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Direzione Centrale Tutela Aziendale Safety Riunione periodica relativa al 2003 ex art. 1 Accordo del 16/09/2003 14/09/2004

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

Riunione periodica relativa al 2003

ex art. 1Accordo del 16/09/2003

14/09/2004

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

SVILUPPO PROGETTISVILUPPO PROGETTI

UFFICIO AMMINISTRAZIONEUFFICIO AMMINISTRAZIONE

PIANI OPERATIVIPIANI OPERATIVI

SICUREZZAFISICA

SICUREZZAFISICA

SICUREZZALOGICA

SICUREZZALOGICA

MEDICO COMPETENTE CENTRALEMEDICO COMPETENTE CENTRALE

DCTADatore di Lavoro Delegato

DCTADatore di Lavoro Delegato

SAFETYServizio Prevenzione

& Protezione

SAFETYServizio Prevenzione

& Protezione

Riorganizzazione della struttura del Datore di lavoro

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

Riunione ex art. 11 Dlgs 626/94

Il datore di lavoro, direttamente o tramite il servizio di

prevenzione e protezione, indice almeno una volta

all’anno, una riunione alla quale partecipano le

seguenti figure:

- Datore di Lavoro o un suo rappresentante

- Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione

- Medico Competente

- Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

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Riunione regionale ex art. 1 accordo del

16/09/2003Le riunioni periodiche regionali sono convocate da RUR, a cadenza annuale, su iniziativa del Datore di Lavoro di concerto con la DCTA/PTA. Alla riunione partecipa:

-il responsabile RUR, in qualità di rappresentante del Datore di Lavoro;

-i responsabile del PTA;

-il medico competente coordinatore dei medici regionali;

-i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza eletti nel relativo ambito regionale.

-La convocazione della riunione verrà inoltrata anche ai membri

dell’Organismo Paritetico Regionale (OPR).

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Riunione nazionale ex art. 1 accordo del

16/09/2003

La riunione a livello nazionale è convocata da DCRUO/RI su iniziativa del Datore di Lavoro e la DCTA/Safety Alla riunione partecipa:

- il Datore di Lavoro (o un suo rappresentante);

- il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

- il medico competente centrale coordinatore;

- le OO.SS. stipulanti l’accordo integrativo del 16.09.03

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Nel corso della riunione il DL sottopone

all’esame dei partecipanti:

a)      il documento di cui all’art. 4 commi 2 e 3

b)      l’idoneità dei mezzi di protezione individuale(DPI)

c)      programmi di informazione e formazione dei lavoratori

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    Documento di cui all’art. 4 commi 2 e 3

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

Riferimenti normativi e aziendali D. Lgs. 626/94 (ex art. 4, comma 2, lettera ‘a’ )

D.O IS.L. n° 33 del 17/10/2002 “valutazione rischi per processo di lavoro, che rappresenta un riordino delle disposizioni aziendali precedenti in materia di valutazione dei rischi”

Campo di applicazione La VR si applica a tutto il personale di Poste Italiane e viene effettuata per ogni singola attività ed unità produttiva

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In data 13.05.2003 è stata acquisita dal Servizio di Prevenzione e Protezione la certificazione di qualità ISO 9001:2000 per il seguente campo:progettazione dei criteri tecnico-metodologici per la valutazione dei rischi connessi all’igiene e alla sicurezza del lavoro per gli adempimenti del D.Lgs. 626/94. Erogazione di servizi di valutazione dei rischi e attuazione delle azioni di formazione/informazione di Legge per gli adempimenti del D.Lgs. 626/94.Allo scopo di garantire la massima efficacia ed efficienza del proprio lavoro, il SPP ha progettato e predisposto il “Documento Tecnico di Valutazione dei Rischi” (DTVR) costituito da tutte le procedure e le disposizioni organizzatine (DO-ISL) necessarie alla gestione dei processi che fanno parte del sistema di valutazione dei rischi e tutela della sicurezza sul lavoro. Il DTVR è il sistema (metodo, organizzazione, dati e informazioni) controllato e standard utilizzato sia in fase di progettazione sia in fase di realizzazione dell’attività di valutazione dei rischi e definizione delle azioni di tutela. Inoltre, il DTVR è l’elemento fondamentale per la qualificazione del servizio di valutazione dei rischi poiché rappresenta il riferimento oggettivamente riscontrabile.

