dispensa contabilità aziendale

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  1 Dispensa di Contabilità generale di Paolo Di Santo  Premessa Chi gestisce la contabilità d i un’impresa lo fa perché alla fine di ogni anno di g estione ha  bisogno di conoscere due cose fondamentali relative alla sua impresa: a) quan to vale l’impresa; b) se alla fine di un anno d i attività c’è un utile o una p erdita. Per trovare una risposta alla prima domanda il nostro bravo contabile deve calcolare quanto denaro c’è in cassa, quanto c’è in banca, se ci sono degli assegni da incassare, quanto valgono i beni posseduti come fabbricati, merci in magazzino, automezzi, mobili, quanti sono i crediti da riscuotere cioè fatture e camb iali, ecc.. Deve cioè calcolare le co siddette attività: i ben i di cui l’impresa ha la proprietà e quello che l’impresa deve avere (crediti). Poi deve calcolare le  passività: quello che l’impresa deve dare (i debiti: verso i fornitori, verso lo St ato per l’Iva e le altre imposte da pagare, verso le banche es. mutui da pagare, verso gli istituti previdenziali, eccetera, eccetera). Dopodiché fa una semplice operazione: totale attività (detto patrimonio lordo) meno totale passività e ottiene il cosiddetto patrimonio netto, cioè quanto vale contabilmente l’impresa. (Il patrimonio netto è in realtà un valore composto da diverse parti : il patrimonio iniziale - i prelevamenti effettuati dal titolare + l’utile di esercizio [- la perdita di esercizio] ). Per mostrare e far capire a tutti i calcoli che ha fatto il nostro bravo contabile usa un prospetto, detto Stato Patrimoniale, diviso in due sezioni: a sinistra elenca le attività con a fianco il loro valore e quindi calcola l’attivo (il totale delle attività) e a destra elenca le  passività con a fianco il loro valore e quindi calcola il passivo (il totale delle passività) e infine scrive il patrimonio netto. Con questo prospetto, che viene fatto regolarmente al 31/12, si fotografa il patrimonio aziendale finale cioè viene mostrata la composizione del patrimonio aziendale e si quantifica il patrimonio netto cioè il valore contabile dell’impresa alla fine di un anno di gestione. Il nostro bravo contabile così risponde alla prima domanda (anche se in maniera ancora approssimativa), ma per rispondere alla seconda domanda (qual è il reddito di esercizio, ovvero il risultato economico di un anno di gestione è un utile o una perdita?) come fa? Posto che l’utile o guadagno è dato dalla formula: ricavi – costi = utile (naturalmente se i ricavi sono maggiori dei costi altrimenti c’è una perdita), il nostro contabile usa un prospetto chiamato Conto Economico, do ve a sinistra mette tutti i costi relativi all’anno trascorso (i cosiddetti componenti negativi di redd ito: costi di acqu isto di merce, interessi passivi, spese di luce, telefono, fitti passivi, imposte, retribuzioni del personale, ecc. ecc.), a destra mette tutti i ricavi relativi allo stesso anno (i cosiddetti componenti positivi di reddito: ricavi per la vendita di merce, interessi attivi, ecc. ecc.. ). Fatto questo, fa la differenza tra totale ricavi e totale costi: se il totale dei ricavi è maggiore del totale dei costi si ha un utile, viceversa si ha una perdita. Quindi con questi due prospetti Stato Patrimoniale e Conto Economico il nostro bravo contabile riesce a rispondere alle due domande chiave che si era p osto all’inizio. (Purtroppo finora nessuno è riuscito a inventare un mo do più semplice di questo per rispondere a quelle due domande) Bene, ma a questo punto vi chiederete: ma come fa questo contabile a tenere il conto di tutte queste voci che si trovano nello Stato Patrimoniale e nel Conto Economico? Come fa a registrare le variazioni di queste voci durante l’anno e quindi sapere alla fine dell’anno quanto c’è in cassa, quanti costi, quante cambiali, assegni, quanti crediti, quanti debiti, eccetera, eccetera, senza uscire pazzo !!!??? Come fa a tenere tutta questa contabilità? C’è un sistema, un metodo? (…suspense….) . Dopo questa semplice premessa entriamo nel vivo con qualche esempio pratico, riferito al tipo di azienda più elementare: l’impresa individuale.

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Dispensa contabile

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Dispensa di Contabilità generaledi Paolo Di Santo 

Premessa

Chi gestisce la contabilità di un’impresa lo fa perché alla fine di ogni anno di gestione ha bisogno di conoscere due cose fondamentali relative alla sua impresa:

a) quanto vale l’impresa; b) se alla fine di un anno di attività c’è un utile o una perdita.

