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DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE INTERNE

UNITÀ TEMATICA C: DIRITTI DEI CITTADINI E AFFARI COSTITUZIONALI

LIBERTÀ CIVILI, GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI

RETE EUROPEA SULLE MIGRAZIONI (REM)

Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro

attraverso l'immigrazione

STUDIO

Sintesi La relazione di sintesi racchiude i principali risultati delle relazioni nazionali relative allo studio REM su Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione condotto dai punti di contatto nazionali di 23 Stati membri (Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Regno Unito). L'obiettivo generale di tale studio era di individuare i settori che presentavano carenze all'interno degli Stati membri, di definire le strategie nazionali per gestire le esigenze del mercato del lavoro con lavoratori migranti provenienti da paesi terzi e di comprendere l'efficacia percepita di tali strategie, compreso l'esame dell'impatto generato dalla recente crisi e ripresa economica. Lo studio è relativo al periodo dal 2004 alla fine del 2010 con statistiche ricevute fino alla fine del 2009. È possibile reperire la relazione di sintesi, nonché le relazioni nazionali su cui si basa la presente relazione, sul sito http://www.emn.europa.eu alla voce "EMN Studies." Molte relazioni di sintesi sono disponibili nella lingua nazionale degli Stati membri e in inglese.

PE 453.192 IT

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Il presente documento è stato richiesto dalla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo. AUTORE Rete europea dell'immigrazione AMMINISTRATORI RESPONSABILI Stephen DAVIES Responsabile – Rete europea sulle migrazioni (REM) Unità immigrazione e integrazione (B.1) Direzione generale Affari interni Commissione europea E-mail: [email protected] Cristina CASTAGNOLI Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali Parlamento europeo B-1047 Bruxelles E-mail: [email protected] VERSIONI LINGUISTICHE Originale: EN Traduzione: DE, ES, FR, IT INFORMAZIONI SULL'EDITORE Per contattare l'Unità tematica o abbonarsi alla newsletter mensile scrivere al seguente indirizzo: [email protected] Manoscritto ultimato nel giugno 2011. Bruxelles, © Parlamento europeo, 2011.

Il presente documento è disponibile in Internet sul sito: http://www.europarl.europa.eu/studies

ESCLUSIONE DI RESPONSABILITÀ Le opinioni espresse nel presente documento sono di responsabilità esclusiva dell'autore e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo. La riproduzione e la traduzione sono autorizzate, salvo a fini commerciali, con menzione della fonte, previa informazione dell'editore e invio di una copia a quest'ultimo. Questa relazione è stata realizzata dalla Rete europea sulle migrazioni (REM) e completata da GHK-COWI e dalla Commissione europea, in cooperazione con i 23 punti di contatto nazionali della REM che hanno preso parte all'attività. La presente relazione non rilette necessariamente le opinioni e punti di vista della Commissione europea, GHK-COWI e dei punti di contatto nazionali della REM, né essi sono vincolati dalle conclusioni tratte.

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ST\876441IT.doc 3/172 PE453.192

IT

NOTA ESPLICATIVA I 23 punti di contatto nazionali della REM che finora hanno preso parte all'attività provenivano da Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.1 È importante sottolineare che i commenti di questa relazione fanno riferimento alla situazione negli Stati membri sopraccitati fino al 2010 compreso e in particolare i contributi dei relativi punti di contatto nazionali della REM. Sono disponibili ulteriori dettagli sugli argomenti trattati all'interno delle relative relazioni nazionali2 la cui consultazione è caldamente raccomandata. Gli Stati membri sopraccitati sono indicati in grassetto quando menzionati nella relazione e quando si fa riferimento agli "Stati membri", la dicitura indica nello specifico tali Stati. I punti di contatto nazionale della REM di altri Stati membri non hanno potuto partecipare in questa occasione, per vari motivi, ma hanno contribuito ad altre relazioni sulle attività REM.

1 La relazione nazionale della Grecia è prevista più avanti nel 2011. 2 Disponibili su http://emn.europa.eu/Downloads/prepareShowFiles.do?entryTitle=3%2E%20EMN%20Studies

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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INDICE INDICE 4

ELENCO DELLE TABELLE 7

ELENCO DELLE FIGURE 7

SINTESI 8

1. INTRODUZIONE 12

1.1. Metodologia 13

1.2. Definizioni 14

1.3. Studi/relazioni precedenti 15

1.3.1. Studi REM e questioni particolari 15 1.3.2. Questioni chiave emerse da altri studi e relazioni rilevanti 16

2. STRUMENTI E CONTESTO POLITICO UE 19

2.1. Contesto politico 19

2.2. Strumenti UE 22

2.2.1. Strumenti legislativi UE 22 2.2.2. Finanziamenti UE 23 2.2.3. Reti e altre strutture UE 24 2.2.4. Statistiche UE 25

3. APPROCCIO DEGLI STATI MEMBRI ALLA POLITICA DI MIGRAZIONE ECONOMICA 27

3.1. Visioni e politiche nazionali 27

3.1.1. Opinioni degli Stati membri sul possibile ruolo futuro della migrazione nel sopperire alle carenze di forza lavoro 27 3.1.2. Politiche adottate dagli Stati membri per sopperire alle carenze di forza lavoro 32

3.2. Dibattito politico e coinvolgimento dei portatori di interesse 36

3.2.1. Dibattito nell'arena politica 36 3.2.2. Dibattito pubblico 38 3.2.3. Coinvolgimento e opinioni dei portatori di interesse 39

3.3. Recenti cambiamenti delle visioni e politiche nazionali 41

3.4. Quadro legislativo 43

3.4.1. Legislazione nazionale che regolamenta il ricorso alla migrazione al fine di soddisfare la domanda di lavoro 44 3.4.2. Legislazione nazionale che regolamenta l'ammissione e accesso all'occupazione di cittadini di paesi terzi 45 3.4.3. Tipi di permessi concessi 46 3.4.4. Condizioni specifiche relative ai permessi 47 3.4.5. Gruppi specifici di destinatari 48 3.4.6. Altri aspetti del processo di migrazione regolamentati dalla legislazione 56

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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3.5. Programmi, iniziative e misure pratiche per ricorrere alla migrazione al fine di soddisfare la domanda di lavoro 57

4. ATTUAZIONE DELLA LEGISLAZIONE E POLITICA SULLA MIGRAZIONE ECONOMICA 59

4.1. Approcci e strumenti per l'individuazione e gestione delle domande di forza lavoro 59

4.1.1. Approcci per identificare e gestire le domande di forza lavoro 59 4.1.2. Organismi istituzionali responsabili dell'individuazione e gestione delle domande di forza lavoro 64 4.1.3. Partecipazione dei datori di lavoro e organizzazioni occupazionali nell'identificazione e gestione delle carenze di forza lavoro 65 4.1.4. Strumenti per identificare e gestire le domande di forza lavoro 66

4.2. Meccanismi per abbinare domanda e offerta di lavoro 68

4.3. Meccanismi per la valutazione delle competenze e riconoscimento delle qualifiche dei migranti 70

4.3.1. Valutazione delle competenze 71 4.3.2. Riconoscimento delle qualifiche 72

4.4. Misure di integrazione per i lavoratori migranti 74

5. STATISTICHE SUI MIGRANTI ALL'INTERNO DELLA FORZA LAVORO NAZIONALE 77

5.1. Occupazioni e settori che presentano carenze di forza lavoro negli Stati membri 77

5.2. Statistiche sul mercato del lavoro e sulla migrazione 79

5.2.1. Analisi della classifica dei lavoratori migranti 81 5.2.2. Analisi dell'afflusso di lavoratori migranti per categoria di qualifica 120 5.2.3. Analisi dei posti vacanti negli Stati membri 138

6. COOPERAZIONE CON I PAESI TERZI PER LA MIGRAZIONE ECONOMICA 154

6.1. Accordi di cooperazione con i paesi terzi 154

6.1.1. Accordi di cooperazione relativi a occupazione e migrazione di forza lavoro 155 6.1.2. Accordi di cooperazione relativi a gruppi specifici di migranti 157

6.2. Meccanismo per impedire la fuga di cervelli e lo spreco di cervelli 159

7. SODDISFARE LA DOMANDA DI LAVORO CON LA MIGRAZIONE SECONDO EUROCITIES 161

7.1. Opinioni specifiche delle città sul ruolo della migrazione nel soddisfare le attuali e future esigenze del mercato del lavoro 161

7.2. Il ruolo delle città nel facilitare l'ingresso dei nuovi arrivati e contribuire all'integrazione 161

7.3. Schemi locali per individuare le esigenze del mercato del lavoro attraverso la migrazione 161

7.4. Dibattiti politici sulla migrazione a livello locale 161

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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7.5. Cooperazione con paesi terzi sulla migrazione economica a livello locale 161

7.6. Posti vacanti sui mercati del lavoro delle città europee 161

8. SODDISFARE LA DOMANDA DI LAVORO ATTRAVERSO LA MIGRAZIONE - ANALISI 161

8.1. Principali cause delle carenze di forza lavoro 161

8.1.1. Carenze quantitative 161 8.1.2. Carenze qualitative 161

8.2. Problemi riscontrati nel colmare le carenze di forza lavoro 161

8.3. Altri aspetti che influenzano il mercato del lavoro 161

8.3.1. Mobilità interna all'UE di lavoratori UE 161 8.3.2. Cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente e che lavorano in specifiche occupazioni o settori 161 8.3.3. Rientro dei migranti economici 161

8.4. Misure utilizzate per affrontare efficacemente le carenze di forza lavoro 161

8.5. Esigenze individuate per il consolidamento e ulteriore sviluppo delle politiche e legislazione per facilitare la migrazione economica al fine di soddisfare la domanda di lavoro 161

9. CONCLUSIONI 161

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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ELENCO DELLE TABELLE

Tabella 1: Periodi di durata per i lavoratori stagionali negli Stati membri ............................52 Tabella 2: Durata del soggiorno per persone temporaneamente trasferite da una società......55 Tabella 3: Modalità utilizzate dagli Stati membri per individuare e gestire la domanda di lavoro............................................................................................. ..........................60 Tabella 4: Panoramica del ricorso a strumenti specifici nell'attuazione di modalità per individuare e gestire la domanda di lavoro......................................................................66 Tabella 5: Classifica dei lavoratori provenienti da paesi terzi per principale categoria di livello di abilità e per anno.............................................................. .............................81 Tabella 6: Proporzione dei lavoratori nelle occupazioni selezionate, per Stato membro e per anno............................................................................................. ............................90 Tabella 7: Proporzione dei lavoratori provenienti da paesi terzi nei vari Stati membri per nazionalità di provenienza nel 2004 e 2009................................................................ ....104 Tabella 8: Afflusso nell'occupazione di lavoratori migranti, per categoria di livello di abilità, Stato membro e anno ..................................................................... ..........................120 Tabella 9: Primi permessi (di soggiorno) emessi per attività remunerate, per primi dieci paesi di cittadinanza a livello UE e tipo di permesso lavorativo nel 2009 .............................135 Tabella 10: Posti di lavoro vacanti e tassi di posti vacanti negli Stati membri per livello di abilità, dal 2004 al 2009...................................................................... ........................137 Tabella 11: Posti di lavoro vacanti, per numero e tasso, negli Stati membri per tipo di attività economica (NACE) 2008 e 2009............................................. ............................147

ELENCO DELLE FIGURE

Figura 1 Distribuzione percentuale dei lavoratori provenienti da paesi terzi per principale categoria di livello di abilità, in base alla media degli anni totali disponibili ..........................89

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SINTESI

Lo studio Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione è stato condotto da 23 dei punti di contatto nazionale della REM provenienti da Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. In linea con gli obiettivi della REM, lo scopo generale di tale studio era di individuare i settori che presentavano carenze all'interno degli Stati membri, definire le strategie nazionali per gestire le esigenze del mercato del lavoro con lavoratori migranti provenienti da paesi terzi e comprendere l'efficacia percepita di tali strategie, compreso l'esame dell'impatto generato dalla recente crisi e ripresa economica. Lo studio è relativo al periodo dal 2004 alla fine del 2010, attraverso statistiche ricevute fino alla fine del 2009.

All'interno dell'Introduzione (sezione 1), si fornisce una panoramica sulla Metodologia (sezione 1.1), insieme alle definizioni di migrazione economica (sezione 1.2) utilizzate e ad altre Relazioni e studi correlati (sezione 1.3). Si presentano poi gli Strumenti e contesto politico UE (sezione 2), che illustra il contesto UE relativo alla migrazione di manodopera e al soddisfacimento della domanda di lavoro, nonché una sintesi degli strumenti UE relativi alla migrazione economica, comprese informazioni sull'acquis legislativo dell'UE.

Lo studio confronta gli approcci degli Stati membri dell'Unione nei confronti della migrazione economica (sezione 3) riguardo la risposta alla domanda di lavoro attraverso la migrazione per manodopera altamente qualificata, qualificata e poco qualificata. Gran parte degli Stati membri ha inserito la migrazione all'interno della propria visione e riflessione strategica su come affrontare le attuali e future carenze di manodopera, sebbene alcuni Stati membri abbiano una visione più chiara su come ricorrere a persone provenienti da paesi terzi per soddisfare la propria domanda di lavoro. Diversi Stati membri attuano una visione (sezione 3.1) chiaramente definita, volta a promuovere e/o facilitare l'immigrazione di soggetti provenienti da paesi terzi al fine di impiegarli in determinati settori della propria economia, mentre altri si concentrano principalmente sul colmare le carenze di forza lavoro in primo luogo utilizzando la manodopera nazionale, non considerando la migrazione di manodopera un'esigenza fondamentale.

I dibattiti politici nazionali (sezione 3.2) relativi alla migrazione economica sono incentrati sulla loro funzione e utilità economica, in particolare nel contesto dell'attuale crisi economica, nonché la necessità, in alcuni Stati membri, di ricorrere alla migrazione per colmare le lacune del proprio mercato del lavoro. Inoltre, il dibattito pubblico si è concentrato sulle condizioni lavorative e l'integrazione dei cittadini di paesi terzi giunti nello Stato membro con finalità lavorative. Oltre alle idee e politiche nazionali degli Stati membri sulla migrazione economica, si descrivono i cambiamenti apportati alla loro politica nazionale in seguito alla crisi economica (sezione 3.3). Si presenta anche il quadro legislativo (sezione 3.4). In tutti gli Stati membri sono in atto disposizioni che specificano come i migranti provenienti da determinati paesi terzi possano essere esenti dall'obbligo di ottenere un permesso lavorativo o per i quali siano possibili procedure di ammissione semplificate. Diversi permessi lavorativi e di soggiorno sono soggetti a condizioni che comprendono il "test del mercato del lavoro" in Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Germania, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna e Svezia, test che verifica se i propri cittadini o di altri Stati UE/SEE siano disponibili per tale posizione, prima di impiegare un lavoratore proveniente da un paese terzo. Alcuni Stati membri controllano anche alcuni aspetti del ricongiungimento familiare tramite la legislazione nazionale, tra cui la regolamentazione delle circostanze in cui i familiari dei

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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migranti economici possono lavorare all'interno degli Stati membri.

Gli Stati membri ricorrono a una serie di metodi e strumenti per l'attuazione della politica e legislazione della migrazione economica (sezione 4). Al fine di identificare e gestire la domanda di lavoro, gli Stati membri adottano una serie di approcci differenti. Vi rientrano: la stesura di elenchi di occupazioni in cui sussistono carenze di forza lavoro (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Spagna, Regno Unito); il ricorso all'analisi delle esigenze dei datori di lavoro (Austria, Belgio, Estonia, Germania, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) per analizzare direttamente le esigenze del mercato del lavoro. e la creazione di quote (Austria, Belgio, Estonia, Italia, Portogallo, Slovenia, Ungheria) o limiti (Regno Unito), al fine di garantire che l'immigrazione di cittadini di paesi terzi per ragioni occupazionali non superi la domanda di lavoro. Gli organismi istituzionali, come anche i datori di lavoro e gli organismi occupazionali, svolgono un ruolo fondamentale nell'attuazione dei metodi sopraccitati.

A seconda degli approcci che gli Stati membri adottano per individuare e classificare le richieste di forza lavoro, si utilizzano strumenti specifici (sezione 4.1), tra cui sondaggi nazionali (Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Svezia), nonché previsioni a lungo e breve termine (Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Malta, Portogallo, Repubblica ceca, Spagna). Molti Stati membri ricorrono anche all'abbinamento di domanda e offerta (sezione 4.2), processo in cui i datori di lavoro svolgono un ruolo fondamentale. La valutazione delle competenze e il riconoscimento delle qualifiche (sezione 4.3) sono nondimeno considerati di importanza fondamentale dagli Stati membri al fine di impedire lo spreco di cervelli e di garantire che le qualifiche dei migranti siano vantaggiose per il mercato del lavoro e l'economia europei.

Riguardo l'integrazione (sezione 4.4) di lavoratori provenenti da paesi terzi, gran parte degli Stati membri non sviluppano specifiche misure di integrazione per i lavoratori migranti, bensì le applicano a tutti i gruppi di migranti. Tuttavia, specifiche misure di integrazione fornite attraverso programmi generali di integrazione comprendono opportunità per i lavoratori migranti di apprendere la lingua nazionale, nonché misure per garantire l'integrazione dei migranti all'interno della forza lavoro.

Relativamente alle statistiche sui migranti all'interno della forza lavoro nazionale (sezione 5), gli Stati membri hanno individuato settori specifici e occupazioni in cui sussistono carenze di forza lavoro/competenze. Questi variano ampiamente a seconda della situazione del mercato del lavoro nazionale, spaziando dagli ingegneri a professionisti dei servizi. Al fine di stabilire se la migrazione di manodopera possa realmente soddisfare la domanda di lavoro negli Stati membri, si presentano statistiche sulla composizione e l'afflusso di lavoratori migranti, nonché statistiche sul numero di posti di lavoro vacanti registrato negli Stati membri. I lavoratori altamente qualificati provenienti da paesi terzi rappresentano il più ampio, o il secondo più ampio gruppo di lavoratori in diversi Stati membri, (Austria, Germania, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica slovacca e Svezia), mentre i lavoratori scarsamente qualificati predominano in Belgio, Francia e Italia. Relativamente alla categorie occupazionali in cui rientrano questi cittadini di paesi terzi, questo dipende unicamente dalla situazione del mercato del lavoro nazionale e dalle carenze di forza lavoro registrate. In generale, gran parte dei cittadini che immigrano nell'UE per ragioni occupazionali proviene da Brasile, Cina, Federazione russa, India, Turchia, Ucraina e Stati Uniti. Analogamente ai dati forniti sulla composizione, l'afflusso di migranti di paesi terzi è notevolmente superiore per lavoratori qualificati e altamente qualificati in gran parte degli Stati membri. Inoltre, le prime tre nazionalità di origine a

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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ricevere i primi permessi emessi per attività remunerate sono stati India, Cina e Ucraina. Relativamente all'occupazione altamente qualificata, i cittadini provenienti da India e Stati Uniti sono stati i più numerosi a ricevere permessi di lavoro negli Stati membri dell'UE. Per quel che riguarda il numero di posti di lavoro vacanti, tutti gli Stati membri che hanno fornito dati statistici nel 2009 hanno registrato una diminuzione di posti di lavoro vacanti rispetto all'anno precedente. Tuttavia, in alcuni casi, è stata dimostrata l'esistenza di un collegamento con la diminuzione di posti di lavoro vacanti per determinati livelli di competenze, in seguito a un aumento nell'anno precedente dell'afflusso di lavoratori migranti provenienti da paesi terzi. Questa può essere considerata una dimostrazione di come la domanda di lavoro possa essere soddisfatta dalla migrazione.

Per quanto riguarda la cooperazione con paesi terzi per la migrazione economica (sezione 6), sono in corso accordi di cooperazione con paesi terzi. Tali accordi di cooperazione comprendono partenariati di mobilità UE che sono stati sottoscritti finora con la Moldova, Capo Verde e Georgia. Questi partenariati di mobilità mirano a fornire ai cittadini di paesi terzi un migliore accesso all'UE. Nonostante gran parte degli Stati membri abbia firmato accordi di cooperazione con paesi terzi, molti di questi non riguardano direttamente la migrazione di forza lavoro. Tuttavia, diversi Stati membri (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Spagna) hanno concluso accordi di cooperazione che si concentrano nello specifico su occupazione e migrazione di forza lavoro. In molti casi, tali accordi si concentrano su una specifica categoria di occupazione o competenze in cui esistono carenze di forza lavoro, e molti di essi concernono lavoratori altamente qualificati, come medici e lavoratori trasferiti dalla società. Diversi Stati membri concludono inoltre accordi bilaterali con paesi terzi relativi alla mobilità giovanile, che influenzano il mercato del lavoro in quanto ai giovani coinvolti è consentito lavorare nei paesi firmatari (Bulgaria, Estonia, Francia, Lituania, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Svezia, Ungheria). Oltre ad accordi transnazionali che influenzano la migrazione, sono in atto meccanismi per impedire la fuga e lo spreco di cervelli. Per quanto riguarda la fuga di cervelli, tali meccanismi comprendono programmi che consentono a cittadini di paesi terzi di lavorare negli Stati membri per un periodo prestabilito di tempo al fine di maturare un'esperienza proficua prima di tornare nel proprio paese di origine. Riguardo lo spreco di cervelli, gli Stati membri hanno dato particolare rilievo all'abbinamento di domanda e offerta e al riconoscimento delle competenze al fine di garantire che cittadini migranti di paesi terzi abbiano un'occupazione adeguata al proprio profilo.

Si fornisce la prospettiva delle Città europee e risposta alla domanda di lavoro (sezione 7) secondo Eurocities, la rete delle città europee, che ha anche contribuito al presente studio. Ciò garantisce una visuale sull'attuazione a livello locale delle politiche economiche nazionali e l'individuazione di caratteristiche, esigenze e misure specifiche attuate a livello comunale. Si descrivono specifiche opinioni delle città sul ruolo della migrazione nel soddisfare le attuali e future esigenze del mercato del lavoro, che comprendono piani e strategie di azione a livello comunale, nonché pratiche per individuare le esigenze del mercato del lavoro al fine di fornire informazioni alle liste nazionali. Molte città hanno riconosciuto la possibilità di una maggiore condivisione di responsabilità, relativa all'integrazione dei lavoratori migranti e il conseguente sviluppo di strategie di integrazione, tra cui la creazione di centri di accoglienza, nonché aiuti sociali quali alloggi e servizi sanitari. Al pari delle istituzioni nazionali, le città spesso attuano degli schemi al fine di individuare le esigenze del mercato del lavoro, facendo ricorso a diversi strumenti e metodi, quali la creazione di liste occupazionali, nonché a statistiche nazionali per individuare i posti di lavoro vacanti. In questa sezione si delineano anche i dibattiti politici sulla migrazione a livello locale, con discussioni incentrate sui tassi di occupazione dei lavoratori migranti provenienti da paesi terzi e sullo spreco di cervelli. Alcune città europee hanno collaborato

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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direttamente con paesi terzi al fine di fornire assistenza ai lavoratori migranti. Tale cooperazione ha consentito di reperire informazioni sui vantaggi della migrazione legale, tra cui le opportunità lavorative negli Stati membri dell'UE, nonché i rischi della migrazione clandestina. Oltre a ciò, sono state individuate le tendenze dei posti di lavoro vacanti nelle città europee, ed Eurocities ne ha concluso che i livelli di competenze richiesti dipendono unicamente dalla città e dalla regione, in quanto nelle città europee sono richiesti lavoratori altamente qualificati, qualificati e scarsamente qualificati.

L'analisi della risposta alla domanda di lavoro attraverso la migrazione (sezione 8) descrive inizialmente le cause primarie delle carenze di manodopera (sezione 8.1), causate da attori quantitativi e qualitativi. Tali cause comprendono la scarsa attrattiva delle condizioni lavorative e i bassi salari offerti in alcuni Stati membri, nonché l'assenza di lavoratori nazionali con le competenze e qualifiche richieste per particolari posti di lavoro. Sono anche stati individuati i problemi riscontrati nel sopperire alle carenze di manodopera (sezione 8.2), con problematiche che comprendono la complessità dei quadri nazionali che regolamentano l'ammissione di cittadini di paesi terzi, come anche gli ostacoli da superare per convalidare le competenze e riconoscere le qualifiche ottenute all'estero. Si presentano anche altri aspetti che influenzano il mercato del lavoro (sezione 8.3), tra cui la mobilità intra-UE dei lavoratori, che contribuisce a determinare una maggiore o minore domanda di lavoratori di paesi terzi, nonché gli effetti della migrazione clandestina. Gli Stati membri hanno in aggiunta identificato il lavoro illegale di cittadini di paesi terzi come un elemento che influenza il mercato del lavoro, anche se tale lavoro illegale in molti casi è estremamente difficile da quantificare, e pertanto anche da combattere. Per quanto riguarda i rientri, gran parte degli Stati membri disponevano di scarse informazioni sulla misura in cui i migranti economici ritornano nei propri paesi di origine, quando il lavoro diminuisce in determinati settori e occupazioni. Si descrivono poi le misure utilizzate per affrontare efficacemente le carenze di manodopera (sezione 8.4) insieme alla necessità individuata di consolidare e sviluppare ulteriormente politiche e legislazione per facilitare la migrazione economica al fine di soddisfare la domanda di lavoro (sezione 8.5), e gli Stati membri sottolineano l'importanza di sviluppare ulteriori politiche e misure in futuro per garantire un mercato del lavoro flessibile e attrattivo.

Le conclusioni (sezione 9) constatano che la (crescente) richiesta globale di talenti rappresenterà un sfida comune per l'UE, affinché gli Stati membri dell'UE possano competere per attirare lavoratori provenienti da paesi terzi. Al fine di garantire che l'UE resti competitiva, sarà necessario migliorare sia gli strumenti che i metodi utilizzati per identificare e gestire la domanda di lavoro, tra cui la previsione delle carenze di lavoratori e competenze, nonché l'eliminazione delle difficoltà associate al riconoscimento delle qualifiche e competenze ottenute al di fuori dell'UE. Tali azioni garantiranno la flessibilità e l'attrattiva dei mercati lavorativi nazionali per i cittadini di paesi terzi e consentiranno agli Stati membri, quando necessario, di soddisfare la domanda di lavoro attraverso la migrazione.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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1. INTRODUZIONE

La Rete europea sulle migrazioni (REM)3 è stata istituita tramite la decisione 2008/381/CE4 del Consiglio e serve a fornire informazioni aggiornate, oggettive, affidabili e paragonabili sulle migrazioni e l'asilo, al fine di sostenere la procedura di definizione delle politiche nell'UE. Essa fornisce altresì informazioni al pubblico.

L'obiettivo generale di tale studio era l'individuazione dei settori che presentavano carenze all'interno degli Stati membri, al fine di definire strategie nazionali per la gestione delle esigenze del mercato del lavoro con lavoratori migranti provenienti da paesi terzi e di comprendere l'efficacia percepita di tali strategie, compreso l'esame dell'impatto generato dalla recente crisi e ripresa economica. Lo studio è relativo al periodo dal 2004 alla fine del 2010, con statistiche ricevute fino alla fine del 2009 e in parte riprende lo studio della REM del 2007 sulle "Condizioni di ingresso e soggiorno per i lavoratori di paesi terzi altamente qualificati nell'UE."5 Il precedente studio della REM sulla "Migrazione gestita e mercato del lavoro – il settore della sanità" è anch'esso di rilievo per questa relazione di sintesi.6 L'attuale studio, tuttavia, esamina il ruolo degli immigrati, in particolare i cittadini di paesi terzi, nel sopperire a tutte le carenze e si sofferma sugli insegnamenti appresi dalle scelte politiche effettuate in risposta all'attuale situazione economica.

La presente relazione di sintesi comprende una panoramica degli approcci usati dagli Stati membri per soddisfare la domanda di lavoro presentando le diverse opzioni disponibili per affrontare le carenze di forza lavoro7, sia in termini di necessità di competenze a lungo termine che in risposta agli effetti dei cambiamenti sull'economia da parte dei 23 punti di contatto nazionali della REM: Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

Viene in seguito fornita una panoramica della metodologia (sezione 1.1) utilizzata per condurre tale studio, seguita dalla spiegazione delle definizioni utilizzate (sezione 1.2) e i precedenti studi/relazioni (sezione 1.3). Le sezioni successive presenteranno gli strumenti e il contesto politico dell'UE (sezione 2), l'approccio degli Stati membri alla politica di migrazione economica (sezione 3), l'attuazione della politica e la legislazione di migrazione economica (sezione 4), statistiche sui migranti all'interno della forza lavoro nazionale (sezione 5) e la cooperazione con paesi terzi per la migrazione economica (sezione 6). Si presenta poi la risposta alla domanda di lavoro secondo Eurocities (sezione 7). Infine, l'analisi (sezione 8) e le conclusioni (sezione 9) individueranno i successi della politica di migrazione economica e la necessità di sviluppi futuri.

È possibile reperire ulteriori informazioni in ogni rapporto nazionale8 e si raccomanda caldamente di consultarli al fine di ottenere una panoramica completa della situazione in un particolare Stato membro.

3 Sono disponibili maggiori informazioni sulla REM, comprese le sue produzioni, sul sito

http://www.emn.europa.eu. 4 Disponibile al seguente: indirizzo:http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32008D0381:it:NOT. 5 Disponibile all'indirizzo http://www.emn.europa.eu alla voce "EMN Studies". 6 Disponibile all'indirizzo http://www.emn.europa.eu alla voce "EMN Studies". 7 Nella presente relazione si indicano in tal modo sia le carenze di competenze che di forza lavoro. 8 Disponibile all'indirizzo http://www.emn.europa.eu alla voce "EMN Studies".

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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1.1. Metodologia

La presente relazione di sintesi riassume le principali conclusioni delle relazioni nazionali, sottolineando gli aspetti di maggiore rilievo e ponendoli il più possibile all'interno di una prospettiva a livello UE. Le relazioni nazionali si basano su una serie di specifiche comuni, sviluppate in consultazione con i punti di contatto nazionali della REM e utilizzate da tutti i punti di contatto nazionali per garantire la comparabilità e semplificare la preparazione della relazione di sintesi. Sono state create tabelle standard per l'immissione dei dati e i punti di contatto nazionali della REM sono stati esortati ad utilizzarle nei limiti del possibile.

La REM normalmente non si dedica alla ricerca di base, bensì raccoglie, unisce e valuta dati e informazioni già disponibili. Gran parte degli elementi necessari per redigere tale studio erano disponibili al pubblico. I punti di contatto nazionali della REM si sono affidati innanzitutto alle informazioni esistenti (relazioni, studi, legislazione, letteratura, esami e statistiche) ottenute tramite enti statali (enti di statistica, ministeri), università, Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) o altre ONG (es. Caritas). Inoltre, Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Spagna, Svezia e Ungheria hanno condotto ricerche di base per ottenere ulteriori informazioni sotto forma di interviste, incontri di studio, gruppi di esperti e seminari.

Diciotto Stati membri (Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) hanno riscontrato problemi e difficoltà nel condurre lo studio e nell'ottenere informazioni pertinenti. La Svezia, ad esempio, ha scoperto che le specifiche dello studio spesso davano per scontata l'esistenza di un approccio ben organizzato per affrontare le carenze di forza lavoro attraverso la migrazione, rendendo così difficoltosa la descrizione di misure e iniziative meno formali e strutturate.

Gran parte dei problemi erano legati alla raccolta e presentazione delle statistiche pertinenti. Diciotto Stati membri (Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) hanno incontrato difficoltà relative alla raccolta e presentazione di statistiche secondo la classificazione ISCO-88 richiesta9, in quanto i dati non erano disponibili e/o perché sono stati utilizzati diversi metodi e definizioni per raccogliere e gestire dati in questo settore. Sono stati anche riscontrati problemi relativi all'utilizzo dell'indagine sulle forze di lavoro. Ad esempio, Austria e Lussemburgo hanno sottolineato il fatto che le ridotte dimensioni del campione di tale indagine (rispettivamente 1% e 6% delle famiglie per Austria e Lussemburgo) non sempre hanno prodotto informazioni affidabili sul livello di occupazione dei sottogruppi, quali cittadini di paesi terzi e sottocategorie di occupazioni per nazionalità. In Lituania, a causa del ridotto campione (0,5% delle famiglie) e dello scarso numero di cittadini di paesi terzi (meno dell'1%), non è stato possibile utilizzare i dati del sondaggio a causa della precisione degli stessi. Altri problemi correlati erano relativi, ad esempio, alla

9 Classificazioni ISCO-88 dell'Organizzazione internazionale del lavoro. ISCO-88 fornisce un sistema per

classificare e riunire le informazioni occupazionali ottenute tramite censimenti della popolazione e altre indagini statistiche, e tramite documenti amministrativi. La classificazione ISCO-88 raggruppa i lavori all'interno di occupazioni e gruppi più aggregati sulla base dell'analogia delle competenze richieste per svolgere gli incarichi e mansioni di tali lavori. Gli Stati membri utilizzano anche una variante di ISCO-88 (COM) sviluppata per paesi che comunicano le statistiche occupazionali a Eurostat e utilizzata al contempo da EURE. Ulteriori informazioni disponibili al seguente indirizzo:

http://www.ilo.org/public/english/standards/norm/mlc2006/index.htm.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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mancanza di dati a lungo termine (Bulgaria), fonti dei dati non aggiornate (Repubblica ceca), la frammentazione dei dati causata dall'utilizzo di diverse fonti (Bulgaria, Finlandia), difficoltà nel distinguere le diverse categorie di cittadini di paesi terzi in arrivo e in uscita dallo Stato membro per finalità lavorative (Germania), identificazione di cittadini UE nel flusso di dati (Irlanda), suddivisione manuale dei permessi di lavoro a seconda delle qualifiche (Lituania)10, assenza di ampie quote di dati ISCO-88 per tutti i lavoratori registrati recentemente dai datori di lavoro (Lussemburgo)11, assenza di informazioni sull'ingresso nel mercato del lavoro (in opposizione all'ingresso nello Stato membro) e sull'uscita sia dal mercato del lavoro sia dallo Stato membro (Regno Unito).

1.2. Definizioni

Le specifiche di studio comuni utilizzate in conformità della definizione fornita nel glossario della REM12 e le seguenti cinque ampie categorizzazioni in riferimento ai "migranti economici":

Altamente qualificati (ISCO-88 grandi gruppi 1,2,3); Qualificati (ISCO-88 grandi gruppi 4,8); Scarsamente qualificati (ISCO-88 grande gruppo 9); Ricercatori; e Lavoratori stagionali.

Per quanto riguarda i dati, affinché essi siano paragonabili, lo scopo era di utilizzare le classificazioni ISCO-88, dal grande gruppo uno al gruppo nove, per organizzare i migranti all'interno di tre gruppi principali, ossia lavoratori "altamente qualificati" (grandi gruppi ISCO da 1 a 3), "qualificati" (grandi gruppi ISCO da 4 a 8) e "scarsamente qualificati" (grande gruppo ISCO 9). In tutte le relazioni nazionali, i termini "altamente qualificati", "qualificati", "scarsamente qualificati", "ricercatori" e "lavoratori stagionali" sono stati utilizzati in linea con le definizioni previste dalle specifiche di studio.13 Tuttavia, i punti di contatto nazionali della REM hanno riscontrato difficoltà nella creazione di tabelle di dati standardizzate, in quanto i termini e/o definizioni nazionali utilizzati nell'analisi e raccolta di dati statisticamente rilevanti non sempre corrispondevano a quelli stabiliti nelle specifiche di studio. Ad esempio, per quanto riguarda la definizione di "lavoratore", Eurostat fornisce la seguente definizione nella direttiva 89/391/CEE concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro: "Qualsiasi persona impiegata da un datore di lavoro, compresi i tirocinanti e gli apprendisti, ad esclusione dei domestici14". Tuttavia, l'indagine sulle forze di lavoro adotta la seguente definizione di "persona occupata": "persone dai 15 anni in su (dai 16 in su in ES, UK e SE (1995-2001); tra i 15 e i 74 anni in DK, EE, HU, LV, FI e SE (dal 2001 in poi); tra i 16 e i 74 in IS e NO), che durante la settimana di riferimento hanno svolto un lavoro, anche solo per un'ora a settimana, dietro compenso, a fini di lucro o guadagno familiare; che non erano a lavoro ma avevano un'occupazione o attività dalla quale sono stati temporaneamente assenti per motivi di salute, vacanza, controversia di lavoro, formazione e istruzione." Gli Stati membri, ai fini dello studio e in conformità delle specifiche di studio,

10 È stato possibile suddividere i permessi di lavoro per paese e per genere, tuttavia non per qualifica. 11 In Lussemburgo, l'ispezione generale per la sicurezza sociale utilizza la classificazione ISCO-88 nonostante

manchi un'ampia quota di ISCO-88 (91% nel 2004 e 33% nel 2009). Pertanto, si utilizza comunemente la classificazione NACE.

12 Disponibile all'indirizzo http://www.emn.europa.eu alla voce "EMN Glossary". 13 Tali definizioni, tuttavia, non corrispondono necessariamente alle singole categorie altamente qualificate nei

sistemi nazionali di immigrazione. 14 Definizione di "lavoratore", articolo 3 della direttiva 89/391/CE del 12 giugno 1989 concernente l'attuazione di

misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro, disponibile all'indirizzo http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31989L0391:it:HTML.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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hanno fatto riferimento ai "lavoratori" come "persone occupate" secondo l'indagine sulle forze di lavoro al fine di creare un quadro comune e semplificare la comparabilità.15 1.3. Studi/relazioni precedenti

Questa sezione fornisce una panoramica degli studi REM e questioni particolari (sezione 1.3.1), descrive poi le tematiche principali affrontate in altri studi commissionati dall'UE e altri non-UE, nonché relazioni sulla migrazione di forza lavoro (sezione 1.3.2).

1.3.1. Studi REM e questioni particolari

Lo studio REM 2007 sulle "Condizioni di ingresso e soggiorno per i lavoratori di paesi terzi altamente qualificati nell'UE" ha fornito una panoramica delle condizioni ed esigenze negli Stati membri per i lavoratori altamente qualificati e ha descritto l'approccio all'interno dell'UE nei confronti della domanda di lavoro. La finalità della relazione era di contribuire allo sviluppo della direttiva Carta blu. Lo studio ha pertanto fornito una base di conoscenze al presente studio REM.

Anche le questioni particolari REM16 costituiscono una base di conoscenze per lo sviluppo di tale studio REM. In totale sono state poste 13 questioni particolari REM relative alla migrazione economica, nello specifico:

Politica in materia di migrazione di forza lavoro (febbraio 2008) - analizza la situazione relativa alla migrazione di forza lavoro negli Stati membri. Nello specifico, essa comprende statistiche relative al numero di cittadini di paesi terzi che immigrano in paesi UE per ragioni di lavoro e il tipo di permesso di soggiorno e status occupazionale concesso a tale categoria di migranti da parte degli enti nazionali.

Quadro legale sull'occupazione dei cittadini di paesi terzi (marzo 2008) - fornisce una panoramica della situazione e delle pratiche in tutta l'UE relative alle procedure per l'ammissione e il soggiorno di cittadini di paesi terzi, comprese informazioni sugli enti responsabili di concedere il diritto di lavoro e la documentazione di lavoro e soggiorno (permesso di lavoro e/o permesso di soggiorno). Agli Stati membri è stato anche chiesto di fornire esempi della legislazione pertinente in vigore nei propri paesi.

Ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi per finalità aziendali (febbraio 2009) - esamina le modalità di regolamentazione negli Stati membri dell'ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi al fine di condurre attività aziendali. Nello specifico, la questione particolare faceva riferimento alle tipologie di permessi di soggiorno emessi, alle condizioni che gli stranieri sono tenuti a rispettare al fine di ottenere tali permessi nonché alle condizioni di soggiorno, quali i controlli effettuati per dimostrare che la finalità del soggiorno permanga durante l'intero periodo di soggiorno dello straniero.

Politica relativa ai lavoratori migranti licenziati (giungo 2009) - in riferimento alla politica degli Stati membri riguardante i lavoratori migranti che vengono licenziati. Esamina gli effetti del licenziamento sullo status di immigrazione del

15 Per quanto riguarda i lavoratori altamente qualificati, la relazione di sintesi fa riferimento alle occupazioni dei

grandi gruppi ISCO-88 1, 2 e 3. La definizione non corrisponde necessariamente alla definizione di altamente qualificato utilizzata nei sistemi nazionali di immigrazione degli Stati membri.

16 Gran parte delle questioni sotto elencate sono disponibili all'indirizzo http://www.emn.europa.eu alla voce "EMN Ad-Hoc Queries".

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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migrante e se il periodo di tempo in cui il migrante ha lavorato nello Stato membro è preso in considerazione nel calcolo del tempo concessogli per trovare un nuovo impiego.

Misure politiche adottate nella gestione della migrazione in reazione alla crisi mondiale (giugno 2009) - esamina la politica di ammissione degli Stati membri, con particolare riguardo all'utilizzo di quote e sottolineando le politiche contro l'immigrazione clandestina e la promozione dei rientri.

Creazione di aziende commerciali da parte di cittadini di paesi terzi (luglio 2009) - relativa alla regolamentazione degli Stati membri nell'ambito della creazione di aziende commerciali da parte di cittadini di paesi terzi.

Permessi per attirare lavoratori altamente qualificati (ottobre 2009) - esamina una serie di politiche degli Stati membri riguardanti i lavoratori altamente qualificati, compreso il rilascio di permessi di soggiorno.

Sistema di ammissione per finalità di migrazione di forza lavoro (novembre 2009) - esamina i sistemi di ammissione per cittadini di paesi terzi per finalità di migrazione e descrive i metodi utilizzati dagli Stati membri per identificare le esigenze lavorative e soddisfare la domanda di lavoro.

Legislazione del mercato del lavoro che limita l'accesso a cittadini di paesi terzi (novembre 2009) - fornisce informazioni sulla legislazione esistente negli Stati membri che tutela il mercato del lavoro limitando l'assunzione di cittadini di paesi terzi.

Tendenze della migrazione internazionale (novembre 2009) - esamina gli attuali livelli di migrazione (in entrata/in uscita) e gli effetti della crisi economica sui livelli di migrazione.

Lavoratori stagionali e lavoratori trasferiti dalla società (marzo 2010) - fornisce statistiche relative ai cittadini di paesi terzi assunti in qualità di lavoratori stagionali e ai soggetti trasferiti dalla propria società, esaminando inoltre le condizioni di questi lavoratori.

Occupazione e lavoro degli stranieri (giugno 2010) - esamina le disposizioni legislative nazionali relative all'occupazione di cittadini di paesi terzi in settori in cui non sono registrati per compiere un'attività.

Riconoscimento di qualifiche professionali ottenute al di fuori dell'Unione europea (dicembre 2010) - esamina le disposizioni legislative e le pratiche nazionali relative al miglioramento del riconoscimento di competenze e l'incontro di domanda e offerta tra l'Unione europea e i paesi terzi.

1.3.2. Questioni chiave emerse da altri studi e relazioni rilevanti

L'immigrazione verso l'UE è aumentata ad una velocità considerevole a partire dall'inizio degli anni '90. La media annuale netta degli ingressi per l'UE a 25 è più che triplicata da 198 000 soggetti negli anni '80 a circa 750 000 all'anno durante gli anni '90.17 17 Documenti economici, DG Affari economici e finanziari, settembre 2006: Labour migration patterns in Europe:

Recent trends, Future challenges, pagine 5-6, tratto dall'Impact Assessment on 2008 Communication, disponibile al seguente indirizzo:

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=SEC:2008:2026:FIN:EN:PDF.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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L'immigrazione ha inoltre promosso in maniera sostanziale la crescita dell'occupazione nell'Unione europea durante lo scorso decennio, con un incremento dell'occupazione stimato in quasi 3,7 milioni, pari ad un quarto della crescita complessiva dell'occupazione.18 Infatti, la migrazione è considerata sempre più uno strumento per far fronte alle carenze interne di forza lavoro, sia in settori specifici o "in maniera trasversale", a causa della diminuzione della popolazione in età da lavoro e delle nuove esigenze della "società della conoscenza", che stanno creando carenza di competenze. L'invecchiamento della popolazione è un fenomeno che interessa sia l'Unione europea sia altre parti del mondo.19 Mentre, nel 2008, si registravano quattro persone in età lavorativa (15-64 anni) per ogni cittadino UE al di sopra dei 65 anni, si prevede che entro il 2060 tale rapporto scenderà a 2 a 1. Inoltre, si calcola che la percentuale di persone al di sopra dei 65 anni rispetto al totale della popolazione UE aumenterà dal 17,1% al 30,0%.20 Alcuni Stati membri stanno già subendo le conseguenze dei cambiamenti demografici, che causano lacune strutturali nella forza lavoro nazionale con elevati numeri di persone che lasciano il mercato del lavoro per andare in pensione. Questa situazione sta avendo ripercussioni sulle visioni strategiche degli Stati membri relative alla migrazione di forza lavoro.

La comunicazione del 2006 "Il futuro demografico dell'Europa: trasformare una sfida in un'opportunità"21 sottolineava la non fattibilità delle attuali politiche UE a lungo termine per affrontare il calo della popolazione attiva e la prospettiva di "slittamento delle finanze pubbliche." La comunicazione stabiliva un quadro di riferimento che presentava la promozione dell'occupazione in Europa: un maggior numero di posti di lavoro e una vita attiva più lunga e di qualità. La comunicazione, tuttavia, sottolineava come l'immigrazione non possa rappresentare la soluzione a tutti i problemi e sfide relativi all'invecchiamento demografico delle società UE, sebbene constatasse un probabile apporto di vantaggi tramite un'immigrazione ben gestita, i quali avrebbero contrastato le conseguenze negative dell'invecchiamento della popolazione, in particolare aumentando l'offerta di manodopera.22 A partire da questa comunicazione, sono state redatte relazioni demografiche annuali23 che presentavano i principali fatti e dati relativi al cambiamento demografico e che trattavano delle future sfide e delle appropriate risposte politiche.

Oltre alle proiezioni demografiche, una serie di relazione recentemente pubblicate si concentra sulla questione delle future carenze di manodopera all'interno dell'UE. Ad esempio, uno studio Cedefop del 200824 spiegava come le proiezioni mostrino le probabili carenze di forza lavoro nei settori dell'industria, dell'istruzione e formazione, tutoraggio e

18 Migration, Employment and the Outcomes of Labour Market Integration Policies in the European Union,

Independent Network of Labour Migration and Integration Experts, disponibile al seguente indirizzo: http://www.labourmigration.eu/research/report/13-migration-employment-and-the-outcomes-of-labour-market-integration-policies-in-the-european-union.

19 Ad esempio, in Giappone si stima che la forza lavoro, di età compresa tra i 15 e 64 anni scenderà a 52 milioni nel 2050, rispetto al picco di 87 milioni del 1995, rispetto ad una popolazione totale stimata intorno ai 125,5 milioni nel 2050 (Fonte:http://www.un.org/esa/population/publications/ReplMigED/Japan.pdf) e in Cina per il 67% delle aziende nella provincia orientale di Jiangu si prevedono difficoltà nel reclutare nuovi lavoratori, e la provincia di Guangdong nella Cina meridionale prevede una carenza pari a un milione di lavoratori nel 2011 (Fonte: http://www.chinadaily.com.cn/china/2011-02/21/content_12052550.htm).

20 Population projections, Eurostat, disponibili all'indirizzo: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/index.php/Population_projections. 21 Come sopra: Migration, Employment and the Outcomes of Labour Market Integration Policies in the European Union, Independent Network of Labour Migration and Integration Experts. 22 Impact Assessment accompanying Communication on a common Immigration Policy for Europe: Principles, actions and tools, disponibile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=SEC:2008:2026:FIN:EN:PDF. 23 La relazione demografica 2010 è disponibile all'indirizzo: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/population/documents/Tab/report.pdf. 24 Skills needs in Europe: Focus on 2020 (CEDEFOP - Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale),

vedi: http://www.cedefop.europa.eu/etv/Upload/Information_resources/Bookshop/498/5191_en.pdf.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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consulenza. Si discuteva l'eventuale elaborazione, da parte dell'UE e degli Stati membri, di politiche per l'avvio di misure che prevenissero e mitigassero i rischi del mancato abbinamento delle competenze (carenze e surplus).

Il concetto di sopperire alle carenze di manodopera negli Stati membri tramite l'immigrazione è affrontato anche in un documento pubblicato dall'Istituto per le politiche migratorie - Sopperire alle carenze di forza lavoro tramite l'immigrazione, una panoramica degli elenchi delle carenze e relative implicazioni25 Come dimostrato nel documento, alcune competenze e abilità sono carenti, anche in periodo di recessione, e talvolta è particolarmente difficile colmare posti di lavoro vacanti in determinati settori. Posto che l'immigrazione conduce nuovi lavoratori nell'economia, i quali potrebbero colmare tali lacune, le politiche di immigrazione rappresentano una logica componente di qualsiasi strategia che affronti le difficoltà di reclutamento. Le politiche di immigrazione negli Stati membri, ideate per alleviare le carenze percepite di forza lavoro, esistono da decenni e l'idea di indirizzare l'immigrazione verso i settori più bisognosi dell'economia non è nuova.

Un altro documento recentemente pubblicato dal Forum economico mondiale dimostra che l'emisfero settentrionale soffre di carenze di talenti in un'ampia gamma di settori occupazionali, principalmente a causa del rapido invecchiamento della popolazione e a standard formativi insufficienti.26 L'Europa occidentale dovrà aggiungere 45 milioni di lavoratori alla propria squadra di talenti entro il 2030 al fine di sostenere la crescita economica. Nei paesi sviluppati, l'invecchiamento e il pensionamento di coloro nati durante il baby boom avrà notevoli ripercussioni sulla gestione della quantità, qualità e costi della forza lavoro.

Secondo il documento, molti leader di governo e di aziende hanno a lungo fatto affidamento sui lavoratori migranti per colmare le proprie lacune di talenti. Sistemi innovativi di migrazione a punti e un'immagine attenta alla migrazione da parte di Stati e aziende sono necessari per attrarre i giusti talenti a livello mondiale. Tuttavia, come indica il documento, la migrazione da sola non può sopperire alla notevole carenza di talenti che presto l'Europa affronterà. Un approccio olistico al rischio globale di talenti aiuterà le aziende e i governi a strutturare i propri sforzi al fine di colmare la lacuna.

Le relazioni e gli studi mostrano, inoltre, che esistono attualmente ostacoli ad un uso proficuo della manodopera proveniente dalle migrazioni. Ad esempio, uno studio del 2010 condotto dalla Commissione europea sugli interventi del Fondo sociale europeo (FSE) nel settore "Migranti e minoranze"27 esaminava le tipologie di misure e priorità per sostenere i migranti, prestando particolare attenzione ai problemi dell'integrazione nel mercato del lavoro. Lo studio valutava altresì le risposte politiche da parte dell'UE per l'inclusione sociale e l'accesso all'occupazione di migranti e minoranze, e presentava gli interventi del FSE nel settore delle migrazioni per i periodi 2000-2006 e 2007-2013, descrivendo una serie di iniziative attuate negli Stati membri e i relativi esiti. Lo studio indicava che circa 700 000 cittadini di paesi terzi avevano ricevuto aiuto attraverso azioni di integrazione, le quali comprendevano diverse azioni tra cui consulenza personalizzata, formazione, tirocini nelle aziende e tutoraggio al lavoro. In aggiunta, lo studio sosteneva che, sebbene la mobilità di forza lavoro mondiale sia intesa a garantire un utilizzo ottimale ed efficiente della forza lavoro, nella pratica non esiste una corrispondenza tra migrazione di forza lavoro e domanda del mercato del lavoro in molti Stati membri. Questo è in parte dovuto al fatto che i migranti provenienti da paesi terzi non sono impiegati efficacemente all'interno del mercato del lavoro, a causa di ostacoli per la loro occupazione. Tali ostacoli 25 Disponibile all’indirizzo http://www.migrationinformation.org/Feature/display.cfm?id=828. 26 Disponibile all'indirizzo http://www3.weforum.org/docs/PS_WEF_GlobalTalentRisk_Report_2011.pdf. 27 Disponibile all'indirizzo http://ec.europa.eu/employment_social/esf/docs/br_migrants_minorities_en.pdf.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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comprendono discriminazioni legate all'etnia, storia migratoria e abilità, nonché competenze dei migranti, tra cui anche le abilità linguistiche.28.

In secondo luogo, la migrazione economica in Europa può comportare lo "spreco di cervelli" e la "fuga di cervelli". Questo problema è stato, ad esempio, identificato dalla comunicazione del 2008 sopraccitata della Commissione su una politica di immigrazione comune per l'Europa, dove si affermava che "gli immigrati sono più spesso esposti a lavori precari, a bassa qualificazione o per i quali sono sovraqualificati, con la conseguenza che le loro qualifiche non sono pienamente utilizzate." La Commissione ritiene che un simile spreco di cervelli contribuisca ad aumentare la probabilità che gli immigrati lavorino clandestinamente. Uno studio più recente ha confermato le indicazioni di possibili discriminazioni e altri ostacoli al mercato del lavoro. Questi sono relativi, ad esempio, a difficoltà nel riconoscimento delle qualifiche di cittadini di paesi terzi, cosa che talvolta si traduce, a prescindere dal livello di istruzione, in occupazioni scarsamente qualificate per i migranti. La valutazione dell'impatto che sostiene la comunicazione del 2008 ha ulteriormente chiarito che il riconoscimento delle qualifiche ostacolava l'integrazione complessiva dei lavoratori migranti all'interno del mercato del lavoro UE.29.

2. STRUMENTI E CONTESTO POLITICO UE

La presente sezione traccia una panoramica del contesto politico UE relativo alla migrazione di forza lavoro e alla risposta alla domanda di lavoro (sezione 2.1) Si fornisce in seguito una sintesi (sezione 2.2) degli strumenti UE relativi alla migrazione economica, compresi l'acquis legislativo UE, i finanziamenti e altri strumenti pertinenti, tra cui le reti quali EURES.

