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Gennaio 2011 Direttore Responsabile Mario Timio Anno I - n. 1

R PORTR PORTCaffCaff epeRIoDIco DI InfoRmAzIone e foRmAzIone polItIco - cultuRAle

um

BR

IA

Etica E BioEtica

Perché “Caffè Report”? Per attivare una nuova linea di informazione politica, econo-mica, sociale e culturale all’insegna dell’e-sposizione libera di problemi e soluzioni squarciando il velo del “politicamente cor-retto” quando nasconde atteggiamenti equi-voci e difficilmente condivisibili. Ma anche di formazione politica sulla scorta di nuove e-sigenze culturali che contribuiscano a crea-re un’opinione imperniata sulla territorialità anche se non sul localismo. Un giornale che va letto sorseggiando, anzi centellinando co-me si fa con il caffè, i vari articoli per trarre spunti di riflessione e di dibattiti. Il tutto volto a dissipare quei nebulosi contorni della poli-tica quando è avvolta da cortine di comples-sità, incertezze e conflittualità. Fare traspa-renza ed esigere trasparenza sono gli obiet-tivi principali del nostro periodico che ha la pretesa di stimolare la gente al dibattito e di ricondurla sui temi del territorio. Senza reto-rica, ma con assoluta concretezza e pragma-tismo tipici della popolazione umbra. La no-stra è una forte passione politica che spinge a planare sull’agone giornalistico, con sen-timenti di positività costruttiva di nuove op-portunità informative e formative. Abbiamo la presunzione di raccogliere le istanze degli elettori che sono sempre più avanti nell’in-travedere l’utilità di un giornale di politica con innumerevoli ricadute culturali, sociali ed etiche. Vogliamo dar vita a un periodico con una prosa costruita con parole in cui ri-suonano sempre le idee. Idee non solo di che scrive, ma di chi ci legge, poiché il dialogo con i lettori è il fulcro della nostra iniziati-va editoriale. Scrivere ascoltando, mettendo al centro i problemi delle gente per superare il brusio dell’immobilismo e delle promesse non mantenute. Scrivere nel rispetto di tutti e delle idee di tutti, considerando che un con-trasto di idee non è un dramma, quanto piut-tosto un’opportunità.

Mario Timio

Editoriale

Un servizio in frantUmi

Il nuMero 1 aI blocchI dI parTenzaDovE va la Sanità in UmBria?

Le pmi aLLa ricerca di mercati esteri

sostenere La “poLitica deL fare”

operazione trasparenza

che peccato! Si è infranto il pezzo migliore dell’argenteria delle Regione umbria: la Sani-tà. e si è infranta nel peggiore dei modi: sotto i colpi a ripetizione della procura della Repub-blica che vuole vederci chiaro. Accuse di peculato, corruzione, concussione, assunzioni gui-date, concorsi pilotati, consulenze anomale, gare d’appalto fasulle, favori elettorali, “salti” di carriera e così via, in un coacervo di illegalità che compongono quella che già viene definita “sanitopoli”.

l’idea di fondare un giornale di politica e di cultura nasce dall’esigenza di comunicare a tutto il territorio regionale la nostra azione incentrata sulla politica del fare. ciò che mi preme non è solo essere presente fisicamente, ma diversificare la comunicazione, facendo ricorso al mon-do del web, ai giornali online, ma soprattutto creare un giornale cartaceo per avvicinare tutti coloro che non hanno accesso a internet.

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segue a pag. 16

ormai è retorico menzionarlo. la crisi sta schiacciando l’eco-nomia reale dopo aver strozza-to quella finanziaria (...)

intErviSta al SinDaco Di montEfalco

La riscoperta deLLa macchina da cUcire

“Riparazioni sartoriali, carta-modelli e ricami”. Incuriosito da queste inusuali scritte sulla vetrina di un negozio (...)

visibiLità aL territorio come fattore di sUccesso

Dopo oltre mezzo secolo di incontrastato dominio “rosso”, nelle ultime elezioni amministra-tive per il rinnovo del sindaco di montefalco, Donatella tesei è riuscita ad espugnare il “for-tino” della sinistra.

tUriSmo SoStEniBilE

UrBS Et civitaS arti E mEStiErimaDE in UmBria

osservare e promuovere l’ec-cellenza delle piccole e meno conosciute realtà umbre è l’i-dea che anima (...)

andareper borghi

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la crisi economica globale ha penalizzato pesantemente l’attività turistica in Italia e segnatamente nella nostra regione.

Le criticità deL tUrismo

segue a pag. 7

Questo periodico intende dare particolare enfasi alla bioetica non tanto perché sem-bra oggi essere una tematica (...)

focUs a difesa deLLa persona

segue a pag. 4

segue a pag.12

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R PORTR PORTCaffCaff ePagina 2 la pagina DEl politico

“La politica significa anzitutto operare con

ciò che si ha tra le mani, piuttosto che lamentarsi

per ciò che manca”

roberto Formigoni presidente

regione lombardia

Un giornaLe per testimoniare

la notizia che un giornale vicino alla no-stra linea politica stava prendendo forma

non poteva che rallegrarmi e suscitare in me un profondo senso di apprezzamento per il la-voro svolto dell’editore maria Rosi, dal diret-tore responsabile mario timio e da tutti colo-ro che portano il loro prezioso contributo al-la realizzazione di questo rilevante progetto. mi ha colpito molto il termine periodico di informazione e formazione politica e cultu-rale. un’espressione nuova, inedita, esclusi-va, ma allo stesso tempo altamente signifi-cativa. un modo innovativo di fare giorna-lismo. non cronachistico, ma opinionistico, tratto dal territorio regionale, ma con riferi-menti nazionali. un giornale che si pone l’ambizione di ana-lizzare quanto accade in umbria per poi sug-gerire, consigliare, formare idee, ispirandosi a quella filosofia di stampo liberale che costi-tuisce il cardine su cui si basa il nostro pen-siero politico. Il territorio umbro va promosso, ma per fare questo va pubblicizzato. l’altra faccia della medaglia di questo periodico è infatti quella di far conoscere in modo accattivante e origi-nale quelle che sono le peculiarità architetto-niche, monumentali, naturalistiche e paesag-gistiche dell’umbria. un territorio ancora da esplorare nei sui me-andri più reconditi, una realtà da vivere in tut-ta la sua bellezza. Il mio augurio è di un pieno successo del pe-riodico e di una sua diffusione capillare che coinvolga in modo diretto i cittadini della no-stra umbria.

on. luciano rossi

In quale film Gianfranco Fini ha visto la de-stra che ha rappresentato nella trasmissio-

ne televisiva di fabio fazio? In quale incubo ha scambiato le quattro banalità che ha pro-pinato per valori di un movimento politico? c’è da diventare matti davanti a tanta sfac-ciata rimozione delle ragioni di quella che è stata la sua parte. era a corto di idee? Bastava che riprendes-se il testo delle tesi di fiuggi, il manifesto dei valori, il ricco repertorio del congresso di Verona, perfino il suo intervento conclusi-vo al convegno intitolato “Berlusconismo”, svoltosi nel gennaio 2007 a Roma per mette-re in fila una sia pure approssimativa imma-gine della Destra. Invece niente. Si è lascia-to andare come uno scolaretto, alla facile de-clinazione di un cataloghino irritante: l’Italia è bella, gli italiani sono brava gente, i soldati fanno il loro dovere, gli immigrati sono nuo-vi italiani, la patria non è più la terra dei pa-dri (quale incredibile stravolgimento filolo-gico e concettuale), la legge è uguale per tut-ti, bisogna avere senso del dovere, e via scio-rinando luoghi comuni che ci hanno fatto ri-dere amaramente. come ha commentato a caldo il direttore de “Il tempo” mario Sechi a “porta a porta”, ha dimenticato soltanto di dire che non si de-ve sputare per terra ed è vietato calpestare le aiuole perché fosse completa la fenomeno-

c’è ancora una desTra?logia della nuova destra finiana. Quanto la-voro inutile, quanto tempo sprecato, quanti anni buttati al vento per costruire la destra ambiziosa e moderna e poi vederla ridotta in poltiglia da un signore che sa benissimo di non essere e di non voler essere considera-to di destra. Diversamente, si sarebbe diffuso sui princi-pi autentici che una volta riempivano la sua visione della vita, ed avrebbe posto l’accen-to sulla vita e sulla morte intangibili e sacre; sulla centralità e la dignità della persona; sul-la famiglia naturale e i suoi diritti; sulla co-munità che assorbe valori individuali e col-lettivi in un contesto storico e culturale con-diviso; sulla patria da riscoprire e sulla na-zione; sullo Stato e la sussidiarietà; sulla de-mocrazia partecipativa e decidente e perciò “personalistica” nell’individuazione popo-lare del capo dello Stato, sulla pacificazione necessaria, cavallo di battaglia delle destre in tutto il mondo; sulla visione spirituale dell’e-sistenza, infine. Ed invece no, perché Fini la Destra l’ha abbandonata e tradita da tempo. noi no, ci sentiamo di destra e continuiamo a rappresentarla nella polifonia del pDl, un grande partito in cui la Destra è orgogliosa-mente protagonista di tante scelte importanti per l’Italia e gli Italiani.

