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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE Corso di laurea in Scienze motorie, sport e salute DISTRIBUZIONE E FREQUENZA DEGLI INFORTUNI NEL CALCIO DI ELITE: ANALISI NELLA SERIE A PER LA STAGIONE 2012-2013 Docente Relatore Chiar.mo Prof. Giampietro ALBERTI Tesi di laurea Giacomo MILESI Matricola: 786874 Anno Accademico 2012/2013

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO

FACOLTÀ DI SCIENZE MOTORIE

Corso di laurea in Scienze motorie,

sport e salute

DISTRIBUZIONE E FREQUENZA DEGLI INFORTUNI NEL

CALCIO DI ELITE: ANALISI NELLA SERIE A PER LA

STAGIONE 2012-2013

Docente Relatore

Chiar.mo Prof. Giampietro ALBERTI

Tesi di laurea

Giacomo MILESI

Matricola: 786874

Anno Accademico

2012/2013

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Distribuzione e frequenza infortuni nel calcio d’Elite

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INDICE

1. INTRODUZIONE ................................................................................................... 2

1.1 ANALISI DEGLI INFORTUNI RISPETTO ALLE DIFFERENTI DISCIPLINE SPORTIVE ........................ 2

1.2 INCIDENZA E MODELLI DI INFORTUNIO NEL CALCIO ...................................................................... 6

2. SCOPO DELLA TESI ......................................................................................... 11

3. SOGGETTI, MATERIALI E METODI .................................................................. 11

3.1 SOGGETTI ........................................................................................................................................... 11

3.2 MATERIALI E METODI ........................................................................................................................ 11

3.3 STATISTICA ......................................................................................................................................... 12

4. RISULTATI ......................................................................................................... 13

5. DISCUSSIONE ................................................................................................... 15

5.1 ANALISI STATISTICA .......................................................................................................................... 20

6. CONCLUSIONI ................................................................................................... 21

7. BIBLIOGRAFIA .................................................................................................. 23

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PARTE PRIMA

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1. INTRODUZIONE

L’infortunio è un evento lesivo associato ad una specifica attività, che si determina in un lasso di

tempo molto rapido ed è spesso associato ad una causa di natura violenta.

L’infortunio è molto frequente in chi pratica sport; quando si disputa un match, si prende parte a

una gara, ci si allena, non si sa già in partenza l’esito della gara o della partita; ma si sa, con

certezza, che si potrà essere vittime di un trauma lesivo. L'infortunio colpisce tutti: maschi e

femmine, adulti e bambini, dilettanti e professionisti, atleti praticanti sport di squadra e sport

individuali. A seconda delle condizioni psico-fisiche del soggetto (fattori intrinseci), sport praticato,

condizioni meteo, tipologia del terreno di gara, equipaggiamento, preparazione atletica,

idratazione ed integrazione (fattori estrinseci), cambiano, le tipologie degli infortuni, sia come aree

corporee interessate, sia come evento causale, sia come entità. Di conseguenza anche il dato

relativo all’incidenza degli infortuni, muterà considerevolmente al variare delle variabili sopra

elencate. L’incidenza viene comunemente calcolata con l’indice IFR che consiste nel numero di

infortuni ogni 1000 ore di allenamento o partita.

Successivamente verranno analizzate le diverse epidemiologie dell’evento traumatico sportivo.

ANALISI DEGLI INFORTUNI RISPETTO ALLE DIFFERENTI DISCIPLINE SPORTIVE

Si analizza ora l’epidemiologia degli infortuni prendendo come riferimento l’articolo di Hootman et

al. pubblicato nell’Aprile 2007 12. Questo lavoro riassume 16 anni di National Collegiate Athletic

Association (NCAA) relativamente a 15 sport per identificare i potenziali fattori di rischio

modificabili al fine di attuare iniziative di prevenzione dei traumi sportivi.

Gli sport presi in considerazione dall’autore sono: baseball maschile, pallacanestro maschile e

femminile, hockey su prato femminile, football americano maschile, ginnastica sportiva maschile e

femminile, hockey su ghiaccio maschile, lacrosse maschile e femminile, calcio maschile e

femminile, softball femminile, pallavolo femminile, wrestling maschile.

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È quindi stata fatta un’importante raccolta dati dalla quale sono emersi i seguenti risultati.

Gli indici infortunistici (incidenza) sono stati statisticamente e significativamente più alti nelle

partite e nelle gare (13.8 infortuni per 1000 A-Es) piuttosto che negli allenamenti (4.0 infortuni per

1000 A-Es). Per quanto riguarda gli infortuni hanno potuto affermare che l’incidenza varia al

variare del periodo dell’anno, ovvero nella pre-season (6.6 infortuni per 1000 A-Es) c’è un tasso di

infortuni significativamente più elevato rispetto alla stagione vera e propria (2.3 infortuni per 1000

A-Es) e alla post-season (1.4 infortuni per 1000 A-Es). Questo dato molto importante emerge

anche da un lavoro di Tim J. Gabbett & Nathan Domrow del 2007 10. Entrando più nello specifico,

anche al variare delle divisioni, quindi della preparazione fisica, tecnica e tattica degli atleti, i dati

sono simili, non ci sono differenze particolarmente marcate.