2.1. Contesto politico

La migrazione di forza lavoro è sempre più considerata dagli Stati membri come uno degli strumenti potenzialmente importanti per risolvere il problema dell'invecchiamento della popolazione nell'UE e della crescente richiesta di determinati tipi di competenze, sebbene la recessione economica mondiale abbia determinato ripercussioni sulla richiesta di manodopera all'interno dell'UE.30 Anche se la migrazione di forza lavoro è di competenza del singolo Stato membro, ossia essi hanno il diritto di determinare il volume di ammissioni di immigrati all'interno del proprio territorio a scopo lavorativo, nonché di mantenere o introdurre permessi di soggiorno nazionali per qualsiasi finalità lavorativa,31 sono state introdotti strumenti legislativi e politiche UE per contribuire ad aumentare la competitività dell'economia UE, per promuovere una crescita economica sostenibile e per rafforzare la società basata sulla conoscenza. Lo studio dovrebbe dunque essere analizzato nel contesto del Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo32 e del Programma di Stoccolma,33 nonché della strategia UE

28 Informazioni sulle barriere reperibili a pagina 21 dello studio FSE, disponibile all'indirizzo:

http://ec.europa.eu/employment_social/esf/docs/br_migrants_minorities_en.pdf. 29 Impact Assessment accompanying Communication on a common Immigration Policy for Europe: Principles,

actions and tools, disponibile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=SEC:2008:2026:FIN:EN:PDF. 30 Sezione 6 del programma di Stoccolma, disponibile all'indirizzo http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2010:115:0001:0038:IT:PDF. 31 Articolo 79, paragrafo 5, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. 32 Disponibile all'indirizzo http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/08/st13/st13440.it08.pdf. 33 Disponibile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2010:115:0001:0038:IT:PDF.

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2020.34 Inoltre, la migrazione di forza lavoro dovrebbe anch'essa essere analizzata sulla base del principio di preferenza per i cittadini dell'Unione, che stabilisce che ai cittadini di futuri Stati membra debba essere attribuita priorità rispetto ai soggetti provenienti da paesi extra UE.35

A giugno 2008, la Commissione europea ha adottato la comunicazione "Una politica d'immigrazione comune per l'Europa: principi, azioni e strumenti",36 che riconosce il ruolo significativo del potenziale contributo dell'immigrazione alle prestazioni economiche UE, nel contesto di un'Europa che invecchia. Questa comunicazione proponeva 10 principi sui quali articolare la politica d'immigrazione comune, considerando l'abbinamento tra competenze ed esigenze un principio comune per prosperità e immigrazione. La Commissione europea ha constatato che l'immigrazione per motivi economici deve rispondere a una valutazione comune dei bisogni dei mercati del lavoro dell'UE, per tutti i livelli di qualificazione e tutti i settori, allo scopo di rafforzare l'economia europea basata sulle conoscenze, di sostenere la crescita economica e di soddisfare le necessità del mercato del lavoro. Tale comunicazione definisce come il principio di preferenza per i cittadini dell'Unione debba essere rispettato nel momento in cui gli Stati membri determinano il volume degli ingressi. Al fine di adempiere a tale principio, la Commissione europea ha dichiarato che l'UE e i suoi Stati membri dovrebbero presentare "una valutazione esauriente dei futuri bisogni europei per quanto riguarda le competenze fino al 2020". La comunicazione si basa sul "Piano d'azione sull'immigrazione legale"37 del 2005, che ha definito la prima tabella di marcia per azioni e iniziative legislative per perseguire uno sviluppo coerente della politica di immigrazione legale dell'UE.

Il Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo, adottato dal Consiglio europeo nell'ottobre del 2008, si propone tra i suoi cinque obiettivi di "organizzare l'immigrazione legale tenendo conto delle priorità, delle esigenze e delle capacità d'accoglienza stabilite da ciascuno Stato membro e favorire l'integrazione." Il Consiglio europeo ha constatato che l'immigrazione legale deve derivare da un desiderio da parte sia del paese di origine sia del paese ospite, per un beneficio reciproco, e ha incoraggiato la cooperazione con i paesi di origine, nel momento in cui gli Stati membri determinano le condizioni di ammissione degli immigrati legali nel proprio territorio stabilendo delle quote. Il Consiglio europeo ha inoltre chiesto agli Stati membri di attuare una politica d'immigrazione, gestita in funzione dell'insieme delle esigenze del mercato del lavoro, e concordata tenendo conto dell'impatto che essa può avere sugli altri Stati membri.

A tale fine, il Consiglio europeo ha convenuto:

a) di invitare gli Stati membri e la Commissione, nel rispetto dell'acquis comunitario e della preferenza comunitaria, tenendo conto del potenziale di risorse umane in seno all'Unione europea, ad attuare con i mezzi più adeguati politiche d'immigrazione professionale che tengano conto di tutti i bisogni del mercato del lavoro di ciascuno Stato membro, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del 13 e 14 marzo 2008;

b) di rafforzare l'attrattiva dell'Unione europea per i lavoratori altamente qualificati e di adottare nuove misure per facilitare maggiormente l'accoglienza di studenti e ricercatori e la loro circolazione nell'Unione;

34 Disponibile all'indirizzo http://ec.europa.eu/eu2020/. 35 Qualora non sussista una particolare motivazione per assumere un cittadino extra-UE, il principio di preferenza

per i cittadini UE deve essere applicato e deve essere valido in tutte le fasi della procedura di reclutamento. 36 COM (2008)359, vedi http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2008:0359:FIN:IT:PDF. 37 Disponibile al seguente indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:52005DC0669:IT:NOT.

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c) di fare in modo, incoraggiando la migrazione temporanea o circolare, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del 14 dicembre 2007, che queste politiche non favoriscano la fuga dei cervelli;

d) di migliorare l'informazione sulle possibilità e le condizioni d'immigrazione legale, provvedendo in particolare a predisporre quanto prima gli strumenti necessari a tal fine;

Nel "Programma di Stoccolma - Un'Europa aperta e sicura al servizio e a tutela dei cittadini",38 il Consiglio europeo ha riconosciuto che l'immigrazione della forza lavoro potrebbe contribuire a una maggiore competitività e vitalità economica e ha, pertanto, esortato alla creazione di sistemi di ammissione flessibili che siano conformi alle priorità, esigenze, numeri e volume determinati da ciascuno Stato membro.

Il Consiglio europeo ha perciò invitato:

la Commissione e il Consiglio a portare avanti l'attuazione del piano d'azione sull'immigrazione legale,

la Commissione ad analizzare come usare con più efficacia fonti e reti di informazione esistenti per garantire la disponibilità di dati comparabili sulle questioni migratorie, in vista di scelte politiche operate con maggior cognizione di causa, tenendo conto anche dei recenti sviluppi,

la Commissione e il Consiglio a valutare le politiche vigenti che dovrebbero migliorare tra l'altro il riconoscimento delle competenze e l'incontro di domanda e offerta di lavoro tra l'Unione europea e i paesi terzi nonché la capacità di analizzare i bisogni sul mercato del lavoro, la trasparenza delle informazioni europee in linea su posti di lavoro e assunzione, formazione, diffusione delle informazioni e adeguamento delle competenze nel paese d'origine,

la Commissione a valutare l'impatto e l'efficacia delle misure adottate in questo settore al fine di determinare se sia necessario consolidare la legislazione esistente, anche in relazione alle categorie di lavoratori attualmente non contemplate dalla normativa dell'Unione.

A marzo 2010, la Commissione ha proposto la strategia "Europa 2020: una strategia europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva."39 Questa strategia è volta a migliorare il potenziale di crescita dell'UE e a garantire alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale, al fine di creare il punto di accesso ad una nuova economia di mercato sociale sostenibile, un'economia più intelligente e più eco-compatibile in cui la prosperità deriva dall'innovazione e da un migliore impiego delle risorse.40 La Commissione, nel documento di lavoro che ha avviato questo dibattito,41 ha dichiarato che nonostante il sostanziale contributo alla crescita, le potenzialità dell'immigrazione non sono state pienamente valutate nell'elaborazione di politiche a livello nazionale o dell'UE e ha proposto

38 Disponibile all'indirizzo: http://ec.europa.eu/home-affairs/doc_centre/docs/stockholm_program_en.pdf. 39 Vedi http://ec.europa.eu/europe2020. 40 Comunicazione della Commissione Europa 2020 COM (2010)2020, Europa 2020: una strategia per una crescita

intelligente, sostenibile e inclusiva, disponibile all'indirizzo http://ec.europa.eu/eu2020/. Inoltre, nel discorso sullo stato dell'Unione, il Presidente della Commissione europea ha descritto le proposte per un "Osservatorio europeo dei posti di lavoro vacanti" (vedi sezione 2.2.3) volto ad indicare i lavori disponibili in Europa ed elaborare le competenze necessarie. In aggiunta ha sottolineato l'importanza di un'UE sociale e inclusiva relativamente all'occupazione, allo scopo di riuscire a cogliere tutte le nuove opportunità.

41 Documento di lavoro della Commissione COM (2009) 647 disponibile all'indirizzo: http://ec.europa.eu/eu2020/pdf/eu2020_en.pdf.

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di migliorare i tassi di occupazione dei migranti, in particolare per categorie specifiche, come i migranti con un basso livello di istruzione, le donne e coloro arrivati da poco nel paese.

2.2. Strumenti UE

Questa sezione fornisce una panoramica degli strumenti UE relativi alla migrazione economica, tra cui l'acquis legislativo UE (sezione 2.2.1), i finanziamenti (sezione 2.2.2) e altri strumenti pertinenti, tra cui le reti quali EURES (sezione 2.2.3).

2.2.1. Strumenti legislativi UE42

Relativamente all'acquis UE, esiste attualmente una serie di strumenti legislativi UE che regolamentano l'ammissione e il soggiorno di cittadini di paesi terzi per finalità lavorative.

La direttiva 2009/50/CE sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati (direttiva Carta blu) stabilisce dei criteri comuni e una rapida procedura per l'emissione di permessi di lavoro e di soggiorno, senza compromettere condizioni più vantaggiose a livello nazionale.43 La direttiva mira ad aumentare l'attrattiva dell'UE nei confronti di cittadini di paesi terzi altamente qualificati. I possessori della Carta blu possono anche avvalersi di una serie di diritti socio-economici e condizioni favorevoli di accesso al mercato del lavoro, nonché del ricongiungimento familiare e spostamenti all'interno dell'UE.

La direttiva 2005/71/CE relativa a una procedura specificamente concepita per l'ammissione di cittadini di paesi terzi a fini di ricerca scientifica (direttiva Ricercatori) determina le condizioni di ammissione per i ricercatori di paesi terzi negli Stati membri al fine di condurre un progetto di ricerca. L'obiettivo della direttiva è inoltre di contribuire agli obiettivi di Lisbona, che mirano a rendere l'Europa l'economia più competitiva e maggiormente fondata sulla conoscenza a livello mondiale, promuovendo l'ingresso e la mobilità dei ricercatori di paesi terzi, al fine di aumentare l'attrattiva dell'UE per i ricercatori di tutto il mondo e promuovere la sua posizione come centro internazionale di ricerca.44

Al fine di combattere l'immigrazione clandestina e l'occupazione illegale, la direttiva 2009/52/CE stabilisce gli standard minimi di sanzioni e misure nei confronti dei datori di lavoro di cittadini di paesi terzi clandestini ("direttiva sulle sanzioni ai datori di lavoro"). Inoltre, la direttiva 2008/115/CE reca norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.

Oltre agli strumenti summenzionati, le seguenti bozze di proposte legislative, adottate dalla Commissione come parte del suddetto Piano d'azione sull'immigrazione legale, e attualmente oggetto di trattative con il Parlamento europeo e il Consiglio, sono destinate alla promozione della politica di migrazione economica all'interno dell'UE.

La proposta di direttiva relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio

42 Dettagli sul recepimento del seguente acquis UE sono contenuti nelle relazioni annuali sulle politiche REM

disponibili all'indirizzo http://www.emn.europa.eu alla voce "Annual Policy Reports." 43 Ulteriori dettagli all'indirizzo: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/misc/107989.pdf. 44 Informazioni disponibili all'indirizzo: http://ec.europa.eu/home-affairs/policies/immigration/immigration_training_en.htm.

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di un permesso unico mira a creare un unico permesso di lavoro e di soggiorno per i lavoratori provenienti da paesi terzi, nonché parità di trattamento rispetto ai cittadini UE, ad esempio relativamente alle condizioni lavorative, sicurezza sociale e accesso a beni e servizi.

La proposta di direttiva che stabilisce condizioni di ingresso e soggiorno comuni per lavoratori stagionali di paesi terzi è volta a creare una rapida procedura di ammissione per i lavoratori stagionali di paesi terzi, sulla base di una definizione comune, criteri e requisiti comuni, ad esempio relativi alla necessità di un contratto lavorativo o di un'offerta lavorativa vincolante che specifichi il salario. La proposta introduce un permesso pluri-stagionale o una procedura semplificata di rientro per la stagione successiva, al fine di incoraggiare l'immigrazione legale per lavori stagionali. La proposta mira inoltre alla promozione della migrazione circolare tra l'UE e i paesi di origine dei migranti, nonché alla tutela dei lavoratori stagionali in caso di sfruttamento.45 Al fine di superare gli ostacoli incontrati dalle aziende, relativi alla complessità e diversità dei regolamenti all'interno dell'UE, la proposta di direttiva che definisce le condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi nell'ambito di trasferimenti intrasocietari è volta a semplificare i trasferimenti intrasocietari di competenze sia verso l'UE che all'interno dell'UE, al fine di promuovere la competitività dell'economia UE e integrare le misure messe in atto dalla strategia UE 2020. La proposta per questa direttiva è in particolare destinata a rispondere efficacemente e tempestivamente alla richiesta di lavoratori qualificati e con competenze gestionali per le filiali e succursali di aziende multinazionali tramite la creazione di condizioni trasparenti e armonizzate di ingresso per tale categoria di lavoratori. La direttiva creerà migliori condizioni di soggiorno temporaneo per lavoratori TIC e per le loro famiglie e promuoverà una distribuzione e ridistribuzione efficiente dei soggetti trasferiti tra gli enti UE.46

2.2.2. Finanziamenti UE

L'obiettivo del Fondo sociale europeo è di promuovere l'occupazione all'interno dell'UE sostenendo finanziariamente gli Stati membri nella riduzione delle differenze di prosperità e standard di vita tra Stati membri e regioni dell'UE. Il FSE promuove la coesione economica e sociale. Durante il periodo 2007-2013, il FSE distribuirà approssimativamente 75 miliardi di euro tra gli Stati membri al fine di raggiungere questo obiettivo. Le principali attività del FSE consistono nel garantire accesso all'occupazione ai migranti tramite l'inclusione sociale,47 combattere la discriminazione dei migranti, promuovere l'occupazione dei migranti all'interno della forza lavoro e garantire che l'UE utilizzi pienamente i talenti in suo possesso e le capacità che possono mettere a disposizione della forza lavoro.48

Nell'ambito del FSE, il programma UE per l'occupazione e la solidarietà sociale, PROGRESS, concede finanziamenti alle istituzioni e organizzazioni che combattono in favore dei gruppi vulnerabili o socialmente esclusi, tra cui i migranti.49 Tali attività sono attuate anche in risposta alla strategia UE di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Ad esempio, PROGRESS

45 Vedi http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=MEMO/10/323&type=HTML. 46 Ulteriori informazioni disponibili all'indirizzo: http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/10/st12/st12211.en10.pdf. 47 Campi di attività FSE: accesso all'occupazione disponibile all'indirizzo:

http://ec.europa.eu/employment_social/esf/fields/employment_it.htm. 48 Campi di attività FSE: lotta alla discriminazione, disponibile all'indirizzo:

http://ec.europa.eu/employment_social/esf/fields/discrimination_it.htm. 49 Ulteriori informazioni disponibili all'indirizzo http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=437&langID=it.

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finanzia gli osservatori europei, come l'Osservatorio europeo per l'occupazione (vedi sotto), al fine di monitorare le politiche di occupazione e le tendenze del mercato del lavoro. In aggiunta, ha finanziato reti UE di ONG che combattono l'esclusione sociale e la discriminazione.

Come parte del programma generale "Solidarietà e gestione dei flussi migratori", il Fondo europeo per l'integrazione, istituito tramite la decisione 2007/435/CE del Consiglio, per il periodo 2007-2013 descrive l'importanza di contribuire agli sforzi nazionali degli Stati membri per sviluppare politiche di integrazione peri migranti, al fine di facilitarne l'integrazione nelle società europee, compresa la partecipazione al mercato del lavoro. I precedenti progetti finanziati dal Fondo europeo per l'integrazione si concentravano sull'accesso dei migranti al mercato del lavoro e sulla loro effettiva integrazione50. Il fondo si rivolge principalmente ai cittadini di paesi terzi appena arrivati, con azioni a sostegno della loro integrazione. Inoltre, il Fondo europeo per i rifugiati per il periodo 2008-2013, istituito tramite la decisione 573/2007/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, si occupa di finanziare azioni che comprendono l'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro, la loro formazione linguistica e la semplificazione del riconoscimento di qualifiche e titoli di studio.51

2.2.3. Reti e altre strutture UE

Eurocities, la rete delle principali città europee, si concentra sullo scambio di conoscenze e lavoro politico a nome delle principali città europee. Per quanto riguarda la migrazione di forza lavoro, il gruppo di lavoro sulla migrazione e integrazione e il gruppo di lavoro sulla migrazione economica forniscono aggiornamenti sugli sviluppi politici tra le città, comprese attività relative all'accesso di migranti al mercato del lavoro e alla loro integrazione.52 Questi gruppi di lavoro hanno contribuito al presente studio REM con ulteriori informazioni fornite da Eurocities sulla migrazione di forza lavoro e la risposta alla domanda di lavoro, presentate nella sezione 7 della relazione di sintesi. L'UE ha sostenuto, inoltre, la migrazione economica nei paesi UE e SEE fornendo informazioni on line, come EURES, il portale europeo della mobilità professionale, il bollettino europeo di mobilità professionale (EJMB) di recente istituzione e l'osservatorio europeo dei posti di lavoro vacanti (EVM).

Un'altra rete che fornisce analisi e consulenza sulla migrazione economica e sull'integrazione nel mercato del lavoro di cittadini di paesi terzi è la Rete indipendente della migrazione di forza lavoro ed esperti di integrazione (LINET) istituita nel 2009 dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). La rete riunisce esperti provenienti dai 27 Stati membri dell'Unione europea, Croazia, Norvegia e Turchia ed è volta a sostenere la Commissione europea (in particolare la DG Occupazione, affari sociali e pari opportunità) nel processo decisionale basato sulle prove e questioni relative all'integrazione nel mercato del lavoro dei migranti, al fine di raggiungere gli obiettivi di Europa 2020.

L'Osservatorio europeo per l'occupazione53 fornisce un importante contributo alla strategia europea per l'occupazione (SEO) fornendo informazioni, ricerche comparative e valutazioni delle politiche occupazionali e tendenze del mercato del lavoro in tutti gli Stati membri, paesi EFTA e Croazia, Turchia, FYROM, Serbia e Islanda. L'Osservatorio europeo per l'occupazione si pone l'obiettivo di migliorare la base di informazioni per i responsabili delle

50 Per i progetti precedenti consultare le relazioni sui programmi di lavoro annuali, disponibili all'indirizzo: http://ec.europa.eu/home-affairs/funding/integration/funding_integration_en.htm. 51 Articolo 3, paragrafo 3 della decisione 573/2007/CE, disponibile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2007:144:0001:0021:IT:PDF. 52 Eurocities, la rete delle città europee, disponibile all’indirizzo:http://www.eurocities.eu. 53 Informazioni disponibili all'indirizzo: http://www.eu-employment-observatory.net/en/about/AimsObjectives.htm.

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politiche e altri portatori di interesse della SEO. Sono state pubblicate diverse relazioni tematiche dell'Osservatorio europeo per l'occupazione relative le misure per il mercato del lavoro adottate negli Stati membri, comprese la Repubblica slovacca e l'Estonia, riguardo l'accesso al mercato del lavoro e l'adempimento delle esigenze del mercato del lavoro.54 In una relazione tematica del 2020 "Misure attive del mercato del lavoro nella Repubblica slovacca",55 è stata sottolineata l'importanza di sistemi per l'individuazione delle competenze e di strumenti di controllo per misurare l'entità della domanda di lavoro al fine di soddisfare le esigenze del mercato del lavoro a livello locale e nazionale.

2.2.4. Statistiche UE

L'indagine europea sulle forze di lavoro è un'ampia indagine campionaria sui nuclei familiari che fornisce risultati trimestrali sulla partecipazione alla forza lavoro di persone di età superiore ai 15 anni e persone al di fuori della forza lavoro. L'indagine è condotta in tutti i 27 Stati membri, in tre paesi candidati e in tre paesi EFTA.56 I risultati dell'indagine, sulla base dei microdati per scopi scientifici dell'indagine sulle forze di lavoro, contengono dati per tutti i 27 Stati membri, ad eccezione di Malta, con l'aggiunta degli istituti di statistica nazionali di Islanda e Norvegia, e sono elaborati in maniera centralizzata da Eurostat utilizzando le stesse definizioni e classificazioni comuni, seguendo le linee guida dell'Organizzazione internazionale per il lavoro per le statistiche su occupazione e disoccupazione e registrando lo stesso insieme di caratteristiche in ogni paese. Nel 2010 la dimensione del campione per l'indagine trimestrale delle forze di lavoro all'interno dell'UE era di 1,5 milioni di persone e l'indagine racchiudeva tutti i settori e occupazioni.57 Nel 2008 è stato avviato un modulo ad hoc sulla situazione degli immigrati e dei loro diretti discendenti per fornire un'identificazione completa di questo gruppo, garantendo flessibilità analitica e fornendo statistiche comparabili sulla situazione del mercato del lavoro per i migranti e i loro diretti discendenti, analizzando inoltre i fattori che ne influenzano l'integrazione e l'adattamento al mercato del lavoro.58

La banca dati Eurostat raccoglie anche statistiche sui permessi di lavoro concessi a cittadini di paesi terzi, con campionamenti annuali sui primi permessi emessi per attività retribuite suddivisi per motivazione, periodo di validità e cittadinanza. Tali statistiche comprendono tutti gli Stati membri, così come Islanda, Norvegia, Liechtenstein e Svizzera59. In aggiunta, la banca dati Eurostat fornisce statistiche sui posti di lavoro vacanti.60 La sezione 4.1 sottostante fornisce una panoramica e un'analisi di tali statistiche.

54 Relazioni tematiche dell'osservatorio europeo per l'occupazione disponibili all'indirizzo: http://www.eu-employment-observatory.net/en/documents/EEO-Thematic-Reports.aspx. 55 Esigenze attive del mercato del lavoro nella Repubblica slovacca, disponibile all'indirizzo: http://www.eu-employment-observatory.net/resources/reports/Slovakia-EmploymentServicesLaw.pdf. 56 I microdati per scopi scientifici dell'indagine sulle forze di lavoro contengono dati per tutti i 27 Stati membri ad

eccezione di Malta e con l'aggiunta di Islanda e Norvegia. 57 Informazioni disponibili all'indirizzo http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/microdata/lfs. 58 Vedi Occupazione di lavoratori stranieri: Focus sul modulo ad hoc Eurostat del 2008, disponibile all'indirizzo:

http://www.statistics.gov.uk/articles/nojournal/ForeignWorkerEmploymentEurostatAdFeb09.pdf. 59 Statistiche disponibili all'indirizzo: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/product_details/dataset?p_product_code=MIGR_RESOCC. 60 Statistiche sui posti di lavoro vacanti disponibili all'indirizzo: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/labour_market/job_vacancies.

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3. APPROCCIO DEGLI STATI MEMBRI ALLA POLITICA DI MIGRAZIONE ECONOMICA

Questa sezione traccia una panoramica degli approcci generali degli Stati membri alla politica di migrazione economica, al fine di soddisfare la richiesta di lavoro per manodopera altamente qualificata, qualificata e scarsamente qualificata. Inizialmente si descrive la visione e politica nazionale di ciascuno Stato membro (sezione 3.1) individuando alcune similarità e differenze tra gli Stati membri. Segue una panoramica del quadro legislativo e istituzionale negli Stati membri (sezione 3.2) per sostenere l'attuazione delle politiche, nonché gli attuali dibattiti politici e il coinvolgimento dei portatori d'interesse (sezione 3.3) nelle politiche nazionali di migrazione economica.

3.1. Visioni e politiche nazionali

Durante il periodo 2004-2010, sono avvenuti notevoli cambiamenti all'interno dell'economia e della società europea, che hanno influenzato lo sviluppo delle politiche di migrazione. In primo luogo, si sono verificati sostanziali mutamenti nell'economia europea (e mondiale). Mentre prima del 2008 si registrava una sostanziale crescita economica in Europa, essa è stata seguita da un forte calo dovuto alla crisi economica. Prima della crisi, lo studio dimostra come la crescita economica avesse incoraggiato molti Stati membri a sviluppare politiche volte a stimolare l'innovazione e l'ulteriore sviluppo della "società della conoscenza". L'occupazione o ammissione di cittadini di paesi terzi era percepita come un potenziale strumento per il raggiungimento di tale obiettivo. Sebbene la crisi non abbia condotto a un drastico cambiamento della visione strategica complessiva degli Stati membri, ha tuttavia generato un approccio più "cauto", che emerge ad esempio nei ritardi nello sviluppo e attuazione delle politiche.

In secondo luogo, l'UE, nel suo complesso, sta ancora vivendo la transizione da un "tradizionale" sviluppo economico fondato sull'industria verso la "società della conoscenza", con molti Stati membri che necessitano di nuove abilità, competenze e conoscenze, alcune delle quali non possono essere direttamente reperite tra la forza lavoro nazionale, né direttamente generate attraverso modifiche ai sistemi nazionali di istruzione e formazione61. Lo studio dimostra che tale situazione ha nondimeno influenzato le opinioni politiche circa l'attingere tali competenze dall'estero, sia all'interno dell'UE sia al di fuori.

Infine, gli Stati membri che sono entrati a far parte dell'UE dal 2004 (ovvero i paesi UE-10 e UE-2), hanno in genere assistito ad alti livelli di emigrazione dei propri cittadini (principalmente) verso altri Stati membri UE-15. Le loro visioni e politiche sono sempre più modellate sulla base della necessità di colmare le lacune nel mercato del lavoro causate da tale tendenza.

3.1.1. Opinioni degli Stati membri sul possibile ruolo futuro della migrazione nel sopperire alle carenze di forza lavoro

Gran parte degli Stati membri ha inserito la migrazione all'interno della propria visione complessiva e riflessione strategica su come combattere le attuali e future carenze di forza lavoro. La misura in cui la migrazione è considerata uno strumento strategico "auspicabile" per adempiere alle esigenze del mercato del lavoro, tuttavia, è variabile. Difatti, i dibattiti politici si concentrano spesso sulla questione se la migrazione possa svolgere un ruolo

61 In alcuni casi le riforme dei sistemi di istruzione hanno addirittura accentuato i problemi relativi alla richiesta di

professionisti nel mercato del lavoro (Polonia).

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nell'affrontare le carenze di forza lavoro e, in tal caso, in che misura e per quali finalità, ad esempio nell'affrontare le esigenze a breve o lungo termine, nel soddisfare la domanda complessiva oppure aspetti specifici di quest'ultima (ad esempio contribuire alla suddetta transizione verso una società della conoscenza).

Le previsioni spesso riflettono l'esigenza di bilanciare attentamente l'aspirazione allo sviluppo economico e l'accresciuta competitività con la necessità di garantire l'inclusione sociale, i traguardi formativi e lo sviluppo complessivo della popolazione nazionale (compresi i residenti di paesi terzi e persone con un passato di migrazione). Di pari passo, spesso incorporano considerazioni sul concetto di identità e "appartenenza" nazionale. Pertanto, pur avendo una visione del ruolo dell'immigrazione nel soddisfare la domanda di lavoro e alcune politiche o legislazione in atto a sostegno di quanto detto, la maggioranza degli Stati membri ritiene tali politiche secondarie o supplementari rispetto alle strategie rivolte ad aumentare l'occupazione tra la popolazione nazionale.

I fattori che guidano le visioni nazionali e le opinioni strategiche sull'attirare gli immigrati, e la tipologia di immigrati, per soddisfare la domanda di lavoro sono differenti e possono essere suddivisi come segue:

Rafforzamento dei legami storici e tradizioni relativi, ad esempio, alle ex-colonie (ad esempio Spagna e vari paesi sud-americani), o paesi che in precedenza facevano parte di una nazione più ampia (ad esempio ex-USSR);

Prossimità, migliorando ulteriormente i rapporti sviluppati con i paesi (extra UE) confinanti;

Omogeneità o similarità socio-culturale, spesso collegata ai due fattori precedenti;

Politica commerciale estera, nell'ottica, per esempio, di sviluppare rapporti più stretti con paesi terzi, come le economie emergenti (ad esempio Cina);

Sostenere la diaspora;

Politiche di sviluppo, nell'ottica, ad esempio, di favorire la riforma economica e lo sviluppo di risorse umane nei paesi terzi.

La visione degli Stati membri descritta in seguito si fonda su una combinazione di tali elementi. Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Svezia Repubblica ceca e Regno Unito hanno tutti una visione chiaramente definita volta a facilitare l'immigrazione (di alcune categorie) di cittadini di paesi terzi nel proprio Stato con finalità lavorative.

In Austria, è in vigore un sistema di ammissione di cittadini di paesi terzi che prende in considerazione le esigenze del mercato del lavoro. Inoltre, il governo austriaco sta attualmente lavorando allo sviluppo di un nuovo modello che sia in grado di attirare migranti economici di paesi terzi altamente qualificati. Il Belgio si concentra principalmente sull'impiego della manodopera nazionale esistente per soddisfare la domanda di lavoro e i migranti economici sono selezionati e assunti a seconda dei casi. Sebbene nel 2008 siano stati condotti dibattiti a livello governativo circa la possibilità di ricorrere alla migrazione di forza lavoro da paesi terzi al fine di sopperire ad alcune carenze nel mercato del lavoro, da allora non sono state introdotte misure concrete.

Secondo il ministero degli Interni della Repubblica ceca, "in una società moderna, è

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necessario considerare la migrazione come uno strumento per lo sviluppo economico di un paese."62 Tale visione si è tradotta nell'introduzione di modifiche legislative e progetti per attirare lavoratori migranti altamente qualificati. In Francia, la migrazione di forza lavoro è utilizzata per contribuire alle esigenze economiche nazionali tramite l'aggiornamento regolare di un elenco dei settori economici che necessitano di forza lavoro straniera. La Francia aspira, pertanto, a sviluppare la migrazione economica a vantaggio dell'economia francese, semplificando l'accesso dei cittadini di paesi terzi in occupazioni che contribuiscono allo sviluppo economico. In Italia, a partire dalla fine degli anni novanta, le prospettive nazionali hanno riconosciuto l'importanza di sviluppare un approccio a lungo termine nei confronti dell'immigrazione in generale, tra cui lo sviluppo di politiche e misure per i lavoratori immigrati, anche se, al tempo stesso, lo Stato membro aspira ad aumentare la propria offerta di manodopera interna la fine di soddisfare la domanda di lavoro. Analogamente, l'Irlanda ha una visione della migrazione che si concentra sull'attirare i lavoratori altamente qualificati, considerati di importanza strategica per lo sviluppo dell'economia. Tuttavia, anche massimizzare il potenziale dei cittadini SEE per colmare determinate carenze di competenze e forza lavoro è considerata una componente vitale della visione. L'Irlanda compie un'importante distinzione tra carenze di "competenze" e di "forza lavoro", secondo cui la carenza di competenze indica una situazione nella quale non esiste un numero sufficiente di soggetti formati/qualificati all'interno del mercato nazionale al fine di soddisfare la domanda per una determinata occupazione, mentre la carenza di forza lavoro sussiste qualora non ci sia un numero sufficiente di soggetti disposti a sfruttare le opportunità lavorative di una determinata occupazione. Nel contesto dell'attuale recessione e conseguente disoccupazione elevata, al momento in Irlanda non esistono carenze di forza lavoro e le carenze di competenze sono limitate.

In Germania, mentre il governo prevede di risolvere il problema delle lacune nel mercato del lavoro per prima cosa migliorando l'istruzione e la formazione dei lavoratori nazionali, incoraggiando l'occupazione femminile e delle persone più anziane e migliorando le competenze delle persone con un passato di immigrazione già residenti, riflette anche su come i lavoratori immigrati possano contribuire, con particolare enfasi sui lavoratori altamente qualificati, dato che ne è prevista una diminuzione numerica. Nel 2009, un accordo tra le parti del governo di coalizione ha sancito la decisione di migliorare l'attrattiva della Germania nei confronti di migranti altamente qualificati e di eliminare la burocrazia per lavoratori qualificati.

Analogamente, i Paesi Bassi mantengono una visuale della migrazione che attribuisce priorità alla "migrazione di conoscenze", ossia un'immigrazione che contribuisca alle competenze complessive, qualifiche e conoscenze dei Paesi Bassi, migliorando in tal modo la capacità dello Stato membro di competere sul mercato internazionale. L'occupazione dei lavoratori migranti è principalmente "guidata dalla domanda", essendo compiuti sforzi per rendere il processo di ammissione "più semplice e più rapido" per i migranti le cui competenze sono altamente richieste. Allo stesso tempo, lo Stato membro si concentra sul miglioramento dell'allineamento tra l'istruzione e il mercato del lavoro, nonché una maggiore partecipazione del potenziale inutilizzato della forza lavoro nazionale (donne, persone con un passato di migrazione e cittadini più anziani). La migrazione è considerata un'aggiunta a tali misure nazionali.

La Svezia non si concentra su un particolare insieme o livello di competenze: uno degli obiettivi di un'importante riforma della politica di immigrazione, realizzata nel 2008, era di

62 Per ulteriori informazioni consultare: http://www.mvcr.cz/mvcren/article/migration.aspx?q=Y2hudW09Mw%3D%3D.

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garantire che i datori di lavoro potessero assumere soggetti con il necessario livello di competenze, a prescindere dal paese di origine o residenza del candidato (anche se cittadini di paesi terzi possono essere assunti solo qualora non siano disponibili cittadini svedesi o dell'UE). La riforma ha contribuito a creare un sistema di migrazione di forza lavoro guidato dalla domanda del mercato del lavoro. Con la riforma, la precedente "Revisione del mercato del lavoro", utilizzata per determinare le carenze complessive di forza lavoro, è stata abolita.

L'approccio del Regno Unito alla migrazione economica è cambiato significativamente a partire dalla metà degli anni novanta, quando venne considerato come una base per selezionare lavoratori qualificati da paesi terzi allo scopo di sostenere la competitività economica. In seguito all'elezione del nuovo governo nel 2010, il Regno Unito ha posto maggiore enfasi sulla riduzione dell'immigrazione netta di forza lavoro da paesi terzi, garantendo che "i più intelligenti e i migliori" potessero comunque recarsi nel Regno Unito per lavorare. Nel 2008, è stato introdotto un sistema a punti per la migrazione di forza lavoro costituita da cittadini di paesi terzi, al fine di gestire i flussi di studenti migranti e migranti economici provenienti dall'esterno dell'UE. Questo ha raggruppato 80 diverse vie di accesso per forza lavoro e studenti in cinque livelli. Secondo il sistema a punti, i lavoratori migranti e gli studenti di paesi terzi devono accumulare un determinato numero di punti sulla base di attributi che comprendono età, competenze linguistiche, esperienza e qualifiche. Fino ad aprile 2011, i cinque livelli del sistema a punti erano i seguenti: Lavoratori altamente qualificati, investitori, imprenditori, (livello 1); lavoratori qualificati sponsorizzati con un'offerta di lavoro (livello 2); Lavoratori scarsamente qualificati (livello 3, attualmente sospeso); studenti (livello 4) e lavoratori temporanei (livello 5). Dopo l'elezione di un nuovo governo, sono state introdotte diverse misure temporanee, mentre il nuovo governo si consultava su misure a lungo termine. Tali misure comprendevano un maggiore numero di punti richiesti ai migranti del livello 1 (lavoratori altamente qualificati) in ingresso nel Regno Unito e l'imposizione di un limite temporaneo ai lavoratori migranti del livello 2. In seguito alle misure temporanee, ad aprile 2011, l'iter per il livello 1 generale (lavoratori altamente qualificati) è stato chiuso ed è stato messo in atto il limite per il livello 2.

Un secondo "gruppo" di Stati membri (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Ungheria) attribuisce maggiore enfasi al sopperire le carenze di forza lavoro in primo luogo utilizzando la manodopera nazionale, al punto che spesso non hanno elaborato una strategia per utilizzare la migrazione economica allo scopo di soddisfare la domanda di lavoro, giacché la migrazione non è percepita come una necessità fondamentale. In alcuni casi, esiste un'idea su come l'occupazione di particolari gruppi di migranti, specialmente i lavoratori altamente qualificati, possano apportare vantaggi all'economia nazionale (per esempio contribuendo alla base di conoscenze o alla competitività regionale). Di conseguenza, non esistono politiche per promuovere o facilitare la migrazione economica, oppure esse si concentrano solamente su taluni gruppi di migranti economici. D'altro canto, la riduzione della forza lavoro nazionale a causa dell'emigrazione rappresenta una forte preoccupazione in Estonia, Lettonia e Lituania e questi Stati membri prediligono una politica di re-emigrazione dei propri cittadini piuttosto che di immigrazione di cittadini da paesi terzi.

In Bulgaria, la Strategia governativa per l'immigrazione e l'integrazione 2008-2015 attribuisce priorità al rientro o all'immigrazione di soggetti con cittadinanza bulgara che vivono nel territorio di altri paesi o di persone di origine bulgara con cittadinanza estera. Anche se la Bulgaria mira a favorire l'immigrazione economica di individui con cui ha forti legami etnici e culturali, essa avverte anche l'esigenza di attrarre cittadini di paesi terzi altamente qualificati, compresi studenti con laurea bulgara, ricercatori e specialisti

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altamente qualificati.

L'Ungheria, che non ha una lunga storia o tradizione di immigrazione, si occupa dell'occupazione di cittadini di paesi terzi nella sua Strategia 2009-2014 per la libertà, sicurezza e giustizia, ma non stabilisce un programma per sopperire alle carenze di forza lavoro attraverso l'immigrazione. In Polonia, l'occupazione di cittadini di paesi terzi è regolata dal Piano d'azione nazionale per l'occupazione 2009-2011. Un'analoga situazione si presenta nella Repubblica slovacca, dove finora l'esigenza di reperire lavoratori al di fuori del mercato del lavoro per colmare i posti di lavoro vacanti è stata limitata. Tuttavia, il Concetto di integrazione degli stranieri, recentemente pubblicato e preparato dal ministero del Lavoro nel 2009 suggerisce che la transizione da un approccio fondato unicamente sul principio di coprire i ruoli professionali insufficienti nel mercato del lavoro verso un modello di immigrazione legale controllata di lavoratori altamente qualificati provenienti da paesi terzi, contribuirebbe alla competitività generale.

La Lettonia, negli ultimi anni, ha sviluppato le sue prime opinioni strategiche su come l'immigrazione potrebbe essere utilizzata per sopperire alla carenza di forza lavoro. Nel 2004, dopo l'ingresso nell'Unione europea, ha preso avvio l'emigrazione di cittadini in età lavorativa verso altri Stati membri, cosa che ha generato notevoli carenze di forza lavoro nel mercato del lavoro nazionale. Il conseguente dibattito si concentrava su come colmare le lacune attraverso politiche di re-emigrazione e stimolo della manodopera nazionale, ma anche sul ricorso alla forza lavoro migrante, avente come risultato la creazione del Gruppo di lavoro per le politiche migratorie. A luglio 2006, il gruppo di lavoro ha redatto il Concetto per le politiche migratorie in collegamento con l'occupazione, che ha tra gli obiettivi la semplificazione delle procedure di ammissione per i cittadini di paesi terzi. Il documento è stato inserito diverse volte nell'ordine del giorno del governo, ma finora il riconoscimento formale è stato rinviato, in parte a causa della crisi economica.

In Slovenia, mentre la forza lavoro migrante è utilizzata per colmare lacune cicliche o a breve termine, si attribuisce priorità all'ulteriore sviluppo della manodopera nazionale rispetto all'impiego della forza lavoro migrante. Inoltre, dopo la crisi economica, l'accesso di cittadini di paesi terzi è stato limitato, ad esempio attraverso una riduzione delle quote dal 2009 al 2010.

La Lituania ha sviluppato la propria politica migratoria prendendo in considerazione la realtà economica e la situazione migratoria generale. In seguito alle carenze di forza lavoro alla fine del 2006, è stata elaborata nel 2007 una Strategia per regolamentare la migrazione economica che istituiva una Commissione per la migrazione economica. Il principale obiettivo della strategia era di evitare carenze di forza lavoro durante il boom economico. Nel 2008, il governo ha adottato il suo principale documento politico sulla migrazione di forza lavoro, Linee guida sull'immigrazione, che considera l'immigrazione una misura secondaria per sopperire alle carenze di forza lavoro. Le linee guida stabiliscono una serie di principi tra cui "compensazione e sistemazione", il quale stabilisce che la forza lavoro migrante debba colmare solo le carenze a cui non possono far fronte i cittadini, i residenti UE e i cittadini che rimpatriano. Le linee guida stabiliscono anche il principio di "flessibilità e selettività" al fine di garantire che la politica di immigrazione corrisponda alle esigenze del mercato del lavoro e che si attribuisca priorità a lavoratori provenienti da Bielorussia, Ucraina, Moldova e Caucaso meridionale.

In Lussemburgo non esistono politiche e misure chiaramente definite relative al ricorso a cittadini di paesi terzi per rispondere alla domanda di forza lavoro, in quanto le esigenze del mercato del lavoro sono principalmente soddisfatte tramite pendolari transfrontalieri, e il governo affronta le carenze di forza lavoro utilizzando principalmente la forza lavoro

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regionale piuttosto che la forza lavoro nazionale. La percentuale di cittadini di paesi terzi nel mercato del lavoro interno63 è pari solo al 3%, mentre il 65% dei lavoratori interni proviene dai paesi dell'UE-15, UE-10 e UE-2. Il Programma governativo del 2009 descriveva come la nuova Legge sull'immigrazione del 29 agosto 2008 avrebbe contribuito ad adeguare l'immigrazione alle esigenze dell'economia nazionale. È stato creato un gruppo di riflessione inter-ministeriale per elaborare delle linee guida e raccomandazioni per una politica dell'immigrazione proattiva e coerente. Nel 2010, ai datori di lavoro coinvolti è stato consentito di selezionare migranti altamente qualificati a seconda dei casi, al fine di soddisfare le esigenze del mercato del lavoro.

3.1.2. Politiche adottate dagli Stati membri per sopperire alle carenze di forza lavoro

I progetti o le strategie degli Stati membri circa il ruolo della migrazione nel rispondere alle richieste di forza lavoro, sono di conseguenza elaborate sotto forma di politiche nazionali o regionali. Questa sezione descrive le diverse tipologie di politiche adottate, tra cui i più recenti sviluppi politici.

Le politiche adottate dagli Stati membri per rispondere alle carenze di forza lavoro variano notevolmente. Diversi Stati membri, come Austria, Francia, Germania e Paesi Bassi, ad esempio, hanno dichiarato di poter in qualche modo beneficiare delle lezioni precedentemente apprese, in quanto durante il boom economico, avviatosi all'inizio degli anni sessanta, fino alla crisi economica mondiale a metà degli anni settanta, essi hanno ricevuto e/o reclutato un elevato numero di "lavoratori ospiti" sia dell'Unione europea sia di paesi terzi, come la Turchia. Altri Stati membri hanno esperienze più recenti, anche se per alcuni, dato che l'immigrazione è un fenomeno molto recente, le politiche devono essere elaborate a partire da zero.

Le politiche di alcuni Stati membri (Lettonia, Lituania, Repubblica slovacca) si concentrano sul colmare le lacune del mercato del lavoro unicamente a breve termine, mentre altri Stati membri affrontano anche le esigenze a lungo termine (Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Svezia). In qualche misura, le variazioni nelle politiche di questi Stati membri sono correlate ai metodi utilizzati nello Stato membro per individuare e prevedere le carenze del mercato del lavoro. I metodi per procedere in tal senso sono descritti nella sezione 4.1 della presente relazione. Nei casi in cui si fanno considerazioni a lungo termine, una serie di Stati membri (Austria, Finlandia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Repubblica ceca) si concentra sulla risposta alle esigenze demografiche o strutturali, creando o attirando manodopera maggiormente qualificata. La migrazione è considerata da questi Stati membri una strategia per raggiungere tale obiettivo. Negli Stati membri in cui la migrazione è principalmente utilizzata per riempire posizioni a breve termine, sembra verificarsi la tendenza a ricorrere a lavoratori migranti spesso scarsamente qualificati.

L'Austria e la Repubblica slovacca spesso distinguono tra carenze che possono essere potenzialmente sopperite da lavoratori migranti temporanei e carenze a lungo termine che richiedono cambiamenti societari, quali lo sviluppo formativo dei giovani e la riqualificazione della popolazione nazionale. In Estonia, Finlandia, Irlanda, Portogallo e Svezia, le politiche relative alle carenze di forza lavoro si concentrano anche sulle esigenze a lungo termine. Mentre in Finlandia e Svezia la migrazione economica è vista anche come un

63 A causa della notevole quantità di pendolari transfrontalieri che lavorano in Lussemburgo, si fa riferimento al

"mercato del lavoro interno" che comprende anche tutte le persone che lavorano in Lussemburgo a prescindere dal proprio paese di residenza, in contrapposizione al "mercato del lavoro nazionale" che comprende solo i lavoratori residenti in Lussemburgo.

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mezzo per raggiungere obiettivi economici a lungo termine (aumentando la base generale di competenze e stimolando l'innovazione), i governi di Estonia e Lettonia attribuiscono priorità allo stimolo e alla riqualificazione della popolazione nazionale che non lavora. In aggiunta, la Lituania attribuisce priorità alla riqualificazione della popolazione nazionale e incoraggia il rimpatrio degli emigrati. In Irlanda ai lavoratori altamente qualificati si offrono possibilità di soggiorno a lungo termine, mentre ai lavoratori qualificati vengono concessi brevi periodi di soggiorno. Belgio, Bulgaria, Lussemburgo e Repubblica ceca in generale non fanno distinzione tra esigenze a breve e lungo termine nelle proprie politiche relative alla forza lavoro.

Se si guarda nello specifico al modo in cui la migrazione è inserita nelle politiche degli Stati membri per affrontare le carenze di forza lavoro, in Germania, ad esempio, è previsto il ricorso alla migrazione per soddisfare sia le esigenze a breve termine sia a lungo termine: il lavoro stagionale e le posizioni scarsamente qualificate sono spesso assegnati su una base a breve termine, con lavoratori migranti provenienti da determinati paesi terzi con cui la Germania mantiene accordi bilaterali e dall'interno dell'UE (principalmente UE 10), tuttavia i lavoratori altamente qualificati, al contrario, sono incoraggiati a rimanere in Germania per far fronte alle esigenze a lungo termine (vedi anche sezione 6.1). La politica della Francia compie anch'essa una distinzione tra le diverse tipologie di lavoratori migranti per affrontare le esigenze a breve termine oppure a lungo termine del mercato del lavoro (lavoratori stagionali, lavoratori in aziende transnazionali e lavoratori altamente qualificati). Nonostante la popolazione sia in crescita, le carenze in determinati settori stanno aumentando; pertanto la politica francese tende a concentrare l'impiego dei migranti (sia a breve che a lungo termine) per colmare le lacune di questi settori, oltre a formare i lavoratori disoccupati per soddisfare le richieste di forza lavoro.

Anche Finlandia, Svezia e Repubblica ceca inseriscono la migrazione all'interno delle proprie politiche per soddisfare le esigenze a lungo termine. In Italia, ogni tre anni, si prepara un "programma a lungo termine sulla politica dell'immigrazione e degli stranieri sul territorio dello Stato" che stabilisce le politiche sull'immigrazione e ogni anno si fissa una quota per l'ingresso di migranti nel "Decreto flussi", che implica un certo impiego dei lavoratori migranti per soddisfare le esigenze a lungo termine. Inoltre, in Italia sarà adottato un nuovo programma nel 2011 al fine di affrontare la crescente necessità di lavoratori altamente qualificati. In Portogallo, l'attuale legge sull'immigrazione distingue tra due tipi di ammissione all'interno del territorio per finalità occupazionali a breve o lungo termine. La legislazione fornisce in entrambi i casi un visto di soggiorno temporaneo per i lavoratori scarsamente qualificati fino a sei mesi o un visto di residenza che può garantire il permesso di soggiornare dai due ai cinque anni.

Diversi Stati membri (Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca), come approfondito nella sezione 8.2, si concentrano sull'attirare lavoratori altamente qualificati. In Austria ciò non implica necessariamente l'assunzione di lavoratori con alti livelli di istruzione (ad esempio laurea universitaria), bensì piuttosto soggetti con competenze ed esperienze professionali ben sviluppate. Si è anche discusso in Austria circa la possibilità di facilitare la transizione dei cittadini di paesi terzi che conseguono la laurea presso le università austriache verso il mercato del lavoro nazionale. Nella Repubblica ceca, le politiche di migrazione economica a partire dal 2003 hanno favorito l'ingresso di lavoratori altamente qualificati. Secondo una recente risoluzione del governo ceco del maggio 2010,64 che introduce un nuovo concetto di politica di immigrazione, è necessario concedere la preferenza alla migrazione economica

64 Risoluzione del governo della Repubblica ceca n. 344 del 10 maggio 2010 sull'analisi degli attuali sviluppi e

problematiche della migrazione.

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per insediamento definitivo solo di persone qualificate e altamente qualificate. L'Estonia, al fine di rendere il mercato del lavoro maggiormente flessibile, ha avviato nel 2008 un programma per l'assunzione della forza lavoro temporanea necessaria allo sviluppo di prodotti di piccole e medie imprese. In Finlandia e Germania, il concetto di altamente qualificato si riferisce, almeno in parte, a coloro che hanno un elevato livello formativo, in quanto le politiche incoraggiano gli studenti che si laureano presso le proprie università a rimanervi, allo scopo di trovare un'occupazione. In particolare, la Germania concede priorità all'occupazione di lavoratori qualificati di paesi terzi che abbiano elevate qualifiche formative nel settore delle tecnologie dell'informazione e comunicazione. Uno schema per i migranti altamente qualificati è entrato in vigore nei Paesi Bassi il 1° ottobre 2004. In anticipo sulla Politica moderna di migrazione, anche l'ingresso dei lavoratori autonomi migranti altamente qualificati è regolato tramite un sistema a punti attribuiti, per esempio, in base all'esperienza professionale e "valore aggiunto" per l'economia. In Irlanda una parte importante della politica sulla forza lavoro sta attirando piccole quantità di lavoratori di nicchia altamente qualificati di pari passo con l'incremento generale delle competenze della popolazione irlandese.65

In Belgio, alcuni migranti (principalmente) qualificati e altamente qualificati dell'UE-2 sono indirizzati a svolgere alcune occupazioni in punti di "strozzatura".66 In Lituania si utilizza un elenco di occupazioni interessate da carenze, aggiornato ogni sei mesi, che consente ai lavoratori i quali esercitano le professioni contenute nell'elenco di accedere allo Stato membro tramite una procedura rapida, utilizzando un visto "D". In Lussemburgo, la riforma della Legge sull'immigrazione nel 2008 ha anticipato l'adozione della direttiva 2009/50/CE del Consiglio, del 25 maggio 2009, sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati, semplificando il processo di immigrazione per lavoratori altamente qualificati e rispondendo più rapidamente alle richieste dei datori di lavoro. Al contempo, la nuova legislazione ha semplificato l'immigrazione dei ricercatori67. In Polonia, un nuovo sistema di gestione della migrazione di forza lavoro si basa non solo sull'attirare lavoratori di paesi terzi, bensì anche sul semplificare per i datori di lavoro l'assunzione di cittadini di paesi terzi.

Nel Regno Unito, il numero di punti previsto dal sistema a punti può essere adattato alle condizioni del mercato del lavoro in un determinato periodo e a più ampi obiettivi strategici di migrazione del governo. Tuttavia, il sistema a punti non è stato specificatamente creato per affrontare le carenze di forza lavoro. Prima del sistema a punti si utilizzavano schemi di settore per far fronte alle carenze occupazionali che richiedevano basse qualifiche, come la lavorazione alimentare e l'accoglienza. In generale, il precedente sistema di permessi lavorativi era rivolto a colmare le carenze sul mercato del lavoro, sebbene si fondasse sul presupposto che l'immigrazione sarebbe stata temporanea, con permessi lavorativi emessi per un massimo di quattro anni e che le carenze croniche si sarebbero mitigate tramite la formazione di lavoratori interni.

In Spagna, le esigenze di forza lavoro migrante sono valutate tramite una serie di meccanismi quali un catalogo delle posizioni "difficili" e una lista delle carenze. Tali meccanismi prevedono il numero e il tipo di posti lavoro vacanti da colmare tramite i

65 La futura politica aspira ad attirare i soggetti altamente qualificati in Irlanda con una Carta verde, l'elemento di

residenza a lungo termine che diventerà obbligatorio attraverso l'adozione della Legge sull'immigrazione, residenza e protezione del 2010.

66 La lista fiamminga dei punti di strozzatura include anche diversi lavoratori (scarsamente qualificati) del settore dell'orticoltura. Per le Fiandre rappresentano il 66% dei permessi lavorativi concessi nel 2008.

67 La nuova legislazione fornisce la possibilità di assumere un cittadino scarsamente qualificato o qualificato di un paese terzo in un settore di attività o per una professione per la quale ne sia stata definita la carenza lavorativa dal regolamento granducale; tuttavia questa opzione non è ancora stata utilizzata.

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migranti, da assumere in Spagna oppure nel paese di origine, sulla base di una continua analisi del mercato del lavoro. Visto che il mercato del lavoro si è evoluto, lavoratori migranti che generalmente sopperivano alle carenze in settori ad alta intensità di lavoro che richiedevano lavoratori meno qualificati, tipo l'edilizia, ora sono utilizzati per rivestire ruoli altamente qualificati.