on. pietro laffranco

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Pagina 3R PORTR PORTCaffCaff e

l’idea di fondare un giornale di politica e di cultura nasce dall’esigenza di comu-

nicare a tutto il territorio regionale la nostra azione incentrata sulla politica del fare. ciò che mi preme non è solo essere presente fisi-camente, ma diversificare la comunicazione, facendo ricorso al mondo del web, ai gior-nali online, ma soprattutto creare un giorna-le cartaceo per avvicinare tutti coloro che non hanno accesso a internet. Vogliamo dare vo-ce a tutte le persone che fanno politica dietro le quinte affinché anche esse possano espri-mersi e fare sentire la loro opinione. con que-sto giornale ci prefiggiamo l’obiettivo di rag-giungere più gente possibile e far conoscere il nostro pensiero. noi portiamo avanti la po-litica del centro destra fondata sui valori della famiglia, della vita e dell’etica. con la nostra azione quotidiana e attraverso questo giorna-le vorremmo intraprendere, forse in maniera un po’ ambiziosa, una rivoluzione culturale. e’ possibile avere un pensiero diverso e fare politica in mondo innovativo, uscendo dagli schemi. forti dei valori cattolici cui ci ispi-riamo, possiamo portare avanti un modo nuo-vo di fare politica. In un contesto sociale do-ve l’individualismo è imperante, dobbiamo sì mettere la persona al centro della politica, ma è necessario adoperarsi perché essa tenda una mano a chi ha più bisogno. non dobbiamo chiuderci in un relativismo che si basa sull’e-goismo. Fare politica non vuol dire firmare un contratto a tempo indeterminato. Significa al contrario dedicare agli altri una parte della propria vita, non solo nel momento in cui ci si sente di poterlo fare. Dobbiamo crescere e far sì che il concetto di politica faccia un salto di qualità, andando avanti, traslando all’inter-no dello scenario politico quei valori che so-no basilari e fondanti la società stessa. Dob-biamo ridurre il divario tra istituzioni e citta-dini perché la gente ancora ci vede come una

casta, una classe privilegiata mentre il citta-dino viene subissato da tasse, balzelli e nes-suno ascolta la sua voce. noi vogliamo senti-re le sue istanze e portarle all’interno delle i-stituzioni per far fronte alle loro problemati-che. conciliare la mia attività da consigliere, il ruolo di moglie e madre non è semplice, ma noi donne siamo in grado di gestire più cose anche in contemporanea. per poter risponde-re al meglio alle istanze dei miei elettori, mi sono creata un gruppo di persone, collabora-tori, e professionisti che lavorano insieme e me e che credono in quello che stiamo facen-do. e’ un lavoro condiviso che rende le no-stre attività meno pesanti perché riusciamo a fare un corpo comune. ciò che più importa è fare sistema. e non solo tra persone ma an-che tra istituzioni. I problemi oggi non sono più gestibili a compartimenti stagni. comu-ne, province e Regione devono interagire tra di loro, mantenendo ognuno le proprie com-petenze e prerogative, ma lavorando insieme in un grande momento di difficoltà economi-ca in cui i soldi sono molto meno, anche per-ché mal utilizzati prima. Se nel passato fosse-ro state fatte scelte con più senso di respon-sabilità la situazione oggi sarebbero diversa. Anziché risolvere i problemi della gente sono rimasti per decenni ancorati a logiche clien-telari. oggi ci si ritrova a risolvere i proble-mi con meno risorse. Questo ovviamente non si deve riflettere in una riduzione dei servi-zi. Anzi, le istituzioni devono aprire al pri-vato, laddove da sole non riescono a gestire

i problemi. e’ la sussidiarietà. così facendo si potrà avere un abbattimento dei costi, pur mantenendo se non addirittura migliorando la qualità dei servizi. noi politici dobbiamo porci sempre una domanda. perché facciamo politica? e darci tutti i giorni una risposta. Il mio pensiero costante è che non devo delude-re i miei elettori, e sento forte questo senso di grande responsabilità verso di loro. La fidu-cia che mi hanno dato non può essere tradita. come consigliere regionale faccio parte della II commissione attività produttive, di cui so-no la vice presidente, della commissione an-timafia e del Comitato regionale di vigilanza e controllo. mi spendo all’interno delle isti-tuzioni per portare avanti tutte le mie attività. Il mio modo di fare politica è quello di esse-re sempre a disposizione degli elettori, parla-re con il cuore e credere fermamente in quel-lo che dico e in quello che faccio.

Maria rosi

sosTenere la “polITIca del Fare”

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R PORTR PORTCaffCaff ePagina 4

che peccato! Si è infranto il pezzo miglio-re dell’argenteria delle Regione umbria:

la Sanità. e si è infranta nel peggiore dei mo-di: sotto i colpi a ripetizione della procura della Repubblica che vuole vederci chiaro. Accuse di peculato, corruzione, concussione, assunzioni guidate, concorsi pilotati, consu-lenze anomale, gare d’appalto fasulle, favori elettorali, “salti” di carriera e così via, in un coacervo di illegalità che compongono quel-la che già viene definita “sanitopoli”. Chi è coinvolto in queste accuse, peraltro tutte da provare? tante persone ai vertici della sanità con diramazioni di vario tipo, enti locali, a-ziende partecipate fino all’Assessorato regio-nale alla Sanità il cui responsabile si è addi-rittura dimesso, anche se finora non indagato.tutti sono innocenti sino a prova contraria. ma sempre pasticcio è, per essere eufemisti-ci. un pasticcio di cui tutti vogliamo discet-tare e segnatamente i politici che da una par-te proclamano il garantismo, dall’altra il col-pevolismo. tutti cercando di portare acqua al proprio mulino, talvolta anche in modo pa-tetico. Come si fa a giustificare, per lo meno inizialmente, il mancato controllo dei docu-menti contabili dell’Agenzia umbra Sanità, ammesso dagli stessi revisori dei conti, pa-gati proprio per controllare bilanci e conta-bilità? Sono stati sostituiti. e’ poi veramen-te singolare che l’operazione abbia coinvol-to chi si erge come simulacro della legalità e della trasparenza e che si proclama sempre puro puntando verso l’altro l’indice dell’ac-cusa. Ignorando, come diceva pietro nenni, “che arriva sempre qualcuno più puro per e-purarti”. e le intercettazioni lo stanno dimo-strando. ma non è tanto a questo aspetto che la gente si appassiona, anche perché spesso si è portati a dimenticare tutto. Si indigna in-vece quando viene a sapere che la sanità eti-chettata di buona qualità (seppur con nume-rosi nei di cui si parlerà) poggia su una fogna

un servIzIo In FranTuMIin cui gli scambi di favori oscurano qualsia-si immaginazione. Si indigna quando scopre dai giornali e prima ancora dalla magistratura che alcuni pezzi da novanta della sanità, con il complesso di Atlante, si avventurano in ini-ziative al limite della legalità con la presun-zione della impunità se non dell’immunità.e si indigna ancor di più quando realizza che “giochetti” poco puliti possano influenza-re scelte sanitarie che si riflettono negativa-mente sulla propria salute. Si indigna anco-ra quando viene a conoscenza dei “maneggi” che possono condurre alla nomina di direttori generali o di primari. certo, si invocano le di-missioni dei personaggi indagati, ma per so-stituirli con chi?non è solo questione di dimissioni o sospen-sione, che sarebbe già un atto di coerenza vol-to a sgombrare tanti sospetti, ma di cambiare sistema. Fare sanità diversa significa attuare regole nuove che indichino le modalità di no-mina dei direttori generali e dei primari sgan-ciati dalla logica di appartenenza politica. u-scire dal monopolio autoreferenziale per ini-ziare un percorso calibrato sul controllo della qualità dei servizi e sulla trasparenza gestio-nale con obiettivi calibrati sull’eccellenza dei servizi. Sul sito del ministero della Salute si legge: “non ci può essere buona sanità se non si combatte il malaffare”. Quel malaffare che oggi sta scoprendo la magistratura.

lo tsunami sanità umbra dovrebbe insegnare a non percorrere la stessa strada ma a cambia-re sistema. In tempi e tappe diverse. Se alcu-ni di questi principi fossero già stati realizza-ti, la “Sanitopoli” divenuta ormai “tuttopoli” forse non sarebbe scoppiata. ma se lo “scop-pio” condurrà a nuovi puliti orizzonti lo si può anche accettare, ma solo se si gioca a car-te scoperte. Intanto il comitato regionale per il monitoraggio e la vigilanza amministrativa è intenzionato a seguire quattro filoni d’inda-gine su queste tematiche: criticità emerse con l’audizione dell’Agenzia umbria Sanità; in-dagine più generale sulla sanità in umbria al-la luce dei recenti scandali; indagine relati-va al rapporto con la società Webred, fornitri-ce anche di servizi sanitari e la questione at-tinente all’attività dei revisori dei conti delle varie aziende. Insomma, c’è un menù da far tremare i polsi a diversi personaggi.

