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Campagna "Acque libere"

Settembre 2006Convegno sull'acqua in Valdidentro

L'acqua nell'ambiente alpino, responsabilità dell'uomo nel suo uso ed abuso

L'ACQUA NELLAMBIENTE ALPINO: L'acqua nell ambiente alpino, il convegno -tenutosi presso il salone dello Ski Stadium gentilmente concesso dal Comune di Valdidentro- su : responsabilità dell'uomo nell'uso e abuso è stata un occasione di confronto ad alto livello con orizzonti che hanno approfondito tematiche che interessano tutto l'arco alpino. C.A.I.: Aprendo i lavori il Presidente del C.A.I. Valdidentro Renata Viviani ha ricordato come lo sfruttamento dell'acqua gravi l'Alta Valtellina di problemi che mettono in primo piano il rapporto tra uso del territorio e sostenibilità ambientale; Flaminio Benetti (vicepresidente C.A.I. Valtellinese) ha insistito sul significato della manifestazione, che per non restare un esercizio retorico deve dar luogo ad una riflessione e ad un attenzione che devono proseguire nel tempo; Lucia Foppoli (Presidente Sez. Valtellinese) ripercorrendo il percorso che ha portato negli anni il C.A.I. a rinvigorire l'impegno nella tutela ambientale, ha sottolineato come questa non possa essere ritenuta marginale nel sodalizio, rispetto alla frequenza attiva della montagna. LA PROVINCIA DI SONDRIO: Italo Rizzi, dirigente del Settore Risorse Naturali ad Energia della Provincia di Sondrio ha tratteggiato il quadro della complessità normativa e di competenze riguardante l'argomento; CIPRA: Damiano Disimine (presidente della CIPRA Italia l'organizzazione è osservatore ufficiale ai lavori sul tema presso la Comunità Europea) ha messo in luce come l'arco alpino necessiti di una strategia integrata e comune per affrontare i problemi con un approccio che necessariamente superi i confini nazionali; PRO MONT BLANC: Giulia Barbieri (Pro Mont Blanc) ha toccato un registro estetico, poetico e di valore: l'acqua e l'ambiente hanno un valore quando noi lo riconosciamo, per prima cosa dentro di noi. GRUPPO VAL MALENCO: Il gruppo Valmalenco, rappresentato da Franco Rabbiosi, ha proposto un approfondito lavoro di documentazione sulle devastazioni ambientali provocate dalle centraline poste sui piccoli salti , gravate da abusi sui quali non vi è controllo ed ha documentato quanto esposto con una proiezione che ha molto colpito il numerosissimo pubblico. MOUNTAIN WILDERNESS: Luigi Casanova (Mountain Wilderness) ha portato l'esperienza trentina ed ha sottolineato, molto efficacemente, la necessità e la possibilità operativa di protocolli di collaborazione basati su principi di solidarietà tra pianura e montagna, in modo che le esigenze dell'una non soffochino i bisogni dell'altra. LEGA AMBIENTE: Ruggero Spada (Legambiente) ha proposto una comparazione tra passato e presente ed ha sostenuto la necessità di nuove risposte agli incombenti problemi. L'efficacia dell'intervento è stata sostenuta da immagini particolarmente significative. E-GAZETTE: Gabriel Bonizzi (direttore di e-gazette) ha catturato l'attenzione del pubblico descrivendo le traversie che l'acqua incontra nel tentativo di giungere alla foce, ha parlato di diritto all'acqua e di diritto dell'acqua. FONDAZIONE SALECINA: Antonio Galli (Fondazione Salecina) ha proposto la

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singolare esperienza della Fondazione di Maloja (CH) che fa del rispetto dell'ambiente e della sua tutela 1a base fondante della proposta ai turisti ospiti in un organizzazione autogestita. PRO NATURE VALLE BREGAGLIA (CH): Regula Bucler (presidente di Pro Nature Valle Bregaglia CH) supportata da immagini suggestive del Lago di Sils, ha descritto luci ed ombre dell approccio turistico in bilico tra scelte di valorizzazione ambientale e sfruttamento commerciale. PADRI CAPPUCCINI DI MALE': Il pubblico, nonostante l'ora inevitabilmente tarda, ha prestato la sua attenzione sino all'intervento di Padre Fabrizio Forti (Padri Cappuccini di Malè) che ha fatto vibrare l'uditorio con un intervento molto intenso che ha preso spunto dai semplici valori francescani per ribadire il valore universale dell'acqua, bene comune dell'umanità che non può essere ridotta a merce. IL GIORNO DOPO: Il giorno successivo, oltre un centinaio di persone ha percorso la rinnovata (alle necessità del cantiere della costruendo presa A.E.M. che sottrarrà al loro corso i torrenti Lia e Cardonè) strada della Val Lia per ritrovarsi convivialmente all'agriturismo Alpe Boron dove, in continuità con un iniziativa promossa da Padre Zanotelli in Marmolada a difesa delle acque nelle Alpi, è stata posta una bandiera della pace in prossimità del torrente. Nel pomeriggio si è esibito il coro femminile C.A.I. Valtellinese. Quando si sono alzate le note di Signore delle Cime il pensiero è andato al torrente Lia, amico ingiustamente caduto, non per una disgrazia in montagna ma per responsabilità dell'uomo nell'abuso dell'acqua. Un ergastolano ha la possibilità di chiedere la grazia che, con un provvedimento di clemenza unilaterale, lo potrà restituire alla libertà e all'affetto dei suoi cari; un torrente di montagna no, anche se non ha fatto niente di male se non scorrere ed elargire intorno a sé vita e bellezza, quando è condannato da miopi esigenze economiche e dall'indifferenza dei custodi della Terra, è senza appello e nulla, pare, lo potrà sottrarre al destino deciso per lui.

Renata Viviani presidente Sottosezione C.A.I. Valdidentro

Maggio 2006NO, alla costruzione di una nuova opera idraulica di derivazione idroelettrica dal torrente Rezzalasco nel comune di Sondalo

Formulazione di parere negativo dalla Conferenza di Servizi tenutasi il 15 maggio 2006 presso la Direzione Centrale-sede Territoriale di Sondrio- della Regione Lombardia

In base ai pareri espressi nel corso dell’istruttoria, allegati quale parte integrante del verbale della Conferenza di Servizi e sinteticamente riassunti nei giudizi dichiarati dai rappresentanti delle Amministrazioni presenti nella seduta del 15 maggio 2006 e di seguito riportati:

Comune di Sondalo: PARERE SFAVOREVOLE Comunità Montana Alta Valtellina: PARERE SFAVOREVOLE Provincia di Sondrio: PARERE FAVOREVOLE con prescrizione Regione Lombardia: PARERE SFAVOREVOLE con prescrizione

SI E’ DETERMINATO QUANTO SEGUE

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di NON AUTORIZZARE ai sensi dell’art.12 del D. Lgs 387/03 la costruzione ed esercizio dell’impianto in oggetto indicato;

le risultanze della presente Conferenza di Servizi dovranno essere approvate dalla Regione Lombardia con atto conclusivo da parte del Responsabile Unico del Procedimento.

Mountain Wilderness Italia ha condiviso da subito la posizione, senza compromessi, del Comitato Civico Pro Rezzalasco e PRC Sondalo nell’arduo intento di difesa del BENE COMUNE, dall’assalto da parte delle vecchie/nuove SpA, relativo alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti “energetiche rinnovabili” nel mercato interno dell’elettricità, in attuazione alla direttiva 2001/77/CE.Mountain Wilderness Italia in seno alla Conferenza di Servizi si è opposta al rilascio della concessione di sfruttamento del torrente Rezzalasco a favore della SpA Energia Ambiente di Mezzano (Ra), ribadendo con forza che la concessione venisse negata a fronte di queste motivazioni:

1. Relazione geognostica e geotecnica elaborata dal geologo Prof. Griffini il quale ha evidenziato condizioni di pericolosità geologica del sito in questione, in relazione alla realizzazione dell’opera,in zona classificata come CLASSE 4 (alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni se non per opere tese al consolidamento oppure alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti a fronte dell’incolumità della popolazione), riguardanti le garanzie di sicurezza dell’area in riferimento alla frana del Santel della Rovina.