In Estonia e nella Repubblica slovacca, le politiche non si concentrano su particolari categorie di lavoratori migranti a seconda delle competenze o esperienze di settore. In Bulgaria, la strategia governativa 2008-2015 mira ad attirare cittadini di paesi terzi con qualifiche corrispondenti alle esigenze dei settori che registrano carenze di forza lavoro. Tuttavia, tali settori non sono ulteriormente definiti. Inoltre, la Bulgaria prevede di attribuire priorità, in una certa misura, ai cittadini di paesi terzi che conseguano la laurea presso le università bulgare, a ricercatori e specialisti altamente qualificati. In Portogallo, i posti di lavoro vacanti sono immediatamente suddivisi sul sito Internet dell'Istituto per l'occupazione e la formazione professionale tra "offerte di lavoro per attività temporanee o stagionali" (massimo sei mesi) e "offerte di lavoro per attività permanenti" (da dodici mesi a contratto a tempo indeterminato), rivolgendosi in tal modo sia ai lavoratori qualificati che scarsamente qualificati.

In linea con gli elementi alla base delle opinioni nazionali e delle visioni strategiche descritte precedentemente (sezione 3.1.1), le politiche degli Stati membri sull'utilizzo della migrazione per soddisfare la domanda di lavoro differiscono anche relativamente alla misura in cui si prendono in considerazione fattori e/o rapporti culturali e politici con i paesi terzi. In Bulgaria, Italia, Lituania e Slovenia, ad esempio, si può individuare nelle politiche migratorie un interesse per le diaspore. In Bulgaria, la strategia governativa 2008-2015 esorta al rimpatrio, rientro e stabilimento temporaneo dei cittadini bulgari, favorendo altresì l'immigrazione e l'insediamento di persone che richiedano la cittadinanza bulgara, cittadini di paesi terzi di origine bulgara e cittadini di paesi terzi che conseguano la laurea presso università bulgare. In Italia, si concede priorità ai lavoratori migranti che abbiano un genitore di origini italiane e tali soggetti possono anche avere diritto alla cittadinanza italiana. In Slovenia, i lavoratori provenienti dalla ex Jugoslavia e dai Balcani occidentali hanno priorità di accesso al mercato del lavoro nazionale.

In pochissimi Stati membri (Francia, Germania, Italia), le politiche per i lavoratori migranti comprendono considerazioni relative al loro rimpatrio finale, oltre che l'aspettativa in generale che la durata limitata dei permessi di lavoro concessi esorterà il migrante al rimpatrio alla data/prima della data di scadenza. In Bulgaria, ad esempio, poiché il permesso di lavoro è valido per un periodo di tempo limitato, ci si aspetta che il cittadino di un paese terzo lasci il paese dopo la scadenza del permesso. In Germania, si presuppone che i migranti che svolgono determinati lavori torneranno in patria "naturalmente" (ad esempio, lavoratori alla pari e sotto contratto). Francia, Germania e Lussemburgo attuano politiche per incoraggiare e sostenere il ritorno di persone che hanno ricevuto istruzione e formazione nello Stato membro. In Francia, questo è applicabile solo per migranti di determinati paesi (Senegal, Camerun e Tunisia) con i quali esiste un accordo specifico. In Germania, la politica si concentra solamente su un determinato livello di capacità (il programma è chiamato "programma di rientro degli esperti"). In Lussemburgo il principale incentivo al rientro è il limite di due anni per i permessi lavorativi concessi a cittadini di paesi terzi che conseguono la laurea presso istituti degli Stati membri e che desiderano maturare una prima esperienza lavorativa di rilievo prima di tornare nel proprio paese di origine. In tali Stati membri, tali politiche sono volte a ridurre la "fuga di cervelli" dai paesi terzi (vedi sezione 6.2 per ulteriori dettagli). In Italia, si offre priorità all'ingresso di lavoratori migranti da paesi terzi con i quali siano stati firmati accordi di ri-ammissione o

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con i quali la ri-ammissione in generale abbia avuto esito positivo.

Gli effetti della crisi economica sugli Stati membri si sono tradotti, in alcuni casi, in un maggior rilievo attribuito al rientro nelle politiche di migrazione economica. Nella Repubblica ceca è stato istituito un programma di rientro assistito per i migranti di paesi terzi che avevano perso il lavoro e non avevano gli strumenti finanziari per tornare in patria. È stato istituito anche per evitare che i lavoratori migranti si indirizzassero verso l'occupazione illegale per guadagnarsi da vivere. In Spagna, secondo il nuovo ciclo economico e di immigrazione, è stato introdotto un programma per offrire il ritorno volontario a migranti economici disoccupati, proponendo come incentivo la "capitalizzazione" delle indennità di assicurazione contro la disoccupazione.

3.2. Dibattito politico e coinvolgimento dei portatori di interesse

L'immigrazione per finalità occupazionali, nello specifico per sopperire alle carenze di forza lavoro, è stato un importante argomento di dibattito in molti Stati membri durante il periodo coperto da questo studio (2004-2010) In Austria, Estonia, Irlanda, Italia, Polonia, Repubblica ceca e Spagna questo argomento è ancora fonte di dibattiti. Ad esempio, in Italia, come in altri Stati membri, il dibattito politico è influenzato dalle considerazioni sugli effetti della crisi economica. Tuttavia, in altri Stati membri, come ad esempio in Germania, la migrazione della forza lavoro è stata ripetutamente al centro del dibattito pubblico fin dal 1970, in linea con la sua lunga storia di immigrazione. I vari dibattiti in atto nella sfera politica, pubblica e mediatica sono presentati nelle sezioni 3.2.1 e 3.2.2, mentre la sezione 3.2.3 descrive la misura in cui il dialogo con i principali portatori di interesse (ad esempio settore privato, parti sociali, agenzia del mercato del lavoro degli Stati membri, agenzie interinali e paesi terzi pertinenti) ha influenzato l'elaborazione delle politiche in questo settore.

3.2.1. Dibattito nell'arena politica

Un primo argomento di dibattito in gran parte degli Stati membri è la funzione generale e l'utilità della migrazione economica. Ad esempio, in Austria, i dibattiti politici relativi all'immigrazione si incentrano sulla questione se la migrazione di forza lavoro debba essere incoraggiata o meno. In Belgio, gli atteggiamenti politici nei confronti della migrazione variano tra i partiti politici di lingua francese e fiamminga, in quanto i partiti fiamminghi sono maggiormente favorevoli ad alcune forme di migrazione di forza lavoro. In Estonia, i partiti principali (Partito riformista, Res Publica e Unione Pro Patria) non tendono a considerare la migrazione economica il miglior metodo per sopperire alle carenze del mercato del lavoro e preferiscono optare per altre soluzioni. In Finlandia, i tre principali partiti sono favorevoli all'immigrazione con finalità economiche, anche se differiscono sul fulcro di interesse. Per esempio, alcuni si concentrano principalmente su aspetti di inclusione sociale e integrazione, mentre altri sottolineano l'esigenza di sviluppare strumenti specifici per utilizzare la migrazione allo scopo di soddisfare la domanda del mercato del lavoro.

In Italia, i dibattiti ruotano principalmente attorno al fatto che non si sfrutta pienamente la migrazione per soddisfare la domanda di lavoro del paese. In Lituania, i dibattiti sono relativi al rientro di cittadini emigrati e sul modo in cui essi possano essere indotti a tornare nel proprio Stato. Nei Paesi Bassi, gli "effetti perversi" della migrazione di forza lavoro hanno dominato il dibattito politico e le principali discussioni si sono concentrate sul dislocamento del potenziale del mercato del lavoro nazionale e sulle conseguenze per la

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sicurezza sociale, sulla questione dell'integrazione68 e il rischio di fuga di cervelli. Lo "schema per migranti altamente qualificati" si è rivelato altresì un punto di discussione, in quanto alcuni politici ritenevano che tale schema potesse essere soggetto ad abusi, giacché solo il salario dei cittadini di paesi terzi è preso in considerazione per determinare se si tratta di lavoratori altamente qualificati, anziché il livello di istruzione e il posto di lavoro da occupare. Si ritiene pertanto che ciò possa facilitare l'insediamento di cittadini di paesi terzi che non possono essere considerati altamente qualificati. In Portogallo, i dibattiti si sono concentrati sull'articolazione tra la regolamentazione dei flussi migratori e le esigenze di forza lavoro dell'economia nazionale, nonché l'efficacia delle quote relative alla migrazione di forza lavoro. In Spagna, a partire dal 2004, il dibattito politico si è incentrato sulla misura in cui l'economia richiede l'afflusso di forza lavoro immigrata e sugli effetti della crisi economica, compresi la prevenzione della xenofobia, quale effetto collaterale dell'aumento della disoccupazione, e il ricorso a metodi di integrazione sociale di successo per evitare le agitazioni sociali nei confronti dei lavoratori migranti.

Al contrario, in Ungheria e in Lettonia il dibattito politico sulla migrazione economica è di lieve entità o addirittura inesistente; in Bulgaria questo accade perché la migrazione è diventata tema di dibattito politico nel 2008 e perché al momento è in atto una re-definizione delle principali priorità della politica di migrazione; in Ungheria a causa della mancanza di coordinazione tra i portatori di interesse; e in Lettonia poiché il governo attribuisce priorità alle preoccupazioni relative alla crescente disoccupazione nazionale. In Lituania l'immigrazione rappresenta una tematica altamente sensibile. All'interno della società e tra i politici prevale l'opinione che con un tale livello di emigrazione, e un simile livello di disoccupazione, non sia politicamente corretto discutere dell'immigrazione di cittadini di paesi terzi, specialmente immigrazione di forza lavoro.

Altrove, il dibattito politico (al governo, tra i partiti e a livello pubblico) si è concentrato su particolari elementi della strategia e politica nazionale relativa all'utilizzo della migrazione per colmare le lacune del mercato del lavoro, spesso nell'ambito della proposta di introduzione di bozze di legge o altri atti legislativi. In Francia, il dibattito politico è stato incentivato dalla proposta di regolarizzare i migranti che lavorano clandestinamente, al fine di soddisfare la domanda di lavoro nei settori in cui sono spesso impiegati clandestinamente. Il ministero per l'Immigrazione, il ministero del Lavoro, i sindacati e alcuni rappresentanti dei datori di lavoro hanno avviato una consultazione pubblica69 relativa alla regolarizzazione dei lavoratori clandestini. In Irlanda, il dibattito politico si è incentrato sull'adozione di uno status di residenza a lungo termine e una Carta verde per i lavoratori provenienti da paesi terzi. Inoltre, l'impiego di cittadini non SEE nel settore sanitario è considerato potenzialmente problematico, specialmente nel contesto della moratoria sul reclutamento nel settore pubblico e della promozione avvenuta nel 2009 a causa della crisi economica.

In Italia, la decisione del governo di non stabilire quote per i migranti economici nel 2009 ha suscitato numerose critiche e discussioni. Il governo ha ribadito che la crisi economica aveva generato elevati tassi di disoccupazione e che era necessario garantire priorità ai cittadini di paesi terzi già residenti in Italia.70 Tuttavia, i soggetti contrari a tale decisione

68 La questione dell'integrazione occupa un posto importante nell'attuale dibattito politico sulla migrazione di

forza lavoro. Il punto di vista del Gabinetto è che i migranti altamente qualificati e istruiti non rappresentano un rischio per quanto riguarda la questione dell'integrazione. Il governo si aspetta un effetto positivo sui (futuri) problemi di integrazione in seguito all'attuazione della natura restrittiva dell'ammissione di lavoratori migranti nella fascia media e bassa del mercato del lavoro.

69 Questa comprende la consultazione con i sindacati e altri portatori di interesse. 70 In seguito ad una pausa prolungata, la quota è stata reintrodotta in Italia alla fine del 2010 con 98 900 nuovi

ingressi.

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hanno argomentato che ciò causava mancanza di flessibilità nella base di conoscenze della comunità di migranti, in particolare nel settore assistenziale. A settembre 2009, il governo ha avviato una regolarizzazione su vasta scala dei cittadini stranieri che in precedenza lavoravano illegalmente nel settore assistenziale, in risposta alla sostanziale domanda di forza lavoro causata dall'invecchiamento della popolazione. In Portogallo, ha preso avvio nel 2009 un intenso dibattito sulla riduzione delle quote per i cittadini di paesi terzi ammessi per finalità lavorative a causa della crisi economica, e i partiti politici hanno assunto posizioni contrastanti sugli effetti positivi di tale azione. In Slovenia, i dibattiti politici si sono occupati dell'introduzione della Bozza di strategia di migrazione economica del ministero per il Lavoro, la famiglia e gli affari sociali (febbraio 2008). Questa strategia propone di ricorrere alla migrazione economica per ridurre gli effetti negativi dell'invecchiamento della popolazione attiva e degli squilibri sul mercato del lavoro. Il dibattito politico si è incentrato altresì su questioni sociali riguardanti i lavoratori migranti, come la modifica delle condizioni per ottenere i permessi di lavoro e gli standard minimi di alloggio e igiene per i cittadini di paesi terzi che lavorano in Slovenia. Nel Regno Unito, i dibattiti sull'immigrazione si sono occupati dei movimenti su vasta scala dall'Europa dell'est dopo l'allargamento del 2004, con particolare attenzione per le implicazioni locali relative alla fornitura di alloggi, istruzione e servizi sanitari.

3.2.2. Dibattito pubblico

Nell'arena pubblica, il dibattito si è concentrato sulle condizioni lavorative e sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi giunti negli Stati membri per finalità lavorative e da qui, in maniera limitata o indiretta, sulla necessità e auspicabilità di ricorrere ai lavoratori migranti per soddisfare la domanda di lavoro nazionale.

In Bulgaria, i media hanno annunciato nel 2009 che i salari dei lavoratori bulgari erano inferiori a quelli dei lavoratori turchi impiegati presso un'azienda turca coinvolta nella costruzione di un'autostrada in Bulgaria. Alcuni lavoratori bulgari hanno iniziato lo sciopero della fame per ottenere pari condizioni lavorative e salariali. Al contrario, nella Repubblica ceca, all'inizio della recessione economica, si è dibattuto a lungo sui bassi salari dei lavoratori migranti. Il primo suicidio verificatosi tra i lavoratori vietnamiti e mongoli ha scatenato ulteriori dibattiti sull'argomento. I progetti sviluppati dal governo, quali il rientro temporaneamente assistito per i cittadini di paesi terzi disoccupati, ha ricevuto una particolare attenzione anche da parte dei media e ha suscitato interesse pubblico. Un'ulteriore preoccupazione all'epoca riguardava il potenziale rischio di una crescente xenofobia in alcuni centri urbani, in quanto la disoccupazione generava una maggiore concentrazione di lavoratori migranti nelle aree urbane.

In Finlandia, le condizioni lavorative dei migranti hanno interessato sia il dibattito pubblico che politico. Una crescente percentuale di lavoratori di paesi terzi in Finlandia è utilizzata come "manodopera economica", in settori quali accoglienza, pulizia, edilizia e industrie dei metalli e raccolta di frutta, che sono di natura temporanea/part-time. Lo sfruttamento di coloro che raccolgono la frutta è stato oggetto di particolari dibattiti nei media. L'Organizzazione centrale dei sindacati finlandesi (SAK) ha affermato che stanno emergendo due mercati del lavoro distinti: uno per gli immigrati e uno per i cittadini finlandesi. In particolare, si è espressa preoccupazione per lo sfruttamento dei lavoratori filippini e cinesi, tramite agenzie intermediarie. In Irlanda, l'attenzione di alcuni media si è concentrata sui sussidi sociali erogati ai migranti economici SEE e di paesi terzi, gravando sulla spesa governativa in un momento di crisi finanziaria.

In Lituania i dibattiti sulle questioni dell'immigrazione di forza lavoro spesso sono condotti in circoli accademici tra coloro che cercano di elaborare previsioni a lungo termine per lo

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sviluppo nazionale economico e demografico e per i modi in cui facilitare la crescita economica. I risultati di alcune ricerche rivelano una contraddizione esistente tra l'esigenza economica nazionale di immigrati e i pregiudizi e le paure della società nei confronti degli immigrati.

In Lussemburgo, i dibattiti pubblici affrontano il fatto che la grande maggioranza dei cittadini lavora nel settore pubblico e il 70% della forza lavoro nel settore privato proviene da altri paesi. Di conseguenza, esiste una dualità tra la sfera politica, amministrata da cittadini con residenza nello Stato, e la sfera economica, che è principalmente gestita da cittadini di paesi terzi.

Nei Paesi Bassi, il dibattito dei media ha preso avvio dagli sgraditi effetti collaterali della migrazione di forza lavoro, quali il dislocamento del potenziale lavorativo, problemi di integrazione e sfruttamento dei lavoratori migranti. L'interesse dei media in Polonia era relativo ai vantaggi dell'impiego di cittadini di paesi terzi nello sviluppo di investimenti in ampie infrastrutture per i campionati di calcio europei del 2012, con un maggiore stimolo ad assumere lavoratori di paesi terzi legato alla competitività di prezzo di un simile reclutamento.

In Slovenia, il dibattito si è incentrato sulle condizioni di vita e sulla situazione legale dei migranti economici, ad esempio sistemazione e alloggio, sfruttamento, misere condizioni lavorative e traffico di migranti economici. Il dibattito politico e pubblico in Svezia si è occupato principalmente dell'integrazione e condizioni lavorative dei cittadini di paesi terzi. Nel 2008, in seguito all'introduzione della nuova Legge sull'immigrazione di forza lavoro, regnavano preoccupazioni, specialmente tra i sindacati, giacché si temeva che le nuove leggi e i regolamenti non fornissero un'adeguata tutela nei confronti di datori di lavoro scorretti, i quali non tenessero fede alle condizioni promesse.

Nella Repubblica slovacca, le discussioni pubbliche sulla migrazione sono state limitate, anche se il ministero per il Lavoro, la famiglia e gli affari sociali ha tentato di promuovere un atteggiamento positivo nei confronti della migrazione di forza lavoro ospitando una conferenza internazionale dal titolo "Dalla mancanza di opportunità lavorative alla carenza di forza lavoro qualificata," nel 2008. Tuttavia, il ministero ha rilevato che, a causa dell'impatto della crisi economica sul mercato del lavoro, l'atteggiamento generale del pubblico nei confronti del ricorso alla migrazione per sopperire alle carenze di manodopera non è stato positivo, e non è stato più possibile affrontare tale questione sulla base della situazione economica della metà del 2008, che è stata radicalmente modificata dalla crisi.

3.2.3. Coinvolgimento e opinioni dei portatori di interesse

In diversi Stati membri, i governi nazionali hanno avviato un dialogo con i portatori di interesse pertinenti, tra cui enti regionali, rappresentanti dei datori di lavoro e lavoratori, associazioni di migranti, per discutere circa la politica relativa alla migrazione di forza lavoro.

In Bulgaria, il Consiglio nazionale per la migrazione di forza lavoro, istituito nel 2008, raggruppa rappresentanti di governo, confederazioni di datori di lavoro e sindacati. Sia le confederazioni dei datori di lavoro sia i sindacati considerano le attuali procedure di reclutamento per i lavoratori provenienti da paesi terzi eccessivamente complicate e non ben coordinate. I sindacati chiedono la centralizzazione delle procedure e la riduzione del numero di organismi amministrativi coinvolti. Inoltre, sebbene le confederazioni dei datori di lavoro sostengano l'iniziativa del governo "Ritorno in Bulgaria", che favorisce il rientro di cittadini emigrati, deplorano l'eccessiva concentrazione su lavoratori altamente qualificati e

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richiedono l'ammissione di lavoratori qualificati con la possibilità di stabilire una quota annuale di lavoratori provenienti dai paesi terzi nel settore della costruzione di macchinari e impianti elettrici. In Belgio, la politica in materia di immigrazione e forza lavoro è discussa a livello nazionale e regionale. Il Consiglio di consulenza per i lavoratori stranieri riunisce le autorità federali (dipartimenti governativi per il lavoro, affari esteri, sicurezza sociale e affari interni), gli istituiti regionali (servizi regionali per la migrazione) e parti sociali (rappresentanti dei lavoratori e datori di lavoro), e fornisce consulenza su iniziative federali per modificare i regolamenti sulla migrazione di forza lavoro. In Italia, gli enti regionali hanno richiesto un maggiore coinvolgimento futuro nelle decisioni politiche sulle quote di lavoratori migranti, in quanto dichiarano di possedere una solida base di conoscenze dei settori che soffrono di carenze di forza lavoro nelle proprie regioni. Al momento, essi rappresentano uno dei portatori di interesse consultati dal ministero per il Lavoro e la politica sociale e dal presidente del consiglio, al fine di fornire informazioni al programma a lungo termine sulla politica dell'immigrazione e degli stranieri sul territorio dello Stato. A Malta, il Consiglio di Malta per lo sviluppo economico e sociale svolge la funzione di forum tramite il quale datori di lavoro, sindacati, società civile e governo si consultano sulle questioni economiche. Si creano inoltre gruppi di lavoro per discutere tematiche quali l'impatto dell'invecchiamento della popolazione. Nella Repubblica slovacca, gli enti regionali influenzano in qualche misura la politica relativa a immigrazione e forza lavoro tramite il Gruppo direttivo per la migrazione e l'integrazione. I membri ad hoc del comitato direttivo includono, tra le varie organizzazioni, i rappresentanti dell'associazione delle città e dei comuni, dell'associazione delle regioni autonome (SK8), della confederazione dei sindacati e dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni.

In Germania, i rilevanti gruppi di interesse della forza lavoro sono coinvolti nel processo di elaborazione delle politiche; ad esempio, enti della forza lavoro e associazioni aziendali hanno contribuito ad analizzare e prevedere le carenze di forza lavoro. In Irlanda, il Gruppo di esperti sulle future esigenze, compresi i dipartimenti governativi pertinenti, sindacati, istituti formativi e datori di lavoro, fornisce consulenza al governo irlandese sulle attuali e future esigenze dell'economia e altre questioni del mercato del lavoro che influenzino la crescita aziendale e occupazionale in Irlanda. Questo gruppo svolge un ruolo fondamentale nel garantire che le esigenze del mercato del lavoro di manodopera qualificata siano previste e soddisfatte, influenzando in tal modo lo sviluppo delle politiche relative alla migrazione di forza lavoro.

In Lettonia, il governo si consulta con i seguenti portatori di interesse su questioni relative all'immigrazione e alla forza lavoro: istituti di ricerca; il Consiglio nazionale dell'economia (sottoposto al ministero per l'Economia); l'Ufficio per la cittadinanza e affari migratori; il Gruppo di lavoro per il coordinamento dell'attuazione del piano di miglioramento ambientale delle aziende (sottoposto al ministero per l'Economia); e il Consiglio consultivo per le previsioni sul mercato del lavoro. Esiste inoltre una cooperazione sotto forma di gruppi di lavoro tra i ministeri statali. In Lussemburgo, il Consiglio economico e sociale, un ente tripartito che raggruppa organizzazioni dei datori di lavoro, sindacati e governo, fornisce pareri su tutte le misure legislative e normative relative alla situazione occupazionale e all'economia nazionale in generale.71 Questo Consiglio svolge un importante ruolo nella stesura nella nuova normativa sull'immigrazione. Inoltre, si consultano anche i datori di lavoro e la società civile. I datori di lavoro contribuiscono a semplificare il reclutamento di cittadini di paesi terzi altamente qualificati.

L'elaborazione e lo sviluppo della politica relativi al mercato del lavoro nei Paesi Bassi avviene in consultazione con diversi portatori di interesse, tra cui organismi consultivi e

71 http://www.luxembourg.public.lu/fr/politique/concertation/modele-social/index.html.

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parti sociali, come associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori. Ad esempio, il Consiglio per il lavoro e il reddito è un organismo consultivo e centro di esperienza, con rappresentanti di sindacati, organizzazioni aziendali e commerciali, nonché comuni, che fornisce relazioni su varie tematiche tra cui la posizione sul mercato del lavoro di persone altamente qualificate provenienti da un contesto migratorio.

In Polonia, i sindacati, le camere di commercio, la confederazione dei datori di lavoro privati e le associazioni per l'artigianato vengono tutti consultati sui temi di politica occupazionale e i progetti relativi all'occupazione vengono discussi anche tra ministeri e parti sociali. In Portogallo, la raccolta dei pareri dei vari attori ha svolto un ruolo di rilievo nel modellare l'immigrazione economica relativamente all'adozione di quote, in quanto i portatori di interesse sia delle aziende nazionali sia dei gruppi di lavoratori migranti sono stati consultati sugli effetti delle quote, contribuendo alla stesura delle relazioni del ministero per il Lavoro e la solidarietà sociale su tale tematica. In Spagna, dal 2004, sono stati istituiti diversi organismi per consentire a sindacati, organizzazioni aziendali ed enti regionali di prendere parte al processo di elaborazione delle politiche relative alla migrazione e, in particolare, alla gestione della migrazione di forza lavoro. Ad esempio, essi partecipano alla stesura del Catalogo delle occupazioni che presentano carenze, nonché alla gestione collettiva dell'assunzione nei paesi di origine. In Svezia, l'agenzia per l'occupazione svedese partecipa alla promozione della Svezia come paese di occupazione per i cittadini stranieri. In molti Stati membri, la politica nazionale relativa a immigrazione e carenza di forza lavoro ha suscitato la reazione di sindacati, associazioni aziendali e altri attori interessati. Ad esempio, in Austria e in Belgio, i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori mantengono diverse posizioni. Mentre le organizzazioni dei datori di lavoro (industriali e Camera di commercio in Austria) desiderano incrementare la migrazione di forza lavoro (in particolare la migrazione qualificata in Austria), i sindacati (e la Camera del lavoro in Austria) sono più cauti. In Belgio, i sindacati dichiarano che bisognerebbe tenere a mente gli elevati tassi di disoccupazione e l'esistenza di gruppi vulnerabili sul mercato del lavoro nazionale (ovvero cittadini di paesi terzi residenti a lungo termine e i loro discendenti belgi) al momento di considerare l'immigrazione di nuovi cittadini di paesi terzi.

Il Regno Unito ha istituito un Comitato di consulenza sulla migrazione (MAC) in primo luogo per fornire consulenza al governo sui settori in cui l'immigrazione da paesi esterni al SEE potrebbe sensibilmente colmare le lacune di forza lavoro qualificata nell'economia del Regno Unito.72 Questo ha generato un dialogo continuo tra il MAC e le parti aziendali, tra cui datori di lavoro, enti di formazione, sindacati e singoli individui, relativamente alle occupazioni qualificate che presentavano carenze di forza lavoro da poter colmare tramite l'immigrazione da paesi esterni al SEE. Tale dialogo ha aiutato il MAC a fornire consulenza al governo del Regno Unito. Esso offre prove fondate sulla consulenza relativa ad altre questioni migratorie su richiesta specifica del governo.

3.3. Recenti cambiamenti delle visioni e politiche nazionali

Austria, Estonia, Germania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Repubblica ceca e Svezia riscontrano cambiamenti alle proprie politiche relative a lavoro e migrazione, che scaturiscono da carenze nel mercato del lavoro. L'Austria sta al momento rielaborando la propria politica concernente la migrazione, discutendo la possibilità di aumentare l'afflusso di migranti altamente qualificati in generale e di cittadini di paesi terzi altamente qualificati in particolare. In Estonia, le modifiche apportate alla legge sugli stranieri nel 2008 erano

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chiaramente destinate ad aiutare i lavoratori (altamente) qualificati a trovare un'occupazione in Estonia. A tal fine, i tempi di elaborazione delle domande per i permessi di soggiorno sono stati abbreviati (da sei a due mesi), la quota di immigrazione è stata aumentata dallo 0,05% allo 0,1% della popolazione estone e sono stati stabiliti i criteri salariali per i lavoratori.

Nella Repubblica ceca, è stato deciso di trasformare un progetto pilota intitolato "Selezione di lavoratori stranieri qualificati" in un programma permanente nel 200873 e nel 2009 è stato introdotto un sistema basato sulla Carta verde. La Germania, nel 2009, ha apportato una serie di modifiche nelle politiche al fine di incentivare l'occupazione di cittadini di paesi terzi. Di conseguenza, a gennaio 2009, sono stati elaborati diversi emendamenti giuridici per facilitare l'ammissione di migranti altamente qualificati, studenti e ricercatori tramite la Legge per il controllo della migrazione di forza lavoro. Ai soggetti il cui allontanamento era stato temporaneamente sospeso è stato consentito di accedere al mercato del lavoro; il periodo massimo di occupazione per i lavoratori stagionali è stato esteso da quattro a sei mesi all'anno; ed è stata adottata la Legge per la tutela dell'occupazione e stabilità in Germania (febbraio 2009), che semplificava gli strumenti per ricorrere al lavoro a breve termine per aziende e lavoratori. In Polonia, le disposizioni per l'impiego di cittadini di paesi terzi sono state semplificate nel 2009, proseguendo la liberalizzazione dell'occupazione di lavoratori stagionali di paesi terzi nel 2006, in seguito all'elevata richiesta di questo gruppo.74 In Svezia, nel 2008, la politica è stata sottoposta a riforme al fine di semplificare il ricorso alla migrazione per soddisfare le esigenze di forza lavoro a lungo termine. In Lussemburgo, la riforma della Legge sull'immigrazione ha semplificato l'ammissione di migranti qualificati e ricercatori. Inoltre, è prevista una sostanziale riforma dell'agenzia pubblica per l'impiego del Lussemburgo. A dicembre 2010 è stato redatto un progetto di legge che intende, tra le altre cose, chiarire, semplificare e possibilmente accelerare la procedura amministrativa per i cittadini di paesi terzi che desiderano ottenere un permesso di lavoro in Lussemburgo.

A Malta, sono previsti cambiamenti in futuro visto il riconoscimento, in seguito ai dibattiti sulla strategia di Lisbona 2010, dei vantaggi della migrazione per la crescita economica e per prevenire le carenze di forza lavoro. Nei Paesi Bassi, la Politica migratoria moderna, che entrerà in vigore nel 2011, apporterà una serie di cambiamenti alla politica relativa alla migrazione di forza lavoro. Tali cambiamenti comprendono il miglioramento della selettività dei migranti, distinguendo tra migrazione di forza lavoro permanente o esclusivamente temporanea, e semplificando le procedure per garantire una rapida e semplice procedura di ammissione per i lavoratori migranti.

La crisi economica, pur colpendo il mercato del lavoro di tutti gli Stati membri, ha avuto ripercussioni diverse sulle loro politiche relative all'immigrazione di forza lavoro. In una serie di Stati membri (Finlandia, Italia, Lettonia, Lituania), la crisi economica ha causato ritardi nello sviluppo e nell'attuazione di politiche che incoraggiassero la migrazione economica, o addirittura un loro annullamento. In Finlandia, il processo di emendamento della Legge sugli stranieri e della Legge sulla registrazione degli stranieri, per migliorare il sistema dei permessi di soggiorno per i lavoratori migranti, è stato interrotto, e in Lettonia, gli elevati tassi di disoccupazione indicavano che l'immigrazione collegata alle carenze di forza lavoro non rientrava più nel programma politico dello Stato membro, né si prevedeva 72 Il MAC è un organismo indipendente, finanziato dalla UK Border Agency, costituito da economisti ed esperti di

migrazione. È stato istituito nel 2007, per fornire consulenza al Governo riguardo i settori in cui l’immigrazione proveniente dall’esterno del SEE potesse sopperire alle carenze di forza lavoro qualificata nel Regno Unito.

73 Questo programma è stato messo da parte alla fine del 2010 a causa delle misure economiche del nuovo governo.

74 La liberalizzazione dell'impiego di cittadini di paesi terzi, nel 2006, comprendeva la riduzione delle tasse per l'emissione di permessi lavorativi nonché la semplificazione delle relative procedure.

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di discuterne in un prossimo futuro. In Lituania, l'attuazione della Strategia per la regolamentazione della migrazione economica e del relativo piano di misure 2009-2012 è stata sospesa. In Italia, l'accesso al mercato del lavoro, a causa della crisi, era garantito solo per lavoratori a breve termine rientranti all'interno della quota stagionale fino alla fine del 2010.

In Lussemburgo, il governo, in seguito alla crisi, ha analizzato la situazione economica del paese. I pendolari transfrontalieri sono stati colpiti più duramente dalla crisi rispetto alla forza lavoro residente, poiché i settori privati in cui lavoravano hanno risentito maggiormente degli effetti della crisi.75 Il ministero per l'Economia e il commercio esterno ha affrontato la necessità di far convergere la politica di immigrazione con le esigenze economiche. Sono state presentate proposte per l'introduzione di una procedura "rapida" per i nuovi residenti altamente qualificati, i quali apportano valore aggiunto all'economia nazionale.

Irlanda e Portogallo hanno attuato altri cambiamenti collegati alla crisi economica. In Irlanda, la crisi economica ha comportato condizioni più rigide riguardo le esigenze del mercato del lavoro e la verifica delle esigenze del mercato del lavoro si è estesa, ossia la presenza di un posto di lavoro vacante deve essere comunicata presso l'Agenzia nazionale per l'impiego ed EURES per almeno otto settimane, anziché quattro. La verifica deve essere condotta sia alla prima domanda sia durante le fasi di rinnovo. Inoltre, è stata estesa la lista delle occupazioni per le quali non è possibile presentare nuove richieste di permessi lavorativi. Il Portogallo ha ridotto le quote dei cittadini di paesi terzi ammessi per finalità occupazionali. I mezzi di sussistenza necessari ad estendere il soggiorno e a rinnovare i permessi o i documenti di soggiorno per coloro che richiedono il ricongiungimento familiare sono stati ridotti tramite l'emendamento legislativo nel 2009. È stato adottato per garantire che l'impatto della crisi economica non si ripercuotesse eccessivamente sul soggiorno di cittadini di paesi terzi, in particolare chi si trova in una situazione di disoccupazione involontaria. Al contrario, in Francia, Polonia, Repubblica slovacca e Svezia la recessione economica finora non ha prodotto cambiamenti significativi alle politiche.

3.4. Quadro legislativo

Tutti gli Stati membri applicano un quadro legislativo per regolamentare, facilitare e organizzare l'ammissione di migranti economici e il loro accesso al mercato del lavoro nazionale. Come prevedibile, i quadri legislativi incorporano necessariamente elementi sia del diritto del lavoro che dell'immigrazione. Inoltre, visto che la migrazione per sua natura è una questione complessa, che coinvolge diversi aspetti della politica nazionale, quali l'attuazione della legge, politiche sociali e del lavoro, relazioni internazionali e per lo sviluppo, l'immigrazione per finalità lavorative dipende, in grande misura, dalle strutture legislative nazionali e differisce notevolmente tra i diversi Stati membri.

In Austria, Francia e Germania, la legislazione o le disposizioni interne alla legislazione regolano esplicitamente il ricorso alla migrazione per soddisfare la domanda di lavoro.76

75 Per la prima volta, l'aumento dell'afflusso di pendolari transfrontalieri è stato inferiore rispetto ai lavoratori

residenti in Lussemburgo nel 2008; e l'afflusso di pendolari transfrontalieri è stato negativo nel 2009. Questo si può spiegare con il fatto che la percentuale di pendolari transfrontalieri è più elevata nei settori che sono stati più duramente colpiti dalla crisi economica (industria, finanza, servizi aziendali tra cui in particolare le agenzie di lavoro interinale). Inoltre, i lavoratori residenti in Lussemburgo sono maggiormente presenti nel settore senza fini di lucro. Nel settore commerciale, l'occupazione dei lavoratori residenti in Lussemburgo e dei pendolari transfrontalieri si evolve analogamente.

76 Altri Stati membri (Repubblica ceca, Finlandia e Paesi Bassi) hanno sviluppato diverse decisioni, atti o programmi per regolamentare il ricorso alla forza lavoro migrante per soddisfare la domanda di lavoro. Sono specificati nella sezione 3.1.3.

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Una legislazione che regola unicamente l'occupazione di cittadini di paesi terzi (ad esempio la Legge sull'occupazione degli stranieri) è in vigore in alcuni Stati membri (Austria, Italia, Lituania, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia), mentre in altri (Lettonia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Repubblica slovacca, Spagna, Svezia) l'occupazione dei cittadini di paesi terzi è regolata da una più ampia legislazione sull'immigrazione (ad esempio la Legge sull'immigrazione). Inoltre, in Bulgaria, Estonia, Finlandia, Germania, Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Ungheria si utilizza un insieme di disposizioni tratte da diversi atti legislativi e sull'immigrazione.

La sezione 3.4.1 descrive la legislazione degli Stati membri che regolamenta nello specifico il ricorso alla migrazione per soddisfare la domanda di lavoro. La sezione 3.4.2 descrive la legislazione che regolamenta l'ammissione e l'accesso all'occupazione di cittadini di paesi terzi. La sezione 3.4.3 esamina le tipologie di permessi concessi a cittadini di paesi terzi che cercano di entrare in uno Stato membro per finalità lavorative; e la sezione 3.4.4 descrive le condizioni specifiche collegate a tali permessi. La sezione 3.4.5 elenca e descrive i gruppi specifici per cui sono emessi permessi speciali in alcuni Stati membri.

3.4.1. Legislazione nazionale che regolamenta il ricorso alla migrazione al fine di soddisfare la domanda di lavoro

In termini di risposta alla richiesta di forza lavoro, Austria, Francia, Germania e Lussemburgo, nelle proprie relazioni nazionali, hanno sottolineato le misure legislative specifiche in vigore per regolamentare il ricorso alla migrazione al fine di soddisfare la domanda di lavoro. In Austria, la Legge sull'occupazione degli stranieri stabilisce la possibilità di concedere un permesso lavorativo solo "se la situazione e lo sviluppo del mercato del lavoro consentono l'occupazione [di non cittadini residenti] e se non sussistono interessi pubblici o macroeconomici in conflitto".77 In Francia, la Legge sull'immigrazione (2006) descrive le circostanze in cui è possibile ricorrere alla migrazione per rispondere alla domanda di lavoro. (i) per soddisfare le esigenze delle aziende, in cui tali esigenze non possono essere soddisfatte dalla forza lavoro nazionale; (ii) per incoraggiare l'insediamento di lavoratori altamente qualificati; e (iii) per sostenere la lotta contro l'occupazione clandestina di lavoratori migranti. In Germania, la Legge sulla residenza sezione 18 (1) stabilisce che l'ammissione di lavoratori stranieri deve essere "gestita in base alle richieste dell'economia tedesca, tenendo in considerazione la situazione del mercato del lavoro e la necessità di combattere efficacemente la disoccupazione."78 In Lussemburgo, la Legge sull'immigrazione del 2008 mira ad adeguare la legislazione sull'immigrazione alle esigenze economiche nazionali. La legge, in realtà, applica un'analisi del mercato del lavoro in base a situazioni valutate "caso per caso", ma la legge esenta dall'esaminare la situazione del mercato del lavoro in alcuni casi. Tale legislazione prevede che il ministero possa concedere un permesso di soggiorno a qualsiasi cittadino di un paese terzo che intenda lavorare in un settore o professione che presenti difficoltà di reclutamento, come stabilito dal Regolamento granducale, e tali applicazioni non sono soggette al parere del Comitato consultivo per i lavoratori come previsto dalla legge.79

77 Articolo 4 della Legge sull'occupazione degli stranieri. 78 Consultare anche il sito http://www.iuscomp.org/gla/statutes/AufenthG.htm per una traduzione di tale legge. 79 Il richiedente deve solamente dimostrare di avere le qualifiche richieste e di possedere un contratto. In base a

quanto riportato fino a febbraio 2011, tale disposizione non è stata ancora utilizzata.

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3.4.2. Legislazione nazionale che regolamenta l'ammissione e accesso all'occupazione di cittadini di paesi terzi

Tutti gli Stati membri dispongono di un sistema che regolamenta l'ammissione di migranti economici e il loro accesso al mercato del lavoro. Austria, Irlanda, Lituania, Paesi Bassi, Polonia e Slovenia adottano una vasta legislazione per regolamentare nello specifico l'occupazione di cittadini di paesi terzi diversamente da altri elementi relativi all'immigrazione o occupazione. In Austria l'accesso al mercato del lavoro è regolato in genere dalla Legge sull'occupazione degli stranieri e dalla Legge sull'insediamento e residenza, che stabilisce le condizioni di ingresso e soggiorno e, in qualche misura, anche l'accesso al mercato del lavoro; nei Paesi Bassi si applica la Legge sul lavoro per gli stranieri; e in Slovenia, la Legge sull'occupazione e lavoro degli stranieri (gennaio 2001, emendata due volte nel 2005 e 2007) regola gli aspetti dell'occupazione dei cittadini di paesi terzi. In Polonia, la Legge sulla promozione dell'occupazione e istituzioni del mercato del lavoro determina diverse categorie di cittadini di paesi terzi che hanno il diritto di lavorare, con o senza un permesso di lavoro, e stabilisce cinque regole di base con le quali gestire i cittadini di paesi terzi all'interno del mercato del lavoro polacco. In Irlanda, la Legge sui permessi di lavoro del 2003 ha stabilito per la prima volta una base legale ai permessi di lavoro, mentre la Legge sui permessi di lavoro del 2006 conteneva le basi per disposizioni più dettagliate relative ai processi di richiesta e rinnovamento.

In Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica slovacca e Spagna l'ingresso e soggiorno dei migranti economici è regolato da disposizioni riguardanti uno o più aspetti generali della legislazione sull'immigrazione. Ad esempio, in Italia i lavoratori di paesi terzi sono soggetti a norme specificate nel Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (1998, emendato nel 2002). In Lettonia, sono stati introdotti emendamenti alla legislazione sull'immigrazione a luglio 2010, in particolare per coprire tematiche specifiche relative ai migranti economici. In Lituania, la Legge sullo Status legale degli stranieri (2004) gestisce le norme e procedure relative all'immigrazione di forza lavoro; ad esempio, stabilisce le norme sui permessi di lavoro e soggiorno. In Lussemburgo, la Legge sull'immigrazione del 2008 riguarda diversi aspetti: immigrazione e motivi di immigrazione, mobilità interna all'UE, diritti di determinati gruppi di migranti, autorizzazione a lavorare per cittadini di paesi terzi, ricongiungimento familiare, soggiorno a lungo termine, ecc.

In Bulgaria, Estonia, Finlandia, Germania, Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Ungheria, le condizioni di ingresso e impiego dei migranti economici sono regolate tramite un insieme della legislazione sull'immigrazione e sul lavoro. Ad esempio, in Bulgaria, la Legge sugli stranieri nella Repubblica di Bulgaria del 1998, emendata nel 2009, elenca le persone a cui è possibile concedere la residenza permanente e descrive le persone che possono ottenere permessi di lavoro. Inoltre, la Legge sulla promozione dell'occupazione del 2001, emendata nel 2007, e diverse ordinanze (tra cui l'Ordinanza per le condizioni e l'ordine di emettere, respingere e revocare i permessi di lavoro agli stranieri nella Repubblica di Bulgaria) regolano le condizioni di ingresso e soggiorno dei lavoratori migranti. In Estonia, l'ingresso e soggiorno dei migranti economici è regolato dalla Legge sugli stranieri (1993), ma gli aspetti relativi all'occupazione sono regolati da diversi atti della legislazione sul lavoro tra cui la Legge sui contratti di impiego. Analogamente, in Finlandia, la Legge sugli stranieri (2004) regola principalmente l'immigrazione di lavoratori da paesi terzi, tuttavia gli aspetti relativi all'impiego e alle condizioni lavorative sono regolamentati da altre leggi. In Germania, le condizioni di ingresso e di soggiorno per i lavoratori migranti sono regolate dalla Legge sulla residenza (creata dalla Legge sull'immigrazione nel 2005) e da una serie di ordinanze (tra le quali l'Ordinanza

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sull'impiego). In Ungheria, la Legge sull'ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi e il Decreto ministeriale (1999, emendato diverse volte) regolano l'impiego di cittadini di paesi terzi. Nella Repubblica slovacca, la legge principale che regola il soggiorno dei migranti è la Legge sul soggiorno degli stranieri (2009); tuttavia, in caso di migranti economici, le disposizioni di tali leggi sono integrate da varie disposizioni tratte da altre leggi sul lavoro e l'immigrazione, tra cui la principale è la Legge sui servizi all'impiego.

3.4.3. Tipi di permessi concessi

I cittadini di paesi terzi che cercano lavoro nell'UE in genere devono richiedere un permesso di lavoro. Tuttavia, non tutti gli Stati membri emettono un permesso di soggiorno in aggiunta ad un permesso di lavoro e/o emettono un permesso congiunto di soggiorno/lavoro. In tutti gli Stati membri sono in atto disposizioni le quali elencano determinate categorie di migranti che possono essere esenti dall'obbligo di ottenere un permesso lavorativo o per cui sono possibili procedure di ammissione semplificate. Anche queste variano a seconda degli Stati membri.

Gran parte degli Stati membri gestiscono i permessi di lavoro e di soggiorno separatamente (Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Svezia, Ungheria), ma alcuni di questi (e altri) emettono anche permessi congiunti, come in Repubblica ceca e Estonia.80 Ad esempio, in Austria, è necessario sia un permesso di lavoro sia di soggiorno, sebbene per un numero limitato di persone i permessi di lavoro e di soggiorno siano gestiti congiuntamente. I lavoratori che possono approfittare di tale condizione di ammissione comprendono i "lavoratori chiave" (altamente qualificati); i soggetti coinvolti in trasferimenti intrasocietari ("Rotationskräfte"), soggetti con incarichi aziendali e altri casi specifici, come i ricercatori. I requisiti di un "lavoratore chiave" sono definiti in termini di livello minimo di reddito (il reddito mensile lordo del soggetto deve essere il 60% o oltre la soglia dei contributi di sicurezza sociale81), oltre che in base alle precedenti esperienze lavorative e scolastiche. Analogamente, nella Repubblica ceca, nel 2009, è stato introdotto uno schema basato sulla Carta verde per emettere permessi congiunti di soggiorno e lavoro (Carte verdi) ai migranti con le competenze maggiormente richieste. In Lettonia, le proposte per la stesura degli Emendamenti alla Legge sull'immigrazione, approvate ad aprile 2010, hanno condotto alla creazione di uno sportello unico per i datori di lavoro che desiderano invitare cittadini di paesi terzi come "lavoratori ospiti"; in tal caso, il datore di lavoro dovrà unicamente ottenere un permesso dall'Ufficio per la cittadinanza e affari migratori (lo stesso ente responsabile dell'emissione dei permessi di soggiorno), anziché dover richiedere anche un permesso di lavoro dall'Agenzia statale per l'impiego.

In Italia, un cittadino di un paese terzo che intenda lavorare deve ottenere un visto di lavoro prima dell'arrivo che, dopo l'ingresso nel paese, sarà convertito in un'autorizzazione a lavorare ("nihil obstat") allo sportello unico per l'immigrazione (una struttura operativa istituita in tutti gli uffici governativi territoriali per gestire questo tipo di pratiche che

80 Secondo i risultati di una recente questione particolare REM, almeno in dieci Stati membri è in atto un'unica

procedura di richiesta per un permesso di soggiorno/lavoro congiunto. Questi comprendono Austria (per cittadini di paesi terzi altamente qualificati), Germania, Estonia, Finlandia, Francia, Italia, Lussemburgo, Portogallo e Svezia. In alcuni Stati membri, non sono richiesti permessi di lavoro separati in tutti i casi in quanto esistono diversi permessi. Ad esempio, in Austria, esistono in totale circa 20-30 diversi permessi e non è sempre necessario un permesso di lavoro aggiuntivo, in quanto alcuni permessi consentono l'accesso diretto al mercato del lavoro. Nella Repubblica slovacca, una volta che un cittadino di un paese terzo ottiene un permesso di soggiorno permanente, non è più necessario il permesso di lavoro.

81 Nel 2009 doveva essere una cifra pari o superiore a 2.412 euro.

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coinvolge diversi uffici pubblici: ministero dell'Interno, del Lavoro, dell'Economia, del Tesoro; Istituto nazionale di sicurezza sociale, Istituto nazionale di assicurazione per gli infortuni sul lavoro e, a livello di pratiche assistenziali, istituti di patrocinio) e infine un permesso di soggiorno. In Spagna, una carta congiunta comprende sia permesso di soggiorno che di lavoro. Anche se il sistema a punti del Regno Unito ha sostituito oltre 80 diverse modalità di ingresso per motivi di studio e lavoro, il sistema di permessi di lavoro è ancora utilizzato per i cittadini UE-2 che desiderano lavorare nel paese.

3.4.4. Condizioni specifiche relative ai permessi

Diversi permessi di soggiorno e di lavoro sono soggetti ad ulteriori condizioni come, ad esempio, il "test del mercato del lavoro" (Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Germania, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna e Svezia). Tali test verificano, ad esempio, che non ci siano cittadini nazionali o altri cittadini UE/SEE, o membri della loro famiglia, per ricoprire tale posizione (in linea con il principio di preferenza per i cittadini dell'Unione), oppure che determinati livelli salariali siano rispettati.

Anche in Slovenia si emette un permesso di soggiorno soggetto al test del mercato del lavoro, in particolare un "permesso di impiego", che viene utilizzato per singoli posti di lavoro vacanti che non possono essere colmati dai lavoratori nazionali, mentre i "permessi di lavoro" si utilizzano per i lavori stagionali e non sono soggetti al test del mercato del lavoro. I permessi di lavoro in Austria, Belgio, Bulgaria, Germania, Irlanda, Lituania, Paesi Bassi e Portogallo sono gestiti in aggiunta sulla base del "test del mercato del lavoro". In Belgio, tuttavia, molti gruppi di cittadini di paesi terzi sono esenti da tale test. Tali esenzioni rappresentano la più ampia quota di permessi di lavoro, rendendo la regola di base del "test del mercato del lavoro" un'eccezione piuttosto che una regola. In Germania, determinate tipologie di migranti sono esenti da tale test. Queste comprendono i tirocinanti, coloro che partecipano ad un programma di vacanza-lavoro e alcuni lavoratori altamente qualificati (ad esempio chi lavora nel settore TIC) In Irlanda, la Legge sull'occupazione del 2006 regola l'emissione di permessi di impiego dopo aver condotto il test del mercato del lavoro. In Lituania, questo comporta che un datore di lavoro registri un posto di lavoro vacante all'interno dello Scambio di forza lavoro della Lituania territoriale per un mese; se non si trova nessun cittadino nazionale o UE, il datore di lavoro può presentare una richiesta per assumere un lavoratore straniero allo scambio di forza lavoro regionale, insieme ai documenti necessari. La Bulgaria adotta un approccio analogo. In Lussemburgo, il test del mercato del lavoro è condotto dall'Agenzia per l'impiego (ADEM). Si discute attualmente di future riforme al fine di certificare in anticipo i datori di lavoro ai cittadini di paesi terzi che richiedano un permesso di lavoro per colmare i posti di lavoro vacanti. Non esistono test del mercato del lavoro per migranti altamente qualificati, ricercatori, liberi professionisti, individui soggetti a trasferimenti intrasocietari, sportivi, e persone assunte a causa di carenze di forza lavoro. Per quanto riguarda i lavoratori migranti altamente qualificati, il test del mercato del lavoro tuttavia si applica a membri della famiglia che richiedano il ricongiungimento familiare, un anno dopo il loro arrivo nello Stato membro.

Nel Regno Unito, si conduce un test del mercato del lavoro se un'occupazione non è inserita nella lista delle occupazioni con carenze di forza lavoro e se il cittadino di un paese terzo non è coinvolto da un trasferimento intrasocietario. Il test determina di conseguenza se un lavoratore SEE adeguatamente qualificato non è disponibile per tale posizione.

I permessi sono anche legati alle quote (Austria, Estonia, Italia, Portogallo, Slovenia) o limiti (Regno Unito) stabiliti dagli Stati membri; (vedi anche la sezione 4.1.1.3

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sottostante). I permessi di lavoro in Austria sono soggetti a regolamenti di quote annuali: il numero totale di permessi di lavoro è soggetto ad un limite massimo (quote dello Stato federale) nella misura in cui il numero di stranieri occupati e disoccupati non superi l'8% della forza lavoro dipendente totale (291 000 per il 2010).82 In alcuni casi specifici, il governatore può concedere un permesso di lavoro oltre tale quota fino ad un limite del 9% della forza lavoro.

Analogamente, anche la Slovenia collega i permessi di lavoro ad una quota che limita il numero di cittadini di paesi terzi ammessi ogni anno sul mercato del lavoro.

Essa varia di anno in anno, a seconda delle condizioni del mercato del lavoro, ma non può superare il 5% della popolazione nazionale attiva. Anche in Estonia si applica alla migrazione di forza lavoro la quota massima di immigrazione pari allo 0,1% della popolazione residente. La quota di immigrazione si distribuisce principalmente ai cittadini di paesi terzi che richiedono un permesso di soggiorno per finalità lavorative. In Italia, le quote annuali di migranti economici ammessi sono stabilite ogni anno, determinando anche il numero di permessi di lavoro concessi. In Portogallo, si fissa annualmente una quota complessiva per i lavoratori di paesi terzi, sulla base delle valutazioni annuali delle esigenze del mercato del lavoro stabilite dal Gabinetto in seguito alle relazioni del consiglio permanente per il coordinamento sociale e del ministero per il Lavoro e solidarietà sociale. Il Regno Unito non ha stabilito quote o limiti in seguito all'introduzione del sistema a punti, in quanto si è partiti dal presupposto di poter modificare il numero di punti necessari per l'ingresso in base a quanto richiesto dalle circostanze e dalla politica. Tuttavia, il nuovo governo, dopo le elezioni generali di maggio 2010 ha dichiarato che i cittadini di paesi terzi sarebbero stati soggetti a nuovi limiti.83

3.4.5. Gruppi specifici di destinatari

In gran parte degli Stati membri si possono concedere diverse tipologie di permessi di lavoro a seconda del tipo di occupazione e della situazione particolare del migrante. Ad esempio, in Francia, sono state introdotte tre nuove tipologie di permessi in conformità della Legge del 24 luglio 2006: il permesso "competenze e talenti" (per migranti che contribuiscono allo sviluppo economico della Francia e del proprio paese, o per la loro fama intellettuale, scientifica, culturale, umanitaria o sportiva); il permesso per "lavoratori stagionali" (con una durata di 3 mesi ma con la possibilità di rinnovarlo fino a 6 e 12 mesi, per un massimo di 3 anni); il permesso per "soggetti coinvolti in trasferimenti intrasocietari" (per dipendenti di aziende trasferiti in Francia con assegnazioni temporanee). È stato anche introdotto uno speciale permesso di soggiorno di dieci anni per i non cittadini che diano un contributo economico eccezionale alla Francia (ad esempio un investimento di almeno 10 milioni di euro o che crei/salvi almeno 50 posti di lavoro). In Slovenia esistono tre diversi tipi di permessi di lavoro:

(i) Un permesso di impiego; (ii) Un permesso per lavorare; (iii) Un permesso di lavoro personale.