DovE va la Sanità in UmBria?

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Pagina 5R PORTR PORTCaffCaff e

una volta mi staccarono la luce di un lo-calino al piano terra. Quando l’enel mi

spiegò che risultava non pagata una bolletta (a me mai pervenuta), mi spiegarono che la colpa era solo mia perché avrei dovuto chia-marli quando notavo che la bolletta tarda-va ad arrivare. ma la spiegazione reale giun-se pochi giorni dopo: per il riallaccio dovet-ti pagare quasi centomila lire. ugualmente mi raccontò un vicino. A quante migliaia di italiani avranno staccato improvvisamente la corrente per lucrare la quota fissa del riallac-cio? come fai a difenderti? fai causa tutti i giorni? A quei potentati, poi? tu paghi e ap-pena torna la luce sei contento come una pa-squa. tu paghi, puoi solo pagare, loro viag-giano nel club freccia rossa. così come per essere autorizzati a mettere tre tavolini fuo-ri del bar ci vogliono quattro mesi di labirin-ti tra uffici inutili, o per installare pannelli so-lari ti chiedono un delirio di documenti cer-

la burocrazIa conTro Il cITTadInovellotici (ho le prove in mano). In nessun pa-ese europeo succede questa schiavitù totale a fronte dell’abuso di potere. oggi i cittadini sono del tutto sudditi di fronte alle pubbliche amministrazioni, di fronte agli enti, aziende e servizi pubblici finto-privatizzati. è soffe-renza quotidiana per gas, acqua, trasporti, ri-fiuti, comunicazioni, strade, burocrazia de-gli enti locali. la portabilità del gestore tele-fonico, tanto per dirne una, è solo annuncia-ta ma di fatto denegata: chi vuole tornare in-dietro trova ostacoli infiniti e pure danni nel-la propria attività lavorativa. ma non puoi fa-re nulla se non cause giudiziarie. la socie-tà dell’acqua vi fa pagare fior di quattrini an-che se l’appartamento è inutilizzato, e così il gas; si sono inventati le letture stimate e fan-no conguagli anche a un anno di distanza, e mantengono contatori illeggibili. la società dei bus si permette aumenti del 50% in una volta sola, ma chi la ferma? essa ha il mono-

maDE in UmBria

ormai è retorico menzionarlo. la crisi sta schiacciando l’economia reale, dopo aver

strozzato quella finanziaria. E numerose impre-se umbre hanno già chiuso i battenti. e’ neces-sario quindi ricorrere ai ripari, prendere prov-vedimenti volti a mettere una pietra sui vecchi sistemi di gestione d’impresa, innovarsi, guar-dare a nuovi mercati e quindi inter-nazionalizzare il sistema produtti-vo. Ma cosa significa internaziona-lizzare? Significa conferire una di-mensione internazionale al mondo delle imprese, allargandone quin-di i confini nazionali. Così facen-do, le imprese, oltre a produrre be-ni rivolti al mercato interno, punte-ranno a conquistare nuovi mercati stranieri. e se le piccole realtà pro-duttive non riescono a esprimere le loro potenzialità e quindi concorre-re sui mercati internazionali, allora non gli resta che aggregarsi, crea-re reti settoriali e fare massa criti-ca. In umbria, dove la struttura a-ziendale è principalmente a condu-zione familiare, il concetto di inter-nazionalizzazione stenta a decolla-re. Diventa così giocoforza avviare network di imprese di eccellenza che produco-no gli stessi beni o i medesimi servizi. In que-sta maniera, si creeranno aggregazione impren-ditoriali significative in termini di produzione e occupazione, capaci di approcciare i mercati

le pMI alla rIcerca dI MercaTI esTerIdove è maggiore la richiesta dei prodotti umbri. Ricorrendo anche al supporto degli enti pubbli-ci deputati a sostenere le imprese nel loro pro-cesso di internazionalizzazione. ormai anche la Regione umbria ha il suo centro estero per promuovere le piccole e medie imprese, met-tendole nelle condizioni di essere competitive

sui mercati esteri. Sostenere l’attività di interna-zionalizzazione delle imprese, attraverso il sup-porto alle esportazioni e facendo ricorso a po-litiche di programmazione, al coordinamento e al monitoraggio delle attività delle pmi fuori

polio. Io temo che non può durare a lungo, te-mo atti inconsulti allo sportello e pure azio-ni più studiate a casa dei feudatari fantasmi. Questa odierna schiavitù del consumatore i-taliano s’è consolidata vent’anni fa con l’in-contro tra lo statalismo dei marxisti in crisi e lo statalismo dei parassiti di sempre. occhet-to ne è stato il massimo pontefice: dopo l’ul-timo operaismo di Berlinguer, è sotto il suo regno che si perfeziona la mutazione geneti-ca del comunismo italiano dalla classe opera-ia al pubblico impiego, nasce la sacralità del-le istituzioni, la liturgia delle regole, il man-tra della “legalità”. le tasse vanno sempre pagate senza potersi chiedere a quanto ammontano e come ven-gono utilizzate, le regole vanno sempre ri-spettate senza chiedersi conto del buon senso dell’iter amministrativo. l’italiano sa “ribel-larsi” solo quando è in gruppo (un partito, un sindacato), ma quand’è solo rimane inerme, ha troppa alta considerazione di se stesso per accucciarsi a rendersi conto quant’è schiavo.

luigi Fressoia

dai confini nazionali è uno dei principali com-piti che si prefigge il medesimo Centro estero. la materia dell’internazionalizzazione è di per-tinenza delle regioni, sebbene l’indirizzo poli-tico strategico venga messo a punto dal mini-stero dello Sviluppo economico. le camere di commercio, l’Istituto per il commercio estero e

la Regione hanno il dovere di indi-viduare le priorità di intervento e le scelte più idonee e incisive per promuovere e sostenere con risor-se e strumenti pubblici tutte quelle attività che consentiranno alle pic-cole e medie imprese di acquisire una componente di internaziona-lizzazione tale da poter concorre-re senza grandi timori sui merca-ti esteri, dove è più alta la richie-sta dei prodotti made in umbria. e’ un processo questo complesso e articolato, il cui sviluppo neces-sità di tempo, ma che nel medio-lungo periodo può costituire una scelta di politica aziendale vincen-te. obiettivo della nostra Regione deve quindi essere quello di pun-tare in modo insistente e determi-nato sulla promozione della soft e-

conomy intesa come un’economia locale capa-ce di fornire “prodotti leggeri” da piazzare sui terreni fertili dei mercati stranieri.

carlo Timio

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vIsIbIlITà al TerrITorIo coMe FaTTore dI successo

Dopo oltre mezzo secolo di incontrasta-to dominio “rosso”, nelle ultime elezio-

ni amministrative per il rinnovo del sindaco di montefalco, Donatella tesei è riuscita ad espugnare il “fortino” della sinistra.

sindaco, quali sono stati gli ingredienti e le strategie del suo successo ? “La strategia più efficace è stata la compo-sizione di una squadra di professionisti, im-prenditori e altre persone che in modo siste-matico ha pensato e pensa ai problemi della comunità. Abbiamo immaginato insieme un modo nuovo di fare amministrazione in cui il concetto di uguaglianza è stato ed è for-temente sentito e realizzato. Abbiamo detto di risolvere i problemi della gente con fat-ti concreti inseriti in un programma che stia-mo attuando”.

come ha trovato la situazione economica e finanziaria al suo ingresso in Comune?“la situazione del bilancio non è in forte squilibrio, anche se siamo fortemente impe-gnati a correggere iniziative che hanno ri-chiesto mutui contratti per opere inutili o in perdita, come per la zona artigianale di cor-tignano che per la sua non felice ubicazio-ne, voluta fortemente dalla precedente am-ministrazione, comporta solo spese con for-ti esborsi per i mutui. Abbiamo anche trova-to ingenti somme da pagare per spese lega-li (oltre 400.000 euro). Stiamo lavorando per evitare aggravi finanziari, con la convinzio-

ne che il denaro pubblico non possa essere sprecato”.

