo aperto le porte al campo di concentramento di Terezin con i disegni e le poesie dei suoi bambi-ni dai 12 ai 16 anni imparandone alcune poesie che non potremo di-menticare (“Vedrai che è bello vi-vere” e “Miei cari genitori addio”) ed abbiamo cantato “Auschwitz” di Francesco Guccini accompa-gnandoci con la chitarra e impa-randone note ed accordi. La co-noscenza con Primo Levi e la sua poesia “Se questo è un uomo” ha se-gnato un momento di forte com-mozione per tutti, impararla a me-moria e recitarla ha permesso ad ognuno di immedesimarsi negli uomini, nelle donne e nei bambini sterminati dalla follia umana.

Lo spettacolo finale

Ci siamo interrogati sulle nostre sensazioni, su ciò che questo pez-zo di “Storia” ci ha lasciato den-

La motivazione

Sollecitate dal tema della “ Setti-mana della Memoria” e dal fatto che, come programma didattico, stavamo affrontando l’argomento Diario, abbiamo pensato di pro-porre ai bambini la lettura di al-cuni brani tratti dal “Diario di Anna Frank” stimolandone la cu-riosità e l’interesse. Apprendere la storia vera di questa ragazzina che come loro frequentava la scuola, aveva amici, amava andare in bi-cicletta … e che improvvisamen-

scuola primaria romagnano – I.C. Aldeno Mattarello

Con la classe quinta della scuola primaria di Romagnano a partire dal 27 gennaio 2010, giorno della memoria, abbiamo pensato di parlare di olocausto, facendo un inquadramento storico e spiegando cosa è stata la Shoà e cosa sono stati i campi di concentramento. La settimana della memoria ha suscitato nei bambini un interesse così grande che abbia-mo deciso di proseguire, durante la seconda parte dell’anno scolastico, nell’approfondimento di questo tema, per dare una risposta al bisogni di conoscenza dei bambini. Il percorso è stato affrontato con l’utiliz-zo di diverse modalità, dal film, alla musica e al canto, alle poesie e si è concluso il 3 giugno con uno recital molto emozionante.

MEMORIAL’esperienza con la classe quinta

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tro, sulle domande che sono nate spontanee, abbiamo sentito con forza l’assurdità di tutto questo or-rore ed abbiamo serbato nel cuo-re “e nella memoria la vibrazione fiduciosa e serena, la bontà corag-giosa che ha superato la morte.” Tutto questo lavoro ci ha impe-gnati per tutto il secondo quadri-mestre, ogni volta la voglia di co-noscere dei bambini ci portava ad aprire una nuova “finestra sul mondo”, il loro impegno e il loro interesse ci ha spinte così a pen-sare e organizzare un momento conclusivo che valorizzasse il per-corso svolto e mettesse in eviden-za la profondità di quanto appreso e vissuto da ognuno di noi. Così, seppur in breve tempo, e con po-chi mezzi a disposizione, abbiamo allestito una rappresentazione che ha visto gli alunni interpreti sen-sibili della “Storia”, dando voce a quegli uomini, a quelle donne, a quei bambini strappati alla vita e interpretati indossando magliette nere, sostitute poi da quelle bian-che, simbolo di libertà. Per la pre-parazione di questo momento è stato svolto un lavoro intimistico, dell’anima e l’immedesimazione così grande che si è pensato di non

fare intervenire i genitori ma di re-alizzare per loro un video, da por-tare a casa successivamente.

“E’ un gran miracolo che io non ab-bia rinunciato a tutte le mie spe-ranze perchè esse sembrano assurde e inattuabili! Le conservo ancora no-nostante tutto perchè continuo a cre-dere nell’intima bontà dell’uomo!” cita il “Diario di Anna Frank”.

Francesca Fortiinsegnante classe quinta scuola

primaria di RomagnanoCarla Consolati

assistente educatrice Provincia Autonoma di Trento

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30 n.6 giugno 2010

Città di trento

La settima edizione della manifestazione «Trento, città per la pace», organizzata dal «Tavolo Tuttopace» in collaborazione con il Comune di Trento e con il settore «Pace e Solidarietà» del Dipartimento Istruzione si è svolta in piazza Fiera a Trento giovedì 20 maggio 2010, finalmente il primo giorno di sole. La data era stata fissata inizialmente il 5 maggio e, come tradizione, in piazza Duomo ma, a causa maltempo, era stata rimandata con grande delusione dei bambini. Alla fine però sono riu-sciti a radunarsi davvero in tanti con magliette e cappellini di tanti colo-ri diversi, rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, blu e viola e tanta vo-glia di stare insieme per confrontarsi con gli altri divertendosi. C’erano anche mazzi di palloncini degli stessi colori che sono stati lasciati anda-re per il cielo con messaggi di pace alla fine della mattinata.

PER LA PACELa giornata dei bambini

La preparazione a scuola

L’edizione 2010 coinvolge 14 Isti-tuti Comprensivi, 2 Scuole parita-rie, 3 Scuole dell’infanzia e 2 Isti-tuti superiori. La partecipazione è stata di oltre 2500 bambini, ra-gazzi, studenti, insegnanti. A scuo-la i bambini, nei giorni precedenti alla manifestazione, hanno prepara-to disegni sul tema dell’accoglienza e integrazione. Ogni Istituto inol-tre ha avuto il compito di prepara-re una bandiera colorata (del colo-re assegnato) da piantare nell’aiuola della pace con il messaggio per la città. Poi è stato preparato un ulte-riore messaggio, scritto su un car-tolina, da attaccare al grappolo di palloncini, liberato alla fine della

mattinata dagli studenti dell’Isti-tuto “Rosmini” di Trento. I ragaz-zi insieme agli insegnanti hanno re-alizzato fascette colorate da legare ai polsi o sulla fronte e nastri da sven-tolare durante le danze e hanno at-taccato o disegnato la parola PACE sulle loro magliette, naturalmente in uno dei sette colori.

Danze e canti

Per giorni gli alunni degli istitu-ti comprensivi del Trentino si sono preparati oltre ai disegni, anche can-ti e danze da condividere sul palco. E Trento il 20 maggio si è trasfor-mata in “Città per la pace” per la settima volta, da quando nel 2004 è partita l’iniziativa. Sul palco si sono alternati i bambini soprattutto del-la scuola primaria che hanno pre-sentato canti orecchiabili e cono-sciuti dai compagni delle altre classi e danze con coreografie realizzate grazie al prezioso lavoro degli inse-gnanti. C’erano anche ragazzini che suonavano vari strumenti e coordi-nati dai loro insegnanti. Un gruppo di bambini di nazionalità non ita-liana o figli di genitori stranieri ha espresso al microfono il saluto nel-la propria lingua di origine, proprio per simboleggiare quanto l’accordo

tra i popoli sia una ricchezza ed un occasione per conoscere realtà dif-ferenti dalla nostra. Il tutto è stato proposto con estrema disinvoltura soprattutto da parte dei ragazzi che stavano sul palco, mentre in piazza Fiera si formavano piccoli giroton-di colorati.

Accoglienza e integrazione

Il tema di quest’anno era accoglien-za e integrazione, un invito, come ha spiegato il sindaco della città di Trento Alessandro Andreatta, che ci aiuta a conoscere e a capire chi ci sta vicino, a cominciare dall’inte-grazione di tutti gli alunni dentro la classe. La pace non viene da sé, ha detto il sindaco, ma deve essere co-struita assieme, cominciando con il conoscere le persone che ci stanno accanto tutti i giorni. Sono inter-venuti per condividere questa gior-nata di festa anche l’ assessore pro-vinciale all’istruzione e allo sport Marta Dalmaso, contenta di poter partecipare a una giornata di festa e allegria che ha sotteso temi così importanti e preziosi come l’acco-glienza e l’integrazione, e l’ asses-sore comunale all’istruzione e allo sport Paolo Castelli, che ha ricor-dato che la pace nasce da un im-pegno costante che ognuno di noi deve portare avanti ogni giorno. Marco Beatrici, dell’Istituto Sacro Cuore, uno dei fondatori del pro-getto “Tuttopace” ha spiegato alle persone presenti i vari momenti le-gati alla giornata della pace e cioè il “dado della pace”, nato dall’idea di unire i bambini con il gioco e posto simbolicamente nell’aiuola in cima a piazza Fiera e il giornalino “Tut-topace”, diretto ai bambini, ragazzi e studenti delle scuole della città di Trento e non solo, e che raccoglie le esperienze, le riflessioni, i prodotti e le iniziative realizzate dalle scuole e che diffonde informazioni in me-rito.(N.B)

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Fin dalla prima classe abbiamo proposto regolar-mente agli alunni le attività concordate nell’ambito del tavolo Tuttopace. “La Pace comincia da me” è sta-to il motto che ha unito trasversalmente i vari am-biti educativi e curricolari sensibilizzando gli alun-ni a tematiche quali la cooperazione, la solidarietà, l’aiuto reciproco, il dialogo, la pace, la cittadinanza responsabile. Tale percorso non ha coinvolto solo le nostre classi: tutta la scuola “A. Schmid” ha parte-cipato attivamente al momento finale di questo per-corso educativo, la Giornata della Pace.

“DA ME”La pace comincia così

scuola “A. Schmid” I.C.tn6

Attività proposte

Ogni mattina un bam-bino a turno tira il dado della pace: il motto che esce viene scritto sopra una lavagnetta appesa alla parete e ricordato e vissuto durante l’intera giornata. A mezzogior-no ci fermiamo per fare il Time-Out: un minuto di silenzio per la Pace. E’ un momento molto senti-to dai bambini. Nei mesi che hanno preceduto la Giornata della Pace i bam-bini si sono preparati con entusiasmo, proponendo canti, danze e coreogra-fie. Durante la ricreazione gli alunni delle classi quin-te hanno insegnato i passi delle danze ai bambini di tutte le classi del plesso e anche di una scuola vicina. Abbiamo anche acquista-to la stoffa e preparato le fa-scette viola (il colore che ca-ratterizzava il nostro Istituto Comprensivo) da legare ai polsi e attorno alla testa per tutti gli studenti della scuola e realizzato lo striscione “la Pace comincia da me”.

I contatti

Da due anni siamo in contatto con gli alunni della Scuola Elementare di S. Giuseppe di Cassola (Vi-cenza), che hanno partecipato alle ultime due edizioni della Giornata della Pace. In entrambe le occasioni ab-biamo curato la loro accoglienza dall’arrivo a Trento, al pranzo al sacco e al momento do confronto al parco S. Chiara, fino al loro rientro. L’anno scorso ci hanno

portato cinque meravigliosi libri sul-la Pace, da loro realizzati con tecni-che e stili diversi.