Un permesso per lavorare può essere concesso ai lavoratori stagionali. Tali permessi hanno una durata di soli tre mesi, ma possono essere rinnovati fino ad un massimo di sei mesi ogni anno. Un permesso di lavoro personale è destinato ai lavoratori autonomi, e sono cinque i differenti tipi di permessi personali, con validità di tempo diversa.

82 Articolo 12 della Legge sull'occupazione degli stranieri. 83 Per maggiori dettagli sulle limitazioni ai livelli 1 e 2 consultare il sito Internet della UK Border Agency:

http://www.ukba.homeoffice.gov.uk/sitecontent/newsfragments/35-t1-t2-annual-limits.

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Da luglio 2010, ogni lavoratore ospite con un'occupazione temporanea in Lettonia (fino a 90 giorni in un semestre a partire dal primo giorno di ingresso) ha il diritto di ricevere un visto e un permesso di lavoro. In generale, questi emendamenti hanno reso la procedura di emissione più semplice, più rapida e meno costosa.

Gran parte degli Stati membri che utilizza sistemi basati sui permessi di lavoro dispone anche di esenzioni dagli obblighi in vigore per i permessi. Ad esempio, in Austria sono esentati dall'ottenere un permesso di lavoro ricercatori, marinai e diplomatici. Come già accennato, in Belgio, alcune categorie di lavoratori sono esenti dal test del mercato del lavoro per ottenere un permesso di lavoro; sono compresi lavoratori altamente qualificati; dirigenti; tecnici specialisti; ricercatori e professori ospiti.84 Tali esenzioni sono valide per determinate categorie anche in Bulgaria,85 Paesi Bassi e Irlanda. Bulgaria ed Estonia consentono a cittadini di paesi terzi che svolgono lavori a breve termine (per sei mesi o meno) di lavorare legalmente senza un permesso di soggiorno e di lavoro purché l'impiego sia nell'ambito di determinate professioni stabilite. In Estonia, queste professioni includono, tra le altre cose, insegnamento, recitazione, ricerca e diplomazia, mentre in Bulgaria sono coinvolti anche cittadini di paesi terzi che lavorano presso società turistiche, incaricati per la durata di una stagione turistica per l'adempimento di un compito concreto, con un tour operator o albergo bulgaro e/o cittadini di paesi terzi, incaricati da un datore di lavoro straniero di svolgere un compito concreto.86 Nella Repubblica ceca, i soggetti il cui lavoro non superi i 30 giorni all'anno non necessitano di un permesso di lavoro.87 In Ungheria, sono esenti i cittadini stranieri quali amministratori delegati e supervisori.

La Polonia fornisce accesso semplificato (senza l'obbligo di possedere un permesso di lavoro) a diversi gruppi di migranti, compresi coloro che lavorano come insegnati di lingue straniere in istituti formativi, e a coloro che hanno conseguito un titolo presso le scuole superiori o un corso di studio universitario a tempo pieno in Polonia. Inoltre, cittadini di paesi terzi con un visto stagionale di impiego o con un permesso di soggiorno emesso per altre ragioni (ad esempio, ricongiungimento familiare o motivi di studio) non devono richiedere al contempo un permesso di lavoro. Nella Repubblica slovacca, un migrante di un paese terzo non deve ottenere un permesso in una serie di circostanze, per esempio in caso di assunzione per un impiego basato su un accordo internazionale, il quale stabilisce che tale impiego non dipende dall'emissione di un permesso di lavoro.88 In Spagna, le nuove disposizioni del 2009 regolamentano nello specifico l'ingresso di ricercatori all'interno

84 Comprende anche particolari tipologie di lavoratori come lavoratori alla pari, sportivi e le mogli e figli di

lavoratori migranti. 85 In Bulgaria, i seguenti lavoratori provenienti da paesi terzi sono esenti dai requisiti per ottenere un permesso

di lavoro: a) cittadini di paesi terzi il cui impiego sul territorio nazionale deriva dall'adempimento di accordi internazionali di cui la Repubblica di Bulgaria fa parte; (b) professori ospiti, professori e insegnanti nelle istituzioni universitarie e scuole superiori bulgare; (c) atleti e allenatori di squadre sportive di professionisti; (d) persone di origine bulgara; ed (e) specialisti di aziende straniere, collegati all'assemblaggio, avvio e riparazione di attrezzature importate.

86 Questi compiti concreti comprendono l'assemblaggio e la riparazione sotto garanzia di macchinari e attrezzature provenienti dall'estero; formazione nella manutenzione e approvazione delle attrezzature, macchinari o altri strumenti ordinati; partecipazione alla formazione nell'ambito di un contratto di esportazione o licenza.

87 Vale anche in Repubblica ceca nei seguenti casi: artista attivo, pedagogo, lavoratore universitario accademico, scienziato, ricercatore, lavoratore impegnato in attività di sviluppo che partecipa a un incontro scientifico, allievo e/o studente al di sotto dei 26 anni, atleta, persona responsabile delle forniture di beni e servizi nello Stato membro o membri del consiglio di amministrazione di associazioni aziendali con partecipazione esterna; cittadini stranieri impegnati in attività in chiese registrate; coloro che lavorano autonomamente a norma di legge. In Irlanda, sono in atto disposizioni per favorire i laureati di terzo livello che desiderano trattenersi nello Stato membro per finalità lavorative in seguito alla formazione, mentre alcuni lavoratori nel settore sanitario potrebbero recarsi in Irlanda e lavorare nel sistema di sanità pubblica senza permesso di lavoro, semplicemente un'offerta lavorativa.

88 Per una lista completa dei cittadini di paesi terzi che non necessitano di un permesso di lavoro, vedi nota 31 della relazione nazionale della Repubblica slovacca.

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dello Stato e tali ricercatori sono liberi di trovare un impiego una volta terminato il progetto di ricerca per cui hanno ottenuto il permesso di residenza e lavoro.

In Svezia, riguardo ai diritti dei familiari, coloro che accompagnano i migranti possono anche ottenere un permesso di lavoro, a prescindere dalla presenza di un'offerta di lavoro nel momento in cui lasciano il proprio paese di origine.

Per quanto riguarda il sistema a punti, il Regno Unito impone diverse condizioni a seconda della categoria dei lavoratori. Ad esempio, prima che la categoria fosse abolita nell'aprile 2011, i cittadini di paesi terzi che giungevano nel Regno Unito come lavoratori altamente qualificati di livello 1 potevano entrare nello Stato senza bisogno di un'offerta di lavoro. Mentre al livello 2 (lavoratori qualificati sponsorizzati con un'offerta di lavoro), i cittadini di paesi terzi devono avere un'offerta di lavoro ed essere sponsorizzati da un datore di lavoro autorizzato dalla UK Border Agency.

chi fornisce tali beni o procede all'assemblaggio secondo un contratto commerciale oppure svolge lavori sotto garanzia o di riparazione.88 Per una lista completa dei cittadini di paesi terzi che non necessitano di un permesso di lavoro, vedi nota 31 della relazione nazionale della Repubblica slovacca.

I cittadini provenienti dallo Spazio economico europeo (SEE) normalmente sono liberi di lavorare senza un permesso negli Stati membri dell'UE; tuttavia, alcuni Stati membri UE-15 attuano uno "schema tradizionale" secondo il quale lavoratori dei paesi cosiddetti "UE-8" (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia e Ungheria) e i recenti Stati membri UE-2 (Romania e Bulgaria) non hanno gli stessi diritti di libertà di movimento dei restanti Stati membri UE-25.89 In Belgio, solo i posti di lavoro in specifiche occupazioni in "punti di strozzatura" (vedi sezione 4.1.1.1 della presente relazione) possono essere attualmente colmati da lavoratori provenienti da Romania e Bulgaria. In Germania, è attualmente in vigore un periodo di transizione per l'UE-8 (fino ad aprile 2011) e per Bulgaria e Romania (fino a dicembre 2011, con possibilità di estensione fino al 2013). In Italia il periodo di transizione per i lavoratori provenienti da Romania e Bulgaria sarà valido fino alla fine del 2010, quando il governo deciderà se rimuovere o meno le restrizioni o estenderle per un altro anno. In ogni caso, dal 2007, le restrizioni sono state semplificate in diversi settori lavorativi. Nei Paesi Bassi, a causa della recente crisi finanziaria, il periodo di transizione è stato esteso fino a gennaio 2012.

In Austria, sebbene i lavoratori provenienti da Stati membri UE-890 e UE-2 siano soggetti al test del mercato del lavoro e debbano ottenere un permesso di lavoro, si continua a preferirli rispetto ai cittadini di paesi terzi e, dopo un anno di lavoro in Austria, viene loro concesso l'accesso al mercato del lavoro nazionale con una cosiddetta "conferma di libera mobilità". In Lussemburgo, il governo ha rimosso nel novembre 2007 tutte le restrizioni imposte ai lavoratori dell'UE-10, ad eccezione di Malta e Cipro che non condividevano tali restrizioni, mentre i lavoratori degli Stati membri UE-2 sono ancora sottoposti a restrizioni per ottenere un permesso di soggiorno/lavoro congiunto.

Sulla base delle risposte degli Stati membri alle questioni particolari REM sui lavoratori stagionali e trasferimenti intrasocietari, la tabella 1 e la tabella 2 sottostanti forniscono una

89 Austria e Germania attuano restrizioni per i cittadini dell'UE-8. Belgio, Austria, Francia, Germania, Italia,

Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Regno Unito attuano restrizioni per i cittadini provenienti da Bulgaria e Romania.

90 Fino al 30 aprile 2011.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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panoramica dei periodi di durata sia per i lavoratori stagionali che per i trasferimenti intrasocietari.91

91 Gli Stati membri elencati nella tabella sottostante rappresentano quanti hanno indicato i periodi di durata per i

lavoratori stagionali e i trasferimenti intrasocietari nelle loro risposte alle questioni particolari. Non rappresenta una lista esaustiva degli Stati membri che hanno risposto alla questione particolare.

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Tabella 1: Periodi di durata per i lavoratori stagionali negli Stati membri

Stato membro

Durata Commenti aggiuntivi

Austria In generale, massimo 6 mesi, il permesso può essere esteso per altri 6 mesi, tuttavia il permesso di lavoro può essere concesso per 12 mesi in un arco di 14 mesi; i permessi di lavoro per il raccolto sono limitati ad un massimo di 6 settimane e non possono essere estesi

Il numero di permessi di lavoro emessi per il lavoro stagionale è soggetto ai regolamenti delle quote.

Belgio < 10 giorni >10 e < 20 giorni >20 e < 30 giorni >30 e < 40 giorni >40 e < 50 giorni >50 e < 60 giorni >60 e < 65 giorni > 65 giorni

Lavoratori stagionali (non cittadini) nel 2008 (settori orticoltura e agricoltura): <10 giorni - 4 620 >10 e < 20 giorni - 2 227 >20 e < 30 giorni - 1 551 >30 e < 40 giorni - 1.063 >50 e < 60 giorni - 991 >60 e < 65 giorni - 1 834 > 65 giorni - 388

Estonia Fino a 6 mesi durante un periodo di un anno

Il lavoratore stagionale deve registrare la propria occupazione a breve termine, che consente ad un cittadino di un paese terzo con una base legale (ad esempio il visto) di lavorare senza un permesso di lavoro e di soggiorno.

Finlandia Massimo 3 mesi in un periodo di 6 mesi 40 giorni lavorativi in media

Lavoratori stagionali esenti dall'obbligo di permesso di soggiorno, ma soggetti all'obbligo di visto Nel 2007, il numero di forza lavoro straniera nelle fattorie finlandesi era pari a 14 496 unità, con una media di 40 giorni lavorativi a persona.

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Francia Massimo 3 mesi, massimo 6 mesi

Carta di soggiorno stagionale valida per 3 anni e rinnovabile. Lavoratori stagionali tenuti a mantenere la propria residenza abituale al di fuori della Francia.

Germania Massimo 6 mesi in un periodo di 12 mesi

Lavoratori stagionali (massimo 9 mesi per aiutanti in fiera)

Ungheria da 3 a 6 mesi in media Il permesso di lavoro stagionale può essere emesso per un anno al massimo

Irlanda92

Massimo 2 anni I permessi di lavoro sono emessi per periodi tra i 90 giorni e i 2 anni. Molti permessi di lavoro emessi per la durata minima sono per cittadini dell'Ucraina impiegati nel settore agricolo.

Italia Da 20 giorni a 9 mesi L'ingresso è soggetto a quote. Il datore di lavoro può anche richiedere un permesso di lavoro stagionale valido per un massimo di 3 anni

Lussemburgo 1) Massimo 3 mesi per anno solare oppure 2) Massimo 10 mesi su 12 mesi consecutivi

1) Non è necessario un permesso di lavoro/soggiorno congiunto, né la registrazione presso gli enti locali, né la registrazione alla sicurezza sociale per i cittadini di paesi terzi che lavorano meno di tre mesi per anno solare in specifiche occupazioni professionali (come elencate nell'articolo 35). 2) I cittadini di paesi terzi possono firmare un contratto per un "lavoro di natura stagionale" per più di tre mesi se richiedono un permesso di lavoro/soggiorno congiunto. In tali casi, i cittadini di paesi terzi devono rivolgersi agli enti locali e all'agenzia per la sicurezza sociale. Sono emessi pochissimi permessi; gran parte dei quali nel settore dell'intrattenimento del 2010.

92 L'Irlanda non attua uno schema per lavoratori stagionali. I dati forniti sono relativi ai permessi emessi per una

durata inferiore ad un anno nel settore agricolo.

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Stato membro

Durata Commenti aggiuntivi

Polonia Massimo 6 mesi in un periodo di 12 mesi consecutivi

I cittadini di paesi confinanti e paesi partner hanno il diritto di lavorare per tale periodo senza un permesso di lavoro (solo per cittadini provenienti da Bielorussia, Ucraina, Russia, Moldova e Georgia)

Repubblica slovacca

Massimo 180 giorni per anno solare

Permesso di soggiorno temporaneo concesso dall'Unità di polizia. Il permesso per l'occupazione stagionale è una sottocategoria del permesso di soggiorno temporaneo per finalità occupazionali.

Svezia 3 mesi

Spagna Massimo 9 mesi in un anno

Nel caso di cittadini bulgari e rumeni nel 2008, la durata del soggiorno era compresa tra 1,5 e 2 mesi

Regno Unito

6 mesi massimo Sistema basato su quote per cittadini bulgari e rumeni. Nel 2009, la quota era pari a 1 250 posti

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Tabella 2: Durata del soggiorno per trasferimenti intrasocietari

Stato membro

Durata Commenti aggiuntivi

Estonia Massimo 2 anni -

Francia 3-9 mesi in media Eccezione nel caso di cittadini bulgari e rumeni nel 2008, la cui lunghezza del soggiorno era compresa tra 1, 5 e 2 mesi

Germania Massimo 3 anni -

Irlanda Da <1 anno a 2 anni e può essere esteso per 5 anni in totale

In Irlanda, la durata del soggiorno per i trasferimenti intrasocietari dipende dalla ragione del trasferimento. I dati indicano che essa può variare da meno di due anni per il settore edile a meno di un anno per il settore informatico.

Lussemburgo Massimo 1 anno rinnovabile

Per soggiorni superiori ai tre mesi, un cittadino di un paese terzo con un contratto a tempo indeterminato può essere trasferito in Lussemburgo nella stessa azienda per un massimo di un anno, rinnovabile alle stesse condizioni.

Polonia Più di 30 giorni Permesso di lavoro per cittadini di paesi terzi che lavorano per un datore di lavoro straniero e trasferiti in Polonia.

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Repubblica slovacca

< 3 mesi a più di un anno Dei 590 trasferimenti intrasocietari nel 2008, 102 cittadini di paesi terzi sono rimasti per meno di 3 mesi, mentre 225 sono rimasti per un lungo soggiorno superiore ai 12 mesi.

Spagna Un anno massimo Possibilità di estensione per un altro anno

3.4.6. Altri aspetti del processo di migrazione regolamentati dalla legislazione

In gran parte degli Stati membri, il ricongiungimento familiare è al contempo regolamentato dalla legislazione sopra descritta. Anche se la direttiva 2003/86/CE ha l'obiettivo di stabilire le condizioni per l'esercizio del diritto di ricongiungimento familiare da parte di cittadini di paesi terzi che risiedono legalmente nel territorio di uno Stato membro, esiste una serie di clausole di eccezione, come l'articolo 4 paragrafo 2 che consente agli Stati membri di estendere l'applicazione della direttiva ad altri familiari tra cui "ascendenti diretti di primo grado" e "figli adulti non coniugati". Le numerose clausole di eccezione alla direttiva consentono agli Stati membri di affrontare una serie di ulteriori aspetti del ricongiungimento familiare nella propria legislazione nazionale. In alcuni Stati membri (Italia, Lettonia, Repubblica ceca, Slovenia) essa si limita a stabilire se e in quali circostanze i familiari di migranti economici possono ricongiungersi, ma in altri Stati membri (Belgio, Estonia, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica slovacca, Spagna, Svezia, Ungheria) essa stabilisce allo stesso tempo se questi familiari possano lavorare o meno. In Italia, il numero di migranti che può convertire il proprio permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare in un altro tipo di permesso non è soggetto ad una quota. In Irlanda, il ricongiungimento familiare per cittadini di paesi terzi (diverso dai rifugiati riconosciuti) esiste solo sotto forma di schema amministrativo. In Estonia, Lituania, Slovenia, Svezia e Ungheria, i familiari possono lavorare senza bisogno di un permesso di lavoro. In Belgio, i familiari possono ottenere un permesso di lavoro temporaneo senza un periodo di prova sul mercato del lavoro. In Francia, alcuni permessi semplificano l'accesso al mercato del lavoro del coniuge/familiare a carico, e nei Paesi Bassi, i familiari possono lavorare purché anche il loro coniuge/genitore possa lavorare. In Lussemburgo, la Legge sull'immigrazione stabilisce che ai familiari è concesso lavorare occasionalmente per poter fornire una fonte di reddito aggiuntiva secondo il proprio status di ricongiungimento familiare. Se questi cittadini di paesi terzi desiderano lavorare a tempo pieno, devono ottenere un permesso di lavoro distinto che è vincolato dal test del mercato del lavoro. Nella pratica amministrativa, il test del mercato del lavoro è effettuato solo il primo anno dopo l'arrivo.

Bulgaria, Francia, Germania, Lituania, Portogallo, Spagna e Slovenia hanno regolamentato nella propria legislazione alcuni aspetti relativi al rientro dei migranti economici. In Francia, la legislazione tratta il rientro di determinati migranti, in particolare per incoraggiare una migrazione circolare ed evitare la fuga di cervelli. Ad esempio, con il permesso "competenze e talenti", i detentori di tale permesso devono impegnarsi a ritornare nel proprio paese di origine dopo sei anni (vedi sezione 8.3 per ulteriori dettagli). I detentori di un permesso per giovani professionisti devono anch'essi rientrare nel proprio

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paese d'origine al termine del periodo lavorativo concesso. In Germania, da un lato, i lavoratori altamente qualificati sono incoraggiati a rimanere; sebbene, dall'altro lato, il "Programma di rientro degli esperti" (vedi sezione 3.1.2) sostenga nello specifico il rientro di laureati universitari di paesi terzi provenienti da paesi in via di sviluppo, emergenti e in transizione, che hanno completato la propria formazione in Germania nell'ambito del programma. Nella Repubblica ceca, non esistono strumenti legali che regolamentano il rientro dei lavoratori migranti, ma il governo ha recentemente elaborato un progetto temporaneo per facilitare il rientro dei lavoratori migranti che hanno perso il proprio lavoro a causa della crisi economica. Infine, in Slovenia, secondo la Legge sugli stranieri (1999) il diritto di residenza di un migrante economico è vincolato al suo lavoro; in caso di perdita del posto di lavoro, si è obbligati a lasciare il paese entro 3 mesi. Valgono le stesse condizioni in Bulgaria e Lituania, dove un lavoratore deve ritornare nel proprio paese di origine alla scadenza di un permesso di due anni (Lituania) oppure di un permesso di lavoro di un anno rinnovabile (Bulgaria).93 Inoltre, alla scadenza del contratto di impiego, il cittadino di un paese terzo perde il proprio permesso di lavoro/soggiorno ed è tenuto, pertanto, a lasciare il paese. In Portogallo, a causa della crisi, un crescente numero di migranti ricorre al sostegno disponibile tramite il Programma di rientro volontario. In Spagna, si impongono specifici obblighi di rientro ai lavoratori stagionali, che devono ritornare al proprio paese di origine alla fine del periodo per il quale sono stati assunti. Questi individui devono dimostrare di essere rimpatriati presentandosi davanti a un'autorità diplomatica o consolare. Inoltre, si garantisce un trattamento preferenziale per la partecipazione a processi di reclutamento successivi.

3.5. Programmi, iniziative e misure pratiche per ricorrere alla migrazione al fine di soddisfare la domanda di lavoro

Le misure adottate da una serie di Stati membri (Austria, Belgio, Estonia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca) comprendono programmi rivolti a categorie specifiche di lavoratori di paesi terzi. Ad esempio, l'imposizione di limiti e modifiche al sistema a punti allo scopo di concedere la priorità ad alcune occupazioni nel Regno Unito. I vari programmi, iniziative e misure pratiche cercano di sfruttare al meglio la migrazione per colmare le lacune dei mercati del lavoro nazionali. Mentre in alcuni casi questi programmi e iniziative sono stati elaborati per attuare politiche e, in definitiva, la strategia o programma nazionale sul ruolo della migrazione nella risposta alla domanda di lavoro, in altri casi non sono inseriti nel contesto di una politica o strategia nazionale per favorire la migrazione di cittadini di paesi terzi, bensì piuttosto per rispondere a una necessità emergente.

Per quanto riguarda i gruppi a cui tali programmi e iniziative sono destinati, la maggioranza degli Stati membri mira nello specifico ad attirare lavoratori altamente qualificati. Ad esempio, il programma dell'Austria Schlüsselkraftverfahren attua una politica per utilizzare la migrazione solo per ricoprire le competenze chiave richieste, facilitando l'ingresso di lavoratori in possesso di tali competenze sul mercato del lavoro nazionale. La Repubblica ceca, che dal 2003 persegue una politica di migrazione economica che offre priorità all'ingresso di lavoratori altamente qualificati, ha avviato nel 2003 il progetto pilota Selezione di lavoratori stranieri qualificati. Al momento del suo completamento nel 2008, è stato trasformato in un programma permanente.94

93 In Bulgaria, un permesso di lavoro è concesso per un anno, con la possibilità di estenderlo fino a 3 anni per il

personale operativo e più di 3 anni per il personale direttivo. 94 Questo programma è stato messo da parte alla fine del 2010 a causa delle misure economiche del nuovo

governo.

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In Finlandia, la Strategia per l'internazionalizzazione degli istituti finlandesi per l'istruzione superiore del ministero dell'Istruzione (2009-2015) promuove l'istruzione degli immigrati già residenti nel paese e include delle considerazioni sulla migrazione di forza lavoro. In linea con tale strategia, il progetto HYVÄ del ministero per l'Occupazione e l'economia mira a reclutare lavoratori migranti qualificati per il settore sanitario. In Germania, il programma di azione intitolato Contributo per garantire una base di forza lavoro qualificata in Germania attraverso l'immigrazione di forza lavoro è stato creato al fine di incoraggiare la migrazione di lavoratori altamente qualificati nello Stato membro. Nei Paesi Bassi, sono stati introdotti tre schemi al fine di conferire ai Paesi Bassi "maggiore attrattiva come paese di insediamento per migranti con un elevato livello di istruzione."95 Lo Schema per i migranti altamente qualificati (2004) e lo Schema per i migranti con un elevato livello di istruzione (2008) hanno consentito alle aziende di assumere lavoratori stranieri con competenze e qualifiche specifiche in maniera rapida e semplificata. Inoltre, lo Schema per i lavoratori autonomi (2006) permetteva ai migranti altamente qualificati che desideravano avviare la propria attività di farlo più agevolmente. Gli ultimi due programmi sopraccitati sono stati introdotti "in preparazione" alla Politica di migrazione moderna che regola l'ingresso dei lavoratori migranti per soddisfare la domanda di lavoro in un prossimo futuro. Dal 2008, il governo dell'Austria discute la possibilità di introdurre un modello più generico, basato sul modello a punti del Regno Unito, volto ad attirare lavoratori altamente qualificati.

In Estonia, invece, il Programma per aumentare l'offerta di forza lavoro qualificata (2007-2013), che è stato sviluppato per sopperire alle carenze del mercato del lavoro, preferisce incoraggiare i propri cittadini ad accedere al mercato del lavoro e il rientro degli estoni emigrati piuttosto che i cittadini di paesi terzi. La Lituania non dispone di particolari programmi per attirare lavoratori di paesi terzi. Al contrario, si preferisce attirare i cittadini emigrati. Nel 2009, il governo ha sostenuto l'organizzazione di due fiere del lavoro nel Regno Unito e in Irlanda, al fine di invogliare al rientro gli emigrati lituani. Il governo ha inoltre adottato un "Programma per attirare e far rientrare i cervelli" a novembre 2008, che mirava ad attirare e far rientrare i lituani altamente qualificati e i cittadini di paesi terzi a svolgere ricerche e aumentare la competitività della Lituania.

In Italia, si richiede al presidente del consiglio tramite il Testo unico96 di sviluppare un "programma a lungo termine sulla politica dell'immigrazione e degli stranieri sul territorio dello Stato" che definisca le politiche sull'immigrazione. Questo avviene in consultazione con i ministeri coinvolti, il consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL),97 la conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le province e le province autonome di Trento e Bolzano, la conferenza Stato-città e autonomie locali, le ONG coinvolte nell'assistenza e integrazione degli immigrati, le organizzazioni comunali e i datori di lavoro rappresentati a livello nazionale. Sulla base di tale programma, il presidente del consiglio stabilisce le quote per il numero massimo di lavoratori di paesi terzi che può essere ammesso annualmente, il quale viene ufficialmente comunicato nel Decreto flussi.

Secondo il Regno Unito, la flessibilità del sistema a punti è stata dimostrata attraverso la risposta alle nuove priorità del governo. Il nuovo governo ha stabilito un obiettivo di riduzione progressiva dell'immigrazione netta annuale da raggiungere entro il 2015. Questo ha portato all'introduzione di misure temporanee, tra cui l'aumento a £ 40.000 del salario

95 Lo Schema per i migranti con un elevato livello di istruzione è ancora un progetto pilota nei Paesi Bassi nel

2011. 96 "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello

straniero" (Decreto n.286, 25 luglio 1998; tenendo in considerazione gli emendamenti della legge n.189, 30 luglio 2002).

97 Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo: http://www.cnel.it/.

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minimo per i trasferimenti intrasocietari del livello 2 superiori a 12 mesi, la restrizione del livello 1 a imprenditori, investitori e soggetti di "eccezionale talento".

4. ATTUAZIONE DELLA LEGISLAZIONE E POLITICA SULLA MIGRAZIONE ECONOMICA

Gli Stati membri attuano una serie di meccanismi per coadiuvare l'attuazione della politica e legislazione sulla migrazione economica. Questa sezione contiene informazioni sui metodi utilizzati per individuare e gestire le domande di forza lavoro (sezione 4.1), sui meccanismi di abbinamento di domanda e offerta (sezione 4.2), meccanismi per la valutazione delle competenze e riconoscimento delle qualifiche (sezione 4.3) e, infine, meccanismi per la prevenzione della "fuga di cervelli" e "spreco di cervelli" (sezione 4.4). 4.1. Approcci e strumenti per l'individuazione e gestione delle

domande di forza lavoro

Le differenti visioni e politiche nazionali degli Stati membri riguardo il ruolo della migrazione nel soddisfare la domanda di lavoro (sezione 3.1) forniscono agli Stati membri una scelta di approcci per individuare le domande di forza lavoro a livello nazionale, regionale e/o locale. Anche il tipo di meccanismo utilizzato dipende dal quadro legislativo, che determina procedure e condizioni di ingresso e ammissione (vedi sezione 3.4.3).

Dopo la presentazione delle tre tipologie di approccio più ampie (ossia liste occupazionali, analisi delle esigenze dei datori di lavoro e imposizione di quote/limiti) utilizzate per identificare e gestire le domande di forza lavoro e una panoramica degli Stati membri che ricorrono a (una combinazione di) tali tecniche (sezione 4.1.1), si presentano i diversi attori responsabili dell'organizzazione e attuazione pratica, quali le istituzioni (governative) (sezione 4.1.2) e le organizzazioni settoriali e occupazionali (ad esempio servizi dei datori di lavoro) (sezione 4.1.3). La sezione termina con una panoramica degli "strumenti" specifici (ad esempio consultazioni, previsioni) a cui ricorre ciascun approccio per identificare e gestire le domande di forza lavoro (sezione 4.1.4).

4.1.1. Approcci per identificare e gestire le domande di forza lavoro

Tutti gli Stati membri ricorrono ad approcci specifici per identificare e gestire le domande di forza lavoro, e alcuni di essi li utilizzano in maniera combinata. Questi comprendono la stesura di liste occupazionali (sezione 4.1.1.1), l'analisi delle esigenze dei datori di lavoro di caso in caso (sezione 4.1.1.2) e l'imposizione di quote/limiti (sezione 4.1.1.3). Sia la creazione di liste occupazionali, sia la valutazione più diretta di caso in caso delle esigenze dei datori di lavoro possono essere considerate forme di analisi della situazione del mercato del lavoro. Alcuni di questi metodi dispongono di strumenti specifici, descritti nella sezione 4.1.4 sottostante. La tabella 3 traccia una panoramica degli approcci utilizzati dagli Stati membri per identificare e gestire la domanda di lavoro.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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Tabella 3: Approcci utilizzati dagli Stati membri per individuare e gestire la domanda di lavoro

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Liste occupazionali

(sezione 4.1.1.1)

x x x x x x x x x x x

Analisi delle esigenze dei datori di lavoro

(sezione 4.1.1.2)

x x x x x x x x x x x x x x x x

Imposizione di quote/limiti

(sezione 4.1.1.3)

x x x x x x x x

4.1.1.1. Stesura di liste occupazionali

Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Spagna redigono delle liste occupazionali caratterizzare da carenza di forza lavoro/competenze. Tuttavia, base, contenuto e formato di tali liste variano nei diversi Stati membri.

In Belgio, le liste di carenze di forza lavoro sono utilizzate solo per concedere permessi di lavoro in modo flessibile ai cittadini dei nuovi Stati membri dell'UE (solo rumeni e bulgari da maggio 2009). Ogni regione redige la lista, aggiornata annualmente, per finalità di migrazione di forza lavoro a partire dalle proprie occupazioni "in punti di strozzatura" (ad esempio segreteria, commessi), indipendentemente dei settori (ad esempio settore sanitario) di cui fanno parte.99 Alcune occupazioni sono state omesse dalle liste dei punti di strozzatura nella migrazione di forza lavoro, come l'occupazione di addetto alle pulizie, in quanto si ritiene che un lavoro così poco qualificato dovrebbe essere svolto attingendo dall'ampia riserva di forza lavoro nazionale o regionale esistente.

98 La richiesta di specifica forza lavoro qualificata è risolta in maniera mirata dagli stessi datori di lavoro piuttosto

che in maniera sistematica. 99 In Belgio, esiste una distinzione tra identificazione della domanda di lavoro e delle carenze di forza lavoro, con

meccanismi per individuarne la coesistenza. Si conduce un test del mercato del lavoro per individuare la domanda di lavoro. Tuttavia, in questo caso se si tratti di una professione in un punto di strozzatura o meno non è rilevante. Questa procedura è attuata solo in una minoranza di casi, in quanto gran parte dei lavoratori migranti arrivano per occupazioni che sono nell’elenco delle eccezioni al test del mercato del lavoro. Per ulteriori informazioni, consultare la relazione nazionale del Belgio.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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In Finlandia, si utilizza un "barometro occupazionale" che fornisce una visuale delle occupazioni che richiedono forza lavoro, fornendo le prospettive di sviluppo delle occupazioni chiave, ivi incluse le tendenze dell'offerta di lavoro.

In Francia, si redige una lista di occupazioni in cui si registrano carenze di forza lavoro attraverso la coordinazione tra i diversi ministeri. Le occupazioni che registrano una carenza di candidati usufruiscono di misure speciali.100 È stata compilata una lista per i lavoratori dei paesi terzi che riunisce le occupazioni che richiedono qualifiche in diversi settori, dall'edilizia e industria ai posti esecutivi nell'amministrazione aziendale, al settore bancario e assicurativo. Questa lista è stata estesa a 150 occupazioni per i cittadini di Romania e Bulgaria.

In Germania, le associazioni dei datori di lavoro e gli istituti di ricerca economica analizzano la situazione del mercato del lavoro. Ad esempio, l'Istituto di Colonia per la ricerca economica ha esaminato la richiesta di specialisti nei settori di matematica, informatica, scienze naturali e tecnologia. L'Istituto per la ricerca sull'impiego (IAB) di Norimberga conduce un'analisi più completa dei posti di lavoro vacanti e delle carenze di forza lavoro. Tali analisi regolari, tuttavia, non si ripercuotono direttamente sulla regolamentazione relativa all'accesso dei lavoratori stranieri sul mercato del lavoro. L'approccio generale relativo all'ammissione di cittadini di paesi terzi in Germania per finalità occupazionali si fonda sulla domanda, ovvero i lavoratori stranieri possono essere ammessi tramite l'approvazione dell'Agenzia federale per l'impiego.101

La Lituania ha introdotto una lista analoga delle occupazioni che registrano carenze nel 2007, che viene aggiornata ogni sei mesi. I cittadini di paesi terzi con qualifiche professionali che sono sulla lista possono arrivare in Lituania immediatamente dopo aver ricevuto il permesso di lavoro con un visto nazionale "D" e ricevono il permesso di soggiorno al loro arrivo. Lo strumento principale utilizzato per identificare le carenze di forza lavoro è un'analisi dell'offerta e domanda di lavoro registrate. La lista è redatta sulla base di tre criteri: (i) elevata richiesta di forza lavoro; (ii) difficoltà a colmare i posti vacanti; e (iii) analisi delle professioni dei cittadini di paesi terzi con un impiego in Lituania.

In Polonia, si monitorano le occupazioni che presentano carenze. Il monitoraggio, a livello locale e regionale, porta alla creazione di liste di professioni e tipologie di lavoro che richiedono forza lavoro e sono pertanto esenti da determinate condizioni relative ai permessi di lavoro. La Spagna ha pubblicato un "Catalogo di occupazioni che presentano carenze" su base trimestrale che elenca le occupazioni non colmate dalla forza lavoro nazionale, suddivise per settore, sottosettore e provincia.

Esiste una variante delle liste sulle carenze in Irlanda, dove si pubblica un lista delle occupazioni che hanno diritto a carte verdi con remunerazione media, mentre altre occupazioni non rientrano nella fascia salariale intermedia. L'Irlanda pubblica e revisiona anche una serie di occupazioni per le quali non si emetteranno nuovi (meno retribuiti) permessi di lavoro nello Stato membro. Nel 2010, la lista comprendeva operai, lavoratori nel settore di assistenza all'infanzia e lavoratori nel settore turistico e alberghiero.

Nel Regno Unito, il MAC consiglia di inserire le occupazioni e le qualifiche nella lista di occupazioni con carenze tenendo in considerazione la rimozione degli ostacoli per il reclutamento nazionale, nonché il miglioramento dei regimi di formazione nazionali. Al fine

100 Per le professioni che registrano una carenza di candidati, la situazione occupazionale non è applicabile. 101 Si basa sull'analisi di un'indagine sui posti di lavoro vacanti a livello nazionale condotta dall'Istituto per la

ricerca sull'impiego.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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di redigere la lista, il MAC ricorre a un approccio in tre fasi valutando se (i) le singole occupazioni e lavori sono sufficientemente qualificati da essere inclusi nella lista delle carenze occupazionali; (ii) esiste una carenza di forza lavoro in ogni occupazione o lavoro qualificato; e (iii) è opportuno utilizzare la forza lavoro immigrata dall'esterno del SEE per colmare tali carenze. Le occupazioni e qualifiche possono essere inseriti nella lista di carenze occupazionali e tale lista è sottoposta a revisioni parziali ogni sei mesi e ad una revisione completa ogni due anni. Poiché non esiste una definizione o misura universale di "competenza", "carenza" o "opportuno", il MAC ha sviluppato una serie di indicatori che attingono ai dati nazionali per redigere una lista su misura con i dati di tipo ascendente provenienti dai partner aziendali. Tali indicatori comprendono segnali di prezzo e salario, insieme alle tendenze occupazionali, livelli di qualifica nell'ambito delle occupazioni e posti di lavoro vacanti.

4.1.1.2. Analisi delle esigenze dei datori di lavoro

Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Germania, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria chiedono ai datori di lavoro di analizzare direttamente le proprie esigenze di forza lavoro, che possono tradursi nell'assunzione di lavoratori migranti.

L'agenzia dell'impiego e le organizzazioni di datori di lavoro in Bulgaria effettuano analisi sulle loro necessità di manodopera che rispecchiano i settori economici in cui esiste un'offerta di posti di lavoro per i cittadini di paesi terzi. In Estonia, dopo aver pubblicato un annuncio di lavoro, il datore di lavoro è generalmente obbligato a richiedere un permesso presso il Fondo di assicurazione sulla disoccupazione per colmare tale posizione con un cittadino di un paese terzo. Il relativo permesso è concesso se il datore di lavoro non riesce a reperire un candidato adeguato tra i residenti in Estonia e occupare tale posizione con un cittadino di un paese terzo è giustificato, tenuto conto della situazione del mercato del lavoro. L'Ungheria identifica e gestisce le esigenze del mercato del lavoro obbligando il datore di lavoro a presentare la propria richiesta di forza lavoro presso il centro competente almeno 30 giorni prima di presentare una richiesta per un permesso di lavoro generico, e 15 giorni prima di fornire un permesso di lavoro stagionale.

In Irlanda, il test del mercato del lavoro, condotto dal datore di lavoro, è stato reso più restrittivo nel 2009 in risposta all'aumento della disoccupazione; ne consegue che il periodo in cui l'annuncio di un posto di lavoro vacante deve essere pubblicato a livello nazionale è stato esteso da quattro a otto settimane. La politica di immigrazione della forza lavoro in Lituania si basa sul principio di fronteggiare una domanda che non può essere soddisfatta dalla forza lavoro nazionale e del datore di lavoro, il quale avvia un processo di reclutamento dei lavoratori stranieri. Secondo le attuali procedure, il datore di lavoro deve registrare un posto di lavoro vacante presso l'ufficio territoriale di Scambio di forza lavoro lituano. Qualora nessun lavoratore lituano o UE qualificato e intenzionato ad accettare il lavoro si presenti entro un mese, il datore di lavoro può presentare domanda presso lo Scambio di forza lavoro regionale, per assumere un cittadino di un paese terzo. In Lussemburgo, si concedono permessi di soggiorno/lavoro dopo che l'Agenzia per l'impiego ha condotto un test del mercato del lavoro per garantire il rispetto del principio di preferenza dei cittadini dell'Unione. Si conduce anche un'analisi caso per caso per le categorie di migranti economici, quali i migranti altamente qualificati e i ricercatori. La proposta di riforma dell'Agenzia per l'impiego del Lussemburgo consigliava di condurre un test del mercato del lavoro prima che un cittadino di un paese terzo potesse presentare domanda per un posto di lavoro vacante. Nei Paesi Bassi, al fine di ottenere un permesso di lavoro per un cittadino di un paese terzo, il datore di lavoro deve dimostrare di non

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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essere riuscito a colmare il posto vacante con un cittadino UE, ad eccezione delle persone che entrano nel paese tramite lo schema per i migranti altamente qualificati. In Slovenia, prima di poter assumere un cittadino di un paese terzo, il datore di lavoro deve dichiarare il posto di lavoro vacante e specificare le condizioni che il candidato deve soddisfare. In seguito, il servizio per l'impiego dispone di otto giorni lavorativi, dopo la dichiarazione, per condurre un test del mercato del lavoro, per indagare e dichiarare che le condizioni del posto di lavoro vacante sono soddisfatte da un lavoratore nazionale. Se sono disponibili lavoratori nazionali, la domanda del cittadino di un paese terzo sarà respinta. Se non sono presenti candidati adeguati, il cittadino del paese terzo ha 30 giorni a partire dalla notifica per richiedere un permesso di lavoro. Nella Repubblica slovacca, la richiesta di specifica forza lavoro qualificata è risolta in maniera mirata dagli stessi datori di lavoro piuttosto che in maniera sistematica.

In Spagna, i datori di lavoro possono assumere i lavoratori migranti di paesi terzi per lavori presenti nel catalogo trimestrale di occupazioni che presentano carenze. Se un datore di lavoro desidera assumere un lavoratore migrante per un lavoro che non è presente sul catalogo, deve comunicarlo al servizio per l'impiego provinciale che pubblicherà l'offerta di lavoro per 15 giorni, al termine dei quali il lavoratore migrante potrà essere assunto, a condizione che non si sia presentato nessun candidato nazionale o cittadino di paese terzo già residente nel paese. In Svezia, la valutazione delle esigenze è sempre condotta dal datore di lavoro stesso, in quanto egli determina l'esigenza di forza lavoro nonché il luogo a livello mondiale in cui desidera reclutare personale.102

Anche se nel Regno Unito non esiste una vera e propria forma di analisi delle esigenze del datore di lavoro, i datori di lavoro svolgono un ruolo fondamentale nell'impiego del livello 2 (lavoratori qualificati sponsorizzati con un'offerta di lavoro), in quanto i cittadini di paesi terzi devono essere sponsorizzati da un datore di lavoro autorizzato dalla UK Border Agency. Nell'ambito del livello 2 si applica un triplice approccio che obbliga il datore di lavoro a condurre un test del mercato del lavoro nazionale per determinare che non sia disponibile un lavoratore SEE qualificato se l'occupazione non è inserita nella lista di occupazioni con carenze.

Oltre all'analisi delle esigenze dei datori di lavoro, si forniscono informazioni su una serie di Stati membri (Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Italia, Irlanda, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia e Slovenia.) tramite l'analisi condotta dalle associazioni dei datori di lavoro, istituti di ricerca e altri portatori di interesse. In Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Malta, Polonia, Repubblica ceca e Spagna si conduce un'analisi dell'offerta in eccesso registrata e della domanda di lavoro (posti di lavoro vacanti, disoccupazione). Ad esempio, in Germania, dal 1989 viene condotta un'indagine sull'"offerta di lavoro nazionale complessiva" per misurare lo sviluppo della domanda di lavoro al fine di esaminare le cause e la portata delle carenze di forza lavoro e di utilizzare tali informazioni come base per offrire consulenza alle aziende e ai politici su come sopperire alle carenze.

4.1.1.3. Imposizione di quote/limiti

Austria, Estonia, Italia, Portogallo, Regno Unito, Slovenia e Ungheria hanno stabilito delle quote/limiti per l'ingresso di cittadini di paesi terzi per finalità occupazionale al momento della richiesta di un permesso. Tali quote/limiti sono stabiliti tramite consultazioni con i portatori di interesse pertinenti, indagini, previsioni e/o altri strumenti (come descritto in dettaglio nella sezione 4.1.4).

102 Non si basa su un'analisi delle esigenze del mercato del lavoro.

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In Austria, il numero totale di permessi di lavoro è limitato, nella misura in cui il totale di cittadini di paesi terzi occupati e disoccupati non superi l'8% dell'offerta di lavoro totale. Una quota di immigrazione massima dello 0,1% della popolazione residente in Estonia è applicabile ad alcune categorie di cittadini di paesi terzi e tale quota è principalmente distribuita tra coloro che richiedono un permesso di soggiorno accettando un impiego. Dal 2008-2010, il governo ha stabilito annualmente la quota dello 0,075% della popolazione residente in Estonia. Il ministero per il Lavoro e gli affari sociali in Ungheria ha il compito di stabilire il numero di permessi di lavoro da concedere a cittadini di paesi terzi. Tale quota non può superare la richiesta di lavoratori registrata durante l'anno precedente.103 In Italia, si preparano istruzioni sulla base dei tassi di occupazione e disoccupazione a livello nazionale e regionale. Le valutazioni sono condotte dalle organizzazioni regionali e locali e dalle associazioni di imprenditori, che costituiscono la base per elaborare circolari da parte del presidente del Consiglio, le quali dividono la quota totale di ingressi per lavoro tra le direzioni regionali e le province autonome. In Slovenia, l'imposizione di quote è il principale strumento per limitare il numero di cittadini di paesi terzi sul mercato del lavoro. La quota è proposta dal ministero del Lavoro ed è stabilita annualmente prendendo in considerazione le fluttuazioni e condizioni del mercato del lavoro. La quota non può mai superare il 5% della popolazione attiva del paese, su base annuale.

Dal 2010, il Regno Unito ha imposto un limite al numero di cittadini di paesi terzi che entrano nel paese tramite il sistema a punti con un limite annuale introdotto ad aprile 2011 di 21 700 per coloro che giungono nel Regno Unito come lavoratori qualificati e altamente qualificati. Il limite comprende 20 700 posti di livello 2, e 1 000 posti del nuovo livello 1 "talenti eccezionali".

4.1.2. Organismi istituzionali responsabili dell'individuazione e gestione delle domande di forza lavoro

In Austria, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia,104 Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Slovenia, Spagna e Ungheria l'identificazione e gestione della domanda di lavoro rientrano tra i compiti di una o più istituzioni e organismi governativi, nello specifico:

Ministero del Lavoro/ministero del Lavoro, affari sociali e protezione dei consumatori/ministero del Lavoro e affari/politiche sociali - in Austria, Bulgaria,105 Francia, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia,106 Portogallo, Repubblica ceca, Ungheria;

Ministero dell'Immigrazione - in Francia;

Ministero per il Lavoro e l'immigrazione e il Servizio per l'impiego a livello regionale: Spagna;

Ministero per gli affari economici e le comunicazioni/ministero per l'Occupazione e l'economia/ministero dell'Economia - in Estonia, Finlandia e Lettonia;

103 Tale quota supera il numero di cittadini di paesi terzi che hanno lavorato legalmente in Ungheria negli anni

stabiliti. Secondo i dati disponibili nel 2009, il numero di permessi di lavoro emessi ha appena raggiunto il 30% della quota.

104 In Lettonia, il ministero dell'Economia è responsabile per le previsioni a lungo termine, mentre il ministero del Welfare e l'Agenzia statale per l'impiego sono responsabili delle previsioni relative alla domanda di lavoro a breve e medio termine.

105 In Bulgaria, il Consiglio nazionale per la migrazione di forza lavoro è presieduto dal ministro per il Lavoro e gli affari sociali. Il vice-ministro per la migrazione e il direttore del direttorato per la migrazione fanno anch'essi parte del consiglio direttivo.

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Ministero del Welfare – Lettonia;

Agenzia statale/federale per l'impiego o Servizio per l'impiego - Francia, Germania, Lettonia, Lituania e Slovenia;

Dipartimento per l'impresa, il commercio e l'innovazione/dipartimento per l'istruzione e le competenze - Irlanda

In Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Slovenia, Spagna i metodi per identificare e gestire le esigenze di forza lavoro sono organizzati a livello regionale e, di conseguenza, richiedono il coinvolgimento degli enti regionali (ad esempio, l'analisi della situazione del mercato del lavoro regionale, imposizione di quote a livello regionale). Le matrici dell'occupazione industriale in Austria, ad esempio, possono fornire previsioni specifiche per determinate province federali. In Francia, la lista delle occupazioni con carenze redatta a livello regionale contribuisce a localizzare la domanda di lavoro a seconda delle regioni.

4.1.3. Partecipazione dei datori di lavoro e organizzazioni occupazionali nell'identificazione e gestione delle carenze di forza lavoro

Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Slovenia e Spagna attribuiscono particolare importanza alla cooperazione con organizzazioni relative all'occupazione, tra cui le organizzazioni dei datori di lavoro e i sindacati, per identificare le carenze di forza lavoro e soddisfare la domanda di lavoro. Nella Repubblica ceca, un progetto gestito dal governo nel 2009 dal titolo "Sviluppo dei servizi e cooperazione con i datori di lavoro nelle condizioni mutevoli del mercato del lavoro", mirava a gestire la cooperazione tra i servizi per l'impiego e i datori di lavoro nella creazione di offerte di lavoro per le parti interessate e i candidati all'impiego che riflettessero i cambiamenti del mercato del lavoro. In base alle necessità e alle opportunità presenti in Lettonia, i datori di lavoro, le associazioni dell'industria e altri esperti possono essere coinvolti nell'elaborazione di previsioni a breve termine. In Polonia106, il comitato regionale per l'impiego (situato in ogni voivodato) comprende i rappresentanti dei diversi gruppi sociali, tra cui datori di lavoro, sindacati, ONG e centri scientifici. Tali gruppi forniscono informazioni che contribuiscono all'analisi del mercato del lavoro e al monitoraggio delle professioni con eccedenze o carenze. In Portogallo, si ricorre a un approccio qualitativo che consiste nel raccogliere informazioni tramite interviste semi-dirette dalle aziende in settori chiave di attività e dai datori di lavoro.

Belgio, Francia, Irlanda e Lituania cooperano attivamente con diverse organizzazioni al fine di identificare la domanda di competenze e forza lavoro. La lista dei punti di strozzatura occupazionali in Belgio coinvolge le parti sociali (organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro) e gruppi tecnici di specialisti del mercato del lavoro.107 In Francia, le organizzazioni dei datori di lavoro aiutano i ministeri pertinenti a stilare una lista delle occupazioni con carenze. In Irlanda, il Gruppo di esperti sulle esigenze future comprende una serie di rappresentanti tra cui gruppi di datori di lavoro e aziende, sindacati ed enti formativi. Nel decidere sulle occupazioni da inserire nelle liste dei non ammissibili/sottoposti a restrizioni e sull'attuazione di altri meccanismi, il Dipartimento dell'impresa riceve informazioni e consulenza da questo gruppo. In Lituania, le parti sociali sono coinvolte nella stesura della lista di occupazioni con carenza di personale e nel discutere le qualifiche richieste per tali professioni, attraverso incontri regolari tra i

106 In Polonia esso comprende i governi locali. 107 Si tratta di consulenti esperti sui posti di lavoro vacanti ed economisti dell'ufficio per l'impiego.

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funzionari dello scambio di forza lavoro delle agenzie nazionali e regionali per l'impiego e le associazioni dei datori di lavoro. Anche i sindacati vengono consultati.

L'organismo governativo centrale108, nei Paesi Bassi coopera strettamente con le parti pubbliche e private a livello locale, regionale e nazionale riguardo i posti di lavoro vacanti e le potenziali carenze. Tale cooperazione è considerata importante in quanto la comunicazione tempestiva di un posto vacante consente un'adeguata coordinazione tra domanda e offerta. In Spagna, le organizzazioni dei datori di lavoro e i sindacati partecipano regolarmente tramite un organismo consultivo chiamato commissione tripartitica per il lavoro, nell'ambito del ministero per il Lavoro e l'immigrazione e regolamentato dalla legge 2/2009.

4.1.4. Strumenti per identificare e gestire le domande di forza lavoro

A seconda degli approcci che gli Stati membri hanno adottato per identificare e classificare le domande di lavoro, essi ricorrono a strumenti specifici che comprendono indagini nazionali (sezione 4.1.4.1) e previsioni a breve e lungo termine (sezione 4.1.4.2). La tabella 4 sottostante traccia una panoramica degli strumenti utilizzati nell'attuazione degli approcci per identificare e gestire la domanda di lavoro.

Tabella 4: Panoramica del ricorso a strumenti specifici nell'attuazione di modalità per individuare e gestire la domanda di lavoro

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Liste occupazionali

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Analisi delle esigenze dei datori di lavoro

x x x x x

Imposizione di quote/limiti

x x x x x x x

4.1.4.1. Indagini nazionali

Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Svezia conducono o hanno condotto indagini nazionali per identificare le esigenze di forza lavoro.

108 UWV WERKbedrijf (di seguito chiamato Werkbedrijf) è l'organismo (governativo) centrale per la promozione

della partecipazione della forza lavoro e l'occupazione dei posti di lavoro vacanti. Werkbedrijf è una fusione tra l'ex Centro per il lavoro e il reddito (CWI) con l'UVW ed è sottoposto a quest'ultima organizzazione da un punto di vista organizzativo.

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In Austria, le relazioni e sondaggi dei datori di lavoro forniscono dati che sono analizzati e integrati nelle previsioni cicliche della domanda di lavoro. L'Istituto per la ricerca sull'occupazione conduce un'indagine rappresentativa in Germania che misura lo sviluppo della domanda aggregata di lavoro sulla base di statistiche affidabili. Il sondaggio dell'agenzia di reclutamento è stato utilizzato in passato in Irlanda per identificare le carenze di lavoro, ma è stato soppresso. In Italia, l'Unione delle camere, a nome del ministero del Lavoro, dal 1997 conduce il sistema informativo Excelsior,109 sulla base di un sondaggio tra 100 000 imprese private, che registra le intenzioni delle aziende di assumere cittadini di paesi terzi. Il sondaggio è parte delle statistiche ufficiali prodotte su base annuale nell'ambito del Sistema nazionale di statistiche. Dal 2004, in Lussemburgo un'indagine annuale delle qualifiche necessarie nel prossimo futuro viene condotta da diversi rappresentanti dei datori di lavoro in partenariato con la Camera di commercio, l'Agenzia per l'impiego, il ministero dell'Istruzione e formazione professionale ed EURES. Tale indagine si concentra sui seguenti aspetti: 1) l'industria e 2) tecnologie dell'informazione e comunicazione (alternando i due temi ogni anno).

In Lettonia, i rispettivi ministeri con i datori di lavoro conducono un sondaggio due volte all'anno per raccogliere informazioni relative ai cambiamenti programmati nel numero di lavoratori, le motivazioni di tali cambiamenti e le occupazioni che necessitano di lavoratori. A Malta, le indagini relative allo sviluppo della forza lavoro sono condotte dalla Banca centrale di Malta e dalla Camera di commercio maltese.