Analizzando i dati relativi al meccanismo di lesione emerge che il contatto tra giocatori è la prima

causa di infortunio sia per le partite (58% dei casi) che per gli allenamenti (41.6%).

Ciò non vale solo per i tipici sport di contatto, football americano o hockey su ghiaccio per

esempio, ma anche per gli sport con ristretto contatto fisico, o meglio, non propriamente di

contatto, come calcio e basket.

L’alta percentuale di infortuni da non contatto relativa agli allenamenti è data principalmente da

tensioni muscolari e distorsioni articolari.

Più del 50% degli infortuni, 53.8% dei casi nelle partite e 53.7 negli allenamenti, erano agli arti

inferiori, il ginocchio e la caviglia erano risultate le articolazioni più colpite.

Le lesioni agli arti superiori rappresentavano il 18.3% degli infortuni avvenuti durante la partita e il

21.4% durante l’allenamento.

La distorsione tibio-tarsica è stata l’evento infortunistico più frequente (14.8% delle lesioni

registrate) e rappresenta circa un quarto di tutte le lesioni nel basket maschile e femminile e nella

pallavolo femminile.

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Il più alto tasso di distorsioni tibio-tarsiche si è avuto nel football americano (1.34 per 1000 A-Es) e

nel basket maschile (1.30 per 1000 A-Es).

Per quanto riguarda la lesione del legamento crociato anteriore (circa 3% delle lesioni registrate),

è emerso che il football americano ha avuto il più alto numero di casi (53% di tutte le lesioni

registrate negli anni), e insieme alla ginnastica sportiva femminile è stata la disciplina con la più

alta incidenza (0.33 per 1000 A-Es).

Per quanto concerne, invece, le commozioni cerebrali, lo sport con il più alto numero di traumi è

stato sempre il football americano (55% di tutti i traumi registrati) e l’hockey su ghiaccio femminile

ha avuto la maggior incidenza (0.91 infortuni per 1000 A-Es). Interessante il dato relativo al calcio

femminile, anch’esso con un’alta incidenza per le commozioni cerebrali (0.41 infortuni per 1000 A-

Es).

Lo studio infine va a confrontare direttamente le incidenze degli sport presi in esame.

Come si può vedere dalla figura 1, relativamente agli infortuni di gioco/gara, la disciplina con la più

alta incidenza è il football (35.9 per 1000 A-Es) seguito dal wrestling (26.4 per 1000 A-Es).

Interessante notare che al terzo posto vi è il calcio (18.6 per 1000 A-Es) che precede uno sport da

contatto come l’hockey. Il baseball è invece lo sport maschile con più basso tasso di infortuni di

gioco (5.8 per 1000 A-Es). Tra le discipline femminili è il calcio che ha l’incidenza maggiore (16.4

per 1000 A-Es), quarto nella classifica assoluta, mentre il softball quella con l’incidenza minore

(4.3 per 1000 A-Es).

Focalizziamo ora l’attenzione sugli infortuni riportati in allenamento.

Il football americano è sempre in testa alla graduatoria (9.6 per 1000 A-Es), seguito dalla

ginnastica femminile (6.1 per 1000 A-Es), wrestling (5.7 per 1000 A-Es) e calcio femminile

(5.2 per 1000 A-Es). Invece gli sport con incidenza più bassa sono: hockey su ghiaccio maschile

(2.0 per 1000 A-Es), hockey su ghiaccio femminile (2.5 per 1000 A-Es) e baseball maschile (1.9

per 1000 A-Es).

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Figura 1. Grafico tratto dall’art. sopra citato in cui si vedono (A) incidenza infortuni di gioco/gara e (B) incidenza di infortuni in allenamento per 15 sport, National Collegiate Athletic Association, 1988-1989 a 2003-

2004.

La maggior parte degli infortuni tende a verificarsi alla fine di un evento sportivo, quando gli atleti

vanno incontro alla fatica cronica 4 13 8.

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INCIDENZA E MODELLI DI INFORTUNIO NEL CALCIO

Poniamo ora l’attenzione sul calcio, sull’epidemiologia di infortuni di questo sport.

È stato statisticamente dimostrato che possiede un’incidenza di infortuni elevata (18.6 per 1000 A-

Es in partita, 4.3 per 1000 A-Es in allenamento).