La cooperativa sociale

In particolare quest’anno le classi quinte della scuola hanno gestito la Cooperativa Scolastica “La Colom-ba” che promuove e diffonde idee e iniziative di pace, solidarietà, cit-tadinanza responsabile. Abbiamo sostenuto vari progetti: sostegno economico ai bambini colpiti dal terremoto di Haiti; finanziamento e raccolta viveri per la Mensa dei poveri gestita dai Frati Cappucci-ni di Trento; acquisto e prepara-zione di materiali necessari per la Giornata della Pace. Un momen-to particolarmente significativo è stata la visita del Sindaco di Tren-to, Alessandro Andreatta, ina-spettata risposta ad una lettera a lui indirizzata dai ragazzi, che de-sideravano conoscere e collabora-re ai progetti sostenuti dalla città e acui abbiamo donato la tesse-ra di Socio Onorario della Co-operativa “La Colomba”.

Barbara Opipari, Tiziana Amadio, Claudia Miori,

Annamaria Ridolfi, Orietta Visintainer

insegnanti classi quinte scuola Primaria “A. Schmid” Trento 6

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L’inizio

I media locali hanno dato ampio rilievo alla mani-festazione. Ricca di significato la conferenza stampa promossa dal Comune di Trento, durante la qua-le una delegazione di bambini e ragazzi ha presen-tato un “patto per essere portatori di pace” pro-posto alla città e fatto sottoscrivere anche a tutti i presenti: Sindaco, Assessori e Giornalisti compre-si. Ma come è cominciata questa singolare espe-rienza? Lasciamo parlare i ragazzi: ecco, di seguito, uno stralcio del loro comunicato stampa alla vigilia dell’inaugurazione dell’ Aiuola della Pace (piazza Fiera, 12 maggio 2004) che ha dato vita alla prima giornata “Trento città della pace”, presente, insie-me a molte autorità, una delegazione della scuo-la “Hand in Hand” di Gerusalemme (ragazzi isra-eliani e palestinesi che condividono ogni giorno un’esperienza di pace realizzata in classe).

Il giornalino e il dado

“In tanti, bambini e ragazzi delle scuole della città, dopo i fatti dell’11 settembre 2001, ci siamo rim-boccati le maniche perché la nostra bella Trento di-venti un grande cantiere di pace. È da molto che stiamo lavorando per questo e, visti i risultati, ci pare di andare alla grande col nostro progetto! Tre

anni fa è nato il giornalino “TUTTOPACE” che ora viene pubblicato in “Trento informa” con lo scopo di diffondere idee ed esperienze di pace tra tutti, iniziando dalle scuole della città. Ed ora l’Ai-uola della Pace in Piazza Fiera …. Il grande prota-gonista è il dado dell’amore, detto anche dado del-la pace, che riporta sei frasi importanti, una su ogni faccia, tutte da mettere in pratica per diventare co-struttori di pace. Ci teniamo a dire che il nostro sindaco ci ha aiutato ad esaudire il nostro deside-rio: fare la pace in tutto il mondo, ovviamente in-cominciando da Trento!”. Come un piccolo sasso lanciato nell’acqua forma cerchi concentrici sempre più ampi, così la semplice convinzione che la pace comincia da me, si sta facendo sempre più strada e, come dice una delle canzoni leit motive della gior-nata “E’amore che invade già le città…. Un fiume di felicità….”.

Il Progetto Tuttopace

La prima azione è stata la realizzazione del Gior-nalino Tuttopace, partito all’inizio da un gruppo di bambini della scuola elementare “Crispi”, all’in-terno delle attività alternative alla religione cattoli-ca, idea che si è allargata via via ad altre classi della scuola e ad altre della città. La partecipazione del-la “redazione” alla Fiera dell’Intercultura “Le radi-ci e le ali” nel maggio 2002 a Trento, su invito di Loretta Barberi del Centro Millevoci, è stata l’oc-casione per pubblicizzare l’iniziativa e raccogliere adesioni di singoli, gruppi e intere scuole del Co-mune di Trento e dintorni. Con l’anno scolasti-co 2002-2003, la “redazione” si è quindi allargata, dalle scuole “Crispi” ad un primo coordinamen-to di scuole cittadine. Nel frattempo il Comune di Trento (nelle persone del Sindaco Alberto Pacher e dell’Assessore all’Istruzione Renato Pegoretti) ha dato la sua disponibilità a partecipare al Progetto, garantendo un avvallo istituzionale allo stesso ed un supporto logistico-organizzativo. Per cui, a par-tire dall’anno scolastico 2004-2005, il Progetto è decollato “ufficialmente” mettendo in rete scuole della città e oltre (ora coinvolge tutti e 7 gli Istituti Comprensivi con partecipazione di scuole dell’in-fanzia, primarie, secondarie, 4 scuole paritarie, 2 Istituti Superiori di Trento e uno di Rovereto; scuo-le di Pergine, Lavis, Molveno, Andalo, Val di Le-dro, Vicenza…), bambini, insegnanti, territorio (famiglie, amministrazione comunale, associazioni, istituzioni).

Da sette anni la nostra Trento è testimone di un evento straordinario, moltissime classi di bam-bini e ragazzi di varie scuole della città hanno un appuntamento fisso: la giornata Trento città della pace. Partecipano scuole primarie di tutti e 7 gli Istituti Comprensivi, diverse scuole pari-ficate, scuole dell’infanzia, medie e istituti supe-riori; sono presenti intere classi provenienti da altri comuni e province. Lo scorso anno Piazza Duomo era gremitissima: oltre 3000 i bambi-ni e i ragazzi, quest’anno, a causa del maltem-po il rinvio ci fatti trovare in 2000 in piazza Fie-ra, ospiti delle strutture della “Festa dei Popoli”. Lo striscione di 10 metri su Torre Mirana con la scritta “LA PACE COMINCIA DA ME”, e dise-gni, letterine, messaggi, atti di pace di bambini e ragazzi, hanno letteralmente inondato la cit-tà intera.

TUTTOPACEUn tavolo di insegnanti

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Il Tavolo Tuttopace

Dall’inizio dell’anno scolastico 2005-2006 la “re-dazione” diventa anche un “tavolo di lavoro” tra gli insegnanti che aderiscono al Progetto, si incon-tra mensilmente a Palazzo Geremia a Trento, con la collaborazione del Comune e del Dipartimen-to Istruzione della Provincia - Area “Cooperazio-ne, Solidarietà e Pace” ed il coordinamento degli insegnanti stessi, soprattutto gli insegnanti inizia-tori del Progetto. In un contesto sempre più con-trassegnato da condizioni di precarietà, perdita di ideali e valori umani, individualismo diffuso, glo-balizzazione omogeneizzante, con molteplici con-seguenze negative sul piano dei rapporti interper-sonali, interculturali, interreligiosi, internazionali, le insegnanti del Tavolo, credono fermamente nel-la necessità di una pedagogia della pace che sap-pia legare coerentemente teoria e prassi, principi ed azioni, valori ed esperienze. Convinti della tra-sversalità dell’educazione, che – essendo un “anda-re verso il meglio” – implica corresponsabilità dif-fusa nella ricerca e nella realizzazione di un comune miglioramento.

La pace comincia da me

Gli insegnati del Tavolo si confrontano e propon-gono direzioni fondamentali di un possibile impe-gno condiviso, partendo dalla personale testimo-nianza - “la pace comincia da me” - come obiettivo fondamentale e come dimensione della professio-nalità docente aperta al mondo dei valori. Sia-mo un gruppo di insegnanti uniti dal desiderio di trasmettere i valori ai nostri ragazzi. Infatti il no-stro slogan è “La pace comincia da me” intenden-do per Pace tutto ciò che ci fa star bene con gli al-tri e con noi stessi. Il Tavolo, è aperto a tutti gli insegnanti che vogliano condividerne gli obietti-vi e le finalità descritti ampiamente nella Carta di identità del Tavolo Tuttopace presentata al Conve-gno del 12 novembre 2009 a Palazzo Geremia, dal titolo Educarci ed educare alla reciprocità. Al Con-vegno è stato presentato anche il quaderno atti-vo Vivere la pace, che propone 4 unità didattiche sull’educazione alla pace ed ai valori, disponibile gratuitamente per tutti gli insegnanti che ne fa-ranno richiesta al Tavolo Tuttopace: [email protected]

Salin MaristellaScuola primaria “Crispi”Trento

ALCUNE VOCI

Per me partecipare al Tavolo è un’importante occa-sione professionale ed umana. Trovarci tra insegnan-ti di materie diverse, impegnati in scuole di diver-so ordine e grado, significa camminare insieme verso quell’unità educativa di cui oggi, in particolare i gio-vani ed i ragazzi, hanno bisogno. Dire “la Pace è pos-sibile”, diventa così, non uno slogan con cui “riem-pirci la bocca” ma un modo per rispondere in modo concreto all’emergenza educativa che oggi ci coin-volge: materie come lettere, matematica, geografia e anche religione, possono essere ambiti in cui cresce-re insieme verso una crescita umana personale e co-munitaria, in coerenza tra il nostro vivere e il nostro parlare, che costituisce l’obiettivo primo e fondamen-tale dell’educare.

Giuliano RuzzierIstituto Sacro Cuore

Grazie al Tavolo Tuttopace ho conosciuto colleghi fantastici ed ho “condiviso” con loro un percorso di formazione personale e professionale su tematiche importanti per il vivere comune quali la pace, la so-lidarietà e il reciproco rispetto.

Mariagrazia Corradiinsegnante utilizzata presso l’IPRASE.

Per me la realtà del “Tavolo Tuttopace” è anzitutto motivo di grande speranza: siamo insegnanti di for-mazione culturale diversa, di ordini di scuole diver-se, ma con la comune convinzione che è possibile co-struire un mondo dove la pace, il rispetto, e la dignità di ogni uomo sono Valori essenziali. Il tavolo lo vedo come piccolo laboratorio che dimostra che le diversi-tà, lungi dal dividere, sono una ricchezza, risorse che aiutano a comporre il disegno di un mondo più acco-gliente e fraterno.

Annamaria Ridolfiscuola primaria A Schmid

Qui al Tavolo cerchiamo noi per primi di vivere ciò che trasmettiamo ai ragazzi. Trovandoci insieme tro-viamo la forza, l’entusiasmo, la fantasia e tante stra-tegie per portar avanti ciò in cui crediamo..All’inizio eravamo in pochi, ora siamo una sessantina e speri-mentiamo che la forza degli ideali in cui crediamo si diffonde nella città e anche fuori.