Oltre a identificare le carenze di forza lavoro, le indagini occupazionali in Finlandia servono a individuare problemi di reclutamento riscontrati dai datori di lavoro durante l'assunzione di cittadini di paesi terzi. Il Comitato di consulenza sulla migrazione (MAC) del Regno Unito utilizza dati dell'indagine nazionale dei datori di lavoro sulle competenze, oltre a una serie di altre ricerche per misurare le occupazioni sulla base degli opportuni indicatori di competenze e carenze.

Oltre alle indagini nazionali, le statistiche disponibili tramite censimenti, registri di sicurezza sociale e registri della popolazione aiutano una serie di Stati membri (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Estonia, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia) a identificare e gestire la domanda di lavoro. Austria e Finlandia ricorrono anche alle matrici occupazionali per identificare la domanda a livello regionale.

4.1.4.2. Previsioni

Le previsioni, sia a lungo/medio termine (Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Portogallo, Repubblica ceca, Spagna), sia a breve termine (Lettonia, Malta) sono considerate un importante strumento per catalogare le future carenze di forza lavoro.

Per effettuare previsioni si ricorre spesso alle statistiche dei censimenti, registri per l'impiego e matrici occupazionali.110 Ad esempio, in Estonia, gli studi sulla forza lavoro dell'agenzia Estonia statistiche sono stati utilizzati come base per identificare le future carenze di forza lavoro nel mercato. In Lettonia, l'Agenzia statale per l'impiego ha

109 http://excelsior.unioncamere.net. 110 Questi dati in alcuni casi possono essere estratti dai sondaggi, che a volte fungono da base per le previsioni.

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utilizzato tre diversi metodi nel 2010 per elaborare previsioni a breve termine. Tra questi si annoverano: (1) analisi delle tendenze di sviluppo industriale; (2) collaborazione con esperti esterni e rappresentanti delle agenzie per l'impiego e portali Internet e (3) analisi approfondita dei dati statistici a seconda delle occupazioni. In Portogallo, i dati raccolti dall'Istituto nazionale di statistica sono utilizzati per trarre conclusioni quantitative circa la futura disponibilità di posti di lavoro per i lavoratori migranti.

Per quanto riguarda le previsioni a medio e lungo termine, in Austria si utilizzano le matrici dell'occupazione industriale per prevedere particolari carenze occupazionali. Tali matrici, sviluppate sulla base dei dati censiti e dei dati occupazionali annuali della sicurezza sociale, sono tradotte in previsioni a medio e lungo termine relative agli sviluppi della domanda di lavoro, a seconda dell'occupazione e del settore. Nella Repubblica ceca, pur avendo individuato carenze immediate sul mercato del lavoro, esse non sono state considerate utili per identificare le future tendenze. Di conseguenza, un progetto, finanziato dal Fondo sociale europeo nel 2009, dal titolo "Prevedere la necessità di qualifiche sul mercato del lavoro", mira a sviluppare un sistema che possa prevedere le esigenze di forza lavoro a medio termine, esaminando gli sviluppi di domanda e offerta sul mercato del lavoro.

L'Estonia elabora una previsione a lungo termine della domanda di lavoro, per un periodo di cinque anni, su base biennale. Tali previsioni analizzano tutte le componenti della domanda di forza lavoro, quali i cambiamenti nell'occupazione e i movimenti tra i settori, e valuta la domanda di lavoro a seconda delle aree di attività, professioni e livelli di istruzione. In Finlandia, si preparano previsioni annuali per revisionare la struttura della forza lavoro e elaborano ipotesi circa le tendenze della domanda di lavoro nei diversi settori e regioni. Questo comprende l'analisi delle tendenze e l'individuazione della futura domanda di lavoratori assunti all'estero.

In Irlanda, il Bollettino nazionale delle competenze fornisce una panoramica delle occupazioni in cui esistono carenze di competenze/forza lavoro. Si possono condurre ulteriori ricerche per identificare i specifici livelli di competenze mancanti. L'obiettivo del bollettino è l'individuazione dei settori in cui si registrano carenze, piuttosto che la loro qualificazione. La Slovenia ricorre al Servizio per l'impiego della Slovenia che pubblica una rassegna annuale delle carenze e surplus di competenze, stilata in cooperazione con i datori di lavoro e le rispettive associazioni seguendo una metodologia definita nelle norme relative all'attuazione di misure attive di politica per l'occupazione.

In Germania non sono state elaborate previsioni ufficiali sulla futura domanda di forza lavoro che potrebbe essere utilizzata dal governo federale per gestire l'immigrazione di forza lavoro. La Germania, tuttavia, ha creato un'alleanza per il lavoro con l'obiettivo di contribuire ad assicurare la base di forza lavoro tramite un sistema per monitorare e prevedere le carenze di forza lavoro.

4.2. Meccanismi per abbinare domanda e offerta di lavoro

Gran parte degli Stati membri che conducono l'analisi della situazione del mercato del lavoro ricorrono anche ad alcune forme di abbinamento tra domanda e offerta. I datori di lavoro svolgono un ruolo chiave nell'abbinare domanda e offerta nella maggioranza degli Stati membri. In Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Spagna, Svezia e Ungheria, in molti casi l'abbinamento di domanda e offerta è direttamente garantito dal datore di lavoro. In Germania, si attribuisce notevole priorità all'abbinamento di domanda e offerta di lavoro, e il datore di lavoro ha l'obbligo di garantire che il candidato di un paese terzo soddisfi i requisiti dell'azienda in termini di formazione,

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qualifica e competenze linguistiche.111 In Germania l'abbinamento di domanda e offerta è di fondamentale importanza per determinati tipi di lavoratori migranti, quali gli operatori sanitari.112 Anche se in Francia il datore di lavoro è il diretto responsabile dell'abbinamento di domanda e offerta di lavoro, le organizzazioni professionali lo affiancano in tale compito.113 Inoltre, i servizi per l'impiego decentrati possono indicare le qualifiche necessarie per determinati lavori. In caso di un'ammissione eccezionale della procedura di soggiorno,114 la corrispondenza tra le richieste del datore di lavoro e le qualifiche del lavoratore proveniente da un paese terzo è controllata dal consolato francese, responsabile inoltre del riconoscimento delle qualifiche. Nei Paesi Bassi, i datori di lavoro si affidano a mediatori occupazionali internazionali per garantire una corretta corrispondenza. In Polonia, i datori di lavoro ricorrono ad agenzie per l'impiego specializzate che aiutano il datore di lavoro a reperire lavoratori di paesi terzi con le qualifiche adeguate. Inoltre, il sistema pubblico per i servizi all'impiego può rivelarsi utile per un abbinamento efficace di domanda e offerta visti i servizi che offre a datori di lavoro e organismi amministrativi. Nel Regno Unito, un datore di lavoro deve essere innanzitutto accettato dalla UK Border Agency come sponsor prima che le competenze del lavoratore siano abbinate alle esigenze del mercato.

In Francia, Italia e Lettonia, oltre ai datori di lavoro, una serie di altri organismi istituzionali contribuisce all'abbinamento di domanda e offerta. L'Ufficio dell'immigrazione e integrazione in Francia ha contribuito all'abbinamento di domanda e offerta organizzando corsi di formazione professionale per i cittadini di paesi terzi, considerati uno strumento efficace per raggiungere una migliore corrispondenza tra le competenze dei cittadini di paesi terzi e le richieste dei datori di lavoro francesi. In Italia, lo Sportello unico per l'immigrazione, presente in ogni ufficio territoriale del governo, determina il modo migliore in cui collegare l'offerta di forza lavoro dei paesi terzi con la domanda, compresa la preparazione di profili specifici che stabiliscono le qualifiche professionali e le responsabilità lavorative. Anche le istituzioni locali e le organizzazioni imprenditoriali di settore partecipano a questo processo. In Lettonia, le filiali dell'Agenzia statale per l'impiego registrano i posti di lavoro vacanti comunicati dai datori di lavoro specificando occupazione, istruzione richiesta ed esperienza lavorativa del candidato, al fine di garantire la conformità dei cittadini dei paesi terzi ai requisiti della posizione offerta. In Lituania, l'ufficio di scambio di forza lavoro registra i posti vacanti segnalati dai datori di lavoro ogni sei mesi e tali dati conducono all'inserimento delle professioni nella lista delle occupazioni con carenze di forza lavoro. Anche se i lavoratori in lista possono entrare in Lituania tramite una procedura più rapida, il datore di lavoro può assumere un cittadino di un paese terzo solo dopo aver registrato il posto vacante presso l'ufficio territoriale di scambio di forza lavoro e solo se entro un mese non si riesce a reperire un adeguato candidato residente o cittadino dell'UE.

In Portogallo, per i cittadini di paesi terzi che conducono ricerche, insegnano in istituti di formazione superiore o svolgono altre attività altamente qualificate, è obbligatorio un parere precedente del Ministero per la scienza, tecnologia e istruzione superiore, in seguito all'abbinamento iniziale delle qualifiche del migrante da parte dell'autorità nazionale competente. In Spagna, nell'ambito del meccanismo della gestione collettiva dell'assunzione nei paesi di origine, i datori di lavoro e i servizi per l'impiego del paese di

111 In Germania, la Legge sulla riorganizzazione degli strumenti di politica del mercato del lavoro nel 2009 ha

ribadito l'importanza del collocamento sul lavoro come "spina dorsale" della politica del mercato del lavoro e ha ridotto la burocrazia.

112 Vedi pagina 41 della relazione nazionale della Germania. 113 Tali organizzazioni professionali comprendevano organizzazioni di consulenza che aiutano le aziende e i datori

di lavoro a reclutare lavoratori provenienti da paesi terzi. 114 Tale ammissione eccezionale fa riferimento al permesso concesso ai migranti irregolari di soggiornare in

Francia con una carta di soggiorno per "lavoratore" o "lavoratore temporaneo".

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origine, in cooperazione con rappresentanti del governo nazionale, abbinano i candidati ai posti di lavoro sulla lista ufficiale delle carenze. Il processo è tuttavia limitato, poiché i datori di lavoro devono richiedere l'assunzione di almeno dieci lavoratori per ogni luogo e provincia, impedendo pertanto alle piccole imprese di poter utilizzare il meccanismo.

Nella Repubblica ceca e in Germania, sono state create delle banche dati per coadiuvare le autorità nazionali nel processo di abbinamento. Ad esempio, la banca dati "lavoro per cittadini stranieri" nella Repubblica ceca serve ad abbinare i migranti economici con i posti di lavoro disponibili. Le posizioni vacanti, non occupate da un candidato nazionale entro 30 giorni,115 sono inserite nella banca dati, e i cittadini di paesi terzi possono inserire il proprio CV sul portale della banca dati. La banca dati del sistema Carta verde, basata sullo stesso principio, è utilizzata anche in Repubblica ceca. I posti di lavoro vacanti segnalati nella banca dati dal Ministero dell'industria e del commercio come adeguati per il personale chiave possono essere immediatamente occupati da cittadini di paesi terzi senza l'obbligo di segnalare la posizione alla forza lavoro nazionale.

Austria, Estonia e Germania hanno identificato in alcuni casi delle problematiche relative all'abbinamento di domanda e offerta di lavoro. In Austria si è notato che mentre ai lavoratori scarsamente qualificati possono essere facilmente assegnati dei lavori, l'abbinamento diventa più difficile man mano che le competenze richieste per una particolare posizione diventano più complesse. Una problematica emersa in Germania riguarda i tentativi di utilizzare l'abbinamento di domanda e offerta, relativi innanzitutto ai residenti in Germania piuttosto che a coloro che provengono dall'estero, e di trovare la migliore corrispondenza possibile. In Estonia, le barriere linguistiche possono rappresentare una problematica quando si tenta di trovare una corrispondenza tra datori di lavoro e lavoratori, in quanto le società di reclutamento pubblicano informazioni relative ai posti vacanti soprattutto in estone, ma a volte anche in russo e inglese.

In Lussemburgo, non avviene l'abbinamento tra domanda e offerta quando i cittadini di paesi terzi sono i primi a presentarsi per l'impiego. I cittadini di paesi terzi devono candidarsi alla posizione dal proprio paese di origine prima di entrare nello Stato membro. Anche se le loro qualifiche sono richieste, saranno rifiutati ipso facto dagli enti locali.

Anche alcuni accordi internazionali, ulteriormente descritti nella sezione 6.1 sottostante, hanno aiutato alcuni Stati membri nell'abbinamento di domanda e offerta. In Italia, ad esempio, l'accordo quadro con Moldova, Marocco ed Egitto, consente di scambiare informazioni sia sulla manodopera disponibile nei paesi terzi, sia sulle effettive esigenze del mercato del lavoro italiano. Tali informazioni comprendono dettagli sulle competenze professionali e sull'esperienza lavorativa dei candidati, consentendo così la selezione di lavoratori di paesi terzi specifici e qualificati.

4.3. Meccanismi per la valutazione delle competenze e riconoscimento delle qualifiche dei migranti

Questa sezione traccia una panoramica dei meccanismi utilizzati negli Stati membri per la valutazione delle competenze (sezione 4.3.1) e il riconoscimento delle qualifiche dei migranti (sezione 4.3.2) al momento del loro arrivo negli Stati dell'UE per finalità occupazionali. Le valutazioni delle competenze sono dei test per individuare le abilità e

115 Purché il datore di lavoro accetti di pubblicare il posto di lavoro vacante nella banca dati.

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competenze che i soggetti hanno, sia che esse siano state acquisite tramite istruzione e formazione "formale" (con conseguenti certificati e qualifiche), sia tramite le esperienze lavorative e di vita. Tali competenze sono poi "convalidate", ossia registrate e catalogate in documenti ufficiali. Il riconoscimento è un processo formale attraverso il quale i certificati/qualifiche ottenuti all'estero sono controllati e riconosciuti, se considerati corrispondenti all'equivalente nazionale. A volte sono necessari percorsi di istruzione e formazione aggiuntivi. In caso di dubbi o qualora siano necessarie maggiori prove del fatto che il soggetto possiede le necessarie conoscenze e competenze, si ricorre talvolta alle valutazioni delle competenze per sostenere il giudizio.

4.3.1. Valutazione delle competenze

La valutazione delle competenze è di vitale importanza per evitare lo spreco di cervelli e garantire che le qualifiche dei migranti siano vantaggiose per il mercato del lavoro e l'economia europei. In Germania, le valutazioni delle competenze e il riconoscimento delle qualifiche ottenute all'estero sono considerati di notevole importanza, in quanto alcuni studi hanno dimostrato come molti migranti siano eccessivamente qualificati rispetto al lavoro svolto. In alcuni casi essi dispongono di competenze altamente necessarie, ma che non sono utilizzate in tutto il loro potenziale, poiché le qualifiche ottenute all'estero spesso non sono riconosciute oppure l'esperienza lavorativa pertinente non è documentata o verificabile. In Belgio, Bulgaria, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria, tuttavia, non esistono meccanismi specifici per la valutazione delle competenze dei lavoratori migranti.

Negli Stati membri in cui avviene la valutazione delle competenze, sono diversi i gruppi responsabili di condurre tali valutazioni. Ad esempio, in Austria, sono le parti sociali ad essere responsabili della valutazione delle competenze professionali. Inoltre, analogamente all'abbinamento di domanda e offerta di lavoro, la valutazione delle competenze può anche essere considerata una responsabilità del datore di lavoro, come nella Repubblica slovacca e in Svezia. In Germania, i Länder federali e, in alcuni casi, le associazioni e/o camere professionali sono responsabili della valutazione delle competenze professionali e occupazionali. In Italia si è praticato un sistema di formazione all'estero con una serie di paesi terzi, sistema attualmente in fase di revisione, per garantire la formazione di competenze prima di lasciare il paese di origine.116 In Slovenia, la Legge sui rapporti di lavoro stabilisce l'obbligo per i lavoratori di soddisfare le condizioni stabilite dal datore di lavoro riguardo la valutazione delle competenze. In Spagna, si fornisce gratuitamente formazione nel paese di origine ai lavoratori che sono stati assunti tramite accordi bilaterali di migrazione.

In Lituania, la valutazione delle competenze viene condotta dall'ufficio territoriale per lo scambio di forza lavoro prima di emettere il permesso di lavoro. Per poter ricevere un permesso allo scopo di assumere un cittadino di un paese terzo, il datore di lavoro deve presentare un documento (libro di anzianità) il quale dimostri che il cittadino di un paese terzo ha almeno due anni di esperienza professionale (anzianità) acquisita durante gli ultimi tre anni nella professione per la quale sarà assunto. Se un cittadino di un paese terzo è assunto per una professione legalmente regolamentata, il datore di lavoro deve chiedere all'istituzione competente (l'istituzione cambia a seconda della professione) di attestare come le qualifiche del cittadino del paese terzo siano conformi ai requisiti nazionali per tale professione. In Lussemburgo, non esiste una valutazione delle competenze

116 Durante la fase pilota (2004-2005) il comitato governativo di valutazione competente ha approvato programmi

che hanno coinvolto in loco cittadini della Turchia, Sri Lanka e Moldova. Negli anni seguenti, i programmi sono stati attuati in Albania, Moldova, Russia, Ucraina; Etiopia, Nigeria, Marocco, Tunisia; Cina, India, Nepal, Filippine; Brasile, Perù.

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specificatamente ideata per cittadini di paesi terzi. Tuttavia, una volta stabiliti in Lussemburgo, i cittadini di paesi terzi possono ricorrere alle valutazioni delle competenze esistenti per finalità generiche, come la "convalida dell'esperienza acquisita" e la "valutazione di competenza". Per un soggetto disoccupato, la "valutazione di competenza" può essere condotta dall'Agenzia per l'impiego in collaborazione con aziende private al fine di valutarne qualifiche, competenze professionali e abilità sociali. I Consigli sulle competenze settoriali sono responsabili della valutazione delle competenze nel Regno Unito. Tali consigli hanno quattro obiettivi principali, che comprendono la riduzione della lacuna di competenze e delle carenze e l'aumento delle opportunità per migliorare le competenze e la produttività di tutti i membri della forza lavoro.

4.3.2. Riconoscimento delle qualifiche

In tutti gli Stati membri esistono procedure relative al riconoscimento delle qualifiche, anche se variano considerevolmente per molti di loro a seconda delle qualifiche o formazione specifiche e del paese in cui sono state conseguite (Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia e Spagna). In generale, le qualifiche riconosciute a livello europeo non devono essere riconosciute a livello nazionale.117 Dunque il riconoscimento è "automatico" o almeno semplificato per qualifiche inserite nelle convenzioni o nei trattati internazionali tra l'Europa e i paesi terzi, principalmente nel settore dell'istruzione superiore. Tuttavia, in mancanza di trattati, è necessaria una decisione che riconosca la qualifica. In Francia, l'adeguatezza delle competenze si basa sul reciproco riconoscimento dei titoli di studio o di altro tipo tra la Francia e i principali paesi di origine dell'immigrazione economica. In Polonia, i datori di lavoro sono responsabili del riconoscimento delle qualifiche estere qualora la professione non sia regolamentata. In tali casi, il datore di lavoro può aver bisogno della conferma dell'equivalenza del titolo di studio del cittadino del paese terzo con i titoli di studio polacchi oppure potrebbe necessitare della convalida del livello di istruzione conseguito all'estero.

In Austria, Estonia, Finlandia, Germania, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca e Repubblica slovacca varie istituzioni sono responsabili del riconoscimento dell'istruzione e delle qualifiche, a seconda del settore occupazionale coinvolto. Ad esempio, in Austria, gli enti formativi riconoscono direttamente i titoli di studio. In Bulgaria, l'ente competente per il riconoscimento dei titoli di istruzione superiore è il ministero dell'Istruzione, gioventù e scienza, mentre le qualifiche professionali di lavoratori di paesi terzi in qualsiasi professione regolamentata possono essere riconosciute in termini di reciprocità quando le qualifiche corrispondono ai requisiti normativi per ottenere la stessa qualifica professionale in Bulgaria.118 Nella Repubblica ceca, il riconoscimento dell'istruzione universitaria è generalmente condotto da un'università o, per settori specifici, dal ministero della Difesa (laurea militare), ministero dell'Interno (servizi di sicurezza) o dal ministero dell'Istruzione. In Estonia, il riconoscimento è regolato da diverse leggi, a seconda delle professioni coinvolte. Tutti coloro che si recano in Estonia per esercitare una professione regolamentata devono contattare l'ente competente per il riconoscimento delle attività professionali. Tale ente prenderà una decisione in merito al riconoscimento entro quattro mesi dalla presentazione della domanda. In Finlandia, il Comitato nazionale per l'istruzione, insieme ad altri enti, è responsabile del riconoscimento dei titoli di studio e professionali dei lavoratori migranti. In Germania, i Länder federali

117 Vedi direttiva 2005/36/CE del 7 settembre 2005 sul riconoscimento delle qualifiche professionali, disponibile

all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2005:255:0022:0142:it:PDF. 118 In Bulgaria, il riconoscimento dei titoli di studio superiore è regolato dalla Legge sull'istruzione superiore

mentre il riconoscimento delle qualifiche professionali è regolato dalla Legge sul riconoscimento delle qualifiche professionali.

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sono responsabili del riconoscimento delle qualifiche estere. Per i profili formativi non regolamentati, tuttavia, gli organismi autonomi, quali associazioni e camere professionali, sono coinvolti nel processo di riconoscimento. In Italia, diversi ministeri sono competenti per il riconoscimento a seconda dei titoli professionali o accademici specifici. In Lituania, il riconoscimento delle qualifiche accademiche è condotto dal Centro lituano per la valutazione della qualità nell'istruzione superiore. Le qualifiche accademiche devono essere riconosciute solo se nella descrizione della professione è inserito come requisito il possesso di un titolo di istruzione superiore. Se tale requisito non è specificato e se la professione non è regolamentata, spetta al datore di lavoro decidere se le qualifiche di un cittadino di un paese terzo sono adeguate al lavoro. In Lussemburgo, non è in atto nessun meccanismo di riconoscimento con richieste valutate individualmente. Inoltre, il Lussemburgo non osserva accordi bilaterali con paesi terzi sul riconoscimento delle qualifiche, e i paesi terzi non hanno un ruolo nel semplificare il riconoscimento delle loro qualifiche in Lussemburgo. I ministeri incaricati di riconoscere i titoli di studio conseguiti al di fuori dell'UE sono il Dipartimento per il riconoscimento dei titoli di studio, il ministero dell'Istruzione e formazione professionale, che è competente per il riconoscimento dei diplomi di scuola superiore e i certificati di formazione professionale e il ministero dell'Istruzione superiore e della ricerca, in cooperazione con l'università del Lussemburgo, che è responsabile del riconoscimento dei titoli di studio universitari e superiori. La Slovenia regola il riconoscimento delle qualifiche tramite una serie di atti legislativi, garantendo un sistema flessibile per i migranti per accedere nello Stato membro. La Legge sul riconoscimento e valutazione dell'istruzione stabilisce che tutti i migranti economici e coloro che hanno completato il proprio percorso di studi all'estero richiedano al ministero per l'Istruzione superiore, la scienza e la ricerca, di riconoscere il proprio titolo di studi per finalità occupazionali in Slovenia. Questo processo è stato reso più efficacie tramite l'introduzione dell'obbligo per il Servizio all'impiego di verificare le qualifiche del paese di origine e di tradurle in lingua slovena.119 Il processo di riconoscimento in Slovenia può essere paragonato a quello della Repubblica slovacca, in cui il riconoscimento delle qualifiche dipende dal paese di origine del migrante e dalla finalità per cui viene riconosciuta la qualifica. Nella Repubblica slovacca, anche se il meccanismo di valutazione e riconoscimento delle qualifiche è regolato da una serie di norme obbligatorie,120 il riconoscimento delle qualifiche di paesi terzi dipende in larga misura dagli accordi intergovernativi internazionali e bilaterali. Nel caso di accordi bilaterali, il documento di qualifica è riconosciuto, ma non la qualifica stessa. Se un cittadino di un paese terzo desidera lavorare in una particolare professione, le sue qualifiche sono riconosciute immediatamente se l'attività rientra nell'ambito delle attività regolamentate.121 In Polonia, il riconoscimento delle qualifiche dipende inizialmente dal fatto che la professione del migrante sia regolamentata o meno nella giurisprudenza nazionale. In seguito al riconoscimento ufficiale del livello di istruzione di un cittadino di un paese terzo da parte del ministero per la Scienza e l'istruzione superiore, l'esperienza professionale di un lavoratore migrante è accettata dagli uffici regionali il lavoro.

In Germania, esiste una banca dati (ANABIN)122 per fornire informazioni ai ministri responsabili, le università e altri enti competenti del riconoscimento delle qualifiche

119 I candidati di paesi terzi in Slovenia hanno anche la possibilità di ottenere una qualifica professionale

nazionale tramite la verifica delle loro competenze in conformità della Legge sulle qualifiche professionali nazionali 2009.

120 La legislazione nazionale è conforme alle direttive CE (89/48/CEE e 92/51/CEE) come emendate dalle direttive 2001/19/CE e 99/42/CE.

121 Per quanto riguarda la regolamentazione dei titoli di studio in professioni non regolamentate nella Repubblica slovacca, essa è regolata dalle stesse norme che regolano la valutazione del percorso di studi dei cittadini dell'UE che è di competenza del ministero dell'Istruzione.

122 ANABIN significa "Anerkennung und Bewertung ausländischer Bildungsnachweise" (Riconoscimento e valutazione dei titoli di studio stranieri).

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conseguite presso università estere circa i sistemi universitari stranieri e relative qualifiche. In Irlanda, l'Autorità nazionale per le qualifiche di Irlanda fornisce un servizio di riconoscimento delle qualifiche. È stata creata anche una Banca dati on line delle qualifiche internazionali che elenca determinate qualifiche straniere e fornisce consulenza circa la comparabilità delle qualifiche. Il Regno Unito si rivolge al Centro informativo per il riconoscimento nazionale (NARIC) per ottenere informazioni comparative e consulenza sui sistemi di istruzione e formazione internazionali, nonché sulle competenze e qualifiche d'oltremare. Il NARIC assiste sia le organizzazioni sia i singoli, collegando le qualifiche estere a quelle nazionali e traducendo tali qualifiche quando presentate insieme a una richiesta per il visto.

A causa delle diverse procedure in atto per la valutazione delle competenze e per il riconoscimento delle qualifiche, all'interno dell'UE esistono trattamenti non uniformi, cosicché per lo stesso cittadino di un paese terzo alcuni Stati membri potrebbero non richiedere la valutazione o il riconoscimento delle competenze, mentre altri potrebbero sottoporre il soggetto in questione a una lunga procedura di valutazione e riconoscimento delle competenze o qualifiche, a seconda della qualifica. La Germania ha individuato dei deficit nel sistema di riconoscimento a causa delle diverse parti nel sistema federale responsabili per il riconoscimento delle qualifiche, generando una mancanza di trasparenza.123

4.4. Misure di integrazione per i lavoratori migranti

Ogni Stato membro attua un programma di integrazione generale rivolto alla fascia di cittadini di paesi terzi che accedono al territorio nazionale legalmente. In Belgio, Estonia, Germania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Spagna le misure di integrazione, tra cui l'organizzazione di corsi di lingua, non sono sviluppate nello specifico per lavoratori migranti, ma sono rivolte piuttosto a tutti i migranti legali.124

Tuttavia, Austria, Estonia, Finlandia, Italia, Lettonia, Portogallo, Repubblica ceca e Spagna forniscono specifiche e mirate opportunità ai lavoratori migranti per apprendere la lingua nazionale. In Austria, il servizio per il mercato del lavoro organizza e finanzia lezioni di tedesco per i lavoratori migranti. La Repubblica ceca fornisce a tutti i partecipanti allo Schema per la selezione di lavoratori stranieri qualificati125 informazioni su dove poter imparare la lingua ceca. In Finlandia, due progetti nazionali ALPO e MATTO, finanziati dal Fondo sociale europeo, sostengono l'integrazione dei lavoratori migranti diffondendo informazioni e offrendo formazione. In Irlanda, è stata introdotta nel 2008 una strategia di azione per sostenere posti di lavoro integrati, che coinvolge gruppi come le organizzazioni dei datori di lavoro per promuovere l'integrazione di tutti i lavoratori sul luogo di lavoro. In Italia, le misure di integrazione sono di competenza degli enti locali (regioni e province). Inoltre, gli accordi quadro con Moldova, Marocco ed Egitto comprendono misure di integrazione, quali speciali programmi di formazione professionale e corsi pre-partenza di lingua italiana. Il programma "Portoghese per tutti" in Portogallo consente ai lavoratori migranti di ricevere formazione linguistica in portoghese tecnico, adeguata a un insieme di settori professionali, al fine di promuovere ulteriormente l'integrazione dei migranti sul mercato del lavoro. La Spagna ha registrato un aumento delle richieste di corsi di lingua 123 Oltre alla mancanza di trasparenza nelle procedure di riconoscimento, la scarsa fruibilità degli avvisi ufficiali sul

riconoscimento delle qualifiche e la carenza di collegamenti tra le agenzie competenti e dell'integrazione dei servizi sono stati identificati come ostacoli ad un'integrazione di successo della forza lavoro migrante.

124 Ulteriori informazioni sulle misure generiche di integrazione disponibili nelle Relazioni annuali sulle politiche REM, consultabili all'indirizzo http://www.emn.europa.eu alla voce "Annual Policy Reports."

125 Questo programma è stato messo da parte alla fine del 2010 a causa delle misure economiche del nuovo governo.

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offerti ai lavoratori migranti, a causa della recessione economica e della consapevolezza da parte dei lavoratori migranti che la lingua spagnola è necessaria per avere un lavoro garantito.

In Estonia, Finlandia e Lettonia, sono i datori di lavoro a dover garantire che i propri lavoratori siano in possesso del giusto livello di competenze linguistiche. In Estonia, tuttavia, è obbligatorio l'apprendimento della lingua solo per determinate posizioni definite nella Legge sulla lingua che stabilisce i requisiti di padronanza linguistica per i lavoratori. Tali requisiti non si applicano a persone che lavorano in via temporanea, come esperti esteri o specialisti. Inoltre, la formazione e gli studi linguistici nel paese di partenza, prima dell'assunzione, sono innanzitutto responsabilità del datore di lavoro in Finlandia al fine di garantire che i lavoratori migranti siano in grado di integrarsi all'interno della forza lavoro e della società. In Lettonia, ogni datore di lavoro ha il compito di garantire la conformità dei cittadini di paesi terzi ai requisiti di padronanza linguistica specifici della posizione e, qualora non fossero rispettati, l'Agenzia statale per l'impiego può rifiutare la candidatura del cittadino di un paese terzo.

In Svezia, sebbene non esistano programmi specifici di misure per integrare o formare cittadini di paesi terzi che arrivano per motivi di lavoro, esiste un'eccezione relativa alle "occupazioni che richiedono accreditamento", ad esempio professioni mediche e dentistiche, per le quali delle speciali disposizioni richiedono la conoscenza della lingua svedese. In confronto ad altri Stati membri, i lavoratori sono responsabili in prima persona dell'acquisizione di tali competenze in base a quanto stabilito dal Comitato nazionale per la salute e il welfare. I lavoratori migranti che sono iscritti all'anagrafe, come altri immigrati, hanno diritto a corsi gratuiti.

Anche Estonia, Lettonia e Slovenia stabiliscono diversi requisiti di integrazione, a seconda del tipo di permesso di soggiorno e di lavoro concesso al cittadino in questione. Oltre ad esenzioni per i lavoratori temporanei in Estonia, i requisiti di integrazione in Lettonia non sono imposti ai cittadini di paesi terzi che presentano richiesta per un permesso di soggiorno temporaneo. Per determinate attività occupazionali e professionali, non esistono requisiti relativi al livello di padronanza linguistica. I requisiti di integrazione sono imposti anche a cittadini di paesi terzi che richiedono la residenza permanente. Anche la Lituania non applica i requisiti di integrazione agli immigrati temporanei, tra cui i lavoratori provenienti da paesi terzi. In Slovenia, l'integrazione dei migranti economici è regolata attraverso la Risoluzione sulla politica di immigrazione e la Risoluzione sulla politica di migrazione che introducono misure in settori quali la sicurezza della residenza e il ricongiungimento familiare, accesso alle istituzioni, beni e servizi e l'integrazione sul mercato del lavoro. Il diritto alle misure di integrazione dipende, tuttavia, non dal livello di competenze e qualifiche, bensì dal tipo di permesso di soggiorno concesso. Anche se il Regno Unito non impone misure di integrazione obbligatorie ai migranti, esistono requisiti relativi alla conoscenza dell'inglese per i migranti qualificati che arrivano tramite il sistema a punti.

Per quanto riguarda le future azioni di integrazione, i partenariati tra gli organismi centrali e i comuni nei Paesi Bassi mirano a inserire il processo di integrazione dei lavoratori migranti all'interno dei servizi per il miglioramento e lo sviluppo della migrazione di forza lavoro. In Polonia, l'integrazione dei lavoratori migranti è incoraggiata estendendo il periodo di validità del permesso di lavoro a tre anni. L'obiettivo di tale estensione è di consentire un'integrazione più efficace dei cittadini di paesi terzi all'interno della società polacca e di sviluppare prospettive occupazionali più durature per i datori di lavoro.

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5. STATISTICHE SUI MIGRANTI ALL'INTERNO DELLA FORZA LAVORO NAZIONALE

Questa sezione contiene statistiche sui migranti presenti all'interno della forza lavoro nazionale. Prima di esaminare tali statistiche nel dettaglio, la sezione 5.1 presenta le occupazioni e i settori che registrano carenze di forza lavoro negli Stati membri. La sezione 5.2 fornisce una panoramica e un'analisi approfondita delle statistiche disponibili negli Stati membri relative al mercato del lavoro e alla migrazione.

5.1. Occupazioni e settori che presentano carenze di forza lavoro negli Stati membri

In tutti gli Stati membri sono stati identificati specifici settori e occupazioni in cui sono presenti carenze di forza lavoro/competenze. Una serie di Stati membri ha riscontrato carenze di forza lavoro nei seguenti settori e/o occupazioni.126

Ingegneria: Austria, Belgio, Germania, Irlanda,127 Lettonia, Lussemburgo, Regno Unito, Svezia, Ungheria

Assistenza sanitaria - Austria, Belgio, Finlandia, Germania,128 Irlanda, Italia (infermiere), Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svezia

Servizi bancari e finanziari - Irlanda,129 Lussemburgo, Polonia

Lavoro gestionale e amministrativo - Finlandia, Germania

Edilizia - Bulgaria, Finlandia, Francia, Italia. Lituania, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna

Ristorazione130 - Francia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Spagna

Trasporti - Italia, Lettonia, Lituania, Spagna

Settore industriale - Bulgaria, Finlandia, Francia, Italia, Malta, Paesi Bassi, Spagna

Operatori di macchinari e attrezzature - Belgio, Estonia, Lituania

Agricoltura e silvicoltura - Bulgaria, Finlandia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna

126 Tale lista fa riferimento a un'ampia categoria di occupazioni o settori. Probabilmente in molti Stati membri si

sono registrate carenze di forza lavoro solo in occupazioni specifiche e aree di nicchia all'interno di tali categorie.

127 In Irlanda si riferisce ad ingegneri con una specifica esperienza di nicchia. Inoltre, il Bollettino nazionale delle competenze del 2010 in Irlanda indicava che non erano presenti carenze di forza lavoro ma solo limitate carenze di competenze nelle aree elencate.

128 In Germania esiste una distinzione tra i posti di lavoro vacanti che devono essere occupati immediatamente e i posti vacanti che possono essere occupati in un prossimo futuro.

129 In Irlanda si fa riferimento a occupazioni di nicchia di alto livello nei servizi bancari e finanziari. 130 La lista comprende i lavoratori addetti al servizio nei ristoranti.

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Specialisti informatici - Belgio, Bulgaria, Germania, Irlanda131, Lettonia, Malta, Slovenia, Svezia, Ungheria

Scienze - Irlanda

Attività immobiliari - Polonia, Portogallo

Servizi - Bulgaria, Italia, Malta, Paesi bassi, Portogallo, Germania132

Insegnanti superiori di matematica e scienze - Regno Unito

Responsabili delle vendite/addetti alla vendita al dettaglio - Lettonia, Lituania

Turismo - Bulgaria

Lavorazione alimentare e arredamento - Bulgaria

Lavoratori domestici - Spagna

Le carenze identificate in tutti gli Stati membri sono principalmente collegate a posizioni qualificate e altamente qualificate. In Austria, nel 2009, le posizioni mediamente qualificate rappresentavano il 54% dei 52 700 posti vacanti, seguite dai lavori altamente qualificati. Anche se il Belgio indica occupazioni qualificate e altamente qualificate nelle proprie liste regionali di occupazioni in "punti di strozzatura", le liste stilate in ogni regione comprendevano anche lavoratori scarsamente qualificati. Nel 2008, la Vallonia registrava un totale di 55 occupazioni in "punti di strozzatura" con un totale di 36 145 posti vacanti, tra cui rappresentanti di vendita ed elettricisti. Nelle Fiandre, sono state identificate 204 occupazioni in "punti di strozzatura" con 123 086 posti vacanti in occupazioni che comprendevano addetti alle pulizie e contabili. In Bulgaria, dal 2004 al 2009 sono stati concessi permessi di lavoro al 47% dei lavoratori mediamente qualificati, al 35% dei lavoratori altamente qualificati e al 18% dei lavoratori scarsamente qualificati. In Estonia, due terzi della domanda di lavoro erano rappresentati dalla necessità di specialisti, lavoratori qualificati e operatori di macchinari e attrezzature.

In Irlanda, le carenze di forza lavoro erano spesso registrate in settori di "nicchia" quali le televendite con specifici requisiti linguistici oppure rappresentanti di vendita con particolari conoscenze tecniche. Anche il Lussemburgo prevede una carenza di lavoratori in aree di nicchia nel settore del credito e rischio per il settore finanziario. Inoltre, pur non rivolgendosi alle carenze scarsamente qualificate, i rappresentanti del governo ritengono che l'attrazione di lavoratori altamente qualificati condurrà automaticamente allo sviluppo di servizi per i lavoratori scarsamente qualificati.133

In Slovenia si è sperimentato un cambiamento nella domanda di lavoro. Tra il 2005 e il 2009 le principali carenze di forza lavoro erano registrate in posizioni scarsamente qualificate nel settore dell'edilizia e dell'industria siderurgica. L'attuale domanda di lavoro in Slovenia coinvolge lavoratori qualificati e altamente qualificati, con numerosi posti vacanti registrati nel settore dell'assistenza sanitaria. La Slovenia registra una carenza di quasi

131 In Irlanda si fa riferimento ad occupazioni di nicchia. 132 I posti di lavoro vacanti nel settore dei servizi sono stati particolarmente numerosi nel 2008. 133 Il Lussemburgo ha notato che spesso i lavoratori altamente qualificati dispongono già di una squadra che

desidera trasferirsi con loro.

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mille dottori ogni anno. Inoltre, nel 2009 è stata stimata una carenza del 20% nelle professioni infermieristiche, tuttavia solo 40 nuovi lavori all'anno sono assegnati a lavoratori di paesi terzi.

In Svezia, si registrano carenze nei settori della tecnologia, ingegneria e informatica, e in occupazioni di assistenza, lavori che richiedono una lunga formazione accademica e nell'ambito di determinate professioni di insegnamento. I gruppi occupazionali per cui si prevedono carenze in futuro sono principalmente nei servizi sanitari e di assistenza medica, nonché nel settore della tecnologia, ingegneria e produzione. Per quanto riguarda i lavoratori scarsamente qualificati nella Repubblica slovacca, non sono state individuate particolari carenze in questo gruppo, a scapito dei livelli di istruzione relativamente elevati della popolazione, in quanto tali posizioni sono spesso occupate da lavoratori più anziani e da cosiddetti gruppi emarginati. Il Regno Unito ha annunciato la sua prima lista completa delle occupazioni con carenze per il livello 2 del sistema a punti nell'autunno 2008, e si stima che le occupazioni sulla lista rappresentassero circa 700 000 lavoratori, rispetto ad oltre un milione del sistema dei permessi di lavoro precedente al sistema a punti. La lista comprendeva una serie di ruoli specializzati, tra cui chef qualificati e operatori assistenziali esperti. La revisione parziale della lista ha aggiunto una serie di altre occupazioni. Per quanto riguarda la ripresa dalla crisi economica, Lettonia, Lussemburgo e Ungheria prevedono un aumento nell'assunzione di lavoratori migranti. In Ungheria, si presume una probabile inversione nella tendenza al ribasso nel reclutamento in seguito alla ripresa economica mondiale, e un crescente numero di aziende dovrà affrontare carenze di forza lavoro. In Lettonia, le previsioni a breve termine del mercato del lavoro preannunciano la richiesta di lavoratori altamente qualificati nel 2010. Il Centro europeo per la formazione allo sviluppo prevede che in seguito al miglioramento della situazione economica dopo la ripresa dalla crisi mondiale, in Lituania aumenterà la richiesta di lavoratori qualificati. In Lussemburgo, in seguito alla ripresa dalla crisi economica e finanziaria, gli esperti hanno previsto un aumento della domanda di candidati esperti nel settore bancario, e principalmente nei settori del credito e del rischio.

5.2. Statistiche sul mercato del lavoro e sulla migrazione

Questa sezione traccia una panoramica delle statistiche elaborate dagli Stati membri sul mercato del lavoro e sulla migrazione. Le statistiche che sono state inserite nelle Relazioni nazionali per il presente studio comprendono quanto segue:

Classifica dei lavoratori provenienti da paesi terzi per principale categoria di livello di qualifica dal 2004 al 2009;

Classifica dei lavoratori provenienti da paesi terzi ordinati in base alle prime dieci nazionalità;

Afflusso di lavoratori migranti per categoria di livello di qualifica;

Proporzione dei lavoratori migranti nelle occupazioni selezionate negli Stati membri tra il 2004 e il 2009;

Posti di lavoro vacanti e tassi di posti vacanti negli Stati membri per livello di qualifica dal 2004 al 2009.

Oltre alle statistiche sopraccitate, sono state introdotte anche le statistiche Eurostat nella sezione sottostante, al fine di fornire ulteriori informazioni sulle realtà del mercato del lavoro relative ai lavoratori provenienti da paesi terzi negli Stati membri. Tuttavia, come

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descritto nella sezione 1, non tutti gli Stati membri sono riusciti a fornire statistiche secondo lo standard ISCO-88 e altre definizioni.134 Ad esempio, l'Estonia non effettua distinzioni nella legislazione e nella pratica tra i migranti sulla base del livello di qualifica (ossia altamente qualificati, qualificati, ecc.) Si distingue solo tra migranti che lavorano per un breve periodo (fino a sei mesi durante un anno) oppure per un lungo periodo (fino a due anni). Pertanto non sono disponibili statistiche per questo Stato membro. La Lettonia non è riuscita a fornire statistiche per categorie o flussi di lavoratori nazionali, dell'UE o di paesi terzi raggruppati per livello di qualifica, in quanto essa non distingue tra lavoratori nazionali e non nelle statistiche sull'impiego. In Ungheria, la versione aggiornata della struttura di classifica occupazionale ISCO-88 non è ancora stata introdotta, pertanto esistono alcune differenze nelle definizioni utilizzate nelle statistiche. Ad esempio, la definizione di "migrante altamente qualificato" si applica a migranti con istruzione di livello universitario e ignora il livello di esperienza lavorativa; la definizione di "lavoratore qualificato" si basa analogamente sul livello di istruzione superiore. L'Irlanda stima approssimativamente i gruppi di competenze equivalenti utilizzando le classifiche disponibili con il codice SOC del Regno Unito. In Lussemburgo, i dati statistici forniti principalmente dall'Ispettorato generale per la sicurezza sociale (IGSS) sono esaustivi, tuttavia i dati ISCO-88 sono disponibili solo parzialmente. Dal 2004, spetta al datore di lavoro dichiarare il codice ISCO-88 dei nuovi lavoratori. Statistiche "non note" hanno pertanto limitato l'affidabilità dei dati nei casi in cui mancano i codici ISCO-88, giacché essi rappresentavano un'elevata percentuale di tutti i lavoratori registrati per la sicurezza sociale nel 2009.135

In Spagna non è stata possibile la categorizzazione per livelli di qualifica di una porzione dei lavoratori presenti tra i dati, poiché la fonte dei dati non indica l'occupazione per lavoratori sottoposti a speciali regimi di sicurezza sociale. Inoltre, l'insieme dei dati non consente di distinguere i lavoratori stagionali. I dati sui flussi fanno riferimento solo a cittadini di paesi terzi, in quanto la fonte dei dati è collegata ai permessi di lavoro e soggiorno concessi, mentre i dati sono stati forniti anche per i cittadini nazionali e dell'UE.

Francia, Repubblica ceca e Repubblica slovacca hanno avuto problemi nell'identificazione di dati sui lavoratori stagionali e non sono state dunque in grado di presentarli. Questo perché talvolta la tipologia di permesso utilizzata dai lavoratori stagionali non è monitorata come gli altri permessi. In Finlandia, i dati sui lavoratori stagionali ai basano su delle stime. In Germania, le statistiche sui lavoratori stagionali comprendono anche lavoratori dalla Polonia, Romania e altri Stati membri dell'UE.

Analogamente, si sono riscontrate alcune difficoltà nell'individuare i ricercatori come gruppo occupazionale distinto, in quanto tale gruppo in genere si sovrapponeva oppure era incorporato nel gruppo di "lavoratori altamente qualificati", all'interno delle statistiche nazionali degli Stati membri.136 La Germania ha riscontrato che i migranti economici a cui sono concessi permessi per motivazioni diverse da quelle occupazionali (ad esempio ricongiungimento familiare) non sono inseriti nei dati.

In Slovenia, mancavano i dati sulle occupazioni dei migranti economici con libero accesso al mercato nazionale, pertanto tali lavoratori sono stati inseriti nella categoria "non specificato" delle tabelle. In termini di flussi di lavoratori nell'occupazione, molti Stati membri non sono riusciti a fornire statistiche sui flussi in uscita. Ad esempio, in Svezia non

134 Confronta la nota 9. 135 I dati "non noti" (ossia codici ISCO-88 mancanti) rappresentavano il 91% nel 2004, il 76% nel 2005, il 58%

nel 2006, il 46% nel 2007, il 38% nel 2008 e il 33% di tutti i lavoratori registrati per la sicurezza sociale nel 2009. Esiste il rischio che i datori di lavoro non assegnino correttamente i codici alle occupazioni negli Stati membri.

136 È una conseguenza della struttura ISCO-88 che non identifica il ‘ricercatore’ come occupazione distinta.

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sono stati raccolti dati sul flusso in uscita. Il Belgio non ha potuto fornire dati statistici per il 2004 e 2009.

Nonostante queste mancanze, gli Stati membri hanno fornito statistiche che hanno tracciato una panoramica approssimativamente comparativa della situazione del mercato del lavoro relativamente ai cittadini di paesi terzi, come descritto nelle sezioni sottostanti. Innanzitutto, la sezione 5.2.1 fornisce un'analisi della classifica dei lavoratori migranti per livello di qualifica e per paese di origine. La sezione 5.2.2 presenta poi l'afflusso di migranti in ingresso negli Stati membri e informazioni sui principali paesi di origine. Infine, la sezione 5.2.3 esamina i posti di lavoro vacanti registrati negli Stati membri.

5.2.1. Analisi della classifica dei lavoratori migranti137

Questa sezione fornisce un'analisi della classifica dei lavoratori migranti per principale categoria di livello di qualifica (sezione 5.2.1.1), per occupazione specifica (sezione 5.2.1.2) e per le prime dieci nazionalità (sezione 5.2.1.3).

5.2.1.1. Analisi della classifica dei lavoratori migranti per principale categoria di livello di qualifica

Come raffigurato in figura 1 e nella tabella 5 sottostante, in quasi tutti gli Stati membri, tra il 2004 e il 2008, i lavoratori qualificati rappresentavano il gruppo più ampio di lavoratori migranti provenienti da paesi terzi.

L'eccezione è rappresentata dalla Repubblica ceca, in cui anche se i lavoratori qualificati costituivano il gruppo più grande nel 2004 e nel 2005, i lavoratori scarsamente qualificati formavano il gruppo più esteso tra il 2006 e il 2009. Inoltre, in Spagna, il numero di lavoratori di paesi terzi scarsamente qualificati era sostanzialmente superiore a quello dei lavoratori qualificati tra il 2005 e il 2009, sebbene le cifre siano scese del 26% tra il 2007 e il 2009, mentre l'occupazione totale dei lavoratori di paesi terzi è diminuita solo del 12%. Nello stesso periodo, il numero di lavoratori altamente qualificati è aumentato del 16%.138 Bisogna notare che la tabella 5 confronta statistiche provenienti da diverse fonti a livello nazionale.

137 Queste statistiche si riferiscono al totale registrato il 31 dicembre dell'anno di riferimento. 138 Ciononostante è necessario considerare che il livello di qualifica non è noto per una percentuale significativa dei

lavoratori di paesi terzi in aree principalmente scarsamente qualificate come l'agricoltura e lavori casalinghi. Pertanto il numero e la percentuale della categoria scarsamente qualificata potrebbero essere sottostimati.

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Tabella 5 Classifica dei lavoratori provenienti da paesi terzi per principale categoria di livello di qualifica e per anno

Anno Stato membro Qualificazione

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Austria Altamente qualificati

27 062 24 447 38 904 33 654 36 792 41 334

Qualificati 121 630 120 036 122 586 124 522 127 075 112 585

Scarsamente qualificati

81 425 84 906 80 547 95 108 85 401 88 310

Totale Austria 230 117 229 389 242 037 253 284 249 268 242 229

Belgio Altamente qualificati

- 16 251 17 487 18 751 18 634 -

Qualificati - 32 144 32 234 41 172 42 606 -

Scarsamente qualificati

- 15 312 17 841 21 357 20 492 -

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

81

Totale Belgio 63 707 67 562 81 280 81 732

Repubblica ceca

Altamente qualificati

4 955 6 964 7 792 8 878 11 831 11 647

Qualificati 16 688 24 783 28 512 41 307 60 636 31 343

Scarsamente qualificati

11 394 23 565 29 123 45 446 71 131 48 575

Totale Repubblica ceca 33 037 55 312 65 427 95 631 143 598 91 565

Germania Altamente qualificati

170 000 - 395 000 399 000 424 000 454 000

Qualificati 464 000 - 986 000 1 044 000 1 054 000 1 054 000

Scarsamente qualificati

168 000 - 380 000 395 000 405 000 389 000

Altri 1 100 000 - 38 000 31 000 40 000 39 000

Totale Germania 1 902 000 1 759 000 1 799 000 1 869 000 1 923 000 1 937 000

Finlandia Altamente qualificati

5 389 5 962 6 736 7 598 - -

Qualificati 8 373 9 346 10 671 12 594 - -

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

82

Scarsamente qualificati

5 097 5 368 6 563 8 341 - -

Totale Finlandia 18 859 20 676 23 970 28 533

Francia Altamente qualificati

119 190 128 675 126 947 143 950 163 315 -

Qualificati 348 109 344 159 328 396 357 141 434 487 -

Scarsamente qualificati

159 163 167 028 167 852 179 027 173 690 -

Totale Francia 626 462 639 862 623 195 680 118 771 492

Ungheria Altamente qualificati

1 271 2 037 2 320 2 163 2 246 2 524

Qualificati 3 992 4 647 5 133 5 325 5 334 5 773

Scarsamente qualificati

5 075 5 627 6 023 5 872 6 100 6 064

Indefiniti 5 982 1 544 1 355 3 953 4 391 6 219

Totale Ungheria 16 320 13 855 14 831 17 313 18 071 20 580

Irlanda Altamente qualificati

16 490 18 443 22 655 28 671 32 423 25 963

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

83

Qualificati 29 631 31 863 34 853 36 474 41 944 34 849

Scarsamente qualificati

6 729 8 520 9 576 9 121 9 561 6 373

Totale Irlanda 52 850 58 826 67 084 74 266 83 928 67 185

Italia Altamente qualificati

- - 78 415 97 797 97 181 93 794

Qualificati - - 620 199 701 691 725 785 716 393

Scarsamente qualificati

- - 331 515 363 307 446 748 487 662

Totale Italia 1 030 129 1 162 795 1 269 714 1 297 849

Lussemburgo Altamente qualificati

46 300 652 922 1 112 1 199

Qualificati 381 1 471 2 877 2 305 4 743 5 109

Scarsamente qualificati

331 1 036 1 879 1 346 3 459 4 057

non noto/altri 8 044 6 834 5 246 4 322 3 646 3 147

Totale Lussemburgo 8 802 9 641 10 654 8 895 12 960 13 512

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

84

Lituania Altamente qualificati

250 314 262 261 294 299

Qualificati 303 715 2 099 3 957 4 939 1 232

Totale Lituania 553 1 029 2 361 4 218 5 233 1 531

Anno

Stato membro Qualificazione

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Malta Altamente qualificati

901 782 1 159 1 052 1 118 947

Qualificati 782 1 129 2 002 1 993 2 522 1 734

Scarsamente qualificati

52 129 330 474 853 688

Totale Malta 1 735 2 040 3 491 3 519 4 493 3 369

Paesi Bassi Altamente qualificati

56 000 53 000 53 000 57 000 57 000 53 000

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

85

Qualificati 91 000 78 000 87 000 90 000 90 000 94 000

Scarsamente qualificati

47 000 42 000 45 000 46 000 52 000 42 000

Totale Paesi Bassi 194 000 173 000 185 000 193 000 199 000 189 000

Svezia Altamente qualificati

75 797 90 516 100 342 115 733 125 255 128 399

Qualificati 151 696 185 767 201 350 218 602 233 840 228 413

Scarsamente qualificati

35 448 45 211 46 613 49 189 54 877 54 891

Totale Svezia 262 941 321 494 348 305 383 524 413 972 411 703

Slovenia Altamente qualificati

- - - 2 253 2 705 3 008

Qualificati - - - 18 890 24 613 21 334

Scarsamente qualificati

- - - 20 150 23 932 20 066

Indefiniti - - - 24 247 38 968 33 500

Totale Slovenia 65 540 90 218 77 908

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

86

Repubblica slovacca

Altamente qualificati

925 948 1 361 1 710 2 033 2 338

Qualificati 352 796 849 1 143 2 573 1 672

Scarsamente qualificati

15 33 54 77 243 296

Totale Repubblica slovacca 1 292 1 777 2 264 2 930 4 849 4 306

Spagna Altamente qualificati

- 25 814 31 091 37 427 42 864 43 394

Qualificati - 297 681 358 049 400 021 364 216 320 589

Scarsamente qualificati

- 496 440 542 997 558 723 478 686 415 693

Indefiniti - 385 448 327 893 312 719 363 323 376 859

Totale Spagna 1 205 383 1 260 030 1 308 890 1 249 089 1 156 535

Regno Unito

Altamente qualificati

444 245 467 576 534 771 550 628 576 308 581 701

Qualificati 336 831 356 853 417 960 420 991 472 248 454 194

Scarsamente qualificati

143 568 150 192 161 429 184 929 204 491 182 424

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

87

Totale Regno Unito 924 644 974 621 1 114 160 1 156 548 1 253 047 1 218 319

Fonte: Relazioni nazionali punti di contatto REM 1. Come descritto nelle specifiche di studio, il principale gruppo ISCO 88 (Forze armate)

non è incluso nei totali, che derivano dalla combinazione dei grandi gruppi ISCO-88 1-9, ad esclusione del grande gruppo 0.