Ovviamente si possono avere prospetti epidemiologici e incidenze differenti al variare dei fattori

estrinseci ed intrinseci, per esempio Schmikli et al. affermano che l’esposizione all’infortunio di un

soggetto maschio adulto (18-34 anni) è doppia rispetto all’incidenza che si calcola in un bambino o

in un ragazzo (4-17 anni) 14.

J. Ekstrand e al. 6 nel 2009 pubblicarono un interessante lavoro sul calcio professionistico.

Questo studio mostra le caratteristiche degli infortuni, la variazione degli infortuni durante le

partite, la stagione, più stagioni. Studiarono, dal 2001 al 2008, 23 delle 50 migliori società

calcistiche europee, tra cui Machester United, Chealsea, F.C. Inter, Juventus, A.C. Milan, Real

Madrid, Barcellona.

Il team di ricerca stimò un’incidenza delle lesioni pari a 8.0 infortuni ogni 1000 ore, analizzando

4483 infortuni avvenuti durante 566000 ore di gioco.

L'incidenza degli infortuni durante le partite è stato superiore a quello degli allenamenti (27.5 vs

4.1).

Figura 2. Incidenza infortuni nelle stagioni analizzate da Ekstrand e al.

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Un giocatore ha subito in media 2.0 infortuni a stagione.

Il tipo di lesione più comune è avvenuto agli ischio-crurali, pari al 17% di tutte le lesioni. Le

ricadute costituiscono il 12% di tutte le lesioni, e hanno causato più assenze dal gioco rispetto alle

lesioni del tipo “non –ricadute” (24 vs 18 giorni).

L'incidenza degli infortuni durante le gare ha mostrato una tendenza crescente di infortunio nel

corso del match sia nel primo che nel secondo semestre.

Le lesioni traumatiche e le lesioni ai muscoli femorali sono state più frequenti durante la stagione

agonistica, mentre le lesioni da “sovraccarico” erano più numerose durante

la preparazione pre campionato.

L’incidenza degli infortuni durante gli allenamenti e nel corso delle gare non ha mostrato differenze

significative durante la stagione.

Infine studiarono come si distribuiscono gli infortuni nel corso della partita e nell’arco della

stagione:

Figura 3. Distribuzione stagionale dei più frequenti infortuni di gioco.

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Figura 4. Distribuzione degli infortuni durante il match (dati stagione 2006/2007 e 2007/2008)

Figura 5. Distribuzione degli infortuni da trauma e da sovraccarico durante la stagione.

Da un altro studio, effettuato nel 2007 da Agel 1, analizzando 15 anni di calcio collegiale

americano (dal 1988-1989 al 2002-2003), emerge che il numero di infortuni di gioco è stato 4 volte

superiore rispetto a quello degli infortuni avvenuti in allenamento (18.75 vs. 4.34 infortuni per 1000

A-Es). Gli allenamenti pre campionato hanno avuto un’incidenza di infortuni superiore rispetto agli

allenamenti della stagione agonistica (7.98 vs. 2.43 infortuni per 100 A-Es). Più dei 2/3 degli

infortuni, sia per quanto riguarda gli allenamenti sia per le partite, si è verificato agli arti inferiori,

seguiti da infortuni alla testa e collo durante le partite e tronco e schiena durante gli allenamenti.

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Tabella 1. Percentuale di infortunio in partita e in allenamento alle parti del corpo maggiormente interessate

(da 1988/1989 a 2002/2003

Nonostante il contatto tra giocatori sia stata la causa principale degli infortuni avvenuti in partita, la

maggior parte delle lesioni riscontrate in allenamento hanno una natura traumatica indiretta.

Figura 6. Meccanismi di infortunio in percentuale sia per infortunio di gioco che per infortunio in allenamento.

(Da 1988/1989 a 2002/2003)

La distorsione tibio-tarsica ha rappresentato l’infortunio più comune sia durante gli allenamenti, sia

durante le partite, mentre infortuni all’articolazione del ginocchio erano il tipo di infortunio grave più

frequente (definita da più di 10 giorni di inattività).

Anche Emery et al. 7 confermano, attraverso un loro studio, che l’articolazione tibio-tarsica e

l’articolazione del ginocchio sono quelle più soggette ad infortunio nella pratica del calcio. In un

altro studio pubblicato nel 2006, Le Gall et al.11 hanno analizzato per 10 stagioni 3 gruppi di

ragazzi del calcio professionistico francese, under 14, under 15 e under 16. Hanno conteggiato e

analizzato un totale di 1152 infortuni, il 69.1% riscontrato in partita e il 30.9% in allenamento.

Body part Games Practices

Head/neck 12.8 4.8

Upper extremity 6.8 5.3

Trunk/back 10.5 13.9

Lower extremity 67.3 70.7

Other/system 2.6 5.3

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Un’incidenza totale di 4.8 infortuni ogni 1000 A-Es, data da 11.2 infortuni ogni 1000 A-Es in partita

e 3.9 in allenamento. Il gruppo più giovane ha subito un maggior numero di infortuni durante gli

allenamenti, di osteocondrosi e un minor numero di lesioni in partita rispetto agli altri 2 gruppi.