Quali sono le iniziative più importanti che si stanno realizzando a Montefalco anche con il supporto del comune.“la nostra strategia è quella di attuare una politica volta a dare maggiore visibilità al nostro territorio per sostenere l’economia, il turismo, il commercio, l’agricoltura e la viti-coltura. Il settore vitivinicolo è un grande as-set del nostro territorio per il numero di can-tine (107) e per la qualità del prodotto con la denominazione Sagrantino di Montefalco. e’ un settore che va supportato per favorire la promozione e per metterlo a sistema. I nostri contributi non vengono dati a pioggia ma a specifici progetti che facciano ben conosce-re il prodotto”.

Qual è la situazione dei giovani a Monte-falco e qual è il livello di occupazione?“forse migliore del resto dell’umbria seppu-re nella nostra realtà non ci siano industrie e artigianato. tuttavia il settore vino traina un buon mercato del lavoro a cui accedono mol-ti giovani. certo, c’è da lavorare ed investire per coinvolgerli in iniziative che diano rica-dute di lavoro immediate e future”.

Tornando al marchio “Sagrantino di Mon-tefalco”, quali sono i segreti del successo di carattere nazionale ed internazionale?“cerchiamo di conservare e potenziare tale

successo. un successo dovuto ai nostri pro-duttori che nell’organizzare le cantine han-no creduto nella realtà del vino autoctono in-vestendo da privati su un futuro che si sono gradualmente costruiti. certo, il pubblico ha fatto la sua parte per allargare la produzio-ne che merita comunque promozione e siner-gie. Ribadisco che è necessario fare sistema, vedere qual è l’eccellenza e come destinare le risorse. Il contatto con le istituzioni, i cen-tri di ricerca e l’università è una priorità per progredire nel futuro”.

se fosse la Governatrice della regione, quali linee politiche attuerebbe per modi-ficare la realtà umbra?“non sono la Governatrice e non ho pensato di esserlo. comunque sulla scorta della mia esperienza basata soprattutto sul buon senso politico, la prima cosa che farei è la riorga-nizzazione della macchina pubblica cercan-do di sburocratizzare il più possibile per ren-dere il cittadino più vicino a noi. cancelle-rei inoltre gli enti pubblici inutili, taglierei i doppioni, per liberare tante risorse da utiliz-zare ad esempio nel welfare. massima atten-zione porrei ai settori dell’economia e delle tecniche affidando incarichi agli esperti. U-scirei insomma dalle logiche del politichese per valorizzare persone valide”.

sulla scorta della sua esperienza, cosa pro-porrebbe per condurre il pdl sugli scran-ni più alti della regione umbria? “Il da fare è molto; bisogna ricominciare a parlare alla gente, dando voce a chi non ha voce e abbandonando il politichese. e’ ne-cessario iniziare a fare esperienza come il sindaco che sta in prima fila. Incontrare le persone, ascoltare i loro problemi, tentare di risolverli attraverso iniziative particolari e assicurando i servizi necessari. e’ essenzia-le acquistare l’esperienza di qualche ammi-nistratore in periferia, valorizzando uomini competenti, andando a scoprirli negli angoli più nascosti della società, mettersi nelle ma-ni di gente che sa fare e che ha voglia di fare. per conquistare l’umbria bisognerebbe fare “miracoli”, ma c’è qualcuno che, seppure in-volontariamente, inizia a darci un aiuto”.

intErviSta al SinDaco Di montEfalco

a cura di Mario Timio

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la crisi economica globale ha penalizza-to pesantemente l’attività turistica in I-

talia e segnatamente nella nostra regione. In Italia il turismo si configura come un settore strategico che vale il 10% del pIl nazionale con 2.500.000 addetti. nella conferenza nazionale sul turismo, te-nutasi il 15 e il 16 ottobre 2010 a cernob-bio, con la partecipazione del ministro mi-chela Vittoria Brambilla e di numerosi au-torevoli esponenti del settore, si è cercato di fare il punto della situazione individuan-do criticità e rimedi che sono in gran par-te sovrapponibili a quanto riscontrabile in umbria.Il “cuore verde” d’Italia è malato: è quan-to risultato lo scorso 6 ottobre 2010 all’au-dizione della II commissione del consiglio Regionale sugli effetti della crisi economi-ca sul comparto turistico umbro. la diagno-si proviene da fonti ineccepibili, vale a dire dai rappresentanti delle associazioni di cate-goria del settore. I dati snocciolati parlano di una diminuzione degli arrivi del 7,7 per cen-to tra il 2008 e il 2009 a fronte di un aumen-to del 4,8 per cento registrato per i primi ot-to mesi del 2010. Almeno un dato positivo. tuttavia, il qua-dro delle criticità è eloquente: diminuzione dei giorni di permanenza e della redditività per camera negli hotel; una politica dei prez-zi indirizzata al ribasso per attrarre clienti e superare la crisi; un diffuso abusivismo nel settore extra alberghiero; una legislazio-ne sull’agriturismo ormai obsoleta e un sito turistico istituzionale altrettanto inadegua-

le crITIcITà del TurIsMo

to; una promozione ancora da implementa-re e migliorare; il problema della compati-bilità ambientale della zootecnia; i limiti in-frastrutturali della regione e le insufficien-ti risorse per sostenere l’umbria sui merca-ti. punto particolarmente dolente fra le man-chevolezze citate è quello della infrastruttu-re. Gianpiero Bianconi (Confindustria – Tu-rismo) afferma: ”Dobbiamo lavorare insie-me per promuovere l’umbria nella sua to-talità. Il problema maggiore è quello infra-strutturale. occorre dare maggiore impulso

all’aeroporto di S. egidio. Dob-biamo garantire sempre più col-legamenti ade-guati con l’um-bria. Sarebbe im-portante preve-dere un collega-mento ferrovia-rio Foligno – Te-rontola – Firenze attraverso, maga-ri, soltanto due o tre carrozze da collegare a treni di alta velocità. è fondamentale

interrompere la stagionalità degli alberghi”. In conclusione, tenendo conto del fatto che il turismo è la seconda gamba dell’econo-mia umbra, è parere unanime che si debba uscire dalla grave crisi, manifestatasi con particolare durezza dal 2006, attraverso in-nanzitutto una razionalizzazione delle spese di promozione, evitando estemporanee ini-ziative localistiche e attuando piuttosto una strategia operativa a livello regionale di lun-go periodo.

Walter leti

“In politica l’abilità sta nel saper sviare le

domande, ma l’arte sta nel non farsele fare”

paul valery (1871-1945)

poeta e saggista francese

tUriSmo SoStEniBilE

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R PORTR PORTCaffCaff ePagina 8 fatti E opinioni

Dopo due anni di lavori, centinaia di se-dute e quattro passaggi tra camera e Se-

nato, è stato approvato il testo definitivo del nuovo codice della strada. e così, anche gra-zie all’introduzione di regole più restrittive, si cominciano a vedere i primi frutti, con una forte riduzione del numero delle vittime da incidente. tuttavia il codice è un “cantie-re aperto”, tanto che già si parla di limarlo, di piallarlo e di lustrarlo perché la materia di cui tratta (auto, tecnologie, strade e segnaleti-ca) è in costante evoluzione e dunque merita continui adeguamenti. come prima proposta chiederò di arrivare a uno “spacchettamento” del codice. Invece di avere un unico corpus, un unico codice monolitico formato da due-centottanta articoli, sarebbe meglio divider-lo in due parti; una prima parte, composta da novanta o cento articoli, dovrebbe essere un vero e proprio codice di comportamento per chi guida e una seconda parte, formata da cir-ca centottanta articoli, dovrebbe riguardare i veicoli e le infrastrutture. I cittadini che gui-dano sono quaranta milioni e le imprese che realizzano vetture, strade e segnaletica sono qualche migliaio. con lo “spacchettamento”

un nuovo codIce per vIaGGIare sIcurI

intendiamo facilitare la vita di chi guida, per-ché forniremo un carnet di norme di più sem-plice lettura. Il secondo “adeguamento” che ho in mente è quello di aumentare la frequen-za dei controlli della vista da parte degli ul-tracinquantenni. non è possibile che dopo i cinquanta anni i controlli per il mantenimen-to della patente siano decennali. penso che i

controlli della vista per chi guida e abbia su-perato i cinquanta anni debbano avvenire al-meno ogni cinque anni. In attesa di riapri-re il “cantiere”, il codice va intanto avan-ti con le sue nuove regole, dalla stretta su droga e alcol, alle sanzioni contro le officine che truccano le minicar, dalla guida accom-pagnata per i minorenni alla disciplina dei corsi di “guida sicura”.

