dott.ssa antonia petrozzino, la commissione europa e la politica di coesione
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OSSERVATORIO EUROPALAB
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VERSO EUROPA 2020
Seminari sui nuovi scenari della Programmazione Comunitaria
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La Commissione Europea: Ruoli, Funzioni,
Opportunità
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Parlamento Europeo
CommissioneEuropea
Consiglio dell’Unione
Europea
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Il Parlamento europeo è eletto direttamente dai cittadini e pertanto li rappresenta.
Il Consiglio dell’Unione europea rappresenta i
singoli Stati membri.
La Commissione europea ha il compito di
difendere gli interessi generali dell’Unione Europea.
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Il compito della Commissione Europea è proporre nuove leggi
al Parlamento e al Consiglio, che le adottano, e garantire, poi,
l’applicazione e il rispetto di tali leggi.
Dalla Commissione Europea dipendono i BANDI “A GESTIONE DIRETTA”, noti anche come “INVITI A PRESENTARE
PROPOSTE” o “CALL FOR PROPOSALS”.
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La Commissione Europea è suddivisa inDirezioni Generali (DG): esse promuovono lesovvenzioni comunitarie a gestione diretta
nei propri ambitiambiti politici specifici
(Agricoltura, Mercato interno,Istruzione e Formazione, Politica regionale,
Salute pubblica, Bilancio ecc…).
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Le DG erogano le sovvenzioniin base a programmi, a loro volta suddivisi in
sottoprogrammi.
Gli inviti a presentare proposte – CALL FORPROPOSAL – sono il mezzo attraverso il quale
le DG rendono note tali sovvenzioni: essi vengono pubblicati periodicamente sulla
Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e sul portale internet
della Commissione europea.
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L’UE attraverso le politiche interne miraa rafforzare la propria competitività e realizzare il
mercato unico comunitario: a questa esigenza rispondono i programmi comunitari a gestione diretta. Essi rappresentano il principale strumento attraverso il
quale vengono erogate le sovvenzioni direttamente gestite dall’Unione europea (GRANTS).
Uno dei requisiti essenziali perla partecipazione ai programmi comunitari è la
dimensione transnazionale: è essenziale cioè che nei progetti siano coinvolti almeno due organismi
di due Stati membri diversi.
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L’Europa pensa anche ai giovani con programmi che favoriscono la loro
mobilità, nell’ambito del Lifelong Learning Programme (LLP).
Questi programmi sono ERASMUS, LEONARDO DA VINCI e
GRUNDTVIG. Nel 2010 è stato varato ERASMUS FOR ALL
nell'ambito di YOUTH ON THE MOVE.
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Invece attraverso le azioni strutturali l’Unione Europea cerca di ridurre il divario economico e strutturale tra le regioni
europee e promuovere la cosiddetta Coesionesociale ed economica della stessa.
Esse vengono perseguite attraverso i FONDI STRUTTURALI:
strumenti finanziari attraverso i quali l’Unione Europea persegue la coesione e lo sviluppo economico e sociale in
tutte le regioni degli Stati membri, in modo da ridurre il divario tra gli Stati (e prima ancora tra le regioni degli Stati)
in ritardo di sviluppo e quelli più avanzati.
Essi non sono erogati direttamente dalla Commissione Europea, ma dalle autorità nazionali e regionali degli Stati.
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Ogni Stato membro declina gli orientamenticomunitari in un
“QUADRO STRATEGICO NAZIONALE” (QSN)sulla base del quale saranno predisposti
i Programmi Operativi.
Il “QUADRO STRATEGICO NAZIONALE” viene elaborato in base agli ORIENTAMENTI STRATEGICI COMUNITARI (OSC)
ed è preceduto dal DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE (DOCUP)
e dal QUADRO COMUNITARIO DI SOSTEGNO (QCS):esso è approvato dalla Commissione Europea ,
di intesa con lo stato membro interessato, sulla base della valutazione
del piano presentato dallo stesso Stato.
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IL QSN e’ articolato in ASSI PRIORITARI e attuato tramite i programmi operativi: P.O.N.
(Programma Operativo Nazionale), P.O.I. (Programma Operativo Interregionale),
P.O.R. (Programma Operativo Regionale) e infine il P.S.M. (Programma di Sviluppo per il
Mezzogiorno).
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I Programmi Operativi (P.O.) sono documenti approvati dalla Commissione Europea
ai fini dell’attuazione del Q. C. S.
In essi troviamo la descrizione della strategia perseguita e le priorità tematiche, la
descrizione sintetica delle misure e degli assi prioritari e un piano finanziario.
I P.O. sono cofinanziati dai fondi strutturali e dai fondi pubblici nazionali e regionali, ed anche da
fondi privati.
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Le informazioni fornite nei P. O. vengono esplicitate in maniera piùdettagliata nei COMPLEMENTI DI
PROGRAMMAZIONE (C.D.P.).
Il C.D. P. è,infatti, definito come il il documento di attuazione della documento di attuazione della
strategia e degli assi prioritari del strategia e degli assi prioritari del programma operativo contenente i programma operativo contenente i particolari delle misure da adottare.particolari delle misure da adottare.