Giovanna Girardiniscuola primaria Zandonai – Martignano

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Egregio direttore…

Al direttore del TG 1, TG 2, TG 3 nazionale e regionali, TG 4, TG 5, TG Studio aperto, TG LA7…Trento, 28 maggio 2010

“Egregio direttore,siamo un gruppo di insegnanti di diversi istituti e ordini di scuo-la della provincia di Trento, dal-la scuola dell’infanzia alla secon-daria, che ormai da tempo hanno avviato un lavoro di analisi e ri-flessione sul problema dell’impat-to formativo ed educativo dell’in-formazione televisiva sull’utenza, e in particolare sui bambini e sui ragazzi.Dopo aver preso in esame varie edizioni dei notiziari nazionali e regionali, vorremmo sottoporLe le seguenti brevi osservazioni…”Sono state fatte notare alcune os-servazioni, di cui riportiamo una sintesi: spesso l’informazione è centrata unicamente sulla notizia e non tiene in considerazione né l’impatto educativo né i valori che vengono trasmessi e che incidono profondamente sulla formazione

della persona; nella struttura dei notiziari la sequenza delle infor-mazioni appare spesso poco ri-spettosa della priorità che merita-no alcune notizie rispetto ad altre; viene dato spesso grande risalto a scene gratuite di inaudita violen-za con il rischio di perdere il senso del limite e del confine fra ciò che è corretto e accettabile nella vita sociale e ciò che non lo è; è quasi totalmente assente l’informazio-ne relativa a fatti o eventi positi-vi, non permettendo ai bambini e ai ragazzi di conoscere esperienze, persone, iniziative che contribui-scono alla costruzione di una con-vivenza pacifica e alla formazione di una cittadinanza responsabile e esasperando il senso di insicurezza.

I suggerimenti

Appare fondamentale porre sem-pre al centro di ogni notizia la per-sona, sia come soggetto che come oggetto dell’informazione, col-tivando l’attenzione e il rispetto per la vicenda umana dei protago-nisti della notizia; ci sembra irri-nunciabile un’attenta valutazione

delle immagini proposte, spesso responsabili di un clima di ansia che investe adulti e bambini; può essere utile differenziare più chia-ramente i diversi ambiti in cui è suddiviso un notiziario, suddivi-dendolo in sezioni affidate a di-versi giornalisti al fine di favorire una più armoniosa consequenzia-lità delle notizie e una più facile comprensione da parte dell’uten-za degli ambiti in cui si colloca-no le singole informazioni; pen-siamo sia essenziale cercare con maggiore assiduità, tanto all’in-terno del mondo del volontaria-to quanto nell’ambito istituziona-le, notizie e informazioni positive ed esperienze di valore da affian-care quotidianamente a quelle ne-gative, al fine di offrire alternative concrete alle situazioni problema-tiche che vengono presentate; in-fine riteniamo che potrebbe essere utile ogni sforzo teso a valorizzare la presenza di buone prassi e a fa-vorire, anche attraverso spiegazio-ni relativamente ampie, la costru-zione di un atteggiamento civico più responsabile e solidale.

La richiesta

Chiediamo dunque che le redazio-ni delle testate dei TG facciano un atto di coraggiosa coerenza – ap-plicando con responsabilità e con-vinzione una prassi professiona-le rispettosa prima di tutto della persona nella sua integrità, come già espresso ad esempio nel Codi-ce Etico RAI, nella Legge Gasparri e nella Carta di Treviso –, e auspi-chiamo che queste nostre indica-zioni, che derivano da una quoti-diana frequentazione dei bambini e dei ragazzi, possano essere ac-colte ed essere di stimolo per apri-re una riflessione all’interno delle redazioni sulla portata educativa dell’informazione televisiva.

Sintesi a cura di N. B.

La lettera ai TG è nata da una lunga riflessione che ha coinvolto du-rante l’anno gli insegnanti del tavolo Tuttopace, i quali hanno in-teso analizzare l’impatto dell’informazione televisiva sui bambini. In particolare sono stati presi in considerazione la scelta dell’immagine, il linguaggio, la struttura della notizia, la gerarchia dei temi, la gerar-chia dei valori, interrogandosi sul tipo di immaginario che l’informa-zione televisiva tende a creare nei bambini. La lettera che da questa analisi è scaturita, e che qui di seguito viene riportata, non si è tutta-via limitata a individuare i punti critici, ma ha offerto anche qualche suggerimento che nasce dall’esperienza di lavoro con i bambini. Fir-mato da oltre duecento persone fra insegnanti, genitori e un pic-colo gruppo di studenti di scuola superiore, il documento è stato quindi inviato il 28 maggio 2010 alle redazioni dei diversi telegior-nali. Al momento in cui andiamo in stampa non è ancora pervenuta nessuna risposta.

A TUTTI I TGAncora nessuna risposta

la lettera

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Pace e non violenza

In un mondo come quello odier-no, imparare a vivere insieme rap-presenta, forse, uno dei maggiori problemi dell’educazione. È per-ciò necessario concepire un’edu-cazione che contribuisca a preve-nire i conflitti e/o ad affrontarli pacificamente, sollecitando e so-stenendo il rispetto verso l’altro. L’educazione alla pace deve assu-mere il valore di prassi educati-va partendo dalla quotidianità, essa si basa sul rispetto recipro-co, sulla tolleranza, sulla convi-venza, solo così la trasmissione di una cultura di pace può esse-re di qualità. L’educazione alla pace non si insegna, si fa; i va-lori della nonviolenza si acqui-siscono con l’educazione in am-bienti dove siano effettivamente praticati. La nonviolenza è prima di tutto un atteggiamento che ri-chiede un coinvolgimento perso-nale a mettere in discussione il proprio modo di pensare e vede-re il mondo. Gestione del conflitto

È fondamentale rivalutare il ruo-lo del conflitto nei rapporti uma-ni, sottolineandone naturalità e positività e riconoscere ad esso la funzione di stimolo all’acquisizio-

ne delle capacità di analisi e in-trospezione, della disponibilità a cercare soluzioni/esiti positivi, nonviolenti e costruttivi. All’in-terno delle classi sempre più spes-so stereotipi, pregiudizi, forme varie di discriminazione, confor-mismo e passività condizionano il modo di rapportarsi ed inducono atteggiamenti ostili. È quindi im-portante imparare a riconoscere e a gestire i conflitti del/nel quoti-diano per riuscire a vedere la di-versità e a trasformarla in risor-sa. L’educazione alla gestione del conflitto si gioca sul terreno del riconoscimento delle emozioni e della relazione.

Dialogo interculturale

Il dialogo interculturale deve ba-sarsi sul principio dell’uguaglian-za di tutti gli esseri umani, e al contempo sulla valorizzazione della diversità di ognuno. Il dia-logo è possibile solo tra individui che si riconoscono come persone con la stessa dignità, gli stessi di-ritti, gli stessi obblighi, e che rico-noscono nell’altro un potenziale di diversità da conoscere e rico-noscere. Il dialogo interculturale rappresenta una delle sfide mag-giori per lo sviluppo di una nuo-va cittadinanza plurale e demo-

cratica in Europa e nel mondo. Il Consiglio d’Europa ha dichiara-to: “Dialogo interculturale è uno scambio di punti di vista aperto e rispettoso tra individui e gruppi appartenenti a culture differenti che conduce ad una comprensio-ne più approfondita della perce-zione del mondo dell’altro”. La diversità culturale è una condizio-ne essenziale della società umana e la gestione della diversità cultu-rale diventa un elemento sempre più importante nelle nostre socie-tà.

Proposte dal mondo delle associazioni

Sul nostro territorio esistono nu-merose associazioni che opera-no all’interno delle scuole pro-ponendo progetti che vanno ad integrarsi con i curricula e la di-dattica tradizionali. In particolar modo sui temi dell’intercultura e della mondialità numerose asso-ciazioni propongono dei percor-si che offrono sia agli insegnanti che agli studenti numerosi spun-ti di riflessione. Nel corso degli anni è mutato sia il mondo della scuola sia quello dell’associazioni-smo: il Forum, avendo il compito di fare da tramite tra scuole e as-sociazioni, ha potuto constatare le difficoltà che si riscontrano da en-trambe le parti nel trovare buone prassi che risultino efficaci e dura-ture. Dopo il monitoraggio svol-to negli ultimi anni sulla collabo-razione tra associazioni e scuole, il Forum ha cercato di evidenzia-re quali strumenti e metodologie sono più adatti a creare una rete tra scuole e associazioni, capace di rendere protagonisti studenti ed insegnanti.

Martina Camatta e Francesca Zeni Forum trentino

per la Pace e i Diritti Umani

Il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani lavora da anni all’in-terno degli Istituti scolastici provando a sperimentare una metodo-logia didattica che ha incontrato il favore di insegnanti e studenti: a partire dalla pedagogia di Freire e dalle teorizzazioni dell’animazione sociale ha cercato di introdurre nel panorama scolastico modalità di approccio ludiche, che stimolassero la nascita di un effettivo gruppo classe, in grado di sviluppare creatività e collaborazione. Alcune carat-teristiche della modalità educativa che abbiamo sperimentato posso-no essere assunte e riproposte consapevolmente anche dagli insegnan-ti di ogni disciplina.

IN CLASSEIl mondo entra a scuola

il forum

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Collaborare con gli altri

Bisogna agire oltre l’individualismo per il bene comune, questo è il mes-saggio cardine. Nelle passate edizioni, insieme alle insegnanti facenti parte del gruppo organizzativo, si è individuato per ogni anno un tema, che mettesse in luce un aspetto particolare del-la pace. Poi si è lasciato alle singole scuole la possibilità di declinare l’argomen-to secondo le rispettive preferenze, creando dei percorsi o dei laborato-ri mirati a far interiorizzare il mes-saggio ai bambini.La Giornata per la Pace è diventata quindi un momento di condivisio-ne per i percorsi avviati nelle singo-le scuole, una mattinata all’insegna di canti, danze, poesie e spunti dia

riflessione dove, al Teatro Tenda di Pergine, più di 600 bambini hanno iniziato a festeggiare la Pace. Quest’anno, in sintonia con quanto fatto negli anni precedenti, si è scel-to il tema della collaborazione: “La Pace è: collaborare con gli altri per co-struire insieme con Amore”.

La sciarpa più lunga

Si è deciso con questa edizione, di collaborare con un’altra iniziativa locale promossa dall’Auser, un’as-sociazione di anziani, quella della sciarpa più lunga del mondo. Tut-ta la comunità del perginese, singoli cittadini, associazioni, sta collabo-rando a questa iniziativa, lavorando a maglia qualsiasi lana colorata per realizzare pezzi di sciarpa che saran-no assemblati insieme. Ecco che al-lora si è pensato di far collaborare anche le scuole, insieme ai bambini e alle loro famiglie. Sono stati coin-volti nell’attività tutti i nonni e i ge-nitori disponibili a lavorare insie-me! E’ stato bello vedere lo scambio inter-generazionale avvenuto grazie a quest’occasione, nonni che inse-gnavano ai ragazzi come si lavora a maglia, un’arte ormai in disuso e così preziosa un tempo, sconosciuta dai nostri ragazzi e riscoperta dalle scuole in questi ultimi mesi. Nelle

scuole dell’infanzia i bambini han-no provveduto a costruire con la lana dei simpatici pon pon colorati trovando così il modo di contribui-re all’iniziativa!