on. Mario valducci

“La verità è sempre in movimento,

per avere notizie fresche bisogna camminare

al suo fianco”

voltaire (1694-1778) scrittore e

filosofo francese

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Pagina 9R PORTR PORTCaffCaff e

Investire sui giovani, sull’università e sull’occupazione significa creare quelle

premesse che rendono un paese innovativo, evoluto e al passo con i tempi. Questo ese-cutivo sta lavorando tenacemente per cerca-re di svecchiare un sistema-nazione ormai a-nacronistico e realizzare una trasformazione ponderosa e storica. purtroppo tutti chiedo-no le riforme ma nessuno ha il coraggio di farle. Il nostro paese è ostile a qualsiasi for-ma di cambiamento. e per questo è necessa-rio sconfiggere questa forma di provinciali-smo e questa logica della chiusura. ormai i tempi sono maturi per fare un passo in avan-ti e scommettere sulle responsabilità e sulla capacità di azione. partendo da un program-ma incentrato su tre direttrici: la riforma del sistema universitario; incentivi per il rilancio

I GIovanI coMe prIorITà per la polITIcadell’occupazione; progetti che coinvolgono i giovani affinché diventino parte attiva della società civile. non bisogna dimenticare che il quadro dentro il quale si stanno realizzan-do queste politiche è quello di una crisi che dopo aver assunto le vesti di un uragano fi-nanziario, ha virato verso il settore produt-tivo. oggi le poche risorse rimaste vengono mal utilizzate perché mal distribuite. e per questo, il motto che rappresenta questo “new deal tremon-tiano” sembra essere “meno sprechi, me-no burocrazia e più sviluppo”. Di estre-mo valore sono stati i provvedimenti pre-si sul fronte del la-voro che puntano al rilancio della pro-duttività nazionale. Spicca sicuramen-te per importanza il patto tra lavorato-ri, cisl e uil e azien-de per permettere al-le imprese di mantenere la propria operati-vità, rendendo responsabili i lavoratori nel partecipare tanto alle fasi difficili nella vi-ta dell’azienda, quanto a quelle più redditi-zie. e inoltre. Rinnovo dei sussidi per la cas-sa integrazione e incentivazione del mondo

fatti E opinioni

imprenditoriale e sistema di ammortizzatori sociali più efficiente. Formazione professio-nale di chi è uscito da un processo produt-tivo per poter riconvertire queste risorse u-mane e reinserirle nel mondo del lavoro. e poi il grande tema dell’università. un siste-ma bloccato a causa della presenza della ca-sta che rallenta ogni riforma strutturale e o-gni tentativo di iniettare innovazioni radicali.

Il ministro dell’Istruzione, università e Ri-cerca mariastella Gelmini sta compiendo un lavoro ingrato perché deve riformare scuo-la e università con scarsi fondi. la rivoluzio-ne culturale che intende attuare il ministro è senz’altro degna di apprezzamento, sebbe-ne debba scontrarsi con la refrattarietà e l’ot-tusità di chi teme il rinnovamento. la rifor-ma Gelmini si prefigge l’obiettivo di creare sistemi universitari che si configurino come fondazioni universitarie, affidandosi al mer-cato e stringendo sinergie con le aziende in-teressate a fare ricerca congiunta e sforna-re brevetti. puntare sulla meritocrazia, assu-mendo una classe di docenti altamente com-petitiva in grado di attrarre un numero con-sistente di studenti. Bisogna smetterla con la “massificazione” dell’università e concentra-re le energie anche sulla formazione post-u-niversitaria, perché è quella che dà immedia-to accesso al mondo del lavoro. lo studen-te dovrebbe già abituarsi a lavorare e conte-stualmente studiare per potersi arricchire su due fronti paralleli, auspicando che, una vol-ta terminato il percorso formativo, i due bi-nari possono ricongiungersi.

on. beatrice lorenzin

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R PORTR PORTCaffCaff ePagina 10 UrBS Et civitaS

andare per borGhI

san Francesco e san benedeTTo

neGlI sTaTuTIlodevole è l’iniziativa di inserire negli Statuti della provincia di perugia e del-la Regione dell’umbria il riferimento al-la figura di San Francesco e di San Bene-detto. e’ un riferimento che, da una par-te, ha un valenza religiosa significativa per l’influenza esercitata nella storia spi-rituale dell’umbria, d’Italia e d’europa, dall’altra, per aver espresso un modello di vita valido in ogni tempo e in ogni la-titudine. Se l’occasione dell’inserimen-to della dichiarazione di Benedetto XVI di voler ripartire da Assisi per mettere al centro dell’opinione mondiale il concet-to di pace in un momento di violenza i-naudita contro alcune comunità cristiane, è necessario anche leggervi il ruolo stori-co della religione nel plasmare l’identità culturale dell’umbria. una regione dove la proposta di vita cristiana, come ricor-dava Giovanni Paolo II – “doveva rive-larsi straordinariamente feconda sia dal punto di vista spirituale e morale, che da quello economico e sociale – ”. E’ vero che c’è qualcuno che vuole mettere il ba-stone tra le ruote cercando di privilegiare l’aspetto economico a discapito di quello religioso. Il tutto all’insegna di uno spic-cato laicismo e di una supponente prete-sa di autonomia e di emancipazione dalla religione cattolica. una pretesa fuori luo-go e fuori tempo perché, come ricordato ancora da Giovani paolo II, il riferimen-to alla vita religiosa “non toglie nulla al-la giusta laicità delle strutture politiche, ma al contrario aiuterà a dare dignità alla persona umana e ai suoi diritti fondamen-tali” nel rispetto del triplice profilo della religiosità: individuale, collettiva e istitu-zionale. Qualsiasi rigidità ideologica ver-rebbe quindi a frantumarsi contro questa esortazione che consolida ed esalta secoli di storia e di cultura cristiana, della quale l’umbria è stata la culla più accogliente. Anche grazie all’opera e all’impegno di San Benedetto e di San francesco. ma non tutti condividono.

osservare e promuovere l’eccellenza delle piccole e meno conosciute realtà umbre è

l’idea che anima questa rubrica sul patrimonio storico-architettonico e paesaggistico dei bor-ghi che danno vitalità e ritmo al “cuore verde d’Italia”. percorrere e raccontare quelle real-tà meno inflazionate dagli scritti e coinvolte in minor modo nei consueti percorsi turistici, of-fre l’opportunità di suggerire la scoperta di luo-ghi unici e sorprendenti. Si cercherà di ritrarre i borghi certamente attraverso l’urbs, leggendo la città come entità fisica composta di materia e forma, ma anche attraverso la civitas, ovvero la società che vi abita. la città medievale era al contempo urbs e ci-vitas, o meglio l’urbs era mezzo ed espressio-ne della vita della civitas. ed oggi questi picco-li centri, quasi sospesi nel tempo, riescono a ri-spondere alle esigenze dei fruitori contempora-nei? le amministrazioni quali strategie adotta-no per conservare in buono stato il centro stori-co e per mantenerlo vivo? come affrontano la lotta allo spopolamento? Seppur rigide suddivisioni e freddi dati nume-rici non bastano a descrivere la ricchezza di un territorio, risulta utile un breve inquadramento che fornisca elementi a grande scala in grado di dare degli ordini di grandezza. Il territorio re-gionale è suddiviso in 12 comprensori turisti-ci (Alta Valle del Tevere, Amerino, Assisano, eugubino-Alto chiascio, folignate, orvietano, perugino, Spoletino, ternano, tuderte, trasi-meno e Valnerina) ognuno caratterizzato da un certo livello di omogeneità dal punto di vista geografico-orografico e linguistico-dialettale.tale suddivisione aiuta a contestualizzare nella regione i 92 comuni (59 nella Provincia di Pe-

rugia e 33 in quella di Terni) oltre ad altri pic-coli centri abitati di notevole pregio non pre-senti in tale elenco. Il comprensorio orvietano conta il maggior numero di comuni, ben 13, mentre per voler fare un raffronto, quello pe-rugino ne comprende soltanto 4 a fronte del-la notevole estensione del territorio comunale della città di perugia. Il comune con la mag-gior estensione territoriale è Gubbio, che con i suoi 525 kmq è al 7° posto d’Italia, mentre la minore risulta essere quella di penna in teve-rina che nel comprensorio Amerino si estende per 10 kmq scarsi. Il comune umbro con il minor numero di abi-tanti è poggiodomo, che nella verde Valnerina, riesce a contare appena 147 iscritti all‘anagra-fe che si traducono in 80 effettivi. A quest’ulti-mo spettano altri due primati: minor densità a-bitativa (3,5 abitanti/kmq) ed età media più al-ta (59 anni). La densità di popolazione più e-levata spetta a Bastia umbra con 783 abitan-ti/kmq. Il comune con l’età media più bassa è Corciano: 42 anni. Lisciano Niccone ha il maggior numero di residenti stranieri: il 18% del totale. l’Associazione nazionale comuni italiani, attraverso il club nato per promuove-re quelle piccole realtà territoriali dotate di un considerevole patrimonio artistico, ambientale e culturale, individua dal 2001 i borghi più bel-li d’Italia: l’umbria, con 22 selezioni, è la re-gione italiana maggiormente presente. un iti-nerario quindi di affascinanti luoghi in una se-quenza di escursioni che sapranno addolcire i sensi di ognuno, emozionando per la loro si-lenziosa ricchezza.