Certificazione UNI EN ISO 9001:2000

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Criteri generaliI “sistemi”

di valutazione

StandardInformatici

Processidi lavoro

Attrezzature MaterialiLuoghi

di lavoroAmianto

Monitoraggiambientali

Sopralluoghi

Gestionedei

“Cantieri”

Gestionedella

“Innovazione”

Gestione“Acquisti”

DB

Gestione“Infortuni”

DelegheNomine

Incarichi

Gestioneprescrizioni

ASL

Gestionedei

“Terzi”

GestioneRifiuti edImpatto

ambientale

Sorveglianzasanitaria

FormazioneInformazione

Addestramento

PianoOperativo di

Sicurezza(POS)

Piani diEmergenza

Documentilegali

Manutenzionipreventive e

cicliche

Gestionedei

lavoritemporanei

Impiantie macchine

Incendi

Bansic

Architettura dei “sistemi” ISLCriteri generaliI “sistemi”

di valutazione

Processidi lavoro

Attrezzature MaterialiLuoghi

di lavoroAmianto

Monitoraggiambientali

Sopralluoghi

Gestionedei

“Cantieri”

Gestionedella

“Innovazione”

Gestione“Acquisti”

I “sistemi” di gestione

DB

Gestione“Infortuni”

DelegheNomine

Incarichi

Gestioneprescrizioni

ASL

Gestionedei

“Terzi”

GestioneRifiuti edImpatto

ambientale

Sorveglianzasanitaria

FormazioneInformazione

Addestramento

PianoOperativo di

Sicurezza(POS)

Piani diEmergenza

Documentilegali

Manutenzionipreventive e

cicliche

Gestionedei

lavoritemporanei

Impiantie macchine

Incendi

Standard informatici

I “sistemi” di controllo

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- norme legislative “positive” vigenti;

- agli standard tecnici internazionali (ISO-EN)

- alle norme di buona tecnica (CEI-UNI)

- criteri generali stabiliti dall’art. 3 del D.Lgs. 626/94 (misure di tutela generali)

Criteri generali per la valutazione del rischio

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Criteri generali per la valutazione del rischio

Alcune tipologie di pericoli (come ad esempio i pericoli dovuti alla presenza di agenti chimici, la movimentazione manuale dei carichi, ecc.), sono valutate preliminarmente secondo le indicazioni previste da leggi specifiche o da standard internazionali.

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Per ciascun pericolo, definito come “proprietà o qualità intrinseca di una determinata entità (per es. materiali o attrezzature di lavoro, metodi e pratiche di lavoro) avente il potenziale di causare danni” viene valutato il relativo rischio.Il rischio è definito come “probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego e/o di esposizione nonché dimensioni possibili del danno stesso”.Le misure atte a ridurre la probabilità dell’accadimento si definiscono MISURE PREVENTIVE; quelle che hanno lo scopo di contenimento della gravità delle conseguenze di un evento accaduto si definiscono MISURE PROTETTIVE

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Nella valutazione dei rischi il “danno” potrà assumere i seguenti valori:

1 - danni lievi;

2 - danni di modesta entità (es., abrasioni, tagli, effetti

reversibili in breve tempo);

3 - danni gravi (es. fratture, amputazioni, debilitazioni gravi,

possibili effetti permanenti);

4 - danni gravissimi (es. infortunio mortale)

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Anche la “probabilità” potrà assumere valori da 1 a 4, come indicato di seguito:

1 - evento improbabile (non sono noti episodi già verificatisi);

2 - evento possibile (ma non molto probabile);

3 - evento probabile;

4 - evento inevitabile (nel tempo).

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Conclusioni/Azioni in funzione dell’entità del rischio/1

Rischio(D x P)

Conclusioni Azioni

1

Il rischio non è significativoe non è ragionevole prevedereche aumenti in futuro

Non sono necessarie misure di tutela o ulterioriazioni

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

Conclusioni/Azioni in funzione dell’entità del rischio/2

Rischio(D x P)

Conclusioni Azioni

2-3

Il rischio è sotto controllo.non sono necessarieulteriori misure di tutelaoltre a quelle già previste

Non sono necessarie misure di tutela o ulterioriazioni. Il mantenimentodel rispetto delle misuredi tutela spetta alle funzioni aziendali preposte

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Conclusioni/Azioni in funzione dell’entità del rischio/3

Rischio(D x P)

Conclusioni Azioni

4-6

Il rischio è moderato.E’ adeguatamente controllato ma possono essere migliorate le misure di tutela o i sistemidi controllo esistenti.

Non sono necessarie misure di tutela o ulterioriazioni. Il mantenimento

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Conclusioni/Azioni in funzione dell’entità del rischio/4

Rischio(D x P)

Conclusioni Azioni

8-16Il rischio è rilevante/intollerabile

Identificare e porre in attomisure immediate, ancheprovvisorie per diminuireil rischio. L’attività nonpuò iniziare o continuarefinché il rischio non viene ridotto.

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•Movimentazione manuale dei carichi•Utilizzo dei videoterminali•Rischi chimici•Rischio amianto•Rischio incendio

I rischi per la salute e la loro prevenzione

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Movimentazione Manuale dei Carichi/1

Le operazioni di trasporto e di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni di sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano, tra la l’altro, rischi di lesioni dorso-lombari (D.Lvo 626/94 art.47, c.2, lett.a)

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‘Movimentazione Manuale dei Carichi/2Analisi del rischio (allegato VI D.Lvo 626/94)•Rischi originati dalle caratteristiche del carico

-peso del carico-grado di manegevolezza del carico-condizioni di stabilità del carico-posizione in cui è collocato-struttura esterna e consistenza

•Rischi dipendenti dallo sforzo fisico richiesto-sforzo eccessivo-sforzo con movimento brusco del carico-sfrorzo con il corpo in posizione instabile

•Rischi dipendenti dalle caratteristiche dell’ambiente di lavoro-limitatezza di spazio libero i manovra-stato dei pavimenti-dislivelli-ambiente di lavoro-condizioni microclimatiche

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Movimentazione Manuale dei Carichi/3Analisi del rischio

-Linee guida 626/94 Coord. Regioni e Prov. Autonome

-NIOSH azioni sollevamento

-SNOOK – CIRIELLO azioni di traino, spinta, trasporto in piano

Indice <1 – Informazione

Indice >1 – Formazione e S.S.