2. L’esortazione e preoccupazione espresse dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso, attinenti al rischio di dissesto idrogeologico per l’esecuzione di questo nuovo impianto di derivazione in provincia di Sondrio.

3. Le forti riserve espresse dalla nostra Associazione, con la volontà di segnalare alla Commissione Europea, nel caso fosse stato dato parere favorevole alla costruzione dell’opera, in riferimento alle carenze a livello di valutazione di incidenza e di rispetto complessivo dell’applicazione delle Direttive 92/43CEE, 79/409CEE, 2000/60/CE.

4. Come Associazione a conclusione del nostro intervento abbiamo invitato la Società Energia Ambiente, la Provincia di Sondrio, la Regione Lombardia a bloccare tutte le concessioni per lo sfruttamento idroelettrico in provincia di Sondrio. Già il territorio ha subito gravi danni e ha dato il 90% dei suoi torrenti per la captazione, pagando un prezzo molto alto in termini di devastazione ambientale. In questa Conferenza di Servizi abbiamo lanciato un grande messaggio nazionale affinché tra le energie rinnovabili sia privilegiata e potenziata la produzione da energia solare, e a fronte di questa risoluzione, noi come Mountain Wilderness ci saremmo impegnati ed attivati nel mettere a disposizione le nostre competenze in materia di energia solare.

Ricordiamo che attualmente l’Italia è l’ unico Stato totalmente inadempiente a livello comunitario che non ha ancora recepito la Direttiva Europea 2000/60/UE in materia di acque, che prevede altresì il coinvolgimento della cittadinanza ed il diritto all’informazione ambientale mediante la valorizzazione della PARTECIPAZIONE PUBBLICA.Mountain Wilderness esprime soddisfazione per quella che ritiene una vittoria

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del buon senso, ottenuta anche grazie all’impegno degli Enti presenti (Comune di Sondalo, Comunità Montana Alta Valtellina, Parco dello Stelvio) alla CdF, che hanno collaborato alla raccolta dei dati tecnici ed hanno dato voce alle proteste della popolazione locale, stanca di vedere saccheggiato il proprio territorio, e di chi ritiene che l’acqua rappresenti ancora un bene pubblico. [email protected]

Maggio 2006Comunicato Stampa: Annullata la manifestazione indetta per il giorno 14 maggio in Val di Rezzalo (loc.Fumero)

Lo scrivente Comitato Pro Rezzalasco ha convenuto, con l’Associazione Mountain Wilderness Italia ed il Gruppo Consiliare PRC di Sondalo, di annullare la manifestazione indetta per domenica 14 maggio in Val di Rezzalo (loc.Fumero) contro lo sfruttamento indiscriminato delle acque in provincia di Sondrio, ma soprattutto contro il rilascio della concessione di sfruttamento, deliberata dalla regione Lombardia, del torrente Rezzalasco a favore della SpA Energia Ambiente di Mezzano (RA). I Gruppi sopraindicati, sono arrivati a questa decisione in considerazione della posizione espressa da alcuni componenti dello Iaps (Intergruppo Acque Provincia di Sondrio) che sostiene la necessità di una “compattezza” costruttiva, fiduciosa nell’esito sfavorevole all’opera idraulica in seno al tavolo tecnico della Conferenza di Servizi che si terrà lunedì 15 maggio 2006 alle ore 9,30 presso la Sede Territoriale regionale di Sondrio.Si ribadisce con forza l’auspicio che all’interno della Conferenza di Servizi prevalga la difesa dell’interesse collettivo e la saggezza dei soggetti diversi che dovranno concorrere a dare un parere definitivo sulla fattibilità di questa nuova opera idraulica, si chiede che venga negata la concessione di sfruttamento del torrente Rezzalasco alla Società per Azioni “Energia Ambiente”, ritenendo valide le osservazioni strutturali fatte dal geologo prof. Griffini riguardanti le garanzie di sicurezza dell’area in riferimento alla frana del Santel della Rovina. Si chiede di tenere nella dovuta considerazione le preoccupazioni espresse dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso attinenti al rischio di dissesto idrogeologico, con esortazione alla Regione Lombardia di adottare la massima attenzione per la realizzazione di questa nuova derivazione, salvaguardando prioritariamente, la stabilità del sito, ma soprattutto l’incolumità della popolazione.In conclusione chiediamo l’applicazione corretta della normativa europea in materia di acque 2000/60UE che prevede altresì il coinvolgimento della cittadinanza ed il diritto all’informazione ambientale mediante la valorizzazione della PARTECIPAZIONE PUBBLICA. Attualmente l’Italia non ha ancora recepito questa Direttiva, unico Stato totalmente inadempiente a livello comunitario E PER QUESTO MOTIVO ci attiveremo impegnandoci nel produrre un dossier di segnalazione ALLA COMMISSIONE EUROPEA COMPETENTE.Gli interessi economici e speculativi non devono assolutamente prevaricare la sicurezza della vita delle persone e questa è la ragione per cui il progetto deve essere rigettato. Ribadiamo inoltre che l’acqua è un bene pubblico dell’umanità e per questo va tutelato. Comitato Pro RezzalascoMountain Wilderness Italia

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H2 OrobieAmici della Val GrosinaPRC Sondalo

Aprile 2006Comunicato Stampa: giù le mani dalle acque del torrente Rezzalasco

La vicenda del torrente Rezzalasco e della concessione per la costruzione della centralina di Energia Ambiente s.p.a. è giunta ormai ad un punto cruciale. La conferenza dei servizi dovrebbe concludersi entro il mese di maggio con una decisione che, in qualsiasi caso, sarà determinante per la condizione ambientale di una valle e del suo corso d’acqua. Il problema dello sfruttamento indiscriminato delle acque nelle vallate alpine ed in particolar modo nella nostra provincia in questi ultimi anni è stato sollevato da molti soggetti, in particolar modo dai comitati spontanei, dalle associazioni ambientaliste e, recentemente, da Iaps, che riunisce molti di questi soggetti.Basta confrontare i dati di portata odierna dei torrenti con quelli di 30 anni fa per capire come il surriscaldamento del pianeta, la drastica riduzione dei ghiacciai ed altri cambiamenti morfologici delle nostre vallate abbiano drammaticamente ridotto i corsi d’acqua e cambiato i microclimi, la flora e la fauna sviluppatesi intorno ad essi. Eppure, nonostante tutto ciò, la normativa italiana in materia di energia (legge 220 in primis) considera ancora l’acqua come fonte rinnovabile e quindi, di fatto, ne consente un uso indiscriminato, privatistico e lobbistico, fonte di alti guadagni (l’energia “pulita” viene venduta a peso d’oro in quanto permette alle aziende di potersi fregiare dei cosiddetti certificati verdi). Nella nostra provincia siamo ancora costretti ad assistere al rilascio di concessioni di sfruttamento nonostante più del 90% dei torrenti sia già stato captato.Caso eclatante il rilascio di una concessione di sfruttamento da parte della regione Lombardia per il torrente Rezzalasco: un torrente che già aveva devastato la valle durante l’alluvione dell’87 e che ora presenta una portata media assai scarsa. Il tutto in una valle inclusa quasi totalmente nel Parco Nazionale dello Stelvio, tranne per quel tratto di versante destro sul quale infatti dovrebbe essere localizzato l’impianto; un versante però particolarmente problematico, dato che interessato per larga parte da un’ampia frana, il Santel de la Ruina, che autorevoli geologi hanno definito come area a rischio e comunque non edificabile.Dopo una serie di mobilitazioni, di prese di posizione e dopo aver raccolto più di mille firme in difesa del torrente Rezzalasco, questa campagna giunge ad un punto cruciale. Ma, a nostro avviso, questa non è solo una battaglia particolaristica in difesa di un singolo ambiente, è piuttosto una battaglia di più ampia portata, per un risveglio delle coscienze di cittadini ed amministratori, per una nuova politica energetica, orientata al risparmio e alla tutela dell’ambiente, per l’adeguamento della normativa italiana in materia di energia alla direttiva 2000/60/CE. Questa è una battaglia per impedire la politica di privatizzazRezzalascoione delle acque, per restituire all’acqua la sua dimensione pubblica, naturale, di bene disponibile ed accessibile e, come tale, difeso e tutelato dallo Stato.Per questo il Comitato Pro Rezzalasco, con la collaborazione di Mountain Wilderness Italia, del Gruppo Consiliare PRC Sondalo e dello Iaps (Intergruppo Acque Provincia di Sondrio), promuove per domenica 14 maggio una giornata

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di mobilitazione, di approfondimento e di incontro in Val di Rezzalo (loc. Fumero), per conoscere e difendere il nostro territorio, le nostre acque.

