discorso politico
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Innanzitutto un saluto alle autorità e a tutti i presenti che sono qui in occasione di un convegno che
non vuole essere celebrativo ma propositivo. Porto i saluti del nostro presidente che non è potuto
intervenire a questa importante riunione per impegni istituzionali inderogabili e che l’hanno
purtroppo trattenuto anche oggi fuori sede. E non sono ringraziamenti di circostanza perché avere
l’opportunità di riunirsi e di poter discutere su argomenti di questa portata è un esempio di civiltà e
di capacità di governance invidiabili e che deve essere rimarcato.
È per questo che siamo fieri di poter rappresentare il nostro punto di vista e di poter ascoltare gli
interventi di relatori così qualificati in materia.
Il mio contributo sarà breve ma prima di affrontare l’argomento cruciale dell’incontro, è mio dovere
sottolineare che ciò che discutiamo, non interessa solo gli enti che sono qui rappresentati, ossia il
pubblico e il privato, ma anche altri attori sociali, che vengono spesso a mancare ai tavoli di
discussione: è infatti inutile riempirsi la bocca con discorsi sulla qualità se non si riesce a fare
sistema, a creare sinergie lavorando in rete e valorizzando le risorse del territorio.
Negli ultimi dieci anni si sono fatti passi da giganti ma non è ancora abbastanza, in confronto con le
sfide che ci attendono. La capacità di pianificazione che abbiamo dimostrato oggi viene messa a
dura prova e la buona volontà dei singoli appare non essere più sufficiente, se non sarà supportata
da un’azione costante che deve coinvolgere tutti i soggetti della filiera. Questo nodo è politico e va
sciolto con la politica, come disse il mio caro amico del comune.
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La società è di fronte a un bivio e i cambiamenti presuppongono un cambiamento anche culturale e
noi siamo qui per questo. Del resto le risorse stanziate non sono state affiancate da altrettanti
impegni a livello centrale e periferico e non raramente è infatti possibile vedere finanziamenti a
pioggia e interventi a macchia di leopardo senza nessun interesse alla razionalizzazione delle risorse
e con soluzioni che devono essere declinate alle esigenze di ognuno.
Apro una parentesi sulle caratteristiche del tavolo di concertazione che la questione ha richiesto e
sono obbligato a riconoscere la serietà degli attori, che vi hanno preso parte e che hanno dimostrato
coerenza e qualità morali, senza le quali non si sarebbe potuto raggiungere mai, traguardi così
ambiziosi.
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Per comprendere a fondo la portata di quello che si discute oggi è necessario mettere alcuni paletti.
La questione si dipana in due direttrici fondamentali che sono entrambe di estrema delicatezza e che
devono essere trattate senza mai perdere di vista le responsabilità che ci siamo assunti. La speranza
è che gli obiettivi che ci siamo posti facciano parte a pieno titolo dell’agenda di tutti e che possano
essere trattati a 360 gradi perché non eiste un governo dei cittadini senza i cittadini. Anche i
problemi sollevati in apertura che sono fondamentali per un ragionamento a tutto tondo risentono
purtroppo di un deficit informativo che deve essere affrontato con serietà e lungimiranza.
Chiudo il mio intervento nella speranza che oggi si pongano le basi per un reale cambiamento in
questa direzione. Vi ringrazio per l’attenzione e mi scuso, ma purtroppo altri impegni mi richiedono
e dovrò abbandonare la sala.