(per portalettere a piedi, da uno studio commissionato all’ISPESL è emersa la necessità di sottoporli a S.S.)

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

Schema di flusso per la valutazione del rischio connesso a M.M.C.

Movimentazione Manuale dei Carichi/4

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

PROSPETTO PER IL CALCOLO FATTORE DI RISCHIO

Movimentazione Manuale dei Carichi/5

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Utilizzo di Videoterminali/1

•VideoterminaliSono definiti videoterminali le apparecchiature dotate di schermo alfa-numerico o grafico costituite dal personal computer, sistemi di videoscrittura, di elaborazione dati, di testi o di immagini. Le unità VDT si considerano costituite oltre che dallo schermo, dalla tastiera, dalla unità a dischi, dal piano di lavoro, dal sedile, dal supporto portadocumenti, ecc.

•LavoratoreColui che utilizza una attrezzatura munita di videoterminale, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all’art.54 del D.Lvo 626/94

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Utilizzo di Videoterminali/2

Analisi del rischio in base al Titolo VI del D.lgs 626/94

•Rischi per la vista e per gli occhi;

•Problemi legati alla postura ed all’affaticamento fisico o mentale;

•Condizioni ergonomiche e di igiene ambientale

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Utilizzo di Videoterminali/3

Poste Italiane S.p.A. ha approfondito i possibili sistemi per la misurazione dei tempi di esposizione ai VDT e, tenuto conto della sostanziale omogeneità delle situazioni operative in atto presso gli Uffici Postali, ha adottato il “metodo della media dei tempi delle operazioni”. Tale metodo consiste nella misurazione dei tempi medi di utilizzo del VDT per ogni tipologia di operazione e la moltiplicazione degli stessi per il numero di operazioni. Il procedimento è stato esteso a tutti gli Uffici Postali.

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Rischi Chimici/1

Valutazione in base al D.lgs 25/02 (titolo VII bis 626/94 – protezione da agenti chimici)

le sostanze e i preparati chimici possono risultare pericolosi in doppio modo:

1. Possono provocare un infortunio, offendendo in modo traumatico il corpo o un organo della persona colpita (ustioni chimiche da acido, intossicazione);

2. Possono provocare, per esposizione protatta nel tempo a valori superiori al limite di sicurezza (TLV) un danno irreversibile alla salute (malattia professionale)

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Il decreto prevede la classificazione del rischio in

“moderato” e “non moderato” demandando a successivi

decreti le disposizioni ed i criteri quantitativi per

determinare la classe di appartenenza

Rischi Chimici/2

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Rischi Chimici/3

Concentrazione (C) Livello di rischio Misure di tutela

C<10% TLV-TWA Mod./Insignificante - Informazione

10% TLV-TWA< C < 50% TLV-TWA

C>50% TLV-TWA

Moderato

Non moderato

-Informazione/Formazione-Eventuali misure di emergenza

-Informazione/Formazione-Eventuali misure di emergenza- Sorveglianza Sanitaria

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La VRA è effettuata con cadenza annuale in ciascun sito con presenza di MCA, secondo un’apposita procedura (DO-ISL/15) elaborata in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.

Questa Procedura prevede l’effettuazione della Valutazione dei rischi con cadenza annuale e l’attuazione di un Programma di controllo permanente, che comprende la nomina delle figure responsabili, l’informazione ai lavoratori e le norme comportamentali da seguire per evitare di danneggiare i MCA. A seguito della valutazione, vengono emanate disposizioni per la corretta manutenzione dei siti e per gli interventi da effettuare. Queste disposizioni determinano le azioni da intraprendere per la tutela della salute dei lavoratori e possono essere di diversa natura, in funzione dell’esito della valutazione dei rischi.

Nel seguente schema vengono riportate le varie fasi:

Valutazione rischio amianto/1Valutazione rischio amianto/1

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EDIFICI CON

MCA

PROGRAMMA DI

CONTROLLO

VALUTAZIONE

DEI RISCHI

PTA

Dirigente, Preposto

Dirigente Polo Immobiliare

Pulizia straordinaria

Riparazione/restauro localizzati

Bonifiche:

Conservative (incapsulamento, confinamento)

Radicali (rimozione)

Dirigente Polo

Immobiliare

Disposizioni

Valutazione rischio amianto/2Valutazione rischio amianto/2

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Al documento finale di Valutazione dei rischi sono allegate tutte le schede OPE utilizzate; viene inoltre disposto il Programma di controllo, nel quale sono riportati gli eventuali interventi da eseguire e la tempistica più cautelativa entro cui effettuarli.