I bambini delle scuole dell’infanzia

Il 24 maggio 2010, i bambini pro-venienti dalle scuole dell’infan-zia gestite da Asif Chimelli, dal-le scuole dell’infanzia di Serso, Susà, Ischia e Madrano, i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Pergi-ne 1 e Pergine 2 assieme ai ragaz-zi della Scuola Musicale Moser, hanno partecipato quindi alla 4° edizione della Giornata della Pace. La mattinata, svoltasi presso il Tea-tro Tenda, è trascorsa allegramente tra canti e danze della pace e ha vi-sto un momento ufficiale di conse-gna della sciarpa alla presidentessa dell’associazione Auser. Ogni scuo-la ha consegnato il proprio pezzo sul palco, consapevole che avrebbe poi fatto parte di una lunga sciarpa, realizzata grazie alla collaborazione, all’impegno e all’amore di tutti. Nel teatro, le 600 voci all’unisono, i sorrisi e i tanti pon pon colorati agitati nell’aria, hanno testimoniato l’entusiasmo e la speranza che que-sto tema suscita ancora nei bambi-ni e che da qui dovrebbe partire per contaminare anche gli adulti! L’organizzazione e il coordinamen-to dell’iniziativa sono state cura-te da ASIF Chimelli, Azienda Spe-ciale Servizi infanzia e Famiglia, che dallo scorso settembre 2009, per volontà dell’amministrazione comunale, gestisce i servizi territo-riali rivolti all’infanzia e ai giovani e promuove iniziative formative a fa-vore delle famiglie e della popola-zione giovanile.

Antonella Giurato, coordinatrice pedagogica

Clara Briani, responsabile delle politiche giovanili

La Giornata per la Pace viene celebrata a Pergine da ormai 4 anni e si inserisce nella cornice provinciale del Tavolo Tutto Pace. Il Co-mune di Pergine ha accolto con entusiasmo la proposta ritenendola importante per i propri cittadini e per entrare a far parte del circui-to provinciale…perché su questo tema non si può agire individual-mente!!! Con questa convinzione il Comune ha voluto coinvolgere le varie scuole del territorio, dalle materne alle medie, nell’ideazione e nell’organizzazione della Giornata per la pace, proprio perché tale manifestazione intende rappresentare lo spirito di unità e di collabo-razione che deve essere perseguito in particolar modo su tematiche così importanti e centrali nella vita di ognuno.

PACE Scuole e Comune assieme

Pergine Valsugana

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Pace e cittadinanza responsabile

La Giornata sempre più si presenta sia come sintesi dei percorsi diver-si attuati nelle varie scuole su un tema comune, sia come momen-to di unità tra tutti e di riflessione sul grande tema della PACE, e del-la cittadinanza responsabile. È im-portante che i bambini e i ragazzi vivano questo momento collegial-mente e tutti si sentano partecipi della manifestazione che ha come scopo principali quello di trasmet-tere valori importantissimi per il vivere insieme. I temi comuni sono stati: i diritti umani, il rispet-

to e la collaborazione. Come inse-gnante della mia scuola ho pensa-to che i ragazzi dovessero vivere in prima persona i valori proclamati e cantati.

Il percorso per “Vivere la pace”

Con i ragazzi di prima ho riadat-tato il percorso offerto dal libro “Vivere la Pace”, elaborato da un gruppo di docenti del Tavolo Tut-topace di Trento, distribuito in tut-ta le scuole della Provincia. Dopo un’ indagine sul significato della parola “pace” per loro, una discus-sione di gruppo e la rielaborazione

delle proposte attraverso la costru-zione di mappe concettuali, pri-ma in classe tutti assieme e poi al computer singolarmente, abbiamo costruito un dado e concordato alcune “parole chiave” che richia-massero al rispetto, scritte succes-sivamente su ciascuna faccia. Una volta in settimana si sono impe-gnati a lanciare il dado e a speri-mentarlo nella realtà quotidiana. Perché non rimanesse solo un di-scorso, i ragazzi si sono confronta-ti sulla messa in pratica raccontan-do le loro esperienze e cercando di trasformarle in buone prassi.

Le ricadute in classe

Dal punto di vista pedagogico vi è stato una ricaduta positiva: il clima in classe è diventato più sereno, i ragazzi hanno rispettato le persone e le cose e sono arrivati alla giorna-ta conclusiva consapevoli che sen-za il rispetto e la collaborazione con gli altri non vi può essere vera pace. Altre classi hanno realizzato anche dei lavori a maglia con l’aiu-to dei nonni e degli anziani di Per-gine con lo scopo di preparare una sciarpa, sottolineando l’importan-za del confronto fra generazioni. Nelle classi dove è stato realizzato questo percorso, le regole di com-portamento della scuola sono sta-te vissute con più consapevolezza e non come un obbligo ma come un aiuto per relazionarsi più facil-mente con l’altro. Per partecipare alla giornata della Pace per canta-re le canzoni che avevamo impa-

Il 24 maggio 2010 a Pergine le scuole dell’infanzia, gli I.C. Pergine 1 e Pergine 2 (di ogni ordine e grado – mancavano le superiori), hanno celebrato per il quarto anno consecutivo la giornata della Pace, in col-laborazione con il comune di Pergine e la Scuola Musicale “Camillo Moser”. Tale iniziativa è nata per volontà di alcune docenti del Tavo-lo Tuttopace di Trento ed è stata appoggiata fin dal primo momento dall’assessore alle politiche giovanili allora in carica, Mara Carli, che ha recepito l’importanza e la valenza educativa di tale iniziativa, soste-nendola anche dal punto di vista organizzativo.

LE SCUOLEPercorsi nei due Comprensivi

Istituti Comprensivi Pergine 1 e Pergine 2

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rato, si sono formati tre gruppi di 8-9 ragazzi in rappresentanza del-le tre prime ai quali ho proposto il lavoro e ho notato che fra di loro non c’è stata alcuna competitività nella formazione, si sono creati dei gruppi autonomi senza bisogno di intervenire nella composizione de-gli stessi.

Comprensione e collaborazione

Un’ attività parallela è stata il coin-volgimento, dei ragazzi di seconda media, nell’allestimento dello spet-tacolo “Storie Migranti” che li ha visti protagonisti assieme ai bam-bini di quinta elementare il gior-no 21 maggio a Castel Beseno, al Trentino folk Festival e il 27 mag-gio 2010 presso il Teatro Tenda di Pergine. Sia i ragazzi delle secon-de medie che i ragazzi delle classi quinte della primaria hanno vissu-to questa esperienza come la conti-nuazione del cammino intrapreso lo scorso anno e al tassello rispetto, si è così potuto aggiungere il tassel-lo mettersi nei panni dell’altro. In questo cammino ci siamo trovati coinvolti anche noi insegnanti do-vendo lavorare in stretta collabo-razione fra ordini di scuola diversi ed è stato davvero una sfida perché anche per noi collaborare e lascia-re spazio all’altro non è cosa di tut-ti i giorni.

Lo spettacolo

L’attività proposta parte dall’idea che la pace incomincia conoscen-do la nostra storia… e appunto” Storie Migranti “ è il titolo del-lo spettacolo, che ha come scopo comune quello di educare i ragaz-zi ad apprezzare l’altro come metà dell’altra medaglia per costruire un mondo diverso, pertanto edu-care all’interculturalità e al saper-si mettere in gioco. Raccontare at-traverso la storia di un immigrato

la vita oltre oceano è raccontare la storia dei nostri nonni ma an-che quella attuale dei “vu cum-prà”… Il dolore provato dai nostri nonni è la storia di tutti quelli che oggi arrivano in Italia in cerca di un lavoro e sarebbe bello riuscire a dare loro il rispetto e l’accoglien-za che magari i nostri avi non han-no ricevuto. Il tutto condito, dalle canzoni del tempo Merica, Meri-ca; La Pastora, La legna verda, Gi-rolemin, La Villanella ecc.., e dal-le danze “mochene”che si facevano allora in compagnia per ricordare la terra lasciata.., dipingere lo sce-nario di allora, e delle terre nuove incontrate per poi ritornare dalla “morosa”…E’ uno spettacolo che ha visto i nostri ragazzi, rievocare quello che nel passato era avvenu-to…, e che ora si ripete per altri… Questo spettacolo ha preso spunto da quello realizzato nel nostro ter-ritorio trentino per il Festival delle Montagne.

Il progetto

Al progetto hanno partecipato 10 insegnanti, di cui 2 di musica, 2

artistica, 1 di tecnologia e cinque insegnanti della primaria delle Ro-dari di Pergine 2, con competenze di teatro, danza, italiano, matema-tica e sartoria. Abbiamo pianifica-to il lavoro attraverso gli incontri per dipartimento, uno circa ogni due mesi per accordarci e stende-re il programma di massima e tut-ta l’organizzazione spicciola, cia-scuno ha poi realizzato il lavoro con i ragazzi nelle ore curricola-ri e di laboratorio. L’insegnante di musica ha curato gli arrangiamen-ti delle sette canzoni e cinque dan-ze. Il lavoro è stato proposto ai ra-gazzi di tre quinte e cinque classi

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di seconda media, per un totale di 170 ragazzi così suddivisi: dieci at-tori, circa venti ballerini, cinquan-ta componenti l’orchestra per re-alizzare la musica, ottanta coristi per effettuare le canzoni e suonare le danze. Naturalmente tutti han-no partecipato a fare a turno ogni esperienza tranne la recitazione, solo in prossimità dello spettacolo si sono suddivisi nell’ordine di cui sopra. Il lavoro è stato svolto da di-cembre a maggio, sia per lo studio dei brani, che per la realizzazione delle scenografie, mentre l’acqui-sizione delle danze, la recitazione e realizzazione dei costumi, nel se-condo quadrimestre.