Aprile 2005Acque: fonte rinnovabile, non un bene infinito

L'esempio della Valtelina e del torrente Rezzalasco deve portarci a riflettere su questo grave problema sociale.

Sarà tutto quello che si vuole, ma l'ACQUA non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale.Così la Direttiva 2000/60/CE all'articolo 1 definisce questa risorsa unica e irripetibile, allo scopo e con la finalità di sviluppare una politica comunitaria integrata e istituire un quadro per la protezione di tutte le acque.Sono principi solenni quelli indicati nella Direttiva che mirano a promuovere un utilizzo sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili.Affermare ciò significa rendersi conto del valore che riveste un bene come l'acqua, importante e irrinunciabile per l'intera umanità.Significa in altri termini che l'acqua non è un bene infinito; è certo una risorsa, ma che richiede una perizia particolare nell'uso e nella gestione, evidenziando che il deterioramento dello stato dei corpi idrici diventerebbe un vero proprio boomerang con conseguenze indefinibili per la sopravvivenza della biodiversità del nostro pianeta.Ogni paese al mondo cerca di adottare un minimo di regole, di principi sui quali fondare almeno sulla carta, atteggiamenti e comportamenti in sintonia con il bene di cui si sta parlando.Di fatto vediamo la corsa all'accaparramento delle fonti idriche con le conseguenze a noi note e ciò che si vuole procedere alla privatizzazione dell'acqua. Le multinazionali dell'acqua investono cospicue somme di danaro per assicurarsi le fonti idriche e utilizzarle poi con finalità di profitto, accentuando ulteriormente disparità e tensioni a livello planetario e condizionando pesantemente lo sviluppo di intere regioni della terra che da sempre convivono con il problema della sete.Anche nei paesi sviluppati la situazione non è brillante; la competizione alla privatizzazione delle risorse idriche è in pieno svolgimento e viene attuata ricorrendo a normative subdole e ambigue che consentono attraverso pressioni più o meno lecite di esercitare un vero "esproprio" ai danni della collettività-umanità di un bene necessario e irrinunciabile.Se l'Unione Europea ha ritenuto necessario dotarsi di una normativa che almeno nello spirito vuole chiarificare e intervenire per tutelare le acque comunitarie sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo, a livello dei singoli paesi esistono ancora situazioni a dir poco sconcertanti, dove regole e procedure "garantiscono" che l'acqua venga trattata nella peggiore delle possibili maniere, consentendo a taluni di fare dell'abuso l'unico modo di utilizzo in dispregio a qualsiasi principio etico e coerenza a parametri ambientali e sociali.L'Italia sicuramente è proprio il tipico paese dove normative spesso antiquate e talvolta contraddittorie e farraginose, consentono quasi sempre che l'attuazione e l'applicazione delle norme vengano utilizzate a fini lobbistici per soddisfare interessi di gruppi che si appropriano di risorse che appartengono a

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tutti, come l'acqua.Con la legge 220, l'acqua viene infatti classificata tra le fonti rinnovabili, consentendone talvolta un uso, anzi uno "sfruttamento" che comporta molto spesso un impatto e un deterioramento dello stato del corpo idrico con le conseguenze ben note: alterazione dello stato dei luoghi ( prosciugamento di alvei, modifica del microclima, danni alla flora e alla fauna, impoverimento della qualità ambientale territoriale e la limitazione all'approvvigionamento dell'acqua potabile, incrementando gli utili delle industrie dell'imbottigliamento delle acque minerali).Le domande di concessione di derivazione di acque per uso idroelettrico stanno aumentando in maniera esponenziale negli ultimi anni creando seri problemi ambientali e non solo.La mancanza di una politica orientata al risparmio energetico e l'assenza di una pianificazione territoriale che stabilisce tipo e natura degli interventi da consentire, ha innescato il boom di richieste di sfruttamento dei corsi d'acqua specialmente sul versante alpino, facendo leva sulla confusione normativa esistente a livello nazionale, regionale e provinciale, ma anche giocando sul limitato potere contrattuale che possono contrapporre i piccoli comuni di montagna.

Ci sono ambiti, dove il deterioramento dei corpi idrici è talmente accentuato, oltre la soglia di accettabilità che va a tradursi in una palese alterazione dello stato dei luoghi.In Lombardia, la provincia di Sondrio ne è un esempio eclatante. Il 90% dei torrenti della provincia sono già oggetto di sfruttamento per fini idroelettrici e sembra che il trend dominante sia quello di continuare a captare acqua dai pochi rigagnoli rimasti indenni.L'occasione per una seria riflessione si è avuta quando la regione Lombardia rilasciava nel marzo del 2005 una concessione di derivazione ad uso idroelettrico a una società privata per lo sfruttamento del torrente Rezzalasco.La Valle di Rezzalo, contigua al Parco nazionale dello Stelvio era stata devastata dal fenomeno alluvionale nell'estate del 1987 e ciò poteva e doveva essere condizione sufficiente a evitare qualsiasi tipo di intervento in ambito particolarmente fragile finalizzato alla tutela e conservazione del sito.Nonostante i pareri negativi e l'opposizione formulata dal Comune di Sondalo, competente territorialmente, il provvedimento amministrativo (concessione di derivazione) veniva accordato alla società richiedente, provocando legittimo disappunto tra i valligiani e tra coloro che hanno a cuore la sorte della montagna. Alcuni comitati spontanei in difesa delle acque si sono attivati, ben consapevoli che l'acqua è un bene finito e come tale va gestito con oculatezza, nonostante le leggi dello Stato si sforzino di inquadrare le acque come "fonte rinnovabile" e dunque quale bene infinito.Evidentemente, normative poco adeguate a trattare e gestire una tipica e rilevante materia come l'acqua, possono dispiegare anomalie piuttosto incisive e provocare effetti dannosi sugli ambiti montani e conseguenze sull'intera collettività.Si pensi al concetto di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità delle opere di captazione delle acque che di fatto impongono un "diktat" che si va a scontrare con le più elementari norme di tutela dell'ambiente e del fattore umano che vi risiede e contrasta con i principi sanciti dalla direttiva europea che invoca una

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politica sostenibile in materia di acque.Sono le solite scorciatoie che ignorano la reale complessità del problema specifico. La stessa convenzione stipulata da associazioni ambientaliste con la legge 220 al solo fine di promuovere nel paese energia al 100% proveniente da fonti rinnovabili, se da un lato induce e sostiene dei comportamenti in linea con il rispetto dell'ambiente e tendente a un risparmio dei consumi, dall'altro consente di fatto che territori montani ricchi di oro bianco (acqua) vengano sottoposti a vincoli e sfruttamento intensivo e selvaggio.A poco valgono, misure mitiganti come il lasciar defluire sul punto di captazione di una quantità irrilevante d'acqua (deflusso minimo vitale), determinata peraltro usando una formula matematica che stabilisce una quantità fissa che viene rilasciata quasi a compensare una ferita sull'ambiente che va ben oltre l'alterazione dell'alveo del torrente.Certo, la partita non è di poco conto e richiede buona volontà, impegno e correttezza poichè l'ambiente, la montagna, le acque sono di tutti e sono bene unico e irripetibile.Di fronte a una partita di questa natura, in Provincia di Sondrio è stato fondato un coordinamento al quale partecipano più soggetti, la società civile, associazioni ambientaliste come Mountain Wilderness Italia; quasi un risveglio delle coscienze di fronte a una situazione importante che riguarda e avrà effetti sullo sviluppo futuro di queste montagne.Tra i principali obiettivi, il coordinamento intende allargare i contatti e informare la popolazione sull'effettiva portata del fenomeno e sulle conseguenze che ne potranno derivare dallo sfruttamento intensivo della risorsa acqua.Si propone altresì di intervenire a livello istituzionale presso enti locali, provincia, regione per chiedere che la normativa regolante la materia, si adegui alla Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'Unione Europea che si prefigge il raggiungimento di principi certi e una politica sostenibile nel campo delle acque. Organizzare convegni e altre manifestazioni per promuovere conoscenza, tematiche, misure e provvedimenti per la tutela adeguata dell'ambiente saranno gli obiettivi prioritari che il coordinamento si prefigge.Allargare il coordinamento per accogliere utili contributi da parte della cittadinanza attiva, di enti, privati, associazioni; stipulare rapporti di collaborazione con strutture analoghe operanti nell'ambito del perimetro alpino anche fuori dai confini nazionali allo scopo di creare un fronte compatto e operativo di fronte alla situazione venutasi a creare e ormai non più derogabile.