alessio proietti

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Pagina 11R PORTR PORTCaffCaff e politica DEl farE

rIlancIo delle assocIazIonI GIovanIlIIl mondo dei giovani

necessità di un so-stegno da parte di chi ha i mezzi per poterlo fare. le crescenti dif-ficoltà che il mondo giovanile deve affron-tare con sempre mag-giore impellenza ma con sempre meno stru-menti, sono argomenti che devono essere ge-stiti dalla politica. Il recente provvedimen-to approvato dal ministro Giorgia meloni va sicuramente nella direzione giusta. Il proget-to prevede infatti di recuperare spazi comu-nali dismessi, caserme in disuso, immobili confiscati alla criminalità in favore delle as-sociazioni attraverso le quali i giovani pos-sono svolgere attività di vario tipo come te-

no alla Tassa sul TurIsMo

atro, musica, cinefo-rum, sport e volonta-riato. “Per l’Umbria – asserisce il consiglie-re regionale maria Ro-si –, che vanta un pri-mato europeo per lo spaccio di droga, que-ste comunità giovanili sarebbero la prima ve-ra concreta soluzione a un problema che fino

ad oggi nessuno aveva avuto il coraggio di affrontare in termini sociali”. l’Associazionismo e la ricerca di momenti aggregativi vanno promossi perché solo co-sì i giovani possono crescere e intraprendere una formazione sociale e civile. “e’ indispen-sabile sostenere l’azione di chi sta proponen-do un’alternativa seria ai giovani per aiutarli

sIcurezza per le donne

Salvaguardare la donna contro i nume-rosi abusi e violenze che si continuano a perpetrare su di loro, senza che ci sia una risposta pronta e severa delle autori-tà preposte alla loro difesa è un impera-tivo categorico cui non ci si può sottrar-re – chiosa il Consigliere Maria Rosi”. le donne rappresentano il punto cen-trale della famiglia, ma anche la parte più debole. Servono pertanto informa-zione e prevenzione per evitare che es-se debbano vivere esperienze drammati-che e riprovevoli. In Italia oltre 6 milio-ni di donne hanno subito un’esperienza del genere. e’ diventato ormai necessa-rio stilare un vademecum con i consigli per chi vive in zone a rischio, torna tar-di dal lavoro o chi vive da sola. e’ an-che necessario sperimentare nuovi stru-menti tecnologici quali ad esempio il te-lesoccorso, capaci di portare una pronta risposta in caso di necessità. la Rosi ha annunciato l’intenzione di proporre al comune e alla provincia di perugia una proposta di legge volta a garantire una migliore assistenza alle donne vittime di aggressioni o di violenze. Si può inizia-re partendo dalla promozione di incon-tri e confronti con gli assessori alle pa-ri opportunità di comune e provincia di perugia, Regione umbria e centro pari opportunità sul tema della prevenzione della violenza sulle donne. “Questo pro-getto – ha evidenziato la Rosi – vuole essere uno strumento concreto per evi-tare o diminuire il rischio di aggressioni, soprattutto in una città come perugia do-ve gli stupri e la delinquenza stanno au-mentando. e’ importante puntare su in-formazione, formazione, innovazione e tecnologia per rendere le donne più libe-re di vivere il proprio tempo”.

Il turismo è un asset strategico della regione umbria, ma ancora molto deve essere fatto per sostenerlo con politiche efficaci volte al suo ri-lancio. e non al suo affossamento. ma la propo-sta di una tasse di un euro a turista avanzata del partito democratico e di Rifondazione comuni-sta del comune di perugia sembra invece anda-re proprio in questa direzione. “e’ vergognoso – afferma il Consigliere regionale del Pdl Maria Rosi – caldeggiare un’iniziativa del genere per risollevare il turismo. “Il pd e il prc hanno il co-raggio di non chiamarlo balzello, ma ‘tributo per servizio turistico’ per finanziare il nuovo servi-zio informatico turistico della Regione umbria. Inoltre in un momento di crisi che investe non solo la nostra Regione ma tutto il paese è irre-sponsabile il solo proporre di introdurre una tassa contro i cittadini. Questa è l’ennesima proposta – continua la Rosi – indecente che fa la sinistra, che non porta a nulla, ma che serve solo a getta-re fumo negli occhi ai cittadini. Mi chiedo – ag-giunge la Rosi – se non sia arrivato il momento di fare proposte concrete, di portare proget-ti seri per risollevare le sorti del turismo in umbria. non possiamo pensare che la crisi di questo settore possa rallentare dopo aver a-vuto un trend positivo nei due giorni di euro-chocolate o nel weekend dei morti”. piutto-sto che individuare progetti “irrealizzabili”, sa-rebbe opportuno che venissero fatte proposte concrete, come la creazione di nuovo portale del turismo, efficiente, moderno e funzionale differente da quello già esistente. e’ importante

fare sistema, avviare un tavolo di concertazio-ne con gli albergatori, individuare i punti debo-li e cercare soluzioni condivise, avallare agevo-lazioni per chi opera nel settore imprenditoriale, ideare uno spot d’effetto per mettere in risalto le qualità della nostra Regione. “e’ arrivato il mo-mento che i politici si occupino concretamente delle problematiche della nostra Regione, senza prendere ulteriormente in giro i cittadini”.

a crescere cercando di investire le loro ener-gie in attività sane. proprio in un momento di crisi – conclude la Rosi – dobbiamo investi-re sui giovani e guardare al loro futuro. e’ il momento di dare a espressioni come ‘disagio giovanile’ e ‘prevenzione sociale’, usate ed a-busate nelle campagne elettorali, delle rispo-ste concrete”.

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R PORTR PORTCaffCaff ePagina 12 i paDri DEl pEnSiEro liBEralE

filosofo politico ed epistemologo del no-vecento, Karl Raimund Popper (Vienna,

1902 – Londra, 1994), rappresenta un capo-saldo del pensiero liberale e democratico. Di origine ebraica, studia all’università di Vien-na per poi trasferirsi a londra dove insegne-rà logica e metodo scientifico alla London School of economics. Autore de la Società aperta e i suoi nemici, afferma che per rende-re sostanziale e duratura la democrazia, inte-sa come governo del popolo o della maggio-ranza, occorra controllare chi comanda per-ché la fallibilità dell’uomo può condurre al-la tirannia. e per questo “il prezzo della li-bertà è l’eterna vigilanza”. egli ribadisce che: “con società aperta intendo una forma di vi-ta sociale e di valori che sono coltivati nel-la convivenza umana: la libertà, la tolleranza, la giustizia, la libera ricerca della conoscenza da parte dei cittadini, il loro diritto a diffon-dere conoscenze, la loro libera scelta di valori e di credenze e la loro ricerca della felicità”. noto al grande pubblico anche per le sue ca-pacità di opinionista, popper si è contraddi-stinto per essere un difensore e un sostenitore

di un liberismo non conservatore. Si scaglia contro l’arroganza, la saccenteria e la presun-zione degli intellettuali della società odier-na. Se la prende con chi definisce l’Occiden-te l’inferno imbottito di meraviglie tecnolo-giche. Sottolineando che proprio queste me-raviglie hanno, tra l’altro, liberato la donna dai lavori domestici e l’uomo dalla schiavi-tù del lavoro. fautore della causa dei giova-ni che incita ad essere responsabili, speran-zosi per il futuro e pieni di energie. parla an-che dei bambini, facendosi paladino contro la violenza della televisione, più cattiva maestra che diligente educatrice. Se la prende con i Verdi quando manifestano contro la scienza della natura e la tecnica, apprezzando però le loro denunce di alcuni scempi ecologici. Insi-stendo sul fatto che gli scempi vengono rea-lizzati dalla malvagità dell’uomo e non dalla neutralità delle applicazioni tecnologiche. fa dell’ottimismo la chiave per rendere un futu-ro migliore, asserendo che “questo non im-plica soltanto che il futuro è aperto, ma che noi tutti lo configuriamo attraverso quello che facciamo e noi tutti siamo corresponsabili di