Questi documenti vengono emessi dai PTA e trasmessi ai Dirigenti responsabili e ai Preposti-responsabili per l’amianto (sito lavorativo con MCA).

Quando sono previsti interventi, vengono contestualmente prodotte le richieste ai Poli Immobiliari, mediante comunicazione scritta nella quale sono brevemente richiamati i lavori da effettuare e le modalità da seguire.

Valutazione rischio amianto/3Valutazione rischio amianto/3

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1 - Pulizie straordinarieLe pulizie degli ambienti debbono essere effettuate in assenza di personale estraneo e debbono essere utilizzati metodi ed attrezzature che evitino il sollevamento delle polveri (es. aspiratori, panni elettrostatici e stracci bagnati al posto delle normali scope); le pulizie vanno estese anche alle superfici orizzontali esposte (scrivanie, banchi di lavoro, parte superiore degli armadi, ecc.). Successivamente debbono essere lavati i pavimenti. In tutte le situazioni si deve evitare di danneggiare la superficie dei MCA.Per i pavimenti in vinil-amianto lavare normalmente con stracci bagnati e detergenti, poi cerare periodicamente evitando l’uso di spazzole con setole dure o comunque abrasive.

Valutazione rischio amianto/4Valutazione rischio amianto/4

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Valutazione rischio amianto/5Valutazione rischio amianto/51 - Riparazione / RestauroRiparazione / Restauro

Questo tipo di interventi viene realizzato da operatori specializzati; sono previste le seguenti casistiche:

Riparazione di pavimenti in vinil-amianto (OPE 32)

Siliconatura e verniciatura di pannelli e pareti in amianto-cemento (OPE 36)

Altri interventi diretti sui MCA (OPE 42, 50): manutenzione impianti (es. termici, elettrici, telefonici, ecc.) installazione di apparecchiature o altro (es. cash-dispenser,

porte di emergenza) ridistribuzione degli spazi di lavoro riparazioni di modesta entità su MCA

Siliconatura e verniciatura di lastre in Eternit (OPE 50)

Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

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3-BonificaQuesto tipo di interventi viene realizzato da operatori specializzati; sono previste le seguenti casistiche:

Incapsulamento/confinamento di MCA compatti (es. canne fumarie, serbatoi per acqua, grondaie, pluviali, feltri per tetti, pareti, pannelli) (OPE 33, 35, 36, 37)

Rimozione di MCA compatti (es. guarnizioni, pavimenti vinil-amianto, canne fumarie, serbatoi per acqua, grondaie, pluviali, feltri per tetti, pareti, pannelli) (OPE 31, 38, 39, 40)

Incapsulamento/confinamento di MCA friabili (es. rivestimenti) (OPE 47, 48)

Rimozione di MCA friabili (es. amianto spruzzato, rivestimenti) (OPE 50)

Sovracopertura/incapsulamento lastre Eternit (OPE 51)

Rimozione lastre Eternit (OPE 52)

Valutazione rischio amianto/6Valutazione rischio amianto/6

Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

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Per ognuno degli interventi precedentemente indicati sono codificate le corrette modalità di esecuzione, che comprendono sempre tre fasi:

Azioni preliminari [ ( VIPP) INFORMAZIONE ASL]

Esecuzione delle opere [ ( VILT) CONTROLLO ASL]

Misure finali [ RESTITUIBILITA’ LOCALI]

In funzione del tipo di intervento (riparazione/restauro o bonifiche) sono previste le azioni specifiche da attuare (OPE 42÷45)

Modalità di esecuzioneModalità di esecuzione

Valutazione rischio amianto/7Valutazione rischio amianto/7

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

Valutazione effettuata in base a quanto indicato dal D.M. 10 marzo 1998 e secondo i criteri evidenziati nelle DO – ISL 22 e 23.

Consequenziale a detta valutazione, il rischio incendio nei siti aziendali, è classificato in basso, medio o alto.

L’aggiornamento della valutazione è effettuato ogni qualvolta sono realizzate modifiche sostanziali (strutturale, numero di persone, ecc.).

Conseguentemente, agli addetti la squadra antincendio, sono stati erogati specifici corsi formativi.

Valutazione rischio incendio/1

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

La VRI (fase 1 e 2) viene elaborata contestualmente alla determinazione dei Piani di emergenza ed evacuazione. In tal senso la VRI fase 2 è propedeutica per l’ottimizzazione dei Piani già elaborati in funzione della VRI fase 1.

La VRI fase 1 ha per obiettivi di:• identificare i rischi specifici di incendio presenti in ciascun luogo di lavoro;• identificare il personale esposto a rischio specifico di incendio;• effettuare una prima e provvisoria classificazione del luogo di lavoro in

relazione al rischio incendio.