L’incidenza degli infortuni ha avuto un picco nel mese di Settembre, la contusione è stato

l’infortunio più frequente (30.6%) e la parte superiore dell’arto inferiore è stato il sito più soggetto a

infortuni (24.5%).

Altro lavoro sicuramente interessante è quello realizzato da Frisch et al. 9, pubblicato nel 2011, in

cui sono stati studiati per 10 mesi 67 soggetti di età compresa tra i 13 e i 19 anni partecipanti al

torneo regionale di calcio. Risultati: 163 infortuni totali. L’85% dei giocatori ha avuto 1 o più

infortuni nel corso della stagione. L’incidenza complessiva di infortuni è stata pari a 10.4 ogni 1000

A-Es, data da un’incidenza di 7.1 traumi ogni 1000 A-Es in allenamento e 23.5 in partita.

Il 18% degli infortuni riscontrati sono stati recidive, il 36.8% degli infortuni totali sono stati causati

da contatto diretto mentre il 58.3% da contatto indiretto o da non-contatto.

Gli infortuni più frequenti sono stati quelli di natura muscolare e tendinea (45.4%), seguiti dalle

contusioni (25.8%), infortuni articolari e legamentosi (21.5%) e fratture ossee (3.7%).

L’87% degli infortuni sono stati infortuni agli arti inferiori di cui il 12.9% ai legamenti della caviglia, il

13.5% lesioni agli adduttori ed il 14.1 lesioni agli ischio crurali (infortunio più frequente). Come si

può notare, al variare dell’età, condizione fisica-atletica e tecnica, varia considerevolmente

l’epidemiologia degli infortuni nell’ambito dello stesso sport.

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PARTE SECONDA

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2. SCOPO DELLA TESI

Lo scopo della tesi è la creazione di un accurato quadro epidemiologico riguardante gli infortuni

del calcio di alto livello, attraverso un’analisi statistica degli eventi traumatici che si sono verificati

nella stagione calcistica 2012-2013. Grazie all’analisi si è risaliti alla causa dell’infortunio, alla

tipologia dell’infortunio, al distretto infortunato, verificando in particolar modo se esiste una

differenza significativa tra infortuni dell’arto dominante e infortuni dell’arto non dominante.

3. SOGGETTI, MATERIALI E METODI

SOGGETTI

Il numero totale dei calciatori che hanno collezionato almeno una presenza sui campi di gioco

della serie A durante la stagione 2012/2013 è 563.

MATERIALI E METODI

Per questo lavoro di ricerca si sono prese in considerazione svariate pubblicazioni scientifiche

riguardanti l’epidemiologia degli infortuni, le cui date di pubblicazione si collocano tra il 1987 e il

2013. Grazie a questi lavori si sono ricostruite le epidemiologie degli infortuni degli sport ed in

particolare del calcio.

Il portale di ricerca utilizzato è Pubmed. Le parole chiave utilizzate sono state: epidemiology,

football injuries, epidemiological study, sport injuries, soccer injuries, LCA injuries, injuries in elite

soccer players, injury risk, prevention in soccer, soccer prevention programme.

Successivamente attraverso il sito web della fantagazzetta (www.fantagazzetta.com) avente una

rubrica che settimanalmente riporta tutti i giocatori indisponibili, spiegando in dettaglio le

caratteristiche dell’evento traumatico subito dal calciatore, si sono ricostruiti gli infortuni della

stagione calcistica 2012-2013.

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Con l’utilizzo di un database online dei calciatori professionisti (www.transfermarkt.it), è stato

possibile risalire all’arto dominante di ogni singolo calciatore. Infine abbiamo effettuato tutte le

analisi, creando un prospetto epidemiologico dello sport del calcio.

Ogni infortunio è stato classificato in base al tipo (stiramento, lesione, elongazione, affaticamento,

contusione, contrattura, risentimento, frattura, infiammazione, distorsione, distrazione, nervoso,

lussazione); localizzazione (arti inferiori, superiori, tronco/testa); sede (articolazione, tendine,

muscolo, ossa, menisco, legamento); tipo di trauma (diretto, indiretto, da sovraccarico); arto

infortunato (dominante, non dominante); specificando se l’evento lesivo è accaduto in allenamento

o in partita.

Solamente per gli infortuni muscolari è stata fatta un’ulteriore classificazione, specificando la zona

interessata (quadricipite, adduttori, flessori, tricipite surale).

STATISTICA

Per verificare l’eventuale differenza significativa dei risultati registrati, è stato utilizzato il Chi Test.

Il livello di significatività è stato settato per p < 0.05.