Per trovare una risposta alla prima domanda il nostro bravo contabile deve calcolare quanto

denaro c’è in cassa, quanto c’è in banca, se ci sono degli assegni da incassare, quanto valgono

i beni posseduti come fabbricati, merci in magazzino, automezzi, mobili, quanti sono i crediti

da riscuotere cioè fatture e cambiali, ecc.. Deve cioè calcolare le cosiddette attività: i beni di

cui l’impresa ha la proprietà e quello che l’impresa deve avere (crediti). Poi deve calcolare le

 passività: quello che l’impresa deve dare (i debiti: verso i fornitori, verso lo Stato per l’Iva e

le altre imposte da pagare, verso le banche es. mutui da pagare, verso gli istituti previdenziali,

eccetera, eccetera). Dopodiché fa una semplice operazione: totale attività (detto patrimonio

lordo) meno totale passività e ottiene il cosiddetto patrimonio netto, cioè quanto vale

contabilmente l’impresa. (Il patrimonio netto è in realtà un valore composto da diverse parti :

il patrimonio iniziale - i prelevamenti effettuati dal titolare + l’utile di esercizio [- la perdita di

esercizio] ). Per mostrare e far capire a tutti i calcoli che ha fatto il nostro bravo contabile usa

un prospetto, detto Stato Patrimoniale, diviso in due sezioni: a sinistra elenca le attività con a

fianco il loro valore e quindi calcola l’attivo (il totale delle attività) e a destra elenca le

 passività con a fianco il loro valore e quindi calcola il passivo (il totale delle passività) e

infine scrive il patrimonio netto. Con questo prospetto, che viene fatto regolarmente al 31/12,

si fotografa il patrimonio aziendale finale cioè viene mostrata la composizione del patrimonio

aziendale e si quantifica il patrimonio netto cioè il valore contabile dell’impresa alla fine di un

anno di gestione.Il nostro bravo contabile così risponde alla prima domanda (anche se in maniera ancora

approssimativa), ma per rispondere alla seconda domanda (qual è il reddito di esercizio,

ovvero il risultato economico di un anno di gestione è un utile o una perdita?) come fa?

Posto che l’utile o guadagno è dato dalla formula: ricavi – costi = utile (naturalmente se i

ricavi sono maggiori dei costi altrimenti c’è una perdita), il nostro contabile usa un prospetto

chiamato Conto Economico, dove a sinistra mette tutti i costi relativi all’anno trascorso (i

cosiddetti componenti negativi di reddito: costi di acquisto di merce, interessi passivi, spese

di luce, telefono, fitti passivi, imposte, retribuzioni del personale, ecc. ecc.), a destra mette

tutti i ricavi relativi allo stesso anno (i cosiddetti componenti positivi di reddito: ricavi per la

vendita di merce, interessi attivi, ecc. ecc.. ). Fatto questo, fa la differenza tra totale ricavi e

totale costi: se il totale dei ricavi è maggiore del totale dei costi si ha un utile, viceversa si hauna perdita.

Quindi con questi due prospetti Stato Patrimoniale e Conto Economico il nostro bravo

contabile riesce a rispondere alle due domande chiave che si era posto all’inizio.

(Purtroppo finora nessuno è riuscito a inventare un modo più semplice di questo per

rispondere a quelle due domande)

Bene, ma a questo punto vi chiederete: ma come fa questo contabile a tenere il conto di tutte

queste voci che si trovano nello Stato Patrimoniale e nel Conto Economico? Come fa a

registrare le variazioni di queste voci durante l’anno e quindi sapere alla fine dell’anno

quanto c’è in cassa, quanti costi, quante cambiali, assegni, quanti crediti, quanti debiti,

eccetera, eccetera, senza uscire pazzo !!!??? Come fa a tenere tutta questa contabilità?

C’è un sistema, un metodo? (…suspense….) .Dopo questa semplice premessa entriamo nel vivo con qualche esempio pratico, riferito al

tipo di azienda più elementare: l’impresa individuale.

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Situazione Patrimoniale di un'impresa individuale al 31/12 

ATTIVITA' PASSIVITA'

costi d'impianto 58.000 fondo ammortamento costi d'impianto 16.600

software 4.000 fondo ammortamento software 2.000fabbricati 120.000 fondo ammortamento fabbricati 56.000