La VRI fase 2 ha per obiettivi di:• valutare i singoli elementi di rischio incendio identificati nella VRI fase 1;• stabilire le “prescrizioni/raccomandazioni” di tipo “strutturale”, “gestionale” ed

“organizzativo” di prevenzione;• definire le “schede tecniche” componenti il “Fascicolo tecnico delle

emergenze” per la gestione dell’emergenza incendio.

Valutazione rischio incendio/2

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I criteri tecnico-organizzativi della VRI fase 1 sono stabiliti negli allegati 2 e 3 della Procedura ISL n. 16.I criteri tecnico-organizzativi per effettuare la VRI fase 2, per le materie sopra descritte, sono i seguenti: la VRI viene effettuata attraverso l’elaborazione di un “Questionario” che identifica e codifica singoli “Fattori di analisi” (FdA), esposti in forma di domanda, che identificano uno specifico “pericolo”.Nella determinazione dei FdA che compongono il “Questionario” si fa riferimento:• alle norme legislative “positive” vigenti;• alle norme legislative di “autocertificazione”, con particolare riguardo ai criteri generali stabiliti dall’art. 3 del D.Lgs. 626/94;• agli standard tecnici internazionali;• alle norme di buona tecnica;•agli standard ovvero linee guida aziendali, emessi con specifiche Disposizioni organizzative ISL.

Valutazione rischio incendio/3

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Elaborazione del Documento di Valutazione dei rischi

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DCTAElenco

esposizioni…Schede attività

standard

Elenco Procedure

Procedure standard

Aggiornamento continuo

PTA

Adattamento alla realtà

locale

Schede attività ad hoc

Adattamento alla realtà

locale

Schede attività ad hoc

Proposte nuovi pericoli o aggiornamento MTI esistenti

VRPL tipo UP

sportelleria

VRPL tipo UP

sportelleria + recapito

VRPL

ad hoc

VRPL CMP-CPO-

UDR

Scheda miglioramento

Scheda miglioramento

Scheda miglioramento

Scheda miglioramento

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Elaborati redatti per ciascun luogo di lavoro

Frontespizio;

Descrizione del sito;

Diagramma di flusso dei processi di lavoro;

Schede delle attività;

Procedure Operative di Sicurezza.

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Frontespizio e descrizione del sito

Frontespizio

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Diagramma di flusso dei processi di lavoro

Diagramma di flusso

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Schede attività

Per la predisposizione delle schede attività e delle procedure operative di sicurezza viene utilizzato un data base definito “elenco misure di tutela”, dove per ogni esposizione (intesa come rischio)vengono elencate le misure di tutela previste che garantiscono un livello di rischio accettabile

Schede attività

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Procedure operative di sicurezza

Le P.O.S sono il risultato di una traduzione del processo di valutazione dei rischi e dell’individuazione delle misure di tutela, in norme comportamentali per i lavoratori.

POS

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Misure ritenute opportune per garantire il miglioramentonel tempo dei livelli di sicurezza

Tempi previsti

In atto1.

Revisione biennale delle misure di sicurezza attuate, perverificarne lo stato di efficienza e funzionalità, sulla basedei seguenti input:- analisi di normative e studi relativi ai rischi lavorativi;- analisi dell’andamento degli infortuni, secondo quanto indicato al successivo punto;- esiti dei sopralluoghi eseguiti con i Medici Competenti- eventuali indicazioni degli Organi di Vigilanza

2.Predisposizione di un appositi software per la raccolta el’analisi dell’andamento degli infortuni sul lavoro

31/12/04

Programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza/1

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

Misure ritenute opportune per garantire il miglioramentonel tempo dei livelli di sicurezza

Tempi previsti

In atto3.

Revisione biennale delle informazioni da fornire ai lavoratori (Procedure Operative di Sicurezza – POS) inmerito ai rischi presenti nei luoghi di lavoro, conseguentemente alle risultanze ottenute dai dati raccolti come indicato ai punti 1. e 2.

4.E’ in atto il piano di informazione (aggiuntiva alle POS – vedi punto 3) e di formazione per i lavoratori

In atto

5.

6.

E’ in atto il piano di informazione (aggiuntiva alle POS – vedi punto 3) e di formazione per i lavoratori

Tempi indicati nellerispettive schede

Distribuzione di nuove attrezzature ergonomiche In atto

Programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza/2

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Idoneità dei mezzi di protezione

Individuale (DPI)

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I dispositivi di protezione individuali sono individuati dalla valutazione dei rischi per processi di lavoro (VRPL), quali misure di tutela necessarie per talune tipologie di rischio/esposizione.

La tabella seguente, riporta le caratteristiche dei DPI omogenei a livello nazionale. Le caratteristiche di altri DPI, distribuiti a livello territoriale, possono essere diversificate in funzione di particolari esigenze locali.