Il test del chi-quadrato è un test di verifica delle ipotesi che ci dà conto della significatività della

relazione fra due variabili nominali. Si basa sulla differenza tra frequenze osservate e frequenze

attese.

Se la frequenza osservata è molto diversa rispetto alla frequenza attesa, allora c’è un

associazione tra le due variabili.

Il valore del chi-quadrato è tanto maggiore quanto maggiore è la distanza fra tabella delle

frequenze osservate e tabella delle frequenze attese. È zero nel caso di indipendenza perfetta nei

dati.

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4. RISULTATI

Tabella 2. Esempio di 10 infortuni del database creato.

I risultati della ricerca sono stati dedotti in seguito alla raccolta e classificazione di ogni singolo

infortunio avvenuto ai calciatori di Serie A nella stagione calcistica 2012/2013. Il totale degli

infortuni analizzati è: 627. Come detto precedentemente, ogni infortunio è stato classificato in

base al tipo, alla localizzazione, alla sede, al genere di trauma che ha causato la lesione, all’arto

infortunato (dominante o non dominante). Solamente per gli infortuni di tipo muscolare si è voluto

fare un’ulteriore classificazione, specificando il gruppo muscolare colpito (adduttori, quadricipite,

flessori, tricipite surale). Infine si è cercato di indicare se l’evento traumatico fosse avvenuto

durante un allenamento o durante una partita.

La creazione del suddetto database è stata possibile grazie alla rubrica infortuni del sito web

fantagazzetta.com, nella quale si possono trovare tutti gli infortuni subiti dai calciatori di Serie A.

Ogni settimana il sito pubblica una nuova rubrica, aggiornata. Ecco un esempio, che riporta gli

infortunati della squadra B.C. Atalanta della 37a giornata di campionato:

MESE CALCIATORE DESCRIZIONE INFORTUNIO TIPO INFO LOCALIZZ SEDE INFO PROBL. MUSCOLI TIPO TRAUMA ARTO QUANDO

22/09/2012 (4a)

sett Schelotto lieve stiramento del collaterale del ginocchio stiramento arti inferiori legamento

sett Biondini lieve infrazione del perone frattura arti inferiori osso dominante allenamento

sett Marilungo lesione LCA lesione arti inferiori legamento dominante

sett Capelli frattura rotula del ginocchio frattura arti inferiori osso

sett Radovanovic pubalgia infiammazione arti inferiori sovraccarico

sett Riverola risentimento muscolare adduttore risentimento arti inferiori muscolo adduttori indiretto dominante

sett Cossu elongazione adduttore elongazione arti inferiori muscolo adduttori indiretto non dominante partita

sett Keko risentimento muscolare risentimento arti inferiori muscolo indiretto allenamento

sett Luciano lesione di I grado retto femorale lesione arti inferiori muscolo quadricipite indiretto non dominante

sett Paloschi distorsione caviglia distorsione arti inferiori articolazione

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ATALANTA

LUCCHINI: Il difensore lamenta un fastidio muscolare che lo ha relegato in panchina contro la juve. In dubbio la sua

presenza nel 37esimo turno.

RAIMONDI: L'esterno bergamasco ha abbandonato il campo ieri contro la Juventus dopo otto minuti di gara. Oggi

saranno da valutare le sue condizioni. Assente nella 37.a giornata.

CAZZOLA: Il centrocampista è stato operato nelle scorse settimane a Roma per la ricostruzione del legamento

crociato del ginocchio sinistro. Intervento perfettamente riuscito e tempi di recupero che si aggirano sui cinque mesi.

Stagione conclusa.

BUDAN: Il croato ha ripreso a lavorare sul campo dopo il fastidio al ginocchio che lo ha condizionato negli ultimi mese.

In forte dubbio la sua disponibilità per la 37.a giornata.

BRIENZA: Il centrocampista ha deciso di operarsi alla spalla dopo i continui fastidi accusati. Rientro per la prossima

stagione, campionato concluso.

MARILUNGO: L'attaccante della Dea ha ripreso a lavorare sul campo e sta completando l'iter per recuperare

dall'infortunio al ginocchio (rottura del crociato) subito a fine Novembre. Stagione finita.

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5. DISCUSSIONE

Dai risultati ottenuti attraverso l’analisi di tutti gli infortuni occorsi ai calciatori della massima serie

italiana nella scorsa stagione calcistica emerge, innanzitutto, che il 50.26% dei giocatori, ovvero

283 su 563, ha subito almeno un infortunio nell’arco della stagione. Sono stati analizzati 627

infortuni. Dal rapporto infortuni totali e numero di giocatori che hanno subito almeno un infortunio

stagionale si ottiene una media di 2.21 infortuni per giocatore.

Il dato è in linea con il lavoro di ricerca di Ekstrand J., citato inizialmente, ovvero 2 infortuni in

media per calciatore.