Karl popper

Questo periodico intende dare particola-re enfasi alla bioetica non tanto perché

sembra oggi essere una tematica antropolo-gica emergente, quanto perché incarna fatto-ri che interessano anche la politica, ove so-no transitati elementi nuovi che prima politi-ci non erano: la vita, la morte, il genere, la fa-miglia. Quindi, in aggiunta ai grandi proble-mi della società attuale, quali la sicurezza, il

lavoro, l’occupazione, l’economia, i giovani, gli anziani, la scuola, la sanità, la comunica-zione, il tempo libero, i politici oggi hanno un compito in più: quello di fare proprie, per ri-solverle, le grandi sfide della bioetica. Non a caso la bioetica fa parte del più grande capito-lo della biopolitica, che scatta appunto quan-do il controllo delle condizioni della vita u-mana diventa una questione politica.

le tematiche sono molteplici tutte volte e declinare in modo antropolo-gico le sfide etiche del secolo attua-le la bioetica si pone quindi in tale contesto per favorire la riflessione si-stematica e interdisciplinare sugli a-spetti etici che toccano e tutelano la vita dell’uomo e della natura. Il tutto per non “scorporare” mai il concetto di uomo da quello di persona e per e-vitare quanto scelleratamente affer-mato da peter Singer, secondo il qua-le non tutti gli uomini sono persone e dunque soggetti di diritti umani. co-me dire, che possiedono i diritti so-lo quegli uomini capaci di aver co-scienza di sé, mentre gli altri e i loro corpi- come ricorda paola Ricci Sin-

doni, Ordinario di Filosofia Morale- possono diventare oggetto di manipolazione biopoli-tica come suggerisce, ad esempio, l’eugene-tica. la bioetica ha un’altra considerazione dell’uomo. In umbria come viene recepita dalle istitu-zioni la bioetica? finora ci sono tre risposte: il centro universitario di Bioetica, che vaglia la regolarità bioetica degli studi sperimen-tali effettuati nei laboratori di scienze medi-che e biologiche; il comitato etico Regiona-le che controlla la congruenza degli studi re-alizzati dai vari istituti universitari e ospeda-lieri sui farmaci prima di essere immessi in commercio.Il terzo, denominato “centro Regionale di Bioetica” con sede a perugia, è di natura vo-lontaristica, e si interessa dei problemi etici che sorgono nell’esercizio della professio-ne medica, nelle attività di ricerca biomedica sull’uomo, nelle politiche sanitarie e di con-trollo demografico. Realizza programmi di ri-cerca per favorire lo sviluppo e la diffusione della bioetica, attiva protocolli di consulenza, favorisce iniziative culturali per divulgare le problematiche connesse ai problemi etici che coinvolgono la vita dell’uomo.

Etica E BioEtica

quello che sarà”. parla anche della tolleranza, rivendicando il diritto a non tollerare gli in-tolleranti, poiché se non si è disposti a difen-dere una società tollerante contro gli attac-chi degli intolleranti, allora i tolleranti saran-no distrutti e la tolleranza con essi.

carlo Timio

Focus a dIFesa della persona

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Pagina 13R PORTR PORTCaffCaff e

uno sTruMenTo per proMuovere la parTecIpazIone

Anche in umbria i club delle libertà stanno trovando il loro spazio. che cre-

scono sempre più. Ad oggi sull’intero territo-rio regionale se ne registrano sette, di cui sei nella Provincia di Perugia (Nuova Umbria – lago trasimeno; perugia “nuova umbria”; perugia “Regno delle due Sicilie”, perugia “umbria giovani”, Scheggia, Spoleto “li-beramente azzurri”) e uno in quella di Ter-ni (“Barnaba Manassei”). Obiettivo dei Club è quello di aggregare persone che hanno vo-glia di partecipare attivamente alla vita po-litica, mettendo all’interno delle istituzioni i suoi rappresentanti. Questi circoli, ispirando-si agli ideali liberal-democratici, intendono a-gire attivamente sul territorio tra la gente, con la gente e per la gente, utilizzando come mez-zi convegni, gazebi e social network per dare voce alle istanze dei cittadini e far conoscere l’operato del Governo. la presidente dei circoli della sezione perugi-na il consigliere regionale maria Rosi, sup-portata spesso dalla presenza dell’onorevole mario Valducci presidente del club della li-bertà nazionale, sostiene che il club “del fare” deve incentrarsi su una politica libera e for-te secondo gli ideali originari del movimen-to politico del ’94 per portare avanti quella rivoluzione liberale indispensabile per il fu-turo dell’Italia. “ci proponiamo di essere un ‘laboratorio politico’ per i giovani – ribadi-sce Maria Rosi – che vogliono avvicinarsi al-la politica, mettendogli a disposizione l’espe-

rienza e fornendogli i ‘mezzi’ necessari per questo cammino. Il nostro impegno è legato ai giovani della nostra città, della nostra re-gione e della nostra amata Italia”. e continua sostenendo che “non dobbiamo avere paura delle nostre tradizioni e dei nostri valori. Ac-cettare l’altro non significa che dobbiamo ri-nunciare alla nostre radici e al nostro cristia-nesimo: dobbiamo invece essere i paladini di questi ideali”. l’onorevole Valducci, in una delle sue numerose partecipazioni alle mani-festazioni organizzate da maria Rosi ha riba-

dito che i club delle libertà hanno lo scopo di “ripristinare la fiducia dei cittadini nelle isti-tuzioni, ridare territorialità alla politica, mo-dernizzare la società attraverso la meritocra-zia, la riconoscenza e la correttezza di com-portamento, salvaguardare la famiglia, le tra-dizioni cristiane e i valori storici dell’occi-dente. e ancora combattere gli sprechi nella pubblica amministrazione, a partire da quel-la locale, dare spazio alle giovani generazio-ni grazie ad un ricambio generazionale, pro-muovere il liberalismo in tutte le sue forme: dalle politiche economiche a quelle sociali, e porre attenzione sui grandi temi come la si-curezza, la riforma della giustizia e le infra-strutture, contrastando il provincialismo del-la sinistra”. E per finire alcuni dati significati-vi relativi ai club umbri. Il club delle liber-tà nuova umbria è riuscito a far eleggere alle ultime elezioni amministrative del 6 e 7 Giu-gno 2009, alcuni esponenti dell’associazione, fra cui ragazzi giovanissimi. A torgiano An-drea Vitali è risultato il primo degli eletti del-la sua lista meritando così la nomina a Vice-sindaco. A corciano, francesco Giubboni è stato eletto consigliere comunale per la lista pdl. A Gualdo tadino olga fioriti è stata e-letta come consigliere comunale per la lista del pdl. A Bastia umbra Katia Degli esposti è stata eletta a consigliere comunale per la lista civica in appoggio al candidato sindaco del centrodestra.

clUB DEllE liBErtà

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R PORTR PORTCaffCaff ePagina 14 parola al tErritorio

l’inchiesta sulla sanità ha colpito più di tutti la città di foligno ed il pDl si è su-

bito mostrato attento a tutto quello che succe-deva. tutti sanno che il garantismo per la for-za politica che rappresento è una pietra milia-re del sistema giuridico, pertanto non intendo parlare di questioni di cui si occuperà la ma-gistratura ma vorrei parlare dell’aspetto stret-tamente politico. non serve ricostruirne i fat-ti , né i soggetti coinvolti, né l’oggetto, tut-ti abbiamo letto i giornali e tutti sappiamo di cosa si tratta. Da anni il centro destra parla di un modo clientelare di gestione del potere da parte del centro sinistra. A volte si dice che la realtà supera l’immagi-nazione, questo è uno di quei casi, infatti nes-suno poteva immaginare il tono, la presun-zione, la facilità, la prepotenza con cui questo inaccettabile sistema continuava imperterrito ad operare negli anni. lo ripeto ancora una volta non sono in grado di dire se in questo si-stema vi siano illeciti giuridici o no ma politi-camente è sicuramente un illecito di rilevan-za stratosferica. Da anni il centro sinistra si vanta di avere tan-ta attenzione verso i più deboli, ora è evidente a tutti l’esatto contrario: le attenzioni vanno

conTro I FavorITIsMI e Il sIsTeMa clIenTelare

solo ai più forti o ai più vicini politicamente.Questo vergognoso sistema di convivenza politico-economica si ripercuote, come ab-biamo visto, sulla gestione dei posti di lavo-ro, e invece di combatterlo in questi anni lo si

