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Page 1: ALLE FRONDE DEI SALICI Da Giorno dopo giorno di SALVATORE QUASIMODO

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Da Giorno dopo giornoDa Giorno dopo giorno

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SALVATORE SALVATORE QUASIMODOQUASIMODO

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ALLE FRONDE DEI SALICIALLE FRONDE DEI SALICI.• E come potevano noi cantareE come potevano noi cantare

Con il piede straniero sopra il cuore,Con il piede straniero sopra il cuore,fra i morti abbandonati nelle piazzefra i morti abbandonati nelle piazzesull’erba dura di ghiaccio, al lamentosull’erba dura di ghiaccio, al lamentod’agnello dei fanciulli, all’urlo nerod’agnello dei fanciulli, all’urlo nerodella madre che andava incontro al della madre che andava incontro al figliofigliocrocifisso sul palo del telegrafo?crocifisso sul palo del telegrafo?Alle fronde dei salici, per voto,Alle fronde dei salici, per voto,anche le nostre cetre erano appese,anche le nostre cetre erano appese,oscillavano lievi al triste vento.oscillavano lievi al triste vento.

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• E come potevamo noi cantareE come potevamo noi cantare• Con il piede straniero sopra il Con il piede straniero sopra il

cuore,cuore,

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• fra i morti abbandonati nelle piazze

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•sull’erba dura di ghiaccio

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•Al lamento d’agnello dei fanciulli,

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•all’urlo neroall’urlo nerodella madre che andava della madre che andava incontro al figlioincontro al figliocrocifisso sul palo del crocifisso sul palo del telegrafo?telegrafo?

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• Alle fronde dei salici, per voto,anche le nostre cetre erano appese,

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Carmen Orefice

•oscillavano lievi al triste vento.

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• Lungo i fiumi (Salmo 137)

• Lungo i fiumi laggiù in Babilonia, sulle rive sedemmo in pianto al ricordo struggente di Sion; sopra i salici, là in quella terra, appendemmo le cetre armoniose.

2. Oppressori e infami aguzzini ci chiedevan le nostre canzoni, dopo averci condotti in catene, le canzoni di gioia chiedevan: "Intonateci i canti di Sion".

3. Potevamo noi forse cantare salmi e canti del nostro Iddio in quel triste paese straniero? La mia destra sia paralizzata se ti scordo, o Gerusalemme.

4. Mi si attacchi la lingua al palato se un istante appena io lascio di pensarti, mia Gerusalemme, se non pongo te, Gerusalemme, al di sopra di ogni mia gioia.

5. Tu ricorda i figli di Edom: Dio, quanto nel giorno supremo contro Gerusalemme urlavan: "Distruggete le mura, abbattete, annientate le sue fondamenta".

6. Babilonia, o madre di morte, sciagurata città, sia beato chi ti rende la stessa infamia,

•sia beato chi afferra i tuoi figli e li stritola contro la roccia.  

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E il vento soffia ancora…


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