Osservando la tabella 3, che espone le percentuali relative alla tipologia di infortunio in relazione

alla tipo di trauma che lo ha causato, emerge che le lesioni (24.16%) sono il primo motivo di stop.

Seguono le contusioni (16.83%), gli affaticamenti (15.25%) e i risentimenti (13.27%).

L’infortunio per trauma diretto più frequente è quello di tipo contusivo, l’infortunio di natura indiretta

più ricorrente è di tipo lesivo, mentre l’affaticamento è il primo tipo di infortunio dovuto a

sovraccarico. Gli infortuni di origine indiretta sono il 53.66% del totale, mentre sono vicine le

percentuali degli infortuni da trauma diretto (25.15%) e gli infortuni da overuse (21.19%).

Le suddette percentuali sono in linea con i dati elencati nella prima parte del lavoro.

La tabella 4 mostra la localizzazione dell’evento traumatico oltre alla tipologia d’infortunio e al tipo

di trauma che ha causato l’infortunio.

L’89.26% degli infortuni interessa gli arti inferiori, l’8.36% il tronco o la testa e il 3.38% gli arti

superiori. Questi ultimi dati sono invece più lontani dalle percentuali affermate da Agel nel 2007

(70% degli infortuni riguarda gli arti inferiori) e vicine a quelle calcolate da Frisch et al. (87%).

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Distribuzione e frequenza infortuni nel calcio d’Elite

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Tabella 3. % tipologia di infortunio in relazione alla % del tipo di trauma che ha causato l’evento lesivo

Tabella 4. Localizzazione infortuni

Per quanto concerne le problematiche a livello muscolare abbiamo suddiviso gli infortuni,

classificandoli in base all’area interessata.

Osservando la tabella 5 si nota immediatamente che la stragrande maggioranza degli infortuni

muscolari possiedono una natura traumatica indiretta (82.20%).

TIPO INFO

diretto indiretto sovraccarico Totale

affaticamento 0,00% 0,00% 15,25% 15,25%

altro 0,00% 0,40% 0,00% 0,40%

contrattura 0,00% 3,76% 0,00% 3,76%

contusione 16,83% 0,00% 0,00% 16,83%

distorsione 2,77% 3,37% 0,00% 6,14%

distrazione 0,40% 3,17% 0,00% 3,56%

elongazione 0,00% 2,18% 0,00% 2,18%

frattura 3,96% 0,00% 0,00% 3,96%

infiammazione 0,20% 0,79% 4,95% 5,94%

lesione 0,20% 23,56% 0,40% 24,16%

lussazione 0,79% 0,00% 0,00% 0,79%

nervoso 0,00% 1,78% 0,40% 2,18%

risentimento 0,00% 13,07% 0,20% 13,27%

stiramento 0,00% 1,58% 0,00% 1,58%

Totale 25,15% 53,66% 21,19% 100,00%

TIPO INFO

diretto Totale indiretto Totale sovraccarico Totale Gran tot

arti inf. arti sup. tr/testa arti inf. tr/testa arti inf. arti sup. tr/testa

aff. 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 15,31% 0,00% 0,00% 15,31% 15,31%

altro 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,20% 0,20% 0,40% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,40%

contrattura 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 3,58% 0,20% 3,78% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 3,78%

contusione 12,33% 1,19% 3,38% 16,90% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 16,90%

distorsione 2,58% 0,20% 0,00% 2,78% 3,38% 0,00% 3,38% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 6,16%

distrazione 0,40% 0,00% 0,00% 0,40% 3,18% 0,00% 3,18% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 3,58%

elongaz. 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 2,19% 0,00% 2,19% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 2,19%

frattura 0,99% 1,19% 1,79% 3,98% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 3,98%

infiamm. 0,20% 0,00% 0,00% 0,20% 0,40% 0,00% 0,40% 4,37% 0,20% 0,40% 4,97% 5,57%

lesione 0,20% 0,00% 0,00% 0,20% 23,66% 0,00% 23,66% 0,40% 0,00% 0,00% 0,40% 24,25%

luss. 0,20% 0,60% 0,00% 0,80% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,80%

nervoso 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 1,79% 1,79% 0,00% 0,00% 0,40% 0,40% 2,19%

risent. 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 12,92% 0,20% 13,12% 0,20% 0,00% 0,00% 0,20% 13,32%

stiram. 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 1,59% 0,00% 1,59% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 1,59%

Gran tot 16,90% 3,18% 5,17% 25,25% 51,09% 2,39% 53,48% 20,28% 0,20% 0,80% 21,27% 100,00%

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Distribuzione e frequenza infortuni nel calcio d’Elite

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I gruppi muscolari maggiormente coinvolti sono gli adduttori (32.58%) e i flessori (32.20%),

seguono il tricipite surale (20.83%) e il quadricipite (14.39%).