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Dispositivi di protezione individuali/1

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Dispositivi di protezione individuali/2

Cod Esposizioni DPI N/T Criteri di scelta/specifiche tecniche

Salvaguardia dai rischi meccanici con protezione massima contro la perforazione. Resistenza ai fattori meccanici: abrasione 2; taglio da lama 1; strappo 3; perforazione 4; destrezza 3.Materiale: pelle crosta e palmo rinforzato

N

- Guanti UNI EN

388

Rischio di contatto con materiali impropri introdotti nelle cassette di impostazione (punture da siringhe, tagli, ecc.)

PUNTURE

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Dispositivi di protezione individuali/3

Esposizioni DPI N/T Criteri di scelta/specifiche tecniche

PORT.M

Rischi portalettere con motomezzo (investimento, caduta dalmezzo, incidente stradale.

Casco motociclistico

N

Conformità al regolamento europeo ECE 22.04 o superioreForma demi-jet per contenere il peso, la sudorazione e migliorare l’udibilità al Citofono. Prese d’aria per migliorare la ventilazione dinamica.Visiera sollevabile e visiera di ricambioColore bianco con banda gialla facilmente Visibile. Sgancio rapidoImbottitura anallergicaDimensioni esterne contenute per la riponibilità nel vano sottosella dei motomezzi aziendali

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Dispositivi di protezione individuali/4

Esposizioni DPI N/T Criteri di scelta/specifiche tecniche

PORT A 

PORT B 

PORT P

PORT M

Per i portalettere

con automezzo,

con bicicletta e a piedi,

sono previsti solo gli indumenti

ad alta visibilità

Indumenti ad alta visibilità

N

Giacca a vento invernale e giubbetto estivo conformi alla UNI EN 471 classe 2

Comodità e praticità dei capi in relazione all’uso:

frequente salita e discesa da motomezzi e automezzi, allacciatura con cerniera lampo, e

bottoni automatici, cappuccio staccabile, presenza di numerose tasche

Modularità delle prestazioni termiche: giacca a vento con corpetto in pile staccabile; giubbetto

estivo con maniche staccabili

Gilet ad alta visibilità conformi alla UNI EN 471classe 2 destinato al personale a tempo

determinato

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Programmi di informazione e formazione dei lavoratori

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13.986 Ore di formazione erogate da docenti esterni

1.491 Ore di formazione erogate da docenti interni

Formazione – Consuntivo anno 2003/Centro

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Formazione – Consuntivo anno 2003/CentroProgetti DCTA Ore di aula

(A)Unità formate

(B)Edizioni

(C)Ore

docenza erogate(CxA)

Ore formazione erogate(BxA)

Docenti

Sicurezza Macchine 28 60 Addetti PTA 02 56 1.680 Esterni

Gestione del Rischio Amianto e monitoraggi ambientali

14 52 Addetti PTA 02 28 728 Interni- DCTA

Valutazione gestione del rischio da movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori

28 30 Addetti PTA 01 28 840 Esterni

Meeting formativo “Iter certificazione Vision ed illustrazione manuale Qualità”

07 24 Addetti PTA 01 07 168 Esterni

Formazione Amianto per i formatori dei Preposti (DUP Amianto)

14 34 Addetti PTA 01 14 476 Interni DCTA

Corso Movimentazione manuale dei Carichi 42 169 05 210 7.098 Esterni

Sicurezza Cantieri D.L.494/96 120 35 Addetti PTA 10 1200 4.200 Esterni

Sicurezza Cantieri- Esperienze a confronto 07 25 Addetti PTA 01 07 175 Interni DCTA

Nuove procedure per la valutazione dei rischi 07 16 Responsabili PTA

01 07 112 Interni DCTA

TOTALI 267 445 24 1.557 15.477

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Formazione – Consuntivo anno 2003/Territorio

12.432 Ore di formazione erogate da docenti esterni

94.876 Ore di formazione erogate da docenti interni

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Formazione – Consuntivo anno 2003/Territorio

Progetti formativiOre di aula

(A)

Unità formate

(B)

Edizioni (1)

(C)

Ore docenza erogate(CXA)

Ore formazione erogate(BXA)

Docenti

Neoassunti CTD-CFL 04 719 36 1442.876

Interni DCTA

Apprendisti 04 188 10 40752

Interni DCTA

Addetti al primo soccorso 12 3.633 182 218443.596

Interni DCTA

Addetti al primo soccorso 12 369 18 2164.428

Esterni

Incaricati squadre emergenza 16 174 09 1442.784

Esterni

Incaricati antincendio basso rischio

04 1.746 87 348

6.984

Interni DCTA

Incaricati antincendio medio rischio

08 1.218 59 472

9.744

Interni DCTA

Incaricati antincendio alto rischio 08 343 17 1362.744

Esterni

Direttori Uffici Postali (DUP) 04 1067 53 2124.268

Interni DCTA

DUP con Amianto 04 813 43 1723.252

Interni DCTA

Preposti UDR/CPO/CMP 16 325 18 2885.200

Interni DCTA

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Formazione – Consuntivo anno 2003/Territorio

Progetti formativiOre di aula

(A)

Unità formate

(B)

Edizioni (1)

(C)

Ore docenza erogate(CXA)

Ore formazione erogate(BXA)