2. Per Austria, Belgio, Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, le statistiche provengono dall'Indagine sulle forze di lavoro.

3. Per la Repubblica ceca, le statistiche sono prodotte dal sistema OK-prace del ministero per il Lavoro e affari sociali e l'Ufficio statistiche.

4. Per la Finlandia, le statistiche sono prodotte da Finlandia Statistiche ed è compresa la definizione di personale militare.

5. Per la Germania le statistiche provengono dall'Indagine sulle forze di lavoro. Poiché non si tratta di un'indagine completa, le statistiche ottenute rappresentano delle estrapolazioni sulla base dell'indagine condotta sull'1% delle famiglie. Le statistiche sono state arrotondate al migliaio più vicino.

6. Per l'Irlanda le statistiche sono state prodotte dall'Indagine nazionale trimestrale sulle famiglie, speciali tabulati forniti dall'Ufficio centrale per le statistiche.

7. Per Malta e Ungheria ulteriori informazioni sulle fonti statistiche sono disponibili nelle relazioni nazionali.

8. Per la Lituania le statistiche provengono dall'Ufficio per lo scambio di forza lavoro lituano e dal Dipartimento per la migrazione. La sezione degli altamente qualificati comprende i direttori e dirigenti aziendali per i quali non è necessario un permesso di lavoro. In Lituania, generalmente non si emettono permessi di lavoro per i lavoratori scarsamente qualificati, non sono pertanto disponibili statistiche in merito.

9. Per il Lussemburgo le statistiche sono state prodotte dall'Ispettorato generale della sicurezza sociale. Nel 2004, solamente circa il 9% dei cittadini di paesi terzi registrato per la sicurezza sociale possedeva un codice ISCO-88 e il 67% nel 2009.

10. Per i Paesi Bassi le statistiche provengono dall'Indagine sulle forze di lavoro del CBS (Paesi Bassi statistiche).

11. Per la Repubblica slovacca le statistiche provengono dall'Ufficio per il lavoro, affari sociali e famiglia.

12. Per la Slovenia le informazioni sui numeri di migranti economici, cittadini degli Stati membri dell'UE, sono state attinte dai registri ufficiali dell'Istituto assicurativo sanitario della Slovenia. Le informazioni sul numero di migranti economici, cittadini di paesi terzi, sono state attinte dai registri del Servizio per l'impiego della Slovenia, in cui tali dati sono raccolti sulla base dei permessi di lavoro concessi.

13. Per la Spagna le statistiche provengono dal Registro per la sicurezza sociale. 14. Per la Svezia le statistiche sono state tratte da indagini regolari sulla forza lavoro

(AKU). 15. Per il Regno Unito le statistiche sono relative ai lavoratori altamente qualificati e

ricercatori.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

88

Figura 1: Distribuzione, in percentuale, dei lavoratori provenienti da paesi terzi per principale categoria di livello di qualifica, in base alla media degli anni totali disponibili

53 4836 32 30 29 28 24 20 20 14 12 11 11 8 7 3 3

4237 52 54 57

47 45 50 54 4950

30

89

42 58

26 28 28

415 12 14 13

24 28 25 2518 36

34

4734

19 2740

13 23

48 4129

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

Slova

k Rep

ublic UK

Irelan

dM

alta

Sweden

Nether

land

s

Finlan

d

Belgiu

m

Franc

e

Ger

man

y

Austri

a

Hungar

y

Lith

unia

Czech

Repu

blic Italy

Luxe

mbo

urg

Slove

nia

Spain

Undefined/other

Low Skilled

Skilled

Highly skilled

Note: Per alcuni Stati membri, i dati riflettono la somma di lavoratori altamente qualificati, qualificati e scarsamente qualificati.

Nella Repubblica slovacca e nel Regno Unito, i lavoratori altamente qualificati rappresentavano il gruppo più ampio; la stessa situazione si è verificata nel 2004 a Malta. In generale, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna disponevano del più alto numero di lavoratori migranti.

Tra il 2006 e il 2009, in Germania, Irlanda, Malta, Paesi Bassi e Svezia, i lavoratori altamente qualificati costituivano il secondo gruppo più grande tra i lavoratori migranti dopo i lavoratori qualificati; mentre in Austria, Belgio, Francia e Italia il secondo gruppo più numeroso di lavoratori migranti era composto da lavoratori scarsamente qualificati. In Finlandia, il secondo gruppo più numeroso di lavoratori migranti tra il 2004 e il 2006 era quello dei lavoratori altamente qualificati, mentre i lavoratori scarsamente qualificati erano al secondo posto nel 2007. Nella Repubblica slovacca, i lavoratori qualificati costituivano il secondo gruppo più numeroso tra il 2005 e il 2007, e rappresentavano il secondo gruppo più numeroso anche nel Regno Unito tra il 2004 e il 2009.

5.2.1.2. Analisi della classifica dei lavoratori migranti per occupazione specifica

Come mostrato nella tabella 6 sottostante, in Germania e in Irlanda il 10%, o più, dei lavoratori attivi nel settore dei lavori domestici e servizi di ristorazione era composto da migranti di paesi terzi in tutti gli anni dal 2004 al 2009. La stessa situazione si è verificata in Austria. In Francia, quasi il 10% dei lavoratori in questo settore era composto da migranti di paesi terzi. In Irlanda, tra il 2004 e il 2009, in media il 22% dei lavoratori nel settore era composto da cittadini dell'UE.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

89

Tabella 6 (1): Proporzione dei lavoratori nelle occupazioni selezionate, per Stato membro e per anno139

Professioni: Addetti ai lavori domestici e servizi di ristorazione, operatori sanitari (tranne infermieri), dottori, infermeria e ostetricia

Addetti ai lavori domestici e servizi di ristorazione (512)

Operatori sanitari (tranne infermieri) (222)

Dottori (2221) Professionisti in infermeria e ostetricia (223)

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE Cittadini nazionali Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Repubblica ceca

2004 0% 1% 99% 0% 3% 97% 0% 1% 99% 2005 1% 1% 99% 1% 3% 96% 0% 1% 99% 2006 1% 1% 98% 1% 4% 95% 0% 1% 99% 2007 1% 1% 98% 1% 7% 92% 0% 2% 98% 2008 1% 2% 97% 1% 8% 91% 0% 2% 98% 2009 1% 2% 97% 1% 6% 93% 0% 2% 98% Germania

2004 14% 21% 66% 0% 4% 96% 2005 2006 13% 9% 77% 1% 2% 97%

139 Fonte: Relazioni nazionali EMN e percentuali arrotondate al numero intero più vicino.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

90

2007 13% 9% 78% 1% 2% 96% 2008 13% 9% 78% 2% 3% 96% 2009 14% 9% 77% 2% 3% 94% Finlandia

2004 3% 1% 96% 1% 1% 97% 0% 0% 100% 2005 3% 1% 95% 1% 2% 97% 0% 0% 100% 2006 4% 1% 95% 1% 2% 97% 0% 0% 100% 2007 4% 1% 94% 1% 2% 97% 0% 0% 100% 2008 2009 Francia

2004 7% 3% 90% 2005 7% 3% 90% 2006 6% 3% 91% 2007 8% 2% 89% 2008 10% 3% 87% 2009 Ungheria*

2004 51% 49% 28% 72% 29% 71% 2005 79% 21% 30% 70% 34% 66% 2006 82% 18% 34% 66% 20% 80% 2007 88% 12% 8% 92% 31% 69% 2008 97% 3% 36% 64% 100% 0% 2009 89% 11% 38% 63% 33% 67%

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

91

Addetti ai lavori domestici e servizi di ristorazione (512)

Operatori sanitari (tranne infermieri) (222)

Dottori (2221) Professionisti in infermeria e ostetricia (223)

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE Cittadini nazionali Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Irlanda

2004 11% 9% 80% 15% 3% 82% 6% 3% 91% 2005 11% 14% 75% 10% 5% 85% 8% 3% 89% 2006 10% 18% 72% 11% 7% 82% 14% 4% 82% 2007 10% 23% 67% 11% 7% 81% 15% 4% 81% 2008 11% 24% 65% 18% 5% 77% 15% 5% 80% 2009 9% 23% 68% 13% 5% 82% 13% 4% 83% Malta

2004 4% 1% 95% 2% 0% 98% 0% 0% 100% 2005 3% 1% 96% 2% 1% 98% 0% 0% 100% 2006 6% 3% 91% 2% 1% 97% 0% 0% 100% 2007 6% 3% 91% 2% 1% 97% 1% 0% 99% 2008 7% 5% 89% 2% 1% 97% 1% 0% 98% 2009 5% 4% 91% 2% 1% 97% 1% 0% 98% Slovenia*

2004 2005 0% 100% 0% 100% 2006 0% 100% 0% 100% 2007 96% 4% 95% 5% 2008 99% 1% 98% 2% 2009 99% 1% 98% 2%

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

92

Repubblica slovacca*

2004 83% 17% 74% 26% 100% 0% 2005 88% 12% 53% 47% 88% 13% 2006 80% 20% 60% 40% 78% 22% 2007 71% 29% 62% 38% 36% 64% 2008 72% 28% 65% 35% 19% 81% 2009 69% 31% 72% 28% 33% 67% Spagna**

2005 77% 23% n.d. 97% 3% n.d. 97% 3% n.d. 85% 15% n.d.

2006 84% 16% n.d. 95% 5% n.d. 95% 5% n.d. 99% 1% n.d.

2007 67% 33% n.d. 99% 1% n.d. 99% 1% n.d. 82% 18% n.d.

2008 70% 30% n.d. 98% 2% n.d. 98% 2% n.d. 91% 9% n.d.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

93

2009 100% n.d. n.d. 100% n.d. n.d. 100% n.d. n.d. 100% n.d. n.d.

Regno Unito

2004 6% 5% 89% 14% 5% 81% 9% 2% 89% 2005 7% 6% 86% 17% 6% 77% 10% 3% 87% 2006 8% 6% 86% 19% 4% 77% 9% 3% 86% 2007 7% 7% 86% 16% 5% 79% 9% 3% 87% 2008 9% 7% 83% 16% 5% 79% 10% 2% 88% 2009 9% 7% 84% 16% 5% 79% 9% 3% 88%

* Le percentuali comprendono solo i cittadini UE e i cittadini di paesi terzi. ** Le percentuali comprendono solo i cittadini UE-12 e i cittadini di paesi terzi.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

94

Tabella 6 (2): Proporzione dei lavoratori nelle occupazioni selezionate, per Stato membro e per anno140

Professioni: Lavoratori qualificati nel settore agricoltura e pesca, architetti, ingegneri e professionisti collegati, personale docente, lavoratori in attività minerarie, edilizia, produzione e trasporti

Lavoratori qualificati nel

settore agricoltura e pesca (61)

Architetti, ingegneri e professionisti collegati (214)

Personale docente (23) Lavoratori in attività minerarie, edilizia, produzione e trasporti (93)

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Repubblica ceca

2004 3% 2% 95% 0% 2% 98% 1% 0% 99% 3% 5% 92% 2005 4% 2% 94% 0% 2% 98% 0% 1% 99% 11% 4% 85% 2006 4% 2% 95% 1% 3% 97% 0% 1% 99% 13% 5% 82% 2007 3% 2% 95% 1% 4% 96% 1% 1% 98% 18% 8% 74% 2008 4% 3% 93% 1% 4% 94% 1% 1% 98% 25% 8% 66% 2009 3% 3% 94% 1% 3% 96% 1% 1% 98% 20% 10% 70% Germania

2004 4% 5% 90% 2% 5% 93% 2% 5% 94% 18% 69% 2005 2006 3% 2% 95% 3% 3% 94% 2% 3% 95% 5% 83%

140 Fonte: Relazioni nazionali REM e percentuali arrotondate al numero intero più vicino.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

95

2007 4% 2% 95% 3% 3% 94% 2% 3% 95% 5% 82% 2008 3% 2% 95% 3% 3% 94% 2% 3% 95% 5% 82% 2009 3% 2% 95% 3% 3% 93% 3% 3% 94% 5% 83% Finlandia

2004 0% 1% 99% 1% 1% 98% 1% 1% 98% 1% 98% 100% 2005 0% 1% 99% 1% 1% 98% 1% 1% 98% 1% 98% 100% 2006 1% 1% 98% 1% 1% 98% 1% 1% 98% 1% 98% 100% 2007 1% 1% 98% 1% 1% 98% 1% 1% 98% 1% 97% 100% 2008 2009 Francia

2004 3% 2% 95% 0% 4% 96% 0% 1% 99% 0% 93% 2005 3% 2% 95% 0% 3% 97% 0% 94% 2006 1% 2% 97% 0% 2% 98% 0% 93% 2007 0% 2% 98% 0% 2% 98% 0% 1% 99% 0% 93% 2008 2% 0% 98% 0% 2% 98% 0% 1% 99% 0% 94% 2009 Ungheria*

2004 9% 91% 63% 37% 40% 60% 96% 2005 7% 93% 56% 44% 46% 54% 100% 2006 10% 90% 65% 35% 50% 50% 90% 2007 28% 72% 79% 21% 73% 27% 87% 2008 51% 49% 86% 14% 98% 2% 79% 2009 6% 94% 44% 56% 43% 57% 73%

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

96

Lavoratori qualificati nel settore agricoltura e pesca (61)

Architetti, ingegneri e professionisti collegati (214)

Personale docente (23) Lavoratori in attività minerarie, edilizia, produzione e trasporti (93)

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Cittadini nazionali

Irlanda

2004 -- -- 95% -- 8% 89% 2% 5% 93% 3% 6% 91% 2005 -- -- 90% 5% 9% 87% -- 5% 94% 4% 12% 84% 2006 -- -- 84% 5% 11% 85% 1% 5% 94% 4% 19% 77% 2007 -- -- 83% 4% 11% 86% 2% 5% 93% 2% 25% 73% 2008 -- 1% 81% 6% 11% 83% 2% 4% 94% 2% 23% 75% 2009 -- 8% 84% 3% 10% 87% 1% 4% 95% -- 22% 76% Malta

2004 0% 1% 99% 2% 3% 94% 1% 1% 99% 0% 100% 100% 2005 0% 0% 99% 3% 3% 94% 1% 1% 99% 0% 100% 100% 2006 1% 0% 99% 4% 5% 91% 1% 1% 99% 0% 99% 100% 2007 1% 0% 98% 3% 3% 94% 0% 1% 99% 0% 99% 99% 2008 1% 1% 98% 3% 3% 95% 1% 1% 98% 0% 98% 98% 2009 1% 0% 99% 2% 2% 95% 0% 1% 99% 0% 98% 98% Slovenia*141

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

97

2004 2005 0% 100% 0% 100% 100% 2006 0% 100% 0% 100% 100% 2007 94% 6% 77% 23% 2% 2008 97% 3% 86% 14% 0% 2009 97% 3% 87% 13% 0% Repubblica slovacca*

2004 46% 54% 13% 87% 49% 51% 55% 2005 58% 42% 12% 88% 46% 54% 74% 2006 44% 56% 14% 86% 44% 56% 79% 2007 47% 53% 19% 81% 44% 56% 94% 2008 65% 35% 21% 79% 39% 61% 84% 2009 54% 46% 20% 80% 43% 57% 79% Spagna**

2005 68% 32% n.d. 94% 6% n.d. 92% 8% n.d. 71% 29% n.d.

2006 71% 29% n.d. 96% 4% n.d. 94% 6% n.d. 76% 24% n.d.

2007 20% 80% n.d. 95% 5% n.d. 93% 7% n.d. 62% 38% n.d.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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2008 11% 89% n.d. 96% 4% n.d. 96% 4% n.d. 58% 42% n.d.

2009 100% n.d. n.d. 100% n.d. n.d. 100% n.d. n.d. 100% n.d. n.d.

Regno Unito

2004 1% 1% 98% 3% 2% 95% 3% 3% 94% 2% 2% 95% 2005 1% 1% 98% 3% 3% 94% 3% 3% 94% 2% 3% 95% 2006 1% 1% 98% 3% 2% 95% 2% 3% 95% 2% 6% 92% 2007 1% 1% 98% 4% 2% 94% 3% 3% 94% 3% 6% 91% 2008 1% 1% 98% 4% 3% 93% 3% 3% 94% 4% 8% 88% 2009 1% 2% 97% 4% 3% 93% 3% 3% 94% 3% 8% 89%

* Le percentuali comprendono solo i cittadini UE e i cittadini di paesi terzi. ** Le percentuali comprendono solo i cittadini UE-12 e i cittadini di paesi terzi.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

99

Note:

1. Per Francia, Germania, Regno Unito, Repubblica ceca, statistiche tratte dall'Indagine sulle forze di lavoro.

2. Per la Repubblica ceca, statistiche tratte dall'Indagine sulle forze di lavoro (cittadini nazionali) e dal sistema OK-prace del Ministero del lavoro e affari sociali (cittadini UE e di paesi terzi).

3. Per Finlandia, Malta, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna e Ungheria, disponibili ulteriori informazioni sulle fonti nella relazione nazionale.

4. Per l'Ungheria statistiche tratte dall'Ufficio centrale per le statistiche. 5. Per l'Irlanda, statistiche tratte dall'Indagine nazionale trimestrale sulle famiglie,

dall'Ufficio centrale per le statistiche. 6. Per il Lussemburgo, si stima che solo circa il 40% dei posti vacanti sia dichiarato

presso l'Agenzia per l'impiego. La situazione potrebbe cambiare con la riforma in programma dell'Agenzia per l'impiego.

Solo tre Stati membri (Germania, Irlanda e Spagna) hanno fornito dati sulle categorie di lavoratori nel servizio sanitario e di assistenza sociale. Mentre in Germania e in Spagna i migranti di paesi terzi rappresentavano solo una piccola percentuale della forza lavoro in questo settore (2004-2009), in Irlanda una media del 12% dei lavoratori in questo settore proveniva da paesi terzi, tra il 2004 e il 2009. In Austria, il personale infermieristico si inserisce al meglio nella categoria 323 ISCO-88 "settore infermieristico e di assistenza". In questo gruppo, più dell'11% del totale dei lavoratori era di cittadinanza estera nel 2009. I restanti Stati membri hanno fornito dati sulla forza lavoro costituita da medici e professionisti in infermeria e ostetricia. In Finlandia, Lituania, Malta e Repubblica ceca i medici erano in gran parte cittadini nazionali (2004-2009). Nel Regno Unito, tuttavia, i medici provenienti da paesi terzi rappresentavano il 10% del totale nel periodo 2004-2009. In Irlanda, più del 10% del personale infermieristico nel periodo 2006-2009 proveniva da paesi terzi. In tutti gli Stati membri che hanno fornito dati, il settore agricoltura e pesca ricorre in minima parte alla forza lavoro migrante. Gli Stati membri che fanno maggiore ricorso ai lavoratori migranti in questo settore sono la Repubblica ceca e la Germania. La situazione è analoga nei settori dell'architettura e ingegneria e nelle professioni relative all'insegnamento.

In Austria, Germania, Francia, Repubblica ceca, Spagna il numero di migranti provenienti da paesi terzi che lavorano nel settore minerario, edile, produttivo e dei trasporti è ben più elevato rispetto alla percentuale di cittadini di paesi terzi che lavorano in altri settori. In Lituania, i lavoratori di paesi terzi sono principalmente (oltre l'80%) impiegati nell'edilizia, trasporti e produzione. La percentuale più elevata di lavoratori di paesi terzi è rappresentata dagli autisti (2007 - 42%, 2008 - 35%, 2009 - 32% di tutti i permessi di lavoro).

In Slovenia, nei settori di agricoltura e pesca, insegnamento e settore minerario, edilizia, produzione e trasporti, medici e servizi domestici e di ristorazione, i migranti di paesi terzi sono maggiormente rappresentati rispetto ai cittadini UE nel periodo 2007-2009. In Ungheria, i cittadini UE rappresentano una percentuale di forza lavoro più ampia rispetto ai cittadini nazionali nel settore minerario, edile, produttivo e dei trasporti, il settore agricolo e della pesca e nelle professioni mediche e infermieristiche, tuttavia i migranti provenienti da paesi terzi rappresentano una maggiore percentuale di forza lavoro nel settore dei lavori domestici e di ristorazione, e nell'architettura e ingegneria.

In aggiunta alla tabella di cui sopra, nel 2009, in Italia una media del 21,5% dei lavoratori nel settore dei lavori domestici era costituita da cittadini UE e di paesi terzi (+1,4% dal

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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2008); 8,4% nel settore ristorazione e alberghiero (-0,7% dal 2008); 18,1% nel settore edile (-5,1% dal 2008). In Spagna, le principali occupazioni svolte da cittadini dell'UE e di paesi terzi che entravano nel paese nel periodo 2005-2009 consistevano in lavori nel settore minerario, edile, produttivo e dei trasporti e le occupazioni non qualificate nei servizi domestici e altro personale addetto alle pulizie. I lavoratori non qualificati erano anche nettamente presenti nel settore agricolo e della pesca. Questi tre gruppi di occupazioni rappresentavano il 70% del flusso totale di lavoratori stranieri nel 2005 e il 46% nel 2007.

5.2.1.3. Analisi della classifica dei lavoratori migranti per le prime dieci nazionalità

Come mostrato nella tabella 7, i dati sui lavoratori migranti provenienti da paesi terzi sono stati forniti per gli anni dal 2004 al 2009 per Austria, Bulgaria, Germania, Lituania, Lussemburgo, Malta, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Spagna e Ungheria; per il 2004 e 2008 in Finlandia; 2005 e 2009 in Slovenia e solo per il 2006 in Irlanda. Al fine di facilitare il paragone, sono stati scelti per queste tabelle gli anni 2004 e 2009, così da evidenziare i cambiamenti negli Stati membri durante questo periodo di cinque anni. Nei casi in cui le statistiche per tali anni non siano state disponibili, sono stati scelti altri anni per gli Stati membri in questione.

La Federazione russa rappresentava uno dei dieci gruppi più numerosi di migranti di paesi terzi in gran parte degli Stati membri che hanno fornito i dati. Essi costituivano il gruppo più numeroso di lavoratori di paesi terzi in Finlandia, nel 2004, rappresentando il 36% (6 759) della popolazione totale proveniente da paesi terzi nel 2004 e il 30% (9 601) nel 2009. I cittadini provenienti dall'Ucraina erano il gruppo più numeroso di lavoratori di paesi terzi in Lituania, Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Ungheria nel 2004. In Repubblica ceca, rappresentavano la maggioranza dei cittadini dei paesi terzi nel 2004, con 22 398 lavoratori (68% del totale) e 57 466 nel 2009 (63%). Anche in Ungheria nel 2004 rappresentavano un'ampia maggioranza (8 821 ossia il 58% del totale dei paesi terzi), anche se il numero è sceso a 7 590 (37%) nel 2009.

Le dieci principali nazionalità di migranti in Austria rappresentavano il 76% di tutti i cittadini stranieri nella forza lavoro nel 2009, sebbene la composizione delle qualifiche dei lavoratori variasse notevolmente a seconda dei paesi di origine. I paesi terzi presenti tra le prime dieci nazionalità comprendevano Serbia-Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Turchia e Croazia.

In Slovenia, i lavoratori migranti provenienti dall'ex-Jugoslavia (Bosnia ed Erzegovina, Serbia e Montenegro, Croazia e Macedonia) nel complesso rappresentavano il 95% dei lavoratori di paesi terzi nello Stato membro nel 2004 e 2009. Analogamente, in Lussemburgo, la Serbia, l'ex-Jugoslavia e Capo Verde rappresentavano i principali paesi di origine nel 2004 e 2009, anche se solo insieme costituivano il 18% del totale dei paesi terzi nel 2009. I migranti provenienti dalla Bosnia-Erzegovina rappresentavano anche uno dei 10 gruppi più numerosi a Malta, anche se rappresentavano solo il 6% (99) di tutti i cittadini di paesi terzi in questo Stato membro nel 2004 e il 4% (123) nel 2009.

I cittadini turchi risultano tra le nazionalità maggiormente rappresentate tra la forza lavoro in Bulgaria (2004 e 2009), Finlandia (2004 e 2008), Lituania e Malta (nel 2004 e 2009) e Ungheria (solo nel 2009). Ad esempio, questi cittadini erano la nazionalità più presente in Bulgaria, rappresentando oltre il 30% (191) della forza lavoro proveniente da paesi terzi nel 2004 e il 53% (367) nel 2009. In Finlandia, 881 cittadini turchi (5% del totale generale) lavoravano nel 2004, saliti a 1 529 nel 2009 (5%). In Germania, il numero di occupati provenienti da paesi terzi è aumentato da 1 901 000 nel 2004 a 1 937 000 nel

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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2009, e i cittadini provenienti dalla Turchia rappresentavano la maggioranza del gruppo di cittadini di paesi terzi (672 000 cittadini turchi).

In aggiunta alla tabella 7, in Belgio solo due paesi terzi, Turchia e Marocco sono stati inseriti tra le nazionalità più presenti tra il 2005 e il 2008. In Francia, la maggior parte dei lavoratori di paesi terzi proveniva dalla Turchia e dal nord Africa, con Algeria, Marocco e Tunisia rappresentavano il 28% dei cittadini di paesi terzi che lavoravano nello Stato membro nel 2008.

Dal continente asiatico, i cittadini provenienti dalla Cina erano tra i dieci gruppi più grandi in tutti gli Stati membri. In Finlandia, Malta e Ungheria (nel 2009) erano la seconda nazionalità più rappresentata, e la terza più rappresentata in Irlanda nel 2006. Oltre alle statistiche della tabella di cui sopra, i Paesi Bassi hanno registrato un aumento del numero di cittadini provenienti dalla Cina tra il 2007 e il 2009; questi cittadini rappresentavano il 38% dei permessi di soggiorno concessi per motivi di lavoro "dipendente" nel 2009, rispetto al 13% nel 2007.

I cittadini dei paesi terzi provenienti da Mongolia, Tailandia, Giappone e India comparivano inoltre tra i cinque principali gruppi di migranti in Finlandia, Malta, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Ungheria). Nel Regno Unito, i cittadini provenienti dall'India rappresentavano il 9% (77 162) del totale dei lavoratori di paesi terzi nel 2004 e sono saliti al 13% (156 875) della forza lavoro nel 2009.

I cittadini di paesi terzi provenienti dalle Filippine rappresentavano il gruppo più numeroso di cittadini extra-UE in Irlanda nel 2006, seguiti dai cittadini provenienti da India, Cina, Nigeria e Stati Uniti. I migranti provenienti da Filippine, India ed Eritrea erano anche notevolmente rappresentati a Malta nel 2009 e i cittadini provenienti dalla Libia costituivano uno dei gruppi più numerosi nel 2004. I cittadini provenienti dall'Australia costituivano un gruppo numeroso nel Regno Unito nel 2004 e 2009, rappresentando il 7% (60 249) del totale della forza lavoro proveniente da paesi terzi nel 2004 e il 5% (61 271) nel 2009.

Dal Sudamerica, i cittadini provenienti da Ecuador, Colombia, Argentina e Bolivia figuravano tra i primi dieci paesi di origine in Spagna nel 2005 e 2009, e l'Ecuador rappresentava il 22% e il 16% del totale dei lavoratori provenienti da paesi terzi, rispettivamente nel 2005 e nel 2009. Inoltre, i cittadini di paesi terzi provenienti dal Marocco rappresentavano quasi il 20% del totale dei lavoratori provenienti da paesi terzi nel periodo dal 2005 al 2009. In aggiunta alla tabella di cui sopra, nel 2008 in Portogallo, i lavoratori provenienti dal Brasile rappresentavano il 28,2% del totale dei lavoratori provenienti da paesi terzi. Sul totale dei lavoratori provenienti dal Brasile nel 2008, la stragrande maggioranza (95%) lavorava in qualità di dipendenti salariati, in gran parte con qualifiche di istruzione di base.

Nei Paesi Bassi, oltre alla Cina, anche gli Stati Uniti rappresentavano uno dei principali paesi di origine tra il 2007 e il 2009, anche se le cifre sono scese dal 14% al 9% dei permessi di soggiorno ricevuti dai lavoratori dipendenti tra il 2008 e il 2009. Altri cittadini di paesi terzi presenti tra i gruppi di maggioranza negli Stati membri provenivano dalla Moldova (in Repubblica ceca e Lituania) e dalla Bulgaria e Romania (in Lituania e Slovenia) nel 2004, prima del loro ingresso nell'UE quando erano ancora definiti come paesi terzi.

Per quanto riguarda gli Stati membri UE-2, oltre ai cittadini provenienti da Turchia, Ucraina e Federazione russa, che erano presenti in gran numero nel 2004 in Bulgaria, anche i

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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cittadini provenienti dagli Stati Uniti (7%) e dall'India (5%) rientravano tra i primi dieci paesi nel 2009.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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Tabella 7: Proporzione dei lavoratori provenienti da paesi terzi nei vari Stati membri per nazionalità di provenienza nel 2004 e 2009142

Anno Anno Anno Anno

AUSTRIA 2004 2009 LITUANIA 2004 2009

Serbia e Montenegro 57 920 25% Serbia e Montenegro 51 429 21% Cina 276 23% Bielorussia 597 41%

Bosnia-Erzegovina 53 724 23% Bosnia-Erzegovina 47 389 20% Bielorussia 192 20% Ucraina 669 27%

Turchia 40 004 17% Turchia 38 965 16% Federazione russa 124 13% Cina 103 9%

Croazia 31 142 14% Croazia 34 980 14% Ucraina 121 11% Federazione russa 218 6%

142 Sono stati scelti gli anni 2004 e 2009 al fine di evidenziare un paragone in seguito all’analisi delle statistiche.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

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Stati Uniti 14 8% Moldova 55 4%

Bulgaria 13 7% Turchia 87 3%

Kazakistan 53 3% Georgia 37 2%

Turchia 39 3% Stati Uniti 550 1%

Armenia 14 3% India 11 1%

Lettonia 11 2% Uzbekistan 11 0%

Totale paesi terzi 230 117 Totale paesi terzi 242 229 Totale paesi terzi 533 Totale paesi terzi 1 533

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BULGARIA 2004 2009 LUSSEMBURGO 2004 2009

Turchia 191 30% Turchia 367 53% Ex-Jugoslavia 977 17% Ex-Jugoslavia 1 255 15%

Ucraina 36 6% Vietnam 50 7% Bosnia-Erzegovina 873 15% Capo Verde 1 155 13%

Serbia e Montenegro 30 5% Federazione russa 48 7% Serbia 862 15% Serbia 1 107 13%

Federazione russa 28 5% Stati Uniti 48 7% Capo Verde 815 14% Bosnia-Erzegovina 994 12%

Bielorussia 17 3% India 32 5% Stati Uniti 421 7% Stati Uniti 556 7%

Ucraina 28 4% Cina 372 6% Cina 552 6%

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

106

Serbia 24 3% Svizzera 213 4% Brasile 539 6%

Brasile 15 2% Brasile 208 4% Marocco 383 5%

Macedonia 13 2% Marocco 208 4% Federazione russa 317 4%

Cina 7 1% Federazione russa 135 2% Svizzera 273 3%

Totale paesi terzi 622 Totale paesi terzi 692 Totale paesi terzi 5 084 Totale paesi terzi 7 131

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

107

REPUBBLICA CECA 2004 2009 MALTA 2004 2009

Ucraina 22 398 68% Ucraina 57 466 63% Serbia e Montenegro 241 14% Serbia e Montenegro 367 11%

Mongolia 1 585 5% Moldova 5 704 6% Cina 237 14% Cina 339 10%

Moldova 1 483 4% Mongolia 4 205 5% Libia 141 8% Filippine 331 10%

USA 1 160 4% Vietnam 3 670 4% India 138 8% India 198 6%

Federazione russa 1 078 3% Federazione russa 3 609 4% Federazione russa 129 7% Eritrea 163 5%

Bielorussia 815 2% Uzbekistan 1 972 2% Bosnia-Erzegovina

99 6% Federazione russa 148 4%

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

108

Giappone 528 2% Stati Uniti 1 647 2% Filippine 74 4% Turchia 125 4%

Macedonia 405 1% Cina 1 356 1% Iugoslavia 65 4% Bosnia-Erzegovina

123 4%

Cina 322 1% Bielorussia 1 235 1% Turchia 64 4% Libia 111 3%

Corea del Nord 285 1% Macedonia 946 1% Ucraina 49 3% Somalia 98 3%

Totale paesi terzi

33 037 Totale paesi terzi

91 565 Totale paesi terzi 1 735 Totale paesi terzi 3 369

FINLANDIA 2004 2008 SLOVENIA 2005 2009

Federazione russa 6 759 36% Federazione russa 9 601 30% Bosnia-Erzegovina

21 372 51% Bosnia-Erzegovina

38 957 50%

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

109

Cina 930 5% Cina 1 975 6% Serbia e Montenegro 7 873 19% Serbia e Montenegro 19 575 25%

Turchia 881 5% Thailandia 1 540 5% Croazia 6 884 16% Croazia 8 206 11%

Stati Uniti 785 4% Turchia 1 529 5% Macedonia 3 941 9% Macedonia 7 145 9%

Thailandia 704 4% India 1 190 4% Ucraina 762 2% Ucraina 1 101 1%

India 600 3% Stati Uniti 934 3% Cina 263 1% Cina 775 1%

Ex Serbia e Montenegro

508 3% Ucraina 825 3% Federazione russa 221 1% Federazione russa 435 1%

Somalia 434 2% Ex Serbia e Montenegro

733 2% Romania 143 0% Moldova 217 0%

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

110

Bosnia- Erzegovina

433 2% Vietnam 722 2% Moldova 128 0% Repubblica dominicana 193 0%

Vietnam 375 2% Bosnia- Erzegovina

637 2% Bulgaria 91 0% Thailandia 168 0%

Totale paesi terzi

18 859 31 983 Totale paesi terzi 42 301 77 908

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

111

GERMANIA 2004 2009 REPUBBLICA SLOVACCA

2004 2009

Turchia 684 000 36% Turchia 672 000 35% Ucraina 350 27% Ucraina 955 22%

Croazia 159 000 8% Croazia 155 000 8% Stati Uniti 197 15% Corea del Sud 571 13%

Serbia e Montenegro

133 000 7% Bosnia- Erzegovina

105 000 5% Corea del Sud 91 7% Vietnam 385 9%

Bosnia- Erzegovina

95 000 5% Federazione russa 104 000 5% Federazione russa 68 5% Stati Uniti 275 6%

Serbia 98 000 5% Giappone 41 3% Serbia 237 6%

Kosovo 71 000 4% Cina 36 3% Federazione russa 198 5%

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

112

Ucraina 57 000 3% Serbia 23 2% Giappone 130 3%

Stati Uniti 51 000 3% Macedonia 6 0% Cina 119 3%

Thailandia 3 0% Thailandia 89 2%

Vietnam 2 0% Macedonia 70 2%

Totale paesi terzi

1 901 000 Totale paesi terzi

1 937 000 Totale paesi terzi

1 292 Totale paesi terzi

4 306

UNGHERIA 2004 2009 SPAGNA 2005 2009

Ucraina 8 821 54% Ucraina 7 590 37% Ecuador 270 326 22% Marocco 219 419 19%

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

113

Serbia 1 082 7% Cina 3 264 16% Marocco 239 941 20% Ecuador 180 445 16%

Cina 894 5% Serbia 2 403 12% Colombia 130 173 11% Colombia 113 652 10%

Mongolia 655 4% Mongolia 1 055 5% Perù 60 139 5% Cina 74 826 6%

Giappone 431 3% Giappone 815 4% Cina 53 776 4% Perù 70 946 6%

USA 285 2% Vietnam 783 4% Argentina 53 438 4% Bolivia 69 955 6%

Thailandia 194 1% Thailandia 666 3% Bolivia 43 990 4% Argentina 46 122 4%

Vietnam 189 1% Turchia 475 2% Ucraina 36 839 3% Ucraina 32 983 3%

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

114

India 189 1% Stati Uniti 463 2% Repubblica dominicana

25 317 2% Repubblica dominicana

30 757 3%

Russia 178 1% India 401 2% Cuba 20 435 2% Brasile 23 678 2%

Totale paesi terzi

16 320 Totale paesi terzi

20 580 Totale paesi terzi

1 205 383 Totale paesi terzi

1 156 535

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

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IRLANDA 2004 2006 REGNO UNITO 2004 2009

Filippine - Filippine 6 807 11% India 77 162 9% India 156 875 13%

India - India 5 046 8% Australia 60 249 7% Sudafrica 80 879 7%

Cina - Cina 4 705 8% Sudafrica 56 415 6% Stati Uniti 66 359 6%

Nigeria - Nigeria 4 682 8% Stati Uniti 56 274 6% Pakistan 62 987 5%

Stati Uniti - Stati Uniti 4 594 7% Filippine 31 129 3% Australia 61 271 5%

Sudafrica - Sudafrica 3 124 5% Columbia 29 370 3% Filippine 58 159 5%

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

116

Brasile - Brasile 2 796 5% Zimbabwe 28 101 3% Nigeria 53 182 5%

Australia - Australia 2 752 4% Nuova Zelanda 26 446 3% Zimbabwe 40 414 3%

Federazione russa - Federazione russa 2 548 4% Pakistan 25 883 3% Hong Kong + Cina 34 151 3%

Pakistan - Pakistan 1 905 3% Iran 25 731 3% Nuova Zelanda 33 664 3%

Totale paesi terzi - Totale paesi terzi 61 327 Totale paesi terzi 905 124 Totale paesi terzi 1 163 736

Fonte: Relazioni nazionali punti di contatto REM

Note:

1. Per la Germania e il Regno Unito le statistiche sono tratte dall'Indagine sulle forze di lavoro. 2. Per la Repubblica ceca le statistiche sono prodotte dal sistema OK-prace del ministero per il Lavoro e affari sociali e l'Ufficio statistiche. 3. Per la Finlandia le statistiche sono tratte da Finlandia statistiche. 4. Per l'Ungheria le statistiche sono tratte dall'Ufficio per l'immigrazione e la nazionalità (OIN). 5. Per l'Irlanda le statistiche sono tratte dal Census 2006, dall'Ufficio centrale per le statistiche. 6. Per Bulgaria, Ungheria e Lituania consultare le relazioni nazionali per ulteriori informazioni sulle fonti delle statistiche. 7. Per la Lituania le statistiche sono prodotte dallo Scambio di forza lavoro lituano. 8. Per il Lussemburgo, le statistiche sono state prodotte dall'Ispettorato generale della sicurezza sociale (IGSS). Si prega di

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

117

notare che alcune persone non hanno una cittadinanza nei dati statistici dell'IGSS e non se ne conosce il motivo (214 persone nel 2004 e 486 persone nel 2009). Inoltre, non esistono norme per l'IGSS che specificano come indicare i casi in cui una persona ha più di una cittadinanza.

9. Per Malta le statistiche sono tratte dai dati fondati sulle forme di impegno alla Corporazione per l'impiego e la formazione. 10. Per la Slovenia le statistiche sono tratte dal Servizio per l'impiego della Slovenia. 11. Per la Repubblica slovacca le statistiche provenivano dall'Ufficio per il lavoro, affari sociali e famiglia. 12. Per la Spagna le statistiche provenivano dal Registro per la sicurezza sociale. Le statistiche si riferiscono a tutti i lavoratori

affiliati e registrati come occupati nel sistema di sicurezza sociale, al 31 dicembre di ogni anno.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

118

5.2.2. Analisi dell'afflusso di lavoratori migranti per categoria di qualifica143

Questa sezione contiene un'analisi dell'afflusso di lavoratori migranti per principale livello di qualifica occupazionale e per paese di origine. I dati relativi all'afflusso di migranti sono stati forniti da Belgio, Estonia, Finlandia, Francia, Germania,144 Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. I dati sono stati suddivisi a seconda della provenienza dei migranti da un paese terzo oppure da uno Stato dell'UE in tutti gli Stati membri, ad eccezione di Ungheria (2008), Irlanda145, Slovenia (2004-2005), Lituania e Svezia (2004-2009). Le statistiche relative ai lavoratori altamente qualificati, qualificati e scarsamente qualificati non sono disponibili per determinati anni in Belgio, Germania, Finlandia, Irlanda e Svezia. I gruppi di dati erano inoltre incompleti per le diverse categorie di qualifiche in Francia e Lituania. Estonia e Lituania sono riuscite a fornire dati solamente sull'afflusso totale di migranti di paesi terzi (ossia non per i cittadini dell'UE) nel periodo 2004-2009. I dati sul flusso di ricercatori erano disponibili solo per Francia, Germania, Malta e Repubblica slovacca (2004-2009), Repubblica ceca (2007-2009), Finlandia (2004-2007), Lituania (2008-2009), Spagna (2005-2009) e Svezia (2009). I dati sul flusso di lavoratori stagionali erano disponibili solo per Repubblica ceca e Ungheria (2004-2009), Francia (2008-2009), Lituania (2008-2009), Svezia (2009), Slovenia (2007-2009) e Spagna (2005-2009).

In Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia e Ungheria, i dati presentati relativi al flusso di lavoratori erano molto simili a quelli relativi alla classifica dei lavoratori. Per la Repubblica slovacca, ciò sembra collegarsi al fatto che i permessi di lavoro sono emessi solo per un periodo limitato, in tal modo i migranti sono tenuti a richiedere un nuovo permesso di soggiorno e di lavoro, atto che viene segnalato come un nuovo ingresso di un lavoratore. In Ungheria, ad esempio, le cifre relative ai migranti altamente qualificati erano estremamente simili con 2 375 lavoratori di paesi terzi entrati nello Stato membro nel 2009, rispetto ai 2 246 della classifica.

In Germania, le basi giuridiche per l'ammissione di cittadini di paesi terzi sono cambiate diverse volte negli ultimi anni. Di conseguenza, alcune parti dei dati sui flussi in entrata e uscita non sono coerenti.

In Irlanda, il salario annuale è utilizzato al posto della qualifica nella valutazione dei dati sui flussi.146 I dati salariali non sono disponibili prima del 2007. Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Slovenia, Spagna e Ungheria hanno introdotto una categoria di qualifica "non nota" per i migranti in entrata di cui non si conosceva il livello di qualifica. In Lussemburgo, la categoria "non nota" è molto importante e rappresentava l'80% di tutte le persone registrate per la sicurezza sociale nel 2004, il 20% nel 2009.

In Belgio e Finlandia, analogamente ai dati forniti sulla classifica dei lavoratori migranti in questi Stati membri, l'afflusso di migranti di paesi terzi era notevolmente più elevato per i lavoratori qualificati, seguiti dai lavoratori altamente qualificati. Anche in Repubblica ceca e Ungheria, analogamente ai dati della classifica dei lavoratori migranti in questi paesi, il flusso di lavoratori migranti è più elevato per i lavoratori qualificati, seguiti dai lavoratori scarsamente qualificati. Nella Repubblica slovacca, come per i dati relativi alla classifica, l'afflusso di lavoratori altamente qualificati era superiore a quello di lavoratori qualificati e scarsamente qualificati. Nel Regno Unito, i lavoratori altamente qualificati erano fortemente rappresentati nell'afflusso di cittadini di paesi terzi, analogamente alla classifica di lavoratori migranti.

In Slovenia, i dati relativi all'afflusso di lavoratori di paesi terzi differisce dai dati della classifica in quanto i dati sui flussi evidenziano i lavoratori qualificati come il gruppo più numeroso di migranti in entrata dopo

143 Le statistiche sull’afflusso rappresentano la quantità totale dell'immigrazione (meno l'emigrazione) dei cittadini di paesi terzi

durante il periodo di riferimento. A seconda degli Stati membri, questi dati rappresentano gli afflussi effettivamente registrati anche se in alcuni casi si tratta di semplici stime.

144 La Germania ha fornito dati sull’afflusso di cittadini di paesi terzi, in quanto il livello di qualifica dei cittadini UE non è registrato. 145 In Irlanda sono stati identificati solo i cittadini non SEE e UE-2. 146 Dati amministrativi relativi ai permessi di lavoro concessi.

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

119

coloro con qualifica "non nota". A Malta, come nei dati della classifica, il numero di cittadini dell'UE e di paesi terzi varia ogni anno in proporzione ad ogni livello di qualifica. Ad esempio, nel 2004 i lavoratori altamente qualificati provenienti dall'UE e da paesi terzi costituivano il gruppo più numeroso di migranti in ingresso, mentre nel 2008 si è ripetuta la medesima situazione per i cittadini dell'UE e i migranti dei paesi terzi erano principalmente qualificati.

In aggiunta alle statistiche degli Stati membri elencate in tabella 8, in Austria, 21 200 permessi di soggiorno sono stati concessi ai nuovi arrivati da paesi terzi nel 2008, dei quali 15 400 permessi sono stati concessi a persone intenzionate ad insediarsi147. Di questi 15 400, circa il 50% sono stati emessi sulla base di una quota per lavoratori altamente qualificati o per i familiari di un cittadino di un paese terzo insediato nello Stato membro senza una quota. Per quanto riguarda i nuovi permessi di soggiorno temporaneo, la maggioranza dei 5 900 permessi emessi nel 2008 erano destinati a cittadini di paesi terzi che svolgevano attività lavorative temporanee in Austria. In Bulgaria, sono stati concessi 692 permessi di lavoro a cittadini di paesi terzi nel 2009. In tal modo si è registrata una riduzione rispetto ai 1 452 permessi emessi nel 2008. In base alla qualifica, il numero più elevato di permessi di lavoro è stato concesso a lavoratori scarsamente qualificati (286) nel 2009. Per quanto riguarda i lavoratori qualificati, si è registrata una diminuzione da 864 soggetti (2008) a 188 (2009). Tabella 8: Afflusso nell'occupazione di lavoratori migranti, per categoria di livello di abilità, Stato membro e anno Stato membro Qualificazione Dati: 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Belgio Altamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

3 124 3 577 3 137

Cittadini UE 7 333 9 374 15 463

Qualificati Cittadini di paesi terzi

7 752 9 836 8 058

Cittadini UE 108 035 164 373 152 860

Scarsamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

248 393 354

147 I dati relativi ai flussi dei migranti in Austria si riferiscono al numero di permessi di soggiorno e di insediamento concessi ai

cittadini di paesi terzi.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

120

Cittadini UE 3 555 6 253 5 654

Totale cittadini di paesi terzi 11 124 13 806 11 549

Totale cittadini UE 118 923 180 000 173 977

Repubblica ceca Altamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

5 684 5 743 5 987 7 225 10 459 7 500

Cittadini UE 9 625 9 490 17 222 18 860 18 557 13 282

Qualificati Cittadini di paesi terzi

18 044 19 207 20 987 36 713 58 070 18 561

Cittadini UE 43 174 53 022 83 545 89 786 82 059 48 327

Scarsamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

13 142 22 873 26 388 44 158 70 979 44 756

Cittadini UE 13 945 24 261 37 579 49 941 49 239 28 642

Totale cittadini di paesi terzi 36 870 47 823 53 362 88 096 139 508 70 817

Totale cittadini UE 66 744 86 773 138 346 158 587 149 855 90 251

Germania Altamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

151 221 311

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

121

Cittadini UE

Qualificati Cittadini di paesi terzi

14 816

Cittadini UE

Scarsamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

8 405

Cittadini UE

Non nota Cittadini di paesi terzi

29 652 30 380 2 856

Cittadini UE

Totale cittadini di paesi terzi 29 803 30 601 26 388

Totale cittadini UE

Estonia Altamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Qualificati Cittadini di paesi terzi

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

122

Cittadini UE

Scarsamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Totale cittadini di paesi terzi 2 985 2 935 3 347 3 049 2 542 1 795

Totale cittadini UE

Stato membro Qualificazione Dati: 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Finlandia Altamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

477 507 623 760

Cittadini UE 608 621 658 780

Qualificati Cittadini di paesi terzi

413 624 639 1 043

Cittadini UE 826 908 1 167 1 609

Scarsamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

408 546 703 1 117

Cittadini UE 359 421 686 932

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

123

Totale cittadini di paesi terzi 1 298 1 677 1 965 2 920

Totale cittadini UE 1 793 1 950 2 511 3 321

Francia Altamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

917 981 1 111 1 254 3 124 3 953

Cittadini UE 72 88 78 50 25 13

Qualificati Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Scarsamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

Cittadini UE

Non nota Cittadini di paesi terzi

5 732 5 486 5 478 5 379 9 766 8 839

Cittadini UE 1 220 1 617 2 009 5 468 5 878 3 929

Totale cittadini di paesi terzi 6 649 6 467 6 589 6 633 12 890 12 792

Totale cittadini UE 1 292 1 705 2 087 5 518 5 903 3 942

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

124

Ungheria Altamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

1 271 2 181 2 612 2 387 2 375 1 271

Cittadini UE 1 227 2 058 2 049 1 370 1 227

Qualificati Cittadini di paesi terzi

4 277 5 512 6 052 6 182 6 174 4 277

Cittadini UE 8 402 8 839 8 078 4 591 8 402

Scarsamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

5 434 6 711 7 021 6 843 7 191 5 434

Cittadini UE 19 700 23 559 22 072 13 769 19 700

Non nota Cittadini di paesi terzi

6 172 814 1 500 1 651 1 849 6 172

Cittadini UE 31 945 20 496 19 528 17 530 24 217 31 945

Totale cittadini di paesi terzi 17 154 15 218 17 185 17 063 17 589 17 154

Totale cittadini UE 61 274 54 952 51 727 37 260 24 217 61 274

Irlanda Altamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

645 643 311

Cittadini UE-2 4 8 3

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

125

Qualificati Cittadini di paesi terzi

4 113 3 787 1 763

Cittadini UE-2 65 99 55

Scarsamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

2 791 3 361 1 268

Cittadini UE-2 46 38 146

Non nota Cittadini di paesi terzi

10 118 7 317 7 082 1 862 21 3

Cittadini UE-2 300 315 226 19

Totale cittadini di paesi terzi 10 118 7 317 7 082 9 411 7 812 3 345

Totale cittadini UE-2 300 315 226 134 145 204

Stato membro Qualificazione Dati: 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Cittadini di paesi terzi

477 507 623 760 Altamente qualificati

Cittadini UE 608 621 658 780

Finlandia

Qualificati Cittadini di paesi terzi

413 624 639 1 043

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

126

Cittadini UE 826 908 1 167 1 609

Cittadini di paesi terzi

408 546 703 1 117 Scarsamente qualificati

Cittadini UE 359 421 686 932

Totale cittadini di paesi terzi 1 298 1 677 1 965 2 920

Totale cittadini UE 1 793 1 950 2 511 3 321

Cittadini di paesi terzi

917 981 1 111 1 254 3 124 3 953 Altamente qualificati

Cittadini UE 72 88 78 50 25 13

Cittadini di paesi terzi

Qualificati

Cittadini UE

Cittadini di paesi terzi

Scarsamente qualificati

Cittadini UE

Francia

Non nota Cittadini di paesi terzi

5 732 5 486 5 478 5 379 9 766 8 839

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

127

Cittadini UE 1 220 1 617 2 009 5 468 5 878 3 929

Totale cittadini di paesi terzi 6 649 6 467 6 589 6 633 12 890 12 792

Totale cittadini UE 1 292 1 705 2 087 5 518 5 903 3 942

Cittadini di paesi terzi

1 271 2 181 2 612 2 387 2 375 1 271 Altamente qualificati

Cittadini UE 1 227 2 058 2 049 1 370 1 227

Cittadini di paesi terzi

4 277 5 512 6 052 6 182 6 174 4 277 Qualificati

Cittadini UE 8 402 8 839 8 078 4 591 8 402

Cittadini di paesi terzi

5 434 6 711 7 021 6 843 7 191 5 434 Scarsamente qualificati

Cittadini UE 19 700 23 559 22 072 13 769 19 700

Cittadini di paesi terzi

6 172 814 1 500 1 651 1 849 6 172

Ungheria

Non nota

Cittadini UE 31 945 20 496 19 528 17 530 24 217 31 945

Totale cittadini di paesi terzi 17 154 15 218 17 185 17 063 17 589 17 154

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

128

Totale cittadini UE 61 274 54 952 51 727 37 260 24 217 61 274

Cittadini di paesi terzi

645 643 311 Altamente qualificati

Cittadini UE-2

4 8 3

Cittadini di paesi terzi

4 113 3 787 1 763 Qualificati

Cittadini UE-2

65 99 55

Cittadini di paesi terzi

2 791 3 361 1 268 Scarsamente qualificati

Cittadini UE-2

46 38 146

Cittadini di paesi terzi

10 118 7 317 7 082 1 862 21 3

Irlanda

Non nota

Cittadini UE-2

300 315 226 19

Totale cittadini di paesi terzi 10 118 7 317 7 082 9 411 7 812 3 345

Totale cittadini UE-2 300 315 226 134 145 204

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129

Stato membro Qualificazione Dati: 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Cittadini di paesi terzi

250 314 263 261 295 301 Altamente qualificati

Cittadini UE

Cittadini di paesi terzi

303 715 2 099 3 957 4 939 1 232 Qualificati

Cittadini UE

Cittadini di paesi terzi

1

Lituania

Scarsamente qualificati

Cittadini UE

Totale cittadini di paesi terzi 553 1 029 2 362 4 218 5 234 1 533

Totale cittadini UE

Cittadini di paesi terzi

310 255 359 330 857 318 Altamente qualificati

Cittadini UE 406 305 528 551 1 290 937

Malta

Qualificati Cittadini di paesi terzi

231 403 780 847 1 898 602

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

130

Cittadini UE 125 171 546 723 1 180 754

Cittadini di paesi terzi

27 54 149 235 665 414 Scarsamente qualificati

Cittadini UE 16 31 88 145 476 536

Totale cittadini di paesi terzi 568 712 1 288 1 412 3 420 1 334

Totale cittadini UE 547 507 1 162 1 419 2 946 2 227

Cittadini di paesi terzi

3 232 Altamente qualificati

Cittadini UE

Cittadini di paesi terzi

1 027 Qualificati

Cittadini UE

Cittadini di paesi terzi

2 907

Svezia

Scarsamente qualificati

Cittadini UE

Totale cittadini di paesi terzi 7 166

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

131

Totale cittadini UE

Cittadini di paesi terzi

1 356 1 471 1 235 Altamente qualificati

Cittadini UE 259 306 173 141 346

Cittadini di paesi terzi

19 833 24 527 15 673 Qualificati

Cittadini UE 739 1 571 1 392 922 750

Cittadini di paesi terzi

16 989 20 272 12 613 Scarsamente qualificati

Cittadini UE 552 1 037 478 179 37

Cittadini di paesi terzi

22 507 39 045 29 226

Slovenia

Non nota

Cittadini UE 1 389 2 560 3 514 1 918 2 210

Totale cittadini di paesi terzi 60 685 85 315 58 747

Totale cittadini UE 2 939 5 474 5 557 3 160 3 343

Repubblica slovacca

Altamente qualificati

Cittadini di paesi terzi

958 718 1 075 1 269 1 269 1 288

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

132

Cittadini UE 1 994 2 320 1 432 1 842 1 842 1 985

Cittadini di paesi terzi

324 785 716 1 241 1 241 870 Qualificati

Cittadini UE 689 1 914 2 293 5 645 5 645 3 589

Cittadini di paesi terzi

17 92 50 156 156 210 Scarsamente qualificati

Cittadini UE 42 85 232 2 223 2 223 1 727

Totale cittadini di paesi terzi 1 299 1 595 1 841 2 666 2 666 2 368

Totale cittadini UE 2 725 4 319 3 957 9 710 9 710 7 301

Note:

1. Non sono fornite statistiche per i lavoratori stagionali e i ricercatori viste le diverse definizioni esistenti negli Stati membri.