attrezzature commerciali 31.000 fondo ammortamento attrezzature comm. 16.000

automezzi 67.000 fondo ammortamento automezzi 47.000

arredamento 6.000 fondo ammortamento arredamento 3.000

macchine d'ufficio 5.200 fondo ammortamento macchine d'ufficio 4.200

merci 96.000 debiti v/fornitori 80.000

imballaggi 4.000 fatture da ricevere 2.200

crediti v/clienti 90.000 debiti diversi 2.100

fatture da emettere 16.000 cambiali passive 50.000

crediti diversi 600 debiti per IVA 23.000

crediti insoluti 10.000 debiti v/Erario per ritenute 26.400

cambiali attive 12.000 debiti v/Istituti previdenziali 5.000

cambiali all'incasso 1.500 banca c/c passivo 18.000

denaro in cassa 30.000 mutui passivi 40.000

banca c/c 50.000 debiti per TFR 27.000

c/c postale 2.200 fondo per imposte 7.500

assegni 2.500 fondo svalutazione crediti 8.000

valori bollati 500 fondo rischi su crediti 9.000

ratei attivi 500 ratei passivi 3.000

risconti attivi 5.000 risconti passivi 7.000

TOTALE PASSIVITA' 453.000

 patrimonio netto iniziale 100.000

 prelevamenti del titolare -4.000

titolare c/ritenute subite -1.000

utile di esercizio 64.000

PATRIMONIO NETTO FINALE 159.000

TOTALE ATTIVITA' 612.000 totale a pareggio 612.000

TOTALE ATTIVITA' – TOTALE PASSIVITA' = PATRIMONIO NETTO FINALE

(totale a pareggio = totale passività + patrimonio netto finale)

[quelli scritti in grassetto sono valori finanziari 

(cioè che possono essere espressi solo in moneta), tutti gli altri sono valori economici]

Il Patrimonio Netto finale (cioè al 31/12 alla chiusura dell'esercizio) è un valore composto derivatocioè dalla somma algebrica dei suoi componenti. Esso ci dice in sintesi quanto vale l’azienda. [Ma

attenzione il patrimonio netto è un valore contabile cioè sulla carta, il valore reale spesso è diverso.Se infatti compro un’impresa devo pagare anche il fatto che è una azienda avviata e funzionante,

conosciuta, organizzata, con un giro d'affari: il cosiddetto avviamento ].

***

Ma c’è differenza tra Situazione Patrimoniale e Stato Patrimoniale?

Nella Situazione Patrimoniale, che è un prospetto informale a uso interno, le voci possono non avere un

ordine preciso. Lo Stato Patrimoniale, invece è un prospetto obbligatorio, previsto dal Codice Civile perle società, dove le voci sono raggruppate secondo un ordine preciso e non modificabile. Nel caso diimpresa individuale lo Stato Patrimoniale potrebbe essere così:

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Stato Patrimoniale al 31/12/09 dell'azienda X

Attività PassivitàImmobilizzazioni Debiti

Immobilizzazioni immateriali Debiti a breve termine

costi d'impianto 58.000 debiti v/fornitori 80.000

software 4.000 fatture da ricevere 2.200

debiti diversi 2.100

cambiali passive 50.000

totale 62.000 debiti per IVA 23.000

Immobilizzazioni materiali debiti v/Erario per ritenute 26.400

fabbricati 120.000 debiti v/Istituti previdenziali 5.000

attrezzature commerciali 31.000 banca c/c passivo 18.000

automezzi 67.000

arredamento 6.000 totale 206.700

macchine d'ufficio 5.200 Debiti a medio-lungo termine

mutui passivi 40.000

totale 40.000

totale 229.200

Attivo circolante Debiti per TFR 27.000

Rimanenze

merci 96.000 Fondi ammortamento

imballaggi 4.000 fondo ammortamento costi d'impianto 16.600

fondo ammortamento software 2.000

fondo ammortamento fabbricati 56.000

totale 100.000 fondo ammortamento attrezzature comm. 16.000

Crediti fondo ammortamento automezzi 47.000

crediti v/clienti 90.000 fondo ammortamento arredamento 3.000fatture da emettere 16.000 fondo ammortamento macchine d'ufficio 4.200

crediti diversi 600 totale 144.800

crediti insoluti 10.000 Fondi per rischi e oneri

cambiali attive 12.000 fondo per imposte 7.500

cambiali all'incasso 1.500 totale 7.500

Fondi svalutazione

fondo svalutazione crediti 8.000

fondo rischi su crediti 9.000

totale 130.100 totale 17.000

Disponibilità liquide

denaro in cassa 30.000 Ratei e risconti passivibanca c/c 50.000 ratei passivi 3.000

c/c postale 2.200 risconti passivi 7.000

assegni 2.500 totale 10.000

valori bollati 500

Totale Passività 453.000

Patrimonio netto

totale 85.200 patrimonio netto iniziale 100.000

Ratei e risconti attivi prelevamenti del titolare -4.000

ratei attivi 500 titolare c/ritenute subite -1.000

risconti attivi 5.000 utile di esercizio 64.000

totale 5.500Totale Patrimonio Netto 159.000

Totale Attività 612.000 Totale a pareggio 612.000

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Come si può vedere la sostanza è la stessa, cambia solo la presentazione, piùprecisa e formale: in questo Stato Patrimoniale le Classi dell’Attivo sono:Immobilizzazioni, Attivo circolante e Ratei e risconti attivi. Le Classi del Passivosono: Debiti, Fondi per rischi e oneri, Debiti per TFR, Ratei e risconti passivi,Patrimonio Netto (i fondi ammortamento e i fondi svalutazioni non sono classi ma sono

solo delle rettifiche di voci dell’Attivo qui inserite per una maggiore chiarezza).  