Docenti

Movimentazione Manuale dei Carichi

04 3.008 150 600

12.032

Interni DCTA

Addetti conduzione carrelli elevatori/transpallet

04 180 11 44

720

Interni DCTA

Videoterminalisti 04 438 22 881.752

Interni DCTA

Portalettere 04 69 03 12276

Interni DCTA

Apprendisti Portalettere 04 804 40 1603.216

Interni DCTA

Personale Amministrativo 04 09 01 0436

Interni DCTA

Responsabili turni CMP 04 40 02 08

160

Interni DCTA

Incaricati uso macchine complesse

04 619 31 124

2.476

Esterni

Operatori rischi chimici CUAS 02 06 01 0212

Interni DCTA

TOTALE 126 15.768 793 5.398107.308

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Formazione – Consuntivo anno 2003

RIEPILOGO ORE FORMAZIONE EROGATE ANNO 2003

ore di formazionedocenza interna

ore di formazionedocenza esterna

Totale

DCTA-Centro

1.491 13.986 15.477

DCTA Territorio

94.876 12.432 107.308

TOTALE 96.367 26.418 122.785

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Formazione – Consuntivo anno 2003

Sono stati inoltre erogati ulteriori corsi di formazione, agli addetti al SPP, sulla valutazione tecnico-metodologica di rischi specifici.Significativa è stata, altresì, l’erogazione della formazione per l’utilizzo di macchine o impianti complessi. In occasione della messa in funzione degli impianti SIACS, CFSM e SICS, presso i seguenti CMP della Divisione Corrispondenza interessati alla ristrutturazione:BolognaLamezia TermeMilano Peschiera BorromeoMilano RoserioNapoliPadovaRoma Fiumicino

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Formazione – Consuntivo anno 2003

Le tipologie e le durate dei corsi già erogati o in procinto di essere erogati nell’anno 2004 in occasione dell’impiego di nuovo personale sulle macchine, sono riassunte nella seguente tabella:Tabella corsi di formazione nuovi impianti CMP

IMPIANTOTIPO ORE

SIACS

Formatori 160

Conduttori 60

Operatori 32

CFSM

Formatori 104

Conduttori 42

Operatori 20

SISC

Formatori 104

Conduttori 42

Operatori 20

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Informazione – Consuntivo anno 2003

Sono stati pubblicati e distribuiti tramite e- procurement nel 2003 i seguenti fascicoli informativi:

Movimentazione Manuale dei CarichiVideoterminali

Prevenzione Incendi e Gestione delle Emergenze

In totale sono stati distribuiti circa 25.000 fascicoli.Si è provveduto anche alla traduzione e distribuzione dei fascicoli

in lingua tedesca per Bolzano

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Formazione- Previsione 2004Figure interessate D.L.vo 626/94

Tipologia di corso Note

dirigenti Meeting Formativo Diretto ai Dirigenti con Delega (circa 200) Verrà attuato prima della fine del 2004

preposti 1- Direttori Uffici Postali (DUP)2 - Direttori DUP Amianto3 - Direttori CUAS4 - Direttori UDR/CMP5 - Direttori CPO

1 -Formazione erogata a tutti i 14.000 DUP nel 2001.Nel 2004 verranno formati i DUP cambiati per avvicendamento: circa 4.5002 - Formazione erogata nel 2003 e primi 3 mesi 2004- Proseguirà per i Direttori in avvicendamento 3 - Formazione erogata a marzo 20044 -Formazione erogata da giugno 2003 è ancora in fase di attuazione, terminerà ad aprile/maggio 2004 . Proseguirà per i Direttori in avvicendamento 5 - Formazione erogata nel 2002Nel 2004 verrà attuata la formazione per i Direttori in avvicendamento

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Formazione- Previsione 2004Figure interessate D.L.vo 626/94 Tipologia di corso Note

lavoratori 1 - Portalettere2 - Sportellisti3 - Apprendisti (contratto apprendistato 3 anni)4 - Neoassunti5 -RLS – Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza

1 - Iniziato progetto “ Qualità nel Recapito” con Formazione Centrale rivolto a cr. 5000 Portalettere terminerà a maggio 2005- Modulo di 6 ore 2 - In fase di verifica per procedere alla formazione per 2004/20053 - Formazione continua secondo inserimento. E’ in fase di attuazione il “Progetto apprendistato”2 moduli di 4 ore. Finanziamenti CE/regione. In collaborazione Formazione Centrale . 2600 unità di cui cr.1500 nel 2004.4 - Formazione in attuazione secondo inserimento. 5 - Formazione in attuazione di cr. 650 RLS. Termina a maggio 2004 con il recupero assenti.

lavoratori applicati ad attività di Rischio specifico

Rischio Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC)Rischio Videoterminali (VDT)Rischio Amianto Rischio RumoreRischio chimicoN.B.nella trattazione di ogni rischio specifico sarà erogata anche la formazione relativa ai DPI,qualora siano necessari all’attività dei lavoratori

Formazione continua secondo la Valutazione dei Rischi e l’organizzazione del lavoro.

incaricati emergenze e Primo Soccorso

Antincendio alto RischioAntincendio medio rischioAntincendio bassoPrimo soccorso

Formazione erogata nel 2002/2003 a circa 70.000 unità per tutte le tipologie dei corsi indicati. Formazione continua alle unità in sostituzione.