In definitiva, la grande sfida sarà la difesa dell'ultima irrinunciabile risorsa che noi abbiamo: l'ambiente, ultimo baluardo che dovremo preservare per le generazioni future; mantenere salda una posizione realistica, forte, ispirata a promuovere e sostenere interventi compatibili e in armonia con la capacità di sopportazione del nostro pianeta.

Febbraio 2005Ancora centraline in Valmalenco

Art. 1 di una improbabile legge: “…. A far data dal …. ogni paese di montagna dovrà dotarsi di idonea centralina idroelettrica a gestione privata al preciso

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scopo di …”Abbiamo approfondito un’altra domanda di derivazione redatta dal Sig. Pedrotti Pietro che dichiaratamente agisce per nome e per conto di un soggetto giuridico da definire!!! Leggiamo noi: i soliti noti imprenditori. Ente interessato per la concessione: la Provincia. Ente interessato per ilVIA: Regione Lombardia.Stiamo parlando della richiesta di derivare acqua dal torrente Mallero (ancora!) nei pressi dell’abitato di San Giuseppe in Valmalenco. Tale richiesta è stata formulata nel dicembre del 2000 ed ora sembra che siano maturi i tempi per il rilascio del decreto di valutazione di impatto ambientale da parte della Regione. Poi proseguirà l’iter istruttorio classico. Anche di questa richiesta si è saputo sempre molto poco in valle. Questa ridente (per quanto ancora?) località montana potrebbe trovarsi nel breve periodo adaccogliere nelle sue viscere, meglio dire nel suo sottosuolo, meglio ancora nel sottostante greto del torrente Mallero, un impianto idroelettrico che potrà derivare fino a 9000 litri al secondo da una presa posta sul torrente 500 metri a monte, nei pressi della passerella che porta alla località Lagazzuolo.Sarà un caso, ancora un caso? Ma anche questa volta si assiste ad una richiesta privata che insiste su una porzione di territorio che ha appena concluso la sistemazione idrogeologica a cura di un organismo pubblico e finanziata con fondi della Legge Valtellina (Tratto Chiareggio-Ponte del Giuello importo a base d’asta 8,967 miliardi di lire appaltato alla ditta Cospe – vedi La provincia 27/4/2002). Non succede mai il contrario: che un’ operatore privato “benemerito” si offra disistemare una zona chiedendo contestualmente una derivazione di acqua. Sembra quasi che questi “privati”, oltre a ricavare ingenti profitti dalla costruzione e dall’esercizio di questi impianti sappiano perfettamente quando sia giunto il tempo di agire: ovvero a sistemazione pubblica terminata.Occorre aggiungere che questo territorio è già gravemente compromesso a seguito della costruzione di una strada (autorizzata? Collaudata?)che corre lungo il fiume e che serve da transito ai mezzi pesanti di cava che vanno e vengono dall’impianto di lavorazione posto in località Sabbioniccio, dalla costruzione post ’87 di briglie, pennelli ecc. ecc. ma che comunque non è privo di scorci interessanti come massi erratici di discrete dimensioni, prati ecc. Occorrerebbe casomai pensare ad una riambientazione di tale territorio.Questo imprenditore vorrebbe eseguire l’opera di presa in un punto dove esistono alcuni interessanti massi erratici; vorrebbe interrare la condotta in sponda destra, attraversare il torrente interrandoci un tubo da 2 metri. vorrebbe letteralmente inserire all’interno di una zona morenica instabile sottostante il paese il fabbricato centrale di circa 1000 metri cubi tramite una complicata opera di palificazione e asportazione di suolo;Tecnicamente è possibile eseguire qualunque tipo di manufatto, ma ci dobbiamo chiedere perché un imprenditore privato è disposto ad eseguire tale opera (produzione: 10.000.000 di kWh; ricavo annuo stimato 1 milione di euro); soprattutto ci dobbiamo chiedere perché mai l’amministrazione pubblica dovrebbe concedere questa opera che agisce su una porzione di territorio già messa insicurezza.La Regione Lombardia è ancora una volta chiamata a dare un parere di

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valutazione ambientale su un progetto di massima e sappiamo che, in armonia con la legislazione europea, questo principio è molto contestato se non addirittura fuori dalla legge. E’ noto a tutti che poi non si sta troppo a sottilizzare sul progetto definitivo, anche se cambiato di molto, perché ogni ente decisionale ha elementi sufficienti per sottrarsi al proprio compito e per dire “per quanto di nostra competenza lemodifiche sono irrilevanti”; poi succede (è successo) che il fabbricato centrale raddoppia di volume oppure verrà costruito fuori terra quando era previsto completamente interrato. Occorre ancora ribadire, come anche detto in più di un’occasione agli amministratori del Comune di Chiesa Valmalenco, che occorre avere ben chiaro l’orizzonte futuro in cui l’amministrazione intende muoversi e agire conseguentemente.Se il territorio è considerato risorsa strategica (il nostro gruppo lo pensa) è indiscutibile che bisogna porre un freno alle nuove attività idroelettriche. Ma non solo: c’è molto da fare per riambientare molte porzioni di territorio, ripensare al sistema stradale montano, mettere in sicurezza ecc. ecc.Se non si ha questo tipo di impostazione per il futuro allora si può tranquillamente permettere lo sviluppo di qualsiasi attività imprenditoriale che ha bisogno di “mangiare” territorio e cercare di “incamerare” più denaro possibile per il bene (materiale) del comune e dei residenti.Conseguentemente l’organismo pianificatorio della Provincia di Sondrio dovrebbe appunto pianificare il futuro secondo una visione condivisa tra tutti gli attori sociali ed economici e tramite l’edizione di piani specifici: esempio il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Esso sembrava li li per nascere ed ora ce lo ritroviamo morto. Nel merito cosa pensa di fare la Provincia?Facciamo il punto:Valmalenco, circa 300 Km quadrati di bacino imbrifero, produzione idroelettrica di circa 800-1000 milioni di kWh prodotti (quasi interamente prodotti da grandi impianti dell’ENEL spa) 5 Richieste pubbliche di piccoli salti: Pirola, Largone, Secchione, Mallero IMI,Mallero Pedrotti Pietro;8 Piccoli salti in funzione: Scerscen, Lanterna, Entovasco, Forasco, Foraschetto, Giumellino-Alpe Lago, Lanzada, Mallero Chiareggio;5 Grandi impianti in funzione: Campo Moro,Lanzada,Sondrio,Mallero 1,Mallero 2;2 Grandi bacini artificiali (70 milioni di mc): Alpe Gera, Campo Moro,Quante sono le richieste segrete?Non c’è molto da ridere.