2. Per il Belgio le statistiche sono tratte da LIMOSA. Sono stati condotti calcoli autonomi di categorizzazione delle qualifiche.

3. Per la Repubblica ceca le statistiche sono prodotte dal sistema OK-prace del ministero per il Lavoro e affari sociali.

4. Per la Finlandia le statistiche sono tratte da Finlandia statistiche. 5. Per l'Ungheria le statistiche sono state prodotte dal Servizio pubblico per l'impiego. 6. Per la Francia le statistiche provengono dall'Indagine sulle forze di lavoro. 7. Per la Germania le statistiche sono trarre dal Registro centrale dei cittadini stranieri. 8. Per l'Irlanda le statistiche sono tratte dalle statistiche amministrative del Dipartimento per l'impresa,

commercio e innovazione. 9. Per la Lituania le statistiche provengono dall'Ufficio per lo scambio di forza lavoro lituano e dal

Dipartimento per la migrazione. 10. Per il Lussemburgo le statistiche sono state prodotte dall'Ispettorato generale della sicurezza sociale

(IGSS). I dati "non noti" (ossia codici ISCO-88 mancanti) rappresentavano il 80% nel 2004, il 41% nel 2005, il 21% nel 2006, il 18% nel 2007, il 18% nel 2008 e il 20% di tutti i lavoratori registrati per la sicurezza sociale nel 2009.

11. Per Malta, Slovenia e Polonia sono disponibili ulteriori informazioni sulle fonti statistiche all'interno delle relazioni nazionali.

12. Per la Svezia e l'Estonia le statistiche sono prodotte dal Comitato per la migrazione. 13. Per la Repubblica slovacca le statistiche provengono dall'Ufficio per il lavoro, affari sociali e

famiglia. 14. Per la Spagna le statistiche si riferiscono ai permessi di soggiorno concessi ai cittadini di paesi terzi

durante l'anno. Dato che la categoria "cittadini UE" risulta sottostimata poiché comprende solo i cittadini dei nuovi Stati membri che hanno avuto necessità del permesso di lavoro durante la fase di

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

133

transizione, questa tabella comprende solo i cittadini di paesi terzi. 15. Per il Regno Unito le statistiche sono tratte dall'Indagine internazionale sui passeggeri (IPS). Le

statistiche sono relative al mese di giugno di ogni anno. I dati IPS relativi all'afflusso indicano le intenzioni di coloro che entrano nel Regno Unito, anziché le effettive attività svolte dai migranti.

5.2.2.1. Analisi dell'afflusso di lavoratori migranti per nazionalità

Per quanto riguarda la nazionalità dei migranti in ingresso negli Stati membri, la tabella 9 sottostante presenta i primi permessi concessi per attività remunerate da parte dei primi dieci paesi di cittadinanza a livello UE nel 2009, secondo dati forniti da Eurostat. I primi tre paesi di origine in generale erano India, Cina e Ucraina. Questo è ampiamente paragonabile ai risultati relativi alla classifica dei lavoratori di paesi terzi in Irlanda, Malta, Lituania, Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Ungheria in cui l'India (Irlanda, Regno Unito), la Cina (Irlanda, Malta, Ungheria) e l'Ucraina (Lituania, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Ungheria) figuravano tra i primi tre paesi di origine nel 2009. Questi tre paesi erano anche i principali paesi da cui i lavoratori accettavano lavoro per "altre ragioni economiche". Per quanto riguarda il numero di permessi di soggiorno concessi a lavoratori altamente qualificati nel 2009, i lavoratori provenienti da India e Stati Uniti erano i più numerosi. Questo è paragonabile ai dati presentati nella tabella 7 relativa alla classifica dei lavoratori per paese di origine, in cui i cittadini degli Stati Uniti rientravano tra i primi dieci paesi di origine nel 2009 in Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Ungheria. Inoltre, come descritto sopra, i cittadini indiani erano i più numerosi nel Regno Unito e i lavoratori altamente qualificati rappresentavano il gruppo più numeroso di lavoratori di paesi terzi nel 2009. Inoltre, il maggior numero di dirigenti altamente qualificati presenti in Lituania tra il 2005 e il 2009 proveniva da Bielorussia, Federazione russa, Cina, Turchia, Stati Uniti, Ucraina e Canada. Tra i paesi di origine individuati, Federazione russa, Cina, Stati Uniti e Canada erano fortemente presenti nella tabella Eurostat. In gran parte degli Stati membri in cui i dati sono stati suddivisi tra origine UE e da paesi terzi, i cittadini UE rappresentavano il gruppo in ingresso più numeroso. Tuttavia, in Francia, Lituania, Polonia e Spagna, il gruppo più numeroso era rappresentato dai cittadini provenienti da paesi terzi.

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Unità tematica C: Diritti dei cittadini e affari costituzionali

134

Tabella 9: Primi permessi (di soggiorno) emessi per attività remunerate, per primi dieci paesi di cittadinanza a livello UE e tipo di permesso lavorativo nel 2009

Principali paesi

Lavoratori altamente qualificati Ricercatori Lavoratori stagionali Altre ragioni economiche

India 63 240 India 11 764 Cina (compresa Hong Kong)

1 174 Albania 17 475 India 46 731

Cina 51 041 Stati Uniti 3 538 India 651 Marocco 8 197 Cina 45 452

Ucraina 45 778 Cina (compresa Hong Kong)

2 538 Stati Uniti 640 Thailandia 5 949 Ucraina 42 923

Stati Uniti 31 191 Pakistan 2 314 Brasile 295 India 3 951 Stati Uniti 26 842

Albania 27 044 Australia 2 168 Federazione russa

274 Moldova 3 100 Brasile 18 271

Marocco 24 378 Nigeria 1 390 Giappone 264 Ucraina 2 349 Moldova 17 290

Moldova 20 786 Sudafrica 1 320 Iran 248 Serbia 1 958 Filippine 16 456

Brasile 19 232 Giappone 1 108 Algeria 201 Colombia 1 528 Perù 16 208

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Relazione di sintesi della REM: Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l'immigrazione

135

Australia 18 104 Canada 1 087 Canada 189 Tunisia 1 480 Marocco 16 007

Filippine 17 077 Federazione russa

1 037 Messico 159 Macedonia 1 443 Australia 15 836

Totale 554 744 Totale 38 556 Totale 6 158 Totale 53 694 Totale 450 843

Fonte: dati Eurostat.

Note:

1. Il totale non comprende Cipro in quanto non sono disponibili dati.

2. Lavoratori altamente qualificati: non sono disponibili dati Eurostat per Bulgaria, Estonia, Italia, Cipro, Lituania, Polonia, Romania e Finlandia.

3. Ricercatori: non sono disponibili dati per Bulgaria, Cipro, Portogallo, Polonia, Romania, Finlandia e Regno Unito.

4. Lavoratori stagionali: non sono disponibili dati per Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania e Regno Unito.

5. Altre ragioni economiche: non sono disponibili dati per Bulgaria, Cipro, Romania.

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

136

5.2.3. Analisi dei posti vacanti negli Stati membri

Per quanto riguarda il numero di posti vacanti a seconda del livelli di qualifica, la tabella 10 sottostante traccia una panoramica dei posti vacanti tra il 2004 e il 2009 per lavoratori altamente qualificati, qualificati e scarsamente qualificati negli Stati membri.

Tabella 10: Posti di lavoro vacanti148 e tassi di posti vacanti149 dal 2004 al 2009150

Stato membro

Livello di qualifica Dati: 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Austria Altamente qualificati Posti vacanti 16 464

Tasso di posti vacanti

Qualificati Posti vacanti 8 119

Tasso di posti vacanti

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 6 489

Tasso di posti vacanti

Totale Posti vacanti 46 447 50 722 52 719

Tasso di posti vacanti

1,5 1,4 1,5

148 Un posto di lavoro vacante si definisce come un posto di nuova creazione, non occupato o prossimo a

diventare vacante: (i) per il quale il datore di lavoro si sta attivando per reperire un candidato adeguato al di fuori

dell’impresa in questione ed è disposto ad intraprendere ulteriori misure; e (ii) che il datore di lavoro intende occupare immediatamente o in un vicino futuro.

Secondo tale definizione, un posto vacante dovrebbe essere aperto a candidate esterni all’azienda. Tuttavia, ciò non esclude la possibilità per il datore di lavoro di nominare un candidato interno. Un posto vacante che è aperto solo ai candidati interni non dovrebbe essere trattato come posto di lavoro vacante.

149 Il tasso di posti vacanti (JVR) misura la percentuale dei posti vacanti totali, in linea con la sopra citata definizione di posto vacante, espressa come segue: JVR = numero di posti vacanti / (numero di posti occupati+numero di posti vacanti) * 100.

150 Statistiche fornite per gli anni dal 2004 al 2009, quando disponibili.

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Relazione di sintesi della EMN

137

Bulgaria* Altamente qualificati Posti vacanti 9 009 8 431 9 463 9 720

Tasso di posti vacanti

1,41 1,38 1,43 1,46

Qualificati Posti vacanti 9 623 9 813 12 148 10 840

Tasso di posti vacanti

0,87 0,83 0,98 0,83

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 2 542 1 520 2 628 2 240

Tasso di posti vacanti

0,7 0,4 0,7 0,6

Totale Posti vacanti 21 174 19 764 24 239 22 800

Tasso di posti vacanti

1,08 1,03 1,12 1,07

Repubblica ceca

Altamente qualificati Posti vacanti 9 827 16 974 21 207 15 691 9 643

Qualificati Posti vacanti 29 542 61 734 92 199 53 285 13 003

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 10 231 14 096 27 749 22 184 8 258

Totale Posti vacanti 49 600 92 804 141 155 91 160 30 904

Cipro* Altamente qualificati Posti vacanti 1 172 2 347 2 156

Tasso di posti vacanti

4,44 3,42 2,7

Qualificati Posti vacanti 1 139 7 864 8 005

Tasso di posti vacanti

1,11 6,41 5,72

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

138

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 631 3 109 2 281

Tasso di posti vacanti

1,5 6,8 4,8

Totale Posti vacanti 2 942 13 320 12 442

Tasso di posti vacanti

2,52 5,98 5,03

Estonia Altamente qualificati Posti vacanti 553 905 965 905 905 886

Qualificati Posti vacanti 3 881 6 539 9 694 6 539 6 539 3 561

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 1 418 2 186 3 121 2 186 2 186 656

Totale Posti vacanti 5 852 9 630 13 780 9 630 9 630 5 103

Finlandia* Altamente qualificati Posti vacanti 13 226 14 355 17 097 19 481 20 333

Tasso di posti vacanti

1,36 1,51 1,92 2,1 2,15

Qualificati Posti vacanti 19 258 21 498 25 438 27 202 25 461

Tasso di posti vacanti

2,79 2,07 2,66 2,79 2,57

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 3 806 4 276 5 909 5 268 5 752

Tasso di posti vacanti

1,9 2,1 3 2,6 2,7

Totale Posti vacanti 36 290 40 129 48 444 51 951 51 546

Tasso di posti vacanti

2,17 1,87 2,44 2,51 2,42

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Relazione di sintesi della EMN

139

Stato membro

Livello di qualifica

Dati: 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Grecia* Altamente qualificati

Posti vacanti 4 991 11 283 4 471

Tasso di posti vacanti

1,31 1,31 0,55

Qualificati Posti vacanti 12 372 36 579 17 209

Tasso di posti vacanti

0,87 2,24 1,17

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 6 132 11 909 11 093

Tasso di posti vacanti

3 5,1 5,7

Totale Posti vacanti 23 495 59 771 32 773

Tasso di posti vacanti

1,52 2,63 2,62

Ungheria* Altamente qualificati

Posti vacanti 14 698

Tasso di posti vacanti

1,62

Qualificati Posti vacanti 16 935

Tasso di posti vacanti

1,32

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 5 412

Tasso di posti vacanti

1,4

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

140

Totale Posti vacanti 37 045

Tasso di posti vacanti

1.45

Ungheria Altamente qualificati

Posti vacanti 1 424 1 691 1 209 1 069 753 885

Qualificati Posti vacanti 11 143 12 023 11 469 7 531 6 104 4 472

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 17 944 19 149 14 880 11 602 8 598 4 677

Totale Posti vacanti 30 511 32 863 27 558 20 202 15 455 10 034

Irlanda Altamente qualificati

Posti vacanti 10 096 14 641 20 929 21 490 16 345 11 395

Qualificati Posti vacanti 64 206 84 472 94 422 108 008 72 499 41 084

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 10 655 11 859 11 273 11 805 7 408 2 708

Totale Posti vacanti 84 957 110 972 126 624 141 303 96 252 55 187

Italia Altamente qualificati

Posti vacanti 9 380 14 400 12 390 9 870

Qualificati Posti vacanti 109 400 149 770 155 450 110 470

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 44 160 63 410 61 950 38 280

Totale Posti vacanti 162 940 227 580 229 790 158 620

Polonia Altamente qualificati

Posti vacanti 13 900 19 500 39 600 34 400 21 900

Qualificati Posti vacanti 25 400 45 200 137 300 100 900 36 100

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Relazione di sintesi della EMN

141

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 3 900 5 800 21 900 14 700 6 100

Totale Posti vacanti 43 200 70 500 198 800 150 000 64 100

Repubblica slovacca

Altamente qualificati

Posti vacanti 5 296 6 260 5 637 6 225 8 300 5 059

Qualificati Posti vacanti 5 708 7 214 8 613 11 743 12 518 8 998

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 399 533 978 1 225 2 004 1 490

Totale Posti vacanti 11 403 14 007 15 228 19 193 22 822 15 547

Spagna Altamente qualificati

Posti vacanti 56 185 61 916 49 671 45 414

Qualificati Posti vacanti 241 118 286 390 175 449 151 138

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 96 285 90 389 71 661 66 823

Totale Posti vacanti 393 588 438 695 296 781 263 375

Lettonia* Altamente qualificati

Posti vacanti 5 155 6 791 7 844 4 784

Tasso di posti vacanti

1,48 1,83 1,89 1,16

Qualificati Posti vacanti 5 782 10 295 10 026 4 564

Tasso di posti vacanti

1,31 2,36 2,27 1,07

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 1 030 1 991 2 097 1 046

Tasso di posti vacanti

1 1,7 1,7 0,8

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

142

Totale Posti vacanti 11 967 19 077 19 967 10 394

Tasso di posti vacanti

1,36 2,1 2,06 1,09

Lituania* Altamente qualificati

Posti vacanti 2 754 4 505 6 842 7 415

Tasso di posti vacanti

0,61 0,95 1,32 1,44

Qualificati Posti vacanti 4 210 12 361 16 728 11 839

Tasso di posti vacanti

0,75 2,41 3,09 2,18

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 674 2 232 2 889 2 403

Tasso di posti vacanti

0,4 1,4 1,9 1,6

Totale Posti vacanti 7 638 19 098 26 459 21 657

Tasso di posti vacanti

0,67 1,95 2,51 1,86

Stato membro

Livello di qualifica

Dati: 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Paesi Bassi* Altamente qualificati

Posti vacanti 88 900

Tasso di posti vacanti

Qualificati Posti vacanti 94 000

Tasso di posti vacanti

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143

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 17 500

Tasso di posti vacanti

Totale Posti vacanti 200 400

Tasso di posti vacanti

Romania* Altamente qualificati

Posti vacanti 37 353 38 633

Tasso di posti vacanti

2,68 2,68

Qualificati Posti vacanti 46 980 41 991

Tasso di posti vacanti

1,81 1,62

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 11 639 11 598

Tasso di posti vacanti

2 1,9

Totale Posti vacanti 95 972 92 222

Tasso di posti vacanti

2,17 2,1

Slovenia* Altamente qualificati

Posti vacanti 1 604 1 888 1 892 1 958 1 720

Tasso di posti vacanti

0.63 0,73 0,72 0,67 0,57

Qualificati Posti vacanti 3 070 3 860 4 353 4 939 4 316

Tasso di posti vacanti

0,87 1 1,15 1,32 1,1

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

144

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 1 312 1 476 1 736 1 977 1 786

Tasso di posti vacanti

1,6 1,8 2 2,1 1,8

Totale Posti vacanti 5 986 7 224 7 981 8 874 7 822

Tasso di posti vacanti

0,97 1,09 1,23 1,35 1,14

Regno Unito Altamente qualificati

Posti vacanti 39 464 31 839 39 066 60 070 68 354 56 688

Qualificati Posti vacanti 148 846 138 727 140 381 231 259 206 055 140 519

Scarsamente qualificati

Posti vacanti 87 885 66 237 64 019 98 631 105 519 56 156

Totale Posti vacanti 276 195 236 803 243 466 389 960 379 928 253 363

* Utilizzati dati Eurostat (risalenti a novembre 2010).

Note:

1. L'Italia ha fornito dati relativi all'esigenza annuale di ulteriore manodopera straniera suddivisi per qualifiche, tra cui i lavoratori stagionali per il 2008 e il 2009.

2. L'Estonia e la Polonia hanno inizialmente fornito dati raggruppati a seconda di una classifica corrispondente a quella ISCO-88. Il raggruppamento segue le specifiche di studio. Le forze armate sono escluse dalla tabella.

3. Germania, Lussemburgo e Lituania hanno fornito dati per i posti vacanti non occupati/nuovi posti vacanti basati sulla classifica NACE, il Portogallo basati sul CAE-REV. 3, tuttavia non è stato possibile raggruppare i dati a seconda del livello di qualifica. Per la Lituania, è stato invece possibile utilizzare i dati Eurostat.

4. Per l'Irlanda, i dati non sono cifre nazionali complete ed è necessario trattarli in maniera indicativa.

5. Per l'Austria, i dati per il 2004 fanno riferimento alla media dei trimestri 2-4 del 2004. I dati del 2005 fanno riferimento solo al primo trimestre del 2005. I dati per il 2009 sono tratti dall'Indagine sui posti vacanti del 2009.

Nel 2009, il numero di posti vacanti negli Stati membri variava da 5 103 (Estonia) a 263 375 (Spagna). Anche il Regno Unito ha registrato un elevato livello di posti vacanti (253 363). In Estonia, Irlanda, Italia, Polonia, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Spagna e Ungheria, il numero di posti vacanti è diminuito tra il 2008 e il 2009. Ad esempio, in Polonia, i posti vacanti sono scesi da 150 000 (2008) a 64 100 (2009). In Italia, si è registrata una diminuzione di quasi 70 000 posti vacanti, da 229 790 (2008) a 158 620 (2009).

Nella Repubblica ceca, i lavoratori qualificati rappresentavano il gruppo più numeroso di

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Relazione di sintesi della EMN

145

lavoratori migranti nel 2005, e il numero di posti vacanti per tale livello di qualifica era anche il più elevato nello stesso anno. Tra il 2006 e il 2009, i lavoratori scarsamente qualificati costituivano il gruppo più numeroso di lavoratori migranti in questo Stato membro, e i posti vacanti in tale ambito erano inferiori rispetto a quelli per lavoratori altamente qualificati. Tale esito potrebbe essere legato ai lavoratori di paesi terzi che hanno soddisfatto la domanda di forza lavoro scarsamente qualificata nello Stato membro, abbassando di conseguenza il numero di posti vacanti per tale livello.

In Spagna, il numero di posti vacanti per i lavoratori altamente qualificati è diminuito tra il 2007 e il 2009 da 61 916 (2007) a 45 414 (2009). Durante lo stesso periodo, il numero di lavoratori migranti nel settore altamente qualificato è aumentato da 37 427 (2007) a 43 394 (2009). Tale aumento potrebbe dimostrare che la domanda di forza lavoro è stata soddisfatta per i lavoratori altamente qualificati attraverso l'impiego di cittadini di paesi terzi. Ciononostante, il tasso di posti vacanti dimostra l'elevato valore delle occupazioni qualificate, indicando che esse, oltre ad essere la categoria che garantisce occupazione al maggior numero di persone in Spagna, sono anche quelle che generano più posti vacanti in relazione al numero di lavoratori già impiegati in tali occupazioni. Pertanto, la categoria qualificata presenta maggiori carenze rispetto alle altre categorie. A tale proposito, si può ipotizzare l'esistenza di una mancata corrispondenza di qualifiche a causa della mancanza di determinate competenze e abilità, fattore scatenante della disoccupazione strutturale in questi settori dell'economia.

Nel Regno Unito, il numero di lavoratori di paesi terzi altamente qualificati è aumentato da 534 740 nel 2007 a 561 270 nel 2009. Per quanto riguarda i posti vacanti per gli anni in questione, i posti vacanti altamente qualificati sono diminuiti da 68 354 (2008) a 56 688 (2009). Ciò dimostra che alcune carenze occupazionali sono state soddisfatte.

La tabella 11 sottostante illustra il numero di posti vacanti in base alle specifiche attività economiche secondo le categorie NACE151. Si noti come tali statistiche non siano paragonabili alle statistiche fornite nella tabella 6 sulla classifica dei lavoratori migranti per occupazioni specifiche, a causa delle differenze tra analisi occupazionali e analisi per attività economica (NACE). Tuttavia si possono proporre alcune considerazioni generali.

Secondo le attività NACE relative alle attività di alloggio e servizi alimentari, la Slovenia e la Repubblica slovacca hanno registrato pochi posti vacanti nel 2009 con un tasso dello 0,7 in entrambi gli Stati. Il basso numero di posti vacanti potrebbe essere ricondotto all'elevato numero di cittadini di paesi terzi che hanno occupato tali posti in quel determinato periodo. Per quanto riguarda la professione medica, nella Repubblica slovacca diversi cittadini di paesi terzi hanno assunto l'occupazione di medici, professionisti in infermeria e ostetricia. Nell'ambito delle attività sanitarie secondo il NACE, è stato registrato un tasso di posti vacanti pari allo 0,8.

Relativamente all'esistenza di un elevato numero di posti vacanti negli Stati membri a seconda del tipo di attività economica, è stato registrato un elevato numero di posti vacanti in Repubblica ceca in attività relative all'edilizia e all'industria, anche se si è verificato un calo tra il 2008 e 2009 nei numeri di posti vacanti nel settore edile, passano da 21 960 a 9 537. Non è chiaro dalle tabelle, tuttavia, se il numero di questi posti vacanti sia diminuito grazie ai cittadini di paesi terzi che lavorano in tali attività oppure a causa del coinvolgimento di altri fattori.

151 Nomenclature statistique des activités économiques dans la Communauté Européenne (NACE). Le statistiche

sono utilizzate per classificare l’attività economica dei datori di lavoro.

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

146

Tabella 11: Posti di lavoro vacanti, per numero e tasso, negli Stati membri per tipo di attività economica (NACE), 2008 e 2009

Stato membro Anno

Numero/Tasso

Tutte le attività NACE

Agricoltura, silvicoltura e pesca

Industria (tranne l'edilizia)

Edilizia Commercio all'ingrosso e al dettaglio, trasporti, alloggio e attività di servizi alimentari

Informazione e comunicazione

Attività finanziariee assicurative

Austria156 2009 Numero 52 719 n.d. 9 134 33 680

Tasso 1,5 n.d. 1,0 2,1

Bulgaria 2009 Numero 17 291 346 3 760 335 2 819 90 503

Tasso 0,7 0,5 0,6 0,2 0,4 0,2 1

Repubblica ceca

2009 Numero 48 883 2 291 10 602 9 537 10 044 952 830

Tasso 1,2 1,8 0,8 3 1,1 0,9 1

2008 Numero 139 701 4 621 53 689 21 960 27 309 2 639 1 097

Tasso 3,2 3,5 3,6 6,9 2,9 2,7 1,2

Estonia 2009 Numero : : 493 : 769 205 :

Tasso 0,9 0,5 0,4 0,4 0,6 1,4 0,7

2008 Numero 14 697 289 3 161 768 2 805 455 :

Tasso 2,5 1,9 2,3 1,4 1,8 3 1,7

Germania 2008 Numero 1 089 726 : : 38 871 94 960 : 12 681

Tasso 3,1 : : 2,0 1,7 : 1,1

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Relazione di sintesi della EMN

147

Lituania 2009 Numero 5 833 70 1 565 283 807 159 201

Tasso 0,5 0,2 0,7 0,3 0,2 0,7 1,1

2008 Numero 22 118 279 5 448 2 059 5 089 339 666

Tasso 1,7 0,9 2,1 1,7 1,3 1,4 3,2

Lussemburgo 2009 Numero 1 552 9 60 86 324 68 145

Tasso 0,5 0,7 0,2 0,2 0,4 0,5 0,4

Paesi Bassi 2009 Numero 124 400 1 800 8 900 6 000 30 400 5 500 7 200

Tasso 1,6 : : : : : :

Portogallo 2009 Numero : : 1 722 1 490 4 180 800 :

Tasso : : 0,2 0,4 0,5 1,4 0,2

2008 Numero : : 2 561 1 864 6 141 862 :

Tasso : : 0,4 0,5 0,7 1,5 0,3

Romania 2009 Numero 38 625 1 126 8 339 2 057 3 165 577 986

Tasso 0,9 1,4 0,6 0,6 0,3 0,5 1

2008 Numero 92 222 1 585 23 691 5 903 7 025 676 2 655

Tasso 1,9 1,8 1,6 1,5 0,6 0,6 2,5

Slovenia 2009 Numero 4 977 39 821 1 019 1 329 69 130

Tasso 0,6 0,7 0,4 1,2 0,7 0,3 0,5

2008 Numero 7 822 50 1 451 1 839 1 998 109 197

Tasso 0,9 0,9 0,6 2 1 0,5 0,8

Repubblica slovacca

2009 Numero 17 310 136 2 223 898 3 482 240 534

Tasso 1 0,3 0,5 0,7 0,7 0,6 1,5

2008 Numero 24 798 192 5 477 1 623 4 995 228 924

Tasso 1,3 0,3 1,1 1,2 1 0,6 2,6

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

148

Finlandia 2009 Numero : 554 3 439 1 934 7 986 : :

Tasso 1,6 1,6 0,9 1,5 1,7 2,4 0,8

Svezia 2009 Numero 33 587 207 3 345 1 534 6 735 2 174 714

Tasso 0,8 0,6 0,5 0,7 0,8 1,4 0,8

Regno Unito

2009 Numero : : 28 500 10 500 144 000 16 750 21 500

Tasso : : 1 0,8 1,9 1,7 2,1

2008 Numero : : 51 500 21 500 200 250 25 000 35 250

Tasso : : 1,7 1,5 2,6 2,4 3,3

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Relazione di sintesi della EMN

149

Tabella 11 (2): Posti di lavoro vacanti, per numero e tasso, negli Stati membri per tipo di attività economica (NACE) 2008 e 2009

attività (NACE), 2008 e 2009

Stato membro Anno Numero/Tasso Tutte le attività NACE

Attività immobiliari

Attività professionali, scientifiche e tecniche; attività amministrative e di supporto

Amministrazione pubblica e difesa; sicurezza sociale obbligatoria

Istruzione Attività sanitarie e di lavoro sociale

Arte, intrattenimento e svago; altre attività di servizi

Austria152

2009 Numero 52 719 (vedi a sinistra) 9 905

Tasso 1.5 (vedi a sinistra) 0.9

Bulgaria 2009 Numero 17 291 85 466 3 909 1 216 3 246 516

Tasso 0,7 0,5 0,3 3 0,7 2,5 0,9

Repubblica ceca

2009 Numero 48 883 2 942 5 384 1 581 1 003 2 642 1 076

Tasso 1,2 10,2 2,4 0,5 0,3 0,9 0,9

2008 Numero 139 701 6 415 12 931 2 153 1 657 3 120 2 112

Tasso 3,2 20,2 5,7 0,7 0,6 1 1,8

Estonia 2009 Numero : : 405 968 788 326 290

Tasso 0,9 0,5 0,9 2,7 1,4 0,9 1,7

2008 Numero 14 697 : 980 2 905 1 540 823 711

Tasso 2,5 0,8 2 7,5 2,6 2,4 3,9

Germania154 2008 Numero : 421 908 : 35 586 : : :

152 Per l’Austria, a causa di errori nei campioni, non è stato possibile mostrare i posti vacanti per singola sezione

NACE.

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

150

Tasso : 8,4 : 1,3 : : :

Lettonia 2009 Numero 2 375 73 264 802 94 213 79

Tasso 0,3 0,3 0,5 1,1 0,1 0,4 0,2

2008 Numero 10 559 267 814 2 413 701 925 376

Tasso 1 0.8 1.2 3 0.7 1.5 0.8

Lituania 2009 Numero 5 833 48 409 1 012 390 618 271

Tasso 0,5 0,3 0,5 1,2 0,2 0,6 0,8

2008 Numero 22 118 54 1 189 4 234 835 1 354 573

Tasso 1,7 0,3 1,3 4,7 0,5 1,4 1,5

Lussemburgo 2009 Numero 1 552 20 393 139 59 203 49

Tasso 0,5 1 0,9 0,4 2,3 0,8 0,7

Paesi Bassi 2009 Numero 124 400 1 100 20 700 13 600 3 800 20 300 5 000

Tasso 1,6 : : : : : :

Portogallo 2009 Numero : : 2 129 : 285 330 412

Tasso : 0,2 0,7 : 0,3 0,2 0,5

2008 Numero : : 2 812 : 401 381 424

Tasso : 0,2 0,9 : 0,5 0,3 0,5

Romania 2009 Numero 38 625 37 2 206 6 989 2 272 10 399 472

Tasso 0,9 0,2 0,8 2,1 0,6 3,4 0,7

2008 Numero 92 222 132 4 330 20 312 5 752 19 090 1 071

Tasso 1,9 0,6 1,6 6 1,4 6,3 1,6

Slovenia 2009 Numero 4 977 33 779 78 380 186 118

Tasso 0,6 0,8 1,1 0,2 0,6 0,4 0,4

2008 Numero 7 822 48 1 253 121 344 248 166

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151

Tasso 0,9 1,1 1,8 0,3 0,6 0,5 0,6

Repubblica slovacca

2009 Numero 17 310 37 514 7 359 450 1 114 323

Tasso 1 0,2 0,4 4,8 0,3 0,8 0,7

2008 Numero 24 798 128 964 8 369 420 990 488

Tasso 1,3 0,8 0,7 5,5 0,3 0,7 0,9

Finlandia 2009 Numero : : 4 720 1 732 2 277 7 413 1 730

Tasso 1,6 1,8 1,7 1,1 1,2 2,3 1,8

Svezia 2009 Numero 33 587 520 6 773 1 283 3 130 4 914 2 251

Tasso 0,8 1 1,6 0,9 0,8 0,5 1,7

Regno Unito 2009 Numero : 6 000 53 250 25 000 54 500 64 250 20 000

Tasso : 1,9 1,4 1,7 2,2 1,8 1,6

2008 Numero : 8 000 90 250 26 750 55 000 77 500 25 750

Tasso : 2,4 2,2 1,8 2,2 2,2 2,1

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152

6. COOPERAZIONE CON I PAESI TERZI PER LA MIGRAZIONE ECONOMICA

Questa sezione fornisce una panoramica della cooperazione tra gli Stati membri e i paesi terzi ai fini della migrazione economica. Dapprima si descrivono gli accordi di cooperazione in atto con i paesi terzi, e i loro effetti sulla migrazione di forza lavoro (sezione 6.1). In seguito, si affrontano i meccanismi in atto per impedire la fuga di cervelli e lo spreco di cervelli (sezione 6.2). A livello UE, gli accordi di cooperazione pertinenti comprendono partenariati di mobilità,153 che finora sono stati firmati con Moldova e Capo Verde (maggio 2008) e con la Georgia (novembre 2009), e i negoziati in corso con l'Armenia e il Ghana. Questi partenariati di mobilità, che puntano a migliorare la gestione dei flussi migratori e a combattere l'immigrazione clandestina, si concentrano anche sul fornire ai cittadini provenienti da tali paesi un migliore accesso all'UE. Essi comprendono una serie di impegni da parte dei paesi firmatari, tra cui la riammissione di cittadini e cittadini di paesi terzi che hanno attraversato il loro territorio prima di arrivare negli Stati membri dell'UE, l'organizzazione di campagne mirate di informazione per disincentivare l'immigrazione clandestina, rafforzando i controlli alle frontiere e intensificando la lotta ai documenti fraudolenti. Per quanto riguarda la migrazione di forza lavoro, l'UE concede ai cittadini dei paesi terzi coinvolti maggiori possibilità di mobilità verso l'UE, compreso l'accesso facilitato ai mercati del lavoro degli Stati membri, trattamenti più favorevoli in termini di condizioni di ammissione per determinate categorie di migranti e misure per ridurre la fuga di cervelli. L'UE ha inoltre attribuito un'enfasi crescente sulla "migrazione circolare" e la Commissione ha finanziato diversi progetti pilota in tale ambito, creando cooperazioni tra gli Stati membri e i paesi terzi. Le forme di migrazione circolare e temporanea sono l'oggetto di un altro studio REM condotto nel 2010.154

6.1. Accordi di cooperazione con i paesi terzi

Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria hanno firmato accordi di cooperazione con paesi terzi, tuttavia molti di questi non sono direttamente correlati alla migrazione di forza lavoro. Irlanda, Lituania e Paesi Bassi hanno riconosciuto che la cooperazione con i paesi terzi nel settore della migrazione di forza lavoro non era ad uno stadio avanzato. La Lituania e i Paesi Bassi hanno dichiarato che queste politiche dovevano essere ulteriormente sviluppate.

Austria, Belgio, Lituania e Paesi Bassi hanno mantenuto in passato accordi di cooperazione per assistere i lavoratori migranti in ingresso nello Stato membro e, infine, hanno conseguentemente contribuito a modellare le politiche relative alla migrazione di forza lavoro. L'Austria ha istituito centri locali di reclutamento in Turchia e nell'ex-Jugoslavia, in seguito all'accordo Raab-Olah nel 1961 per stabilire un sistema di rotazione dei cosiddetti "lavoratori ospiti." Il Servizio austriaco di migrazione della forza lavoro ha reclutato principalmente personale per i settori dell'edilizia, industria e agricoltura; e sempre più donne per i settori tessile, sanitario e dei servizi. Inoltre, durante l'"era dei lavoratori ospiti" negli anni '60, il Belgio ha concluso una serie di accordi internazionali di

153 Questo partenariato è volto a fornire il quadro generale per la gestione delle diverse forme di movimento

legale tra l’UE e i paesi terzi. Tali partenariati sono stipulati con paesi terzi che si impegnano a combattere l’immigrazione clandestina e che dispongono di effettivi meccanismi di riammissione.

154 Lo studio REM 2010 sulla migrazione temporanea e circolare ha l’obiettivo di comprendere le caratteristiche della migrazione di forza lavoro temporanea e degli schemi migratori circolari/ripetitivi dei cittadini di paesi terzi. Tutte le relazioni nazionali per questo studio REM sono disponibili all’indirizzo http://www.emn.europa.eu alla voce "EMN Studies".

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impiego, tra cui accordi con Algeria, Jugoslavia, Turchia e Marocco che contenevano previsioni relative alle esigenze del Belgio di forza lavoro e per la selezione e migrazione di lavoratori. Questi accordi contenevano in aggiunta condizioni relative a salari, residenza e alloggio.

6.1.1. Accordi di cooperazione relativi a occupazione e migrazione di forza lavoro

Diversi Stati membri (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Spagna) hanno concluso accordi di cooperazione che si concentrano nello specifico su occupazione e migrazione di forza lavoro. In molti di questi Stati membri (Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Portogallo, Repubblica ceca, Slovenia, Spagna), gli accordi in corso con paesi terzi si fondano principalmente su legami storici e/o di prossimità (ad esempio i paesi confinanti). Ad esempio, la Francia ha stipulato accordi per la gestione concertata dei flussi migratori con le ex colonie, come il Senegal e il Camerun. Tali accordi mirano a semplificare le procedure di ammissione per i dipendenti e i lavoratori temporanei determinando, per ogni paese, un numero di occupazioni per le quali la situazione occupazionale non può essere utilizzata allo scopo di impedire il soggiorno. Le liste, concordate con questi Stati, sono aggiunte alla lista di 30 occupazioni, come precedentemente descritto nella sezione 4.1.1. Inoltre, per quanto riguarda la migrazione circolare, è stato concluso un accordo sul soggiorno e la migrazione circolare di professionisti tra Francia e Mauritius. Nella Repubblica ceca esisteva, prima dell'adesione, una stretta cooperazione con i principali paesi di migrazione economica nell'ambito dei trattati internazionali con l'Ucraina e la Repubblica slovacca. Anche la Finlandia ha stipulato un accordo con la Federazione russa, in cui il ministero degli Affari esteri garantisce il finanziamento della cooperazione regionale tra la Finlandia orientale e la Repubblica di Carelia per promuovere la mobilità di studenti e lavoratori qualificati tra le due regioni confinanti.

In Germania sono stati stipulati accordi bilaterali con la maggior parte dei paesi dell'Europa centrale e orientale, relativi all'accesso al mercato del lavoro. Fondati sui sistemi delle quote, essi comprendevano accordi sui lavoratori a contratto, consentendo alle aziende di inviare lavoratori in Germania per un periodo limitato di tempo al fine di completare un lavoro in cooperazione con un'azienda tedesca.155 Sono stati inoltre stipulati accordi relativi all'impiego di lavoratori ospiti, fino a 18 mesi, al fine di sottoporsi a una formazione professionale e linguistica avanzata. Tali accordi sono stati solo parzialmente utilizzati in Germania, con solamente 742 collocamenti di lavoratori ospiti nel 2008, su una quota stabilita di 11 050.

La Slovenia ha stilato una bozza di accordo bilaterale con la Bosnia-Erzegovina sull'occupazione nel 2010, mentre nel 2008 è stato ratificato un accordo bilaterale con la Macedonia. In Italia sono assegnate quote preferenziali a specifiche categorie di lavoratori provenienti da paesi terzi. Tale trattamento è riservato in particolare a cittadini provenienti da paesi con i quali l'Italia ha concluso (o è in procinto di concludere) accordi bilaterali per regolare i flussi in ingresso per ragioni occupazionali (in particolare la Repubblica di Moldova, Marocco ed Egitto) e/o ha firmato accordi sulla procedura di riammissione.

155 Questo quadro impone un limite al numero di lavoratori che possono essere inviati sulla base di una quota,

adattabile agli sviluppi del mercato del lavoro ogni anno. Ad esempio, nel periodo tra ottobre 2008 e settembre 2009, la quota comprendeva 46 740 lavoratori in tutti gli stati firmatari. Tuttavia, queste quote sono state utilizzate solo parzialmente con 16 576 lavoratori a contratto impiegati in Germania nel 2008.

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154

La Lituania partecipa al partenariato di mobilità UE con Moldova e Georgia. La partecipazione a tali partenariati è in linea con le Linee guida lituane sull'immigrazione, le quali stabiliscono che la politica di immigrazione deve essere selettiva ed è necessario attribuire priorità geografica ai lavoratori provenienti da Bielorussia, Ucraina, Moldova e Caucaso meridionale. Tale preferenza è dovuta a legami storici esistenti tra questi paesi. In aggiunta, è stato firmato un accordo con l'Ucraina sull'impiego reciproco di cittadini. Nel 1999, è stato stipulato un accordo con la Federazione russa sull'impiego temporaneo dei cittadini. Entrambi gli accordi si concentrano sui lavoratori altamente qualificati e forniscono una serie di determinate tutele sociali che non sarebbero valide per cittadini di altri paesi in quanto prevedono, ad esempio, l'indennità di licenziamento. Il ricorso a tali accordi è, tuttavia, diminuito nel corso degli ultimi anni a causa dell'aumentata flessibilità del mercato del lavoro e dei relativi regolamenti negli Stati membri.

In Polonia sono stati conclusi diversi accordi con paesi terzi, tra cui Bielorussia, Federazione russa e Ucraina, sebbene siano stati annullati a seguito dell'adesione all'UE. Gli accordi bilaterali più significativi, con l'Ucraina e la Bielorussia, riguardavano l'impiego reciproco di lavoratori, anche se tali accordi non sono mai stati virtualmente utilizzati.

In Portogallo è stato firmato un accordo con il Brasile nel 2003, denominato accordo "Lula", volto a semplificare la migrazione di cittadini e dei loro familiari da entrambi i paesi per intraprendere un'attività professionale salariata. È stata introdotta una procedura amministrativa rapida per il rilascio dei visti, nonché lo scambio di informazioni tra gli enti responsabili delle opportunità di lavoro.

In Spagna gli accordi firmati con i paesi terzi mirano a regolare i flussi migratori di forza lavoro in maniera ordinata e coerente.156 Si applica un approccio integrale alla migrazione affrontando un'ampia gamma di tematiche, tradizionalmente le seguenti: migrazione di forza lavoro, migrazione clandestine, integrazione e cooperazione allo sviluppo.

Oltre ai sopraccitati accordi di cooperazione, Repubblica ceca, Italia, Portogallo e Paesi Bassi hanno sviluppato rapporti con paesi terzi, che consistono nel fornire informazioni e consulenza ai migranti interessati a trasferirsi in questi Stati membri. A tale proposito, la Repubblica ceca ha intrapreso una serie di iniziative con l'Ucraina. Queste comprendono un accordo destinato nello specifico a ridurre l'influenza della criminalità organizzata, sviluppando strategie occupazionali rivolte ai potenziali immigrati ucraini. Tali strategie comprendevano la creazione di centri di consulenza in cui le persone interessate ad entrare in Repubblica ceca possono ricevere non solo informazioni sull'ingresso legale, ma anche assistenza diretta, qualora necessario, nella compilazione di tutti i documenti necessari per lavorare.157 Nel 2007, è stato attuato un progetto pilota in tre regioni dell'Ucraina, che comprendeva la creazione di centri di informazione per persone interessate a lavorare in Repubblica ceca. Inoltre, in caso di interesse da parte di datori di lavoro cechi, sono stati creati "percorsi di reclutamento", ossia collegamenti diretti, al fine di facilitare il contatto tra i lavoratori ucraini e i datori di lavoro cechi per il reclutamento in Repubblica ceca. Il progetto è stato valutato, in generale, come uno dei possibili strumenti per prevenire la migrazione illegale, ma non è stato portato avanti.

156 Entro la fine del 2009, la Spagna ha firmato 14 accordi bilaterali per regolare la migrazione, nove in Africa

(Repubblica del Niger, Repubblica di Guinea-Bisau, Repubblica del Mali, Guinea, Gambia, Capo Verde, Mauritania, Marocco, Mali) e cinque in sud America (Colombia, Perù, Bolivia, Ecuador, Repubblica dominicana).

157 Per attuare tale strategia, è stato sviluppato un progetto di beneficenza intitolato “Prevenzione dello sfruttamento della forza lavoro sul mercato del lavoro europeo orientato alla Repubblica ceca”. È stato sostenuto dalle autorità ceche.

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L'Irlanda ha intrapreso progetti di reclutamento relativi al reclutamento di personale infermieristico nelle Filippine, in India, Bahrain e Singapore. In Italia, sono stati firmati accordi quadro di cooperazione, come descritto anche nella sezione 3.2, con Moldova, Marocco ed Egitto, coinvolgendo tutte le tipologie di lavoratori e con un accordo analogo in fase di trattativa con la Tunisia. Tali accordi hanno contribuito a migliorare la selezione di cittadini qualificati di paesi terzi, per soddisfare in maniera migliore le esigenze del mercato del lavoro italiano. Gli accordi quadro hanno contribuito all'adozione di standard specifici di formazione professionale nei paesi di origine. In Portogallo, è stato istituito nel 2008 il CAMPO (Centro di sostegno per gli immigrati nel paese di origine), nell'ambito d'azione del Comitato paritetico tra Portogallo e Capo Verde, al fine di fornire informazioni ai potenziali migranti tramite servizi personalizzati, per promuovere la migrazione economica legale.

I Paesi Bassi hanno sviluppato progetti con il sud Africa e l'Indonesia, grazie ai quali i lavoratori migranti che abbiano completato gli studi superiori vivono e lavorano nei Paesi Bassi per un massimo di due anni. Sono state selezionate occupazioni specifiche per questo progetto, prendendo in considerazione la domanda in rapido cambiamento del mercato del lavoro. Nell'ambito di questo progetto, il rientro svolgeva un ruolo significativo, anche se non regolamentato nella legislazione nazionale, in quanto i migranti possono utilizzare l'esperienza acquisita per rafforzare la propria posizione sul mercato del lavoro nel paese di origine, oppure per avviare la propria attività. Per quanto riguarda i precedenti progetti pilota nei Paesi Bassi, quelli con le Filippine e il sud Africa, che miravano a portare personale nel settore assistenziale nei Paesi Bassi, non hanno avuto esiti positivi vista l'inaffidabilità degli intermediari, incomprensioni relative ai livelli di istruzione ed esperienza professionale, nonché differenze culturali e problemi linguistici. Gli insegnamenti appresi hanno aiutato i Paesi Bassi a sviluppare ulteriori cooperazioni con paesi terzi. Il progetto pilota incoraggia i lavoratori migranti a sviluppare una maggiore autosufficienza e a massimizzare il proprio sviluppo individuale, contribuendo a ridurre la fuga di cervelli e aiutando lo sviluppo dei paesi di origine. Tale progetto pilota è volto ad ampliare e intensificare la cooperazione olandese con i paesi di origine.

Sono stati realizzati anche altri accordi relativi all'occupazione, seppur non direttamente al fine di soddisfare la domanda di lavoro, in Finlandia, Francia e Lituania. La Finlandia coopera sia con il Vietnam, sia con la Federazione russa relativamente alla migrazione di forza lavoro. In Vietnam, è stato nominato un coordinatore finlandese della forza lavoro, per un periodo di due anni, per contribuire allo sviluppo della migrazione di forza lavoro con questo paese. Anche la Francia ha realizzato un accordo con la Federazione russa sulla cooperazione economica.

6.1.2. Accordi di cooperazione relativi a gruppi specifici di migranti

Belgio, Estonia, Francia, Germania, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Spagna, Svezia e Ungheria hanno avviato accordi con paesi terzi relativi a gruppi specifici di lavoratori migranti. Tali gruppi sono indicati di seguito:

Lavoratori durante le vacanze - Repubblica ceca; Lavoratori distaccati - Belgio; Lavoratori stagionali - Bulgaria, Germania, Portogallo, Spagna; Giovani lavoratori - Bulgaria, Estonia, Francia, Lituania, Repubblica ceca,

Repubblica slovacca, Svezia, Ungheria; Lavoratori a contratto/lavoratori ospiti - Germania; Tirocinanti - Lituania, Repubblica slovacca; Stagisti - Bulgaria,

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Operatori assistenziali - Bulgaria, Paesi Bassi Operatori sanitari - Regno Unito e Lavoratori nel settore alberghiero e di ristorazione - Bulgaria.

Tali accordi sono brevemente presentati di seguito.

Per quanto concerne i lavoratori durante le vacanze, la Repubblica ceca ha concluso trattati per lo scambio reciproco di lavoratori per motivi di vacanza con la Nuova Zelanda. Nell'ambito del trattato di "lavoro vacanza", i cittadini della Nuova Zelanda non hanno bisogno di un permesso di lavoro per poter lavorare nello Stato membro.

In Belgio, il crescente numero di lavoratori distaccati ha influenzato gli accordi e sono stati stipulati nuovi trattati di "sicurezza sociale" con India, Giappone, Uruguay e Corea del sud, al fine di semplificare l'invio di lavoratori da questi paesi.

Per quanto riguarda i lavoratori stagionali di paesi terzi, gran parte dei quali sono impiegati come addetti alla raccolta nel settore agricolo, l'ammissione di tali lavoratori in Germania è vincolata alla conclusione di accordi bilaterali di collocamento tra l'Agenzia federale per l'impiego e le autorità per il lavoro nei paesi di origine.158 In Spagna, molti accordi bilaterali sono destinati nello specifico a lavoratori stagionali migranti, con disposizioni che stabiliscono, come pre-requisito per essere assunti, che i migranti debbano impegnarsi a rientrare nel proprio paese di origine alla scadenza del permesso. Inoltre, si garantisce un trattamento preferenziale per la partecipazione a processi di reclutamento successivi. Sono inoltre presenti disposizioni relative all'esame delle richieste di permessi di lavoro e soggiorno per lavoratori stagionali che abbiano lavorato nello Stato membro per un periodo di quattro anni.

Nel 2004, la Bulgaria ha firmato un accordo specifico con la regione Lombardia in Italia relativo alle infermiere. La Bulgaria ha inoltre realizzato un accordo specifico con la Germania per il reclutamento di cittadini bulgari in qualità di lavoratori domestici e/o nel settore alberghiero e di ristorazione.

Bulgaria, Estonia, Francia, Lituania, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Svezia e Ungheria hanno concluso accordi bilaterali analoghi sulla circolazione dei giovani. Tali accordi, in molti casi, influenzano indirettamente il mercato del lavoro, in quanto ai giovani è consentito lavorare in questi Stati membri. In Estonia, Repubblica slovacca e Ungheria, gli accordi sono relativi a schemi di vacanze lavoro che consentono ai giovani tra i 18 e 35 anni di viaggiare e lavorare in un altro paese secondo condizioni semplificate. Questi soggetti possono ricevere un visto con durata massima di un anno che, anche se inizialmente ideato per lezioni di lingua, può essere utilizzato per l'impiego a breve termine. L'Estonia ha concluso tali accordi con Australia, Canada e Nuova Zelanda. La Lituania ha concluso tale accordo con il Canada e in pratica ci si aspetta che i cittadini lituani usufruiranno maggiormente dell'accordo. In Svezia, sono stati firmati memorandum di intesa relativi alla mobilità dei giovani con Canada, Australia e Nuova Zelanda. Infine, la Repubblica ceca ha avviato un trattato con il Canada sulla semplificazione del soggiorno giovanile per lavoro. Il Regno Unito ha introdotto lo Schema sulla mobilità giovanile che incoraggia la cooperazione con paesi terzi e consente ai giovani dei paesi partecipanti (Australia, Nuova Zelanda, Canada, Giappone e Monaco) di recarsi nello Stato membro per 158 Tali accordi sono stati stipulati con la Croazia e altri paesi candidati all’adesione all’UE ad eccezione dei paesi

baltici.

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Relazione di sintesi della EMN

157

ragioni di lavoro e turismo come parte del livello 5 del sistema a punti. Questi giovani sono sponsorizzati dai governi dei paesi di origine e possono rimanere nel Regno Unito fino a due anni.

La Bulgaria ha concluso un accordo con la Germania che consente ai giovani cittadini bulgari, dai 18 ai 35 anni, che abbiano ricevuto una formazione scolastica e professionale, di lavorare in Germania. I giovani possono ricevere un permesso di lavoro di due anni, che può essere prolungato fino a 3 anni. In seguito all'emendamento dell'accordo nel 2003, la quota dei cittadini bulgari ammessi in Germania è salita da 1 000 a 2 000. A seconda delle dinamiche del mercato del lavoro, la quota può essere aggiustata.

Per quanto riguarda i lavoratori a contratto e i lavoratori ospiti, la Germania ha concluso accordi con paesi partner, tra cui Bosnia, Croazia, Macedonia e Turchia, al fine di facilitare l'occupazione di questi particolari gruppi.

Sia la Lituania sia la Repubblica slovacca hanno avviato accordi bilaterali relativi allo scambio di tirocinanti. La Repubblica slovacca ha concluso un accordo con la Svizzera sullo Scambio di tirocinanti nel 1995. Tale accordo stabilisce una quota di 100 persone ogni anno riservata ai giovani provenienti dalla Repubblica slovacca. È stato firmato un accordo bilaterale tra la Repubblica slovacca e la Germania relativo all'impiego di lavoratori per l'ampliamento delle competenze professionali e linguistiche, con una quota annuale di 1 000 lavoratori compresa in tale accordo. Per quanto riguarda gli stagisti, la Bulgaria ha avviato accordi bilaterali con Svizzera (2002), Lussemburgo (2003), Francia (2003) e Spagna (2005).159

Oltre agli accordi già conclusi, l'Ungheria e la Repubblica slovacca sono inoltre alla ricerca di nuove forme di cooperazione con altri paesi terzi. L'Ungheria ha cercato di negoziare un accordo bilaterale con l'India per facilitare l'impiego e le condizioni lavorative degli indiani in Ungheria, ma le trattative non hanno avuto esito positivo. La Repubblica slovacca, nel Concetto di politica sulla migrazione, riconosce l'esigenza di aggiornare gli accordi bilaterali, in modo che riflettano le esigenze attuali del paese nel settore dell'occupazione.