In letteratura si afferma che il gruppo muscolare maggiormente interessato dagli infortuni sia il

gruppo degli ischio-crurali, seguito immediatamente dalle lesioni agli adduttori.

Le percentuali sono vicine anche nell’articolo di Frisch et al., quindi i dati raccolti per quanto

riguarda i problemi muscolari sono anch’essi in linea con la ricerca scientifica presente in

letteratura.

Tabella 5. Infortuni muscolari, percentuali gruppi muscolari maggiormente coinvolti

Per ogni infortunio riportato nel database si è cercato di risalire all’arto infortunato e di classificarlo

come dominante, arto di calcio, o non dominante, arto di appoggio.

Tabella 6. % di infortunio arto dominante e arto non dominante in relazione al tipo di trauma che ha causato l’infortunio

Interessante notare la discrepanza, in termini di percentuali, tra gli infortuni occorsi all’arto

dominante (63.38%) e gli infortuni dell’arto non dominante (36.62%).

Prob. Muscolari

diretto indiretto sovraccarico Totale

adduttori 0,38% 25,76% 6,44% 32,58%

flessori 0,76% 27,65% 3,79% 32,20%

quadricipite 0,76% 12,50% 1,14% 14,39%

tricipite surale 2,27% 16,29% 2,27% 20,83%

Totale 4,17% 82,20% 13,64% 100,00%

Trauma

dominante TOT non dominante TOT Gran Tot.

all. partita all. partita

diretto 7,04% 11,27% 18,31% 1,41% 8,45% 9,86% 28,17%

indiretto 14,08% 30,99% 45,07% 11,27% 15,49% 26,76% 71,83%

Gran Tot. 21,13% 42,25% 63,38% 12,68% 23,94% 36,62% 100,00%

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Distribuzione e frequenza infortuni nel calcio d’Elite

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Questa differenza in termini percentuali, è considerevole anche se poniamo i dati circa gli infortuni

all’arto dominante e all’arto non dominante in relazione al tipo di trauma.

Gli eventi traumatici diretti interessanti l’arto dominante corrispondono al 18.31%, circa il doppio

rispetto a quelli che interessano l’arto non dominante.

Per quanto riguarda, invece, i traumi di natura indiretta, si nota una percentuale pari al 45.07% per

l’arto dominante e 26.76% per l’arto non dominante.

Non è possibile verificare la valenza di questi dati tramite lavori presenti in letteratura, poiché non

ci sono ricerche pubblicate a riguardo.

Ovvio è che una differenza così importante a livello percentuale tra le 2 varianti debba essere

presa in considerazione dalle figure professionali che lavorano in ambito calcistico per poter

prevenire, almeno in parte, gli stop forzati dovuti a infortuni all’arto dominante.

La suddetta differenza, per quanto concerne i traumi indiretti, potrebbe essere giustificata tramite

questa considerazione: l’arto non dominante, nella maggior parte delle situazioni di gioco, ha la

funzione di sorreggere l’intero corpo mentre l’arto dominante esegue azioni prettamente tecniche.

Per questo motivo, l’arto non dominante parrebbe essere più abituato a fronteggiare situazione di

squilibrio o equilibrio precario confronto a quello dominante, e quindi, maggiormente allenato ad

affrontare situazioni di carico muscolare e articolare. Anche nel caso dei traumi diretti si ha un

numero maggiore di traumi nell’arto dominante. Essendo per maggior tempo in stretto contatto

con il pallone, probabilmente è più esposto a possibili rischi, poiché in un contrasto di gioco la

mancata presa della palla da parte dell’avversario comporta un trauma diretto sull’arto dominante.

Successivamente, abbiamo analizzato gli infortuni in base alla sede dell’infortunio, conteggiando

tutti gli eventi traumatici a livello articolare, legamentoso, muscolare, osseo e tendineo.

Questi dati sono ripostati nella tabella 7, nella quale spicca la percentuale relativa agli infortuni a

livello muscolare (58.89% del totale), seguiti dagli infortuni di tipo articolare (18.89%) e

legamentosi (15.56%). Anche nella ricerca svolta da Le Gall et al. gli infortuni muscolari risultano

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Distribuzione e frequenza infortuni nel calcio d’Elite

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essere i più frequenti, 45.4% degli infortuni totali, seguiti dai problemi articolari e legamentosi,

21.5%.

Tabella 7. % eventi traumatici in relazione alla sede dell’infortunio

Infine abbiamo ricostruito la distribuzione degli infortuni occorsi durante la stagione, suddivisi per

tipologia di trauma.

Grafico 1. Distribuzione degli infortuni da trauma diretto, indiretto e da sovraccarico durante la stagione.

Dal grafico 1 si possono notare 2 picchi, il primo a Novembre per quanto riguarda gli infortuni di

natura traumatica indiretta, probabilmente perché da Settembre a Novembre si sono già disputate

molte partite tra campionato, coppa Italia e coppe europee e quindi il carico è notevole a causa

delle partite ravvicinate.