***

Gli elementi del patrimonio quindi si classificano in vari modi:

o  secondo il segno: in attività e passività 

o  secondo la destinazione: immobilizzazioni  (sono i beni destinati a rimanere

nell’azienda per lungo tempo) e attivo circolante  (sono i beni destinati a rimanere

nell’azienda per breve tempo). L’attivo circolante comprende: le rimanenze di

magazzino, i crediti, le disponibilità liquide.

o  secondo il modo in cui possono essere espressi: valori finanziari (che possono essere

espressi solo in moneta) denaro, assegni, cambiali, crediti, debiti, ratei e valorieconomici (rimanenze, immobilizzazioni e relativi fondi ammortamenti, risconti, parti

del Patrimonio Netto). (Le merci per esempio possono essere espresse anche in quantità fisiche:

kilogrammi, litri, …)

***

Possiamo a questo punto dare una definizione di patrimonio aziendale.Il patrimonio aziendale  è costituito da:

1) l’insieme dei beni (investimenti e disponibilità), a disposizione di diritto e di fatto del soggetto

aziendale2) le fonti di finanziamento necessari per svolgere l’attività aziendale (finanziamenti di capitale proprio, conferiti cioè dal proprietario o dai soci + finanziamenti di capitale di credito, capitale cioè

 prestato da terzi, nel nostro esempio il capitale di credito è costituito da: passività consolidate, cioè amedio-lungo termine (mutui passivi, debiti per TFR) e passività correnti, cioè a breve termine

(banca c/c passivo, debiti v/fornitori, fatture da ricevere, debiti diversi, cambiali passive, debititributari [debiti per Iva e debiti v/Erario per ritenute], debiti v/Istituti previdenziali, ratei passivi,risconti passivi, fondo per imposte).

***

 Nel prospetto previsto dal Codice Civile (obbligatorio per le società per azioni e le società aresponsabilità limitata) le poste del bilancio sono raggruppate  in classi (lettere maiuscole:

A,B,C,D,E), sottoclassi (numeri romani: I, II ,III ,IV), voci (numeri arabi: 1,2,3,4...), sottovoci

(lettere minuscole: a,b,c,d,...).

 Nel caso di azienda individuale le parti del Patrimonio Netto sono: Patrimonio netto iniziale,

 prelievi del titolare, titolare c/ ritenute subite, utile (perdita) di esercizio.

 Nel caso di società per azioni le parti principali del Patrimonio Netto sono:

Patrimonio (o Capitale) sociale, riserva legale, riserve statutarie, riserva sovraprezzo azioni,

utile (perdita) di esercizio, utili (perdite) esercizi precedenti.

***

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Conto Economico di un'impresa individuale al 31/12 

componenti negativi componenti positivi

acquisti di merci 1.900.000 resi su acquisti 5.000

acquisti imballaggi 20.000 ribassi e abbuoni attivi 2.000costi di trasporto 36.000 interessi attivi bancari 900

costi per energia elettrica 3.000 interessi attivi da clienti 1.200

interessi passivi bancari 300 plusvalenze ordinarie 2.000

interessi passivi su mutui 4.000 vendite di merci 2.200.000

sopravvenienze e insussistenze passive 600 vendita di imballaggi 7.000

fitti passivi 2.500 rimborsi costi di trasporto 4.200

canoni di leasing 6.000 variazione rimanenze merci 40.000

retribuzioni 70.000 variazione rimanenze imballaggi 50.000

oneri sociali 12.000 sopravvenienze e insussistenze attive 4.000

trattamento fine rapporto 36.000

ammortamento attrezzature comm. 56.000ammortamento automezzi 48.000

svalutazione crediti 3.600

perdite su crediti 2.000

imposte dell'esercizio 3.000

costi di pubblicità 4.000

costi di assicurazione 5.000

spese telefoniche 2.600

spese postali 400

commissioni bancarie 1.500

resi su vendite 5.000

ribassi e abbuoni passivi 2.000ammortamento costi d' impianto 9.800

ammortamento fabbricati 19.000

TOTALE COSTI 2.252.300

utile di esercizio 64.000

Totale a pareggio 2.316.300 TOTALE RICAVI 2.316.300

TOTALE RICAVI – TOTALE COSTI = utile di esercizio

( totale costi + utile di esercizio = totale a pareggio)

I valori inseriti nel Conto Economico sono ovviamente tutti valori economici. 

( e non te lo fare ripetere più!!!)

 Nel Bilancio ufficiale il C.E. può assumere una forma diversa. Anziché i costi a sinistra e i

ricavi a destra [sezioni contrapposte: forma orizzontale] può presentare sopra i ricavi e sotto

i costi [sezioni sovrapposte: forma verticale].

L’insieme delle operazioni, tra loro coordinate e collegate, svolte per raggiungere gli obiettivi

dell’azienda, è detto gestione. E’ suddivisa in periodi di durata annuale detti esercizi. Può

essere analizzata sotto diversi aspetti: a) aspetto tecnico (relativo alla trasformazione

materiale e/o alla trasformazione nello spazio e nel tempo); b) aspetto economico (riguardante

i costi sostenuti e i ricavi conseguiti); c) aspetto finanziario (relativo alle variazioni dei valorifinanziari cioè alle uscite-entrate finanziarie e all’aumento-diminuzione di crediti e debiti).