Gruppo Valmalenco

Vedi anche:  http://gruppovalmalenco.valtellina.net

Dicembre 2004Nuove captazioni idroelettriche in Valmasino

3 progetti di captazione idrica in Valmasino minacciano i torrenti Oro, Porcellizzo e Masino

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Dopo il successo ottenuto dal "Comitato a difesa della Valle di Mello" contro le ipotesi di captazioni idriche in questa valle, ecco che nuove ombre si allungano sui vicini torrenti e ruscelli della Valmasino. E' notizia di pochi giorni fa infatti che 3 nuovi progetti di captazione idrica siano già stati presentati e che si trovino ora in fase di valutazione. A rischio sono le acque dei ruscelli Masino, Oro e Porcellizzo che scendono dalle omonime valli.L'eventuale approvazione di tutti i progetti presentati comporterebbe la realizzazione di 3 nuove centraline che, in aggiunta a quella già esistente di poco a valle dei Bagni di Masino, arriverebbe a costituire un assurdo di 4 centraline nel giro di 2 Km.Il comitato a difesa della valle si è riattivato e Mountain Wilderness si prepara ad offrire il proprio contributo

Mw Italia

Febbraio 2004La Val di Mello è libera!

Comunicato del comitato a difesa della Valle di Mello

Con un comunicato ufficiale del Pirellone, il Consiglio Ufficiale dei Lavori Pubblici presieduto da Carlo Lio ha dato parere negativo alla realizzazione della centrale idroelettrica (proposta da una grossa società) di captazione di tutte le acque della sponda meridionale della Val di Mello: in particolare dei torrenti Ferro, Qualido, Zocca, Torrone, Cameraccio. Abbiamo vinto una battaglia sacrosanta contro una speculazione idiota e distruttiva di una delle valli più straordinarie, amate e protette delle Alpi. Abbiamo vinto grazie alla straordinaria bellezza della Val di Mello e delle sue cascate che non possono finire dentro i tubi di una condotta forzata. Abbiamo vinto grazie al coinvolgimento di tutta la popolazione indignata di come questi gravissimi tentativi di speculazione sul territorio passino sopra le teste dei cittadini. Abbiamo vinto grazie ai giornalisti che ci hanno dato voce. Abbiamo vinto su un'amministrazione locale che ha sempre sostenuto la non esistenza di progetti di sfruttamento delle acque in Val di Mello e che ci ha accusato di diffondere notizie false per interesse personale e politico. Il Comitato spontaneo in difesa della Val di Mello non è mai stato un soggetto politico e come tale avendo terminato il suo scopo torna silente, passando la mano alla nuova Amministrazione Comunale di Val Masino perché abbia la forza di presentare la candidatura della Val di Mello all'UNESCO. La Val di Mello bene di tutta l'umanità perché rappresenta un ambiente assolutamente unico ed irripetibile non solo nelle Alpi ma in tutto il mondo. Un ecosistema delicato, di enorme valore ecologico e paesaggistico, arricchito dalla secolare presenza dell'uomo che ha saputo viverlo in perfetto equilibrio con la natura. Vorrei infine ringraziare le migliaia di amici che hanno firmato il nostro appello, le associazioni che ci hanno appoggiato e i formidabili Maurizio Rocca, Don Diego Fognini, Franco Rabbiosi, Massimo Sala, Reinhold Messner, Simone Pedeferri, Alberto Prina, Lucia Foppoli, Giuseppe Miotti. Un abbraccio commosso

Jacopo Merizzi

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Giugno 2004Contro le centraline idroelettriche in valle di Mello

Comunicato stampa

Mountain Wilderness Italia, associazione ambientalista per la tutela dell'ambiente montano, denuncia con forza l'espropriazione in atto dell'elemento ACQUA in tutto il territorio alpino e prealpino della regione Lombardia Mountain Wilderness Italia, associazione ambientalista per la tutela dell'ambiente montano, denuncia con forza l'espropriazione in atto dell'elemento ACQUA in tutto il territorio alpino e prealpino della regione Lombardia. L'acqua è una risorsa fondamentale, necessaria ad ogni forma di vita: le popolazioni che vivono in montagna sono maggiormente consapevoli del progressivo esaurirsi delle risorse idriche, da tempo segnalato dagli studiosi del settore. In aggiunta ai cambiamenti climatici, che comportano lo scioglimento dei ghiacciai, assistiamo all'incontrollato aumentodi richieste di sfruttamento idroelettrico dei torrenti di montagna.Valle di Mello: L'ultimo allarme, in ordine di tempo, viene dalla Val di Mello: nei primi giorni di maggio ai piedi della Cascata del Ferro sono comparsi tecnici ed operai impegnati a cartografare la cascata, "perché c'è un progetto di captazione delle acque" hanno innocentemente risposto alle domande degli alpinisti presenti. E' vero che per ora non ci sono notizie precise, perché durantela prima parte dell'iter verso l'autorizzazione la richiesta non è di pubblico dominio, tuttavia in breve tempo sono state già raccolte oltre 1500 firme in difesa del paradiso dei climber.Un allarme ingiustificato? Chi fa domanda per un impianto di questo genere deve rivolgersialla Regione se la potenza supera i tre megawatt, alla Provincia se si resta sotto questo limite; impianti "appetitosi" che costano 2/3 milioni di euro ottengono anche il 30% di contributi regionali, e si ripagano in circa cinque anni. In Regione non sanno nulla, e comunque dicono che l'impianto sarebbe di proporzioni tali da risultare di competenza della Provincia. La Provincia dice che attualmente non ci sono domande presentate, ma non esclude che qualcuno stia facendo dei rilievi per presentarne una. Il sindaco di Valmasino, sul cui territorio ricade la Val di Mello, non ha ricevuto alcuna comunicazione in proposito e si dichiara contrario a qualunque intervento in una zona che è compresa tra i Siti di Interesse Comunitario (SIC)della Comunità Europea.Attualmente il 92% delle acque di questi bacini sono già sfruttati, con un canale che li convoglia verso la centrale di Ardenno. L'oro blu: La Val di Mello è solo l'ultimo caso in successione, ma il problema dei piccoli salti d'acqua affligge tutta la Valtellina da un decennio con una brusca accelerazione negli ultimi tre o quattro anni. Condividiamo la richiesta

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già avanzata da altri gruppi ambientalisti operanti sul territorio, di una moratoria delle richieste idroelettriche in attesa del varo del piano territoriale provinciale e del piano di tutela delle acque.La speculazione in atto sul cosiddetto "oro blu" è evidente: per legge il 2% dell'energia immessa sul mercato deve provenire da fonti rinnovabili, e i produttori che devono procurarsi queste quote di certificati verdi sono pronti a pagare forti somme per acquisire energia idroelettrica. Si sottrae così l'acqua al patrimonio comune, e si stabiliscono prezzi e forniture di un bene primario in modo arbitrario e dettato dalle regole di mercato più che dal buon senso; lo "scippo" dell'acqua rappresenta un'ulteriore forma di sfruttamento delle risorse ambientali per il guadagno economico di pochi e contro l'interesse della comunità, considerando le scarse ricadute sull'approvvigionamento energetico nazionale e le pesanti conseguenze sull'habitat dei torrenti intercettati.

Mountain Wilderness Italia: aderisce come parte attiva alla protezione della Val di Mello e di tutte quelle vallate montane la cui ricchezza d'acqua le rende potenziale obiettivo di speculazioni, e si unirà a tutti gli altri movimenti ed associazioni attenti alla salvaguardia ed alla tutela dei beni essenziali a cui tutti hanno diritto, solidale con gli abitanti delle vallate montane e in difesa della qualità della vita delle popolazioni dei centri urbani.