Le relazioni interpersonali e il rispetto

A fine lavoro abbiamo potuto con-statare quanto i nostri ragazzi e noi siamo riusciti ad ottenere in primis

un maggior senso di responsabili-tà individuale e nei confronti del gruppo e in più abbiamo imparato a conoscere “l’altro”, ad apprezzar-lo e capire che una buona relazio-ne rende la vita più bella e meglio vissuta. Pace è anche collabora-zione!! Le classi seconde coinvolte nello spettacolo “Storie migranti” lo scorso hanno avevano lavorato sul tema del rispetto, coniugan-dolo in vari modi. Come avevamo notato noi insegnanti era un tema, quello del rispetto, che entrava in ogni nostra programmazione. Non è stato, infatti, inventarsi nulla di nuovo, ma sottolineare ciò che già veniva fatto, o meglio vedere le cose che si facevano in quest’otti-ca. Ciò ha tranquillizzato molti in-segnanti e dato modo a chiunque lo abbia voluto di partecipare. Al-lora riflettere e vivere il rispetto, in geografia ad esempio, è diventato consultare non solo il nostro pla-

nisfero eurocentrico, ma anche il planisfero che il compagno cine-se usava nel suo Paese ed accorger-si, così, che le prospettive cambia-no.... è stato esporre le targhe delle diverse aule della scuola nelle di-verse lingue....in scienze rispetto è stato tener pulito l’ambiente scuo-la e rispettare la raccolta differen-ziata, partecipare in gran numero all’iniziativa di recarsi a scuola in bicicletta, anziché farsi accompa-gnare in automobile....è stato dar-si, dopo discussioni in classe, delle regole comportamentali e viverle non come imposizione, ma come strumento necessario.

Il punto di vista pedagogico

Dal punto di vista pedagogico il crearsi delle regole ha, lo ribadia-mo, aiutato i ragazzi a diventare più responsabili del loro compor-tamento. Nell’iniziativa venivano coinvolti anche un gruppo di ra-gazzi delle classi terze, fra i quali alcuni stranieri. Con loro si è stu-diato il “valore rispetto nella sto-ria”: le battaglie di chi ha lottato perché gli uomini avessero pari di-gnità (suffragio universale maschi-le, voto alle donne, i diritti dei lavoratori), a chi tale parola ha cal-pestato (nazismo studio e visita ad un campo di sterminio) o calpesta (partecipazione ad una conferen-za dibattito per ragazzi sulla terra strappata dalle multinazionali agli indigeni del Sud America). Rifles-sioni ed attività: il percorso è stato scritto dai vari ragazzi su un me-galenzuolo e portato come testi-monianza alla giornata della pace 2010.

Armida Moserinsegnante di educazione musicale

Elena Pasolliinsegnante nel biennio 2007-2009

di Intercultura dell’Istituto Comprensivo Pergine 2

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DALLE SCUOLE

Istituto Istruzione “Floriani” riva del Garda

Un pittore dall’aria vagamente bohemien se-gue sulla tela il contorno di una figura femmini-le, improvvisamente quella figura si anima, la tela si rompe e il nostro viene catapultato nell’atmo-sfera degli anni Sessanta, i “mitici” anni Sessanta. Questa la scena di apertura dello spettacolo alle-stito al Palacongressi di Riva del Garda, giovedì 13 maggio 2010 dal titolo “La scena è nostra” spettacolo di musica, ballo e parole sui mitici anni ’60!” e volto a rievocare un decennio caratte-rizzato dal più importante rinnovamento genera-zionale del secolo scorso.

DIECI e LODEStudenti della “Rete” in scena

“La scena è nostra”

Quegli anni, che qualcuno ha vissuto e altri sentito raccontare, hanno trovato interpreti efficaci e convin-centi negli studenti delle scuole che hanno aderito al progetto “La scena è nostra” promosso dall’Istituto d’Istruzione “Giacomo Floriani” e dalla sua Dirigen-te Elena Ruggieri. Il coordinamento è stato della do-cente Anita Covi. Alla cordata hanno aderito e parte-cipato:Istituto d’Istruzione “Giacomo Floriani” RivaLiceo Classico A. MaffeiIstituto Comprensivo Riva 2Istituto Comprensivo Val di LedroIstituto Comprensivo di ArcoCFP- EnaipOpera Armida BarelliCentro di salute mentale di Arco.Lo spettacolo, che ha intrattenu-to il pubblico per due ore, ha ri-percorso la colonna sonora di quell’epoca, ne ha fatto rivive-re le atmosfere e ha posto l’accen-to sui suoi simboli culturali senza dimenticare i tanti episodi stori-ci che hanno drammaticamente contrappuntato la vicenda di que-gli anni.

La soddisfazione delle scuole

La Dirigente dell’Istituto “Floria-ni”, Elena Ruggieri, è orgoglio-sa di aver dato il via, con la pro-

pria scuola, alla realizzazione di un progetto che ha visto coinvolte, per la prima volta nel territorio locale, ben otto scuole i cui studenti hanno avuto l’occasione non solo di mostrare i propri talenti, ma soprattutto di vivere la scuola da protagonisti, come luogo in cui l’impegno per lo “studio” può visibilmente diventare modo per crescere insieme agli altri, imparando e an-che divertendosiCantanti, attori, musicisti, ballerine, tecnici, sceno-grafi, truccatori... tutte le componenti professionali che ruotano intorno al teatro e lo rendono possibile sono state svolte con precisione, passione e senso di responsabilità da quasi duecento studenti coordinati dalle indispensabili figure adulte di riferimento.

Sostegno corale

In questa circostanza, tuttavia, fe-deli al titolo del progetto, ci piace mettere al centro i ragazzi con la loro voglia di fare, il loro entusia-smo e con i loro tanti talenti. Un doveroso riconoscimento al Pia-no giovani patrocinato dal Co-mune di Riva, alla Cassa Rurale e agli altri sponsor che hanno credu-to all’iniziativa, al regista Matteo Trenti, alla pittrice Selena Leardi-ni e alla coreografa Elisa Colla che hanno messo a disposizione estro ed esperienza.

Anita CoviDocente Istituto “Floriani”

Riva del Garda

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La fatica di leggere

L’idea mi è venuta quando ho vi-sto la difficoltà che avevano i miei alunni nel leggere un libro, man-cava in loro l’entusiasmo, la voglia di scoprire quanto bello sia leggere e vivere insieme ai protagonisti le varie vicende narrate, lasciarsi rapi-re della forza della trama, dai senti-menti dei personaggi e infine sor-prendersi per un finale molte volte inaspettato. La lettura è un attività stimolante e avvalorante che con-tribuisce ad arricchire il lessico, a migliorare la competenza ortogra-

scuola primaria I.C. Brentonico

Costruisci il tuo libro è un laboratorio di creatività che ha fornito spunti divertenti e stimolanti per avvicinare gli alunni della 4a dell’I.C. Bren-tonico ai libri e alla lettura, coinvolgendoli in un’attività cooperativa tecnico-manuale. E’bastato davvero poco per riuscire a dare vita a libri scritti e illustrati dai bambini, simpatici colorati e pieni di quella specia-le fantasia che solo loro possiedono. Questo il resoconto di un esperien-za didattica, realizzata da me nella mia classe, sulla costruzione di libret-ti pieghevoli. Il testo e le immagini sono state realizzate dagli alunni, la preparazione di pdf a cura dell’ insegnante in collaborazione con la bi-blioteca comunale e il tutto stampato in tipografia.

IL MIO LIBROCostruire in cooperativa

fica, a riflettere e a distogliere da una quotidianità spesso fatta di tv o play –station. Ma come far-lo capire ai miei alunni? Ho pensa-to che forse il renderli protagonisti nella realizzazione di un libricino gli avrebbe resi più positivi e desi-derosi nell’affrontare la lettura. Il mio obiettivo era proprio quello di invogliarli a leggere.

L’avvio dell’attività

Durante la prima fase dell’attività gli alunni sono stati divisi in grup-pi di lavoro di tre - quattro alunni

ciascuno, nella mia classe ci sono quindici scolari. Il criterio di sud-divisione è molto importante per-ché si devono costituire dei gruppi equilibrati tra di loro, è fondamen-tale nel gruppo il ruolo del singo-lo infatti ognuno degli alunni deve essere messo nella condizione di riuscire ad apportare un contribu-to importante si deve rendere in-dispensabile facendo la cosa che sa fare meglio che può essere quel-la di scrivere disegnare o appor-tare idee per la trama. Ho notato con piacere che tutti i ragazzi mes-si nella condizione di lavorare in-sieme alla raccolta delle idee, alla realizzazione del testo e dei dise-gni sono riusciti ad avere un ruo-lo attivo durante le fasi di lavoro. Dopo aver raccolto le idee il grup-po ha cominciato a mettere insie-me la trama.

Le storie e i libri

Inizialmente a livello orale ogni alunno ha espresso le proprie idee circa la vicenda, poi ha scelto il protagonista del racconto. La scel-ta del personaggio principale è sta-ta fondamentale perché è attorno a lui che si snoda l’intera vicenda. Ai gruppi ho detto che finalmente ci siamo, che ognuno sta per crea-re il suo personaggio. Abbiamo di-scusso di quanti tipi di personaggi vivono all’interno delle storie e dei libri: ci sono persone, animali, og-getti parlanti…Ho mostrato loro alcuni libri, precedentemente se-lezionati, che mettevano in risalto tale caratteristica delle storie, e che evidenziavano forme di illustra-zione diverse tra loro. Ho discusso con gli alunni anche dell’impres-sione che vari tipi di immagini su-scitano in chi le guarda e abbiamo riflettuto sull’uso del colore in re-lazione alle varie emozioni. Dopo tutti questi imput, ogni gruppo

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era pronto per decidere il perso-naggio del libro.

La creazione del personaggio

La scelta del personaggio è sta-ta per l’alunno un momento im-portante poiché stava dando vita a qualcuno che non c’era; è impor-tante anche per l’insegnante poi-ché dalla scelta, spesso proiettiva del personaggio da far vivere, può capire qualcosa dell’alunno che ha di fronte. Io ho aperto ciascu-na delle successive sedute di lavo-ro riprendendo il lavoro preceden-te all’interno dei gruppi, all’inizio dell’attività ogni gruppo mi ha rac-contato la storia fino al punto in cui è stata lasciata. La narrazione dei racconti è stata lasciata libera. I bambini in una conversazione atti-va tra di loro hanno organizzato e prodotto i testi secondo le modali-tà dello schema narrativo.

Testo, immagini e … la stampa

Gli sviluppi possibili di rielabo-razione o approfondimento sono stati ovviamente moltissimi. La scelta della tecnica espressiva da usare nella realizzazione delle illu-strazioni è stata lasciata al singo-lo gruppo. Dopo aver individua-to il personaggio gli alunni si sono concentrati nella preparazione del-le parti scritte e delle illustrazioni. Dopo una prima stesura a mano in brutta copia gli alunni avrebbe-ro dovuto lavorare su documenti Word già predisposti dall’insegnan-te. Il lavoro di ricopiatura per mo-tivi di tempo è stato fatto dall’inse-gnante che in collaborazione con la responsabile della biblioteca comu-nale ha preparato i files in pdf con le illustrazioni scannerizzate che sono stati spediti per posta elettro-nica ad una tipografia con cui aveva precedentemente preso contatti la

responsabile della biblioteca del no-stro comune, che fin dall’inizio si è dimostrata disponibile nell’organiz-zare il lavoro di stampa. Quando i libri sono stati stampati e gli alun-ni gli hanno ricevuti la loro gioia e soddisfazione ha ampiamente ripa-gato il lavoro di tutti. L’ultimo mo-mento è stato quello della condivi-sione del libro con gli altri gruppi: un bambino per gruppo, davanti al suo libro pieghevole, nello stile di un vecchio cantastorie, ha raccon-tato del suo personaggio e del suo modo di vivere. I libri stampati in più copie sono stati regalati alla scuola materna, alla biblioteca co-munale e scolastica ed altre copie ri-servate ad enti vari.