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Il risultato economico della gestione di un esercizio è detto reddito di esercizio e può essere

 positivo (utile di esercizio) o negativo (perdita di esercizio). Si determina per mezzo del

Conto Economico come differenza tra i ricavi e i costi relativi all’esercizio. Se i ricavi sono

maggiori dei costi il reddito è positivo (utile). Se invece i costi sono maggiori dei ricavi il

reddito è negativo (perdita). Questo procedimento non solo determina il reddito di esercizio

ma spiega anche come si è arrivati a ottenere questo risultato. Il reddito di esercizio risulta sianello Stato Patrimoniale sia nel Conto Economico. Nella pratica operativa prima si determina

il reddito di esercizio per mezzo del Conto Economico e poi lo si riporta nello Stato

Patrimoniale.

Il costo è la spesa che l’azienda deve sostenere per procurarsi i fattori produttivi. E’ misurato

dalla quantità di mezzi monetari necessari per l’acquisto.

Il ricavo  è quello che si ottiene dalla vendita di beni e/o servizi. E’ misurato dai mezzi

monetari ottenuti in cambio dei beni e/o servizi ceduti.

Ma i costi non sono tutti uguali.

  Costi di esercizio  sono i costi sostenuti per acquistare beni e servizi acquistati e

utilizzati/rivenduti nello stesso esercizio/anno.

  Costi pluriennali  sono i costi sostenuti per acquisire i fattori produttivi di lunga

durata come i macchinari, gli automezzi, i brevetti, i costi di impianto, eccetera.

(i COSTI di IMPIANTO sono costi pluriennali immateriali [costi di costituzione

dell’impresa (notaio, commercialista), costi di allacciamento luce, acqua, telefono.

ecc..]) 

Sono chiamati anche immobilizzazioni. L’insieme delle immobilizzazioni costituisce

il cosiddetto capitale fisso o attivo immobilizzato. Il valore dei costi pluriennali viene

alla fine di ogni anno rettificato indirettamente scrivendo nel relativo Fondo

ammortamento il valore “consumato” nell’esercizio.

Risultano nello Stato patrimoniale nelle Attività. La parte di costo pluriennale

competente all’esercizio (“consumata” cioè nell’esercizio) è detta quota di

ammortamento e risulta tra i costi di esercizio nel Conto Economico.

  Costi futuri ( o presunti) sono quelli che si riferiscono a beni o servizi già utilizzati

ma non ancora pagati.

  Costi sospesi ( o anticipati) sono i costi relativi a fattori produttivi già pagati ma non

utilizzati o rivenduti entro l’esercizio (esempio le rimanenze al 31/12 di merci, materie

 prime, materiali di consumo, risconti attivi).

***

Il bilancio di esercizio è il documento contabile più importante dell'azienda. Viene redatto al termine del periodo amministrativo allo scopo di rappresentare la situazione patrimoniale e finanziaria dell'impresa e il

risultato economico dell'esercizio.

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Il bilancio di esercizio si compone di tre parti tra loro strettamente connesse e costituenti un

tutto inscindibile:

1.  lo Stato Patrimoniale, prospetto che mette in evidenza gli elementi attivi e passivi che

compongono il patrimonio esistente alla fine del periodo amministrativo e il patrimonio

netto.

La funzione dello S.P. è mostrare la composizione del patrimonio aziendale edeterminare l’entità del patrimonio netto.

2.  il Conto economico, prospetto che mette in evidenza il processo di formazione del

risultato economico di esercizio (utile o perdita di esercizio).

La funzione del C.E. è determinare il reddito di esercizio attraverso il confronto tra i

costi e i ricavi competenti all’esercizio.3.  la Nota integrativa, che svolge, attraverso un'analisi espositiva e con tabelle, una

funzione esplicativa di completare e chiarire le informazioni fornite dallo S.P. e dal C.E.

che essendo dei prospetti molto sintetici non possono chiarire tutto.

***

Lo S.P. è fondamentale perché:

1) in esso si possono vedere i rapporti giuridici che ha l’azienda (diritti di proprietà, diritti di

credito, obbligazioni assunte [cioè i debiti], beni di terzi in uso, ecc….)

2) rappresenta la continuità tra un esercizio e l’altro (poiché le attività e le passività che ci

sono alla fine di un esercizio [31/12/2010] coincidono con le attività e le passività che ci sono

all’inizio dell’esercizio successivo [1/1/2011] ).

Il C.E. è molto importante invece ai fini interni della gestione per capire come si è arrivati a

quel risultato economico.

L’analisi e l’interpretazione dei valori inseriti nello Stato patrimoniale e nel Conto

economico consente di esprimere un giudizio più approfondito sul reale valore del patrimonio

e sulla capacità dell’impresa di produrre nel tempo un reddito positivo (analisi di bilancio).