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I SETTORI DI APPLICAZIONE DEI P.O.N.:
•Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta Formazione;•Scuola e Sviluppo;
•Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno;•Sviluppo Imprenditoriale Locale;
•Trasporti ;•Pesca;
•Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema;• Governance e Assistenza Tecnica per la programmazione;
Le autorità di gestione dei P.O.N. sono i Ministeri di riferimento.
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I P.O.I. si basano, invece,sull’elaborazione di una strategia
Comune a più Regioni utilizzando lo stesso attrattore,
che può essere di tipo ambientale, naturale, culturale,
energetico e turistico.
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I P.O.R. si dividono in 6 capitoli : 1.Analisi della situazione di partenza;
2.Strategia di sviluppo; 3.Assi prioritari di intervento;
4.Misure del programma; 5.Piano finanziario;
6.Disposizione di attuazione;7.Assistenza tecnica.
L’autorità di gestione di ciascun programma èl’Amministrazione Regionale competente.
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Il P.S.M. (Programma di Sviluppo per il Mezzogiorno) dà luogo al
DOCUMENTO STRATEGICO PER IL MEZZOGIORNO.
Le Regioni Meridionali beneficiano infatti di maggiori fondi poichédevono raggiungere l’obiettivo
convergenza: da qui nasce il Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS).
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I TRE OBIETTIVI PRIORITARI DELL’UE:
1)Obiettivo convergenza: riguarda le regioni meno sviluppate
d’Europa. Il loro sviluppo costituisce la priorità della politica di coesione comunitaria;
2) Obiettivo competitività regionale e occupazione: mira a supportare le regioni più sviluppate
dell’Unione europea;3) Obiettivo cooperazione territoriale europea:
mira a favorire un’equilibrata integrazione del territorio dell’Unione,
sostenendo la cooperazione su questioni di importanza comunitaria
a livello transfrontaliero, transnazionale e interregionale.
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Gli strumenti finanziari per realizzare i 3 obiettivi sono:
il Fondo di Coesione, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)
ed il Fondo Sociale Europeo (FSE).
Inoltre esiste ancheil Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)
nonché il Fondo Europeo per la Pesca (FEP).
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Grazie ai Programmi Operativi e all’utilizzo di questi fondi le Pubbliche
Amministrazioni hanno potuto attuare la cosiddetta Programmazione Negoziata,
dando luogo ai Patti territoriali (PT) e ai Progetti Integrati Territoriali (PIT).
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SITI UTILI PER I BANDI
www.europa.euwww.ec.europa.eu
www.fondistrutturali.formez.itwww.gazzettaufficiale.it
www.pubblications.europa.euwww.gazzettaeuropea.com
www.pariopportunità.gov.itwww.gioventu.gov.it
www.sviluppoeconomico.gov.itwww.anci.it
www.sicurezzasud.itwww.regione.campania.it
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Ogni tre anni, inoltre, la Commissione Europea pubblica una relazione sulla coesione economica, sociale e
territoriale, che illustra i progressi compiuti e i contributi dati dall'UE e dalle amministrazioni nazionali
e regionali.
Il 10 Novembre 2010 è stata pubblicata "INVESTING IN EUROPE'S FUTURE", la quinta relazione
sulla coesione economica, sociale e territoriale.
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I PRINCIPALI TEMI trattati sono:
•l'analisi delle disparità regionali;• il contributo dell'UE e delle amministrazioni
nazionali e regionali alla coesione;
• l'impatto della politica di coesione;• la politica di coesione dopo il 2013.
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PRINCIPALI CONCLUSIONI DELLA QUINTA RELAZIONE SULLA
COESIONE (10 novembre 2010)
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Le disparità tra le regioni dell’UE si stanno riducendo, soprattutto
in termini di PIL pro-capite
Lo sviluppo delle regioni più competitive èlegato ai seguenti motivi:
• Maggior innovazione;• Offerta formativa migliore;
• Tassi di occupazione elevati ;• Infrastrutture migliori.
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Nelle regioni meno sviluppate dell’UE c’è stretta collaborazione tra il senso di benessere e la
soddisfazione per la propria vita. Ciò non è vero per le regioni più avanzate.
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Per quanto riguarda la SOSTENIBILITÀ AMBIENTALEa fronte di paesi che subiranno maggiori conseguenze dai cambiamenti climatici, ce ne sono altri che hanno
un gran potenziale di produzione di energia rinnovabile.
Inoltre, mentre nel centro di molte città è la qualitàdell’aria che lascia a desiderare, nei Paesi dell’Europa
orientale la capacità di trattamento delle acque reflue
è insufficiente.
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Occorre coordinare meglio sia la politica di sviluppo regionale
che le altre politiche europee e nazionali.
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Verso EUROPA 2020:
• le regioni e la politica di sviluppo regionale possono dare un contributo significativo alla coesione;
• occorre trovare un giusto equilibrio tra i diversi tipi di investimenti;
• si deve tener conto della notevole diversità delle regioni europee
(in termini di caratteristiche, opportunità e bisogni);
• occorre riconoscere un ruolo importante a regioni, città e amministrazioni locali.
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GRAZIE PER
L’ATTENZIONE!!!
Dr.ssa Antonia Petrozzino,Project Manager