La trasversalità

Gli ambiti disciplinari maggior-mente coinvolti in questa attivi-tà oltre all’italiano sono stati: Arte ed Immagine e Tecnologia infor-

matica. In ogni caso il laborato-rio si è prestato a numerosi colle-gamenti disciplinari: basti pensare che l’alunno, chiamato a persona-lizzare il proprio libro, ha inven-tato storie, scritto testi, realizzato disegni... Il laboratorio è stato at-tivato per due ore settimanali du-rante l’ora di Italiano ed immagi-ne a partire dal mese di gennaio e si è concluso a fine aprile. L’esperien-za è stata realizzata nella quarta A dell’Istituto Comprensivo di Bren-tonico. Un’esperienza, che si è con-cretizzata grazie alla preziosa col-laborazione di tutti coloro che vi hanno contribuito: Federica Pas-serini responsabile della biblioteca comunale di Brentonico, la segre-teria dell’Istituto e la dirigenza che ha approvato il progetto e il signor Andreolli Giorgio che ha provve-duto all’impaginazione dei testi.

Emanuela Antonelli Insegnante dell’I.C.Brentonico

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SEGNALIAMO

il libro

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Scheda

Il paradosso del Collalto – Con Il parados-so del Collalto Marco Dallari usa a pretesto dodici opere dell’artista Concetto Pozzati pro-dotte fra il 1968 e il 1982 per raccontare una delicata e paradossale storia d’amore fra un professore di letteratura in una scuola media superiore della Romagna e una ex studentessa di belle Arti, aspirante attrice teatrale, che lo inizia alla comprensione dell’arte visiva.

Marco Dallari pedagogista, è stato coordi-natore dei servizi per l’infanzia a Bologna e Carpi. Dal 1977 al 1994 è stato docen-te di Pedagogia e Didattica dell’Educa-zione Artistica presso l’Accademia di Bel-le Arti di Bologna e Firenze e animatore di laboratori didattici presso musei e gal-lerie d’arte moderna. Nel 1994 è profes-sore straordinario di Educazione compa-rata all’Università di Messina. Dal 1997 è professore ordinario di Pedagogia genera-le e sociale all’Università di Trento, dove fonda e dirige il Laboratorio di Comuni-cazione e Narratività. Tra le sue pubblica-zioni ricordiamo: L’uomo dall’impermeabi-le (romanzo), Pesaro, Metauro 2004; La dimensione estetica di Paideia, Fenomeno-logia, arte, narratività, Trento, Erickson 2005; In una notte di luna vuota, Educa-re pensieri metaforici, laterali, impertinenti, Trento, Erickson 2008. È redattore delle riviste Encyclopaideia (Clueb Bo) e Infan-zia (Perdisa Bo). Collabora da tempo ed è autore e curatore di libri per ragazzi: il più recente è C-arte per le rime, Bazzano (Bo) Artebambini, 2010.

Marco Dallari, Il paradosso di Collal-to, Opere di Concetto Pozzati, Edizioni Bonobo, Bologna 2010, pp 95, € 13,50

ANDERSEN...Un premio, un romanzo, una nuova sfida

marco dallari con-tinua a sorprendere/ci per la sua produzio-ne un po’ “eretica” per i poveri mortali che dal pedagogista – docente ordinario da anni all’Università di Trento – si aspette-rebbero magari la ri-proposizione di un bel manualone sulla pedagogia generale, appunto, o un nuo-vo saggio sul mestiere dell’insegnante, sul-la valutazione, sul-le nuove modalità di approccio didattico e via elencando. Invece no: alcuni anni fa pubblica il suo primo romanzo, due anni dopo un testo dal titolo creativo In una notte di luna vuota, Educare pensieri metaforici, laterali, impertinenti poi va in giro ad incantare con le sue letture emozionanti (assieme ad alcu-ni suoi bravi allievi e collaboratori di un Laboratorio messo in piedi prima alla SSIS e poi alla Facoltà di Scienze cognitive di Rovereto) ed ora, nello stesso mese di maggio 2010 rice-ve uno dei più prestigiosi premi legati alla lettura, ma anche a “libri e idee tra scuola & biblioteca” come recita in copertina la rivista che porta il nome del Premio Andersen con una mo-tivazione che riguarda molto da vicino il mondo della scuo-la; gira sempre più fuori del Trentino in Italia ed all’estero per fare formazione su questo. Dulcis in fundo: avvia una nuova sfida editoriale legata alla precedente esperienza di Artebam-bini, nuova non solo nel nome “Bonobo”, ma anche nel taglio delle pubblicazioni tra arte e scrittura, tra immagine e paro-la, nella collana che Dallari dirige e che ha già preso il via con quattro romanzi, il primo dei quali porta la firma proprio di Marco Dallari (vedi scheda accanto e recensione a pagina 48)l’aBBiamo incontrato nella sua casa a rovereto giovedì 17 giugno 2010 per parlare delle ultime scelte (che scoprire-mo poi essere le stesse di sempre, addirittura quelle del ragaz-zotto di Modena paroliere anche di una canzone dei Noma-di). Partiamo dal Premio Andersen, ma poi parliamo anche della lettura e della sua nuova sfida editoriale, lasciando al cri-tico Giuseppe Colangelo il compito di recensire il romanzo. Il resoconto dell’intervista, abbastanza fedele, non è stato ri-visto dall’interessato.

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L’INTERVISTAun Premio Per la Promozione e la diffusione della lettura giovanile…

Il Premio Andersen è la segnalazione dei libri per ra-gazzi di qualità, che hanno particolari caratteristiche di interesse e hanno avuto anche un riscontro di critica e di pubblico, quindi non è un premio che viene dato solo per decisione dei membri della giuria: prima di tutto valu-tano la qualità dei libri, in base a tutta una serie di va-riabili che sono il miglior autore, il miglior illustratore, la miglior casa editrice, il miglior autore completo, cioè quelli che fanno sia la parte illustrativa che quella scrit-ta…; poi, in più, viene dato un premio a chi ha avuto meriti particolari per la diffusione della lettura giovani-le e quest’anno lo hanno dato a me. Quindi è proprio un premio che tende a promuovere la letteratura giovanile di qualità a 360° in tutte le sue variabili.

Quindi un Premio, che con la scuola ha a che fare…

Alla grande, anche perché la scuola purtroppo ha poca at-tenzione per la letteratura giovanile. Si continua a pen-sare nella scuola, soprattutto nella scuola media, che sia importante conoscere gli autori storici e non che sia inve-ce importante promuovere il piacere e la curiosità per la lettura. Ci sono oggi dei libri e degli albi illustrati, come si chiamano tecnicamente, dei libri illustrati che sareb-bero adattissimi anche alla scuola media, di carattere an-che scientifico non solo narrativo, il libro per ragazzi oggi è un universo di grandissima qualità che gli insegnanti non conoscono; anche perché molte riviste, come Ander-sen, ed altre, penso per esempio a Liber, che è un’altra rivista bellissima che arriva nelle scuole, restano spesso incellophanate. Non c’è l’abitudine di leggerle, magari si fanno studiare gli autori più famosi già storicizzati e non c’è passione e attenzione per le novità.

Premiato il Laboratorio dell’università di Trento per i suoi videolibri

a te è stato dato il Premio andersen Per la Promozio-ne della lettura 2010, cosa vuol dire, cosa hai fatto?

Io ho fatto ricerca e formazione e mi sono inventato delle cose che promuovono la lettura per cui chi le vuole utiliz-zare può utilizzarle; non sono stato premiato solo io come persona, ma il lavoro che stiamo facendo con il Labora-torio dell’università e con il Laboratorio di comuni-cazione e narratività dell’università perché partendo dai libri facciamo dei prodotti sprimentali che sono quel-

li che noi chiamiamo videoletture, videolibri per cui un libro, soprattutto ovviamente a partire dalle illustra-zioni, viene trasformato in un video in cui c’è un lettore che a volte sono io, e a volte è una nostra amica insegnan-te, Annalisa Maule, che ha fatto anche l’attrice ed ha delle particolari doti di lettrice, un altro libro lo sta pre-parando Roberto Gris. Abbiamo visto che quando noi facciamo vedere ai bambini questi libri c’è una specie di promozione del libro che dopo viene letto o comprato an-che perché i bambini, come pure noi adulti, hanno diffi-denza di ciò che devono scoprire totalmente, cioè noi sia-mo interessati a ciò che è in parte da scoprire, ma che in parte sappiamo riconoscere. Il meccanismo del riconosci-mento è sempre un meccanismo che rinforza l’interesse, perché ti rende più sicuro, altrimenti è solo pubblicità; e, allora, noi abbiamo visto, e io l’ho verificato di recente proprio in una scuola di Foggia, che se facciamo vedere il video ai bambini e poi diciamo scegliete questi libri fra i quali c’è quello su cui noi abbiamo fatto il video, loro si buttano su quello che hanno già visto e sentito leggere. Si tratta di un prodotto ancora un po’ sperimentale e che io sto proponendo anche alla televisione; la TV per ragazzi di Rai 3, quella che ha inventato la Melavisione, è inte-ressantissima, può essere un piccolo format per fare qual-cosa anche a carattere televisivo.Io sono chiamato molto in giro, in Trentino no, ma nel resto dell’Italia e anche in Svizzera mi chiamano abba-stanza per fare formazione con gli insegnanti su come si usa il libro per ragazzi, su come si sceglie, su come si usa un’illustrazione e perché un’illustrazione è migliore di un’altra.

Questo tuo legame con l’illustrazione, con la relazione immagine, e Parola riPreso anche nella nuova avventura editoriale non è estemPoraneo? forse c’è dietro anche un legame ancora una vol-

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ta con la scuola “Bolognese”, Penso ad antonio faeti ed ai suoi scritti su Questo…

Certamente, io sono stato un allievo di Antonio Faeti che ho visto recentemente e che mi ha ricordato che quando fece il suo primo seminario in università, arrivò in ritar-do uno studente che disse “scusi è qui che…” ed ero io, e non a caso a Bologna è nata la libreria Giannino Stop-pani c’è la Fiera del libro per ragazzi e molti illustrato-ri sono venuti fuori dall’Accademia di belle arti di Bo-logna, che è stata la prima ad avere un’attenzione anche per l’illustrazione come genere artistico.