 Nelle imprese individuali e nelle società di persone il bilancio è un documento interno

all'azienda (la legge non richiede infatti che sia portato a conoscenza dei terzi ma solo del

fisco). Deve essere quindi redatto e conservato ai fini fiscali e può essere richiesto in visione

dalle banche in sede di istruttoria per la concessione di prestiti/fidi). Nelle società per azioni e

nelle società a responsabilità limitata (dette società di capitali) invece il bilancio di esercizioassume importanza all’esterno: E’ un documento redatto dagli amministratori secondo gli

schemi obbligatori previsti dal Codice Civile, approvato dall’assemblea dei soci, pubblicato e

depositato presso l’Ufficio del Registro delle imprese tenuto dalla Camera di Commercio.

***

Dopo questa importante premessa possiamo finalmente addentrarci nel misterioso mondo della contabilità

ovvero come arrivare a ottenere gli importi da inserire nel bilancio. E vai !!!!

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 Non si può gestire un’azienda e redigere il bilancio senza tenere una contabilità.

La contabilità generale  registra tutti i fatti di gestione che avvengono in una

azienda che riguardano le voci che poi risulteranno nel bilancio.

Si chiama contabilità generale per distinguerla dalle contabilità speciali che si occupano di un

oggetto particolare (esempi: contabilità del personale, contabilità di magazzino, contabilità dei

costi, …).

Per tenere la contabilità c’è bisogno dei conti. Il conto  è l’insieme delleregistrazioni riguardanti un determinato oggetto contabile. Ha la forma di un

 prospetto a due sezioni. Sopra si scrive il nome del conto. La sezione di sinistra

si chiama dare, la sezione destra si chiama avere (sono dei nomi convenzionali).

Quando si scrive un importo nella sezione “dare” si dice che il conto è stato

“addebitato”. Quando si scrive un importo nella sezione “avere” si dice che ilconto è stato “accreditato”.  Attenzione: sono termini convenzionali, non vanno

interpretati letteralmente cioè “addebitare” un conto non significa

assolutamente che aumentano i debiti ma solo che abbiamo scritto l’importonella sezione sinistra.

 NOME DEL CONTO

sezione sezione

sinistra destraDARE AVERE

Per tenere la contabilità generale c’è bisogno di :

a) un sistema contabile

 b) un metodo di registrazione

Il sistema contabile ci dice come si classificano i conti. Il sistema contabile

 più usato classifica i conti in conti finanziari e conti economici.

I conti finanziari  sono quelli intestati agli oggetti finanziari cioè tutto quelloche rappresenta denaro, crediti e debiti. Esempio: Denaro in cassa, Cambiali

attive, Cambiali passive, Banca c/c, Assegni, Crediti v/clienti, Debiti v/fornitori,

Mutui passivi, Valori bollati, IVA a credito, IVA a debito, eccetera.

I conti economici (praticamente tutti gli altri conti) sono quelli intestati ai costi,

ai ricavi e alle parti del patrimonio netto. Esempio: acquisto merci, vendita

merci, fitti attivi, fitti passivi, interessi attivi, interessi passivi, costo del

 personale, spese di trasporto, spese telefoniche, costi energia, automezzi,

fabbricati, macchinari, arredamento, patrimonio netto, utile di esercizio, perditadi esercizio, prelevamenti del titolare, eccetera.

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 Nel Bilancio i conti finanziari vanno tutti nello Stato Patrimoniale. I conti economici invece,

vanno in parte nello Stato Patrimoniale e in parte nel Conto Economico. Vanno nel C.E. i

costi e ricavi di competenza dell'esercizio, vanno nello S.P. i costi e ricavi che riguardano due

o più esercizi (i costi pluriennali, i costi sospesi, i ricavi sospesi) e i conti che rappresentano le parti del patrimonio netto. Il reddito di esercizio risulta sia nello S.P. che nel C.E.

Ma perché due tipi di conti (finanziari ed economici)? Perché la gestione presenta due aspetti

tra loro inscindibili: l'aspetto finanziario e l'aspetto economico che sono come le due facce di

una stessa moneta. Quando acquisto della merce ho un costo (purtroppo non me la regalano):

aspetto economico. Da cosa viene misurato questo costo? Dall'aumento di debiti verso il

fornitore (aspetto finanziario) documentato dalla fattura che mi consegna per farmi conoscere

quanto devo pagare. Senza la variazione finanziaria non si potrebbe misurare, quantificare

nessun costo e nessun ricavo. Se c'è un costo o un ricavo quindi ci deve essere

necessariamente una variazione finanziaria che lo misura.

I conti finanziari funzionano così:  quando si ha una variazione finanziaria

 positiva (VF+) l’importo va scritto nella sezione sinistra ( cioè dare e si dice che

il conto viene addebitato), quando si ha una variazione finanziaria negativa(VF-) l’importo va nella sezione destra (cioè avere e si dice che il conto viene

accreditato).