MW Italia

Maggio 2004Aggresione ambientale in val di Mello

Contro l'ipotesi di captazione idroelettrica dei torrenti

Il comunicato stampa del comitato spontaneo per la difesa della Val Masino e della valle di Mello. E' a rischio la naturalità e l'integrità della valle. MW Italia condivide pienamente le preoccupazioni del comitato e prepara un comunicato ufficiale! Pochi giorni or sono, col tentativo di aprire una larga strada in Val di Mello (Val Masino) e con la successiva notizia che sono state richieste quattro concessioni per la costruzione di centraline idroelettriche in corrispondenza delle cascate delle valli del Ferro, di Zocca, Torrone e Cameraccio è iniziato un assalto in grande stile ad uno degli ultimi angoli incontaminati delle Alpi italiane, forse il più noto a livello mondiale. Oltre che assolutamente inutile sul piano dell'apporto energetico questo attentato appare evidentemente una assurdità paesaggistica ed ambientale. La Val di Mello deve restare integra perché rappresenta un ambiente assolutamente unico ed irripetibile non solo nelle Alpi ma in tutto il mondo. Un ecosistema delicato, di enorme valore ecologico e paesaggistico, arricchito dalla secolare presenza dell'uomo che ha saputo viverlo in perfetto equilibrio con la natura. Da decenni la Val di Mello è patrimonio non solo di chi ci abita o di chi ci arrampica, ma di tutti i cittadini, che qui trovano un polmone verde unico per la sua spettacolare bellezza. Ma la Valle, detta anche la "piccola Yosemite" è ormai diventata anche un patrimonio di tutta l'umanità e questo tentativo di violenza, che sconvolgerà il perfetto

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equilibrio che ne regola ritmi e tempi, assume rilevanza universale nella sua gravità senza precedenti. Per questo motivo il Comitato spontaneo che si è formato alla notizia delle gravi minacce che incombono sulla Valle chiede alle associazioni alpinistiche e ambientalistiche di aderire a questa battaglia inviando un proprio documento di partecipazione e solidarietà. Grandi alpinisti come Walter Bonatti, molte organizzazioni alpinistiche italiane come il Club Alpino Accademico si sono schierate o si stanno schierando in difesa delle bellezze della Val di Mello e della Val Masino. Contiamo anche sulla vostra partecipazione per rafforzare a livello internazionale la nostra battaglia per salvare un patrimonio comune.

NON TUBI DOVE OGGI SCIVOLANO A VALLE LE ACQUE DELLE CASCATE. NON STRADE PER LA MANUTENZIONE DELLE CENTRALI. CHE LA VALLE RESTI ALL'UOMO, PER L'UOMO, PER I FIGLI DELL'UOMO.

Comitato Spontaneo per la difesa della Val Masino e della Val di Mello

Settembre 2003Convegno sull'acqua in Valdidentro

L'acqua nell'ambiente alpino, responsabilità dell'uomo nel suo uso ed abuso

L'ACQUA NELLAMBIENTE ALPINO: L'acqua nell ambiente alpino, il convegno -tenutosi presso il salone dello Ski Stadium gentilmente concesso dal Comune di Valdidentro- su : responsabilità dell'uomo nell'uso e abuso è stata un occasione di confronto ad alto livello con orizzonti che hanno approfondito tematiche che interessano tutto l'arco alpino. C.A.I.: Aprendo i lavori il Presidente del C.A.I. Valdidentro Renata Viviani ha ricordato come lo sfruttamento dell'acqua gravi l'Alta Valtellina di problemi che mettono in primo piano il rapporto tra uso del territorio e sostenibilità ambientale; Flaminio Benetti (vicepresidente C.A.I. Valtellinese) ha insistito sul significato della manifestazione, che per non restare un esercizio retorico deve dar luogo ad una riflessione e ad un attenzione che devono proseguire nel tempo; Lucia Foppoli (Presidente Sez. Valtellinese) ripercorrendo il percorso che ha portato negli anni il C.A.I. a rinvigorire l'impegno nella tutela ambientale, ha sottolineato come questa non possa essere ritenuta marginale nel sodalizio, rispetto alla frequenza attiva della montagna. LA PROVINCIA DI SONDRIO: Italo Rizzi, dirigente del Settore Risorse Naturali ad Energia della Provincia di Sondrio ha tratteggiato il quadro della complessità normativa e di competenze riguardante l'argomento; CIPRA: Damiano Disimine (presidente della CIPRA Italia l'organizzazione è osservatore ufficiale ai lavori sul tema presso la Comunità Europea) ha messo in luce come l'arco alpino necessiti di una strategia integrata e comune per affrontare i problemi con un approccio che necessariamente superi i confini nazionali; PRO MONT BLANC: Giulia Barbieri (Pro Mont Blanc) ha toccato un registro estetico, poetico e di valore: l'acqua e l'ambiente hanno un valore quando noi lo riconosciamo, per prima cosa dentro di noi. GRUPPO VAL MALENCO: Il gruppo Valmalenco, rappresentato da Franco Rabbiosi, ha proposto un approfondito lavoro di documentazione sulle devastazioni ambientali provocate dalle centraline poste sui piccoli salti ,

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gravate da abusi sui quali non vi è controllo ed ha documentato quanto esposto con una proiezione che ha molto colpito il numerosissimo pubblico. MOUNTAIN WILDERNESS: Luigi Casanova (Mountain Wilderness) ha portato l'esperienza trentina ed ha sottolineato, molto efficacemente, la necessità e la possibilità operativa di protocolli di collaborazione basati su principi di solidarietà tra pianura e montagna, in modo che le esigenze dell'una non soffochino i bisogni dell'altra. LEGA AMBIENTE: Ruggero Spada (Legambiente) ha proposto una comparazione tra passato e presente ed ha sostenuto la necessità di nuove risposte agli incombenti problemi. L'efficacia dell'intervento è stata sostenuta da immagini particolarmente significative. E-GAZETTE: Gabriel Bonizzi (direttore di e-gazette) ha catturato l'attenzione del pubblico descrivendo le traversie che l'acqua incontra nel tentativo di giungere alla foce, ha parlato di diritto all'acqua e di diritto dell'acqua. FONDAZIONE SALECINA: Antonio Galli (Fondazione Salecina) ha proposto la singolare esperienza della Fondazione di Maloja (CH) che fa del rispetto dell'ambiente e della sua tutela 1a base fondante della proposta ai turisti ospiti in un organizzazione autogestita. PRO NATURE VALLE BREGAGLIA (CH): Regula Bucler (presidente di Pro Nature Valle Bregaglia CH) supportata da immagini suggestive del Lago di Sils, ha descritto luci ed ombre dell approccio turistico in bilico tra scelte di valorizzazione ambientale e sfruttamento commerciale. PADRI CAPPUCCINI DI MALE': Il pubblico, nonostante l'ora inevitabilmente tarda, ha prestato la sua attenzione sino all'intervento di Padre Fabrizio Forti (Padri Cappuccini di Malè) che ha fatto vibrare l'uditorio con un intervento molto intenso che ha preso spunto dai semplici valori francescani per ribadire il valore universale dell'acqua, bene comune dell'umanità che non può essere ridotta a merce. IL GIORNO DOPO: Il giorno successivo, oltre un centinaio di persone ha percorso la rinnovata (alle necessità del cantiere della costruendo presa A.E.M. che sottrarrà al loro corso i torrenti Lia e Cardonè) strada della Val Lia per ritrovarsi convivialmente all'agriturismo Alpe Boron dove, in continuità con un iniziativa promossa da Padre Zanotelli in Marmolada a difesa delle acque nelle Alpi, è stata posta una bandiera della pace in prossimità del torrente. Nel pomeriggio si è esibito il coro femminile C.A.I. Valtellinese. Quando si sono alzate le note di Signore delle Cime il pensiero è andato al torrente Lia, amico ingiustamente caduto, non per una disgrazia in montagna ma per responsabilità dell'uomo nell'abuso dell'acqua. Un ergastolano ha la possibilità di chiedere la grazia che, con un provvedimento di clemenza unilaterale, lo potrà restituire alla libertà e all'affetto dei suoi cari; un torrente di montagna no, anche se non ha fatto niente di male se non scorrere ed elargire intorno a sé vita e bellezza, quando è condannato da miopi esigenze economiche e dall'indifferenza dei custodi della Terra, è senza appello e nulla, pare, lo potrà sottrarre al destino deciso per lui.

Renata Viviani presidente Sottosezione C.A.I. Valdidentro

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Aree protette

Febbraio 2005Mondiali di SCI a Bormio, pausa con riflessione ?