Parola e immagine rendono il lettore meno passivo e aiutano l’elaborazione personale autentica…

un Pedagogista Premiato Perché si fa divulgatore della lettura? è un Po’ anomalo risPetto al cano-ne classico del Pedagogista o no?

Invece il mio lavoro resta assolutamente nella pedago-gia, perché l’essere umano, come ci ricorda il filosofo Ernest Cassirer, è un animale simbolico. Quando ingenuamente, ma giustamente, si diceva che il compito dell’istruzione è imparare a leggere, scrivere e far di conto… lasciando stare un attimo il far di conto, leggere e scrivere significa creare una familiarità oltre che una conoscenza e una competen-za con gli apparati simbolici e l’incontro della lingua delle parole con la lingua delle immagini è l’apparato simbolico più semplice perché è quello che, da quando esiste un libro fino ad internet e agli audiovisivi, è sempre quello che at-tira di più; cioè un libro illustrato attira di più di un libro solo scritto la persona non specialista, non già tecnicamen-te alfabetizzata. Oltre a questo, ci sono molti studi, a co-minciare da quelli di Jean Francois Lyotard, che ha scritto un libro bellissimo negli anni settanta sul discorso “figu-ra”, dove sostiene proprio che l’incontro di immagine e testo scritto aiuta ad aumentare il lavoro interpretativo; cioè, a differenza di quello che sosteneva Bruno Bettelheim, che da bravo ebreo non voleva le illustrazioni, aveva fobia nei confronti dell’immagine e dall’ambito religioso lo trasfe-riva su qualunque altra cosa importante, Lyotard e dopo di lui tanti altri studiosi sostengono che, mentre la parola rischia sempre di essere autoritaria, rischia di avere a che fare con l’esercizio del potere perché pretende sempre o dà l’impressione di volere dire la verità, quando alla parola

associ l’immagine crei una distanza fra i due codici comu-nicativi, che permette al soggetto di metterci del suo. Non solo, ma la persona è più vicina alla lingua delle parole, lo si vede anche col bambino, prima legge le parola poi guar-da le immagini; invece la persona meno preparata prima guarda le immagini poi legge le parole, eppure sono due co-dici diversi perché gli emisferi celebrali che decodificano le immagini e quelli che decodificano le parole non c’entra-no uno con l’altro; ma proprio questo lavoro di far lavora-re tutto il cervello per capire cosa c’è scritto su quella pagi-na su quel testo è un lavoro in cui il soggetto non è solo un recettore passivo, non compie solo un’operazione di appren-dimento, ma un’operazione di interpretazione e di elabo-razione personale, quindi un’operazione più autentica.

Arte e narrazione: una nuova sfida editoriale

Perché una nuova avventura editoriale Per adulti che enfatizza il legame arte e narrazione?

Io sostengo, e persone molto più autorevoli di me sosten-gono che comunque l’illustrazione, quando è di qualità, è arte e quindi i libri illustrati per bambini di qualità sono davvero libri d’arte: un “Cappuccetto Rosso” illu-strato da un grande illustratore anche se il testo è quello dei Grimm o di Perrault diventa un’altra cosa, diventa un altro testo, diventa attualizzato, diventa interessante. Io ho tre “Cappuccetto Rosso” illustrati da tre grandi au-tori diversi, sembrano tre testi diversi, ma in tutti l’illu-stratore si mette al servizio di un testo. Invece, l’operazio-ne che ora facciamo con gli adulti è un po’ quella della grande tradizione antica dell’arte che ha sempre raccon-tato storie, prima di tutto le storie della tradizione re-ligiosa cristiana, pensiamo solo alla storia di Francesco d’Assisi raccontata da Giotto e da Cavallini, che permet-teva al sacerdote di portare in giro per la chiesa i fede-li facendo vedere le immagini e raccontandone la storia. Questo dilata l’intelligenza, porta cioè la capacità e la comprensione della storia nella dimensione dell’immagi-nario perché nell’immagine comunque, se l’immagine è di qualità - parliamo di opere d’arte - c’è sempre una ec-cedenza di significato e di senso rispetto al testo scritto, il racconto semplice di Francesco che parla al lupo di Gub-bio si arrichisce di uno scenario e di particolari e di cose che non c’entrano. È un po’ come vedere un film in cui non c’è solo quello che vuoi dire e raccontare, ma c’è una eccedenza e molte volte noi ricordiamo proprio i dettagli particolari, la stessa prospettiva è già una chiave inter-pretativa che non può essere scritta, ma che l’immagine ti dà. L’idea è di fare una collana in cui gli autori non sono più gli illustratori che sono al servizio del te-

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sto ma sono gli autori che costruiscono un testo che debba fare i conti con le immagini d’arte che esisto-no già, e questa io la trovo una cosa molto interessante. Io, per esempio, mi sono molto divertito a scrivere un te-sto costringendo il testo a fare i conti con le illustrazioni; è un’operazione che permette anche di valorizzare un pa-trimonio artistico che ha smesso di essere narrativo nella contemporaneità perché, mentre in passato gli artisti era-no narratori, nella contemporaneità gli artisti sono più filosofi che narratori, invece noi li facciamo ridiventare narratori. Quindi si parte da un’opera d’arte o da una se-rie di opere d’arte, da un autore e si costruisce una storia in cui le immagini c’entrino, anche se la storia che vie-ne raccontata non è necessariamente la storia dell’artista nè del contenuto dell’opera. C’è questo cortocircuito che io, come pedagogista, ritengo particolarmente importan-te, perché quello che succede in questi libri è esattamente quello che succede a tutti noi tutti i giorni. Noi viviamo in un mondo che è sempre più pieno di immagini, den-tro questo mondo noi costruiamo la nostra storia e le no-stre storie, ma nell’incontro con l’immagine le cose si di-latano. Quando noi andiamo a vedere un museo o una mostra la nostra storia si interrompe; in passato l’arte cer-cava di entrare nella quotidianità delle storie personali e delle storie collettive, oggi c’è anche una separazione, oggi trionfano gli specialisti, chi si intende di arte non si in-tende di letteratura e chi si intende di letteratura non si intende di arte.

semBra Paradossale, nel senso che nel momento in cui l’immagine entra con violenza daPPertutto, l’arte invece fa fatica ad entrare nel racconto…

Esattamente, nella narrazione e nella quotidianità che per noi umani è sempre il nostro racconto autobiografico. Non a caso nella scuola media e in quella superiore lette-ratura e arte sono due materie distinte e questo già è una follia, perché in realtà sono i due codici in cui gli uomi-ni hanno sempre raccontato la loro storia e le loro storie.

Un romanzo breve

la recensione del tuo liBro viene doPo, ma tu come lo definiresti, in termini di Prodotto narra-tivo? un romanzo, un racconto lungo? Un romanzo breve, ma per rispetto della classificazione che si fa delle opere letterarie, perché di solito il racconto è quello che si dice ha un’unità di tempo e di spazio, invece il romanzo è quello che si dilata in più spazi e in più luo-ghi e in un tempo più dilatato. Il mio, pur essendo molto breve, è un romanzo, c’è un racconto autobiografico di un

tizio che è nato e che mentre racconta vive in Toscana, che ha vissuto una storia in Ro-magna dove ci sono due luoghi topici del rac-conto, Cesenatico e Sant’Arcangelo di Romagna… quin-di è un viaggio nel tempo e nello spazio e strutturalmen-te, formalmente è un romanzo.

secondo te, Questi Prodotti narrativi Possono es-sere usati a scuola?

Con la precauzione del testo, nel senso che ci sono raccon-ti più comprensibili. Io non credo che esistano limiti di età in avanti, possono esistere dei limiti di età all’indie-tro, nel senso che i bei racconti che capiscono i bambini possono essere e sono belli anche per gli adulti. Credo che questo romanzo possa essere letto dalla scuola media in poi, non è certamente adatto alla scuola elementare per ragioni di comprensibilità.

chiudiamo tornando al Premio andersen. che ef-fetto ti ha fatto dal Punto di vista umano e Per-sonale?

Una grande emozione per tre motivi. Prima di tutto c’è la gratificazione anche narcisistica di ricevere un premio, anche se poi viene il sospetto che è un segno pure di vec-chiaia perché quando cominciano a premiarti vuol dire che sei vecchio, ma siccome si invecchia comunque me-glio invecchiare da premiati che invecchiare e basta. Le due cose che mi sono piaciute sono che non è un premio di ambito pedagogico in senso stretto e che quindi a un pedagogista sia stata riconosciuta una ricaduta, cioè di aver fatto qualcosa che può essere utile e ben fatta al di fuori dell’ambito che viene considerato strettamente pe-dagogico. Poi mi è piaciuto che sia stato segnalato il lavo-ro fatto all’università di Trento, che solo qui poteva essere possibile con il Laboratorio che abbiamo messo assieme e che ha funzionato e continua a funzionare sia come luo-go di formazione che come luogo di ricerca. Noi abbiamo a Rovereto un piccolo studio televisivo, anche se modesto, composto di due telecamere e una sala di montaggio; il nostro tecnico, laureato in pedagogia, Carlo Cristofoli, si è fatto per conto suo dei corsi di regia e ha trovato la possibilità di realizzare le sue vocazioni.

Mario Caroli

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Idea interessante, penna ispirata e felice…

Il ridotto specimen di esempi è suf-ficiente a dimostrare che l’incontro fra parola letteraria e arti figurati-ve ha dato e può continuare a dare risultati assai notevoli. Per questo appare davvero interessante l’idea dell’editore Bonobo di lanciare una collana la cui identità è pro-grammaticamente incentrata sulla collaborazione tra i linguaggi della parola e quelli dell’immagine. Qui le immagini d’arte appartenenti al patrimonio storico o anche inedi-te vengono offerte all’attenzione di autori che, nella forma del roman-zo breve, devono costruire racconti nei quali il testo sia allo stesso tem-po, e interattivamente, letterario e visivo. Cosa che, a mio avviso, si è già pienamente realizzata nel vo-lume inaugurale, Il paradosso del Collalto, uscito dalla penna, ispira-ta e felice, di Marco Dallari. Qui infatti le opere dell’artista prescel-to, Concetto Pozzati, non sono un semplice pretesto per avviare e svi-luppare la narrazione ma elementi centrali e fondanti, organicamente distribuiti nel corpo vivo del rac-

conto. E questo fin dall’inizio dove troviamo il protagonista e io nar-rante Umberto Collalto, professo-re di lettere all’Istituto Magistrale di Cesenatico, intento a sfogliare, con crescente curiosità e traspor-to, le pagine di un catalogo che ri-produce alcuni collage del 1977 di Pozzati, nel cui leitmotiv – il recu-pero delle memorie familiari – egli si riconosce trovandovi «qualcosa di intrecciato» a ciò che anche lui sta cercando. Subito dopo Collalto parla brevemente delle sue origini toscane, dei suoi studi universita-ri, della sua passione per la lettera-tura, tracciando questo ponderato bilancio della sua vita di trenta-quattrenne: «Ho un’età in cui, pur essendo ancora definibile “giova-ne”, mi accorgo di essere quello che sono non tanto per il presen-te che occupo e interpreto o per un futuro che attendo e progetto, ma in quanto risultato di ciò che ho visto, sperimentato, ascoltato, imparato, letto. Sono la conoscen-za, la memoria, la cultura persona-le, a consegnarci la coscienza di ciò che siamo, o riteniamo di essere, e a consentirci magari di progettare e creare qualcosa».