Esempio n.1: si ha una entrata di denaro in cassa di 200 euro: nel conto

DENARO IN CASSA bisogna scrivere 200 nella sezione sinistra (dare); si hauna uscita di cassa di 140 euro: bisogna scrivere 140 nella sezione di destra

(avere). In parole semplici il conto DENARO IN CASSA funziona così: leentrate di cassa si scrivono a sinistra (dare) le uscite di cassa di scrivono a destra

(avere)

DENARO IN CASSA DENARO IN CASSA

D-------------------------------A D-----------------------A

200 | 140 entrate | uscite

VF+ | VF- VF+ | VF-(+ denaro)  | (- denaro) |

Esempio n.2: paghiamo una fattura di 600 € ad un fornitore in contanti: deve

risultare con la registrazione di questo fatto che i debiti v/fornitori sonodiminuiti di 600€ ( - debiti = variazione finanziaria positiva +   sezione

sinistra dare) ma nello stesso tempo è diminuito il denaro in cassa ( uscita di

cassa = variazione finanziaria negativa - sezione destra avere) pertanto il fatto

sarà così registrato :

DEBITI V/FORNITORI DENARO IN CASSA600 600-debiti  VF+  - denaro VF-

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 Esempio n.3: paghiamo una cambiale passiva di 69 € in scadenza emettendo un

Assegno Bancario (A/B) di 69 €: con la registrazione di questo fatto deve

risultare che le cambiali passive sono diminuite di 69€ (- cambiali passive da

 pagare = variazione finanziaria +

 sezione sinistra dare) ma nello stesso tempol’emissione dell’ A/B (Assegno Bancario) comporta una diminuzione del

denaro sul c/c bancario ( - denaro sul c/c bancario = variazione finanziaria -  

sezione destra avere).

CAMBIALI PASSIVE BANCA C/C

69 69- cambiali passive - denaro in banca

VF+ VF-

I conti economici invece funzionano al contrario. Quando si ha una variazione

economica positiva (VE+) [aumento di ricavi o diminuzione di costi] l’importo

va in avere, quando si ha una variazione economica negativa (VE-) [aumento di

costi o diminuzione/rettifica di ricavi] l’importo va in dare. Per esempio:

abbiamo un costo di 50 euro per fitti passivi, dobbiamo scrivere 50 nella

sezione sinistra dare del conto Fitti Passivi perché è una variazione economica

negativa (+ costi); abbiamo un ricavo per vendita di merci per 900 euro,

dobbiamo scrivere 900 nella sezione destra avere del conto Merci c/vendite

 perché è una variazione economica positiva (+ ricavi); abbiamo un costo per

acquisto di merci per 80 euro, dobbiamo scrivere 80 nella sezione sinistra daredel conto Merci c/acquisti perché è una variazione economica negativa (+costi).(Quasi tutti i conti economici, come avrete già intuito, sono unilaterali, cioè accolgono valori solo in una

sezione)

DARE CONTI ECONOMICI AVERE

VE-  VE+aumento di costi aumento di ricavi

rettifiche di ricavi rettifiche di costi

diminuzione di patrimonio aumento di patrimonio

MERCI C/VENDITE FITTI PASSIVI

D-------------------------------A D --------------------------- A

900 50VE+ VE-

(+ ricavi per vendita merci  (+ costi per fitti) 

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 Attenzione alla terminologia dei conti:Quando si scrive un importo nella sezione “dare” si dice che il conto è stato “addebitato”.Quando si scrive un importo nella sezione “avere” si dice che il conto è stato “accreditato”.Sono termini convenzionali, non vanno interpretati letteralmente  .(Altrimenti i neuroni nel cervello si riscaldano troppo e vi esce il fumo dalle orecchie). 

Il metodo di registrazione è l’insieme delle regole e degli strumenti per

registrare i fatti di gestione. Il metodo usato è quello della Partita Doppia.

Le regole della Partita Doppia sono: 1) quando si registra un fatto sono interessati minimo due conti,

da cui il nome di partita (= importo) doppia.

2) quando si registra un fatto di gestione il totale degliaddebitamenti (importi in “dare”) deve essere uguale al totale

degli accreditamenti (importi in “avere”).[questa regola è fondamentale se no i conti non tornano e si impazzisce].

***

Gli strumenti  della Partita Doppia sono:

1) il piano ( o quadro) dei conti (cioè l’elenco dei conti divisi in gruppi)2) il libro Mastro (che contiene l’insieme dei conti, detti anche mastrini)

3) il Libro Giornale dove i fatti sono registrati in ordine cronologico in una certa

forma (articoli).

Ogni volta che rileviamo un fatto di gestione dobbiamo registrarlo sia nei conti

interessati (minimo 2) del libro mastro, sia nel libro giornale.