è alimentato. cosi facendo si ostacola lo svi-luppo economico di tutto il nostro territorio, la programmazione che da anni proponiamo è soffocata da spartizioni clientelari.Siamo arrivati al punto in cui si richiama un

articolo di legge (decr. Lgs. 229/1999 art. 15 septies) che dovrebbe servire per conferire incarichi per l’e-spletamento di funzioni di particolare rilevanza e di in-teresse strategico in cui si u-tilizza non per l’oggetto par-ticolare ma per un soggetto particolare. Questo è semplicemente vergognoso. A questo pun-to tutti i rappresentanti coin-volti indirettamente o diret-tamente non perché indaga-ti, non perché ad oggi vi si-ano responsabilità penali a loro carico, ma perché par-te integrante di un sistema politico non trasparente e pieno di ombre, dovrebbero coerentemente rassegnare le loro dimissioni.

riccardo Meloni (Foligno)

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Pagina 15R PORTR PORTCaffCaff e parola al tErritorio

con la delibera di Giunta del 25 ottobre 2010, la Regione umbria ha revocato i

fondi per la ristrutturazione della diga di Ac-ciano. Questi fondi (3 milioni di euro), che e-rano stati stanziati per l’avvio dei lavori, og-gi sono stati distratti a favore di altri territori.

una legge della Regione Umbria fissa in 90 giorni il limite di attesa delle presta-

zioni sanitarie. Aspettativa che difficilmente viene rispettata. esiste però un esempio si-gnificativo registrato nel Comune di Città di castello, dove opera una sezione del tribu-nale per i diritti del malato. I responsabili di tale tribunale hanno fornito la vicenda di un cittadino di città di castello, il quale al cen-tro unico prenotazioni (Cup) dell’Ospedale della stessa città, aveva richiesto una visita oculistica, apprendendo che c’era da atten-dere 258 giorni. l’interessato allora aveva optato per una vi-sita con il cosiddetto sistema “intra moenia” (istituzione in vigore da qualche tempo che consente ai medici ospedalieri di fare visi-te dopo l’orario di servizio, con pagamento da parte del paziente). Con questo sistema la visita gli era stata fissata il giorno succes-sivo. Allora, meravigliato, contrariato e in-furiato, il paziente si è recato nella sede lo-cale del tribunale dei diritti del malato. ol-tre a ricevere spiegazioni circa il “sistema”, è stato assistito da un legale di “cittadinan-za attiva”. Gli accertamenti eseguiti dal le-

Il dIeTroFronT della reGIone sulla dIGa dI accIano

ormai è dal 1997 che la diga è completamen-te fuori uso. la decisione assunta dalla Regio-ne è per il nostro territorio intollerabile. no-cera umbra continua a dover subire passiva-mente l’isolamento nel quale è stata relega-ta dalle scelte degli ultimi quaranta anni dal-

una rIvIncITa conTro le lIsTe d’aTTesagale hanno permesso di “rivisitare” la so-pra citata legge regionale che stabilisce ap-punto in 90 giorni il massimo dell’attesa per prestazioni sanitarie, piuttosto che 258. ma non finisce qui. Il malcapitato ha reclamato e ottenuto dall’Azienda Sanitaria locale n.1 il rimborso della visita oculistica effettua-ta “intra moenia”. Spesso il lasciar correre, il rinunciare al tentativo di dirimere le con-

la Regione di sinistra basate sullo sfruttamen-to delle risorse naturali senza alcun ritorno e-conomico per il nostro territorio. Attualmen-te c’è una situazione di abuso nei confronti di nocera. Gli accordi prevedevano infatti che il prelievo dell’acqua fosse subordinato alla re-alizzazione di un bacino di reintegro (chiuso dal periodo post-sisma) del fiume Topino. In-tendiamo far valere in ogni sede i nostri diritti per risarcire il danno economico ed ambientale che stiamo subendo da troppi anni. Gli accor-di stipulati tra il comune di nocera umbra e il consorzio acquedotti di perugia subordinano il prelievo di acqua dalle sorgenti di nocera alla costruzione ed al funzionamento del bacino di reintegro. ciononostante la Regione si disinte-ressa della diga mettendo a repentaglio il futu-ro sviluppo economico, turistico ed ambienta-le del nostro territorio. Se i fondi non verran-no restituiti saremo costretti a tutelare il nostro patrimonio ambientale con ogni mezzo al fine di ripristinare la legalità ad oggi negata.

Giovanni bontempi (nocera umbra)

troversie contro la pubblica amministrazio-ne, favorisce solamente il sistema, che im-perversa nelle sue logiche contraddittorie. e allora, impieghiamo un pizzico di buona vo-lontà e determinazione per far valere i di-ritti del malato contro l’inefficienza della burocrazia.

Giancarlo Minelli (Città di Castello)

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“Riparazioni sartoriali, cartamodelli e rica-mi”. Incuriosito da queste inusuali scritte sul-la vetrina di un negozio sito in una delle vie più frequentate di perugia, entro e sorpren-do una giovane donna china su una macchina da cucire. mi faccio raccontare la sua storia. A todi, dove abita, ha frequentato le scuole professionali, sezione moda. Successivamen-te si iscrive all’Accademia delle Belle Arti a terni. cerca di far valere le sue acquisite e-sperienze teoriche nel mondo del lavoro. Inu-tilmente. tante domande, numerosi curricu-la inviati. Sempre senza risposte. Aspettative frustrate. ma la ragazza non si perde d’ani-mo, anche perché vuole affrancarsi dalla pau-ra di non riuscire mai ad avere un lavoro sod-disfacente. problema comune a molto giova-ni. perfettamente conscia che le scarse pro-spettive lavorative nascono oggi dalla mio-pia e dall’egoismo della classe dirigente del passato, che ha fatto lievitare in maniera e-sponenziale il debito pubblico, scaricando-lo sulle generazioni future, decide di metter-si in proprio. e così, animata dal sogno e dal-la passione giovanile per il cucito e il ricamo, cerca e apre un locale dotato di moderne mac-chine da cucito, investendo un piccolo gruz-zolo messo da parte rinunciando a qualche di-vagazione tipicamente giovanile. e’ contenta e soddisfatto della sua scelta, sebbene il mo-mento critico si faccia risentire anche sul pro-prio budget. noto che il suo laboratorio è pie-no di stoffe, di vestiti di adulti e per bambini, maglioni e indumenti vari che aspettano solo di essere confezionati o riparati. Ilaria – co-sì si chiama la ragazza – è pronta a metterci mano, con un sorriso disarmante. e’ caparbia e difende le sue idee e i suoi diritti, è una ra-gazza controcorrente, non si piange addosso, non chiede niente a nessuno, si mette in di-scussione, accetta la sfida del mercato del fa-re e del saper fare. la storia di Ilaria insegna che non possiamo sempre sederci in attesa di una improbabile occupazione immediata. e’ necessario riacquistare le virtù civili del desi-derio e dell’ambizione. nel suo piccolo ci in-segna che avere una passione lavorativa, an-che artigianale, è un passpartout che può a-prire delle strade. Ilaria ha scommesso su se stessa. In lei c‘è il desiderio di emergere an-che in un mestiere oggi desueto e di nicchia, poiché il desiderio in un contesto sociologico significa ambizione, volontà, capacità di rea-gire, motivazione e spinta propulsiva. fattori

la rIscoperTa della MacchIna da cucIre

che possono emergere con dignità anche nel mestiere che pratica Ilaria. Questo fenomeno è definito da De Rita nel 44° Rapporto Cen-sis sulla situazione sociale del paese come “fattore D” (Donna) L’occupazione femmini-le sembra infatti resistere alla crisi meglio di quella maschile. una sorpresa positiva. Dopo lunghi anni di affermazioni frustrate, le don-ne si presentano sulla scena del mondo del lavoro con la giusta ambizione di far valere la propria presenza e il proprio punto di vi-sta. forse perché, disseminati in tutta Italia, esistono tanti esempi simili a quello di Ilaria. Ragazze che vivono nell’ombra, ma con un potenziale di aspirazioni quasi del tutto inte-gro. e non credo che De Rita abbia incontrato Ilaria, magari per farsi accorciare le maniche della giacca. r.s.

la scuola di Formazione politica “san Francesco d’assisi” dà avvio a un ciclo di seminari di studi su tematiche ineren-ti al ruolo dei cattolici in politica, basan-dosi sull’attualità del loro pensiero che at-tende solo di essere rilanciato. Il corso si svolge ad Assisi ed ha durata annuale. é rivolto a coloro che sono già impegnati in politica e a chi intende entrarvi per arric-chirsi delle categorie esperienziali dell’in-segnamento sociale della chiesa e del pensiero politico di luigi Sturzo. Il pri-mo seminario, programmato per febbra-io 2011, verte sul tema “persona e respon-sabilità nelle istituzioni democratiche”. per ulteriori informazioni ed eventua-li adesioni, rivolgersi all’indirizzo mail: [email protected].

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Direttore Responsabile: Mario TimioEditore: Maria rosi

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