SEDE INFO

dominante Totale non dominante Totale Gran Tot

all. partita all. partita

articolazione 3,33% 11,11% 14,44% 2,22% 2,22% 4,44% 18,89%

legamento 1,11% 7,78% 8,89% 0,00% 6,67% 6,67% 15,56%

muscolo 14,44% 23,33% 37,78% 8,89% 12,22% 21,11% 58,89%

osso 3,33% 0,00% 3,33% 0,00% 1,11% 1,11% 4,44%

tendine 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 2,22% 2,22% 2,22%

Gran Tot 22,22% 42,22% 64,44% 11,11% 24,44% 35,56% 100,00%

01020304050607080

Tipo Trauma Ottenuti

diretto

indiretto

sovraccarico

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Distribuzione e frequenza infortuni nel calcio d’Elite

22

Il picco successivo riguarda gli infortuni da trauma diretto e si verifica nel mese di Aprile.

Le Gall e at. riscontrarono nella loro ricerca un picco nel mese di Settembre.

ANALISI STATISTICA

Come detto precedentemente, i dati raccolti sono stati analizzati statisticamente attraverso il test

del chi-quadrato, atto a verificare se i valori di frequenza ottenuti tramite rilevazione, sono diversi

in maniera significativa dalle frequenze ottenute con la distribuzione teorica.

Solamente i dati contenuti nella tabella 5, relativa ai gruppi muscolari maggiormente coinvolti da

traumi, risultano essere significativamente diversi (p<0.05).

Nonostante le altre relazioni non siano diverse significativamente, crediamo che vadano

comunque prese in esame, e approfondite tramite ulteriori studi, poiché presentano valori

percentuali che lasciano spazio ad interpretazioni importanti che lo staff tecnico e medico di

un’importante società dovrebbe tenere in considerazione.

In particolare si vuole sottolineare l’importanza della tabella 6 dove si riportano gli infortuni all’arto

dominante e non dominante. Il 63.38% degli infortuni agli arti inferiori interessa l’arto dominante,

mentre il rimanente 36.62% l’arto non dominante.

Non si può non analizzare in maniera più approfondita una relazione che presenta valori

percentuali così lontani.

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Distribuzione e frequenza infortuni nel calcio d’Elite

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6. CONCLUSIONI

Il lavoro di ricerca ha voluto indagare l’evento traumatico nell’arco di una stagione agonistica per

quanto riguarda il calcio di alto livello. La maggior parte dei valori trovati attraverso l’analisi

statistica sono sovrapponibili o quasi ai dati che si possono trovare negli articoli scientifici citati.

È stata poi analizzata anche una variabile ancora non indagata in letteratura.

Per ogni infortunio è stato specificato quale arto ha subito l’evento traumatico (dominante o non

dominante) e sono stati analizzati i dati a riguardo.

Come detto precedentemente, attraverso l’analisi del database creato, non è stata riscontrata una

differenza significativa, però i dati presenti nella tabella 6 sono comunque meritevoli di attenzione

da parte dei membri degli staff di società sportive agenti nell’ambito calcistico. Gli infortuni occorsi

all’arto dominante rappresentano il 63.38% degli infortuni occorsi agli arti inferiori, mentre gli

infortuni dell’arto non dominante il 36.62%.

Questa differenza è considerevole anche quando i dati circa gli infortuni all’arto dominante e

all’arto non dominante sono messi in relazione al tipo di trauma.

Gli eventi traumatici diretti interessanti l’arto dominante corrispondono al 18.31%, circa il doppio

rispetto a quelli che interessano l’arto non dominante.

Per quanto riguarda, invece, i traumi di natura indiretta, si nota una percentuale pari al 45.07% per

l’arto dominante e 26.76% per l’arto non dominante.

Si suggerisce, in seguito, di porre attenzione a questo argomento e di svolgere ulteriori e più

approfondite indagini a riguardo.

Infine si evidenzia l’importanza di attuare un programma preventivo mirato e specifico per lo sport

in questione.

Il centro di ricerca della FIFA, F-MARC, dal 2003 lavora al progetto “11+”: un programma

preventivo di facile attuazione da svolgere prima della sessione di allenamento comprendente

esercizi atti a diminuire la probabilità di subire un infortunio.

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Molti studi a riguardo affermano l’efficacia di questo metodo. Con solo 15-20 minuti per 2-3 volte a

settimana si può ridurre il numero di infortuni fino al 30-50%.5 3 2 15

Si potrebbe ipotizzare uno studio sperimentale che enfatizzi il lavoro preventivo sull’arto

dominante, aspetto non considerato direttamente dal progetto ideato dalla FIFA.

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Distribuzione e frequenza infortuni nel calcio d’Elite

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