Sci, Alpinismo e Ambiente: Tavola rotonda con il ministro Alemanno

Nella giornata di riposo dei mondiali di sci Bormio "ampio spazio" alle discussioni sui temi della montagna e dello sviluppo. A Bormio è tornato il ministro Gianni Alemanno che ha affrontato, con diversi interlocutori, alcune questioni legate alla montagna. Il Ministro ha posto l'accento su tre elementi chiave: - la giusta rimunerazione per chi vive in montagna- la tematica ambientale- la montagna del turismo e dei grandi eventi.

L'equilibrio tra le diverse componenti è l'obiettivo a cui lavora la nuova legge quadro ma, secondo il ministro, serve "nuova linfa per accrescere la cultura della montagna e serve concentrare gli sforzi per capire come meglio applicare alla montagna il concetto di sviluppo sostenibile". Una tesi condivisa anche dagli ambientalisti rappresentati da Damiano Di Simine; una prospettiva che per i mondiali di sci 2005 dovrebbe arrivare dalla certificazione di qualità Imont (che sta lavorando anche per Torino 2006). Uno scenario al quale bisogna tendere "ragionando intorno alla montagna" come ha chiesto il presidente del CAI Annibale Salsa. Il Vicepresidente del gruppo Amici della montagna Gian Antonio Arnoldi (di Bergamo), ha ribadito lo scopo della legge sulla sicurezza dello sci, "poter assegnare fondi per l'innevamento programmato superando lo scoglio dei limiti previsti dall'Europa. L'incontro ha avuto un momento speciale dedicato al k2 con i valtellinesi della spedizione 2004 presenti nella sala della Banca Popolare di Sondrio per consegnare al Ministro Alemanno (capo spedizione onorario) il tricolore piantato sulla cima della montagna.Un segno di riconoscenza per la collaborazione e la grande partecipazione è stato anche manifestato a Giancarlo Morandi commissario dell'IMONT (Istituto nazionale di ricerca sulla Montagna), cui gli alpinisti di K2 2004 hanno consegnato una copia della "Domenica del Corriere" del 1954 con la copertina dell'arrivo in vetta di Lacedelli e Compagnoni.Con loro Achille Compagnoni e Agostino Da Polenza.

La contea di Bormio

Settembre 2003Tagliati i fondi al Parco del Gran Paradiso

Costretto a chiudere ai turisti il Parco Nazionale più antico d'Italia

A causa dei recenti tagli del fondo ordinario statale per le spese di gestione del Parco Gran Paradiso, il primo parco nazionale italiano è costretto dal 1 ottobre a sospendere i suoi servizi turistici e informativi. La riduzione operata al bilancio di quest’anno dell’Ente Parco, pari a 619.880,51 EUR sui 4.372.880, 51

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preventivati, ha colpito soprattutto la valutazione dei costi del personale. I fondi che rimangono quindi a disposizione per la gestione del Parco sono insufficienti per una qualsiasi operatività. L’Ente Parco si trova così nell’impossibilità di rinnovare le convenzioni con le cooperative che gestiscono i servizi turistici. Dal 1 ottobre resteranno quindi chiusi i centri visitatori del Parco, punti informativi primari per i turisti in visita nell’area protetta, la Segreteria Turistica di Noasca, che coordina e gestisce tutte le informazioni turistiche del Parco e presso la quale è presenteanche un laboratorio didattico, punto di riferimento per le scuole in visita nell’area protetta, e l’Ufficio prenotazione Guide del Parco, sportello deputato all’organizzazione delle visite guidate e alle attività didattiche con le scuole. In sostanza, un turista interessato a una visita nel Parco, dal 1 ottobre non avrà più la possibilità di ottenere informazioni e/o prenotare una visita guidata, così come una scuola interessata a un soggiorno o un’escursione nell’area protetta non potrà più farlo rivolgendosi all’Ente Parco. Particolarmente grave risulta l’assenza del servizio verso le scuole, che proprio inquesti giorni definiscono e prenotano le uscite didattiche di tutto l’anno: anche solo unmese di sospensione del servizio può pregiudicare l’intero calendario di visite di tuttol’anno scolastico. Conseguenza grave della sospensione di questi servizi, oltre al danno evidente verso il pubblico, saranno la sospensione dal lavoro di alcuni operatori, particolarmente preoccupante in aree montane depresse, dove l’area protetta e il suo indotto turistico rappresentano una delle poche occasioni lavorative, e una drastica riduzione del lavoro per le Guide del Parco, nuove figure professionali volute dalla Legge quadro nazionale sulle aree protette. Vivissima preoccupazione è stata espressa dagli organi dell’Ente. L’Ente si erainfatti adeguato con un taglio del 22,86% dei consumi intermedi alla richiesta cautelativa del Ministero dell’Ambiente di una riduzione complessiva di almeno il 10% al fine di raggiungere gli obiettivi di razionalizzazione della finanza pubblica e contenimento della spesa con particolare riguardo alle spese di parte corrente.

MW Italia, Stefano Mayr [email protected]

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Eolico

Giugno 2005Sun day. Giornata del sole e delle fonti rinnovabili

Bormio - So

In occasione della manifestazione internazionale “Sun Day”, Legambiente Circolo di Bormio, in collaborazione con Mountain Wilderness, organizza dalle ore 10 alle ore 19 nella piazzetta di S.Vitale – via Roma a Bormio un banchetto dove verrà esposto materiale divulgativo – informativo ed una mostra sull’energia alternativa.

Saranno presenti tecnici che illustreranno le applicazioni, il funzionamento ed i vantaggi economici – ambientali delle tecnologie solari. Hanno dato la loro disponibilità: RIELLO Alpenklima di Luca Giacomelli – Bormio, EMME D impianti elettrici industriali e civili di Milesi Dario – Bergamo, Studio Massimo Gamba progettazione impianti elettrici - Settala MilanoAderiscono all’iniziativa il Corpo Forestale dello Stato C.T.A. di Bormio e il Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio.

Adriano Licini

[email protected]

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Energia

Maggio 2006NO, alla costruzione di una nuova opera idraulica di derivazione idroelettrica dal torrente Rezzalasco nel comune di Sondalo

Formulazione di parere negativo dalla Conferenza di Servizi tenutasi il 15 maggio 2006 presso la Direzione Centrale-sede Territoriale di Sondrio- della Regione Lombardia

In base ai pareri espressi nel corso dell’istruttoria, allegati quale parte integrante del verbale della Conferenza di Servizi e sinteticamente riassunti nei giudizi dichiarati dai rappresentanti delle Amministrazioni presenti nella seduta del 15 maggio 2006 e di seguito riportati:

Comune di Sondalo: PARERE SFAVOREVOLE Comunità Montana Alta Valtellina: PARERE SFAVOREVOLE Provincia di Sondrio: PARERE FAVOREVOLE con prescrizione Regione Lombardia: PARERE SFAVOREVOLE con prescrizione

SI E’ DETERMINATO QUANTO SEGUE di NON AUTORIZZARE ai sensi dell’art.12 del D. Lgs 387/03 la costruzione

ed esercizio dell’impianto in oggetto indicato; le risultanze della presente Conferenza di Servizi dovranno essere

approvate dalla Regione Lombardia con atto conclusivo da parte del Responsabile Unico del Procedimento.

Mountain Wilderness Italia ha condiviso da subito la posizione, senza compromessi, del Comitato Civico Pro Rezzalasco e PRC Sondalo nell’arduo intento di difesa del BENE COMUNE, dall’assalto da parte delle vecchie/nuove SpA, relativo alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti “energetiche rinnovabili” nel mercato interno dell’elettricità, in attuazione alla direttiva 2001/77/CE.Mountain Wilderness Italia in seno alla Conferenza di Servizi si è opposta al rilascio della concessione di sfruttamento del torrente Rezzalasco a favore della SpA Energia Ambiente di Mezzano (Ra), ribadendo con forza che la concessione venisse negata a fronte di queste motivazioni:

1. Relazione geognostica e geotecnica elaborata dal geologo Prof. Griffini il quale ha evidenziato condizioni di pericolosità geologica del sito in questione, in relazione alla realizzazione dell’opera,in zona classificata come CLASSE 4 (alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni se non per opere tese al consolidamento oppure alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti a fronte dell’incolumità della popolazione), riguardanti le garanzie di sicurezza dell’area in riferimento alla frana del Santel della Rovina.