Nei poeti italiani contemporanei i riferimenti al mondo figurativo sono più frequenti, e non di rado molto significativi, di quanto si possa im-maginare. D’emblée penso a Eugenio Montale e ai suoi rapporti con la pittura di Filippo De Pisis e di Giorgio Morandi, i cui tratti fondamen-tali oltre ad influenzare il poeta – pittore hanno anche fornito qualche elemento costitutivo alla sua poetica. Penso poi ad Attilio Bertolucci che ci ha lasciato un memorabile testo intitolato, non a caso, “Le conso-lazioni della pittura” e altri in cui prendendo l’abbrivio da celebri quadri di Poussin, di Rubens e del Parmigianino è giunto a esiti di grande sug-gestività. E a Valentino Zeichen, che nella sezione “Pinacoteca” della sua Pagine di gloria, interroga e commenta opere di artisti che vanno da Piero di Cosimo a Duchamp, De Chirico, Burri. Per non parlare, infi-ne, della relazione di reciproca illuminazione esistente tra la pittura se-nese del Trecento e la poesia di Mario Luzi.

ARTE E PAROLAGià Montale, Bertolucci, Luzi…

la recensione

Collalto, un uomo di raffinata cultura, un insegnante

Collalto dunque, è un uomo di raffinata cultura, un insegnante di valore riconosciuto, un intel-lettuale problematico impegnato in una difficile ricerca di sé. Pen-sa, si interroga, si analizza, senza però ancora riuscire a individua-re la direzione giusta e necessaria. Un primo valido aiuto gli viene da un amico ricercatore universitario, che indica, con grande concretez-za, percorsi, mezzi e guida: «Non limitarti a rimuginare: scrivi, metti insieme un saggio, un articolo. O vuoi ridurti come quegli insegnan-ti che ripetono per tutta la vita la stessa lezione e magari dettano gli appunti, che è la cosa più sfigata che possa fare un docente? Ti ri-cordi come si fa una tesi di laurea o no? Prova a farne un’altra, anche se breve. Un artista bolognese, Concetto Pozzati, lavora da sempre sul rap-porto fra memoria, cultura e iden-tità; a lui potresti rubare una mon-tagna di suggestioni». Il secondo, non meno importante, dall’incon-tro casuale con una giovane aspi-rante attrice, Rosanna Casadio, ex studentessa di Belle Arti, allie-va di Pozzati, che oltre a iniziar-lo alla comprensione dell’arte vi-siva, gli regala momenti d’amore rigeneranti. Proprio al racconto di quest’ultima vicenda Dallari, so-stenuto da una scrittura fresca e briosa, dedica le pagine più nume-rose e coinvolgenti. Ma è tutto il libro che convince. Per profondità di sguardo, per am-piezza di orizzonti, per la capaci-tà dell’autore di fare emergere in modo esemplare la complessità dei due protagonisti. Dalla sua lettura si esce arricchiti di conoscenze e di emozioni.

Giuseppe Colangelo

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n.6 giugno 2010

Noi alunni della quinta classe…

Noi alunni della classe quinta della Scuola Elemen-tare di Nogaredo (TN), venerdì 21 maggio, abbiamo partecipato alla finale dei Giochi Matematici del 18° RALLY MATEMATICO TRANSALPINO.Siamo stati accompagnati e incoraggiati dalle nostre insegnanti:Bruna Marzadro (Matematica)Cinzia Bertoldi (Tedesco)

La finale alla media “Sighele”…

Tutti noi, con entusiasmo ci siamo recati a Riva del Garda presso la Scuola Secondaria di primo grado “Scipio Sighele” per sostenere la prova finale.Quest’anno ai Giochi Matematici hanno aderito 240 classi della Provincia, dalla terza elementare alla ter-za media. Le prime due classi vincitrici di ogni cate-goria hanno partecipato alla finale.

Ci siamo classificati primi…

Ci siamo classificati primi nella categoria numero cinque e quindi siamo andati in finale.Agitazione, agitazione: è stata questa la nostra emo-zione. Poi, passata la paura iniziale, ci siamo immer-si completamente nel lavoro e insieme abbiamo svol-to i giochi matematici che, a prima vista, sembravano molto difficili. “L’unione fa la forza”, e così abbiamo risolto brillantemente i problemi! I giochi matema-tici, infatti, non sono i classici problemi da risolvere individualmente, ma si affrontano in gruppi. La clas-se si organizza autonomamente utilizzando le capa-

Scuola Primaria nogaredo - Istituto Comprensivo Villa Lagarina

La madre di un’alunna della scuola primaria di Nogaredo ci ha inviato questa breve nota parlando di “una bella esperienza fatta dagli alunni della Scuola Elementare di Nogaredo, che ha come dirigente scolastico Paolo Goffo: la partecipazione alla finale del 18° Rally Matematico Transalpino a Riva del Garda (maggio 2010) dove si sono classificati al primo posto. Le allego una foto della classe 5, di cui fa parte anche mia figlia.” La madre ha anche chiesto di lasciare in fondo all’articolo solo i nomi dei ragazzi. Non abbiamo l’abitudine di pubblicare tutto ciò che arriva in redazione, specialmente quando si tratta di brevi notizie destinate per lo più a giornali quotidiani, ma in questo numero di fine anno scolastico diamo spazio anche ad altre notizie come questa, convinti di far piacere innanzitutto ai ragazzi, ai loro docenti e, ovviamente, alla madre che ci ha inviato la breve nota. Anche perché del Rally di matematica, la rivista s’è occupata più volte entrando molto nel merito della competizione e della ricaduta per i ragazzi, con ampi ser-vizi anche di Roberto Battisti, docente di Riva del Garda, che in quel periodo ha ricoperto un ruolo di pro-motore del Rally non solo per Trento.

MATEMATICAIl 18° rally transalpino

cità che ogni alunno riesce a mettere a disposizione per arrivare alla soluzione. Si valorizzano così le com-petenze e la voglia di mettersi in gioco collaborando. Quanta gioia e soddisfazione quando ci hanno pro-clamato vincitori anche della finale!

Ringraziamo la nostra maestra e…Vogliamo esprimere un particolare ringraziamento alla nostra maestra Bruna e al dott. Paolo Goffo, dirigente dell’istituto Comprensivo di Villa Lagarina, che, con la sua disponibilità, ci ha permesso di vivere intensamente questa bellissima esperienza.

Mariagiulia, Elisa, Chiara, Vasil, Arianna, Gabrie-le, Francesco, Chiara, Alice, Nicholas

alunni della classe quinta della Scuola Primaria di Nogaredo

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n.6 giugno 2010

Il bando del concorso nazionale titolava “Sicurezza sul lavoro nei cantieri edili” ed era riservato a tut-ti gli studenti del quinto anno degli Istituti Tecnici per geometri, Istituti Tecnici e Commerciali e per geometri e ITIS in edilizia, con lo scopo di far co-noscere e approfondire la tematica della sicurezza nei luoghi di lavoro perché gli studenti, una vol-ta inseriti nel mondo produttivo, siano consape-voli dei rischi e delle problematiche della vita la-vorativa nei luoghi di lavoro. Il conferimento del premio rappresenta il riconoscimento del merito personale e ticket per l’acquisto di materiale sco-lastico.L’istituto “Fontana” ha vinto il primo premio nazionale del concorso “Sicurezza sul lavoro nei cantieri edili”. Il concorso è stato vinto con un gioco ideato e realizzato dalla quinta geometri del corso Sirio (serale), composta dal gruppo di studenti: Alessandro Fiorini, Lucia Degaspe-ri, Corrado Del Re guidati dal docente Andrea Vinante. La particolarità sta proprio nel coin-volgimento attivo di una classe del corso per geometri serale composto da persone che la-vorano e studiano nel contempo. Il gioco, de-nominato “RisKio 0” è modellato nel nome sul più noto gioco da tavola “Risiko” e nella sostanza sul vecchio “Monopoli”.

Il gioco

“Riskio 0” è un gioco che pone ai giocatori alcune questioni fondamentali: la si-curezza nel cantiere edile non si improvvisa, la sicurezza ha un costo, si ottiene portando a zero il fattore di rischio, in cantiere non tutto è prevedibile. Combi-nando tra loro le fasi del processo edilizio, i costi, i fattori di rischio e gli imprevi-sti il gioco “Riskio 0” obbliga ogni giocatore a confrontarsi con il tema della si-curezza nel cantiere. Scopo del gioco? Quello di arrivare per primo al traguardo passando per tutte le diverse fasi del processo edilizio; far crescere all’interno degli Istituti per geometri e periti edili conoscenze e competenze rispetto al tema del-la sicurezza; giocare a scuola per dire che in cantiere non si può e non si deve giocare con la sicurezza.

il premio

SICUREZZAAl Fontana il premio nazionale

Premiati per:

l’idea progettuale CAPOLUONGO ANTIMOGOLDONI FEDERICORICCHI GIULIABONINI GIULIAOLIVI SARALO PICCOLO LAURA

I.T.C.G. "L. EINAUDI" CORREGGIO (RE)migliore

presentazioneBELLANOVA ROBERT JOSEPH

FUSCO PASQUALECALABRESE ALESSANDROSEMERARO PASQUALE

I.T.C.G. "J. MONNET" OSTUNI (BR)messaggio più efficace

EPIFANI ILARIASCALIGERI PASQUALECESARIA PASQUALEPASCALE GIAMMARCO

I.T.C.G. "J. MONNET" OSTUNI (BR)maggiore qualità filmica, narrativa ed efficacia espressivaBUFALINI MATTEO I.T.C.G. " G. SPAGNA" SPOLETO (PG)maggiore qualità dell’immagine e dei

coloriFERRANTE MARIA ROSARIA I.T.G." L. VANVITELLI"CAVA DEI TIRRENI (SA)

3°classificatoIOTTI LUCA – MINARELLI ANDREAI. T. C.G. "L. EINAUDI" CORREGGIO (RE)

1°classificatoFIORINI DEIVY ALESSANDRO - DEGASPERI LUCIA DEL RE CORRADOI.T. C. G. "FONTANA" ROVERETO (TN)

2°classificatoVECE ANGELO - COZZI ALFREDOI. S. I. SS. "E. CORBINO" CONTURSI TERME (SA)