***

Perché 2 libri per registrare le stesse cose?Perché ogni libro ha una sua funzione:se vogliamo conoscere la situazione di un singolo conto (per esempio Debiti v/ fornitori) ci serve illibro mastro, se vogliamo invece sapere le operazioni fatte in dato giorno allora ci serve il libro

giornale, dove gli articoli sono in ordine cronologico.

***

I conti non sono uguali per tutte le aziende, ma variano secondo il tipo di azienda:un'impresa industriale ha conti diversi dai conti di un'impresa commerciale.

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Esempi di fatti di gestione registrati nei conti e sul libro giornale:

1) 21/03/2009 emessa una fattura per vendita di merci per 1.000 euro + IVA 20%

2) 29/03/2009 incassata la fattura di 1.200 euro da un cliente:200 euro in denaro, 400 euro con un assegno bancario, 600 euro con una cambiale

1° fatto

libro mastro:

Crediti v/clienti IVA a debito Vendita merci1.200 | | 200 | 1.000

libro giornale:

data Codice Denominazione conti DARE AVERE

21/03/2009 CREDITI V/ CLIENTI 1.200

21/03/2009 VENDITA MERCI 1.000

21/03/2009 IVA A DEBITO 200

2° fatto

libro mastro:

Denaro in cassa  Assegni Cambiali attive  Crediti v/clienti 

200  |  400 | 600  | | 1.200 

libro giornale:

data Codice Denominazione conti DARE AVERE

29/03/2009 DENARO IN CASSA 200

29/03/2009 ASSEGNI 400

29/03/2009 CAMBIALI ATTIVE 600

29/03/2009 CREDITI V/CLIENTI 1.200

(Nel piano dei conti a ogni conto viene assegnato un codice numerico)

***

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Quando acquistiamo beni e servizi, l' IVA che paghiamo al nostro fornitore, è IVA A

CREDITO, perché lo Stato ce la deve rimborsare. Viceversa quando vendiamo beni e servizi,

l' IVA che incassiamo dai nostri clienti, è IVA A DEBITO in quando dobbiamo versarla allo

Stato. Praticamente chi ha la Partita IVA deve versare periodicamente allo Stato la differenza

tra l' IVA incassata sulle vendite (a debito) e l'IVA pagata sugli acquisti (a credito).

Alla fine dell’esercizio amministrativo (al 31/12) i conti vanno chiusi per poter

“fotografare” la situazione patrimoniale ed economica dell'azienda nel bilancio.

Per chiudere un conto bisogna fare in modo che i totali delle due sezioni

risultino in pareggio. Per fare ciò si calcola il totale della sezione “dare” e il

totale della sezione “avere”. La differenza tra i due totali, chiamata saldo, va

registrata nella sezione dove il totale è minore. A questo punto si scrivono i

totali delle due sezioni che quindi risultano in pareggio. I conti e i relativi saldi

vanno quindi riportati, inseriti ovviamente nella esatta classe, sottoclasse, voce,sottovoce dello Stato Patrimoniale o del Conto Economico, che (insieme alla

relazione dell’amministratore e ai vari allegati) costituiscono il Bilancio di

esercizio: il documento contabile fondamentale. 

***

esempio di come si chiude un conto:

Denaro in cassa1.000 600

800 900 il totale della sezione sinistra DARE è 3.500200 500

1.200 1.000 il totale della sezione destra AVERE è 3.000300

Denaro in cassa1.000 600

800 900

200 500

1.200 1.000300 500  ◄═══ saldo  (cioè quello che serve a pareggiare i due totali, va nella sezione opposta all'eccedenza,

  quindi dove il totale è minore)

-----------------------3.500 3.500-----------------------

questo CONTO adesso è CHIUSO

morale della storia: è meglio alla fine chiudere i conti e vivere in pace

se questa dispensa vi è piaciuta sono graditi i complimentiniente fiori ☺  [email protected]

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Riassunto variazioni finanziarie / economiche

Conti finanziariDARE -------------------------------------------------------------------------- AVERE

V F +  | V F -+ denaro in cassa (entrate) | - denaro in cassa (uscite)

+ denaro sul c/c bancario | - denaro sul c/c bancario

+ denaro sul c/c postale | - denaro sul c/c postale

+ cambiali attive | - cambiali attive- cambiali passive | + cambiali passive

+ crediti | - crediti

-  debiti | + debiti

+ valori bollati | - valori bollati

+ assegni (ricevuti) | - assegni (girati o versati)|

|

|

Conti economici

DARE --------------------------------------------------------------------------- AVEREV E – | V E +

+ costi | - costi

-  ricavi | + ricavi

-  utili | + utili

+ perdite | - perdite

- patrimonio netto | + patrimonio netto

+ spese extragestione | - spese extragestione 

(detti anche prelevamenti del titolare) (o prelevamenti del titolare)

DARE AVERE

-------------------------------------------------------------------------------------------

VF+  (variazione finanziaria positiva)  | VF-  (variazione finanziaria negativa)

|

VE-  (variazione economica negativa) | VE+ (variazione economica positiva)