6.2. Meccanismo per impedire la fuga di cervelli e lo spreco di cervelli

Estonia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna attuano particolari meccanismi e pratiche per impedire la fuga e lo spreco di cervelli. 160In Italia si tratta di un grande problema che non colpisce solo gli immigrati, ma anche gli italiani, in quanto le opportunità di lavoro normalmente offerte sono di livello inferiore rispetto alla qualifica ottenuta, portando ad un flusso di emigrazione di migliaia di laureati. Alcuni esempi, sotto riportati, dimostrano anche le sfide affrontate cercando di combinare, da un lato, il diritto dei lavoratori migranti a stabilirsi nel paese ospite e gli interessi dei lavoratori di trattenerli e, dall'altro, l'esigenza di combattere la fuga e lo spreco di cervelli.

Al fine di impedire la fuga di cervelli, alcuni Stati membri lavorano con (un sistema di) lavoratori temporanei, assunti per un periodo stabilito, limitato nel tempo, per impedire che 159 Per stagisti s'intendono giovani dai 18 ai 35 anni ammessi nel paese di destinazione per un periodo limitato di

tempo, sulla base di una professione, al fine di migliorare le competenze professionali e linguistiche. Il Lussemburgo ha deciso di accettare 30 stagisti dalla Bulgaria ogni anno, mentre la Svizzera ha deciso di accettarne fino a 100 e la Francia fino a 300. Per l’accordo con la Spagna non esiste una quota annuale, in quanto la selezione avviene nel paese di origine da parte di una commissione di selezione bulgaro-spagnola.

160 Ulteriori informazioni disponibili nelle relazioni annuali sulle politiche REM, disponibili all’indirizzo http://www.emn.europa.eu.

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i paesi partner perdano un'ampia percentuale della propria forza lavoro per il mercato UE. In Irlanda si intraprendono alcune azioni per combattere la fuga di cervelli all'interno dell'UE. Il Servizio internazionale per l'impiego dell'Agenzia nazionale per l'impiego consulta i rappresentanti EURES di altri Stati membri per accertare l'esistenza di carenze all'interno del proprio Stato membro prima del reclutamento. In Lussemburgo, la Legge sull'immigrazione affronta il problema della fuga di cervelli offrendo la possibilità di lavorare nello Stato membro solo per due anni dopo il termine degli studi ai cittadini di paesi terzi che conseguono la laurea presso le università del Lussemburgo. Questo consente loro di acquisire importanti esperienze professionali, evitando al tempo stesso la fuga di cervelli.

I Paesi Bassi hanno adottato una serie di misure per evitare la fuga di cervelli nel settore assistenziale. Anche promuovendo l'accettazione di un codice internazionale di condotta dell'Organizzazione mondiale della sanità161 che crea il quadro a livello mondiale, all'interno del quale il reclutamento di operatori assistenziali dai paesi in via di sviluppo continua ad essere eticamente responsabile, si è istituito un fondo per la formazione di personale ospedaliero domestico qualificato, al fine di impedire che altri ospedali reclutassero specialisti medici da paesi terzi.

In Spagna, la legislazione nel 2009 contiene disposizioni per impedire i possibili effetti della fuga di cervelli, stabilendo che "per concedere permessi a professionisti altamente qualificati, la situazione occupazionale domestica debba essere presa in considerazione insieme alla necessità di garantire una quantità sufficiente di risorse umane nel paese di origine". Inoltre, sono in atto diversi schemi nello Stato membro per evitare la fuga di cervelli, tra cui uno schema relativo alle organizzazioni degli agricoltori nelle isole Canarie, volto ad assumere lavoratori da Mali, visto il clima simile, insegnando loro le tecniche agricole che possono essere poi utilizzate per contribuire all'agricoltura di Mali.

Il Regno Unito ha istituito un Codice di pratica per il reclutamento di professionisti sanitari nel 2004, valido nello specifico per il reclutamento di lavoratori sanitari professionisti, limitando il reclutamento da parte del Servizio sanitario nazionale, a meno che non approvato dal paese di origine. In seguito all'adozione di tale codice, il dipartimento della sanità ha collaborato con il dipartimento per lo sviluppo internazionale (DIFD) per elaborare una lista definitiva dei paesi in via di sviluppo dai quali il settore sanitario non dovrebbe reclutare direttamente personale. Finora 152 paesi sono sulla lista che deriva dallo status economico dei paesi e la loro relativa posizione riguardo la quantità del personale sanitario. Inoltre, l'Iniziativa formazione medica consente ai medici provenienti da paesi terzi di ricevere formazione nel Regno Unito per un periodo prestabilito di tempo, al fine di migliorare le proprie competenze professionali e capacità di guadagno e di conseguenza migliorare lo stile di vita dei propri familiari e il proprio al rientro nel paese di origine.

In alcuni casi, gli Stati membri attuano misure che impediscono la fuga e spreco di cervelli dei propri cittadini, piuttosto che dei migranti. Ad esempio, in Estonia, il progetto Talenti a casa è stato adottato al fine di esortare i cittadini estoni andati all'estero per studiare/lavorare a rientrare nel proprio paese. Inoltre, in Slovenia, una bozza di accordo con la Bosnia-Erzegovina cerca di impedire la fuga di cervelli, consentendo a ciascun paese di respingere lavoratori provenienti dall'altro, quando nel proprio paese di origine si garantisce una retribuzione analoga. Per quanto riguarda lo spreco di cervelli, questo fenomeno è significativo tra i migranti della Repubblica slovacca, in quanto molti hanno assunto posizioni che richiedevano una qualifica/istruzione inferiore alla propria.

161 www.who.int.

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Relazione di sintesi della EMN

159

Per quanto riguarda lo spreco di cervelli, gli studi in Germania e Spagna hanno mostrato che i migranti sono regolarmente sovraqualificati per il proprio lavoro e che spesso la potenzialità delle competenze possedute non è pienamente sfruttata.162 I Länder federali in Germania hanno tentato di combattere lo spreco di cervello attraverso la banca dati (ANABIN), come descritto nella sezione 4.3, che aiuta ad informare le parti interessate sulle competenze dei migranti tramite un sistema di riconoscimento delle qualifiche. In Spagna, i progetti di cooperazione in atto con i servizi per l'impiego dei paesi di origine sono volti a garantire che le qualifiche e competenze dei candidati migranti siano adeguate a quanto richiesto dal mercato del lavoro nazionale.

7. SODDISFARE LA DOMANDA DI LAVORO CON LA MIGRAZIONE SECONDO EUROCITIES

Questa sezione presenta la prospettiva delle città europee riguardo la risposta alla domanda di lavoro tramite la migrazione. È stata preparata da Eurocities,163 la rete delle principali città europee, riunendo le amministrazioni locali di più di 140 grandi città in oltre 30 paesi europei. Due gruppi di lavoro di Eurocities (gruppo di lavoro sulla migrazione economica e gruppo di lavoro sulla migrazione e integrazione) hanno fornito un contributo che ha in linea di massima seguito le parti dello studio REM considerate rilevanti per le città. Hanno contribuito le seguenti città: Atene (Grecia), Barcellona (Spagna), Berlino (Germania), Bologna (Italia), Copenhagen (Danimarca), Gand (Belgio), Helsinki (Finlandia), L'Aia (Paesi Bassi), Londra (Regno Unito), Malmö (Svezia), Monaco (Germania), Nantes (Francia), Norimberga (Germania), Rotterdam (Paesi Bassi), Tampere (Finlandia).

Il contributo di Eurocities offre una visuale sull'attuazione a livello locale delle politiche nazionali di migrazione economica e individua le caratteristiche, esigenze e misure specifiche attuate a livello comunale. Questa sezione presenta d'dapprima le specifiche opinioni delle città sul ruolo della migrazione nel soddisfare le esigenze di forza lavoro (sezione 7.1) ed esamina poi il ruolo svolto dalle città nel facilitare l'arrivo dei migranti (sezione 7.2). Nella sezione 7.3, si esaminano gli schemi locali per individuare le esigenze del mercato del lavoro con dibattiti politici a livello locale presentati nella sezione 7.4. Si spiega poi nel dettaglio la cooperazione con i paesi terzi nella sezione 7.5. Infine, la sezione 7.6 presenta le tendenze relative ai posti vacanti nei mercati del lavoro delle città europee.

7.1. Opinioni specifiche delle città sul ruolo della migrazione nel soddisfare le attuali e future esigenze del mercato del lavoro

In generale, le città europee sono vincolate dalle politiche nazionali per quanto riguarda la migrazione di forza lavoro e l'individuazione delle relative carenze. La misura in cui sono in grado di influenzarle varia in tutta l'UE. Alcune città, ad esempio, hanno elaborato l'immigrazione all'interno delle proprie strategie e piani d'azione locali. Altre contribuiscono ad individuare le esigenze del mercato del lavoro, fornendo informazioni, ad esempio, alle liste nazionali.

Gran parte delle città comprende chiaramente l'importanza dell'immigrazione per una città. Berlino è del parere che le future esigenze del mercato del lavoro dovrebbero essere

162 In Germania,. Engelmann e M. Muller (2007): Brain Waste Die Anerkennung von ausländischen

Qualifikationen in Deutschland. Augsburg: Tür an Tür – Integrationsprojekte gGmbH, maggiori informazioni disponibili all’indirizzo http://www.migration-boell.de/web/integration/47_1699.asp. In Spagna, Indagini sulla qualità della vita lavorativa disponibili all’indirizzo http://www.mtin.es/estadisticas/ecvt/welcome.htm.

163 Eurocities, la rete delle città europee: http://www.eurocities.eu/main.php

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

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affrontate tramite una migliore integrazione dei migranti nel mercato del lavoro e con una strategia di reclutamento proattiva per i lavoratori altamente qualificati in modo da incoraggiare ulteriormente l'immigrazione. Nella strategia di integrazione della città per il periodo 2007-2011, dal titolo "Incoraggiare la diversità, rafforzare la coesione", Berlino definisce la città come una "metropoli europea aperta" che attrae migranti sia a livello nazionale che internazionale. Questa strategia riconosce anche il contributo della migrazione internazionale per la città. Inoltre, a Barcellona, il nuovo Piano interculturale ha come obiettivo la creazione di una città pluralista che sia "in grado di trarre il massimo beneficio dalle sinergie positive create dalla diversità, sotto forma di dinamismo e creatività."

Al fine di contribuire al monitoraggio delle esigenze del mercato del lavoro, gli enti locali a Nantes comunicano le esigenze delle imprese locali a livello nazionale in modo da aggiornare la lista delle professioni aperte a cittadini di paesi terzi a livello nazionale.

7.2. Il ruolo delle città nel facilitare l'ingresso dei nuovi arrivati e contribuire all'integrazione

Molte città nell'ambito di Eurocities hanno riconosciuto che si potrebbe raggiungere una maggiore condivisione delle responsabilità relativamente all'integrazione dei lavoratori migranti. Anche se in molti casi il ruolo della città riguardo la migrazione è limitato, molte città ritengono di svolgere un ruolo guida nel facilitare l'ingresso dei nuovi arrivati e la loro conseguente integrazione.

Ad esempio, il Senato di Berlino ha sviluppato un concetto di "cultura del benvenuto" al fine di accogliere i nuovi migranti e aiutarli nel processo di integrazione fin dall'inizio, al fine di garantire l'indipendenza del migrante e permettere loro di crearsi attivamente il proprio futuro. A Copenhagen, la nuova strategia di integrazione promuove la propria diversa struttura della popolazione, sottolineando che tale diversità aumenta l'accesso ai mercati internazionali e alle reti mondiali. Per quanto riguarda l'estensione delle politiche, a Londra si sta lavorando al fine di estendere la strategia di integrazione dei rifugiati del 2009 a tutti i migranti in generale, in quanto la città riconosce le sfide che tutti i migranti devono superare per vivere in maniera dignitosa e sicura. Al fine di creare un collegamento tra la strategia di integrazione dei rifugiati e dei migranti, è stato commissionato un studio nel 2010 su "una base di evidenze sulla migrazione e integrazione a Londra164".

Molti responsabili delle politiche a livello locale nelle città europee sostengono che i lavoratori migranti dovrebbero essere considerati come persone, le cui esigenze, in termini di alloggio, servizi, ecc., devono essere gestite da tutti gli attori coinvolti, compresi i datori di lavoro e i governi nazionali. In una serie di città, tra cui Amburgo, Berlino, Bruxelles, Eindhoven, L'Aia e Rotterdam, sono stati creati "sportelli unici" sotto forma di centri di accoglienza e uffici per gli espatriati, al fine di facilitare i primi passi dei migranti appena arrivati in città.

Per quanto riguarda l'integrazione sul mercato del lavoro, i rifugiati sono stati individuati come gruppi prioritari a Berlino, Londra e Nantes, e molte città sottolineano l'importanza di rafforzare legami e collegamenti per facilitare l'integrazione sul mercato del lavoro dei migranti attraverso degli schemi di tutoraggio. Al fine di contribuire all'integrazione dei migranti tramite schemi di tutoraggio, è considerato di fondamentale importanza il coinvolgimento dei portatori di interesse. A Oslo, il programma "Futuro globale" gestito da

164 Ulteriori informazioni disponibili all’indirizzo: http://www.london.gov.uk/who-runs-london/mayor/publications/society/evidence-base-migration-integration.

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Relazione di sintesi della EMN

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organizzazioni aziendali fornisce tutor ai migranti altamente qualificati affinché possano iniziare la propria carriera. A Malmö, è in atto un programma analogo per le donne con un passato di migrazione.

7.3. Schemi locali per individuare le esigenze del mercato del lavoro attraverso la migrazione

Anziché gli attori,le città sono spesso lo scenario del reclutamento di lavoratori migranti da parte delle imprese o istituzioni nazionali. Tuttavia, molte città sono in grado di individuare le proprie esigenze in termini di migrazione di forza lavoro e avviano dialoghi con le imprese locali e il governo nazionale responsabile delle politiche del mercato del lavoro. Ad esempio, per quanto riguarda la previsione delle future esigenze di competenze, Berlino, con la regione confinante di Brandeburgo, ha utilizzato le risorse del FSE per commissionare uno studio congiunto sull'identificazione delle future esigenze. Questo studio prevede un aumento delle esigenze del mercato del lavoro di lavoratori qualificati da 273 000 (2015) a 460 000 (2030).

A Norimberga si utilizzano anche le statistiche mensili per fornire informazioni sulle esigenze del mercato del lavoro, sulla base delle statistiche mensili dell'agenzia federale per l'impiego sui posti di lavoro vacanti. Inoltre, a livello locale, in un iniziativa del Dipartimento per gli affari economici, chiamata "Elevate potenzialità per Norimberga", è stato avviato un dialogo con diverse importanti imprese situate nella città per identificare le esigenze del mercato del lavoro. Questa iniziativa ha portato alla creazione di un sito Internet informativo per attirare persone altamente qualificate, anche se l'attenzione è stata concentrata su giovani professionisti provenienti da altre parti della Germania piuttosto che su cittadini di paesi terzi.165

In Francia si utilizzano liste occupazionali, e il ministero del Lavoro e le direzioni regionali e di dipartimento definiscono congiuntamente la strategia per individuare le esigenze del mercato del lavoro regionale e per soddisfare tali esigenze garantendo l'accesso dei migranti al mercato del lavoro, che si traduce nella creazione di una lista di occupazioni che presentano carenze ("metiers en tension").

7.4. Dibattiti politici sulla migrazione a livello locale

Per quanto riguarda l'accesso all'occupazione, in molte città, bassi tassi di occupazione, livelli di qualifiche e competenze sotto la media e lo "spreco di cervelli" prevalgono tra le fasce della popolazione dei migranti. I tassi di disoccupazione sono, in media, due volte superiori per i migranti rispetto alla popolazione media. Molte politiche locali percepiscono i migranti come un potenziale ancora non utilizzato per compensare in parte le future esigenze di competenze e aumentare la produttività.

In molte città, tra cui Stoccolma, Malmö, Rotterdam e Copenhagen, l'agenda politica contiene misure occupazionali più mirate e politiche proattive per il riconoscimento di competenze e qualifiche. A Berlino, si è riconosciuto, tramite la strategia di integrazione, che gli immigrati rappresentano una delle risorse più importanti della città per compensare le carenze di forza lavoro qualificata e che il riconoscimento di certificati e titoli di studio conseguiti nei paesi di origine costituisce un'opportunità fondamentale per promuovere la partecipazione dei migranti al mercato del lavoro. Il riconoscimento di certificati e titoli di studio ottenuti nei paesi di origine è importante nondimeno al fine di controbilanciare lo "spreco di cervelli". Sono stati perciò stabiliti degli incentivi a livello nazionale e regionale

165 Sito Internet informativo disponibile all’indirizzo www.hi-potential.de.

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

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per facilitare il processo di riconoscimento e il governo nazionale in Germania sta attualmente redigendo una normativa volta a garantire la valutazione formale delle lauree estere entro un certo periodo di tempo. Anche le nuove aziende sono considerate un notevole contributo al rafforzamento della crescita economica di Berlino e per creare posti di lavoro. Tuttavia, le barriere sono ancora presenti e il Senato di Berlino, così come diverse ONG, promuovono progetti per semplificare le condizioni per le aziende etniche.

A Malmö, un centro di convalida aiuta i clienti a convalidare i diplomi e a sviluppare un portfolio di qualifiche. Con l'aiuto di un docente professionale, il cliente prepara un portfolio che presenta una descrizione completa delle proprie competenze, per poterlo mostrare ai futuri datori di lavoro. Si ritiene che il processo di convalida abbia un impatto positivo sull'autostima del cliente e sulla capacità di comunicare le proprie competenze.

Si sono tenuti inoltre dibattiti locali riguardo l'apprendimento linguistico, considerato un aspetto chiave dell'integrazione, in generale, e per migliorare l'impiegabilità ed evitare lo spreco di cervelli. Nelle città si sono tenuti dibattiti locali su come adeguare i corsi di lingua, spesso forniti in un quadro nazionale, alle circostanze locali. A Londra, l'apprendimento della lingua inglese è la prima delle otto tematiche di integrazione stabilite dal sindaco. A Helsinki, i comuni della capitale e dei ministeri nazionali hanno concluso un accordo per rafforzare le risorse, in cui entrambe le parti hanno investito 2 milioni di euro per creare nuove risorse e personale per l'insegnamento della lingua.

In alcune città dell'UE sono stati condotti dibattiti relativi alla rimozione delle barriere per le pari opportunità e alla diversità. A Berlino, la carenza di lavoratori qualificati in diversi settori, quali matematica, informatica, scienze, assistenza all'infanzia, sanità, è stata discussa sulla base delle stime, nel 2010, sottolineando che si sarebbe registrata una carenza pari a circa 400 000 lavoratori qualificati a livello nazionale entro il 2030, con carenze anche superiori qualora la situazione economica migliori.166 Il dibattito ha pertanto indicato la necessità di reclutamento estero, che è considerata un'importante strategia futura per lo sviluppo economico nazionale e locale.

Anche la mobilità interna all'UE per i cittadini UE-10+2 è stata oggetto di dibattito politico nelle città austriache e tedesche, in particolare riguardo il potenziale impatto dell'eliminazione degli accordi di transizione a maggio 2011. Le città non sono sicure della quantità di migranti aggiuntivi che l'eliminazione degli accordi di transizione comporterà.167 A Norimberga, i vantaggi per lo sviluppo economico sono stati valutati in confronto al temuto calo di competizione in alcuni settori, in un dibattito che coinvolgeva le associazioni dei datori di lavoro e i sindacati. A Berlino è stato istituito un nuovo servizio per i lavoratori mobili, finanziato dal Commissario per l'integrazione, che fornisce consulenza ai lavoratori UE, gestito in partenariato con le ONG locali, tra cui un'organizzazione Rom.

Per quanto riguarda la migrazione clandestina, i migranti senza un valido permesso di soggiorno spesso generano tensioni tra i governi locali e nazionali negli Stati membri. In molti casi, il quadro legale tiene questi individui in un limbo, ad esempio riguardo i servizi di base e il rischio di sfruttamento della forza lavoro. A Londra, nel 2009, il sindaco ha avviato un dibattito relativo ai vantaggi economici e umanitari della regolarizzazione di

166 Gemeinsame Fachkräftestudie Berlin-Brandenburg 2010, disponibile all’indirizzo:

http://www.berlin.de/imperia/md/content/sen-arbeit/fachkraeftestudie_langfassung.pdf?start&ts=1304529561&file=fachkraeftestudie_langfassung.pdf

167 Rapport annuel de l'ADEM 2009, pagina 8.

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Relazione di sintesi della EMN

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alcuni dei 300 000 migranti presenti che soggiornano irregolarmente nella città. Inoltre, a Monaco, Francoforte e Berlino, sono state sviluppate diverse politiche per eludere un rigido quadro nazionale allo scopo di consentire ai migranti l'accesso ai servizi sanitari.

7.5. Cooperazione con paesi terzi sulla migrazione economica a livello locale

Alcune città hanno sviluppato politiche "soft" per prepararsi al meglio alla futura immigrazione e per cooperare con le regioni di origine.

Per quanto riguarda il passaggio di informazioni, è stato istituito un servizio informativo a Barcellona, con associazioni di migranti senegalesi nella città, e con l'associazione senegalese a Dakar, al fine di fornire consulenza ai potenziali migranti circa la situazione in Spagna, in particolare a Barcellona. Questo servizio comprende tre funzionari senegalesi che consigliano i potenziali migranti circa le procedure per l'immigrazione legale e i rischi della migrazione clandestina. A Dakar si forniscono anche informazioni sulle opportunità del mercato del lavoro. Questo servizio, gestito dalla città di Barcellona in cooperazione con le associazioni senegalesi a Barcellona, ha un bilancio annuale pari a 50.000 euro, e l'OIL è anch'essa coinvolta nel programma.

7.6. Posti vacanti sui mercati del lavoro delle città europee

Un'indagine di Eurocities della primavera 2009 ha sottolineato che, all'apice della crisi economica, gran parte delle città continuavano a segnalare esigenze del mercato del lavoro. Le due tendenze emerse sono state le seguenti:

(a) anche in momenti di elevata disoccupazione, possono esistere carenze di competenze in alcuni settori; e

(b) i posti vacanti si registrano in settori che richiedono qualifiche sia basse che elevate.

Eurocities ha identificato le seguenti tendenze relative alle città europee:

A Berlino esiste una carenza di lavoratori qualificati con lauree in matematica, informatica, scienza e tecnologia, sanità e istruzione;

A Eindhoven sono necessari lavoratori con conoscenze tecniche per sistemi e materiali altamente tecnologici, autoveicoli e scienze biologiche;

A Gand si richiedono sia lavoratori altamente qualificati che scarsamente qualificati, con il 49% di posti vacanti destinati a qualifiche di basso livello. Anche Copenhagen necessita di lavoratori nei settori dei servizi di livello inferiore;

Sia a Malmö che a Monaco sono necessari insegnanti pre-scolari esperti;

Nantes ha individuato la necessità di ingegneri nel settore TIC, di dipendenti nel settore dell'accoglienza e di lavoratori edili a livello nazionale.

Inoltre, a Norimberga sono stati individuati 7 389 posti vacanti a dicembre 2009, e i settori più importanti sono rappresentati da associazioni, istruzione e insegnamento,

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

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commercio al dettaglio, servizi sociali e pubblica amministrazione.

Per quanto riguarda l'occupazione dei posti vacanti scarsamente qualificati, l'amministrazione fiamminga ha spiegato che solo poco più del 50% dei lavori che richiedono un basso livello di qualifica sono effettivamente accettati da dipendenti scarsamente qualificati, in quanto spesso i soggetti meno qualificati in cerca di lavoro sono preceduti da soggetti maggiormente qualificati in tempi di crisi economica.

Per quanto riguarda le future carenze di competenze, Berlino ritiene che la mancanza di lavoratori qualificati aumenterà considerevolmente entro il 2030, mentre a Norimberga molti studi prevedono una futura carenza di manodopera altamente qualificata.

8. SODDISFARE LA DOMANDA DI LAVORO ATTRAVERSO LA MIGRAZIONE - ANALISI

Questa sezione fornisce un'analisi di alcuni dei principali risultati di questo studio. Al fine di comprendere la misura in cui le carenze di forza lavoro sono state, o si presume che siano colmate da parte di cittadini di paesi terzi negli Stati membri dell'UE, la sezione 8.1 presenta le principali cause individuate alla base delle carenze di forza lavoro negli Stati membri, sia a livello qualitativo che quantitativo, prima di presentare i problemi riscontrati nel sopperire alle carenze di forza lavoro nella sezione 8.2. Inoltre, la sezione 8.3 esamina altri aspetti che influenzano il mercato del lavoro, tra cui la mobilità interna all'UE di lavoratori UE, mentre la sezione 8.4 descrive le misure utilizzate per affrontare efficacemente le carenze di forza lavoro. La sezione 8.5 presenta poi le esigenze individuate per il consolidamento e ulteriore sviluppo di politiche e legislazione per facilitare la migrazione economica e soddisfare la domanda di lavoro.

8.1. Principali cause delle carenze di forza lavoro

Austria, Belgio, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Slovenia, Spagna e Svezia hanno individuato le cause principali delle carenze di forza lavoro, causate da fattori quantitativi (sezione 8.1.1) e/o qualitativi (sezione 8.1.2). In questo senso, il Belgio ritiene che le cause qualitative e quantitative operino come "vasi comunicanti". Quando l'economia è in un periodo di boom e la disoccupazione è bassa, prevalgono i fattori quantitativi. Quando il mercato del lavoro è meno serrato, i fattori qualitative sono più importanti. La recente crisi economica e finanziaria ha causato una diminuzione dei fattori quantitativi in Belgio.

8.1.1. Carenze quantitative

Sono state individuate carenze quantitative in Belgio, Estonia, Finlandia, Francia, Italia, Lussemburgo, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Slovenia, Ungheria. Esse hanno origine quando numerosi soggetti in cerca di lavoro, qualificati e non, corrispondono al profilo ma nessuno desidera lavorare in tale professione a causa delle condizioni di lavoro non invitanti (Finlandia, Malta, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Slovenia) e bassi salari (Estonia, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Ungheria) associati alle occupazioni in questione. Ad esempio, in Repubblica ceca sono state individuate carenze quantitative in quanto i datori di lavoro, durante la crisi economica, cercano di offrire bassi salari e non sono in grado di attirare lavoratori nazionali. La riduzione dei salari in alcuni settori, come l'industria di trasformazione, ha causato carenze quantitative anche in Estonia. In Francia, si sono

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Relazione di sintesi della EMN

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registrati sviluppi analoghi, e i lavoratori di paesi terzi hanno prevalentemente occupato posizioni scarsamente qualificate con bassi salari e condizioni di lavoro. In Lituania, la maggiore carenza dal punto di vista quantitativo si registra nel settore dei trasporti (autisti di veicoli merci internazionali) a causa delle condizioni lavorative sfavorevoli. In Lussemburgo esistono notevoli carenze quantitative in tutti i settori economici. Dal 1985, il mercato del lavoro nazionale del Lussemburgo è più che raddoppiato, con due terzi dei posti di lavoro creati dal 1985 occupati da pendolari transfrontalieri.168 A causa della scarsa attrattiva esercitata da determinati lavori, si sono riscontrati problemi di reclutamento in Finlandia e in Slovenia nel settore commerciale (Finlandia), nell'edilizia (Slovenia, Spagna) e nel settore dell'agricoltura e silvicoltura (Finlandia).

8.1.2. Carenze qualitative

Le carenze qualitative sono causate dalla mancanza di cittadini con le competenze e qualifiche richieste per determinate occupazioni. Simili carenze sono state individuate in Austria, Belgio, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria. In Austria, la principale causa delle carenze qualitative è stata ricondotta a delle mancanze del sistema di istruzione. Negli anni sessanta e settanta, l'istruzione nel settore sociale e sanitario non era integrata nel sistema di istruzione superiore federale, facendo sì che i programmi formativi in questa area fossero frammentati e non inseriti nel percorso di istruzione superiore, che conduce a un livello di qualifica per accedere all'università. Questo ha avuto ripercussioni anche su salari, possibilità di carriera, status sociale e condizioni lavorative nel settore. A causa della mancanza di lavoratori interni qualificati nel settore sociale e sanitario, e anche nel settore industriale, sono state individuate carenze qualitative anche in Finlandia. Alcune delle cause principali in Svezia sono collegate alle occupazioni che richiedono un livello medio o alto di istruzione e formazione, oltre che esperienza professionale. In Svezia, come in Lussemburgo, il sistema di istruzione e formazione non è sufficientemente adeguato alle esigenze del mercato del lavoro. A breve termine, il numero di pensionati aumenterà drasticamente in Svezia e le aziende andranno incontro a notevoli difficoltà nel colmare determinate occupazioni. In Ungheria, Italia e Lussemburgo competenze linguistiche e conoscenze professionali inappropriate stanno generando carenze qualitative nei rispettivi mercati del lavoro. In Irlanda, l'invecchiamento demografico è stato identificato come una delle ragioni per cui i lavoratori migranti rappresentano una sostanziosa parte del sistema sanitario.

L'emigrazione è considerata la principale causa delle carenze di forza lavoro in Estonia e Lituania. In Estonia, la domanda di lavoro cresce su base annuale, a causa del fatto che l'emigrazione continua ad essere superiore all'afflusso di lavoratori migranti. In Lituania, la carenza di forza lavoro, specialmente qualificata e scarsamente qualificata, è aumentata tra il 2007 e il 2008 a causa della massiccia emigrazione verso altri Stati membri, specialmente UE-15.169 In Polonia, si ritiene che l'emigrazione dei cittadini a lungo termine potrebbe causare problemi relativi alle carenze di forza lavoro.

168 Il 1° maggio 2011, sono stati annullati gli accordi di transizione per i lavoratori UE-10 (ad eccezione di Cipro e

Malta per le quali non vigevano tali restrizioni), vedi: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=457&langId=en. 169 Si ritiene che in Lituania, nel 2007-2008, sia comparsa la carenza di forza lavoro in quanto l'economia risulta

in crescita; i datori di lavoro erano intenzionati ad assumere un numero crescente di persone, da un lato, tuttavia dall'altro i lavoratori non erano soddisfatti dei salari locali, delle condizioni lavorative e addirittura della cultura del lavoro, intravedendo migliori opportunità al di fuori della Lituania. Pertanto, la domanda era in crescita e l’offerta in diminuzione.

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

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8.2. Problemi riscontrati nel colmare le carenze di forza lavoro

Quando è stato chiesto di individuare i problemi riscontrati nel colmare le carenze, alcuni Stati membri, tra cui la Germania, hanno citato la complessità del quadro nazionale che regolamenta l'ammissione di cittadini di paesi terzi, e la necessità di aumentare la partecipazione alla forza lavoro della popolazione già residente nel paese. Dal punto di vista di alcuni datori di lavoro, la graduale "liberalizzazione" del mercato del lavoro per i migranti altamente qualificati e i lavoratori autonomi non si è tradotta nell'auspicato aumento dell'ingresso di tali cittadini di paesi terzi. Per il Belgio, una critica ricorrente era relativa alle condizioni restrittive che continuavano ad essere applicate ai cittadini di paesi terzi qualificati e scarsamente qualificati in occupazioni che richiedono una qualifica media o bassa, a causa dell'attuale politica che continua a concentrarsi sull'attrarre i disoccupati presenti tra la forza lavoro nazionale, anche di fronte a carenze sostanziali.

Anche la Finlandia ha individuato carenze quantitative in diverse aree occupazionali, in cui i bassi livelli salariali e la mancanza di sicurezza lavorativa scoraggiano anche i soggetti provenienti dall'estero nell'accettare simili posizioni. Inoltre, si sono individuate problematiche relative alle insufficienti competenze linguistiche (ad esempio nel compilare le domande o nel partecipare ai colloqui) e una mancanza di sostegno in particolare agli immigrati con permessi di lavoro temporanei. Anche gli attuali requisiti nazionali relativi al ricongiungimento familiare non incoraggiano l'immigrazione, poiché i cittadini di paesi terzi devono avere un reddito mensile minimo per poter richiedere permessi di soggiorno per i propri familiari, e il reddito minimo aumenta in proporzione al numero e al tipo di familiari che desiderano entrare nello Stato membro.170 Si ritiene che l'unione di questi tre fattori riduca la misura in cui i lavoratori migranti desiderino andare e/o stabilirsi in Finlandia.

Per l'Irlanda, il sistema di migrazione economica da parte delle ONG non è ritenuto vantaggioso per i singoli lavoratori, in quanto coloro che sono in possesso di un permesso di lavoro non possono facilmente avanzare tra la forza lavoro a causa delle restrizioni imposte sui permessi concessi per uno specifico posto vacante. Malta ha evidenziato la competizione esistente tra gli Stati membri qualora sia presente una carenza nei medesimi settori dei propri mercati del lavoro e ha dichiarato che i propri salari inferiori costituiscono un ostacolo nell'attirare i migranti economici. Inoltre, il sistema dei permessi di lavoro è considerato un problema a Malta e in Spagna, in quanto ritenuto troppo lungo e complicato per i cittadini di paesi terzi.

Gli Stati membri hanno anche indicato gli ostacoli relativi alla convalida delle competenze e al riconoscimento delle qualifiche (ad esempio Austria, Germania, Malta, Spagna, Svezia).171 La Germania ha citato la mancanza di trasparenza nei processi di riconoscimento, specialmente per quanto riguarda i profili occupazionali che non sono regolati e livello nazionale, giacché sono valutati e riconosciuti a livello dei Länder, da parte di diversi portatori di interesse attraverso una gamma di diversi approcci. Questo ha reso difficile, e talvolta impossibile, per gli immigrati appena arrivati ottenere il riconoscimento delle proprie qualifiche. Gli studi dimostrano che gli immigrati tendevano ancora ad essere sovra-qualificati per i propri lavori, pur possedendo abilità e competenze di cui si aveva

170 Per ulteriori informazioni, tra cui una tabella dei requisiti di reddito, vedi pagina 55 della Relazione nazionale

della Finlandia. 171 Una questione particolare della REM sul riconoscimento delle qualifiche professionali al di fuori dell’Unione

europea, presentata nel 2010, individuava come gli Stati membri in genere riconoscono le qualifiche professionali ottenute al di fuori dell'UE al fine di determinare se le competenze e qualifiche dei cittadini di paesi terzi sono riconosciute e convalidate in modo che possano svolgere lavori negli Stati membri per i quali non sono disponibili lavoratori nazionali o UE. Ulteriori informazioni disponibili all’indirizzo http://www.emn.europa.eu alla voce "EMN Ad-Hoc Queries".

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urgente bisogno, ma che non erano tuttavia prese in considerazione in quanto non riconosciute. Recentemente, il Gruppo di lavoro del governo federale e dei Länder ha adottato un documento che conteneva proposte per l'emendamento delle norme e procedure per semplificare la convalida delle competenze e il riconoscimento delle qualifiche delle persone immigrate in Germania.

Con lo stesso spirito, la Svezia individua gli effetti negativi degli attuali requisiti per l'accreditamento e autorizzazione per determinate occupazioni, ad esempio nel settore assistenziale, che rendono difficile per i cittadini di paesi terzi l'accesso all'impiego in questi settori, nonostante le notevoli carenze di forza lavoro. La mancanza di trasparenza e i diversi approcci utilizzati, in particolare nella convalida di competenze informali e non formali, e nel riconoscimento, nello specifico, di qualifiche professionali e di altro tipo, non accademiche, determinano potenzialmente una disparità di trattamento tra i cittadini di paesi terzi, all'interno dell'UE e a volte addirittura in un singolo Stato membro.

In Italia (oltre alle problematiche specifiche quali il riconoscimento delle qualifiche, l'avanzamento professionale dopo l'assunzione, il legame tra domanda e offerta di lavoro a livello sub-regionale, ecc.), un'importante questione riguarda la necessità di sviluppare meccanismi più flessibili per facilitare l'ingresso di lavoratori di paesi terzi tramite nuove disposizioni, come la possibilità per le aziende di assumere direttamente nuovi lavoratori all'estero.

Nei Paesi Bassi si prevede, in un prossimo futuro, che il numero di posti di lavoro difficili da occupare aumenterà nuovamente, in particolare nel settore medico, industria dei servizi, settore tecnologico e dell'istruzione. Al fine di gestire tali problemi, è necessario sfruttare le potenzialità della forza lavoro nazionale e a livello UE. In parte, ciò si deve alla riluttanza nel ricorrere alla migrazione di forza lavoro temporanea per sopperire alle carenze di forza lavoro, a causa delle esperienze non positive derivanti dai precedenti progetti di migrazione di forza lavoro con paesi terzi.

La Spagna ha individuato problematiche derivanti dalla Gestione collettiva del sistema di assunzione in paesi terzi, in quanto solo una minoranza dei lavoratori migranti entra nello Stato membro attraverso tale procedura. In molti casi, il sistema ha ostacolato i datori di lavoro a causa, da un lato, della durata e complessità della procedura, e dall'altro a causa della difficoltà ad individuare il candidato più adeguato per un determinato lavoro.

8.3. Altri aspetti che influenzano il mercato del lavoro

Lo studio ha individuato una serie di altri fattori che possono influenzare il mercato del lavoro negli Stati membri in relazione alla mobilità interna all'UE di lavoratori UE (sezione 8.3.1), cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente che lavorano in specifiche occupazioni o settori (sezione 8.3.2) e il rientro dei migranti economici (sezione 8.3.3).

8.3.1. Mobilità interna all'UE di lavoratori UE

Pur non essendo l'oggetto del presente studio, Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Svezia e Ungheria hanno sottolineato gli effetti della mobilità interna all'UE negli Stati membri, anche se solo alcuni hanno specificato se la domanda di lavoro fosse influenzata dalla mobilità interna e se essa generasse una maggiore o minore richiesta di lavoratori di paesi terzi. In particolare, Austria, Belgio, Francia, Finlandia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Svezia hanno registrato un aumento della mobilità di cittadini UE in seguito alle adesioni UE-10+2. I periodi di transizione, che

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

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sono stati applicati in gran parte degli Stati membri UE-15,172 sono terminati il 1° maggio 2011 per i cittadini UE-8 (ad eccezione di Cipro e Malta per i quali non vigevano tali restrizioni).

8.3.2. Cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente e che lavorano in specifiche occupazioni o settori

Austria, Belgio, Finlandia, Italia,173 Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca e Ungheria hanno fornito informazioni sui cittadini di paesi terzi che lavorano illegalmente in occupazioni o settori specifici dei propri mercati del lavoro. In Austria, Finlandia, Malta, Paesi Bassi, Repubblica ceca e Ungheria, il settore edile è fortemente interessato dal lavoro illegale, che consente l'impiego di cittadini di paesi terzi clandestini e/o senza un permesso di lavoro. Inoltre, in Finlandia si è individuata una connessione tra il lavoro illegale nel settore edile e la criminalità organizzata. Altri settori colpiti comprendono agricoltura (Ungheria, Paesi Bassi), ristorazione (Austria, paesi Bassi), assistenza sociale e sanitaria (Austria), commercio al dettaglio (Paesi Bassi), produzione (Ungheria) e impieghi temporanei (Paesi Bassi). Come sottolineato nella sezione 2.2.1, nel periodo in cui è stato condotto lo studio, la direttiva sulle sanzioni nei confronti dei datori di lavoro era in corso di recepimento nella legislazione nazionale di diversi Stati membri.174 8.3.3. Rientro dei migranti economici

Gran parte degli Stati membri disponeva di scarse informazioni sulla misura in cui i migranti economici rientravano nel proprio paese di origine, quando la domanda di lavoro diminuiva in determinate occupazioni e settori, anche se alcuni Stati membri impongono delle politiche di rientro come descritto in precedenza. In Lituania, Lussemburgo e Repubblica ceca, il rientro non è sistematicamente seguito e controllato.175 Tuttavia, in Repubblica ceca, durante la crisi economica, alcuni cittadini di paesi terzi sono ritornati nei propri paesi di origine al termine del lavoro, oppure è stato loro consigliato, tuttavia non disponevano di risorse sufficienti. Le autorità sospettano che altri lavoratori, i quali desideravano rimanere, lavorino nell'economia "grigia".

8.4. Misure utilizzate per affrontare efficacemente le carenze di forza lavoro

Diversi Stati membri hanno individuato fattori di successo, o per lo meno "promettenti", nel proprio quadro legislativo e politico, come anche nell'approccio operativo di riscorso all'immigrazione di cittadini di paesi terzi per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro.

172 Il diritto generale alla libera circolazione tra gli Stati membri dell'UE è aperto a tutti e non è influenzato dagli

accordi di transizione in vigore per i lavoratori. Tuttavia, la circolazione per finalità lavorative è stata sottoposta a restrizioni fino a sette anni dopo l’adesione. Per ulteriori informazioni sugli Stati membri sui quali si applicano le restrizioni, consultare il sito:

http://ec.europa.eu/social/BlobServlet?docId=119&langId=en. 173 Il fenomeno del lavoro illegale è diffuso in Italia anche se non è possibile quantificarlo e riguarda

principalmente il lavoro illegale di cittadini UE. Uno dei settori in cui è più diffuso è quello dei lavori domestici in cui sono state condotte 295 000 regolarizzazioni nel 2009.

174 Questa direttiva introduce norme minime relative a sanzioni e misure contro i datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente nell'UE. Uno dei principali obiettivi della direttiva è di impedire l’impiego di cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente imponendo ai datori di lavoro di controllare che il cittadino abbia una valido permesso di soggiorno a altra autorizzazione prima di assumerlo, in caso di mancato adempimento di tali condizioni il datore di lavoro va incontro a sanzioni. Direttiva 2009/52/CE disponibile all’indirizzo http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:168:0024:0032:IT:PDF.

175 Come riportato all’interno delle relazioni nazionali degli Stati membri. Potrebbe verificarsi anche in altri Stati membri dell'UE.

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Relazione di sintesi della EMN

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In termini di misure politiche e legislative adottate, diversi Stati membri (ad esempio Austria, Belgio, Estonia, Germania, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna) hanno segnalato la semplificazione delle procedure di ingresso e ammissione, cosa che ha contribuito a semplificare e velocizzare l'ingresso di cittadini di paesi terzi, specialmente coloro le cui abilità e competenze erano necessarie negli Stati membri. In Austria, ad esempio, si prevede che il nuovo modello di immigrazione "Carta rossa-bianco-rossa" faciliterà l'immigrazione dei cittadini di paesi terzi altamente qualificati. L'attuazione della direttiva "Carta blu" è inoltre percepita come vantaggiosa per promuovere l'ammissione di cittadini di paesi terzi altamente qualificati.

Alcuni Stati membri hanno evidenziato i punti di forza dei propri approcci specifici utilizzati nell'attuazione di politiche e legislazione relative alla migrazione economica. Per quanto riguarda l'approccio specifico al fine di identificare e gestire la domanda di lavoro, la Svezia, ad esempio, il cui sistema si basa sulle esigenze dirette dei datori di lavoro (e relativa analisi), ha individuato il successo della Riforma dell'immigrazione di forza lavoro, che ha introdotto un sistema basato sulla domanda diretta di manodopera nel mercato del lavoro e ha semplificato le norme per l'impiego di cittadini di paesi terzi, producendo un notevole vantaggio per i datori di lavoro bisognosi di reclutare personale dall'estero. Analogamente, l'Estonia ha commentato che il proprio approccio, basato sulle esigenze dei datori di lavoro, ha contribuito a individuare la domanda di lavoro diretta e a ridurre la burocrazia e i costi di reclutamento. Il requisito del salario minimo per l'assunzione di cittadini di paesi terzi è stato valutato come elemento importante per ridurre il rischio che i datori di lavoro utilizzassero i migranti economici come "forza lavoro a basso costo" oppure come un modo per ridurre in generale i salari all'interno del settore. Malta ritiene che l'assenza di rigide disposizioni relative alla migrazione economica nella Legge sull'immigrazione abbia garantito la flessibilità nelle decisioni prese sulla politica di migrazione economica, consentendo di elaborare politiche su misura per i vari requisiti degli investitori giunti nello Stato membro.

Il Belgio, che ha scelto un approccio basato sulla redazione di liste occupazionali, non utilizzate esclusivamente per la migrazione di forza lavoro, né per la gestione generale delle richieste di forza lavoro, ha anche evidenziato i vantaggi derivanti dalla combinazione di tali liste con procedure di ammissione più flessibili ed efficienti nel proprio quadro giuridico.

La Francia ha riscontrato che la politica del governo per una migliore gestione dei flussi migratori per ragioni economiche al fine di soddisfare al meglio le esigenze dell'economia francese, ha consentito non solo l'incoraggiamento di questo tipo di immigrazione, bensì anche l'identificazione delle carenze strutturali, ossia qualitative, del mercato del lavoro nazionale. I dati provinciali sul numero di permessi di soggiorno concessi a cittadini di paesi terzi per ragioni economiche nel 2009 mostrano un aumento di questo tipo di permessi, rispetto agli anni precedenti, comprovando il successo dell'approccio adottato. La Spagna ha riconosciuto l'importanza del Catalogo delle occupazioni con carenze, introdotto dopo l'adozione della legislazione del 2005, che contribuiva a fornire meccanismi specifici per l'impiego di lavoratori migranti. In Lituania, l'impiego di cittadini di paesi terzi si basa unicamente sulla domanda. La lista di occupazioni con carenze introdotta nel 2007 facilita e velocizza l'arrivo dei lavoratori di paesi terzi maggiormente necessari. Tuttavia, la lista riguarda solo le principali professioni e non comprende le professioni di nicchia che richiedono un'elevata qualifica.

La Germania, d'altro canto, ritiene che ci sia ancora un margine di miglioramento. Nonostante il rafforzamento della politica di immigrazione orientata al mercato del lavoro, nel 2009 il numero di immigrati altamente qualificati in ingresso nel territorio era ancora relativamente basso. Questo è in parte dovuto al fatto che gli strumenti legali, adottati nel

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

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2005 e 2009, erano ancora "in fasce", ed è necessario più tempo per poterne valutare l'efficacia, in particolare nell'attirare i cittadini di paesi terzi altamente qualificati. Inoltre, il Lussemburgo ritiene che sia necessario adottare ulteriori misure al fine di allineare la politica di immigrazione alle esigenze economiche nazionali, come ad esempio il miglioramento delle infrastrutture locali, la promozione del Lussemburgo all'estero e la semplificazione delle procedure amministrative nei paesi di origine.

8.5. Esigenze individuate per il consolidamento e ulteriore sviluppo delle politiche e legislazione per facilitare la migrazione economica al fine di soddisfare la domanda di lavoro

Diversi Stati membri hanno sottolineato la necessità di sviluppare ulteriormente politiche e misure in futuro, specialmente quando tutti gli strumenti legislativi europei saranno pienamente attuati, al fine di facilitare e promuovere la migrazione economica sulla base delle esigenze del mercato del lavoro. Allo stesso tempo, gli Stati membri sottolineano la necessità di continuare ad attribuire priorità ai cittadini nazionali e dell'UE, nonché alle persone con un passato di migrazione già residenti nell'UE. Si percepisce a tale riguardo anche la necessità di introdurre strumenti di abbinamento di domanda e offerta e altri mezzi, per garantire che i cittadini di paesi terzi in ingresso sul territorio abbiano le competenze ed esperienze professionali "giuste".

Si avverte soprattutto la necessità di sensibilizzare e fornire informazioni sia alla società che ai cittadini di paesi terzi interessati a migrare in uno Stato membro (Germania, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Polonia, Slovenia). La Germania sostiene la necessità di fornire maggiori informazioni e indicazioni ai datori di lavori e ai candidati di paesi terzi, per garantire che siano consapevoli delle normative nazionali, delle condizioni e servizi disponibili. Questi ultimi dovrebbero comprendere l'accesso alla valutazione delle competenze, le procedure di riconoscimento e ulteriori opportunità di istruzione e formazione. L'Irlanda ha sottolineato l'importanza di migliorare il ricorso alle informazioni raccolte tramite il sistema EURES, in particolare per facilitare l'accesso alle informazioni sui surplus di forza lavoro esistenti. Alcuni rappresentanti dei datori di lavoro in Lussemburgo ritengono fondamentale sensibilizzare la popolazione nazionale circa l'importanza e la necessità di attirare lavoratori stranieri nonostante l'aumento della disoccupazione. La Slovenia ha istituito degli sportelli informativi per i lavoratori migranti, che forniscono informazioni sulle condizioni di impiego e lavoro nello Stato membro. Malta e alcuni rappresentanti dei datori di lavoro in Lussemburgo ritengono importante la creazione di un ambiente più accogliente per i migranti economici, al fine di attirarli nel proprio territorio. In Polonia, si è registrato un basso numero di campagne di reclutamento per i cittadini di paesi terzi; questo basso livello potrebbe dimostrare che i datori di lavoro non ritengono che la migrazione economica possa risolvere le proprie esigenze di forza lavoro. Pertanto, si ipotizza che in futuro potrebbe essere necessario sviluppare l'offerta informativa a tale riguardo. Anche la Lituania programma di accelerare le procedure di emissione dei permessi di soggiorno, possibilmente consentendo di presentare domanda on line.

Diversi Stati membri (Austria, Belgio, Estonia, Italia, Portogallo, Repubblica ceca, Regno Unito) ritengono che si potrebbero ulteriormente migliorare i propri approcci per individuare e gestire le carenze di forza lavoro. L'Austria sta al momento rielaborando la propria politica relativa alla migrazione, discutendo la possibilità di aumentare l'afflusso di migranti altamente qualificati in generale e di cittadini di paesi terzi altamente qualificati in particolare. Ci si aspetta un ri-orientamento della politica di migrazione verso i soggetti

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Relazione di sintesi della EMN

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altamente qualificati per alleviare le pressioni sui bilanci pubblici derivanti dall'invecchiamento della popolazione, da un lato, e per accelerare la transizione da un società industriale alla società della conoscenza, dall'altro. Il Belgio avverte l'esigenza di una visione più integrata sulla politica relativa alla forza lavoro, da raggiungere tramite la riforma legislativa e un monitoraggio più dinamico delle carenze di forza lavoro, in quanto l'attuale sistema basato sull'identificazione delle occupazioni nei punti di strozzatura per la migrazione di forza lavoro è rigido e antiquato. La Repubblica ceca ritiene che sia necessario prestare maggiore attenzione alle "agenzie di intermediazione" che reclutano i lavoratori migranti, in quanto esse costituiscono un rischio di sfruttamento della forza lavoro e di occupazione illegale. L'Estonia ha espresso una preoccupazione simile circa il potenziale sfruttamento degli immigrati economici. Il ministero dell'Interno ha istituito un gruppo di lavoro per esaminare gli attuali problemi riguardanti l'emissione di permessi di lavoro e la registrazione dell'impiego. Anche se la crisi economica ha ridotto la domanda di lavoro, è probabile che tale riduzione sia solo temporanea, ed è necessario migliorare la gestione delle carenze di forza lavoro tramite la migrazione. Il recente "Piano per l'integrazione della sicurezza: identità e incontro", promosso dal governo in Italia, esorta a un maggiore controllo degli ingressi, per garantire che i nuovi arrivati abbiano il profilo professionale necessario. Il Portogallo ha riconosciuto la necessità di introdurre nuovi meccanismi per ottimizzare il processo del sistema a quote, che ha sofferto di una complicata serie di procedure operative necessarie per colmare un posto vacante nello Stato membro, tra cui disposizioni e condizioni di ingresso.

Il Regno Unito ha sottolineato l'importanza di non fare eccessivo affidamento sugli schemi migratori del passato per elaborare future previsioni sulle carenze di forza lavoro. Inoltre, le politiche verso la migrazione familiare e l'impiego delle persone a carico dei lavoratori migranti influenzeranno le future richieste di forza lavoro.

Altre aree bisognose di miglioramento comprendono la necessità di ottimizzare le attuali procedure per la valutazione delle competenze e il riconoscimento delle qualifiche, sottolineata da Germania, Italia, Lussemburgo, Malta, Slovenia, Spagna e Svezia, e l'ulteriore sviluppo di misure di integrazione, tra cui l'apprendimento linguistico (da avviare nei paesi terzi), individuato da Finlandia, Italia, Slovenia e Spagna. Malta ha inoltre sottolineato che è necessario agire a livello dell'UE per garantire che la legislazione UE non sia condizionata verso i grandi mercati del lavoro rispetto al più ridotto mercato del lavoro del singolo Stato membro.

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Soddisfare la domanda di lavoro attraverso l’immigrazione

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9. CONCLUSIONI

Il periodo in cui è stato condotto lo studio REM è caratterizzato da una maggiore consapevolezza delle sfide demografiche che si prospettano all'orizzonte, e in alcuni casi già evidenti, insieme a una sostanziale recessione economica, che ha causato alti livelli di disoccupazione e drastici tagli governativi. Allo stesso tempo, gli Stati membri sono consapevoli della necessità di continuare ad essere competitivi sul mercato internazionale, che si sta muovendo sempre più verso una "società della conoscenza". In questo complesso contesto, la migrazione di forza lavoro dall'esterno dell'UE ricopre, in gran parte degli Stati membri, una posizione sempre più importante nell'agenda politica, traducendosi nel consolidamento di nuovi approcci e misure legislative e politiche, oppure nello sviluppo e introduzione di nuovi elementi. Infine, l'acquis dell'UE, comprese le direttive che stabiliscono le condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi altamente qualificati, ricercatori e, recentemente, persone oggetto di trasferimenti intrasocietari e lavoratori stagionali, sta nondimeno influenzando la tipologia e il contenuto di approcci e misure.

La (crescente) richiesta globale di talenti rappresenterà una sfida comune per l'UE, affinché gli Stati membri dell'UE possano competere per attirare lavoratori provenienti da paesi terzi. Al fine di garantire che l'UE resti competitiva, sarà necessario migliorare sia gli strumenti sia i metodi utilizzati per identificare e gestire la domanda di lavoro, tra cui la previsione delle carenze di lavoratori e competenze, nonché l'eliminazione delle difficoltà associate al riconoscimento delle qualifiche e competenze ottenute al di fuori dell'UE. Tali azioni garantiranno la flessibilità e l'attrattiva dei mercati lavorativi nazionali per i cittadini di paesi terzi e consentiranno agli Stati membri, quando necessario, di soddisfare la domanda di lavoro attraverso la migrazione.

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