2. L’esortazione e preoccupazione espresse dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso, attinenti al rischio di dissesto idrogeologico per l’esecuzione di questo nuovo impianto di derivazione in provincia di Sondrio.

3. Le forti riserve espresse dalla nostra Associazione, con la volontà di segnalare alla Commissione Europea, nel caso fosse stato dato parere favorevole alla costruzione dell’opera, in riferimento alle carenze a livello

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di valutazione di incidenza e di rispetto complessivo dell’applicazione delle Direttive 92/43CEE, 79/409CEE, 2000/60/CE.

4. Come Associazione a conclusione del nostro intervento abbiamo invitato la Società Energia Ambiente, la Provincia di Sondrio, la Regione Lombardia a bloccare tutte le concessioni per lo sfruttamento idroelettrico in provincia di Sondrio. Già il territorio ha subito gravi danni e ha dato il 90% dei suoi torrenti per la captazione, pagando un prezzo molto alto in termini di devastazione ambientale. In questa Conferenza di Servizi abbiamo lanciato un grande messaggio nazionale affinché tra le energie rinnovabili sia privilegiata e potenziata la produzione da energia solare, e a fronte di questa risoluzione, noi come Mountain Wilderness ci saremmo impegnati ed attivati nel mettere a disposizione le nostre competenze in materia di energia solare.

Ricordiamo che attualmente l’Italia è l’ unico Stato totalmente inadempiente a livello comunitario che non ha ancora recepito la Direttiva Europea 2000/60/UE in materia di acque, che prevede altresì il coinvolgimento della cittadinanza ed il diritto all’informazione ambientale mediante la valorizzazione della PARTECIPAZIONE PUBBLICA.

Mountain Wilderness esprime soddisfazione per quella che ritiene una vittoria del buon senso, ottenuta anche grazie all’impegno degli Enti presenti (Comune di Sondalo, Comunità Montana Alta Valtellina, Parco dello Stelvio) alla CdF, che hanno collaborato alla raccolta dei dati tecnici ed hanno dato voce alle proteste della popolazione locale, stanca di vedere saccheggiato il proprio territorio, e di chi ritiene che l’acqua rappresenti ancora un bene pubblico. [email protected]

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Mobilita’

Agosto 2005Convegno internazionale: Quale mobilità per lo sviluppo sostenibile in Valtellina?

Bormio - SO

Legambiente Circolo di Bormio, Mountain Wilderness, CAI Valtellina, WWF Valtellina, Italia Nostra Valtellinaorganizzano a Bormio, il 6 agosto 2005, il Convegno Internazionale su:

Quale mobilità per lo sviluppo sostenibile in Valtellina?

Scarica la locandina in formato pdf

Il convegno si terrà nella sala della Filiale di Bormio della Banca Popolare di Sondrio, via Roma 131, col seguente programma:

9,00-9,30 Registrazione dei partecipanti

9,30 Saluto e avvio dei lavori (Sindaco di Bormio)

9,40 Fabio Togni, Anna Vantaggi, Cornelia Müller (presidente e direttivo Circolo)

10,00-12,00 Interventi programmati: moderatore Marco Vitale Jonny Crosio (Assessore alla programmazione territoriale

dell’Amministrazione Provinciale di Sondrio): “Ruolo del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale nel futuro assetto della viabilità e dei trasporti valtellinesi”

Giovanni Bettini (architetto/Comitato promotore ferrovia): “Lo stato del territorio in AltaValle” – Pietro Del Simone (Sindaco di Tirano): “Enti locali e lungimiranza amministrativa”

Damiano Di Simine (Presidente CIPRA Italia, Legambiente Lombardia): “Il futuro delle Alpi”

Helmuth Moroder (ingegnere capo nuova ferrovia Merano-Malles): “Un ripristino importante”

Rappresentante Comune di Poschiavo: “Collegamenti e sinergie possibili” Giorgio Maresi (presidente CAI Nazionale - Commissione Centrale T.A.M.):

“Il punto sul protocollo trasporti nella convenzione delle Alpi” Gianfranco Garuzzo (Componente Comitato Direttivo Centrale CAI e

Coordinatore Programma Nazionale di Trenoescursionimo CAI): “L’impegno del CAI per il trenoescursionismo e la mobilità dolce”

Massimo Angelini (Direttore stabilimento Fonte Lievissima, Cepina di Valdisotto): “Le attività produttive e il trasporto merci”

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Giuseppe Boatti (ordinario di pianificazione urbanistica della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano): “Il progetto del tracciato ferroviario Tirano Bormio nel PTCP della Provincia di Sondrio”

12,30-13,00 Dibattito

13,00-14,00 Pausa pranzo

14,00-15,00 Visita guidata alla mostra del progetto di tracciato ferroviario Tirano Bormio

15,00-16,30 Tavola rotonda, moderatore Anna Vantaggi con: Marco Vitale (economista Corsera); Comunità Montana Alta Valtellina; Luigi Spagnolli (Direttore Parco Naz. Stelvio); Giancarlo Ciullini (Circolo Legambiente Bormio/Comitato promotore ferrovia); Renato Fuchs (Amministratore delegato di Bormio Terme S.p.A.); Dino Ferri (Sindacato Ferrovieri O.R.SA. -Macchinisti Uniti Toscana); Rossano Ercolini (Ambiente e Futuro della Toscana); Adriano Licini (Mountain Wilderness/Comitato promotore ferrovia); Esponente CAI Valtellina; Domenico Palezzato (Presidente Italia Nostra Valtellina); Stefano Bertelli (WWF Valtellina/Comitato promotore ferrovia).

16,30-17,00 Dibattito finale e mozione di chiusura del convegno

Un sentito ringraziamento ai Patrocinatori del Convegno e agli amici del Comitato promotore della ferrovia Tirano-Bormio [email protected]

aprile 2005Raduno della Valviola: in Ambiente montano un turismo diverso è possibile!

Valdidentro (SO)

Partecipa anche tu alla tre giorni di scialpinismo, sci da fondo escursionistico, ciaspole e backcountry in Alta Valtellina organizzata da MW Italia in collaborazione con CAI Valdidentro e il CAI Venezia, con il patrocinio della TAM Centrale.

Programma:

Sabato 9 aprile:

ore 9/9:30 arrivo ad Arnoga (Valdidentro) presso l’Albergo “Li Arnoga”, uscita per escursione.

ore 17:30 incontro con il naturalista Stefano Mayr (direttivo nazionale MW) “Gli animali carnivori nelle Alpi: l’orso, il lupo, la lince”

ore 18:45 aperitivo di benvenuto offerto dall’albergo Li Arnoga

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ore 19:00 cena.

Domenica 10 aprile:escursione

ore 18: diapositive e fi lmato con l’alpinista Enrico Lazzeri, e sua esperienza alla spedizione K2 1954-2004

ore 19,15 cena

Lunedi’ 11 aprile:

escursione

ore 19 cena, dopo cena filmato con immagini di montagna accompagnate da musicisti sorseggiando un buon bicchiere di vin brulé Martedì 12 aprile: colazione, saluti, abbracci, scambi di indirizzi … alla prossima. Base logistica: Albergo “Li Arnoga” Valdidentro tel: 0342/927116 web: www.arnoga.it e-mail: [email protected] prenotare entro il 31marzo 2005 direttamente all’albergo o in segreteria. Segreteria: Moreno Gurini Cai Valdidentro tel.338.8503375

  scarica la locandina in formato pdf

Adriano Licini

Adriano Licini MW-Cai Valdidentro 338.5944701 [email protected] Claude Nordi-Cai Valdidentro 393.1113953Cristiano Ghedini-MW 348.4026740 [email protected] Mayr-MW 328.5423635 [email protected] Vitale-MW 329.9308525 [email protected] Nino-STM 338.1041566 Enrico Lazzeri-Cai Valdidentro 034.2985381 Dr Piero Redondi-medicoRoberto Carminati-fotografo 347.6163275 Michela Lazzarin-Cai VeneziaToni Scarpa-Cai Venezia 347.0578707


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