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Informazione- Previsione 2004

Fascicoli informativi sulla sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro

Movimentazione manuale dei CarichiVideoterminaliPrevenzione Incendi e Gestione delle emergenze

Informazione a tutti i lavoratori attraverso consegna dei fascicoli attuata nel 2003.Proseguirà nel 2004 alle unità in avvicendamento o di nuovo inserimento

Informazione generale D.L.626/94PortalettereAmianto

Sono in fase di progettazione.E’ prevista la realizzazione e la consegna ai lavoratori interessati entro il 2004

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Ulteriori aspetti di miglioramento delle condizioni di lavoro

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

Biciclette: peculiarità ergonomiche.La nuova bici aziendale è nata da uno studio congiunto con l’ISPESL. L’autorevole Istituto ha effettuato una serie prove su un percorso pianeggiante standard su un campione di 10 soggetti di entrambi i sessi e differenti caratteristiche fisiche, con età compresa fra 30 e 50 anni. La bicicletta è stata allestita con un carico anteriore di 15 kg e posteriore di 10 kg per ciascun lato per un totale di 35 kg. L’attività fisica che ne è risultata è stata classificata tra i livelli leggero e abbastanza moderato.Dopo una serie prolungata di test che ha coinvolto i lavoratori portalettere di Torino, il modello definitivo è stato finora distribuito in circa 1400 esemplari gli ultimi dei quali in fase di consegna nel 2003.

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Nuova borsa del portalettere: peculiarità ergonomiche. Anche la nuova borsa totalmente innovativa rispetto al vecchio modello in cuoio , è nata da uno studio congiunto con l’ISPESL e con il contributo di tanti lavoratori portalettere che hanno partecipato alle fasi di sperimentazione. I lavoratori hanno suggerito molte soluzioni che sono state recepite (divisione dei volumi interni, presenza e conformazione delle tasche, ecc.) oltre a giudicare i prototipi via via allestiti. La presenza della cinta lombare che, nella fase di recapito a piedi, consente una ripartizione del carico trasportato tra fianchi e spalla evitando, su questa, un eccesso di carico e pressione. Ne risulta un migliore comfort durante l’azione di trasporto e una postura più corretta rispetto alla borsa in cuoio con pari carico. Il portalettere a piedi, pur ricevendo la sorveglianza sanitaria quale tutela preventiva rispetto al rischio MMC, ha oggi a disposizione un’attrezzatura di lavoro che consente, qualora usata conformemente alle indicazioni, di ridurre tangibilmente il rischio professionale. Tali caratteristiche sono esplicitate in un esauriente manuale d’uso con foto a colori che illustra, passo dopo passo, il modo corretto d’indossare la borsa per trarne tutti i benefici.

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Carrelli per portalettere: peculiarità ergonomiche. I carrelli per portalettere nascono da una diffusa richiesta da parte del personale addetto al recapito. In particolar modo sul territorio lagunare di Venezia dove le difficoltà di organizzazione del servizio viaggetti nonché la conformazione della città hanno determinato, da parte dei portalettere, la richiesta di carrelli che aiutassero sul lavoro. Nel tempo erano state distribuite varie tipologie di carrelli a due ruote.

Il carrello ha dovuto soddisfare molte esigenze, talune contrastanti tra loro:

1) peso il più possibile contenuto;2) estrema robustezza per sopportare le notevoli sollecitazioni

di ponti e scalini;3) resistenza agli agenti atmosferici (ambiente marino);4) sagoma poco ingombrante per salvaguardare lo spazio

nell’ufficio di recapito, per poter salire a bordo dei vaporetti e per poter circolare nelle calli strette di Venezia;

5) altezza di presa degli oggetti della borsa principale, comoda;6) maniglione regolabile (per potersi adattare alle differenti

corporature) dalla presa sicura.

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Problematiche emerse nelle Riunioni regionali

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Riunioni da svolgersi presso ogni unità produttiva e non a carattere regionale

Mancanza di informazioni preventive alla riunione, utili a consentire una valutazione delle problematiche esposte dall’azienda

Maggior raccordo con i rappresentati aziendali della materia dell’unità produttiva e mancanza dei riferimenti che consentano di individuare i rappresentanti aziendali territoriali

Chiarimenti sul metodo adottato per la definizione di non videoterminalista degli operatori di sportello

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Aspetti positivi emersi nelle Riunioni regionali

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Direzione Centrale Tutela AziendaleSafety

Necessità di rapporti più stretti per un migliore approfondimento delle problematiche presenti

Richiesta integrazione attività formative dei RLS, al fine di fornire un contributo maggiore alle attività di valutazione dei rischi

Maggiore attenzione dei processi organizzativi alla sicurezza dei lavoratori